NUMERO UNICO DICEMBRE 2011 Cari amici e benefattori, · Per tutti oggi, giorno di Natale ci sia nel...
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Il Natale è la festa di Dio che si fa
uomo, ma è anche la festa dell'uomo
che riceve il dono di diventare figlio
di Dio.
Perciò rallegriamoci: non c'è spazio
per la tristezza nel giorno in cui
nasce la vita, una vita che
distrugge la paura della morte e
dona la gioia delle promesse eterne.
Nessuno è escluso da questa
felicità.
Che il Natale sia felice e sereno per tanti giovani che sperano in un lavoro sicuro e stabile per farsi una famiglia come
sognano da tempo; lo sia per quanti sono afflitti da malattie incurabili e vivono la croce dell'estrema sofferenza; lo sia per
gli immigrati che non hanno con sé la famiglia, lasciata in patria e chiedono accoglienza e soluzione ai loro problemi per
poter sperare in un domani migliore; lo sia per gli anziani soli e sofferenti assistiti in casa o nelle strutture di accoglienza; lo
sia per le famiglie che hanno perso una persona cara e sentono forte lo stridore di una festa che sembra aggravare ancora di
più il dolore dell'abbandono e del distacco; lo sia per chiunque è stato oggetto di violenza e di soprusi ed attende giustizia.
Per tutti oggi, giorno di Natale ci sia nel cuore la certezza di poter contare su un fratello, amico e Salvatore, che nasce per
sanare ogni ferita, colmare ogni speranza umana, donare amore.
E' con questo auspicio, cari benefattore ed amici di sempre, che vi auguriamo un
che sia ricco di tanto calore umano, di salute e di serenità per tutti.
intestato a “Villa delle Rose - Opera Santo Longo - Onlus”Via Madonna del Pantano, 3 - 80014 Giugliano (NA)
Opera SANTO LONGO - OnlusCentro di Accoglienza per Disabili
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NUMERO UNICO DICEMBRE 2011
La comunità di “Villa delle Rose”
Santo e Felice Natale
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Villa delle Rose Dicembre 2012
Cari amici e benefattori,
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Tutte le inserzioni pubblicitariedi questo numero sono riferite
a ditte e società che beneficiano
con l'offerta gratuita dei loro prodotti“VILLA DELLE ROSE”
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Il presepe di Villa delle Rose
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dal nostro archivio
E' stato un momento i m p o r t a n t e s u l p i a n o s q u i s i t a m e n t e e t i c o e d un'occasione di crescita spirituale quello vissuto il 15 ottobre durante la visita del nostro amato Vescovo di Aversa Mons. Angelo Spinillo. Da subito Sua Eccellenza ha mostrato un viso aperto e cordiale, ma anche pervaso di grande tenerezza paterna.
D o p o u n a s o s t a n e l l a cappellina, il Vescovo si è i n t r a t t enu to ne l s a lone principale attorniato dagli ospiti della Casa, dal nostro amato Mons. Gi ldo De Michele e da un nutrito gruppo di volontari e fedeli ad ascoltare i l racconto di Antonio che ha tracciato in
breve la storia di Villa delle Rose e del suo fondatore Santo Longo, evidenziando però anche le attuali difficoltà che la Casa sta vivendo.
Il Vescovo ha ascoltato con
attenzione e ha mostrato
g r a n d e c o m p r e n s i o n e
garantendo da subito un
sostegno spirituale e anche
materiale.
Nel salutare la comunità e
nell'impartire una particolare
benedizione a tutti i presenti,
il Reverendissimo Presule ha
promesso altre visite e altri
momenti di condivisione.
Al caro Vescovo facciamo
g i u n g e r e i l n o s t r o
ringraziamento e la promessa
che lo ricorderemo nelle
nostre preghiere al Signore
affinchè non gli faccia mai
mancare la salute e l'energia
per guidare il suo delicato
ufficio.
IL BAZAR COME FORMA DI AUTOFINANZIAMENTO
Tra le varie forme di autofinanziamento a cui spesso la nostra comunità
ricorre è quello della partecipazione ai bazar di beneficenza.
In pratica, capita spesso di ricevere in donazione, oltre agli abiti e ai generi
alimentari, anche oggetti e articoli di modico valore che possono incontrare
l'interesse di collezionisti o amanti dell'usato.
Ecco allora venirci incontro le possibilità di partecipare ai vari mercatini di
beneficenza che ormai si svolgono numerosi in ogni dove. Quest'anno, su
interessamento di Angelika Loli, siamo stati ospiti il 4 e il 5 ottobre nella base Nato di Agnano nel famoso International Bazar (vedi
foto) coadiuvati dalla splendida collaborazione di Tammy e di Paul i quali si sono fatti in quattro
per la buona riuscita dell'impresa che comunque ha dato un risultato incoraggiante.
Qualche settimana dopo siamo stati ospiti, su invito di Piero Vertefeuille, della chiesa anglicana
di Napoli dove abbiamo potuto gustare l'ammirevole ospitalità di Padre Kingsley Joyce e del diretto
organizzatore Michael Rae.
Nei bazar, al di là della vendita, si viene spesso a contatto con altre associazioni, tutte ispirate ai
principi della solidarietà e comunque protese al bene della collettività. Attraverso questo giornalino
facciamo nostra l'occasione per ringraziare coloro che fanno acquisti su questi banchetti della beneficenza ben consci del fatto che
spesso l'acquisto ha il solo scopo di contribuire ad una buona azione.
Realizzati tanti progetti grazie all'antico gioco.
Tra le varie iniziative di autofinanziamento, da qualche anno ha preso sempre più piedi quello di coinvolgere gruppi di persone, fino a 50 alla volta, a recarsi nella nostra Casa allo scopo di giocare a tombola, condividere una cena e insieme divertirsi.
Grazie a questo sono già stati realizzati in passato alcuni progetti che veramente ci stavano a cuore. Con i proventi di quest'anno appena trascorso, abbiamo fatto lavori di manutenzione alla Casa ritinteggiando tutti i locali, ripreso i solai da cui penetrava umidità, rifatto porte e riparato spigoli, alcuni impianti elettrici e tante altre piccole riparazioni.
E tutto questo grazie al vecchio e intramontabile gioco della Tombola. Molti saranno sicuramente d'accordo sul luogo comune secondo il quale la tombola è un gioco noioso, per lo più praticato da adulti nostalgici e perditempo. Onestamente le regole e il meccanismo di questo gioco sono monotoni e gli unici diversivi cui affidarsi rimangono le solite battute dell'antica smorfia.
Un'altra speranza di divertimento si affida alla presenza della compagnia giusta, che sappia instaurare quantomeno un clima sobriamente euforico e l'organizzazione del gioco che richiede esperienza, tempi e pause prestabilite.
E quando parliamo di organizzazione parliamo di Giovanni Guerra, capogruppo dei Laici Comboniani dell'Agro Aversano collaborato da solerti volontari, mattatore instancabile, il quale, come dote naturale, è sempre pronto e sollecito nel cogliere le occasioni giuste per incrementare il grado di complicità con i presenti.
Egli è il vero protagonista di queste particolari serate, il più pronto ad entrare in sintonia con lo scopo della manifestazione: divertire divertendosi.
Un'altra parte di rilievo l'hanno gli ottimi animatori del Karaoke, senza i quali non sarebbe facile sciogliere le comprensibili reticenze iniziali dei giocatori, impreparati a un coinvolgimento tanto diretto da portarli perfino a ballare e a cantare. E poi non va dimenticato l'impegno disinteressato profuso da tutti coloro che lavorano dietro le quinte (la cucina per intenderci) stimolati dal bisogno di rendersi sempre e comunque utili.
Sempre più spesso, quando il numero delle persone è troppo grande, allora si prendono accordi con il Ristorante “'O mericano” a Trentola (Caserta) di proprietà della famiglia Vassallo, la quale si dimostra sempre disponibile ed accogliente.
Per quanto riguarda il risultato finale, è difficile descrivere la generosità tanto grande con cui i partecipanti rispondono alle nostre chiamate; spesso si superano anche le più rosee aspettative, ma soprattutto si creano occasioni di incontro e di confronto dopo i quali ognuno ne esce con la convinzione di aver partecipato a qualcosa di grande, e comunque di aver aiutato a realizzare un progetto d'amore.
MONS. ANGELO SPINILLOA “VILLA DELLE ROSE”
VISITA DEL VESCOVO
Tombola? Si, grazie!
Bazar Chiesa Anglicana
International Bazar
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Il cuore missionario di Mons. Ermenegildo de Michele
Tratto da “Bonus Miles Christi” Lug. - Sett. 2011
E' con grande gioia che desidero raccontare che grazie a mons. Ermenegildo de Michele, già cappellano militare in
congedo, stiamo realizzando in Colombia il progetto Hogar Padre Arturo D'Onofrio.
Noi missionari della Divina Redenzione, fondati da Padre Arturo D'Onofrio, operiamo in Colombia dal 1970 per aiutare gli
adolescenti e giovani nella promozione umana integrale.
In Medellin abbiamo una piccola cittadella, con ragazzi interni dai 4 ai 18 anni, i quali si preparano assieme ai ragazzi
esterni, frequentando l'asilo, la scuola elementare e
una scuola superiore con formazione tecnica
professionale.
In Bogotà abbiamo un centro specializzato per
giovani disabili vittime della violenza, con venti
laboratori speciali per insegnare arte e mestieri.
Da anni, con la collaborazione straordinaria di mons.
Ermenegildo de Michele, stiamo realizzando un
progetto che vuole dar speranza e futuro a tanti
bambini e giovani abbandonati.
Mons. Gildo, che lavorò per molti anni come
collaboratore di mons. Arrigo Pintonello, quando
questi era rettore del seminario di Salerno e, poi, per
dodici anni nell'Ordinariato militare, fino a quando andò in congedo, per limiti di età, si è lanciato con grande entusiasmo
nel patrocinio di questa bella Opera affinchè si perpetuassero il ricordo e il suffragio di mons. Pintonello che ha sempre
considerato non solo superiore ma amico e benefattore. In questo progetto che si sta realizzando per aiutare tanti
bambini e giovani bisognosi, si pregherà e ricorderà quotidianamente per questi eccezionali benefattori e i loro genitori.
Il luogo di realizzazione del progetto è un terreno di 70.000 metri quadrati nella città di Neiva, che si trova al sud della
capitale, dovi si vive una gran voglia di progresso nonostante la violenza e la coltivazione e produzione di allucinogeni.
La zona periferica della città, è costituita in gran parte di gruppi di profughi e rifugiati politici, che hanno dovuto
abbandonare le zone di origine.
Il vescovo di Neiva, mons. Dario Molina, che conosce bene la comunità dei Missionari della Divina Redenzione, ha invitato
la nostra comunità a collaborare, affidando alle nostre cure la Parrocchia di Nuestra Senora del Carmen e allo stesso
tempo la possibilità di dedicarci a questa fondazione a favore dell'infanzia e gioventù bisognosa.
Il progetto Hogar Padre Arturo D'Onofrio si propone di dare un'effettiva collaborazione alla pace in Colombia, aiutando
tanti ragazzi e giovani, che sono direttamente o indirettamente vittime di ogni tipo di violenza, a superare la propria
situazione di abbandono ed emarginazione con delle effettive possibilità di realizzazione umana e sociale.
Pertanto abbiamo costruito: una cucina, un refettorio, una lavanderia, alcune aule scolastiche, laboratori di
addestramento professionale (per ora panetteria e saldatura), la casa per la comunità religiosa che dirigerà il Centro, una
piantagione di alberi da frutto e ortaggi. Ma vorremmo ancora realizzare un centro sportivo-ricreativo, una chiesa che
per volontà del Vescovo ha già il permesso per diventare un Santuario alla Vergine Consolatrice del Carpinello, un salone
polifunzionale per attività ricreative educative dei
giovani e in generale delle persone del vicinato.
P. Vito Terrin – Superiore Generale
Anche la Comunità di Villa delle Rose si associa a quanto
affermato sulla generosità di Mons. Ermenegildo De
Michele che da anni si prende cura di noi con l'affetto di
un padre tenero e amorevole.
Tante volte abbiamo avuto modo di sperimentare la
vicinanza tangibile e materiale di Mons. Gildo ai nostri
bisogni e necessità e tante volte preghiamo il Buon Dio
affinchè lo conservi al nostro affetto per lunghi anni,
unitamente alla sua famiglia che da sempre rappresenta
per la nostra comunità un punto di riferimento e di
conforto umano e materiale.
restano valori evangelici.
Questa esperienza diventa
contagio e il sussurro dei poveri
diventa grido. L'identità del
volontario si differenzia da
questo modo di essere e di
operare. Il volontario è volonta-
rio sempre, non solo quando è
di turno; è il suo stile di vita, è
volontario con i volontari. Al
termine della giornata, quando
chiude la porta dietro di sé,
tutto quello che ha vissuto,
sentito, condiviso, diventa
preghiera; preghiera di offerta,
di intercessione, di lode e di
benedizione.La storia del volontaria- espressione di partecipazione,
to ha profonde radici che solidarietà e pluralismo, presta “Signore insegnaci a affondano negli ordini religiosi la sua attività in modo persona-
non amare noi stess i ,medioevali o in strutture laiche, le, spontaneo e gratuito..” Il suo a non amare soltanto i nostri,come ad esempio la Misericor- compito è di sollecitare e a non amare soltanto quelli dia, costituita a Firenze nel promuovere un'attenzione che amiamo. Insegnaci a 1240. Già una partecipazione di particolare verso le persone pensare agli altri, ad amare volontari si ebbe dopo il terre- povere ed emarginate. E' in primo luogo quelli che moto di Messina, ma l'evento chiamato ad individuare forme n e s s u n o a m a .più grande e famoso fu quello di partecipazione alla vita Facci soffrire della sofferenza dell'alluvione di Firenze del 4 comunitaria che tenga conto altrui, e non permettere più novembre 1966 quando gli “ dei suoi soggetti deboli e che viviamo felici da soli,angeli del fango “ contribuirono incapaci di stare al passo. e liberaci da noi stessi”.al salvataggio di capolavori, libri In breve il volontariato
(Raoul Follereau)e manoscritti. s'ispira a valori cristiani nei
Il volontariato esiste da quali la solidarietà, la gratuità, il
quando esiste l'uomo, ma da coraggio, la lealtà, la pace, che,
fenomeno nascosto e realtà di pur se nati dal Vangelo, sono E s s e r e v o l o n t a r i è pochi gruppi, oggi si presenta diventati valori civili. La società un'opportunità unica di come un'esperienza consolida- li ha assunti come propri per accostarsi a chi soffre, ta, capillarmente diffusa sul una convivenza serena, mentre scoprire se stessi, vivere la territorio nazionale, ricono- il dono di sé, del proprio tempo, solidarietà, irradiare la sciuta dalle Istituzioni. il sacrificio, la preghiera, la speranza, trasformare la
Per definizione si può croce per amore dell'altro, società.dire che “Il volontariato, come l'accoglienza del povero,
STORIA DEL VOLONTARIATO
La comunità di S. Egidio e la Protezione Civile di Trentola a Villa delle Rose
(foto gildo)
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PER UN CORRETTO RAPPORTO CON LA DISABILITA'
In queste pagine affronteremo il problema in un duplice aspetto, parlando sia delle relazioni fra
persone disabili e persone non disabili, sia del rapporto dello stesso soggetto disabile con la propria
disabilità. Anche la persona disabile ha infatti un rapporto con la disabilità.
Il termine disabilità, a volte viene sostituito da diversa abilità, diversamente abile. E' giusto, ed indica
già uno sviluppo di questo tema: quale rapporto? Il rapporto è alla ricerca del superamento
dell'immagine che blocca, per invece scoprire e valorizzare qualcosa. Ma il tutto si complica se la
scoperta è difficile e se anche realizzandola si tende a non prendere in considerazione la disabilità
banalizzandola e perdendone il senso, nella costruzione della relazione.
LA PERDITA DI AUTONOMIA
L'autonomia può essere intesa come una capacità di fare. Riteniamo che si debba invece parlare, e
agire di conseguenza, con riferimento a una capacità di organizzare. Per questo riteniamo che il
passaggio alla condizione adulta di una persona disabile significhi consegnare le chiavi della propria organizzazione alla stessa persona disabile, in modo
tale che possa coordinare i propri bisogni e le risposte. Anche non sapendo fare una determinata azione, ha la possibilità di organizzare coloro che fanno. E
la necessità è quella che ciò avvenga in maniera tale da non essere un ingombro, da non risultare un peso. Noi abbiamo molti esempi di disabili che hanno
una particolare dote nel chiedere agli altri in modo tale che la stessa richiesta si trasformi da qualcosa da ricevere in qualcosa che viene dato agli altri:
permettono agli altri di avere un guadagno nel rispondere alle loro esigenze.
Vi sono situazioni in cui l'autonomia ha bisogno di una certa organizzazione che può indurre a dipendenza, perché può abituarsi ad avere come sussidio
sempre lo stesso personale e gli stessi aiuti umani. Quello che dobbiamo cercare è, invece, la possibilità di allargare gli aiuti a una rete sociale.
Dobbiamo pensare alla costruzione di una rete sociale che permetta all'autonomia di svilupparsi con maggiori sostegni ottenuti dall'ambiente di vita.
LA CURIOSITA' DELLA GENTE
Il rapporto tra disabili e non disabili è spesso caratterizzato da una curiosità invadente e da una mancanza di attenzione per gli aspetti di privatezza che
sono necessari per la vita di tutti. Se, ad esempio, un disabile, uomo o donna, deve servirsi di un ausilio per la comunicazione, un rischio che può correre è
quello di dovere esibire la comunicazione sempre a tutti coloro che sono presenti, senza potere riservare la stessa unicamente a quelli che ritiene di dovere
prendere come interlocutori confidenziali.L'esibizione alla curiosità è uno dei punti su cui vorremmo richiamare l'attenzione.
NO ALLA COMPASSIONE
Essere oggetto di compassione da parte degli altri in maniera permanente è una perdita di dignità reciproca. L'atteggiamento pietistico nei confronti di
una persona disabile significa pensare sostanzialmente in termini di "poverino" o "poverina", ed è una modalità di rendere l'altro stabilmente inferiore,
subordinato. Fa scattare delle ribellioni o degli adattamenti nocivi ai rapporti. La ricerca di comprensione può essere a volte anche caratterizzata dalla
necessità di vincere la resistenza al dover far ripetere le cosa a un disabile che parla con delle difficoltà a essere capito o capita. A volte succede che chi
ascolta ritiene di non dover chiedere di ripetere, accetta quello che arriva senza capirlo, sorride e non ha capito; e questo è un grave limite che va nell'ordine
della compassione, poco utile se non addirittura dannosa.
Il compianto per l'altro fa sì che l'altro diventi non solo disabile ma soprattutto marginale e, anche non volendolo, soggetto che chiede l'elemosina, povero
alla porta dei ricchi abili.
LA CAPACITA' DI AIUTARE
Aiutare è importante, aiutarsi è più importante. Mantenere aperta una possibilità di reciprocità dell'aiuto significa evitare di trasformare i rapporti in
rigide organizzazioni di aiuto che possono suscitare vittimismo. Se un handicappato, uomo o donna, ha bisogno di essere aiutato negli spostamenti, l'aiuto
va fatto in maniera discreta, senza spettacolarizzare quello che si fa ma cercando di mantenerlo nella dimensione della riservatezza, evitando gesti
clamorosi che possono infastidire, confidenze eccessive che sarebbero legate a una conoscenza e a un'amicizia che non c'è. Prendere una persona quasi in
braccio non è certamente e sicuramente far provare a quella persona un piacere: può essere imbarazzante. Eppure succede che vi siano tante volte
situazioni in cui il civismo venga sostituito nella mente di chi non è invalido, non è disabile, dalla voglia di eroismo: non osservare le regole del civismo ed
essere pronti a portare in braccio l'altro, disabile, per permettergli di raggiungere un certo luogo.
No, non è questo quello che una persona disabile desidera, e non è neanche quello che può far bene alla costruzione di un rapporto utile a tutti.
LA MENOMAZIONE INVISIBILE
A volte abbiamo a che fare con soggetti che hanno delle difficoltà e non sono immediatamente percepiti come disabili; e quindi possono esservi risposte
inadeguate, brusche, impazienti, perché non ci siamo accorti che l'altro, uomo o donna, è - ad esempio - sordo, o sorda, oppure non vede bene, ha delle
difficoltà a mettere a fuoco il foglio su cui sono segnate le spiegazioni per un certo servizio. Noi potremmo dare l'impressione di essere bruschi, impazienti,
duri, e poi, se improvvisamente ci accorgiamo che l'altro ha qualche disabilità, siamo presi da un senso di colpa che può rendere ancora più difficile un
rapporto.
Cosa fare? Parlare, dire con franchezza quello che è accaduto e chiedere scusa; questo a volte serve proprio ad alleggerire una tensione che, molto
probabilmente, è reciproca. E' difficile per chi ha una disabilità invisibile, uomo o donna che sia, immediatamente dire: “Attento tu che mi guardi, tu che mi
ascolti!. Attento, perché sono un o una disabile”. E' difficile: non è proponibile, non è esigibile.
Se nella relazione scatta questa difficoltà si può, molto più facilmente di tante difficili azioni di recupero senza parole, parlare e, chiedendo scusa, riparare.
(a cura di ASPHI Onlus)
VenezianoVia G. Verdi - Giugliano (NA) - Tel. 081.5068132
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In riferimento al Decreto Legge 460/97 – art. 13, sono previste agevolazioni fiscali in favore di coloro che erogano contributi alle ONLUS (Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale).Per l'applicazione di tali agevolazioni chiedete al vostro commercialista di fiducia.
P.S. — Ricordiamo che la “Villa delle Rose” – Opera Santo Longo” è una Onlus regolarmente registrata e riconosciuta.
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