Polizia Penitenziaria Domani

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Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me) Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno XI - numero 18 - 26 ottobre 2009 Ma come ci riesce?

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N. 18 del 26 ottobre

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Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me)

Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno XI - numero 18 - 26 ottobre 2009

Ma come

ci riesce?

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2 Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

in primain prima

[email protected]

di

LeoBeneduci

Ma come ci riesce?

Non deve essere facile entrarenell’Amministrazione per

comandarla, più facile entrarviper essere comandati

Non deve essere facile entrare nel-

l’Amministrazione per comandarla,

più facile entrarvi per essere

comandati.

Vero è, infatti, che le responsabilità,

ovvero il senso di responsabilità è

qualcosa che, soprattutto nel

nostro Paese, è sostanzialmente

demandato alla coscienza di cia-

scuno, ovvero alla particolare per-

cezione che ciascuno ha dell’entità

e delle cause di problemi, ma assu-

mersi in toto la responsabilità del-

l’Amministrazione penitenziaria, di

questa Amministrazione peniten-

ziaria, è cosa da far tremare le

vene ai polsi a chiunque.

Invece no, a parte coloro che da

sempre aspirano allo scranno più

alto di Largo Daga e che l’Ammini-

strazione penitenziaria la conosco-

no più delle loro tasche, c’è chi al

Dap c’è arrivato in assoluta tran-

quillità nel momento peggiore del

post-indulto e quando già i dati indi-

cavano la tendenza ad un incre-

mento della popolazione detenuta

assolutamente inarrestabile.

Non possiamo, peraltro, credere

che a convincere il Nostro di assu-

mere così rilevanti mansioni ammi-

nistrative dopo una carriera di tutto

rispetto nella Magistratura, possa-

no essere stati i 400.000 euro l’an-

no, liquidabili e pensionabili, in più

né le macchine e segretari/segreta-

rie disponibili con uno stupendo

ufficio a disposizione e nemmeno

un intero Corpo di Polizia con tanto

di Commissari/e in uniforme alle

dipendenze; l’accettare di fare il

Capo del Dap deve necessaria-

mente corrispondere ad un atto di

profondo coraggio.

Vero è che, poi, qualcosa non deve

essere andata per il verso giusto e

il coraggio iniziale unitamente all’in-

carico di Capo del Dap non sono

bastati così, che è venuta fuori la

storia del Commissario Straordina-

rio per l’Edilizia e del Piano carceri,

ma chi avrebbe potuto concepire

altrettanto?

Un puro atto creativo!

Chiunque inoltre, dopo tre Capi del

Dap che ben poco avevano fatto

per riorganizzare l’Amministrazione

e per dare lustro e decoro alla Poli-

zia Penitenziaria (Caselli, Tinebra e

Ferrara), si sarebbe affrettato, per-

sino lavorando 24 ore su 24, a ren-

dere tangibile la propria presenza

con disposizioni tassative ed inter-

venti diretti a ripristinare ordine e

legittimità, persino sostituendo

qualcuno, punendone altri, otte-

nendo il favore del Personale in

sofferenza cui alleviarne il disagio e

ponendo, comunque, le basi per

un’Amministrazione funzionale e

trasparente.

Troppo banale, troppo comune!!

Chiunque l’avrebbe fatto ed avreb-

be sbagliato!

In pochi, invece, sanno guardare

dall’alto e con distacco il baratro

che si avvicina, il fuoco che divam-

pa prima piano e poi più forte e che

consuma ogni cosa, ben sapendo

che solo ciò che completamente si

distrugge può completamente rina-

scere…anche se si chiama Ammi-

nistrazione penitenziaria

Soprattutto, l’unicità che accompa-

gna quei pochi ed il loro profondo

coraggio, rende accettabile che

ogni cosa sbagliata accada nel

modo peggiore, persino che i più

autorevoli periscano sotto i colpi

dei più autoritari e che la storia si

inverta anche nei diritti essenziali,

purchè quel loro solo ed irrinuncia-

bile progetto si realizzi.

Vero è che poi il coraggio ancora

una volta può non bastare, perché

il Commissario Straordinario del 27

aprile rischia di diventare solo

Commissario Virtuale e, quindi,

meglio Commissario Delegato con

la retribuzione maggiorata del

3.75% mensile, mentre se il proget-

to costa troppo basta tagliare,

tagliare e ancora tagliare, caserme,

luoghi di ritrovo per il Personale e

persino strade.

Ma proprio in questo sta la gran-

dezza dei quei pochi, anche laddo-

ve ogni certezza e qualsiasi altra

cosa crollino, malgrado gli errori

che il tempo rende inconfutabili,

trovare sempre e comunque non

solo le ragioni della propria soprav-

vivenza, ma le profonde motivazio-

ni del proprio costante migliora-

mento… in ogni dove.

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3Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

BLOCK NOTESAppunti dal ‘pianeta Giustizia’

Sulla Giustizia irrompe Gianfran-co Fini. Il presidente della Cameramette in chiaro una serie di punti.Intanto avverte che «un conto è ipo-tizzare una qualche forma di separa-zione delle carriere, ma ben diversoè prevedere che il magistrato inqui-rente sia sottoposto ad altri poteri chenon siano il solo ordine giudiziario.Vedremo quali proposte andrannoavanti. Ma c’è un tema sul quale nonho cambiato idea: è essenziale chevenga rispettato il principio costituzio-nale di autonomia e indipendenza ditutti i magistrati. E sottolineo tutti...».Insomma, qualunque intervento legi-slativo non deve avere il sapore dellaritorsione per la bocciatura del LodoAlfano, la condanna di Fininvest apagare 750 milioni alla Cir e per levicende giudiziarie che interessano ilCavaliere.La terza carica dello Stato ha volutomettere un paletto a scanso di equi-voci e avvertire il Cavaliere che nonlo seguirà in un eventuale scontrocon il Colle su altri provvedimenti inmateria di giustizia. Fini ha forsevoluto frenare il premier sull’intenzio-ne di riprendere alcune proposte dilegge (ad esempio quella sulle inter-cettazioni e la riforma del processopenale) nella versione più invisaall’opposizione e al capo dello Stato.Non è un caso che dalla Germaniaabbia criticato una «dialettica politicache degeneri nella polemica astiosa»che connota il nostro Paese. La stes-sa immagine dell’Italia all’estero,secondo Fini, non dipende solo daciò che scrivono i corrispondenti stra-nieri, ma «dal comportamento di tutti,

ANNO XI - n. 18 Lunedì 26 ottobre 2009

Direttore Responsabile Leo Beneduci

Direttore Editoriale Domenico Nicotra

Vice Direttore Domenico Mastrulli

Capi Redattori Canio Colangelo - Pasquale Montesano Gennaro Ricci

Direttore Organizzativo Luca Cruciani

Coordinamento Redazionale Alfio Grasso

Stampa Graph snc - S. Alessio Siculo

Roma - Via della Pisana, 228. Tel. 06.61165588 - 06.66154010. Sono sedi di Polizia

Penitenziaria Domani tutte le segreterie regionali dell’O.S.A.P.P.

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POSIZIONI - Per il Presidente della Camera dei Deputati i Pubblici Ministeri devono rimanere indipendenti

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di

DomenicoNicotra

Sulla Giustizia irrompe Fini!

istituzioni comprese». Il messaggioper l’inquilino di Palazzo Chigi è chia-ro. Dunque, avanti con le riforme isti-tuzionali, ma che siano condivise.Per Fini farle a maggioranza èun’operazione perfettamente legitti-ma, perché si avvale dell’articolo 138della Costituzione. Tuttavia la sceltadel governo di avvalersi solo dei pro-pri numeri in Parlamento «può porta-re a forti inconvenienti di tipo politico,

come è avvenuto in passato perchéquel provvedimento è poi passibile diessere sottoposto a un referendumconfermativo». E come è andata afinire con la riforma del federalismo,cioè la bocciatura del popolo, è unfilm già visto. Per cui sono consiglia-bili larghe intese, visto che su moltitemi «l’istruttoria è a buon punto ed èassolutamente possibile un’ampiamaggioranza». Si proceda alla dra-

stica riduzione del numero dei parla-mentari, al superamento del bicame-ralismo. «Si completi l’attuazione delfederalismo - ha sostenuto Fini aFrancoforte - sia sotto il profilo fisca-le che con la costituzione del Senatodelle Regioni. Non credo che su que-sto vi sia una forza politica pregiudi-zialmente ostile». E’ la linea del dialo-go che il presidente Napolitano nonsi stanca di ripetere.

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Auto, 5 domande al Dipartimento

4 Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

INTERROGATIVI - Un decreto ridisciplina il settore per la Polizia di Stato. Regna il caos nella Penitenziaria

Nei giorni scorsi il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha reso noto, agli uffi-

ci di Polizia dipendenti, il Decreto Ministeriale del 5.08.2009 che ridiscipli-

na le procedure per il rilascio o rinnovo delle patenti di servizio per il

personale della Polizia di Stato. In questo Decreto viene ribadito che

per i frequentatori dei corsi di base “l'esame teorico sarà assorbito

dall'idoneità al servizio di polizia e, pertanto, il conseguimento del-

l'idoneità comporterà che l'assolvimento del citato esame”, ovvero

che per il personale già in servizio “il corso di formazione sarà orien-

tato principalmente verso la conoscenza delle prescrizioni ammini-

strative concernenti l'impiego e l'utilizzo dei veicoli,

la responsabilità del conducente ed i compor-

tamenti che sono alla base di una guida

corretta”.

Anche al personale di polizia peniten-

ziaria potrebbe riservarsi un simile e

del tutto legittimo “trattamento”, con-

siderato che ad oggi conseguire l'ido-

neità a condurre automezzi del Corpo

è prerogativa di pochi “eletti”. La

nuova disciplina è frutto dell'interesse

che l'Amministrazione della Polizia di

Stato riconosce al prestigio di questo Corpo.

In essa si afferma che “i veicoli con colori di istituto rap-

presentano l'istituzione e comunicano l'immagine della

polizia alla cittadinanza” e che ai conducenti di tali veicoli,

con il loro stile di guida, si demanda il compito di “mantene-

re intatta l'autorevolezza della Polizia di Stato”. Ben diversa,

purtroppo, per completa responsabilità del Dipartimento, la

situazione del personale di Polizia Penitenziaria. Alcuni inter-

rogativi.

1) Il DAP è a conoscenza che personale civile del Ministero della

Giustizia sistematicamente fa uso delle autovetture a noleggio a targa

civile, per le quali sono stipulate perfino apposite assicurazioni casco, ser-

vendosi, con mansioni di autista, di personale del Corpo di Polizia Peni-

tenziaria che viene sottratto ai compiti di istituto?

2) Il DAP è a conoscenza che numerosissimi direttori penitenziari si avval-

gono delle autovetture a noleggio, adibendo come autista unità di Polizia

Penitenziaria, che prelevano a domicilio i Dirigenti penitenziari (a volte

residenti anche 118 km dal luogo di servizio), gli accompagnano in giro per

il “Paese” e una volta giunti in Istituto oziano maturando centinaia di ore

straordinario annue, negate ai poliziotti penitenziari in servizio nelle sezio-

ni detentive?

3) Il DAP è a conoscenza se gli Istituti, i servizi penitenziari e gli uffici

UEPE sono dotati di autovetture a noleggio a targa civile, quindi non adi-

bite a servizi di polizia, sulle quali sono stati installati i dispositivi acustici

supplementari di allarme e quelli di segnalazione visiva a luce lampeg-

giante blu?

4) Il DAP è a conoscenza di quali sono le ragioni di urgenza, nell'espleta-

mento di servizi di istituto, che possono consentire ai Direttori di ordinare

al personale del Corpo di Polizia penitenziaria di fare uso dei dispositivi

acustici supplementari di allarme e di quelli di segnalazione visiva a luce

lampeggiante blu, su eventuali autovetture a targa civile?

5) Il DAP può fornire riferimenti normativi che consentano ai Direttori, privi

di status di polizia, di servirsi delle autovetture del Corpo per ragioni di uffi-

cio, ovvero di “autorizzare” altro personale civile a fare uso di autoveicoli

di una Forza di Polizia dello Stato?

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5Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

Negli ultimi mesinon si è provvedu-to a richiedere ed a

corrispondere ibuoni pasto per il

personale di PoliziaPenitenziaria in ser-

vizio presso ilDipartimento. Que-sto per la mancatasegnatura dei car-

tellini marca-tempoda parte di Dirigenti

amministrativi inservizio presso

l'Amministrazionecentrale. Per loroviene richiesta la

fornitura dei buonipasto contestual-

mente a quelli dellaPolizia Penitenzia-

ria. L'adozione diprocedure inusuali

e farraginose porta-no come sempre

un danno evidentealla Polizia Peniten-

ziaria.

AGITAZIONE - Promesse continue e leggende che si alimentano giorno dopo giorno hanno portato al nulla

Quando finisce il nostro medioevo?“Assoluta e insostenibile inefficienza nelle relazioni sindacali presso l'Am-

ministrazione penitenziaria; completo dissesto nell'organizzazione e

gestione degli istituti di pena e dei servizi penitenziari; autoreferenzialità

dei direttori e provveditori regionali; assoluta mancanza di controlli ed

interventi da parte dell'Amministrazione centrale”: queste sono le cause

che portano ad indire lo stato di agitazione.

Dopo annunci ripetuti questa Amministrazione e questo Ministro della Giu-

stizia si permettono di “disonorare” la divisa della Polizia Penitenziaria con

promesse fatte ad inizio legislatura, proseguite poi a fine novembre, rin-

viate con il piano carceri e riproposte ad aprile, quando il guardasigilli ha

ricevuto il progetto di nuove carceri dalle mani di Ionta. Ma la lista delle

promesse è tremendamente lunga. Vogliamo ricordare i braccialetti?

Quando il Ministro promise di iniziare la sperimentazione di sistemi di con-

trollo per i condannati a pene leggere eravamo a fine 2008.

Di tutto ciò non s'è visto nulla e i congegni che il Ministero ha acquistato

giacciono in qualche magazzino. Ricordiamo al Ministro quando promise

il riallineamento delle carriere, gli aumenti di stipendio negati dal Ministro

Brunetta, gli straordinari mai veramente garantiti. Per non dimenticare le

promesse tese alla soluzione del problema del sovraffollamento.

Nuove carceri mai costruite, padiglioni da ristrutturare che presentano una

condizione medievale. Il piano carceri è diventato una leggenda che si

autoalimenta di giorno in giorno. Per i ventimila posti in più previsti servi-

ranno due miliardi di euro ma per il momento sono disponibili soltanto tre-

centocinquanta milioni di euro, centocinquanta dei quali dalla Cassa depo-

siti e prestiti. Sull'organico poi c'è un fraintendimento di fondo.

La dotazione prevista per legge è ferma al 1992 quando i detenuti erano

circa trentacinquemila. Ma quel che è peggio è il depauperamento delle

istituzioni penitenziarie periferiche che vengono lasciate totalmente allo

sbando in mano a Direttori e Provveditori regionali che concepiscono il

potere non come servizio reso alla società ma ancora come difesa di una

posizione dominante.

Sembra quasi esser tortati al medioevo.

L'istituto nazionale diricerca per gli alimenti

e la nutrizione hadedicato un interoparagrafo all'im-portanza di “bereogni giornoacqua in abbon-danza”. Nono-stante la vali-dità dei menùproposti dallemense dell'am-ministrazionenella fornituradel pasto ci silimita ad unasola bottiglia.

Acqua

limitata

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nte

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6 Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

Disposto il vaccino per tuttiINFLUENZA A H1N1 - Previsti interventi generalizzati per evitare possibili rischi di contagio di massa

Il 10 Settembre la Direzione Generale

del personale e della formazione ha provve-

duto a segnalare, in relazione alle direttive

del Ministero del Lavoro e della Salute e

delle Politiche sociali, alle massime autorità

periferiche del Dipartimento, che tra i desti-

natari della campagna di vaccinazione per la

prevenzione e il controllo dell'influenza A

H1N1 vi rientra anche il personale deputato

a garantire gli aspetti della sicurezza del

Paese. I provveditori sono stati invitati a dira-

mare opportune direttive agli istituti ed ai ser-

vizi dipendenti affinchè concordino con le

AA.SS.LL. Competenti per territorio, gli inter-

venti di prevenzione a favore di tutto il perso-

nale dell'Amministrazione penitenziaria che

svolge la propria attività all'interno degli Isti-

tuti.

Per ragioni di natura organizzativa e

gestionale oltre che di trasparenza e

responsabilità dell'azione amministrativa il

personale del Dipartimento sarà dotato di un

cartellino identificativo che avrà lo scopo

ahche di migliorare i rapporti con gli utenti. Il

cartellino conterrà foto, nome e qualifica.

NOVITA’

Un badge per

il personale del DAP

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7Numero 18 - Anno XI - Lunedì 26 ottobre 2009

zappingzappingNews dal Mondo e dall’Italia

Rientra nel dibattito il riesame della Costituzione

I n

un artico-

lo scritto per il

s e t t i m a n a l e

Panorama, il

ministro della

Giustizia Ange-

lino Alfano rilan-

cia l'ipotesi di

una riforma,

anche costitu-

zionale, della giustizia per ridare efficienza

all'intero sistema. «L'obiettivo della riforma - scrive

il Guardasigilli - è quello di riportare in perfetto equilibrio i

piatti della bilancia della giustizia, adeguando anche la Costituzione alle esigenze di efficienza e modernità di una

democrazia compiuta».

Per il ministro «si tratta di affrontare non tanto il fiume inarrestabile della polemica politica che da sempre coinvolge il

sistema giudiziario, ma soprattutto il livello di arretratezza e inefficienza nel quale, da oltre 50 anni, continuano a naviga-

re sia il processo penale che quello civile».

Secondo Alfano «un passo di estrema importanza è segnato dalla riforma del processo civile di cui non si occupano quasi

mai i polemisti di professione, incuranti del fatto che una giustizia ritardata equivale a una giustizia negata e che dietro ogni

fascicolo arretrato ci sono donne e uomini che vedono infranta la loro attesa di decisioni equilibrate e fornite in tempi ragione-

voli». Nel suo intervento il ministro della Giustizia aggiunge anche che per il processo civile «si attende in media 960 giorni per

la sentenza di primo grado e altri 1.500 per quella di appello, mentre il fardello dell'arretrato ammonta a oltre 5.400.000 procedi-

menti pendenti, con un trend di crescita apparentemente inarrestabile. Il processo penale - continua - viaggia con un bagaglio di

processi pendenti che ammontano a oltre 3.600.000, per il primo grado si attendono in media 420 giorni, mentre in appello se ne aspettano altri

73 per ottenere giustizia».

Il presidente della

Repubblica, Giorgio

Napolitano, intende

proseguire dritto per la

sua strada, interpre-

tando la sua funzione

guidato dalla bussola

della Costituzione.

"Proseguirò nell'eser-

cizio sereno e fermo

dei miei doveri e delle

mie prerogative costi-

tuzionali", ha assicu-

rato intervenendo, a

Torino, alle celebra-

zioni per il centenario

della nascita di Nor-

berto Bobbio. Un

rispetto per la Costitu-

zione, ha fatto capire

Napolitano, che però

non significa chiusura

davanti alle riforme,

alla sfida del cambia-

mento: "Guai a noi se

daremo l'impressione

di essere fedeli alla

C o s t i t u z i o n e

fino a consi-

d e r a r l a

intocca-

bile".

Napolitano

conferma la

“devozione”

alla Carta

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