Pavia in Tasca Novembre/Dicembre 2014
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Auguri per unFelice Natale
Novembre - Dicembre 2014D
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Eccoci all’ultima edizione del 2014, con uno speciale sul Natale colmo di consigli e di spunti, oltre che le ultime novità sul territorio pavese.
Ormai mancano pochi giorni, ma il 2015 si prospetta ricco di eventi: a Capodanno la Vanoni calcherà il palco del Teatro Fraschini col suo ultimo tour e il nuovo anno si aprirà con la mostra di Gaugin e la terza edizione del concorso “Stasera Chef”, che ancora una volta animerà i venerdì sera della Locanda del Carmine. Ma se parliamo di 2015, parliamo anche di Expo, caratterizzato dagli alimenti tipici di tutto il mondo tra i quali ritroviamo il riso, prodotto principe locale e cibo di tutti i popoli.
Come sempre Pavia si consacra anche alle cause importanti. Da menzionare la campagna internazionale “Cities for life” contro la pena di morte o lo studio di un rimedio contro l’osteoporosi, insieme a Samantha Cristoforetti e all’Università degli studi di Pavia.
Ma il territorio pavese è anche ambientazione da “Oscar” e infatti le colline dell’Oltrepò, insieme alla villa “La Dominante”, sono state la scenografia di alcune delle riprese del film “Il capitale umano”.
Insomma si chiude un anno molto più che speciale e noi di Pavia in Tasca vi auguriamo buone feste e un nuovo splendido 2015.
La Redazione
Auguri per unFelice Natale
Novembre - Dicembre 2014
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EDITORIALE | novembre - dIcembre 2014
Società del Gruppo ASM Pavia S.p.a.
ASM LAVORI s.r.l.Via Donegani, 21 – 27100 Pavia
Tel. 0382/43.46.11 - 0382/43.46.05 | Fax 0382/43.48.80
ASM LAVORI s.r.l. società soggetta a direzione e coordinamento di ASM PAVIA, ha per oggetto l’attività di scavo, reinterro, movimento terreno,
lavori edili di difesa e di sistemazione terreni, opere di consolidamento dei terreni e opere speciali nel sottosuolo, lavori di impermeabilizzazione di
terreni, realizzazione e manutenzione di campi sportivi. Costruzioni, manutenzioni, pavimentazioni e ripristini stradali; costruzioni, manutenzioni e ripristini di selciato in porfido; lavori stradali in genere.
Società del Gruppo ASM Pavia S.p.a.
ASM LAVORI s.r.l.Via Donegani, 21 – 27100 Pavia
Tel. 0382/43.46.11 - 0382/43.46.05 | Fax 0382/43.48.80
ASM LAVORI s.r.l. società soggetta a direzione e coordinamento di ASM PAVIA, ha per oggetto l’attività di scavo, reinterro, movimento terreno,
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terreni, realizzazione e manutenzione di campi sportivi. Costruzioni, manutenzioni, pavimentazioni e ripristini stradali; costruzioni, manutenzioni e ripristini di selciato in porfido; lavori stradali in genere.
DIRETTORE RESPONSABILE: FrAnceSco bevIvIno
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:deborAh AndreA benInI, SAbrInA cAPellI, mArIA noemI grAndI, chIArA PelIZZA mArtA rubInI, gAIA vIcenZI
REDAZIONE: Via San Giovannino, 4 27100 - [email protected]
PUBBLICITà:Per le voStre InSerZIonI lA conceSSIonArIAeScluSIvA è Fv Srl - verbenA [email protected]. 347.2592659
E-SOULTel. [email protected]
STAMPA: nuovA tIPogrAFIA PoPolAreTel. [email protected] • www. tipografia-popolare.it
DISTRIBUZIONE:SANDREFOTOAGENCYCell. 345.0843809 - [email protected] • www.sandrefotoagency.com
Periodico bimestrale “Pavia in tasca”Sped. in a.p. lettera BRivista Edita da Princi s.r.l. Anno 23 - novembre - dIcembre 2014Euro 0,90
Registrazione del Tribunale di Pavia N°394dell’8 giugno 1991 Copyright La Fenice Editore s.r.l.E’ proibita la produzione anche parziale del contenuto senza l’autorizzazione scritta dell’Editore
Associato all’unione Stampa Periodica Italiana
6 Si riparte da “dopo l'Impressionismo. gauguin e i nabis”
9 L'Università di Pavia nello spazio con Samantha Cristoforetti
10 un filo di trucco, un filo di tacco . . .
14 Cities for Life. Pavia contro la Pena di morte
20 Un Oscar di ambientazione pavese
22 Torna Stasera Chef: Pronto a tirar fuori il cuoco che è in te?
23 Speciale Natale e festività 2014
24 Un Natale ricco di colori
25 Il regalo fai da te
26 E' ora di fare il Presepe
28 A spasso tra i mercatini di Natale
30 A tavola, creatività e bon ton
32 Il menù natalizio da nord a Sud
35 Insieme . . . a natale!
39 rIso, il cibo dei popoli
44 Parliamo di emozioni: la gelosia
47 Parole dimenticate e curiosità linguistiche
INDICE | novembre - dIcembre 2014
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6 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
Si riparte da “dopo l'impreSSioniSmo.
GauGuin e i nabis”.Pavia accoglie il 2015 con un’esPosizione
artistica di assoluto sPessore. si riParte da “doPo l'imPressionismo. gauguin e i nabis”
2015 ti stiamo aspettando! dopo il ciclo di grandi mostre dedicate all’Impressionismo, che ha portato a Pavia celebri nomi come Renoir, Monet e Pissarro e ha registrato ri-sultati positivi in termini di pubblico e di cri-tica, le Scuderie del Castello Visconteo pre-senteranno, dal 24 gennaio al 7 giugno del prossimo anno, “dopo l’Impressionismo. Gauguin e i Nabis”. La mostra, promossa dal Comune di Pavia, è interamente ideata, prodotta e organizzata da ViDi, una nuova realtà imprenditoriale del settore artistico e culturale.L’esposizione inaugura di fatto la program-mazione culturale della città per il prossimo anno: da un lato rappresenta il miglior bi-glietto d’ingresso nel 2015 e dall’altro co-stituisce un importante traino turistico in vista di Expo per via della sua apertura nei primi mesi dell’Esposizione universale. Da sempre arte e cultura sono le carte vincenti per Pavia, insieme alla sua capacità di fare sistema attorno a esse. l’Impressionismo occupa un ruolo deter-minante nella straordinaria evoluzione dell’espressione artistica di fine ‘800 e ini-zio ‘900. In questa nuova corrente affon-dano le radici tutte quelle avanguardie che caratterizzano i primi decenni del nuovo se-
colo: un’intera generazione di artisti partirà dalla lezione di Claude Monet e compagni per dirigersi verso altri percorsi, facendo da tramite tra l’Impressionismo e le ricerche sperimentali delle Avanguardie storiche. Tra questi, in prima linea, troviamo Paul Gauguin. Approdato alla pittura con voca-zione tardiva, guidato dalla mano ferma di Camille Pissarro, Gauguin abbandona pre-sto la via dei padri impressionisti per intra-prendere una strada diversa e innovativa, spingendosi fino in Polinesia alla ricerca di nuove ispirazioni.Curata da Simona Bartolena, la mostra ha l’obiettivo di indagare, attraverso lo sguardo acuto e profondo di Gauguin, un momento eccezionale della storia dell’arte: il passag-gio dall’Impressionismo alla modernità; un
di Sabrina Capelli
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periodo spesso trascurato e ambiguo, de-finito con il termine fin troppo generico di “post-impressionismo”. L’esposizione in-tende mettere a fuoco la lezione di Gauguin su quella generazione di artisti che lo han-no seguito fedelmente, dando origine a una nuova pittura: si indagherà in particolare il gruppo dei Nabis, di cui fecero parte pitto-ri eccezionali, eppure ancora poco noti al grande pubblico, come Paul Sérusier, Pierre Bonnard, Édouard Vuillard.Il percorso espositivo apre con una sele-zione di opere chiave di maestri dell’Im-pressionismo come Edgar Degas, per poi approfondire la tecnica innovativa di Paul gauguin e di tutto il filone post-impressio-nista con una serie di lavori dei suoi mag-giori esponenti tra cui Paul Signac e, infine, terminare con alcune opere scelte per sug-gerire l’apertura verso le nuove tendenze di inizio ‘900 come quella di henri matisse.Le opere esposte provengono da importan-ti musei come la Johannesburg Art Gallery, il National Museum in Belgrade e da colle-zioni internazionali; il tutto sarà arricchito da una raccolta di lettere, manoscritti e più di venti disegni di Gauguin provenienti dal
Musée de lettres et manuscrits di Parigi che offriranno un’occasione per approfondire aspetti poco noti e più intimi dell’artista.Un allestimento decisamente suggestivo fatto di colori, suoni e profumi, in sintonia con le opere esposte, porterà il pubblico a contatto con uno dei periodi artistici più innovativi, alla scoperta di Paul Gauguin come artista e uomo. Numerose attività didattiche e visite guidate per bambini e adulti permetteranno inoltre di approfon-dire le numerose sfaccettature della pittura post-impressionista e della tecnica pittori-ca di Gauguin. Per info: tel. 0382 309879 - 02 45496874 [email protected] | scuderiepavia.com
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l'UniVerSitÀ di paVia nello SpaZio Con
saManTHa CRisTOFORETTi rimedi contro l'osteoPorosi.
dallo studio Pavese all'esPerimento in orbita.
23 novembre 2014. ore 22.01. Il cielo nero della russia si infiamma. la navicella Soyuz parte dalla base spaziale di Bajko-nur, in Kazakistan. Scompare nella notte per raggiungere, sei ore dopo, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).Ha avuto così inizio la missione ISS Expe-dition 42/43 Futura. L'equipaggio resterà in orbita intorno alla Terra per sei mesi. Accan-to agli astronauti Anton Shkaplerov e Alek-sandr Samokutyayev c'è lei, Samantha Cri-stoforetti. Prima donna italiana nello spazio.Orgoglio "azzurro" di 37 anni, @AstroSa-mantha, nickname di Twitter con cui tiene
il mondo costantemente aggiornato sul suo lavoro, dovrà portare a termine diversi esperimenti riguardanti fisiologia umana, analisi biologiche e stampa di oggetti 3D.Con Samantha è volata anche l'Università degli Studi di Pavia. Uno degli esperimenti, infatti, metterà in pratica uno studio con-dotto dal Dipartimento di Medicina Mole-colare pavese in collaborazione con l'U-niversità degli Studi di Milano, il CNR e la Kayser Italia.Protagonista è l'osteoporosi, malattia sche-letrica che causa il deterioramento del tes-suto osseo e il conseguente aumento della fragilità ossea.L'obiettivo è sfruttare nanoparticelle di idrossipatite o di idrossipatite arricchite di stronzio su cellule staminali mesenchimali adulte umane, isolate dal midollo osseo, e su precursori di osteoclasti umani, isolati
di Maria Noemi GrandiFOTO: facebook.com/ESASamanthaCristoforetti
10 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
da sangue periferico. Con ciò si vuole de-terminare la possibilità di sfruttare queste nanoparticelle come contromisura all'o-steoporosi causata da invecchiamento ter-restre e da microgravità nel corso del volo spaziale, che può compromettere la salute degli astronauti in missioni di lunga durata.In che modo queste nanoparticelle e cel-lule staminali possono assolvere questo problema?Il costituente principale del tessuto osseo è proprio l'idrossiapatite che è in grado di rispondere a campi magnetici esterni. Ope-rare con queste nanoparticelle vuol dire attivare l'impianto osseo e controllarlo per indurre la rigenerazione ossea completa in tempi brevi.Abbiamo poi le cellule staminali mesen-chimali adulte, reperibili in molti tessuti del nostro organismo, come, in questo caso, nel midollo osseo. cellule indifferenziate e multipotenti, ossia capaci di replicarsi, proliferare illimitatamente e differenziarsi in specifiche e diverse popolazioni cellulari, come appunto quelle ossee. Una volta in-dirizzate ad uno specifico tessuto, queste cellule hanno la capacità di rigenerarlo in parte o interamente.gli osteoclasti, infine, sono cellule respon-sabili del rinnovamento osseo. Secernono acidi ed enzimi proteolitici che distruggono proprio la matrice ossea permettendo la
liberazione dei minerali in essa contenuti. Dopo questo processo di disgregazione ossea intervengono gli osteoblasti per la fase di formazione di matrice ossea. Suc-cessivamente, gli osteoblasti entrano in uno stato di quiescenza o si trasformano in cellule meno attive, gli osteociti, che, intrap-polati nella matrice ossea calcificata, parte-cipano al rimodellamento osseo.E' dunque evidente l'importanza di questo studio e dell'esperimento condotto dalla Cristoforetti, il cui esito si avrà al termine della spedizione. I risultati saranno fonda-mentali per trovare delle cure efficaci con-tro l'osteoporosi. Fiera dell'eccellenza italiana, Pavia lascia nelle mani preziose di @AstroSamantha il suo studio e la speranza di condurre la scienza a un nuovo successo. la terra ti aspetta! buon viaggio capitano!
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la signora della musica italiana in teatro a caPodanno
«Quando ero ragazza e dovevo uscire mia madre
non la smetteva di ripetermi, sino allo sfinimento,
“Ricordati sempre: un filo di trucco e un filo di tac-
co!”, una raccomandazione che mi è rimasta im-
pressa nella mente sino ad oggi. Povera mamma:
certe volte esco in tuta e tutta spettinata. Sento
che me lo dice anche oggi che non c’è più. Questo
tour l’ho pensato e scritto io, farà commuovere e
farà sorridere, dentro ci sarò io, io tutta intera».
Ornella Vanoni
Dal 24 Novembre saranno in vendita i bi-
glietti per il concerto della celebre cantan-
te Ornella Vanoni, che il 31 dicembre 2014 e
l’1 Gennaio 2015 calcherà il palco del Teatro Fra-
schini di Pavia.
Uno spettacolo scritto dalla stessa Signora della
musica Italiana per ripercorrere la sua vita, la sua
carriera e il tempo trascorso sul palcoscenico,
portando in scena tutti i suoi più grandi successi,
mischiando musica, teatro e tanta passione. Non
è la riduzione teatrale della sua autobiografia,
bensì il suo congedo dal pubblico e un addio al
mondo della discografia. Accompagnata dalla
sua band (eduardo hebling basso e contrabbas-
so, Paolo Vianello pianoforte e tastiere, Placido
Salamone chitarra e Eric Cisbani batteria e per-
cussioni), presenterà in questo ultimo tour alcuni
brani inediti del nuovo album “metIccI (Io mI
Fermo QuI)”, che ha esordito al 6° posto della
classifica dei dischi più venduti, senza tralasciare
i brani d’amore più famosi del suo repertorio.
A coadiuvare la creatività teatrale della Vanoni c'è
la drammaturga Federica di rosa. la scenografia
è realizzata da Giuseppe Ragazzini, scenografo e
pittore che usa la fotografia unita alla pittura per
ridefinire gli spazi in cui si muoveranno i racconti
della cantante; mentre tutti gli accessori che in-
dossa sono creati da Daniela Gerini.
Lo show, che nella scorsa stagione ha ottenuto
un successo di pubblico straordinario, torna a
teatro con una vanoni più in forma che mai. Per
l'eclettica cantante italiana, il tempo non sembra
passato nonostante gli ottant’anni compiuti lo
scorso settembre. "un filo di trucco e un filo di
tacco" partito da Conegliano Veneto per poi fare
tappa a Bari, Bergamo, Bologna, Parma, Varese,
Milano, Roma, Alessandria e tante altre città, è un
viaggio da Nord a Sud attraverso la quale la can-
tante porterà in tour tutta se stessa.
Questo non è un vero addio al mondo della mu-
sica: l’iconica artista vede il suo futuro nel jazz,
quello lineare di Billy Holiday ed Amy Winehouse.
Ma sostiene con amarezza: «Il jazz si può cantare
anche a novant’ anni. Perché no? Anche se que-
sto non è un Paese per vecchi...».
di Deborah Benini
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CiTiEs FOR LiFE. paVia Contro la pena di morte
giustizia non è vendetta. la Pena di morte è la vendetta legalizzata
"Pietro Leopoldo, per grazia di Dio, princi-pe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana [...] Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorché con-fesso, e convinto di qualsivoglia Delitto di-chiarato Capitale dalle Leggi fin qui promul-gate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate ed abolite".
la luce rivoluzionaria dell'Illuminismo squarciava ormai da anni il velo di Maya
quando a Pisa, il 30 novembre 1786, Il gran-duca di toscana Pietro leopoldo firmò il Codice leopoldino preparato dal giurista Pompeo neri. Il granducato di toscana fu così il primo territorio ad abolire la pena di morte, sull'onda del pensiero innovatore di Cesare Beccaria.30 novembre 2014. Quasi 2000 città per la vita si illuminano. Pavia c'è e tinge di rosso, bianco e verde l'antico Palazzo Mezzabar-ba, sede del Comune.Stiamo parlando della campagna inter-nazionale "Cities for Life" promossa dalla
di Maria Noemi Grandi
14 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
Comunità Sant'Egidio. Le città che la so-stengono illuminano ogni anno un loro mo-numento simbolo per opporsi alla pena di morte e far sì che il numero dei Paesi che nel mondo ancora la praticano sia sempre minore, nella speranza che un giorno si ar-rivi a dire: "la pena di morte non esiste più".Pavia ha acceso la sua luce nel 2003 e non ha intenzione di spegnerla.Sono trascorsi 250 anni da quando Cesare Beccaria divulgò, con il suo celebre saggio "Dei Delitti e delle Pene", i principi cardi-ne della rivoluzione giudiziaria che da qui ebbe luogo. Ancora oggi, come un quarto di secolo fa, il tema della pena di morte è di estrema attualità e divide l'opinione pubbli-ca mondiale.Cerchiamo, quindi, di interrogarci su quale sia il senso di una sentenza.Il fine primo della pena è la legittima puni-zione del reato commesso ma, strettamen-te collegato a ciò, vi è un aspetto altrettanto centrale, ossia la sua funzione rieducativa.E' comprensibile la rabbia che sorge ine-vitabilmente in chi è colpito da determina-ti crimini e non riesce ad accettare che al colpevole del suo dolore sia concessa l'oc-casione di essere "rieducato" ed eventual-mente tornare poi libero.
Quello che lecitamente si chiede è giustizia. Ma giustizia non è vendetta. La pena di morte è la vendetta legalizzata. Uccidere chi ci ha distrutto. E' un tragico istinto. Viola il diritto fondamentale alla vita. Chi sostiene la pena di morte si macchia della stessa colpa che condanna, se non peggio-re. Il primo passo per condannare con giu-stizia è non essere colpevoli.Il pensiero di cesare beccaria ci aiuta a comprendere la lotta delle Cities for Life.Il giurista sostiene che la pena non debba essere una violenza di molti verso un sin-golo. Deve, bensì, essere pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata ai delitti, dettata dalle leggi.Inoltre, quello che rende utile una pena non è la sua violenza ma la sua estensione nel tempo. Da una parte perchè, se la senten-za non prevede l'uccisione del condanna-to, questi dovrà convivere con il peso della colpa e intraprendere nella sua coscienza il duro percorso di pentimento quotidiano e di riabilitazione che è la vera pena, la vera giustizia. D'altra parte bisogna ricordare che l'adempi-mento del percorso di detenzione ha come
NOVEMBRE • dIcembre 2014 | 15
16 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
ulteriore obiettivo il consolidamento dei valori morali, sociali, giudiziari nell'opinione pubblica. La pena di morte sciocca la società che, però, presto si dimentica di quanto ac-caduto. Lo sconto della pena prolungato nel tempo, invece, è un monito per la popolazio-ne che tutti i giorni viene sollecitata alla buo-na condotta secondo la legge.non dimentichiamoci, infine, il rischio più grande della pena di morte. Condannare un innocente, infliggergli la morte ingiusta-mente. Non crediamo che i sistemi giudi-ziari mondiali siano infallibili. A tal proposito è necessario porre l'accen-to su un grave problema che spesso causa l'esasperazione e la conseguente tendenza a sostenere idee estreme, come la pena di morte. Troppo spesso manca la certezza della pena. Colpevoli in libertà, innocenti dietro le sbarre. Premi, sconti immeritati. Perchè esiste la prescrizione? Se un reato è tale, non smette di esserlo dopo un certo numero di anni e merita di essere punito.
Sempre.Migliorare tutto ciò farebbe crescere nei cit-tadini la fiducia nella giustizia aiutando a screditare sempre di più il ricorso alla morte.Amnesty International ha fornito dei dati a riguardo. Nel mondo sono 58 gli stati che ancora applicano la pena capitale. 139 inve-ce l'hanno abolita, alcuni in diritto, altri solo in pratica.L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 2007 con 104 voti favorevo-li, 54 contrari e 29 astenuti ha approvato la moratoria universale della pena di morte.E' dovere di tutti proteggere i diritti fonda-mentali dell'uomo, favorire la giustizia, far crescere il numero di chi si oppone alla mor-te legalizzata. E' estremamente importante non abbassare la voce su questo argomen-to. La speranza è che Pavia e le altre Cities for Life non spengano mai la loro luce. L'au-spicio è che tutto il mondo si illumini. Che la pena di morte diventi storia senza futuro.
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Aperitivo con assaggini di benvenuto
Gambero in tempura con maionese di mandorle e carpioncino di cipolle
Baccalà mantecato e affumicato con lenticchie e vinaigrette al bacon
Risotto Carnaroli "Cascina Veneria" con passata di broccoli, polpo e pecorino
Zuppa tradizionale alla Pavese
Cappone: supplì di coscia e il petto arrosto con patate al rosmarino e lime
Pre-dessert
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20 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
Un OsCaR di ambientaZione pavEsEa fortunago la villa "la dominante" diventa la lussuosa
dimora della famiglia bernaschi
Dopo lo straordinario successo della bellis-sima pellicola di Paolo Sorrentino “La gran-de bellezza”, vincitrice del premio Oscar quale miglior film straniero agli Academy Awards 2014, un altro grande film italia-no è in lizza per la prestigiosa statuetta. Il film in questione è “Il capitale umano”, un thriller con una forte morale sull’evoluzione materialista dei rapporti umani, diretto dal regista livornese Paolo Virzì ed un cast di primario livello (Fabrizio bentivoglio, vale-ria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio gifuni, luigi lo cascio). la trama è stata li-beramente ispirata dal romanzo di Stephen Amidon “The human capital” e narra le vi-cende di una famiglia alto borghese che si intreccia con le storie di un altro piccolo borghese con ambizioni di ascesa sociale e personaggi umili e ai margini della società. Queste ultime saranno le vittime, nell’a-maro epilogo del lavoro cinematografico, del cinismo imperante delle classi sociali più abbienti e dei meccanismi disumani della società moderna. le scene del film riportano come scenario apparente quello di alcune piccole cittadine della provincia brianzola. Queste cittadine sono in realtà frutto dell’immaginazione degli autori dei film e i loro nomi sono di fantasia, come la inesistente Ornate Brianza. Ciò non è però
bastato ad arginare le polemiche sollevate da molti amministratori locali brianzoli. A detta di questi, infatti, la pellicola di Virzì non rendeva giustizia alle comunità brian-zole ed anzi le dipingeva come animate da personaggi materialisti, cinici e disposti a tutto per il vil denaro. Polemiche a parte, la vera notizia è che gran parte delle scene del film sono girate proprio in provincia di Pavia, più precisamente a Fortunago, sulle colline dell’Oltrepò Pavese. Nel piccolo bor-go oltrepadano si trova la stupefacente villa “La dominante”, di proprietà di una famiglia di imprenditori milanesi, che ne “Il capitale umano” era la lussuosa dimora della fami-glia Bernaschi, protagonista delle vicende del film. gran parte degli avvenimenti del-la sfavillante vita dei Bernaschi, fatta di ri-
di Chiara Pelizza
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cevimenti e passatempi elitari, ma anche di tormenti e incomprensioni, si svolgono nelle magnifiche stanze impreziosite da ar-redamenti principeschi e nei giardini della villa fortunaghese. Valeria Bruni Tedeschi, straordinaria interprete del ruolo di Carla Bernaschi, la moglie ricca e annoiata del finanziere bernaschi (Fabrizio gifuni), è la padrona di casa assoluta che passa le sue giornate tra un bagno nella piscina indo-or riscaldata con centro termale annesso, il sontuoso soggiorno, la veranda dove ri-ceve gli ospiti e la sala cinema per il cine-forum privato serale. Data la collocazione pavese della villa, molti degli operatori del film, scenografi e comparse in particolare, sono stati proprio reclutati in loco. Tra que-sti alcuni noti professionisti locali, come Danilo Nembrini, chef del ristorante Pineta di Fortunago. Un pezzo della provincia di Pavia si appresta quindi ad accompagnare agli oscar il film di virzì. le vittorie di ben 7 David di Donatello e di 7 Nastri d’argen-to all’ultima edizione del 2014 e del Globo d’oro quale miglior film sono un ottimo via-tico, ma la strada sarà comunque ostica e i fortunaghesi incrociano le dita. “Le riprese de “Il capitale umano” hanno rappresenta-to un riconoscimento ed un ulteriore segno della qualità del territorio oltrepadano – sostiene, Alberto Dell’Acqua, vice sindaco di Fortunago, da anni a sostegno dell’am-ministrazione comunale guidata da Pier Achille lanfranchi – “Il nostro territorio è
costellato da affascinanti paesaggi e sce-nari naturalistici di una bellezza autentica, nonché impreziosito da alcune gemme di dimore come “La dominante”. Lavoreremo perché la notorietà del film di virzì e la pros-sima ricorrenza di Expo 2015 diano un ul-teriore stimolo alla conoscenza del nostro territorio ed all’afflusso di turismo anche dall’estero”. Nel frattempo speriamo di vin-cere agli Oscar con un’altra “grande bellez-za”, questa volta un po’ pavese.
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torna sTasERa CHEF: pronto a tirar FUori il CUoCo CHe È in te?
di Marta Rubini
Dopo l’arrivederci dello scorso anno, a gennaio 2015 prenderà
ufficialmente il via la quarta edizione di “Stasera Chef”, il cele-
bre concorso culinario di Pavia aperto a tutti i cuochi dilettanti.
Ancora una volta gli appassionati avranno l’opportunità di di-
ventare chef per una sera e liberare la propria creatività in una
cucina professionale all’avanguardia.
Se a casa vostra le piccole dimensioni non ve lo consentono,
ma siete stuzzicati dalla voglia di mostrare a parenti e amici
la vostra abilità ai fornelli, “Stasera Chef” è l’occasione che fa
per voi. Quanti, guardando in televisione programmi come “La
prova del cuoco”, “Masterchef” o “Fuochi e Fiamme”, non han-
no pensato “magari avessi la cucina super fornita di un risto-
rante”? Oppure “se ci fossi stato io avrei preparato una delle
mie specialità”? ecco, ora potrete finalmente mettervi in gioco
e togliervi una bella soddisfazione. Gli appuntamenti si ter-
ranno sempre al ristorante Locanda del Carmine, che metterà
l’intera struttura a disposizione dello chef e degli invitati che vi
parteciperanno. I concorrenti definiranno per intero le portate
da servire ai commensali e saranno giudicati sia dal pubblico
sia da una giuria fissa, composta da esperti e chef gourmet. la
novità dell’edizione 2015 consisterà nel fatto che i partecipanti
accumuleranno maggior punteggio se proporranno un menù
a tema, legato da un filo conduttore che potrà essere un cibo
in particolare, una stagione, un colore o qualsiasi altra cosa
suggerisca la fantasia.
Requisiti particolari? Non possedere diplomi o attestati pro-
fessionali e non lavorare nell’ambito della ristorazione!
Per maggiori informazioni visitate il sito www.staserachef.it
e la pagina Facebook facebook.com/StaseraChef.
NOVEMBRE • dIcembre 2014 | 23
Il Natale muove una bacchetta magica sul mondo ed ecco, tutto è più dolce e più bello!Norman Vincent Peale
Speciale Natale e festività 2014
Happy Christmas!
24 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
Q u e s t ’ a n n o
niente è troppo azzardato per decorare il pro-
prio natale. Infatti, passeggiando tra i negozi e
le bancarelle, vi accorgerete subito che i colori
di tendenza per addobbare l’albero sono il tur-
chese e il rosa. Queste nuances non sono fa-
cili da abbinare, ma un consiglio pratico che vi
possiamo dare è di accostarli al bianco: il colore
indiscusso delle decorazioni natalizie. Questo
di sicuro conferirà alla vostra casa un gioco di
colori molto vistoso ed elegante.
Ma se non siete appassionati del bianco e pre-
ferite altri colori, potete accostare il turchese ad
addobbi color oro o argento, richiamando così le
tonalità dell’inverno. Mentre, se amate il rosa e
volete ottenere un effetto più raffinato, l’ideale è
utilizzare questo colore insieme a decorazioni in
cristallo e fiocchi dorati, a palline in vetro soffia-
to decorate a mano o, perché no, create da voi.
Per coloro che vogliono allontanarsi da questa
nuova moda natalizia e sono legati alle tradizio-
ni, abbiamo tante altre idee da proporre.
I più golosi potranno addobbare l’albero con ca-
ramelle gommose, stringhe di liquirizia, baston-
cini di zucchero e tante altre leccornie di questo
genere. Un vero classico è la mela rossa secca:
tagliata a fette spesse e messa in forno ad es-
siccare, la si potrà poi decorare con nastrini na-
talizi, bastoncini di cannella e rametti di bacche
rosse. Uno spunto molto appetitoso che donerà
un profumo dolce all’atmosfera delle feste.
Insomma, questo è un natale dedicato al colore e
alla vivacità, ma è anche una festività dedita al rici-
clo e alla fantasia, ideale per coloro che sono stufi
degli addobbi visti e rivisti e desiderosi di rendere il
proprio rifugio casalingo un luogo originale.
Un consiglio: riempite dei vasi di vetro trasparen-
te con palline natalizie, pigne e nastri dorati, dopo
di che li potrete posizionare nelle zone di passag-
gio della casa, ottenendo un effetto di grande im-
patto, soprattutto se arricchiti con luci colorate.
Il turchese e il rosa tingono l’albero 2014-2015
Un Natale ricco di colori
di Deborah Benini
NOVEMBRE • dIcembre 2014 | 25
Un regalo realizzato a mano ha un valore ag-
giunto, perché racchiude un’idea, la fatica per
renderla concreta e il tempo dedicato per co-
struire qualcosa di esclusivo e personale. In un
regalo homemade c’è qualcosa di noi e della
persona destinataria del nostro affetto.
Sono numerosissime le idee per realizzare un
regalo fai da te, ma noi ve ne proporremo alcune
per aiutarvi a creare dei doni fantastici.
Se siete dei nostalgici e volete donare qualcosa
che rimanga nel tempo e che racconti una sto-
ria, l’ideale è una trapunta realizzata con vecchie
t-shirt. Cimeli dell’armadio, sono perfetti per re-
alizzare un collage con ago, filo e tanta pazien-
za. Avremo così creato un album dei ricordi con
vecchie magliette, perfetto per riscaldare le gior-
nate più fredde dell’inverno e i cuori delle perso-
ne che amiamo.
Invece, se coloro a cui pensate non possono
fare a meno di un diario segreto, di un album per
disegnare
o di
un blocco per scrivere, il regalo perfetto è un
quaderno realizzato a mano. Prima di tutto pro-
curatevene uno con la copertina in carta natu-
rale, dopo di che basta applicare tanta fantasia.
Esistono molte tecniche originali per decorare:
decoupage, cucito, applicazione di stikers e glit-
ter colorati, foto… prendete spunto da ciò che più
vi piace e sbizzarritevi.
Ma tra i nostri parenti e amici ci sono gli amanti
dei dolciumi e dobbiamo pensare qualcosa di
unico e gustoso anche per loro. Prendete ispi-
razione dai vostri ricettari o da internet, dove
troverete ogni genere di golosità. Un’idea? La
preparazione di biscotti a forma di bottone: fa-
cilissimi da preparare con della pasta frolla, un
bicchiere come stampino e uno stuzzicadenti
per fare quattro piccoli fori al centro. Infine pro-
curatevi dei nastri per legarli insieme e creare la
vostra confezione regalo.
Per un Natale unico e speciale
Il regalo fai da tedi Deborah Benini
26 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
Muschio, sabbia, statuine e fantasia
È ora di fare il presepe
A Natale il Presepe non può mancare: è, infatti,
il simbolo che racchiude lo spirito della nostra
tradizione e continua a essere un momento pre-
zioso di condivisione familiare, oltre che un’occa-
sione di divertimento e meraviglia per i più piccoli.
Forse non tutti sanno che la parola “presepe”
(o “presepio”) deriva dal latino praesaepe, che
significa “mangiatoia”, proprio in riferimento al
trogolo dove viene posto gesù bambino, intor-
no al quale si trovano Maria, Giuseppe insieme
al bue e all’asinello. Sappiamo che fu San Fran-
cesco d’Assisi, nel 1223, a voler mettere in scena
la prima raffigurazione vivente della natività nella
località di Greccio, ma il presepe “soprammobile”
-come siamo abituati a vederlo nelle case- si dif-
fuse solo a partire dal XvII secolo, anche grazie
a papa Paolo III, che ne ammirava la capacità di
trasmettere la fede in modo semplice e vicino alla
sensibilità popolare.
un presepe in miniatura è sicuramente più prati-
co da realizzare e coloro che vogliono cimentarsi
possono rifarsi alla tradizione di sempre oppure
dare libero sfogo alla propria creatività, come ci
ha insegnato l’artigianato partenopeo, che negli
anni ha introdotto sulla scena classica botteghe,
osterie, mercati e commercianti decisamente
anacronistici. Anche i materiali possono essere i
più disparati: legno, terracotta, gesso, ma anche
cartapesta e das, specie se si vuole coinvolgere
i bambini in qualche lavoretto. Aggiungere par-
ticolari alla grotta, come muschio, montagne e
stelle fosforescenti sullo sfondo, alberi, sentieri e
di Marta Rubini
NOVEMBRE • dIcembre 2014 | 27
piccoli stagni creati con carta alluminio o vecchi
specchi farà sì che il nostro presepe diventi rea-
listico e curato nei minimi dettagli. A questo pro-
posito, gli appassionati non possono rinunciare
alle statuette semoventi, che, una volta azionate,
animano la rappresentazione con le loro attività:
abbiamo così il falegname che sega la legna, il
fabbro che lavora all’incudine, la massaia che ri-
mesta nel paiolo e molti altri.
Nulla vieta di ispirarsi ai tempi moderni, aggiun-
gendo alla composizione animali domestici, og-
getti e personaggi contemporanei (soprattutto a
Napoli, nella zona di San Gregorio Armeno, se ne
possono trovare di ogni sorta). negli ultimi anni,
poi, è diventata una vera e propria moda creare
originali effetti di straniamento con la tradizione,
collocando la scena della natività in “ambienta-
zioni” insolite, di grandi e di piccole, a volte pic-
colissime, dimensioni: non è raro trovare tegole
in terracotta adibite a case e botteghe, presepi
inseriti nelle cornici di vecchie radio o televisori,
in vasi e in bottiglie di vetro, ma anche in tazzine
e addirittura in gusci di noci, per un mini presepe
essenziale, da poter tenere anche sul comodino.
Come abbiamo visto le varianti possono essere
davvero molte, tuttavia, nonostante i cambia-
menti e i tratti d’ originalità, il significato del pre-
sepe rimane invariato nei secoli.
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28 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
A spasso tra i mercatini di Natale
I mercatini sono ormai una tradizione che si ripe-
te ogni anno e continua ad affascinare grandi e
piccoli, rendendo l’atmosfera natalizia ancora più
suggestiva. Con l’arrivo dell’Avvento le città, non
solo d’Italia, ma di tutta europa, diventano come
per magia incantate: l’aria inizia a profumare di
zenzero e cannella e le piazze principali si riem-
piono di casette in legno dai tetti spioventi, ban-
carelle illuminate che espongono prodotti rigoro-
samente fatti a mano, specialità gastronomiche
e decorazioni natalizie, dalle più classiche alle
più moderne. un giro tra i mercatini può essere
l’occasione ideale per trovare regali originali, ma
anche solo per bersi un caldo vin brulé, accom-
pagnato da un bretzel o dal tipico pan di zenzero.
La tradizione riporta che il primo Christkindel-
smarik (letteralmente "mercato di gesù bambi-
no") della storia abbia avuto luogo a dresda, in
Germania, agli inizi del 1400, anche se altre fonti
ne attestano l’origine a bautzen, verso la fine del
1300. In questi eventi si davano appuntamento i
migliori artigiani della zona per proporre le pro-
prie opere sul tema della Natività e dell’Avvento.
Se inizialmente, dato il costo elevato degli ogget-
ti, il pubblico principale fu la borghesia benestan-
te, col passare del tempo i mercatini si diffusero
sempre di più anche fra la popolazione media,
fino a diventare, ai giorni nostri, una straordinaria
attrazione attesa da milioni di visitatori.
Alcune città, oltre ai caratteristici mercatini, orga-
nizzano anche mostre, concerti e svariate attività
pensate soprattutto per i bambini: in Tirolo, ad
esempio, i piccoli possono divertirsi preparando
biscotti e imparando a soffiare il vetro oppure
facendo un giro su giostre di cavalli. In val d’A-
osta, invece, viene allestito ogni anno il villaggio
di natale, popolato da cantastorie, elfi e fate, che
guidano gli ospiti tra i vari ambienti.
In Italia gli originali mercatini natalizi si tengono
nelle regioni alto-atesine –il più antico è quello di
Bolzano, anche se in realtà quasi ogni città vanta
una propria versione, come Napoli, dove esiste, in
perfetto stile partenopeo, una vera e propria zona
Una giornata pittoresca tra bancarelle, luminarie, dolci e musiche
di Marta Rubini
in cui lo
spirito del Natale aleggia per tutto l’anno. Parlia-
mo della via di San Gregorio Armeno, famosa per
essere costellata di botteghe artigianali dedicate
all’arte presepiale, nelle quali è possibile trovare
statuine convenzionali di tutte le dimensioni, og-
getti a movimento “meccanico”, ma anche cari-
cature dei personaggi famosi.
Dal momento che i mercatini sono una meta che
attira un gran numero di turisti, vi sono diverse
iniziative per andare incontro agli appassionati
e alle famiglie: prenotando, infatti, con un po’ di
anticipo, si può usufruire di pacchetti speciali con
pernottamento più cena, visite in città, ma anche
interessanti promozioni sui biglietti dei treni di-
retti sia in località italiane sia estere.
Chi, tuttavia, non avrà voglia o possibilità di fare
weekend fuori porta, potrà respirare l’atmosfera
dei mercatini anche nella provincia pavese: a Vo-
ghera si tengono dal 22 al 24 dicembre, mentre
nella stessa Pavia, durante l’intero periodo nata-
lizio, Piazza della Vittoria, incorniciata da splen-
dide luminarie, ospita bancarelle colorate dove
è possibile trovare particolari oggetti in legno,
decorazioni natalizie, tante idee regalo e bijoux
realizzati a mano; quando l’aria inizia a diventare
troppo frizzante, ci si può sempre riscaldare con
una cioccolata fumante o una golosa crêpes.
Non importa quali mercatini visiterete, che si
trovino all’estero o in Italia, a nord o a sud, il loro
fascino intramontabile sarà presente ovunque,
poiché in ognuno di essi sono racchiuse la sem-
plicità e l’autenticità delle tradizioni che abbiamo
voglia di riscoprire e riassaporare: per una volta,
lasciamo da parte i grossi centri commerciali e i
ritmi frenetici del quotidiano per goderci un clima
di festa in cui rilassarsi.
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SI CONFEZIONANOCESTI NATALIZIE IDEE REGALO
30 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
A tavola, creatività e bon ton
L’atmosfera di festa ha già invaso le strade delle
nostre città. La vigilia di Natale è ormai alle por-
te. è bene pensare ai preparativi della tavola per
organizzare una splendida cena. Ingredienti fon-
damentali dovranno essere attenzione e cura dei
particolari. Il tutto per trasmettere amore, armo-
nia, interesse, dolcezza e serenità ai vostri ospiti.
Per prima cosa è importante decidere quale stile
volete donare alla vostra casa in una serata così
speciale. Siete più classici o più originali?
I gusti sono vari e le idee non mancano.
Partiamo dalle tonalità che dovranno essere ri-
prese in tutti i dettagli. Per i più tradizionali le so-
luzioni sono gli intramontabili bianco, oro, argen-
to e rosso, da abbinare in un prezioso intreccio
o da usare singolarmente. Ricordate che classe
non vuol dire eccesso. Troppi addobbi e scintillii
potrebbero creare solo confusione. Una curata e
raffinata semplicità è la chiave dell’eleganza.
Chi ha voglia di novità può invece decidere di
osare con colori diversi e dare un tocco di allegria.
Scegliete una tavola che sia grande abbastanza
per dare comodità ai vostri ospiti ma non troppo
da allontanarli l’uno dall’altro. I coperti devono
avere una distanza massima di 60-70 cm. Vesti-
te la vostra tavola in modo unico con belle tova-
glie in lino, in fiandra, in cotone, a tinta unita o a
fantasia. create dei raffinati contrasti sovrappo-
nendo a una tovaglia più lunga una più corta e
magari intagliata.
Veniamo a un tema che crea spesso molti dubbi.
Quali sono le regole per apparecchiare perfetta-
mente la tavola?
Alcuni particolari, come il numero e il tipo di bic-
chieri per il vino, di piatti e di posate dipendono
dal vostro menù, ma altri sono essenziali per tutti
i tipi di ricevimento.
Scegliete un sottopiatto elegante da abbinare al
vostro vasellame più bello. disponete su di esso
il piatto piano. Se previsto, aggiungete anche
quello per l’antipasto. La destra dei patti, dall’in-
terno verso l’esterno, è dedicata ai coltelli da car-
ne e da pesce, con la lama rivolta verso l’interno,
e al cucchiaio da minestra. La sinistra è invece il
posto delle forchette, del primo, del secondo e del
pesce.
Nella parte superiore rispetto ai piatti disponete in
ordine le posate da frutta e da dessert. Coltello con
il manico verso destra, forchetta con il manico ver-
so sinistra, cucchiaino con il manico verso destra.
Per una cena di Natale perfettadi Maria Noemi Grandi
NOVEMBRE • dIcembre 2014 | 31
Dinanzi ai piatti, leggermente sulla destra, in di-
rezione della punta del coltello più esterno, col-
locate i bicchieri. Internamente quello dell’acqua,
il più grande, poi quelli dei vini nell’ordine in cui
saranno serviti. Il primo di destra è quello del vino
bianco, a seguire quello del vino rosso e infine
quelli dei vini speciali, come quello da dessert. La
flute occupa lo spazio in alto a destra, dietro gli
altri bicchieri.
Sempre davanti ai piatti ma sulla sinistra, posizio-
nate il piattino del pane con il coltello del burro.
Il tovagliolo deve essere disposto alla sinistra
delle forchette, semplicemente adagiato o avvol-
to in un portatovagliolo.
Pensiamo ora a come personalizzare e abbellire
ancora di più una tavola così perfettamente ap-
parecchiata.
Potreste aggiungere dei segnaposto. dal più
tradizionale cartellino a idee originali come il
portatovagliolo decorato con l’elegante scritta
del nome del commensale. Il portatovagliolo
può a sua volta essere finemente intagliato con
del cartoncino o essere un disco dipinto con del-
le greche a tema.
Immancabile è il centrotavola. date liber-
tà alla vostra fantasia, se ne possono realizzare
di ogni tipo. Sfruttate oggetti di vetro da decorare
o create composizioni con frutta, pigne, agrifo-
glio, fiori freschi o di seta, nastri, palline.
è preferibile creare centrotavola bassi in modo
tale da non ostacolare la vista e quindi la comu-
nicazione ai commensali.
un magnifico dettaglio sono
le candele. Poste nel vostro centrotavola, su dei
candelabri o in vari punti della casa creano un’at-
mosfera accogliente e rilassante.
Non perdete tempo e cominciate a procurarvi
tutto quello che serve per una fantastica cena di
natale! coinvolgete i vostri bambini e divertitevi
a pensare e realizzare insieme splendide decora-
zioni. Gli regalerete dei ricordi indimenticabili e la
loro creatività saprà essere un asso nella manica
per impreziosire le vostre case.
Organizzare insieme una festa è già una festa.
Quindi al lavoro! è natale!
tante
iDEE pERil tuo
naTaLE
32 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
Il menù natalizioda Nord a Sud
durante le feste il momento più bello arriva quando ci si riunisce tutti insieme intorno a una bella ta-
vola imbandita con il menù della tradizione. la particolarità del nostro paese è che ogni regione può
vantarne uno, delineando, così, un vero e proprio iter gastronomico, pieno di varianti, in cui emergono
la cultura e le usanze di ogni zona d’Italia. rivisitando il detto, si potrebbe dire: “ Paese che vai, piatto
che trovi”! Percorrendo lo stivale, scopriamo, quindi, quali sono i piatti delle feste che si tramandano
da generazioni.
Paese che vai, piatto che trovi!
Nord ItaliaIn generale, al nord la consuetudine impone una sobria cena della vigilia e un più ricco pranzo di na-
tale. Per contrastare il clima rigido, nelle regioni di montagna si preparano zuppe calde e canederli in
brodo (tipici del trentino Alto Adige), a base di pane, burro, formaggio oppure di rape, come in Friuli, e
si gustano le carbonade, fette di carne macerate nel vino rosso (in valle d’Aosta), ma anche stinco e
capriolo con polenta.
In liguria si parte da un antipasto di pesce, cui seguono maccheroni ripieni con uova, parmigiano e pa-
sta di salciccia, mentre in Piemonte, lombardia e veneto il menù prevede rispettivamente agnolotti al
sugo di arrosto e ravioli in brodo (con le alternative dei casonsei nella bergamasca e dei tortelli di zuc-
ca nel mantovano). le quattro regioni sono, invece, accomunate dalla seconda portata, principalmente
cappone e patate, sebbene non si rinunci nemmeno all’anguilla in umido e al baccalà nel vicentino.
Ogni regione vanta poi un suo dolce tipico: famosi la gubana friulana e lo strüdel tirolese, oltre ai clas-
sici pandoro e panettone.
di Marta Rubini
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Centro ItaliaArriviamo in Emilia Romagna, dove si inizia con la Vigilia, che la religione vuole leggera, ma la tra-
dizione ha trasformato in un ricco pasto a base di pesce, nel quale non possono mancare capitone
marinato e frittelle di baccalà. Il giorno di natale e a Santo Stefano si cambia registro, con pietanze a
base di carne, non prima di aver servito gli intramontabili tortellini.
Anche nelle altre regioni del centro-Italia si conferma la cena del 24 “di magro”, con anguilla alla bra-
ce nelle Marche e baccalà in Toscana, Abruzzo, Molise e Lazio, dove è presente anche il capitone
marinato. nel pranzo del 25 troviamo diffusi i cappelletti, ma anche i cardi, in brodo di carne, mentre
abbiamo delle varianti per le seconde portate: se in terra toscana l’usanza vuole fegatini e anatra, nel
marchigiano non può mancare il tradizionale fritto misto di agnello, verdure e olive all’ascolana; se in
zona laziale la specialità è l’abbacchio al forno, nel molisano e nell’abruzzese si prediligono la gallina
ripiena e il bollito di manzo. Tra i dolci ricordiamo il panpepato, i calciuni molisani, il parrozzo abruzze-
se, il frustingo, pane dolce con mosto cotto del Piceno, e i ricciarelli senesi.
Sud Italia
Spostandoci nel meridione, ricchissimo di memoria gastronomica, ri-
scontriamo un menù della vigilia analogo a quello delle regioni cen-
trali, con il baccalà, in umido e fritto, sempre protagonista della tavola,
accompagnato dal polipo e capitone in Campania e dall’anguilla ar-
rostita in Puglia. Curiosi i contorni con cui viene servito il pesce: broc-
coli e insalata di rinforzo (cavolo, papaccelle, olive, cetrioli, acciughe e
aceto di vino) nella prima, lampascioni nella seconda e peperoni cru-
schi in basilicata. Il giorno di natale il piatto principe torna a essere la
carne, soprattutto bollito e capretto al forno, preceduti da una fumante
minestra maritata (in campania e basilicata) oppure da gustose lasa-
gne al forno, come in Puglia e in Calabria, dove è tipica la “pasta chi-
na”, farcita con polpettine di vitello, salsiccia piccante al peperoncino,
provola dolce, caciocavallo e pecorino. A fine pasto assistiamo, poi, a
un’esplosione di sapori: dalle pettole lucane ai porcedduzzi pugliesi e
alla giurgiulena calabra; pastiera, struffoli, roccocò e mostaccioli per
quanto riguarda la pasticceria partenopea.
34 | NOVEMBRE • dIcembre 2014
Isole Anche nelle isole, durante i giorni che precedono la Vigilia, le pesche-
rie vengono prese d’assalto: in Sicilia impera la pasta con le sarde o
con le cozze, mentre in Sardegna si possono gustare burrida (piatto a
base di palombo bollito e marinato), chjusoni (gnocchi della gallura) e
altre specialità di pesce cotte alla brace. Il pranzo del giorno seguente
debutta in terra sicula con le scacce ragusane (gustose focacce del
ragusano farcite con melanzane, formaggio e pomodoro) e prosegue
con gli anellini al forno a base di ricotta e l’agglassato, arrosto di car-
ne molto diffuso nel palermitano, cucinato con marsala. Sulle tavole
sarde non si può rinunciare ai culurgiones de casu, ravioli di pecorino
fresco con sugo di pomodoro, e all’immancabile purceddu.
Anche qui la tradizione dolciaria è abbondante e va dalle cassate e dai
tradizionali cannoli siciliani alle pabassinas sarde.
Concluso il nostro excursus gastronomico, non resta che augurare a
tutti delle “buone” feste, piene di gusto e allegria!
La Galleria della Bomboniera
PaviaViale matteotti 57/a
telefono0382 302815
NOVEMBRE • dIcembre 2014 | 35
Insieme . . . a Natale!Festeggiamo e brindiamo!
Quinto mercatino di Natale a VarziL’evento propone bancarelle di oggettistica e antiquariato provenienti da diverse
regioni d’Italia, contornate da esposizione di prodotti enogastronomici tipici e non
ma, tutti, con il tema comune: "l’idea regalo e il Natale". Di notevole attrattiva e
suggestione, la realizzazione del presepe vivente, mentre nel primo pomeriggio
sfilerà in corteo anche il gruppo dei cavalieri medioevali.
di Deborah Benini
14 dic
20 dic
21 dic
Concerto di fine anno dell’Orchestra Suzuki PaviaOre 21:00, Aula Magna del Collegio Ghislieri - piazza Ghislieri, 6.
L'Orchestra Suzuki Pavia dedica un pomeriggio ai bambini e alla musica, dan-
do la possibilità alle famiglie di conoscere il metodo Suzuki, ideato quasi 100
anni fa dall’omonimo violinista ed ora diffuso in tutto il mondo.
L'incontro prevede la partecipazione attiva dei bambini che avranno anche la
possibilità di cimentarsi con alcuni strumenti e provare con gli allievi dei corsi alcuni brani musicali.
Gran gala di NataleOre 21.00, Teatro Sociale Vicolo Faravelli, Stradella.
Le soprano Teresa Cardace e Simona Valeo, il tenore Sabino Martemucci e la pianista Donatella
Tacchinardi incanteranno la serata con un programma vario, spaziante dalla lirica allo spiritual, dal
gospel al musical.
Concerto di Natale de: I Solisti di Pavia “Concerto per Valentina, un violoncello a fumetti”Ore 21.00, Teatro Fraschini di Pavia
La melodia del violoncello, accompagnata dalle immagini dell’eroina del fumetto
italiano per eccellenza, Valentina. Uno spettacolo originale con ingresso gratuito.
23 dic
26 dic
6 gen
24-26 dic
31-1 dic-gen
La corsa di Babbo Natale for CaritasIn occasione dell'arrivo del natale, il comune di Pavia e la lega Atletica dell'uISP
di Pavia hanno organizzato una corsa o camminata non competitiva di 3,5 Km
nel cuore della città. Consigliabile indossare un vestito da Babbo Natale o alme-
no essere muniti di cappello rosso. è prevista una tassa d'iscrizione, che consiste
nel portare un panettone o un dolce, che verrà donato alla Caritas provinciale per il pranzo di Natale
dei poveri di voghera, vigevano e Pavia. A fine corsa verrà offerto the caldo e rinfresco per tutti.
Presepe vivente nel Borgo Antico, Zavattarello24 dicembre dalle 21.30 alle 23.30 a seguire, S. Messa nella Chiesa di S.Paolo
con tutti i figuranti in costume. 26 dicembre dalle 16.30 alle 18.30.
Il presepe vivente di Zavattarello riproduce a grandezza naturale non solo la
Natività, ma ogni scena che viene allestita, è una viva riproduzione della vita
come era un tempo, delle attività che una volta era solito vedere ogni giorno. I paesani riproducono
la vita quotidiana di tanti anni fa come se si trattasse di attività contemporanee, mai scomparse e
mai modificate. I visitatori si sentiranno parte di questo mondo antico e potranno mangiare il pane
appena sfornato, bere il vino appena pigiato, toccare la lana appena battuta.
XXVII Concerto per la PaceOre 21.15, Teatro Martinetti Via Santissima Trinità, 6 Garlasco.
l’Associazione Amici della musica Alberto huskovic eseguirà il “XXvII concerto
per la pace”; direttore musicale luigi bascapè.
Gran Galà natalizioore 21.00, Auditorium casa del giovane in via umberto I, lungavilla.
carrellata di canti natalizi con la partecipazione dei piccoli vincitori del concorso “Il mulino In…cantato”.
Ornella Vanoni in ConcertoMercoledì Ore 21.30 e giovedì ore 18.00, Teatro Fraschini di Pavia.
la Signora della musica Italiana porta in tour per le città italiane il suo ultimo
concerto “un filo di trucco, un filo di tacco…”. un evento che segna la fine di una
grandiosa carriera e che racchiude tutta l’essenza dell’artista: la sua vita, la sua
passione e il tempo trascorso sul palco scenico.
Premiazione concorso “Il mio presepe”Bereguardo
In paese c’è la sfida tra chi costruisce il presepe più bello. Il comune, la Pro loco
e la parrocchia di Sant'Antonio Abate, in occasione delle festività di Natale, han-
no organizzato il concorso dal titolo «Il mio presepe», con le ricostruzioni della
Natività che saranno esposte al teatro dell'oratorio dove sarà possibile ammirare e votare il presepe
migliore. La premiazione avverrà al termine della funzione religiosa.
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RisO, il Cibo
dei popoliverso eXPo milano 2015
con il “cluster” del riso.
Fin dai tempi antichi, il riso è considerato il “pane del mondo”: il cereale più impor-tante nella storia dell’uomo è ancora oggi l’alimento-base per 3,5 miliardi di persone in tutto il pianeta. In molti Paesi di origine asiatica, il riso condiziona la cultura, la vita quotidiana, le feste, le tradizioni e addirit-tura il linguaggio. Non è possibile pensare a un pasto in cui non sia presente. In giap-pone, per esempio, i termini che indicano il riso cotto sono sinonimi della parola “pa-sto” (il sostantivo “gohan” è usato per indi-care entrambi i significati).Anche nel nostro Paese, la coltivazione del riso ha un ruolo strategico e fondamentale per l’intera economia: le varietà italiane sono le migliori al mondo e consolidano quella tradizione del risotto che è un punto di or-goglio della cucina tricolore. Si ha solo l’im-barazzo della scelta, sia per quanto riguarda il tipo, lungo, corto, o colorato sia per quanto riguarda la sua destinazione finale, arancini, minestre e timballi. Con una sola scatola di riso si possono fare dei veri e propri miracoli culinari, tipici della tavola italiana.
Expo Milano 2015, fra le eccellenze eno-gastronomiche degne di essere messe sul piatto, ha scelto di dedicare al riso un ruo-lo di primo piano. Un apposito padiglione tematico (“cluster”) racconterà la storia del cereale in tutte le sue declinazioni: dalla domesticazione del riso, alla selezione del-le terre adattate alle coltivazioni locali, alle nuove tecnologie per migliorare la qualità e la sicurezza in campo alimentare.Si tratta di un percorso tematico, una sorta di viaggio nel tempo che tocca più di 10mila anni, che riunisce insieme la maggior parte dei continenti e permette di mettere in rela-zione la storia dell’umanità con l’agricoltura e la biologia. Non mancherà la parte visiva in quanto l’intero spazio sarà allestito da una mostra fotografica di gianni berengo Gardin. All’interno del padiglione saranno presenti alcuni Paesi fra i maggiori produttori di riso nel mondo: Bangladesh, Cambogia, Laos, Myanmar e Sierra Leone. Tutte queste na-zioni saranno messe insieme e faranno parte di un unico grande progetto architet-
di Sabrina Capelli
tonico che avrà il compito di raccontare e insieme mettere a confronto diverse tradi-zioni, modalità di studiare lo stesso tema, soluzioni alle problematiche più comuni.da un punto di vista più strutturale, il “clu-ster Riso” si presenterà agli occhi dei visi-tatori come una sorta di risaia in miniatura in cui si potranno osservare le texture dei campi, i colori, i profumi e persino le ombre che accompagnano la crescita del cereale. Negli spazi comuni verranno predisposti una serie di stand per la distribuzione del riso mentre, tra le vasche che riproducono in modo fedele le risaie, il pubblico potrà essere direttamente coinvolto in giochi in-terattivi e multidisciplinari. Paesaggio naturale e paesaggio informa-tivo si fonderanno insieme grazie al posi-zionamento di grandi schermi a filo d’acqua delle vasche. In questo modo, tra i campi e i
contenitori liquidi, il visitatore potrà essere accompagnato e messo di fronte ad alcuni interrogativi legati a messaggi più o meno nascosti che affioreranno di tanto in tanto. Storie e testimonianze, miti e leggende, no-zioni sulla storia del riso e sulla sua coltiva-zione coinvolgeranno i visitatori in un dina-mico gioco informativo.Nella storia, il riso ha sempre accompagna-to l’uomo e le sue diverse fasi evolutive, adattandosi a ogni ambiente e a ogni ne-cessità dei diversi popoli che ne hanno fat-to uso. Più volte la Fao l’ha definito “staple food” proprio per sottolinearne la sua im-portanza alimentare nella civiltà umana. Per l’Italia, affermatasi ormai da anni come il maggiore produttore europeo, questo ce-reale rappresenta senza dubbio una coltura strategica e anti-crisi. In bocca al lupo per-tanto al “cluster riso” di expo milano 2015!
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La gelosia è il sentimento che scatta quan-
do temiamo che ciò che sentiamo apparte-
nerci possa non essere più nostro. Si sono
distinte tre forme di gelosia. La prima è det-
ta gelosia materiale: subentra quando non
vogliamo che un oggetto che ci appartiene
possa essere ceduto ad altri. La seconda è
la gelosia romantica: si attiva al pensiero
che la persona amata preferisca qualcun al-
tro a noi, privandoci dell’affetto esclusivo di
cui sentivamo beneficiare. la terza è la ge-
losia da confronto sociale, quando vorrem-
mo ottenere qualcosa che non possediamo
e temiamo che un altro lo possa avere (es.
un posto di lavoro, un successo, l’amicizia
di qualcuno…).
Riferendoci alla gelosia romantica, intrinse-
co ad essa c’è il timore di essere lasciati o
comunque di non ottenere le attenzioni che
vorremmo avere. Annessa a questo stato
vi è dunque la sensazione di minaccia, e
quindi di ansia, che deriva dalla paura che
la relazione sulla quale abbiamo investito
possa concludersi. La paura si fonde alla
rabbia, sia nei confronti dell’amato sia nei
confronti di chi crediamo che questi possa
anteporre a noi.
La gelosia romantica può essere provata
all’interno di una coppia di amanti ma an-
che tra fratelli, quando ad essere conteso è
un genitore, oppure – soprattutto in adole-
scenza- per l’amico identificato come l’ami-
co del cuore.
e’ vero che ci sono persone più inclini di
altre a provare questo sentimento il quale,
però, può avere sfumature diverse a secon-
da della personalità a cui appartiene.
La persona depressa tenderà a sviluppare
una gelosia depressiva: la sua caratteristica
è la sensazione di inferiorità ed inadegua-
tezza nei confronti del partner. La conse-
guenza è l’idea che questi possa sostituire
l’amato con qualcuno “più adeguato” a lui.
La persona ansiosa tenderà a sviluppare
una gelosia ansiosa: la sua caratteristica è
La finestra sulla mente
parliamo di emoZioni: La GELOsia
di Gaia Vicenzi
Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
“Curare la gelosia significa osservarla per quello che è:
una insoddisfazione di noi stessi”
Joan Didion
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La finestra sulla mente
la paura di essere abbandona-
ti, con un conseguente svilup-
po di una sensazione di dipen-
denza patologica.
La persona ossessiva tenderà
a sviluppare una gelosia os-
sessiva: la sua caratteristica è
il desiderio di avere tutto sotto
controllo, con una conseguen-
te sospettosità e sfiducia nei
confronti del partner.
La persona paranoica tenderà
a sviluppare una gelosia pa-
ranoica: la sua caratteristica è
un’iper-sospettosità, molto più estesa ri-
spetto a quella che prova l’ossessivo. L’idea
in questa persona è che il mondo sia popo-
lato da persone di cui non ci si può fidare e
quindi il tradimento è un elemento che fa
parte della realtà. Lo scopo è impedire che
accada e, nel caso si abbia il sospetto che
sia già accaduto, scoprirlo a tutti i costi.
d’urso e trentin (1992) hanno proposte tre
strategie per gestire questo sentimento.
1) rafforzare la fiducia in se stessi: questo
consente di ridurre ansia e aggressività
connesse alla gelosia stessa. Per darsi va-
lore, è bene considerare le cose in cui sia-
mo “bravi”, quelle che facciamo con piace-
re, quelle per cui gli altri ci chiedono un aiu-
to. Ognuno di noi ha delle abilità personali
e deve saperle valorizzare.
2) Affinare le proprie capacità: in questo
modo si migliora l'immagine di sé e si ri-
ducono depressione e rabbia connesse
all'idea della possibile perdita della perso-
na amata. Se ci sono aree in cui pensiamo
di poter migliorare, è bene investire anche
su queste. Darsi degli obiettivi da raggiun-
gere e, poi, da superare, rafforza la nostra
autostima.
3) Ignorare tutto ciò che concerne la perso-
na amata e il rivale o che è psicologicamen-
te associato ai luoghi, alle occasioni, ai mo-
tivi della gelosia. La propria vita va vissuta
come tale e non come un’appendice della
vita di un altro. Pensare che il mondo non
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parole dimenticate e curiosita’ linguistiche la Più intima ricchezza della lingua italiana
Á Ananasso [a-na-nas-so] sost., s. forma italianizzata del frutto appartenente al genere di piante della famiglia Bromeliaceae, l’Ananas.
Á Culaccino [cu-lac-cì-no] Sost. M. (pl: culaccini). usato per indicare le estremità del salame, della salsiccia o del pane. Altrimenti indica il fondo di bicchiere o la traccia lasciata da un recipiente bagnato nel punto in cui è stato appoggiato.
Á Facondia [fa-còn-dia] s.f. Facilità di parola, scioltezza ed eleganza d’espressione.
Á Invacchire [in-vac-chì-re] v. Andare in vacca, cioè “a male”. Riferito ai bachi
da seta, significa che si gonfiano e ingialliscono per poi morire. Riferito a persona vuol dire inaridirsi, perdere la vivacità e la produttività dell’ingegno.
Á Misoneista [mi-so-ne-ì-sta] agg. e s. di persona assolutamente contraria ad ogni innovazione, cambiamento o novità.
Á Serendipità s. f. [dall’ingl.] è un neologismo che indica la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra. Essendo noto l'autore del neologismo (horace Walpole che coniò serendipity nel 1754), il termine rientra nella categoria parole d'autore.
paROLE DEsuETE
CuRiOsiTà LinGuisTiCHE Á Dulcis in fundo
Locuzione latina che tradotta letteralmente significa “dolce in fondo”, è utilizzata nel linguaggio comune in due sensi, e in ragione del caso, assume il significato di evento che si conclude felicemente o meno.
Á È un altro paio di manicheEspressione idiomatica della lingua italiana. Sin dall'Ottocento, l'espressione ricorre nell'italiano colloquiale e letterario col significato di "tutta un'altra cosa, non paragonabile con la precedente", spesso con l'intenzione di indicare che uno dei due termini di paragone sia "di gran lunga migliore" o al contrario "di gran lunga peggiore". Il detto è ancora molto usato, benché alla lettera risulti praticamente incomprensibile a chi non conosce l'usanza dell'abbigliamento medievale e rinascimentale, soprattutto femminile, che prevedeva maniche intercambiabili. Numerosi ritratti tra Quattro e Cinquecento mostrano infatti dame con la veste alla quale sono applicate maniche ornate con ricami, nastri, spacchi e sbuffi, che costituivano spesso l'elemento più ricco e ricercato della veste. Non era raro infatti che le maniche fossero un prezioso dono offerto dal fidanzato alla futura sposa.
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