Polizia Penitenziaria - Febbraio 2009 - n. 159

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Anno XVI - n.159 Febbraio 2009 Festa delle Fiamme Azzurre al Salone d’Onore del Coni Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002

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Festa delle Fiamme Azzurre al Salone d'Onore del CONI - Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza

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Anno XVI - n.159 Febbraio 2009

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La Copertina

Il Ministro Alfano e il Commissario Toluin una foto di gruppo con le Fiamme Azzurre(foto M. Adolini)

il Sommario

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

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Organo Ufficiale Nazionaledel S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XVINumero 159Febbraio 2009

Direttore ResponsabileDonato [email protected]

Direttore EditorialeGiovanni Battista De Blasis [email protected]

Direttore OrganizzativoMoraldo Adolini

Capo RedattoreRoberto Martinelli

Comitato di RedazioneNicola Caserta Umberto Vitale

Redazione PoliticaGiovanni Battista Durante

Progetto Grafico e impaginazione © Mario Caputi (art director)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Sito Web: www.sappe.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionalidi: “Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza”

RegistrazioneTribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

Stampa

Romana Editrice s.r.l.

Via dell’Enopolio, 37

00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare:Febbraio 2009

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

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L’EDITORIALEInsoddisfatti dopo l’incontro con Alfanodi Donato Capece

IL PULPITOAncora attacchi ai poliziotti penitenziaridi Giovanni Battista De Blasis

IL COMMENTORapporto Eurispes 2009di Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIO POLITICOLa morte di Eluana e la politicadi Giovanni Battista Durante

LO SPORTFesta delle Fiamme Azzurre al CONIdi Lara Liotta

LE FIAMME AZZURREPensioni: capire le innovazionia cura di Lionello Pascone

COMMENTIProject Financingdi Enzima

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Donato CapeceSegretario Generale Sappe

[email protected]

Direttore Responsabile

Insoddisfattidopo l’incontrocon il MinistroAlfano

ei primi del mese di febbraio2009, si è svolto al Ministero dellaGiustizia l’incontro tra il MinistroGuardasigilli Angelino Alfano,coadiuvato dal Capo del DAP e

Commissario straordinario per le carceriFranco Ionta, e le Organizzazioni Sindacalipiù rappresentative del Corpo di Polizia Pe-nitenziaria.

L’incontro era stato chiesto con una letteraunitaria da parte dei Segretari Generalidelle OO.SS. della Polizia penitenziariadalla quale emergeva la necessità di unconfronto sulle criticità in atto che inve-stono il sistema penitenziario nella sua in-terezza, anche in considerazionedell’immobilismo decisionale in cui sitrova attualmente ingessato il Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria. Il SAPPE, oltremodo, ha chiesto al MinistroAlfano di impegnarsi, nell’immediato, sutre questioni che si ritengono prioritarie:offrire al sistema penitenziario quelle so-luzioni che concorrano a deflazionare gliistituti di pena, favore l’adeguamento el’implementazione delle risorse umane, egarantire un sistema di relazioni sindacalicorretto ed efficiente. Il Ministro Alfano ha innanzitutto eviden-ziato come per il Presidente del ConsiglioBerlusconi il tema delle carceri è una prio-rità di Governo ed ha condiviso la necessitàdi ripristinare un corretto sistema di rela-zioni sindacali nell’Amministrazione peni-tenziaria, fissando un nuovo incontro con

le OO.SS del Corpo nel mese di marzo2009. Tutti noi abbiamo preso atto degli impegni- parziali - assunti dal Ministro Alfano, nellaconsapevolezza che non si è usciti comun-que dall’alveo della manifestazione di in-tenti, e, pur valutando positivamente lacalendarizzazione a breve di un nuovo in-contro, nella speranza che nel corso diquesti 30 giorni il Capo del DAP nonchéCommissario straordinario per le carceriIonta ci sottoponga delle proposte concreteper la soluzione perlomeno dei problemipiù impellenti, quali le carenze di organicodella Polizia penitenziaria e la deflazioneper il sovraffollamento. Siamo rimasti co-munque insoddisfatti per le risposte otte-nute e vogliamo rilanciare ancora una voltal’allarme per un circuito penitenziario sem-pre più vicino al collasso del sistema, lad-dove l’aumento di mille detenuti al meseavvicina sempre più la soglia dei 63mila ri-stretti (ritenuta la capienza massima di tol-leranza delle carceri italiane). Non perniente arrivano notizie da tutta Italia circaproteste e manifestazioni del personalesotto organico in alcune realtà con situa-zioni al limite del collasso e con la sicu-rezza degli istituti ridotta a minimi termini. E’ assolutamente indispensabile, per-tanto, un intervento al più presto risolu-tivo dei problemi che sono stati espostial Ministro nell’ultimo incontro.

L’Editoriale

Articoli digiornali

riguardantil’emer-genza

carceri

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i risiamo…Ancora una volta il giornalista diturno a caccia di scoop (e questavolta si tratta nientepopòdimenoché

del guru della fustigazione Gian AntonioStella) crede di affondare le proprie manipulite nell’acqua torbida della Polizia Pe-nitenziaria.Il Grande Giornalista (autore, tra l’altro,del best seller La Casta) si arrotola le ma-niche della camicia bianca immacolata eaffonda le candide mani nella sporca vi-cenda “ASI” (vedi l’articolo riportato amargine).La domanda sorge spontanea: che cosaavrà mai scoperto il grande Stella ? Unaltro caso Mitrokhin ? Un nuovo Piano Gla-dio ? Un epigono del Principe Borghese ? Prima di rispondere a queste domandefacciamo una piccola premessa.Cosa è “ASI” ? Cosa si nasconde dietroquesto acronimo oscuro ?Si tratta forse dell’Agenzia Spaziale Ita-liana? Assolutamente no.Allora sarà l’Archivio Storico Italiano ? No,non è l’archivio storico.Forse l’Associazione Scout Italiani ? No,non è l’associazione degli scout.L’Automotoclub Storico Italiano ? No, pro-prio no.Forse è un codice… quello dell'aeroportocivile di Georgetown Wideawake ? oppureil codice ISO 639-3 della lingua buruwai ?No, non è un codice.Allora è un termine religioso, indica ungruppo di divinità principali della mitolo-gia norrena, adorate dai seguaci del Paga-nesimo germanico e del modernoEtenismo. Macchè… non se ne parla pro-prio.Forse, potrebbe essere un toponimo… Asiè un fiume del Libano e della Siria. No.Non è nemmeno questo.Ma, allora… cosa ha scoperto Gian Anto-nio Stella ?(Mi verrebbe da dire l’acqua calda… mamancherei di rispetto ai miei lettori chehanno il diritto di sapere di che cosastiamo parlando.)

L’ ASI – Area di Sviluppo Industriale – èsemplicemente un Consorzio di vari Entipubblici (Comuni, Provincie, Regioni)con il compito di agevolare lo sviluppoindustriale ed imprenditoriale nella edella zona di cui si occupa.Cito ad esempio uno stralcio dello Sta-tuto dell’ASI di Palermo:“Il Consorzio per l’Area di Sviluppo

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Giovanni Battista De BlasisSegretario Generale Aggiunto [email protected]

Direttore Editoriale

Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera

Ancora attacchi ai poliziotti penitenziari

Industriale della provincia di Palermo èstato costituito con Decreto del Presi-dente della Repubblica n. 75 del04.01.1964 ai sensi della Legge29/07/1957 n. 634 e successive modifi-che ed ai sensi dell’art. 2 della L. R. n.1/84. E’ un Ente Pubblico non econo-mico dotato di personalità giuridicapubblica. Possono partecipare al Con-sorzio, oltre alla Regione Siciliana, Entilocali, Enti pubblici, Enti economici ofinanziari sia pubblici che privati, non-ché associazioni di rappresentanza degliindustriali. Il Consorzio ha lo scopo dipromuovere l’insediamento di piccole emedie imprese industriali nel compren-sorio consortile”…Come appare subito evidente, stiamo par-lando, tra l’altro, di un Istituto che risaleaddirittura alla fine degli anni cinquantadel secolo scorso. Quindi, tenuto contoche il Grande Giornalista ha scopertoqualcosa che risale a mezzo secolo fa, forsestiamo parlando di revisionismo storico ?Forse Gian Antonio Stella ha ricostruitouna realtà storica che stravolgerà tutti ilibri di testo ?Macchè... uno dei più accreditati candi-dati italiani al premio Pulitzer ha sempli-cemente scoperto che la nomina nelConsiglio o nel Comitato di una ASI com-porta ope legis il diritto (se dipendentipubblici) al trasferimento nel luogo doveha sede l’Azienda.E poi, scoop nello scoop, ha scoperto chein una determinata zona della Sicilia sisono verificati parecchi casi di nominanella ASI di appartenenti al Corpo della Po-lizia Penitenziaria.Da questa straordinaria indagine giornali-stica il Nostro ha tratto un bell’articolo,pubblicato sul Corriere della Sera, lad-dove ha raffigurato i Poliziotti Penitenziaricome fenomenali Furbetti dello Stato, ca-paci di qualsiasi stratagemma pur di esseretrasferiti vicino casa propria.Sinceramente mi cadono le braccia difronte a cotanta banalità... il Grande GianAntonio Stella che si arrabatta per dimo-strare che qualcuno (credo che si tratti di

partiene ad una intera categoria) che de-termina il gradimento di un appellativo.Possiamo discutere, poi, del diritto di cia-scuno di scegliere le definizioni che vuole,ignorando la sensibilità altrui e con il sololimite della diffamazione e della calunnia.Sarò maldisposto, ma la scelta dei vocabolioperata da Stella (e a maggior ragione lastrenua difesa del suo diritto a farla) mi fapensare alla innocente cattiveria deibambini laddove tanto più insistono sui no-mignoli attribuiti a qualcuno, quanto più siaccorgono che questo offende e fa soffrireil malcapitato.Del resto Gian Antonio assomiglia moltoa Gian Burrasca... o no?

il Pulpito

L’articolodi Stella

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Poliziotti Penitenziari solo in via inciden-tale) cerca di perseguire i propri interessi.Il Grande Gian Antonio Stella che si stu-pisce dell’applicazione di una legge delloStato. Il Grande Gian Antonio Stella che scopresoltanto adesso che l’essere nominato inuna ASI viene considerato come un man-dato politico (Consigliere e/o Assessore co-munale, provinciale o regionale). Magari, per maggiore precisione il GrandeGian Antonio Stella (purtroppo mi man-cano i sinonimi) avrebbe potuto anche ag-giungere che i Poliziotti Penitenziari (cometutti gli appartenenti alle forze dell’ordine)che si candidano alle elezioni subisconosolo per effetto della candidatura un tra-sferimento d’ufficio (per almeno cinqueanni) in una provincia diversa da quelladella lista elettorale.Beh, non posso non esprimere tutto il miorammarico laddove un Grande Giornali-sta come Stella sul Più Grande Quoti-diano italiano si sofferma su questioni dilana caprina allorquando il Paese sta at-traversando un periodo come questo, lace-rato da grandi temi morali, da unagravissima crisi economica e da grandi di-spute politiche e culturali, che avrebberobisogno di essere affrontate ed approfon-dite da tutti i mezzi di informazione. Non voglio soffermarmi più di tanto, infine,sulla polemica circa le definizioni usatedall’articolista per indicare me e tutti i mieicolleghi.E’ vero, infatti, (come si giustifica Stella inuna sua nota) che un giornalista deve saperricorrere ai sinonimi per evitare troppe ri-petizioni, ma è altrettanto vero che è pro-prio in questo caso che si distingue il bravogiornalista dallo scribacchino: il bravogiornalista usa più sinonimi possibili senzadover ricorrere a quelli brutti, offensivi osemplicemente poco eleganti, lo scribac-chino usa tutto ciò che gli viene in mentesenza curarsi di chi legge.Per altro verso, non può essere chi scrivea stabilire se una definizione sia o meno of-fensiva per qualcun altro stante che è ilsenso comune (soprattutto quello che ap-

IL CASO - LE GUARDIE CARCERARIE

Tutti i trucchi per farsi trasferire al SudCariche nei consorzi ed elezioni nei paesini. Il cambio di città è dovuto in caso di un incarico pubblico.

Chi canta le arie liriche? I cantanti lirici. Chi pedala in bicicletta? I ciclisti. Chi avviale imprese? Gli imprenditori, direte voi. No: gli agenti carcerari. Almeno ad Agrigento.Dove i secondini (nominati dalla politica) sono quasi un terzo dei membri dell’Asi, il con-sorzio che dovrebbe sviluppare il sistema industriale locale.

Hanno scoperto un trucco: un dipendente pubblico che ricopre un incarico pubblicopuò chiedere d’essere trasferito vicino a casa sua. Sia chiaro: non dipende da questifurbetti se esiste da anni l’andazzo di segretari, impiegati, postini, tecnici catastali e lavo-ratori pubblici vari che, assunti per coprire i buchi di organico nel Nord del Paese, cercanoappena possibile di tornare vicino alla famiglia. Diciamolo, il tentativo di rientrare nei din-torni dei luoghi in cui magari vivono i vecchi genitori, la moglie, i parenti è umanamentecomprensibile. Che però debbano rimetterci il funzionamento dei pubblici uffici e i cittadiniche se ne servono, è assai discutibile. Anzi, è inaccettabile. Tanto più quando la spropor-zione nella copertura degli organici nelle diverse parti del paese grida vendetta. Pren-diamo, appunto, le guardie di custodia.

All’estero, dicono i dati del Consiglio d’Europa elaborati dal Centro Studi dell’orga-nizzazione non-profit «Ristretti Orizzonti », per ogni cento agenti carcerari ci sono 157detenuti in Inghilterra, 165 in Olanda, 176 nella Repubblica Ceca, 199 in Scozia, 207 inPortogallo, 209 in Francia, 218 in Austria, 227 in Germania, 237 in Grecia, 283 in Spagna.Per non parlare di certi paesi ex comunisti quali la Russia (332) o l’Ucraina, dove ogni 100secondini i carcerati sono addirittura 393. Bene: in Italia il rapporto è uno a uno: 101 de-tenuti ogni cento agenti. Questo sulla carta. In realtà l’enorme accumulo di persone finitein cella (o ritornateci dopo essere state rimesse in libertà con l’indulto del 2006 votatodalla sinistra e da una parte della destra, Forza Italia in testa) fa sì che i numeri siano deltutto sballati. A dispetto dei limiti fissati dall’Ue (8 metri cubi di spazio per ogni detenuto),limiti che imporrebbero all’Italia di avere nei penitenziari attuali non più di 43.102 «ospiti»,i nostri carcerati sono già saliti, stando ai dati di tre giorni fa a 59.419. Sedicimila in piùdel consentito. Un esubero esplosivo. Al contrario, gli agenti di custodia effettivamentein forza dentro le 205 strutture penitenziarie (160 case circondariali, 37 case di reclusione,8 istituti per le misure di sicurezza), al di là di tutti quelli che negli anni sono stati distaccatinegli uffici ministeriali o addirittura in altre amministrazioni statali, sono scesi a 37.853.Cioè circa quattromila in meno rispetto alla pianta organica stabilita nel lontano 2001. Ri-sultato: in questo preciso momento ogni cento secondini ci sono 156 detenuti.

Ma anche qui, solo sulla carta. Le differenze tra le diverse aree del Paese, e torniamoal tema iniziale, sono infatti fortissime. Per ogni cento agenti «virtuali» in organico, cene sono infatti 16 in meno in Emilia Romagna e in Friuli ma 15 in più in Molise, 17 in menoin Val d’Aosta ma 6 in più in Puglia, 20 in meno in Piemonte e in Liguria ma quasi 16 inpiù in Calabria. Quanto al rapporto tra agenti e detenuti, valga per tutti questo confronto:ogni cento guardie ci sono oggi 192 carcerati in Lombardia, 201 nel Veneto, 231 in EmiliaRomagna e 100 nel Lazio. Uno squilibrio intollerabile. Che è ancora più vistoso contandonon solo gli operatori che stanno fisicamente dentro i penitenziari ma anche quelli distac-cati in uffici vari della capitale. Domanda: come si sono creati questi squilibri? Una rispostaè, appunto, nella storia dell’Asi di Agrigento. Cosa sia lo lasciamo dire al sito internet uf-ficiale: è un «ente di diritto pubblico» che «mira a favorire l’insediamento delle piccole emedie imprese nelle aree già individuate della Regione Siciliana». ...

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Roberto MartinelliSegretario Generale Aggiunto Sappe

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Capo Redattore

Rapporto Eurispes 2009:

gli italiani non si sentono sicuri

Certezza della pena e cultura della legalità

le ricette

contro il crimineli italiani sono cresciuti, sono piùconsapevoli e sempre più deside-rosi di forti e decisivi cambia-menti.

Il Paese è andato avanti e attende, anzipretende, che il Governo lo segua e neassecondi gli obiettivi. E’ questa la foto-grafia della società italiana che emergedal Rapporto Italia 2009 dell’Eurispes,giunto alla 21ª ma edizione e presentatoil 30 gennaio scorso a Roma. «Il sistema Italia non può più atten-dere oltre – ha spiegato il presidente del-l’istituto, Gian Maria Fara - e questaconsapevolezza è diffusa nell’opinionepubblica a prescindere dall’orienta-mento politico degli italiani. Invece sicontinua ad assistere a una ridda diproposte, slogan, programmi che ven-gono puntualmente smentiti il giornodopo». Se il governo non vuole dilapidare il pa-trimonio di consenso conquistato, haammonito Fara, «dovrà rapidamenteprodurre le risposte attese affrontandole grandi questioni sul tappeto», le piùurgenti delle quali sono la riforma dellagiustizia, quella della pubblica ammini-strazione e la ridefinizione del modellodi welfare in senso europeo. Eurispes vede rosa anche riguardo allacrisi economica in atto e, in controten-denza rispetto ad altri analisti, ritiene cisiano le premesse per un 2009 in cuil’economia italiana sara’ in ripresa.

Secondo l’importante Istituto di Studi po-litici economici e sociali sembra essersifermato il calo di fiducia registrato negliscorsi anni: il trend discendente che hasegnato il distacco dei cittadini dalla po-litica e dalle Istituzioni subisce una bat-tuta d’arresto nel corso del 2008 eall’inizio del 2009. Si segnala in particolare l’aumento dellafiducia dei cittadini nei confronti delCapo dello Stato (62,1%), con un incre-mento dei consensi di quasi quattro puntipercentuali. Per le altre Istituzioni prevalgono gli sfi-duciati, ma si evidenziano tendenze posi-tive: così accade per il Governo, che siporta avanti di 2 punti, dal 25,8% del2008 al 27,7% del 2009, ma soprattuttoper il Parlamento, che acquista un +6,8%

(da 19,4% a 26,2%); e cala la percen-tuale di cittadini che non ripongono al-cuna fiducia nel Governo (da 31,1% a27%). Oltre la metà degli italiani, il 53,7%, nonha fiducia nella Magistratura, mentre il44,4% esprime fiducia. Si tratta di un dato in linea con quanto ri-levato lo scorso anno (rispettivamente53,6% contro 42,5%). Le Istituzioni che ottengono la fiduciadelle percentuali piu’ elevate di cittadinisono le associazioni di volontariato(71,3%), i Carabinieri (69,6%), la Poli-zia (63,3%), la Guardia di Finanza(62,7%), seguita dalla Polizia penitenzia-ria (55,3%); solo il 47,2% ha fiducianella scuola, il 38,8% nella Chiesa e nellealtre istituzioni religiose; ancora piùbassa la quota relativa a sindacati(21,5%), Pubblica amministrazione(21,4%), associazioni di imprenditori(21%) e, all’ultimo posto, partiti(12,8%). Bassissima la fiducia nei partiti politici,coerentemente con quanto rilevato negliultimi anni (in ulteriore calo dal 14,1%del 2008 al 12,8% attuale). Dal Rapporto emerge anche che l’Italia èil Paese europeo con il maggior numerodi uomini impiegati nelle Forze dell’Or-dine: 328.368 effettivi tra Carabinieri, Po-lizia, Guardia di Finanza, Poliziapenitenziaria e Corpo Forestale. Con 571 addetti all’ordine pubblico ogni

Il Commento

Il Presidente

dell’Eurispes

Gian MariaFava

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100.000 abitanti l’Italia supera di granlunga la Germania (321), la Gran Breta-gna (268) e la Francia (227). Se consideriamo anche gli operatoridelle varie Polizia municipali, provin-ciali, mortuarie, etc. il numero di addettialla sicurezza cresce ancora. Questo mi convince sempre di più chesarebbe opportuno, per il nostro Paese,avere solamente due Corpi di Poliziadello Stato: uno ad ordinamento civile el’altro militare. Ogni italiano destina inol-tre per le spese a sostegno dell’ordinepubblico il 2,1% della ricchezza nazio-nale, pari a circa 500 euro pro capite.Fra i paesi Ue, l’Italia è seconda solo allaGran Bretagna (2,5%), mentre precedela Spagna (1,85%), la Germania (1,7%)e la Francia (1,2%). Nonostante queste cifre e percentuali,dal Rapporto Italia dell’Eurispes si evi-denzia che è del 24,2%, in calo rispettoal 2008 (38,3%), la percentuale dei cit-tadini che teme il furto nella propria abi-tazione, reato comunque in cima aitimori degli italiani. E’ del 17,1% la percentuale di quanti di-chiarano di avere paura di un’aggres-sione fisica, +9% rispetto all’annoprecedente. Segue chi teme le truffe(14,6% contro il 9% del 2008) e chiteme il furto dell’automobile o del mo-torino (10,6% contro l’11,4% del2006). Sfiorano percentuali al di sottodel 10%, la paura dello scippo o del bor-seggio (9,6% contro 13,2% del 2008),la paura della violenza sessuale (8,4%contro 6,1% del 2008) e la paura dellarapina (8,1% contro 7,4% del 2008). L’Eurispes, «per rispondere a riso-nanze mediatiche spesso non realisti-che», ha voluto indagare quale tipologiadi reati è stata realmente subita dai cit-tadini nell’ultimo anno. La maggior parte dei cittadini (unamedia nazionale dell’80%), afferma dinon aver subito nessuno di questi reati. D’altra parte, l’elevato timore nei con-fronti del furto nella propria abitazionee’ confermato da un italiano su dieci(10,9%) che dichiara di esserne statovittima. Seguono le truffe e/o i raggiri

(denunciati dal 9,3% dei cittadini) e leminacce (9,1%). Meno frequenti i casidi scippo (7,3%), le truffe su Internet(7,3%) e il furto dell’automobile(7,1%); ancora meno, le aggressioni fi-siche subite (4,9%) e le truffe e i raggirinel campo del lavoro, o meglio, nella ri-cerca dello stesso (4,7%). L’1,7%, infine, confessa di essere statovittima, nell’ultimo anno, di violenza ses-suale. Oltre la metà dei cittadini (57,6%) af-ferma che autori dei crimini siano italianie stranieri in egual misura. Solo un italiano su quattro circa (25,4%)punta il dito contro lo straniero, mentrerappresentano il gruppo meno nume-roso (11%) coloro che sono convinti chea compiere reati nel nostro Paese siano,soprattutto, nostri connazionali.Quando, però, si entra nello specifico esi domanda se alcune nazionalità com-mettano crimini in misura maggiore ri-spetto ad altre, la risposta è positiva nel66,4% dei casi. «I dati quindi -rileva il Rapporto Euri-spes- confermano una tendenza alla‘tipizzazione’: il criminale, cioè, e’colui che compie atti criminosi perchèè in possesso di determinate caratteri-stiche». Rumeni (40,7%) e albanesi (33,3%)rappresentano gli stranieri più temutidalla cittadinanza. Seguono marocchini(10,5%), cinesi (4,4%) e tunisini(3,5%) mentre le altre nazionalità sem-brano non destare particolare preoccu-pazione nei cittadini. In media un italiano su cinque (21,3%)correla l’insorgere e il perpetuarsi di fe-nomeni criminali al mancato funziona-mento della macchina della giustizia inItalia: più precisamente, all’applicazionedi pene non adeguate alla gravità del cri-mine commesso e all’abitudine diffusanel nostro Paese alle scarcerazioni facili.Segue come possibile causa del feno-meno la mancanza di una cultura dellalegalità, che raccoglie il 15,3% dei con-sensi. Il potere delle organizzazioni criminali èindicato come causa, invece, dal 14,7%

La targadella sededell’Euri-spes

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dei cittadini, mentre a collegare il diffon-dersi della criminalita’ alla mancata inte-grazione sociale di coloro che divengonoautori di reati è il 14,6% degli interpellati. Quasi un cittadino su dieci (9,3%) attri-buisce parte di responsabilità allo Stato,mentre motivazioni strettamente legatealla sfera economica, nello specifico ladifficile situazione vissuta e/o la man-canza di lavoro, raccolgono, rispettiva-mente, l’8% e il 6,1% dei consensi. Soloil 3,7% ritiene che a scatenare i fenomenidi criminalita’ siano, soprattutto, lescarse risorse a disposizione delle Forzedell’ordine.

Un Paese affetto da criminalità può gua-rire? Il 37% dei cittadini indica nella certezzadella pena lo strumento ideale per farfronte al diffondersi della criminalità. Seguono, come possibili soluzioni al fe-nomeno, l’inasprimento delle pene(19,4%) e la promozione di una culturadella legalità (13,8%), strumenti stretta-mente legati alla sfera della giustizia. Incrementare l’occupazione (7,3%) erafforzare il dispiegamento delle Forzedell’ordine nel nostro Paese (7,2%) sonosoluzioni indicate da una percentuale si-gnificativamente inferiore dei cittadini.C’è da augurarsi - ma ho personalmentemolte dubbi - che chi di competenza -ossia Parlamento e Governo - sappiatrarne le dovute conseguenze. ✦

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Giovanni Battista DuranteSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Responsabile redazione politica

La morte di Eluana e l’indecoroso spettacolo

offerto dalla politica

luana Englaro è morta e le polemiche si sono sicura-mente attenuate; certo non finiranno, visto che, comepiù di qualcuno ha sostenuto, si tratta di un caso cheè destinato a far discutere a lungo e che, soprattutto,

potrebbe cambiare le sorti del nostro Paese, per ciò che ri-guarda il problema dell’eutanasia, ovvero della sospensionedel trattamento terapeutico in soggetti che vivono in stato ve-getativo permanente.

Occorre intanto fare una premessa, prima di addentrarsi, sem-pre con molta cautela vista la delicatezza del problema, in qual-siasi considerazione riguardante casi come quello di Eluana.Per quanto riguarda la situazione del nostro Paese ogni uomopuò decidere di togliersi la vita (il suicidio non è punito), op-pure di lasciarsi morire di fame, di sete, ovvero rifiutando qual-

siasi tipo di terapia; si tratta, comesostiene autorevole dottrina, di un di-ritto riconosciuto negativamente, inquanto non vietato. Nessuno può essere obbligato a undeterminato trattamento sanitariose non per disposizione di legge(...) – art 32 Costituzione.Semplificando molto, sia per ragioni

di spazio, sia per non appesantire troppo il discorso, si può af-fermare che ogni soggetto è libero di decidere, in maniera con-sapevole, se sottoporsi o meno ad un qualsiasi trattamentosanitario, tranne i casi in cui sia la legge stessa ad imporlo.Il problema sta proprio nella consapevolezza della scelta o delconsenso alla sospensione di trattamenti in atto.Le persone che si trovano nella condizione di Eluana - che lascienza medica sostiene essere in stato vegetativo persistente(SVP), proprio perché non c’è certezza assoluta sulla irrever-sibilità di tale stato (anche se non ci sono casi di persone chea distanza di tanto tempo si siano risvegliate da tale stato), alpunto da poterlo definire vegetativo permanente – non possonovalidamente prestare il consenso alla sospensione della terapia,proprio in ragione dello stato in cui versano. Peraltro, gli ambienti più reazionari (compresa evidentementela chiesa) sostengono che l’alimentazione e l’idratazione nonrientrano tra i trattamenti sanitari e, quindi, non potrebberomai essere sospesi.Su questo punto mi sembra però di poter convenire con quantoaffermato dal professor Ignazio Marino, senatore del PD, ilquale sostiene che l’alimentazione e l’idratazione somministratecon sondino gastrico introdotto nello stomaco attraverso la pra-tica di un foro non può certo non definirsi terapeutica.

l’Osservatorio

Sopra, BeppinoEnglaro,padre diEluana,accantoalle foto

della figlia

a fianco, laCstituzione

a destra il Prof.

Marino

E

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Quindi, resta da chiarire quale tipo di con-senso possa ritenersi valido da parte di unsoggetto che si trova in stato vegetativopersistente, ossia nelle condizioni diEluana che non era in grado di comuni-care in nessun modo con il mondoesterno, né, sembra, di rendersi conto diciò che le capitava intorno.E’ proprio rispetto a tale questione chesorgono i problemi maggiori e su cui è au-spicabile che intervenga il legislatore, de-finendo modalità e tempi del consenso,rispetto alla possibilità di interrompere ogni forma di accani-mento terapeutico nei confronti di soggetti per i quali non c’èalcuna possibilità di ritorno a una qualsiasi forma di vita attiva.Non c’è dubbio che l’unico consenso possibile e, quindi, con-sapevole, possa e debba essere quello preventivo, quello, cioè,dato dal soggetto prima che si verificasse il fatto che lo ha poireso totalmente incapace.E’ questo un altro aspetto controverso dellavicenda di Eluana Englaro, è probabil-mente l’aspetto che andava maggiormenteapprofondito da parte della politica e deimedia, atteso che da parte della povera ra-gazza non c’era stato alcun consenso pre-ventivo. Infatti, le stesse sentenze dei giudici, perultima quella della Cassazione che ha au-torizzato definitivamente la sospensionedell’alimentazione e dell’idratazione, sonofondate sul consenso presunto, sulla basedi quanto dichiarato dal padre di Eluana,Beppino Englaro, che ha da sempre soste-nuto che la figlia, quand’era in vita, avevapiù volte espresso il desiderio di nonvoler vivere nelle condizioni incui, per un tragico destino, sisarebbe poi realmente venuta atrovare qualche anno dopo.Comunque, al di là di tutte leconsiderazioni di carattere tec-nico – giuridico, che pure sonoimportanti se non fondamentali inuna questione come questa, in-sieme a quelle etiche, altrettantoimportanti, ciò che indigna più diogni altra cosa è il fatto di aver constato ancora una volta che,purtroppo, viviamo in un Paese poco maturo, con una classedirigente incapace di dare risposte serie e con toni pacati, unPaese in cui molti hanno fornito uno spettacolo veramente in-

al centrouna fotodi Eluana

sotto, il Palazzo diGiustizia a Romasede dellaCassazione

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decoroso, mostrando, a tratti, un atteggia-mento più da stadio che da governanti elegislatori.In questa vicenda sarebbe stato meglio ta-cere, rispettando, com’era doveroso, lasentenza della Corte di Cassazione, rispettoalla quale si era firmato il giudicato e nonc’era alcuna possibilità di intervenire le-gislativamente per modificarlo ma, soprat-tutto, il dolore dei famigliari che hannomostrato grande equilibrio e dignità. E’ ovvio il riferimento al padre che è stato

colui che si è esposto in prima persona ed è ora costretto a vi-vere sotto scorta. Anche questo è sintomatico di una profondainciviltà, non dissimile da certi integralismi che solitamente simanifestano in paesi che siamo soliti definire arretrati.L’auspicio è che almeno in futuro si riesca ad affrontare la que-stione in maniera serena e, soprattutto, laica, resistendo, peruna volta, alle tentazioni ideologiche ed ai condizionamenti.

E’ auspicabile che si vada oltre l’attualeproposta che vieta la sospensione dell’ali-

mentazione e dell’idratazione per soggetti che sitrovano nella situazione di Eluana Englaro, perché ritengo chesia giusto consentire a chiunque di interrompere ogni formadi vita che l’interessato non ritiene più dignitosa e meritevoledi essere vissuta; per quanto mi riguarda sono tra coloro chenon vorrebbero mai vivere in quelle condizioni. ✦

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Lara Liotta

[email protected]

Redazione sportiva

l 5 febbraio nel Salone d’Onore del CONI, di fronte aduna platea di numerosissimi atleti, simpatizzanti e per-sonalità politiche legate a vario titolo al mondo dellosport, si è svolta la giornata dedicata ai campioni della

Polizia Penitenziaria militanti nel Gruppo Sportivo Fiamme Az-zurre.Così come ha rilevato il Ministro della Giustizia On.AngelinoAlfano, Gli atleti delle Fiamme Azzurre sono innanzituttouomini della Polizia Penitenziaria, ricordando come tuttiquei campioni portino la divisa onorandola in un modo cheil motto della giornata racchiude tutto: Al servizio dello sport.Fare l’atleta ad altissimo livello non è solo lo specifico degliagonisti del team dei baschi azzurri.La loro attività contribuisce, infatti, senza dubbio alcuno, allacrescita dell’immagine del Corpo grazie al risalto che i mediadanno alle loro imprese sui campi di gara di tutto il mondo.Come era naturale che fosse, occhi puntati sui medagliati diPechino 2008: Giovanni Pellielo, medaglia d’argento e atletapiù titolato nella storia del tiro a volo, e Tatiana Guderzo, me-daglia di bronzo del ciclismo su strada con un prova corag-giosa capace di proiettarla sulla scena come una delle primeattrici del ciclismo internazionale.Altrettanto rilievo e prestigio per le imprese parlimpiche delcampione Fabio Triboli, un oro e due bronzi tra competizionisu strada e su pista.Riflettori e obiettivi dei fotografi meritatamente puntati anchesu Carolina Kostner, uno dei volti più popolari dello sport ita-liano, al rientro dalla rassegna continentale di Helsinki che

l’ha vista di poco al secondo posto, ma pure sempre in conti-nua crescita tecnica e agonistica dopo i due titoli europei co-munque già al suo attivo.La manifestazione, come da protocollo, è stata aperta dal pre-sidente Giovanni Petrucci, nelle vesti del padrone di casa.Da parte del presidente, in apertura , un caloroso grazie alMinistro della Giustizia Angelino Alfano ed al Capo dell’Ammi-nistrazione penitenziaria Franco Ionta per aver scelto proprioil prestigioso salone del Coni per ospitare la giornata.Petrucci ha sottolineato come le Fiamme Azzurre siano un ap-parato che ottiene risultati con discrezione, con grazia e belledichiarazioni.Altro merito delle Fiamme Azzurre secondo il presidente, quello

lo Sport

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Salone d’Onore del CONI:

La Festa delle Fiamme Azzurre

In alto il tavolo delle

autoritòa destra la

platea della Sala

d’Onore del CONI

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di ospitare tra le loro fila gli atleti para-limpici , a testimonianza di quanto buonoci sia nel dna del gruppo.A conclusione del breve contributo unafrase che lusinga: “Finchè ci sarannonel nostro Paese gruppi sportivi comele Fiamme Azzurre, lo sport italianopuò continuare a lavorare tranquillo”.Il Capo dell’Amministrazione penitenziaria (e Presidente delleFiamme Azzurre) Franco Ionta, nel suo discorso, ha voluto ri-cordare l’imponente sviluppo del gruppo dalle origini alla Pe-chino dei giorni nostri . Dalla prima medaglia olimpica diRoberto Bomprezzi a Barcellona 92, alle medaglie d’argentoe di bronzo di Jhonny Pellielo e Tatiana Guderzo. Uno sguardoorgoglioso ai 47 podi mondiali, ai 59 europei, e ai 325 titoliassoluti conquistati in 25 anni di storia, e uno sguardo ancheai grandi risultati del quadriennio olimpico appena terminatoponendo l’accento sugli aspetti di socialità che si celano dietroqualsiasi competizione agonistica anche dura : il momento delconfronto leale prima e quello dell’amicizia poi, fuori daicampi di gara. Altro punto saliente, i buoni propositi per il futuro, lavorarealtrettanto bene senza sedersi sugli allori.Il riferimento erano i prossimi appuntamenti a cinque cerchiinvernali ed estivi: Vancouver 2010 e Londra 2012.E’ stata poi la volta del presidente del Comitato Italiano Para-limpico, Luca Pancalli.Forte delle 3 medaglie di Fabio Triboli a Pechino che hannoconfermato la necessità di aprire le porte di un gruppo pro-fessionistico a campioni di razza capaci di conquiste sportivedi rilievo, Pancalli ha richiamato la pagina di indelebile im-portanza storica che è stata scritta il 12 luglio 2007 con lafirma del protocollo d’intesa tra le Fiamme Azzure ed il Comi-tato Paralimpico Italiano, che ha sancito proprio lo storico in-gresso. Grazie ad essa ,e per la prima volta, il gruppo sportivodi un Corpo dello Stato ha deciso di supportare lo sport para-limpico riservandogli finalmente un trattamento alla pari ri-spetto a quello di cui godono altri campioni normodotati. Amarcare questo punto un’affermazione significativa: «Quegliatleti, campioni, onorano lo stesso tricolore, la stessa ma-glia azzurra e ottengono gli stessi importanti risultati deglialtri». Il Ministro della Giustizia, On.le Angelino Alfano, ha rac-contato con emozione come le FiammeAzzurre siano state una scoperta per luiappena diventato Ministro della Giustizia.Poi subito dopo il suo insediamento, leOlimpiadi di Pechino e l’emozione di se-guirne le imprese a cinque cerchi senzadimenticare che l’Italia ha rotto il ghiac-cio proprio con le due medaglie dei no-stri nella prima e nella seconda giornatadi gare.Da quelle giornate di trepidazione e tifo

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per i 18 della Polizia Penitenziaria, Alfanoconfessa di aver tratto uno spunto impor-tantissimo relativamente alla funzioneeducativa dei campioni in un tempo in cuile prediche ed i discorsetti servono apoco. «Conta l’esempio e gli atleti sanihanno questa capacità di insegnare va-lori più di tante scuole».

Anche nella vita di tutti i giorni chi fa sport si riconosce per ivalori di cui è portatore.Lo sport agonistico è accettazione del risultato, o per dirla conle parole del Ministro: «umiltà della vittoria e dignità dellasconfitta, rispetto di regole e condivisione».In conclusione un sentito grazie a tutti gli atleti : «Grazie atutti i vincitori olimpici e a tutti coloro che hanno combat-tuto senza vincere; continueremo a starvi accanto e a ti-farvi perché il vostro successo è quello dell’Italia intera».Chiusa la fase protocollare degli interventi è stato il momentodelle immagini: un filmato ha mostrato le Fiamme Azzurre inazione dai campi olimpici alle gare nazionali.

E’ giunto poi il momento delle premiazioni agli atleti che sisono distinti nelle principali competizioni europee e mondialidurante tutto il passato quadriennio.Questi i nomi dei premiati: Vera Carrara ed Elisa Frisoni nel ci-clismo; Carolina Kostner nel pattinaggio su ghiaccio; le prima-

tiste italiane dell’atletica Vincenza Calì,Daniela Reina e Chiara Rosa; FrancescaCiani Passeri nel pattinaggio a rotelle;Nadia Cortassa e Charlotte Bonin nel tria-thlon; Sara Bertoli e Claudia Corsini nelpentathlon moderno; Francesco Bruyeree la squadra di judo capace di regalarenelle competizioni al gruppo ben quattroscudetti nazionali; la lottatrice ValentinaMinguzzi, l’oro europeo del taekwondoFederica Mastrantoni; Paola Boz nel

Sopra, ilpresidentedel Comi-tato para-limpicoPancallisotto, gli atletiinsieme alMinistroAlfano e al Comm.Tolu, responsa-bile delGruppoSportivo in basso,Lara Liotta

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lo Sport

A lato, alcuni

degli atleti premiati e

altre fasidell’evento

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sumo, Federico Colbertaldo, forte realtà del nuoto azzurro;Francesca Quondamcarlo nella scherma, Irene Franchini e Mo-nica Finessi nel tiro con l’arco; Stefania Cicali e Alice Fagiolinella canoa. C’è stato spazio per la consegna da parte degli stessi premiatial Ministro Alfano di unatarga ricordo con l’inciso Alnostro primo tifoso.Non poteva mancare la pre-sentazione delle nuove levedelle Fiamme Azzurre chehanno fatto recentemente illoro ingresso nelle file delGruppo Sportivo: AudreyAlloh, Lorenza Canali, Ta-tiane Carne, Eleonora D’Eli-cio, Teresa Di Loreto eValeria Roffino (atletica leg-gera); Alex Ascenzi (tria-thlon); Federico Manea (lotta greco-romana); RenataSpagnolo, Luca Baggio e Federico Bussolin (nuoto); CeciliaMaffei (short track); Tullio De Santis (pentathlon moderno);Giovanni Mulassano (skeleton); Monia Baccaille e Alex Buttaz-zoni (ciclismo); Alessandro Belverato, Elena Moretti, MarisaCelletti, Sharon Dinasta (judo). Da loro che rappresentano ilpresente con uno sguardo verso il futuro, comincia il nuovoquadriennio e una nuova realtà fatta di lavoro e, ci auguriamodi sempre maggiori soddisfazioni. ✦

foto

di

M. A

dolin

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Lionello PasconeCoordinatore Nazionale

Anppe

Associazione NazionalePolizia Penitenziaria

Pensioni:capire le innovazioniSono davvero molteplici i fattori che concorrono

a stabilire quando e come un lavoratore

o una lavoratrice abbiano diritto alla pensione

’INPDAP ha emanato la Circolaren.7/2008, per fornire alle propriesedi le istruzioni sull’applicazionedelle disposizioni dell’art. 1 della

legge 24 dicembre 2007, n. 247, che, inmateria pensionistica e con effetto dal 1°gennaio 2008, hanno introdotto innova-zioni e apportato modifiche alle normepensionistiche contenute nella cosiddettariforma Maroni. La Circolare contiene varie precisazionitra cui le seguenti; Le innovazioni e lemodifiche non si applicano alle gestionipensionistiche e regimi in cui si chie-dono requisiti diversi da quelli vigentinell’AGO (Assicurazione Generale Obbli-gatoria), né si applicano ai regimi armo-nizzati concernenti il personale delleForze armate, delle Forze di Polizia adordinamento civile e militare e del Corponazionale dei vigili del fuoco, per i qualiil Governo è stato delegato ad adottareuno o più decreti legislativi. Con riferimento alla pensione di anzia-nità in regime retributivo e misto, il di-ritto alla suddetta si consegue: nelperiodo dal 10 gennaio 2008 al 30 giu-gno 2009, alla condizione che siano statimaturati almeno 35 anni di anzianitàcontributiva e che siano stati compiuti 58anni di età; nei successivi periodi,ognuno dei quali definito, dal semestre1° luglio 2009/31 dicembre 2009, dal-l’anno 2010, dall’anno 2011, dall’anno2012, dall’anno 2013 e dall’anno 2014in poi, alla condizione che, maturati al-meno 35 anni di anzianità contributiva,risulti raggiunta anche l’età che, som-

mata all’anzianità contributiva effettivapari o superiore ai 35 anni, consenta diraggiungere la quota prescritta per il pe-riodo considerato. Per ogni periodo l’età minima e l’anzia-nità minima contributiva debbono esserepienamente raggiunti senza alcun arro-tondamento. Una volta verificata la sussistenza di dettiminimi, alla determinazione della quotaprevista possono concorrere sia i mesiche le frazioni di mese. In alternativa a tale sistema di quote, il di-ritto alla pensione di anzianità può essereconseguito, indipendentemente dall’età,con un’anzianità contributiva non infe-riore a 40 anni (39 anni, 11 mesi e 16giorni). Resta inoltre confermata la disposizionesecondo cui il lavoratore che, entro il 31dicembre 2007, abbia maturato i requi-siti di età e di anzianità contributiva pre-visti dalla normativa previgente, consegueil diritto alla pensione di anzianità condetti requisiti e con le previgenti decor-renze. Tale disposizione si applica ai destinataridel sistema di calcolo misto anche se op-tino per il sistema contributivo dopo il 1°gennaio 2008. Per il perfezionamento dei requisiti peracquisire diritto alla pensione di anzianitàentro il 31 dicembre 2007, si deve tenereconto anche di eventuali anticipi dell’etàpensionabile riconosciuti alle lavoratricimadri (4 mesi per ogni figlio nel limitedi 12 mesi). In deroga alle nuove disposizioni sui re-

quisiti, continuano a conseguire il dirittoalla pensione di anzianità con 35 anni dicontribuzione e 57 anni di età anagraficale lavoratrici dipendenti a condizione cheoptino per la liquidazione del trattamentoin base alle regole del calcolo contribu-tivo; i lavoratori in mobilità; i lavoratoriautorizzati alla prosecuzione volontariadella contribuzione chiesta entro il 20 lu-glio 2007. Ai lavoratori dipendenti di enti o aziendeprivatizzate, iscritti all’INPDAP che, al 31dicembre 2007, avevano in corso il pe-riodo di preavviso finalizzato alla cessa-zione del rapporto di lavoro, non siapplica la nuova disciplina sulle finestredi accesso, anche se maturino dopo taledata i requisiti anagrafici e contributiviper il diritto alla pensione di anzianità. Inapplicazione dell’art. 6, comma 2-bis, delD.L n. 248/2007, introdotto dalla legge diconversione 28 febbraio 2008, n. 31, neiconfronti dei lavoratori dipendenti di entio aziende privatizzate, iscritti all’INPDAP,che al 31 dicembre 2007 non abbiano incorso il periodo di preavviso e maturinoil diritto alla pensione di vecchiaia dopotale data, il libero licenziamento eventual-mente adottato dal datore di lavoro è dif-ferito al momento dal quale decorre lapensione di vecchiaia. Quanto alla pensione di vecchiaia in re-gime retributivo, nei confronti dei lavo-ratori ai quali si applicano le regole sulsistema di calcolo retributivo o misto, lepreesistenti norme sull’acquisizione deldiritto alla pensione di vecchiaia nonsono state modificate dalle disposizioni

Le Fiamme Azzurre

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della legge n. 247/2007. Circa la pensione di vecchiaia in regimecontributivo viene precisato quantosegue. I destinatari del sistema di calcolocontributivo possono conseguire la pen-sione unificata di vecchiaia se in pos-sesso dei seguenti requisiti: 5 anni dieffettiva contribuzione e 60 anni di età,se donne; 5 anni di effettiva contribu-zione e 65 anni di età, se uomini. Le lavoratrici che accedono al pensiona-mento con un’età inferiore ai 65 annipossono conseguire il diritto alla pen-sione, a condizione che l’importo dellastessa risulti non inferiore a 1,2 voltedell’importo dell’assegno sociale. La pensione può essere conseguita aprescindere dall’età anagrafica rag-giunta, se sono stati maturati almeno 40anni di contribuzione. Il diritto alla pensione, inoltre, può es-sere conseguito in applicazione dellenuove disposizioni sul sistema dellequote, prima indicato a proposito dellapensione di anzianità. Quando il sistema delle quote richiedeun’età anagrafica di almeno 60 anni, inconcomitanza con 35 anni di contribu-zione, la lavoratrice sessantenne potrà

conseguire la pensione di vecchiaia incontributivo anche con un’anzianitàcontributiva inferiore, ma non al di sottodi 5 anni, a condizione che l’importodella stessa pensione risulti non infe-riore a 1,2 volte l’importo dell’assegnosociale. In tema di decorrenza della pensione,relativamente alle pensioni di anzianità,a partire dall’anno 2008 se i requisitisiano stati maturati entro il 1° semestredell’anno, la pensione può avere decor-renza dal 1° gennaio dell’anno succes-sivo; se i requisiti siano stati maturatientro il 2° semestre dell’anno, la pen-sione può avere decorrenza dal 1° lugliodell’anno successivo. In favore di coloro che hanno maturatoi requisiti entro il 31 dicembre 2007, sicontinua ad applicare, anche in tema diaccesso alla pensione, la normativa pre-vigente alla legge n. 243/2004. A seguito delle innovazioni, a partire dal-l’anno 2008, il sistema dell’accesso pro-grammato o delle cosiddette finestre èprevisto anche per le pensioni conse-guite sulla base di almeno 40 anni di an-zianità contributiva e per le pensioni divecchiaia.

Febbraio 2009

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Lo Studio Legale dell’Avv. Antonio Nicolini, appositamenteinterpellato relativamente alla normativa di cui al D.P.R. 7luglio 2006, n. 243, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.183 dell’8 agosto 2006, recante Regolamento concernentetermini e modalità di corresponsione delle previdenzealle vittime del dovere e ai soggetti equiparati, ai fini dellaprogressiva estensione dei benefici già previsti in favore dellevittime della criminalità e del terrorismo, a norma dell’arti-colo 1, comma 565, della legge 23 dicembre 2005, n. 266,ha comunicato che: La normativa di cui al D.P.R. n°243/2006 è sicuramente applicabile, in astratto, al per-sonale del Corpo di Polizia Penitenziaria; si tratterà divalutare caso per caso se l’attività di servizio sia stataprestata in condizioni straordinarie tali da esporre il di-

pendente a maggiori rischi o fatiche, in rapporto alleordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di isti-tuto. In ogni caso, i dubbi in proposito verranno im-mediatamente fugati dall’Amministrazione diappartenenza, destinataria della domanda degli inte-ressati (ovvero dei loro familiari), qualora non pro-ceda, d‘ufficio. Pertanto, suggerisco, in ipotesi di incertezza, di inol-trare comunque la relativa istanza, attendendonel‘esito.Ne consegue che è opportuno che l’eventuale domandache deve essere prodotta sia inviata anche per conoscenzaalla Segreteria Nazionale dell’ANPPe di Roma, ai fini di unavalutazione.

Benefici a favore delle vittimedel dovere e della criminalità

L’articolazione delle decorrenze risultaspecificata nella tabella 3 e nella tabella4 della Circolare, rispettivamente per lepensioni conseguite con almeno 40 annidi anzianità contributiva e per le pensionidi vecchiaia.Per le pensioni di vecchiaia che nel si-

stema contributivo si conseguono conun’età anagrafica inferiore a 65 anni pergli uomini e a 60 anni per le donne, econ un’anzianità contributiva inferiore a40 anni, si applicano le due finestre diaccesso previste per le pensioni di anzia-nità prima indicate. Per le domande di totalizzazione e cu-mulo di periodi assicurativi presentatedal 1° gennaio 2008: il limite minimoper totalizzare i contributi versati nellevarie gestioni passa da 6 a 3 anni; è pos-sibile cumulare tutti i contributi versatianche se si è raggiunto il diritto a pen-sione in una delle gestioni.In materia di riscatto di titoli universi-tari, con effetto dal 1° gennaio 2008,sono state introdotte integrazioni allemodalità di riscatto dei seguenti titoli: di-ploma universitario, diploma di laurea,diploma di specializzazione, dottorato diricerca. ✦

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Donne in pensione a 65 anni c’è bisogno di equiparare l’età?

’intenzione del Ministro RenatoBrunetta di spostare in avanti l’etàpensionabile per il gentil sesso (a

65 anni) ha innescato un dibattito tra lepersone a favore e quelle contrarie aquesta ipotesi. A sorpresa, molte donne di carriera e dipensiero si sono dette favorevoli. Tra manager, sociologhe e sindacalistenon sono poche coloro che appoggianol’ipotesi per le donne di andare in pen-sione alla stessa età degli uomini, innome della parità, della buona saluteprolungata, dell’inserimento sociale edella salvaguardia del bilancio pubblico.Non ha senso, tuttavia, dire un sì o un nosenza distinguo, senza porre questionifondamentali. Sarebbe semplicistico.Intanto, lavoratori e lavoratrici dovreb-bero avere il medesimo trattamento, ilche non è. In media, le donne italiane guadagnanoil 16 per cento meno degli uomini, fanno

meno carriera e sono costrette molto piùspesso dei compagni a rinunciare al la-voro o a non cercarlo neppure. Spiace dirlo, ma in questo campo siamoil più arretrato tra i Paesi europei. In secondo luogo, la giornata lavorativamedia di un uomo è di otto ore, quella diuna donna di nove. Per ché se è vero che lui di solito sta piùa lungo al lavoro, lei sgobba molto di piùin casa. Mesi fa I’Istat ha pubblicato dati precisi.Ad esempio, in una coppia con figli, en-trambi i partner occupati fuori casa, lamoglie lavora per la famiglia cinque oree quindici minuti al giorno, il maritoun’ora e mezza. Tralasciamo stavolta il problema cultu-rale del colloso maschilismo italiano cheresiste imperterrito ai cambiamenti so-ciali. Al di là della buona volontà individuale,ci sono chiare responsabilità per la classe

politica nel suo complesso. Perché gli asili nido pubblici in Italiasono pochi? Perché il part-time è scarsamente inco-raggiato? Perché si dà per scontato che le donnerisolvano il problema di seguire figli pic-coli e/o genitori anziani potendo contaresu pochi aiuti esterni? E’ un fatto che troppe questioni femminilinon sono considerate centrali nelle deci-sioni politiche. Il sistema pensionistico avrà anche biso-gno di più contributi femminili, ma ba-sterebbe che le donne avessero ilmedesimo tasso di occupazione degli uo-mini e lo Stato incasserebbe in un anno260 milioni di euro in più. Su, facciano allora le riforme che ser-vono, però considerando le molte faccedei problemi. Altrimenti non si avrà né la botte pienané la moglie ubriaca.

Le Fiamme Azzurre

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Nei giorni scorsi sono state raccolteoltre 70 firme in un solo giorno, relativead una iniziativa lanciata dal quotidianoIl Tempo, nella quale si chiede l’imme-diata estradizione di Cesare Battisti, ter-rorista degli anni ‘70 rifugiato inBrasile. La sezione ANPPe di Rovigo,inoltre, è molto vicina alla famiglia diGiuseppe Santoro, figlio del Maresciallodegli Agenti di Custodia ucciso dai ter-roristi nel mese di giugno nell’anno1978, e nei prossimi mesi organizzeràdelle manifestazioni in favore dell’estra-dizione del Battisti.

La Sezione regionale dell’ANPPeesprime solidarietà al collega dellaCasa Circondariale di Piacenza, che haavuto recentemente una colluttazionecon un detenuto resosi famoso per unefferato delitto e ben noto alle crona-che nazionali.

Rovigoraccolte firme

pro estradizione

L

Il 21 gennaio 2009 è venuto a man-care il collega della Sezione ANPPeVito Liccardi. Ai familiari giungano le più sentitecondoglianze da parte della Segrete-ria Nazionale e dalla Redazione.

Lutto a Brescia

E’ stato un socio della sezione ANPPe diRovigo a sventare un furto che tre ignotistavano per mettere a segno in una vil-letta della zona di Borsea.Resosi conto subito della situazione, ilcollega, ha contattato telefonicamente il113 che prontamente inviava una primavolante fermando l’auto dei malviventicon gli arnesi da scasso e alcuni armi dataglio. I rapinatori, invece, sono fuggiti a piedidileguandosi nella zona.

RovigoSocio ANPPE

sventa un

tentativo di

furto

Bergamosolidarietà

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La prima legge è del 1939. Il Parlamento con la sua approvazione af-fermò che oggetto dell’assicurazione erala tutela del rischio più grave che in-combe sulle famiglie dei lavoratori. Norme e sentenze si sono susseguite al-largando il diritto e la misura della pen-sione ai superstiti. La legge 335 del 1995 è intervenuta in-vece a ridurre le percentuali facendo ri-ferimento al reddito ed estendendo ladisciplina in vigore nell’Inps a quelladello Stato e degli Enti locali. Si è così realizzata l’unificazione delle re-gole tra lavoratori privati e pubblici.La pensione si chiama di reversibilità sela persona deceduta era già pensionata,mentre se non lo era è definita indiretta.In quest’ultima ipotesi il deceduto deveaver accumulato almeno quindici anni dicontributi, o solo cinque di cui però al-meno tre versati nel quinquennio prece-dente la morte.

CHI NE PUÒ BENEFICIARE?La reversibilità spetta:

• al coniuge anche se separato per pro-

pria colpa purché titolare di assegno ali-mentare;• al coniuge divorziato titolare di asse-gno alimentare;

• al figli minorenni o studenti tra i 18 ei 21 anni o universitari per tutta la duratadel corso legale di laurea e comunquenon oltre 26 anni o inabili di qualunqueetà e a carico del genitore;

• in mancanza del co niuge e dei figli, aige nitori che, alla data della morte, ab-biano almeno 65 anni, non siano titolaridi pensione e siano a carico dell’assicu-rato o pensionato;

• in mancanza di coniuge, figli e geni-tori, ai fratelli celibi e sorelle nubili che,alla data della morte, siano inabili al la-voro, non titolari di pensione e a caricodell’assicurato o pensionato.

IN QUALE MISURA?La pensione di reversibilità viene divisanella misura del 60 per cento al coniuge;20 a ciascun figlio; 40 a ciascun figlio, senon c’è il coniuge; 15 a ciascun genitore,

fratello e sorella. Se c’è un solo figlio l’ali-quota è elevata al 70 per cento.La legge 335/95 ha disatteso la portata diuna contribuzione regolarmente e cospi-cuamente versata, perché ciascuno bene-ficia della pensione in modo completofinché è in vita, ma subisce una riduzionedi valore in caso di morte. Per modificarele cose serve un intervento del legislatore. Intanto nel 2008 la percentuale è ridottanelle seguenti misure:

• 25 per cento con reddito annuo soprai 17.281,68 euro;

• 40 per cento con reddito annuo soprai 23.042,24 euro;

• 50 per cento con reddito annuo soprai 28.802,80 euro.

Per questi calcoli vanno esclusi i tratta-menti di fine rapporto, la casa di abita-zione, gli arretrati a tassazione separata,la stessa pensione di reversibilità. Tale re-gola va ignorata se assieme al vedovo oalla vedova sono contitolari figli minori,studenti o inabili.

Febbraio 2009

La Messacelebrataa Caltanis-setta

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

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Reversibilità:a chi spetta e in quale misura

Caltanissetta:giornata in

memoria dei

caduti

La delegazione ANPPe regionale ha partecipatoalla celebrazione della Giornata in Memoria deiCaduti delle Forze dell’Ordine svoltasi a Calta-nissetta. Alla manifestazione è intervenuto il SegretarioProvinciale Raffaele Giovanni La Magra, portandola sua presenza alla Santa Messa appositamentecelebrata per la manifestazione. Molto sentita la celebrazione con numerose As-sociazioni d’Arma della Provincia di Caltanissetta.

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Catanzaro: inaugurazione

dell’anno giudiziario

i è svolta sabato 31 gennaio,presso l’aula magna della Corted’Appello di Catanzaro la cerimo-nia di inaugurazione dell’Anno

giudiziario 2009: una cerimonia dal sa-pore particolare che si è tenuta all’indo-

mani dello scontro tra le ProcureGenerali di Salerno e di Catanzaro con lenote conseguenze che per quanto ri-guarda la Procura del capoluogo cala-brese hanno determinato oltre iltrasferimento del Procuratore GeneraleDott. Enzo Jannelli, quella di due sostituti Massiccia la presenza di autorità civili,militari e religiose; a porgere gli onoriun picchetto interforze costituito da ap-partenenti alle Forze di Polizia.La cerimonia si è aperta con il discorso

del Presidente della Corte d’Appello Pie-tro Antonio Sirena, che nella sua rela-zione ha evidenziato i tempi lunghi dellagiustizia italiana. Riguardo alla Calabria,il territorio risulta essere abbastanzacomplesso, al fine di contrastare la

‘ndrangheta, definita da Sirena «delin-quenza mafiosa che esercita il suo po-tere nelle attività economiche e sociali,attraverso le estorsioni, intimidazioniviolente e attentati».La principale causa della lentezza, ha la-mentato Sirena, risulta essere la carenzad’organico , costituito da 315 unità, deltutto inidoneo, essendo vacanti 37 postidi magistrati giudicanti di primo grado e10 posti in grado d’appello, vistosa invecerisulta essere lamancanza dei ruoliamministrativi.Il punto più criticonel distretto è la giu-stizia civile, con unapendenza notevoledi processi, in attesadi giudizio.E’ seguito l’atteso intervento del Procura-tore Generale Enzo Jannelli, che ha par-lato, tra l’altro, dei rapporti tra istituzionie forze politiche e tra politica e magistra-tura; ha ribadito con forza i principi san-citi dalla Costituzione e, tra questi, lapresunzione di innocenza fino alla sen-tenza. Si è soffermato sulle questioni re-lative al procedimento penale e

dalle Segreterie

Nelle fotoalcune fasi

della Cerimonia

di Catan-zaro

S

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

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all’attuale tema delle intercettazioni.Vari interventi si sono susseguiti nel

corso della manife-stazione, tra questiquello della Dotto-ressa Serenella Pe-sarin dirigente delDipartimento dellaGiustizia Minorile,che è intervenuta

in rappresentanza del Ministro Al-fano.Per la Polizia Penitenziaria, impe-gnata come detto nei servizi di rap-presentanza, erano presenti ilComandante della Casa Circondarialedi Catanzaro Commissario Opiparied il dirigente della struttura dott. Ga-lati.

Giuseppe Cosenza

E’ nato Lorenzo, figliodel nostro segretarioprovinciale di MassaMario Novani.Dalla Redazione e dalSappe giungano i miglioriauguri a lui, alla sua signora e alla sorellina di Lorenzo.

Massa: fiocco azzurro

in casa Novani

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Parma: consegnato un

riconoscimento

all’Isp. Michele Volpe

Il 1° Febbraio 2009, il Comitato Fidalprovinciale di Parma, ha consegnato al-l’Ispettore Capo Michele Volpe, Vice Co-mandante degli II.PP. di Parma, ilpremio d’oro di partecipazione a tuttele gare podistiche del Campionato Pro-vinciale FIDAL previste in calendario nel2008, per un totale di 19 appuntamenti.Complessivamente, nell’anno 2008, il no-stro collega ha partecipato a 65 garecompetitive e non tra Fidal e altri enticompresi i Campionati Italiani di MezzaMaratona a Riva del Garda del 16 novem-bre 2008, percorrendo globalmente1.650 km. Questo riconoscimento premia il nostroatleta come il vero stakanovista dellacorsa, così come è stato definito in sededi premiazione dal Comitato Fidal, oltread essere stato l’unico su 250 atleti dellasua squadra dell’Atletica Casone di No-

ceto (PR) a raggiungere un così presti-gioso traguardo.L’Ispettore Michele Volpe ha ringraziatola sua famiglia e la propria società podi-stica e pubblicamente il proprio Coman-

dante di Reparto, il Commissario AugustoZaccariello, il Direttore Silvio Di Grego-rio ed i suoi colleghi, per la grande di-sponibilità dimostrata. L’impegno sportivo dimostrato dal Vicecomandante Volpe viene equiparato allasua grande professionalità, dedizione espirito di sacrificio che quotidianamentedimostra in servizio.

(nella foto Michele Volpe il primo dadestra riconoscibile con la giaccagialla)

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Nel mese di ottobre 2008, si è svolto presso il Ristorante LaCatalana di Gambassi Terme un incontro conviviale in onoredei prossimi 18 anni di fondazione del Sappe.Sono intervenuti alla bellissima serata, organizzata dal rappre-sentante locale Giuseppe Pagano, i colleghi di Firenze Sollic-

ciano, Gozzini e dell’OPG diMontelupo Fiorentino.Al termine della serata, dopo iconsueti discorsi, si è festeg-giato brindando e consumandouna bellissima torta, raffigurantel’effige del Sappe con tanto dicandelina.

Montelupo Fiorentino: festa del Sappe

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LEONERAuinto film del giovane regista argentino Pablo Trapero,Leonera, presentato al Festival di Venezia e al Festifvaldi Cannes, è una coproduzione tra Matanza Films (lacasa di produzione di Trapero) e l’Amministrazione Pe-

nitenziaria Statale argentina, che ha permesso non solo le ripresein 5 carceri ma anche l’utilizzo come attrici di ben 50 detenutein cambio di iniziative culturali (corsi di alfabetizzazione, recita-zione e proiezioni di film) e di un trattamento di riguardo per ilset, cioè l’eliminazione dei soliti luoghi comuni che dipingonoogni direttore e poliziotto penitenziario di un carcere femminilecon tinte fosche, sadiche e pervertite.La pellicola è comunque un film molto forte sulla maternità e sul-l'innocenza che convive con il degrado, con la coproduzione delregista che ha, addirittura, coinvolto quale protagonista la giovanemoglie realmente incinta all'epoca delle riprese. Il film non ri-nuncia comunque alla denuncia di un sistema carcerario che pursimulando umanità (il reparto delle madri) conduce sia le donne

che i loro figli ad una irreversibile perdita di con-tatto con la realtà esterna. La trama racconta di Julia, la protagonista, che sisveglia nel suo appartamento di Buenos Aires, co-perta di sangue accanto ai corpi di due uomini.Nonostante questo, la giovane donna va ugual-mente al lavoro, come fosse in stato di trance,fin-quando, tornata a casa, prende coscienzadell'accaduto e chiede soccorso.Allora si scopre che uno dei due uomini è morto,mentre l'altro, Ramiro, si salverà.Julia viene, così, arrestata e accusata di omicidio.

La giovane donna, che conviveva con i due uomini che erano suoiamanti, è incinta e decide di far nascere il figlio anche nel de-grado della prigione.Sua madre, però, a portarglielo via e da quel momento Julia avràun solo obiettivo: riunirsi al suo piccolo.Da notare che Leonera è il nome con cui in Argentina vengonochiamate le sezione dove i detenuti transitano in determinati mo-menti della loro condanna. Si tratta di celle di passaggio, di tran-sito, tra la reclusione e il tribunale, tra il braccio di detenzione eil momento della visita, tra un reparto e un altro.Ma leonera, in spagnolo, è anche la femmina del leone e Julia èuna leonera in tutti i sensi, è una belva che difenderà a tutti i costila propria maternità e che farà di tutto per riavere il proprio cuc-ciolo. E, nel finale, la zampata del leone di Julia sarà l’evasionedal carcere e la fuga, insieme al figlio, verso il Paraguay.

Cinema dietro le sbarre

In alto la locandina

sopra esotto

alcunescene del

filma destra

il registaPablo

Trapero

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La scheda del FilmRegia: Pablo TraperoAltri titoli: Lion’s Den- Desencuentro

Soggetto: Pablo TraperoSceneggiatura: Alejandro Fadel, Martin Mauregui, Santiago Mitre, Pablo TraperoFotografia: Guillermo NietoMusiche: Graeme RevellMontaggio: Ezequiel BorovinskyScenografia: Coca OderigoCotumi: Marisa UrrutiProduzione: Pablo Trapero, Youngjoo Suh e Walter Sallesper Matanza Cine, Cineclick Asia, Patagonik Film Group,Videofilms

Personaggi ed Interpreti:Julia: Martina GusmanSofia: Elli MedeirosRamiro: Rodrigo SantoroMarta: Laura Garcia

Genere: Drammatico Durata: 113 minuti Origine: Argentina, Corea del Sud, Brasile 2008

Note: - Martina Gusman figura anche come produttrice esecutiva.- In concorso al 61° Festival di Cannes (2008).

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a cura diG. B. De Blasis

Undisputedl campione di pugilato James Chambers, detto Iceman, vienerinchiuso in un carcere con l'accusa di molestie sessuali,ma non finisce in un istituto normale, bensì nel penitenziariodi Sweetwater, carcere di massima sicurezza sperduto nel

deserto del Mojave dove sono detenuti i peggiori delinquenti ditutti gli Stati Uniti.Iceman, che è stato campione del mondo dei pesi massimi, al-l'epoca pieno di milioni (ora è in bancarotta), ha un pessimo ca-rattere e, quindi, ha un impatto con la galera e con gli altridetenuti, particolarmente duro.Si affida esclusivamente al suo compagno di cella per dialogarecon gli altri ristretti, incaricandolo di mettere in giro la voce chenon vuole essere disturbato e non vuole fare amicizia con nes-suno.Non è affatto casuale che proprio nel penitenziario di Sweetwatersi organizzino gli incontri di pugilato più importanti del circuitoboxistico-carcerario.E non è altrettanto casuale che nello stesso carcere sia rinchiusoil campione degli incontri tra detenuti, Monroe Hutchen (inter-pretato da uno strepitoso Wesley Snipes).Per queste ragioni la mafia, il circuito pugilistico e la stessa am-ministrazione penitenziaria premono perché si organizzi un in-contro tra i due campioni, ma il superbo e presuntuoso Icemanrifiuta categoricamente di salire sul ring per affrontare colui cheritiene un dilettante.Sarà un anziano detenuto (il tenente Colombo- Peter Falk) a scom-binare i piani e gli equilibri che Iceman credeva di essersi creato.Ripstein (Peter Falk), infatti, riesce a provocare il campione fa-cendogli sapere che all'interno del carcere c’è questo pugile im-battuto e fortissimo, che si organizzano combattimenti ogni seimesi, e, che secondo lui, Iceman uscirebbe perdente da quell'ipo-tetico match.L’espediente di Ripstein funzionerà alla perfezione e l’antipaticocampione del mondo cadrà nel tranello psicologico, accettando,infine, di disputare l’incontro.Nemmeno a dire l’esito dello scontro protagonista/buono - anta-gonista/cattivo per la gioia dello spettatore cheè stato sapientemente preparato alla scena fi-nale, spudoratamente ispirata al Rocky Balboadi Sylvester Stallone.

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A fianco la locandina

sottoalcunescene delfilm

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La scheda del FilmRegia: Walter HillSoggetto: Walter Hill, David Giler Sceneggiatura: David Giler, Walter HillFotografia: Lloyd Ahern IIMusiche: Stanley ClarkeMontaggio: Phil Norden,Freeman A. Davies Scenografia: Maria Rebman CasoCotumi: Barbara InglehartEffetti: Digital Dimension, David J. Barker, Josh HakianProduzione: Miramax Films - Millenium Films - MPCA - Un-disputed Productions - Amen Ra Films Hollywood Partners Munich

Distribuzione: Lantia - DVD CVC

Personaggi ed Interpreti:Monroe Hutchen: Wesley SnipesJames Iceman Chambers: Ving RhamesEmmanuel Ripstein: Peter FalkJames Kroycek: Fisher StevensGuardia: Michael RookerYank Lewis: DaytonCallieMingo Sixkiller: Wes StudiAl: Johnny WilliamsChuy: Jon SedaVinny: Joe D’Angerio

Genere: Drammatico Durata: 96 minuti Origine: USA, Germania 2002

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i è svolta a Roma mercoledì 18febbraio, nella prestigiosa SalaZuccari di Palazzo Giustinianipresso il Senato, la presentazione

del primo Salone della Giustizia che sisvolgerà presso la Fiera di Rimini dal 3al 6 dicembre 2009. L’iniziativa è stata illustrata dal presi-dente della Commissione Giustiziadel Senato Filippo Berselli, allapresenza del Sottosegretario allaPresidenza del Consiglio GianniLetta, della collega alla Giustizia Al-berti Casellati, del Capo del DAPIonta, di rappresentanti della ma-gistratura e delle forze dell’ordine,del Parlamento e dell’informa-zione.«Il Salone della Giustizia - ha detto ilpresidente Berselli - è il frutto di un la-voro iniziato da tempo con cui ab-biamo voluto colmare un vuoto.Convegni sulla giustizia se ne fanno ese ne sono fatti tanti, anche troppi,considerati gli scarsi e deludenti risul-tati sinora raggiunti. Fiere per l’indu-stria del settore e per la pubblicaamministrazione ce ne sono in abbon-danza. Ma un momento di dibattitopubblico giuridico-culturale, unasorta di Cernobbio del diritto su temifortemente sentiti dai cittadini, che siconiugasse ad una importante realtàespositiva, un panorama delle attività,dell’intelligenza e delle innovazioni ditutte le imprese impegnate nel settore,certamente mancava. E’ quindi con le-

gittimo orgoglio che presentiamo que-sto 1° Salone nella certezza di poterdare un significativo contributo allaconoscenza del pianeta giustizia. Essosarà negli anni futuri, sempre a Ri-mini, un imprescindibile evento percoloro che operano ai vari livelli peruna giustizia moderna davvero al ser-vizio dei cittadini».

La Giustizia è un tema da affrontare«senza lo spirito a volte fazioso e diparte che spesso vizia il dibattito,senza l’improvvisazione che spessovizia e distorce l’informazione» su tv egiornali, ha detto il sottosegretario Letta,per il quale nel nostro Paese «c’è un’al-luvione, forse esagerata, di dibattitisulla giustizia». Letta ha sottolineato «il compiacimentodel Governo per un’iniziativa certa-mente nuova e diversa» ed ha osser-vato: «Non è che in Italia non manchila discussione sulla Giustizia». Basta«aprire tv e giornali per vedere che nonc’è traccia di polemiche sulla Giusti-zia», ha aggiunto con ironia Letta che haproseguito: «è vero che in Italia c’èun’inflazione di discussioni, dibattitie polemiche anche aspre e aggressive.

L’iniziativa di Berselli è diversa perche’si propone di affrontare la discussionesu un tema così alto in manieranuova». E ancora: «Sappiamo che i di-battiti di altra natura o polemiche cheimperversano su tv e giornali nasconodal fatto che non sempre la realta’cor-risponde al modello», ha affermato, au-spicando la presentazione al salone della

giustizia di un modello «raggiungi-bile e realistico». Quanto alle inda-gini, che devono essere «silenziosee riservate», Letta ha notato: «mavoi conoscete un’indagine silen-ziosa e riservata oggi in Italia e inquesto frangente?». Poi, riferendosi alle parole del pre-

sidente della Corte di Cassazione, sui pro-cessi rapidi, con tempi certi, che rendanogiustizia, ha detto: «è un modello a cuispero ci si possa avvicinare rapida-mente». Scherzando, Letta ha aggiunto che nei pa-diglioni della fiera della città romagnola- dedicati alla legge, alle indagini, al-l’espiazione della pena e al processo -Berselli «ci portera’ direttamente dalParlamento al carcere passando per lafase dell’elaborazione delle leggi».«I tanti anni trascorsi in prima fila nelcontrastare il crimine mi hanno con-vinto che l’unica strategia vincente èquella che vede realmente fianco afianco Forze di Polizia e Magistratura.Ben venga, allora, il Salone della Giu-stizia, luogo di scambio e di espe-rienze, tecnologie, metodologie di

Infogiustizia

In alto ipadiglionidella Fiera

di Riminia lato il

logo dellamanifesta-

zione

S

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[email protected]

Rimini: a dicembreil primo salonedella giustizia

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Nuvola Rossa

[email protected]

Il Ministro chebuca lo schermo

l mio giovane figlio Cavallo Spe-ranzoso, non si è mai occupatodi politica. Lui come tanti altrigiovani sta un po’ alla larga dalla

politica e soprattutto non gli piacciono ipolitici, anzi ha la tendenza ad essere unsupercritico. Che l’onorevole sia di de-stra o di sinistra, per lui sono tutti man-giatàri e le loro false parole nonriescono a scalfirgli il cuore indurito dal-l’affannosa ricerca di un lavoro che nonc’è... Eppure, l’altra sera, subito dopo ifatti di Guidonia, sentendo le parole delMinistro Alfano in televisione (alle qualipoi sono seguiti i fatti – mai più arrestidomiciliari per i violentatori!) CavalloSperanzoso mi ha guardato fisso negliocchi e mi ha detto: «Ma u sai papà chistu Ministru Alfanu mi piaci vera-menti!».

Aggiungendo anche un aggettivo sulquale sorvoliamo ma che ha a che vederecon l’accresciuta virilità del giovane ebattagliero Ministro della Giustizia.Che il nostro Ministro fosse un grandecomunicatore l’avevo già scritto sulle pa-gine di questo giornale ma che bucasseil video fino a conquistarsi le simpatie deipiù giovani, come fosse un divo delGrande Fratello o di Amici, questo sin-ceramente non l’avevo calcolato.E’ bastato che Alfano, traducesse il desi-derio più intimo di milioni di cittadini,in provvedimento di legge, per creargliuna simpatia istantanea, un vero feelingcon gli italiani.Il suo decisionismo, il suo parlar chiarosenza fronzoli e senza tanti giri di parole,

l’immediatezza con la quale dispone l’invio di ispettori Ministeriali in quelleProcure dove l’ attività dei Magistrati èpoco chiara o non conforme alle regole,il passare dalla parole ai fatti come l’averinasprito il regime del 41 bis, fanno cre-scere negli italiani la simpatia verso que-sto giovane politico che era statoetichettato come l’uomo di Berlusconinel senso più negativo del termine.Io invece, da Vecchio Indiano continuoa credere in questo coraggioso siciliano,al quale, nonostante abbia una pletora diconsiglieri sicuramente molto più accre-ditati di un vecchio capo tribù come me,vorrei consigliare di riaprire al più prestole isole di Pianosa, Asinara e Capraia cosìda adibirle solo a reclusori per mafiosi,per gli irriducibili.Se davvero vuoi battere la Mafia devi iso-larla dal suo contesto sociale e pertanto,prendi un mafioso e mandalo a scontarela pena a Pianosa e si vedrà crollare ilmondo addosso: possibilità di comuni-care con l’esterno - zero; disagi perfruire dei colloqui, obbligo della videoconferenza e quindi niente spostamentie turismo giudiziario; applicazione certadelle regole poiché in quel contesto nes-suno può subire condizionamenti disorta.E’ stato un grave errore abbandonare leisole, un patrimonio storico - penitenzia-rio unico al mondo che peraltro avevapreservato la natura dei luoghi per oltreun secolo; ma agli errori, caro Ministro,con questa penuria di posti letto per de-tenuti che ci ritroviamo, si può semprerimediare.

Commenti

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Alcune immaginidel MinistroAlfano

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indagine che andranno a rappre-sentare un comune sapere a dispo-sizione dell’investigatore», hasottolineato il capo della Polizia An-tonio Manganelli. «E’ molto significativa - ha com-mentato il generale GianfrancescoSiazzu, Comandante Generale del-l’Arma dei Carabinieri - l’iniziativadi avvicinare il cittadino al mondodella giustizia». E quella del primo Salone di settore«è un’idea vincente e originale, ca-pace di focalizzare gli sforzi che loStato compie per garantire giusti-zia alla comunità». «Un momento di incontro dina-mico e interattivo, dai risvolti so-ciali ed educativi di assolutarilevanza per la collettività», ha sot-tolineato il Comandante Generaledella Guardia di Finanza, GeneraleCosimo D’Arrigo. Il Salone della Giustizia «costituisceun momento di comunicazione isti-tuzionale di grande ri-lievo per l’ampiezzadei temi trattati e, perquanto riguarda l’Am-ministrazione peni-tenziaria, è unaoccasione prestigiosaper comunicare l’im-pegno e le risorseumane e professionaliche gestiscono il sistema dell’esecu-zione penale», ha detto il capo del Di-partimento dell’amministrazionepenitenziaria Franco Ionta, che haanche aggiunto: «il Corpo di PoliziaPenitenziaria costituisce un pilastrodel sistema carcere e del sistemadella giustizia e della sicurezza ingenerale, un Corpo prestigioso cheopera a garanzia della legalità edella sicurezza dei cittadini. E l’ap-puntamento di Rimini contribuiràa aumentarne la conoscenza e l’im-portante ruolo a pubblica opinionee stampa». Appuntamento alla Fieradi Rimini, dunque, dal 3 al dicembreprossimi. ✦ ✦

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L’insostenibile leggerezza del

Project Financingl sovraffollamento è un problemaserio che solo noi poliziotti, i dete-nuti e qualcun altro ben informato,può davvero cogliere appieno.

Le conseguenze negative del sovraffolla-mento sono evidenti: esso rende più dif-ficile per il sistema penitenziario offrirecondizioni di vita accettabili per i dete-nuti e per il personale penitenziario e diperseguire quindi i suoi obiettivi fonda-mentali e cioè come prima cosa isolare icriminali dalla società e poi favorire lapossibilità ai detenuti, quando vengonorilasciati, di essere reintegrati con suc-cesso nella comunità.Negli ultimi dieci anni quasi tutti i paesieuropei hanno sperimentato un dramma-tico aumento della popolazione carcera-ria: il rapporto tra detenuti e popolazionein Europa è aumentato di circa il 17% nelperiodo 1997-2006.In Italia tra il 1995-2005 la popolazionecarceraria è aumentata del 22%, piùdella media europea, mentre la capacitàdi accoglienza è rimasta pressoché sta-bile (+5,5%). Di conseguenza, il sovraf-follamento nelle carceri Italiane èaumentato drammaticamente.Sono dati che emergono da uno studiodell’Università Bocconi di Milano dal ti-tolo Evaluating the efficienciency ofthe italian penitentiary system (Valuta-zione dell’efficienza del sistema peniten-ziario italiano) pubblicato nel novembredel 2008, che ha elaborato i dati fornitidirettamente dal DAP.In Europa alla fine del 2005 il rapportotra popolazione carceraria e capacità to-tale degli istituti di pena è stato pari a1,02 con grandi differenze tra i vari paesi:in Italia per esempio alla fine del 2005

(ultimo dato riscontrabile prima dell’ap-provazione dell’indulto) tale rapporto haraggiunto l’1,39 ed è aumentato fino algiugno del 2006 quando, per scongiu-rare un estremo disagio (leggasi rivoltein tutti gli Istituti penitenziari italiani), ilParlamento ha votato il provvedimentodell’indulto che ha letteralmente svuotatole carceri, portando il numero dei ri-stretti al di sotto della capienza totale re-golamentare. Il Sappe aveva accolto con favore il prov-vedimento, a condizione però che si po-nesse immediatamente mano ad unarivisitazione dell’intero sistema peniten-ziario, altrimenti come avevamo già pre-visto, in pochi mesi si sarebbe ritornatiinevitabilmente ai numeri e ai problemidell’estate del 2006, cioè alla situazioneche ci troviamo di fronte oggi. La notizia è della fine di gennaio 2009: ilGoverno, su indirizzo del nostro Mini-stro, per far fronte al sovraffollamento

degli istituti penitenziari italiani, intendericorrere al Project Financing (cosìcome già stabilito dalla Legge 388 del2000 art. 145 comma 34) in modo taleda costruire «nuovi istituti che po-tranno offrire un’accoglienza più di-gnitosa» (sono parole del MinistroAlfano) al crescente numero di personedetenute.E’ difficile però capire la vera portatadella soluzione prospettata, soprattuttoquando con i problemi del sovraffolla-mento ci si convive ogni giorno, 24 oresu 24, al di qua della porta blindata dellacella e non si ha proprio modo e tempodi valutare le tante variabili in gioco. Un dato però emerge prepotentementeanche agli occhi del poliziotto peniten-ziario più ottimista: come può la costru-zione di nuovi edifici complicati comesolo un istituto penitenziario è capace diessere, presentarsi come soluzione alcollasso che subiremo fra pochi mesi?

Commenti

Nuoviprogetti

per l’edili-zia peni-

tenziaria?

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Ma vediamo meglio cosa ci propongono.La finanza di progetto (o Project Finan-cing in inglese) è un’operazione di finan-ziamento a lungo termine che consistenel coinvolgimento di soggetti privati(Concessionari) da parte di soggetti pub-blici (Concedenti), nella realizzazione,nella gestione e soprattutto nell’accollototale o parziale dei costi di opere pub-bliche in vista di guadagni futuri.In cosa consistono questi guadagni fu-turi?La Legge 11 febbraio 1994, n.109 Leggequadro in materia di lavori pubbliciall’articolo 19 comma 2 prevede che:“La controprestazione a favore delconcessionario consiste unicamentenel diritto di gestire funzionalmente edi sfruttare economicamente tutti i la-vori realizzati...”. In pratica però, siccome gli istituti peni-tenziari (per ora) non sono gestibili dasoggetti privati, per finanziare/risarcire lacostruzione di nuovi istituti penitenziari sideve trovare un altro modo e lo stesso ar-ticolo infatti prosegue: “Qualora neces-sario, il soggetto concedente assicura alconcessionario il perseguimento del-l’equilibrio economico/finanziariodegli investimenti e della connessa ge-stione in relazione alla qualità del ser-vizio da prestare, anche mediante unprezzo, stabilito in sede di gara”. Ma tutti sappiamo che i soldi per finan-ziare queste opere di pubblica utilità nonci sono e allora arriviamo al dato davverointeressante proseguendo nella letturadell’articolo: “A titolo di prezzo, i sog-getti aggiudicatori possono cedere inproprietà o diritto di godimento beniimmobili nella propria disponibilità, oallo scopo espropriati, la cui utilizza-zione sia strumentale o connessa al-l’opera da affidare in concessione,nonché beni immobili che non assol-vono più a funzioni di interesse pub-blico...”.Quindi a titolo di risarcimento per il fa-vore di aver costruito nuove carceri, il

Governo prevede sostanzialmente unapermuta con quei fatiscenti edifici (dovelavoriamo noi oggi) situati nei centri sto-rici di alcune città come Roma, Milano,Palermo, oppure con quelli situati inposti di indubbio valore naturalistico(ma facilmente convertibile in valore tu-

ristico) come Pianosa, Procida o Nisida.Inoltre è facile prevedere che i nuovi isti-tuti verranno edificati in aree periferichedella città e questo è un dato da tenere amente. Un affare quindi! Ma per chi?Senza prendere in esame quello che è av-venuto negli ultimi decenni e che sembracontinuare ad avvenire ancora oggi,quando gli interessi dei politici coinci-dono con gli interessi di privati/banche(considerazioni che potrebbero facil-mente scadere in strumentalizzazioni diorientamento politico), un fatto è certo:questo affare non si traduce e non si tra-durrà in un vantaggio/soluzione per laPolizia Penitenziaria. Prima di tutto perché il sovraffollamentolo stiamo vivendo oggi e diventerà inge-stibile quest’estate se non prima equindi, semplicemente, noi poliziotti chein carcere ci lavoriamo 365 giorni l’anno24 ore su 24, non possiamo permettercidi aspettare anni(!) per porre rimedio al

Un cantiereedile

Enzima

[email protected]

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

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sovraffollamento e poi, questione chenon è stata presa assolutamente in con-siderazione dal Governo, chi ci lavoreràin questi nuovi istituti penitenziari?La capienza regolamentare di tutte le car-ceri italiane è di circa 43.000 unità,quella tollerabile (ma non si conoscono

i criteri per definire la tollerabilità) è dicirca 63.000. A fronte di un’attuale ca-renza d’organico della Polizia Peniten-ziaria di più del 10% (dato presentato alParlamento il 27 gennaio scorso dallostesso Ministro), se si costruissero car-ceri per raggiungere per esempio unacapienza regolamentare di 50.000 posti,con conseguente incremento anche dellasoglia tollerabile (che a sua volta è facilepresumere verrà sfruttata/tollerata comeviene sfruttata/tollerata ora alle spalledella Polizia Penitenziaria) e stanti gli at-tuali indirizzi della politica di nonvoler/poter incrementare l’organicodella Polizia Penitenziaria, si arriverebbealla previsione assurda di una capienzatollerabile di circa 73.000 detenuti a lorovolta gestiti dalle attuali 40.000 unità diPolizia Penitenziaria, capienza che a suavolta determinerebbe una carenza d’or-ganico della Polizia Penitenziaria di circail 29% se calcolata sulla capienza rego-

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lamentare e del 48% se calcolata sullacapienza tollerabile. Ma almeno, si dirà,sarà un affare per i detenuti che ve-dranno migliorare le proprie condizionidetentive. Non è il parere di una ricercadi professori universitari italiani che col-laborano con il l’IZA, un istituto tedescodi ricerca di studi sul lavoro. Nel marzodel 2008 infatti viene presentato PrisonConditions and Recidivism uno studioper valutare come e quanto le condizionidetentive hanno influito sulla recidivitàdei detenuti italiani che hanno usufruitodell’indulto del 2006.Dallo studio emerge che per ogni 10 kmdi lontananza dell’istituto penitenziariodal capoluogo di Provincia, la recidivaaumenta del 2,8%, una percentuale in-quietante che i ricercatori giustificanocon il fatto che distanze più lunghe im-plicano costi più elevati (in termini ditrasporto, organizzazione e motivazione)per le associazioni, i gruppi, le organiz-zazioni dei volontari per lo sviluppo diattività sociali, istruzione, formazione elavoro per i detenuti. Ciò significa chepiù è la distanza di un carcere dal capo-luogo della provincia, più deboli sono ilegami sociali in cui i detenuti vengonointegrati (e quindi un più elevato gradodi isolamento dal resto della società),con conseguente difficoltà di reinseri-mento e quindi maggiore propensione alprosieguo dell’attività delittuosa. In pra-tica verrebbe meno proprio l’efficaciadel reinserimento dei detenuti nella so-cietà, quello che da tutti viene sbandie-rato come l’obiettivo principaledell’Amministrazione penitenziaria, ci-

tando in ogni dove l’inflazionato quantoinapplicato art. 27 della Costituzione.La cosa più assurda poi è che al ProjectFinancing non ci crede nemmeno il Mi-nistro è l’ha dichiarato al Parlamentosempre il 27 gennaio 2009 quando hapresentato la Relazione sulla Giustiziaper l’anno 2008 consultabile on-line sulsito web del Ministero: «Sono giunte al-cune proposte per la realizzazione diistituti in project financing, che tutta-via sono risultate impraticabili inquanto non sostenibili per la parte fi-nanziaria a carico dello Stato. Talestrumento finanziario, infatti, prevedesostanzialmente la possibilità che ilrealizzatore privato dell’opera recuperiil capitale investito attraverso la ge-stione del servizio o dei servizi dallastessa offerto, sempreché tale gestioneproduca redditi. Tuttavia, nel caso diun istituto penitenziario si è accertatoche i servizi appaltabili al privato sonomarginali e, comunque, insufficientia produrre redditi di gestione tali daconsentire il rientro dei cospicui capi-tali investiti. In pratica, l’operazionesi dimostra fattibile qualora lo Statopartecipi al finanziamento dell’operanella fase di costruzione con un cospi-cuo contributo finanziario pari al 60-70% del costo di costruzione e, in fasedi funzionamento, con una rata an-nuale mediamente di 4-5 milioni dieuro, per un periodo determinato in 30anni per piccoli penitenziari ed in 40anni per quelli grandi».Appare chiaro quindi che l’edilizia peni-tenziaria sia stata quantomeno presa conleggerezza e perciò Signor Ministro, unaproposta: per raccogliere fondi per l’edi-lizia penitenziaria si inizi a stornare isoldi, previa restituzione, delle varie cen-tinaia di migliaia di euro, dello stipendiodell’attuale Capo del Dipartimento che inquasi un anno non ha fatto nulla e che(per questo?) è stato promosso ancheCommissario straordinario per l’ediliziapenitenziaria.

Commenti

Il MinistroAngelino

Alfano e ilCao del

DAP Franco

Ionta

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uesto testo è stato pensatoper gli addetti ai lavori,come gli operatori peniten-ziari e sociali ad ogni livello,

e per quanti vogliano approfondire laconoscenza delle dinamiche relazio-nali tra i detenuti musulmani e l’isti-tuzione penitenziaria.Il “pianeta carcere” negli ultimi diecianni ha subito una radicale trasforma-zione: la popolazione detenuta, so-prattutto nei penitenziari delcentro-nord, parla sempre più unalingua che non è l’italiano, ma corri-sponde all’idioma del variegatomondo multi-etnico degli attuali dete-nuti, caratterizzato da una massicciapresenza di musulmani.La gestione di queste persone è estre-mamente difficile, sia perché gli ope-ratori penitenziari mostrano dei limitinella conoscenza del fenomeno, siaperché il diritto penitenziario risultaessere anacronistico, in quanto pen-sato dal legislatore per una popola-zione detenuta italiana.Il fatto di non considerare la compo-nente culturale e religiosa dei detenutimusulmani fa sì che queste personepongano in essere atti violenti rivolticontro se stessi, persone e cose, pro-prio per reagire alla perdita lenta edinesorabile della loro identità. Attra-verso la comparazione dei dati stati-stici e delle interviste svolte sul campo,si è potuto osservare che questo pro-cesso origina due tendenze socio-cul-turali apparentemente contrastanti neidetenuti musulmani: in alcuni, si veri-fica una vera e propria re-islamizza-zione, mentre, in altri, si acuisce ilprocesso di secolarizzazione.Per risolvere la questione sollevatadall’islam nel carcere, ma più in ge-nerale quella degli extracomunitari,

Donato Antonio Telesca

L’Islam Carceratol’dentità islamica

nel pianeta penitenziario

Edizione QuattroVenti

Q

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Guida alla redazione degli atti di Polizia Giudiziariaa cura di Loris D’Ambrosio

LAURUS ROBUFFO Edizioni

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Guida indispensabile per una corretta redazionedegli atti di polizia giudiziaria e per una agevolee completa compilazione. Uno strumento di va-lido aiuto per gli Ufficiali e gli Agenti. Questa va-lida iniziativa editoriale è articolata in una seriedi schemi per atti di PG, ognuno dei quali pre-ceduto da dettagliate note introduttive sull’attoed integrato da pertinenti note esplicative

i Libri del mese

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

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occorrono sia riforme strutturali, a par-tire dalla revisione della legge Bossi-Fini, sia interventi specifici, comel’introduzione di figure professionali, dimediatori interculturali, di psicologi dicultura araba, che di capacità culturaliper istituire relazioni proficue con le or-ganizzazioni esterne religiose. Solo inquesto modo nei penitenziari sarà pos-sibile gestire queste persone, che altri-menti, se abbandonate a se stesse,finiscono con il rappresentare un peri-colo per l’ordine e la sicurezza degli isti-tuti penitenziari italiani.Per eventuali acquisti o informazioni sipuò contattare direttamente l’autore aln. 3287773536.

Aldo Di Giacomo Elementi di Diritto Penaleper la Polizia Giudiziariaa cura di Loris D’Ambrosio

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Il libro illustra i principali reati alla cui preven-zione e repressione è chiamata la Polizia giudi-ziaria. L’analisi dei reati è completata dariferimenti giurisprudenziali e processuali(competenza, arresto, fermo) e dalla indica-zione degli elementi che differenziano le variefattispecie. Molto utile per l’aggiornamento pro-fessionale e per la preparazione concorsuale.

Elementi di Procedura Penaleper la Polizia Giudiziariadi Pier Luigi Vigna

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Nel libro, che si caratterizza per una esposizionecompleta ma di agevole lettura, sono esposti,oltre ai princìpi fondamentali che regolano ilCodice di Procedura penale, gli istituti che rile-vano per l’attività della Polizia giudiziaria, conutili esemplificazioni e puntuali richiami allenorme del codice. Si tratta di uno strumento finalizzato a renderepiù agevole l’opera della Polizia giudiziaria e adaccrescerne la professionalità, valido sia perl’aggiornamento professionale che per la pre-parazione concorsuale. Erremme✦

Donato Antonio Telesca (San-t’Ilario1969) si è laureato con ilmassimo dei voti in Antropologia edEpistemologia delle Religionipresso l’Università di Urbino. Ha conseguito, inoltre, la laurea inSociologia con indirizzo socio-an-tropologico dei fenomeni religiosied, infine, si è diplomato in ScienzeReligiose presso l’Istituto I. Mancinidella medesima Università. Attualmente ricopre il grado diIspettore Capo nel Corpo di PoliziaPenitenziaria, con esperienza ven-tennale, e presta servizio nella CasaCircondariale di Pesaro.

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Partita di calcio e fuga dal carcere: in 5 evadono come Pelè

orse sono stati ispirati dal film Fugaper la vittoria. Forse no. Fatto stache hanno emulato in tutto e pertutto l’evasione di Sylvester Stallone,Michael Caine, Pelè, Bobby Moore

e Osvaldo Ardiles, che di quel film erano iprotagonisti. Ieri cinque reclusi, due deiquali ritenuti pericolosi, si sono volatiliz-zati allo stesso modo, sfruttando la confu-sione di una partita di calcio, dallaprigione della città di Santa Rosa, capo-luogo della provincia della Pampa, nell’Ar-gentina centrale. Come ogni giorno, raccontano i media, nelpomeriggio, nonostante il caldo torrido, idetenuti si sono impegnati in un picadito,cioè una partitella, nel cortile del carceree, a causa del gran caldo, le guardie si sa-rebbero ritirate nel fresco delle lorostanze. Ciò è bastato perché i cinque, dopoaver bucato una rete, aiutati dai compagni,formassero una piramide umana e scaval-cassero un muro alto cinque metri. Mentrepiombavano a terra, sono stati visti da al-cuni passanti allibiti: uno di loro ha avvi-sato i responsabili del carcere, innescandouna caccia all’uomo che, però, non hadato alcun risultato. Tra gli evasi, anche Sa-muel Vargas, 37 anni, fisico da atleta edesperto in fughe: già il 20 novembrescorso, infatti, sempre durante un pica-dito, se ne era andato da solo dalla stessaprigione, venendo ripreso due settimanedopo.

Dal governo progetto di amnistia,per 3.300 detenuti

Il quotidiano bulgaro Vseki Den ha ripor-tavo un nuovo progetto di legge del Consi-glio dei Ministri per dare l’amnistia a circa3.300 prigionieri. Motivo: far posto nellecarceri vetuste e sovraffollate, renderleluoghi di detenzioni in linea, per quantopossibile, con gli standard dell’Unione eu-ropea.Sono circa 12mila le persone imprigionatenelle carceri della Bulgaria; il nuovo pro-getto di legge, come aveva spiegato la Mi-

nistra della Giustizia Miglena Tacheva, pre-vede l’amnistia per chi è stato condannatoa causa di crimini non gravi commessiprima del 1 luglio 2008, per chi è statocondannato a tre anni di detenzione percrimini con l’accusa di premeditazione eper chi è stato condannato a pene inferioriai cinque anni per atti commessi per im-prudenza. Il decreto non concerne invecei crimini commessi sotto l’influsso dell’al-col o quelli che hanno causato alla vittimegravi menomazioni fisiche o che ne hannocausato la morte. Il progetto comporteràinoltre l’alleggerimento di cinque anni dicarcere a prigionieri che ne hanno giàscontati oltre 15 e di due anni a chi ha giàpassato in carcere dai 10 ai 15 anni.

Graziato un italiano condannato a 25 anni per droga

Per il sospetto di aver detenuto quindicigrammi di eroina era stato condannato aquindici anni di carcere e cinque di lavoriforzati da un Tribunale del Myanmar, l’exBirmania; poiché non aveva il visto sul pas-saporto, aveva avuto un’altra condanna acinque anni con altrettanti di lavori forzati.La disavventura è capitata a un comasco di34 anni che, nei mesi scorsi, è stato gra-ziato dai giudici birmani, a condizione chefosse espulso, ed è potuto tornare a casa.Claudio F. era stato arrestato il 2 febbraiodel 2007 in un hotel con altre due personeed era stato condannato al termine di dueprocessi che i suoi genitori non esitano adefinire piuttosto sommari. Attraverso i ca-nali diplomatici sua madre e suo padrehanno quindi ottenuto che fosse graziato edè potuto tornare a casa dopo alcuni mesidi carcere. Nel frattempo, però, era statoavviato dalla giustizia della Birmania l’iterper il riconoscimento delle due sentenze e,nelle settimane scorse, il Ministero dellaGiustizia italiano ha trasmesso alla ProcuraGenerale di Milano i due provvedimenti af-finché, poi, la Corte d’Appello valutasse laloro efficacia.

Sperimentato primo carcere che va ad energia eolica

Se nelle carceri italiane è stato portato il

sole, nella prigione statunitense di WestBoylston sarà l’energia del vento a fare ca-polino.Le sbarre in questione sono quelle dellaprigione e Casa di Correzione WorcesterCounty nella cittadina di West Boylston,dove lo sceriffo federale Guy Glodis ha re-centemente reso nota l’intenzione di ri-durre i costi dell’istituto di detenzionepassando alle rinnovabili e più precisa-mente all’eolico.«Ora più che mai abbiamo bisogno dipensare al di fuori dal coro», ha spiegatoGlodis in un comunicato stampa. «Investendo nella pulita energia eolicastiamo innanzitutto facendo rispar-miare centinaia di migliaia di dollari aicontribuenti, mentre pianifichiamo ilnostro futuro a lungo termine».Il progetto realizzato in collaborazione conil Massachusetts Renewable Energy Trust,procederà attraverso due fasi: la primavedrà un periodo di test (12 mesi) attra-verso l’installazione di una torre anemome-trica alta 48,7 metri che misurerà velocità,direzione e turbolenze del vento. Contem-poraneamente saranno studiati i livelli dirumore, lo spazio aereo ed ambientale.Il passo successivo sarà invece l’installa-zione della prima di tre turbine da 2,5 Mwciascuna, che in condizioni ideali potrebbeprodurre oltre 5,2 milioni di Kwh di ener-gia elettrica in un anno, a fronte di un con-sumo da parte del penitenziario di circa 6milioni di kWh l’anno. Sulla base di datipreliminari, una volta in opera le turbineporterebbero ad un risparmio superiore ai350.000 dollari e l’ulteriore possibilità divendere il surplus alla rete elettrica.

Disordini in prigione federale vicino Orlando. Otto feriti gravi

Disordini scoppiati in una prigione federaledegli Stati Uniti hanno causato il ferimentodi otto detenuti. I prigionieri hanno ripor-tato gravi ferite da accoltellamento e al-meno uno di loro ha una ferita d’arma dafuoco.Secondo quanto riportato dai giornali, l’en-tità dei ferimenti nel Colman Federal Cor-rectional Complex, situato a nord ovest diOrlando, non e’ stata chiara sin da subito.Sette detenuti sono stati portati via con glielicotteri dopo gli scontri di ieri e ricoveratinell’unita’ traumatologica del centro me-dico regionale di Orlando.Tutti i feriti sono tenuti sotto controllo dapoliziotti penitenziari armati dopo la deci-

dal Mondo...

F

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ARGENTINA

USA

BIRMANIA

BULGARIA

Page 31: Polizia Penitenziaria - Febbraio 2009 - n. 159

sione delle autorità di mettere sottochiavele stanze dell’ospedale mentre i detenuti ri-cevono le cure mediche necessarie. Loscontro sembrerebbe essere esploso nelcortile della prigione. Non sono ancorachiare le cause dei disordini nè il numerodei detenuti coinvolti.

Per 400 detenuti respinto l’appellocontro pena morte

La Corte Suprema dell’Uganda ha oppostoil suo rifiuto alla richiesta in appello del-l’abolizione della condanna a morte peroltre 400 detenuti. Ma i giudici hanno de-finito irragionevole la detenzione dei con-dannati nelle celle della morte per più ditre anni e così la maggior parte di essi po-trebbe vedere la propria condanna com-mutata nella prigione a vita.Nonostante la pena di morte non sia più uti-lizzata dal 1999, la corte ha fatto sapere cheessa ha avuto una funzione di deterrenza.La possibilità di una modifica della con-danna per gli oltre 400 detenuti interessatida questo caso giudiziario è emersa du-rante l’ultima seduta davanti alla corted’appello nella capitale Kampala, alla qualehanno partecipato quattro di loro. La ri-chiesta in appello per l’annullamento dellacondanna a morte è stata fortemente soste-nuta dai gruppi per i diritti umani.

Metà dei Centri per minori a rischio: sono come lager!

Celle di isolamento realmente atroci,buchi dalle pareti nere e senza finestre, perdetenzioni a tempo indeterminato. Contenzioni fisiche varie volte al giornocon un’aggressività sproporzionata. Perquisizioni con nudi integrali ingiusti-ficati.Atrocità pseudoscientifiche di esperti chegiustificano l’uso di celle medievali perannullare la resistenza del detenuto. Non è un rapporto da Guantanamo madella realtà quotidiana in almeno la metàdei centri per minori a rischio spagnoliispezionati dal Difensore del Minore, Enri-que Mugica.L’agghiacciante dossier, presentato da Mu-

gica, che ha visitato 28 dei 58 istituti esi-stenti in Spagna, ha shoccato il paese, fattoinsorgere l’Unicef e indotto il Governo aordinare un’indagine a livello nazionale.Intanto, alcune comunità autonome comequella di Valencia, hanno aperto in frettae furia inchieste nei centri incriminati, ingran parte gestiti da istituzioni private sov-venzionate.È il caso della Fondazione Belen, che ge-stisce 8 dei 28 centri ispezionati, descrittidal Difensore del minore come autenticilager. Il recente suicidio di un ragazzinomarocchino di 13 anni e il tentato suicidiodi un 12enne hanno portato alla luce la si-tuazione. Il Ministro dell’Educazione ha annunciatoche porterà il rapporto a conoscenza dellaProcura Generale dello Stato perché apraun’inchiesta generale.

Con sette detenuti il piccolo carcere è già strapieno

Spesso si è ironizzato sul numero dei car-cerati nella Repubblica di San Marino, ingenere una o due unità (indicata come loStato con meno detenuti al mondo).Adesso, dopo l’arresto dei quattro autoridell’ultima serie di furti, i detenuti sonosette. Insomma uno in più delle celle di-sponibili nel braccio maschile. Gli ultimiquattro giovani arrestati, non possono dia-logare fra loro prima dell’interrogatoriodel giudice fissato per oggi.I genitori dei giovanissimi detenuti non sisono ancora presentati in Gendarmeriaper assumere informazioni riguardo aifigli, ma qualcuno è già passato per il car-cere per lasciare solo abiti ed effetti per-sonali.

Commerciante italiano in carcerequattro mesi per errore

Un commerciante di auto fermato, arre-stato e detenuto in Germania per errore.L’accusa di truffa mossa dalla magistraturadi Montecarlo per aver venduto a uncliente una Mini Cooper non di sua pro-prietà era infondata.Lo arrestano durante un banale controllostradale mentre si trova in Germania e, in

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

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seguito, scopre di essere oggetto di unmandato di cattura internazionale per unapresunta truffa messa a segno a Monte-carlo. Dopo 4 mesi di carcere, viene a galla chesi è trattato di un errore burocratico chesi è sviluppato nei meandri delle Procurefrancesi, monegasche e tedesche.

Ergastolano evaso ucciso dalla polizia in uno scontro a fuoco

Due detenuti sono evasi dal carcere diMoulins-Yzeure, nel centro della Francia:uno di loro è morto nel corso di una spa-ratoria con la polizia. I fuggitivi avevanofatto perdere le loro tracce domenica 15febbraio. Grazie a segnalazioni di personeche li avevano riconosciuti, gli agentihanno intercettato i criminali vicino a Pa-rigi. Nell’ulteriore tentativo di fuga è natouno scontro a fuoco, che non ha lasciatoscampo a uno dei due.I malviventi stavano scontando un erga-stolo per una rapina con omicidio e diecianni per uno scontro armato con la poli-zia. Nella sparatoria sono rimasti legger-mente feriti anche tre poliziotti. AdAmiens, nel Nord della Francia, i due ave-vano preso in ostaggio un automobilistacostringendolo a portarli ad Arras, a 70chilometri dal confine con il Belgio, dovei criminali hanno sequestrato un’altra au-tomobile. I due hanno poi bloccato l’autodi una donna a Saint-Laurent-Blangy. La51enne, sotto choc, ha detto di aver avuto«paura per la sua vita» quando i due uo-mini, armati di pistola, hanno cercato ditrascinarla via con loro.I fuggitivi sono stati intercettati dalla poliziasu un’autostrada fuori Parigi, all’altezza diCreteil. Uno dei due sarebbe rimasto gra-vemente ferito in un conflitto a fuoco conla polizia, mentre l’altro avrebbe riportatolievi traumi in seguito all’incidente scatu-rito dall’inseguimento. Notizie non confer-mate dal ministro dell’Interno, MicheleAlliot-Marie, il quale, con un comunicato,ha sottolineato che «i due pericolosi fug-gitivi sono stati catturati in meno di 48ore». Due giovani donne, conoscenti deidue evasi, che si trovavano nel parlatoriodel carcere al momento dell’evasione,sono state arrestate a Lione.

SPAGNA

SAN MARINO

GERMANIA

UGANDAFRANCIA

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uesta è la storia di una donnache aveva tutto: un matrimoniofelice, un lavoro in un’agenziapubblicitaria, la sicurezza di es-

sere stimata da tutti e desiderata dagliuomini. L’arrivo di due figli uno dopol’altro, Cassie e Zach, doveva essere il co-ronamento di una vita invidiabile. Ma di-ventare madre significa per leitrasformare il sogno in un incubo. Accu-dire due figli così piccoli, una di quattor-dici e uno di due mesi, è un compitotroppo gravoso per una donna che è co-stretta ad abbandonare il lavoro, a staretutto il giorno sola in una grande casa diperiferia mentre il marito fa carriera, arinunciare al sonno perché i bimbi pian-gono e la vogliono, a tener testa alle sfidecontinue della piccola ma già forte e ca-pricciosa Cassie. E così, una notte piùdifficile delle altre, quasi per caso, comeper un’ispirazione improvvisa,commette il più impensabile deigesti.

Europa, 14.000 anni fa. Kaala è unalupa e il marchio bianco, a forma difalce di luna, sul suo pelo grigio, ri-

vela che è di razza mista, una cosa inac-cettabile per i membri del suo branco.Così, dopo che la madre è stata man-data in esilio, Kaala è costretta a unadurissima lotta quotidiana per la so-pravvivenza: tutti la disprezzano, quasinessuno gioca con lei e persino ilcibo le è spesso negato. Inoltre, seb-bene nessuno lo sappia, Kaala ha in-franto anche la legge principale delbranco: è entrata in contatto col piùgrande nemico dei lupi, l’uomo. Non sol-tanto ha salvato una ragazzina che stavaper annegare, ma da qualche tempo la af-fianca anche nella caccia, la protegge, laaiuta. E adesso, mentre la guerra tra gliesseri umani e i lupi sembra ormai ine-vitabile, per Kaala si avvicina il momentodella scelta: rientrare nel branco e difen-dere la sua razza, oppure schierarsi alfianco di colei che le ha dimostrato affettoe amicizia. Una decisione che potrebbesegnare il futuro della vita sulla Terra.

La principessa della Corte Unseelie Me-redith NicEssus è finalmente tornata acasa, dopo aver vissuto a Los Angeles pertre anni sotto falso nome, lavorando perun’agenzia investigativa specializzata incrimini soprannaturali. E stata richiamatadalla zia, la regina Andais, con il precisoincarico di concepire un erede. Cosatutt’altro che facile per Merry: le fey di

sangue reale, in-fatti, generanopochi figli equindi la stirperischia di estin-guersi. Perciòlei non può li-mitarsi a ununico partner:sono cinque isidhe prescelticui si concedeogni notte,finché uno di

loro nonriuscirà am e t t e r l aincinta, ot-t e n e n d ocosì il per-messo disposarla e didiventare re.Ma un eventostraordinario

costringe Merry ad affrontare una terri-bile minaccia. Una notte, dopo aver so-gnato una donna ammantata di luce chele porge un calice d’argento, si sveglia escopre che quell’oggetto prezioso si èmaterializzato accanto a lei. Da questomomento, Meredith si ritrova non solo adoversi difendere da Taranis, sovranodella Luce e delle Illusioni, che vuole im-padronirsi del calice per mantenere ilsuo dominio sulla Corte Seelie, ma anchedai misteriosi poteri che il calice risvegliain lei, poteri che a stento riesce a con-trollare.

Alex Hawke, agente segreto dell’M16 in-glese, è riuscito a stento a sfuggire dallagiungla amazzonica, dove è stato cattu-rato durante una spedizione. Nel corsodella sua prigionia Hawke ha scopertoche Muhammad Top, il folle estremistaislamico e fanatico del vudù che l’ha cat-turato, sta pianificando un tremendo at-tacco control ’Amer ica .Tornato aL o n d r a ,Hawke sirende contoche le sue in-f o r m a z i o n ivengono ac-colte con per-plessità escetticismo daicapi dei Servizi

le Recensioni

Q

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

32

Dorothy Hearst

La promessadei lupiNord Editore

pagg. 357 - euro 17,60

Laurell K. Hamilton

Sedotta dalla lunaNord Editore

pagg. 427 - euro 18,60

Camilla Noli

La notte si avvicinaLonganesi Editore

pagg. 177 - euro 14,60

Ted Bell

SpyLonganesi Editore

pagg. 541 - euro 19,00

Page 33: Polizia Penitenziaria - Febbraio 2009 - n. 159

segreti... Ma in seguito Hakwe viene in-viato a Key West per partecipare a unconvegno sulla sicurezza internazionaleorganizzato dalla sua ex amante, il segre-tario di Stato americano Consuelo de losReyes, e vi arriva in compagnia del suogrande amico, il geniale ispettore Am-brose Congreve. A Key West i due si riu-niranno al loro altro, importantissimocompagno d’avventure, quell’armadiod’uomo di nome Stokely Jones. E al con-vegno la verità sulla situazione interna-zionale comincia a venire a galla...

Si trova inuna saladel Museodi culturaGreco-Ro-mana di Co-penhagen:ecco tuttociò che saCotton Ma-lone quandoriprende co-noscenza. Ma

come è arrivato lì?E perché è svenuto? Cotton non ha quasiil tempo di porsi queste domande chel’edificio viene avvolto dalle fiamme e,come dal nulla, appare Cassiopea Vitt, ladonna che, in passato, lo ha aiutato a tro-vare il tesoro dei Templari e la Bibliotecadi Alessandria. I due riescono miracolo-samente a scappare e si rifugiano daHenri Thorvaldsen, l’eccentrico miliar-dario danese proprietario del museo. Ap-prendono così che quell’incendio èservito da copertura per due ladri chehanno rubato un medaglione raffiguranteAlessandro Magno: secondo la leggenda,esistono otto medaglioni che, se affian-cati, mostrano la soluzione del famoso“Rebus di Tolomeo”, un enigma che in-dica l’ubicazione della tomba di Alessan-dro Magno... Nel frattempo, a

Samarcanda, il primo mi-nistro della Federazionedell’Asia Centrale - unanuova nazione nata dallafusione delle ex repub-bliche sovietiche - è inattesa di sapere se i suoiuomini si sono imposses-sati del medaglione conservato a Copen-hagen: quell’oggetto, infatti, gli puòassicurare un potere inimmaginabile...Per risolvere uno dei più grandi misteridella Storia e sventare una guerra inMedio Oriente, Cotton Malone deve rico-struire la storia dei medaglioni. Una sto-ria intricata e sfuggente, che ha comeprotagonista Venezia: la chiave del mi-stero infatti si cela nella cripta della ba-silica di San Marco.

Tempi duri per il te-nente Lindsay Boxer. Unsabato mattina, pur es-sendo fuori servizio, ri-ceve una chiamata dalsuo capo: a bordo deltraghetto Del Norte è av-venuta una sparatoria. Visono morti e feriti tra iquali, come scoprequando arriva sulla scenadel crimine, la sua miglioreamica, Claire Washburn, di-rettrice dell’Istituto di medicina legale diSan Francisco. Un testimone ha ripresola strage con la videocamera inqua-drando il colpevole, probabilmente unosquilibrato, che è riuscito a scappare egira armato di una calibro 38. Lindsay simette subito in caccia. Un’altra suaamica, la giornalista del Chronicle CindyThomas, si trova in grave pericolo: nel-l’enorme palazzo in cui si è appena tra-sferita cominciano a verificarsi incidentispaventosi, e intanto Yuki Castellano ri-schia di perdere in un processo impor-

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

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a cura diErremme

tante, il primo per leidalla parte dell’accusa.Le donne del Club Omi-cidi sono in crisi. Ed èsolo l’inizio di una diffi-cilissima partita in cuivince tutto chi si aggiu-dica l’ultima, imprevedi-

bile mano... Ancora un imperdibilecapolavoro di James Patterson.

Dopo lunghe riflessioni sulle vicende chehanno caratterizzato il sequestro e l’omi-cidio dello statista democristiano AldoMoro, l’autore individua per la primavolta luoghi e ambienti in cui di fattofurono assunte le decisioni per il seque-

stro dello statista pugliese,i condizionamenti deicarcerieri sul suo com-portamento, il modo incui il sequestrato visse latragedia poi culminatacon la morte. VincenzoRuggero Manca, gene-rale di Squadra Aerea,è stato eletto senatorenel 1996 ricoprendo,nel corso dell’espe-rienza parlamentare,

gli incarichi di CapoGruppo in Commissione Difesa e di VicePresidente della Commissione Stragi.Ispirandosi alla prima edizione (9 mag-gio 2008) de “II giorno della Memoria”ed a chiusura dello scenario rievocativonel trentennale della Vicenda Moro, l’au-tore del saggio propone un’intensa rifles-sione critica sui percorsi (giudiziario,parlamentare, saggisti-co, e pubblici-stico) seguiti per la stessa, nel tentativodi accendere “documentalmente” fascidi luce su molte ambiguità, contraddi-zioni, ritrattazioni...

James Patterson

Il sesto colpoLonganesi Editore

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Steve Berry

L’ombra del LeoneNord Editore

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Vincenzo R. Manca

Moro un Profeta disarmatoKoinè Nuove Edizioni

pagg. 186 - euro 14,00

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la Lettera

gregio direttore,sono un assistente capo sicilianoe presto servizio in un nucleoTraduzione, della Sicilia, che non

citerò per ovvi motivi di opportunità.Giorni fa, mentre eravamo in attesa diuna traduzione aerea, presso l’aeroportoFalcone e Borsellino di Palermo, ve-demmo arrivare il nostro Ministro Al-fano, il quale appena ci vide, oltre asalutarci da lontano, invertì il senso dimarcia della propria auto, scese dal-l’auto e ci venne a salutare. A tutti noi cheeravamo in fila ad aspettare l’aereo cistrinse la mano sorridendoci.Bene, questo piccolo gesto, fatto dal Mi-nistro, ebbe su di noi un effetto beneficoe non posso negare di essermi emozio-nato.

Ma passata l’emozione, ho iniziato afarmi delle domande: ma il Ministro Al-fano, sa in che condizioni operano i Nu-clei Traduzione? Qualcuno tra i suoi numerosi consiglierio tra gli alti dirigenti del DAP, ha il co-raggio di informarlo che non ci sono piùsoldi per la benzina? Che il 75% dei mezzi è ricoverato in of-ficina senza alcuna speranza di ripara-zione per mancanza di fondi? Che noi poveri agenti partiamo giornal-mente in missione affrontando gli anti-cipi di tasca nostra? Che una traduzione aerea iniziata alle 3del mattino può protrarsi fino alle duedella notte – con buona pace dell’ac-cordo quadro e del contratto nazionaledi lavoro? Che ogni operatore del Nucleo prestadalle 60 alle 80 ore di straordinariomensili – con gravi ripercussioni sui co-ordinatori che sono continuamente am-

moniti a gestire meglio lo straordinario?Direttore, come iscritto al Sappe , e comeoperatore del Nucleo le chiedo se c’è spe-ranza affinchè il Ministro intervenga intempi brevi rimpinguando i fondi in unsettore che, come tanti altri degli Istitutidi Pena, sta per affondare.

Lettera firmata

Caro Collega, vorrei tanto rispondere affermativa-mente ad entrambe le tue domande,ma posso farlo solo a metà.Sinceramente il Ministro è perfetta-mente a conoscenza delle condizionidei Nuclei Traduzione e Piantonamentoe, più in generale, dell’intero Corpo diPolizia Penitenziaria. Non so dirti, però, se potrà intevenirein tempi brevi per “rimpinguare i fondidel settore”. L’unica cosa che ti posso aggiungere èche sicuramente si impegnerà a farlo.

l’Ultima Pagina

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Polizia Penitenziaria - SG&S n. 159 - febbraio 2009

IL MONDO DELL’APPUNTATO CAPUTO

anche io sono stato uncampione da giovane... salto con

l’asta. mi è servito molto anche perla carriera: ero sempre il primo ad

arrivare sul posto di sentinella!

Hei Caputo, hai visto quantiatleti premiati?

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Page 35: Polizia Penitenziaria - Febbraio 2009 - n. 159

eeuro 24,00 iscritti Sappe euro 18,00

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possono contattare la Segreteria Generale al 06.3975901, oppure

inviare un fax al 06.39733669 o via email:

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Chi vuole richiedere il libro e riceverlo al proprio domicilio può

fare un versamento sul C.C.P. 54789003 - Polizia Penitenziaria So-

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Page 36: Polizia Penitenziaria - Febbraio 2009 - n. 159

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