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119 GLI AMPLIFICATORI PARTIAMO DAL MONDO ANALOGICO PARTIAMO DAL MONDO ANALOGICO Il segnale da trattare arriverà da qualche entità fisica, per essere trasdotto in un segnale elettrico: Segnale Fisico Trasduttore + - Amplificatore Al resto del sistema di elaborazione La sottigliezza è come realizzare l’amplificatore con le specifiche del progetto . Gli amplificatori sono realizzati sulla base di circuiti che fanno uso di componenti così detti attivi: i transistori. Vi sono però dei componenti, diciamo macroscopici, che sono composti da strutture circuitali comprendenti molti transistori connessi in modo tale da realizzare amplificatori di tensione differenziali, ma non solo, con un alto guadagno: gli Amplificatori Operazionali. Gli amplificatori Operazionali hanno permesso di semplificare notevolmente, e nel contempo aumentare l’affidabilità, di molti progetti. Non solo, ma il potere disporre di un circuito, così detto monolitico, che in pochi mm 2 di spazio contenga molti transistori (ed anche resistori e condensatori) connessi tra di loro elettricamente in modo consistente riduce molto gli ingombri. marted martedì 13 novembre 2012 13 novembre 2012 Facoltà di Fisica di Milano Bicocca Pessina Gianluigi Corso di Elettronica dei Sistemi Digitali (II Modulo), III Anno Laurea Triennale

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119GLI AMPLIFICATORI

PARTIAMO DAL MONDO ANALOGICOPARTIAMO DAL MONDO ANALOGICO

Il segnale da trattare arriverà da qualche entità fisica, per essere trasdotto in un segnale elettrico:

Seg

nale

Fis

ico

Trasduttore

+

-

Amplificatore

Al resto del sistema di elaborazione

La sottigliezza è come realizzare l’amplificatore con le specifiche del progetto .

Gli amplificatori sono realizzati sulla base di circuiti che fanno uso di componenti così detti attivi: i transistori.

Vi sono però dei componenti, diciamo macroscopici, che sono composti da strutture circuitali comprendenti molti transistori connessi in modo tale da realizzare amplificatori di tensione differenziali, ma non solo, con un alto guadagno: gli Amplificatori Operazionali.

Gli amplificatori Operazionali hanno permesso di semplificare notevolmente, e nel contempo aumentare l’affidabilità, di molti progetti.

Non solo, ma il potere disporre di un circuito, così detto monolitico, che in pochi mm2 di spazio contenga molti transistori (ed anche resistori e condensatori) connessi tra di loro elettricamente in modo consistente riduce molto gli ingombri.

martedmartedìì 13 novembre 201213 novembre 2012

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120GLI AMPLIFICATORI

APPRODIAMO AGLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALIAPPRODIAMO AGLI AMPLIFICATORI OPERAZIONALI

Il concetto di Amplificatore Operazionale, AO d’ora in poi, si basa su di una proprietà molto semplice e pratica: la reazione negativa.

Facciamo un passo a ritroso nel considerare le ragioni che portano alla convenienza della così detta reazione negativa.

A=Vo/Vi

= SIMBOLO

ARS

RLvi

RETE MINIMALE:

CONDIZIONE IDEALE:vo=Avi, INDIPENDENTEMENTE DA RS E RL.

Si vuole introdurre un sistema elettronico, introdotto in simboli come:

Che ci consenta almeno di realizzare la seguente funzione:

Vi

Vo

VoVi

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121GLI AMPLIFICATORI

IL CONCETTO DI REAZIONE 1IL CONCETTO DI REAZIONE 1

Il problema dell’ amplificatore così introdotto riguarda il valore del fattore di amplificazione A: per ogni valore necessario occorrerebbe un amplificatore progettato allo scopo.

In realtà e’ possibile fare in modo che l’amplificatore abbia un guadagno che non dipenda dal valore finale dell’amplificazione da realizzare, ovvero dalla necessità dell’utente finale.

SI UTILIZZA IL CONCETTO DI REAZIONE

In un sistema reazionato si prende una frazione del segnale generato all’uscita e la si sottrae, o somma, all’ingresso.

Nel primo caso si dice che la reazione e’ negativa, nel secondo che e’rigenerativa, o positiva.

MATEMATICAMENTE IL CONTO E’ FATTO IN MODO IMMEDIATO:

( )

( )

so

so

soo

oso

osi

oA

Asi

io

vA1

Av

AvA1vAvvAv

vvAvvvv

vvvvv

Avv

β+=

=β+=β+

β−=β−=

β=−=

=

β

+-vs

vo

viA

VA

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122GLI AMPLIFICATORI

IL CONCETTO DI REAZIONE 2IL CONCETTO DI REAZIONE 2

( )

so

oos

vT1

Av

AT vvvA

−=

β−==β−

LA QUANTITÀ T=-Aβ E’ DETTO GUADAGNO DI ANELLO.

SI PUÒ SUBITO OSSERVARE CHE:

se T<0 la reazione e’ negativa perché 1-T=1+Aβ>1 sempre;

se T>0 la reazione e’ rigenerativa o positiva, ovvero 1-T potrebbe diventare nullo portando alla divergenza il segnale di uscita vo.

INOLTRE:

La reazione negativa la si ottiene:

• con un nodo di sottrazione in ingresso se A>0;

• con un nodo di somma se A<0.

In soldoni, che beneficio potremmo trarre dalla reazione negativa?

Si supponga, ma non e’ limitativo, di realizzare il blocco β con componenti passivi, che presentano stabilità elevate, si ha che risulterà β<1.

Ma se facciamo in modo di soddisfare comunque la condizione: |T|>>1 si puo’ approssimare:

so v1vβ

≈Indipendente dal guadagno ‘ad anello aperto’ A, che deve essere scelto di valore elevato per soddisfare la condizione a fianco.

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123GLI AMPLIFICATORI

IL CONCETTO DI REAZIONE 3IL CONCETTO DI REAZIONE 3

La filosofia che soggiace al risultato ottenuto e’ la seguente:

SI POSSONO COMPERARE AMPLIFICATORI PROGETTATI PER AVERE UN GRANDE GUADAGNO AD ANELLO APERTO. L’UTILIZZATORE CON SOLO QUALCHE COMPONETE PASSIVO DA AGGIUNGERE IN MODO DESIDERATO PUÒ PERSONALIZZARE IL CIRCUITO PER OTTENERE VALORI DI GUADAGNO ARBITRARI.

Vediamo subito qualche aspetto positivo della reazione negativa:

AA

A11

AA

A1A

vvA

ff

so

β+=

Δ⇒

β+==

La variazione di Af risulta essere ridicolizzata in confronto alla variazione del guadagno ad anello aperto.

A AfVCC

VEE

VCC

VEE

LA CURVA DI RISPOSTA VIENE LINEARIZZATA:

Zona stretta di linearità Zona a larga linearità per (A)

(A)

ViVi

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124GLI AMPLIFICATORI

REAZIONE CON GUADAGNO DELLREAZIONE CON GUADAGNO DELL’’AMPLIFICATORE AMPLIFICATORE ∞∞ 11

+

-

vo=A(v+-v-)

R1R2

vs

vo

RL

i+

i-

+

-

vo=A(v+-v-) Il più generico amplificatore di tensione e’ il così detto amplificatore differenziale o operazionale, la cui uscita e’ proporzionale alla differenza tra due, piuttosto che uno, segnali di ingresso.

LA REAZIONE E’ NEGATIVA.

Qualsiasi sia il segnale di uscita di valore finito (all’interno dei limiti di funzionamento) il rapporto tra tensione di uscita e di ingresso deve essere sempre uguale ad A.

NELL’IPOTESI DI A=∞ SI PUÒ DIRE:

−+−+ ≈0≈=− vv :OVVERO Avvv o

Non solo. Se Ri e’ l’impedenza di ingresso dell’amplificatore vale anche il seguente importante fatto fondamentale:

0=0

≈−

== −+−+

ii RRvvii

Secondo queste approssimazioni il circuito sopra si risolve con:

21

1

1

21

1

21

−21

21

1

−−−+

+=β

+=

+=

+==

−≈=

RRR :QUINDI v

RRR v:CIOE' v

RRRv

vRR

RRRv

Rv

Rvv vvv

so-o

2

o

2

os

v+

v-

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125GLI AMPLIFICATORI

+

REAZIONE CON GUADAGNO DELLREAZIONE CON GUADAGNO DELL’’AMPLIFICATORE AMPLIFICATORE ∞∞ 22

Il risultato fondamentale ottenuto e’ che nell’ipotesi che il guadagno sia molto grande il calcolo della rete e’ molto semplice ed il risultato dipende solo dagli elementi di reazione. Inoltre non si e’ fatto nessuna ipotesi sul tipo di amplificatore. Infine il risultato risulta essere indipendente dal valore della impedenza di carico RL.

Vediamo un altro esempio:

Ammettiamo ancora che sia:v+=v- e i+=i-=0.

+

- RL

R1

R2

R3

vo

is

v-

vA

( )ss

221321

os321

21s

1o

A21

21s

1o

2A

s1

Ao

3A

3A

s

i1iR

RRRRRv iRRRRRi

Rv

vRRRRi

Rv

Rvi

Rvv

Rv

Rv0i 0vv

β=

++−=

+−−=

++−==+

−=−

==≈ +−

Calcoliamo β: si considera Is=0 e chiamiamo Ri l’impedenza di ingresso dell’OA. Assumiamo che sia Ri>> di R1, R2 ed R3:

( )( )

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+

+−≈++

−≈β−=

⇒++

+≈≈+

+≈

2121

3reale21

23i

ireale

T21

23i

i

A3i

i2i32T

212

A

RRRRRAA

RRR

RRRAAT

vRR

RRR

Rv

vRR

Rv mentreRRR||R vRR

Rv

-

R1

R2

R3

v-

vA

RivT

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126GLI AMPLIFICATORI

REAZIONE CON GUADAGNO DELLREAZIONE CON GUADAGNO DELL’’AMPLIFICATORE AMPLIFICATORE ∞∞ 33

MOLTO IMPORTANTE: IL METODO UTILIZZATO CONSENTE DI CALCOLARE L’AMMONTARE DELLA REAZIONE β DI UN QUALSIASI AMPLIFICATORE. ANCHE SE IL GUADAGNO NON FOSSE FINITO SI POTREBBE FARE IL CONTO AUMENTANDOLO ALL’∞ COSI’ DA RICAVARE IMMEDIATAMENTE 1/β.

-

+RL

R1RF

vo

is

v-

vA

+

-

Un altro es. Si supponga che i 2 amplificatori abbiano guadagno ∞. Così che si possano considerare le coppie dei terminali di ingresso equipotenziali per entrambi.

sF

ooF

s

F

Asoo

LA

iRRi i

RRi

Rvi iRv

RRv

1

1

11

=⇒=

−=−=−=

L’esempio sopra e’ del tipo corrente-corrente. infatti all’uscita si legge la corrente che scorre nel carico RL ed all’ingresso si somma una corrente proporzionale alla corrente di uscita.Si noti come il segno del guadagno di ogni amplificatore sia usato in modo che il guadagno di anello risultante sia negativo.

Nell’ipotesi fatta su A:FR

R1=β

I) REGOLA:I) REGOLA:

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127GLI AMPLIFICATORI

REAZIONE CON GUADAGNO DELLREAZIONE CON GUADAGNO DELL’’AMPLIFICATORE AMPLIFICATORE ∞∞ 44

4RoVV

4R3R4R3R

3R2V

4RoVV

3RV2V

1V2R1R

2RV

−=−+

−⇒−−=−−

+=+

La configurazione differenziale:

+-

R4R3

voR1

R2

v1

v2

V+

V-

Quindi:

2V3R4R

1V2R1R

2R

3R4R3R

oV

4RoV

1V2R1R

2R

4R3R4R3R

3R2V

−+

+=

−=+

+−

Perciò se: 3R1R 2R4R ==

( )2V1V3R4R

oV −=

Abbiamo realizzato l’amplificatore differenziale con guadagno dipendente solo dal rapporto tra 2 resistenze.

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128GLI AMPLIFICATORI

REAZIONE CON GUADAGNO DELLREAZIONE CON GUADAGNO DELL’’AMPLIFICATORE AMPLIFICATORE ∞∞ 44

0AoVVV ≈=−−+

Quindi le regole per svolgere i calcoli di una rete reazionata devono seguire i seguenti passi:

1. Prima di tutto va verificato se la reazione è effettivamente negativa: un errore si può sempre compiere. La regola èapplicare un segnale di prova in qualche punto della struttura reazionata e vedere qualitativamente se questo segnale viene condotto verso l’uscita, passando attraverso l’amplificatore, con un segno positivo o negativo.

+

- RL

R1

R2

R3

vo

vA

Vprova

÷Vprova

÷Vprova

÷-AVprova

A

2. Verificata la coerenza della rete si può applicare la regola semplificata: si considera A>>1. Siccome deve essere sempre verificato che Vo=A(V+-V-), se la reazione ci garantisce un valore di tensione finito all’uscita, deve valere che V+≈V- e i+ ≈i- ≈0.

+

-

R1R2

vs

vo

RL

i+

i-A

iR0

iRVVii ≈−−+=−≈+

Gnd=0

V+≈0

2RoV0

1R0sV −

≈−

s12

o VRRV −≈

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129GLI AMPLIFICATORI

Breve accenno sulle proprietBreve accenno sulle proprietàà della Trasformata di Laplace 1della Trasformata di Laplace 1

∫ [ ] 1-j , js , )t(fLdt0

ste)t(f)s(F =ω+α==∞ −=

Vale l’inverso:

0per t 0

dse)s(F2j1)t(f

j

jc

pt

<

α>απ

=∞−α

∞−α

Applicando l’integrazione per parti si ottiene la proprietà:

∫ ∫ )t(f.Trass1dtedt)t(fdt)t(f.Tras

0

st't

0

''t

0

''⎮⎮⌡

⌠==⎟

⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛∞

Ed anche:

)t(f.Trassdtedt

)t(dfdt

)t(df.Tras

0

st⎮⌡⌠ ==⎟

⎠⎞

⎜⎝⎛

∞−

Ad esempio, essendo: ∫t

0

'' dt)t(iC1)t(V = si ha subito: )s(i

sC1)s(V =

Da cui per analogia si attribuisce all’impedenza del condensatore nel campo delle frequenza la quantità:

sC1Z =

Altro es. In un’induttanza la corrente è l’integrale della tensione, per cui si ha che da:

)s(sLi)s(V = Ovvero che: sLZ =

dtdi(t)LV(t) =

si arriva a:

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130GLI AMPLIFICATORI

Breve accenno sulle proprietBreve accenno sulle proprietàà della Trasformata di Laplace 2della Trasformata di Laplace 2

∫α+

==∞

α+−

sAdtAe)s(F

0

t)s(

Se consideriamo la funzione:tf (t) 1(t)Ae 0−α= α >

Se per esempio avessimo: t tf (t) A e Be 1(t), , 0−γ −η⎡ ⎤= + γ η >⎣ ⎦

Otterremo che secondo Laplace:( )

( ) γη+η+γ+

γ+η++=

+η+

+γ=

ssBAsBA

sB

sA)s(F 2

Se f(t)=1(t)Asin(ω0t) abbiamo che :

2o

2o

s)s(F

ω+

ω=

j2ee)tsin(

t0jt0j0

ω−ω −=ω(basta osservare che: )

Se tf (t) 1(t)Ate−γ= risulta:( )2s

A)s(Fγ+

=

Da tutto ciò ne segue che se nella soluzione di una rete il risultato è una funzione razionale fratta, la sua corrispondente nel dominio del tempo sarà una combinazione delle funzioni viste sopra.

γtof(t) sin (ω t)e 1(t)−=

o22

0 0F(s)

s 2Re(p )s p

ω=

+ +

oo jωγp +−=

Ed infine:

Introdotto il polo complesso

con γ>0

si ottiene:

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131GLI AMPLIFICATORI

Breve accenno sulle proprietBreve accenno sulle proprietàà della Trasformata di Laplace 3della Trasformata di Laplace 3

T(s)Vs(s) Vo(s)=T(s)Vs(s)

Nel caso particolare in cui l’eccitazione è: Vs(t)=Viosin(ωot)1(t),abbiamo che la risposta risulta:

Convoluzione

Se applichiamo ad una rete caratterizzata da una funzione di trasferimento T(s) una eccitazione Vs(s) abbiamo la risposta:

( )))j(T(tsin)T(jV)t(V oooioo ωφ+ωω=

Quindi la risposta di un sistema ad un’eccitazione sinusoidale è ancora una sinusoide la cui ampiezza è proporzionale al modulo della funzione di trasferimento valutata quando s=jω, ed avente uno sfasamento uguale allo sfasamento di T(jω).

Questo risultato è aspettato. Infatti la trasformata di Laplace è la somma delle proiezioni di f(t) sulle sinusoidi a frequenze ω: f(t)eαtejωt.

Il regime della T(s) valutato per s=jω, T(jω) è detto regime sinusoidale. E’ comodo rappresentare graficamente il regime sinusoidale che consente di visualizzare la risposta della rete ad una serie di onde sinusoidali di ampiezza costante e frequenza variabile.

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132GLI AMPLIFICATORI

Data una funzione reale (o anche no) f(t) sufficientemente regolare, la sua trasformata secondo Laplace risulta:

LA REAZIONE CON COMPONENTI GENERICI 1LA REAZIONE CON COMPONENTI GENERICI 1

sV1R

EZ1RoV

EZoV

EZ1REZ1R sV , 0

EZoVsV

1RsV

+=⇒

=+

=−

+

∫ [ ] 1-j , js , )t(fLdt0

ste)t(f)s(F =ω+α==∞ −=

FsC1

FZ =

Non necessariamente un amplificatore deve essere reazionato con resistori. Si possono in realtà usare qualsivoglia tipo di elemento, anche attivo (transistore), se necessario.

+

-

vo=A(v+-v-)

R1 R2

vs

voi+

i-

CF

Per risolvere la rete trattiamo il condensatore come avente una impedenza opportuna ZF

ZE

Basta allora introdurre ZE come il parallelo tra R2 e l’impedenza ZF: ZE=ZF||R2. Quindi:

+

-

vo=A(v+-v-)

R1

vs

voi+i-

ZE

V+=VS

≈V-

Se Vo ha valore finito

Per interpretare l’impedenza di CF occorre ricorrere alla trasformata di Laplace:

Dove s è detta frequenza complessa. Per mezzo delle proprietà di L[f(t)] le proprietà elettriche del condensatore vengono espresse da:

1FsC

2R1

EZ−

⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛+=

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133GLI AMPLIFICATORI

LA REAZIONE CON COMPONENTI GENERICI 2LA REAZIONE CON COMPONENTI GENERICI 2

Ricordando che l’operatore 1/s rappresenta l’integratore nel dominio del tempo abbiamo che la funzione di trasferimento del condensatore opera come integratore della corrente che lo attraversa.

Nei riguardi dell’esempio precedente si ottiene che:

( )

sVs sV12RFsC

12R1R

2R1RFsC

1R2R1R

oV

sV1R12RFsC

2R1R2R1RFsCoV

sV1R

12RFsC2R

1RoV

sV1R

EZ1RoV

⎯⎯⎯ →⎯∞→

+

+++

=

+++

=

++

=

+=

12RFsC2R

EZ+

=

Il significato del limite si può intuire dal punto di vista fisico. A frequenze molto elevate, ovvero a tempi molto piccoli, il condensatore si comporta come un cortocircuito. Quindi è come se avessimo una resistenza di reazione nulla, cosa che ci fa ottenere un guadagno unitario:

+

-

vo=A(v+-v-)

R1

vs

voi+i-

V+=VS

V-

In questa circostanza abbiamo che

Vs=V+≈V-=VoIndipendentemente da R1.

Questa configurazione è molto sfruttata ponendo per semplicità R1=∞. Viene definita buffer a guadagno unitario e svolge il ruolo di adattamento di impedenza.

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134GLI AMPLIFICATORI

CD

i+

LA REAZIONE CON COMPONENTI GENERICI 3LA REAZIONE CON COMPONENTI GENERICI 3

+

-

vo=A(v+-v-)

R2vs

vo

i-

CF ZE

R1

12RFsC2R

EZ+

=

Il quasi-integratore e l’integratore

s1F

2Rs

2F12

o

s1E

oEo

1s

vRsC

1v1RsC

1RRv

vRZv

Zv

Rv

−≈+

−=

−=−=

∞=

Attenzione che R2=∞ non è fattibile perché anche una piccola presenza di corrente statica porterebbe a saturare verso una delle alimentazioni l’uscita. Quando si usa R2=∞ si ricorre alla presenza di un interruttore in || a CF che ad intervalli regolari cortocircuita il condensatore.

i+ +

-

vo=A(v+-v-)

RF

vo

i-

Il derivatore

vs

sFDoFo

Ds vRsC -v RvsCv =−=

RD

i+ +

-

vo=A(v+-v-)

RF

vo

i-

L’invertitore

sDF

oFo

Ds v

RR -v

Rv

Rv

=−=

vs

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135GLI AMPLIFICATORI

GLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITAGLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITA’’ FINITA 1FINITA 1

( )A

os1

AAτ+

Si può osservare come già la presenza di un condensatore complichi non di poco i calcoli.

Per questa ragione attenzione occorre fare quando il comportamento in frequenza dell’amplificatore utilizzato va tenuto in considerazione.

Gli amplificatori che in genere danno un comportamento regolare sono quelli rappresentabili con la funzione di trasferimento:

Questo comportamento è detto a polo dominante ed è certamente il più regolare ed aspettato. Graficamente, i regime sinusoidale, abbiamo:

ω

|A|

1/τA

Scala log-log

20 dB/dec

1/β

βAo/τA

Comportamento in frequenza ad anello chiuso.

Dobbiamo tenere conto che A(ω) è ora un numero complesso che ha una fase, oltre che un modulo.

D’altra parte un singolo polo in A(ω) può portare solo ad uno sfasamento massimo di 90°, che non comporta effetti divergenti al denominatore del guadagno ad anello chiuso.

⎪⎪

⎪⎪

ω→βω+

βωβ

=

β→

βω+βω

β=

∞→ω

→ω

)(A)(A1

)(A1|A|

1)(A1

)(A1|A|

f

0f

1/ β=A( ω) ⇒ βA(ω)=1 1/β≈|AO/(sτA)| ⇒ ω=βAO/τA

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136GLI AMPLIFICATORI

GLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITAGLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITA’’ FINITA 2FINITA 2

oAo

AoA

of A1s

A

s1A1

1s1

A)(A1

)(AAβ++τ

=

τ+β+τ+

=βω+

ω=

Abbiamo che:

In regime sinusoidale, ovvero s=jω il denominatore ottenuto avente un singolo polo, che significa essere un polinomio al primo ordine in s, èrappresentabile come:

( )⎪⎪⎭

⎪⎪⎬

⎪⎪⎩

⎪⎪⎨

τ+β

+τ+=

ωτ− Ajatn

AoA

of

es1A1

1s1

AA

Siccome atn(ωτA) → π/2 per ω → ∞, otteniamo che il termine a denominatore della quantità entro parentesi graffe non potrà mai annullarsi se βAO è una quantità reale e positiva.

Infatti ejθ=cos(θ)+jsin(θ) è reale solo per θ=±nπ, con n=intero, ed ha parte complessa non nulla in (0,π/2).

Quindi nel caso in cui il blocco di reazione β è reale e la risposta in frequenza dell’amplificatore è caratterizzata da un singolo polo dominante il sistema reazionato non potrà mostrare divergenza, ossia il denominatore 1+βA(ω) non si può mai annullare.

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137GLI AMPLIFICATORI

GLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITAGLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITA’’ FINITA 3FINITA 3

( ) ( )( )( )CBAo

s1s1s1AA

τ+τ+τ+=ω

Il comportamento certamente meno comodo da gestire è quello dato da un amplificatore avente 2 o più poli dominanti:

Queste funzioni di trasferimento hanno uno sfasamento massimo di-180° e -270°, rispettivamente, che portano A(ω) a potere cambiare di segno, pur di andare a frequenze sufficientemente elevate.

In questo caso la funzione di trasferimento della struttura reazionata:

possiamo vederla nella forma, nel caso dei 2 poli, con β reale:

( ) ( )( )Bs1As1oAA

τ+τ+=ω

βω+ω

=)(A1

)(AAf

( ) ( )⎪⎪⎭

⎪⎪⎬

⎪⎪⎩

⎪⎪⎨

τ+τ+β

+ω=

ωτ−ωτ− BjatnAjatn

BAo

fe

s1s1A1

1)(AA

In questo caso abbiamo che Θ(ω)=atn(ωτA)+atn(ωτB) → π, per ω→∞. Vale a dire che ad alte frequenze il termine che somma 1 al denominatore della parentesi graffa diventa reale e negativo.

Se si ha la combinazione che 1s1s1

A

BA

o =τ+τ+

β

per Θ(ω)∼π il denominatore della struttura reazionata si annulla ed abbiamo divergenza.

Perciò se il numero di poli dell’amplificatore è maggiore o uguale a 2 occorre fare molta attenzione a non incorrere in situazioni di divergenza.

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138GLI AMPLIFICATORI

GLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITAGLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITA’’ FINITA 4FINITA 4

( ) ( )( )( )CBAo

s1s1s1AA

τ+τ+τ+=ω

Consideriamo il caso a 3 poli:

Queste funzioni di trasferimento hanno uno sfasamento massimo di-270° che porta A(ω) a potere cambiare di segno, pur di andare a frequenze sufficientemente elevate.

Con 3 poli si ha:

( ) ( ) ( )⎪⎪⎭

⎪⎪⎬

⎪⎪⎩

⎪⎪⎨

++++

=−−− CωτjatnBωτjatnAωτjatn

CBAo

fe

sτ1sτ1sτ1βA1

1A(ω(A

1/τAω

|A| Scala log-log

1/β

1/τB1/τC

≈-135°

≈-225°βA(ω)≈1, ma si ha 1- βA prossimo a zero-180°

βA(ω)>1

βA(ω)<1

1/τAω

|A| Scala log-log

1/β

1/τB1/τC

≈-135°

≈-225°βA(ω)≈1 -180°, qui 0<1- βA<1, ma non ho divergenza

βA(ω)>1 βA(ω)<1

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139GLI AMPLIFICATORI

GLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITAGLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITA’’ FINITA 5FINITA 5

In queste situazioni si può adottare un semplice criterio di stabilità:

si sceglie β in modo tale che il prodotto |Aβ| sia < 1 già a frequenze < della frequenza f180. In tale modo alla frequenza f180 il guadagno potrà essere al più solo un po’maggiore di quello aspettato.

ω

|A|

1/τA

Scala log-log

1/β

1/τB

f60

In genere la frequenza per cui |Aβ|=1 si sceglie tra i 45° ed i 60° prima della frequenza f180. La ragione di questa scelta è semplicemente matematica e consente di ottenere ottimi risultati.

Questo criterio si applica ovviamente anche nel caso in cui il numero di poli sia maggiore di 2.

f45

La frequenza in cui lo sfasamento della funzione di trasferimento diviene prossima a 180° è detta f180.

Un altro metodo che si usa è quello della compensazione. Alcuni OA hanno un piedino dedicato al quale si può connettere un componente passivo, che in genere è un condensatore, che consente di ‘spostare’la posizione dei 2 poli dominanti in modo opportuno.

In genere questo tipo di compensazione si ottiene riducendo la banda di frequenza dell’amplificatore.

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140GLI AMPLIFICATORI

vo

GLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITAGLI AMPLIFICATORI HANNO UNA VELOCITA’’ FINITA 6FINITA 6Si deve osservare che l’aspetto fondamentale è che Aβ è la quantità che deve soddisfare il criterio di stabilità. Quando β dipende dalla frequenza non è detto che condizioni di instabilità si abbiano anche se A è a polo dominante. Vediamo un esempio.

+

-

CF

RoCA

IS

Supponiamo che A sia un OA reale con un’impedenza di uscita Ro ed una impedenza di ingresso capacitiva CA. Rompiamo l’anello appena all’uscita dell’OA, prima di Ro. Questo punto ècomodo perché è a bassa impedenza.

Ao

s1A

τ+

vo+

-

CF

RoCA

Ao

s1A

τ+

VT

VA

( ) TAFoAF

FA

TAFoAF

F

VACCRCsC

CV

VCCRCsC

CV

ω++

−=

++=−

Quindi T=-Aβ risulta:

Ao

AFoAFF

s1A

CCRCsCCT

τ+++−=

Perciò si può osservare che nonostante A(ω) sia a polo dominante Aβ si presenta avente 2 poli se consideriamo l’OA reale. Perciò la rete reazionata potrebbe essere instabile, o avere un angolo margine piccolo per via della dipendenza dalla frequenza della rete di reazione.

Se assumiamo che 1/τA sia molto piccola, la frequenza avente 45° di angolo margine coincide circa con (CF+CA)/(CFCARo). A questa frequenza occorre fare in modo che |T|≤1 limitando CF in modo opportuno.

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141GLI AMPLIFICATORI

Esempi di risposte di amplificatori a gradiniEsempi di risposte di amplificatori a gradini

0 1 2 3 4 5x 10-7

0

0.2

0.4

0.6

0.8

1

1.2

1.4

1.6

t ( sec)

Am

piez

za (V

)

0 1 2 3 4 5x 10-7

0

0.2

0.4

0.6

0.8

1

t (sec)

Am

piez

za (V

)

In questo esempio l’amplificatore può essere considerato a polo dominante ed Aβ è ben lontano dall’avere uno sfasamento di 180°. Si può osservare che la risposta al gradino è un gradino con una limitazione sul tempo di transizione, o salita.

Ingresso

In questo caso l’amplificatore presenta più poli. L’angolo margine di Aβ è stato volutamente assunto intorno a 10°. Come si può verificare la riposta presenta delle distorsioni e l’ampiezza del segnale è quello aspettato solo dopo che l’oscillazione si è esaurita.

Ingresso

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142GLI AMPLIFICATORI

Gli OA reali 1Gli OA reali 1Un OA reale ha ovviamente molti piccoli parametri che lo discostano dalla idealità. Li possiamo vedere qui sotto.

CMRR= Common Mode Rejection Ratio. L’amplificazione non èdifferenziale pura, ma bensì soddisfa:

( ) ( )

dB 100 ,70AAlog20CMRR

VVAVVAV

cd

10

cdO

÷⎟⎟⎠

⎞⎜⎜⎝

⎛=

++−= −+−+

VOS= tensione di offset statica presente tra i terminali di ingresso. Se V+=V-=0 VO è Ad volte questa tensione di offset. VOS è dell’ordine della frazione di mV, o mV per gli OA aventi all’ingresso un transistore bipolare, di qualche mV fino a 10 mV per gli OA con ingresso a JFET o MOS.

IB1, IB2= Le correnti statiche presenti all’ingresso dell’amplificatore. Per gli OA aventi all’ingresso un transistore bipolare queste correnti vanno dal nA al μA e più, se all’ingresso abbiamo transistori JFET tale corrente è dell’ordine di qualche pA, tale corrente è assente per i MOS.

Offset Drift = Deriva termica di VOS ed anche della differenza delle tensioni di ingresso

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143GLI AMPLIFICATORI

Gli OA reali 2Gli OA reali 2

Rid, Cid= impedenza di ingresso differenziale. Cid è in genere dell’ordine di qualche pF, mentre Rid è infinita per MOS e JFET, di qualche KΩ o decina di KΩ per i bipolari.

Ricm, Cicm= impedenza parassita, di modo comune, verso massa.

Vn, in= Rumore di tensione e di corrente equivalente riportato all’ingresso.

PSRR= Power Supply Rejection Ratio è una misura della capacità dell’OA di avere l’uscita indipendente dalle variazioni delle tensioni di alimentazione. E’ uguale al rapporto tra la variazione della tensione di alimentazione che causa una variazione dell’uscita, e il segnale equivalente da fornire all’ingresso per generare la stessa uscita.

Unity Gain Bandwidth= E’ la larghezza di banda in frequenza dell’OA, ovvero la frequenza a cui il guadagno ad anello aperto dell’OA è unitario. Questa frequenza coincide con la larghezza di banda che si avrebbe quando l’OA è reazionato a guadagno unitario,.

Slew Rate= la velocità con cui l’OA riesce produrre grandi segnali alla propria uscita.

Corrente assorbita = è un parametro che consente di valutare la dissipazione del dispositivo, una volta fissata la tensione di lavoro, in genere scelta in funzione dell’ampiezza massima dei segnali da gestire.

Massima Tensione di Alimentazione = La massima tensione di alimentazione con cui si può polarizzare l’amplificatore.

Escursione dell’Uscita = La massima tensione a cui può arrivare il segnale di uscita. E’ misurata in differenza dalla alimentazione.

Escursione dell’ingresso = la massima tensione di modo comune che si può applicare all’ingresso. Si misura come differenza dalle tensioni di alimentazione.

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144GLI AMPLIFICATORI

Breve considerazione sul rumoreBreve considerazione sul rumore

( )22v2

e2

1 σ−

πσ

L’uscita dell’OA presenta sempre delle piccole fluttuazioni casuali che in talune applicazioni potrebbero dare fastidio se non minimizzate. Queste fluttuazioni spontanee vengono denominate rumore:

La distribuzione degli impulsi di rumore è di tipo gaussiano. Le cause che generano rumore sono varie, rumore termico, rumore 1/f, rumore di generazione ricombinazione, ecc.

Detta VN tale tensione di rumore, si può calcolare il suo rumore RMS, che per definizione è dato da:

( )∫ dttVT1limV

T

T

2N

T2NRMS

2

−∞→==σ

Se fNT(ω) è la trasformata di Fourier di VN(t) limitata all’intervallo –T,T, dal teorema di Parseval vale:

( )∫ ( )

( )( )∫ ωω=ω

⎮⎮⌡

⌠ ω=

ω⎮⌡⌠ ω==

∞−

∞−

∞→

∞−∞→−∞→

dedT

flim

dfT1limdttV

T1limV

2N

.2

NT

T

2NTT

.Par.TeoT

T

2N

T2NRMS

La quantità eN(ω) è il rumore che viene fornito. La sua dimensione èV2/Hz. La sua comodità sta nel fatto che una volta definita la banda di lavoro del sistema dalla funzione di rumore così espressa si può subito desumere il rumore RMS mediante un semplice integrale.

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145GLI AMPLIFICATORI

Esempi di specifiche di OA 1Esempi di specifiche di OA 1

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146GLI AMPLIFICATORI

Esempi di specifiche di OA 2Esempi di specifiche di OA 2

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147GLI AMPLIFICATORI

Esempi di specifiche di OA 3Esempi di specifiche di OA 3

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148GLI AMPLIFICATORI

Esempi di specifiche di OA 4Esempi di specifiche di OA 4

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149GLI AMPLIFICATORI

Appendice A: I regolatori di tensione lineari 1Appendice A: I regolatori di tensione lineari 1

Un componente molto importante presente in praticamente qualsiasi scheda analogica o digitale è il regolatore di tensione.

Ogni circuito necessita di una tensione di lavoro stabilita, che rimanga stabile entro certi limiti.

Il ruolo del regolatore è particolarmente delicato e sentito specialmente con la nuova generazione di circuiti capaci di operare a tensioni di lavoro basse.

Nella sua forma più semplice un regolatore si presenta come un dispositivo ad almeno 3 terminali: il terminale di alimentazione di ingresso, la sua massa ed il terminale della tensione prodotta.

Se il dispositivo è a 3 terminali la tensione prodotta sarà fissa: si acquista il regolatore in base alla tensione sviluppata e la sua capacità di erogare la corrente richiesta dal progetto.

Nel 99 % dei casi per questioni inerenti la stabilità della rete che compone il regolatore è necessario aggiungere 2 condensatori di valore specificati dal costruttore.

E’ ovvio che il regolatore può essere acquistato capace di generare tensioni positive o tensioni negative.

Va osservato che in un regolatore lineare la tensione di uscita sarà in modulo ≤ a quella di ingresso.

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150GLI AMPLIFICATORI

Appendice A: I regolatori di tensione lineari 2Appendice A: I regolatori di tensione lineari 2

Esiste una seconda categoria di regolatori lineari che consentono di regolare il livello di tensione di uscita entro un intervallo prestabilito. Questi regolatori possiedono almeno 4 terminali, uno dei quali èl’ingresso di regolazione.

In aggiunta alle 2 capacità di stabilizzazione necessitano la presenza di 2 resistori, con i quali è possibile determinare il livello di uscita.

I regolatori lineare sono molto utilizzati.

Tuttavia va valutato accuratamente il loro utilizzo non solo in funzione delle specifiche da selezionare ma anche in funzione del sistema in cui andranno inserirti.

Infatti un aspetto che necessita di molta attenzione nei sistemi attuali è la minimizzazione della potenza dissipata.

L’adozione di un regolatore lineare potrebbe essere non conveniente se il divario tra tensione di ingresso e tensione regolata fosse molto ampio.

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151GLI AMPLIFICATORI

Circuito integrato

Circuito integrato

Appendice A: I regolatori di tensione lineari 3Appendice A: I regolatori di tensione lineari 3

Per capire il problema della dissipazione andiamo a vedere il principio di funzionamento di un regolatore.

+

-

R1R2

VOUT

VIN

GND

Riferimento:zener,circuito.

Un regolatore non ènient’altro che un amplificatore reazionato il cui ingresso è una tensione di riferimento stabile.

La tensione di uscita risulta proporzionale alla tensione di ingresso mediante un rapporto resistivo.

Nei regolatori a 3 terminali il guadagno dell’amplificatore è fisso, implementato all’interno del circuiti integrato. Nei regolatori regolabili a 4 terminali le 2 resistenze R1 ed R2 sono lasciate esterne, libere di essere scelte del valore più consono.

+

-

R1

R2

VOUT

VIN

GND

Riferimento:zener,circuito.

ADJ

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152GLI AMPLIFICATORI

Circuito integrato

Appendice A: I regolatori di tensione lineari 4Appendice A: I regolatori di tensione lineari 4

Il problema dei regolatori è legato al così detto drop-out. Il drop-out è la minima ddp che può essere presente tra VIN e VOUT che consente al regolatore di operare correttamente. Questa ddp è una specifica del costruttore e dipende da come è disegnata la rete elettrica all’interno del circuito.

+

-

R1R2

VOUT

VIN

GND

Riferimento:zener,circuito.

Fissata VOUT la corrente che fluisce nel carico sviluppa una potenza VOUTxIL.

Questa potenza è l’energia richiesta (al sec).

Tuttavia abbiamo anche che viene persa una potenza pari a (VIN-VOUT)xIL. Questa energia dovrebbe essere minimizzata perché non sfruttata.

Supponiamo che la corrente assorbita sia di 1 A. Se il drop-out fosse di 0.1 V l’energia persa sarebbe di solo 0.1 W.

Un drop-out di 2 V costringerebbe a perdere energia ad un tasso di 2 W al secondo. In questa ultima circostanza saremmo costretti a sovrapporre un dissipatore al regolatore per evitare un possibile surriscaldamento.

RL

IL

Purtroppo però il drop-out non aiuta a risolvere il problema della dissipazione. Difatti non è quasi mai possibile ottimizzare la differenza VIN-VOUT in un caso reale, specialmente nelle circostanze molto frequenti in cui sono necessari livelli di tensione diversificati.

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153GLI AMPLIFICATORI

Appendice A: I regolatori di tensione lineari 5Appendice A: I regolatori di tensione lineari 5

Supponiamo di considerare lo schema sotto, dove un sistema necessita differenti tensioni di operazione.

VIN

VR1 VR2 VRn

Se VRMAX è la massima tensione regolata e VDRO è il minimo livello di drop-out del regolatore corrispondente, VIN dovrà necessariamente soddisfare che: VIN ≥ (VRMAX+VDRO).

Perciò il regolatore che fornisce VRMAX sarà in condizioni operative ottimali. Gli altri saranno costretti a disperdere potenza.

Se le correnti in gioco non sono elevate si può spesso tollerare questa situazione.

In caso contrario si ricorre al co-uso di un altro tipo di regolatore: il regolatore switching.

Riassunto proprietà basilari dei regolatori:

• Massima differenza sopportabile tra VIN e VOUT;

• Drop-out;

• Massima corrente erogabile al carico.

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154GLI AMPLIFICATORI

Appendice B: I regolatori di tensione Appendice B: I regolatori di tensione switchingswitching 11

Vediamo prima il principio di funzionamento.

IL

A

CLBVSU

RLSchema semplificato ad anello aperto.

CLBVSU

RL

Chiudendo repentinamente A diamo energia sia al carico che ad L e C. La corrente rimane limitata perchéintegrale della variazione di tensione.

A

CL

VSURL

Chiudendo ora repentinamente B diamo energia sia al carico scaricando L e C. La corrente in L non cambia di segno.

Perciò regolando i tempi di chiusura ed apertura degli interruttori A e B siamo in grado di regolare l’energia fornita, ovvero le tensione ai capi di RL.

IL

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155GLI AMPLIFICATORI

Appendice B: I regolatori di tensione Appendice B: I regolatori di tensione switchingswitching 22

Questo è quello che accade se aggiungiamo al sistema un controllo di regolazione a commutazione:

IL

A

CLBVSU

RL

Reg

Schema

CLBVSU

RL

Quando A è chiuso la corrente passa tutte per l’interruttore. Però la sua impedenza è nulla, o molto piccola, per cui la potenza dissipata è minima: I2RInt. B ha la massima impedenza, ma la corrente che lo attraversa è nulla. Quindi la sua potenza dissipata ètrascurabile

A

CL

VSURL

Quando è B ad essere chiuso ed A aperto si verifica l’inverso. Ancora la potenza dissipata dal sistema composto dai 2 interruttori ètrascurabile.

In questo modo abbiamo il massimo trasferimento di energia al carico. Si possono ottenere rendimenti anche del 90 – 95 %, ovvero una perdita di potenza negli interruttori (che sono dei transistori) dell’ordine del 10 %.

Vediamone i vantaggi:

IL

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156GLI AMPLIFICATORI

Appendice B: I regolatori di tensione Appendice B: I regolatori di tensione switchingswitching 33

Ovviamente ci sono anche degli svantaggi.

A

CLBVSU

RL

Reg

Siccome abbiamo una continua commutazione si ha la presenza di fastidiosi disturbi elettromagnetici che vanno filtrati in molte situazioni.

Switc. Lin.

VIN

VOUT

Per minimizzare i disturbi si usa, ad esempio, la cascata di un regolatore switching con uno lineare.

La tensione di uscita dello switching la si regola in modo che il drop-out del regolatore lineare sia sufficientemente basso.

Facoltà di Fisica di Milano Bicocca Pessina Gianluigi

Corso di Elettronica dei Sistemi Digitali (II Modulo), III Anno Laurea Triennale

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157GLI AMPLIFICATORI

BibliografiaBibliografia

SERGIO FRANCOAMPLIFICATORI OPERAZIONALI E CIRCUITI INTEGRATI ANALOGICIHOEPLI, 2003.

Facoltà di Fisica di Milano Bicocca Pessina Gianluigi

Corso di Elettronica dei Sistemi Digitali (II Modulo), III Anno Laurea Triennale