Polizia Penitenziaria - Dicembre 2010 - n. 179

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Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002

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5° Congresso Nazionale Sappe - Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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La Copertina

La locandina del 5° Congresso Nazionale del Sindacato AutonomoPolizia Penitenziaria che si terrà a Milano dal 21 al 23 gennaio 2011.

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 179 - dicembre 2010

CHI VUOLE RICEVERE LA RIVISTA DIRETTAMENTE AL PROPRIO DOMICILIO, PUO’ VERSARE UN CONTRIBUTO DI SPEDIZIONE PARI A 20,00 EURO, SE ISCRITTO SAPPE, OPPURE DI 30,00 EURO SE NON ISCRITTO.

L’IMPORTO VA VERSATO SUL C. C. POSTALE N.

54789003 INTESTATO A:POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & SicurezzaVia Trionfale, 79/A - 00136 Romaindicando l’indirizzo dove va spedita la rivista

L’EDITORIALEIn Piazza per la Polizia Penitenziariadi Donato Capece

IL PULPITOPerchè non abbiamo firmato per il FESIdi Giovanni Battista De Blasis

IL COMMENTOIl dramma dei suicidi in carceredi Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIO POLITICOCon l’augurio di un anno miglioredi Giovanni Battista Durante

NON SOLO SPORTCarolina Kostner al Grand Prix 2010di Lalì

LE FIAMME AZZURREPensione: Cambiano i requisiti a cura di Lionello Pascone

LE OPINIONIUn Corpo dal carattere MaiuscolodiEnzima

Organo Ufficiale Nazionaledel S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XVIINumero 179Dicembre 2010Direttore ResponsabileDonato [email protected]

Direttore EditorialeGiovanni Battista De Blasis [email protected]

Direttore OrganizzativoMoraldo Adolini

Capo RedattoreRoberto [email protected]

Comitato di RedazioneNicola Caserta Umberto Vitale

Redazione PoliticaGiovanni Battista Durante

Redazione SportivaLalì

Progetto Grafico e impaginazione © Mario Caputi (art director)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Web: www.poliziapenitenziaria.net

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionalidi: “Polizia Penitenziaria - Società Giustizia & Sicurezza”

RegistrazioneTribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

StampaRomana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 3700030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare:Dicembre 2010

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria 3

Per ulteriori approfondimenti visita il sito

www.poliziapenitenziaria.net

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Donato CapeceSegretario Generale Sappe

[email protected]

Direttore Responsabile

In piazzaper il bene del Corpo

di Polizia Penitenziariaopo il vergognoso voltafacciadel Governo e della maggio-ranza che hanno ritirato ancheal Senato, dopo averlo già fatto

in precedenza alla Camera, un emenda-mento al decreto sicurezza sulla specifi-cità delle Forze di Polizia e dei Vigili delFuoco, ingannando ancora una volta leforze dell’ordine, tradendo la loro fidu-cia, e mettendo anche a rischio l’opera-tività e l’efficienza dei servizi di ordine esicurezza pubblica dal 1° gennaio 2011,le Organizzazioni Sindacali della Poliziadi Stato, della Polizia Penitenziaria, delCorpo Forestale dello Stato e del CorpoNazionale dei Vigili del Fuoco hanno in-detto una serie di manifestazioni unitarienazionali degli operatori di questo im-portantissimo e delicato Comparto perimpedire lo smantellamento della sicu-rezza pubblica e del soccorso pubblicocontro le politiche finanziarie dei solitagli che hanno già sottratto, alle Forzedi polizia, circa 2 miliardi e mezzo di

euro in tre anni e che determinerà ancheil taglio del 10% degli stipendi della diri-genza; per impedire che la manovra fi-nanziaria di quest’anno possaulteriormente limitare l’operatività deiservizi delle Forze di Polizia e dei Vigilidel Fuoco con la fissazione dal 31 dicem-bre 2010 di un tetto massimo allo straor-dinario e alle indennità operative, anchea fronte di maggiori esigenze di sicurezza,che non consentiranno l’impiego dei po-liziotti e dei vigili del fuoco per un limiteragionieristico. Inoltre, affermare il diritto degli operatoridelle Forze di Polizia e dei Vigili delFuoco, sancito dalla Costituzione per tuttii lavoratori, a smettere di fornire presta-zioni di lavoro straordinario o connessea maggiore disagio o responsabilità senzala retribuzione corrispondente.Sensibilizzare l’opinione pubblica sulcomportamento irresponsabile, verso ilPaese, e vergognoso, verso gli operatoridi polizia e dei vigili del fuoco, tenuto dal-l’attuale Governo, che ha sinora disattesoogni impegno assunto in campagna elet-torale e nei documenti programmatici suiversanti della sicurezza e delle connessepolitiche per il personale.I Cittadini, le istituzioni, i Parlamentaridevono avere i poliziotti a difendere il di-ritto alla sicurezza contro la logica di pa-lazzo determinata da criteri ragionieristicie non dall’interesse del Paese.Per questo abbiamo protestato e ricor-diamo che oltre a discutere sulle possibilifuture alleanze politiche e di sondaggisulle presunte dichiarazioni di voto deicittadini a favore di questo o quel partito,il Paese reale si aspetta una politica chegoverni i processi e le problematiche deicittadini, a cominciare dal diritto alla si-curezza.

Bandiereal vento

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ella trattativa sul FESI 2010, que-st’anno, le ragioni della politicahanno finito per ritorcersi controil personale rappresentato, pro-

ducendo un vulnus negli accordi siglati.In definitiva, la firma apposta delle altre or-ganizzazioni sindacali è stata, in realtà, unafirma contro il SAPPe che, però, ha finitoper diventare una firma contro tutti i col-leghi.La politica di cui parlo, in questo caso, èquella sindacale che è stata perseguitadalle sei organizzazioni che hanno sotto-scritto il FESI dell’Amministrazione (dicodell’Amministrazione perché, alla fin fine,il testo è proprio quello che voleva il Dap)alle quali si è accodata, all’ultimo secondo,la UIL da cui sono veramente curioso diascoltare le motivazioni che hanno spintoalla firma.Sono molto curioso perché il segretariodella Uil si era, finora, ritagliato un ruoloda Grande Idealista, da difensore dellecause nobili della Giustizia Giusta, tantoche ci ha fustigato per un anno intero conle sue reprimende contro il FESI dell’annoscorso. Immagino che, per questo, dovràsenz’altro argomentare bene il perché siasceso a compromesso siglando un accordosostanzialmente identico a quello dell’annoscorso. Stento a credere, infatti, che lo abbia fir-mato soltanto perché è stata inserita, al-l’ultimo momento, l’indennità per iComandanti dei Nuclei TP Provinciali edInterprovinciali che, a quanto ci risulta,non esistono sul territorio se non in qual-che sporadica realtà. Del resto, la ragione politica (sindacale)che ha indotto le sei organizzazioni (piùl’accodata Uil) a firmare l’accordo conl’amministrazione risiede, a mio avviso, neltentativo di isolare il SAPPe che, secondoloro, avrebbe raggiunto un peso e una ri-levanza troppo ingombrante per le loropiccole percentuali. In effetti, le sei organizzazioni sindacali,che hanno vantato il sessanta per cento dirappresentatività, raccolgono - media-mente - il 9,5 % di iscritti ciascuna. Ed è proprio questo mirabolante nove percento medio di rappresentatività che haconsentito ai sei Segretari Generali di ac-cordarsi con l’Amministrazione a nome eper conto di quarantamila colleghi, sotto-scrivendo un FESI che penalizzerà, se-condo me, chi lavora al di sopra delleproprie capacità psicofisiche senza otte-nere, in cambio, un adeguato risarcimento

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Giovanni Battista De BlasisSegretario Generale Aggiunto [email protected]

Direttore Editoriale

con le risorse del fondo incentivante.Eppure, il Sappe ha anche formalizzato leproprie posizioni nei verbali degli incontri,scrivendo comunicati ed inviando una notaal Capo del Dap. Il Sappe ha rappresen-tato, più volte e in maniera dettagliata, lapropria posizione rispetto all’accordo sulFESI per l’anno 2010 e, conseguente-mente, per i successivi tre anni, nei quali èprevisto il blocco degli aumenti contrat-tuali. Tutto ciò che il Sappe ha rappresentato, èstato fatto perché tra i nostri iscritti, checostituiscono il trenta per cento del Corpo,è emersa un sostanziale contrarietà ri-guardo l’accordo proposto dal Dap, che èstato percepito dalla stragrande maggio-ranza dei colleghi come iniquo nella di-stribuzione delle risorse. Proprio per tale ragione, il SAPPe ha piùvolte prospettato la necessità di cambiaresostanzialmente i principi ispiratori delFondo di Efficienza dei Servizi Istituzionali.Infatti, e ne è prova il fatto che l’accordo èstato quasi sempre modificato di anno inanno, i criteri di distribuzione del Fondosono, nella loro stessa sostanza, continua-mente in evoluzione sulla scorta delle espe-rienze degli anni precedenti e, soprattutto,nel rispetto delle osservazioni e delle criti-che di tutti i colleghi che, in ultima istanza,ne sono i destinatari. Fino ad oggi, il Fondoè stato considerato una sorta di strumentofinalizzato, oltre che ad incentivare il per-sonale sul lavoro svolto, a scongiurare il fe-nomeno dell’assenteismo pena la perditadi parte della retribuzione accessoria. Allo stato attuale, invece, non è più possi-bile, secondo il Sappe, applicare questa fi-losofia e non è più possibile accettare cheil FESI venga considerato uno strumentoper combattere l’assenteismo. Oggi, infatti,con la drammatica situazione che si è ve-nuta a creare nelle carceri, il FESI deve es-sere considerato soltanto come un parzialeindennizzo per le gravose condizioni di la-voro nelle quali è costretto a prestare ser-vizio il personale del Corpo. Tra l’altro, le durissime condizioni di la-voro della Polizia Penitenziaria vannoanche inquadrate nel contesto di una disa-

strata situazione economica del Paese acausa della quale, come è noto, è stato im-posto il blocco dei rinnovi contrattuali peri prossimi tre anni e non c’è ancora la cer-tezza di essere stati esonerati dal bloccodegli aumenti stipendiali legati ad assegnidi funzione ed avanzamenti in carriera. Queste sono le ragioni per le quali il FESInon può più essere più considerato unostrumento per combattere l’assenteismo,perché non è più possibile escludere partedel personale dalla retribuzione accessoria. La gravissima congiuntura economica, nonconsente più, nemmeno, di continuare aconsiderare il personale diviso in tre fascedi retribuzione perché , oramai, non hapiù alcun senso dividere nettamente il per-sonale tra quello che svolge compiti ope-rativi e quello che svolge mansioni diufficio. Non esiste più, in nessun penitenziario delPaese, alcun collega che non sia chiamatoa dare una mano nelle sezioni e nelle tra-duzioni in qualsiasi momento del giornoe della notte. E’ assurdo, poi, che il personale addettoalle traduzioni (che spesso è sottoposto aturni di servizio massacranti) non sia con-siderato alla stessa stregua dei colleghidelle sezioni, soprattutto in relazione aiturni pomeridiani e notturni che permet-tono di accedere a particolari incentivi. In questo scenario, è da ritenere più chesufficiente dividere il personale in due solefasce, ovvero una per coloro che svolgonoin maniera continuativa il servizio a turnoe l’altra per tutto il resto del personale. E’ assurdo, oggi, ragionare su chi vaescluso dagli incentivi, perché in questasituazione di disagio lavorativo nessunodovrebbe essere escluso da parte della re-tribuzione. Appare indispensabile, tra l’altro, ridiscu-tere sul significato e sull’accezione che sivuole dare alla definizione di assenza dalservizio. Per quello che voleva intendere il SAPPenon può più essere considerato assenzadal servizio il riposo compensativo, o ilrecupero delle ore straordinarie non pa-gate, il recupero dei riposi non fruiti il

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mese precedenteo il recupero delleferie non godutel’anno precedente. Stesso ragiona-mento è lecito fareper i permessi previ-sti dalla legge 104,allorquando coluiche ne fruisce va adassolvere un compito di grande rilevanzasociale e familiare che non può essere, nelmodo più assoluto, considerato assentei-smo. Per altro verso, l’intesa firmata dalle seipiccole organizzazioni sindacali presenta,ad avviso del Sappe, più di un profilo diillegittimità, che ne potrebbe compromet-tere la registrazione alla Corte dei Contiovvero potrebbe indurre qualcuno a ricor-rere alle vie giurisdizionali.Queste ultime ipotesi, laddove si concre-tizzassero finirebbero per penalizzare an-cora di più tutto il personale che, in talcaso, non potrebbe percepire alcunasomma prevista da un accordo invalidato. Si tenga conto, tra l’altro, che tutte questequestioni sono già state poste dal SAPPe ederano perfettamente a conoscenza dellepiccole sei sigle sindacali (più l’accodataUil) che hanno voluto comunque (per leanzidette ragioni politiche) firmare labozza predisposta dal DAP. La novità dell’incentivo ai Coordinatori deiNuclei Traduzioni provinciali ed interpro-vinciali, ad esempio, potrebbe inficiare lalegittimità dell’intero accordo stante chetali Coordinatori, pur esistendo in punto difatto, non esistono in punto di diritto per-ché furono contemplati soltanto da un re-golamento sperimentale dei Nucleiapplicato per sei mesi e mai prorogato ne,tanto meno, recepito in un Decreto Mini-steriale. Non ho idea, poi, come le maggioranzepercentuali vantate dalle sei sigle (piùuna), potranno giustificare le cose sba-gliate dell’accordo firmato, perché ciascunsindacato sarà chiamato, di volta in volta,a spiegare e motivare la propria scelta.Nessuno dubiti del fatto che, immancabil-mente, il SAPPe si assumerà l’onere disollecitare le spiegazioni di chi di dovere. Mai come stavolta mi sembra appropriatorichiamare quello che diceva un vecchioCapo Dipartimento, particolarmente illu-minato: La ragione della forza nonpotrà mai prevalere sulla forza della ra-gione.

Perchè non abbiamofirmato l’accordo

sul FESI 2010

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Roberto MartinelliSegretario Generale Aggiunto Sappe

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Capo Redattore

Il dramma dei suicidiin carcere e l’umanitàdei Baschi Azzurri

l suicidio in carcere è sempre -oltre che una tragedia personale- una sconfitta per lo Stato. Il Comitato nazionale per la bioe-

tica ha recentemente sottolineato che ilsuicidio costituisce solo un aspetto diquella più ampia e complessa crisi diidentità che il carcere determina, alte-rando i rapporti e le relazioni, disgre-gando le prospettive esistenziali,affievolendo progetti e speranze. La via più netta e radicale per eliminaretutti questi disagi sarebbe quella di unripensamento complessivo della fun-zione della pena e, al suo interno, delruolo del carcere, argomento rispetto alquale il primo Sindacato della PoliziaPenitenziaria, il SAPPE, è da tempo im-pegnato nonostante la colpevole indiffe-renza di vasti settori della politicanazionale. E’ vero, aggiungono ancora gli orienta-menti bioetici, che il suicidio è un attodi volontà frutto di una scelta indivi-duale, a volte difficilmente comprensi-bile agli altri nelle sue motivazioni.Come tale va sempre guardato con cau-tela e rispetto. Ma il rispetto per il travaglio insondabiledi chi decide il gesto estremo non solonon contrasta, ma, al contrario, spingeall’impegno collettivo per rimuoveretutte le condizioni capaci di favorire ofar precipitare l’evento. Perciò, la prevenzione del suicidio rien-tra a pieno titolo nella difesa della salutee della vita, quale promozione di un am-

biente che rispetti le persone e lasciaperta una prospettiva di speranza e unorizzonte di sviluppo della soggettività inun percorso di reintegrazione sociale.Nella situazione del carcere, la responsa-bilità sociale è particolarmente chiamatain causa per le caratteristiche di vulnera-bilità bio psico sociale dei detenuti. I carcerati non rappresentano lo specchiodella società di fuori. Sono più giovani,più poveri, meno integrati in termini so-ciali, economici, culturali. Sono più affettida malattie fisiche e psichiche. Dunque, il carcere è un luogo di contrad-dizioni rispetto alla protezione della sa-lute: contraddizione fra la domanda disicurezza e il rispetto di fondamentali di-ritti umani. L’Osservatorio permanente sulle morti incarcere ha condotto una interessante ri-

cerca proprio sulla triste realtà dei sui-cidi in cella dai quali emergerebbe che iregimi detentivi più duri causano un au-mento del numero di suicidi mentre sol-tanto il 40% dei suicidi avvengono tra idetenuti comuni, che sono il 90% dellapopolazione carceraria. Dopo aver analizzato il rapporto tra fre-quenza dei suicidi e sovraffollamentodelle carceri, l’Osservatorio ha approfon-dito lo studio ricercando le possibili re-lazioni tra il regime detentivo al quale undetenuto è sottoposto e la risoluzionedello stesso di togliersi la vita dei 64 sui-cidi compiuti nelle carceri italiane alladata del 18 dicembre 2010 (saliti pur-troppo a 64 il giorno successivo, con lamorte di un detenuto a Genova Pontede-cimo), 26 hanno riguardato persone chesi trovavano in reparti e in celle detentive

Nella foto,l’ingresso

di una sezione

detentiva

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comuni: il 90% circa della popolazionecarceraria vive in queste sezioni e celle,con la possibilità di relazioni sociali, la-voro, studio, etc., più ampie rispetto alrestante 10% dei detenuti. Il 60% dei sui-cidi è avvenuto, non casualmente sotto-linea l’Osservatorio, nei reparti e nellecelle di coloro che hanno minori possi-bilità di trascorrere la pena costruttiva-mente, o almeno con la prospettiva didare un senso alle proprie giornate. Al regime di 41-bis sono sottoposte pocomeno di 700 persone (l’1% della popo-lazione detenuta), ma contribuisce perquasi il 4% al bilancio dei suicidi; in altreparole chi è al carcere duro ha una pro-babilità 4 volte maggiore di morire sui-cida rispetto ai detenuti comuni. Ancheesaminando periodi di tempo più lunghi,l’Osservatorio sostiene che il risultato èil medesimo: nel quinquennio 2004-2008 i suicidi di detenuti in 41-bis sonostati il 4,86% del totale. Quest’anno i suicidi in cella di isola-mento sono stati 10 (2 nelle cosiddettecelle lisce, cioè prive di qualsiasi mobileo suppellettile, che vengono utilizzateproprio per cercare di impedire ai dete-nuti di uccidersi). In termini percentuali sono il 16% deltotale, dato un po’ inferiore rispetto aglianni 2004- 2008, quando fu del 26%.Altre situazioni di disagio marcato si evi-denziano nei reparti per collaboratori(5 suicidi) e nelle infermerie (5 suicidi),dove spesso vengono spostati i detenutiche hanno ripetutamente messo in attocomportamento autolesionistici o tentatisuicidi. Anche i reparti protetti, o precauzio-nali, fanno registrare un elevato numerodi suicidi: 4, pari al 7% del totale. L’Osservatorio ha rimarcato anche i 3suicidi avvenuti nel “reparto internati”del carcere di Sulmona, la cosiddettaCasa di Lavoro, dove sono rinchiuse per-sone che hanno scontato per intero lapena ma restano in carcere in quantosottoposte ad una misura di sicurezzadetentiva: internati a tempo indetermi-nato, finché un’apposita commissione ri-

tiene che non siano più pericolosi per lasocietà. Questa condizione, che l’Osservatorio de-finisce ergastolo bianco, è particolar-mente alienante, ed ha determinato il 5%di tutti i suicidi, in un gruppo di sole 200persone, pari allo 0,25% della popola-zione detenuta.

Un’analisi approfondita che mette in evi-denza la drammaticità del fenomeno,questa dell’Osservatorio permanente sullemorti in carcere. Qualche considerazione desidero espri-merla in relazione a come, sugli organi diinformazione, viene spesso trattato il temadelle morti in carcere, ed in particolaremi riferisco all’ultimo suicidio in carcere,quello avvenuto a Pontedecimo. Abbiamotutti, e l’ho personalmente, il massimo ri-spetto per il dolore dei familiari del dete-nuto M.F., 24 anni, morto suicida nelcarcere genovese di Pontedecimo. Siamocerti che l’autopsia chiarirà qualsiasi dub-bio al riguardo e, con altrettanta certezza,confidiamo che Magistratura svolga conla consueta serenità e autorevolezza i per-tinenti accertamenti. Leggendo però al-cune ricostruzioni giornalistiche, sembraquasi che il ragazzo in carcere ci fosse fi-nito per sbaglio, e ci fosse rimasto per

l’ostinazione vendicativa di uno Stato chenon ha voluto tener conto delle sue con-dizioni di salute psichica; condizioni,come si dice in questi casi, «incompa-tibili con la detenzione». Si rischia così,ancora una volta, di perdere di vista larealtà dei fatti e il senso dell’equilibrio,fornendo all’opinione pubblica un’im-

magine dell’Istituzione penitenziaria e inparticolare degli appartenenti al Corpodi Polizia Penitenziaria non rispondentealla realtà. A Genova Pontedecimo, comenelle oltre 200 carceri italiane, le donnee gli uomini della Polizia penitenziaria la-vorano ogni giorno con professionalità,zelo, pieno rispetto delle leggi, umanitàed abnegazione. Il carcere è un ambiente in cui vigono leleggi dello Stato, non anarchia crimi-nale o libertà di uccidere in cui può ac-cadere di tutto e di più. Il solo pensarloè offensivo e inaccettabile, per tutti glioperatori penitenziari ma soprattutto perchi lavora 24 ore al giorno nella primalinea delle sezioni detentive, e cioè i Ba-schi Azzurri della Penitenziaria. Siamo proprio noi i primi a chiedere cheil carcere sia una casa di vetro, traspa-rente, aperta per quanto possibile allacomunità esterna, perché non abbiamo

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Detenuto in cella

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Giovanni Battista DuranteSegretario Generale Aggiunto Sappe

[email protected]

Responsabile redazione politica

Con l’augurio diun anno migliorema purtroppo non lo sarà per tanti...

l Natale s’avvicina, quando usciràquesto articolo sarà già passatoe, probabilmente, saremo nelnuovo anno; un anno che s’an-

nuncia più povero degli altri, anche per ipoliziotti italiani. Nello scambio degli auguri siamo abituatiad augurare e ad augurarci che l’annoche verrà possa essere migliore di quellotrascorso. Lo diciamo per la vita in generale, per gliaffetti e per le ambizioni di ognuno di noi,anche quelle professionali. Tanti augurano e si augurano maggioreprosperità, oltre che felicità: spesso ledue cose non sono disgiunte. Ci sono tante persone, purtroppo, per lequali questo augurio non vale più. E di questi tempi abbiamo tanti esempi:gente che ha perso il lavoro, intere fami-glie dove entrambi, marito e moglie, nonhanno più un reddito e, quindi, non rie-sco più a fare la spesa, a garantire ai pro-pri figli, soprattutto quelli minori,un’assistenza adeguata.In questo quadro a volte desolante s’in-seriscono, seppur in condizioni diverse,anche coloro che un lavoro ce l’hanno,ma il cui potere d’acquisto si sta ridu-cendo sempre di più. Queste sono tutte persone alle quali nonsi può più augurare un anno, dal puntodi vista economico, migliore di quelloche ci stiamo lasciando alle spalle, poi-ché sappiamo a priori che non sarà così,a causa della situazione economica con-tingente. Tra questi ci sono anche i lavoratori di-pendenti, gl’impiegati ed i poliziotti chefino a qualche anno addietro riuscivanoa condurre una vita dignitosa, mentreoggi sono costretti sempre più spesso aricorrere ai finanziamenti per far frontealle spese quotidiane. Non vorremmo sembrare pessimisti ed

essere bacchettati dal nostro Presidentedel Consiglio che invita tutti all’ottimismo(certo, nelle sue condizioni lo sarebberotutti), ma il prossimo anno sarà peggiodi quello che ci stiamo lasciando allespalle, almeno dal punto di vista econo-mico; anzi, per alcuni versi lo sarà sicu-ramente, a causa dei blocchi impostidalla politica economica del governo, so-prattutto in alcuni settori. Noi possiamo parlare sicuramente delnostro, dove il trattamento economicodei poliziotti, per i prossimi tre anni, nonpotrà essere superiore a quello del 2010.Il voto di fiducia dei giorni scorsi ha datoragione a Berlusconi; ogni persona sag-gia non può che essere contenta di que-sto risultato, soprattutto se la soluzionesarebbe stata il ritorno alle urne, cosache in questo momento il nostro Paesenon si può proprio permettere. Berlusconi ha vinto, ma con un risultatoche non lascia molte speranze sulle pos-sibilità di governare il paese nei prossimimesi, tranne che non si arrivi ad un al-largamento della maggioranza. L’instabilità politica, di certo, non aiuta amigliorare la situazione.Il Paese sta vivendo un momento di caosgenerale, a causa delle molte e, spesso,fondate proteste dei vari settori della no-stra società. Proteste che, come dice-vamo, spesso sono fondate nel merito,ma sbagliate nel metodo. Basta guardare le ultime fatte a Roma datanta gente per bene e una parte di de-linquenti che hanno messo a ferro efuoco la città, distruggendo e devastandobeni pubblici e privati, colpendo poli-ziotti che stavano facendo il loro lavoro,per mille e duecento euro al mese, aiquali, molti di loro, attribuivano “lacolpa” di difendere la compravenditadei voti (è quanto ha affermato durantela trasmissione di Anno Zero il ragazzo

Il carceredi Imperia

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nulla da nascondere. Pontedecimo è un carcere sovraffol-lato, con buona pace di chi ha soste-nuto il contrario alla stampa sapendodi non dire la verità, perché i postiletto regolamentari accertati dall’Am-ministrazione penitenziaria sono 96(43 per donne e 53 per uomini) ed idetenuti presenti sono invece 177 (96uomini e 81 donne, con una percen-tuale del 55% di stranieri).

I poliziotti e le poliziotte penitenziariedi Pontedecimo, che dovrebbe essere167 ed in forza sono invece 115 (52in meno), nel solo 2009 sono interve-nuti tempestivamente a Pontedecimosalvando la vita a 9 detenuti chehanno tentato di suicidarsi ed impe-dendo che i 57 atti di autolesionismoposti in essere da altrettanti ristrettipotessero degenerare ed ulterioriavere gravi conseguenze. E spesso questi nobili gesti delledonne e degli uomini della Polizia pe-nitenziaria, che quotidianamente lavo-rano con grande professionalità nellecarceri genovesi, liguri e nazionali,non hanno il risalto mediatico che in-vece meriterebbero. Sono dunque certo che i colleghi dellaPolizia penitenziaria del carcere geno-vese di Pontedecimo attenderannocon serenità gli esiti dell’inchiestadella Magistratura su una presuntaistigazione al suicidio di M.F. . Perché il nostro è un lavoro duro edifficile ma svolto ogni giorno nelpieno rispetto delle leggi e dei regola-menti con passione, competenza, pro-fessionalità ed umanità. F

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che parlava dalla tribuna).Ammesso che ciò sia avvenuto, ma nonlo sappiamo, cosa c’entrano gli appar-tenenti alle Forze di Polizia, persone chedifendono le istituzioni e la sicurezza deicittadini, indipendentemente da chi go-verno in quel momento? I poliziotti sono quelle stesse personeche, il giorno prima della manifestazionedegli studenti davanti al Senato, avevanomanifestato davanti alla Camera dei de-putati, per rivendicare il rispetto degliimpegni assunti dal governo pochi mesiprima, quegli impegni che avrebberoconsentito a molti di loro di avere untrattamento economico più dignitoso eadeguato all’impegno e al sacrificio chetutti i giorni profondono sulle strade enelle carceri. La differenza tra chi difende le istituzionie chi le devasta si è visto anche in que-

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sto, nella capacità, cioè, di saper espri-mere il proprio disagio nel rispetto dellalegge. Qualche distinguo, comunque, bi-sogna farlo anche rispetto al merito dellequestioni. Le proteste sono legittime, è giusto chesi discuta dei cambiamenti in atto nellasocietà, soprattutto tra gli studenti chedevono essere la coscienza critica di unpaese democratico, ma tutto deve avve-nire nell’alveo della legalità, anche con-sentendo di frequentare le lezioni acoloro che non intendono partecipareagli scioperi o alle manifestazioni. Sarebbe anche giusto e importante cheogni dibattito avvenisse senza posizionipreconcette e strumentalizzazioni disorta. Non si può criticare tutto ciò che fa ungoverno, dimenticandosi dei danni chehanno fatto quelli precedenti.

Sempre per restare nell’ambito dellascuola, non possiamo dimenticare gliaspetti negativi della riforma Berlinguerche ha fatto proliferare i corsi di laureafino a crearne alcuni in cui c’erano piùprofessori che studenti, con enormi costiper la società. Eppure, allora, per fortuna, nessuno habruciato macchine e distrutto negozi perle strade di Roma.

auto datealle fiammedurante lamanifesta-zione diRoma

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arolina è tornata l’11 dicembre al National Gymna-sium di Pechino, in Cina, ed è quasi sulla vetta delmondo. Davanti a lei c’è solo l’americana Alissa Czisny, ma

l’argento, miglior risultato personale ed individuale di sempre,nella finale del Grand Prix è suo. Nelle due precedenti finali (Torino 2007 e Goyang City 2008)aveva ottenuto due terzi posti. Meglio di questo risultato, inchiave azzurra, avevano fatto solo Barbara Fusar Poli-MaurizioMargaglio, vincitori nella danza a Tokyo 2001, per il resto,nell’individuale, è sola nella storia del pattinaggio azzurro adaver colto un risultato così.L’atleta gardenese in forza alle Fiamme Azzurre aveva staccatoil biglietto per la Cina grazie al successo ottenuto nella tappadi Nagoya e al 3° posto riportato a Portland, dove fu rimontatada Murakami e Flatt nel libero dopo aver concluso lo shortprogram al comando. Il gruppo nel quale era stata inserita era decisamente il piùcompetitivo della stagione: infatti Kostner, Murakami e Flattsono state tutte presenti sul ghiaccio di Pechino per conten-dersi con le altre tre qualificate la vittoria finale. Tra le protagoniste ci sono state anche le due giapponesi MikiAndo (vincitrice delle prove di qualificazione in programmain Cina e in Russia) e Akiko Suzuki,oltre che e l’americanaAlissa Czisny. Tutto ciò ci dice che Carolina è stata l’unica atletaeuropea ammessa nel sestetto delle migliori, confermandouna volta di più una leadership che le altre specialistedel Vecchio Continente non riescono ad intaccare in maniera così definitiva.La fase conclusiva di questo tipo di circuito può essere consi-derata come una gara di Coppa del Mondo. Una rassegna allaquale partecipano tutte le più quotate pattinatrici del ghiacciomondiale, un’occasione unica per l’atleta delle Fiamme Az-zurre di riprendere consapevolezza del suo indiscusso valoredopo le luci ed ombre della passata stagione. Finalmente un Kiss and Cry pieno di lacrime di gioia dopo ildisastroso Vancouver, dopo i mondiali non troppo esaltanti ri-spetto alle sue possibilità di giocarsela per il podio, dopo cheil corso dei risultati mancati durante tutta la permanenza negliUsa le aveva imposto una riflessione sofferta sulle scelte ago-

Nelle foto immagini

del racconto

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Medaglia d’Argento per Carolina Kostner

al Grand Prix2010

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nistiche (tecniche e di team), sul fu-turo, sulla possibilità di ritirarsi anche,oppure di lottare per rialzarsi e dimo-strare al mondo, ma prima ancora a sestessa, che la vera Carolina oltre ad es-sere una fatina del ghiaccio è ancheun’araba fenice capace sempre di risor-gere dalle sue ceneri e ricominciare a vo-lare.Ritornare nella sua terra era ciò che leserviva. Oberstdorf: poche anime, tranquillità e quiete, luogo degli af-fetti più cari, il vecchio allenatore di sempre (Michael Huth), iprogrammi più congeniali alle sue doti artistiche ed espressivecosì lontani dal funambolismo circense orientale e con menorischi cui poter incorrere; questo serviva a Caro per ripartireserena e riprendersi le posizioni che merita ai vertici della di-sciplina. Nessun mental coach, nessun ambiente ipertecnologico degliStates, nessuna Los Angeles o metodologie avveniristiche sen-z’anima nè umanità potevano farle meglio di un ritorno all’an-tico con il quale ha riabbracciato certezze e punti di forza diquell’infanzia che, in fondo, se ce l’ha consegnata da bambinaalle prime pattinate a regina dei ghiacci tanto male non dovevaessere. E si è visto. Le Fiamme Azzurre non hanno mai smesso di starle accanto,di credere in lei e di attendere che tornasse a dimostrare quelloche è realmente. Responsabile del gruppo sportivo in primis,nessuno ha mai pensato che fosse un’atleta finita, agli ultimigiri di pista. La fiducia che qualcuno ripone nell’abilità in un’altra persona,la capacità di attendere che il buio di unastagione no passi, può essere il miglioredegli antidoti possibili allo stress e allepressioni. Carolina di occhi puntati e di pressioni neha sempre avuti addosso molti ma oggi lasi può vedere finalmente più sorridente edistesa. Persino il ginocchio sinistro, che lesta dando qualche problema mentre si al-lena o gareggia a causa di una fastidiosa in-fiammazione, è stato poca cosa rispetto allavoglia di far bene e di non interrompere lastagione in corso soprattutto in vista dei Campionati europeidi gennaio. La portacolori delle Fiamme Azzurre, quarta nel libero patti-nato sulle note del Preludio al pomeriggio di un fauno diClaude Debussy, ha confermato il piazzamento ottenuto dopoil corto di venerdì 10. Con l’americana Alissa Czisny a precedere (180,75 punti ),altra compagna di sventura in quanto a stagione non fortunata,l’azzurra ha accumulato 178,60 punti e si è piazzata per un sof-fio davanti alla sedicenne giapponese Kanako Murakami

(178,59). Nella finale di sabato, con un lungo pulito epreciso, come già nel corto nel quale è statacoinvolgente e sicura sulle note del flamencoGalicia e del Can Can, ha meritato un pun-teggio molto alto nei components e ciò l’hafatta restare nella parte alta della classifica. Come al solito meravigliosa la sequenza dipassi, ottima anche la combinazione finaletriplo salchow-doppio toloop-doppio to-

loop. E’ quarto il suo libero dopo il secondo posto nel corto, ma ilpunteggio di 116,47, suo primato stagionale, combinato con ilpunteggio del corto (62,13) le permette di battere per 0,01punti la giapponese Kanako Murakami e tanto basta per gioiree godersi un argento che è preziosissimo soprattutto perchè viavrebbero scommesso in pochi.La classifica finale, rispetto alla prima parte di gare, non cambiaquasi di niente. L’ex campionessa del mondo, la giapponese Miki Ando, è la mi-gliore di giornata, ma rimane al quinto posto. A precederla ci sono le connazionali Kanako Murakami (cheha solo 16 anni), terza e Akiko Suzuki, quarta. Sesta e staccataresta la statunitense Rachael Flatt. L’atleta della Polizia Penitenziaria ha ottenuto anche il consensodell’allenatrice russa Tatiana Tarassova, che alla televisionerussa commenta il suo programma dicendo che Carolina è unadelle pattinatrici più talentuose che abbia mai visto. Nei primi commenti a caldo dopo la gara Carolina ha dichia-rato: «Mi sono sentita molto sicura e mi sono divertita

molto».In conferenza stampa ha aggiunto: «Erocontenta per la qualifica e adesso lo sonoancora di più per aver ottenuto una me-daglia. Penso di essere migliorata dicompetizione in competizione, i saltisono andati bene e ho commesso soloun errore ma qui ho avuto proprio lasensazione di avere dell’energia inpiù».Purtroppo non c’è stata l’opportunità diguardare gli altri due portacolori delle

Fiamme Azzurre sul ghiaccio di Pechino: Anna Cappellinie Luca Lanotte sono stati infatti assenti nella competizione didanza a causa di problemi fisici per Luca in via di soluzione,che hanno negato ai due di misurarsi in una gara di altissimolivello tecnico e spettacolarità.L’anno scorso a Tokyo, erano stati proprio loro a difendere icolori della Polizia penitenziaria nella finale della danza sughiaccio.La vittoria finale è arrivata per gli statunitensi Davis/White(171,58) che hanno preceduto i francesi Pechalat/Bourzat(162,10) e i canadesi Crone/Poirier (139,74).

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a cura di Lalì

[email protected]

Redazione sportiva

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Come abbiamo ampiamente documentato nel numero scorso, il Comune di Roma e l'AICSComitato Provinciale di Roma, in collaborazione con il CONI, hanno promosso una con-ferenza sulle iniziative Progetto Antidoping a scuola e Contro Doping, sport medicinadella salute. In relazione alle tante iniziative collegate al progetto, i ragazzi della scuola media Vivaldi diOstia hanno realizzato il documento che pubblichiamo.

ROMA: i bambini

e il doping F

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Lionello PasconeCoordinatore Nazionale

Anppe

Associazione NazionalePolizia Penitenziaria

Cambiano i requisitiper andare in pensione

requisiti di età e somma età ana-grafica e anzianità contributivaper pensionamento di anzianitàcioè le quote attuali verranno

adeguati con gli incrementi della spe-ranza di vita con i parametri connessiagli andamenti demografici, a decorreredal 1° gennaio 2015.• Requisito di età per pensionamento divecchiaia. Lo stesso discorso vale (incre-menti della speranza di vita) anche perl’età pensionabile stabilita per la pen-sione di vecchiaia (attualmente 60 anniper le donne del settore privato e 65 anniper gli uomini) • Per le dipendenti del settore pubblicol’età per la pensione di vecchiaia saràelevata a 65 anni dal 1° gennaio 2012salvo requisiti più elevati previsti daglispecifici ordinamenti previdenziali.• Anche il requisito anagrafico per l’as-segno «sociale» (la ex pensione sociale)sarà soggetto agli aggiornamenti.

SOGGETTI INTERESSATII soggetti interessati saranno i lavoratoridipendenti del settore privato e pubblicoiscritti all’Inps o all’Inpdap ma anche ilavoratori autonomi.• La norma del maxi emendamentoestende l’adeguamento dei requisiti ana-grafici alla speranza di vita e si applicaanche ai lavoratori già impegnati in lavoridi sottosuolo presso miniere, cave e tor-biere, la cui attività è venuta a cessare perla loro definitiva chiusura e che nonhanno maturato i benefici specifici pre-visti dalla disciplina di riferimento. Inol-tre, è prevista l’estensione a personale diForze armate, Forze di polizia, Vigili delfuoco e rispettivi dirigenti. • Dopo il dibattito che ha preceduto ilvaro del maxi�emendamento, il governoha deciso di escludere dalla misura i sog-getti che maturano 40 anni di contributia prescindere dal requisito anagrafico.Escluso anche chi deve cessare il lavoroper la perdita del titolo abilitante.

MECCANISMO ATTUALESarà un decreto del Ministero dell’Eco-nomia e Finanze di concerto con quellodel Welfare, a definire le modalità di ag-giornamento.• Il provvedimento andrà emanato al-meno 12 mesi prima della data di decor-renza di ogni aggiornamento. Nel caso in cui non venisse rispettato iltermine o il provvedimento non fosseemanato, questo comporterà una re-sponsabilità di tipo erariale. Il nuovomeccanismo si baserà sugli indici legatiall’aspettativa di vita elaborati dall’Istitutonazionale di statistica. A partire dal 2013,infatti, l’Istat sarà chiamato a rendere di-sponibile entro il 30 giugno dello stessoanno il dato relativo alla variazione neltriennio precedente della speranza di vitacorrispondente all’età di 65 anni con ri-ferimento alla media della popolazioneresidente in Italia. Il dato servirà comebase di calcolo per effettuare l’aggiorna-mento.

SCANSIONE TEMPORALELa prima data da segnare in rosso sul ca-lendario è il 1° gennaio 2015. A partireda quel momento, infatti, scatterà l’ade-guamento alla speranza della vita per i la-voratori che saranno interessati dallanovità contenuta nel maxi�emendamento.Il secondo aggiornamento scatterà inveceil 1° gennaio 2019. La scelta è stata motivata con la necessitàdi uniformare la periodicità temporaledel nuovo meccanismo con la proceduraprevista per il coefficiente di trasforma-zione: il parametro in base al quale vieneeffettuato l’adeguamento dell’importodella pensione annua nell’assicurazionegenerale obbligatoria e nelle forme so-stitutive ed esclusivePer l’adeguamento del 2019, l’Istat dovràrendere disponibile entro il 30 giugno2017 il dato relativo alla variazione deitriennio precedente. Da allora in poi l’ag-giornamento avverrà ogni tre anni.

LA MODIFICAI requisiti di età saranno aggiornati incre-mentando i requisiti in vigore in misurapari all’aumento della speranza di vita ac-certato dall’Istat in relazione al trienniodi riferimento (per il 2015 il triennio diriferimento sarà quello dal 2010 al 2012mentre per il 2019 sarà quello dal 2014al 2016). Per quanto riguarda la prima applica-zione, l’aggiornamento non può in ognicaso superare i 3 mesi e comunque nonviene effettuato nel caso di diminuzionedella predetta speranza di vita. In caso di frazione di mese, il calcolodell’aggiornamento deve essere effet-tuato con l’arrotondamento al decimalepiù vicino. Il risultato in mesi aggiuntivi si determinamoltiplicando la parte decimale dell’in-cremento della speranza di vita per do-dici. Anche in questo caso, se necessario,si procede a un arrotondamento ma al-l’unità.

NUOVE QUOTEIl nuovo meccanismo delineato dal maxiemendamento incide anche sui sistemidelle quote in cui si sommano i valori dietà anagrafica e di anzianità contributiva.Per il 2010, la quota per la pensione è 95per i dipendenti e 96 per gli autonomiiscritti all’Inps. Nel 2011, la quota sarà incrementata diun’unità per ciascuna delle due categoriefino ad arrivare al 2013. In quella data la quota sarà 97 per i di-pendenti (con 61 anni di età anagraficaminima per la maturazione del requisito)e 98 per gli autonomi (con 62 anni di etàanagrafica minima).Quando nel 2015 partirà l’adeguamentoalla speranza di vita, l’aggiornamentosarà rapportato ai requisiti di età.Nel caso in cui il valore sia una frazionedi unità, l’aggiornamento viene effet-tuato con arrotondamento al primo de-cimale.F

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L’assegno, istituito con l’articolo 104 del DPR n.1092/1973, compete ai mutilati ed agli invalidi per servi-zio titolari di pensione privilegiata per menomazioniascritte a categoria compresa tra la seconda e l’ottava dellatabella A, annessa alla legge n. 313/1968, che siano inabilial lavoro in quanto la loro infermità costituisce pregiudizioalla salute o incolumità dei compagni di lavoro o inadat-tabili per la sicurezza degli impianti. Quindi, non è sufficiente essere titolari di pensione privi-legiata, ma occorre anche che l’infermità abbia le carat-teristiche sopra specificate. Tale speciale assegno viene corrisposto fino al compi-mento del 65° anno di età. Dal giorno successivo, l’assegno in parola è sostituito conun assegno di importo pari alla pensione minima previstadall’Inps.

Assegno di incollocabilità

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Ai sensi del DPR 18 novembre 1965, n. 1485, il pubblicodipendente, anche dopo la cessazione dal servizio, qualorasia affetto da malattia che ritenga correlata ad altra infer-mità già riconosciuta dipendente da causa di servizio, puòinoltrare, ai fini del riconoscimento di interdipendenza,istanza all’Ente di servizio o di ultimo servizio. In tale ipotesi deve essere espletata la normale proceduraprevista per il riconoscimento di dipendenza da causa diservizio.

Invalidità civile

BRESCIA: fiocco rosain segreteria

Il 21 novembre 2010 a Brescia è nata Sofia Mottola,nipote dell’iscritto Anppe Francesco. Alla piccola, ai genitori Marco e Elena, ai nonni MariaRosa e Francesco, giungano i migliori auguri da partedella Segreteria Locale dell’Associazione Nazionale Po-lizia Penitenziaria di Brescia, dalla Segreteria Nazionalee dalla Redazione.

Torino: inaugurato ilnuovo campo di calcioIl giorno 14 ottobre 2010, è stato inaugurato il nuovo campodi calcio presso la Casa Circondariale Lorusso-Cutugno diTorino. All’evento ha participato una delegazione dell’ANPPetorinese guidata da Salvatore Sfatafora e Carmelo Parente.Quest’ultimo ha dedicato una poesia alla cerimonia che convero piacere pubblichiamo sulla pagine di questa Rivista.

Poesia dedicata all’inaugurazione del camposportivo del carcere “Le VALLETTE” di Torino

Grazie all’intervento dell’istituto San Paolo Intesa ed accurati amministratori Penitenziari l’opera si è compiuta, con tutti gli onori il campo calcistico è stato inaugurato. prime partite di un Torneo tra squadre di Reclusi, Agenti e Giornalisti.In un bel mattino autunnale mentre un debole sole faceva capolino tra le nubi, in tutti i giocatori partecipanti aleggiava la sete di gloria e di audacia sognando l’attimo di gioia del gol da segnare nella rete del prato verde.Microfoni e telecamere hanno seguito gli incontri registrando, per non dimenticare I’evento calcistico, diventato storico, tra le mura della redenzione.Dal prato delle “Nuove” a questo Campo Nuovo quante reti segnate, nella gioia dell’attimo. Con questo presente si è iniziato il futuro seguendo la traccia dell’entusiasmo, dell’aiuto e della solidarietà, e degli uomini di legge che portano in alto il nome dello sport.

Carmelo Parente.

Buone FesteLa Segreteria Nazionaledell’ANPPe augura a tutti gli iscritti,ai loro familiari e a tuttoil personale in congedo

Buone Feste e

Felice AnnoNuovo

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Polizia Penitenziaria - SG&S n. 167 - novembre 2009

Rovigo: Festadel 4 novembre

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Domenica 5 dicembre 2010, si è svolto il con-sueto Pranzo Sociale dell’Associazione Anppedi Rovigo, presso il Ristorante Don Bosco. Erano presenti più di 50 Soci della Sezione diRovigo; molto gradita la partecipazione del Dott.Fabrizio Cacciabue, Direttore della Casa Circon-dariale di Vicenza e Socio Anppe della locale Sezione. Motivo di orgoglio per il Consiglio Direttivo è stato parlare delle molte iniziative svoltenel corso dell’anno e delle tante soddisfazioni che il 2010 ha dato alla numerosa Se-zione del Nord Est.L’incontro è stata anche occasione per lo scambio augurale in vista delle Feste nata-lizie.Un particolare ringraziamento è stato rivolto al Sig. Nino Foti, intervenuto al pranzononostante la distanza tra Rovigo e Barcellona Pozzo di Gotto (Me) ma presente perritrovare commilitoni e amici. Giancarlo Olianas

Una folta delegazione della Sezione del-l’ANPPe di Rovigo ha partecipato alla Ce-rimonia del 4 Novembre nellacaratteristica Piazza Vittorio Emanuele diRovigo. Presenti le piu alte cariche Mili-tari e Istituzionali insieme a tutte le Forzed’Arma e Combattentistiche. Giovanni Meloni

La Sezione Provinciale ANPPE di Alessan-dria ha partecipato in occasione dellaFesta di Santa Barbara Protettrice dei Vi-gili del Fuoco alla locale Festa del Corpo. Erano presenti le massime Autorità Civilie Militari della Provincia. Molto apprezzata la presenza del perso-nale in congedo del Corpo di Polizia Pe-nitenziaria.

La Sezione dell’Anppe di Lagonegro ha partecipato alla Festa del 4 no-vembre 2010 svoltasi nella locale città. Molto apprezzata la presenza deiBaschi Blu del Corpo di Polizia Penitenziaria in congedo.

Alessandria:Festa di SantaBarbara

Lagonegro: anche l’ANPPE alla Festa del 4 novembre

Rovigo: incontroannuale dei soci

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Reggio Calabria: Festa del 4 novembre

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Una delegazione dell’ANPPe di Reggio Calabriaha partecipato il 14 novembre scorso alla Festadel Ringraziamento svoltasi a Sambatello (RC). La manifestazione si è svolta, prima, con la ce-lebrazione della Santa Messa e, successiva-mente, con la deposizione di una coronad’Alloro ai Caduti della Prima e Seconda guerramondiale. Da segnalare che alla sezione ANPPe di ReggioCalabria è stata consegnata una targa ricordo.Ancora una volta la Sezione Locale dell’ANPPeprotagonista nelle manifestazioni che si svol-gono nella provincia di Reggio Calabria. Franco Denisi�

Il 4 novembre 2010, la sezione ANPPe di Reggio Calabria ha parte-cipato alla deposizione della Corona d’Alloro al Monumento deiMarinai in Catona di Reggio Calabria. Alla manifestazione hannopartecipato le massime autorità della città calabrese.�Franco Denisi

Il 4 dicembre 2010, a Reggio Calabria, alla presenza del Ministro dell’Interno On.Roberto Maroni e del Capo della Polizia Pref. Dott. Mario Manganelli è stata celebratala Festa Nazionale dei Vigili del Fuoco. Alla cerimonia, tenutasi prima in Cattedrale esuccessivamente al Teatro Cilea, sono intervenuti il Prefetto di Reggio Calabria Dott.Varratta, Il Sottosegratario all’Interno NITTO PALMA , il Governatore della CalabriaSCOPELLITI ed altre autorità cittadine. Non poteva mancare la locale Sezione dell’An-ppe gentilmente invitata alla cerimonia dal Ministro dell’interno. Franco Denisi

Il 10 dicembre 2010 la Sezione Anppedi Reggio Calabria ha partecipato allaFesta della ricorrenza della Festivitàdella Madonna del Loreto protet-trice degli Aviatori, organizzata dallalocale Associazione dell’Aeronautica.�Franco Denisi

ANPPE SEZIONE LOCALE DI REGGIO CALABRIA

In data 10 c.m. come da precedente invito, la sezione di Reggio Calabria partecipa alla festa

organizzata dall’Associazione Aeronautica, in occasione della ricorrenza della Festività della

Madonna del Loreto, protettrice degli Aviatori.

Reggio Calabria 10/11/2010

Reggio Calabria: Festa del Ringraziamento

Reggio Calabria: Festa Nazionale dei Vigili del Fuoco

Reggio Calabria: Festa per laMadonna diLoreto

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CROTONE: la Polizia Penitenziariapremiata allaFesta dell’ACI

In occasione del quindicesimo anni-versario della sezione dell’Automo-bil Club d’Italia di Crotone, dove hapresenziato l’Arcivescovo Mons. Do-menico Graziani, è stata premiata laPolizia Penitenziaria di Crotone.Il premio è stato ritirato dal Coman-dante di Reparto Ispettore Capo Giu-seppe Caligiuri. Riconoscimenti sono stati attribuitiagli Assistenti Capo Domenico Be-rardi e Antonio Bisceglia classe ’65,«Per il coraggio, l’altruismo, la re-sponsabilità ed il senso del dovere,per aver prestato soccorso agli au-tomobilisti della Provincia, dimo-strandosi all’altezza del lorocompito».Per festeggiare l’avvenimento l’ACIha presentato La giornata dell’au-tomobilista, in occasione dellaquale si è svolto il convegno su Di-sturbi del sonno, sonnolenza edinfortunistica stradale.E’ stato anche organizzato il radunodi auto e moto d’epoca Città di Cro-tone.Ancora una volta, il personale delCorpo, pur operando in un contestomolto delicato, quale quello del ter-ritorio crotonese, attanagliato damolteplici problemi che, ormai tutticonoscono, si è distinto, per doti equalità altamente qualificati, otte-nendo, alla stregua delle altre Forzedi Polizia, il riconoscimento e laconsiderazione di tutte le AutoritàLocali.

La Segreteria Provinciale del Sappedi Crotone

l 16 dicembre 2010 si è svolta aMessina una manifestazione diprotesta di tutti i sindacati chehanno animato un sit-in tenu-tosi davanti ai cancelli dellaCasa Circondariali di Gazzi. Una denuncia che si rinnovada tempo in uno scoramentocrescente, vista la mancanzadi risposte ufficiali dal Dipar-timento a seguito dei recentidocumenti inviati.

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 179 - dicembre 2010

Il Governo e il Parlamento non ignorinola manifestazione avvenuta, che ha de-nunciato la profonda delusione delledonne e degli uomini delle Forze di Poli-zia sulle politiche della sicurezza delPaese.Il Sappe è sceso in piazza davanti a pa-lazzo Montecitorio dopo il vergognosovoltafaccia del Governo e della maggio-ranza che hanno ritirato alla Camera unemendamento al decreto sicurezza sullaspecificità delle Forze di Polizia e dei Vi-gili del Fuoco, mettendo così a rischiol’operatività e l’efficienza dei servizi di or-dine e sicurezza pubblica dal primo gen-naio 2011. I poliziotti hanno protestato contro il Go-verno Berlusconi per le stesse ragioni percui nel passato contestarono pubblica-mente il Governo Prodi: e cioè che sullasicurezza si fanno solo annunci e pro-messe ma poi concretamente si taglianofondi e risorse.

Messina: protesta del personale

Quella del 13 dicembre è stata unagiornata di mobilitazione nazionaledegli appartenenti alle Forze di Poliziasemplicemente straordinaria: sono an-dati in piazza le donne e gli uomini im-pegnati tutti i giorni in prima linea sulfronte della sicurezza, dimostrandoquanto siano delusi i poliziotti italianida questo Governo Berlusconi e dallepolitiche sulla sicurezza del Paese. Lecarceri ospitano oggi 70mila detenutia fronte di 42mila posti letto e questopesante sovraffollamento condizionagravemente le già difficili condizioni dilavoro delle donne e degli uomini dellaPolizia penitenziaria, che hanno ca-renze di organico quantificate in più di6mila unità. Sarebbe allora grave e ir-responsabile se l’intero esecutivo gui-dato da Silvio Berlusconi e lamaggioranza politica che lo sostienenon tenesse nel debito conto questamanifestazione di protesta.

Roma: manifestazione nazionale dei poliziotti italiani

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Grazie al contributo determinante delcollega Antonio Guglielmi, Responsabiledella Sezione Cinofili di Ricerca di per-sone scomparse in superficie e sotto lemacerie della Protezione Civile di TrinoVercellese (VC) si è giunti, con l’aiuto deicani per la ricerca, alla cattura a Pavia diun ergastolano evaso il 25 novembre2010 dall’Istituto Penitenziario dellastessa città.L’Amministrazione penitenziaria do-vrebbe prendere atto delle professiona-lità esistenti nel Corpo di PoliziaPenitenziaria e farne tesoro.

Infatti, nella fattispecie dell’AssistenteCapo Antonio Guglielmi che è IstruttoreCinofilo per la Protezione Civile di canida Ricerca di persone scomparse in su-perficie e sotto le macerie, in serviziosolo quale addetto alla logistica del Cen-tro Addestramento Cinofili di Asti, percui non espleta il servizio cinofilo, per-ché non valutare la possibilità di metterein sperimentazione un servizio cinofilodi ricerca persone scomparse, in ag-giunta al servizio antidroga e cinoagoni-stico? Nicola Sette

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 179 - dicembre 2010

L’assistente di Polizia PenitenziariaDimitri Gemelli, in servizio pressola Casa Circondariale di Gorizia, ilgiorno 13 Novembre si è classifi-cato 1° alla gara di Body BuildingIBFF World Championship, svol-tasi a Capodistria (SLO) nella ca-tegoria Smoll Athletic, diventandocosì Mister Athletic/Smoll .Ci sembrava giusto dare risalto aquesto tipo di disciplina la cui pra-tica costa molti sacrifici.Vito Marinelli

Vercelli: servizio cinofili di ricerca di persone scomparse

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Il 9 ottobre 2010 a Crnotici (Slovenia), inoccasione dell’inaugurazione del rinno-vato poligono di tiro, si è tenuta la 4° garainternazionale di tiro per la Coppa in me-moria della partenza dell’ultimo mili-tare della JLA dalla Slovenia alla qualehanno partecipato 138 tiratori apparte-nenti alle Forze dell’Ordine di diverse na-zioni, tra cui: l’F.B.I, la Polizia Slovena,Italiana e Croata, alcuni membri dell’As-sociazione combattentistica slovena e per-sonale dell’Esercito sloveno.La gara si è svolta a squadre, nella disci-plina di Tiro da difesa in cinque differentisituazioni di tiro con pistola semiautoma-tica cal. 9 x 19 mm.In rappresentanza del Corpo di Polizia Pe-nitenziaria hanno gareggiato un gruppo dicolleghi in forza alla Casa Circondariale diTrieste: l’Ispettore Superiore Romolo In-carnato, gli Assistenti Gianfranco Ventrella,Alessio Piras e Valentina Postet, le Agentiscelte Marianna Di Mario e Cristina Cade-naro e l’Agente Salvatore Cuffaro.A tutto il gruppo va l’apprezzamento dellaSegreteria Provinciale S.A.P.Pe di Trieste,particolarmente sentito per le donne, cheaggiudicandosi il 3° posto tra i gruppifemminili, si sono distinte in gara por-tando a casa una bella coppa.

AVVISO AGLIISCRITTI: SONO IN DISTRIBUZIONEPRESSO tutte LE SEGRETERIE LOCALI I GADGET ANNUALI DEL SAPPE: CALENDARI, PENNE E ANGENDINE.BUONE FESTE A TUTTI

Trieste: gara di tiro inslovenia

Gorizia: Dimitri Gemelli, un campione di Body Building

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’Istituto Centrale di Formazionedi Roma ha ospitato a fine otto-bre i lavori del Seminario distudio organizzato dalla Com-

missione per le Adozioni Internazionali,incardinata presso la Presidenza delConsiglio dei Ministri. Nella giornata finale, nel corso dellaRiunione plenaria con gli Enti autoriz-zati, ha presidiato i lavori il Sottosegre-tario di Stato Sen. Carlo Giovanardi,Presidente della Commissione per leAdozioni Internazionali, accoltodal Capo Dipartimento della GiustiziaMinorile, Presidente Bruno Brattoli e daun adeguato picchetto d’onore delCorpo di Polizia Penitenziaria.

Ciro Borrelli

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 179 - dicembre 2010

uesto è un testo fondamentaleper conoscere compiutamentel’evoluzione in ambito peni-tenziario degli interventi pre-

disposti dallo Stato per assicurare ildettato costituzionale della rieducazionedel reo, sancito dall’articolo 27 dellaCostituzione, ai soggetti condannati percriminalità organizzata.Nell’ambito dei diversi interventi legisla-tivi diretti a contrastare il fenomenodella criminalità organizzata in tutti i set-tori dell’ordinamento, sul piano della re-pressione e su quello della prevenzione,lo studio analizza proprio il momento fi-nale della risposta dello Stato cioè quellodell’esecuzione della pena nei confrontidei detenuti appartenenti alla criminalitàorganizzata, il cui trattamento peniten-ziario prevede alcune deroghe al regimeordinario ed è costantemente monito-rato anche dal punto di vista legislativocome dimostrano le recentissime modi-fiche in materia. Erremme

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MANUALE DELL’ESECUZIONE PENALECEDAM Edizioni pagg. 822 - euro 58,00

un volume che non può man-care nella libreria di ogni ope-ratore penitenziario e, inparticolare, degli appartenenti

al Corpo di Polizia Penitenziaria. L’Autore tratta analiticamente l’evoluzionestorico-giuridica dell’esecuzione penalee dell’ordinamento penitenziario, edespone in modo organico e sistematicogli istituti processuali penali e peniten-ziari innovati con i provvedimenti legisla-tivi emanati successivamente alla legge 26luglio 1975, n. 345 inerenti all’esecu-zione della pena ed alle misure alterna-tive per il recupero e per il reinserimentodel condannato nel tessuto sociale. Il testo si compone di dodici capitoli oltrel’appendice. Esamina, tragli altri, via via ogni aspettoconnesso all’esecuzione, al regime disorveglianza particolare e la sospensionedelle regole del trattamento penitenzia-rio, alle misure di sicurezza e alla riabi-litazione.

Erremme

Roma: seminario distudi presso la scuola diformazione

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In alto, lalocandinadel filma fiancoalcunescene

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a cura diG. B. De Blasis

DALLA VITA IN POI

uesto prison movie (opera prima del regista Gian-francesco Lazotti) muove dalla storia di Rosalba, in-namorata di Danilo, detenuto in carcere a seguito diuna condanna per omicidio.

La ragazza decide di scrivere una lettera ogni giorno al proprioamato, ma non ha molta dimestichezza con le parole e non rie-sce a farlo. In suo aiuto accorre la sua amica Katia, anch’essain qualche modo condannata a vita perché costretta a stare suuna sedia a rotelle. Imprevedibilmente, attraverso la scritturae raccontando di se stessa, Katia si lega profondamente a Da-nilo fino al punto che, quando Rosalba lo dimenticherà, escesenza remore allo scoperto, lo va a trovare in carcere e glispiega tutto quello che è successo. A questo punto, Katia, congrande ostinazione decide di sposarlo, pur sapendo che Danilodovrà trascorrere ancora tanti anni in carcere. Quando, però,Danilo otterrà il permesso di incontrare la giovane moglie perun giorno fuori dal carcere, i due avranno la concreta possibi-lità di valutare la fuga per tentare di vivere una vita diversa.Ispirato a una storia vera, Dalla vita in poi è una commediasemplice ma di buon gusto, anche se continuamente a rischiodi retorica. Lazotti è un esperto regista televisivo che arriva sulgrande schermo con grande umiltà, senza esploit di regia, ac-contentandosi di raccontare una storia così com’è...Il tratteggio dei personaggi non ha guizzi ma nemmeno ètroppo scontato. Cristiana Capotondi conquista il centro dellascena, la sua Katia è colta e sfacciata e non esita ad usare ilproprio handicap per raggiungere i suoi scopi. Il Danilo diNigro è il duro dal lato tenero, un personaggio estremamenteschematico e modellato sul suo fisico, al quale l’attore sa co-munque fornire qualche sfumatura importante.La Romanoffimpersona la borgatara con una sua grazia e un’onesta consi-derazione di se stessa e delle proprie virtù. Ottima, infine, l’interpretazione del poliziotto penitenziario diPino Insegno, che offre una prova davvero all’al-tezza della situazione.Di secondaria importanza, nel film, la parabola diun amore che nasce dalla conoscenza intima anzi-chè dalla vista dell’amato, come una volta i romanziepistolari ed oggi facebook e i social network.Anche considerando tutte le ingenuità della tramae l’evidente vocazione alla produzione televisiva,Dalla Vita in poi è un buon film cui va ricono-sciuto, in definitiva, un buon equilibrio tra le parti,soprattutto la sceneggiatura e la recitazione.

La scheda del FilmRegia: Gianfrancesco Lazotti

Soggetto e Sceneggiatura: Gianfrancesco LazottiFotografia: Alessandro PesciMusiche: Pietro Freddi (le canzoni Il passo silenzioso della nevee Voglio quello che sento sono di Valentina Giovagnini)Montaggio: Federico Aguzzi, Andrea Bonanni e Francesca MasiniSuono: Roberto AlberghiniScenografia: Fabio VitaleCostumi: Alessandra Cannarozzi

Produzione: Pierpaolo Paoluziper Rosa Film, Faccia Piatta, incollaborazione con RAI Cinema

Distribuzione: 01 Distribution

Personaggi ed Interpreti:Katia: Cristiana CapotondiDanilo: Filippo NigroRosalba: Nicoletta Romanoff

Direttore del carcere: Carlo BuccirossoAssistente Vitale: Gianni CinelliSovrintendente Ciarnò: Pino InsegnoAssistente sociale: Carlo Giuseppe GabardiniDon Paolino: Arcangelo Iannace

Genere: Commedia Durata: 85 minuti Origine: Italia, 2010

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Davanti al carcere hanno arrestato Babbo Natale

l 12 dicembre scorso, il reve-rendo James Rosenthal, vestitoda Babbo Natale e portando inspalla un sacco pieno di regali

per i bambini detenuti, si è presentatoallo Yarl’s Wood Immigration Remo-val Centre, nel Berdfordshire, in In-ghilterra.

L’intenzione del Reverendo era quelladi regalare un sorriso e un momentodi letizia ai figli degli immigrati clan-destini che sono tenuti prigionieri inuna specie di carcere di minima sicu-

Accadde al

Penitenziario

rezza, in attesa che i tribunali decidanoil loro destino.Non erano grandi cose, i regali eranomodesti: circa duecento sterline di valorein tutto, acquistati con i proventi delle of-ferte di beneficenza fatte dai fedeli invarie chiese di Londra nelle domenicheprecedenti il Natale, raccolti dalla St. Ni-cholas Society, un’associazione di caritàche porta il nome del Santo che ha ispi-rato il mito di Babbo Natale.Negli anni passati il reverendo Rosenthalaveva sempre portato un po’ di doni inaltri luoghi dello stesso tipo: ospedali,campi profughi, carceri minorili e nes-suno lo aveva mai respinto.Invece le guardie del centro detenzioniimmigrati, constatata la mancanza diqualsiasi tipo di permesso, gli hanno im-

pedito l’accesso e vista l’insistenzadel religioso e la sua ostinazione anon desistere, hanno chiamato lapolizia che lo ha arrestato.Uno degli accompagnatori di BabboNatale ha filmato tutta la scena e l’hamessa on line su internet ( ).Ovviamente, l’episodio ha provocatoproteste, interrogazioni e uno scan-dalo sui mass media tanto che, al-l’ultimo momento, il ministero degliInterni britannico è intervenuto per-mettendo ai bambini del centro de-tenzione immigrati di ricevere i regalie di incontrare Babbo Natale.Questa storia sembra proprio un rac-conto di Natale come il ChristmasCarol di Dickens e, invece, è un fattovero accaduto nella Gran Bretagna dioggi.

USA: arrestata donna 56enneper aver aggredito unpoliziotto con un vibratore

Il gestore di un sexy shop di Gur-nee, sobborgo di Chicago, nell’Illi-nois, martedì notte è stato costrettoa chiamare la polizia perchéuna donna era andata in escande-

scenze urlando che poteva e voleva pagare quello che avevaacquistato, ma che il denaro ce l’aveva a casa.La donna, Carolee Bildsten di 56 anni eraevidentemente ubriaca e senza soldi per pagare.All’arrivo della polizia la Bildsten è stata accompagnata acasa per prendere i soldi e pagare gli acquisti fatti. Entrataa casa, però, la donna si è diretta verso un cassetto, l’haaperto ed invece dei dollari ha tirato fuori (secondo il te-stuale rapporto della polizia) «un oggetto rigido per arre-care piacere alle donne», in pratica un sexy toy, unvibratore, con cui ha cercato di colpire più volte un poli-ziotto alla testa.Arrestata e poi subito rilasciata su cauzione, la 56enne dovràora rispondere delle accuse di aggressione aggravata efurto.

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Inghilterra: detenuti continuano a perseguitarele vittime attraverso Facebook

Da dietro le sbarre man-tenevano i rapporti con iloro complici e minac-ciavano le loro vittimevia Facebook. E' statoper questo che il mini-stro di Giustizia JackStraw ha annunciato chesaranno oscurate le pagine del social network di trentadetenuti britannici che, pur essendo in carcere, avevanotrovato il modo di perseguitare anche sul web i loro ne-mici. Per affrontare il fenomeno Straw sta cercando dimettere a punto una strategia per contrastare il fenomeno.I prigionieri non possono utilizzare internet da soli in In-ghilterra. Possono farlo solo se sotto controllo o per mo-tivi educativi, ma aggirano facilmente il divieto, utilizzandole connessioni dei telefoni cellulari. «Non possiamo tol-lerare - ha concluso Straw - che anche da prigionieri gliaguzzini continuino a perseguitare le proprie vittimecon immagini e parole ingiuriose sul proprio profilodi Facebook». FF

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fonte: www.poliziapenitenziaria.net

Messico: Direttrice del carcere utilizza detenuticome killer

La direttrice del centro di ria-bilitazione Gómez Palacionello stato messicano di Du-rango, Margarita Rojas Rodrí-guez reclutava i detenuti delcarcere come killer.I prigionieri venivano armatidal personale di custodia efatti uscire dalle loro celle percompiere gli omicidi, che sono stati almeno 35 in pochimesi. Ai detenuti- sicari veniva concesso di abbandonare laprigione e usare veicoli ufficiali e armi della polizia peniten-ziaria.Gli inquirenti sono risaliti ai detenuti-killer proprio dopoaver trovato sulla scena del crimine i bossoli e le munizionidei fucili in dotazione alla polizia penitenziaria della strutturacarceraria. A far sospettare gli investigatori che i killer fos-sero in realtà i detenuti è stato un video pubblicato su you-tube con la confessione di un agente di polizia della città,caduto nelle mani del cartello de Los Zetas, nel quale lostesso agente rivelava a chi lo ha catturato che la direzionedel carcere consentiva l’uscita dei detenuti per compiere de-litti su commissione.Il metodo è stato utilizzato in almeno tre massacri avvenutia Torreón e al confine con il Texas: a febbraio sono stateuccise a colpi d’arma da fuoco dieci persone, per lo più ra-gazzi; a maggio in un bar sono state uccise altre 15 personeed, infine, a luglio un commando armato ha ucciso 17 per-sone e ferito gravemente altre 18 durante una festa di com-pleanno.

USA: Catturato serialkiller grazie al DNAsulla pizza

La Polizia di Los Angeles è riuscita ad identificare ed ar-restare un serial killer grazie ad un campione di DNAprelevato da un trancio di pizza.L'uomo, il 57enne David Franklin, negli ultimi venti anniaveva ucciso 10 donne nell’area meridionale di Los An-geles ma aveva soltanto qualche precedente per piccolifurti ed era conosciuto nel vicinato come una personagentile che aiutava gli anziani aggiustando gratuitamentele loro automobili.Franklin aveva lavorato come meccanico nel garage delleauto di una stazione della polizia di Los Angeles nei primianni ottanta, poi aveva fatto il netturbino negli anni in cuisi verificarono i primi otto omicidi, fra il 1985 ed il 1988. Gli altri due omicidi sono avvenuti nel 2003 e nel 2007.Le dieci donne, quasi tutte prostitute, erano di età com-presa fra i 15 e i 35 anni.L'indagine è partita dal dna dell'uomo lasciato dopo cheaveva abusato delle dieci vittime prima della loro morte.Partendo da questo dato è stato verificato il DNA dei de-tenuti nelle prigioni di Stato. L'analisi è stata poi estesa a possibili parenti dei carceratie finalmente è stato trovato un uomo che avrebbe potutoessere un familiare del serial killer. Gli inquirenti hanno tracciato un profilo della famigliadel detenuto e hanno individuato il padre come possibilesospetto. Quest’ultimo è stato posto sotto sorveglianza e gli agentihanno approfittato di un trancio di pizza buttato nellaspazzatura per ottenere la conferma del DNA.

Nuova Zelanda: Per la prima volta al mondo una persona finisce in prigione per un reato commessousando Facebook

In Nuova Zelanda il pittore ventenne Joshua Simon Ashbyè stato condannato, dal Tribunale di Wellington, a quattromesi di carcere per aver pubblicato su Facebook una fotoin cui la sua ex ragazza compariva nuda.Joshua è stato riconosciuto colpevole non solo di averpubblicato la foto incriminata, ma anche di altri sei reatitra cui minacce di morte, aggressione e furto.Secondo la sentenza del Tribunale di Wellington il reato èstato commesso lo scorso 23 luglio quando il giovaneAshby, dopo un litigio con la fidanzata, ha pubblicato sullasua pagina di Facebook la foto senza veli della ragazza. Dapprima l’immagine poteva essere vista soltanto dai 218

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amici dellaragazza,masuccessiva-mente, Jo-shua èriuscito acambiare la

password dell'account della vittima ed ha reso pub-blico il suo profilo, consentendo in teoria a tutti i 500 milioni diutenti del social network di vedere la foto.La foto è stata rimossa soltanto dopo dodici ore da quando erastata pubblicata.Tra l’altro il ragazzo ha pensato bene di pubblicare anche frasioffensive (sporca sgualdrina) ed intimidatorie sulla bacheca dellaragazza, arrivando addirittura alle minacce di morte.F

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[email protected]

Polizia Penitenziaria: un Corpo

dal carattere maiuscolora il lontano 1990 e nel titolo delprimo articolo di una scono-sciuta Legge di fine anno chepure avrebbe cambiato la vita di

tutti noi, si annidava un dramma che an-cora oggi ci perseguita.Un piccolo errore forse, un dettaglio cheperò contribuisce ancora oggi a smi-nuire non poco la Polizia Penitenziaria.Legge n. 395/1990, art. 1, titolo: Istitu-zione del Corpo di polizia penitenziaria.Ora, facendo un passo indietro, leggiamoche il Regio Decreto del 6 luglio 1890 n.7011 emana l'Ordinamento degli Agentidi Custodia degli stabilimenti carcerari edei riformatori governativi.Rileggete le ultime righe sopra, senzafare caso al loro significato e agli scon-volgimenti che almeno sulla carta hannoapportato, ma focalizzando l’attenzionesull’uso delle lettere maiuscole. Cos’ècambiato? Cos’è intervenuto? Perché nel1890 quel “di Custodia” era trattatocome un sostantivo e cento anni dopoquell’altro “di polizia penitenziaria” siè trasformato in complemento di speci-ficazione?Ancora oggi lo stesso dipartimento del-l’amministrazione penitenziaria (loscrivo volutamente in minuscolo)quando deve riferirsi agli Agenti di Cu-stodia non si sbaglia mai e usa corretta-mente le maiuscole, mentre per la PoliziaPenitenziaria (lo scrivo volutamente inmaiuscolo) si attiene quasi sempre allaforma che ne ha contraddistinto la na-scita nel 1990 riferendosi al Corpo di po-lizia penitenziaria e se manca il “Corpo”,alla Polizia penitenziaria, trattando la pa-rola “penitenziaria” come un aggettivodi “Polizia”.Ma come si determina l’uso delle maiu-scole nella grammatica italiana? Trala-sciando le mille guide più o menoaccurate sull’uso delle maiuscole nellalingua italiana, ci si può rivolgere al sito

web dell’Accademia della Crusca che de-dica una pagina apposita tante sono statele richieste e i dubbi in tal senso.L’Accademia non da una regola certa,specificando però che il criterio di mas-sima da adottare è quello di scrivere inmaiuscolo i nomi propri e in minuscolole altre lettere. Il problema però, comerilevato dalla stessa Accademia della Cru-sca, è che non esiste una regola certa sucome considerare “propri” i nomi dicose, categorie, professioni etc. ridu-cendo il tutto ad una questione di “sen-sibilità” nel distinguere i nomi propri dainomi comuni. Quindi, grammaticalmenteparlando, nel 1890 hanno fatto bene a ri-ferirsi al Corpo degli Agenti di Custodia(maiuscolo) in quanto nome proprio diuna istituzione dell’allora Regno d’Italiae, sempre grammaticalmente parlando,nulla si può eccepire al legislatore che haistituito il Corpo di polizia penitenziaria(minuscolo) nel 1990.E’ una questione di sensibilità, di atten-zione, di rispetto, di considerazione peruna istituzione e per gli uomini che nesono parte. Ed infatti la nostra ammini-strazione e gli altri Ministeri, per non par-lare degli organi di informazione, fannomolta attenzione quando si riferisconoalla Guardia di Finanza, al Corpo Fore-stale, alla Guardia Costiera, alla PoliziaMunicipale... tutti in maiuscolo anche se,a rigor di logica, tutti dovrebbero sotto-

stare alle stesse regole grammaticali.Allora, se di sensibilità si tratta, noi chesiamo Poliziotti Penitenziari, quando nellenostre comunicazioni, nelle nostre mis-sive personali ed ufficiali, nei nostri ap-punti ai nostri dirigenti, facciamoattenzione a come ci riferiamo al nostroCorpo, iniziamo a scrivere sempre (!)“Corpo di Polizia Penitenziaria” e “Po-lizia Penitenziaria” perché ne va dellanostra stessa dignità ed immagine nei con-fronti della nostra stessa amministrazione(minuscolo), ma soprattutto nei confrontidell’opinione pubblica, considerato il fattoche il D.A.P. (in maiuscolo quando ci siriferisce ad acronimi) fa poco o nulla pertutelare la nostra immagine.A chi tenterà di opporsi a tale regola cheadotteremo, adducendo che nella Leggen. 395 del 1990 c’è scritto “Corpo di po-lizia penitenziaria”, spieghiamo loroche quel “di polizia penitenziaria”, aparer nostro, secondo la nostra sensibi-lità, è da considerarsi nome proprio diuna Istituzione della Repubblica Italianae quindi merita il massimo rispetto econsiderazione e quindi possiamo e cisentiamo in obbligo, per il rispetto e leriverenza che abbiamo nei confronti delCorpo di Polizia Penitenziaria, di scriveresia “Corpo di Polizia Penitenziaria”, siae a maggior ragione “Polizia Peniten-ziaria” in quanto quel “Penitenziaria”è nome proprio di una delle cinque Forzedi Polizia dello Stato e non un aggettivoqualificativo di un gruppo della Polizia diStato che si occupa di problematiche pe-nitenziarie.Iniziate anche a fare caso a chi ci indicain minuscolo e protestate, segnalate,spiegate le vostre ragioni e quelle di mi-gliaia di persone che ogni giorno ri-schiano la vita e in cambio di scarsaconsiderazione e che devono sentirsianche sminuiti nel loro stesso nome pro-prio istituzionale.

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ono le otto ma a casa di Gregorioc’è un silenzio assoluto. Non sisente il gustoso aroma di caffèche ogni mattina inebria l’aria né

il solito chiacchiericcio tra Deborah, lafiglia più grande, e Bogena, la colf po-lacca. Stranamente non si sente neppurela lagna del piccolo Alberto che per nonalzarsi ficca la testa sotto le coperte fa-cendo i soliti capricci. Ma cosa succede stamattina? Si alza dicorsa anche Franca, la moglie di Grego-rio:« sono le otto? Ma dove diavolo è fi-nita Bogena?!»«Boh, valla a svegliare, si sarà rotta lasveglia..»Tutti corrono alla conquista del bagno.La signora Franca va nella camera di Bo-gena ma la trova vuota, il letto intatto, letapparelle abbassate. «Accidenti eadesso chi li accompagna i figli ascuola? Gregorio vai tu?»«Io non posso, devo andare subito incantiere»« Va bene, sei sempre il solito. Ma nonpossiamo lasciare solo il nonno. Ma si,tanto Felipe ha le chiavi».Dopo pochi minuti la Franca è in mac-china con i bambini. Il traffico è strana-mente ridotto ma davanti alla scuola c’èuna gran fila e tante mamme a chiacchie-rare. «Ma cosa succede stamattina?».Le maestre sbarrano l’ingresso «Lascuola è chiusa, il Provveditorato hasoppresso alcune sezioni per man-canza di bambini»«Si, erano per metà stranieri. Sonotutti spariti con le famiglie. Senzabambini non si raggiunge il numerominimo e le insegnanti rischianoanche il posto».La Franca non ha tempo per pensare. Te-lefona a casa per sapere se è arrivato Fe-

lipe, il filippino che accudisce ilnonno.«Non è arrivato nessuno, ri-sponde il vecchietto, e adesso chi miaccompagna alla posta a prendere lapensione?»«Ti accompagno io» risponde Franca.Chiama in ufficio per avvisare del ritardoma il Capo è imbestialito. Mancano quasitutte le impiegate perché le babysittersono sparite e ha ricevuto decine di tele-fonate da chi non sa a chi lasciare i bam-bini. Franca comincia a perdere la calma.«Porto il nonno alla posta - pensa - epoi vado a fare io la spesa». Arriva a casa e trova il vecchio seduto sulpianerottolo. Si è vestito da solo ma èsenza il calzino sinistro e la camicia ha ibottoni sbilenchi. Lo aiuta a vestire edopo un po’ raggiunge la Posta dove tro-vano tanti anziani che fanno sit-in davantiagli sportelli. Saltellano urlando «Chi-non sal-ta pen-sio-nato-è». L’INPS ha bloccato tutte le pensioni del

mese essendo venute a mancare le con-tribuzioni dei lavoratori immigrati, scom-parsi nel nulla. Perciò niente pensionifino a nuova disposizione. La donna prende il nonno che saltella elo carica di peso in macchina. Decide diandare al mercato pensando che forseBogena non ci sarebbe andata quellamattina. Riparte, solito traffico fino almercatino del quartiere. Il mercato è chiuso. Per mancanza dioperai stagionali, africani e albanesi, lebancarelle non hanno potuto approvvi-gionarsi di pomodori, carote, piselli. Le mele del trentino sono rimaste suglialberi e nessuno ha raccolto le mele an-nurche napoletane o tagliato l’insalatinadi Val Trebbia.Franca decide di fare una breve corsa alvicino Supermercato. Chiuso anche lui. Non si sono presentatial lavoro i commessi senegalesi, le donnedelle pulizie capoverdiane, i facchini ma-cedoni.

Aldo Maturo*[email protected]

Nelle fotooperai

extracomu-nitari

al lavoro

Oplà ...mi son perso lo straniero

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Franca è distrutta, il nonnetto comincia adare i numeri. Bisogna passare a riprendere i bambini par-cheggiati dagli amichetti. Davanti al portonedi casa trova il marito, sudato, la bava allabocca. E’ tornato prima dal lavoro perché alcantiere non c’è nessuno. Gli edili marocchini e iugoslavi non si sonopresentati al lavoro. Due contabili pakistaniassenti, il cantiere senza guardiana perchéil ragazzo rumeno in divisa non ha fatto sa-pere niente. La moglie gli chiede perché è tutto sudato. «Perché sono rimasto senza benzina e intutta la zona i distributori sono tuttichiusi perché i benzinai extracomunitarinon si sono presentati al lavoro. Ho fattodieci chilometri a piedi».In quel momento esce dalla guardiola laportiera, in lacrime. Il marito, un bravissimosignore peruviano con cui è sposata da 12anni, è sparito anche lui.Gregorio decide di risollevare il morale dellamoglie. «Basta, andiamo a mangiare qualcosaalla pizzeria da Righetto». Pochi minuti e sono al locale ma Righetto èsolo. Il pizzaiolo e il cameriere, entrambiegiziani, si sono volatilizzati e il forno è ri-masto spento.Non si arrende. Qualche passo in più finoalla vicina trattoria, ma non lavora perchénon ha camerieri. Il ristorante cinese,dall’al-tra parte della strada, non ha nemmenoaperto.Poco male per il ristorante ma si viene a sa-pere che 15.000 cinesi sono spariti anche aPrato lasciando più di duemila telai fermi,proprio loro che lavoravano giorno e notte,24 ore su 24, tutti i giorni per fare maglie,borse,cinte,pellami e fornire migliaia digrossisti e ditte in tutta Italia. Spariti i cinesinel Pratese, molte scuole sono rimastechiuse, i bar sono senza clienti, i negozi dialimentari non sanno a chi vendere quintalie quintali di riso.A Mazara del Vallo i pescherecci non sonousciti per mancanza di tunisini, che rappre-sentano la maggioranza degli uomini diequipaggio.Nel Modenese le fabbriche di mattonellesono ferme perché gli operai africani non si

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sono presentati al lavoro, a Mondragoneniente mozzarella perché i ghanesihanno disertato le fattorie, a Villa Li-terno, abbandonata da 10.000 stagio-nali, i pomodori sammarzanomarciscono a terra.Perfino l'Osservatore Romano è uscitocon un titolo a nove colonne: 200 chiesechiuse per mancanza di preti stranieri.In un paesino del piacentino il sindacoleghista ha rischiato di essere linciatoperché gli abitanti hanno pensato cheavesse mandato via lui gli stranieri.Gregorio e Franca tornano a casa di-strutti. La famiglia simette attorno altavolo per lacena ma l’aria èelettrizzata. Il telegiornalemanda in onda ledichiarazioni cata-strofiche del Mini-stro delle Finanze,il Pil è ai minimistorici, l’Italia è incrisi.Gregorio dopo cenadecide di andare albar a bere qualcosaper dimenticare quella 29

terribile giornata. Torna a notte fonda, la camicia strappatae un occhio pesto. Al buio ha scambiatola bella farmacista di zona, una vistosamora di origini romagnole, per un viadobrasiliano.

(Liberamente estratto da un articolo diMassimo Ghirelli, Diario n.43, 1999)

* Aldo Maturo - Avvocato, già Dirigentedell’Amministrazione Penitenziaria

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Queste foto, (una vera rarità!) sono relative al Capoguardia Elia Frongia nato a Samugheo (CA) l’11 maggio1894 e arruolato nel Regio Corpo delle Guardie Carcerarie nel 1917.L’uniforme risale al periodo del Elia Frongia è stato al Comando del CarcereGiudiziario di Roma Regina Coeli nel 1930, precedentemente a Castiadas e Asinara....

Sopra: 1930, foto di gruppo. In piedi a destra il MarescialloMagg. Scelto Elia Frongia Comandante del Carcere di Roma, Regina Coeli

A destra: Festa del Corpo AA.CC. presso il

Carcere Giudiziario di Roma Regina Coeli (anni ’30).Il terzo uomo seduto, da destra nella foto,

è il Comandante Elia Frongia. L’uomo in borghese è il Direttore

del Carcere Donato Carretta, ucciso dai Partigiani Romani

il 23.3.1944, in quanto ritenuto responsabile di aver firmato la lista

dei 50 prigionieri destinati alleFosse Ardeatine

Sotto: ancora il Maresciallo Magg. SceltoElia Frongia, Comandante del Carcere Giudiziario di Roma Regina Coeli nel 1930. Indossa la nuova uniforme del periodo fascista, appena data in dotazione al Corpo degli Agenti di Custodia

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Pubblichiamo le foto inviateci dall’Isp. i.c. Antonio Aloia

Sopra e a fianco: 1975, Giuramento 46° Corso AllieviAgenti Scuola di Cairo Montenotte

Sotto: 1977, Casa Circondariale di Alessandria

1974, foto del Maresciallo Gabriele Manocchioinsieme ad altri colleghi nel carcere di Vercelli

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l circo del pallone non è sempreun’oasi felice e dorata. Non è sem-pre palcoscenico di grandi eventi,leggendari trionfi e memorabili

sconfitte. Spesso inquietanti ombre av-volgono il calcio italiano, e non solo: lemorti misteriose, le malattie improvvise,lo spettro del doping e quell’assurdo ca-talogo della “Farmacia dello Sport”, cheracchiude un elenco di orrori. È questoun libro-inchiesta che, senza censure esenza bavagli, fa il punto sui mali oscuridel “gioco più bello del mondo”. Dalledichiarazioni di Zeman all’indagine delProcuratore Guariniello, dalle denuncedei sopravvissuti alle drammatiche testi-monianze di chi non ce l’ha fatta, dalletragiche morti spagnole in diretta allespericolate vite di campioni aggrappatialle flebo. Tutto questo riavvolgendo ilnastro e rivedendo le tante, troppe, mortipremature e sospette e legate a terribilimalattie quali la micidiale SLA, la leuce-mia, il tumore al fegato. A scuotere le co-scienze ci pensano le vedove, gli orfani ei miracolati, ma pure chi vede già scrittoil proprio triste destino e chi ha avuto ilcoraggio di raccontare ciò che ha vistofino a ieri (non trent’anni fa) negli spo-gliatoi, quelli di periferia e quelli dellegrandi metropoli. Tutto ciò per creareuna nuova consapevolezza in quanti cre-dono ancora, illudendosi, che il calciosia ancora divertimento. Alla fine la do-manda sorge spontanea: perché? Perchéfino a questo punto, fino al rischio dimettere a repentaglio anche la vita deigiocatori? Quante altre croci in futurorenderanno più tristi i verdi campi digioco?

Chi se ne frega se una prostituta nerascompare. A chi può importare se poisparisce anche un bracciante macedone,dalle parti di Pinerolo? Storie senza si-gnificato... Ma non per Angela, che vuolevederci chiaro. Così, lei e il Cardo par-tono per la campagna alla ricerca di in-dizi. Sotto la pioggia o con il sole, dinotte o di giorno, con il Monviso sullosfondo, con l’ingenuità dei dilettanti,vanno incontro a guai grossi... Ma Ribònon può aiutarli, questa volta, perché èin ospedale, perché c’è di mezzo unabambina rapita in piazza Solferino, per-ché non può abbandonare il medico chelo ha operato... E soprattutto per qualefolle ragione c’è un pollice, un polliceumano, al centro di tutto? La nuova av-

ventura del Cardo e di Ribò si svolge cosìlungo un doppio intreccio criminale, traTorino e Pinerolo, che ora avvicina e oraallontana i due protagonisti, in una se-quenza di colpi di scena e di esplorazioniche lasciano senza respiro.

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L’ULTIMA PARTITAINCHIESTA SU MALATTIEE DECESSI SOSPETTI NELMONDO DEL CALCIO

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MASSIMO TALLONE

L’ENIGMA DELPOLLICECRIMINI INCROCIATI CONVISTA SUL MONVISO

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Un malato muore nell’afa opprimente diun’estate di qualche anno fa. Un doloreimprovviso e ingiusto dissesta la vita diArdelia Spinola. In una triste sera autun-nale, il dottor Steiner si fracassa una ca-viglia cadendo dalle scale di casa. Nelfrattempo Bartolomeo Rebaudengo si ri-gira tra le mani un pacco di cocainasenza mittente e senza destinatario, ab-bandonata come un rifiuto in una “fa-scia” di ulivi sopra la splendida baia diAlassio. Questi sono gli ingredienti di unanuova storia che vedrà i talenti dei pro-tagonisti, sempre sospesi tra dramma erisata, uniti nella ricerca della soluzionedi un caso complicato. Tempi e dosaggisembrano la chiave per comprendere lanatura dei decessi di anziani, trovatimorti nelle loro abitazioni. Si tratta diuna serie di “equivocal death” come di-

CRISTINA RAVA

SE SON ROSE MORIRANNOINTRIGO SPINOSO PER REBAUDENGO

FRATELLI FRILLI Edizioni pagg. 288 - euro 17,80

Page 33: Polizia Penitenziaria - Dicembre 2010 - n. 179

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 179 - dicembre 2010

a cura diErremme

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cono gli esperti dell’FBI, oppure dietroc’è un disegno perverso? La logica di Re-baudengo e l’intuito di Ardelia accompa-gneranno il lettore verso la verità.

Un presunto rapinatore viene assassinatoa colpi di pistola in una tabaccheria delcentro di Brescia; il cadavere di un neo-nato viene ritrovato in un cassonettodella periferia; su un’isola del lagod’Iseo, la proprietaria di una pension-cina riceve minacce e persecuzioni da unmisterioso aggressore e rischia di impaz-zire. Ironia della sorte: l’ex giudice Petri,ormai in pensione, aveva conosciuto il ta-baccaio pochi giorni prima, quando eraandato nel suo negozio a scegliervi unapipa; e ha l’avventura di trovarsi in quellapensioncina sul lago, mentre si verifi-cano quegli strani e inquietanti episodiai danni della padrona. Così, quando ilcommissario, e suo buon amico, Micelilo chiama per farsi dare una mano nel-l’indagine del bambino abbandonato,Petri inevitabilmente si trova a dover pro-cedere su tutti e tre i fronti. Tre filonid’indagine che si aprono in rapida suc-cessione e che, quasi per caso, finiranno

per incrociarsi. Di nuovo insieme, Petrie Miceli uniranno esperienza professio-nale e legame d’amicizia per portare allaluce scomode verità.

È sfuggito alla morte per un soffio, tut-tavia Jack West Jr. non può certo conce-dersi un periodo di riposo. QuattroPilastri, infatti, devono ancora esseretrovati. Se quei leggendari diamanti nonverranno purificati e incastonati nei ri-spettivi Vertici - seguendo un ordine pre-stabilito e nell’arco di nove giorni -, laGrande Macchina non verrà attivata e iraggi del Sole Nero investiranno laTerra, generando una successione inar-restabile di catastrofi naturali che por-teranno la razza umana all’estinzione.Dopo essersi ricongiunto col suogruppo, Jack riesce però a scoprire untassello fondamentale per risolverel’enigma. Secondo un’antica iscrizioneegizia, il segreto dei Pilastri è stato affi-dato ai Cinque Guerrieri che hanno se-gnato la storia dell’umanità: svelando laloro identità, sarà possibile individuaresia i Pilastri sia l’ubicazione dei Vertici.Per fermare il conto alla rovescia, giuntoormai alle battute finali, Jack dovràquindi interpretare profezie millenarie

e neutralizzare trappole mortali ma, so-prattutto, confrontarsi con un avversarioimplacabile che lo conosce meglio dichiunque altro: Jack West Sr., suopadre...

Ha trent’anni. È un avvocato. Vive in unacittadina della Galizia, in Spagna. Cometutti, apprende la notizia dalla televisione:in una piccola repubblica del Caucaso,un gruppo di guerriglieri ha preso d’as-salto una base militare russa. Un «nor-male» atto terroristico in una delle zonepiù turbolente e instabili del pianeta?Così sembra. Ben presto, però, s’insinuail sospetto che sia successo qualcosa dipiù grave. Qualcosa che non può esserecontrollato. Un’esplosione atomica? Unvirus? Poi, tra lo sconcerto generale, laRussia annuncia la chiusura delle pro-prie frontiere e, nel giro dipochi giorni,tutti i Paesidell’Unione Eu-ropea fanno lostesso. Poi interecittà vengono iso-late e messe inquarantena. Poientra in vigore lalegge marziale. Maè tutto inutile.Ormai niente è piùcome prima. Nonc’è elettricità,manca l’acqua potabile, la benzina è fi-nita, gli scaffali dei negozi sono vuoti.Nessun uomo gira per le strade. Perchéchi lo fa non è più un uomo. È diventatouno zombie. Ha trent’anni. È un avvo-cato. Vive in una piccola città della Gali-zia, in Spagna. E forse è l’unicosopravvissuto all’Apocalisse Z...

GIANNI SIMONI

LO SPECCHIO DEL BARBIERETEA Edizioni pagg. 324 - euro 12,00

MATTHEW REILLY

CINQUE GUERRIERINORD Edizioni pagg. 432 - euro 18,60

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APOCALISSE ZNORD Edizioni pagg. 416 - euro 16,60

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© 2010 Caputi &

De Blasis

Polizia Penitenziaria - SG&S n. 179 - dicembre 2010

UE’...ESPO’.MI SA CHE HO INIZIATO

A CAPIRE COSA SIGNIFICA FESI...

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IL MONDO DELL’APPUNTATO CAPUTO

Ho letto l’intenzione di impugnare il FESI 2010 in tutte le sediconsentite sol perché il Sappe non lo ha firmato.Non si capisce tale presa di posizione dal momento che, tuttosommato, l’ultima formulazione consente ai colleghi che lavo-rano di percepire l’incentivo. Anche coloro prima esclusi, peres. legge 104-92, ne beneficeranno. Pensate che lo scrivente,a titolo di esempio, non avrebbe ricevuto nulla sol perché frui-sce dei permessi 104 per la mamma e senza nemmeno ungiorno di malattia in tutto l’anno.Il Sappe, mi pare di capire, vorrebbe premiare anche coloro iquali lavorano poco perché le cause sarebbero da ricercarsinelle condizioni disastrose del sistema.Cari colleghi, i lavativi sono lavativi punto e basta e andrebberocondannati per gli enormi disagi che ulteriormente provocanoagli altri e al sistema intero. La vostra intenzione di bloccare ilpagamento delle somme a tutti, a causa di una impugnativa,sarebbe sindacalmente, per voi, deleteria.A voi le scelte ultime.

V. Sovr. Corrado Presti - C.C. Ragusa.

Caro collega, mi spiace molto apprendere dalla Tua letterache non siamo riusciti ad esprimere bene la nostra posi-zione rispetto al FESI. Per altro verso mi conforta la convin-zione che quanto tu scrivi è frutto della disinformazioneche qualche altra o.s. ha messo in atto per giustificare lafirma apposta sull’accordo e di conseguenza per squalifi-care le ragioni del Sappe. Vorrei comunque sottolinearti cheproprio il tuo esempio dimostra la bontà delle tesi del Sappeche sono proprio quelle che sostengono la necessità di nonconsiderare assenza dal servizio i permessi per la legge 104e tante altre fattispecie. In altre parole, Noi chiedevamo chele sole assenze dal servizio da considerare inutili al fine dellamaturazione degli incentivi fossero solo le malattie non di-pendenti da causa di servizio (per essere chiari i certificatimandati al solo scopo di starsene a casa).Per quello che riguarda l’eventuale impugnazione dell’ac-cordo, abbiamo soltanto voluto far sapere che il FESI firmatopotrebbe presentare dei profili di illegittimità che, non cor-retti, invaliderebbero essi stessi l’accordo.

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Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

augura a tutti gli iscrittiai loro familiari e a tutti gli

appartenenti al Corpo

Buone Feste e Felice Anno Nuovo

Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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