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1 Liceo Artistico Aldo Passoni di Torino e Pracatinat s.c.p.a. PRESE SE SE SE N N N N TAN N NO PERCORSO DI FORMAZIONE PERCORSO DI FORMAZIONE PERCORSO DI FORMAZIONE PERCORSO DI FORMAZIONE E CO E CO E CO E CO-PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE 2010-2011 In questa presentazione si raccontano alcuni aspetti dell’esperienza realizzata attraverso le voci dei protagonisti, alcune immagini di momenti di lavoro e di materiali da loro realizzati. Ci sono anche delle finestre, con cui si cerca di dare un’idea di alcuni lavori intrapresi. Liceo Artistico Passoni di Torino Gruppo di docenti: Maria Chiara Farina, Giorgio Billia, Fulvio Donorà, Enrica Marletta, Maria Biocca, Monica Veronese, Sandra Venturini, Silvana Statile, Dario Colombo, Aldo Ferrara, Giuseppina Guarino. Altri docenti partecipanti alle attività: Caterina Cimino, Sabrina Bordi, Piero Penna, Rosalia Lili Franco, Carla Carraro, Serenella Botta, Enrica Cervetto, Enzo Bellardi, educatore Gabriele. Settore Culturale Educativo e di Sviluppo di Pracatinat scpa Formatrice: Liliana Carrillo

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Liceo Artistico Aldo Passoni di Torino e Pracatinat s.c.p.a.

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PERCORSO DI FORMAZIONE PERCORSO DI FORMAZIONE PERCORSO DI FORMAZIONE PERCORSO DI FORMAZIONE

E COE COE COE CO----PROGETTAZIONEPROGETTAZIONEPROGETTAZIONEPROGETTAZIONE2010-2011

In questa presentazione si raccontano alcuni aspetti dell’esperienza realizzata attraverso le voci dei protagonisti, alcune immagini di momenti di lavoro e di materiali da loro realizzati. Ci sono anche delle finestre, con cui si cerca di dare un’idea di alcuni lavori intrapresi.

Liceo Artistico Passoni di Torino• Gruppo di docenti: Maria Chiara Farina, Giorgio Billia, Fulvio Donorà, Enrica Marletta, Maria Biocca, Monica Veronese, Sandra Venturini, Silvana Statile, Dario Colombo, Aldo Ferrara, Giuseppina Guarino.

• Altri docenti partecipanti alle attività: Caterina Cimino, Sabrina Bordi, Piero Penna, Rosalia Lili Franco, Carla Carraro, Serenella Botta, Enrica Cervetto, Enzo Bellardi, educatore Gabriele.

Settore Culturale Educativo e di Sviluppo di Pracatinat scpa• Formatrice: Liliana Carrillo

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Un gruppo ristretto di insegnanti ha proposto e richiesto di attivare un percorso formativo. La definizione dell’esigenza emerge da un lavoro analitico e progettuale sulle attività da realizzare con gli allievi e tra colleghi. Nel documento da loroelaborato, si legge:

“A fronte di un’analisi che ha messo in rilievo alcune difficoltà di tipo organizzativo e metodologico che caratterizza il nostro lavoro, si chiede al Settore Educativo-Culturale di Pracatinat l’attivazione di un percorso focalizzato sul gruppo di lavoro, sulle conoscenze, le pratiche e gli aspetti metodologici, da sperimentare perché il nostro lavoro sia visibile ed efficace.”

Il percorso si è quindi configurato dall’inizio con questi obiettivi:• approfondire aspetti culturali e metodologici sul lavorare insieme • coinvolgere altri colleghi, costituire un nuovo gruppo• rendere più visibile il lavoro realizzato al resto della scuola e co-progettare sulla base delle ricadute delle esperienze

Prima però bisogna chiarire che alcuni docenti (integranti di quel “gruppo ristretto”) lavorano da anni con Pracatinat. Così lo spiegava uno di loro a una sua collega, in una e-mail di qualche mese dopo, quando il lavoro del gruppo aveva cominciato a consolidare l’integrazione di nuovi partecipanti:

Cara S.,altro che due righe.Nel tempo, con Pracatinat, abbiamo anche - perchè magari non te l'ho/abbiamo detto -: scritto un paragrafo di un libro/progetto per il dipartimento educazione del ministero; partecipato alla rete regionale dell'educazione ambientale e al progetto EnSI, portato da oltre dieci anni classi e proposto progetti; partecipato alla costruzione/sperimentazione dei nuovi soggiorni e alle offerte formative proposte da Pracatinat, ci siamo agganciati a progetti co-progettati e no con provincia e regione e altro ancora.Come vedi per me non è poi così semplice scrivere due righe. In ogni caso ti ho risposto: la proposta di pracatinat è tanto ricca quanto complessa e vi partecipo sempre volentieri, al di sopra o al di sotto dei titoli e degli slogan, perchè ho l'occasione per lavorare con differenti professionalità e competenze sullo scenario - incontrarsi/mi con altri punti di vista e sperimentare percorsiprogettuali difficili, ma importanti; fare ricerca, mettersi/mi in gioco, osservare ed ascoltare-[ovvero imparo mentre lavoro e lavoro mentre imparo, perchè sono curioso e ascolto, perchè desidero farlo con alcuni di loro e di voi che sono/siamo/siete appassionati ai temi dell'educazione -ambientale - e della scuola (e quest'anno anche dell'arte, l'arte contemporanea - quella complicata, quella per niente facile), perchè solo in questa prospettiva riesco a prefigurami un futuro, e non solo nella scuola]. Io ho già fatto un corso sui gruppi di lavoro e per poter imparare mi sa che qualche consegna la devo sbagliare!Ci vediamo lunedì. Ciao. A.

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È successo moltissimo durante questo percorso.Si è lavorato per dare senso al progetto creando un’atmosfera adeguata e un clima relazionale che permettesse di lavorare insieme, e di provare piacere nel farlo.E se volessimo trovare un’espressione per raccontare questa esperienza, la prima cosa che si potrebbe dire è:

Si partiva da un piccolo gruppo di docenti che veniva percepito dai colleghi come “chiuso”; chi non partecipava al progetto che proponeva di fare gli stages a Pracatinat non capiva bene le modalità, i significati, il linguaggio.

C’erano difficoltà di comunicazione del senso e il valore educativo del progetto (e quindi di tutto il lavoro ad esso collegato).

C’erano però anche: un orientamento nel modo di lavorare maturato negli anni precedenti che acquistava forma grazie a un processo di maggiore consapevolezza delle difficoltà di cui si parlava prima, di un lavoro di collaborazione con Pracatinat sulla dimensione organizzativa, e di un lavoro di rete con altrescuole e nella propria città, e con la provincia di Torino sull’accoglienza e la convivenza.

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• Tutti i docenti che avrebbero partecipato agli stage avevano condiviso una serie di attività preparatorie, tra di loro e da fare con gli studenti e le famiglie, e un “dossier didattico” utile per affrontare e sviluppare il percorso educativo dello stage.

• Costruito per mettere in relazione temi e problemi legati a “educazione – arte –ambiente”, il dossier costituisce una traccia per la preparazione ai temi degli stage, per lo svolgimento dello stesso percorso educativo durante il soggiorno a Pracatinat, per continuare il lavoro di ciascuna classe durante l’anno.

Come si fa a raccontare sinteticamente? In un report bisogna dire, per esempio, ciò che si è fatto:

Co-progettazione del gruppo di lavoro - Piano di lavoro 2011

• Progettazione di un percorso educativo di cittadinanza attiva rivolto agli allievi:– Allestire un contesto progettuale per gli studenti, arricchente e significativo per la formazione

come cittadini– Valorizzare e rafforzare il rapporto scuole/famiglie/territorio – Favorire l’integrazione di metodologie attive e partecipative nella progettualità scolastica, e

migliorare l’elaborazione delle esperienze laboratoriali dentro e fuori la scuola• Utilizzo di metodologie innovative nel lavoro di gruppo tra docenti e tra studenti a

scuola– Sperimentazione della co-progettazione del gruppo di lavoro– Sperimentazione di strategie e strumenti per favorire la partecipazione nel lavoro del gruppo

tra docenti– Sperimentazione di metodologia di gruppo e osservazione con le classi che non hanno

partecipato a stages• Progettazione e realizzazione di azioni comunicative per aggiornare i colleghi e

mantenere un filo diretto con il progetto e con il lavoro del gruppo– Costituzione del sottogruppo “Documentazione”– Preparazione di prodotti comunicativi: per documentare il lavoro del gruppo, le riflessioni, la

progettualità– Progettare azioni d’impatto, prepararle e metterle in atto– Organizzazione (ruoli e compiti) ed elaborazione di materiali strategici per i collegi docenti

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A noi interessa però parlare anche del significato delle esperienze che si realizzano, cercare di mettere in condizioni di percepirne il valore emotivo, cognitivo, relazionale.

Proviamo a raccontarlo con semplici elenchi:

Per aprire un po’ ciò che era “chiuso”:

• alcuni incontri dedicati a riflettere sulle le proprie idee

• sulle domande legittime• su come imparano le persone• su cos’è per ciascuno di noi partecipare (fare parte)

Per favorire un ambiente costruttivo e creativo:

• fare esperienze insieme• cioè per esempio giocare• parlare insieme di quell’esperienza

• di quello che abbiamo osservato e di quello che abbiamo vissuto

• di quello che abbiamo capito• del senso che può avere nel nostro lavoro ciò che abbiamo capito

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•raccontarsi per farsi conoscere•ascoltare quando gli altri si raccontano•non decidere niente da soli•in autonomia ma sempre discutendo con gli altri•mantenere sempre informato chi non c’era alla riunione•quando qualcuno prende delle decisioni lontane dalle nostre attese, si possono discutere... con quelli che hanno preso quelle decisioni, mai senza di loro

Per approfondire sulle conoscenze, le pratiche, gli aspetti metodologici:• sperimentarsi come osservatori• diventare un po’ “antropologi” come dice sempre Marianella Sclavi• provare cosa significa lavorare “in assenza di giudizio”• assumersi un ruolo, un ruolo diverso da quello solito• sperimentare più ruoli nel gruppo • imparare a vedere dove e come siamo collocati• e a ri-collocarsi• provare a capire cosa comporta sentirsi parte

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Per fare diventare gli obiettivi azioni concrete:• progettare insieme cosa e come comunicare con il resto della scuola• scegliere tra le idee proposte• preparare le cose da dire e da fare• provare metodologie attive e partecipative con gli studenti e con i colleghi lavorando sul altre questioni scolastiche come il curriculum delle competenze

• articolare il passaggio da un progetto di stages a un progetto di scuola• proporre idee su questo e organizzarsi per • partecipare a un progetto in rete diventando scuola capofila • continuare il lavoro di integrazione tra colleghi e coinvolgerli in un lavoro di co-progettazione

• continuare il lavoro di integrazione tra arte, ambiente ed educazione, e con altre diverse discipline

Ma c’è un’altro elenco, che può raccontare altre cose, che nei “report” di solito non appaiono. Queste, parlano di processi di relazioni e di apprendimenti, di stati d’animo e difficoltà, di accettazione, rifiuto e mediazione:

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• le persone si sono assunte un compito scegliendolo• hanno preso iniziative in prima persona • non hanno cercato di delegare ad altri quando c’era qualcosa da fare• hanno parlato delle proprie idee senza timori• a volte si sono divertiti persino• a volte si sono arrabbiati • hanno fatto capire che erano arrabbiati • raccontavano agli altri che cosa avevano capito• dicevano pure cosa non avevano capito• hanno intravisto che c’era un’evoluzione

• le comunicazioni hanno cominciato a girare fluidamente

• le comunicazioni sono diventati scambi, in autonomia

• al passoni si è formato un.... netpoint!

• alcuni hanno abbandonato• alcuni si sono inseriti• alcuni sono ritornati• altri hanno partecipato a distanza seguendo gli scambi via e-mail

• nel gruppo, la creatività dilagava

• non c’era freno alle idee originali

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FinestraDOSSIER DIDATTICO. Il dossier contiene presentazioni immagini, tracce, spunti, informazioni per la preparazione dei temi legati all’arte con gli studenti: 1) cinque sensi; 2) istruzione per l’uso dei video; 3)istruzioni per l'uso delle fotografie.

Nelle foto: • Land Art. foto Franco Isman. La Cattedrale di Borgo Valsugana. “Land Art” al Centro

espositivo Arte Sella.a cura di Franco Isman.

• La cattedrale vegetale di Giuliano Mauri, 200. foto Aldo Fedele © Arte Sella.

• Opere Vanessa Beecroft

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FinestraRACCONTARE IL SENSO CHE SI VEDE, CHE SI COSTRUISCE IN CIÒ CHE SI FA, VEDERE LE EVOLUZIONI, ASPETTARE

Dialoghi via e-mail

Cara S, ho ascoltato con interesse ciò che si è detto. Mi è sembrato che il contributo di chi ha parlato fosse un po’ come la distribuzione delle carte da gioco prima di una partita... che potrà essere una briscola come un bridge, dipende dalle regole e dal gioco che si crea. Ciascun intervento a sé vale tanto e nulla se non messo in relazione con gli altri. E' cominciato a muoversi qualcosa verso la fine dell'incontro... e poi bisogna continuare... vedremo lunedì. ciao alla prossima. E.

Ed eccomi qui!Da che sono al Passoni (questo è il mio 4° anno), ho sempre sentito parlare di Pracatinat, e

non avendo prime, ho fatto sempre lo sbaglio di credere che fosse qualcosa solo per i docenti di quelle classi. Poi l’anno scorso, ho iniziato a lavorare per le competenze con la cara E. che mi ha dato tante spiegazioni di tante cose tra cui anche Pracatinat, ed ho capito che non è qualcosa di “chiuso” ma anzi, ed allora quest’anno ho cercato di capire di più, (...) Ma veniamo al “come mai” mi trovo in questo gruppo. Parte da un invito di M., che ha ben pensato che questi incontri potessero essere veramente di aiuto ad una come me (parole sue), che dette da lei, per me sono state un vero sprono alla partecipazione e allora eccomi qui!

A dire la verità è tutto uno scoprire per me , quasi un mondo nuovo, mi sento coinvolta tantissimo, ma a volte ho come la sensazione di non capirci nulla, e questa cosa non so da che verso prenderla!!!! Intendiamoci, non vado in crisi, perché non è da me, però è come se non riuscissi a capire S. (me stessa) dove va a finire!

Mi sento a mio agio perché sono con delle persone che stimo tantissimo e che sono per me da modello per tante cose a livello professionale, e ricevere da loro critiche positive che negative, consigli e altro, mi fa sentire più ricca, ma nonostante ciò, ho come dei blocchi su alcune cose. Un esempio è stato il non essere riuscita nel ruolo della conduttrice, ho ripensato tanto a questa cosa, e credo che se non mi avesse sovrastato l’ansia da prestazione, sarebbe stato tutto molto semplice …ho toppato perché ho avuto troppa paura di fare la cosa sbagliata invece di pensare a fare quella, non dico giusta, ma almeno buona!!! So che, quasi certamente, in situazione analoga, rifarò la stessa cosa….eallora devo lavorare tanto mi sa! Eppure in classe con i ragazzi sono un treno, riesco ad ottenere sempre i risultati che desidero, ma forse le 2 cose non sono collegabili!!!! Comunque sia sono veramente contenta e soddisfatta di partecipare a questi incontri, mi spronano e mi fanno mettere in discussione, e a me questa cosa stimola da pazzi !!!!Grazie L.!!! Spero di essermi spiegata ….. ma possiamo riparlarne a voce !!! Un abbraccio S.

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FinestraPARLARE DELLA PROPRIA ESPERIENZA, CERCARE DI CAPIRE .....Dialoghi via e-mailCiao Allora a mo' di speedy gonzales.....Ho aspettato troppo per scrivere il mio intervento dell’incontro scorso. Di solito prendo appunti sulle cose dette da altri, mentre quando parlo personalmente vado a braccio.

Allo scorso incontro penso di aver guardato il tempo, il mio intervento è durato pochi minuti, Non credo di aver centrato la domanda, che riguardava “le tipologie e attività sperimentate negli stage”, nello specifico le caratteristiche e i significati educativi (...) Mi sono limitata a raccontare l’esperienza personale, con i colleghi e con i ragazz,i cercando di mettere a fuoco ciò che trovavo stimolante per il mio lavoro.

Negli stage i partecipanti: educatori, insegnanti e allievi si trovano per tentare di trovare soluzioni insieme. Sono tutti coinvolti nel ricercare la soluzione, senza prevaricazioni e senza che ci sia una posizione che si identifichi come quella “data e certa”. I percorsi sono tracciati dall’educatore, ma ciò che si vive lo si costruisce fra tutti.

L’esperienza di Pracatinat viene ricordata dai ragazzi anche dopo anni, come è possibile che moltissime attività svolte scuola siano invece rimosse velocemente? M.

Cosa è stata x me l’esperienza di PracatinatQuesto era il terzo anno x me.Ogni volta, con consapevolezze sempre diverse, l’ho vissuta come un’occasione per crescere,

come persona e come insegnante. Sento e credo che sia un’esperienza che forma se scelta consapevolmente e se vissuta come attori e non da comparse. E’ sempre stata x me un’esperienza arricchente nonostante le fatiche fisiche e psicologiche che contiene. E’ sempre stata un’esperienza che mi ha cambiato un po’ perché l’ho sempre vissuta con passione e curiosità.

Ha sempre contenuto in sé momenti e punti critici, diversi ogni volta, che si sono però rivelati grandi opportunità di riflessione e cambiamento personale e nelle relazioni.

I grandi punti di forza di questa esperienza: certamente la convivenza continua e il tempo di una settimana due aspetti che aiutano a far germogliare tra noi tanti semi; la presenza degli educatori, i nostri facilitatori, con i quali l’intesa e la sintonia sono sempre una sorpresa, la bellezza del luogo e la relazione con i ragazzi. Certamente per me, quest’ultima, pur con le sue fatiche continue, è la parte più bella, quella che vivo con maggiore spontaneità e che riesce a dare un senso a tutto ciò che facciamo insieme.

La parte più difficile è invece la relazione tra noi adulti, apparentemente siamo tutti lì per lo stesso motivo ma questo non fa di noi un gruppo che opera insieme e con gli stessi intenti (almeno non tutti). Allora può essere utile il lavoro che facciamo con te per accorgerci di cosa siamo e di cosa invece vorremmo essere, per far si che i soggiorni siano preparati sempre più insieme e siano vissuti come un’esperienza scelta e desiderata da ciascuno.

Infine Pracatinat è anche il tempo extra che divora questo progetto, i pomeriggi passati a confrontarci tra noi, le persone con cui ci mettiamo in ricerca e in cammino, il tempo che ciascuno ha dedicato per cercare e riflettere, i confronti tra noi, gli incontri adesso con te, la verifica che ci vorrebbe, la produzione di una presentazione che faremo…sonotutti tempi extra che sottraiamo al nostro vivere indaffarato di tutti i giorni, che facciamo però volentieri anche se ci costa, perché ci crediamo, crediamo nel valore educativo dello stile di Pracatinat, per i ragazzi ma ancor prima per noi.

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“E' il tempo che hai perduto per la tua rosa che l'ha resa così importante “. (A. De Saint Exupery)

Incontro del 25/11/2010. Attività di gruppo proposta le tipologie di attivita’ sperimentate negli stages

Ci hai chiesto di caratterizzarle, cioè evidenziare: - su cosa fa lavorare -sul significato educativo

(Il mio intervento schematizzato era questo)

Imparare a lavorare insieme su un obiettivo condiviso e concreto.

Sulla progettualità di

gruppo

Costruzione/creazione di manufatti, senso di un lavoro/cammino

fatto insieme.

Sperimentare la mediazione, la contrattazione di gruppo.Consapevolezza del “noi”.

Sulla relazioneSulla costruzione di

significati comuni

Cartellone di gruppo

Accorgersi dell’altro diverso da me, che la pensa come me o

diversamente da me.

Sull’ascolto Sul rispettoSulla chiarezza espositiva

Restituzione in gruppo

Sviluppare la coscienza del sé(chi sono, dove mi trovo,

cosa provo)

Sulla percezioneEsplorazioni del territorio,gioco all’aperto o al

chiuso.

Significato educativoSu cosa fa lavorareAttività

FinestraPENSARE E REALIZZARE AZIONI STRATEGICHE PER FAVORIRE IL COINVOLGIMENTO DI ALTRI COLLEGHI

Collegio docenti 17 maggio 2011 - Cartellone di presentazione

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FinestraPROGETTARE E REALIZZARE PRODOTTI COMUNICATIVIPresentazione in power point del lavoro del gruppo al collegio di maggio. Al Passoni si costruisce un percorso di

formazione.Presentazione per il nuovo collegio dei docenti del 17

maggio 2011

FinestraESEMPIO DI ORGANIZZAZIONE DEL GRUPPO RISPETTO AGLI OBIETTIVIPreparazione di altre attività dopo la precedente presentazione del lavoro al collegio, per dare continuitàRiunione del 30 maggio 2011Appunti di A. – integrazioni di L.1) Dare continuità e valorizzare il lavoro realizzato:

a) Richiesta a Pracatinat di partecipazione alle proposte di formazione per il prossimo anno: – Ma. (scrivere testo base, condiviso con tutti +Liliana disponibilità per confronto), argomentando le ragioni della richiesta e la necessità di dare continuità al supporto formativo del gruppo di lavoro. Obiettivo: co-progettazione di un percorso educativo per tutto il 2011-2012 con le 11 classi che includa:

gli stages, le fasi prima durante e dopo, la progettazione di attività laboratoriali a scuola che facciano tesoro delle modalità attive

delle materie artistiche e le ricadute degli stagesl’integrazione con altre materie (coinvolgendo in attività artistiche anche gli insegnanti di

altre materie, e allargando il livello trasversale delle competenze di cittadinanza attiva anche attraverso l’educazione ambientale)

b) Prenotare gli stages (pre-iscrizione delle 11 classi con riserva di conferma) – Ma. (con Cesedi e Anna Gaude)

c) Verificare l’inserimento nel POF del progetto per il prossimo anno – Mo.

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2) Interventi ai collegi per mantenere aperto un canale di comunicazione e condivisione con tutti i colleghi

a) intervento al collegio di giugno Immagini – S. + A. (inserire immagine del cartellone “Noi e le foto del gruppo/ bimbi” dell’ultima volta

Foto del cartellone – D.Introduce – C.Lettura o registrazione di e-mail di riflessione – S. (riserva nel caso?) –L’intervento serve per dare continuità/visibilità al lavoro del gruppo verso i colleghi

b) per preparare il breve intervento al collegio di giugno – per C.4 punti chiave (certamente Chiara rielabora i punti e li traduce con parole sue)Questo gruppo di lavoro, coinvolto nel progetto che include gli stages a pracatinat, vuole mantenere una “conversazione” con i colleghi condividendo il proprio lavoro.

Vogliamo dare continuità al lavoro progettuale realizzato finora: stiamo esplorando idee per il progetto del prossimo anno, in attesa di conoscere i risultati della graduatoria del Miur per il progetto “Correre insieme il rischio” di cui siamo scuola capofila. Per esempio, intendiamo progettare e sperimentare modalità d’integrazione tra arte/altre discipline/dimensione laboratoriale (idee di F.) => come pratica della scuola.

È importante mettere in evidenza che il nostro progetto non si riduce alla realizzazione di stages ma è un progetto ad ampio respiro in termini di apprendimenti e costruzione di relazioni sia con gli allievi che tra i docenti: una particolare attenzione agli aspetti educativi del “fare scuola” che si cerca di sviluppare attraverso metodologie innovative; la riflessione dei docenti sui processi attivati attraverso un lavoro congiunto veramente partecipato.

Far uscire dall’invisibile la dimensione di riflessività del gruppo, il lavoro di cura della documentazione non fine a se stessa ma rendendola utile per l’analisi del proprio modo di operare (Noi scambiamo => vogliamo condividere con voi colleghi)

3) Portare il lavoro del gruppo e con le classi sul sito di pracatinat e della scuola: Modifica riduzione PPT – se ne occupa A. + chi vuole +L.

4) Per settembre:

a) Proposta di A.: trovare un immagine che ci rappresenti, tipo jungle o marchio, logo (aprire un concorso tra i membri del gruppo)

b) Organizzazione stage del prossimo anno – varie ipotesi (G., A., altri?) –Valutare: idee di G e di A. (completare o modificare questo punto)

c) Sulle classi – cercare di far cadere il lavoro sulle classi (a torino) e fare foto delle attività diverse dai programmi

5) Pizza? Rimane in ballo o si allega alla festa del 10 giugno? fare proposte

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FinestraPROVE DI COMUNICAZIONETesti per iniziare la presentazione al collegio docenti di giugno

Tra i vari progetti del Passoni c’è quello per cui lungo tutto l’anno lavoriamo insieme.

Quest’anno abbiamo cercato di focalizzare la nostra attenzione sui punti di forza e di debolezza del progetto e ci siamo chiesti: Siamo un gruppo di lavoro? O siamo persone affezionate al progetto che vogliono modificare in positivo il proprio ruolo d’insegnanti condividendo con altri il senso della propria esperienza?

E in più, Come possiamo coinvolgere più colleghi nel percorso-progetto?

Il nostro racconto è stato “scritto” ripensando e ricostruendo il percorso fatto insieme alla ricerca delle risposte.

La scelta del PP è stata fatta per poter raccontare al collegio, in modo sintetico, il nostro percorso, cercando di mettere in evidenza i punti strategici

attraverso: i testi, le immagini, i tempi ed i rumori. Per questa ragione non lo commenteremo e non lo

leggeremo e ci limiteremo a proporlo in silenzio.

Noi siamo uno dei progetti del Passoni.Quest’anno abbiamo studiato i punti di

forza e di debolezza del progetto e ci siamo posti alcune domande.Il nostro racconto è stato “scritto”

ripensando e ricostruendo il percorso fatto insieme alla ricerca delle

risposte.Attraverso una PP raccontiamo al

collegio, in modo sintetico, il nostro percorso, cercando di mettere in evidenza i punti strategici attraverso: i testi, le immagini, i tempi ed i rumori.

Per questa ragione non lo commenteremo e non lo leggeremo e ci limiteremo a proporlo in silenzio.

[La comunicazione può funzionare se si hanno chiare in mente le ragioni di quell’azione: accogliere, creare “spazi”, offrire spunti simpatici per far venire un sorriso o una curiosità, per mescolare il formale con il non-formale e con l’informale (perché il nostro lavoro non può mai essere incisivo se si svolge solo a livello formale), donare un pensiero “dolce” che parla di una disponibilità a mettersi in relazione. Tutte le vostre proposte al collegio, dai cartelloni alle sedie girate, alle foto dei bambini, al PPT, ai pasticcini parlano di “cura”, che è un modo di dire che ci si apre agli altri]

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l’avventura continua ..........

elaborazione liliana carrillo, in collaborazione con il gruppo di docenti