Polizia Penitenziaria - Marzo 2011 - n. 182

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 anno XVIII n.182 marzo 2011 www.poliziapenitenziaria.it 8 marzo: mimose e proteste al DAP

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Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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8 marzo: mimose e proteste al DAP

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Organo Uf f iciale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XVIII • Numero 182Marzo 2011

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Redazione Sportiva: Lady Oscar

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Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionali di:

Polizia Penitenziaria - S G & S

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Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: Marzo 2011

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

in copertina:

Una immagine della manifestazione organizzata dal Sappe l’8 marzo a Roma, davanti alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria(foto Roberto Martinelli)

N. 182 • marzo 2011 • pag. 3Polizia Penitenziaria • SG&S

L’EDITORIALEIl Consiglio dei Ministri approva il Decreto,si riparte con il riordino delle carrieredi Donato Capece

IL PULPITOSe l’emergenza carceri da patologica

si trasforma in fisiologicadi Giovanni Battista De Blasis

IL COMMENTOI Baschi Azzurri in prima linea nella tutela dei minoridi Roberto Martinelli

IN PRIMO PIANO - SAPPEINFORMA Carceri, manifestazione del Sappe a Roma

di Erremme

LO SPORTLa solidarietà dei nostri atleti

per la tragedia del Giapponedi Lady Oscar

L’OSSERVATORIO POLITICOO.P.G., Istituzioni dello Stato o Lager?di Giovanni Battista Durante

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el corso del Consiglio dei Ministri di mercoledì 23 marzo,è stato approvato un importante decreto che andrà a tute-lare le nostre prestazioni e la nostra funzionalità per il 2011

e che recepisce le richieste che il SAPPE (con la quasi totalità deglialtri Sindacati di Polizia ed i Cocer) aveva presentato nell’incontrocon il Governo di martedì 22 marzo scorso. Il Consiglio dei Ministri– come si legge nel documento finale ufficiale - ha approvato undecreto legge che consente l’ erogazione di 345 milioni di euro,nel triennio, al personale delle Forze Armate, dell’ Arma dei Ca-rabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato, deiVigili del Fuoco, del Corpo Forestale e della Polizia Penitenzia-ria. Le risorse si aggiungono ai 160 milioni gia’ disponibili. IlC.d.M., inoltre, ha preso atto della proposta dei Ministri La Russae Maroni di procedere quanto prima alla predisposizione di undisegno di legge delega per il riordino dei ruoli e delle carrieredel comparto sicurezza e difesa. Ora saranno tutelate le nostreindennità, i nostri assegni di funzione, gli avanzamenti e gli scattie, cosa altrettanto significativa, l’impegno sul riordino delle carriereche per noi era condizione fondamentale al fine di poter utilizzarele risorse già previste per la riforma.Martedì si era tenuto a Palazzo Chigi un incontro tra il Governo, iSindacati e le Rappresentanze dei Comparti Sicurezza e Difesa nelquale l’Esecutivo annunciava le iniziative che, di lì a breve, sareb-bero state intraprese. L’incontro, ad avviso del SAPPE e della quasitotalità dei Sindacati delle Forze di Polizia, era stato ritenuto sod-disfacente in quanto rispettava quanto già preannunciato da moltiesponenti del Governo, presenti peraltro alla riunione. L’EsecutivoBerlusconi era infatti rappresentato dal sottosegretario alla Presi-denza del Consiglio Gianni Letta, dai ministri Maroni e Alfano e daisottosegretari Corsetto e Mantovano. Per l’Amministrazione peni-tenziaria era presente il Direttore Generale del personale e dellaformazione Riccardo Turrini Vita. Nel corso del mio intervento,dopo aver rappresentato al Governo la necessità di porre rimedioalle sperequazioni causate dalla legge finanziaria, avevo colto l’oc-casione per tornare ad evidenziare la situazione drammatica dellecarceri italiane, sovraffollate e carenti di personale. E’ stato, so-prattutto, evidenziata la carenza di fondi per le missioni e per lostraordinario, tant’è che il personale è spesso costretto ad antici-pare i soldi dal proprio stipendio per recarsi in missione. I fondistanziati dovrebbero coprire quelli necessari a retribuire quantimatureranno l’assegno di funzione e gli avanzamenti di carriera. Il Governo assicura di voler varare, già nel primo Consiglio deiMinistri o al massimo in quello successivo attesa la complessitàdella materia e delle richieste avanzate, un provvedimento che eli-mini, intanto per l’anno 2011, le ingessature e i danni al funziona-mento del sistema sicurezza, difesa e soccorso pubblico, nonchél’aver accolto la proposta dei sindacati e delle rappresentanze, pro-prio in considerazione della cautela imposta all’azione di governo

dalla congiuntura negativa a livello economico e quindi di finanzapubblica, di riconvocare un nuovo tavolo di confronto alla finedell’anno, in concomitanza della predisposizione della nuova ma-novra finanziaria, sono stati i primi segnali concreti di voler effet-tivamente e concretamente affrontare la questione specificità diquesti comparti dando risposte reali. E al termine dell’incontro, cisiamo ritenuti soddisfatti pur nell’attesa di vedere l’approvazionedel provvedimento per verificare che gli impegni annunciati sianocorrispondenti alle aspettative della quasi totalità del personale diquesti comparti che rappresentiamo. Ma avevamo anche pubbli-camente tenuto ad evidenziare che avremmo vigilato attentamenteaffinchè le dichiarazioni fatte venissero rispettate e solo se fossevenuto meno il provvedimento, avremmo proclamato lo stato diagitazione portando i nostri poliziotti a manifestare in piazza, comeperaltro già avevamo fatto in diverse occasioni nei mesi scorsi.Certo è che dopo l’incontro di martedì non avevamo motivi perdubitare della parola data dall’Esecutivo: le dichiarazioni di impe-gno di interlocutori seri hanno confortato il SAPPE e la quasi tota-lità dei Sindacati delle Forze di Polizia.Altri invece, martedì dopo l’incontro a Palazzo Chigi, avevano dettoche le dichiarazioni di impegno del Governo erano solo chiac-chere, che l’Esecutivo aveva messo una pietra tombale sul finan-ziamento del Comparto Sicurezza e Difesa, che si stava celebrandoaddirittura «l’eutanasia del Comparto» Sicurezza e Difesa…Avevano tra l’altro scritto, nel loro comunicato stampa, che «... aquesto punto è palese che il Presidente del Consiglio dei Ministriha, ancora una volta, preso in giro gli operatori della sicurezzae soccorso pubblico con le solite chiacchiere, le solite promessevane, proferite a margine delle nostre manifestazioni di pro-testa ma prive di fondamento. La storia di questi anni, l’episo-dio di oggi ne è l’ennesima riprova, mostra che questo governoperde quotidianamente credibilità nei confronti del personaledel Comparto sicurezza e soccorso pubblico...». E sono – stru-mentalmente – scesi in piazza la mattina della convocazione delConsiglio dei Ministri forse perché preferiscono perseguire più unterreno di scontro (anche politico ed ideologico) fine a se stessopiuttosto che salvaguardare i diritti delle donne e degli uomini inuniforme. Ma, ancora una volta, abbiamo avuto ragione noi: e in-fatti il Consiglio dei Ministri di mercoledì 23 marzo ha dato il vialibera al decreto, che recepisce gli impegni illustrati ed assuntimartedi ai Sindacati del Comparto. Ma, si sa, la vittoria ha millepadri mentre la sconfitta è orfana... E subito dopo l’approvazionedel decreto in Consiglio dei Ministri abbiamo letto sulle agenzie distampa le prime inversioni di rotta dei catastrofisti e barricaderia prescindere... Per fortuna le colleghe ed i colleghi in divisa sonoin grado di distinguere da soli chi è impegnato seriamente e con-cretamente per dare dignità e certezze ai poliziotti da coloro chefanno solo sterili polemiche e demagogia...

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Finalmente il Governo emana il decreto per la copertura economica degli

avanzamenti e degli assegni di funzione

Donato CapeceDirettore ResponsabileSegretario Generale del Sappe [email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 4Polizia Penitenziaria • SG&S

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mergenza carceri.Più che l’indicazione della dramma-tica situazione del sistema penitenzia-

rio italiano la frase contratta “Emergenzacarceri” è ormai diventata una vero e proprioslogan.Il titolo di un convegno? Emergenza carceri.Il titolo di un articolo? Emergenza carceri.Un’interrogazione parlamentare? Emergenzacarceri. Una dichiarazione del Garante? Emer-genza carceri. Un’agenzia di stampa? Emer-genza carceri. E si potrebbe andare avanticosì con decine e decine di esempi ancora.Siamo ad un passo dal rischio che l’emer-genza perda completamente il suo caratterepatologico e diventi fisiologica al carcere eall’intero sistema penitenziario italiano.E se la patologia muta in fisiologia, si rischiache il sistema abituato a contrastare fenomenipatologici smetta di farlo quando i sintomi co-minciano ad essere percepiti come fisiologicialla propria esistenza. In altre parole, sel’emergenza diventa normalità e lo straordi-nario diventa ordinario finirà che dovremorassegnarci a gestire il sistema penitenziariocome un gigantesco caravanserraglio moltosimile allo scenario città-carcere del film diJohn Carpenter 1997: fuga da New York.Allo stato in cui siamo mi sembra anche inu-tile, e un po’ frustrante, analizzare ancora unavolta le cause ed i motivi che hanno provocatola degenerazione del sistema penitenziarioitaliano, a partire dall’indulto concesso nel2006 che, senza essere accompagnato da unariforma strutturale dell’esecuzione penale, èrimasto un provvedimento tampone fine a sestesso e senza alcun effetto contrastante sullacrescita costante della popolazione detenuta.Eppure, paradossalmente, c’è ancora qual-cuno come Luigi Manconi che difende sic etsimpliciter quel provvedimento affermandoche «l’atto di clemenza ha fatto bene alcarcere e alla società».A sostegno della sua opinione, Manconi hacitato una ricerca dell’Università di Torino se-condo la quale «più carcere si fa, più si de-linque» (senza peraltro tener conto di unpossibile opposto assunto per il quale più sidelinque, più carcere si fa).

cento delle quali ha meno di 300 posti. La po-polazione detenuta è risultata essere il 130%della capacità ricettiva del sistema.Il rapporto medio poliziotti penitenziari-dete-nuti è di 0,85; la spesa per il personale rap-presenta il 70% del costo medio per detenuto,con il rimanente 30% che copre vitto, spesemediche, strutture, ecc.Raccogliendo i vari dati, infine, i ricercatorihanno elaborato un’analisi della funzione dicosto delle prigioni italiane, scoprendo untasso medio di inefficienza pari al 2,5, ovverole prigioni italiane spendono 2,5 volte più diquanto necessario per essere gestite in modoefficiente.

La spesa media per detenuto è chiaramentecorrelata negativamente al numero di detenutipresenti nel carcere e, dato che l’80% dellecarceri italiane ha meno di 300 posti, ci sononotevoli economie di scala che potrebbero es-sere sfruttate per guadagnare in efficienza.In conclusione, dunque, i ricercatori indicanocome soluzione ottimale programmare nellungo periodo la costruzione di carceri piùgrandi, e dunque più efficienti e, in una pro-spettiva più immediata, uno sforzo di ottimizza-zione nell’utilizzo delle risorse con la chiusuradi istituti fortemente sottoutilizzati, che può por-tare in tempi relativamente brevi a risparmi dispesa strutturali e non effimeri, stimabili in al-meno un centinaio di milioni di euro.Secondo quanto è dato sapere il Piano Carceripresentato da Ionta dovrebbe essere orientatoproprio verso un programma mirato a preve-dere la costruzione di nuovi istituti con unmaggior numero di posti, con iter più velociper l’edilizia carceraria e circuiti differenziatiper la detenzione, in linea, tutto sommato, coni suggerimenti dell’Università milanese.Indispensabile, però, che questo Piano Carceri,così come qualsiasi altro intervento strutturalesull’esecuzione penale, arrivi a compimentoprima che questa stramaledetta EmergenzaCarceri subisca quella mutazione genetica chela potrebbe trasformare da emergenza pato-logica ad emergenza fisiologica.

Sempre a sostegno della propria opinione l’exSottosegretario alla Giustizia ha asserito chesu trentamila indultati il tasso di recidiva èstato soltanto del 28,4 per cento, meno dellametà del tasso di recidiva della popolazionedetenuta che non ha beneficiato dell’indulto. Per questo motivo, secondo lui, l’indultoavrebbe contribuito alla sicurezza collettiva. Peccato che nel suo ragionamento l’ex vicedi Mastella omette di specificare che il tassodi recidiva degli indultati non tiene conto dichi è tornato a delinquere ma non è stato sco-perto e, soprattutto, non tiene conto del fattoche se quasi diecimila indultati su trentamilasono tornati in carcere, l’indulto ha causatodiecimila nuove vittime che, senza indulto,non avrebbero subito alcun reato.Forse sarebbe doveroso sentire anche l’opi-nione delle vittime di questi reati (o dei pa-renti superstiti).Per rimanere in tema di ricerche universita-rie, è utile ed interessante citare quella dellaBocconi di Milano di un paio di anni fa se-condo la quale il sistema carcerario italianorisulterebbe assai costoso ed inefficiente.Secondo i ricercatori della Bocconi la situa-zione è tornata critica, con la popolazionecarceraria italiana risalita oltre i livelli chespinsero all’indulto del 2006 e con un sovraf-follamento cronico causato dal fatto che l’au-mento di ricettività (+5,5% negli ultimi diecianni) non è stato proporzionato all’aumentodi detenuti (+22%) rendendo il sistemamolto distante dall’offrire condizioni accetta-bili per detenuti e personale e risultando inef-ficacie allo scopo della riabilitazione.Secondo i ricercatori, la soluzione al pro-blema nel breve termine può anche consisterein provvedimenti legislativi o procedurali,come amnistia e misure alternative alla deten-zione, ma in un ottica di lungo periodo la so-luzione va ricercata soltanto nella gestione piùefficiente delle carceri.Per valutare l’efficienza del sistema, l’univer-sità ha studiato i dati di 142 carceri (su untotale di 206 presenti in Italia) nel periodo2003-2005.Dai dati raccolti si è constatata la ridotta di-mensione delle carceri italiane, l’ottanta per

Se l’emergenza carceri da patologica si trasforma

in fisiologica

Giovanni Battista De BlasisDirettore Editoriale

Segretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

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La locandinadel film1997:fuga da New York

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a tutela dei minori è stata al centro della giornata tradizio-nalmente (ma soprattutto commercialmente, oserei dire...)dedicata alle donne.

Martedì 8 marzo scorso é stata infatti istituita nella sede della Di-rezione Centrale della Polizia criminale un’unità di crisi che dovràgestire tutte le emergenze relative alla scomparsa di minorenni aseguito di un reato. Si tratta del sistema di allarme scomparsa minore (child alertalarm) un dispositivo che é stato già adottato in altri Paesi europeie nord americani. La convenzione, che sancisce la collaborazione tra enti pubblicie privati, é stata firmata dal Vice Capo della Polizia di Stato e Di-rettore Centrale della Polizia criminale il pre-fetto Francesco Cirillo, e le diverse Forze diPolizia italiane e numerosi enti privati. Scopo principale della convenzione é quelladi favorire la massima diffusione di tutti glielementi che possono essere utili per rintrac-ciare il minore scomparso. In sostanza l’unitàdi crisi funzionerà come una sorta di call cen-ter interforce. Attraverso questa unità di crisi si potrà gestireil flusso informativo tra la popolazione e gliinquirenti. Nella sala operativa, dotata dellepiù moderne tecnologie, verranno gestiteanche le notizie da diffondere attraverso imezzi di informazione. La convenzione siglata anche grazie ai fondi messi a disposizionedall’Unione Europea, é stata firmata anche dal Dipartimento perla Giustizia Minorile, dalla Polizia di Stato, dai Carabinieri, dallaGuardia di Finanza, dalla Polizia Penitenziaria e dal Corpo Fore-stale dello Stato. Tra gli enti privati che hanno siglato la convenzione: l’Aiscat, laconcessionaria autostradale, Autogrill, consorzio Snam servizi na-zionali avvistamento marittimo, Ferrovie dello Stato, Enac, TelecomItalia, Sisal, Rai, Mediaset, Sky e Telefono Azzurro. «Con questaconvenzione - ha detto il prefetto Francesco Cirillo, vice capodella Polizia - si riuniscono istituzioni pubbliche e private alfine di ricercare i minori scomparsi a seguito di un reato. Ilsistema entra in funzione oggi e nel giro di un mese sarà at-tivo. La sala crisi sarà utile per far diffondere le notizie nel-l’immediato e quindi attuare le ricerche in tutto il territorionel giro di poche ore. Viene quindi istituzionalizzato un pro-tocollo di ricerca standard fino ad oggi basato sulla buona vo-

lontà delle persone oltre al lavoro della polizia e dell’autoritàgiudiziaria. Dobbiamo essere sicuri di non disturbare con lericerche le indagini degli inquirenti ma dobbiamo anche es-sere attivi subito e canalizzare in un protocollo quello che deveessere fatto». Nei prossimi mesi altri enti istituzionali e privati firmeranno laconvenzione e non si esclude che il sistema, dall’8 marzo attivoper i minori scomparsi, possa essere esteso in futuro per le ricer-che di tutte le persone di cui non si hanno più notizie. Le cifre ed i numeri su questo tragico fenomeno sono a dir pocoinquietanti; sono infatti oltre 10mila i minorenni scomparsi dal1974 a oggi.

Nel 2009 sono stati 1.033 i minori italiani estranieri per i quali sono state attivate le se-gnalazioni di ricerca sul territorio nazionalee che risultano ancora inseriti nell’archiviodelle ricerche. Secondo un rapporto Eurispes-Telefono Az-zurro, dal 1° gennaio al 4 marzo 2010 risul-tavano già 222 casi (158 stranieri e 64italiani) di minorenni scomparsi. Dal 2007 al 2009 si é verificato un costanteincremento che mostra come la maggiorparte delle scomparse riguardi minori di na-zionalità straniera (240 nel 2007, 631 nel2008 e 717 nel 2009 contro 68 italiani nel2007, 173 nel 2008 e 316 nel 2009).

La fascia d’età più consistente di minori da rintracciare é quellacompresa tra i 15 e i 18 anni, per lo più ragazzi che si allontananovolontariamente dal loro domicilio o dalla comunità (653 nel2009; 149 al 4 marzo 2010). In tutte le fasce di età il numero di minori stranieri scomparsi ésignificativamente più elevato rispetto a quello degli italiani. Su 204 minori tra 11 e 14 anni scomparsi nel 2009, 136 sonostranieri; lo stesso accade nella fascia 0-10 dove su 176 piccoli,97 sono stranieri. Il fenomeno é più consistente tra i 15 e i 18 anni: su 653 minori,484 sono stranieri. Da tempo presso il Ministero dell’Interno èstata istituita una apposita unità organizzativa, collocata nell’am-bito della Direzione Centrale Anticrime della Polizia di Stato - Ser-vizio Centrale Operativo, con il compito di monitorare lefenomenologie criminali nelle quali sono coinvolti i minori, siavittime che autori di reato, le violenze sessuali e domestiche, lascomparsa e la tratta di minori, nonché le mutilazioni genitali fem-

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Nella foto il prefettoFrancesco

Cirillo

I Baschi Azzurri in prima linea nella tutela dei minori

Roberto Martinelli Capo RedattoreSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

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minili, con lo scopo di elaborare, successivamente, incisive stra-tegie di contrasto. La Sezione minori gestisce anche il sitowww.bambiniscomparsi.it che pubblica le foto di bambiniscomparsi, dietro richiesta dei o del genitore (o chi ne fa le veci)e l’autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria. Il sito www.bambiniscomparsi.it è collegato ad un net-work internazionale, del quale fannoparte altri siti dedicati al ritrovamentodei bambini scomparsi. Il network è coordinato dal NationalCentre for Missing and Exploited Chil-dren (NCMEC). Nel percorso di tutela dei minori va ancheil disegno di legge sulla tutela del rap-porto tra detenute madri e figli minori, delquale ha scritto Giovanni Battista Durante nel numero di febbraiodella Rivista, che proprio l’8 marzo è stato deciso che tornerà incommissione Giustizia del Senato per un approfondimento conl’obiettivo di renderlo, se possibile, ancora più condiviso. La proposta é stata ac-colta da tutti i gruppi altermine della discus-sione generale in aula aPalazzo Madama con lacondizione che l’iter deld.d.l. non venga allun-gato ad oltranza. Il presidente della com-missione Giustizia, Fi-lippo Berselli, ha quindiaccolto l’invito confer-mando che la conclu-sione dell’esame avverràentro 15 giorni. Le mamme di bambinifino a sei anni di età nondovranno più stare incarcere, a meno di par-ticolari esigenze cautelari di «eccezionale rilevanza». E’ quanto prevede la proposta di legge in discussione al Senatoche innalza del doppio (attualmente é di tre anni) l’età del figlioperché la donna di non venga detenuta. Il testo, già approvato all’unanimità dalla Camera con la sola asten-sione dei radicali, dovrebbe ricevere il via libera di Palazzo Ma-dama nella giornata di domani dopo alcuni approfondimentitecnici di cui si occuperà la commissione. Il provvedimento prevede che quando imputati siano una donnaincinta o una madre di prole di età inferiore a sei anni che convivacon lei (ovvero padre, qualora la madre sia deceduta o assoluta-mente impossibilitata a dare assistenza alla prole) non ne possaessere disposta la custodia cautelare in carcere, salvo che sussi-stano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza: in quel caso é

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La Home Page del sito116000.it

possibile disporre la custodia cautelare un istituto a custodia at-tenuata per detenute madri (ICAM). Sarà un decreto del ministro della Giustizia a definire le caratteri-stiche tipologiche delle case famiglia (anche con riferimento aisistemi di sorveglianza e di sicurezza) e l’individuazione delle

strutture gestite da enti pubblici o privati ido-nee ad essere utilizzate come case-famigliaprotette. E qui c’é uno dei punti criticati dai Radicali:di Icam al momento ce n’é solo uno, a Mi-lano, e non vengono previste risorse per rea-lizzarne di nuovi. Cambiano anche le regole che disciplinanoil diritto di visita al minore infermo, anche

non convivente, da parte della madre detenuta o imputata (o delpadre, alle condizioni sopra indicate). Il magistrato di sorveglianza - in caso di imminente pericolo divita o di gravi condizioni di salute del minore - potrà concedere ilpermesso, con provvedimento urgente, alla detenuta o all’imputata

per visitare il figlio ma-lato, con modalità che,nel caso di ricoveroospedaliero, devonotener conto della duratadel ricovero e del de-corso della patologia. Nei casi di assoluta ur-genza il permesso vieneconcesso dal direttoredell’istituto. Viene poi stabilito il di-ritto della detenuta o im-putata di essereautorizzata dal giudicead assistere il figlio du-rante le visite specialisti-che, relative a gravicondizioni di salute.

Il provvedimento deve essere rilasciato non oltre le ventiquattroore precedenti la data della visita. Novità anche per gli arresti domiciliari delle condannate incinteo madri di figli di età non superiore a dieci anni. Potranno espiare condanne fino a quattro anni presso una casafamiglia protetta; se poi non c’é un concreto pericolo di commis-sione di ulteriori delitti e si riscontra la possibilità di ripristinarela convivenza con i figli, le detenute madri possono espiare la penanella propria abitazione, o in altro luogo privato o in un luogo dicura dopo aver scontato almeno un terzo della pena o almenoquindici anni nel caso di condanna all’ergastolo. Una legge di civiltà, dunque, si appresta ad essere varata per alle-viare la triste realtà dei bimbi in carcere. Chi li ha visti, sa a cosa mi riferisco e sa quali sensazioni di pro-

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Nelle fotomadri e figli

in carcere

fondo disagio lasciano nell’animo diognuno di noi. Va però messo in luce, suquesta particolare situazione penitenziaria,l’encomiabile impegno delle donne con ilBasco Azzurro del Corpo che, nei 17 asilinido delle carceri italiane, hanno espressonel tempo ed esprimono quotidianamenteuna professionalità ed una umanità davveroparticolari. Le nostre Agenti (spesso mamme lorostesse) sanno conciliare perfettamente il bi-nomio di tutori dell’ordine e della sicurezzae di operatrici del trattamento rieducativocon una particolare ed apprezzata sensibi-lità umana. Ed è davvero un peccato ed una ingiustifi-cata grave dimenticanza che la nobiltàd’animo e la lodevole professionalità dellenostre colleghe in questo particolareaspetto della nostra difficile professionenon siano state nel tempo adeguatamentevalorizzate ed apprezzate, anche a livellosociale e mediatico.

Carceri, manifestazione del Sappe a Roma

“contro i burocrati del DAP” e per l’istituzione della Direzione Generale del

Corpo di Polizia Penitenziariarano oltre un centinaio i poliziottipenitenziari aderenti al SindacatoAutonomo Polizia Penitenziaria

SAPPE, la prima e più rappresentativa Or-ganizzazione dei Baschi Azzurri, chehanno partecipato martedì 8 marzo scorsoa Roma al sit-in di protesta in largo LuigiDaga, davanti alla sede del Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria. La composta manifestazione, che si è svoltasenza alcun problema sotto il profilo del-l’ordine pubblico e della viabilità ordinaria,era stata annunciata dal SAPPE per conte-stare «la nomenclatura ed i burocrati delDAP nemici del Corpo» ed ha visto la par-tecipazione e presentazione di molti iscrittiprovenienti, oltre che da Roma e dal Lazio,da Piemonte, Liguria, Campania, Marche,Molise, Toscana, Veneto, Puglia, Calabria,Sicilia, Lombardia e Umbria.«Tutti in piazza, sotto le bandiere az-zurre del SAPPE - ha spiegato il segretariogenerale del SAPPE, Donato Capece - con-tro quella nomenclatura e quella diri-genza dell’Amministrazione Penitenzia-ria che da vent’anni ostacola ogni evo-luzione ed accrescimento professionaledella Polizia penitenziaria e quindi con-diziona l’operato di tutti i Capi Diparti-mento che fino ad oggi si sonoavvicendati alla guida del DAP. Sono iburocrati che si preoccupano solo dellapropria poltrona, sempre gli stessi, chehanno boicottato e boicottano subdola-mente e costantemente una non più rin-

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viabile, adeguata e funzionale organiz-zazione del Corpo di Polizia penitenzia-ria e l’istituzione della Direzionegenerale del Corpo, in seno al Diparti-mento dell’amministrazione penitenzia-ria, indispensabile e necessaria perraggruppare tutte le attività ed i servizidemandati alla quarta Forza di Poliziadel Paese». Una delegazione del SAPPE, guidata dal Se-gretario Generale Capece e composta daiSegretari Nazionali e Regionali presenti allamanifestazione, è stata quindi ricevuta dalCapo dell’Amministrazione PenitenziariaFranco Ionta, che ha voluto sottolineare glisforzi del Ministro della Giustizia AngelinoAlfano e del Dipartimento finalizzati ad ot-tenere, pur in un momento di grave diffi-coltà economica del Paese, significativirisultati come la realizzazione di circa 50nuovi padiglioni detentivi, l’avvio delle pro-cedure per le gare di una ventina di nuoviistituti penitenziari per un totale di circa20mila nuovi posti detentiva e l’assunzione

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di nuovi agenti di Polizia penitenziaria. IlSegretario Generale del SAPPE ha espressoun sincero apprezzamento per le paroleespresse da Ionta, sintomo di una proget-tualità concreta e ha sottolineato: «unCorpo di Polizia dello Stato come la Poli-zia Penitenziaria non può vedersi chiu-dere le Scuole di Formazione delPersonale di Monastir (in provincia diCagliari), Portici (in provincia di Napoli)- mentre per quella di Verbania è previstauna riconversione ad altro utilizzo- percolpa dei burocrati dell’Amministrazionepenitenziaria, che punta poco alla for-mazione ed all’aggiornamento professio-nale dei poliziotti». Ultimo schiaffo, in ordine di tempo, ad unreale riconoscimento della professionalitàdel Corpo di Polizia Penitenziaria lo ha as-sestato il Protocollo di intesa sottoscrittol’11 febbraio scorso dall’AmministrazionePenitenziaria DAP e Dipartimento dellaPubblica Sicurezza concernente il Pianostraordinario contro le mafie. Nelle suepremesse, si riconosce «che l’attività delCorpo di Polizia penitenziaria all’internodegli istituti di pena consente l’acquisi-zione e l’elaborazione di specifiche in-formazioni che possono costituireelementi di interesse per le attività di in-dagine delle altre Forze di polizia” ma poisi affida a generici “Rappresentanti del-l’Amministrazione Penitenziaria» (insede centrale) e «Responsabili degli Isti-tuti di pena» (nelle sedi provinciali) lapresenza e partecipazione nei costituendiGruppi Operativi interforze.E la Polizia Penitenziaria? Perché si è voluto espressamente escludereil Corpo di Polizia Penitenziaria ed i suoi

vertici? Stiamo parlando di un Corpo di Po-lizia dello Stato che ha oggi in organico ben500 Funzionari del ruolo Direttivo (tra viceCommissari, Commissari e CommissariCapo della Polizia Penitenziaria), 26 Gene-rali e 6 Colonnelli del disciolto Corpo degliAgenti di Custodia (che espletano servizi diPolizia) ma non a caso non ha una Dire-zione Generale del Corpo al DAP e ancoravede frammentate in mille rivoli le sue pre-rogative funzionali. L’ennesima conferma, dunque che, comeperaltro denunciato pubblicamente inpiazza dal SAPPE a Roma l’8 marzo scorso,c’è chi non vuole una vera valorizzazionedel Corpo di Polizia Penitenziaria, specienelle sue prerogative di Corpo di Poliziadello Stato. erremme

N. 182 • marzo 2011 • pag. 9Polizia Penitenziaria • SG&S

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Giovanni Battista Durante Redazione PoliticaSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 10Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoil direttore

Rosania

sima,direi drammatica, della loro sto-ria. Il sovraffollamento inarginabile ditutti gli ambiti di degenza registratosinegli ultimi anni; la carenza di risorseeconomiche(fino al 60% in meno) ine-sorabilmente sopravvenuta e via via ag-gravatasi nel corso degli anni (conconseguente annichilimento di ognipossibilità di provvedere ad una manu-tenzione efficace dei locali e delle strut-ture, di provvedere alle pulizie-che negliO.P.G. sono affidate ai pazienti stessi-degli ambienti di soggiorno,di incre-mentare ed ammodernare i presidi te-rapeutici e diagnostico-strumentali, diadeguare il personale medico e parame-dico all’enorme aumento degli inter-nati); il mancato transito, in Sicilia,della sanità penitenziaria al servizio sa-nitario regionale; il ridursi ai minimitermini dell’organico di Polizia Peniten-ziaria; il mancato recepimento dellesentenze della Corte Costituzionale del2003-2004 che indicavano gli O.P.G. solo

uesto mese pubblichiamo l’intervi-sta fatta al dott. Rosania, direttoredell’Ospedale Psichiatrico Giudi-

ziario di Barcellona Pozzo di Gotto, dal se-gretario del Sappe Vito Fazio. In questi ultimi tempi gli Ospedali Psichia-trici Giudiziari sono spesso al centro del-l’attenzione, anche in considerazione delfatto che è stata prevista la progressiva di-smissione degli stessi. Fatto, questo, che stenta a trovare un’ade-guata soluzione, a causa delle difficoltà or-ganizzative di alcune regioni. Infatti, è stata prevista la territorializzazionedell’esecuzione della misura di sicurezza inO.P.G.. Gli attuali O.P.G. di Messina, Napoli, Aversa,Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia, Ca-stiglione delle Stiviere (Mantova), costitui-scono un bacino d’utenza extraregionale. Il piano prevede che ogni regione si doti diautonome strutture che dovrebbero esseregestite dagli stessi Enti, con personale me-dico e paramedico. La Polizia Penitenziaria dovrebbe gradual-mente abbandonare il servizio negli O.P.G..Si pone, però, il problema della gestionedei detenuti più pericolosi. Si tratta di un processo in divenire rispettoal quale come sindacato siamo attenti al-l’evolversi dei fatti, anche per dare la giustacollocazione al personale di polizia peni-tenziaria che dovesse essere costretto a la-sciare l’attuale servizio.

Dott. Rosania in questi giorni comecompletamento di un attacco ciclicoall’Istituzione O.P.G. è stata svoltada parte dei Mass Media un’opera-zione di divulgazione di immaginie commenti relativi agli O.P.G. dellaNazione.� Quali sono, secondo il suogiudizio, le ragioni delle precarietàche sta colpendo i nostri Istituti inquesto periodo?

Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ita-liani vivono da anni una fase difficilis-

Q

Ospedali Psichiatrici GiudiziariIstituzioni dello Stato o Lager?

come risposta estrema al problema psi-chiatrico-giudiziario sollecitando solu-zioni più sanitarie e volte ad unamigliore assistenza,terapia, riabilita-zione dei pazienti psichiatrici autori direati; la mancata accoglienza, da partedei territori di provenienza, dei ricove-rati i quali rimangono assai spesso inO.P.G.,in regime di proroga della misuradi sicurezza, per la mancanza di solu-zioni all’esterno e spesso in O.P.G. ritor-nano perché ritenuti “ingestibili”dallestrutture di ricovero cui,dopo defati-ganti confronti, si era riusciti ad affi-darli; il ritardo dell’avvio dellaridistribuzione, su scala nazionale, deipazienti sulla base dei bacini d’utenzageografici definiti in sede di ConferenzaStato-Regioni; la presenza in O.P.G. disoggetti ristretti sulla base di posizionigiuridiche che dovrebbero essere gestitein carcere(sia pure in sezioni a custodiaattenuata e con maggiori dotazioni sa-nitarie) e di un elevatissimo numero diinternati provvisori che attendono peranni la celebrazione dei loro processi.

Ritiene che i recenti dibattiti (uni-direzionali) avuti luogo nasconoda un approfondito studio della si-tuazione o da una visione mera-mente sommaria?

Tutto quanto sopra argomentato nontrova in alcun modo cittadinanza nel di-scorso, fin qui unidirezionale e mera-mente scandalistico, sugli O.P.G. deiquali continua ad ignorarsi, di fatto, lastoria, l’organizzazione ,il loro essereparte integrante del sistema penale diquesto Paese, i tanti progetti che (natidalla collaborazione fra Amministra-zione Penitenziaria, le organizzazionidella società civili e del volontariato, leIstituzioni locali) ambiscono a superarenel concreto,attraverso prassi virtuose,questi “contenitori” vieppiù drammati-camente affollati e di difficilissima con-

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duzione a cagione della richiamata po-vertà di risorse, per approdare ad unamodalità di affrontamento della que-stione psichiatrico-giudiziaria davveroalternativa laddove tarda da anni , e noncerto per responsabilità di chi dirige odopera a vario titolo all’interno di questerealtà, a concepirsi un condivisoiter di radicale riforma cheappare quanto mai urgente enecessario.

Cosa pensa del personale diPolizia Penitenziari e leesigenze del personale chesi trova a convivere conquesta difficile situazionelavorativa ?�

Il personale di Polizia Penitenziaria, ri-dottosi di quasi 50(!) unità negli ultimi4 anni senza venire in alcun modo rim-

piazzato,si trova a dover affrontare quo-tidianamente un lavoro divenuto im-probo ed assai poco gratificante. Unlavoro svolto in continuo affanno per lagravissima carenza d’organico, a co-stante contatto con una popolazione in-ternata che vive in condizioni di tragica

promiscuità la quale ul-tima ingenera frequentis-simi atti di aggressivitàauto-eterodiretta. E’ unpersonale che ha dovutoimparare sulla propriapelle a lavorare in questiiustituti essendo privo diuna specializzazione

professionale. Questo personale(spesso,per altro, chiamato in gran nu-mero a svolgere servizi esterni su dispo-sizione del nucleo regionale ditraduzione e piantonamento con conse-guente ulteriore penalizzazione del ser-

N. 182 • marzo 2011 • pag. 11Polizia Penitenziaria • SG&S

Nel riquadrol’ingresso dell’O.P.G. di BarcellonaPozzo di Gotto

Sottol’O.P.G. diMontelupoFiorentintino

vizio intramoeniale) merita rispetto econdizioni di lavoro meno frustranti. Eva detto anche che gli infermieri sonoparimenti diminuiti riducendo gli stan-dard dell’assistenza ed appesantendo ul-teriormente l’impegno della poliziapenitenziaria la quale finisce per vederecompromesso, addirittura, il soddisfaci-mento dei diritti soggettivi.

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ome già pubblicato più di una volta,è fatto notorio la mole di ricorsipendenti davanti ai Giudici Ammini-

strativi e, in particolare al Tribunale Am-ministrativo Regionale per il Lazio. La situazione è talmente esplosiva che ilnuovo codice del processo amministra-tivo, in vigore dal 16 settembre 2010, haprevisto nuovi e più rigidi criteri di com-petenza territoriale, precludendo la pos-sibilità di concentrare il contenzioso alTAR Lazio.A tale proposito abbiamo inviato al nostrolegale una nota per evidenziare circa itempi di definizione dei ricorsi giurisdi-zionali presentati avanti al TAR del Lazionove dieci anni or sono, relativamente adiversi contenziosi e abbiamo chiesto divoler valutare se vi siano gli estremi peruna richiesta di risarcimento danni per ir-ragionevole durata del processo ex Legge89/2001, meglio conosciuta come leggePinto.La questione circa la natura propedeuticadell’istanza di prelievo alla richiesta diequa riparazione del danno è stata defini-tivamente affrontata e risolta dalla Cortedi Cassazione con la sentenza 12 gennaio2007 n. 575, ove si osserva che, in temadi equa riparazione per la durata irragio-nevole del processo, tale durata devecomputarsi dalla data del deposito del ri-corso dinanzi agli organi della giurisdi-zione amministrativa fino a quella delladecisione, dovendosi negare che essoabbia inizio dalla presentazione della c.d.istanza di prelievo di una delle parti,avendo questa natura sollecitatoria e noninterruttiva.Appare appena il caso di osservare, al-tresì, che per lunghi anni i giudici italianihanno negato l’applicabilità diretta dellaConvenzione Europea dei Diritti del-l’Uomo del 4.11.1950 all’interno dell’or-dinamento giuridico nazionale,costringendo le vittime di potenziali edeventuali violazioni alla stessa Conven-zione a far ricorso alla Corte Europea dei

Diritti dell’Uomo, con sede a Strasburgo,presso il Consiglio d’Europa.Dopo tali condanne il Parlamento ha final-mente emanato la Legge 24 marzo 2001 n.89, sopra richiamata, che ha previsto chela parte che lamenti la eccessiva durata deiprocessi davanti ai giudici italiani possapresentare in Italia un ricorso alla Cortedi Appello per ottenere, a carico del Go-verno italiano, il risarcimento dei dannimorali o patrimoniali conseguiti per la ec-cessiva durata del processo anche alla lucedel novellato articolo 111 della Costitu-zione.Lo studio dell’Avv. Nicolini in relazione al-l’istituto teso a consentire la rifusione delcittadino dalle conseguenze pregiudizievoliconnesse all’irragionevole durata del pro-cesso, ha rappresentato quanto segue.La normativa in epigrafe, allineandosi alladisciplina comunitaria e, in particolare, al-l’art, 6 par. 1 della Convenzione Europeadei Diritti dell’Uomo, considera ragione-vole per un giudizio di primo grado unadurata di tre anni. Il superamento di dettoperiodo determina conseguenze pregiudi-zievoli per il cittadino, connesse alle lun-gaggini processuali, costituite in primoluogo dall’angoscia per l’incertezza circala propria complessiva situazione econo-mica e giuridica.Di qui la possibilità di ricorrere alla Corted’Appello competente territorialmente se-condo i criteri di cui all’art. 11 cpp (Romaper Cagliari, Perugia per Roma e così via)onde ottenere un ristoro quantificabile se-condo i principi che si vanno ad indicare.Infatti, in ordine alla quantificazione deldanno non patrimoniale, appare quantomai opportuno richiamare i parametri sta-biliti dalla Corte Europea dei Diritti del-l’Uomo. In particolare, la Cassazione,Sezioni Unite Civili con le sentenze n°1338, n° 1339, no 1340, n° 1341 del 26gennaio 2004, ha statuito che “ i criteri dldeterminazione del quantum della ripa-razione applicati dalla Corte europeanon possano essere ignorati dal giudice

Tempi sui ricorsi al TAR del personale ANPPe

Lionello Pascone • Coordinatore NazionaleAssociazione Nazionale Polizia Penitenziaria [email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 12Polizia Penitenziaria • SG&S

nazionale, anche se questi può disco-starsi in misura ragionevole dalle liqui-dazioni effettuate a Strasburgo in casisimili ... omissis .... la liquidazione deldanno non patrimoniale effettuatadalla Corte d’Appello a norma dell’art.2 della legge n. 89/2001, pur consen-tendo la sua natura equitativa, è tenutaa muoversi entro un ambito che è defi-nito dal diritto, perché deve riferirsi alleliquidazioni effettuate in casi similidalla Corte di Strasburgo, da cui è con-sentito discostarsi purchè in misura ra-gionevole. L’ambito giuridico dellariparazione equitativa del danno nonpatrimoniale è, in altri termini, segnatodal rispetto della Convenzione Europeadei Diritti Umani, per come essa vivenelle decisioni, da parte di detta Corte,di casi simili. L’accertamento dei casisimili e delle eque soddisfazioni deldanno non patrimoniale in essi operatedalla Corte di Strasburgo, pur rien-trando nei doveri di ufficio del giudice,può giovarsi della collaborazione delleparti, ed in particolare dell’attore, cheha interesse a fornire al giudicante ognielemento utile alla determinazione delquantum del danno nella misura da luirichiesta”. Per quanto sopra, attualmente la misuradel risarcimento è fissata mediamente ineuro 1.000,00 (mille) per ogni anno suc-cessivo al terzo a prescindere all’esitodella vertenza la cui durata irragionevoleha originato il diritto ex Legge n°89/2001,dalla presentazione di eventuali istanze dianticipazione, nonché dalla definizionedel giudizio, ben potendo l’interessatoprocedere giudizialmente ancor primadella sentenza. Tuttavia, al fine di evitare la presentazionedi due ricorsi per il medesimo processodalla durata irragionevole appare oppor-tuno attenderne la conclusione e pro-porre l’azione per il risarcimentoconnesso all’intero periodo ulteriore ri-spetto al triennio consentito.

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N. 182 • marzo 2011 • pag. 13Polizia Penitenziaria • SG&S

a pensione ai superstiti (di rever-sibilità o indiretta che sia)spetta, tra gli altri, tanto al co-

niuge divorziato (titolare di relativo as-segno) quanto a quello separato (conl’eccezione di chi è separato con adde-bito, ovvero per colpa, per il quale il di-ritto matura solo nell’ipotesi che ilgiudice gli abbia riconosciuto nella sen-tenza il diritto agli alimenti). Questa può essere liquidata ai superstitiesclusivamente se a favore del decedutoerano già stati versati almeno 780 con-tributi settimanali ovvero per 15 anni,né più né meno i requisiti che erano ne-cessari per richiedere la pensione di vec-chiaia prima dell’entrata in vigore delDecreto legislativo n. 503 del 1992 o, inalternativa, se il de cuius aveva maturatole condizioni di base per l’assegno ordi-nario di invalidità (cioè un minimo di260 versamenti settimanali, dei quali al-meno 3 effettuati nei cinque anni prece-denti il decesso). Le percentuali che spettano, così comele individua la Legge n. 335 del 1995, piùconosciuta quale Riforma Dini agli aventidiritto sono: • il 60% nel caso che i sopravvissuti siriducano al solo coniuge (senza figli); • l’80% se oltre al coniuge è presente unfiglio, arrivando al 100% quando, con ilconiuge, ci sono due o più figli oppure,senza il coniuge, tre o più figli. Qualora, invece, il defunto non avessematurato nessuna delle condizioni mi-nime sopra riportate, non è detto chetutto sia perduto: se, infatti, risultava as-sicurato al 31 dicembre 1995, i super-stiti hanno ancora la possibilità dirichiedere le cosiddette indennità: quellaper morte e/o la una tantum. Ma attenzione! Le domande relative vanno presentate,pena la decadenza, entro un anno dalladata dell’avvenuto decesso.

n esito alla richiesta da parte di co-desta Associazione di vestiaro in di-suso comunico ciò che segue;

1. la valutazione di quanto richiesto conla nota in esame non può essere portataa compimento in assenza di indicazioniin punto di fatto e in punto di diritto giàrichieste al Gabinetto dell’On.le Ministro,ai fini della migliore applicazione delD.M. 25 febbraio 2010;2. in assenza pertanto di un corretto econfortato inquadramento giuridico

n merito all’assegno di superinvali-dità, informiamo che l’art. 100 delDPR 1092/ 1973 prevede, in realtà,

per gli invalidi per servizio affetti da mu-tilazioni o da infermità previste dalla ta-bella E annessa al DPR 914/1978,modificata dal DPR 834/1981, uno spe-ciale assegno, la cui misura è fissata innove categorie, come stabilito dall’alle-gato I della Legge 422/1990. Tale assegno viene erogato ai soggettiche abbiano subìto un’invalidità perma-nente per effetto di ferite o lesioni per gliatti di terrorismo e di eversione dell’or-

Pensioni indirettea coniugi separati

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Assegno di superinvalidità

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Il Capo del DAP risponde all’ANPPesulla richiesta di vestiario in disuso

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dine democratico di cui all’art. 1 dellaLegge 302/ 1990. Se non si percepisce già il suddetto as-segno, occorre verificare se le infermitàriscontrate siano quelle indicate dallasuddetta tabella E; mentre, qualoral’emolumento venisse corrisposto, sitratterebbe di di controllarne l’esatta mi-sura. Per quanto riguarda l’IRPEF, confer-miamo che l’art. 16 del DPR 510/1999prevede l’esenzione dell’imposta in ar-gomento sul trattamento privilegiato di1ª categoria con assegno di superinvali-dità. Precisiamo, però, che l’esenzioneviene applicata d’ufficio, a decorrere dal1° dicembre 1998, per gli eventi verifi-catisi successivamente a tale data, per glieventi verificatisi prima, occorre la do-manda degli interessati.

a Sezione ANPPe di Reggio Cala-bria molto attiva sul territorio èstata invitata per i prossimi mesi

a vari appuntamenti istituzionali: tra que-sti citiamo il 150° anniversario dell’Unitàd’Italia, organizzato dall’Istituto d’Istru-zione Superiore R. Pirla di Rosarno, laricorrenza del’88° anniversario dellaFondazione dell’Aeronautica Militare, or-

Reggio Calabria: nuovi appuntamentiper la sezione locale dell’ANPPe

dell’Associazione e dei suoi rapporti conl’Amministrazione, non si ritiene possadarsi corso alla cessione di effetti di ve-stiario della Polizia Penitenziaria (siapure non più in uso), così come richie-sto.Per tali ragioni, si ritiene che anche in re-lazione alla cortese istanza non possanoche trovare applicazione le disposizioniinterlocutorie di cui alla nota n. 399307del 1.10.2010, conosciuta e citata da co-desta Associazione.

ganizzata dalla Sezione Provinciale diReggio Calabria e la commemorazione aiCaduti e combattenti, organizzata dall’As-sociazione Culturale ANASSILAOS di Reg-gio Calabria, che si è svolta il 17 marzo2011 presso la Chiesa di San Girogio alCorso / Tempio della Vittoria, in occa-sione del 150° Anniversario dell’Unitàd’Italia.

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N. 181 • N. 182 • marzo 2011 • pag. 14Polizia Penitenziaria • SG&S

a Segreteria Provinciale Anppe diRovigo esprime grande soddisfa-zione per l’incontro avuto nel

mese di febbraio 2011 con il Provvedi-tore Regionale dell’Amministrazione Pe-nitenziaria per il Triveneto FeliceBocchino.

l 15 marzo 2011, è stato stipulato unprotocollo di adesione tra l’Associa-zione Nazionale denominata Guardia

Nazionale Ambientale - Onlus, con sedein Terni e l’A.N.P.Pe (Associazione Nazio-nale Polizia Penitenziaria) con sede inRoma.

L’Associazione Nazionale Guardia Nazio-nale Ambientale – Onlus è un’Associa-zione indipendente e senza fini di lucro,che ha lo scopo di esercitare attività diprotezione e tutela della fauna e dell’am-biente inteso oltreché come habitat natu-rale anche quale patrimonio di tradizioni,attività economiche e sociali che da que-sto ne derivano, come da Statuto;L’A.N.P.Pe. che è un’Associazione apoli-tica, apartitica, e interclassista, ha, tra lefinalità statutarie, quelle:• di tramandare e mantenere vive le tra-dizioni del Corpo;• di partecipare a cerimonie e manifesta-zioni ufficiali;• di attuare rapporti di solidarietà conaltre Associazioni;• di rappresentare l’assistenza morale,materiale, culturale e ricreativa dei soci;• di contribuire alla prevenzione dellacriminalità;• di promuovere attività e scambi culturali;• di collaborare con Organi istituzionaliin opere di protezione civile per la tuteladell’ambiente, per soccorso pubblico eper calamità naturali;• di disporre di locali per riunioni e in-contri;

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• di fornire consulenza e assistenza le-gale in materia pensionistica;

CONSTATATO CHEGli Enti suddetti condividono di mas-sima, le rispettive finalità statutarie;

VISTIGli statuti dei due Enti, i sottoscritti Or-ganismi;

RITENGONOChe sia interesse reciproco intrapren-dere un rapporto di collaborazione nelrispetto delle relative autonomie, finaliz-zato alla promozione di iniziative co-muni, per la tutela degli interessi deipropri aderenti

VISTI L’attività svolta e i servizi forniti dall’As-sociazione Nazionale Guardia NazionaleAmbientale –ONLUS, nonchè i serviziforniti dal A.N.P.Pe.

CONVENGONO Di aderire al presente Protocollo, impe-gnandosi a collaborare e a sostenere leiniziative poste in essere dai firmatari.Gli iscritti agli Organismi hanno dirittoalla consulenza sulle problematiche con-cernenti quanto riportato negli Statuti.Gli iscritti all’ANPPe sono di diritto anchesoci dell’Associazione Nazionale denomi-nata Guardia Nazionale Ambientale –Onlus e viceversa.

Protocollo di adesione tra ANPPe eGuardia Nazionale Ambientale Onlus

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l 27 febbraio 2011, Alessia Denisi, fi-glia del Segretario Locale ANPPe diReggio Calabria, ha partecipato, per la

scuola Accademia Hen Dance Center alCampionato Regionale Calabria 2011 didanza, gara valevole per la qualificazioneal campionato nazionale. La giovane atleta si è qualificata al primoposto in due categorie, conquistando 2medaglie d’oro, vincendo così il Campio-nato Regionale della Calabria; in conside-razione del podio raggiunto nel mese digiugno a Bologna andrà a rappresentare laRegione Calabria ai campionati nazionalidi Sincro e Show Danze.

Reggio Calabria:Alessia Denisi vola in finale

Nella riunione si è discusso, oltrechèdelle tematiche relative al sovraffolla-mento degli istituti penitenziari del NordEst, della possibilità di impiegare i socidell’Anppe per svolgere incarichi su basevolontaria all’interno delle strutture car-cerarie.

Rovigo: incontro dell’ANPPe con il Provveditore Regionale del Triveneto

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N. 182 • marzo 2011 • pag. 15Polizia Penitenziaria • SG&S

Rovigo: l’ ANPPe è presente ai funerali del Cap. Ranzani

Campobasso: l’ANPPe incontra l’AssessoreRegionale alle Politiche sociali

l giorno 2 marzo 2011, si è svolta aCampobasso una riunione della Se-zione ANPPe, a cui sono intervenuti

il Coordinatore Nazionale Lionello Pa-scone, il Delegato Nazionale Aldo Di Gia-como e il Segretario ProvincialePasquale Iannaccone. L’intervento èstato particolarmente cordiale e sentito;estremamente significativo il salutodell’Assessore alle Politiche sociali dellaRegione Molise con delega alle Associa-zioni Angela Fusco Perrella.

l 4 marzo 2011, a S. Maria Maddalena, una frazione di Oc-chiobello in prov. di Rovigo, si sono svolti i funerali privatidel Capitano Massimo Ranzani del V° Reggimento degli

Alpini, deceduto in Afghanistan. La bara del Capitano degli Alpini, 37 anni, è stata posta nellaSala Consiliare, dove è stata allestita la camera ardente. I funerali privati si sono svolti alla presenza di oltre 2.000 per-sone. Tra gli ospiti, anche alte autorità militari come il Coman-dante delle truppe alpine Alberto Pimiceri e il Generaledell’Esercito Francesco Taricone. Presente anche il Presidentedella Regione Veneto Luca Zaia. La bara è stata portata a spalle dagli alpini del Reggimento diVipiteno di cui faceva parte il Capitano Ranzani.

Alla mesta cerimonia ha partecipato una folta delegazioneA.N.P.Pe. del Nord Est Italia rendendo gli onori militari insiemea tutte le altre Associazioni d’Arma e Combattentistiche.

Cav. Roberto Ernesto Tramacere

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a Segreteria provinciale dell’ANPPe intende ringraziare le Associazioni UNCIE Rialto Mio di Venezia per il materiale donato in occasione della celebrazionedella Befana del Corpo che si è svolta presso la Casa Circondariale di Venezia

ed ha reso felici i numerosi bambini intervenuti, figli del personale in servizio, nellastruttura penitenziaria.

Benevento e Portici: l’ANPPe allaFesta per i 150 annidell’Unità d’Italia

Venezia: un grazie a UNCI e Rialto Mio

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Gonfaloni dell’ANPPe presenti allemanifestazioni per i 150 anni del-l’Unità d’Italia. Sopra la delegazione

di Benevento e, sotto, quella di Portici.I

Page 16: Polizia Penitenziaria - Marzo 2011 - n. 182

l 4 marzo 2011, presso il ConsiglioRegionale della Calabria si è svolto ilConvegno Emergenza Carceri.

Particolare interesse ha suscitato l’inter-vento di Donato Capece Segretario Generaledel Sappe. Erano presenti alla manifestazione il Presi-dente della Regione Calabria Giuseppe Sco-pelliti, il Presidente del Consiglio RegionaleFrancescoTalarico, S.E. il Prefetto di ReggioCalabria Luigi Varratta, Il Sindaco della Cittàdi Reggio Calabria Giuseppe Raffa, l’On.Giovanni Nucera e i vertici dell’Amministra-zione Penitenziaria con Sebastiano Ardita eil Provveditore Regionale Nello Cesari.

Reggio Calabria: il Sappe partecipa alConvegno sull’Emergenza Carceri

inviate i vostri articoli [email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 16Polizia Penitenziaria • SG&S

Ciro Borrelli premiato dalla Federazione Motociclistica Italiana per il suo impegno

el bellissimo scenario di San Leucio a Ca-serta presso lo storico presidio dell’ex seti-ficio, si sono svolte le premiazioni dei piloti

campani FMI che meglio si sonoespressi nella stagione 2010. Pernoi della Polizia Penitenziaria erapresente il Vice Sovrintendente CiroBorrelli (Ufficiale della FederazioneMotociclistica Italiana), premiatodal Presidente della FederazioneMotociclistica Italiana Paolo Sesti,per il grande impegno nella dire-zione delle gare di Motocross 2010.

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Trapani:pubblicato

sulla rivistaCULT

un articolodedicato

al carcere S. Giuliano

Una manifestazione fortemente voluta dal ComitatoRegionale Campano che ha accolto l’invito di Gae-tano De Filippo, pilota di Rally e titolare del dealer

FUORIGIRI MOTO PASSION di Ca-serta, che ha organizzato nel miglioredei modi le premiazioni del Co.Re.Campania. Insieme a De Filippohanno ricevuto i premi tutti i vincitoridei campionati regionali nelle variediscipline e da padrone l’hanno fattacome sempre i tanti crossisti chehanno ritirato anche i trofei Ultra-cross.

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i è svolta a Massa, nella prestigiosa cornice di Piazza degli Aranci, lafesta del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, alla presenza del Pre-fetto Giuseppe Merendino, e delle piu’ alte cariche istituzionali della

provincia. Anche l’Amministrazione Penitenziaria, rappresentata dal Di-rettore della Casa Reclusione di Massa Alessandra Beccaro, era presentealla cerimonia, unitamente al Comandante del Reparto Commissario Gi-sberto Granucci, oltre ad un nucleo di poliziotti penitenziari che costitui-vano la Compagnia di formazione. Ospite di eccezione, una delegazionedi Telefono Azzurro, con la Responsabile del Comitato MariagiovannaGuerra, che da qualche anno collabora attivamente con il Reparto di Po-lizia Penitenziaria nel progetto Bambini e carcere - ludoteca in carcere:un’attività destinata ai figli minori di anni 12, i cui genitori si trovano de-tenuti nel carcere di Massa. Mario Novani

E’ intervenuto per le conclusioni finali ilSottosegretario alla Presidenza del Consi-glio On. Carlo Giovanardi.

Massa: festa per i 150 anni dell’Unità d’Italia

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Nella foto da sinistra l’ispettore GiuseppeLa Torre, il Vice Commissario MicheleBuffa, il direttore dell’ipermercato Sal-vatore Zarcone, il direttore della CasaCircondariariale di Trapani dott. RenatoPersico, il Comandante di Reparto Com-missario Giuseppe Romano.

opo la sua ultimazione e la conse-gna al Trapani Calcio che dal mesedi dicembre ne ha fatto il suo quar-

tier generale sia per la prima squadra e so-prattutto per il settore giovanile, si èinaugurato in data 2 marzo 2011 il Centrosportivo di Fontanelle sud che porterà ilnome dell’ex bandiera del Trapani Calcio,Roberto Sorrentino. Si tratta di un impianto sportivo all’avan-guardia che contiene tre campi: uno di cal-cio ad 11 regolare con fondo in erbasintetica di ultima generazione, uno di cal-cio a cinque sempre in erba sinteticaanch’esso di ultima generazione ed uno ditennis.Roberto Sorrentino è stato uno degli attac-canti più prolifici della centenaria storia delTrapani calcio, vestendo a più riprese lamaglia granata dalla fine degli anni ’60 fino

cora una volta, laPolizia Penitenzia-ria protagonistadi un evento conrilevanza esterna.

G. R.

ai primi anni ’80, disputando con il Trapani146 partite con 30 gol fatti, secondo mar-catore trapanese di tutti i tempi e nei primidieci in assoluto. Roberto Sorrentinoquando è scomparso aveva 61 anni.Il Sindaco di Trapani, avv. Girolamo Fazio,per l’occasione ha fortemente voluto che sigiocasse una partita di calcio tra i rappre-sentanti delle forze dell’ordine (e tra questianche la Polizia Penitenziaria) e il TrapaniCalcio del patron Morace.Nella rappresentativa Antonio Sardo eDario Schifano (in servizio alla C.C. Pa-lermo Pagliarelli) e Francesco Napoli inservizio alla C.C. Trapani.Per la cronaca la manifestazione è stataguastata da una terrificante grandinata, unnubifragio dalla violenza inaudita che hafatto da inaspettata cornice a questa gior-nata di festa che ha visto, comunque, an-

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stato accolto come una testi-monianza concreta di soli-darietà, proprio nella

celebrazione della giornata dell’8marzo, il dono di un televisore chel’ipermercato Grande Migliore diTrapani, ha voluto fare alle dete-nute ristrette presso il carcere diSan Giuliano. Un segnale della vi-cinanza dell’intera città a donneche, per ragioni diverse, stannovivendo un percorso esistenzialeed umano sicuramente difficile,ma nella prospettiva di sapersireinserire nella società civile.Il televisore è stato installatonell’aula della socialità della se-zione Egeo ove sono ristrette ledetenute.(tratto dal Giornale di Siciliadell’8/3/2011).

Trapani: Memorial Sorrentino, una rappresentativa delleForze dell’Ordine incontra il Trapani Calcio

E’

Trapani: l’ipermercato Grande Miglioredona un televisore al carcere S. Giuliano

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l segretario generale del Sindacato Au-tonomo Polizia Penitenziaria Sappe,Donato Capece, è intervenuto come re-

latore al Convegno Un’altra idea di giusti-zia per un altro carcere organizzato daAlleanza per l’Italia presso la Sala delleConferenze di Palazzo Marini a Roma il 1°marzo scorso. Nel suo apprezzato intervento, seguito conmolta attenzione dal Presidente dell’APIFrancesco Rutelli, da qualificati relatori eda un numeroso pubblico, il Segretario Ge-nerale del Sappe ha sottolineato come il so-vraffollamento delle strutture penitenziarieitaliane è certamente un problema storicoed è un problema comune a molti Paesieuropei, che hanno risolto il problema inmaniera diversa. Caratteristiche uniche delnostro Paese sono il flusso e i periodi dipermanenza in carcere. Ogni giorno entrano ed escono centinaia dipersone dal carcere, un movimento checomporta uno stress enorme del sistemasoprattutto in una fase, quella dell’acco-glienza, che è la più delicata e la più difficileda gestire: questo quadro complesso è resoancora più difficile dalle caratteristichedella popolazione ristretta, in gran partecostituita da stranieri, tossicodipendenti eda persone con problemi mentali.«L’osservazione della tipologia dei dete-nuti che fanno ingresso in carcere e deireati di cui sono accusati consente di af-

fermare come il sistema della repres-sione penale colpisca prevalentemente lacriminalità organizzata e le fasce debolidella popolazione: in effetti, il carcere èlo strumento che si usa per affrontareproblemi che la società non è in grado dirisolvere altrimenti» ha detto Capece.Fino a qualche decennio fa, si era riuscitia portare al centro dei problemi della si-curezza e della giustizia il mondo delle car-ceri, avviando un profondo processo diriforma, coniugando sicurezza con ragio-nevolezza, con trattamento, con umanità.«Per il SAPPE - ha quindi proposto il Se-gretario Generale del SAPPE - è giuntal’ora di ripensare la repressione penalemettendo da un lato i fatti ritenuti di undisvalore sociale di tale gravità da im-porre una reazione dello Stato con la mi-sura estrema che è il carcere: e dall’altro,anche mantenendo la rilevanza penale,indicare le condotte per le quali non ènecessario il carcere: una opzione diquesto tipo dovrebbe ridisegnare il si-stema a partire dalle storture determi-nate dal doppio binario per i recidivi,dalle norme in materia di immigrazionee dalla individuazione delle risorse peraffrontare il tema delle dipendenze e deidisturbi mentali fuori dal carcere. Si po-trebbe quindi ipotizzare un nuovo si-stema penitenziario articolato su trelivelli. Il primo, per i reati meno gravicon una pena detentiva non superiore ai

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In altoil logo di Alleanza

perl’Italia

sotto Francesco

Rutelli

inviate i vostri articoli [email protected]

Roma: Convegno API, un’altra ideadi giustizia per un altro carcere

3 anni, caratterizzato da pene alterna-tive al carcere, quale è l’istituto dellamessa alla prova. In proposito, non puòsottacersi che la recente Legge 199/2010non ha dato i risultati sperati, dal mo-mento che ha interessato circa 1.000 de-tenuti. ll secondo livello è quello cheriguarda le pene detentive superiori ai 3anni, che inevitabilmente dovranno es-sere espiate in carcere, ma in istitutimolto meno affollati per lo sgravio con-seguente all’operatività del primo livelloe per una notevole riduzione dell’utilizzodella custodia cautelare. Il terzo livello,infine, è quello della massima sicurezza,in cui il contenimento in carcere èl’obiettivo prioritario».«Nell’ambito delle prospettive future - haconcluso - occorre dunque che lo Stato,pur mantenendo la rilevanza penale, in-dichi le condotte per le quali non è ne-cessario il carcere, ipotizzando sanzionidiverse, ridisegnando in un certo sensol’intero sistema. E la Polizia penitenzia-ria che riteniamo debba connotarsi sem-pre più come Polizia dell’esecuzionepenale, oltrechè di prevenzione e di sicu-rezza per i compiti istituzionali ad essaaffidati dall’ordinamento, è sicuramentequella propriamente deputata al con-trollo dei soggetti ammessi alle misurealternative».Molto apprezzate le proposte del Sappe,sottolineate anche dagli applausi dei pre-senti. «Il progetto del governo sulle carceri vatroppo per le lunghe mentre la situazionedi chi sta dietro le sbarre si aggrava», hadetto invece Francesco Rutelli a marginedel convegno. «È indispensabile - ha aggiunto l’ex mini-stro dei Beni Culturali - restituire al piùpresto dignità alla detenzione e nellostesso tempo sicurezza ai cittadini.Troppi lasciano la vita nei luoghi di de-tenzione. Ci sono gravose condizioni dilavoro anche per gli agenti penitenziari.È evidente che questa disattenzione èanche dovuta al fatto che il premier in-vece di occuparsi delle emergenze delPaese pensa solo alle sue leggi ad perso-nam». erremme

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Una cella in due

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In alto la locandina

sotto il cast euna scena

del film

nel riquadroEnzo Salvi

e MaurizioBattista

Regia: Nicola BarnabaSoggetto e Sceneggiatura: Luca Biglione, Enzo SalviFotografia: Federico Del ZoppoMontaggio: Ugo De Rossi, Francesca ForlettaScenografia: Massimiliano Mereu Costumi: Antonio De PetrilloMusiche: Andrea FelliEffetti: Cane Cane s.r.l.Produzione: Bruno Frustaci, Alessandro Carpigo, Marcello Frustaci, Giordano Carioti per A&B Productione GM ProductionDistribuzione: Iris Film Personaggi ed Interpreti:Romolo Giovagnoli: Enzo SalviAngelo Zingoni: Maurizio BattistaManolo Badilanti: Massimo CecchiniIlde Aldobrandi: Simona Borioni

Monica: Serena BonannoPamela Rovere: Jane Alexander (II)Carlotta Giovagnoli: Nicole MurgiaO' Avvocato: Gianni FerreriValeria: Melita TonioloCorrado: Riccardo AngeliniDon Mario: Mario Corsi (II)Segretaria Dott. Lavinio: Sara TommasiPM Rosati: Elena OssolaPiero: Lallo CircostaCapo Banda: Nicola Di GioiaDott. Gioffredi: Mariano D'AngeloDott. Lavinio: Riccardo ValerianiPrimo: Primo ParmeggianiAnimatrici Zoomarine: Pasqualina Sanna, Ludovica LeoniGenere: Commedia Durata: 90 minutiOrigine: Italia, 2011

nzo Salvi interpreta Romolo, avvo-cato romano, di nome e di fatto,coatto ed imbroglione (sostiene di

prendere il viagra come tranquillante) de-nunciato per vendetta dalla moglie, che hascoperto il tradimento con la segretaria,e per questo condannato e rinchiuso in unpenitenziario.In carcere, Romolo viene sistemato incella con Angelo (altro romanaccio inter-pretato da Maurizio Battista) un disoccu-pato con la sindrome di Peter Pan e unafissa per i robot-manga giapponesi cheporta stampati dietro la camicia, finito inprigione dopo aver tentato una rapina perdisperazione.Alla coppia di romani de Roma si aggregail toscanaccio Manolo (interpretato dauno spassoso Massimo Ceccherini) nel

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zione cinematografica di un anonimospettacolo cabarettistico.

ruolo di uno psicopatico che si esprimesolo con battute e rumori gutturali.La storia, tutta incentrata sull’amicizia chenasce tra i tre sventurati detenuti, si svolgepraticamente per novanta minuti in unacella, facendo il verso a collaudati formattelevisivi come Camera Cafè o Belli Den-tro. Una cella in due (Un film d’evasione) èin buona sostanza un film comico ispiratoun pò alla tipica commedia all’italiana,quella che affrontava temi e personaggireali, e un pò ai Buddy Movies americanicon le loro strane coppie e l’aggiunta diun tocco di commedia leggera con tantozucchero e happy end.Ma l’esperimento, purtroppo, non è af-fatto riuscito e la pellicola alla fin fine sirivela soltanto una lunga sequela di gagstelevisive che, se da un lato si avvalgonodella indubbia verve comica dei due co-mici romani e di Ceccherini, dall’altrosono e rimangono soltanto una trasposi-

a cura di Giovanni Battista De Blasis

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• assistenza legale nel relativo procedimento amministrativo;•assistenza nella fase giudiziale contro il relativo provvedimento negativo;• compenso professionale convenzionato.

in materia di PENSIONE PRIVILEGIATAper il personale cessato dal servizio e/o i superstitiL’assistenza interessa:• il personale collocato in congedo senza diritto a pensione o con pensioneordinaria che possa ancora chiedere il riconoscimento della dipendenzada causa di servizio di infermità o lesioni riferibili al servizio stesso e laconseguente pensione privilegiata;• il personale collocato in congedo senza diritto a pensione o con pensioneordinaria, al quale sia stata negata la pensione privilegiata per non dipen-denza da causa di servizio di infermità e lesioni o per non ascrivibilità dellestesse;• il personale cessato per inidoneità dal ruolo della Polizia Penitenziaria,già transitato o che debba transitare ai ruoli civili della stessa amministra-zione o di altre amministrazioni, ai fini della concessione della pensioneprivilegiata per il servizio prestato nella polizia Penitenziaria;• il personale deceduto in servizio, ai fini della pensione indiretta privile-giata ai superstiti e di ogni altro beneficio previsto a favore degli stessi;• il personale già titolare di pensione privilegiata deceduto a causa dellemedesime infermità pensionate, ai fini dei conseguimenti spettanti ai su-perstiti.L’assistenza comprende:• esame gratuito, legale e medico legale, del fondamento della domandaper la concessione della pensione privilegiata anche per i transitati al ruolocivile;• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento del ricorsocontro il provvedimento negativo della pensione privilegiata;• valutazione gratuita, legale e medico legale, delle pensioni indirette e diriversibilità ai fini del trattamento privilegiato e dell’importo pensionisticoliquidato;• assistenza nella relativa fase amministrativa e nella fase giudiziale controil provvedimento pensionistico negativo;• compenso professionale convenzionato.

PER BENEFICIARE DELLA CONVENZIONE Gli iscritti al Sappe possono:• rivolgersi alla Segreteria Provinciale Sappe di appartenenza;• rivolgersi agli avvocati Guerra presso le sedi degli studi di Roma (via Ma-gnagrecia n.95, tel. 06.88812297), Palermo (via Marchese di Villabiancan.82, tel.091.8601104), Tolentino - MC (Galleria Europa n.14, tel.0733.968857) e Ancona (Corso Mazzini n.78, tel. 071.54951);• visitare i siti www.sappe.it oppure www.avvocatoguerra.it

La convenzione Sappe/Studio Legale GuerraPer rispondere ad una richiesta sempre più pressante dei propri iscritti,il Sappe ha stipulato una convenzione con lo Studio Legale AssociatoGuerra, come partner legale in materia previdenziale.

Lo Studio Legale Associato Guerra è specializzato in materia di diritto pen-sionistico pubblico, civile e militare.

La convenzione tra il Sappe e lo Studio Legale Associato Guerra comprende • la causa di servizio e benefici connessi;• le idoneità al servizio e provvedimenti connessi:• i benefici alle vittime del dovere;• la pensione privilegiata (diretta, indiretta e di riversibilità) e gli assegniaccessori su pensioni direttte e di riversibilità.

La consulenza si avvale di eccellenti medici esperti di settore, collaboratoridell Studio Guerra, in grado di assistere l’interessato anche nel corso dellevisite mediche collegiali in sede amministrativa e giudiziaria.In particolare, attraverso lo Studio Legale Associato Guerra , il Sappe ga-rantisce ai propri iscritti:

in materia di CAUSA DI SERVIZIO• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento della do-manda per il riconoscimento della causa di servizio anche ai fini dell’equoindennizzo;• assistenza legale nella fase amministrativa;• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento del ricorsocontro il provvedimento negativo di riconoscimento della causa di servizioe del’equo indennizzo;• assistenza legale nella fase giudiziale dinanzi alle competenti Sedi Giu-risdizionali;• compenso professionale convenzionato.

in materia di INIDONEITA’ AL SERVIZIO• valutazione legale e medico legale delle infermità oggetto di accerta-mento della idoneità al servizio, per la scelta strategica delle azioni da pro-muovere secondo gli obiettivi che intende raggiungere l’interessato;• assistenza legale nel relativo procedimento amministrativo;•assistenza nella fase giudiziale contro il provvedimento amministrativo;• assistenza amministrativa e giurisdizionale contro il provvedimento ditrensito;• compenso professionale convenzionato.

in materia di VITTIME DEL DOVERE• valutazione gratuita per l’accertamento della sussistenza delle condizionidi legge richieste per il diritto ai benefici previsti a favore delle vittime deldovere;

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Caro collega,nel complimentarmi per la qualità e la de-dizione posta alla rubrica, colgo l’occa-sione per porre il seguente quesito:a seguito di una nota del coordinatore delreparto dove prestavo servizio, sono statorimosso ed assegnato ad altro incarico. Ri-tenendo di essere stato vittima di un so-pruso da parte del superiore, a causa difrequenti incomprensioni, ho richiesto for-malmente al Direttore dell’Istituto di acce-dere alla relazione del coordinatore. Talediritto mi è stato negato, con la motiva-zione: “relazione di servizio riservata”.Vorrei sapere se il comportamento dell’Am-ministrazione è legittimo.Ringrazio anticipatamente.

Lettera firmata

ortese collega,per “diritto di accesso” si intende, inbase alla normativa vigente, il diritto

degli interessati a prendere visione e adestrarre copia di documenti amministrativi.Ne sono titolari tutti i cittadini, società e as-sociazioni, compresi quelli portatori di inte-ressi pubblici o diffusi, che abbiano uninteresse diretto, concreto ed attuale, corri-spondente ad una situazione giuridicamentetutelata e collegata al documento di cui sichiede l’accesso.Va, in ogni caso, ricordato in proposito chel’accesso ai documenti amministrativi previstodalla legge 7 agosto 1990 n. 241 è finalizzatoa consentire al privato richiedente, che viabbia un apprezzabile interesse, la cono-scenza di un atto fisicamente esistente negliarchivi dell’Amministrazione e puntualmenteindividuato (ex plurimis: T.A.R. Lazio – Roma– Sez. III - 31 ottobre 1998 n. 2928).Con riguardo all’influenza della normativa so-pravvenuta, che ha modificato ed integrato lalegge in generale, di cui alla l. 11 febbraio2005, n. 15, laddove, ai sensi dell’art. 22,comma 2, della modificata l. n. 241/1990, siqualifica il diritto di accesso come inerente“ai livelli essenziali delle prestazioni con-cernenti i diritti civili e sociali che devonoessere garantiti su tutto il territorio nazio-nale”.Ai sensi dell’art. 22 della legge 241/90 è con-siderato documento amministrativo ogni rap-presentazione grafica, oto cinematografica,elettromagnetica o di qualunque altra speciedel contenuto di atti, anche interni, formati

ture, i mezzi, le dotazioni, il personale e leazioni strettamente strumentali alla tuteladell’ordine pubblico, alla prevenzione e allarepressione della criminalità con particolareriferimento alle tecniche investigative, allaidentità delle fonti di informazione e alla si-curezza dei beni e delle persone coinvolte,nonché all’attività di polizia giudiziaria e diconduzione delle indagini;d) quando i documenti riguardino la vita pri-vata o la riservatezza di persone fisiche, dipersone giuridiche, gruppi, imprese e asso-ciazioni, con particolare riferimento agli in-teressi epistolare, sanitario, professionale,finanziario, industriale e commerciale di cuisiano in concreto titolari, ancorché i relatividati siano forniti all’amministrazione daglistessi soggetti cui si riferiscono. Deve comun-que essere garantita ai richiedenti la visionedegli atti dei procedimenti amministrativi lacui conoscenza sia necessaria per curare oper difendere i loro stessi interessi giuridici.In caso di diniego totale o parziale o di diffe-rimento all’accesso ad atti amministrativi, gliinteressati possono far valere il proprio inte-resse all’accesso ai documenti mediante ri-corso in via amministrativa alla Commissioneper l’accesso ai documenti amministrativi isti-tuita presso la Presidenza del Consiglio deiMinistri, organismo concretamente in gradodi guidare il costume amministrativo versoforme sempre più chiare di trasparenza de-mocratica e di leale collaborazione tra pub-bliche amministrazioni, al quale possonorivolgersi privati cittadini e pubbliche ammi-nistrazioni avverso le determinazioni (di-niego, espresso o tacito, o differimentodell’accesso) concernenti il diritto di accessoadottate dalle amministrazioni statali o daisoggetti ad esse equiparati. La presentazione del ricorso innanzi allaCommissione sospende i termini per il ri-corso al Tribunale Amministrativo Regionale,pertanto questo ricorso amministrativo nonè alternativo a quello giurisdizionale. Il procedimento innanzi alla Commissione sisvolge in tempi particolarmente rapidi e ga-rantisce il rispetto del contradditorio; le partipossono infatti essere udite anche personal-mente senza necessità dell’assistenza del di-fensore. La Commissione, in caso di accoglimento delricorso, ordina all’amministrazione l’esibi-zione del documento richiesto, fissando, ovenecessario, un termine perentorio. In tal casol’ente pubblico deve emanare il provvedi-mento confermativo della decisione dellaCommissione per l’accesso entro trentagiorni dal ricevimento della relativa comuni-cazione della Commissione che ha ritenuto il-legittimo il diniego di accesso. Decorso ilsuddetto termine, l’accesso è consentito (ar-

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E’ possibile accedere ad atti riservati?

Giovanni Passaro*[email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 23Polizia Penitenziaria • SG&S

dalle pubbliche amministrazioni o, comun-que utilizzati ai fini dell’attività amministra-tiva. I documenti possono essere interni onon, relativi ad uno specifico procedimento,che siano detenuti dalla PA e che concer-nano attività di pubblico interesse, indipen-dentemente dalla loro natura sostanzialepubblica o privata.Il diritto di accesso è escluso :a) per i documenti coperti da segreto di Statoai sensi della legge 24 ottobre 1977, n. 801,e successive modificazioni, e nei casi di se-greto o di divieto di divulgazione espressa-mente previsti dalla legge, dal regolamentogovernativo e dalle pubbliche amministra-zioni; b) nei procedimenti tributari, per i quali re-stano ferme le particolari norme che li rego-lano; c) nei confronti dell’attività della pubblicaamministrazione diretta all’emanazione di attinormativi, amministrativi generali, di pianifi-cazione e di programmazione, per i quali re-stano ferme le particolari norme che neregolano la formazione; d) nei procedimenti selettivi, nei confrontidei documenti amministrativi contenenti in-formazioni di carattere psicoattitudinale re-lativi a terzi. I documenti contenenti informazioni con-nesse agli interessi di cui sopra sono con-siderati segreti solo nell’ambito e nei limitidi tale connessione.A tale fine le pubbliche amministrazioni fis-sano, per ogni categoria di documenti, anchel’eventuale periodo di tempo per il quale essisono sottratti all’accesso. Nell’ambito dei criteri i documenti am-ministrativi possono essere sottrattiall’accesso:a) quando, al di fuori delle ipotesi discipli-nate dall’art. 12 della legge 24 ottobre 1977,n. 801, dalla loro divulgazione possa derivareuna lesione, specifica e individuata, alla sicu-rezza e alla difesa nazionale, nonché all’eser-cizio della sovranità nazionale e allacontinuità e alla correttezza delle relazioni in-ternazionali, con particolare riferimento alleipotesi previste nei trattati e nelle relativeleggi di attuazione;b) quando possa arrecarsi pregiudizio aiprocessi di formazione, di determinazione edi attuazione della politica monetaria e valu-taria;c) quando i documenti riguardino le strut-

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N. 182 • marzo 2011 • pag. 24Polizia Penitenziaria • SG&S

ticolo 25, comma 4 della legge 7 agosto 1990, n. 241). Nel caso ciònon avvenisse, ai sensi del combinato disposto di cui ai commi 4 e 5dell’articolo 25, legge 241/90 è possibile ricorrere al Tribunale Am-ministrativo Regionale territorialmente competente entro trenta giornidal ricevimento, da parte del richiedente, dell’esito della sua istanzaalla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi. Non si può presentare ricorso contemporaneamente alla Commis-sione per l’accesso ai documenti amministrativi e al T.A.R. contro lamedesima determinazione concernente il diritto di accesso.La presentazione di un ricorso amministrativo alla Commissione nonesclude la possibilità di presentare, in una fase successiva, un ricorsogiurisdizionale al T.A.R.: il ricorso amministrativo costituisce, co-munque, una fase eventuale, e non necessaria, che, in ogni caso, pre-cede la fase giurisdizionale.Il ricorso amministrativo interrompe i termini per il ricorso al Tribu-nale Amministrativo Regionale, che riprendono a decorrere ex novodalla pronuncia della Commissione.L’interessato che sceglie di rivolgersi prima alla Commissione per l’ac-cesso ai documenti amministrativi, può presentare ricorso - nei trentagiorni successivi alla decisione della Commissione - al Tribunale Am-ministrativo Regionale, nel caso in cui l’amministrazione resistente -nonostante una decisione favorevole della Commissione stessa -emetta un provvedimento motivato, confermativo del diniegoespresso, nei successivi trenta giorni, decorrenti dalla data di ricevi-mento dell’esito della stessa decisione favorevole della Commissione.Nel silenzio dell’amministrazione resistente, che non emette il sud-detto provvedimento nei termini previsti, l’interessato può rivolgersial T.A.R. per chiedere che l’amministrazione si adegui alla decisionefavorevole della Commissione.In conclusione, nel caso in esame la relazione del coordina-tore di reparto non può considerarsi “riservata”, in quantocarente dei presupposti di legge. Pertanto, si può ricorreread uno dei strumenti di tutela sopra illustrati, al fine di farvalere il proprio interesse legittimo.

Le norme che regolano il diritto di accesso ai documenti amministra-tivi sono:Legge 241/90 e s.m.i.- Nuove norme in materia di procedimento am-ministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi;DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 giugno 1992, n.352 - Regolamento per la disciplina delle modalità di esercizio e deicasi di esclusione del diritto di accesso ai documenti amministrativi,in attuazione dell’art. 24, comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 241,recante nuove norme in materia di procedimento amministrativo edi diritto di accesso ai documenti amministrativi;Legge 11 febbraio 2005, n. 15 - “Modifiche ed integrazioni alla legge7 agosto 1990, n. 241, concernenti norme generali sull’azione am-ministrativa”;Legge 14 maggio 2005, n. 80 - “Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, recante disposizioniurgenti nell’ambito del Piano di azione per lo sviluppo economico,sociale e territoriale. Deleghe al Governo per la modifica del codicedi procedura civile in materia di processo di cassazione e di arbitratononché per la riforma organica della disciplina delle procedure con-corsuali”;DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12 aprile 2006, n.184 – Regolamento recante la disciplina in materia di accesso ai do-cumenti amministrativi.Cordialmente.

*Giovanni PassaroVice sovrintendente in servizio a Roma – Regina Coeli,

laureato in Scienze Giuridiche e in Giurisprudenza

ontro l’acqua ed il fango nulla ha potuto il Giappone persalvare le vite della sua gente. Moderno, antisismico, in-credibilmente votato all’efficienza e alla prevenzione per-

sino delle scosse più forti con palazzi costruiti per reggere aterremoti graduati ben oltre quello che ha raso al suolo l’Aquilanell’aprile 2009, il Paese nipponico si è dovuto arrendere allafuria dell’acqua alimentata dallo tsunami e all’inesorabilità delfango che nasconde tutto per restituire senza vita in seguito,quando quella riconsegna può servire solo a conservare un ri-cordo di qualcuno strappato alla terra o a tributare un pietosoomaggio a chi si è atteso invano tra i dispersi e non è poi ritornatopiù.Per la beffa delle beffe che si consuma senza che nulla manchi acompletare un quadro di devastazione totale, in mezzo a quel mared’acqua che ha sommerso le case, le scuole, i prati e le macchine,il meccanismo di raffreddamento della centrale di Fukushima, ne-cessario affinché continuasse cheta a fornire energia senza urtinel suo funzionamento, improvvisamente si è bloccato. Senza quello il nocciolo nel quale sono contenute le barre di ura-nio radioattive si è surriscaldato e gli esperti di diversi paesi cer-cano di arginare un disastro radioattivo che fa tornare alla mentel’epoca di Cernobyl con le sofferenze che ha comportato nella po-polazione vivente e successiva all’epoca delle radiazioni.Il mondo sta a guardare e l’isola del sol levante attende di tirareil fiato almeno sul fronte nucleare dopo il suo personale 11 set-tembre di disastri. In questo clima e con questi timori, l’UnioneInternazionale di Pattinaggio (Isu) ha annunciato che non si ter-ranno i Mondiali di pattinaggio artistico, in programma dal 21 al27 marzo a Tokyo. Alla rassegna iridata avrebberopartecipato, dalle fila delleFiamme Azzurre, la nostra porta-colori Carolina Kostner e la coppiaLuca Lanotte e Anna Cappellini checonvincentemente hanno raccoltoil testimone dall’ormai ex duo Fa-iella-Scali nelle competizioni didanza sul ghiaccio.E’ stato però giusto, in vista delladisputa di un campionato fatto dileggerezza, di gioia e di evoluzioniartistiche a caccia di un risultato

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a cura di Lady OscarRedazione Sportiva

[email protected]

La solidarietà dei nostri atleti

per la tragedia del Giappone

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che conta, fermarsi a riflettere, dare la giusta di-mensione e la priorità ad una tragedia che lasciapoco spazio al resto, perché col carico di mortee distruzione di cui si è fatta portatrice, spegne lafesta di bandiere e atleti, rende relativo tutto edimporrebbe coscienziosamente di fermarsi inonore di chi non potrà né vedere né godere piùdi feste, di sport e sopratutto di vita.L’Isu, attraverso il suo presidente Ottavio Cin-quanta, ha spiegato inoltre che la situazione nelPaese, dopo il devastante terremoto e lo tsunami,non consente di garantire la sicurezza di atleti espettatori. La Federazione Internazionale non haancora deciso se cancellare definitivamentel’evento o rinviarlo a una data successiva nel casole autorità nipponiche fossero in grado di consen-tire uno svolgimento in sicurezza. Annullataanche una nuova competizione a squadre in pro-gramma a Yokohama dal 14 al 17 aprile. L’ipotesi è che la rassegna non si disputerà a breve in altra località. Dice Cinquanta che: «In un momento come questo non sarebbegiusto nei confronti di un Paese colpito da una simile tragedia.In più, in chiave organizzativa, molto difficilmente ci sareb-bero i tempi necessari». Ha aggiunto infatti che «mettere inpiedi un Mondiale non è cosa da poco».Presumibilmente si opterà per la cancellazione definitiva ed il po-sticipo della gara ad ottobre, sempre a Tokyo, se le condizioni loconsentiranno, o in una città diversa con la promessa di attribuireal Giappone una delle prossime edizioni future quando la situa-zione si sarà ristabilita, magari dopo Nizza 2012 e Canada 2013. Nella storia del pattinaggio l’unica edizione dei Mondiali cancellataè stata quella del 1961, quando l’aereo che trasportava la squadrastatunitense si schiantò mentre stava per atterrare a Bruxelles: cifurono 72 morti in totale con 34 solo della delegazione Usa.Il campionato di calcio giapponese sarà fermo per tutto marzo.Lo ha annunciato la J-League, la Lega calcio nipponica, secondocui saranno sospese tutte le partite delle prime due divisioni, J1 eJ2, e le eliminatorie della Nabisco Cup, la Coppa di Lega giappo-nese. La Lega aveva già deciso la cancellazione degli incontri dicampionato previsti all’indomani della situazione di crisi nazionaleseguita al sisma.Il presidente della J-League, Kazumi Ohigashi, ha spiegato che,considerata l’emergenza, l’organizzazione punta a riprendere legare in aprile e recuperare le partite non disputate in luglio.Intanto, dopo la richiesta della Fuji television (la tv giapponeseomologa della nostra Rai) che doveva curare la messa in onda ela trasmissione internazionale delle immagini dei mondiali 2011,la nostra Carolina (amatissima dai giapponesi), si è fatta amba-sciatrice di speranza e portatrice di affetto nell’esprimere tutti isuoi sentimenti di solidarietà per la drammatica situazione venu-tasi a creare al di là del Pacifico. Dal suo sito ufficiale si può leg-gere: «Condivido la decisione dell’ISU e del presidente OttavioCinquanta. Sono molto dispiaciuta perché amo il popolo giap-ponese ed anche loro hanno sempre mostrato grande affetto

nei miei confronti. Il mio dispiacere però nonè niente confronto a quello che stanno pro-vando. Sono molto vicina alle mie colleghe nip-poniche e spero che non abbiano persone carecoinvolte in questa tragedia. Il Giappone è unodei luoghi dove il pattinaggio è più amato esono convinta che torneremo a gareggiare inquella sede prima di quanto si possa immagi-nare».Un comunicato questo che fa molto onore allaportacolori azzurra delle Fiamme Azzurre: nonrisolve nulla di pratico ma ricordare al Giapponeche non è solo in questa fase drammatica della suastoria, con contributi come il suo, è un primo pic-colo ma fondamentale passo verso la ripresa dellafiducia nel domani e la prossima risalita. E’ proprio questo il senso della richiesta di par-tecipazione della nostra Carolina fatta da parte

della tv giapponese. In una parte della lettera, che vi riportiamoin versione originale, si parla proprio di programmi televisivi adhoc che possano essere di supporto ed incoraggiamento alla po-polazione così duramente colpita.A loro volta, per ilettori della rivista,i due campionidella danza porta-colori delleFiamme AzzurreAnna Cappellini eLuca Lanotte hannovoluto commentareil difficile momentodella storia attualedel Giappone in con-tinuo divenire edesprimere la loro soli-darietà: «Ogni voltache lo sconforto per ildestino dei Mondialici assale, viene subitoscacciato dal pensierodei giapponesi e del-l’immenso dramma cheaffrontano in questeore. Preghiamo affinchéil Giappone rimanga unito e si faccia forza. La determina-zione che li contraddistingue sia loro d’aiuto nel risollevarsida questo disastro che li ha improvvisamente colpiti».Al posto dei mondiali, delle meravigliose e leggere evoluzioni sulghiaccio di molti campioni di razza che costituiscono il ghota delleloro rispettive discipline e che si sarebbero confrontati in terranipponica, la sfida più difficile da vincere per il Giappone, quellaper la sopravvivenza e la ripresa dei superstiti del disastro, è giàiniziata.

N. 182 • marzo 2011 • pag. 25Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella foto a fianco Carolina Ko-stner sulpodio

sotto la richiestadella Fuji Television

nell’altra paginaAnna Cappellini eLuca Lanotte

La richiesta della Fuji Television

Sono il Sig. Megumi della Fuji televisio

n giap-

ponese. Siamo (o eravano?) la televisi

one uf-

ficiale dei campionati del mondo Toky

o 2011

ISU di pattinaggio.

Le scrivo per chiederle video ed interv

iste dei

vostri pattinatori.

Come ha annunciato l’ISU, l'evento non

si svol-

gerà a causa del terremoto.

A breve sarà deciso il rinvio oppure l'a

nnulla-

mento definitivo. Nel frattempo, stiam

o valu-

tando la possibilità di produrre un pro

gramma

di aiuto per sostenere la popolazion

e della

zona maggiormente colpita.

Come componente di questo programm

a, gra-

diremmo le interviste e i video dei patt

inatori.

La pattinatrice dalla quale vorremmo

ricevere

le interviste e video di pattinaggio è C

arolina

Kostner.Grazie molto per l

a vostra gentile collabora-

zione. Cordiali saluti,

Megumi Hasegawa Fuji TV Sports

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STONO FIGLI DI ETA’ SUPERIORE AI 3 ANNICON DISABILITA’ GRAVE (a scelta ma al-ternativa nel mese e non cumulativa)• 3 giorni di permesso al mese;• 18 ore mensili da distribuire nei giornilavorativi frazionabili per un tempo pari osuperiore ad un’ora.

GENITORI CHE ASSISTONO FIGLI DISABILIGRAVI DI ETA’ INFERIORE A 3 ANNI(a scelta ma alternativa nel mese e non cumulativa)• Prolungamento del congedo parentaleretribuito fino al 3° anno di età del bam-bino, dopo aver fruito del congedo di ma-ternità e del congedo parentale ordinario;• 2 ore di permesso giornaliero• 3 giorni di permesso al meseIn questo caso i permessi, in alternativa aigenitori,possono essere richiesti anche daiparenti ed affini aventi diritto.

ULTERIORI REGOLAMENTAZIONI• La richiesta di fruizione va presentata alproprio Direttore all’inizio del mese indi-cando la modalità di fruizione (è esclusa lafruizione mista);• E’ possibile assistere più persone disabilie quindi fruire di permessi cumulativi;• Un lavoratore disabile grave può fruire dipermessi per se stesso e,se ricorrono lecondizioni, anche per assistere lui stessoaltro familiare disabile che nello stessogiorno non abbia prestato attività lavorativa;• I permessi non incidono sulle ferie, sulla13ª, sul compenso incentivante;• I permessi orari che non interessano l’in-tera giornata lavorativa danno diritto albuono pasto;• E’ prevista la regolamentazione per i di-pendenti part-time;• La persona affetta da disabilità grave nondeve risultare ricoverata a tempo pieno instrutture ospedaliere o simili a meno che:- via si interruzione di ricovero per portareil disabile a effettuare visite o terapieesterne;- il ricovero sia a tempo pieno per un disa-bile in coma vigile o situazione terminale;- il ricovero a tempo pieno riguardi un mi-nore cui i sanitari della struttura hanno cer-tificato il bisogno di assistenza da parte diun genitore o familiare.

*Avvocato, già Dirigente dell’Amministrazione

Penitenziaria

invalidi di guerra per i quali è prevista unaprocedura semplificata.

SOGGETTI AVENTI DIRITTO AI PER-MESSI PER ASSISTERE UN FAMILIAREDISABILE GRAVE • Coniuge • Parenti ed Affini entro il 2° grado• Parenti ed affini entro il 3° grado. Aquesti ultimi la normativa si applica solo seil coniuge e/o i genitori del disabile hannocompiuto i 65 anni di età sono affetti da pa-tologie invalidanti sono deceduti o man-canti. Mancanti significa uno stato diassenza naturale e giuridica (celibato, statodi figlio naturale non riconosciuto, divor-zio,separazione legale, abbandono) certifi-cato dall’A.G. o altra pubblica autorità. Peri parenti di 3° grado è prevista una proce-dura più elaborata e si rinvia alla circolarequivi in esame.

Ricordiamo intanto i rapporti di paren-tela secondo il nostro codice:I RAPPORTI DI PARENTELA• Parenti di 1° grado: genitori e figli; • Parenti di 2° grado: nonni, fratelli, sorelle, nipoti (figli di figli);• Parenti di 3° grado: Bisnonni, zii, nipoti (figli di fratelli e/o sorelle);• Affini di 1° grado: suocero/a, nuora, ge-nero;• Affini di 2° grado: cognati;• Affini di 3° grado: Zii acquisiti, nipoti acquisiti.

MODALITA’ DI FRUIZIONEDIPENDENTE IN SITUAZIONE DI DISABI-LITA’ GRAVE (a scelta ma alternativa nelmese e non cumulativa)• 2 ore di permesso al giorno per ciascungiorno lavorativo del mese;• 3 giorni interi di permesso al mese;• 18 ore mensili da distribuire nei giornilavorativi frazionabili per un tempo pari osuperiore ad un’ora.

DIPENDENTE CHE ASSISTE UN FAMILIAREDISABILE GRAVE E GENITORI CHE ASSI-

Handicap e assistenza:viaggio nella nuova normativa

di Aldo Maturo*[email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 26Polizia Penitenziaria • SG&S

isabili gravi ci si nasce o ci si diventa,per traumi o per l’età, e chi ne è por-tatore vive spesso in uno stato di so-

pravvivenza che stravolge lui stesso e chi loassiste. Per il 2011 i drastici tagli di bilancionon promettono nulla di buono (si parla distanziamenti inferiori alle spese già appro-vate) e nel contempo si è arenata la propostasul prepensionamento dei familiari dei disa-bili gravi e gravissimi che avrebbe dovuto ri-conoscere come lavoro usurante quellosvolto da chi li assiste dopo una normalegiornata lavorativa. E dal 1° marzo 2011 èoperativa la Circolare INPS n. 45 - che dettanuove disposizioni sui permessi retribuitiprevisti dall’art.33 della L.104/92 emanata aseguito della L.183 del 4.11.2010 entrata invigore il 24.11.2010 - che ho esemplificatoal massimo ad uso di quei lettori che pur-troppo ne fossero interessati.La nuova legge :• specifica tassativamente la tipologia disoggetti legittimati a fruire dei permessi;• esclude l’alternatività tra più beneficiariper lo stesso soggetto, fatta salva l’ipotesi deigenitori di figli disabili ma sempre nel limitedei tre giorni;• non richiede più i requisiti della convi-venza, della continuità ed esclusività dell’as-sistenza;• consente al lavoratore di scegliere – sepossibile – la sede di servizio più vicina aldomicilio della persona da assistere;• prevede che hanno diritto ai permessi ilconiuge, i parenti e gli affini entro il 2°grado. Per quelli di 3° grado devono ricor-rere alcune condizioni che vedremo.

PRESUPPOSTIIl soggetto disabile deve essere in possessodella certificazione di disabilità con conno-tazione di gravità prevista dall’art.3 comma3 L.104/92

LE PATOLOGIE INVALIDANTISono quelle indicate nell’art.2 comma 1 let-tera D del Decreto Interministeriale 278 del21.7.2000 cui si aggiungono le categorie dipersone con sindrome di Down e/o grandi

D

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Luca PasqualoniSegretario Nazionale ANFU [email protected]

a popolazione detenuta ristrettanegli Istituti di pena si presenta, intermini soggettivi ed oggettivi, al-

quanto variegata ed oggi assai costipata; daqui l’esigenza della previsione di differen-ziati circuiti penitenziari; nondimeno il pro-gressivo aumento dei detenuti affetti dadisturbi psichici, soventi portatori di doppiadiagnosi, ha indotto l’Amministrazione pe-nitenziaria ad istituire, in alcune strutturepenitenziarie, ulteriori reparti dedicati alloro specifico trattamento, stante anchel’esigenza pratica di isolarli dalla restantepopolazione detenuta. Eppure, è di piana intuizione che detenutidel genere non dovrebbero essere associatiin carcere, giacché la commissione delreato dovrebbe recedere di fronte al-l’aspetto psico-patologico.A tal proposito non vale la pena obiettareche il codice penale prevede, in via preven-tiva, le misure di sicurezza in luogo dellapena, fintantoché la pericolosità socialenon sia accertata cessata, poiché la disci-plina codicistica del doppio binario sulpunto risulta assai lacunosa.Infatti, sfuggono alla predetta disciplina,fondata sulla compresenza sia della com-missione di un reato (o di un quasi reato)che della pericolosità del soggetto (da de-terminarsi in base agli indici di pericolositàprevisti dall’articolo 133 c.p.), evenienzenon infrequenti, rispetto alle quali la previ-sione di una applicazione provvisoria dellestesse misure di sicurezza appare niente af-fatto risolutiva, quanto meno sotto l’aspettodella tempestività dell’applicazione.Si ponga mente a quei soggetti affetti daproblemi mentali che, tratti in stato di ar-resto o di fermo e associati in carcere ma-gari il venerdì sera, in attesa dell’udienza diconvalida il lunedì mattina (giorni questi incui figure quali lo psicologo, lo psichiatrae gli educatori sono spesso assenti), com-piano atti auto - eterolesivi. Alla luce di ciò, il preposto alla SorveglianzaGenerale si vede costretto ad ubicare ilnuovo associato nella c.d. cella liscia, non-ché a denudarlo, fatta eccezione degli slip,previo nulla osta del medico di turno, qua-

siamo di fronte ad una aporia giuridica. Tutti i giorni gli operatori penitenziari sitrovano a dover compiere scelte al limitedella rilevanza penale o addirittura a doverscegliere, come in questo caso, l’azionemeno pregiudizievole in termini di conse-guenze penali.Eppure continuiamo ad assistere, da partedell’Amministrazione, ad una ipertrofia dicircolari e lettere circolari che nulla diconoin merito. E’ mai possibile che l’Amministrazione nonriesca a disciplinare aspetti della vita peni-tenziaria di estrema rilevanza, consentendoagli operatori di poter lavorare serena-

mente nel momentoin cui attuano puntual-mente quanto previstodagli Uffici Superiori?E’ mai possibile saperese la c.d. cella liscia siavietata o meno. E qua-lora sia vietata, dovedeve essere allocato ildetenuto affetto da tare

mentali che manifesti aggressività verso sestesso e verso gli altri, laddove non sia pos-sibile applicare la sorveglianza a vista percarenza di personale?A queste pressanti domande vorremmo cherispondesse, una volta per tutte, in modochiaro l’Amministrazione che per contromostra sempre estrema solerzia nel so-spendere il dipendente sottoposto a proce-dimento penale dal servizio enell’instaurare, all’esito, il conseguenteprocedimento disciplinare. Analogamente si può fare il caso del dete-nuto che, in costanza di detenzione, mani-festi disturbi mentali sempre più accentuati,tanto da rendersi pericoloso per se stessoe per gli altri.Di fronte all’ennesimo gesto di autolesioni-smo, nelle more di un agognato quanto sol-lecitato trasferimento da parte degli UfficiSuperiori presso un Centro clinico, l’unicasoluzione è l’allocazione al reparto isola-mento, magari in una cella singola, ma aciò osta il sovraffollamento dell’Istituto.Anche in questo caso il preposto alla Sor-veglianza Generale si vede costretto a la-sciare il detenuto nella sezione dipertinenza costringendo il compagno dicella di quest’ultimo a sottostare a indiretterestrizioni tese a tutelarne l’incolumità,ossia a privarsi delle lamette, dello spec-chio, delle cinte, delle stringhe delle scarpe

lora vi sia, e non avendo personale a dispo-sizione, a sottoporlo a grande sorveglianza,anziché a sorveglianza a vista, al fine di pre-servarne, per quanto possibile, l’incolu-mità. Ora può accadere che, in quel turno, adespletare il servizio disezione non vi sia il so-lito aguzzino, ma unagente umano chemosso a compassionesi lasci impietosire econsegni al detenutosedato una copertaper riscaldarlo dalfreddo.Supponiamo che ildetenuto, apparentemente tranquillo, coni denti riesca a staccare una striscia dellacoperta e la usi per impiccarsi.A questo punto il preposto alla SorveglianzaGenerale, oltre a chiamare il Direttore edil Comandante, avvisa il magistrato di turnoper quanto di competenza, il quale, anzichédare disposizioni, riferisce all’Ispettore diinterdire l’accesso alla cella in attesa delsuo arrivo.Così il solerte magistrato unitamente allasquadra di polizia giudiziaria e il medicolegale giungono presso il carcere e si por-tano presso la cella dove è avvenuto il sui-cidio e compiono tutti gli accertamenti delcaso.All’indomani, all’Ispettore di Sorveglianza,al Comandante di Reparto e forse anche alDirettore viene notificato l’avviso di garan-zia per il reato di cui all’art. 608 c.p. attesoche la cella liscia viola il divieto di pene di-sumane, mentre all’agente di sezione vienenotificato un avviso di garanzia per il reatodi cui all’art. 589 c.p. per omicidio colposoper inosservanza della grande sorveglianza. Allora l’Ispettore si interroga, ma se avessiallocato il detenuto in una cella normalesarei incorso ugualmente in qualche adde-bito penale? La risposta non può che essereaffermativa poiché sarebbe stato incrimi-nato, insieme all’agente, di omicidio col-poso, per non aver adottato tutte le misurecautelari necessarie ad evitare il suicidio:

L

Detenuti affetti da disturbi psichici

N. 182 • marzo 2011 • pag. 27Polizia Penitenziaria • SG&S �

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N. 182 • marzo 2011 • pag. 28Polizia Penitenziaria • SG&S

1982 - Scuola di Portici (NA) Caserma “La Favorita” di Ercolano73° Corso Allievi AA.CC.

(foto inviata da Ugo Cabiddu

e della bomboletta del gas per cucinare,oltre ad assumere una sorta di posizionedi garanzia, da cui discendono obblighi diprotezione che poi si sostanziano nellemansioni di piantone, mentre l’agente disezione, costretto a vigilare al contemposu tre sezioni posizionate su tre piani perun totale di 150 detenuti, dovrebbe adot-tare una grande sorveglianza che non puòattuare. Anche in questo caso ci troviamo di frontead un’aporia, che le innumerevoli circo-lari e lettere circolari non risolvono, poi-ché il tema non è stato mai affrontato neisuoi esatti termini.Le situazioni sopra descritte lungi dal rap-presentare casi rari, sono la norma e pon-gono l’operatore penitenziario in unasituazione di continua tensione e in unasovraesposizione a procedimenti penalitale da non avere paragoni con nessunaltro lavoro. Invero, il carcere continua ad essere con-cepito come una discarica sociale in cuiriversare materiale umano di ogni naturae tipo, salvo poi ricordarsi dello stessoquando il contenitore va in corto circuito.Come possono essere trattati soggetti chepresentano al contempo disturbi psichicie dipendenze da droghe e/o da alcool, dapersonale che nella migliore delle ipotesiha appena un diploma a fronte di uno psi-chiatra uno psicologo per 400 detenuti?Una cosa è certa: certe aporie possono es-sere risolte e superate solo mediante unainterazione tra l’Amministrazione, le Pro-cure e la Politica, poiché gli Istituti peni-tenziari, allo stato, necessitano di regoleulteriori e diverse anche a livello penale,senza che questo induca allo scandalo, dalmomento che situazioni diverse impon-gono un trattamento diverso, pena la vio-lazione del canone di ragionevolezza:oggi, viceversa, violato dall’enorme scol-lamento che si registra tra il dato norma-tivo di settore e la sua concretarealizzazione ed attuazione che solo unavisione ipocrita continua a non mettere indiscussione. Del resto, anche alcune le-gislazioni straniere, in ambito penitenzia-rio, hanno adottato leggi di settorespecifiche prevedendo regimi penali dif-ferenziati per gli operatori penitenziari,non solo e non tanto per la disastratacondizione penitenziaria ma per la imma-nente atipicità e complessità della stessarealtà carceraria.

1982 - Casa Circondariale di LocriAperitivo nel cortile, dopo la Festa del Corpo(foto inviata da Giuseppe Milano)

Scuola di Portici (Napoli)62° Corso Allievi AA.CC.

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N. 182 • marzo 2011 • pag. 29Polizia Penitenziaria • SG&S

inviate le vostre foto a:[email protected]

1989 - Scuola di Parma“La Certosa”103° Corso Allievi AA.CC.(foto inviata da Federico Monte)

1974 - Scuola diCairo Montenotte

(Savona)1° Corso Allievi

Sottufficiali(foto inviata da Armando Farci)

1987 - Scuola di Monastir (Cagliari)Giuramento del 96° Corso

Allievi AA.CC. “Limbara” (foto inviata da Armando Farci)

Page 30: Polizia Penitenziaria - Marzo 2011 - n. 182

a cura diGiovanni Battista De [email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 30Polizia Penitenziaria • SG&S

l dilagante fenomeno della criminalità organizzata, in parti-colare quella a carattere mafioso, ha imposto allo Stato lanecessità di studiare ed adottare nuove e radicali soluzioni

di contrasto che si avvalgano del fondamentale e proficuo coor-dinamento delle varie Forze di Polizia. In tale contesto con D.L. n.345 del 1991, è stata istituita la Dire-zione Investigativa Antimafia (DIA), nell’ambito del Diparti-mento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, con icompiti di assicurare lo svolgimento - in forma coordinata - delleattività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità orga-nizzata e di effettuare indagini di Polizia Giudiziaria relative esclu-sivamente a delitti di associazione di tipo mafioso o comunquericollegabili all’associazione medesima. Oggetto dell’attività investigativa della DIA sono le connotazionistrutturali, le articolazioni ed i collegamenti interni ed internazio-nali delle organizzazioni criminali, gli obiettivi e le modalità ope-rative di dette organizzazioni nonchè ogni altra forma dimanifestazione delittuosa alle stesse riconducibili ivi compreso ilfenomeno delle estorsioni. Nell’assolvimento dei suoi compiti la Direzione Investigativa Anti-mafia opera in stretto collegamento con gli uffici ele strutture delleForze di Polizia esistenti a livello centrale e periferico: tutti gli Uf-ficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria debbono fornire ogni possi-bile cooperazione al personale investigativo della DIA. AI Direttore della Direzione Investigativa Antimafia è attribuitala responsabilità generale delle attività svolte edei risultati conse-guiti dalla DIA, di cui riferisce periodicamente al Consiglio Gene-rale per la lotta alla criminalità organizzata, insediato presso ilMinistero dell’Interno ecomposto dal Capo della Polizia DirettoreGenerale della Pubblica Sicurezza, dal Comandante Generale del-l’Arma dei Carabinieri, dal Comandante generale del Corpo dellaGuardia di Finanza, dal predetto Direttore, dai Direttori dei Serviziper le informazioni e la sicurezza democratica (SISDE) e per leinformazioni e la sicurezza militare (SISMI). L’organizzazione della DIA, composto da personale appartenentealla Polizia di Stato, all’Arma dei Carabinieri ed alla Guardia di Fi-nanza, è articolata in tre reparti: a) reparto investigazioni preventive; b) reparto investigazioni giudiziarie; c) reparto relazioni internazionali ai fini investigativi;

I

uasi venti annidi pubblica-zioni hanno

conferito al mensilePolizia Penitenziaria ladignità di qualificatafonte storica, oltrequella di autorevolevoce di opinione. La consapevolezza diaver acquisito questoruolo ci ha convintodell’opportunità di intro-durre una rubrica - CosaScrivevamo - che contengauna copia anastatica diun articolo di particolareinteresse storico pubbli-cato quindici e più anniaddietro. A corredo dell’articolo ab-biamo ritenuto di ripro-durre la copertina, l’indice ela vignetta del numero origi-nale della Rivista nel qualefu pubblicato.

La Polizia Penitenziaria nella D.I.A.Specificità della Direzione Investigativa Antimafia ed ambito operativodi Roberto Martinelli

La copertina e il sommario del numero

di novembre 1994

Q

Page 31: Polizia Penitenziaria - Marzo 2011 - n. 182

N. 182 • marzo 2011 • pag. 31Polizia Penitenziaria • SG&S

a loro volta suddivisi in Sezioni, con modalità di assegnazione delPersonale basate principalmente sul criterio delle competenze tec-nico-professionale. Attuale capo della DIA, dal 26 agosto 1994, è stata nominato il Ge-nerale di Divisione della Guardia di Finanza Giovanni Verdicchio. Eproprio l’inserimento della Polizia Penitenziaria all’interno dellastruttura della Direzione Investigativa Antimafia - esclusa da essaprobabilmente per incomprensibili ragioni politiche della PrimaRepubblica ... - è una delle rivendicazioni più ricorrenti e più datatedel S.A.P.Pe. La specificità delle attribuzioni proprie e, soprattutto, l’attività dicontrollo posta in essere all’interno degli Istituti penitenziari con-sentono al Personale di Polizia Penitenziaria - in particolar modoquando in servizio in Sezioni di massima sicurezza - di rilevare, equindi segnalare, il comportamento e la tipologia di appartenentialla criminalità organizzata di stampo mafioso sia in rapporto allapossibile ascendenza sulla rimanente popolazione detenutache all’adattamento alle regole ed agli obblighi propridell’Ordinamento Penitenziario. Pensiamo all’acquisizioni di elementi investiga-tivi o di notizie di reato nel circuito peniten-ziario (da noi rilevati e successivamentepassati alla DIA), il più delle volte fonda-mentali per accertare le articolazioni, leconnotazioni strutturali, i collegamenti in-terni ed internazionali delle organizzazionicriminali. Pensiamo, inoltre, alla gestione dei detenuticollaboranti con la Giustizia, la cui contenzione -in ossequio ad un regime penitenziario differenziato- permette al Personale di custodia di venire a conoscenzadi notizie di reato estremamente utili ai fini investigativi. Ancor più valida è la nostra richiesta se si considera che, con sem-pre maggior frequenza, la gestione dei pentiti e, talvolta, la stessaattività investigativa viene affidata, per esplicita richiesta delle varieAutorità giudiziarie, al personale specializzato del Servizio Coordi-namento Operativo Polizia Penitenziaria il quale collabora in sup-porto a quello dello DIA, riscuotendo - e dagli Organi giudiziari edal personale della Direzione Investigativa Antimafia - prestigiosiriconoscimenti in ordine alla professionalità, allo spirito di sacrificioe al senso del dovere.

L’adoperarsi, quindi in ogni sede legislativa affinchè anche laPolizia Penitenziariaentri, a pieno titoloe a parità di diritti,nella struttura dellaDirezione Investi-gativa Antimafia -si da evidenziarne ul-teriormente lo profes-sionalità ed ilquotidiano impegnocontro lo cancrenamafiosa - è il doveroso riconoscimento per legittimare la fonda-mentale collaborazione fino ad oggi prestata. E uno dei principali impegni del Sindacato Autonomo Polizia Pe-nitenziaria, oggi come nell’immediato futuro, è proprio questo.

LE PRINCIPALI ORGANIZZ AZIONI

CRIMINALI MAFIOSE

Con l’ausilio degli atti edegli elaborati redattidalla XI Commissione Parlamentare Anti-mafia eriservandoci di approfondire me-glio nei prossimi numeri della rivista loconoscenza delle principali organizza-zioni criminali presenti nel Paese, rite-niamo opportuno pubblicare brevi noteinformative sicuramente utili ai lettori.

COSA NOSTR A

Rappresenta, indubbiamente, l’organizzazione piùpericolosa, meglio strutturata epiù antica sul fronte cri-

minale se si considera che, per lungo tempo, èstata identificatacon il fenomeno mafioso nel suo complesso. Presente, prevalentemente, in Sicilia, ha una struttura piramidale- con al vertice lo c.d. “Commissione” della quale sono compo-nenti i principali capimafia - e si avvale di circa 5.000 uomini (1ogni mille abitanti se si considera che sono circa 5.000.000 lepersone che vi vivono stabilmente). Impone il proprio controllo sul territorio grazie alla intimidazioneche deriva dalla sua struttura unitaria. E’ responsabile di centinaia di terrificanti omicidi (tra i quali quellidi Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Mattarella, La Torre e delledecine di uomini e donne appartenenti alle Forze di Polizia) chetanto hanno scosso la società civile.

CAMORR A

Ha sede principale in Campania econta più di cento organizzazionicon circa 6.700 affiliati (1 ogni 855 abitanti circa). Si avvale di una struttura “irregolare” (i gruppi si aggregano esi disgregano con facilità), non ha vertici provinciali e regionalie non si è resa responsabile di omicidi “eccellenti” come CosaNostra.

Page 32: Polizia Penitenziaria - Marzo 2011 - n. 182

uesto agile volume, della Collana ITascabili della Maggioli Editore,giunge alla XII edizione con gli ag-

giornamenti apportati dal Decreto ministe-riale del 22 dicembre 2010. Il prontuario si conferma ancora una voltail mezzo più utile a disposizione dell’Ope-ratore di Polizia per il verbale di contesta-zione di una violazione del Codice dellaStrada. Dal 1 gennaio 2011 è scattato poil’adeguamento biennale della misura dibuona parte delle sanzioni amministrativepecuniarie, puntualmente riportate nel vo-lume che si conferma punto di riferimentoper tutti gli operatori con competenze diPolizia Stradale.

dizione numero 20 per l’imperdi-bile volume della Maggioli, che ri-porta gli ultimi aggiornamenti della

specifica materia tra i quali: Legge 29 luglio2010, n. 120 (Disposizioni in materia di si-curezza stradale); D.M. 22 dicembre 2010(Aggiornamento degli importi delle san-zioni ammini-strative pecuniarie conse-guenti a violazioni al codice della strada);D.M. 22 ottobre 2010 (Nuove disposizioniin materia di rilascio della carta di qualifi-cazione del conducente, di gestione del

Q

N. 182 • marzo 2011 • pag. 32Polizia Penitenziaria • SG&S

Soprail logo

della Direzione

Investi-gativa

Antimafia

E

Adotta una specifica tecnica di controllodel territorio intervenendo nell’econo-mia delle famiglie e degli strati sociali piùdeboli.

’NDR ANGHETA

Nasce ed opera in Calabria per mezzo di144 organizzazioni e circa 5.600 affiliati(1 ogni 383 abitanti) impone il controllodel territorio grazie all’altissimo rap-porto tra affiliati ecittadini. Dotata di una struttura orizzontale, chedelinea rapporti tra i diversi gruppi della‘Ndrangheta, non risultano esistenti ver-tici provinciali e regionali. Si è resa responsabile dell’omicidio Sco-pelliti (agosto 1991) Magistrato cheavrebbe dovuto sostenere l’accusa inCassazione contro i boss imputati nelmaxiprocesso provenienti da Palermo -e, nel. 1989, di quello dell’ex Presidentedelle Ferrovie dello Stato, Ludovico Li-gato.

SACR A CORONA UNITA

Prevalentemente presente in Puglia, èl’organizzazione più recente essendosimanifestata nel 1980. Conta 7 organizzazioni e 536 affiliati,presenti soprattutto nelle provincie diBrindisi, Lecce e Taranto. Rispetto alle altre organizzazioni crimi-nali, minore è la sua incidenza sul terri-torio ed il giro d’affari ma nelle areeterritoriali dove è più presente opera condeterminazione espietatezza. Incentra la sua attività a delinquere conestorsioni ed attentati dinamitardi egesti-sce il traffico di tabacchi di contrab-bando e quello degli stupefacenti conmezzi tecnici sofisticati.

punteggiosulla cartadi qualifi-cazione delconducentee del certifi-cato di abili-tazione professionale di tipo KB, derivantedalle modifiche intervenute sull’articolo126-bis del codice della strada); D.Lgs. 13agosto 2010, n. 155 (Attuazione della diret-tiva 2008/50/CE relativa alla qualità del-l’aria) nonché il nuovo D.M. sui nuoviimporti dei diritti di competenza del Mini-stero infrastrutture e trasporti.

l testo è stato aggiornato con tutte leultime novità normative in materia. Inparticolare: con il il d.lgs. 26 marzo

2010, n. 59, che ha apportato modifichealla legislazione in materia di commercio edi somministrazione di alimenti e bevande;con il d.l. 31 maggio 2010, n. 78 (conver-tito in l. 122/2010), che ha introdottonuove norme in materia di procedimentiamministrativi; con la l. 29 luglio 2010, n.120, che ha apportato modifiche alla legi-

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I

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delle tipologie san-zionatorie in unprocesso di indivi-dualizzazione ditipo qualitativo,vale a dire il car-cere come ex-trema ratio e lemisure alterna-tive come peneprincipali.Nell’ultimo ca-pitolo, in una

prospettiva de iure condendo, sitenta di verificare la possibilità di adozione,nel nostro sistema penale, di un processobifasico, si intraprende, inoltre, lo studiodella personalità del reo, anche tramite laperizia criminologica, e si chiude la ricerca,infine, con alcune riflessioni sulla forma-zione dei giudici.

opera fornisce un approfondimentochiaro ed esauriente sulla funziona-lità e le competenze della Magistra-

tura di Sorveglianza. Dalla disamina deiprofili sistematici della giurisdizione di sor-veglianza si passa poi al perimetro applica-tivo del procedimento per giungeresuccessivamente all’illustrazione di tutti gliaspetti connessi alla competenza per terri-torio, all’instaura-zione del territorioe all’esame degliatti preliminariall’udienza.L’opera si con-clude con lo stu-dio dell’udienzacamerale edell’ordinanzadecisoria ed isuccessivi gradidi giudizio.

N. 182 • marzo 2011 • pag. 33Polizia Penitenziaria • SG&S

slazione concernente la vendita e sommini-strazione di bevande alcoliche; con il d.lgs.26 ottobre 2010, n. 204, che modifica la di-sciplina relativa al controllo dell’acquisi-zione e della detenzione di armi; con il d.l.12 novembre 2010, n. 187 (convertito in l.217/2010) concernente misure urgenti inmateria di sicurezza; infine, con la l. 13 di-cembre 2010, n. 220, che ha modificato

l’articolo 110 delt.u.l.p.s. e altre di-sposizioni in mate-ria di apparecchie congegni dagiuoco. I lettoripotranno aggior-nare il volumecollegandosi alsito della Mag-gioli Editore,dove trove-ranno nell’ap-posita sezione

il file in formato “PDF” contenente gliarticoli del codice novellati e già coordinati,in modo da dover essere semplicementestampati e inseriti nello stesso.

opera è aggiornataalle rilevanti novitàintrodotte dal legi-

slatore negli ultimi anni sinoalla recente legge 29 luglio2010, n. 120, recante Dispo-sizioni in materia di sicu-rezza stradale. L’imperdibilemonografia delinea un qua-dro completo in tema di ese-cuzione penale e penitenziariae analizza le varie misure alter-native alla detenzione, l’espul-

a cura diErremme

sione dal territorio dello Stato, lasospensione condizionata dellapena (c.d. indultino), nonché i re-lativi meccanismi di applicazione,dedicando, infine, un apposito ca-pitolo al procedimento di sorve-glianza. Uno strumento utile per avvocati emagistrati e in particolare per tuttigli operatori penitenziari (su tutti, ilPersonale di Polizia) che offre unasintesi esaustiva dei più significativiorientamenti della dottrina e dellagiurisprudenza, della quale sono staterichiamate le più importanti decisioni,molte delle quali inedite, intervenute sinoal 2010.

a singola decisione giudiziale è il ri-sultato di una complessa mediazionefra le esigenze di universalizzazione

della legge e le esigenze di individualizza-zione legate al singolo caso concreto. Inquesto lavoro si tenta di dimostrare comela questione della commisurazione dellapena sia più complessa di quanto comune-mente si pensi. Nel primo capitolo è affron-tata, perciò, la questione dell’individualiz-zazione delle pena nella dinamica giuridicacoesistenziale, avendo come presupposto

l’idea che sia il caso con-creto a dettare la deonto-logia della pena.Tracciate le basi teorichedella ricerca si appli-cano, nel secondo capi-tolo, i principiindividuati al profiloquantitativo dell’indivi-dualizzazione dellapena. Nel terzo capi-tolo si affronta, invece,il problema del ruolo

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inviate le vostre lettere [email protected]

N. 182 • marzo 2011 • pag. 34Polizia Penitenziaria • SG&S

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il mondo dell’appuntato Caputo

pett.le Direttore, sono un orgo-glioso iscritto al sidacato più rap-presentativo e ne vado fiero.

Con la presente vorrei ricordare che il no-stro dovere è quello di garantire su tuttoil territorio nazionale, la sicurezza e latranquillità di ogni singolo cittadino, non-chè quella di tutti noi all’interno dellastruttura, ma per poterlo fare abbiamo di-ritto a svolgere un servizio che ci dia di-gnità, tranquillità e soddisfazione, chespesso ci vengono negati.In particolare, mi riferisco al serviziodella prima rotonda, più l’isolamento chefrequentemente vede impegnato il perso-

nale di Polizia Penitenziaria con 50 annidi età e che sfiora i quasi 30 anni di ser-vizio e per ben 8 ore, avendo anche la re-sponsabilità di un reparto ove di normavengono ristretti un numero di 7/8 dete-nuti per cella che si recano ai cortili pas-seggio e che da parte del personaleimpiegato alla prima rotonda è pressochèimpossibile tenerli sotto controllo, vistoche colui che svolge dette mansioni deveoccuparsi di aprire ben 5 porte blindatepresso la prima rotonda per il passaggiodi personale sanitario, e permettereanche l’ingresso al passeggio dei detenutiristretti nei relativi padiglioni. Si può restare indifferenti di fronte allasofferenza di chi svolge servizio in questoluogo? Come può chi ha il compito di verificareil disagio e il malcontento del personalefar finta di nulla?

Mi auguro che vengano presi provvedi-menti da parte del sindacato al fine dipoter trovare una soluzione ottimale pergarantire un servizio più dignitoso e chedia a tutti la giusta serenità in servizio. Cordiali saluti

Lettera Firmata

Abbiamo volutamente lasciato ignota laprovenienza della lettera del collega,perchè la “rotonda” da lui indicata puòessere collocata in qualsiasi istitutodella Repubblica. Così come sono co-muni a tutti gli istituti della Repubblicai problemi citati dal collega.Ovviamente trovare “soluzioni ottimaliper garantire un servizio più dignitoso”non può che essere l’obiettivo primariodel sindacato e non abbiamo alcunaesitazione ad assicurare al collega chequesto è quello che abbiamo semprefatto, stiamo facendo e faremo nel fu-turo.

Lettera alDirettore

S

ALLORA CAPUTO, COSA E’ SUCCESSO NEL TURNO DI NOTTE?

GLIELO DICO SUBITO COMMISSARIO,COME SEMPRE HO PRESO QUALCHE APPUNTO... ACC...

FORSE ERA MEGLIO SE GLI CHIEDEVO COSANON ERA SUCCESSO...

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