NotizieCesvov n° 1/2 anno 2012

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Progetto Donne e volontariato: vince la voglia di partecipare Obiettivo su: motivazioni e donne al vertice Focus Una ricerca scatta la fotografia n.1/2 anno 2012 notizie cesvov Anno XII - Tariffa Regime Libero (Tab. D) Poste Italiane Spa - sped in A.P. 70% -DCB (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Varese - Autorizzazione Trib. Varese n. 815 del 25.06.2001 -ISSN 1593/344X Parliamo di volontarie notizie cesvov n. 1 2012:Layout 1 18/09/12 12:49 Pagina 1

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Parliamo di Volontarie

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Progetto

Donne e volontariato:vince la voglia di partecipare

Obiettivo su:

motivazionie donne al vertice

Focus

Una ricercascatta la fotografia

n.1/2 anno 2012

notizie cesvov

Anno XII - Tariffa Regime Libero (Tab. D) Poste Italiane Spa - sped in A.P. 70% -DCB (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Varese - Autorizzazione Trib. Varese n. 815 del 25.06.2001 -ISSN 1593/344X

Parliamo di volontarie

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Cesvov. L’altra metà del volontariato

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sommario

Parliamo di volontarie2................................................... di Paola Provenzano

Un mondo di impegno al femminile 4........................................................ di Monica Axinte

Una valigia piena di...6........................................................ di Monica Axinte

Essere curiosi aiuta7................................................... di Paola Provenzano

Se il vertice è in rosa 8.............................................. a cura della redazione

Non è questione di genere9............................................... a cura della redazione

Una fotografia in numeri 10.................................................di Paola Provenzano

Recensioni12..............a cura di Maria E. Altese e Gloria Ricciardi

i partner del progetto 14..............................................a cura della redazione

Dum licet, et spirant flamina,

navis eat

OviDiO, Fast., 4, 18

(Bisogna navigare

quando spira il buon vento)

Il progetto “Parliamo di Volontarie – il contributo delle associazioni femminili della provincia di Varese alla promozione della parità di genere” è realizzato

con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità

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Èun progetto dedicato alle donne e miratoalla promozione della parità di genere,quello promosso dal Cesvov (Centro di

Servizi per il Volontariato della provincia diVarese) e realizzato in partnership con il Labora-torio Multimediale dell’Università degli Studidell’Insubria.

Il progetto “Parliamo di Volontarie – il con-tributo delle associazioni femminili dellaprovincia di Varese alla promozione della

parità di genere”, si è classificato al nonoposto su 200 progetti presentati a livellonazionale, ottenendo così il finanziamento daparte del Dipartimento per le Pari Opportu-nità presso la Presidenza del Consiglio deiMinistri.

Nell’ambito di tale progetto, il Cesvov hamesso a disposizione i fondi per la rea-lizzazione di quattro tirocini formativi

in collaborazione con il Laboratorio Multime-diale di Ateneo, riservati ad altrettante stu-dentesse dei corsi di laurea triennale emagistrale in Scienze della Comunicazionedell’Università degli Studi dell’Insubria.

Il progetto ha avuto unduplice obiettivo. Da unaparte si è voluto favorire

una politica a favore dellepari opportunità di genere,permettendo a studentessemeritevoli di professionaliz-zarsi nel campo della comu-nicazione, specializzandosicome video reporter di unciclo di trasmissioni televi-sive proprio sulla tematicadel “volontariato in rosa”.Dall’altra parte si sono dif-fuse informazioni circa ilcontri buto delle associazionifemminili della provincia diVarese alle politiche per le

pari opportunità, introducendo una riflessioneall’interno del mondo del volontariato sull’ap-porto che le volontarie danno ai servizi.

Iservizi televisivi sono andati (e stanno an-

cora andando) in onda all’interno dellatrasmissione “Obiettivo Volontariato”, curata

dal Cesvov e trasmessa dall’emittente localeLA6. Essi hanno lo scopo di far conoscere leassociazioni femminili che hanno aderito alprogetto ma sono anche state trattate tema -tiche trasversali, quali: la conciliazione deitempi di lavoro, di cura e di volontariato; l’ac-cesso ai ruoli di respon sabilità nelle organiz-zazioni di volontariato; le motivazioni alvolontariato in un’ottica di genere e alcunestorie di eccellenza al femminile.

Questo progetto – dice il presidente delCesvov, Guido Ermolli – vuole essereun contributo realistico per la piena re-

alizzazione dei diritti tra uomini e donne al-l’interno del mondo del volontariato,valorizzando il ruolo che le donne assumonoall’interno dell’associazionismo e il loro ap-porto in termini di volontariato.

di Paola Provenzano

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n. 1/2 settembre 2012

Parliamo di ...volontarie

Un progetto finanziatodal Dipartimento per lePari Opportunità hapuntato l’attenzione sulvolontariato in rosa. IlCesvov e il LaboratorioMultimediale dell’Uni-versità dell’Insubria, incollaborazione con al-cune associazioni fem-minili locali e La6 Tvhanno lavorato con un duplice scopo...

il progetto

...un’esperienza professionalizzante pergiovani studentesse e

una finestra aperta perfar conoscere le asso-ciazioni femminili e leproblematiche da loro

affrontate.

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Parlare delle associazionifemminili, ma non solo: ilprogetto “Parliamo di

volontarie” ha previsto fin dalsuo inizio l’idea di allargare iltiro e comprendere nell’analisianche alcune tematiche cheriguardano più in generale ledonne all’interno del mondodel volontariato. Temi trasver-sali, ma anche storie e testi-monianze, che possano fareda esempio ed aiutare a capirecome le donne si muovono eagiscono all’interno dei soda-lizi. Così sono stati pensati al-cuni temi da svilupparenell’ottica di genere. Come adesempio quello delle moti-vazioni al volontariato nell’ot-tica di genere.

Un’indagine ha invecemesso a confronto leesperienze di volonta-

riato fatte da donne in diversicontesti e in Paesi differenti.Un focus è stato dedicato altema delle donne al vertice edelle loro peculiarità. Tra icapitoli ancora da affrontarec’è quello della conciliazionetra volontariato, lavoro efamiglia.

Aciò si uniscono le testi-monianze di volontarieche raccontano in prima

persona la loro scelta e le dif-ficoltà ma anche le soddis-fazioni vissute sul campo. Unospaccato del volontariato inrosa fatto di voci e volti cheaiutano a capire meglio.

Alcuni dati fotografano la situa-zione all’interno del mondo delvolontariato locale: le donnerappresentano poco più dellametà dei volontari attivi (su10.666 volontari: 5197 sonouomini e 5469 donne), ma nellamaggior parte delle organiz-zazioni di volontariato il rappre-sentante legale è ancora disesso maschile (il 66,2% deipresidenti sono uomini).

L’Albo Regionale delle associazioni, or-ganizzazioni e movimenti delle donne è apertoall’iscrizione dei soggetti operativi sul territoriodella Lombardia purché lo statuto o l’atto costi-tutivo pevedano tra i suoi scopi l’attuazione deiprincipi di parità e pari opportunità tra uomini edonne, nonché la promozione e valorizzazionedella conciliazione femminile nei diversi ambitidella vita sociale ed economica.

Come seguire il progettoTutti i video realizzati, oltre ad essere trasmessi du-rante la normale programmazione di ObiettivoVolontariato, in onda su La6 Tv, sono anche stati in-seriti sul canale Youtube del Cesvov in modo dapoter essere visti da chiunque sia interessato. Il linkdiretto si trova sulla home page del Cesvov.

i numeri delvolontariato in rosa

Focus sulle tematiche trasversali

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notizie cesvov

Ricchezza del nostro Paese è il volontariato, generoso e disponibile com'è.È una rete di solidarietà che costituisce una boccata d'ossigeno

Dacia Maraini

Chi ha aderito al prog-etto:Fidapa (Federazione ita l-iana donne arti profes-sioni affari) Va rese; Banca del tempo Gal-larate; Eos (Centro di as-colto e accompagnamentocontro la violenza) Varese; Andos dell’Insubria (As-sociazione Nazionale Don -ne Operate ai Seno)Varese; L’Albero di Anto-nia Varese;Filo RosaAuser Cardano al Campo. Al progetto collaboranoinoltre l’Ufficio dellaConsigliera di paritàdella Provincia di Varesee l’emittente TV localeLA6.

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Quali sono le motivazioni che spingonouna donna a fare volontariato? Comesi riesce a conciliare gli impegni di

famiglia e lavoro con quelli di tipo sociale?Quali competenze si sviluppano attraversol’attività solidaristica? A queste ed altre do-mande ha rispostoMo-nica Axin te, volon-taria Sve al Cesvov, cheha svolto un’indaginesul volontariato in rosaattraverso la raccoltadi dati e la realiz-zazione di interviste adonne impegnate nelsociale. Il materiale èstato raccolto in unapubblicazione dellaquale proponiamo inqueste due pagine al-cuni estratti cheriguardano in particolare le interviste realiz-zate a donne protagoniste del volontariatoin differenti Paesi.

Come parte del mio progettoSve al Cesvov mi è stato chiestodi realizzare una ricerca del-l’impatto che le donne hannonella nostra società attraversole attività di volontariato.

Ho par-lato conv o l o n -tarie ditutto il mondoper conoscere le loro es-perienze e per capirecome riescano a conciliareil loro impegno nel volon-tariato. Quello che è emerso sonouna serie di stimolanti in-terviste con donne chesono impegnate a fare delloro meglio per cambiare

le cose in cui credono: eliminare la di-seguaglianza sociale, culturale e di genere. Non stupisce che le motivazioni siano diffe-renti tra uomini e donne. Le donne sono con maggiore probabilitàspinte a fare volontariato da un desideriodi aiutare le persone, di aumentare le loro

competenze e di incontrare nuovepersone.

Il loro interesse principaleè quello di avere contattisociali e di aumentare il lorosenso di comunità. Gli uo-

mini, dall’altra parte, sono piùmotivati dal desiderio diutilizzare il loro tempolibero.

Focus

di Monica Axinte

Un mondo di impegnogiocato al femminile

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“Se ciascuno dedicasse parte del suo tempo agli altri, sarebbe sufficiente a creare una eco-nomia parallela in grado di contrastare efficacemente le contraddizioni della nostra società.

Silvia Siliprandi, italiana direttore comunicazione Pwa - (Milano - IT)

“Per le donne fare volontariato è un modo importante per essere occupate, per lavorare con altre donne e cambiare realmente le cose”

Gabriella Civico, inglese direttore del Cev - Centro Europeo del volontariato (Bruxelles - BE)

“Ero interessata alle relazione internazionali. Ero convinta che si debba cominciare ad aiutare le persone che ci sonovicine e che non hanno gli stessi nostri diritti”

Emma Hallencreutz-Fogtmann, svedese volontaria del CePi - Centro per l’Integrazione Positiva (Copenaghen - DK)

”Conciliare gli impegni e la mia vita privata è molto difficile. Ma so che ciò è importante per il mio benessere eper la salvaguardia delle mie relazioni, così sto molto attenta a tutto ciò”

Lorna Prescott, inglese senior development Officer al Centro per il volontariato (Dudley - UK)

“Le mie motivaizioni iniziali? Avevo il forte desiderio di essere utile, di aiutare, di reagire difronte all’ingiustizia”

Paola Garcia, colombiana volontaria e progettista all’associazione Liftconference.com

“Ho iniziato a fare volontariato per mettere a disposizione degli altri le mie capacità.Desidaravo viaggiare, conoscere me stessa e altre culture”

Wendi Boxx, statunitense volontaria dell’associazione per l’educazione Pardada Pardadi (Monaco di Baviera - DE)

“Le mie motivazioni non sono cambiate. Essere volontaria per me significa essere coerente con le mie aspirazioni e principi”

Patrizia Gardella, italiana volontaria di Mondo senza guerre e senza violenza (Milano - IT)

“La mia vita sociale, in parte, è anche la mia vita come volontaria. Ho incontrato personeche valevano molto durante il mio cammino e con loro sono i contatto ancora oggi”

Melanie Ducret, francese volontaria dell’Associazione Liftconference.com (Ginevra - CH)

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Una valigia piena di...

Dalla Romania per nove mesi al Cesvov: ecco cosa significa fare Servizio Volontario Europeo per una ragazza cheracconta cosa si porta a casa dopo questa esperienza: più flessibilità, capacità di adattarsi e tanto altro ancora...

di Monica Axinte

Diario Europeo

Lo scopo dichiarato dello SVE è quellodi far sì che i volontari acquisiscanonuove competenze e che migliorino il

loro sviluppo personale e professionalenonché una maggior educazione. Pensoche nel mio caso lo scopo sia stato com-pletamente raggiunto. Sento di esserecresciuta tantissimo grazie a quest’espe-rienza presso ilCesvov.

La domanda sorge spontanea, cosa ho im-parato? Ad adattarmi – Il periodo iniziale è statomolto difficile perché, volente o nolente,mi sono creata delle aspettative ma le as-pettative non corrispondono alla realtàmettendoti di fronte a molte difficoltà.Sono contenta di come sono riuscita a su-perare i periodi difficili, è proprio vero che“quello che non ti uccide ti fortifica”.

Essere più flessibile – Ci vuole flessibilitàper entrare in una nuova cultura e in unnuovo ambiente di lavoro. Ci vuoleflessibilità per accettare le critiche senzastare sulla difensiva. Ci vuole flessibilità percambiare modo di ragionare.

Comunicare meglio – L’ho detto tante voltee continuerò a dirlo: secondo me gli italianisono dei comunicatori bravissimi. Sono ac-coglienti, parlano col sorriso in volto,sanno fare le domande giuste al momentogiusto, sanno dire delle cose meno pi-acevoli in un modo che non da fastidio. Osservando i miei nuovi amici interagirefra di loro, non è stato difficile notarequanto fosse naturale per loro socializzare. Per una persona come me, provenientedall’Est Europa la differenza è enorme.Penso che questi incontri mi hanno arric-chito tantissimo.

Essere più tollerante – Una delle primecose che si fanno quando si va in un paesenuovo è quella di paragonarlo al proprio.

Così ho fatto anche io.Ora realizzo che questo atteggiamento èlimitativo, a tal punto che non ti lasciaconoscere la nuova cultura. Osservi ilmondo attraverso una lente che ti sei cre-ato con la cultura intrinseca nel tuo DNA,proveniente dal tuo paese. Non so quandoe come, però a un certo punto ho smessodi fare paragoni ed ho capito cosa è la di-versità.Questo è solo una parte di quelloche porto con me dopo aver vissutoquesta esperienza. Un’esperienza poco pi-anificata. Il mio feeling è stato sempre pos-itivo, ancor prima che iniziasse sentivo lasicurezza che mi sarebbe piaciuta e se nonavessi preso la palla al balzo ora, probabil-mente l'avrei lasciata sfuggire per sempre.

Lo SVE offre ai giovani dai 18 ai 30 anniun’esperienza di apprendimento

interculturale in un contesto informale,promuovendone l’integrazione sociale e

la partecipazione attiva.Per maggiori informazioni sullo SVE

è possibile contattare il Cesvov: www.go4europe.it

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Patrizia Gardella ha cominciato a farevolontariato venti anni fa, dopo aver ter-minato gli studi universitari e, da allora,

non ha più smesso. Attulmente è impegnatacon “Mondo senza guerra e senza violenza”,una organizzazione che opera a livello mondi-ale .

Perchè e come ha cominciato a fare volon-tariato? “Quando ho terminato gli studi universitari eho cominciato a lavorare a Milano arrivandodalla Liguria, ho sentito la necessità di cercareun contatto con gruppi di persone che lavora-

vano nei quar -tieri. Erano glianni ‘90 e ho in-contrato l’associ-a z i o n e“c on v e rg en z edelle culture” chelavorava su dial-ogo tra le culturee sul tema dellalotta alla discrim-inazione, met-tendo al centrol’uomo e il ripu-dio della vio-lenza. Hor i c o n o s c i u t otutto ciò come imiei valori e cosìho cominciato la-vorando sia inItalia che all’es-tero e seguendoprogetti in Africa,Spagna, SudAmerica”.

Con il passaredegli anni la suamotivazione alvolontariato ècambiata? Direi che la miamotivazione è ri-masta la stessa.Fare volontariato

per me è un modo per essere coerente con ciòche sono, con le mie aspirazioni personali checoincidono con l’andare verso l’altro. Certo congli anni sono subentrate le esigenze lavorativee famigliari che fanno sì che il tempo sia tirato.Ma mi rendo contoche nella mia vita nonsarebbe potuto man-care tutto ciò.

Quali sono le sfideche il volontariatopone a una donna intermini di concili-azione?Occorre mettere tuttoinsieme e non è facile.Chi ha ruoli di responsa bilità può esserecostretto a lavorare molto in alcuni perio di e iltempo allora diventa davvero poco. Occorreessere organizzati, saper pianificare le proprieattività. Per me, comunque, si riduce tutto a unproblema di tipo organizzativo.

Quali competenze ha sviluppato facendovolontariato? Fare volontariato mi ha insegnato ad averemolto meno giudizi nei confronti degli altri, cirende più umili e curiosi. C’è chi è fortunato esul posto di lavoro vive in ambiti dove vi èmolta varietà culturale e quindi tante oppor-tunità per arricchirsi. Con il volontariato misono resa conto che , passando sopra ipregiudizi e i preconcetti, si è molto vicini aglialtri. Il fatto di agire senza tornaconto fa sì chetutto quello che si fa è fatto con qualità, per-chè lo si fa per scelta e non per costrizione oobbligo. E quello che si decide di fare in modospontaneo lo si fa bene”.

Quale consiglio darebbe a chi non fa ancoravolontariato? Suggerirei di seguire le proprie aspirazioni perscegliere cosa fare. Si possono aver avuto es-perienze forti e si può mettere queste espe-rienze a disposizione degli altri. Magariapprofondire anche le diversità ed arricchire sestessi. Se solo si è un po’ curiosi, il volontari-ato è un ottimo modo per soddisfare questacuriosità”.

L’intervista

Essere curiosi aiutaa donare con energia

Patrizia Gardella è volontaria da20 anni: aderisce a “Mondo senzaguerre e senza violenza”. “Fare volontariato? per me è esserecuriosi e coerenti con i valori che cicontraddistinguono. Non potrei vi-vere in modo diverso...”

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Le donne al vertice di associazioni divolontariato sono ancora poche, in Italiacome in provincia di Varese, ma la situa -

zione è sicuramente cambiata nel corso deglianni ed è destinata a mutare ancora. A dirlosono i dati dai quali emerge che, a livellonazionale, il 66% delle associa zioni sono gui-date da uomini: analoga è la precentuale a li-vello locale, dove le “pre si dentesse” sono circail 33%. Tuttavia il dato numerico fa il paio conun dato di fatto. I volti del volontariato delterritorio sono quelli di donne determinate,prepa rate e decisamente capaci di coinvolgeree promuovere la loro causa. Così ci hanno rac-contato alcuni protagonisti del terzo settore,mettendo anche in evidenza quali possonoessere le cause che frenano l’ascesa delledonne ai vertici delle associazioni. “Gli uomini- dice Camilla Zanzi, presidente di Eos Varese- vivono di più il ruolo dirigenziale. Spesso ledonne prediligono il fare, lo stare in primalinea”.

Un ruolo che risulta più consono forseanche per la natura stessa delle donne.“Le donne ai vertici delle associazioni a

volte mancano - fa eco Lucia Vanelli del CoGeLombardia - perché sono più impegna te inprima linea”. Cosa le frena dall’assumere ruolidi responsabilità? ”Ci sono molti impegni fa-

miliari che impediscono alle donne di ricoprireincarichi di responsabilità”: così dice la presi -dente di Telefono Amico di Bu sto, Maria An-tonietta Ferrario, da 12 anni alla guida delsodalizio.

Tuttavia quando l’altra metà del cielo simette in gioco per assumere posizionidi comando, i risultati non mancano. “Ho

avuto modo di confrontarmi spesso con as-socia zioni guidate da donne - dice GiorgioGaspari, Commissario Fonda zione Cariplo perla provincia di Varese - e devo dire che hotrovato sempre persone piene di energia emolto motivate, con una maggiore capacità dicoinvolgimento e di promozione rispetto aicolleghi uomini”. Peculiarità che fanno sicura-mente bene al mondo del volontariato dovela capacità di coinvolgere è una delle primecarte da giocare per portare avanti la propriacausa . “Sono presidente da tanti anni - diceDaniela Colonna Preti della Polha Varese - edevo dire che, rispetto al passato, sono statisuperati molti pregiudizi e anche i colleghiuomini hanno imparato a lavorare con noi ead apprezzarci per le nostre capacità”.

Per approfondire questo tema si può vedere lapuntata: “III tema trasversale. Donne e ruoli diresponsabilità” sul canale Youtube del Cesvov.

Se il vertice è in rosa

Donne al comando

A colloquio con alcune presidenti di associazioni del territorio che raccontano la loroespereinza tra difficoltà, impedimenti e buone prassi. Ecco come il lato femminile puòportare il suo contributo alla crescita del volontariato.

33%Percentuale delle

donne presidenti di assocazione secondo unaindagine di Fondazione

Volontariato epartecipazione

66,2%Percentuale dei

presidenti uomininelle Odv delVarsesotto

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notizie cesvov

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volontariato? Non èquestione di genere

Motivazioni e attitudini

Il volontariato è una questione di genere? Equali sono le motivazioni che spingono unadonna a dedicarsi agli altri? Lo abbiamo

chiesto alle volontarie di diverse associazionidel nostro territorio per comprendere il loropunto di vista. Quello che emerge è un quadrovariegato, dove però la questione di generenon sembra essere per nulla determinantenella propensione al volontariato. Insomma,fare volontariato affonda le sue radici in un de-siderio comune per gli uomini e per le donnedi dedicare tempo ed energie agli altri.

Afare la differenza è invece spesso la mo-dalità con cui uomini e donne si attivanoe cercano sulzioni o affrontano le situa-

zioni e un differnete approccio al problema.Questo emerge direttamente dalle voci delleprotagoniste intervistate. I dati relativi a Varesedicono che le donne rappresentano una per-centuale rilevante di chi fa volontariato e sonopiù numerose soprattutto nella fascia di etàsotto i 30 anni. Una tendenza che dimostracome, nel periodo più attivo della sua vita (dalpunto di vista della carriera e delle famiglia),per la donna può diventare più difficile trovaretempo da dedicare agli altri e fare del volon-tariato.

Fare le volontarie è, per molte delle donne in-tervistate, una scelta fatta in primo luogo perla volontà di aiutare gli altri, mettendo a di-

sposizione il proprio tempo e le proprie compe-tenze. L’attività di volontariato può nascere anchesolo a seguito di un tirocinio formativo svolto inambito sociale, ma anche dopo altre esperienze divita e lavoro. Per alcune è una scelta fatta da gio-vanissime e internet può essere il canale di con-tatto. Per tutte il volontariato indubbiamente por-ta a una crescita e a una maturazione personale.Avere famiglia e impegni non sempre è comunqueun ostacolo rispetto a una scelta che interrompela routine di tutti i giorni e che fa scoprire un mo-do differente di affrontare i problemi accanto agli

altri.

Ma il volontariato è una questione di ge-nere? A parte un ambito particolare, quel-lo dei centri antiviolenza, c’è accordo sul

fatto che non ci siano peculiarità maschili o fem-minili che portino a fare del volontariato. Per la maggior parte delle donne intervistate, inol-tre, quello che vede le donne impegnate solo in unvolontariato di cura e assistenza è uno stereotipodi genere. La presenza femminile non sarebbe - secondo lamaggior parte - legata a un ruolo di cura che sem-bra essere più calzante per le figure femminili. Le donne nel volontariato hanno saputo guada-gnarsi nel tempo ruoli e mansioni una volta pret-tamente maschili.

Per chi avesse voglia di approfondire si consiglia lapuntata: “Storie di Volontarie. Di madre in figlia”pubblicata sul canale Youtube del Cesvov nella se-zione dedicata al progetto Parliamo di Volontarie.

di Paola Provenzano

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In Italia le persone che si dedicano al volon-tariato sono il 2% della popolazione attiva:distribuite tra oltre 12 mila reltà di volon-

tariato.

La presenza femminile nel corso degli anniè andata progressivamente crescendo pas-sando dal 40,1% del 1995 al 45,6% del

2003, ma la componente maschile è ancoraprevalente anche se in calo (dal 59,9% al54,4%).

Sono questi alcuni numeri contenuti in unaricerca sul volontariato nei paesi europeiche è consultabile on line sul sito della

Commissione Europea dedicato alla cittadi-nanza. Queste cifre fanno sì che il nostro Paesesi collochi nel gruppo di quei Paesi europeicon una minore partecipazione femminile alvolontariato: insieme a noi ci sono Austria, Bel-gio, Danimarca, Germania, Francia, Ungheria,Lussemburgo, Portogallo e Svezia.

Hanno invece percentuali pressochè iden-tiche tra uomini e donne Finlandia, Ir-landa, Polonia e Romania. Sono invece

caratterizzati da una più massiccia presenza didonne la Bulgaria, la Repubblica Ceca e ilRegno Unito. Una ricerca Istat sulla compo-nente femminile del volontariato rivela un’al-tra caratteristica importante: quella per cui ledonne vanno a impegnarsi più spesso nelle as-

sociazioni femminili, in quelle di cura e di edu-cazione. Inoltre la partecipazione femminile, sesi guardano le fasce di età, è più cospicua nellafascia che va dai 14 ai 24 anni e diminuiscecon l’età per tornare a crescere nella fasciaover 55 anni. Un sintomo del fatto che unodegli ostacoli più frequenti alla partecipazionefemminile al volontariato è costituito probabil-mente dalla difficoltà di conciliazione nell’etàin cui la donna è più spesso anche lavoratricee madre, ed il suo carico di impegni si fa pres-sante.

Il dato relativo alle fasce di età è confermatoanche a livello locale: tra tutti i volontari uo-mini, i giovani (fino a 29 anni) pesano il 9,8%

contro il 13,6% tra le donne, più cospicua è lapercentuale di uomini nella fascia di età dai 35ai 54 anni (52% dei volontari attivi contro il45,5% delle donne), mentre le donne tornanoa crescere nelle due fasce di età successivaossia dai 55 anni in su, vale a dire quel mo-mento in cui per la donna il carico di impegnidati da famiglia e lavoro tende a ridursi e silibera quindi del tempo per dedicarsi agli altri.Interessante è anche il dato che riguarda iltitolo di studio: quasi il 40% degli uomini chefanno volontariato hanno un titolo inferiore aldiploma di scuola media superiore contro il36% delle donne, il 46% delle donne ha undiploma di scuola media superiore (contro il41,3% degli uomini) e il 19,2 % degli uomini èinvece laureato (contro il 17,3% delle donne).

Tra le donne che fanno volontariato inoltrela fetta di quelle che hanno una occu-pazione è pari al 44% contro il 55% degli

uomini. Numeri e cifre aiutano a delineare unquadro complesso, ma che è in continuatrasformazione e che fornisce anche un altrointeressante risvolto. L’occupazione femminilenel volontariato - spiega Rossella Locatelli,docente all’Università degli studi dell’Insubria -non solo è prevalente nel senso che tra gli oc-cupati stabili nel volontariato le donne sono lamaggior parte, ma anche in crescita. La signi-ficativa crescita degli occupati nel terzo settoreè dovuta proprio all’occupazione femminile”.

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Una fotografia in numeri

Le statistiche

I dati fanno emergere interessanti riflessioni su percentuali di donne, classi di età e titoli di studio. Nel Varesottoil terzo settore si sta rilevando anche un mercato del lavoro non solo in forte crescita ma anche molto al fem-minile

Quello che

le statistiche

non dicono ?

Nel

volontariato

cresce

l’occupazione

in rosa

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Marina Abramovic. The Artist Is PresentRegia di Matthew Akers. Documentario, anno2012. Durata:99’

Documentario che ritrae una tra le più impor-tanti artiste contemporanee. Interagendo sem-pre con il corpo, il suo, per mettere in crisiconvenzioni, liberando il pensiero. Lei è artetramite il suo corpo. Provocando il pubblico ecercando reazioni in esso attraverso le sue per-formance spingendo il pubblico oltre i proprilimiti mentali, sociali, fisici. A turno il pubblicosi siede di fronte all’artista guardandola eavendo reazioni che loro stessi mai si sareb-bero aspettati. Questo è il vero fine di questaarte di Abramovic: la reazione, fisica e mentale.Questo lavoro è durato dal 14 al 31 maggio2010, presso il MoMa di New York.

(M.E.A.) Beyond the HillsRegia di Cristian Mungiu. Drammatico, anno2012. Durata: 155’

Voichita e Alina, cresciute insieme in un orfa-notrofio, si ritrovano dopo molti anni. Ognunaha preso la propria strada: la prima diventatasuora, trovando dentro sè la fede, la secondaè scappata dalla famiglia adottiva, trasferen-dosi in Germania. Ora dopo anni si ritrovano,dovendo affrontare vecchie e mozioni, paure, erabbie. Una storia piena d’amore soffocatadalle impostazioni sociali, dal ruolo che unadonna deve svolgere e da ciò che deve fare,ma soprattutto da ciò che non deve fare. E’una trama molto complessa, piena di temi pro-fondi, tra cui gli errori commessi durante lavita, convinti di fare il giusto.

(M.E.A.) The HelpRegia di Tate Taylor. Drammatico, anno 2012.Durata: 137’

Anni’ 60, Mississippi una giovane ragazza dinome Skeeter ha il sogno di diventare scrit-trice, dopo la laurea il suo primo impiego èquello di lavorare per una rivista locale. Si

rende conto di essere circondata da razzismo,ingiustizie, e mancanza dei diritti naturali del-l’uomo per tutte le persone di colore. Moltedonne afroamericane lavorano come domes-tiche, lavano, stirano, cucinano ma soprattuttoeducano e crescono i figli dei bianchi. Cosìviene l’idea a Skeeter di raccontare il punto divista di coloro che sono maltrattati, svelando isegreti di quel mondo che sembra in ap-parenza così perfetto, o meglio che i bianchivogliono far apparire come tale. Skeeter iniziacosì a scrivere le storie di varie cameriere, ini-zia così a dar voce alla parte oppressa,costretta per anni al silenzio, al razzismo, al-l’ingiustizia generale a causa del loro colore dipelle. Questo film alterna momenti drammaticicon episodi divertenti.

(M.E.A.) The Queen and I Regia di Nahid Persson Sarvestani. Documen-tario, anno 2008. Durata 90’

Nahid Persson Sarvestani cineasta iraniana, havissuto sulla sua pelle le violenze della rivo-luzione khomeinista, decide di entrate in con-tatto con Farah Diba Pahlavi, ultima imperatricedi Persia fino al 1979 e vedova dello scià Mo-hammad Reza Pahlavi. Tra molte precauzioni eripensamenti la regina consente alla regista dientrare nella sua vita. Attraverso una serie diinterviste, emerge il ritratto di una donna vi-tale, generosa, attiva e solare nonostante abbiapassato momenti cruciali della storia e doloripersonali. Gradualmente le reciproche dif-ferenze ideologiche - una monarchica e unacomunista - lasciano spazio al dialogo, allaconfidenza e alla fiducia. Due donne alla sco-perta l’una dell’altra, entrambe costrette all’e-silio forzato e sofferenti per la lontananza dellaloro amata terra dove sperano un giorno di ri-tornare. Attraverso questo coinvolgente docu-mentario, anche lo spettatore può percepire lacrescita interiore e l’arricchimento degli animidi entrambe le donne grazie al loro incontro.

(G.R.)

Film e libri

Recensioni

A cura di:

Maria Elisa Altese

e Gloria Ricciardi

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notizie cesvov

La donna il lavoro il sogno. Autore: Enrico Grandesso e Carlo ToniatoEditore Egon. Pagine. 150

Questo libro è una raccolta di saggi, riprendele problematiche che le donne hanno dovutoattraversare negli gli anni, e che tutt’ora de-vono affrontare. Si approfondiscono i muta-menti del ruolo dato alla donna all’internodella società, ai cambiamenti di legislazionesulle donne che lavorano. Per poi finire con ildedicare l’attenzione al sogno della donna, invari settori non solo quello lavorativo e fami-liare. Si dedica particolare attenzione a tutto il‘900

(M.E.A.)

Donne, Politica e Istituzioni: varcare lasoglia? Autore: Silvana Serafin e Marina Brollo. Editore Forum edizioni. Pagine. 200

Questo libro cerca di comprendere e analiz-zare il ruolo della donna nel mondo reale, sela parità dei sessi è stata realmente conquis-tata in tutti i settori o solo in alcuni. Com-prendere quali siano gli strumenti per poterrealmente superare i pregiudizi persistenti neiconfronti delle donne. Varcare i limiti che ve-dono le donne solo nel ruolo di madri o delsesso più debole.

(M.E.A.)

Bellezza femminile e verità. Modelli e ruolinella comunicazione sessistaAutore: Judith Tissi Pinnock, Serena GibbiniBallista Editore Fausto Lupetti. Pagine 212

Questo libro vuole approfondire il tema dellacondizione della donna, dandone anche unadimensione storica e concentrando l’atten-zione sia sull’emancipazione positiva che ne-gativa, cioè l’adesione della donna a queicomportamenti che non ne rispettano la di-

gnità. Aderendo quindi a quel ruolo nel qualela donna viene valutata solo per un motivo es-tetico e soprattutto sessuale.Si prova quindi, attraverso questo volume, afar in modo che le donne riconoscano neimessaggi dei mass media, ma anche negli at-teggiamenti degli uomini, quando la propriadignità di donna non viene rispettata.

(M.E.A.)

Cosa ti manca per essere felice?Autore: Simona Atzori, Editore: Mondadori, 2011. Pagine: 192“Spesso i limiti non sono reali, i limiti sono solonegli occhi di chi ci guarda”. Queste sono leparole di Simona Atzori una straordinaria bal-lerina, coreografa e ricercata pittrice che ha sa-puto trasformare i suoi limiti in punto di forza.Simona è nata senza braccia ma fin da piccolaha imparato a usare i piedi come se fosseromani a tutti gli effetti e crescendo ha scelto difare a meno delle protesi, “i miei piedi sonopreziosi, fanno magie, fanno le mani. Chipenserebbe mai di aver bisogno di quattromani?”.L’autrice nella sua biografia non parla quasimai del dolore, delle difficoltà, delle sue paure, tanto che si può solo lontanamente immag-inare quanto possa essere stato com-plessodiventare ciò che è; ma al contrario raccontadel suo sogno, della sua spudorata felicità edemozione nell’aver danzato a fianco diRoberto Bolle, di fronte al Papa Giovanni PaoloII in occasione del Giubileo e alle Pa-ralimpiadidel 2006. “Cosa ti manca per essere felice?”può sembrare una domanda strana per chi ènata senza braccia, ma in realtà vuole farcapire che non servono tante cose per starbene soprattutto quelle materiali, di cui credi-amo di aver tanto bisogno. E’ un libro che si legge senza pause e danzafra ricordi, buffi aneddoti e riflessioni pro-fonde.

(G.R.)

Film e libri

Recensioni

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n. 1/2 settembre 2012

Partner del progetto

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Andos dell’Insubria è il Comitato dell’associazione Nazionale Donne Operate al Seno e svolgeattività di sensibilizzazione e formazione per i volontari; supporto sanitario (con visite seno-logiche gratuite, sedute di psicologia medica e gruppo di auto aiuto) e socializzazione (gite,eventi, riunioni).

per saperne di più: www.andosinsubria.itcontatto: [email protected]

Eos è un Centro di ascolto e di accompagnamento contro la violenza, le molestie sessuali e imaltrattamenti alle donne. L’associazione offre consulenza legale, psicologica e medica,sostiene e aiuta le donne lavorando in rete con le istituzioni e interagendo per la ricerca disoluzioni.

contatto: [email protected]

L’Associazione promuove la diffusione di una cultura di genere, le tematiche legate alla valo -rizzazione dei ruoli della donna in ambito culturale e sociale, acquisendo, tutelando e dif-fondendo documenti per la trasmissione generazionale dei temi fondanti la soggettivitàfemminile. Organizza ricerche, convegni, mostre, dibattiti, corsi di formazione, percorsi didat-tici, momenti di socializzazione e aggregazione.

per saperne di più: www.alberodiantoniavarese.itcontatto: [email protected]

L’Albero di Antonia (Varese)

Andos dell’Insubria (Varese)

Eos centro antiviolenza (Varese)

Fidapa (Varese)Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni e affariè un'associazione che fa parte dellaFederazione Internazionale IFBPW (International Federation of Business and ProfessionalWomen).fra i tanti obiettivi di Fidapa vi è quello di adoperarsi per rimuovere ogni forma didiscriminazione nei confronti delle donne, sia nell'ambito della famiglia che in quello del la-voro.

per saperne di più: www.fidapanordovest.it

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Coloro che sognano di giorno sanno molte cose

che sfuggono a chi sogna soltanto di notte.

(E.A. Poe)

Le Consigliere di Parità provinciali sono una figura istituzionale che ha il compito di rilevaree rimuovere discriminazioni di genere in ambito lavorativo e di promuovere l'uguaglianza trauomini e donne nell'accesso al lavoro, nella formazione e nell'avanzamento di carriera.

per saperne di più: www.provincia.va.it contatto: [email protected]

Centro di ascolto e di accompagnamento contro la violenza ed i maltrattamenti in famigliaverso le donne e i minori. Dispone di un gruppo di volontarie con le competenze necessarieper rendere un adeguato e concreto servizio, disponibili negli orari di ascolto. Offre uno spaziogratuito e di facile accesso a cui le donne possono rivolgersi per una prima domanda di aiutoed un conseguente intervento di sostegno e orientamento.

contatto: [email protected]

Emittente locale particolarmente attenta ai temi del sociale e non solo. Da 5 anni ospita nelsuo palinsesto la trasmissione Obiettivo Volontariato realizzata dal Cesvov per promuovere ilvolontariato e informare il pubblico sulle iniziative messe in atto. Un appuntamento quindi-cinale attualmente della durata di 6 minuti all’interno del quale sono stati inseriti i filmati rea-lizzati nell’ambito del progetto per garantirne ampia diffusione.

per saperne di più: www.La6.tv

Filo Rosa Auser (Cardano al Campo)

Banca del tempo (Gallarate)

Consigliera di Parità della Provincia di Varese

La6 TV

Laboratorio Multimediale UnInsubria Il Laboratorio Multimediale di Ateneo è una “bottega” di apprendimento che forma giovanivideo reporter in grado di seguire la realizzazione dell’intera catena di produzione di un fil-mato, dalla scrittura alla fase di post-produzione, con il montaggio del materiale realizzato finoalla sua codifica per la distribuzione sulla rete internet. Le risorse umane in formazione cheoperano presso il Laboratorio Multimediale provengono dal Corso di Laurea in Scienze dellaComunicazione.

per saperne di più: www.youtube.co/user/LabVAMultimedia

La Banca del Tempo affianca e integra le tradizionali iniziative del volontariato. Il principio re-golatore della Banca del Tempo è lo scambio delle risorse delle persone, attraverso la valo-rizzazione delle potenzialità di ciascuno in uno sforzo di coinvolgimento di tutti gli associatiin una rete di auto-aiuto, partendo dalla constatazione che ci sono categorie di persone contempi inutilizzati e altre che necessitano di tempo supplementare per svolgere le proprie at-tività quotidiane.

per saperne di più: www.bancadeltempo.itcontatto: [email protected]

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Periodico di informazionedel Centro di Serviziper il Volontariato

della provincia di Varese.Anno XII n. 1/2 settembre 2012

Direttore responsabile

Guido Ermolli

Redazione

Paola [email protected] Pavanello

Hanno collaboratoMonica Axinte

Maria Elisa Altese Gloria Ricciardi

Redazione amministrazione

Via Brambilla 15, 21100 Varese

Tel. 0332/293001 Fax 0332/293020

http://www.cesvov.ite-mail: [email protected]

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Tecnografica - Varese

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Il Volontariato è come...

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