Odradek 21. Utopia e comunità

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  • 7/29/2019 Odradek 21. Utopia e comunit

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    Utopia e comunit sono le due parole che potrebbero riassumere i problemi emersi questannonel corso dellormai abituale appuntamento con i percorsi di pensiero critico organizzatidallAssociazione Culturale Odradek XXI: Critica e tensioni utopiche in Benjamin, Adorno e Bloch.Lassociazione si occupa da ormai diversi anni di organizzare cicli di lezioni dedicati al pensiero diautori e correnti che possono risultare utili alla comprensione critica del nostro presente. Questanno

    largomento del corso lutopia, un concetto che nel senso comune viene spesso consideratonegativo, foriero di false speranze e anche pericoloso. Lintento dellassociazione era allora quellodi strappare lutopia a questa generica diffidenza, per mostrare che essa, se intesa e pensata intermini critici, necessaria alla vita in comune fra uomini, innanzitutto perch induce a prendereposizione rispetto a quanto avviene, e fa da motore per le istanze di trasformazione (si spera inmeglio) della societ in cui viviamo. Utopia infatti lou-topos, ci che non ha luogo, ci che di l da venire, che deve ancora farsi spazio: dimensione della speranza, sempre in pericolosaoscillazione tra lentusiasmo per il cambiamento e lilludere se stessi che rischia di comprometterlo.Comunit il gruppo di individui che riflette su di s, sulla sua provenienza ed eventualmentesulla direzione che conviene assumere. Parlare di queste due istanze, provare a confrontarle pervedere come si possa declinare la loro relazione stato lobiettivo delliniziativa, che ha visto

    intervenire quattro studiosi, i quali si sono concentrati sulla dimensione utopica nel pensiero di treautori che hanno segnato la storia culturale del secolo appena trascorso: Walter Benjamin, TheodorWiesengrund Adorno ed Ernst Bloch. Il primo incontro stato dedicato a Benjamin (filosofo,saggista, critico letterario scomparso prematuramente a Port Bou nel 1941 mentre tentava disfuggire ai nazisti) con lintervento del prof. Giovanni Gurisatti di Padova. Gurisatti ha volutomettere in luce lattualit del pensare per costellazioni benjaminiano: si tratta, per i saperi, diessere in grado di accettare la sfida della frammentazione del mondo moderno, che si presenta sottoil segno della perdita di unitariet. La costellazione allora la figura di un pensiero che faemergere i nessi tra le cose senza fare loro violenza inglobandole in una interpretazione univoca. Ilpensiero utopico si configura in Benjamin come una continua ricerca di affinit e corrispondenzetra il presente e le immagini del passato, allo scopo di fare apparire la storia in una prospettivadiversa, finalmente dalla parte degli sconfitti di ogni epoca, e aperta al loro riscatto. Il secondoincontro stato tenuto da Mario Farina, giovane ricercatore, che si dedicato al pensiero di

    Theodor Adorno, musicologo, filosofo e sociologo tedesco considerato il principale esponente dellaScuola di Francoforte, il gruppo di intellettuali provenienti da diversi ambiti disciplinari che, riunitoattorno alla figura di Max Horkheimer, continua con la sua teoria critica, a interrogare il presentemodello economico-sociale e le sue conseguenze dal punto di vista della vita degli individui. Farinaha messo in luce come il pensiero di Adorno prenda le mosse dalla domanda intorno alla perdita disenso del moderno, sottolineando come la teoria adorniana sia una teoria negativa, incentratacio sulla impossibilit da parte del sapere di cogliere la totalit dei rapporti sociali ed economiciche incidono in senso determinante sulla vita e sulle scelte dellindividuo, volente o nolente. Ancora

    al pensiero di Adorno stato dedicato il terzo incontro, tenuto dal prof. Giovanni Matteucci,dellUniversit di Bologna, che si soffermato sullestetica adorniana, vero luogo per un spiragliodi speranza nel mondo totalmente amministrato del tardo capitalismo. Lesperienza artisticainfatti, proprio per il suo carattere ineffabile e in-capibile, contiene ancora il rimando segreto aduna dimensione utopica della vita che non si ancora mostrata (e forse non si mostrer mai), macostituisce un debole eppur percettibile richiamo alla speranza. Lultimo incontro, infine, a cura delprof. Mauro Farnesi Camellone dellUniversit di Padova, ha affrontato il pensiero di Ernst Bloch,pensatore marxista nel senso pieno del termine, come mostra il recupero della sentenza marxianasecondo cui: i filosofi fino ad ora hanno interpretato il mondo, adesso si tratta di trasformarlo.Questa frase si presta ad attualizzazione proprio quando sia riguardata con riferimento al presente: possibile una comunit utopica, una comunit, cio che non si limiti a riflettere sulle proprie

    radici ma si rivolga innanzitutto verso lavanti, in direzione della trasformazione, in direzionedella creazione di una societ che non ancora apparsa? Mettere a giorno la scienza dellasperanza, cio una prospettiva utopica che non si nasconda le difficolt oggettive della

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    realizzazione di un progetto di trasformazione della societ significa allora, innanzitutto, praticare,uscendo dallindividualismo imperante, nuovi modi del vivere in comune, nella consapevolezza,per, che la trasformazione deve partire innanzitutto da s, dallagire di ogni giorno.

    Matteo Settura