POELELA MAGAZINE No 3

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1 VACANZE IN MOZAMBICO Spiagge incontaminate, terra di boa gente POELELAMAGAZINE ANNO 02 N° 003/2012 04 novembre 2012

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Magazine sul Mozambico e dintorni

Transcript of POELELA MAGAZINE No 3

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VACANZE IN MOZAMBICOSpiagge incontaminate, terra di boa gente

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3 EDITORIALE: ITALIA ASSENTE di Nunzio De Nigris

4 AUTOMOBILI A MAPUTO di Nunzio De Nigris

8 IN CITTA’ LA MUSICA E’ NERA di Mara Dalmazzo

9 MOZAMBICO TERRA DA SCOPRIRE di Laura Giampaolo

11 LA LAGUNA DOVE TRAMONTA IL SOLE di Gianni Bauce

12 DUE CITTA’ IN UNA, INHAMBANE MAXIXE di Kurz

13 PAINT FOR PEOPLE di Nunzio De Nigris

15 LE RICETTE DI ARMINDA di Arminda

16 SOZINHO di Kurz

17 IL MECCANICO DI MASSINGA di Nunzio De Nigris

P O E L E L A M A G A Z I N E

Foto di Nunzio De Nigris

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EDITORIALE: ITALIA ASSENTEdi Nunzio De Nigris

Il 4 ottobre 1992 la firma dell’Accordo di pace a Roma tra il governo del Frelimo e la Renamo mise fine a 17 anni di guerra civile in Mozambico, La pace di Roma, resa possibile grazie al tenace lavoro di mediazione del Ministero degli Esteri e della Comunità di Sant’Egidio, segnò il punto più alto della politica africana dell’Italia. Mai come allora (e mai più dopo di allora) l’Italia divenne punto di riferimento per i regimi post-coloniali africani. "Non abbiamo dimenticato ciò che l'Italia ha fatto per noi", ricorda Fernando Sumbana, direttore del Centro de Promosao de Investimientos. Oltre che per il ruolo avuto nelle trattative fra Frelimo e Renamo, agli occhi dei mozambicani l'Italia ha il merito di aver contribuito ai primi interventi infrastrutturali che avviarono il percorso di rinascita restituendo al Paese un minimo di funzionalità. "Dighe, strade e ferrovie rifatte dagli italiani, con l’aiuto economico italiano sono ancora li' a ricordarci il nostro debito con l'Italia", insiste Sumbana. Oggi l’assenza degli italiani, che pure in Mozambico sarebbero accolti con favore e riconoscenza, desta certamente un qualche sconcerto.Così sono altri a cogliere le opportunità. E’ il caso dell'approntamento delle zone franche, le Export Processing Zones (Epz) e dei relativi corridoi di connessione con le zone interne del continente africano, un business di decine di miliardi di dollari. Astaldi è l’unica società italiana che è riuscita ad aggiudicarsi un appalto per la riabilitazione di un tratto minore del "Beira Corridor" nella parte Settentrionale del Paese. Tutto il resto e' appannaggio di Sud Africa e Portogallo, Francia, Brasile e degli onnipresenti cinesi, malesi e taiwanesi. Eppure Sumbana dal suo ufficio al trentatreesimo piano ripete: "Li stiamo aspettando, gli italiani".

Lagoa Poelela Magazine nasce dal desiderio di creare un ponte virtuale che colleghi il Mozambico all’Italia attraverso racconti, esperienze, notizie, curiosità.

Ringraziamo gli amici che hanno collaborato alla realizzazione di questo numero e ti invitiamo a condividere questo spazio con noi attraverso aneddoti, idee, riflessioni, fotografie o quanto vorrai inviarci ai nostri contatti:[email protected] [email protected]

Inhambane. Foto di Nunzio De Nigris

Hanno collaborato a questo numero:Mara Dalmazzo, Gianni Bauce, Kurz, Arminda, Laura Giampaolo, Nunzio De Nigris.

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Per collaborare con POELELAMAGAZINE

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Quella di comprare un auto in Mozambico e precisamente a Maputo é allo stesso tempo un’esperienza stressante e divertente.

Le prime ricerche, soprattutto se si ha un po’ di tempo sono indirizzate a valutare il prezzo del fuoristrada o della macchina che fa al caso tuo.

La nostra ricerca si orientava su di un fuoristrada, tutto quel che segue quindi riguarda la lunga settimana dedicata ad un 4WD!

Cosa cercavamo:

1. un 4WD;2. preferenza per il Toyota Prado 7 posti;3. possibilmente un diesel;4. budget di spesa, intorno ai 10.000$ (qui si

ragiona in $), 8.000€ circa, corrispondente ad un valore di circa 290.000 Meticais.

La prima macchina che vediamo è un Toyota Hilux Surf benzina 3.0, ci chiedono 7500$, vediamo la macchina in serata, è buio, sembra ben tenuta, Alberto, il proprietario, l’ha anche fatta riverniciare di bianco perché l’amaranto non gli piaceva! Il prezzo comunque è sempre negociável!

Automobili a Maputodi Nunzio De Nigris

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2 Il motore ci sembra in ottimo stato, sono stati anche sostituiti sospensioni e sedili, insomma ci fanno buona impressione, sia Alberto che la macchina.

Rientrando a casa ci torna in mento quanto ci raccomandavano lo scorso anno: ” non prendete il Toyota Surf, ha problemi di surriscaldamento”, per questo motivo aspettiamo e l’indomani ci rituffiamo nella ricerca.

Tutti gli annunci sulle macchine sono nostri, catturiamo al volo numeri di telefono appiccicati sui vetri delle auto che sfrecciano davanti ai nostri occh i , facc iamo tant iss ime te le fonate , cominciamo così a farci un’idea dei prezzi. Questa è la situazione:

1. Toyota Hilux: tantissime offerte, sono le auto più numerose in circolazione, prezzo di vendita tra i 10.000 e i 12.000$ quasi tutte a benzina, le macchine qui a Maputo arrivano tutte dal Giappone dove il diesel non va tanto di moda. L’anno di immatricolazione è tra il 1997 e il 2000.

2. Toyota Prado 7 posti: quasi tutte le offerte riguardano la versione a benzina, a parità di periodo di immatricolazione del modello Hilux i costi si aggirano intorno ai 15.000-16.000$. I diesel sono un po’ più cari perché la benzina costa 48 Meticais al lt (1,35€/lt) mentre il diesel costa 35 Meticais al lt (1€/lt).

3. Le altre marche di auto: Mitsubishi, Nissan, Isuzu, hanno prezzi leggermente più bassi.

Girovagando per la città conosciamo persone con le quali scambiamo opinioni, lo stato confusionale aumenta, ognuno dice la sua su quella o quell’altra auto in base alla propria esperienza. Facciamo decine di telefonate, prendiamo appuntamenti, vediamo molte auto, tra le tante anche un Isuzu BigHorn Diesel a 12.000$. Forse ci siamo, sembra proprio fare al caso nostro!

“Noooooooooooo, il BigHorn no!” Questo il parere di un amico locale da poco conosciuto che ci fa ovviamente desistere dall’acquisto.

Ci concediamo una tregua nel weekend. Ricomincia la settimana e con essa il fermento cittadino di Maputo, decidiamo di confrontare con gli autosaloni della città quanto la nostra ricerca ha prodotto, la maggior parte di essi si trova nella periferia cittadina, sulla strada per l’aeroporto, facciamo un sopralluogo. Passeggiando per le vie di Maputo i nostri occhi non sono attratti tanto dalle belle case coloniali, le poche rimaste, quanto dai numeri di telefono appiccicati sui vetri

dei fuoristrada “vende-se” che ci potrebbero regalare l’ennesima occasione per un buon affare.

Dopo 50 minuti di cammino, oggi per la legge di Murphy è il primo giorno di caldo devastante in città, raggiungiamo i primi rivenditori di auto usate. Ci accorgiamo che a gestirli sono solo Indiani, neanche molto friendly ad essere sinceri, sembra quasi che stai violato la loro privacy quando entri a chiedere informazioni.

Dopo averne visitati alcuni ci siamo resi conto che i prezzi delle auto qui sono superiori di circa 2000-3000$ rispetto a quelli dei venditori privati, la differenza importante però e che quasi tutte queste autovetture sono state appena importate dal Giappone e quindi sono  decisamente più affidabili.

La nostra ricerca non si arresta, vediamo un Mithubishi Chal lenger 3.0 che ci piace abbastanza e con un buon prezzo, 250.000 Meticais, 8600$ circa.

A causa del caldo, della fatica e a dire la verità anche della noia per aver visto così tante automobili, noi che a Torino le distinguevamo solo per colore, ci ripromettiamo di concludere il più in fretta possibile.

Riordiniamo le nostre priorità:

1. non vogliamo superare i 10.000$ di spesa2. Diesel3. Toyota4. 7 postiL’Hilux Surf visto il primo giorno riprende quotazione, forse trattando un po’ potremmo

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portarlo via a 6.500$, anche se non è la macchina dei nostri sogni è comoda e spaziosa.

Chiamo Alberto al telefono:

N. “hello, boa tarde Alberto, how are you? Could we discuss about your car?”

A. “hello, boa tarde Nunzio, I’m sorry but I’ve already sold the car”.N. “obrigado, Alberto, ciao!”

Benissimo!

Torniamo in albergo e facciamo il punto. La nostra classifica prima di oggi era:

1. Hilux di Alberto2. BigHorn3. Mithubishi ChallengerLe prime due sono scartate per opposte ragioni, resta il Mithubishi di Mohammed, chiamiamolo e vediamo se accetta la nostra offerta per 150.000 Meticais. Ci diamo appuntamento al Polana Shopping Center, il nostro punto d’affari. Mohammed arriva in 15 minuti, si vede che ha fretta di vendere, la proposta che gli facciamo è veramente ardita, dice che non può accettarla, può scendere al massimo a 230.000 Meticais. Mentre si sta svolgendo la trattativa vediamo un altro Hilux Surf parcheggiato lì accanto con la scritta vende-se, prendiamo il numero, nel frattempo passa un Prado in vendita, prendiamo il

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numero al volo, chiamiamo entrambi. I l proprietario del Surf arriva immediatamente per farci vedere la macchina, la richiesta é 320.000 Meticais, sembra buona anche se è l’ennesimo benzina, le macchine diesel sono scomparse!!!

Il proprietario del Prado ci da appuntamento al Polana Shopping 30 minuti più tardi, oltre il Prado ha altre due auto da vendere, una é una Hilux Surf 2.7 a benzina a 330.000 Meticais,  l’altra è un Prado diesel a 16.000$. Alla fine dopo lo sconforto mattutino abbiamo tre o quattro buone opzioni tra cui scegliere, il pomeriggio si é rivelato davvero produttivo!

La sera durante la cena a casa di amici chiediamo consiglio, racconto a D. le varie opzioni e lui ci conferma che se non vogliamo spendere 16.000$ per un Prado, il Mithubishi è una buona alternativa e costa decisamente meno.

D. ” mi raccomando contrattate il prezzo, potete scendere anche di 1000-2000$”.

N. “noi gli abbiamo offerto 150.000 Meticais quando ne chiedeva 250.000!”

D. ” adesso non esagerate!”.

È mattina, la decisione é presa.  Mandiamo un sms a Mohammed: “180.000 Meticais si può fare?”

Non risponde al messaggio, lo chiamo e dopo l’ennesima trattativa scende a 210.000 Meticais, ci risentiamo nel pomeriggio per definire l’accordo.

Abbiamo deciso che questa sarà la nostra macchina, speriamo di riuscire a chiudere a 200.000 Meticais circa 7000$!P

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In città la musica è nerada WWW.DIGI.TO.IT - di Mara Dalmazzo

Il collettivo Afrobeat Torino da anni promuove la black music e per il 21 marzo, Giornata Mondiale contro il Razzismo, ha organizzato un grande concerto

“It began in Afrika”, tutto è cominciato in Africa. In questa frase, che fa da intro al loro sito, c ’è la s in tes i per fe t ta de l collettivo Afrobeat Torino, da alcuni anni impegnato a portare in città la musica black in tutte le sue declinazioni, non solo sonore ma anche artistiche e culturali. Mercoledì 21 marzo, Giornata Mondiale contro il Razzismo,  all’Hiroshima Mon Amour appuntamento clou per Afrobeat, che ha portato la soul b a n d s p a g n o l a  T h e Excitements per la prima volta in Italia. Siamo andati alla Casa del Quartiere di San Salvario per fare due chiacchiere  davanti a un caffè con Rocco, Luciano e Stefano, alcuni membri del collettivo. Ci hanno spiegato che «dovunque ci sono stati schiavi c’è stata e c’è ancora musica afro».

AFROBEAT A TORINO La stor ia di Afrobeat non comincia nel continente nero ma a Torino, o meglio su Facebook. Rocco, percussionista folgorato dalla musica black, intercetta il bisogno degli appassionati

piemontesi di avere un punto di riferimento locale e nel 2009 diventa il fondatore di Afrobeat: l’obiettivo è far conoscere alla gente artisti sconosciuti di musica afro e afroamericana attraverso proposte di qualità. A partire da quel momento si r am ifica una fi t ta re te d i contaminazioni di gusti, generi, età che si traduce in concerti, jam sessions, eventi culturali. Afrobeat ha collaborato negli anni con artisti come Blitz, Vodoo Sound Club, Tinariwen, Sila, Soul Nassau e la Body Soul band. Ad oggi il collettivo è composto da più di 10 persone fra le quali ci sono musicisti, dj e semplici appassionati, ma è ancora in fase di definizione: nei prossimi mesi arriveranno una sede fisica vera e propria, corsi di percussioni, danza e molto altro.

TORINO IN BLACKM a q u a n t o c ’ è d i n o n conosciuto  dell’Africa nella nostra città? Perché sappiamo m o l t o d i i m m i g r a z i o n e , criminalità, dittatori, apartheid e Obama, ma in fatto di musica si va poco a l d i là de l rap americano commerciale. «A Tor ino c ’ è mo l t a mus ica underground legata al genere black – dice Luciano - gli stessi Africa Unite e i Subsonica degli a l b o r i m o s t r a n o s o n o r i t à reggae». È vero che il genere black è di nicchia? «Sì – risponde Stefano – e ci ha sorpresi il fatto che lo sia per gli stessi ragazzi che vivono in Italia ma provengono da Paesi africani. Loro non ascoltano musica black». Suona strano se proviamo a pensare, come spiegano gli intervistati, a un concerto di Zucchero a Berlino: inevitabi lmente att i ra tanti giovani italiani, studenti ma

anche emigrati residenti in Germania da anni. Per i ragazzi africani invece non è così. Forse vogliono scrollarsi di dosso le o r i g i n i , l a t r a d i z i o n e , e abbracciare in toto i l loro personalissimo nuovo mondo. «Noi comunque portiamo avanti l e n o s t re a t t i v i t à p e rc h é crediamo che la musica sia un ottimo veicolo di integrazione» conclude Stefano.

PER CHI AMA LA MUSICA BLACK Luciano ha 42 anni, 3 figlie (la più grande spazia tra Katy Perry e Bob Marley) ed è resident dj al Fluido, dove una volta al mese propone una jam session aperta a tutti in collaborazione con i musicisti del collettivo. Mensilmente anche l’Hiroshima ospita la serata Kalakuta Republic di Afrobeat. C’è poi un programma dedicato alla musica funkie su Sonika Web Radio, intitolato “Groove me up” e condotto da Alberto Mauro. Se invece vivete fuori Torino potete ascoltare musica black al Jazz Refound di Vercelli o al Novara Jazz Festival. Nel logo di Afrobeat Torino c’è l ’ immag ine d i Fe la Kut i , musicista inventore del genere afrobeat. I ragazzi del collettivo l’hanno scelto come simbolo perché tutto è cominciato in Africa e anche la musica del futuro, ne sono convinti, andrà in direzione Sud.

Link utili: Afrobeat TorinoPagina Facebook di Afrobeat Torino Chi è Fela Kuti

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Mozambico Terra da scopriredi Laura Giampaolo

Il numero di turisti stranieri che ogni anno visita il Mozambico è passato da 1,8 milioni nel 2010 a 2 milioni nel 2011, registrando un incremento dell’11%, secondo i dati forniti dal Ministero del Turismo mozambicano. Oltre il 50% dei visitatori arriva dal Sud Africa, che dista soltanto 90 km da Maputo. Il governo del Mozambico sta lavorando molto per promuovere il Paese anche in Europa grazie al rinnovamento ed al potenziamento delle infrastrutture e delle strutture ricettive.Il settore turistico crea occupazione per 42.000 persone, le entrate del settore sono salite del 17%, passando dai $197 milioni del 2010 ai $ 231 milioni dell’anno scorso, secondo quanto riportato dal Direttore del Ministero del Turismo Muatxiwa.Una rete di agenzie turistiche presenti soprattutto a Maputo e di Tour Operator qualificati che operano sul web, offrono viaggi da sogno in questo splendido angolo di Africa considerato la “Perla dell’Oceano Indiano”. Il Mozambico vanta infatti 3000 km di spiagge incontaminate lambite da un mare cristallino;

chiunque abbia avuto la fortuna di visitare il Mozambico lo considera un paese tranquillo, accogliente ed incredibilmente bello.

COME RAGGIUNGERE IL MOZAMBICO DAL SUD AFRICA

-In aereo: SAA (South African Airlines), LAM (Linea Aerea Mocambicana) ed altre compagnie come Comair (British Airways) collegano Johannesburg a Maputo. Le stesse compagnie volano direttamente su Vilanculos (Arcipelago di Bazaruto) e Inhambane da Johannesburg e da altre città del Sudafrica come Nelspruit, vicino al Kruger National Park.

-Via Terra: sono due i valichi che vengono maggiormente utilizzati, da Komatipoort (N4) si accede al punto di frontiera di Ressano Garcia che dista 90 km da Maputo, è questo il valico più trafficato tra Sudafrica e Mozambico. Altro punto di accesso è la frontiera di Giriyondo nel Kruger NP che dista 40km dal Rest Camp di Letaba e 94 km dal Gate d'ingresso del parco di Phalaborwa. In questo caso occorrono circa cinque ore di viaggio dal punto di confine alla costa di Bilene in Mozambico.

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(segue a pag. 10)

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L’OCEANO INDIANO

Le principali località balneari, da Sud verso Nord sono:

-Inhaca Island: isola collocata a 40 km da Maputo non lontana dal confine sudafricano, offre alcune strutture turistiche di livello medio dove passare un paio di giorni di relax.

-Bilene: percorrendo la EN1 (strada costiera ottimamente asfaltata) per 160 km circa, la prima località turistica che si incontra è Bilene e la sua laguna. Qui vi sono alcune piccole strutture molte delle quali a conduzione familiare con ristorante annesso. Bilene promette diventare una rinomata località di vacanza, tra qualche anno sarà probabile incontrare decine di Resorts!

-Xai-Xai: sempre lungo la costa dopo 60 km si raggiunge la località di Xai-Xai meta prediletta dagli abitanti di Maputo per trascorrere il fine settimana. Alcune piccole strutture ricettive affacciate sull’oceano offrono sistemazioni in cabanas sulla spiaggia.

-Inhambame: a circa 490 km da Maputo si incontra una delle migliori località balneari del Mozambico: Inhambane porta di accesso alle più belle spiagge del Mozambico. Ponta Zavora é un ottimo sito per praticare diving e pesca d’altura. Durante i mesi invernali (estate italiana)

da aprile ad ottobre, le megattere attraversano questo tratto di costa nuotando vicino alla spiaggia, le loro evoluzioni facilmente visibili dalla spiaggia, danno vita ad un autentico spettacolo! Il Lago Poelela a 2 km da Ponta Zavora è il luogo ideale per una pausa rilassante a contatto con la natura; l’incantevole Resort omonimo offre sistemazioni in chalet sulla spiaggia fronte lago. E ancora, Barra, Tofo e Tofinho rinomate località ottimamente organizzate per il diving, lo snorkelling ed i safari nell’Oceano alla ricerca dello Squalo Balena!

Vilanculos: a circa 200 km da Inhambane, passato il Tropico del Capricorno, si raggiunge la località di Vilanculos porta di accesso all’Acipelago di Bazaruto, un vero paradiso.

PERIODO CONSIGLIATO PER VIAGGIARE IN MOZAMBICO

Il periodo migliore, con clima stabile, sereno e caldo secco, va da aprile a ottobre/novembre, negli altri mesi aumenta il rischio di forti temporali ed il clima diventa più umido. Parliamo di un'area collocata a ridosso del Tropico del Capricorno e pertanto anche d'inverno la temperatura dell’aria durante il giorno è tra i 23°C e i 26°C, mentre quella del mare è compresa tra i 22°C e i 25°C.

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African-path

Circa trecentocinquanta chilometri a nord di Maputo, in Mozambico, lungo l’arteria asfaltata

EN1, prima di giungere ad Inhambane, una pista sabbiosa si inoltra tra le foreste di banani e

palme da cocco, scivolando tra dune e piccoli rio verso l’Oceano Indiano e Ponta da Zavora.

A metà del percorso, sul ciglio destro della strada, appena superata l’ennesima altissima duna di

sabbia, un piccolo cartello seminascosto dalla vegetazione segnala una pista quasi invisibile che

scende verso sud. E’ stretta, la sabbia è profonda tanto da consentire il transito soltanto ad un

veicolo fuoristrada e la vegetazione talvolta si abbassa così tanto da sfiorare il tetto

dell’automezzo. E’ una pista per molti, ma non per tutti, come il luogo a cui conduce. Discreta,

quasi scontrosa, sembra invitare soltanto i viaggiatori abbastanza curiosi da non curarsi del

disagio o coloro che sanno esattamente dove porta quella strada.

Sul cartello c’è scritto “Lagoa Poelela”.

Una spiaggia candida accarezzata dall’acqua salata e dalla vegetazione rigogliosa, tra la quale

uccelli d’ogni specie compongono armoniose melodie e un orizzonte sul quale il sole si adagia in

tramonti infuocati (cosa piuttosto insolita in Mozambico, perché l’intera costa volge a levante).

A ridosso della spiaggia una serie di casitas, ampie e finemente arredate, affacciate direttamente

sulla laguna ospitano i viaggiatori che hanno preferito l’intimità della natura alla mondanità delle

più rinomate località balneari sulla costa.

Qui, tra il gracidare di una ghiandaia marina, lo squittire di un martin pescatore e il veleggiare di

un airone, Laura e Nunzio accolgono il viaggiatore a casa loro, con la serena cordialità di chi ha

scelto di vivere in armonia con l’oceano e la terra d’Africa.

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La laguna dove tramonta il soledi Gianni Bauce

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Arrivando da sud, sulla EN1, raggiunta la cittadina di Lindela, ci si imbatte in un bivio asfaltato, cosa ancora rara in Mozambico, la maggior parte delle strade secondarie qui é infatti di terra battuta.

In questo caso è diverso, questa strada secondaria conduce ad Inhambane, capoluogo di regione nonché storica cittadina. Affacciata suIla omonima baia la posizione favorevole contribuì al rapido sviluppo della città, il porto fiorente diventò il principale centro di scambio del Mozambico per tessuti e avorio e nel XVIII secolo per il commercio degli schiavi. Percorrendo la strada che unisce Lindela a Inhambane, dopo circa 35 km una distesa di bancarelle e chioschetti su entrambi i lati della strada conduce in città. La strada si trasforma in un lungo mare che costeggia l'intera baia, durante le ore di bassa marea si scorgono figure femminili curve sulla sabbia intente a raccogliere amejoas, le gustosissime vongole mozambicane.Gli ampi viali alberati con gli edifici coloniali di architettura portoghese sono testimoni dell'antico splendore di Inhambane, razze e culture si sono fuse per secoli conferendo quel fascino esotico che ancora oggi la città conserva. Ciò che colpisce maggiormente è il torpore che avvolge questa città bella e decadente che a dispetto della rilevanza politico-amministrativa riesce a non soffrire del caos e del fermento indotto dalla burocrazia mozambicana.Ciò che permette di conservare questa sorta di non contaminazione è la presenza al di là della baia della città di Maxixe, a soli 4 km di distanza. Le due cittadine sono collegate tra di loro da un fitto servizio di piccoli traghetti che per la modica cifra di 10 Meticais, trasportano ininterrottamente da una sponda all'altra sciami di persone con i loro carichi di mercanzie varie.A Maxixe è stata trasferita parte degli uffici della pubblica amministrazione, sono sorti piccoli supermercati, negozi, ristoranti e punti di ristoro, che assorbono ogni giorno gran parte del traffico cittadino. Inhambane placida e sonnecchiante si muove al ritmo delle maree, oggi vive prevalentemente di pesca e per riflesso, delle briciole del turismo in transito per la Praia di Tofo e Ponta Barra.

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2 Due città in una, Inhambane Maxixedi Kurz

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Nel week-end del 25 e 26 agosto il Nucleo de Arte in collaborazione con la Mozambikes, ha ospitato un evento culturale unico: “Paint for the people”.

Venti artisti locali hanno offerto volontariamente tempo e talento per trasformare 20 comuni biciclette in autentiche opere d’arte.

Gli artisti hanno coinvolto i visitatori presenti a dar sfogo allo loro istintiva creatività quale contribuito alla realizzazione delle opere.

Nel mese di settembre, con la riapertura della Galleria al Nucleo de Arte, le biciclette trasformate saranno messe in esposizione per essere battute all’asta per una raccolta fondi.  

Il 100% del ricavato sarà devoluto al progetto di donazione di biciclette alle popolazioni rurali del Mozambico. 

Visitare la Galleria al Nucleo de Arte per la prima collezione di biciclette come opere d’arte è un occasione da non perdere, sostenere il progetto con un contributo può cambiare la vita di qualcuno.

http://edition.cnn.com/video/#/video/international/2012/08/06/marketplace-africa-mozambique-bicycles.cnn

http://videos.sapo.mz/E0YUP6zgHREC41LEUZ4Y

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2 Paint for peopledi Nunzio De Nigris

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Cos’è Mozambikes Lda?

http://www.mozambikes.com/en/index.html

Nasce dall’idea di uno dei fondatori del progetto durante un viaggio “on the road” attraverso il Mozambico. Una moltitudine di persone percorre ogni giorno decine e decine di chilometri sul ciglio della strada per spostarsi da un luogo all’altro, sotto il peso di enormi carichi. Donne con pesanti contenitori colmi di acqua o fascine di legna sulla testa, bambini che si recano a scuola, uomini che trasportano grandi sacchi di

tela. Nel domandarsi perché percorrono così tanti chilometri a piedi, ha imparato che é l’unica possibilità a causa della carenza dei mezzi economici e di trasporto nelle regioni rurali.

“La bicicletta è la soluzione più ovvia: costa meno ed è più facile da gestire rispetto ad altre forme di trasporto personale.

Tuttavia, i fornitori di biciclette trovati nel paese operano prezzi troppo elevati per le persone che maggiormente necessitano di questo mezzo di trasporto.

Così ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo costruito una fabbrica di biciclette in Mozambico”.

Mozambikes, Lda è una società mozambicana che personalizza e sviluppa le biciclette per il mercato locale. 

Link utili:

http://www.mozambikes.com/en/index.html

http://edition.cnn.com/video/#/video/international/2012/08/06/marketplace-africa-mozambique-bicycles.cnn

http://videos.sapo.mz/E0YUP6zgHREC41LEUZ4Y

http://www.facebook.com/Mozambikes

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IL MOZAMBICO paese ricco di colori e suggestioni

www.lagoapoelela.com

Programmi di viaggio 2012

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2 Le Ricette di Arminda Questa rubrica propone le ricette mozambicane preparate da Arminda la cuoca del Sunset Restaurant, Lagoa Poelela Resort.

Matapa con Gamberi e anacardi

Piatto di crostacei & verdure

E’ un piatto molto popolare in Mozambico nonché una delle specialità di Arminda.

Ingredienti per 4- 6 persone

750 grammi di castanitas (anacardi)

1 noce di cocco

1 kg di gamberetti essiccati o granchio

1 kg di foglie di manioca o di cavolo

2 litri di acqua

sale q.b.

Preparazione

Mettete le teste dei gamberetti in una pentola di acqua fredda e fate bollire per 5 minuti. Filtrate il brodo di gambero e conservatelo.Lavate le foglie di manioca o cavolo private dei gambi duri e tagliatele in piccoli pezzi. Preparate il latte di cocco:grattugiate la noce di cocco dopo aver tolto la scorza scura legnosa e impastatela con un litro e mezzo litro di acqua tiepida aggiunta poco a poco. Strizzate la polpa di cocco e filtrate il liquido così ottenuto attraverso un setaccio. Fate cuocere il cavolo in 2 tazze di brodo di gambero filtrato e 750 gr di latte di cocco a fuoco medio per mezz'ora. Ponete i gamberetti in una pentola di acqua bollente e portate ad ebollizione. Scolate i gamberetti e teneteli da parte. Nel frattempo tritate finemente gli anacardi e metteteli in una pentola con 750 gr di latte di cocco, cuocete a fuoco medio. Quando inizia a bollire mischiate il composto alle verdure. Aggiungete il sale e i gamberetti, mescolate, abbassate la fiamma e fate cuocere per 1 ora e mezza. Servire con riso bianco bollito.

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2 Sozinhodi Kurz

Gianni Bauce è prima di tutto un amico e poi un viaggiatore esperto, ci fa piacere dare spazio al suo nuovo romanzo ambientato in M o z a m b i c o . I n Mozambico si parla p o r t o g h e s e e i n portoghese “sozinho” significa “solo”. “Vocé viaja sozinho?” (“Tu viaggi da solo?”) è la domanda ricorrente che l’autore si sente porre dalla maggior parte delle persone che incontra durante il suo viaggio solitario in

un Mozambico lontano dalle rotte turistiche, dove incontrare un volto dalla pelle bianca è un evento straordinariamente eccezionale.Un viaggio inconsueto attraverso un paese devastato dalla guerra intestina, ma pervaso da una irrefrenabile voglia di normalità e di rinascita.

Scrivere perché si è viaggiato o viaggiare per scrivere. Gianni Bauce l’Africa l’ha scoperta per entrambi questi motivi. Già esperto conoscitore dell’Africa Australe, il Mozambico lo ha visitato per scrivere la guida Polaris ‘Mozambico, un nuovo antico paese’. Un’esperienza diversa per l’autore abituato ad attingere da un copioso archivio di fotografie, documenti, filmati, diari accumulati durante gli anni trascorsi nel continente africano. Per il Mozanbico parte, viaggia ed esplora ogni angolo del paese per poterne attingere la conoscenza, le nozioni da trasmettere nella sua guida.

La parte più viva e personale di questo viaggio in Mozambico è raccontata in questo breve romanzo, Sozinho. Il retroscena della guida turistica in cui si trovano le avventure personali, gli incontri, gli stati d’animo dell’autore.

Una raccolta di storie semplici rimaste nel cuore di un muhlungu (uomo bianco) che viaggia solitario nell’Africa di piccoli villagi, il cui nome non compare nemmeno su una chapa malandata.

Scatti di un viaggio che parlano di paesaggi lontani dalla vegetazione color smeraldo tagliati da piste di terra rossa; di kopje di granito che si stagliano contro il cielo turchese dell’autunno africano, di persone dai volti d’ebano.

I tempi africani, che rendono tutto un’incognita incomprensibile ma tremendamente magica e lontana dal ritmo europeo. Le distanze così vicine e così lontane, da tenere bene a mente anche per compiere

attività molto semplici come il rifornimento di carburante o la ricerca di un alloggio.

A bordo di una vecchia Land Rover noleggiata a Johannesburg, Gianni Bauce sviscera una terra ricca di bellezze naturali, foreste incontaminate e persone semplici. Non mancano i richiami della storia passata, quella fatta di incantevoli villette coloniali lungo la costa oceanica e di una vivace mondanità della capitale, Maputo. Ma anche di guerre intestine, di villaggi decadenti, di oppressi in lotta per conquistare i propri diritti. Di un‘indipendenza ottenuta nel 1975.

La storia di ieri che aiuta a capire il paese, così come si presenta oggi. Con le insegne decadenti e rugginose all‘arrivo nei paesini, in cui intravedere il nome del villaggio inciso sopra è la prima impresa.

Come un esperto conoscitore, Gianni Bauce racconta la sua esperienza non trascurando di dare i giusti spunti a chi vuole approfondire il paese. Un‘abile penna che sa ponderare le emozioni legate al suo vissuto e sa scegliere cosa raccontare di queste esperienze, in un linguaggio e in uno stile semplice, lineare che renderà piacevole la lettura.

Autore: Gianni Bauce

Titolo: Sozinho -Viaggio in Mozambico

Pagg.: 304

Prezzo: 13 euro

Collana: Per le vie del mondo

Uscita: Luglio 2012

NOTE SULL’AUTORE

Gianni Bauce vive tra Torino e Harare e viaggia attraverso l’Africa Australe dai primi anni ’90. Guida professionista accreditata alla Field Guides Association of Southern Africa ed esperto di serpenti, conduce safari attraverso l’Africa, dall’Atlantico all’Oceano Indiano e dal Capo di Buona Speranza fino al confine con le foreste meridionali del Congo ( www.african-path.it ). Per la Polaris è anche autore delle guide “Botswana e Zimbabwe, l’ultima frontiera dell’Africa selvaggia” e “Mozambico, un nuovo antico paese”; appassionato di fotografia, ha collaborato a numerosi documentari naturalistici.

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Certe volte la rottura del tubo dell’olio del cambio automatico del tuo Toyota può

rivelarsi l’occasione per un reportage, come il mio, nell’officina di un meccanico

a Massinga.

Massinga è una cittadina che si estende per alcuni chilometri sulla EN1. Oltre ad

un pittoresco mercato, a bancarelle e “bombas” (stazioni di servizio) si trovano

un’infinità di lojas che vendono “spare parts”.

Pare che questa città sia il centro nevralgico del commercio di autovetture usate

e pezzi di ricambio. Se proprio la tua macchina si deve rompere, non c’è posto

migliore!

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