PERIODICO DI CULTURA E INFORMAZIONE I.P. CORRIEREdell’ARTE · PERIODICO DI CULTURA E INFORMAZIONE...

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PERIODICO DI CULTURA E INFORMAZIONE Fondato da Carlo Accossato nel 1994 dell’ ARTE I.P. CORRIERE 2,50 COURRIER DES ARTS Anno XVIII - n° 8 - Venerdì 20 Aprile 2012 Corso Tassoni, 56 - Torino Tel. 011 4377770 www. santagostinoaste.it [email protected] L’arte di vendere l’arte autentica Direzione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901 E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.it Art. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45% Spedizione in abbonamento postale Corso Tassoni, 56 - Torino Tel. 011 4377770 www. santagostinoaste.it [email protected] L’arte di vendere l’arte autentica Como, Villa Olmo La dinastia Brueghel Per il nono anno consecutivo, gli ambienti neo- classici di Villa Olmo, i quali, per il loro affac- cio sul paesaggio lariano, già da soli meritereb- bero una gita primaverile o estiva, ospitano una rassegna di risonanza nel sistema delle mostre temporanee in Italia. segue a pag. 3 MARIA LUISA TIBONE N ella Manica Nuova del Real Palazzo su via Venti Set- tembre a Torino e nelle Sa- le delle Arti della reggia secentesca di Venaria si presentano, dal 5 apri- le al 20 settembre due mostre che esaltano i tesori della Galleria Sa- bauda, il Louvre di Torino. A Ve- naria risplende il collezionismo del principe Eugenio di Savoia Sois- sons, il vincitore di San Quintino, protagonista della politica europea settecentesca. Una passione che lo condusse ad arredare con una qua- dreria ricchissima i suoi reali pa- lazzi a Vienna e dintorni, tra cui il famoso Belvedere. Una parte rile- vante di essa si presenta ora a Ve- naria mostrando , in diverse tema- tiche mitologiche, militari, paesag- gistiche, di Vite silenti (nature mor- te) il prestigio di artisti soprattutto d’Olanda e di Fiandra. Nella scel- ta curata da Carlenrica Spantigati le opere della Sabauda si pongono in confronto con quelle del Louvre e della Gemaldegalerie di Dresda appartenute ad altri due personag- gi dell’entourage sabaudo: Jeanne Baptiste D’Albert de Luynes, con- tessa di Verrua, l’amante di Vitto- rio Amedeo II, che fu regina dei sa- lotti di Parigi e suo genero Vittorio Amedeo di Carignano. La sequen- za delle 130 opere della quadreria risulta di grande fascino. Sono in- fatti accostate ad arazzi, porcella- ne, incisioni e armi, scelte per ar- redare con fasto e ricchezza le ce- lebri dimore del Principe Eugenio, delle quali, in mostra, un sugge- stivo apparato virtuale ripropone gli spazi. Per Venaria un nuovo Teatro di storia e di magnificenza è costi- tuito dal prestigio degli autori da Guido Reni a Van Dyck, dai Brue- ghel a Van Schuppen, da Albani a Teniers, alle prestigiose battaglie vittoriose illustrate da Van Huc- kenburg, da Courtois e da Wou- werman, dai cabinets che raffigu- ravano la vita quotidiana ai pae- saggi raffinati di Griffier. Nel nuovo spazio espositivo del Palazzo Reale sono 95 i Quadri del Re che s’illuminano in un raf- finatissimo allestimento, leggero e aereo perchè sostenuto da veli e illuminato in modo diffuso coniu- gando gli effetti della luce natura- le con l’artificio dei led. Il Corriere dell’Arte è on-line e su facebook con oltre 5000 contatti da tutto il mondo FABRIZIO FLORIAN L a nuova sistemazione e il nuovo allestimento del Museo del- l’Ara Pacis, progettati e diretti da Zètema Progetto Cultura con i consulenti italiani dello studio Richard Meier & Partners Ar- chitects e il coordinamento dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capita- le, sono la giusta cornice per una mostra straordinaria, curata da Vic- toria Zubravskaya, dal titolo Avanguardie russe. Kandinskij e Chagall, Malevic e Tatlin, Larionov e Goncharova, per citarne solo alcuni, sono i grandi protagonisti di quell’avventura arti- stica, magmatica e ribollente, che in un intreccio di avanguardie scon- volgerà la Russia, e il mondo intero, a partire dai primi anni del XX secolo fino agli inizi degli anni ’20 e che coinvolgerà le arti visive, la musica, il cinema, il teatro, la poesia e che diventerà autentico sismo- grafo della volontà di rinnovamento di tutta una società. Se Marc Chagall, con il suo universo poetico e magico, rimane anco- rato al semplice mondo contadino dei villaggi (Lo spazzino e gli uc- celli, 1914-15), Vasilij Kandinskij orienta, invece, le proprie ricerche sempre più verso l’astrattismo. Verso la fine del primo decennio, in- fatti, il pittore produce numerosi paesaggi stilizzati, cromaticamente accesi e volutamente privi di profondità (Muro rosso. Destino, 1909), in cui è già evidente quella tendenza a considerare il colore indipen- dente dalla forma che lo condurrà, nel 1910, a dipingere il primo ac- querello totalmente non figurativo. La volontà di rompere con il passato e, in alcuni casi, di al- lontanarsi dalla tradizione artistica occidentale in nome di un “sentire” profondamente nazionale e orientale spingerà molti artisti russi a intraprendere strade fino ad allora sco- nosciute (anche se coincidenti con movimenti avanguardi- stici europei, come il cubismo e il futurismo): nascono il Raggismo, il gruppo del Fante di Quadri, il Cubofuturismo e il Suprematismo. Mikhail Larionov e Natalia Goncharova faranno esplodere il soggetto in getti e strisce luminose, mentre Kazimir Malevic, dopo aver sperimentato vari stili (Falciatore su fondo rosso e la Mietitrice, entrambi del 1912), approderà alla scelta di forme assolute combinate tra loro, all’utilizzazione di figure elementari della geometria, come il rettangolo, il triangolo, la linea, il cerchio, con una tavolozza cromatica ridotta. Nuovo spazio espositivo dell’Ara Pacis Arte e rivoluzione segue a pag. 2 “Assalto alla Giustizia” Edizioni Melampo Intervista esclusiva a Gian Carlo Caselli Dopo la pubblicazione del libro “Le due guer- re”, per il quale ha ottenuto il Premio Cesare Pavese nel 2009, il Consigliere Gian Carlo Ca- selli ha pubblicato il nuovo libro “Assalto alla giustizia” confermandosi come una delle offerte editoriali attualmente più lette. Il nostro giorna- le lo ha incontrato. segue a pag. 5 Al Whitney Museum di New York In corso la 76 a edizione della Biennale d’Arte americana Il regista cinematografico Werner Herzog esce chiaramente vincente dalla classica Biennale d’Ar- te 2012 del Museo Whitney di New York, perlo- meno stando alla quantità di gente che si accal- ca in permanenza nell’oscurità della sua instal- lation, un separato padiglione rettangolare nel palazzo di Madison Avenue. segue a pag. 7 La Galleria Sabauda di Torino celebra il suo trasloco Splendono i Quadri del Re tra Venaria e Polo Reale Vasilij Vasilevich Kandinskij, “Composizione. Ovale Grigio”, 1917, Museo di Belle Arti di Ekaterinburg Antoon van Dyck, “Ritratto equestre del principe Tommaso Francesco di Savoia-Carignano”, olio su tela segue a pag. 2 Corriere8__ 12/04/12 15:19 Pagina 1

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P E R I O D I C O D I C U L T U R A E I N F O R M A Z I O N EFondato da Carlo Accossato nel 1994

dell’ARTE

I.P.

CORRIERE €2,50

C O U R R I E R D E S A R T S

Anno XVIII - n° 8 - Venerdì 20 Aprile 2012Corso Tassoni, 56 - Torino

Tel. 011 4377770www. [email protected]

L’arte divendere l’arte

autenticaDirezione e Redazione: P.za Zara, 3 - 10133 Torino. Tel. 011 6312666 - Fax 011 6317243 - Cell. 377 4648901E-Mail: [email protected] - www.corrieredellarte.itArt. 2 Comma 2 Legge 662/96 - Pubblicità inferiore al 45%Spedizione in abbonamento postale

Corso Tassoni, 56 - Torino Tel. 011 4377770

www. [email protected]

L’arte divendere l’arte

autentica

Como, Villa OlmoLa dinastia BrueghelPer il nono anno consecutivo, gli ambienti neo-classici di Villa Olmo, i quali, per il loro affac-cio sul paesaggio lariano, già da soli meritereb-bero una gita primaverile o estiva, ospitano unarassegna di risonanza nel sistema delle mostretemporanee in Italia. segue a pag. 3

MARIA LUISA TIBONE

Nella Manica Nuova del RealPalazzo su via Venti Set-tembre a Torino e nelle Sa-

le delle Arti della reggia secentescadi Venaria si presentano, dal 5 apri-le al 20 settembre due mostre cheesaltano i tesori della Galleria Sa-bauda, il Louvre di Torino. A Ve-naria risplende il collezionismo delprincipe Eugenio di Savoia Sois-sons, il vincitore di San Quintino,protagonista della politica europeasettecentesca. Una passione che locondusse ad arredare con una qua-dreria ricchissima i suoi reali pa-lazzi a Vienna e dintorni, tra cui ilfamoso Belvedere. Una parte rile-vante di essa si presenta ora a Ve-naria mostrando , in diverse tema-tiche mitologiche, militari, paesag-gistiche, di Vite silenti (nature mor-te) il prestigio di artisti soprattuttod’Olanda e di Fiandra. Nella scel-ta curata da Carlenrica Spantigatile opere della Sabauda si pongonoin confronto con quelle del Louvree della Gemaldegalerie di Dresdaappartenute ad altri due personag-gi dell’entourage sabaudo: JeanneBaptiste D’Albert de Luynes, con-tessa di Verrua, l’amante di Vitto-rio Amedeo II, che fu regina dei sa-lotti di Parigi e suo genero VittorioAmedeo di Carignano. La sequen-za delle 130 opere della quadreriarisulta di grande fascino. Sono in-fatti accostate ad arazzi, porcella-ne, incisioni e armi, scelte per ar-redare con fasto e ricchezza le ce-

lebri dimore del Principe Eugenio,delle quali, in mostra, un sugge-stivo apparato virtuale riproponegli spazi.Per Venaria un nuovo Teatro distoria e di magnificenza è costi-tuito dal prestigio degli autori daGuido Reni a Van Dyck, dai Brue-ghel a Van Schuppen, da Albani aTeniers, alle prestigiose battaglievittoriose illustrate da Van Huc-

kenburg, da Courtois e da Wou-werman, dai cabinets che raffigu-ravano la vita quotidiana ai pae-saggi raffinati di Griffier.Nel nuovo spazio espositivo delPalazzo Reale sono 95 i Quadridel Re che s’illuminano in un raf-finatissimo allestimento, leggeroe aereo perchè sostenuto da veli eilluminato in modo diffuso coniu-gando gli effetti della luce natura-le con l’artificio dei led.

Il Corriere dell’Arte è on-line e su facebook con oltre 5000 contatti da tutto il mondo

FABRIZIO FLORIAN

La nuova sistemazione e il nuovo allestimento del Museo del-l’Ara Pacis, progettati e diretti da Zètema Progetto Cultura coni consulenti italiani dello studio Richard Meier & Partners Ar-

chitects e il coordinamento dell’Assessorato alle Politiche Culturali eCentro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capita-le, sono la giusta cornice per una mostra straordinaria, curata da Vic-toria Zubravskaya, dal titolo Avanguardie russe.

Kandinskij e Chagall, Malevic e Tatlin, Larionov e Goncharova, percitarne solo alcuni, sono i grandi protagonisti di quell’avventura arti-stica, magmatica e ribollente, che in un intreccio di avanguardie scon-volgerà la Russia, e il mondo intero, a partire dai primi anni del XXsecolo fino agli inizi degli anni ’20 e che coinvolgerà le arti visive, lamusica, il cinema, il teatro, la poesia e che diventerà autentico sismo-grafo della volontà di rinnovamento di tutta una società. Se Marc Chagall, con il suo universo poetico e magico, rimane anco-rato al semplice mondo contadino dei villaggi (Lo spazzino e gli uc-celli, 1914-15), Vasilij Kandinskij orienta, invece, le proprie ricerchesempre più verso l’astrattismo. Verso la fine del primo decennio, in-fatti, il pittore produce numerosi paesaggi stilizzati, cromaticamenteaccesi e volutamente privi di profondità (Muro rosso. Destino, 1909),in cui è già evidente quella tendenza a considerare il colore indipen-dente dalla forma che lo condurrà, nel 1910, a dipingere il primo ac-

querello totalmente non figurativo. La volontà di rompere con il passato e, in alcuni casi, di al-lontanarsi dalla tradizione artistica occidentale in nome diun “sentire” profondamente nazionale e orientale spingeràmolti artisti russi a intraprendere strade fino ad allora sco-nosciute (anche se coincidenti con movimenti avanguardi-

stici europei, come il cubismo e il futurismo): nascono ilRaggismo, il gruppo del Fante di Quadri, il Cubofuturismoe il Suprematismo. Mikhail Larionov e Natalia Goncharova faranno esplodere ilsoggetto in getti e strisce luminose, mentre Kazimir Malevic,dopo aver sperimentato vari stili (Falciatore su fondo rossoe la Mietitrice, entrambi del 1912), approderà alla scelta diforme assolute combinate tra loro, all’utilizzazione di figureelementari della geometria, come il rettangolo, il triangolo,la linea, il cerchio, con una tavolozza cromatica ridotta.

Nuovo spazio espositivo dell’Ara Pacis

Arte e rivoluzione

segue a pag. 2

“Assalto alla Giustizia” Edizioni MelampoIntervista esclusiva a Gian Carlo Caselli Dopo la pubblicazione del libro “Le due guer-re”, per il quale ha ottenuto il Premio CesarePavese nel 2009, il Consigliere Gian Carlo Ca-selli ha pubblicato il nuovo libro “Assalto allagiustizia” confermandosi come una delle offerteeditoriali attualmente più lette. Il nostro giorna-le lo ha incontrato. segue a pag. 5

Al Whitney Museum di New YorkIn corso la 76a edizione della Biennaled’Arte americana Il regista cinematografico Werner Herzog escechiaramente vincente dalla classica Biennale d’Ar-te 2012 del Museo Whitney di New York, perlo-meno stando alla quantità di gente che si accal-ca in permanenza nell’oscurità della sua instal-lation, un separato padiglione rettangolare nelpalazzo di Madison Avenue. segue a pag. 7

La Galleria Sabauda di Torino celebra il suo trasloco

Splendono i Quadri del Retra Venaria e Polo Reale

Vasilij Vasilevich Kandinskij, “Composizione. Ovale Grigio”, 1917,Museo di Belle Arti di Ekaterinburg

Antoon van Dyck, “Ritratto equestredel principe Tommaso Francescodi Savoia-Carignano”, olio su tela

segue a pag. 2

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20 Aprile 2012Pagina 2dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

Ricuperando le sale ariose co-me le aveva volute lo Stramuc-ci più di un secolo fa, ha cura-to l’allestimento Marco Albini,figlio del famoso architettoFranco, in dialogo con un grup-po di progettazione che ha neltempo elaborato diverse lineeprogettuali ora pubblicate in unbel volume di Allemandi. Conle prime tredici sale s’inauguracosì una significativa tranchedella nuova Galleria Sabaudache molti stendardi blu appesi

nel corridoio già evocano e i cuisettori espositivi sono elabora-ti da P.Astrua, A.M. Bava e C.E.Spantigati. E’ il primo segna-colo di quel Polo Reale di cuiTorino si sta dotando, allinean-dosi con le grandi capitali eu-ropee delle arti, da Parigi a Mo-naco di Baviera, da Londra aBerlino, da Madrid a San Pie-troburgo e che collegherà conla nuova Sabauda il PalazzoReale, il Palazzo Chiablese, laBiblioteca e l’Armeria reali, ilMuseo di Antichità e i Giardi-ni. Un progetto in via di svi-luppo che avrà esito nel 2014.La soprintendente Edith Ga-brielli è particolarmente fie-ra dei capolavori – manifestoche costellano le sale del nuo-

vo spazio e che rivelano ungrande livello espositivo, dalSan Francesco di Van Eyck alTobiolo e l’Arcangelo dei Pol-laiolo, dall’Annunziata delGentileschi alla Passione delMemling, dalla Cena in casadi Simone fariseo del Verone-se alla Veduta di Torino diBernardo Bellotto…Una rivalutazione critica ine-

dita pone a colloquio le gran-di opere con altre meno noteche costituiscono una vera no-vità nel percorso museale pre-sentato al pubblico come unastraordinaria vetrina europeanella quale anche l’arte delPiemonte, da Defendente aSpanzotti, a Gaudenzio, a Gio-venone, a Macrino d’Alba ealtri si offre preziosa.

Continua da pag. 1Splendono i Quadri del Retra Venaria e Polo Reale Con la Rivoluzione russa, cambia il cli-

ma sociale e artistico del paese e tutte leavanguardie si uniscono in nome di un’ar-te socialmente utile: nasce il costruttivi-smo che integrandosi nel clima di entu-siasmo e di fermento della rivoluzioneesalta una nuova classe sociale fondatasul proletariato e destinata a ricostruire il

paese su basi democratiche, superando icanoni borghesi dell’arte ottocentesca,celebrativa e rappresentativa. Sono glianni in cui Vladimir Tatlin viene incari-cato di progettare il Monumento alla Ter-za Internazionale (1919), grande costru-zione monumentale che doveva ergersia Pietrogrado. L’ambizioso progetto, mai realiz-zato, chiudeva una stagione irripetibile: con la fi-ne degli anni ’20 e la salita al potere di Stalin granparte degli artisti russi abbandonerà il paese e l’Eu-ropa intera precipiterà nella deriva autoritaria.

Nuovo spazio espositivo dell’Ara PacisLungotevere in Augusta – RomaAvanguardie russeFino al 2 settembreInfo: 06 0608

Orazio Lomi detto il Gentileschi, “Annunciazione”, olio su tela

Marc Chagall, “Lo spazzino e gli uccelli”, 1914, Galleria Statale d’Arte dell’Astrakhan

“P.M. Dogadin”

Continua da pag. 1Arte e rivoluzione

MASSIMO CENTINI

Tarzan of the apes si inti-tolava il primo film dedi-cato a uno degli eroi buo-

ni del cinema, che nel 1918, vi-de la luce sull’emulsione foto-sensibile della pellicola di cellu-loide. Era il principio di un’erafatta di una visione un po’ ro-

mantica della natura, che per cer-ti aspetti evocava Rousseau, maper il grande pubblico quel lun-gometraggio firmato Scott Sid-ney e interpretato da un ex poli-ziotto ipertuccato, Elmo Lincoln,era il trionfo del selvaggio, del-l’anarchico capace di difenderead ogni costo la sua identità, piùletteraria che antropologica.L’idea dell’“Uomo scimmia”venne, pochi anni prima, a unamericano, Edgar Rice Bur-roughs (1875-1950), che nel1912, in un pensionato per vigi-li urbani scapoli, scrisse Tarzanl’uomo scimmia , si dice sul re-tro dei moduli per le contrav-venzioni, ma forse è uno dei tan-ti miti che circondano gli autoridelle opere di successo. Bur-roughs lavorò parecchio intornoal suo protagonista: partì da Tan-tar, passò per Tublat-Zan, pergiungere all’immortale Tarzan.Un’immortalità a tutti gli effetti,testimoniata da decine di film ereinterpretazioni letterarie, gad-get e, forse in modo un po’ kitschdal nome della città California incui riposano le spoglie mortali diBurroughs: Tarzania...Indubbiamente lo stereotipo diTarzan ha un po’ risentito del-le mode e si è modificato ne-gli anni, ma non troppo: que-sta micro-evoluzione è nitida-mente visibile osservando ilsusseguirsi di film che l’han-no visto protagonista.Dalle prime pellicole fino ai re-

centi rifacimenti (si pensi al Tar-zan king of jungle della Walt Dis-ney) scopriamo che il modelloantropologico non si scosta mol-to dal prototipo iniziale: Tarzanè bello, forte, con un corpo sta-tuario, conosce il linguaggio de-gli animali, sa interpretare e levoci della natura, dalla quale ot-tiene aiuti spesso straordinari, ne-gati ai bianchi e guardati con ti-more dalle genti del luogo. Oggi però parlare di Tarzan co-me del re della giungla, come ar-chetipo del buon selvaggio nonancora animale, ma non più uo-mo, può forse far sorridere. Per-ché ormai di foreste vergini nonce ne sono più e la giungla si ètrasferita nelle città. È in quelcaos di auto, fumi, violenze ver-bali e non, che si esprime unanuova forma di selvaggio, benlontana da quella che l’uomoscimmia sa evocare. Malgradotutto la metafora di Tarzan puòaiutarci a ritrovare un certo sen-so della vita, più autentico, in cuihanno ancora importanza le co-se semplici e i rapporti veri. Ri-ferimenti senza tempo, rinveni-bili nelle gesta di quell’eroe ri-uscito a battere leoni, coccodril-li, temibili “cannibali” e caccia-tori di frodo ma che, temiamo,forse finirebbe miseramente nel-le nostre metropoli dove, con ilparadosso della civiltà, probabil-mente nessuno si accorgerebbedi lui. Neppure se lanciasse il mi-tico urlo in metropolitana.

Un secolo fa Burroughs pubblicavaTarzan l’uomo scimmia

Johnny Weissmuller il primouomo-tarzan dello schermo

Sotheby’s: Oltre 26 milioni didollari per la ciotolina cinese

Il 4 aprile scorso in occasione diuna battuta d’asta da Sotheby’sa Hong Kong un collezionista ri-masto anonimo si è aggiudicatouna ciotola di porcellana cinese,non più grande di una mano, per

il modico importo di 26,7 mi-lioni di dollari. La cifra record ègiustificata dal fatto che si trat-ta di un pezzo rarissimo che faparte di una collezione di 79 ele-menti, gli unici pezzi Ru rima-sti al mondo, e provenienti dauno speciale forno che era atti-vo oltre 900 anni fa.

Christie’s: venduto il quadro di Mirò più costoso al mondo

Il settore dell’arte fa regi-strare un nuovo record conla recente vendita da Chri-stie’s dell’opera di Joan Mi-rò più costosa al mondo. Nelcorso della vendita della ca-sa d’asta è stato infatti bat-tuto per 16 milioni di sterli-

ne, circa 26 milioni di euro,il quadro “Painting Poem (lecorps de ma brune)“, operadell’artista spagnolo chepartiva da una base d’asta di9 milioni di sterline. Conquesta vendita viene così in-franto il primato preceden-te dello stesso artista, stabi-lito nel 2008 dall’opera “Lacaresse des etoiles” di 17milioni di dollari.

Christie’s : 22 milioni per unascultura di Henri Moore

‘’Reclining Figure: Festival’’, lacelebre opera monumentale del-l’artista inglese Henri Moore(1898-1986), e’ stata venduta al-

l’asta di Christie’s a Londra per 19milioni di sterline, pari a 22,9 mi-lioni di euro. Si tratta di un nuovorecord mondiale per una sculturadi Moore. L’ opera in bronzo del1951 è lunga 2,5 metri e pesantediversi quintali

Ultime dalle aste

Corriere8__ 12/04/12 15:19 Pagina 2

ELISA PARMESANI

Èin corso fino al 1° maggio presso la Galerie d’Arte Uni-que la mostra “Drammaturgia dello scambio”, persona-le di Giò Siciliano.

Come presenta Massimo Centini “Giò Siciliano appartiene aquella sempre più rara categoria di artisti che hanno la forza eil coraggio di praticare l’arte per l’arte. Impegno non facile pertutte le implicazioni che

comporta su diversi piani: da quello più proble-matico della critica a quello brutalmente ada-giato sulle questioni commerciali. Lei lo fa con grande disinvoltura e ci riesce bene. La mostra che proponiamo ci pare sia una confer-ma oggettiva delle sue scelte (o non scelte?) poeti-che, contrassegnate appunto da una totale libertàespressiva. Infatti, si noterà che le opere presenti ingalleria sono dominate da una notevole eterogenei-tà: differenze che sorprendono e che impongono al-l’osservatore uno sguardo attento e assolutamentenon superficiale...” Alla pittrice abbiamo chiesto:Prima personale, dieci tele dal forte impatto visi-vo. Come leggere le sue opere?Sicuramente ci va un po’ di tempo, i miei quadri so-no espressione, emozioni, racconti esattamente come un libro. Untempo lo scrittore si metteva di fronte al foglio bianco con la pen-na, ora apre il computer, ma di fatto il processo è lo stesso: scriveciò che prova. Io davanti alla tela con spatola in mano e coloriaperti racconto emozioni.Come nasce una sua opera?Quando inizio un quadro per prima cosa scarto la tela e ne pre-paro la base. Poi la lascio lì, in mezzo allo studio e faccio altro.Quando vedo l’immagine nella mia testa, mi rimetto di fronte al-la tela e inizio a mischiare colori, a stenderli così come li pen-so utilizzando la spatola di taglio, piatta o graffiata, a secondadella necessità. Il colore prende forma in uno scambio –da quiil titolo della personale- di emozioni che gli imprimo e mi su-scitano, è un continuo dare e ricevere. Il colore è vivo, così co-me celebrava Goethe nella sua teoria dei colori.[ndr In opposizione all’ottica newtoniana, secondo il poeta ro-mantico il colore non è semplicemente una manifestazione del-la luce, ma anche un’elaborazione dell’occhio e, quindi, della

mente, trovando così una propria spiegazione ontologica al difuori della scienza, nella poetica, nell’estetica, nella psicologia,nella fisiologia e nel simbolismo.]Quali sono i modelli a cui si ispira?I poeti maledetti, di cui ho voluto riportare alcuni versi in catalogo.Mi avvicino a loro per quel senso di ribellione che sfocia nell’arte.D’altra parte è un senso comune tra gli artisti, la sofferenza e il dis-ordine interno danno luogo ai migliori capolavori. Anche il mio sta-to d’animo è in lotta, per questo nei titoli si leggono allusive con-traddizioni, come Paradiso degli abissi, un’opera contorta nella suarealizzazione che ha dato adito a felici cromie di rosso.

Unique Galerie d’Artdi Patrick CaputoC.so Vittorio Emanuele II, 36 – Torino“Drammaturgia dello scambio” - Personale di Giò SicilianoFino al 1° maggioInfo: 011 5617049

Pagina 3dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

20 Aprile 2012

MIRIAM PANZERI

(segue dalla prima pagina)

Quest’anno è la volta di darespazio alla famiglia Bruegel,celebre dinastia fiamminga

che per almeno due secoli partecipòalla vivace produzione artistica diquelle regioni dove anche nelle casemeno ricche e più ordinarie trovava-no posto quadri e tavole. Se l’allestimento espositivo ricerca perlo più un ordine tematico iconografi-co, bisogna attendere la grande sala dirappresentanza per ammirare capola-vori del capostipite, Pieter il Vecchio,in particolare alcune sue incisioni con-servate nella Veneranda Biblioteca Am-brosiana di Milano, la copia del suoCensimento di Betlemme (1566) rea-lizzata, quarant’anni dopo, dal figlio

primogenito, Pieter il Giovane, il piùvirtuoso diffusore delle opere paterne,e, infine, ma tra altri notevoli esemplariprovenienti anche dal Museo parteno-peo di Capodimonte, una versione deI sette peccati capitali di HieronymusBosch (proveniente da Ginevra). In-fatti, la relazione indiretta ma salientedi Bruegel padre verso il pittore visio-nario si fa latente nella trasformazionedi scene di vita contadina in una disin-cantata parodia della società, di di-scendenza miniaturistica. Di fatto, lafascinazione nei confronti della realtà- condotta ai massimi livelli dal secon-dogenito Jan il Vecchio, detto “dei vel-luti”, molto stimato dal cardinale Fe-derico Borromeo per le sue composi-zioni floreali – è evidente nella diffe-renza di trattamento tra il flou dei pro-tagonisti divini e la cruda plasticità del-le vesti degli astanti – quasi anticipan-

do i modi della nuova oggettività no-vecentesca - ne La Resurrezione di Pie-ter il Vecchio (1563 ca.).Oltre alle istituzioni italiane citate, leopere provengono dal museo di Lille,di Tel Aviv, dal Bonnefantenmuseumdi Maastricht, dalla Gemäldegaleriedi Vienna, nonché da varie collezioniprivate. Tra le opere di maggior finezza pit-torica La tentazione di Sant’Antonionel bosco (1595 ca.) di Jan il Vec-chio, in cui il soggetto facilita i rife-rimenti a Bosch, Corpo di guardiacon soldati che giocano a carte(1644 ca.), olio su rame di David Te-niers il Giovane (legato per matri-monio ai Brueghel), Paesaggio bo-scoso con la tentazione di S. Antoniodi Jan Brueghel (1595 ca.), tre deinove quadri generosamente prestatidalla galleria torinese di Luigi Ca-

retto. A fine luglio, la mostra curatadall’assessore alla cultura di Como,Sergio Gaddi, e da Doron J. Lurie,partirà alla volta del Museo d’arte diTel Aviv, per poi raggiungere Pragae concludersi fra un anno a Miami.

Villa OlmoVia Cantoni 1 - ComoLa dinastia BrueghelFino al 29 luglioInfo: 031 571979www.grandimostrecomo.it

Como,Villa Olmo, la famiglia Bruegel

Fiori, allegorie e feste popolari

Jan Brueghel il Vecchio, “Paesaggio boscoso con la tentazione di S. Antonio”, olio su rame, 1595 ca., © Galleria Luigi Caretto Torino

ROBERTO ROVEDA

La notizia riportata all’inizio diaprile un po’ da tutti i giornalisecondo cui la Torre Velasca di

Milano è tra gli edi-fici più brutti delmondo secondo ilbritannico Daily Te-legraph ha comun-que un grande meri-to: ha posto sotto inriflettori uno degliedifici più importan-ti tra quelli costruitinel capoluogo lom-bardo nel dopoguer-ra. Si può, infatti, an-che discutere sul fa-scino oppure no del-la Torre – a noi, peresempio, piace tan-tissimo. Nessuno pe-rò può negare che sitratti di uno dei sim-boli della Milano delNovecento, della suarinascita dopo laguerra e del miraco-lo economico in sal-sa meneghina. Cosìcome non si può ne-gare l’originalità del-la costruzione e l’im-pronta da essa lascia-ta nella storia del-l’architettura italiana.La Torre Velasca èuna delle realizzazioni più importan-ti dello studio BBPR, fondato nel1932 dagli architetti Gian Luigi Ban-fi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso,Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Ro-gers. L’opera, realizzata nella secon-da metà a due passi dal Duomo, inun’area completamente distrutta daibombardamenti della Seconda guer-ra mondiale, s’inserisce nell’ultimafase del Movimento Moderno: lo spi-rito razionalista è attestato dal pro-cesso stesso della progettazione ri-spettoso dell’analisi delle funzioni,dalla rigorosa scelta dei materiali lecui rispettive tecnologie suggerivanoforme appropriate. Il risultato finaleè una grattacielo in stile neoliberty al-to 106 metri, interamente realizzatoin cemento armato, che ha la caratte-ristica principale di avere la sommitàpiù larga della base. Le due parti del-l’edificio, inferiore e superiore, sono

comunque perfettamente bilanciatetra di loro. I pilastri modellati dallabase fino alla copertura mediano per-fettamente la massa e la grandezzadell’edificio, “preparando” ed ingen-

tilendo lo sbalzo del blocco superio-re. Quello che però colpisce nella Tor-re, al di là della sua forma a “fun-go”, è la sua capacità di essere con-forme, pur nella sua modernità, agliedifici del centro storico di Milano.Come bene scrisse Ernesto NathanRogers, uno degli autori del proget-to della Velasca: “la Torre si propo-ne…di riassumere culturalmente esenza ricalcare il linguaggio di nes-suno dei suoi edifici, l’atmosfera del-la città di Milano, l’ineffabile eppu-re percepibile caratteristica”. Pro-posito riuscito pienamente: i mila-nesi si sono sempre riconosciuti nel-la Velasca e continuano a farlo. Laconsiderano un unicum mai più ri-petibile, come irripetibile è il climastorico e architettonico in cui vennealla luce. Niente più potrà imitarlao rifarla. Magari è proprio questoche da fastidio ai critici inglesi.

Torre Velasca l’unicum milanese

Unique Galerie d’Art – Torino

I moti dell’animanella pittura di Giò Siciliano

Giò Siciliano

Corriere8__ 12/04/12 12:49 Pagina 3

NIVES MARIA SALVO

E mi attraeva quel colore smaltato,incorruttibile, che nessun’altramateria colorata avrebbe potuto

darmi”: così nel 1950 Franco Meneguz-zo avrebbe potuto descrivere il suo rap-porto con la ceramica, elemento dalle in-finite possibilità espressive, che tanto af-fascina ancora oggi. E’ proprio la cera-mica l’oggetto della mostra che si è inau-gurata il 12 aprile scorso e prosegue fi-no al 12 maggio nella Galleria TerreD’Arte e che raccoglie in tutto una tren-tina di opere del maestro, tra sculture eceramiche dal 1951 al 1962, di piccole emedie dimensioni. Certo Franco Mene-guzzo è stato un grande artista del dopo-guerra, nonostante l’età breve della suaparabola creativa, un decennio o poco più.Dopo un apprendistato nei laboratori diNove di Bassano e di Vicenza, nel 1955fonda con Bruno Danese la DEM (Da-nese e Meneguzzo) a Milano, città cheallora prestava un’attenzione di punta al-lo sviluppo industriale ma anche a quel-lo artistico. Se l’arte ci aveva messo in rapportocon oggetti non immediatamente utili,non immediatamente coinvolti nel no-stro processo vitale, le opere-oggetti inserie di Meneguzzo mostrano un aspet-to della nostra civiltà che è stato quel-lo di diffonderenella vita socialedei valori esteticimolto più ampia-mente di quantociviltà del passatofacessero. Esse in-dicano una dimen-sione dell’espe-rienza esteticacontemporanea ,che è l’estetizza-zione degli ogget-ti della vita quoti-diana. Sorti dun-que per necessità,dall’intercettazio-ne dei nuovi desideri della società, ta-li oggetti, a metà tra il valo-re d’uso e quello simbolico;piatti, bicchieri, portacene-

ri, vasi, valorizzano le esigenze del pro-prio tempo, con forme e colori mono-cromatici in sintonia con la società. Dalle avanguardie storiche poi riprende unconcetto fondamentale ovvero l’idea chel’evoluzione dell’arte dipende dall’evolu-zione del mezzo degli strumenti adopera-ti per realizzare le forme artistiche, mate-riali provenienti dal quotidiano. In mostra poi sono visibili anche pezzi uni-ci come “Il guanto e la sfida”, terracotta,che porta con sé sempre accidentalità edunque unicità.Ma in entrambi i casi, quello della picco-la serie come nei pezzi unici ciò che èsempre riconoscibile è il fare dell’artigia-no, la sua presenza in ogni stadio della pro-duzione, in nome di quell’unicità che do-veva essere tangibile anche in un proget-to moltiplicato e che ha tenuto l’artista lon-tano dall’idea di “progetto industrialista”,degli anni Sessanta. Al punto da fargli ri-nunciare definitivamente alla ceramica nel1963, perché in fondo l’artista è semprestato un artigiano ed era inutile volersi af-francare da questo.

Galleria Terre d’ArteVia Maria Vittoria, 20/A – Torino“L’unico e la serie”Ceramiche di Franco MeneguzzoFino al 12 maggioInfo: 011 19503453

BARBARA STABIELLI

I n un’atmosfera di festa antica e mo-dernissima, con un continuo riman-do tra suoni e colori, sinfonie ed

emozioni visive, si apre la personale diSilvana Alasia, nelle sale espositive di“Arte per Voi”, in Piazza Conte Rosso1 ad Avigliana, sospesa tra performan-ce musicale e sogno pittorico, incessanticorrispondenze tra arti visive e musi-cali, perché - come un tempo - non pos-sono esistere distinzioni o classi fra lediscipline artistiche.Sulle pareti della galleria si avvicenda-no opere su tela come cascate di colora-tissimi suoni, ed ogni tela viene abbina-ta ad uno specifico brano musicale. Singoli fiori, o raccolti a mazzo, scorciravvicinati o studiate composizioni, sem-bra di cogliere puntuali annotazioni di-

namiche per passi di danza.Momenti di meditazione quasi orientale,che sfuggono come le note musicali, la-sciando però un’emozione sensibile, uti-lizzando sapientemente artifici visivi, co-me la presenza-assenza dello strumentomusicale, i colori brillanti dei fiori, il ta-glio compositivo prorompente che, adesempio, ne riporta le forme e i petali inprimo piano, alludendo a suoni “fuoriscena” che ricreano le movenze dinami-che della danza o dell’esecuzione stru-mentale, allusione ai gesti artistici checreano musica e pittura, in un ritmo pre-ciso tra della che governa anche la com-posizione pittorica, dall’invenzione spa-ziale, all’ordinamento degli equilibri edelle forme, alla campitura e stesura de-finitiva dei colori.S’intravedono le tappe principali del-la storia pittorica piemontese, quanto

meno dall’inizio del XX secolo, dalleavanguardie prebelliche, al capitoloneoclassico con il suo ritorno all’or-dine a cavallo delle due guerre, finoalle neo-avanguardie della secondametà del Novecento, caratterizzate daritmi astratto-geometrici, afro-esoti-smi (pittorici e sonori), musicalismoinformale, assordanti silenzi dell’i-perrealismo, minimalismo dei paesag-gi musicali, che ben si accostano alle“Melodie di colore” di Silvana Alasia,in mostra fino al 13 maggio.

Galleria Arte per VoiPiazza Conte Rosso 1 - Avigliana (TO)Melodie in colore.Personale di Silvana AlasiaFino al 13 maggioCuratori Luigi Castagna e Paolo Nesta Info: 011 9328447

20 Aprile 2012Pagina 4dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

MASSIMO CENTINI

Chi conosce il lavoro di Olga Maggiora sarà unpo’ stupito nel vedere la sua attuale persona-le allestita presso lo “Studio laboratorio” di

Anna Virando, che ha fortemente voluto questa mo-stra. Si tratta di opere degli anni Sessanta-Settanta,realizzate a matita o inchiostro, che ci illustrano unaspetto che non conoscevamo dell’artista. Ma vi so-no anche incisioni, che ormai datano quasi quaran-t’anni, ma hanno ancora una straordinaria vivacità,nella quale riverbera la passione e l’entusiasmo diOlga. I soggetti sono figure umane tracciate con no-tevole capacità di sintesi: un’estremizzazione for-male che però non aliena le indubbie valenze esteti-che di un tratto sicuro, calibrato in anni di ricerca.Anni che sono stati attraversati da molteplici soddi-sfazioni e che hanno vista la concretizzazione di nu-merosi progetti artistici. Dal collage alla scultura (in mostra sono anche pre-senti anche alcuni bronzetti), Olga Maggiore ha esplo-rato diversi linguaggi, giungendo sempre a risultatidi grande effetto, come dimostra senza ombre il suoarticolato curriculum artistico.Le figure che fanno parte del corpus di disegni pre-sentate in galleria, ci conducono in una dimensionepoetica che lascia nitidamente trasparire quell’at-teggiamento nei confronti della forma che è tipicodello scultore, fisiologicamente legato alla massa.

Infatti, nelle opere esposte sono appunto le masse adominare la composizione. Pur nell’essenzialità ri-chiesta dalla scelta di privilegiare pochi elementistrutturali, la calibrata mano dell’artista ha saputoenfatizzare nella giusta misura le parti anatomichenecessarie per sorreggere la dialettica del corpo uma-no che si fa linguaggio.Legata a una matrice espressionista capace di co-struire una propria anatomia lirica, Olga Maggioraci conduce in un mondo che non ha tempo, che vaoltre i limiti formali dell’apparire, rifuggendo ogniripiego, per lasciare alla massa corporea il totale do-minio della scena. Opportunamente giustapposte, leombreggiature accentuano il senso plastico dei cor-pi, che non sono mai adagiati sulle corde di una ste-rile staticità, ma vivono di una propria forza, ponendocosì il evidenza il loro ruolo di soggetti che trove-ranno una nuova dimensione poetica nella materia-lità della scultura. Oppure destinati a restare sullacarta, dove il disegno risulta in sospensione tra so-gno e realtà, tra un tempo immaginato e uno vissu-to, ma ormai lontano.

Studio Laboratorio di Anna VirandoCorso Giovanni Lanza 105 – TorinoDisegni e incisioni dal 1968 al 1978 di Olga MaggioraFino al 4 maggioInfo: 011 6601574

Alla Galleria Arte per Voi di Avigliana

Melodie in colore tra arte e musica

Franco Meneguzzo alla Galleria Terre d’Arte – Torino

Quel colore smaltatoe incorruttibile

Silvana Alasia, “Il corno e l’orchidea”

Franco Meneguzzo,“Il guanto e la sfida”

Olga Maggiora, incisione

Studio Laboratorio di Anna Virando - Torino

I diversi linguaggi di Olga Maggiora

Corriere8__ 12/04/12 12:49 Pagina 4

Pagina 5dell’ARTECORRIERE C O U R R I E R D E S A R T S

20 Aprile 2012

A CURA DI CHIARA PITTAVINO

(segue dalla prima pagina)

L’ultimo ventennio è stato connotato da unacampagna denigratoria nei confronti dellamagistratura. Questo, come dice lo stesso ti-tolo, è il tema centrale del suo ultimo libroSì, in questi ultimi 20 anni si è registrato un ve-ro e proprio assalto alla giustizia che si è arti-colato in varie modalità: insulti, ingiurie, ca-lunnie, attacchi verbali pesantissimi. Il libro èappunto costruito, per quanto riguarda questoversante, facendo precedere ogni capitolo dauna citazione di questo attacco smodato, scom-posto, verbalmente violento contro la magi-stratura in generale, questo o quell’ufficio, que-sto o quel singolo magistrato. Aggiungo che nellibro vi sono pagine dedicate esplicitamente al-le timidezze del fronte politico culturale oppo-sto a quello berlusconiano, per intenderci il cen-trosinistra ammesso che questa definizione ab-bia ancora un senso . La sinistra, dicevo, è sta-ta timida, fragile, affascinata da ipotesi di omo-logazione sulle tesi dell’avversario più che im-pegnata in un’autentica composizione dialetti-ca. Quando il centrosinistra è subentrato allaguida del Governo non ha mai cancellato le fa-migerate leggi ad personam che sono una veravergogna, un’aberrazione per quanto riguardauno stato di diritto che prevede solo leggi ge-nerali ed astratte. Allora, da una parte e dal-l’altra, sia pure con mille enormi differenze, que-sta insofferenza nei confronti della magistratu-ra che molte volte diventa un assalto, rappre-senta un vulnus alla legittimazione del control-lo di legalità che si è diffuso in profondo nel tes-suto politico, culturale e sociale del nostro pae-se in modo trasversale. Nessuna forza politicasembra capace di resistere: pur con nobili al-tissime eccezioni, in ogni schieramento politicoe culturale, emerge la tentazione di evocare unfantomatico scontro tra politica e magistratu-ra, che, ricordiamo, fa solo il suo dovere quan-do indaga sulla pubblica amministrazione, sulmalaffare e sulle deviazioni del potere.Lei parla anche di giustizia à la carteSì, questo quadro di delegittimazione continuadella magistratura oggi è diffusa anche pressoil grosso pubblico, l’idea terribilmente italiana,che la giustizia à la carte valida per gli altri mamai per sé, è talmente diffusa che è illusoriopensare che un cambio di governo cancelli tut-to. Ho scritto questo libro anche per fare me-

moria diciò che èsuccesso: letossine se-minate inquesti 20 anni di assalto alla giustizia sonoancora presenti, con possibili effetti nefasti. Vaaggiunto che secondo le ultime ricerche di Re-nato Mannheimer gli italiani danno il 4% di fi-ducia alla politica. Cioè praticamente zero, e il50%, che non è poco in questa situazione, allamagistratura. Da questo dato si evince che sia-mo di fronte a due Italie: quella di coloro cherispettano le regole e quella dei furbi, o degliaffaristi, degli impuniti, che pensa che le rego-le siano solo per gli altri.Su parecchie pagine di facebook lei viene ci-tato come un eroe contemporaneoIo ho cercato di fare sempre e solo il mio do-vere. Senza falsa modestia, posso dire di nonsentirmi un eroe. In un paese in cui la normali-tà non è tanto di casa, anche semplicemente fa-re il proprio dovere diventa eroismo. E questaè un’altra anomalia tutta italiana. Il libro rac-conta anche come sul versante giustizia l’ano-malia delle anomalie è che ci sono ancora og-gi tanti magistrati che lavorano in zone di fron-tiera, per usare un linguaggio bellicistico, chedevono vivere protetti dallo stato italiano per-ché rischiano la pelle. Dunque da una parte loStato li protegge e dall’altra, con un atteggia-mento quanto meno schizofrenico li bastona at-traverso altre componenti.Nei suoi confronti è in atto in questo momentouna dura contestazione posta in essere dafrange violente nell’ambito dei NoTavSì, il problema è esploso con grande evidenza.Quando scrivevo questo libro, otto o nove mesifa, già ricordavo che “nessuna forza politicaresiste all’attrazione fatale di attaccare la ma-gistratura quando ne è coinvolta”. Accennavoa quello che cominciava ad accadere in Valledi Susa, quando frange estremiste hanno coltoun pretesto per esercitare forme varie e assor-tite di violenza. Va ricordato che la Procura dame guidata applica la legge anche in Valle diSusa , dove per mesi le forze dell’ordine co-mandate dal Presidio del cantiere della Tav so-no state oggetto di assalti violenti e illegali divaria natura. Un magistrato, di fronte ad un at-to contrario alla legge, non può che interveni-re. Questi atti di violenza compromettono an-che le legittime rivendicazioni. La Procura diTorino si è interessata di tali assalti violenti av-

venuti nel periodo giugno-luglioultimo scorso. L’attacco verso ilsottoscritto e la Procura di Tori-no è fondamentalmente scorret-to perché non tiene conto del fat-to che il Pubblico Ministero fasoltanto delle richieste che se nonfossero fondate non sarebbero ac-colte. E sia il Gip che il Tribuna-le della Libertà, per 3 volte le han-no accolte. Il Tribunale della Li-bertà è un organo assolutamente

super partes istituito a tutela in primis, dei di-ritti e della libertà dell’imputato. Appunto que-sto Tribunale con l’ordinanza dell’8 febbraio2012 definisce i fatti in questione come “ deva-stanti e di incontenibile violenza collettiva”,preventivamente e strategicamente pianificatiattraverso condotte combattive organizzate conconfigurazione tipicamente sovversiva e di ele-vata potenzialità lesiva di cose e persone (220tra carabinieri e poliziotti feriti e contusi). Iopersonalmente ho subito dileggi, insulti e mi-nacce di morte. Una volta ero considerato fa-scista quando qui a Torino come giudice istrut-tore mi occupavo di brigate rosse , poi vado aPalermo volontariamente, dove diventouna toga rossa comunista; mi mancava diessere definito mafioso ma è accaduto an-che questo, di recente, sui muri di Torino.É qualcosa di pianificato e organizzatoche deve essere visto oltrepassando il Ca-selli “simbolo” arbitrariamente assurtocome nemico da abbattere. Ma il discorsodeve essere letto oltre Caselli, perché èun attacco alle regole, un altro assaltoalla giustizia, un rifiuto della giurisdi-zione, una richiesta di impunità. Que-sto è molto grave soprattutto se avvie-ne nel silenzio complice, o quando vabene nel balbettio faticoso, di chi nonvuole chiaramente prendere le distan-ze dalla violenza e rischia consapevol-mente o inconsapevolmente di esserestrumentalizzato e diventare prigionierodei violenti che della Val di Susa, nesono convinto, gliene frega sempre dimeno. Nel suo libro lei prefigura una con-creta riforma della giustizia, attra-verso quali direttrici? Cominciamo con l’interruzione del-la prescrizione e facciamo solo que-sto esempio: tutti i paesi al mondohanno la prescrizione che ad uncerto punto si interrompe, dopo ilrinvio a giudizio e la sentenza diprimo grado. Da noi no, si conti-nua a correre indefinitamente, di-ventando un vero e proprio in-

centivo a far sì che il brodo sia sempre più lun-go e quindi a praticare la prateria sterminatadi incidenti dilatori possibili nella speranzache nel frattempo succeda qualcosa : amni-stia, indulto o la prescrizione stessa cancel-lano e azzerano tutto. Per non parlare del si-stema delle notifiche, che è quanto di più la-birintico, di più assurdo si possa immaginare:tenete presente che se salta una notifica – ebasta che un imputato cambi l’avvocato e ma-gari anche il domicilio - salta il processo, ilquale viene rinviato a nuovo ruolo. Le notifi-che rappresentano dunque uno snodo proce-duralmente importante. Devo dare atto all’at-tuale Ministero che sta facendo un grosso sfor-zo per migliorare la situazione – e la procuradi Torino è ufficio pilota per una sperimenta-zione di notifiche telematiche ma tutto que-sto andrà a regime tra 3 o 4 anni, poiché stia-mo ancora sperimentando. Oggi basterebbeuna notifica che dica: eletto il domicilio all’i-nizio del procedimento quello rimane, salvoche l’imputato stesso comunichi all’ufficio giu-diziario la variazione e la stessa cosa per l’av-vocato. Questi sono solo due punti ma nel li-bro ne indico altri che reputo varrebbero lapena quanto meno di essere discussi.

“Assalto alla Giustizia” Edizioni Melampo

ESCLUSIVAIntervista a Gian Carlo Caselli

ELIO RABBIONE

Il Risorgimento s’è fatto anche nelle sale teatrali. Nonsolo contenitori di occasioni per compagnie e grup-pi filodrammatici, ma pure luoghi di fermenti e dis-

cussioni, animati, pieni di fervore, pronti a ricevere ognisussulto cittadino e politico. Un esempio per tutti, la se-ra dell’11 gennaio 1821 quando di fronte a Carlotta Mar-chionni della Reale Sarda che recita sul palcoscenico deltorinese teatro d’Angennes quattro studenti irromponocon in testa un berretto frigio rosso con fiocco nero, i co-lori della Carboneria. L’arresto, l’occupazione dell’Uni-versità il giorno successivo, l’intervento dell’esercito e laprotesta: sarebbero iniziati così i moti del ’21. Il signifi-cativo volume Teatri storici della Provincia di Torino, in-serito tra le produzioni ed i festeggiamenti dei 150 annidell’Unità, attenti autori – e ricercatori, innanzitutto – Ro-berto Lombardi, Laura Palmucci e Franca Varallo per leedizioni Rosenberg&Sellier, non si chiude certo in questiricordi storici ma, srotolando il censimento di centocin-quanta luoghi adibiti a spettacolo non solo nel capoluogo

ma nei tanti più o meno piccoli paesi della provincia che sottolinearono in diverse epoche, tra il pri-mo Settecento e gli anni Trenta del Novecento, la necessità di ambienti culturali, ambienti diversifi-cati come “nati, conservati, trasformati, perduti”, vuole sottolineare e affrontare “i temi della tuteladel nostro fragile patrimonio storico e culturale in un territorio profondamente in movimento negli

ultimi anni”, riscoprendo “la vivacità di una vita sociale chenella trasformazione borghese della società si accompagna-va all’affermarsi di nuova cultura”. E’ la riscoperta di un va-sto patrimonio, immerso nei vari tessuti storici, travolto permolti casi da una negligenza che senza ripensamenti lo hatrasformato o definitivamente cancellato. In non poche oc-casioni per far posto a nuovi esempi edilizi di dubbio gustoo significato. Come è la conferma di recuperi “secondo cri-teri di ripristino filologico”, pronti a sfociare in eccellentiprogetti di conservazione. A rappresentare l’ampio ventagliod’esempi, trova posto nel volume un apporto considerevo-le di schede, ricchissime di notizie ricavate da precedenticensimenti e da fonti bibliografiche, da materiali e dallastampa o dalle storie locali, riguardanti le differenti tipolo-gie “allo scopo di avere un quadro preciso anche delle per-dite e delle trasformazioni di tale patrimonio architettoni-co”. Un patrimonio presente che merita un approfondimentooppure ormai passato, che riserva al curioso o all’appas-sionato lettore gradevoli sorprese o curiosità, la conoscen-za di strutture forse solo favoleggiate, la visione attraver-so un copioso materiale fotografico di sale che hanno fat-to parte della cultura della provincia torinese.

“Teatri storici della Provincia di Torino”

Attraverso quelle antiche sale

Il Teatro Sociale di Chivasso dopo il recente restauro

Corriere8__ 12/04/12 12:49 Pagina 5

Èin corso fino al 3 giu-gno, presso la Biblio-teca Leopardi di Via

Leopardi 14 di Recanati, lamostra Batracomiomachia,Guerra de’ topi e delle rane.Traduzione dal poema grecoa cura di Giacomo Leopardi,

Xilografie del maestro Gian-ni Verna. L’AssociazioneNuova Xilografia, che Ange-lo Dragone ebbe a definire“operativo cenacolo a due”(Gianfranco Schialvino eGianni Verna), nasce nel 1987con l’intento di promuoverela più antica forma di stampacon mostre, conferenze, se-minari e con corsi di inse-gnamento. Nel 1997, in oc-casione del decimo anniver-sario dell’associazione, è na-ta SMENS, unica rivista ad

essere oggi stampata con ca-ratteri mobili e, per le illu-strazioni, con matrici di le-gno. A Smens inviano i testie le immagini scrittori, poe-ti, artisti e studiosi da tutto ilmondo. Batracomiomachia èil volume è composto da sei

xilografie incise su tavole dilegno tagliato di filo nel for-mato di millimetri 250 per2000, impresse su carta di co-tone Hahnemühle di milli-metri 390 per 2120. L’edi-zione completa consta di tren-tanove esemplari raccolti inscatola intelata. “La scelta diillustrare la Batracomioma-chia - spiega nel catalogoGianfranco Schialvino - è sta-ta dettata dall’affascinantestoria della guerra dei topi edelle rane, molto cruda e vio-

lenta, che con le schiere ar-mate, le battaglie, i duelli, lefigure ora altere ora meschi-ne dei protagonisti, i morti edi feriti lasciati sul campo, èadatta a raffigurare nei mo-di più pittoreschi i due eser-citi antagonisti”. (dav. tau.)

BibliotecaCasa LeopardiVia Leopardi 14Recanati (Mc)“BatracomiomachiaGuerra de’ topi e delle rane”Traduzionedal poema grecoa cura di Giacomo LeopardiXilografiedel maestro Gianni VernaFino al 3 giugnoInfo: 071 7573380www.giacomoleopardi.it

ANDREA D’AGOSTINO

Non ci si stanca mai di osservare i suoi di-pinti. Ogni minimo dettaglio, ogni sfuma-tura, ombra o riflesso, viene reso da Daniela

Giovannetti (Lucca, 1953) con una perferzione tec-nica quasi fotografica. Tanto che molte sue opereesposte al Museo diocesano di Mantova - naturemorte, interni, paesaggi - viste da lontano sembra-no davvero degli scatti. Ma nella mostra, intitolatasemplicemente Opere recenti, 2007-2012 non pre-vale solo la sua tecnica iperrealista: nelle ultime te-le come Frammenti, l’effetto fotografico viene ac-centuato da alcuni pannelli dipinti in modo sfocatoche contrastano con la precisione esasperata di altriparticolati raffiguranti spigoli, ganci, chiodi, tutti ri-presi dallo studio dell’artista. Altri dipinti ancora co-me Venezia o Acqua 2010, raffiguranti riflessi sul-l’acqua, creano invece un effetto distorsivo, quasisurreale. Ridurre però questa produzione a mera ispi-razione fotografica sarebbe un’ingiustizia nei con-fronti dell’artista: la sua predilezione per il partico-lare, che si tratti di fiori o frutta, di piatti e bicchie-rio di ciotole e catini, è segno evidente di uno studioaccurato sui grandi maestri della natura morta comei francesi Chardin e Liotard, i fiamminghi Brueghel,o ancora, su artisti minori quale la pittrice e minia-turista vissuta nel 1600, Giovanna Garzoni, comeha giustamente ricordato Carlo Erbesato presentan-do la mostra. Un altro aspetto interessante nelle sueopere è la totale assenza di esseri umani: a DanielaGiovannetti interessano le cose, che siano naturali oartificiali, sospese in un’atmosfera irreale. Un otti-

mo esempio è rappresentato dal dipinto più grande,collocato scenograficamente in fondo alla sala: I Set-te Palazzi Celesti, un omaggio ad Anselm Kiefer,con le pile di libri che formano quasi delle colonne,veri e propri monumenti alla conoscenza. Sia que-sta che molte altre esposte in mostra, scrive Chia-ra Cinelli, sono opere “ai limiti dell’astrazione,sospese in un tempo fuori dal tempo e in uno spa-zio più spirituale che fisico, che diventano la sce-na silenziosa di una rappresentazione simboli-ca, carica di mistero e di antiche suggestioni”.

Museo Diocesano Francesco GonzagaP.za Virgiliana 55 – MantovaDaniela Giovannetti“Opere recenti, 2007-2012”Conclusa i1 5 aprile

Pagina 6 20 Aprile 2012

Il 21 aprile verrà inaugurata la 20maedizione dell’ormai storico appunta-mento con la scultura contemporanea

di grandi dimensioni nel suggestivo sce-nario di Castel Pergine in Valsugana, se-de che negli anni passati ha visto nomidi grande pregio. L’esposizione di que-st’anno, che come di consueto si può vi-sitare per sette mesi, vedrà protagonistal’artista italiano Riccardo Cordero cheporterà numerose opere in metallo. Sitratta di volumi possenti che si oppon-gono o interagiscono con l’ambiente. An-cora una volta, una mostra stimolante espettacolare. Nato nel 1942, Cordero vi-ve a Torino, dove si è formato ed è statodocente di scultura. Attivissimo promo-tore culturale, ha sempre guardato conattenzione alla ricerca contemporanea,

pervenendo alla definizione di un lin-guaggio espressivo autonomo, riferito al-le più importanti tendenze internaziona-li. Ha privilegiato la progettazione tridi-mensionale nell’ambiente e sue opere fi-gurano in numerosi siti pubblici, museie prestigiose collezioni. Ha esposto intutto il mondo, dagli U.S.A. alla Cina.

Castel PergineVia al Castello 10Pergine Valsugana (Tn)Riccardo Cordero“I macromondi spezzati”Mostra personale di sculturaa cura di Luciano CaramelDal 21 aprile al 4 novembreInfo: 0461 531158www.castelpergine.it

Esposizione all’aperto al Castello di Pergine

Nei macromondi di Cordero

Museo Diocesano di Mantova

Daniela Giovannettipiù reale del reale

Alla Biblioteca Leopardi di Recanati

Le xilografie di Gianni Verna

dell’ARTECCOORRRRIIEERREEC O U R R I E R D E S A R T S

Daniela Giovannetti, “Luci”, 2011, olio su tavola © aut.

foto © CastelPergine Srl.

“Batracomiomachia” (part.), xilografia di Gianni Verna

Corriere8_6-11 12-04-2012 14:59 Pagina 6

MASSIMO CENTINI

Continua fino al 6 maggio la mo-stra dedicata alle opere di Car-lo Mattioli (1911-1994) allesti-

ta a Bologna presso il Museo Morandi.

La rassegna raccoglie un’ampia panora-mica di oli dove a prevalere sono le na-ture morte, a cui si aggiungono Nudo co-ricato (1961), Autoritratto al chiaro diluna (1971) e Spiaggia d’estate (1972).Il corpus principale è costituito da ope-re degli anni Sessanta, completano l’e-sposizione altri tre oli degli anni Tren-ta. Globalmente la mostra conferma lagrande capacità di questo artista nell’a-ver costruito un linguaggio proprio, so-lido e coerente, ma soprattutto capace disottrarsi a qualunque inquadramento al-l’interno della cultura artistica del suo

tempo. Il concetto stesso di natura mor-ta viene rivisto e corretto attraverso unprocesso dialettico che sa come trattarela materia, evidenziando le linee salien-ti della composizione, pur rastremandogli elementi compositivi dell’opera.Davanti alle opere di Mattioli, l’osser-vatore è soprattutto colpito dalla sug-gestione che scaturisce dal primo con-tatto, anche forte, con il prodotto pit-torico, che si consolida in un dettatoestremo, che sa sottrarsi ai luoghi co-muni, per dare così tutto lo spazio al-l’evocazione chiusa nel bozzolo dellacomplessità. Una complessità che è ge-stita con grande maestria e dimensio-nata avvalendosi della giustapposizio-ne delle forme, sempre calibrate, pre-cise, mai sfuggenti, anche quando ap-parentemente sembrerebbero refratta-rie a ogni limitazione strutturale.I contrasti forti esaltano il linguaggiopoetico di Mattioli: con frequenza so-no i contrasti cromatici, precisi, ma ri-sultano dominanti anche quelli pro-dotti dalle masse che trovano la lorogenesi nella densa coltre del colore,scavata o consolidata dalla mano del-l’artista.La natura morta trova qui un’espressi-vità che la conduce oltre le imposizio-ni tipiche del linguaggio di cui ha spes-so necessità per formalizzarsi secondogli status più consueti: l’innovazione ètotale e dona a queste opere un’origi-nalità che continua ad affascinarci.

Museo MorandiP.za Maggiore 6BolognaCarlo MattioliFino al 6 maggioInfo: 051 203332www.mambo-bologna.org/museomorandi

dell’ARTECCOORRRRIIEERREEC O U R R I E R D E S A R T S

20 Aprile 2012 Pagina 7

FRANCO FORZANI BORRONI

Se dovessimo assegnare un premioper la migliore mostra del 2012 ilpalmarès dovrebbe essere già op-

zionato per Wildt. L’animae le forme da Michelangeloa Klimt, curata da AngeloMazzocca e Paola Mola neimagnifici spazi del com-plesso di San Domenico aForlì. E non lo diciamo so-lo in ossequio ad un artistaal quale finalmente è statatributata la giusta rivaluta-zione, ma altrettanto perun’iniziativa talmente para-digmatica da poter essere atutti gli effetti considerata“la” mostra. Il plauso ha unnon so che di consolatorio,perché dover riconoscereche una mostra “si allestiscecosì” allude necessariamen-te alla sua negazione, ovve-ro che la stragrande mag-gioranza delle esposizioniin Italia non rispetta affattosimili canoni. Il primo: leopere devono essere di nu-mero sufficiente per illu-strare il percorso biografi-co-creativo dell’artista lungo tutta la suaesperienza produttiva. Il che significa an-che identificare le tappe fondamentali diun ineludibile percorso arte-vita, nellaconvinzione (perlomeno nostra) che, perdirla con le parole di Nietzsche, “c’è so-lo biografia”.Dal che si deduca anche la seconda rego-

la, vale a dire esporre opere significativeanche se conosciute: basta con le curiosi-tà ignote, i capolavori ritrovati, gli schizzidelle bozze delle prove delle sinopie, gliappunti preparatori e via tacendo. Di Flaia-

no sono stati pubblicati anche i tele-grammi, di Giacometti hanno esposto an-che gli scarabocchi sugli angoli delle pa-gine dei giornali, dettagli importantissi-mi per uno studioso, ma che al pubblicodi una mostra possono suscitare solo sa-na indifferenza.Infine - e qui si avverte la presenza del prof.

Paolucci a presidere il Comitato Scientifi-co - le opere di contesto devono essere nu-merose e valorizzate lungo il percorsoespositivo. Se Wildt ha subito la profondainfluenza dello Zuccone di Donatello - cioè

a dire di quella statua, nondi Donatello in generale –non si può eludere la ne-cessità di «mostrarlo», ac-costando la scultura quat-trocentesca a quelle del piùgiovane maestro, nonché diquei suoi eredi che alla lo-ro volta sono stati influen-zati da Wildt. Certo, così facendo i cura-tori devono scegliere leopere una ad una, richiede-re dai diversi musei delmondo Dürer e Melotti,Michelangelo e Fontana.Molto più semplice è pren-dere un bel paccotto di qua-dri - senza particolari atti-nenze, l’importante è che“vengan via” con poco - edinventarsi poi relazioni ine-sistenti per millantare a po-steriori una scelta che nonc’è mai stata. Tanto VanGogh piace sempre...

Musei San DomenicoP.za Guido da Montefeltro 1Forlì“WildtL’anima e le formeda Michelangelo a Klimt”Fino al 17 giugnowww.mostrawildt.it

“La” mostra dedicata ad Adolfo Wildt nei magnifici spazi dei Musei San Domenico a Forlì

L’anima, le forme e le idee (dei curatori)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

MAURO LUCENTINI

(segue dalla prima pagina)

Su tre pareti e otto scher-mi si alternano foto-

grammi che Herzog ha trat-to - con un’appropriazionetipica di buona parte del-l’arte presentata alla bien-nale - da un gruppo di dise-gni del paesaggista olande-se del ’600 Hercules Segers,che egli giudica, in base acriteri molto personali, “ilpadre dell’arte moderna”.Egli si ferma inizialmente alungo su tratti particolari diogni immagine, concentran-dosi sulle strette e sinuosecirconvoluzioni del segnocaratteristiche di un artistache è specialmente sensibi-le all’aspetto tangibile, gre-ve della materia; queste ap-parizioni sono accompa-gnate dalle note basse di unorgano o di un violoncello,con cui musicisti di cui siscorge di tanto in tanto ilvolto esaltato eseguonospartiti del compositore spe-rimentale olandese ErnstRijseger. Quando alla finele immagini appaiono inte-re, erompe a celebrarle unacantata di Händel. Herzog,che recentemente ha riscos-so un forte successo con ilsuo documentario tridimen-sionale sui graffiti preisto-rici della caverna di Chau-vet (The Cave of ForgottenDreams), riesce a renderecon gesti di sorprendentesemplicità l’intimo di mani-festazioni molto diverse del-l’arte visiva, realizzando altempo stesso una delle piùefficaci fusioni tra visione esuono - obbiettivo nuovo eormai frequente dell’artecontemporanea - che sianomai state raggiunte. Ma è ilmomento dei registi. Un re-cord d’altro tipo, negli stes-si giorni in cui si svolgevala biennale del Whitney, èstato realizzato dal canade-se James Cameron, il regi-sta di Titanic, quando il 26marzo si è inabissato da so-lo per undicimila metri nelpunto più profondo dell’o-ceano, il fosso del Pacificoal largo delle Marianne, asud ovest di Guam. Ha bat-tuto un record di durata del-la permanenza in condizio-ni di pressione estrema cheneanche gli Stati Uniti era-no riusciti a stabilire, ado-

perando uno scafo a doppiaparete di sua invenzione efatto costruire da lui che siè sprofondato non orizzon-talmente, come era stato fi-nora per tutti i sommergibi-li analoghi, ma vertical-mente e con il moto circo-lare di un proiettile. Non c’èragione di non considerarequesto fantastico oggettoun’opera d’arte; nè difette-ranno d’interesse anche ar-tistico le immagini di que-sto fondale del mondo -“sembrava un altro pianeta,”ha detto Cameron - che sa-ranno rese pubbliche a curadell’istituto americano Na-tional Geographic, promo-tore dell’impresa. Una doz-zina di isolati a nord delWhitney, il Guggenheimesibisce insieme a una bel-lissima retrospettiva delloscultore John Chamberlainscomparso l’anno scorso,un film-video del registaindiano Kabir Mohanty -noto anche in Europa per ilavori presentati a Rotter-dam, Torino e altrove - checon immagini o statiche odinamiche diversamentemesse a fuoco, su una du-rata di oltre quattro ore,sotto il titolo Song for anAncient Land, intensifica-te da semplici rumori cit-tadini, dà una dei più epicie umani resoconti della vi-ta di una città, Mumbai,che si siano mai veduti.Non va tuttavia dimentica-to che nessuno di questi ri-voluzionari video sarebbeforse mai apparso senza ifilm a moto lento di AndyWarhol negli Anni Sessan-ta, come quello di otto oresull’Empire State Building.

Whitney Museumof American Art945 Madison Ave.New York City (NY)Whitney Museum Biennal2012 (76a Edizione)Fino al 27 maggioInfo: 001 212 2494350www.whitney.org

L’immagine del regista Werner Herzog, sulla facciata del Whitney Museum © WMAA

NEWYORK NEWYORK

foto © aut.

Al Whitney Museum of American Art

In corso la 76a edizionedella Biennale d’Arte

Carlo Mattioli al Museo Morandi di Bologna

Oltre la cultura del proprio tempo

“Natura morta”, 1965, olio su tavola,collezione privata, Parma © aut./MAMBO

Adolfo Wildt, “Carattere fiero - anima gentile” (part.), 1912© Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro, Venezia

Corriere8_6-11 12-04-2012 14:48 Pagina 7

CHIARA GUIDO

L’accostamentodi due visioniartistiche diver-

se, un uso del coloretotalmente differente,la distanza nel percepi-re il mondo artistico.Un’antitesi artistica lamostra di Maria TeresaGuala e Daria Peressi-ni alla Galleria ArteFiano fino al 19 aprile.Il potere evocativo delcolore, la forza pro-rompente di forti tona-lità e la figura quasi sti-lizzata di donne sono labase del linguaggio ar-tistico figurativo dellaGuala. Spesse linee dicontorno che delineanocorpi emaciati, quasiconsunti; una sorta dimanifesto molto crudo e profonda-mente intriso di temi politici e so-ciali. La sua pittura è caratterizzatada un forte antinaturalismo del colo-re e da un’accentuata semplificazio-ne delle forme, le quali si staglianosu fondi neri, che tanto fanno risal-tare il soggetto del quadro. Il colo-re, quasi incrostato sulla superficie,comunica l’impressione di un lega-me con il tema della denuncia socia-

le. Le tele sembrano trasmettere con-temporaneamente la sensibilità del-la donna, la sua timidezza e la suaimpotenza di fronte a torti subiti nel-la vita e il coraggio che, in qualchemodo, scaturisce dalla propria forzainteriore. Donne sole, immerse neipropri pensieri, assorte in un am-biente che nulla ha di confortevole oaccogliente, che quasi scompare difronte alla figura prorompente del-

l’essere umano. E poi, le composi-zioni di Daria Peressini: un’antino-mia rispetto alla Guala. Il suo lin-guaggio, più classicista, si fonde in-sieme alla tecnica del collage, in unaprorompente espressività dai toni ac-cesi, caldi e pacati. Le sue scene digenere trasmettono grande studio deldisegno, un’attenzione particolare al-l’accostamento del colore e all’as-semblaggio delle diverse tecnicheutilizzate. Elementi che prendono vi-ta nelle tele, elementi riproposti dalvero accanto al quadro, quasi a vo-ler dimostrare che la sua reinterpre-tazione del reale prende spunto dacomponenti di vita vissuta. Accosta-menti all’apparenza senza significa-to, ma che sembrano prendere vital’uno accanto all’altro. Rilettura del-l’esistente in chiave del tutto perso-nale secondo la propria sensibilità. Un’esposizione che mette sì a con-fronto due pensieri artistici diversi,ma che riescono perfettamente aconvivere all’interno dello stessospazio, che regalano una continuasorpresa, che trasmettono l’ansia discoprire cosa c’è al di là di quel-l’angolo nascosto.

Galleria Arte FianoVia Fiano 14TorinoMaria Teresa Gualae Daria PeressiniConclusaInfo: 340 5526730

CCOORRRRIIEERREEC O U R R I E R D E S A R T S

Pagina 8 20 Aprile 2012

Prosegue con buon suc-cesso di pubblico e cri-tica fino al 29 aprile la

rassegna Appuntamento conl’Arte 2012, Arti Figurativedel CEDAS 2012, manifesta-zione che, attraverso la se-rietà dei corsi e dell’orga-nizzazione tutta, rinnoval’impegno annuale allestendola mostra attuale presso le sa-le del Centro Artistico Cultu-rale Arte Città Amica di To-rino. “Il lungo e appassiona-to impegno del CEDAS nelcampo delle arti figurative -racconta il critico dell’arteAngelo Mistrangelo - si iden-tifica con una serie di mostrepersonali, collettive e con-corsi che offrono un essen-ziale panorama dei lavori re-lativi agli artisti iscritti aicorsi annuali”.Le opere in mostra abbrac-ciano le tematiche del pae-saggio, della figura e dellestagioni. E ancora. In espo-sizione anche ritratti, la sa-cra ora del caffé, la medita-zione sui rimedi che posso-no essere semplicemente deiplacebo. Un gruppo di arti-sti ha scelto espressamenteil tema della figura: Cleopa-tra, un drago dalla lingua in-fuocata, un ragazzo di Istan-bul, un gesso d’accademiapolveroso iterato con tecni-che differenti. Le località al-le quali i pittori si sono ispi-

rati spaziano da una bella te-stimonianza dell’ebraicoGhetto di Chieri a località li-guri (Bergeggi, Riva, allasalda veduta di Sestri dopoil temporale) ad un caffé pa-rigino con tanto di antica in-segna, a Manhattan; dall’ul-tima neve che si scioglie lun-go le rive del Sangone ad unRiale di campagna che s’il-lumina nel lento scorreredelle acque.“Numerosi i nomi di pittoriche da anni frequentano iquattro corsi organizzati dalCEDAS” - spiega il criticodell’arte Gian Giorgio Mas-sara - ma anche nuove pre-senze che speriamo di in-contrare allorché ci daremoappuntamento nel Canavesenarrato da Guido Gozzano,il poeta crepuscolare aman-te del verde dei prati e deglialberi”. (dav. tau.)

Centro Artistico CulturaleArte Città AmicaVia Rubiana 15Torino“Appuntamento con l’Arte2012”Arti Figurative del CEDASOpere selezionateda Gian Giorgio Massarae Angelo MistrangeloFino al 29 aprileInfo: 011 7717471

dell’ARTE

Galleria Arte Città Amica – Torino

Un nuovo suggestivoAppuntamento con l’Arte

È in corso fino al 28 aprile pres-so il Piemonte Artistico Cultu-rale di Torino (piazza Solferino7) la Mostra collettiva “Colori&Volumi” 55 anni di PiemonteArtistico Culturale. In esposi-zione una cinquantina di operepittoriche e sculture di medio for-mato. Tra le tecniche e i materia-li utilizzati troviamo l’ olio, l’a-crilico, la tempera, l’acquerello

ed il collage, la terracotta, ilbronzo, la ceramica raku ecc.In questa occasione gli esposito-ri sono i Soci del PAC, il cui co-gnome va dalla lettera A alla L,mentre la seconda parte della mo-stra si terrà dal 3 al 12 maggio,con i Soci il cui cognome va dal-la M alla Z.

Per info: 011 542737

Per i 55 anni del Piemonte Artistico Culturale

Collettiva Colori e Volumi

Doppia personale alla Galleria Arte Fiano di Torino

Il piacere della scoperta

Sopra, Maria Teresa Guala, “Chapeau fleuri”,acrilico su masonite 63x53 cm.;a sinistra, Daria Peressini,“Testimoni del tempo”, olio su cartone 30x40© aut./ArteFiano

Corriere8_6-11 12-04-2012 14:51 Pagina 8

ELISA SCATTOLINI

Il primo appuntamento: la cu-riosità, i dubbi, i sogni e le

speranze riposte in questa nuo-va opportunità che la vita offre,perché sia finalmente quellagiusta, quella che fa posare leali sul vero amore, sul compa-gno, o la compagna, di una vi-ta. Come novelli protagonistidi Sliding doors, le ipotesi ini-ziano ad accavallarsi nella men-te, e con esse gli interrogativisu quale sarà il modo miglioredi porsi, quale l’immagine vin-cente da giocare e via vagandoper infinite spirali di pensiero...c’è un’ironia dal retrogusto unpo’ agrodolce dietro a Cheek toCheek, la commedia di e conMarco Cavallaro in scena finoal 29 aprile al Gioiello di Tori-no. Sul palco, un uomo e unadonna in attesa di dar vita al lo-ro primo incontro. Cosa succe-derà? Si piaceranno e poco al-la volta scopriranno di esserefatti l’uno per l’altra? Oppure,dopo un’iniziale simpatia, l’ap-profondirsi della conoscenzatra i due inizierà a delinearetratti caratteriali che li porteràall’ennesima delusione? Auto-re e protagonista dello spetta-colo, Cavallaro, presenza im-portante e molto amata nel car-tellone Per Farvi Ridere di To-rino Spettacoli, ha scelto que-

sta città per farle dono di unapièce allegra e scanzonata concui prenderci un po’ in giro,sorridendo delle nostre incer-tezze e di quella debolezza chetalvolta ci fa guardare agli al-tri come a icone da imitare, di-menticando noi stessi e le no-stre potenzialità. “Siamo ani-mali fragili - chiosa il registaRenato Sannio - quando ci tro-viamo soli con noi stessi din-nanzi a uno specchio non pos-siamo fare altro che vedere lafigura di qualcuno perso neimeandri della comunicazione.Non si riesce più a trovare laforza della semplicità per ar-rivare dritti al cuore di qual-cuno. Allora cerchiamo l’emu-lazione degli altri... La ricer-ca di noi stessi e della comu-nicazione attraverso le parolee le emozioni è il lavoro che hovoluto fare in questo spettaco-lo. Ritornare ad amarsi comelo si faceva una volta… comelo facevano i nostri nonni…semplicemente”.

Si sogna con Puck, Bottom e le vicende amo-rose di Ermia e Lisandro, Elena e Demetrio

all’Erba di Torino, fino al 22 aprile in scena conSogno di una notte di mezza estate. In una nuo-va edizione curata da Torino Spettacoli per laregia di Enrico Fasella, il capolavoro shakespi-riano vede sul palco la giovane e brillante Ju-nior Company Liceo Teatro Nuovo di Torinocon la partecipazione di Mario Acampa e Sil-via Barbero, in quel tripudio di fate e folletti,

amori tormentati e pozioni magiche che hannoreso immortale una delle prime commedie delBardo di Avon. Tra effetti scenici, musiche, can-ti e danze la compagnia torinese rende omag-gio a quel meraviglioso tessuto fatto di realtà,teatro e fantasia che è Sogno di una notte dimezza estate, per un’onirica passeggiata nel ter-ritorio dell’amore, da sempre, come dice Sha-kespeare, “impalpabile come l’ombra, rapidocome un lampo, breve come un sogno”. (e. sc.)

dell’ARTECCOORRRRIIEERREEC O U R R I E R D E S A R T S

ELIO RABBIONE

Da un lato la quotidianità, ilprivato, all’inizio ed al ter-mine,Luigi e Gemma Ca-

labresi che sistemano un quadronella loro casa, un po’più in alto,un po’a sinistra, cerchiamo di pren-dere una soluzione, o la scelta diuna cravatta, va meglio quella ro-sa o quella bianca, sono brutte tut-te e due. Dall’altro gli scontri e gliassassinii, il pubblico, l’agente dipolizia Antonio Annarumma e ilcommissario, un’uccisione fuoricampo,mentre la macchina da pre-sa indugia sui passi di quanti si stan-no avvicinando al corpo crivellato,rannicchiato tra due auto. Tra que-sti fatti, posti a fare da cornice, s’in-centra la data del 12 dicembre 1969,la strage di diciassette persone allaBanca dell’Agricoltura, l’orologioche scatta con un boato alle 16,37,la certezza della pista anarchica edil ferroviere Pinelli che segue inquestura la macchina di Calabresisulla sua bicicletta perché in mac-china non c’è posto per tutti. E poiquella “caduta” dalla finestra del-l’anarchico mentre Calabresi è fuo-ri stanza (la “morte accidentale”,per dirla con Fo), il tavolo dell’o-bitorio e la composta fermezza del-la vedova, la campagna denigrato-ria di cui Calabresi fu vittima da

parte di Lotta Continua e il pro-cesso, la testimonianza del tassistaRinaldi e i sosia, il ballerino Val-preda tirato dentro alla grande mac-china a forza, la morte di Feltrinel-li sul traliccio di Segrate (inciden-te? un altro assassinio?), le certez-ze che si affievoliscono e mutanonelle piste dei neonazisti veneti, gliapporti di Freda e Ventura, gli uo-mini dei servizi segreti ed i carichidi armi, le sovrapposizioni delloStato, i depistaggi. Marco TullioGiordana racconta questo e moltoaltro nel suo Romanzo di una stra-ge, avvolgendo fatti e scene in sim-boliche scie chiaroscurali, peccan-do forse in qualche tratto nella ec-cessiva esposizione degli episodi,l’uno successivo all’altro, senza sca-vare più a fondo, senza “giocare”con il quando e con il dove, con unmontaggio che esprima tutto il ner-vosismo e l’andatura zigzagantedell’inchiesta, come ognuno di noisi aspetterebbe. Il suo è comunqueun film che ci riporta al grande ci-nema civile degli anni Settanta, ainomi di Rosi e di Petri e di Damiani(sarebbero sufficienti certi squarcitra Saragat/Antonutti e Moro/Gi-funi, grandi attori al servizio dellaStoria), rimane un documento dicui si sentiva il bisogno, per risol-

levare almeno quella coltre appan-nata che il tempo non può non averposato su quei fatti. Con estremaonestà - e non si deve assoluta-mente credere che l’abbia fatto perdare il classico colpo al cerchio ealla botte - il regista, con gli sce-neggiatori Rulli e Petraglia, fa suala tesi esposta nel volume di Pao-lo Cucchiarelli Il segreto di Piaz-za Fontana secondo cui le bombenella banca dovevano essere due,quella dimostrativa degli anarchi-ci e quella assassina dei servizi de-viati e degli estremisti di destra. Diforte impatto emotivo, intelligen-te e teso, mai sbilanciato, condot-to con partecipazione e rigore, ca-pace di esporre cause ed effettisenza farsi trascinare da una reto-rica svilente, vigoroso in tutte leinterpretazioni che lo attraversa-no, da Mastandrea a Favino postil’uno di fronte all’altro, dal bel ri-tratto di Michela Cescon a Mar-chesi e Fasolo come Freda e Ven-tura, alle piccole apparizioni resecon grande verità, Romanzo di unastrage non è soltanto un film davedere, è certamente un’opera daripensare, da ricostruire, da rifo-tografare col senno del poi. Sem-pre ammesso che ogni Verità ab-bia ritrovato il proprio spazio.

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Ha radici italiche la trage-dia di Otello, sono quel-le che gli rivestì il Giral-

di Cinzio in una novella degli Ha-catommiti, che poi Shakespeareintorno al 1603 portò sul palco-scenico dando alla letteratura quelcapolavoro che tutto il mondo co-nosce e che tante riletture già haavuto, nel cinema e nel teatro. Conla produzione dell’Arena del So-le/Nuova Scena/ Teatro Stabile diBologna, in collaborazione con il63° Festival veronese, reduce davicissitudini interpretative che han-no giubilato il primo attore reo ditroppo verismo nei confronti (ama-tori) della partner, Nanni Garellapropone oggi una asciutta rappre-sentazione, dopo aver ascritto a sétraduzione, adattamento e regia.Nell’onnicomprensivo scelto, hasfrondato personaggi riducendo asette gli attori in scena, ha ap-prontato un linguaggio moderno

e libero nelle sue espressioni, hascelto uno spazio spoglio nella sce-na di Antonio Fiorentino, dove untelo azzurrognolo con una cam-peggiante luna ed il grido dei gab-biani e il rumore orribile o tran-quillo delle onde fa da sfondo al-la tragedia di Otello e della suasposa bambina, pronta a vagheg-giare quasi un eroe da fumetto lei,innamorato della sua purezza lui.Inevitabilmente si snodano i temidi sempre, la cultura veneziana ela presenza del “negro”, la guerraed il rapporto fatto di chiaroscuritra occidente e oriente, la debo-lezza del condottiero che scivolavelocemente nella paranoia, il len-to progredire delle menzogne daparte di Iago, la loro costruzionefatta tra logicità e sorriso sulle lab-bra (quasi diventasse un gioco nel-la loro meccanicità, fino a sposta-re lo sguardo dalla tragedia allacommedia “divertita”), l’ecatom-

be finale che raggruppa nobili emalvagi. Qui la pietra d’angolo èIago, immagine del male allo sta-to puro, demonio senza freni ches’insinua in quell’amore, e la ne-gazione di un più alto grado mili-tare non è il solo motivo che lasciascaturire il gran peso di quell’in-famia. Maurizio Donadoni fa suauna gran prova d’attore, subdoloe sfacciato, caritatevole e premu-roso e insinuante, percorre i varistadi del traditore che costruisceprove e come una piccola ma in-cessante leva scalza il cuore e lementi di quanti gli stanno intorno.Massimo Dapporto è un Otello in-namorato, sbigottito, spaventatoda quanto di demoniaco intrave-de alle spalle della virtù senza om-bre di Desdemona, poverissimoin quel tanto d’infantile che lo ri-copre man mano che la malinco-nia della consapevolezza s’im-possessa di lui. Lucia Lavia è De-sdemona, fragile, innamoratissi-ma, combattiva sino all’ultimo nelbuttare in faccia al consorte tuttale sua innocenza e il suo cando-re, una bella prova d’attrice ma-tura. Applauditi con i loro com-pagni (da segnalare ancora l’E-milia di Federica Fabiani). Le lu-ci, fattore non secondario, sonofirmate da Gigi Saccomandi, i co-stumi di un liberissimo Seicentosono di Claudia Pernigotti. (e. rb.)

Un brillante Sogno in scena all’Erba

“Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana

Le ombre sulla storia del Paese

SpettacoliMassimo Dapporto è Otello, con la regia di Nanni Garella

Debolezza e menzogne fanno una tragedia

ALESSANDRO MORMILE

Ettore Scola accettò laproposta di firmare lasua prima regia d’o-

pera per Così fan tutte nel 2003 al Teatro Re-gio. Oggi lo spettacolo è ripreso per la stagio-ne in corso, ma continua a non convincere. Farregia significa far teatro, soprattutto quando siè alle prese con uno dei capolavori del Mo-zart-Da Ponte dove il realismo psicologicodell’opera in musica deve vivere con quellanaturalezza che qui appare solo garbato mo-vimento di figurine. Per Mozart, invece, ci vuo-le ben altro. Eppure l’impianto scenico, conscene di Luciano Ricceri e costumi di OdetteNicoletti, appare suggestivo nel ricostruire am-bienti partenopei settecenteschi con dovizia diparticolari e ricchezza di arredamenti, ispi-randosi a suggestioni visive del vedutismo pit-torico attraverso immagini del golfo di Napo-li riprodotte su sipari e fondali, o in spaccatiscenografici di rara bellezza. Il tutto appareperò troppo sovrabbondante; attira l’attenzio-

ne sui particolari, ma distrae lo spettatore daquella che deve essere la commedia architet-tata da musica e libretto con la perfezione che,in questo contesto, rende l’ingranaggio a oro-logeria pressoché perfetto di quest’opera po-co vitale, talvolta anche noioso e macchietti-stico. E quando la noia prevale, la luminosaleggerezza con cui Mozart dipinge il sensua-le gioco degli affetti finisce col perdere in di-namismo e vitalità, divenendo compostamenteelegante e nulla più. Così è anche sul pianomusicale, perché la bacchetta di ChristopherFranklin, imbastendo sonorità trasparenti e lie-vi, sceglie la via di un’inamidata freschezza,tecnicamente ineccepibile ma priva di vero re-spiro teatrale. La sua direzione non sempre èpronta ad andare al di là del bel suono, a trat-ti anche vaporoso e lieve, per cercare di do-nare alla partitura quella vivacità ora pepata e

brillante, ora intinta in quel caldo respiro ero-tico del quale quest’opera non può fare a me-no, se non con il conseguente rischio di per-dere la sua reale portata innovativa quando di-pinge la mutevolezza degli affetti rispetto al-la rigida convenzionalità propria ai passati mo-delli del teatro comico settecentesco. La com-pagnia di canto viene condizionata dalla scar-sa fantasia dello spettacolo e della bacchet-ta anche nei suoi elementi vocali migliori,che sono quelli femminili. Carmela Remi-gio e Laura Polverelli, rispettivamente Fior-diligi e Dorabella, sono cantanti mozartianedi comprovata bravura, così come fresca efemminilmente arguta è la Despina di Bar-bara Bargnesi. Nel comparto maschile delcast solo Carlo Lepore (Don Alfonso) con-vince, mentre Andrew Kennedy (Ferrando)e Marco Nisticò (Guglielmo) superano di po-co la sufficienza. Ed è così che il grande Mo-zart, quando cucinato senza i sapori di quelvitale dinamismo teatrale che è specchio,oggi più che mai, della sua modernità, puòrisultare noioso. Il successo però c’è stato.

“Cheek to cheek” di e con Marco Cavallaro

Tutta la vitanel primo appuntamento

Al Teatro Regio di Torino

Delude il Così fan tutte firmato da Ettore Scola

Un momento di “Così fan tutte”, al Regio di Torino,foto Ramella&Giannese © TRT;a sinistra, Marco Cavallaro in “Cheek to cheek”,sul palcoscenico del Gioiello fino al 29 aprile

Corriere8_6-11 12-04-2012 14:53 Pagina 9

Pagina 10 20 Aprile 2012

DDiirreettttoorree EEddiittoorriiaalleePietro PanacciDDiirreettttoorree RReessppoonnssaabbiilleeVirginia ColacinoCCoonnddiirreettttoorree Elio RabbioneAAssssiisstteennttee ddii DDiirreezziioonneeChiara PittavinoCCoommiittaattoo ddii RReeddaazziioonneeGiorgio Barberis, Rolando Bellini,Massimo Boccaletti, Franco Caresio,Angelo Caroli, Claudia Cassio,Massimo Centini, Fernanda De Bernardi,Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara,Alessandro Mormile, Massimo Olivetti,Enzo Papa, Lorenzo Reggiani,Gianfranco Schialvino, Maria Luisa TiboneSSeeggrreetteerriiaa eeddiittoorriiaalleeAnna Maria PerroneCCoorrrriissppoonnddeennttee ddaa BBeerrlliinnooSabatino CersosimoCCoorrrriissppoonnddeennttee ddaa NNeeww YYoorrkkMauro Lucentini

HHaannnnoo ccoollllaabboorraattooA. D’Agostino, F. Florian, F. Forzani Borroni,C. Guido, M. Panzeri, E. Parmesani,C. Pittavino, R. Roveda, N.M. Salvo,E. Scattolini, B. StabielliRReeaalliizzzzaazziioonnee ggrraaffiiccaa internaa cura di E.S. Laterza e G. VeceFFoottooggrraaffoo uuffffiicciiaallee Antonio AttiniRReeddaazziioonnii ddiissttaaccccaatteeMMiillaannoo Rosa CarnevaleTel. 339 1746312RRiivvaa ddeell GGaarrddaa per il TrivenetoValentina PaciollaTel. 349 4172034FFiirreennzzee Natalia RadicchioTel. 333 8547025RRoommaa ee NNaappoollii Fabrizio FlorianTel. 388 9426443PPaalleerrmmoo Caterina RandazzoTel. 334 1022647CCoonncceessssiioonnaarriiaa ddii PPuubbbblliicciittàà internaSSttaammppaa Arti Grafiche CiverchiaLatina e Moncalieri (To)DDiissttrriibbuuzziioonnee EditService S.r.l. - Leinì (To)

EEddiittoorree Associazione Culturale Arte GiovaniTorino - P.IVA 06956300013AAbbbboonnaammeennttiiAnnuale (22 nn.): euro 50,00 per l’Italia

euro 120,00 per l’esteroArretrati: euro 4,00

c.c. postalen. 45958055intestato a Corriere dell’ArteAssociazione Culturale Arte GiovaniAut. Tribunale di Torinon. 4818 del 28/07/1995

in ITALIA e Canton TicinoTORINO e PIEMONTE

• P.za Castello• Molino delle Armi

ang. Ticinese• C.so Magenta

f.te Teatro Litta• C.so Garibaldi 83• Via Boscovich 22• P.le Principessa Clotilde• Bookstore Triennale• Bookstore

Palazzo delle Stelline• Bookshop

Villa Necchi CampiglioVia Mozart 14

• P.za Oberdanang. v.le Piave

IL CORRIERE DELL’ARTEÈ REPERIBILEA MILANO

PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :

Vernissage

• P.za Croce Rossa• P.za Colonna• P.za Colonna

ang. l.go Chigi/Tritone• P.za S. Silvestro• L.go Argentina• Via Nomentana• C.so Francia• P.za Fontanella Borghese• P.za Porta Maggiore• Dorothy Circus Gallery

Via dei Pettinari 76• La Diagonale Libreria

Via dei Chiavari 75

IL CORRIERE DELL’ARTEÈ REPERIBILE

A ROMAPRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :

Venerdì 20 aprile – ore 18,00Galleria ViviArteViva

Via Madonna delle Rosa 34/C – Torino“Labirinti d’Arte di Torino Esposizioni”

Collettiva - Parte II

Sabato 21 aprile – ore 18,00Galleria Arte FianoVia Fiano 14 – TorinoArtisti del Novecento

Sabato 21 aprile – ore 18,00Galleria d’Arte Contemporanea Emma Infante

Via Des Ambrois 2 – Torino“Lirica materia”

Collettiva di Artisti contemporanei

Giovedì 3 maggio – ore 12,00Politecnico di Torino

“Lamiere e Segni” Mostra di incisioni dei Socidell’Associazione Senso del Segno

Organizzata in collaborazionecon il M.A.P. (Museo Archivio Politecnico)

Sabato 5 maggio – ore 18,00Galleria Arte FianoVia Fiano 14 – Torino

Personale di Manuela Mortara

Giovedì 10 maggio – ore 18,00Galleria Giampiero BiasuttiVia della Rocca 6/B – Torino

“British Black (Sinapsi)”Jonathan Guaitamacchi

Martedì 15 maggio – ore 10,30, 15,30 e 21,00Casa d’Aste della Rocca

Via della Rocca 33 – TorinoAsta di Antiquariato

in tre tornate

““RReebbllooggggiinngg””PPeerrssoonnaallee ddii AAnnddrreeaa MMaattttoonniiGGaalllleerriiaa SSqquuaarree2233Via S. Massimo 45 – TorinoFino al 30 aprileInfo: 334 9980390La mostra, curata da Davide Dal Sassola,presente diverse opere del giovane arti-sta varesino, incentrate sull’analisi delladiffusione delle immagini e delle regi-strazioni sul web e nella realtà sociale.Quella di Mattoni è un’operazione di “reblogging”, realizzata con icone e scattifotografici che filtra dall’intensa attivitàdei bloggerl, punto di osservazione pri-vilegiato sulla società contemporanea.

““EE ffffeettttii ccoollllaabboorraattiivvii 11996633--11998855””PPeerrssoonnaallee ddii PPiieerroo GGiillaarrddiiCCaasstteelllloo ddii RRiivvoolliiMMuusseeoo dd’’AArrttee CCoonntteemmppoorraanneeaaP.za Mafalda di Savoia – Rivoli (To)Fino al 13 maggioInfo: 011 9565222La mostra, a cura di Andrea Bellini, si con-centra sui primi ventidue anni di attivitàdell’artista torinese, dai primi tappeti na-tura, fino ad un’ampia serie di documen-ti che illustrano la sua decisione di usciredal sistema dell’arte per dedicarsi primaad un’attività di volontariato creativo al-l’interno di un ospedale psichiatrico e poialla militanza politica e sociale. Una se-lezione di opere che rispecchiano la con-vinzione sposata dal noto artista dellamissione sociale svolta all’arte, capace dicambiare la vita delle persone e parteci-pe alle trasformazioni della società permigliorare l’ambiente in cui viviamo.

““IIll bboossccoo nneellll’’aaccqquuaaSSooggnnoo ddii uunn ppoommeerriiggggiioo dd’’eessttaatteeDDoommeenniicchhee ddaa RRee 22001122””FFoonnttaannaa ddeellll’’EErrccoolleeRReeggggiiaa ddii VVeennaarriiaa RReeaalleeP.za della Repubblica – Venaria (To)Domenica 29 aprile Ore 15,00-16,00-17,00Info: 011 4992333Una pièce nella quale la trama sarà secon-daria rispetto all’atmosfera, perché davve-ro molti sono i motivi d’incanto nell’am-bientazione della commedia, che si intrec-cia sullo sfondo di una magica foresta. I per-sonaggi si concentrano in un mondo di fia-ba, un paese di fate popolato da coleotteridanzanti, fiori ed elfi. La colonna sonora sa-rà il risultato di una commistione tra la mu-sica che Mendelssohn compose per la com-media di Shakespeare e le sonorità elettro-niche del musicista torinese Federico Dal Poz-zo. Un lavoro di Maria Cristina Fontanelle.Direttore Artistico Mirco Repetto.

“SSaalluuzzzzoo AArrtt ee ””XXVVIIII MMooss tt rraaddii AArrttee CCoonntteemmppoorraanneeaa((PPiittttuurraa,, SSccuullttuurraa,, GGrraaffiiccaa,, IInncciissiioonnee,,FFoottooggrraaffiiaa ee DDeessiiggnn))AAnnttiicchhee SSccuuddeerriieeP.za Montebello 1 – Saluzzo (Cn)Dal 21 aprile al 6 maggioInfo: 0175 43527Una rassegna d’arte che propone in-numerevoli iniziative curate da Giu-seppe Biasutti con il coordinamento ar-tistico di Paolo Infossi e Roberto Gior-dana. In apertura si trovano opere deimaestri del XX secolo, come Arman,Giorgio De Chirico e Felice Casorati,mentre negli spazi riservati a FurioMaestrio si intrecciano tradizione ed in-novazione di opere sperimentali. Pro-seguendo nel percorso di mostra la se-conda Sala della Guardia ospita una col-lettiva di artiste, tra cui Elisa Anfuso eMichela Riba. Nel salone tematico tro-va spazio il Gruppo Pentameter, le mo-stre personali dei vincitori della prece-dente edizione Giulio Camagni ed In-grid Barth, ed altri come Carlo Cam-marota, Fabrizio Garelli e Paola Rat-tazzi. Concludono il percorso espositi-vo le opere ammesse alla XXXIV Edi-zione del Premio Matteo Olivero.

““CCaarrttee iinn ttaavvoollaa””PPaallaazzzzoo MMaatthhiissP.za Caduti per la Libertà 20 – Bra (Cn)Fino al 1° maggioInfo: 0172 430185A cura di Gianfranco SchialvinoLa mostra si propone di presentare un ipo-tetico banchetto, dalle vivande (tecnica-mente le materie prime) fino al menu (laloro consacrazione), passando attraversopentole, piatti e fuochi, per finire al de-sco, plebeo o reale non importa, purchéabbondante e ben servito.

MMoossttrraa ddii ppiittttuurraa ddeell GGrruuppppoo FFrriiggeerriiooCCaannttiinnaa CCoommuunnaallee ddii LLaa MMoorrrraaVia Carlo Alberto 2 – La Morra (Cn)Fino al 27 aprileInfo: 0173509204In mostra le opere degli artisti del grup-po culturale “Cesare Frigerio”, nato nel1994 in ricordo del pittore corsichese,per divulgare e promuovere l’espressi-vità artistica. Si possono ammirare lecreazioni della ceramista-pittrice TinaCiceri, i paesaggi di Gianni Invernizzi,le pitture di Michele Franco, i tasselli aolio del lungo “racconto” introspettivodi Osvaldo Mascarello, gli acquarelli diLidia Vitali e le opere di Piero Perissi-noto, Claudia Tenani e Vittorio Tosolini.

GGllii AArrttiissttii iittaalliiaanniiddeellllaa CCoolllleezziioonnee AACCAACCIIAA((AAssssoocciiaazziioonneeAAmmiiccii AArrttee CCoonntteemmppoorraanneeaa))SSaallaa OOttttoo CCoolloonnnneePPaallaazzzzoo RReeaalleeP.za Duomo 12 – MilanoFino al 24 giugno Info: 02 804062www.acaciaweb.itA cura di Gemma De Angelis Testae Giorgio VerzottiL’evento espositivo, propone al pubblicocirca trenta opere di artisti della collezio-ne d’arte contemporanea dell’associazio-ne. Tutte le forme espressive delle arti vi-sive sono qui rappresentate, dalla pitturaalla scultura, dalla fotografia al video eall’installazione. In mostra si possono am-mirare lavori di Mario Airò (vincitore del-la prima edizione del Premio ACACIA), Ro-sa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Cara-vaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuo-ghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari,Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, AdrianPaci, Paola Pivi, Ettore Spalletti, GraziaToderi, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Ni-co Vascellari e Francesco Vezzoli. Ogni ar-tista vanta riconoscimenti nazionali ed in-ternazionali. L’esposizione a Palazzo Rea-le da un lato testimonia l’operato di ACA-CIA e dall’altro propone una riflessionesull’attuale panorama dell’arte italiana diultima generazione, che ha dato la spin-ta propulsiva alla creazione della colle-zione nell’ottica di una nuova forma di‘mecenatismo collettivo’.

NNiiccoollaa EElliiaa““SSeeggnnii ssuullllaa ssaabbbbiiaa””AAtteelliieerr CChhaaggaallllAlz. Naviglio Grande 4 – MilanoFino al 26 aprileInfo: 02 58109843

““FFrraannccoo BBaattaacccchhii 11991122--11997711IIll ppiittttoorree ddeellllaa lluuccee””MMuusseeoo CCiivviiccoo ddii SSaannttaa CCaatteerriinnaaP.ta Botter – TrevisoInfo: 0422 544864Fino al 24 giugno

““EEppiippeeddoonn””CCOO22 GGaalllleerryyVia Piave 66 – RomaFino al 5 maggioInfo: 06 45471209Dodici artisti italiani per dodici opere che diquella tradizione riprendono il rapporto de-gli oggetti metafisici con lo spazio bidimen-sionale della tela, trasposto nella tridimen-sionalità della sala espositiva: la singolaritàdelle opere è in prima istanza sacrificata al-

lo sguardo d’insieme, che ponendosi dal bas-so e dall’alto dei punti di vista disponibilinella galleria è in grado di cogliere la pro-blematicità percettiva dell’operazione, e inseguito recuperata nell’attenzione da riser-vare necessariamente ai singoli oggetti di-stinti. Da GGiiuulliioo DDeellvvèè a MMaarrccoo MMoorriiccii,da LLuuccaa TTrreevviissaannii a FFrraanncceessccoo AArreennaa,fino a GGiioovvaannnnii OObbeerrttii,, EEttttoorree FFaavviinnii,,FFrraanncceessccoo MMeerrnniinnii,, SSaallvvaattoorree AArraanncciioo,,FFrraanncceessccoo BBaarrooccccoo,, SSeerrggiioo BBrreevviiaarriioo,,CChhiiaarraa CCaammoonnii e FFrraanncceessccoo CCaarroonnee, gliartisti presenti lavorano su opere evocativecreando un mondo apparentemente immo-bile ma in grado di attivarsi nell’incontro conlo spettatore.

““MMeerraavviigglliiee ddaall llee MMaarrcchhee””BBrraacccciioo ddii CCaarrlloo MMaaggnnooPPaallaazzzzii VVaattiiccaanniiP.za S. Pietro / P.za S.t’UffizioRoma - Città del Vaticano (SCV)Dal 3 maggioSi inaugurerà giovedì 3 maggio in Vaticanola mostra Meraviglie dalle Marche, unastraordinaria rassegna curata da CostanzaCostanzi, Giovanni Morello, Stefano Papet-ti e composta da un significativo ed impor-tante nucleo di capolavori dell’arte prove-nienti dai Musei della Regione Marche. Laselezione di capolavori provenienti da piùmusei e raccolte d’arte dell’intera RegioneMarche va dalla fine del XIV secolo fino alprimo Novecento e si presenta con un ca-rattere di eccezionalità concentrando nellostesso spazio una serie di opere-meravigliecosì come recita il titolo stesso della mostra,che si presenta come duplice opportunità diconoscenza per il pubblico perché consente,in primis, di ammirare un percorso espositi-vo formato da incantevoli opere d’arte, maè, altresì, l’occasione per compiere un per-corso di conoscenza facilitato nel copioso te-soro che i grandi Maestri dell’arte hanno la-sciato nelle Marche.

GGiioorrggiioo MMoorraannddiiMMuusseeoo dd’’AArrttee LLuuggaannooVilla MalpensataR.va Caccia 5 – Lugano (CH)Fino al 1° luglioInfo: 0041 05 88667214www.mdam.chLa mostra, ospitata dal Museo d’Arte di Lu-gano, si presenta come occasione ideale perriaccostarsi a uno dei massimi artisti del se-colo da poco trascorso, attraverso un’e-sposizione che omaggia quasi con devo-zione la figura del maestro di Bologna. Unaselezione composta con attenzione, rigo-re e indiscutibile amore, articolata sui trepiani del palazzo sul lago, dove vengonopresentate tele di straordinario valore.

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Jan van Eyck, “Stimmate di San Francesco”, 1390 ca.olio su tavola, Galleria Sabauda di Torino

Galleria Sabauda - Manica Nuova di Palazzo Reale“Torino Europa”

Le grandi Opere della Galleria SabaudaReggia di Venaria

La Collezione del Principe Eugenio

Corriere8_6-11 12-04-2012 14:56 Pagina 10

GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - ItalyTel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491

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AVERSA GalleriaVia Carlo Alberto 24 ang. Via Cavour – Torino - Tel. 011 532662Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00In permanenza Opere dell’Ottocento

CASA D’ASTE DELLA ROCCAVia Della Rocca 33 – Torino - Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 [email protected] - www.dellarocca.netIl 15/5 Asta di Antiquariato in tre tornate (ore 10,30, 15,30 e 21,00)Esposizione dei Lotti in Asta dal 10 al 13/5con orario 10,00-13,00 e 15,00-19,00

LUIGI CARETTO GalleriaVia Maria Vittoria 10 – Torino - Tel. 011 537274Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30Pittori Fiamminghi e Olandesi

SANT’AGOSTINO Casa d’AsteC.so Tassoni 56 – Torino - Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30In preparazione per il 21/5Asta dell’Ottocento, Novecento e Contemporanei

A.L.P.G.A.M.C.Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea

MERCURIO Galleria d’Arte ContemporaneaVia F.lli Calandra 20/F – Torino - Cell. 333 [email protected] - www.galleriamercurio.comIn permanenza Opere di Roberto Demarchi

MICRO’ Galleria di Maria Giovanna PIRASP.za Vittorio Veneto 10 – Torino - Tel. 011 [email protected] - www.galleriamicro.itOrario: mart. - ven. 16,00-19,30; sab. 10,30-12,30/16,00-19,30

PICTOR AccademiaVia Pietro Micca, 4 – Torino - Tel./Fax. 011 5622969Viale Roma, 26 - Venaria Reale (To) - Tel./Fax. 011 [email protected] - www.pictor.it - www.accademiapictor.comOrario: lun. - giov. 15,00-20,00Sono aperte le iscrizioni ai corsi

PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE Galleria d’Arte dal 1957P.za Solferino 7 – Torino - Tel./Fax 011 [email protected] - www.piemonteartistico.it - presente su facebookOrario: lun. - sab. 15,30-19,30 Fino al 28/4 “Colori & Volumi. 55 anni di Piemonte Artistico Culturale”Mostra collettiva dei Soci - 1.a Parte

SALOTTO DELL’ARTE Associazione CulturaleVia Argonne 1/C – Torino (zona precollina)Tel. 011 0743717 - Cell. 339 [email protected] - www.salottodellarte.comOrario: da mart. a sab. 16,30-19,30; domenica e lunedì chiusoFino al 28/4 Mostra “Post-Avanguardia italiana”

SENESI Galleria d’ArteVia Cernaia 19 – Savigliano (Cn) - Tel. 0172 712922www.senesiarte.comIn permanenza Opere di Simonetta CarpiniIn preparazione III Premio Nazionale di Pittura “Leonardo”

SENSO DEL SEGNO Associazione Artistico-culturale Disegno e Incisione Via Duchessa Jolanda 34 – Torino - Tel. 011 4473998Orario: lun. - ven. 15,30-18,30Dal 3 al 23/5 “Segni e lamiere” Mostra di incisioni dei Socic/o Politecnico di TorinoEsposizione organizzata in collaborazionecon il MAP (Museo Archivio Politecnico)

SILVY BASSANESE ARTE CONTEMPORANEAVia Galileo Galilei 45 – Biella - Tel. 015 355414Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamentoFino al 27/4 “Ego et Alter” Opere di Laura Brambilla, Diego Pasqualin,e Marco Pedrana

STORELLO Galleria d’ArteVia del Pino 54 – Pinerolo (To) - Tel. 0121 76235Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiusoIn permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani,Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante

STUDIO LABORATORIO di Anna VIRANDOC.so Giovanni Lanza 105 – Torino - Tel. 011 6601574Orario: lun. - ven. 17,00-20,00Fino al 4/5 “Disegni e incisioni dal 1968 al 1978” di Olga Maggiora

TEART Associazione Artistico-culturaleVia Giotto 14 – Torino - Tel. 011 6966422Orario: mart. - sab.17,00-19,00

TINBER ART GALLERYVia Albergian 20 – Pragelato (To) - Tel. 0122 [email protected]: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00Fino al 1/5 “Il silenzio delle cose”Mostra dedicata alle Opere di Sergio Saccomandi

ULTIME FRONTIERE GalleriaVia Varazze 11 – Torino - Tel. 349 8462892Visite su appuntamento“Sulla rotta d’Italia”

UNIQUE Galerie d’Art di Patrick CAPUTOC.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino - Tel. 011 5617049 - Cell. 334 [email protected] - www.galerieunique.comOrario: mart.- sab. 10,00-12.30/15,00-19.30In permanenza Opere di Roberto PiaiaFino al 1/5 “Drammaturgia dello scambio” Personale di Giò Siciliano

VAILATI Galleria d’ArteC.so Bramante 78 – Torino - Tel. 011 6967292 - Cell. 346 [email protected]: lun. 15,30-19,30; mart. - ven. 9,30-12,30/15,30-19,30;sab. 9,30-12,30/15,30-19,30Artisti della Galleria, tra i quali Asveri, Fr. Casorati, G. De Agostini,Musante, Ruggeri, Soffiantino e Tabusso

VIVIARTEVIVA Galleria Artistica e CulturaleVia Madonna delle Rose 34/C – Torino - Cell. 347 9453075 - Fax 011 [email protected] - www.viviarteviva.itOrario: lun. - sab.16,00-19,00Dal 20/4 “Labirinti d’Arte di Torino Esposizioni” Collettiva - Parte II

ACCADEMIA GalleriaVia Accademia Albertina 3/e – Torino - Tel. 011 [email protected]: 10,00-12,30/16,00-19,30; chiuso lunedìArtisti contemporanei

A.C.I. GALLERY Associazione Arte Cultura ImmagineC.so Novara 20/f – Torino - Tel. 011 2483717Orario: lun. - sab. 16,00-19,[email protected]

ARTE CITTA’ AMICA Centro Artistico CulturaleVia Rubiana 15 – Torino - Tel. 011 7717471- Fax 011 7768845Orario: mart. - sab.16,00-19,00; dom. 10,00-12,00; lunedì chiusoFino al 29/4 “Appuntamento con l’Arte 2012” Opere degli Artisti CEDAS

ARTE PER VOI Associazione CulturaleP.za Conte Rosso 1 – Avigliana (To)Luigi Castagna - Tel. 011 9369179 - Cell. 339 [email protected] - www.artepervoi.itPaolo Nesta - Tel. 011 9328447 - Cell. 333 [email protected]: sab. - dom. 15,00-19,00Fino al 13/5 “Melodie in colore” Personale di Silvana Alasia

ART GALLERY LA LUNAVia Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) - Cell. 347 [email protected]: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00

BOTTEGA D’ARTE SANREMO Associazione CulturaleDir. Maria Gioseffi - Via Canessa 35 – Sanremo (Im)Tel. 0184 574440 - Cell. 338 4364509Orario: tutti i giorni 16,30-19,00; dom. chiusoCollettiva dei Soci

GALLERIA ARTE FIANOVia Fiano 14 – Torino - Cell. 340 [email protected]: mart. - sab.15,30-19,00Dal 21/4 al 3/5 Artisti del NovecentoDal 5 al 17/5 Personale di Manuela Mortara

GALLERIA CIRCOSTAVia dell’Arcivescovado, 9/18 – Torino - Tel. 011 5788238 - Fax 011 5788236Collettiva di Artisti d’Avanguardia Italiani e Contemporanei dal 1927 ad oggi

GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA EMMA INFANTEVia Des Ambrois 2 (p.za Carlina) – Torino - Cell. 347 [email protected] - www.emmainfante.comOrario: tutti i giorni 11,00-13,00/15,30-19,30; dom.e lun. chiusoDal 21/4 al 1/5 “Lirica materia” Opere di Arveda, Benetti, Bombardini,Dametti, Pellucchi, Ricci, Tomaciello e altri

GALLERIA FERRERO Arte ContemporaneaVilla Nesi - Via Torino 29 – Ivrea (To) - Cell. 347 [email protected] - www.galleriaferrero.comVisite su appuntamentoIn permanenza Opere di Roberto Demarchi

GALLERIA FOGLIATOVia Mazzini 9 – Torino - Tel. 011 887733Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-19,30; chiuso lunedì e festiviFino al 28/4 Mostra del Novecento Piemontese

GALLERIA LA CONCHIGLIAVia Zumaglia 13 bis – Torino - Tel. 011 6991415 - Cell. 347 [email protected] - www.laconchiglia-to.comOrario: mart. - ven. 15.00-19,00; sab. 10,00-12,00/15,00-19,00Fino al 26/5 Carla Chiaberta “Acquerelli”

GALLERIA MARTORANOVia Gioberti 35 – Torino - Tel. 011 [email protected]: lun. - ven. 10,00-12,30/16-19,30; sab. 10,00-12,30/pomer. su app.to;dom. chiusoArtisti della Galleria

GALLERIA MAURIZIO RINAUDOVia Buniva 14 – Pinerolo (To) - Cell. 339 7434005In permanenza Opere di Maurizio Rinaudo

GIORGIO MAROSI GalleriaC.so Francia 209/B – Torino - Tel. 011 [email protected]: 10,00-12,30/16-19,30 esclusi lunedì e festiviArtisti della Galleria

LA GIARDINERA Casa dell’Arte e dell’ArchitetturaVia Italia 90 bis – Settimo T.se (To) - Tel. 011 8028238Orario: giov. - dom. 16,00-19,00

LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANODirettore Artistico: Livio Pezzato - Via Santa Croce 7/c – Moncalieri (To)Tel. 011 644480 - Fax 011 [email protected] - www.lalanternaarte.comOrario: lun. - sab. 16,00-19,00A. Arcidiacono, S. Attisani, G. Boffa, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso,Gigli, E. Gribaudo, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi,U. Nespolo, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti,G. Sesia della Merla, F. Tabusso, G. Valerioti, naïf croatie grafica nazionale ed internazionale

LA ROCCA GalleriaVia della Rocca 4 – Torino - Tel. 011 8174644 - Fax 011 8129026Orario: lun. - sab. 10,00-13,00/15,30-19,30; domenica chiusoManifesti originali, grafica, multipli e dipinti

LUCE GalleryC.so S. Maurizio 25 – Torino - Tel. 011 [email protected] - www.lucegallery.comOrario: mer. - sab. 15,30-19,30Fino al 16/6 “Surface in Volume” Collettiva

LUNA ART COLLECTION Spazio espositivoVia Nazionale 73/1 – Cambiano (To) - Tel./Fax 011 [email protected] - www.luna-art-collection.comOrario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata)In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitatadi Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino,Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking,Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso,Silvio Vigliaturo

MARTINARTE Laboratorio d’Arte e CorsiC.so Siracusa, 24/a – Torino - Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323Cell. 335 [email protected]: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30;mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00Sono aperte le iscrizioni ai corsiFino al 9/5 Personale di Sergio Vasco

GIAMPIERO BIASUTTI Arte Moderna e ContemporaneaVia della Rocca 6/B – Torino - Tel. 011 8141099 - Fax 011 [email protected] - www.galleriabiasutti.comOrario: mart. - sab.10,30-12,30/15,30-19,30Fino al 28/4 Maurizio Galimberti “Portraits, Landscapes and Still-life”Dal 10/5 al 30/6 “British Black (Sinapsi)” Jonathan Guaitamacchi

BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’ArteVia Bonafous 7/1 – Torino - Tel. 011 8173511Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30Fino al 26/5 Donald Baechler

CENTRO ARTE LA TESORIERAC.so Francia 268 – Torino - Tel. 011 7792147Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiusoo su appuntamentoProsegue “Pittura piemontese dall’800 al ’900”da Delleani, Lupo, Maggi, Pittara, Reycenda Casorati, Gilardi, Nespolo, Paulucci, Ruggeri, TabussoDal 27 al 30/4 presenti all’Art-Expo di Arezzo

DAVICO GalleriaGall. Subalpina 30 – Torino - Tel. 011 5629152Orario: mart. - sab. 10,00-12,30/16-19,30; lunedì e festivi chiusoFino al 10/5 Leonardo Caboni

LA TELACCIA Galleria d’ArteVia Pietro Santarosa 1 (p.za Statuto) – Torino - Tel/Fax 011 5628220www.latelaccia.itOrario: lun. - sab. 15,00-19,30Fino al 21/4 “Sei Artisti per sei Regioni” Collettiva

NARCISO GalleriaP.za Carlo Felice 18 - Torino - Tel. 011 543125Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30Pittura e grafica del Novecento italiano

TERRE D’ARTE GalleriaVia Maria Vittoria 20/A – Torino - Tel./Fax. 011 19503453www.terredarte.netOrario: lun. - sab. 10,30-13,00/16,30-19,30Fino al 12/5 “L’unico e la serie. 1951-1962Ceramiche di Franco Meneguzzo”

Arte Antica

MACRO - MUSEO ARTE CONTEMPORANEA ROMAVia Reggio Emilia, 54 – Roma - Tel. 06 671070400www.macro.roma.museum/

MAXXI - MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLOVia Guido Reni - Roma - Tel. 06 3210181www.fondazionemaxxi.it

Gallerie MilanoANTIQUUM ORATORIUM PASSIONIS di S. AMBROGIOP.za Sant’Ambrogio – Milano - Cell. 335 6405004 [email protected] su appuntamento

FONDAZIONE GIANNI E ROBERTO RADICEVia Pierfrancesco Mola, 39 - Milano - Tel. 02 39214197 - Cell.: 347 1230644 Visita solo su appuntamentoOpere della Fondazione

SPAZIOINMOSTRAVia Cagnola, 26 – Milano - Tel. 02 33105921 [email protected] - www.spazioinmostra.itOrario: lun. - giov. 15,30-19,30, ven. 13,00-16,00

STUDIO D’ARSVia Sant’Agnese, 12/8 – Milano - Tel. 02 860290/[email protected] - www.fondazionedars.itOrario: lun. - giov. 15,30-19,00; mart. 21,00-23,00; ven. 17,00-19,00;sab. e festivi chiuso

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Gallerie RomaGallerie

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MERCURIOGALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA

Via F.lli Calandra, 20/f - TorinoWWW.GALLERIAMERCURIO.COM

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