NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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Dassault Systèmes sul cloud con la Versione 6 INFORMAZIONE E APPROFONDIMENTI DEI MERCATI: ICT, AUTOMAZIONE, ELETTRONICA, ENERGIA MAGAZINE New SImpresa Anno 1 Settembre 2011 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita - N. 3/2011 Produrre senza fili PDM/PLM i tecnici nel Cloud Dal PLC al PAC

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La testata di NewSImpresa dedicata alle PMI, con approfondimenti nel settore Automazione, Elettronica, Meccatronica, HMI_Scada, ICT, PLM, CAD3D.

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Dassault Systèmes sul cloud con la Versione 6

INFORMAZIONE E APPROFONDIMENTI DEI MERCATI: ICT, AUTOMAZIONE, ELETTRONICA, ENERGIA

MAGAZINE

ystèmes

MAGAZINEMAGAZINEMAGAZINE

NewSImpresa Anno 1 Settembre 2011 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita - N. 3/2011

Produrre senza fili

PDM/PLMi tecnici nel Cloud

Dal PLC al PAC

PDM/PLMi tecnici nel Cloud

Produrre senza fili

Dal PLC al PAC

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Condividete informazioni in tempo reale in tutta sicurezza tra gli impianti di

produzione e il più ampio contesto aziendale. Mettendo a disposizione del personale

dell’organizzazione utili informazioni in tempo reale e in formati comprensibili,

i produttori possono sfruttare la convergenza delle reti per migliorare notevolmente l’agilità aziendale

e creare opportunità per ulteriori innovazioni. Rockwell Automation e il suo partner Cisco hanno

sviluppato soluzioni che consentono di raggiungere risultati straordinari basandosi sul protocollo

Ethernet standard non modificato.

Guardate gli straordinari risultati all’indirizzo: www.emea.rockwellautomation.com/ethernetip/amz

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EDITOREPentaconsulting SrlPiazza Caiazzo, 2 20124 MilanoTel. 02 92958990 - fax 02 700595960

REDAZIONEDirettore ResponsabileMassimo [email protected]

Direttore TecnicoValerio [email protected]

Uffi cio Traffi coArianna [email protected]

Art DirectorIvan [email protected]

StampaC&M print s.a.s.Via Sardegna, 13 - 20060 Vignate (MI)

Autorizzazione del Tribunale di Milano n.493 del 7/10/2009

SOMMARIONumero 3 - settembre 2011

Advantech EuropeTel. +39 02 [email protected] Autodesk SrlTel. +39 02 [email protected] Dassault Systèmes Italia SrlTel. +39 02 [email protected] HMS Industrial Networks SrlTel. +39 039 [email protected] National Instruments Italy SrlTel. +39 02 [email protected] Prisma TECH SrlTel. +39 02 [email protected] Parametric Tech. Italia SrlTel. +39 039 [email protected] Rockwell Automation SrlTel. +39 02 [email protected] Rule Designer - Engineering PLM Solutions SrlTel. +39 [email protected] Schneider Electric S.p.A.Tel. + 39 035 [email protected] Siemens S.p.A.Tel. +39 02 2436 [email protected] Siemens Industry Software SrlTel. +39 02 210 [email protected]

INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO

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EdiTToriale

ICT-PLM SPECIALE PDMPDM-PLM: il sistema informativo tecnico nellʼera del Cloud Computing

AUTOMAZIONE Produrre senza fi li

Quando il PLC non basta più, cʼè il…PAC

INTERVISTEArchitettura PLM 2.0 e soluzioni per grandi aziende e PMI

Advantech reinterpreta i PAC

Sviluppare la presenza nelle PMI e consolidare il successo ottenuto presso i grandi clienti HMS Industrial Networks: raccolta dati e gestione siti da remoto con Netbiter

National Instruments amplia la piattaforma NI Wireless Sensor Network

Cloud, green & lean, tris dʼassi per vincere la sfi da della competizione

Il PLM (e non solo) al tempo del Cloud

Le comunicazioni wireless nellʼindustria secondo Schneider Electric

Da Siemens la gamma Scalance W

Rockwell Automation e la piattaforma Integrated Architecture

STORIE DI SUCCESSO3D e PDM, la dolce vita

Mammut Sports Group AG mette sotto controllo lʼabbigliamento

NEWS DALLE AZIENDE: PAGG. 19 - 48

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Edi oriale

C’era una volta un prodotto

– prettamente meccani-

co - frutto dell’intuizione e

dell’inventiva di un tecni-

co/imprenditore illumina-

to, grazie al quale alcune

aziende italiane si sono

conquistate una posizio-

ne di rilievo nel mercato

domestico, ma anche in

quello internazionale. Sembra l’inizio canonico di una fiaba, che

dopo una serie di traversie ci porta ad un lieto fine… Purtroppo,

o per fortuna, non è così: la situazione è seria al di là, al di sopra

- aggiungerei a prescindere - dalla situazione di crisi strutturale

permanente in cui ci si trova ad operare.

Per fare fronte alle esigenze di mercato, da qualche tempo si

sono diffusi i cosiddetti Smartproduct, prodotti caratterizzati

da funzionalità non realizzabili/non configurabili operando nel

solo dominio dell’ingegneria meccanica; si è reso necessario,

quindi, un intervento dapprima sull’elettronica e poi sul softwa-

re/firmware in una sorta di continuum a più mani, in cui diversi

specialisti hanno dovuto interagire in un ambiente collaborativo

integrato in grado di massimizzare il singolo apporto. Certo, in

più di un caso si è dovuto accettare – magari, da parte di qual-

cuno, ingoiando un boccone amaro - che il nuovo prodotto

fosse sviluppato in collaborazione con ‘elementi esterni all’azien-

da’, ma anche facendo partecipare, o meglio compartecipare,

altre professionalità -assolutamente necessarie alla realizzazione

di un prodotto di successo – che, nel tempo, hanno raggiunto

una valenza eguale, se non superiore, a quella espressa dalla

compagine meccanica. Una situazione che ha creato e crea

tuttora dei conflitti (di potere? Ma quale potere se la posta in

gioco è la permanenza sul mercato?).Un fatto confermato al re-

cente SPS di Parma, laddove più di un progettista elettronico mi

ha rivelato che sostanzialmente non esiste un dialogo efficace

in termini di condivisione (sopratutto nella fase di ideazione del

prodotto) con la progettazione meccanica, anzi, spesso gli uffici

tecnici sono 2 e ben distinti, con evidenti e provate ripercussioni

su costi, tempi e probabilità di successo dei prodotti sviluppati.

Il problema – sia chiaro - è solo in parte tecnologico; a questa

componente, infatti, applicando il principio di Pareto (80/20)

al massimo va assegnato un 20%, poiché è innegabile che

i prodotti applicativi di ausilio alla progettazione (CAD), alla

simulazione, verifica e test (CAE) e alla gestione dei dati di

prodotto (PDM) pensati e sviluppati in ambito meccanico non

gestiscono con lo stesso livello di integrazioni e di funzionalità

la parte elettronica e quelle del software/firmware. Anche in

questo caso il motivo è che gli sviluppatori di software operano

in un ambiente non integrato che, molto probabilmente, soffre

delle stesse problematiche dei due Uffici tecnici distinti. Ma la

tecnologia riesce a colmare eventuali lacune funzionali in tempi

fattorialmente minori e sopratutto ragionevoli rispetto al percorso

richiesto all’ incremento diffuso di una diversa e più aperta cul-

tura d’azienda. Muovere le risorse umane necessita di percorsi,

di decisioni, ma anche del contributo personale (una volta si

diceva ‘metterci del proprio’) da parte di tutti, nessuno escluso.

Proprio dai produttori di tecnologie e soluzioni vengono le prime

risposte: alcuni produttori di software CAE (per esempio Comsol)

forniscono simulazioni multifisiche che interagiscono con i modelli

Cad meccanici, e un produttore di riferimento come National

Instruments, in agosto, ha donato la propria suite labVIEWal

Dipartimento di Meccanica del Massachusetts Institute of Tech-

nology (MIT) affinché possa essere utilizzata, per i prossimi 5 anni,

nei corsi di meccatronica, robotica, manufacturing etc.; nel

contempo, si possano condurre attività di ricerca in nuove aree

quali la robotica e il precision motion control. Un’azione tesa

anche ad avvicinare, fin dal periodo degli studi, i due lati dello

stesso mondo (lo Smartproduct). In conclusione, la necessità

di un’integrazione culturale/organizzativa/tecnica sta sotto gli

occhi di tutti, ma pochi ne hanno compreso il reale impatto

sulla capacità di offrire prodotti di interesse in tempi corretti ad

un costo accettabile dal mercato di riferimento di ogni singola

azienda. In estrema sintesi la posta in gioco è la capacità di

continuare a competere; per cogliere l’opportunità è necessario

infrangere qualche barriera e, forse, fare un passo indietro (ma è

proprio tale?). Un tema organizzativo e culturale legato all’aper-

tura mentale sia del management, sia dei collaboratori e, non

ultimo, a quella delle posizioni apicali, proprietari inclusi.

Ma un ruolo importante – lo abbiamo visto - lo possono giocare

anche i fornitori: chissà forse investire in cultura d’azienda e di

mercato, potrebbe rivelarsi, nel lungo periodo, proficuo rispetto

alla guerra del prezzo…

Buon mercato a tutti

Massimo Fucci

Smart Product, un’oPPortunità Per migliorare organizzazione, PoSizionamento e caPacità di comPetere

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www.advantech.com

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Di Massimo Fucci

I n un momento in cui le aziende manifatturiere hanno

compreso che per abbattere i costi nascosti è necessa-

ria una revisione ed integrazione di tutti i processi e delle

applicazioni che afferiscono al ciclo di vita dei prodotti,

le colonne del sistema informativo tecnico ora possono

utilizzare le nuove architetture informatiche basate sul

cloud computing.

Le aziende manifatturiere, per meglio competere, si sono

organizzate secondo il modello della fi liera estesa, una modalità

operativa in cui le soluzioni IT orientate alla gestione dei dati di

prodotto (PDM) assumono un’importanza di assoluto rilievo; per

questa ragione domanda e offerta si trovano a fronteggiare ri-

chieste crescenti di funzionalità, fi nalizzate all’integrazione e alla

collaborazione tra processi e persone, con un unico obiettivo:

immettere sul mercato prodotti di qualità a costi contenuti.

In un contesto guidato dalla globalizzazione, la capacità di

competere induce (anzi, obbliga) le aziende che intendono

continuare a competere con successo a rivedere, ottimizzare e

innovare i processi aziendali.

Il modello dell’azienda estesa ha portato, ad oggi, a terziarizza-

re oltre il 50% delle componenti di prodotto fi nito e, entro il 2015,

il fenomeno è destinato a crescere d’importanza raggiungendo

l’80%. In parallelo, il numero totale dei subfornitori diminuirà del

50% rispetto al numero attuale, poiché si replicherà il modello

produttivo lungo tutta la fi liera defi nendo i subfornitori di riferi-

mento delle diverse sottoparti che saranno assemblate nel grup-

po funzionale da consegnare all’azienda capo-commessa.

Questo approccio al mercato necessita, in primis, di una visione

strategica da parte delle Aziende che sovrintendono all’inte-

ro processo e, poi, di una capacità organizzativa in grado di

coordinare effi cacemente le diverse attività interne/esterne e,

soprattutto, dirigere la loro integrazione, in modo tale da assicu-

rare il corretto ‘time to market’ e la qualità del prodotto.

Per operare con effi cacia ed effi cienza nel contesto testé defi -

nito, l’utilizzo di applicazioni IT in grado di gestire i ‘dati prodotto’

nelle diverse fasi (sviluppo, produzione, commercializzazione e

manutenzione nel tempo) riveste un’importanza fondamentale,

senza la quale non è realizzabile la cosiddetta ‘governance’ del

PDM/PLM: il sistema informativo tecnico nell’era del CLOUD COMPUTING

ICT - PLM Speciale PDM

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Stai al paSSo. Guarda come l’ultima gamma autodesk®

per la progettazione e la produzione di prodotti può aiutarti a creare e distribuire un lavoro assolutamente innovativo.

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Autodesk is registered trademarks or trademarks of Autodesk, Inc., and/or its subsidiaries and/or affiliates in the USA and/or other countries. All other brand names, product names, or trademarks belong to their respective holders. Autodesk reserves the right to alter product and services offerings, and specifications and pricing at anytime without notice, and is not responsible for typographical or graphical errors that may appear in this document. © 2011 Autodesk, Inc. All rights reserved.

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processo di sviluppo dei prodotti.

L’utilizzo di tecnologie e soluzioni IT nell’ambito dell’industria ma-

nifatturiera è ormai consolidato ed è frutto dell’evoluzione delle

esigenze dettate dai cambiamenti introdotti dalla domanda al

proprio modo di operare.

Le diverse soluzioni rivolte alla gestione del ciclo di sviluppo pro-

dotto, nate in un’ottica client-server, e l’infrastruttura IT di sup-

porto, sfruttano oggi le potenzialità di internet e, vista la natura

delle informazioni trattate, nonché la distribuzione dei processi e

delle risorse umane coinvolte, sembrano essere pronte a opera-

re nelle nuove architetture di CLOUD Computing.

Certo, attualmente i major non hanno ancora un’offerta che

sposi appieno questa architettura, anche se, nel tempo, ci

si dovrà adeguare. Anche gli utenti tecnici oppongono una

certa resistenza al CLOUD: dove sono i dati?Quanto sono sicuri?

Quali sono i tempi di accesso? Queste alcune delle domande

che si incontrano spesso. Tutti limiti riconducibili a due aspetti:

la sicurezza e le tecnologie di interazione, due elementi che si

muovono alla velocità della luce e che, col tempo, non rappre-

senteranno certo un problema.

In quest’ottica l’offerta è in fermento: finita (almeno sembra) la

stagione delle acquisizioni tra i protagonisti, si è passati all’ar-

ricchimento funzionale e architetturale delle soluzioni per cui si

continua a mettere mano al portafoglio per acquisire aziende

con applicazioni innovative (alcune sono delle start up) ma di

nicchia, al fine di arricchire ogni singolo portafoglio di offerta.

Uno sguardo più approfondito vede la presenza dei fornitori

storici di applicazioni del mercato CAD a cui si affiancano

fornitori di nicchia, sia nazionale che internazionale, anche se

lo scenario vedrà il sorgere di fornitori di architetture cloud, che

potranno specializzarsi nella gestione di soluzioni collaborative

rivolte al PLM.

Tutti i player provenienti dal CAD puntano all’integrazione.

In particolare, Dassault Systèmes ha sviluppato un’offerta com-

pleta sviluppata per supportare un’ampia gamma di processi

produttivi e gestionali di grandi Aziende e PMI.

La soluzione Enovia V6 introduce la tecnologia PLM 2.0, l’am-

biente collaborativo online che coinvolge nel ciclo di vita del

prodotto tutti i ruoli che ruotano attorno al ciclo di sviluppo del

ICT - PLM Speciale PDM

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prodotto: creatori, collaboratori e consumatori.

“La nostra soluzione – sottolinea Gianluca Gonella Amministra-tore Delegato Dassault Systèmes Italia (www.3ds.com/it) - è

articolata su quattro settori di attività aziendale per consentire la

gestione più effi ciente di ciascuna area: governance, approvvi-

gionamenti globali, gestione del ciclo di vita IP e collaborazione

unifi cata in tempo reale”.

La soluzione dedicata alla governance offre funzionalità che

supportano le aziende nel lancio di nuovi prodotti a livello

mondiale nel pieno rispetto dei tempi e dei budget prefi ssati. In

particolare vengono affrontate le seguenti tematiche: gestione

delle specifi che di prodotto, confi gurazioni di prodotto a catalo-

go, gestione e sviluppo del programma di lancio di un prodotto

e gestione della Business Intelligence a supporto delle decisioni.

La soluzione di Global Sourcing permette alle aziende di ottimiz-

zare l’uso della Supply chain in tutte le singole fasi del processo

di sviluppo prodotto. Fanno parte della soluzione le funzionalità

rivolte alla creazione e gestione del network dei sub-fornitori,

compreso il monitoraggio delle loro performance.

La soluzione di IP Lifecycle Management intende eliminare i costi

relativi ad eventuali errori generati in fase di sviluppo prodotto,

mediante l’utilizzo di funzionalità che rendono più semplice la

verifi ca funzionale sotto diversi aspetti, la pianifi cazione della

realizzazione del prodotto e la simulazione delle performance

relative. Le funzionalità di collaborazione unifi cate in tempo rea-

le consentono alle aziende di applicare e monitorare i processi

PLM predefi niti su tutta la realtà estesa con la quale si trovano

ad operare.

“Per quanto concerne le architetture di cloud computing – con-

clude Gonella - Dassault Systèmes ha iniziato di recente una

collaborazione con Amazon, affi nché la Versione 6 sia fruibile

dalle aziende nell’ambiente CLOUD di Amazon denominato

AWS (Amazon Web Services)”.

Windchill è la soluzione PLM di PTC sviluppata fi n dal principio

per essere utilizzata in un ambiente di progettazione distribuito

basato su Internet; offre tutte le funzionalità necessarie per otti-

mizzare i processi e i relativi Workfl ow, nonché per formalizzare

metodologie di gestione, qualità, quali Six Sigma, pianifi cazione

avanzata della qualità dei prodotti (APQP) e ISO 9000.

Windchill fornisce la possibilità critica di defi nire, implementare e

gestire regole fl essibili di controllo di accesso, basate su più livelli

di protezione, come utente, prodotto e fi le.

ICT - PLM Speciale PDM

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La nuova versione punta sull’integrazione di Teamcen-ter nei normali strumenti e processi di lavoro, su nuovi applicativi PLM, su nuove soluzioni per settori specifici, sull’estendibilità della piattaforma SOA e sul supporto delle tecnologie di IBM. Un percorso che facilita l’elimi-nazione dei costi nascosti e l’integrazione tra processi e persone. Teamcenter 8 di Siemens PLM Software è stato sviluppato per fornire una maggior produttività individua-le, una più efficace soluzione per specifici mercati verti-cali e, non ultimo, una maggiore produttività dell’infra-struttura IT.

Produttività individuale

Teamcenter 8 offre una rinnovata interfaccia che vede la presenza di una nuova barra di strumenti Microsoft Office sviluppata ad hoc al fine di agevolare l’interazio-ne con i dati di prodotto direttamente da Word, Excel, Outlook e PowerPoint. Inoltre, è in grado di inserire in Outlook una ‘lista di attività Teamcenter’ che permette di gestire scadenze, flussi di lavoro e assegnazione delle modifiche.A tutto ciò si aggiunge l’integrazione diretta con alcune applicazioni ECAD/EDA, quali:Mentor Graphics, Caden-ce, Intercept e Altium. All’interno di questi applicativi gli utenti possono operare su file nativi ed eseguire opera-zioni di check-in e check-out, oltre che accedere a libre-rie di componenti, generare distinte base di componenti elettrici e condividere dati di produzi one e assemblag-gio. Per l’interazione con gli altri strumenti ECAD/EDA, è presente un nuovo gateway dotato sia di un’interfaccia utente a menù, sia di file di configurazione personalizza-bili, al fine di consentire un buon livello di integrazione.

Soluzioni Per mercati verticali

Teamcenter 8 rende disponibile una soluzione denomina-

ta ‘Gestione di formule, packaging e marchi’, rivolta alle aziende dell’industria di processo e a quelle nel settore dei beni di consumo non durevoli (CPG). Alcune funzio-nalità consentono di eliminare le incoerenze di branding, migliorando, di fatto, la comunicazione del marchio. An-che la gestione del processo di packaging viene facilita-ta dalla presenza di funzionalità specifiche che consen-tono la tracciabilità e la visibilità di tutte le informazioni necessarie alla realizzazione finale.

Produttività dell’infraStruttura itTeamcenter 8 incrementa la produttività dei sistemi IT mediante la disponibilità di Platform Extensibility Servi-ces, una serie di servizi che permettono di configurare e personalizzare in brevissimo tempo Teamcenter 8, al fine di consentire una più facile integrazione diretta con altri applicativi aziendali.Grazie alla flessibilità dell’architettura SOA (Service Orien-ted Architecture) a quattro livelli, Teamcenter può essere implementato nelle PMI con la stessa efficacia delle gran-di aziende. Per garantire questa flessibilità, Teamcenter supporta un’ampia gamma di ambienti IT. Per i clienti IBM viene fornita una personalizzazione specifica già precon-figurata con IBM DB2 Information Manager e WebSphere Application Server ed è garantito il supporto di Tivoli Stora-ge Manager, Tivoli Access Manager e Rational ClearCase di IBM. Infine Teamcenter Mobility è una App che consen-te l’accesso istantaneo a tutte le informazioni di prodot-to gestite dal software Teamcenter. Attraverso questa nuova app, inizialmente disponibile sul dispositivo iPad di Apple, le aziende possono interagire in modalità sicura con i dati di prodotto e i flussi di lavoro, accessibili ad ogni singolo operatore in qualsiasi momento e luogo, a condizione di essere connessi.Per Maggiori Informazioni: http://www.siemens.it/plm

ICT - PLM

TeaMCenTer 8, La ConferMa dI una LeadershIP ConsoLIdaTa

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“Una linea logica lega tutte le nostre scelte strategiche – ci spie-

ga Carmelo Cinardi, Channel Business Development Director di

PTC (www.ptc.com) - la strutturazione dei processi e dei dati a

cui si accede con adeguato livello di permessi, si sposa appieno

con il concetto del ruolo introdotto dalla nostra soluzione Creo.

Inoltre, la possibilità di monitorare e gestire visivamente i processi

di workflow consente ai responsabili di azienda di ri-assegnare le

attività per bilanciare i carichi di lavoro”.

Va altresì sottolineato che con Creo ogni ruolo che contribuisce

allo sviluppo prodotto avrà a disposizione un set di funzionalità

dedicate perfettamente integrate con Windchill 10.

Parte integrante della soluzione Autodesk per il Digital Protot-yping, la famiglia Autodesk Vault di software per la gestione

sovrintende tutti i dati di progettazione digitale, consente di

archiviare e gestire i dati in tutta sicurezza in una posizione

centralizzata, aiutando i team a creare, condividere e riutilizzare

velocemente le informazioni di prototipazione digitale.

“Vault Workgroup, Vault Collaboration e Vault Professional i tre

pilastri della nostra offerta Vault – afferma Tanya Piersimoni, Country & Enterprise Marketing Executive – Italy di Autodesk

(www.autodesk.it), migliorano la produttività con funzioni studia-

te per aiutare gli utenti a monitorare, reperire e organizzare ve-

locemente i dati. In particolare gli strumenti per l’organizzazione

dei dati consentono di controllare l’indicizzazione e l’accesso

tra diversi tipi di file, facilitando la condivisione e le ricerche

basate su gruppi di proprietà”.

Una soluzione PDM/PLM efficace implica una gestione digitale

dell’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’ideazione all’ob-

solescenza. L’obiettivo è di generare valore, sia all’interno

dell’azienda, sia verso il mercato. “In quest’ottica – afferma

Gian Luca Sacco - Direttore Marketing Sud Europa

di Siemens Industry Software (www.siemens.it/plm) - Siemens ha sviluppato un portafoglio

ICT - PLM ICT - PLM Speciale PDM

EventImpresa e Politecnico di Milano presentano:

Cloud Computing e Engineering: oggi e domani25 Ottobre 2011

Politecnico di Milano, Via La Masa 34

In un momento in cui tecnologie ed architetture a supporto

delle applicazioni IT sono caratterizzate da tendenze che por-

tano ad esternalizzare dati e capacità elaborativa, nascono

alcune riflessioni in merito a opportunità/rischi, in merito a se,

e come, queste tendenze possano portare un beneficio agli

ambienti applicativi dedicati ciclo di sviluppo dei prodotti.

Negli uffici tecnici delle industrie manifatturiere anche su ri-

chiesta da parte del settore informatico ci si sta operando per

comprendere quale sia il significato delle nuove sigle nonché

gli effettivi contenuti e benefici in merito al Cloud Computing.

Da quanto si legge in rete e da conversazioni con alcuni

responsabili dell’ufficio tecnico, la confusione in merito è

ancora a livelli elevati. E’ quindi necessario fare il punto della

situazione affinché l’eventuale scelta aziendale vada nella

giusta direzione.

Un incontro in cui esperti di infrastruttura IT (Mind Mercatis)

delle problematiche legate al ciclo sviluppo prodotto (Ing.Cu-

gini) insieme ai protagonisti dell’offerta CAD-PDM-PLM faran-

no, insieme ai convenuti, il punto della situazione dello stato

dell’arte del Cloud Computing rispetto alle soluzioni dedicate

al ciclo di sviluppo prodotto, in maniera tale da definire gli

elementi che debbono essere presi in considerazione per arri-

vare ad una scelta efficace per la propria organizzazione.

Un evento unico , in un contesto in cui confrontarsi e verificare

le proprie esigenze e le soluzioni possibili mediante un dialogo

tra differenti esperienze e conoscenze.

Per Ulteriori Informazioni e per la scheda di iscrizione all’even-

to vistate il sito:

www.newsimpresa.it nella sezione EventImpresa

EventImpresa® è un’iniziativa realizzata grazie all’apporto

degli Associati ClubImprese

(Autodesk - Dassault Systèmes - Negroni Key Engineering -

Pentaconsulting - Siemens Industry Software - SofTech )

Media Partner: www.NewSImpresa.it

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Il PLM differente.Modularità e integrazione. Architettura innovativa. Semplicità d’uso. Veloce messa in opera.

Un ambiente distribuito, integrato e collaborativo accessibile agli utenti ovunque e su qualsiasi dispositivo.

Un nuovo differente modo di concepire l’azienda. Quella estesa.

RuleDesigner è già oggi una soluzione mod-erna e completa che contribuisce a ridurre la complessità e a migliorare la produttività organizzativa. Un ampio ventaglio di funzi-onalità per la gestione e l’automazione dei processi aziendali lungo il ciclo di vita del prodotto, fin dalla sua concezione.

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Quale successo può ottenere una soluzione nata dal-la fervida mente di Jim Heppelman, guru, CEO di PTC e membro del comitato consultivo esecutivo na-zionale di FIRST (For Inspiration and Recognition of Science and Technology) e, non ultimo, ingegnere meccanico specializzato nella progettazione CAD? Ot-timo, visto che si è sviluppata negli anni e ora è per-fettamente integrata con la linea di prodotti Creo. Alcune intuizioni ‘anticipatrici’ hanno come risvol-to pratico la possibilità di fare esperienza in am-bienti innovativi e, quindi, di inoculare e diffonde-re il necessario strato culturale per poter crescere. Windchill è stato sviluppato fin dal principio per esse-re utilizzato in un ambiente di progettazione distribuito basato su Internet; offre tutte le funzionalità necessarie per gestire con efficacia i team di sviluppo prodotto, ot-timizzandone i processi e i relativi Workflow. Inoltre, con-tribuisce a formalizzare metodologie di gestione qualità essenziali, quali Six Sigma, pianificazione avanzata della qualità dei prodotti (APQP) e ISO 9000. Avendo a dispo-sizione un potente editor grafico, i workflow vengono definiti facilmente e, all’avvio di un workflow, le attività sono automaticamente distribuite ai partecipanti inter-ni ed esterni. Per poter gestire nel tempo il processo di evoluzione delle informazioni, ciascuna fase di sviluppo all’interno della vita di una parte, di un componente o di un altro contenuto ad essa relativo, può essere definita

all’interno di Windchill, insieme alle condizioni di transizio-ne che devono essere soddisfatte per poter procedere alla fase successiva. Tali transizioni vengono verificate automaticamente dai processi di workflow associati con le fasi del ciclo di vita e le regole predefinite. Windchill fornisce un approccio sistematico per configurare, ge-stire e riutilizzare le strutture di prodotto e associarle al contenuto specifico (calcolo, file CAD ecc), consenten-do di utilizzare il livello di granularità e la strutturazione dei dati in funzione delle esigenze di ogni singola realtà. Windchill, infatti, consente sia di creare diverse viste di configurazione e di definire i criteri per parti serializzate, per parti alternative e per quelle sostitutive, sia di definire e gestire regole flessibili di controllo di accesso, basate su più livelli di protezione, quali: utente, prodotto, file, ecc. Windchill MPMLink consente di risolvere le proble-matiche che i progettisti e gli ingegneri di produzione affrontano quotidianamente per garantire che piani di processo, distinte base di produzione (mBOM) e istruzio-ni di lavorazione riflettano accuratamente il modello di progettazione corrente e che le decisioni di progettazio-ne tengano conto delle best practice di produzione. Le nuove potenti funzionalità di configurazione, convalida e controllo delle strutture di prodotto e delle informazioni di supporto ai servizi nonché l’integrazione con la suite dei prodotti CREO e con il concetto di ruolo, fanno sì che Windchill 10.0, ad oggi, sia la release di Windchill più importante nella storia di PTC.

ICT - PLM

WIndChILL, IL vorTICe a suPPorTo degLI aMbIenTI CoLLaboraTIvI

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Intervistati in questo speciale

Gianluca Gonella Amministratore Delegato Dassault Systèmes Italia

Carmelo CinardiChannel Business Development Director

di PTC

Gian Luca SaccoDirettore Marketing

Sud Europa di Siemens Industry

Software

Dante Cislaghi General Manager

di SofTech

ICT - PLM ICT - PLM Speciale PDM

di soluzioni PLM che, per le caratteristiche di estrema flessibili-

tà, scalabilità e apertura, è stato realizzato per rispondere alle

diverse esigenze delle imprese indipendentemente dalle loro

dimensioni”.

L’offerta Siemens Industry Software è incentrata su Teamcenter, che, ad oggi, rappresenta il ‘sistema nervoso’ per la gestione e

la distribuzione dei dati di prodotto più diffuso al mondo.

In particolare, a supporto della produttività individuale, nella

versione 8, tra le diverse migliorie è stata introdotta una nuova

barra di strumenti Microsoft Office sviluppata ad hoc al fine di age-

volare l’interazione con i dati di prodotto direttamente da Word,

Excel, PowerPoint e Outlook, nel quale ora è gestibile una ‘lista di

attività Teamcenter’ che permette di assegnare scadenze, flussi di

lavoro e assegnazione delle modifiche. Anche le PMI - finalmen-

te - richiedono di poter applicare le metodiche del PLM per poter

organizzare al meglio il processo di sviluppo prodotto, mantenendo

però un occhio di riguardo sulle peculiarità che la caratterizzano.

Difatti, per competere oggi sono richieste le stesse performance

delle realtà più grandi, poiché le regole del mercato nella propo-

sta del prodotto sono le stesse per tutti e l’aspettativa del cliente è

fondamentalmente quella di trovare una maggiore attenzione da

parte di coloro che hanno fatto dell’approccio personalizzato al

mercato la propria forza competitiva.

“In quest’atteggiamento troviamo il perfetto allineamento con

la nostra strategia PLM, - afferma Dante Cislaghi General Mana-ger di Softech (www.softech.com) - che si basa sulla necessità di

minimizzare la resistenza al cambiamento per poter raggiungere

l’obiettivo di condurre in porto, con successo, l’implementazione di

un progetto PLM aumentandone l’accettabilità. La nostra soluzione

infatti perviene già con un ambiente e una metodica di lavoro im-

postata, che permette una rapida implementazione attraverso una

fase di configurazione della soluzione, seguita poi da un affinamen-

to effettuato attraverso la personalizzazione dell’implementazione”.

In particolare SofTech ha operato affinché anche nelle PMI vi fosse

la possibilità di passare dalla gestione delle semplici BOM (Bill Of

Material) alla gestione delle BOI (Bill Of Information). Un’estensione

delle canoniche ‘distinte’, ancora gestite, ma arricchite dal contri-

buto di tutte le informazioni aziendali sul prodotto. Nel corso di que-

sti anni a valle dell’esperienza maturata, si è compresa l’importanza

della resistenza al cambiamento che insiste in tutte le implementa-

zioni PLM. Parte di questa passa attraverso l’usabilità della soluzione

per cui molte aziende stanno lavorando nella direzione di unifor-

mare tutti gli strumenti a disposizione dell’utente sia nell’interfaccia

client-server che in quella del WEB Client del prodotto. Questa

consistenza operativa permetterà all’utente di disporre di tutte le

funzioni del PLM in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, anche

attraverso i supporti ‘mobile’ del momento (Tablet, IPAD, Iphone).

Applicazioni, ambienti e architetture non solo sono pronti, ma

continuano nel loro percorso di miglioramento. Anche i valori eco-

nomici richiesti sono oramai alla portata delle aziende, persino delle

PMI. Non rimane che intraprendere la strada dell’interazione e della

collaborazione, magari nel CLOUD!

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Page 16: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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Produrre senza fili

Di Valerio Alessandroni

Le reti wireless stanno prendendo piede in ambito

industriale perché intrinsecamente scalabili e

modulari: eliminano la necessità di effettuare co-

stosi cablaggi ogni qualvolta si desideri installare

nuovi apparecchi, sensori, trasduttori o unità di

controllo, o semplicemente spostarli.

Le connessioni wireless devono soddisfare i re-

quisiti specifici degli ambienti industriali, come la

robustezza nei confronti del rumore e delle interferenze elettro-

magnetiche, la sicurezza e la comunicazione in tempo reale

di informazioni sullo stato degli apparecchi connessi e spesso

anche di contenuti multimediali come voce e video.

La tecnologia wireless non rappresenta una semplice alternati-

va al cavo, ma mette a disposizione una serie di utili applicazio-

ni prima impossibili da implementare. Esistono diverse soluzioni

per l’implementazione di reti wireless industriali, che fanno uso

di specifici segmenti dello spettro RF e operano in diversi modi

(punto a punto o ‘peer-to-peer’, punto-multipunto o mesh) e

secondo diversi schemi di trasmissione; esse offrono prestazioni

molto eterogenee in termini di throughput, di raggio d’azione

di consumi e di sicurezza. Nell’automazione di processo, le reti

wireless permettono di acquisire in maniera semplice ed eco-

nomica innumerevoli variabili, assicurando un elevato livello di

conoscenza dell’impianto, con notevoli vantaggi dal punto di

vista gestionale dello stesso. Esse possono quindi rappresentare

un’alternativa economica e affidabile alle reti cablate.

Un esempio concretoCon le sue unità KR 20, Panasonic

(www.panasonic-electric-works.it) offre un esempio concreto

di comunicazione wireless nell’industria. Il dispositivo implemen-

ta comunicazioni ad elevata velocità, assicurando un facile

cablaggio e una rapida installazione. La trasmissione radio

interessa la banda dei 2,4 GHz e può coprire un range massimo

di 250 m outdoor e di 50 m indoor. E’ possibile incrementare il

raggio d’azione della trasmissione utilizzando il KR20 alla stregua

di un repeater per un numero massimo di 8 stazioni abbinabili

(anche in questo caso il KR20 può essere collegato a disposi-

tivi di campo). L’unità ben si adatta alla comunicazione dei

dati ad alta velocità grazie alla trasmissione che avviene a

134kbps. Oltre alla tradizionale porta seriale RS232, il dispositivo

rende disponibile o un’ulteriore porta di comunicazione RS485,

ampliando notevolmente le potenzialità per il collegamento

a svariati dispositivi quali PLC, terminali per il controllo della

temperatura, dispositivi per il controllo energetico, ecc., o 16 I/O

remotati, consentendo l’acquisizione e la trasmissione immedia-

ta di segnali provenienti dal campo. KR20 supporta i protocolli

Modbus Ascii e RTU, Mewtool e GT general purpose; consente la

comunicazione 1:N (1 master e N=99 slave). L’unità può essere

settata indifferentemente sia come master sia come slave; ad

ogni unità slave sono collegabili sino a 31 dispostivi di campo

per un massimo di 254 dispositivi. Il software di configurazione

del prodotto, Configurator KR, gratuito e di immediato utilizzo,

permette di impostare KR20 come unità slave o come unità

master, di eseguire operazioni di backup delle configurazioni

precedentemente definite e di impostare le specifiche di rou-

ting per la trasmissione dei dati, sia dai dispositivi slave all’unità

master sia dal dispositivo di campo all’unità slave (qualora la

comunicazione sia wireless). Tale prodotto è particolarmente

idoneo a soluzioni di telecontrollo/monitoraggio wireless in una

rete locale, arricchendo ulteriormente le soluzioni Panasonic per

telecontrollo già disponibili (modulo FP Web Server con modem

analogico o Gprs) sia locale che remoto, sia cablato che wire-

less, via Internet, VPN e Gprs.

ApplicAzioni indoor e oUtdoorUn altro esempio è rappresentato dalla gamma di prodotti

Scalance W, offerta dalla Divisione Industry Automation di

I vantaggi delle reti wireless rispetto alle reti cablate sono numerosi: mobilità dei terminali, minori costi di cablaggio, massima flessibilità nel caso di modifiche strutturali, facilità di installazione e accesso, scala-bilità, copertura anche nel caso di ostacoli, robustezza e così via. La diffusione della tecnologia wireless in campo industriale è stata rallentata dal timore che la comunicazione fosse influenzata dalle condizioni ambientali severe in cui molti impianti funzionano. Oggi questi problemi sono stati completamente risolti e gli esempi d’uso delle reti ‘senza fili’ si moltiplicano giorno per giorno.

Con le sue unità KR 20, Panasonic offre un esempio concreto

di comunicazione wireless nell’industria

automazione reti Wireless il Punto

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Siemens (www.siemens.it). Essa è costituita da access point,

moduli client, antenne ed accessori conformi agli standard IEEE

802.11b/g, a/h, ed è particolarmente adatta per applicazioni

industriali. Tutti gli Scalance W hanno un’alimentazione ridonda-

ta (eventualmente anche con Power-Over-Ethernet).

Gli access point sono disponibili in tre famiglie di prodotto. In

particolare, gli Scalance W788 con grado di protezione IP65

sono pensati per applicazioni indoor. Gli Scalance W786 IP65,

insensibili ai raggi UV ed agli spruzzi d’acqua salata, sono par-

ticolarmente adatti alle applicazioni outdoor (aree pubbliche,

porti, sistemi di logistica). Gli Scalance W784 IP30, con design

compatto, consentono l’utilizzo all’interno del quadro elettrico o

direttamente a bordo macchina.

Gli access point sono disponibili con 1, 2 o 3 interfacce Wi-Fi

integrate, in versione standard o con funzionalità Roaming

Rapido, per la trasmissione deterministica dei dati in applicazioni

con bus di campo real time. I moduli client sono disponibili in

due famiglie di prodotto per applicazioni indoor, o per l’utilizzo

all’interno del quadro elettrico. I moduli client sono ideali per

connettere qualunque dispositivo mobile dotato di singola porta

Ethernet, o con un numero massimo di 8 nodi Ethernet, a una

Wlan industriale. Un altro aspetto importante è quello legato

alla sicurezza dei dati. Tutti i prodotti della famiglia Scalance W

supportano gli standard più recenti, quali WEP, WPA con AES e

TKIP, EAP-TLS e filtraggio MAC.

prodotti per ogni esigenzAMolti altri prodotti completano il quadro dell’offerta wireless.

Ad esempio, la linea di prodotti industriali wireless ORing di Elsist

(www.elsist.it) comprende access point e router che supportano

lo standard IEEE 802.11. Tra i prodotti fornibili wireless industriali,

IP-67 ed EN50155, Access Point wireless a lungo raggio, con

supporto per lo standard IEE 802.11 e modi operativi AP/bridge/

repeater/AP-client/client. La linea di prodotti Industrial Wireless

di Phoenix Contact (www.phoenixcontact.it) offre soluzioni di

comunicazione via radio dall’efficienza elevata.

Il programma Interface Wireless si concentra sul-

la trasmissione senza fili di dati analogici, digitali

e seriali. Per il proprio assortimento di prodotti

wireless, Phoenix Contact mette a disposizione

gli accessori necessari per l’utilizzo indoor e ou-

tdoor. Grazie ai sistemi solari è possibile rilevare

ad esempio sensori remoti indipendentemente

dalla rete elettrica.

Con un´esperienza riconosciuta in protocolli e

wireless per l´automazione industriale, ProSoft

Technology (www.prosoft-technology.com/

Italy) è specializzata in comunicazioni wireless

industriali, porte con protocollo di interfaccia

stand-alone, e in moduli per applicazioni in-rack

per i PLC. Negli ultimi 20 anni il range di prodotti

di ProSoft Technology si è ampliato fino ad arri-

vare a oltre 400 prodotti e attualmente supporta

più di 60 protocolli industriali. I marchi di ProSoft

Technology sono: inRAx (per Rockwell Automa-

tion) e ProTalk (per Schneider Electric) per la

comunicazione e/o i moduli per applicazioni nei

rack PLC, ProLinx per le porte industriali e Radio-

Linx per le radio industriali.

Il sistema di trasmissione WIS di Pepperl+Fuchs

(www.pepperl-fuchs.it) opera in modo intelligen-

te ed efficiente. Esso opera secondo il principio

automazione reti Wireless il Punto

La gamma di prodotti Scalance W, offerta dalla Divisione Industry Automation di Siemens, è

costituita da access point, moduli client, antenne ed accessori

RAD-ISM-900-EN-BD di Phoenix Contact è un transceiver radio industriale

che porta dati Ethernet o seriali su reti basate su IP

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Page 18: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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dell’accoppiamento induttivo ed è composto da una parte

elettronica primaria e secondaria. Per il trasferimento dell’ener-

gia viene creato un campo induttivo alternato sul lato primario.

Quando il circuito secondario entra in questo campo, viene in-

dotta tensione tramite feedback negativo e questo porta al trasfe-

rimento di energia. Tale energia è sufficiente per rendere operativi

sensori induttivi, ottici o ad ultrasuoni direttamente su componenti

macchina in movimento. Gli stati di segnale dei sensori vengono

trasferiti al lato primario mediante impulsi di trasmissione individuali

rendendoli così disponibili per il sistema di controllo.

Più grande è la macchina, più utile risulta il nuovo volantino

radio HR 550 FS di Heidenhain (www.heidenhain.it), in quanto

l’operatore può posizionarsi in prossimità dell’utensile e avere

perfettamente sotto controllo il processo in qualsiasi momento.

L’acronimo ‘FS’ sta per Functional Safety (sicurezza funzionale)

e il volantino è pertanto conforme a questi nuovi requisiti di

sicurezza. Gli altri consueti elementi di sicurezza, quali tasto di

arresto d’emergenza e tasti di consenso, sono presenti anch’essi

sul volantino HR 550 FS, come pure i tasti degli assi evidenziati

mediante colore e il display a sei righe, che segnala importati

stati macchina e, oltre a informazioni generali, anche l’intensi-

tà del segnale radio. E se ci si allontana troppo? Con il chiaro

allarme a vibrazione l’allontanamento viene segnalato in tempo

utile. Endress+Hauser (www.it.endress.com) propone invece una

soluzione basata su Wireless Hart. Tale protocollo è la naturale

estensione di uno standard ormai consolidato: il protocollo Hart.

Wireless Hart è perfettamente compatibile con i dispositivi Hart

e 4... 20 mA. L’adattatore Wireless Hart di Endress+Hauser è stato

sottoposto a diverse prove in campo. In un impianto chimico, in

particolare, sono stati associati diversi adattatori a misuratori di

pressione, temperatura e livello. Gli adattatori sono stati utilizzati

sia con strumenti Endress+Hauser sia con dispositivi di altre parti.

Oltre all’interoperabilità dei dispositivi, oggetto delle prove in

campo è stato quello di testare la stabilità meccanica e opera-

tiva della batteria in condizioni industriali, come l’esposizione a

vibrazioni meccaniche causate da pompe, motori, ecc.; l’espo-

sizione agli agenti atmosferici; l’installazione in prossimità dei

punti di misura in cui è bloccato l’accesso diretto al gateway a

causa di pareti in cemento o acciaio; infine, il posizionamento

dell’adattatore alla massima distanza di separazione possibile

(200 m). Grazie alla rete auto-organizzante, tutti i dispositivi di

campo sono stati operativi in meno di due ore. Il gateway è

stato collegato all’host locale via Ethernet. FieldCare è stato uti-

lizzato per configurare i dispositivi di campo e l’adattatore così

come per la diagnostica. I valori misurati sono stati monitorati ed

archiviati con il software di supervisione Endress+Hauser P View.

Da segnalare, infine, due nuovi modelli di PDA ELF Datalogic

Mobile (www.mobile.datalogic.com) con sistema operativo

Microsoft Windows CE 6.0. La versione di ELF con Windows CE

6.0 consentirà a molti clienti che finora hanno basato le loro so-

luzioni sui PDA della serie Datalogic J Series o Datalogic Pegaso

di beneficiare della massima adattabilità applicativa.

ELF di Datalogic Mobile è stato progettato e costruito con la

tecnologia e robustezza necessarie per soddisfare tutti i requisiti

delle applicazioni tipiche di automazione delle flotte, tentata

vendita, prelievo e consegna merce, retail e logistica e così via.

Il caso del telecontrolloIl telecontrollo e l’accesso remoto per la gestione di macchine

e infrastrutture dislocate in varie parti del mondo costituiscono

una necessità sempre maggiore. EFA Automazione (www.efa.

it) risponde a tale necessità offrendo tecnologie e soluzioni per

l’interconnessione sicura via Internet, che superano il preceden-

te collegamento via modem rimanendo tuttavia alla portata

di tutti. Negli ultimi anni EFA Automazione ha proposto con suc-

cesso la piattaforma eWON Talk2M (Talk to Machines). Il servizio

Internet di eWON fornisce all’utente la possibilità di interagire

con gli impianti remoti attraverso un tunnel di comunicazione

sicuro a banda larga che non richiede modifiche all’infra-

struttura o alle impostazioni di sicurezza esistenti. Talk2M offre

diverse soluzioni di accesso. Utilizzando la connessione della rete

Ethernet LAN presente è possibile rendere la macchina remota

accessibile da Internet in maniera facile, economica e stabile.

Una seconda opzione è il collegamento attraverso rete mobile,

che richiede solo una SIM standard. In questo caso il sistema,

connesso via modem Gprs/Edge o Umts/Hspa, può essere

attivato da remoto grazie a un SMS. La connessione via Adsl al

server Talk2M avviene invece tramite router, rendendo il disposi-

tivo remoto accessibile via Internet. Questa soluzione permette

di semplificare estremamente la configurazione e la gestione

dell’intero sistema, nascondendone le complessità informatiche

e rendendolo di facile utilizzo anche per i non addetti ai lavori.

Talk2M è in grado di gestire traffico IP oltre al traffico seriale, tipi-

co dei PLC: funzione importante in un contesto in cui è sempre

più frequente installare sull’impianto dispositivi già abilitati al

traffico Ethernet. Inoltre, eWON si serve di numerosi protocolli di

automazione Reti WiReless il Punto

Weidmuller ha introdotto la prima soluzione ‘Wireless in a Box’ completa

per il mercato industriale

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Page 19: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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comunicazione utilizzati nell’automazione.

Con questa soluzione, EFA ha dimostrato come sia possibile

raggiungere l’obiettivo di ‘far parlare le macchine’. Tutti i settori

industriali ove ci siano macchine e/o impianto, presidiati e non,

hanno come base la comunicazione industriale e la necessità

dell’integrazione fino a livello della supervisione, analisi dei dati

e reportistica. In ambito macchine/impianti la comunicazione

remota, sia wired, sia wireless viene sempre più richiesta per

l’ottimizzazione degli impianti e più in generale per il service o la

diagnostica preventiva. Mentre, in ambito utility, energia, acqua

e gas, e infrastrutture, oltre alla normale richiesta di supervisione o

monitoraggio delle installazioni, diventa sempre più importante il

risparmio energetico. In tutti questi casi, la comunicazione remota

facile e sicura sono la base di qualsiasi soluzione e business.

lA sicUrezzAMa una rete wireless è migliore o peggiore di una rete cablata?

Difficile dirlo: le due tecnologie sono molto diverse fra loro. Esiste

una pletora di tecnologie wireless adatte a una varietà di utenti.

E’ per ogni applicazione? No. Ma, per molti, il wireless può es-

sere più flessibile, versatile e conveniente delle reti cablate. Tut-

tavia, questioni relative a sicurezza, affidabilità e capacità del

wireless continuano ad impedire agli utenti finali più conservatori

di coglierne i benefici. Come possono essere superate?

La sicurezza è il primo argomento che viene sollevato quando si

discute del wireless in una rete di stabilimento e la decisione di

applicarlo spesso non viene presa in modo isolato. Gli ingegneri

vogliono assicurare una produzione senza interruzioni e che

siano prese misure di sicurezza per proteggere le loro apparec-

chiature di processo e di lavorazione. Gli informatici vogliono

garantire che i sistemi applicati nello stabilimento coesistano

senza problemi con le reti nel resto dell’organizzazione e che

nulla comprometta la sicurezza delle informazioni aziendali.

Benché differenti, le preoccupazioni dell’ingegnere e dell’infor-

matico sono molto importanti.

Oggi, i sistemi wireless industriali offrono meccanismi di sicurezza

che permettono di risolvere i problemi di entrambi. Tuttavia,

non sempre è dato adeguato rilievo al riconoscimento delle

capacità esistenti nei dispositivi di rete wireless e al loro utilizzo

per il miglioramento delle operazioni. Per evitare che qualcuno

interpreti i propri dati con cattive intenzioni, si possono utilizzare

tecniche crittografiche. Il filtraggio e la forte autenticazione

ammettono sulla rete solo i dispositivi autorizzati.

Quindi non bisogna considerare la discussione sulla sicurezza di

una rete di stabilimento come una discussione nella quale gli

ingegneri e gli informatici hanno interessi concorrenti. Al contra-

rio, ciascuno ha le proprie competenze: gli ingegneri hanno una

maggiore esperienza sull’affidabilità 24/7 e sul ruolo che gioca

l’affidabilità quando si installano reti di automazione; gli informa-

tici hanno invece maggiore competenza sulla coesistenza di più

sistemi e sulla gestione della rete.

Oggi, con gli standard disponibili, un sistema wireless piena-

mente dotato può bloccare la rete con sicurezza e soddisfare

i requisiti aziendali. A volte, tuttavia, ciò implica il superamento

degli schemi tradizionali.

conclUsioneIl mercato è estremamente attento e ricettivo. Le potenzialità

della tecnologia wireless sono chiaramente percepite, in termini

di aumento della disponibilità dell’impianto e del processo, a

fronte di una riduzione dei costi di sviluppo e mantenimento

delle reti strumentali. Dopo le prime fasi di test in campo, che

hanno dato risultati molto positivi e concreti, si sta passando ora

alla fase di consolidamento, diffusione e sviluppo ulteriore.

In campo industriale le reti wireless hanno trovato dei punti fermi

che ne hanno decretato il successo. Ad esempio, la possibilità

di comunicare con punti non facilmente accessibili (centri di

controllo o raccolta dati distribuiti sul territorio e non presidiati,

reti di sensori wireless e così via), la facilità di configurazione e

riconfigurazione dell’architettura e l’immediata scalabilità nel

caso di ampliamenti dell’impianto. Nello stesso tempo, i nuovi

protocolli mostrano quelle caratteristiche di robustezza, affida-

bilità, sicurezza e velocità a cui le reti cablate ci hanno abitua-

to. Fattori, questi, che aprono enormi prospettive di sviluppo,

perché molte delle reti esistenti verranno riprogettate su base

wireless e molte nuove reti utilizzeranno fin dall’inizio questa

tecnologia.

automazione reti Wireless il Punto

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Da PePPerl+Fuchs alimentatori trasmettitori sil 3

nuovi moDuli Di i/o Per il sistema smartWire-Dt Di eaton

cresce la gamma Di telecamere aD alta risoluzione Di image s

la nuova serie iX Panel tXa Di Beijer electronics

Pepperl+Fuchs ha ampliato la propria gamma

di alimentatori trasmettitori appartenenti

ad entrambe le serie K e H per includere

ciascuna due moduli addizionali progettati

per applicazioni a sicurezza intrinseca fino

a SIL3 secondo EN61508. Il vantaggio di tali

alimentatori è che per costruire un circuito

di segnale a sicurezza intrinseca secondo SIL

3, è necessario un singolo trasmettitore. In

precedenza, per ottenere un livello di sicurezza

SIL 3, era possibile solo usando due ingressi

separati, che dovevano essere monitorati

entrambi per motivi di ridondanza. Anche le

funzioni diagnostiche interne sono segnalate

attraverso una singola uscita e un LED rosso.

Un vantaggio addizionale dei nuovi moduli

è che gli intervalli di test prescritti possono

essere estesi per applicazioni SIL 2.

I nuovi alimentatori trasmettitori

monocanale KCD2-STC-Ex.1ES e KFD2-

STC4-Ex1.ES hanno una larghezza di soli

12,5 e 20 mm rispettivamente ed offrono

un segnale d’uscita attivo e passivo a

4… 20 mA, oltre a 1… 5 V per il livello di

controllo. Inoltre essi completano inoltre la

Serie K che comprende circa 150 diversi

moduli isolatori e condizionatori di segnali

a sicurezza intrinseca. Assemblati per

montaggio su guida DIN (35 mm) con

‘power rail’, i dispositivi sono in grado di

fornire informazioni sulla diagnostica interna

usando un singolo segnale di guasto.

Eaton Settore Elettrico,

uno dei principali

produttori di componenti

e sistemi per l’ingegneria

elettrica e l’automazione,

offre nuovi moduli

d’ingresso/uscita per il

sistema di comunicazione

SmartWire-DT. Alla gamma

di moduli digitali sono stati

aggiunti un modulo d’ingresso a 4 canali con connessione a 3 fili

e alimentatore a prova di corto circuito integrato e un modulo

d’uscita a 8 canali (8 *24Vc.c. e 0,5A).

Il settore elettrico di Eaton è specializzato in prodotti e servizi di

distribuzione della potenza, qualità della potenza, controllo e

automazione industriale. Le linee globali di prodotti elettrici Eaton,

inclusi Cutler-Hammer, Moeller, Powerware, Holec, MEM, Santak

e MGE Office Protection Systems, offrono soluzioni PowerChain

Management guidate dal cliente per rispondere alle esigenze di

sistemi di potenza dei mercati data center, industriali, istituzionali,

governative, di utility, commerciali, residenziali ed OEM di tutto il

mondo.

Image S, specializzata nella fornitura

di componenti per Image Processing

destinati a diversi mercati (industriale,

medicale e scientifico), ha annunciato

due nuove telecamere industriali JAI

con CCD a 8 megapixel.

Le telecamere, denominate AM-800CL

(versione monocromatica) e AB-800CL

(versione a colori), montano entrambe il

sensore quad-tap KAI-08050 di Kodak, capace di risoluzioni piene

da 3296 x 2472 pixel a 17 fps nei formati monocromatici o a colori

con matrice Bayer. L’interfaccia digitale standard Camera Link

supporta immagini a 8 bit, 10 bit o 12 bit. Il modello AB-800CL può

inoltre effettuare l’interpolazione interna del colore, producendo

un’uscita RGB 24 bit a 8,5 fps.

“Con l’introduzione di queste telecamere, JAI consolida

ulteriormente la sua leadership nella fornitura di telecamere

industriali CCD multi-megapixel,” sottolinea Marco Diani, uno dei

titolari di Image S. “I nuovi modelli a 8 megapixel portano a oltre

20 il numero totale di telecamere JAI attualmente in commercio

con risoluzioni comprese fra 2 e 16 megapixel, con tecnologia

single-tap, dual-tap e ora anche quad-tap.”

Beijer Electronics estende la sua gamma di prodotti HMI con

la nuova serie iX Panel TxA. Questi touch panel innovativi

verranno applicati dove è essenziale una sofisticata funzionalità

dell’operatore combinata a un formato compatto e a un

fresco design. Il contenitore in alluminio, robusto e leggero,

assicura una lunga vita operativa, anche in ambienti industriali

severi. Dotate di una CPU ARM e di sistema operativo Windows

CE preinstallato, le unità HMI fissano un nuovo trend, oltre ad

offrire buone prestazioni, per la presentazione di schermi grafici

realistici. Il lato frontale, completamente piatto, assicura una

superficie priva di polvere. Lo schermo TFT dimmerabile è dotato

di retroilluminazione LED senza manutenzione per una lunga

durata di utilizzo. La serie iX Panel TxA è caratterizzata da tre

diverse dimensioni dello schermo

di 4,3”, 7” e 10,4”. L’ampio

schermo delle unità da 4,3”e 7”

offre un’area di osservazione del

30% più grande, che espande

le capacità di visualizzazione

per schermi operativi complessi.

Tutti gli iX Panel TxA includono

un software runtime iX illimitato. I touch panel sono provvisti di iX

Designer, un intuitivo tool di programmazione basato su Windows.

L’utente può prelevare elementi grafici vettoriali da un’estesa

libreria per creare i propri oggetti. Tutti gli elementi possono essere

memorizzati e riutilizzati in futuri progetti.

neWs Dalle azienDe

19

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Page 22: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

20

Quando il PlC non basta Più, C’è il… PaC

Di Valerio Alessandroni

Dopo il PLC (Controllore programmabile) e il

PC industriale, nel panorama dell’automa-

zione è entrato il Programmable Automa-

tion Controller (PAC). Così definiti per la

prima volta da ARC Advisory Group, i PAC

sono un ibrido del PC e del PLC: essi com-

binano infatti le caratteristiche migliori del

PC – capacità di elaborazione, interfaccia

utente intuitiva, ecc. - con l’affidabilità, la robustezza e la natura

distribuita del PLC.

Tuttavia, quella dei PAC non è una tecnologia che cerca di fare

un mix tra il PLC e il PC, portandosi dietro vantaggi e svantaggi

di entrambi. Al contrario, l’obiettivo del PAC è quello di prendere

il meglio delle due tecnologie di partenza, scartandone i limiti, e

costituire così una nuova classe di controllori. All’interno di un PAC

si troveranno quindi gli stessi componenti standard di un PC o un

PLC: gli elementi base non cambiano, ma cambia il modo con il

quale vengono utilizzati.

La differenza chiave tra un PAC e un PLC è quindi da ricercarsi nel

software, che permette di avere a disposizione un linguaggio di

programmazione grafica intuitivo, simile a uno schema di flusso,

ma associato a sistemi operativi real-time e con possibilità di defini-

zione di hardware riconfigurabile.

AppArecchiAture compAtteI PAC sono solitamente racchiusi in una robusta struttura in grado

di tollerare le severe sollecitazioni di un ambiente industriale; in tale

spazio trovano posto uno o più microprocessori, svariati moduli

di memoria, moduli di controllo assi e diversi tipi d’interfaccia di

comunicazione. L’intelligenza di bordo è fornita dai servizi di un

sistema operativo, tipicamente in tempo reale (un Rtos, Real-time

operating system), in grado di offrire bassi tempi di latenza e un

determinismo adatto all’impiego in compiti critici, e da un software

applicativo evoluto che viene solitamente realizzato su piatta-

forme di sviluppo di tipo PC e successivamente ‘scaricato’ nel

dispositivo.

A differenza degli apparati dedicati ad applicazioni particolari,

che possono essere dotati di un hardware minimale, l’architettura

hardware e software di un PAC deve essere più corposa, in quanto

deve garantire una maggiore flessibilità per adattarsi ai compiti più

svariati. Tali soluzioni includono tipicamente microprocessori con

unità in virgola mobile, protezione di memoria e diverse opzioni per

il salvataggio dei dati su uno o più tipi di memoria di massa allo sta-

to solido. Le quantità di memoria RAM sono tutt’altro che trascura-

bili: i sistemi attualmente in commercio possono contare su capaci-

tà dell’ordine del GB. Il sistema operativo permette l’impiego

di sofisticati programmi di controllo, in grado di gestire i dati raccolti

direttamente nel dispositivo, riducendo i tempi di risposta e accre-

scendo la sicurezza complessiva del sistema.

I PAC possono poi includere moduli specificamente orientati al

condizionamento dei segnali, con svariati punti di I/O in grado di

gestire sensori e trasduttori specifici. E’ frequente trovare interfac-

ce verso i bus di campo sia a maggiore diffusione, sia proprietari

o specifici per determinate applicazioni. Anche la tecnologia

Ethernet, che sempre più spesso compare in ambito industriale,

trova posto sui PAC come la scelta più naturale per un sistema che

riprende molti dei concetti di un PC. L’interfacciamento con la rete

informatica aziendale avviene solitamente tramite questo canale,

che trova applicazione anche nel trasferimento nella memoria del

PAC dei dati di configurazione, se non addirittura dell’intero appli-

cativo, e, sempre più spesso, nel dialogo verso il campo.

i benefici dei pAcI PAC sono quindi in grado di funzionare anche in presenza di

pesanti interferenze elettromagnetiche, vibrazioni e urti ed entro un

Il PAC (Programmable Automation Controller) non è un nuovo tipo di controllore. E’ semplicemente la de-finizione di un’apparecchiatura esistente, nata dall’evoluzione del PLC (Programmable Logic Controller) e dal suo incontro con i PC industriali. Il risultato è un controllore potente, facile da programmare, capace di offrire più funzioni rispetto a un semplice PLC. Come, ad esempio, funzioni di motion control.

automazione dal PlC al PaC il Punto

La serie di PAC Apax-5000 Advantech è composta da controller, moduli

I/O, backplane e moduli power

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Page 23: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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ampio intervallo di temperature operative.

Ciò significa che risulta più facile distribuire l’intelligenza del sistema

di controllo nei vari punti dell’impianto, assecondando una ten-

denza iniziata da qualche anno. Il vantaggio di un sottosistema di

controllo locale è ovvio: permette di affrontare con tempestività

eventuali situazioni critiche, anche nel caso in cui si verifichino delle

interruzioni nei collegamenti tra le diverse parti dell’impianto. Risulta

così possibile lanciare procedure d’emergenza per la messa in

sicurezza dell’impianto (o la salvaguardia del prodotto) senza per-

dere tempo prezioso nel tentativo di contattare il sistema di con-

trollo centrale. L’utilizzo di applicativi software complessi permette,

poi, di adottare strategie di gestione più sofisticate, per velocizzare

il ripristino del corretto funzionamento del sistema. I vantaggi offerti

dall’impiego dei PAC emergono soprattutto nel corso del normale

ciclo di lavoro di un impianto. La potenza dei processori utilizzati

consente di effettuare in tempo reale i calcoli necessari all’imple-

mentazione di algoritmi sofisticati; i sottosistemi di I/O sono dotati

di stadi di acquisizione dati e condizionamento dei segnali che

semplificano enormemente l’accesso ai dati raccolti dai sensori e

l’invio dei comandi agli attuatori. Il software applicativo può essere

un ambiente di sviluppo avanzato, simile se non identico a quello

utilizzato dai sistemi di controllo e/o supervisione su PC, o l’imple-

mentazione virtuale di un PLC.

nuovi controllori per ApplicAzioni di processo, controllo Assi e controllo discretoMa vediamo qualche esempio concreto di questa evoluzione.

Rockwell Automation (www.rockwellautomation.it) ha aggiunto

due nuovi controllori alla famiglia Allen-Bradley ControlLogix, en-

trambi posizionati all’interno della soluzione Integrated Architecture

basata su un unico ambiente di programmazione e di gestione

delle reti di comunicazione. I nuovi PAC, denominati L73 e L75, for-

niscono memorie a tecnologia avanzata, elevate prestazioni di ve-

locità di elaborazione dei programmi e capacità di gestire grosse

quantità di dati, rispondendo così a un’ampia gamma di requisiti

di controllo che vanno dall’esecuzione di logiche ad alta velocità

al controllo assi, alla gestione intensiva dei dati, ad applicazioni di

controllo di processo.

Per applicazioni complesse ad alte prestazioni di controllo assi, i

PAC ControlLogix L73 e L75 si interfacciano semplicemente e in

modo trasparente con i drive utilizzando le reti EtherNet/IP e Sercos.

I controllori sono in grado di supportare fino a 100 assi, semplifican-

do ulteriormente la sincronizzazione di applicazioni complesse.

La memoria secure digital da 1 GB permette di migliorare l’integri-

tà dei dati e di aumentare la velocità di lettura e scrittura rispetto

alla precedente tecnologia CompactFlash. Il ControlLogix L73 PAC

è la soluzione ideale per gli utilizzatori che necessitano di capacità

di memoria fino a 16 MB, mentre il ControlLogix L75 PAC offre 32 MB

di memoria utente.

I nuovi moduli ‘energy storage module’, forniti con ciascun con-

trollore, eliminano la necessità di batterie al litio, permettendo di

evitare i relativi problemi di manutenzione, nonché quelli legati

al trasporto e allo smaltimento. La porta USB permette upload e

download più veloci degli aggiornamenti firmware e modifiche

online. I controllori sono dotati di un display che fornisce diagnosti-

ca avanzata e informazioni durante l’esecuzione dei programmi.

lA posizione di pAnAsonic electric WorksPanasonic (www.panasonic-electric-works.it) ha una gamma di

prodotti molto vasta nel campo dell’automazione industriale e

quindi è impegnata su molti fronti. Per quanto riguarda i PLC, at-

tualmente Panasonic punta a offrire soluzioni integrate; nel motion

control ‘compatto’, ad esempio, la proposta è il PLC FPX ‘Motion’

con uscite a transistor e 4 assi interpolati già di serie a bordo CPU.

Si tratta di un PLC compatto dotato di avanzate funzioni Motion

Control tipiche di un modulare. Oppure, nel campo del telecon-

trollo, vengono offerte potenti e compatte soluzioni composte da

hardware (Web Server e PLC) più librerie software per un’agevole

implementazione di applicazioni molto complesse: rete VPN,

connessione Gprs, invio di SMS, Modbus TCP, gestione protocollo

IEC60870.

Panasonic ritiene che solo un’offerta di servizi completa e mirata

può motivare il cliente ad affezionarsi ad un certo marchio. Le

richieste di integratori e clienti finali puntano all’integrazione dei

vari componenti attraverso reti, soprattutto standard, oltre che pro-

prietarie. Per soddisfare queste esigenze, Panasonic ha introdotto il

nuovo modulo chiamato ‘Flexible Network’: si tratta di un modulo

di rete per PLC dotato di cassetti intercambiabili che permettono

una facile connettività del PLC stesso a reti standard, sia in modali-

tà slave che master.

Un altro esempio è la soluzione integrata del PLC Panasonic FPsig-

ma e FP2 con scheda assi dotata di porta Ethernet real-time Rtex

per la gestione multiasse dei brushless Panasonic Minas A4N; essa

permette una rapida, facile e sicura connessione accompagnata

da un’altrettanto facile configurazione.

Le strategie dei maggiori costruttori vanno verso proposte di PLC

compatti con funzionalità sempre più avanzate e mirate. Pana-

sonic è stata tra le prime e spesso ha precorso i tempi. Rafforzata

dal successo dell’FP0, l’azienda ha introdotto la CPU FP0R, un PLC

ultracompatto di nuova generazione. FP0R offre più memoria

automazione dal PlC al PaC il Punto

Il ControlLogix L73 PAC Rockwell Automation è la soluzione ideale per gli

utilizzatori che necessitano di capacità di memoria fino a 16 MB

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programma, maggiore velocità di elaborazione, migliore sicurezza,

completa compatibilità con FP0, interfaccia miniUSB per la pro-

grammazione ed altre importanti caratteristiche per applicazioni di

Motion in cui siano richieste semplici operazioni di sincronizzazione

e di posizionamento. Le unità di controllo FP0R includono, oltre ai

modelli C10/C14 con uscite a relè e C16/C32/T32 con uscite a

transistor e orologio calendario, il nuovo modello F32 sempre con

uscita a transistor e dotato di una Flash-RAM interna per il back up

dei dati.

AdvAntech presentA lA nuovA generAzione dei pAcAdvantech (www.advantech.it) ha introdotto una nuova linea di

PAC, la serie Apax-5000. I nuovi prodotti sono in grado di integrare

le funzioni di controllo, di processo delle informazioni e di networ-

king in un unico sistema con una speciale architettura a doppio

controllo. La serie Apax-5000 può quindi soddisfare le esigenze di

diverse applicazioni nel campo dell’automazione industriale grazie

alle sue caratteristiche di flessibilità, versatilità e scalabilità. La serie

Apax-5000 è composta da controller, moduli I/O, backplane e

moduli power.

Le applicazioni critiche hanno bisogno di sistemi affidabili e fun-

zionanti non stop; non è quindi ammissibile che il processo I/O si

interrompa. Per ridurre questo rischio, la serie Apax-5000 possiede

un’architettura caratterizzata da due moduli CPU ‘standalone’

che operano insieme ma per mansioni differenti. Uno di questi

fornisce azioni performanti per HMI/Scada, distribuzione, database

e comunicazione (Apax-5570XPE o Apax-5571XPE), mentre l’altro

è dedicato a mansioni SoftLogic I/O (Apax-5520KW). Ciò significa

che se il controller HMI/Scada dovesse interrompersi, il processo I/O

non risentirebbe di tale interruzione e continuerebbe il suo normale

lavoro. Separare i protocolli HMI/Scada e I/O è utile per prevenire

un arresto improvviso del sistema e assicura al tempo stesso gran-

de affidabilità nelle gestioni di controllo critiche.

Gli Apax-5000 sono dotati di un sistema di backup: lo stesso pro-

gramma di controllo I/O può essere affidato ad uno qualsiasi dei

due controller, con un tempo di commutazione di 1,5s.

Gli Apax-5000 I/O sono inoltre equipaggiati per avere interfaccia

I/O locale o remota grazie al bus Ethernet backplane. Sono pre-

senti uno o due slot backplane, (Apax-5001 e Apax-5002). Ciascun

Apax-5002 backplane possiede una porta di espansione. Usando

un cavo Ethernet standard per connettere la porta di espansione

con i due backplane, viene creata un’espansione remota con

local-bus speed a una distanza di 100 m.

Inoltre la serie Apax offre una scalabilità che permette di effettuare

un upgrade cambiando controller con un processore differente

senza riscrivere alcun programma. Cambiando il modulo CPU con

un processore differente con la stessa interfaccia I/O può infatti

soddisfare diverse mansioni di controllo. Infine, nella serie Apax-

5000 i moduli I/O sono intercambiabili durante il funzionamento

del sistema, permettendo di ridurre i costi di manutenzione e

troubleshooting. Advantech ha introdotto anche Apax-5072, un

nuovo accoppiatore di comunicazione Ethernet IP ad alta densità.

L’Apax-5072 è provvisto di certificazione Odva, che gli consente

di collegarsi con qualsiasi master Ethernet IP per creare facilmente

un’affidabile soluzione di I/O remoto basata su Ethernet IP. L’Apax-

5072 presenta due porte RJ-45 con lo stesso indirizzo IP per costruire

interconnessioni, che consentono di collegare direttamente

dispositivi I/O remoti senza uno switch Ethernet aggiuntivo. Fornisce

anche una configurazione dinamica che consente di configurare

diversi canali con diverse gamme e tipologie in un modulo. Inoltre,

facendo leva su caratteristiche di alta densità I/O, flessibilità, scala-

bilità e funzionalità hot swap, l’Apax-5072 è in grado di collegare i

moduli I/O digitali o analogici Apax per costruire sistemi I/O remoti

per soddisfare le necessità di applicazioni di controllo o PLC.

Altri prodottiNel panorama dei PAC, l’offerta si amplia costantemente. Uno dei

prodotti più interessanti è il PAC CompactRIO National Instruments

(www.ni.com/it), che integra tecnologie FPGA e real-time per for-

nire elevate prestazioni con una piattaforma robusta e compatta

per l’acquisizione dati e il controllo industriale. Questa architettura,

dai costi contenuti, include un chip FPGA di I/O riconfigurabili

per offrire l’affidabilità tipica dei circuiti hardware dedicati e le

prestazioni di una vera esecuzione parallela su silicio; un processore

embedded real-time per garantire l’esecuzione deterministica

distribuita di applicazioni autonome e distribuite con un’interfac-

cia HMI (Human-Machine Interface) incorporata basata su web;

moduli I/O hot swap analogici e digitali per il collegamento diretto

a sensori e attuatori industriali. Si può diminuire il tempo di sviluppo

programmando l’intero sistema embedded NI CompactRIO con

l’ambiente di sviluppo grafico NI LabVIEW per applicazioni indu-

striali quali il controllo di macchine, il monitoraggio delle vibrazioni, il

controllo e l’acquisizione autonoma/distribuita. Tramite NI LabVIEW

è possibile connettere velocemente centinaia di sensori industriali

e speciali I/O per acquisire dati ad alta velocità e alta risoluzio-

ne in ogni ambiente, anche nei più ostili, perché la piattaforma

CompactRIO consente di ridurre i periodi di inattività dei sistemi e

di ottimizzare le prestazioni riducendo allo stesso tempo i costi di

riparazione e manutenzione.

GE Intelligent Platforms (www.ge-ip.com/it ) ha invece annunciato

la versione firmware 1.5 di PACMotion, l’ultimo aggiornamento per

i controllori motion avanzati.

automazione dal PlC al PaC il Punto

PACMotion di GE Intelligent Platforms è un nuovo controllore di motion

per i PACSystem RX3i

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Page 25: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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PACMotion è stato progettato per controllare fino a 40 assi motion

sincronizzati, tutti alla cadenza di 1 ms, per i cicli di aggiorna-

mento servo, indipendentemente dal numero di assi. Questa

nuova versione fa di PACMotion la scelta ideale per i controllori

motion destinati a nuovi e diversi ambiti di applicazione, come ad

esempio i settori di packaging, di movimentazione dei materiali

e di assemblaggio automatizzato. Grazie alla connettività verso

un numero sempre più ampio di dispositivi, gli utenti scopriranno

la capacità di PACMotion di svolgere un numero straordinario di

funzioni che, nel complesso, contribuiranno alla riduzione dei costi

di sistema. La versione firmware 1.5 consente il servocontrollo ana-

logico di due assi e permette il controllo di uno o due amplificatori

di terzi mediante l’utilizzo di un comando analogico di velocità o

di coppia a 10 Vc.c. Grazie a questo potenziamento, il modulo

PACMotion controlla quattro assi e ogni modulo può utilizzare due

di questi assi per i dispositivi servo di terzi. È inoltre supportata la

presenza contemporanea, sul medesimo modulo PACMotion, di

assi Fanuc e analogici.

La serie di PC embedded CX5000 Beckhoff (www.beckhoff.it ) ha

una vocazione innata per la comunicazione, che esprime grazie a

interfacce integrate di I/O e di sistema. Interfacce fieldbus master/

slave e di comunicazione opzionali permettono l’integrazione

del PC in sistemi di automazione distribuiti. Caratterizzato da un

involucro al magnesio robusto e compatto, il PC embedded può

funzionare entro il campo di temperatura esteso fra -25 e +60 °C.

Esaminando più da vicino l’assortimento di soluzioni di connettività

del PC embedded CX5000, troviamo una varietà di interfacce di

sistema (2 x Gigabit-Ethernet, 4 x USB, 1 x DVI-D) e un’interfaccia di

I/O diretta per Beckhoff Bus Terminal ed EtherCAT Terminal. In parti-

colare, il sistema di I/O EtherCAT permette la semplice integrazione

di innumerevoli dispositivi fieldbus tramite terminali di comunicazio-

ne che spaziano da Profinet ad IO link. Il sistema può essere esteso

tramite connessioni fieldbus master o slave (EtherCAT, Profibus,

Profinet RT, EtherNet/IP, CANopen) o interfacce di comunicazione

(RS232, RS422/RS485). Queste opzioni di espansione non cambiano

le dimensioni complessive del CX5000. La serie di PC embedded

CX5000 Beckhoff per montaggio su guida DIN è ideale per un

utilizzo come PC industriale compatto per PLC, Motion Control e

visualizzazione. Le versioni CX5010, dotata del processore Atom

Z510 Intel a 1,1 GHz, e CX5020, con Atom Z530 Intel a 1,6 GHz, sono

entrambe caratterizzate da una bassissima dissipazione di poten-

za, che, unita all’assenza di componenti in rotazione, ha consentito

l’eliminazione della ventola di raffreddamento.

Troviamo anche il modulo P68 di Leomatic (www.leomatic.

com), un PAC che può gestire fino a 3 assi, ciascuno di tipo servo

(brushless/DC/AC-inverter) o stepper (passo-passo). In un unico

dispositivo sono concentrate tutte le funzionalità di una CPU, di

un controllo assi ad alte prestazioni e di gestione di I/O analogici

e digitali. La ricca dotazione di porte di comunicazione ne facilita

l’interfacciamento con dispositivi host esterni, come PC e Pannelli

Operatore. E’ prevista la possibilità di collegamento con i moduli

della famiglia Leomatic-System5 attraverso una porta CANBus de-

dicata. La presenza di una porta CANopen permette l’inserimento

dei moduli P68 in reti CANopen, come nodi slave.

E’ dotato di I/O digitali veloci (fino a 10 In e fino a 8 Out) e di I/O

analogici (fino a 4 In e fino a 6 Out). E’ possibile comunque esten-

dere a piacimento il numero di I/O digitali e analogici semplice-

mente collegando in rete CANBus moduli P59 e P57S.

Segnaliamo infine lo Smac di Tecno.s.e.a. (www.tecnosea.it): è un

sistema automatico di monitoraggio e controllo impiegato negli

impianti di acquacoltura per automatizzare il controllo dei para-

metri di produzione, quali la temperatura dell’acqua, l’ossigeno

disciolto, il pH, la CO2 disciolta, ecc. Il principale punto di forza del

sistema consiste nell’impiego della tecnologia PAC al posto della

tecnologia PLC comunemente utilizzata. I vantaggi della tecnolo-

gia PAC rispetto alla PLC consistono nella riduzione del numero di

componenti hardware, inclusi i cavi di connessione; nelle capacità

di programmazione praticamente illimitate; nell’ampia tipologia

di segnali controllabili, inclusa l’analisi di immagine dinamica; nel

livello di customizzazione pressoché illimitato; nell’accessibilità dei

moduli e dei dati da qualsiasi computer collegato a Internet; e nel-

la connettività di qualsiasi sensore/attuatore analogico o digitale

senza necessità di riconfigurazione hardware. Queste caratteristi-

che si traducono in una riduzione dei costi di investimento e di ma-

nutenzione e in una efficienza di gestione dell’impianto produttivo

rispetto ai sistemi di monitoraggio e controllo tradizionali.

conclusioneIl termine PAC fu introdotto per la prima volta da ARC Advisory

Group, che notò la presenza di apparecchiature di controllo non

riconducibili alle classi precedenti.

“I PAC abbassano i costi del ciclo di vita e il ‘total cost of owner-

ship’, permettendo una gestione interdisciplinare dei controlli

richiesti dall’applicazione”, ha dichiarato Craig Resnick, Research

Director di ARC Advisory Group. “Inoltre, essi permettono ai produt-

tori di ottimizzare le comunicazioni utilizzando protocolli standard a

livello industriale, rimuovendo ulteriormente le barriere alla collabo-

razione e all’integrazione dei componenti”.

automazione dal PlC al PaC il Punto

Il Programmable Automation Controller compatto, modulare CJ2H di

Omron offre comunicazioni EtherNet/IP incorporate

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Page 26: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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ArchitetturA PLM 2.0 e soLuzioni Per grAndi Aziende e PMi

Di Massimo Fucci

Quali sono le caratteristiche peculiari che definiscono il posizionamento della vostra offerta nel mercato del-le soluzioni rivolte al ci-clo sviluppo prodotto?

Le soluzioni di Dassault Systèmes per la

gestione del ciclo di vita dei prodotti

(PLM) si basano sui punti di forza dei nostri

marchi: CATIA per la definizione del pro-

dotto virtuale, ENOVIA per la gestione dei

processi aziendali e del ciclo di vita del

prodotto, SIMULIA per la simulazione re-

alistica, DELMIA per il Digital Manufactu-

ring, EXALEAD per lo sviluppo di applica-

zioni search-based, SOLIDWORKS per la

progettazione meccanica in 3D e 3DVIA

per l’interazione con il consumatore. Le

nostre soluzioni possono poi essere inte-

grate e arricchite dall’offerta dei nostri partner. Guardando spe-

cificamente all’offerta PLM, ENOVIA è l’unica soluzione che offre

un’architettura SOA testata in produzione che favorisce l’inno-

vazione collaborativa. I prodotti e le so-

luzioni collegano gli utenti amministrativi

e tecnici di diverse aree, consentendo a

tutti di lavorare su un’unica versione dei

dati. ENOVIA offre soluzioni sia per grandi

aziende, sia per piccole e medie impre-

se. In particolare, ENOVIA V6 introduce la

tecnologia PLM 2.0, l’ambiente collabo-

rativo online che coinvolge nel ciclo di

vita del prodotto creatori, collaboratori e

consumatori, mettendo a loro disposizio-

ne un’unica piattaforma di innovazione

collaborativa per la gestione della pro-

prietà intellettuale tecnica e amministra-

tiva. In questo modo si realizza un ciclo

di creazione online del prodotto basato

su una semplice connessione Web e su

processi gestionali ‘pronti all’uso’ per la

Abbiamo incontrato Gianluca Gonella Amministratore Delegato Dassault Systèmes Italia, un’intelligenza che opera da lungo tempo in questo settore, nel quale ha ricoperto diversi ruoli, via via sempre più importanti: ‘da borsista a primo responsabile italiano’. Un percorso che lo ha visto costantemente impegnato in un rapporto diretto con le tecnologie, le soluzioni, i benefici e, non ultimo, i clienti.

interViste dassault systèmes

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Page 27: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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gestione di requisiti, programmi, portafogli di prodotti, conformità

normativa e approvvigionamenti.

In quali mercati e per quali problematiche vengono principal-mente utilizzate le vostre soluzioni?Dassault Systèmes offre una varietà di soluzioni PLM per aiutare

le aziende ad affrontare le sfi de di settori specifi ci e aumenta-

re il tasso di innovazione per restare competitive sul mercato. La

nostra proposta si articola in software applicativi, metodologie e

servizi sviluppati sulla base di un’esperienza pluridecennale nel-

la fornitura di soluzioni PLM per tutti i principali settori industriali:

aerospaziale, automobilistico, costruzioni, beni di largo consumo,

prodotti di consumo confezionati, energia, high tech ed elettro-

nica, macchine e impianti industriali, bioscienze, navale e servizi

alle imprese. Dassault Systèmes vanta una lunga e consolidata

tradizione nello sviluppo di soluzioni di gestione del ciclo di vita

del prodotto (PLM) nell’industria automobilistica, aerospaziale e

manifatturiera, nel settore dell’energia e nella cantieristica nava-

le. Negli ultimi anni DS ha esteso il proprio raggio d’azione a nuovi

settori, come la moda o l’architettura, che possono ugualmen-

te trarre grande benefi cio dalle soluzioni basate sull’architettura

PLM 2.0.

Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspet-tare nel vostro portafoglio di offerta?Lo sviluppo più recente e interessante in prospettiva futura è in-

dubbiamente l’offerta di servizi online in ambito cloud per tutto

il portafoglio PLM V6. Con questa proposta, aziende di tutte le

dimensioni possono aumentare il tasso di innovazione, sfruttare le

community per favorire la creatività e, in ultima analisi, realizzare

prodotti di maggior successo senza infrastrutture IT o spese ammi-

nistrative aggiuntive. Con le soluzioni Version 6 in modalità cloud,

gli utenti possono avere solo ciò che serve quando serve. Grazie

a un modello di abbonamento fl essibile, senza investimenti inizia-

li in infrastrutture, volumi minimi o altri aggravi amministrativi, le

soluzioni Version 6 Online sono concepite per essere ritagliate su

misura per le esigenze di organizzazioni o progetti di qualunque

dimensione.

Dassault Systèmes propone un modello cloud strutturato attorno

a Community, Servizio e Contenuto. Tutti coloro che apparten-

gono all’ecosistema di DS (gli utenti di oltre 130.000 clienti in tutto

il mondo, partner, clienti di clienti) possono accedere a questo

spazio di innovazione rivoluzionario che abbraccia l’intero ciclo

di innovazione. All’interno della community swym.3ds.com si può

interagire e costruire una rete sociale di professionisti, oltre a cre-

are e condividere contenuti come modelli 3D, idee e qualsiasi

altro supporto o mezzo collegato ai progetti di innovazione.

interViste dassault systèmes

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AdvAntech reinterpretA i pAc

Di Valerio Alessandroni

Abbiamo chiesto a Stephane Blanc, Product Sales Manager I/O and Control di Advantech, di illustrarci le carat-teristiche peculiari della produzione Advantech e le strategie e gli sviluppi dell’azienda.“La nostra strategia per introdurre la

linea di prodotti APAX ai nuovi clienti è

quella di proporre gli APAX inizialmente come I/O remoti modu-

lari, anziché come controllori PAC”, afferma Blanc. “A tale sco-

po possiamo proporre, ad esempio, la combinazione APAX-5070

+ PAX-IO. Successivamente, quando i clienti utilizzano l’accop-

piatore APAX con APAX I/O, possiamo introdurre gradualmente

i nostri controllori APAX (APAX-5520 o APAX-5570), che sono un

po’ più difficili da pro-

muovere e gestire per-

ché richiedono una

maggiore conoscenza

di programmazione

nel campo dell’auto-

mazione. La strategia

di vendita Advantech

si poggia quindi su

moduli di I/O ad alta

densità e moduli Hot

Swap. Il prodotto

d’ingresso è quindi

tipicamente l’APAX-

5070 (accoppiatore

Modbus/TCP), seguito

dal controllore PAC APAX-5520 o APAX-5570”.

La seconda domanda che abbiamo rivolto a Blanc è stata: “In quali settori viene maggiormente utilizzata la vostra produzione e con quali benefici?”“I nostri prodotti possono essere adottati in moltissimi mercati

verticali”, ha risposto Blanc. “Quelli per noi più importanti sono

attualmente i mercati dell’automazione di macchine e di

fabbrica, potenza ed energia, gestione ambientale e sistemi

di trasporto intelligenti. Questi sono i principali mercati a cui

Advantech oggi si rivolge. Grazie all’architettura aperta e all’af-

fidabilità della nostra piattaforma APAX, possiamo rispondere ai

loro principali requisiti specificati”.

EsEmpi concrEtiA conferma delle sue parole, Blanc ci ha illustrato un primo

esempio, relativo a un sistema di controllo dell’illuminazione

intelligente di un tunnel a Taiwan.

“La superstrada provinciale N.2 si snoda nella zona nordorienta-

le di Taiwan ed è una delle maggiori arterie di traffico nella re-

gione”, ha spiegato. “Due dei tunnel principali sulla superstrada

sono stati costruiti molti anni fa e le loro apparecchiature erano

notevolmente obsolete, con frequenti interruzioni di fili e circuiti.

Inoltre, non avevano un sistema di controllo e monitoraggio

remoto, che permettesse di intervenire in caso di minaccia alla

sicurezza degli automobilisti. I prodotti PAC Advantech, che inte-

grano controllo, elaborazione dati, connessione in rete e funzio-

La strategia dell’azienda parte dai moduli di I/O ad alta densità per fornire ai clienti soluzioni alternative ai tradizionali PLC.

interviSte Advantech

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Page 29: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

27

AdvAntech reinterpretA i pAc

nalità audio e video in una singola piattaforma, rappresentava-

no una base perfetta per un nuovo progetto di illuminazione e

cablaggio nei Tunnel di Lanyang”.

Il progetto di illuminazione e cablaggio nei Tunnel di Lanyang

citato da Blanc ha adottato le tecnologie e le apparecchiature

industriali più avanzate a disposizione. Per rilevare errori nelle

apparecchiature di illuminazione che richiedono riparazione o

manutenzione, è stato progettato un sistema di comunicazione

a fibra ottica con topologia ad anello ridondante che permette la

trasmissione veloce, stabile ed incessante di dati. Oltre alle stazioni

di monitoraggio e controllo sul posto per luci, apparati di potenza

e dispositivi di controllo, nel centro di controllo è stato installato un

host master di monitoraggio e controllo, dotato di software facile

da utilizzare. Esso può acquisire dati in real time dai tunnel e imple-

mentare un immediato controllo di monitoraggio.

“Il progetto è stato realizzato da un team di professionisti com-

prendente ingegneri elettrici del Tong Wee Professional Electrical

Engineers Office, del system integrator Goldenwell e di Advan-

tech”, ha sottolineato Blanc. “TWIEE ha avuto la responsabilità

di pianificazione, progettazione e supervisione dell’implemen-

tazione del progetto; Goldenwell della costruzione del sistema

di controllo e monitoraggio, mentre Advantech ha fornito le

apparecchiature di controllo centrali comprendenti software

HMI/SCADA, host di controllo, touch screen, apparecchiature di

rete e PAC: una soluzione completa di livello industriale adatta

per ambienti caldi e polverosi come i tunnel”. Dopo un’attenta

valutazione, i prodotti Advantech sono stati scelti per il sistema

di controllo centrale perché sono facili da integrare in un siste-

ma in ogni loro componente.

monitoraggio di EnErgia solarEUn altro esempio riferito da Blanc riguarda lo Hsinta Power Plant,

una grande centrale termica situata nel municipio di Yong-an,

nella Kaohsiung County. “Per sfruttare la sua posizione geo-

grafica nella parte meridionale di Taiwan, Hsinta ha iniziato a

sviluppare un impianto solare espansivo con una capacità di 1

megawatt nell’ambito dello sforzo statale di passare a nuove

tecnologie energetiche rinnovabili”, ha spiegato Blanc.

Il progetto prevedeva l’installazione di oltre 4.500 pannelli solari,

con una capacità di generazione totale di 953,19 KW. Taiwan

Power Plant voleva sviluppare un sistema per la supervisione

delle operazioni di misura e analisi dei dati solari, di genera-

zione di potenza e della connessione controllata alla rete,

che prevedesse specificamente la misura dei dati, il controllo

delle apparecchiature e la conversione di potenza per la rete.

Anche la raccolta e l’analisi dei dati erano molto importanti. “Si

tratta di dati come l’intensità solare, la potenza complessiva in

corrente continua, l’efficienza media di conversione energetica

dei moduli a celle solari, l’uscita di potenza in corrente alternata

dei convertitori di potenza, l’efficienza di conversione media dei

convertitori di potenza, il rapporto di potenza in corrente conti-

nua, le ore totali di funzionamento dell’impianto, la riduzione di

biossido di carbonio accumulata e la generazione accumulata

di potenza in corrente continua e alternata”, ha affermato

Blanc.

Il progetto di energia solare è stato gestito da Motech, Innova-

tech e Advantech. Motech è il maggiore produttore di celle

solari di Taiwan e uno dei primi 10 del mondo. Innovatech è uno

dei maggiori system integrator. “Advantech è stata scelta come

pioniere globale in campo industriale, per la sua esperienza nei

prodotti di controllo e supervisione per l’industria dell’energia e

per la sua capacità di fornire prodotti PAC con funzionalità di

misura, controllo e analisi, che permettono ai sistemi di energia

solare di funzionare in modo più efficiente”, ha concluso Blanc.

interviSte Advantech

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Page 30: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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Sviluppare la preSenza nelle pMi e conSolidare il SucceSSo ottenuto preSSo i grandi clienti

Di Massimo Fucci

Nell’ambito delle attività di sviluppo dei

contenuti atti a comprendere la natura

e le strategie legate alle soluzioni PDM/

PLM abbiamo intervistato Gian Luca

Sacco - Direttore Marketing Sud Europa

di Siemens Industry Software, personag-

gio di spicco in questo settore, che

si contraddistingue per conoscenza

delle tecnologie e del loro utilizzo nelle aziende, e in partico-

lare delle problematiche, delle soluzioni e dei benefici delle

soluzioni PDM/PLM.

Quali sono le caratteristiche peculiari che definiscono il posizio-namento della vostra offerta nel mercato delle soluzioni rivolte al ciclo sviluppo prodotto?Una soluzione PLM efficace implica una gestione digitale

dell’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’ideazione all’obsole-

scenza. L’obiettivo è

di generare valore, sia

all’interno dell’azien-

da, sia verso il merca-

to. È questo ciò che

si prefigge il nostro por-

tafoglio di soluzioni.

L’attuale strategia di

Siemens PLM Software

prevede, in conside-

razione dell’odierna

situazione di mercato

e dei segnali rispetto

a possibili evolu-

zioni di espandere

significativamente la

propria presenza nel segmento delle PMI e di mantenere, nel

interviSte Siemens industry Software

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Page 31: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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contempo, la posizione di leadership presso le grandi aziende.

Per raggiungere questo traguardo, Siemens ha sviluppato un

portafoglio di soluzioni PLM che, per le caratteristiche di estrema

flessibilità, scalabilità e apertura, è ideale per le esigenze delle

imprese di tutte le dimensioni.

In quali mercati e per quali problematiche vengono principal-mente utilizzate le vostre soluzioni?Per sopravvivere in condizioni di mercato stagnanti come

quelle attuali, è necessario continuare a innovare il prodotto.

E’ fondamentale avere la capacità di gestire sempre meglio le

risorse, i processi in tutte le fasi: sviluppo, produzione e manuten-

zione dei prodotti. In Italia, molte aziende hanno messo in atto

una strategia più mirata alla sopravvivenza che all’innovazione

sistematica e questo, unito alla stagnazione dei consumi e degli

investimenti e allo scarso impegno nella ricerca e sviluppo, ha

portato a un sistema industriale che, salvo alcuni casi, soffre

della concorrenza internazionale e comincia a vedere nella

globalizzazione un pericolo piuttosto che una risorsa. Nelle diffici-

li condizioni attuali di mercato, la chiave del successo risiede nel

saper consolidare, guidare e sincronizzare team e relazioni di

partnership lungo la catena del valore, realizzando quindi un siste-

ma che esprima un valore maggiore della somma delle sue parti.

Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspettare nel vostro portafoglio di offerta?Il nostro ‘mantra’ è chiaro e semplice: non permettiamo che

un cliente manchi i propri obiettivi, poiché ci sentiamo respon-

sabili del suo successo e facciamo in modo che questo nasca

a qualsiasi livello dell’azienda. L’obiettivo condiviso da tutti è,

infatti, il successo del cliente. Ogni partnership è stata costruita

con pazienza e attenzione e si fonda su rapporti solidi e duraturi

. Credo che questa sia un’ importante garanzia, non solo per

noi, ma anche per chi si rivolge alla nostra azienda. Su questa

solida base, che da sempre rappresenta le fondamenta del

nostro successo, stiamo implementando, ormai da tempo, una

strategia che prevede due fronti paralleli: lo sviluppo di solu-

zioni per nuove discipline emergenti come la meccatronica e

i nuovi sistemi di progettazione, e soluzioni applicative verticali

che mettono a disposizione dei nostri clienti le best practice e i

processi tipici di ciascun settore industriale.

interviSte Siemens industry Software

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HMS INDUSTRIAL NETWORKS: RACCOLTA DATI E GESTIONE SITI DA REMOTO CON NETBITER

Di Valerio Alessandroni

La famiglia di prodotti Netbiter Intellicom è stata

defi nitivamente inglobata nel catalogo HMS

Industrial Networks alla fi ne dello scorso anno,

affi ancandosi alla famiglia Anybus, che identifi ca

invece prodotti destinati alla connessione fi eld-

bus o Ethernet industriale cablata con protocolli

di comunicazione standard. “Oggi siamo l’unica

società al mondo che unisce entrambe queste

competenze e che è quindi in grado di anticipare i tempi di

qualsiasi ipotetico concorrente o soluzione sul mercato”, affer-

ma Paolo Sartori, Direttore della fi liale italiana di HMS Industrial

Networks, nonché Direttore Commerciale & Marketing. “Abbia-

mo infatti tutte le potenzialità per produrre sistemi che uniscono

in maniera ibrida le tecnologie dei due mondi: con la tecno-

logia Anybus possiamo interfacciare qualsiasi rete industriale

standard, mentre con la tecnologia Netbiter possiamo abbinare

un modulo di accesso remoto. Ciò permetterà, ad esempio, di

connettersi da remoto al proprio impianto e accedere alla rete

o al fi eldbus interno all’impianto stesso”.

Il server centrale

Netbiter Argos è

un centro dati

online specifi co

per raccogliere

e registrare i

dati dei disposi-

tivi provenienti

dai gateway

di comu-

nicazione

Netbiter,

nel quale è

concentrata la

gestione di tutti i dispo-

sitivi remoti installati presso gli impianti dei clienti.

Esso permette di gestire in maniera fl uida tutti i

siti remoti, permettendo loro di trasferire i propri

dati all’utente che sta navigando su un dispositivo

in quella particolare postazione. “Il portale online

centralizzato Netbiter Argos, gestito dalla nostra consociata

Intellicom, si fa carico di gestire tutti gli accessi utente e di

reindirizzare le richieste fra i dispositivi dislocati in campo e le

pagine grafi che a video di interazione con i dispositivi stes-

si”, spiega Sartori. “In questo modo, è possibile eseguire

un browsing dei dispositivi remoti utilizzando qualsiasi

postazione PC dotata di connessione Internet”. Il server

centrale garantisce il massimo livello di sicurezza. A ciò

si aggiungono algoritmi di criptazione, messi in campo

da HMS e Intellicom, che garantiscono la sicurezza del

traffi co dati. “Abbiamo volutamente evitato di utilizzare delle

VPN per facilitare la connessione ai dispositivi e la raccolta

Le soluzioni wireless proposte da HMS Industrial Networks derivano dall’acquisizione nel Gruppo della socie-tà Intellicom, dal 1997 specializzata nella fornitura di soluzioni per la raccolta dati e la gestione di dispositivi remoti attraverso gateway e connessioni basate su modem e reti GSM/GPRS.

INTERVISTE HMS

Il server centrale

Netbiter Argos è

un centro dati

online specifi co

per raccogliere

e registrare i

dati dei disposi-

tivi provenienti

dai gateway

concentrata la

gestione di tutti i dispo-

sitivi remoti installati presso gli impianti dei clienti.

Esso permette di gestire in maniera fl uida tutti i

siti remoti, permettendo loro di trasferire i propri

dati all’utente che sta navigando su un dispositivo

in quella particolare postazione. “Il portale online

centralizzato Netbiter Argos, gestito dalla nostra consociata

Intellicom, si fa carico di gestire tutti gli accessi utente e di

reindirizzare le richieste fra i dispositivi dislocati in campo e le

pagine grafi che a video di interazione con i dispositivi stes-

si”, spiega Sartori. “In questo modo, è possibile eseguire

un browsing dei dispositivi remoti utilizzando qualsiasi

postazione PC dotata di connessione Internet”. Il server

centrale garantisce il massimo livello di sicurezza. A ciò

si aggiungono algoritmi di criptazione, messi in campo

da HMS e Intellicom, che garantiscono la sicurezza del

traffi co dati. “Abbiamo volutamente evitato di utilizzare delle

VPN per facilitare la connessione ai dispositivi e la raccolta

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Page 33: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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dati da remoto”, egli prosegue.

“In sostanza, non è l’utente che

si connette a un certo dispo-

sitivo, ma è il dispositivo che

comunica i suoi parametri per

essere contattato al server cen-

trale Netbiter Argos. Quest’ulti-

mo, riconosciuto il dispositivo e

la modalità con la quale lo può

contattare, mette a disposizione

dell’utente, connesso al server

centrale in modalità protetta, la

possibilità di navigare e racco-

gliere i dati dal dispositivo”. Il

server Netbiter Argos gestisce

quindi le pagine grafi che, i

parametri da leggere o scrivere,

i log, i trend di andamento delle

variabili, ecc.

COLLEGAMENTO AL CAMPOAccanto al server, i gateway

Netbiter EasyConnect si occu-

pano del collegamento fi sico al

campo. “Il modulo EasyConnect

permette di stabilire una facile

connessione con il server centrale”, riferisce Sartori. “La con-

nessione fra il gateway e i dispositivi di campo avviene tramite

protocollo Modbus RTU: qualsiasi dispositivo o strumentazione

da campo che abbia il supporto alla comunicazione seriale

RS232/485 con protocollo Modbus RTU può essere interrogato

o gestito dal modulo EasyConnect”. Esso raccoglie i dati dai

dispositivi e trasmette al server centrale online i parametri dei

registri Modbus letti o scritti, che li organizza quindi in sinottici

su pagine grafi che, resi accessibili agli utenti dotati di apposita

password, con diversi livelli di autorizzazione.

Il Netbiter EasyConnect può integrare una porta Ethernet, oppu-

re un modulo GSM/GPRS con SIM standard abilitata al traffi co

dati. Non sono richiesti né un indirizzo IP pubblico, né APN dedi-

cati. Quando si connette alla rete, la SIM ottiene un IP dinamico

dal gestore di rete.

Nel sito remoto, dove viene effettuata la raccolta dati dai

dispositivi Modbus, è quindi suffi ciente installare il modulo Easy-

Connect e inserire la SIM. Nel sito centrale è invece suffi ciente

connettersi al server centrale Netbiter Argos, creare un account

utente seguendo semplici procedure e inserire il codice di

attivazione assegnato al modulo Netbiter e il numero di telefono

assegnato alla SIM. A questo punto, il modulo remoto può esse-

re attivato dal server con un semplice SMS. Il modulo remoto si

preoccupa quindi di ricollegarsi e inviare i propri dati di confi -

gurazione al server. “Una volta stabilita questa connessione, in

qualsiasi momento, il modulo può collegarsi al server centrale

Netbiter Argos”, conclude Sartori. “Il modulo remoto EasyCon-

nect diventa quindi un trasportatore di dati, tramite il quale il

server Netbiter Argos può accedere ai dispositivi sul campo”.

INTERVISTE HMS

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Page 34: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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NatioNal iNstrumeNts amplia la piattaforma Ni Wireless seNsor NetWork

Di Valerio Alessandroni

National Instruments ha annunciato due

nuovi prodotti che estendono le funzioni

di comunicazione e misura della piatta-

forma NI Wireless Sensor Network (WSN).

In particolare, NI 9792 è un gateway

WSN programmabile che permette la

comunicazione con i dispositivi NI WSN e

altri hardware tramite numerosi standard

di comunicazione aperti. Esso combina un controller NI LabVIEW

Real-Time e una radio WSN integrata. Ciò permette di eseguire in

locale sul gateway le applicazioni LabVIEW Real-Time per integra-

re i dati provenienti dai nodi NI WSN, rendendo NI 9792 ideale per

applicazioni di data-logging embedded e wireless. Inoltre, il nuo-

vo nodo funziona come rilevatore di tensione/temperatura a re-

sistenza (RTD) ed estende le capacità di misura della piattaforma

NI WSN includendo il supporto per le misure basate su resistenza

come RTD e potenziometri e fornendo la possibilità di combinare

misure di tensione e di temperatura in un singolo sistema NI WSN.

Il gateway NI 9792, programmabile con il modulo LabVIEW Real-

Time per operazioni stand-alone, presenta un processore 533 MHz

a elevate prestazioni e 2 GB di memoria per applicazioni di data-

logging embedded. Il nuovo gateway include inoltre server web

(Http) e file (FTP) che permettono l’accesso da remoto ai dati di

misura da sistemi thin client come smartphone e computer mobili.

NI 9792 è dotato di

porta seriale RS232 e

di due porte Ethernet

per maggiori opzioni

di connettività verso

altri dispositivi, come

reti aziendali o sistemi

di I/O cablati. Grazie

a questa flessibilità è

possibile sviluppare

una soluzione di misura

completa, cablata e

senza fili, a seconda

delle esigenze.

Il nuovo nodo di misura WSN-3226 integra invece la piattafor-

ma NI WSN con misure basate sulla resistenza ed è costituito da

quattro canali analogici di ingresso, configurabili singolarmente,

per misure di tensione nel range ±10 V o per misure resistive. Il

nuovo nodo di misura offre la possibilità di scegliere tra le modalità

di input analogico ad alta velocità o ad alta risoluzione, ottenendo

l’ideale compromesso tra potenza consumata e performance

per le proprie applicazioni. Il nodo WSN-3226 ha inoltre due canali

digitali bidirezionali che possono essere configurati singolarmente

come input o come output di tipo sinking o sourcing. Esso è alimen-

tato da quattro batterie stilo di tipo AA, con una durata operativa

superiore ai tre anni, oppure attraverso un’alimentazione esterna

da 5 a 30 V.

Usando il modulo LabVIEW WSN Module Pioneer è possibile perso-

nalizzare il comportamento del WSN-3226, aggiungendo intelligen-

za a bordo che permette di estendere la durata della batteria;

esso migliora le prestazioni di lettura analogico e digitale,

consente di eseguire un controllo locale, analisi sui

dati e riduzione degli stessi e permette di inter-

facciare sensori custom. Inoltre, l’ultima versione

del software NI WSN, NI WSN 1.2 fornisce supporto

per NI WSN-3226, insieme ad altre caratteristiche

come l’aggiornamento del firmware più veloce,

timestamping di dati più accurato e riproduzione

delle variabili di I/O automatico. Il software per-

mette di configurare dal Web il gateway NI 9792,

eliminando l’esigenza di utilizzare un applicativo

software per configurare e mettere in piedi un WSN.

Con il nuovo gateway e nodo di misura WSN si estendono le funzioni di misura e comunicazione e si rafforza il concetto di integrazione con tutti gli altri strumenti delle piattaforme NI

iNterViste National instruments

La piattaforma Wireless Sensor Network

(WSN) di National Instruments.

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Wireless: alternativa e integrazione “Per noi il wireless è un’alternativa e un’integrazione dell’offerta

esistente nel settore dell’acquisizione dati e dell’I/O distribuito”,

afferma Matteo Bambini, Marketing Manager NI Italy & Spain.

“Dove l’applicazione richieda di raggiungere punti non facilmen-

te raggiungibili con un cablaggio tradizionale, o dove per fattori

economici non risulti conveniente, la nostra soluzione wireless

permette di continuare a utilizzare il software di progettazione

grafica NI LabVIEW con nuove soluzioni hardware senza fili. Da

questo punto di vista offriamo un’integrazione unica nel settore,

permettendo di costruire sistemi ibridi cablati/senza fili senza

soluzione di continuità”. L’offerta spazia da soluzioni che richie-

dono alimentazione (di rete o a batteria) basate su Wi-Fi, tipo

acquisizione dati (DAQ) Wi-Fi, con trasferimento di dati a banda

più elevata, a soluzioni WSN invece a basso consumo energe-

tico, alimentabili anche solo con batterie tipo stilo, basate su

tecnologia ZigBee, per distanze elevate e maggiore affidabilità di

connessione. La soluzione WSN ha poi una caratteristica unica nel

settore, che offre all’utente la possibilità di rendere ‘intelligente’ il

nodo di misura wireless scaricando a bordo del software dedi-

cato per gestione dei dati a livello locale (ad esempio, calcoli o

operazioni di media sui valori misurati e comunicazione del valore

solo a fronte di una variazione percentuale significativa, ecc.).

“Ancora una volta, l’unicità della nostra soluzione è che il softwa-

re per lo sviluppo del codice embedded è sempre LabVIEW, sia

per programmare il nodo, che per la gestione delle misure, che

per l’eventuale interfaccia uomo-macchina disponibile a livello

di sistema di supervisione di questa rete di monitoraggio distribui-

ta”, aggiunge Bambini.

Il punto di forza della flessibilità, unito alla modularità e all’ac-

curatezza delle misure, rende le reti di sensori wireless (WSN) di

National Instruments ideali per le applicazioni di monitoraggio

industriale, in particolare connesse, ad esempio, a monitoraggio

condizioni macchina e macchinari per diagnostica preventiva/

predittiva, monitoraggio embedded a livello civile (ponti, strut-

ture, edifici di pregio artistico, ecc.) e monitoraggio ambientale

(parametri lento variabili per inquinamento, studi ecologici e

similari). “In queste applicazioni sono spesso richieste accuratez-

za, ripetibilità e affidabilità delle misure, oltre che, in molti casi, la

calibrazione dei dispositivi di misura per garantirne la veridicità

nel tempo. Ancora una volta, l’integrazione con tutte le altre fun-

zionalità disponibili negli strumenti NI rimane il punto di forza della

piattaforma”, conclude Bambini.

Un esempio concreto Un esempio delle potenzialità offerte dal sistema WSN di National

Instruments è dato dal monitoraggio wireless strutturale a lettura

remota del Duomo di L’Aquila.

Edificato nel ‘200, il Duomo di L’Aquila ha subito nei secoli

numerosi cedimenti, seguiti da interventi di restauro. L’interno è

composto da una sola navata la cui parte terminale, in corri-

spondenza della cupola dell’altare maggiore, è quasi comple-

tamente crollata dopo il sisma del 2009. A seguito del disastroso

evento sono rimasti in piedi monconi dei pilastri di scarico della

cupola, porzioni di maschi murari perimetrali e parte dell’abside.

Nonostante siano stati attuati interventi per la messa in sicurezza

a carattere provvisorio, la loro intrinseca labilità ha reso necessa-

ria l’implementazione di un monitoraggio statico strutturale, per

valutare le variazioni delle grandezze fisiche più significative fino

al totale rifacimento delle parti crollate, al restauro delle porzioni

rimaste e alla completa fruibilità del monumento. Considerando

di dover intervenire su porzioni ben definite, spesso a cielo aperto,

e strutturalmente isolate le une dalle altre a causa dei crolli, si è

deciso di adottare una soluzione modulare, con gruppi di sensori

dedicati alla misura delle grandezze fisiche d’interesse, colle-

gati a moduli di acquisizione locali facenti capo a un sistema di

raccolta centralizzato. Mentre i singoli trasduttori sono collegati

via cavo ai rispettivi moduli, il collegamento di questi al sistema

centralizzato è a radiofrequenza. E’ stata quindi implementata

una rete WSN costituita da moduli locali, con convertitore A/D a

16 bit ciascuno a 4 canali, dislocati nelle zone con maggiori disse-

sti e collegati, con protocollo standard WiFi ZigBee IEEE 802.15.4,

a un gateway. Quest’ultimo è, a sua volta, collegato con cavo

Ethernet ad un PC industriale, al quale è possibile accedere con

connessione remota tramite modem GSM. Nel PC risiede il sof-

tware di gestione sviluppato in ambiente LabVIEW. Esso consente

l’impostazione dei parametri e della cadenza di acquisizione,

la lettura ed elaborazione dei dati grezzi, la visualizzazione degli

andamenti temporali in diverse modalità grafiche, la memorizza-

zione locale dei file generati, la comunicazione (con opportune

logiche di autenticazione) e lo scarico periodico dei dati su altro

PC remoto. Attualmente è previsto il collegamento punto-punto,

con chiamata telefonica GSM ogni volta si desideri effettuare

la connessione. Prossimamente sarà aggiunta una connessione

Internet veloce al sistema per permetterne la gestione a distanza

in continuo, con accesso alla pagina web dedicata e con la

possibilità di avere soglie d’allarme attivabili su eventi a trigger.

L’applicazione descritta è stata realizzata da Essebi.

iNterViste National instruments

Particolare del sistema di monitoraggio implementato da Essebi nel Duomo

di L’Aquila con tecnologia WSN e software LabVIEW National Instruments.

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Cloud, Green & lean, tris d’assi per vinCere la sfida della Competizione

Di Massimo Fucci

Uno dei prerequisiti per un’efficace messa a

regime di una soluzione PDM è, senza dub-

bio, una buona struttura di riferimento in

grado di recepire le esigenze dell’azienda

e di implementarle secondo logiche pro-

gettuali orientate sia alle architetture, sia

alle risorse umane presenti in azienda. Un

obbiettivo raggiungibile solo se il fornitore

ha in squadra buone risorse tecniche applicativo - sistemistiche,

con sufficiente esperienza. Una barriera di ingresso che spesso

ha rappresentato un ostacolo per i ‘rivenditori di applicazioni

CAD’ che intendevano operare, con successo, anche in area

PDM. Nel territorio italiano una delle strutture di riferimento

rimane Prisma TECH, una società emiliana con sedi operative a

Bologna, Padova e Milano che, con una quarantina di addetti,

può essere annoverata, a buon diritto, nella breve lista dei mag-

giori system integrator nel mercato PLM in Italia.

Quando si dice Prisma TECH, non si può fare a meno di associa-

re il nome di Giuseppe Donanzan, co-fondatore e presidente

della società. Una risorsa dai trascorsi specifici e radicati all’in-

terno del mercato delle applicazioni rivolte al ciclo di sviluppo

prodotto, nel quale ha inanellato una serie di successi, ottenuti

operando con marchi

differenti, grazie alla

capacità di sviluppa-

re relazioni durature

basate sulla qualità

del servizio.

Quali sono le caratte-ristiche peculiari che definiscono il posizio-namento della vostra offerta nel mercato delle soluzioni rivolte al ciclo sviluppo pro-dotto?La nostra competenza

come system integra-

tor in ambito PDM e la

continua evoluzione

della suite di prodotti Autodesk per il Digital Prototyping e’ stata

un binomio vincente.

La suite di prodotti Autodesk che noi proponiamo si sposa

perfettamente con le esigenze dei nostri Clienti che riusciamo

a seguire dall’idea, con strumenti di ‘concept’ come Autodesk

Sketchbook Designer, allo studio e visualizzazione della forma,

con i prodotti Autodesk Alias e Autodesk Showcase all’ Enginee-

ring con Autodesk Inventor, Autocad Mechanical e alle soluzioni

per la simulazione quali Autodesk Moldflow che permette di

simulare lo stampaggio di materie plastiche e Autodesk Factory

Design Suite che consente lo studio del layout della linea di

produzione, aiutando il cliente a trovare la massima efficienza al

minor costo con un occhio ai consumi energetici.

Tutto questo processo avviene nella massima velocità ed effi-

cienza operativa, grazie alla presenza di un’unica interfaccia,

un unico modello matematico e un unico sistema PDM per la

gestione dei dati tecnici: Autodesk Vault Professional. Le nostre

competenze poi ci permettono di poter integrare le diverse ap-

plicazioni con le soluzioni IT aziendali, garantendo un passaggio

dei dati in modo automatico e veloce.

In quali mercati e per quali problematiche vengono principal-mente utilizzate le vostre soluzioni?Inizialmente il nostro mercato principale era rappresentato da

interviste prisma tech

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Page 37: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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Aziende nel settore meccanico (Machinery) ed impiantistico,

dove oggi contiamo circa 500 Clienti con oltre 10.000 licenze di

software CAD e PDM. Nel 2007, grazie all’acquisizione di Alias

da parte di Autodesk, abbiamo iniziato a lavorare nel mondo

dell’Industrial Design, in particolare nel mercato automotive e

nei settori legati al mondo degli elettrodomestici e dei prodotti

di consumo. Nel 2009 abbiamo completato la nostra offerta

con delle soluzioni software innovative per la ‘simulazione’ nella

produzione grazie alla tecnologia Autodesk Moldflow.

Oggi, in un contesto di continuo cambiamento del mercato, i

nostri Clienti ci chiedono risposte molto veloci alle loro esigenze,

il che implica la capacità di fornire una soluzione completa

e fortemente personalizzata per le caratteristiche di flessibilità

del mercato italiano e delle singole aziende. Faccio qualche

esempio: fino a 5 anni fa, un nostro cliente medio con un ufficio

tecnico di 20 persone che voleva fare un investimento in ambito

PDM, avrebbe dovuto spendere circa 70-80 giornate per le

personalizzazioni, l’avviamento e l’integrazione delle applica-

zioni CAD-PDM con il sistema ERP. Oggi grazie alla nostra Suite

Genius PLM, nata dall’esperienza di oltre 100 progetti PDM, riu-

sciamo a fornire degli applicativi che rendono operativo in sole

15 giornate (un abbattimento del 70%) un sistema PDM molto

efficiente ed integrato con tutti gli altri processi aziendali.

Quali sono, secondo la vostra esperienza, gli elementi essenziali che un potenziale cliente di soluzioni PDM, deve prendere in considerazione affinché si indirizzi verso una scelta efficace?La gestione dei dati tecnici e l’efficienza nel processo di svilup-

po prodotto sono fattori di fondamentale importanza, a prescin-

dere dai sistemi di progettazione che l’utente ha già adottato.

Nella realtà molte Aziende italiane hanno preferito passare da

un modello di progettazione 2D a

uno 3D, a scapito dell’investimento

sul sistema PDM. Questo ha compor-

tato sicuramente un aumento della

qualità del progetto e della ‘tavola’

di disegno per la produzione, ma ha

fortemente penalizzato la capaci-

tà reattiva dell’azienda stessa nel

progettare nuovi prodotti nei tempi

richiesti dal mercato.

Secondo la nostra esperienza, quan-

do un Azienda affronta un progetto

PDM, deve tenere in considerazioni

alcuni fattori importantissimi, quali per

esempio: la forte integrazione con i

sistemi CAD e CAE per permettere ai

progettisti la massima efficienza, la

possibilità di implementare workflow

per garantire l’efficienza nei proces-

si, o la possibilità di implementare

un sistema di normalizzazione e di

standardizzazione (dei prodotti e dei

processi), la possibilità di poter appli-

care un configuratore software che

permetta una veloce personalizzazio-

ne del prodotto e, non ultimo, un’architettura software aperta

che consenta un rapido interfacciamento verso le applicazioni

office, i sistemi ERP e le altre applicazioni già in essere. Un altro

punto importante e’ sicuramente il ‘popolamento’ della base

dati PDM in fase di start-up, una condicio sine qua non per un

rapido avviamento della soluzione in termini operativi e, non

ultimo, per fornire un rapido ritorno degli investimenti.

Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspettare nel vostro portafoglio di offerta? L’evoluzione dal PDM al PLM con la diffusione del Cloud Com-

puting sarà – a nostro avviso - una vera e propria ‘rivoluzione’ di

questo mercato. E chi non sarà pronto con i propri dati organiz-

zati perderà dei vantaggi competitivi enormi. Ricordo sempre

la frase che un Cliente una volta mi disse: “un’ azienda prima di

sviluppare un sito internet, dovrebbe avere una buona organiz-

zazione. Altrimenti il rischio e’ quello di mettere in vetrina tutta la

propria disorganizzazione”.

Se finora i sistemi PLM sono stati a supporto della progettazione

(PDM) e di pochi altri reparti aziendali, con lo sviluppo dei sistemi

basati su Cloud Computing avranno una rapida diffusione,

perché in grado di supportare tutti i processi e i dipartimenti

aziendali, sia all’interno, sia all’esterno dell’azienda.

Noi ci stiamo preparando a questa rivoluzione. Abbiamo forma-

to i nostri tecnici a sviluppare degli applicativi utilizzando i nuovi

linguaggi e ci siamo adeguati alle nuove piattaforme tecno-

logiche che ci permetteranno già da subito di estendere le

potenzialità del PDM al PLM, rendendo disponibili applicativi per

il supporto delle vendite dei processi produttivi anche delocaliz-

zati, e per il supporto tecnico in tutto il ciclo di vita del prodotto.

interviste prisma tech

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Page 38: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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IL PLM (e non solo) aL teMPo deL CLoud

Di Massimo Fucci

Quali sono le caratteristiche peculiari che definiscono il posizionamento della vostra offerta nel mercato del-le soluzioni rivolte al ciclo sviluppo prodotto?Partiamo dalla considerazione

che negli ultimi anni le aziende,

a complemento dei sistemi ERP o

Legacy, hanno dovuto adottare molteplici soluzioni verticali per

colmarne i limiti quali: CRM, SCM, Project management, Portali

aziendali, B2B etc. Sulla base di questa consapevolezza è nata

e si è evoluta la suite RuleDesigner, un ampio ventaglio di solu-

zioni modulari, che uniscono il mondo PLM, alla configurazione

di prodotti e permette di integrare i diversi dipartimenti aziendali

e i partner attraverso strumenti collaborativi.

Per far sì che le aziende potessero adottare e mantenere in

modo semplice un ambiente integrato e distribuito, la nostra so-

luzione si è sviluppata su di una moderna architettura orientata

ai servizi (SOA) in cui opportuni Web-services, permettono di rea-

lizzare le integrazioni con altre applicazioni indipendentemente

dal fatto che risiedano all’interno o all’esterno dell’azienda.

Come risultato di tutto ciò la tecnologia RuleDesigner è già oggi

fruibile anche in modalità Cloud e utilizzabile non solo da PC

ma anche da dispositivi mobili quali Iphone, Ipad, Smartphone,

Android.

Quali sono, secondo la vostra esperienza, gli elementi essenziali che un potenziale cliente di soluzioni PDM deve prendere in considerazione?Sarebbe riduttivo pen-

sare in termini di lista

delle funzionalità indi-

spensabili che devono

essere considerate

come prioritarie in una

scelta oculata di pro-

dotto, dalla trasversa-

lità di integrazione verso i principali CAD presenti sul mercato, e i

principali database, gli ERP e i CRM, oltre ad una buona dote di

funzionalità che devono essere disponibili sia a livello interattivo

sia a livello di azioni massive.

Proprio qualche giorno fa, commentando una simile domanda

apparsa su un blog, scrivevo: “Sto rispondendo dal mio iPad,

comodamente seduto, in attesa di partire”.

Se posso concedermi il lusso di dialogare con voi, in queste con-

dizioni, è perché ormai la rivoluzione portata avanti dai social

network e dai sistemi web2.0 ha già radicalmente cambiato il

mondo e il modo di vedere le applicazioni ‘collaborative’.

Se fino a 2 o 3 anni fa la scelta per un sistema PLM o PDM si

basava spesso sul ‘brand’ del fornitore e talvolta sulle funziona-

lità e le referenze del prodotto, oggi, ho avuto modo di riscon-

trare direttamente che nella scelta di un sistema PDM o PLM gli

utilizzatori considerano sempre più fondamentali aspetti quali il

supporto alla collaborazione, l’integrazione con i sistemi azien-

dali, i tempi di installazione e la semplicità d’uso.

D’altronde oggi chi adotterebbe un PDM o PLM, se non offrisse

la possibilità di interagire (senza rappezzi o sovrapprezzi) in

tempo reale, anche in condizioni di movimento che li porti a

relazionarsi attraverso strumenti tipo Ipad o Android, Tablet o

Smartphone?

Chi adotterebbe un PDM o PLM, se non fosse già integrato con

il CRM, il Portale postvendita, i Processi aziendali e Strumenti di

Nell’ambito delle aziende che hanno tracciato un percorso nel mercato del PDM, RuleDesigner (www.ruledesigner.com) rappresenta sicuramente una pietra miliare, un prodotto nato in Italia ‘lontano dai luoghi ove si pensa debbano provenire i PLM’, reso forte dalla solidità della visione e dal pragmatismo della fun-zione. Abbiamo incontrato l’ing. Gianfranco Biguzzi, un imprenditore che da perfetto antesignano ha compreso l’importanza della gestione ‘iperparametrica’ dei dati di prodotto e, soprattutto, la loro propagazione nell’ambi-to dei processi aziendali, e ci siamo fatti spiegare posizionamento e strategie dell’azienda.

INteRVISte Ruledesigner

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Page 39: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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configurazione di prodotto?

Chi adotterebbe un PDM o PLM, se la messa in opera richiedes-

se migliaia di ore uomo?

E infine, chi accetterebbe di adottare un PDM o PLM se per

utilizzarlo fosse necessario lo studio di complessi manuali utente?

In conclusione, mi siano consentite alcune riflessioni. Vero è che

PDM e PLM non sono la medesima cosa, sebbene produttori di

sistemi PDM derivati dal mondo CAD lo abbiano adombrato per

lungo tempo; vero è che il mercato, ad oggi, fa spesso registrare

l’installazione di ‘banali’ vault, troppo spesso contrabbandati, per

applicazioni PDM e PLM; bisogna infine ricordare che, ormai, i

social network come Facebook, Linkedin e altri hanno fatto scuola,

modificando il paradigma di interazione e mostrando come sia

possibile un’ intensa e articolata collaborazione anche senza

dovere sottostare ad addestramento intensivo.

Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspetta-re nel vostro portafoglio di offerta?Negli ultimi anni abbiamo già adottato una strategia di forte rin-

novamento infrastrutturale di RuleDesigner. Siamo giunti al rilascio

della release ‘Fusion’ che già dal nome fa emergere la cultura di

integrazione tra le diverse discipline che la caratterizzano. È una

tecnologia federativa multipiattaforma (di cui è possibile fruire

anche in modalità cloud) che può essere utilizzata con qualsiasi

browser da PC e da qualsiasi device mobile.

Proprio per tutto ciò RuleDesigner fornisce già oggi quello che gli

strumenti PDM/PLM daranno (forse) in futuro.

Da un punto di vista infrastrutturale sicuramente in futuro ci sarà

un’evoluzione per soddisfare le esigenze delle specifiche industry

che nel caso di RuleDesigner, si tradurrà in una sempre più ampia

libreria di processi pre-configurati, raggruppati per segmenti di

industry.

In quali situazioni ha riscontrato (e perché) un buon grado di soddi-sfazione da parte dei clienti che hanno adottato la vostra soluzione PDM?Parlando di customer satisfaction la palette di motivazioni è assai

variegata in funzione del ruolo aziendale ricoperto dalle diverse

persone. Piace agli utenti perché funzionalmente mappa molto

bene le funzioni aziendali che quotidianamente sono chiamati

a svolgere, piace al management perché permette di imposta-

re corretti flussi di lavoro ed avere sempre il polso sullo stato di

avanzamento delle attività senza introdurre rigidità nella struttura

organizzativa; piace ai sistemi informativi perché, grazie alla tecno-

logia con cui è stato realizzato, riescono ad ottenere le cose molto

velocemente, senza dover scrivere o far scrivere software di perso-

nalizzazione ma solo configurando parametri o processi. RuleDesi-

gner piace infine ai titolari o al top management perché supporta

l’organizzazione e il controllo delle attività aziendali in modo esteso

e in tempo reale e offre loro la sicurezza di avere adottato una

tecnologia che per potenza, innovazione, estetica e completezza

rappresenta il top di gamma, ma con costi estremamente ridotti

(una volta uno di loro mi ha detto di avere la sensazione di disporre

di una Ferrari, che però ha i costi esercizio da auto elettrica!).

INteRVISte Ruledesigner

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Le comunicazioni wireLess neLL’industria secondo schneider eLectric

Di Valerio Alessandroni

L’infrastruttura di comunicazione Ethernet con tec-

nologia Wireless ha oggi, in termini di applicazioni

industriali, ampi margini di crescita e spesso viene

scelta perché risponde a necessità specifiche tra

le quali la disponibilità di connessione di dispo-

sitivi e/o operatori in movimento, la connettività

avanzata per il controllo di processo, la connet-

tività con dispositivi installati a lunga distanza, e

non ultimo contribuisce ad una sensibile riduzione dei costi di

installazione laddove l’utilizzo del rame o della fibra ottica risulta

di difficile installazione o troppo costoso.

“La nostra offerta WiFi è una tra le più vaste e complete sul

mercato, questo per garantire una soluzione finita e funziona-

le alle necessità del cliente che ha, come unica interfaccia

di responsabilità e centro di competenza, la nostra azienda”,

afferma Giancarlo Carlucci, Product Manager End User Solution

di Schneider Electric.

Egli spiega che è questo il caso ad esempio, di alcune appli-

cazioni nel mercato delle infrastrutture (gallerie) e delle energie

rinnovabili (parchi fotovoltaici), in cui il wireless è stato la chiave

per rispondere alle necessità tecniche di disponibilità e affidabi-

lità dell’intera infrastruttura di rete.

”L’offerta Schneider Electric associa il protocollo Ethernet al

supporto wireless rispondente agli stan-

dard WiFi IEEE802.11 a/b/g/n”, sottolinea

Carlucci. “Questo binomio risponde alla

richiesta di integrazione delle informa-

zioni veicolate via wireless con networks

nuove o esistenti, supportando quindi

l’eventuale scalabilità informativa

con gli altri livelli aziendali. Infatti, non

necessitando di hardware dedicato, il

protocollo standard Ethernet, permet-

te la trasparenza dei dati dal campo

ai sistemi informativi aziendali preesi-

stenti. Gli standard WiFi 802.11 in più,

apportano un’efficacia installativa che aumenta il ventaglio di

soluzioni architetturali a cui spesso sono associabili minori costi di

connessione”.

Schneider è presente in molti settori (industriale, residenziale,

dell’energia, delle utility, ecc.). A quali di essi, in particolare, è

maggiormente rivolta l’offerta di tecnologie/prodotti wireless?

“Sfruttando l’offerta WiFi siamo in grado di coprire le esigenze di

tutti i settori nei quali normalmente prestiamo le nostre soluzioni

e competenze”, afferma Carlucci. “Sicuramente, essendo pro-

dotti con peculiarità industriali, questa offerta si presta mag-

giormente a soluzioni di comunicazione che integrino processi

produttivi costituiti da singole macchine o automazioni distribu-

ite a distanza, ma possono essere anche punto di contatto tra

unità produttive con mestieri differenti al fine di creare un’unica

infrastruttura trasparente ed accessibile in tutti i suoi punti”.

In particolare, ConneXium è una gamma di prodotti Schneider

Electric pronti all’impiego per la realizzazione di reti Ethernet in

grado di offrire soluzioni integrate che permettano di raggrup-

pare tutti i componenti dell’installazione, dalle apparecchiature

fino alla rete d’impresa.

La gamma di switch Connexium è completa sia per soluzioni

economiche che per le necessità più complesse grazie all’of-

ferta di versioni Managed e dei nuovi Access e Client Wi-Fi che

permettono il cablaggio di soluzioni wireless per l’industria; gra-

zie a strumenti innovativi quali il software di diagnostica Ethernet

ConneXview, ConneXium permette di sfruttare in ambito indu-

striale tutti i vantaggi di una rete Ethernet affidabile e aperta.

Gli Switch e gli Access Point ConneXium permettono di aumen-

tare le prestazioni generali della rete, rendendo Ethernet una

rete adatta per le applicazioni industriali. La capacità multidif-

fusione IP di ConneXium supporta la funzione Publish/Subscri-

L’offerta Schneider Electric associa il protocollo Ethernet al supporto wireless, una risposta alla richiesta di integrazione delle informazioni con networking nuovi o preesistenti

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ve (pub/sub) e i protocolli di diffusione multimediali delle reti

industriali moderne.

Con il software di diagnostica Ethernet ConneXview, è possibile

far funzionare la rete in modo ottimale perché il software, po-

tente e facile da utilizzare, rileva e mappa automaticamente le

reti e le periferiche, fornendo quindi tutti gli strumenti necessari

ad un facile controllo e ad una facile correzione delle operazio-

ni di rete.

Gli switch ConneXium utilizzano il protocollo Snmp per facilitare

il controllo della rete e la diagnostica dei problemi, gli Access

Point ed i Client Wi-Fi ConneXium utilizzano lo standard 802.11g,

ad oggi il più diffuso ed affi dabile per le applicazioni mondo In-

dustria e tutti i prodotti Connexium integrano un server Web che

fornisce servizi di gestione complementari accessibili attraverso

qualsiasi browser web. Funzioni ridondanti ed evolutive, con

struttura ad anello, semplice o doppia, permettono di costruire

in modo molto semplice una rete totalmente rispondente a

tutte le esigenze specifi che. La famiglia ConneXium è costruita

secondo tutti gli standard industriali, per garantire un’elevata

resilienza ed adattarsi a condizioni ambientali più diffi cili.

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Page 42: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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Da SiemenS la gamma Scalance W

Di Valerio Alessandroni

Particolarmente adatta per applicazioni

industriali, la gamma di prodotti Scalance W,

offerta dalla Divisione Industry Automation di

Siemens, è costituita da access point, moduli

client, antenne e accessori, tutti conformi agli

standard Ieee 802.11b/g, a/h. Tutti gli Sca-

lance W hanno un’alimentazione ridondata

(eventualmente anche con Power-Over-

Ethernet). Gli access point sono disponibili in tre famiglie di pro-

dotto. In particolare, gli Scalance W788 con grado di protezione

IP65 sono pensati per applicazioni indoor. Gli Scalance W786

IP65, insensibili ai raggi UV e agli spruzzi d’acqua salata, sono

particolarmente adatti alle applicazioni outdoor (aree pubbli-

che, porti, sistemi di logistica). Infine, gli Scalance W784 IP30, dal

design compatto, consentono l’utilizzo all’interno del quadro

elettrico o direttamente a bordo macchina.

Gli access point sono disponibili con 1, 2 o 3 interfacce Wi-Fi

integrate, in versione standard o con funzionalità Roaming Rapi-

Negli impianti di automazione industriale che prevedono l’impiego di macchine mobili, l’uso della tecnolo-gia Industrial Wlan basata sullo standard Ieee 802.11 rappresenta la soluzione ideale per realizzare un’infra-struttura di rete senza fili, adatta alle specifiche esigenze applicative

inTeRViSTe Siemens

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Page 43: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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do, per la trasmissione deterministica dei dati in applicazioni con

bus di campo real time.

I moduli client sono fruibili in due famiglie di prodotto: per ap-

plicazioni indoor, o per l’utilizzo all’interno del quadro elettrico. I

moduli client sono ideali per connettere qualunque dispositivo

mobile dotato di singola porta Ethernet, o, con un numero mas-

simo di 8 nodi Ethernet, a una Wlan industriale.

Un altro aspetto importante è quello legato alla sicurezza dei

dati: tutti i prodotti della famiglia Scalance W supportano infatti

gli standard più recenti, quali WEP, WPA con AES e Tkip, EAP-TLS

e filtraggio MAC.

Abbiamo chiesto all’ingegner Angelo Candian, Industrial Com-

munication Product Manager presso Siemens S.p.A., quali siano

le caratteristiche peculiari/differenzianti dei prodotti wireless Sie-

mens e quali siano le strategie e gli sviluppi previsti dall’azienda.

“I nostri prodotti di punta per il wireless in ambito industriale

sono i dispositivi Scalance W per l’utilizzo della tecnologia Wi-Fi

(802.11a/b/g/h); il modem MD720 e i router MD741, Scalance

M873 per GSM/Gprs, Edge e Umts”, ha risposto l’ingegnere.

“Questi prodotti forniscono funzioni standard e add-on per

rispondere alle esigenze industriali, ad esempio Rapid Roaming

e Wireless con Ridondanza”.

“Per applicazioni con dispositivi mobili, l’uso di cavi speciali o

contatti striscianti implica costi di manutenzione inevitabili e

costanti nel tempo”, ha proseguito l’ing. Candian. “La nostra

produzione è specificamente pensata per realizzare sistemi di

automazione deterministici senza fili, oltre a consentire connes-

sioni remote all’impianto per teleassistenza e telecontrollo. La

nostra strategia è quella di poter offrire il migliore supporto nella

fase di progettazione della rete wireless, per offrire la giusta

soluzione impiantistica in termini economici, di affidabilità e

sicurezza”.

Un’altra domanda, a conclusione dell’intervista: “In quali settori

vengono maggiormente utilizzati i prodotti descritti? Perché e

con quali benefici?”

“Negli impianti di automazione industriale che prevedono

l’impiego di macchine mobili (veicoli a rotaia, carri ponte, AGV,

ecc.), l’uso della tecnologia Industrial Wlan, basata sullo stan-

dard Ieee 802.11, rappresenta la soluzione ideale per realizzare

un’infrastruttura di rete senza fili adatta alle specifiche esigenze

applicative”, ha risposto l’ing. Candian. “Utilizzando antenne

omnidirezionali, direzionali o cavi a guida d’onda, infatti, è

possibile progettare un sistema wireless affidabile e idoneo alle

dimensioni degli impianti in ambiente industriale, per soddisfare

le necessarie esigenze di determinismo del sistema di comunica-

zione nel controllo della produzione, eliminando definitivamente

i costi di manutenzione e i problemi di affidabilità di soluzioni a

contatti striscianti o con catene portacavi”.

“L’utilizzo di moduli per il collegamento remoto agli impianti

con GSM/Gprs, Edge e Umts, può essere invece applicato in

tutti quei settori in cui sia importante effettuare la teleassistenza

o il telecontrollo di un impianto/processo produttivo distribuito

geograficamente sul territorio. Alcuni tipici settori applicativi

riguardano sistemi di trattamento e distribuzione Acque, oltre ad

impianti Oil and Gas”, ha concluso l’ing. Candian.

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Rockwell AutomAtion e lA piAttAfoRmA integRAted ARchitectuRe

Di Valerio Alessandroni

G razie all’impiego di sofisticate

tecnologie di controllo, connettivi-

tà, visualizzazione e gestione delle

informazioni, l’Architettura Integrata

risponde a un gamma completa di

esigenze per il controllo discreto, il

controllo assi, il controllo batch e di

processo, il controllo degli aziona-

menti e la sicurezza.

I vantaggi sono numerosi, come quelli di un’unica infrastruttura

coordinata per tutto l’impianto per le

varie discipline di controllo e produzione;

di uno scambio di informazioni in tempo

reale in tutta l’impresa per prendere

decisioni sempre precise ed informate e

dell’integrazione rapida, facile e a costi

ridotti di una singola macchina o di un

sistema completo. A ciò si aggiungono

flessibilità e agilità produttiva; rispetto

dei requisiti di qualità in ogni fase del

processo; aumento della quantità di

prodotto ottenuto dai macchinari esistenti;

diminuzione dei costi fissi e variabili di

produzione; implementazione di sistemi

e procedure per rispondere ai requisiti

di conformità; integrazione dei dati

provenienti da più macchine di vari OEM.

Un elemento di differenziazione“Rockwell Automation propone la piattaforma Integrated

Architecture come elemento di differenziazione rispetto

ad altri fornitori presenti sul mercato”, afferma Marco Rizzi,

Solution Architect IA - Controllers, Safety & Automation

Software Italian Region presso Rockwell Automation.

“L’Integrated Architecture si basa sull’integrazione totale tra

le varie componenti. Integrazione che parte dagli elementi

di campo quali trasmettirori e/o sensori, oltre a soft starters e

drive, utilizzando bus di campo intelligenti quali Hart, Fieldbus

Foundation, DeviceNet ed altri per poi

passare ai controllori della famiglia

ControlLogix ed espandersi verso l’alto

con interfacce operatore FTView Me

relativa a pannelli operatore installati

in impianto, vicino alle macchine, o

a FTView SE per sistemi di supervisione

più complessi, distribuiti ed ovviamente

ridondanti ove necessario”. Ma

Integrated Architecture non si ferma

qui. “Se la totale integrazione di tutte le

parti di controllo e di supervisione non

fosse sufficiente, se creare un tag nel

controllore ad averlo immediatamente

disponibile in tutta la piattaforma ancora

non soddisfacesse completamente le

esigenze dell’applicazione, allora ci

L’Integrated Architecture di Rockwell Automation aiuta a migliorare la produttività e a ridurre i costi di esercizio grazie ad una funzionalità, una flessibilità e una modularità senza confronti

inteRViSte Rockwell Automation

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43

spingiamo anche nella totale integrazione dei pacchetti

software a livello di MES”, prosegue Rizzi. “I tag creati sono

anche immediatamente disponibili, ad esempio, ai pacchetti

Historian, che siano essi basati su computer esterni o che

sia la versione installata su scheda a bordo del singolo

PLC. Arrivando poi al MES vero e proprio l’integrazione si

completa con i pacchetti destinati alla gestione, tracciabilità

e schedulazione della produzione. Stiamo quindi parlando di

una soluzione estremamente integrata e di semplice utilizzo

mirata a consentire all’utilizzatore di concentrarsi sui propri

obbiettivi di business e non su come far funzionare il sistema

di controllo e gestione”.

tUtti i settori prodUttiviI prodotti Rockwell Automation sono utilizzati in tutti i settori

produttivi. “Sembra una frase fatta ed in fondo quello che ci

si aspetta da un fornitore di tecnologia, ma nei fatti è proprio

così”, sottolinea Rizzi. La piattaforma Integrated Architecture

trova applicazione in tutti i settori, dal farmaceutico al navale,

dall’alimentare all’imballaggio, dal petrolchimico al minerario

ed all’automotive. “Se devo essere sincero il problema sarebbe

identificare un settore industriale che non ci utilizzi”, egli

aggiunge. “Perché tanto successo in tutti i settori? Settori così

disparati ed eterogenei hanno necessità diverse e richiedono

soluzioni specifiche ma, in realtà, se analizziamo le necessità

tecniche ci rendiamo conto che Integrated Architecture è

in grado di farvi fronte senza patemi tecnici e/o tecnologici.

Se poi ci spingiamo oltre quelli che sono i problemi tecnici

scopriamo che, essendo Integrated Architecture tecnicamente

all’avanguardia, l’attenzione degli utilizzatori si sposta sui

vantaggi che fornisce”. Tali vantaggi, spiega Rizzi, si basano

sulla totale integrazione delle varie componenti e sulla

semplicità di uso e di interazione degli stessi. Quindi, ancora

un volta, la chiave vincente di Integrated Architecture si

chiama integrazione. “Il principale beneficio che ne ricavano

gli utilizzatori è la possibilità di porre l’attenzione e gli sforzi per

migliorare la produzione sul processo produttivo invece che

sulla gestione del sistema di controllo, sia esso dedicato ad una

singola macchina o un grosso sito produttivo”, conclude Rizzi.

inteRViSte Rockwell Automation

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Page 45: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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spingiamo anche nella totale integrazione dei pacchetti

software a livello di MES”, prosegue Rizzi. “I tag creati sono

anche immediatamente disponibili, ad esempio, ai pacchetti

Historian, che siano essi basati su computer esterni o che

sia la versione installata su scheda a bordo del singolo

PLC. Arrivando poi al MES vero e proprio l’integrazione si

completa con i pacchetti destinati alla gestione, tracciabilità

e schedulazione della produzione. Stiamo quindi parlando di

una soluzione estremamente integrata e di semplice utilizzo

mirata a consentire all’utilizzatore di concentrarsi sui propri

obbiettivi di business e non su come far funzionare il sistema

di controllo e gestione”.

tUtti i settori prodUttiviI prodotti Rockwell Automation sono utilizzati in tutti i settori

produttivi. “Sembra una frase fatta ed in fondo quello che ci

si aspetta da un fornitore di tecnologia, ma nei fatti è proprio

così”, sottolinea Rizzi. La piattaforma Integrated Architecture

trova applicazione in tutti i settori, dal farmaceutico al navale,

dall’alimentare all’imballaggio, dal petrolchimico al minerario

ed all’automotive. “Se devo essere sincero il problema sarebbe

identificare un settore industriale che non ci utilizzi”, egli

aggiunge. “Perché tanto successo in tutti i settori? Settori così

disparati ed eterogenei hanno necessità diverse e richiedono

soluzioni specifiche ma, in realtà, se analizziamo le necessità

tecniche ci rendiamo conto che Integrated Architecture è

in grado di farvi fronte senza patemi tecnici e/o tecnologici.

Se poi ci spingiamo oltre quelli che sono i problemi tecnici

scopriamo che, essendo Integrated Architecture tecnicamente

all’avanguardia, l’attenzione degli utilizzatori si sposta sui

vantaggi che fornisce”. Tali vantaggi, spiega Rizzi, si basano

sulla totale integrazione delle varie componenti e sulla

semplicità di uso e di interazione degli stessi. Quindi, ancora

un volta, la chiave vincente di Integrated Architecture si

chiama integrazione. “Il principale beneficio che ne ricavano

gli utilizzatori è la possibilità di porre l’attenzione e gli sforzi per

migliorare la produzione sul processo produttivo invece che

sulla gestione del sistema di controllo, sia esso dedicato ad una

singola macchina o un grosso sito produttivo”, conclude Rizzi.

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3d e PdM, la dolce Vita

Di Massimo Fucci

Chissà quante volte facendo colazio-

ne o un piccolo break ci è capitato

di gustare uno splendido e invitante

dolcetto; difficilmente tuttavia, in mo-

menti del genere, pensiamo a quanta

tecnologia, quanto lavoro e quanto

ingegno sta dietro a ciò che stiamo

degustando e forse è meglio così! Una

delle realtà che rendono possibili le piacevoli pause cui abbiamo

accennato è, nella talentuosa Italia, la vicentina Comas (www.

comas-spa.com), azienda che si è particolarmente distinta nel

mercato delle macchine per la produzione

di prodotti dolciari da forno; basti dire che,

quanto pensato e realizzato da Comas (mac-

chine o, meglio ancora, linee di produzione),

è stato installato in ogni continente.

“Un’esperienza imprenditoriale che nasce nel

1972 - afferma con orgoglio Stefano Visonà,

Presidente e chairman della società- anno

in cui l’azienda inizia la sua attività dedican-

dosi alla progettazione e alla produzione di

macchine dosatrici pensate per rispondere

alle esigenze delle aziende italiane operanti

nel settore dolciario. Negli anni Ottanta, a se-

guito di una mutazione strategica sviluppatasi

presso i nostri clienti, ci siamo trovati a dover

rispondere a nuove esigenze per la realizza-

zione di nuovi prodotti pensati dai nostri clienti

per il mercato dei consumatori. Infatti, proprio in quegli anni, le

principali case dolciarie decidono di proporre prodotti da forno

farciti (panettone, pandoro, colombe e così via) in concomi-

tanza con le principali ricorrenze/festività. In questo contesto

abbiamo dovuto investire per sviluppare sia in nuove tecnologie

per il dosaggio delle creme per farcitura, sia per la messa in ope-

ra di quanto necessario per l’ottenimento di un’elevata qualità

nella realizzazione delle singole macchine e degli impianti o linee

complete di grandi e medie dimensioni”.

Dal punto di vista del prodotto si sono rivelate molto importanti le

esperienze maturate da Comas nella collaborazione con i princi-

pali leader del settore dolciario. Tali esperienze hanno consentito

ai diversi team di lavoro aziendali di analizzare una vasta casistica

di applicazioni che hanno aumentato in maniera esponenziale le

potenzialità di analisi delle diverse problematiche legate ai diffe-

renti cicli di produzione e, quindi, delle relative scelte tecniche da

porre in atto per compiere nel modo più efficace ed efficiente

possibile la lavorazione del prodotto rivolto al consumatore.

“Un percorso di mercato che non sarebbe stato possibile senza

un continuo investimento rivolto a dare efficacia ed efficienza al

ciclo di sviluppo prodotto- afferma Sergio Santacatterina, Diretto-

re ufficio tecnico per la progettazione meccanica- in quest’ottica

l’azienda fin dal 1988 introduce il CAD 2D per lo sviluppo dei suoi

prodotti. Un’ esperienza positiva che favorisce

nel prosieguo il passaggio al 3D e, ancora più

importante, all’introduzione e messa a regime

di un’ infrastruttura PDM, che per noi rappre-

senta una sorta di elemento pivot, non solo per

l’ufficio tecnico ma per tutta l’azienda”.

L’azienda, pioniera nell’ adozione di una inno-

vativa soluzione CAD, seguendo la teoria delle

tre ESSE, ha dovuto affrontare, per continuare

a rimanere competitiva, un inevitabile cam-

biamento della tecnologia software prescelta.

“Ad un certo punto ci siamo resi conto - con-

tinua Santacatterina- che per rispondere in

tempo reale alle (continue) nuove esigenze

dei nostri clienti era necessario operare diret-

tamente su di un modello digitale 3D che fosse

una rappresentazione fedele del prodotto

reale; in questo campo la tecnologia in uso mostrava dei limiti ed

abbiamo quindi iniziato ad analizzare proposte alternative.”

Grazie alla notevole esperienza maturata in ufficio tecnico le

idee erano sufficientemente chiare e riconosciute, la nuova tec-

nologia software doveva rispondere a precise esigenze: soluzione

unica in grado di gestire altrettanto bene sia quanto già pro-

dotto in 2D sia lo sviluppo, a partire da un modello 3D, di intere

famiglie di prodotto caratterizzate da personalizzazioni custom,

per singolo cliente; la possibilità di gestire un ambiente multilin-

gue; l’integrazione tra applicazione CAD 3D e soluzione PDM

e, non ultimo, una rilevante diffusione internazionale, una certa

solidità della casa madre accompagnata dalla presenza di una

Il mercato richiede molta attenzione, le esigenze mutano e la concorrenza non sta certamente alla finestra. Sono necessarie Vision e continuità degli investimenti in innovazione; ne è ben consapevole Comas, so-cietà italiana che, grazie all’intelligenza dei suoi vertici, non solo è riuscita a raggiungere una posizione di rilievo nel mercato in cui opera, ma continua la sua crescita. Un’azienda leader nel settore delle macchine per la produzione dolciaria (ma non solo) che ha posto innovazione ed efficacia del ciclo sviluppo prodotto alla base della propria capacità di competere.

Storie di SucceSSo Prisma tech

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Page 47: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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struttura in grado di fornire sviluppo e assistenza qualificata con

continuità e con tempi compatibili con lo sviluppo delle attività

del committente.

“Dopo un periodo durato nove mesi, in cui si sono attuati test

e verifiche su tre potenziali fornitori - ci spiega Santacatterina -

abbiamo scelto la piattaforma integrata CAD-PDM di Autodesk,

poiché non solo rispondeva appieno ai prerequisiti richiesti, ma

anche perché i nostri progettisti si sono da subito trovati a proprio

agio sia nell’interoperare con il parco disegni 2D del nostro in-

stallato (circa 250.000) grazie ad AutoCAD Mechanical, sia nello

sviluppare con Autodesk Inventor modelli digitali 3D parametrici

e variazionali per la realizzazione delle nuove linee di impianti.

Come Fornitore, la nostra preferenza si è indirizzata verso la socie-

tà Prisma Tech alla quale è stata riconosciuta sia un’adeguata

esperienza tecnica, sia una buona capacità di sviluppo proget-

tuale. Due ingredienti da noi ritenuti fondamentali per rendere

efficace ed efficiente il nuovo sistema tecnico-informatico,

così da garantire un miglioramento della progettazione e una

maggior integrazione dell’ufficio tecnico con gli altri dipartimenti

aziendali”.

I prodotti progettati e realizzati da Comas sono costituiti da un

insieme di componenti che varia da 100 a 20.000; ovviamente,

nella stima, sono compresi sia le singole macchine e sia gli im-

pianti di linee complete.

“Con queste premesse – sottolinea Santacatterina - la gestione

delle parti e soprattutto il loro riuso riveste per noi un’ importanza

fondamentale. Il tema è stato affrontato con Prisma Tech che

ha pensato ad una soluzione basata sulla ricerca morfologica

integrata con la soluzione PDM. In base a quest’ultima viene

utilizzata una classificazione traguardata poi da tabelle di

standardizzazione che ci consentono un riutilizzo efficace anche

di componenti Custom (collettori e tramogge), oltre che di interi

gruppi funzionali”.

La gestione dello storico 2D è stata affrontata e risolta con

l’adozione di un modulo della suite Genius PLM, sviluppata

direttamente da Prisma Tech e perfettamente integrata con gli

applicativi CAD/PDM Autodesk. In particolare il modulo Smart

Blocks consente il mantenimento dei disegni del parco storico

che conta circa 4000 macchine/ impianti. Smart Blocks non è

l’unico modulo della suite Genius adottato, tra tutti merita una

menzione particolare Project che consente di acquisire e fornire

al sistema di contabilità tutti i costi già imputati per commesse e

sotto commesse in maniera tale da ottenere uno stretto controllo

dei costi.

“In definitiva – conclude Santacatterina - siamo riusciti a effi-

cientare l’intero ciclo di sviluppo dei prodotti, sviluppando, nel

contempo, un ambiente fortemente collaborativo, caratterizzato

a monte da un’ integrazione con il processo di vendita al quale

riusciamo a fornire un modello digitale, con tanto di specifiche e

relative immagini realistiche da utilizzare nella fase di marketing

e soprattutto in trattativa; e, a valle, dall’integrazione con la

produzione. Un processo di integrazione i cui benefici sono più

che evidenti e riguardano la congruità e la disponibilità in tempo

reale dei dati e, quindi, delle informazioni, anche se, dalla mia

posizione, non sono in grado di quantificare. Posso altresì afferma-

re con sicurezza che grazie a quanto realizzato siamo riusciti a

risparmiare ben l’80% nel tempo di progettazione 3D di gruppi

di impianto con un accuratezza molto vicina al 100%. Abbiamo

utilizzato la tecnica dei master, una serie di template completi e

testati, da cui il progettista parte operando modifiche e ripara-

metrizzazioni. Ulteriori benefici tangili e quantificabili dovrebbero

scaturire dall’utilizzo di due nuove tecnologie che stiamo valutan-

do, Autodesk Factory Design per l’elaborazione dei layout 3D e

Autodesk Inventor Publisher per la produzione di documentazione

di prodotto e la relativa distribuzione attraverso i dispositivi mobili

di ultima generazione”.

Ancora una volta la ricetta per mantenere elevato il proprio gra-

do di competitività è dettata dalla Vision di chi occupa posizioni

apicali, dai continui investimenti in innovazione, dal contributo

fattivo del management e delle maestranze.

Storie di SucceSSo Prisma tech

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Page 48: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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MaMMut SportS Group aG Mette Sotto controllo l’abbiGliaMento

Mammut Sports Group

AG, un’azienda che

progetta attrezzature e

accessori di alta qualità

per la montagna e il

trekking (abbigliamento,

calzature,attrezzature

per alpinismo ecc…),

cercava una soluzione per raggruppare le infor-

mazioni di tutti i prodotti in un unico database,

sostituendo così le procedure manuali e lente di

ricerca e consolidamento dei dati che causa-

vano errori di comunicazione sia internamente

all’azienda sia con i fornitori esterni.

“Prima le informazioni sui prodotti erano disperse

in tutta l’azienda - afferma Josef Lingg, Chief

Supply Chain Officer, Mammut Sports Group AG -

spesso serviva molto tempo per rintracciare i dati

più recenti e aggiornati, necessari per trattare con

i fornitori, creare la documentazione tecnica e di

marketing o definire le specifiche di prodotto per

l’avvio della produzione. A volte questa situazione

generava errori costosi e rifacimenti di prodotti che

non erano conformi all’intento progettuale effettivo.

Lavorando con ENOVIA V6 abbiamo la possibilità di

ridurre i tempi del ciclo di sviluppo grazie al fatto che

i progettisti possono accedere facilmente ai dati

dei prodotti esistenti e riutilizzarli per nuovi pro-

getti. Inoltre, ENOVIA migliora la collaborazio-

ne perché tutti i dati si trovano nello stesso

luogo e sono facilmente accessibili a tutti

coloro che partecipano al processo di

definizione di un prodotto”.

Mammut ha scelto ENOVIA V6 Apparel

Accelerators for Design & Development

and for Sourcing & Production per gestire

Il gruppo svizzero Mammut Sports AG ha scelto la soluzione ENOVIA V6 di Dassault Systèmes su piattaforma Microsoft SQL Server 2008 per gestire i processi di sviluppo, dalla progettazione iniziale del prodotto fino agli acquisti, alla produzione e alle vendite.

“Co

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up”

Storie di SucceSSo dassault Systèmes

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l’intero ciclo di sviluppo e fabbricazione dei propri prodotti.

Costruito sulle best practice del settore dell’abbigliamen-

to, ENOVIA Apparel Accelerators fornisce processi di

lavorazione predefiniti, modelli di dati e funzionalità di

gestione della documentazione che consentono di

ridurre i tempi e i costi dello sviluppo. Inoltre, grazie

all’integrazione di Adobe Illustrator in ENOVIA

V6, i designer possono creare e accedere ai

dati di ENOVIA direttamente dall’interfaccia di

Adobe.

“ENOVIA V6 mette a disposizione una piat-

taforma unica per la gestione della pro-

prietà intellettuale che favorisce l’attività

di innovazione collaborativa - sottolinea

Monica Menghini, VP, Consumer Goods,

Consumer Packaged and Retail Indu-

stry, Dassault Systèmes - l’adozione di

un approccio alla gestione del ciclo

di vita dei prodotti che snellisca e

unifichi i processi operativi dell’in-

tero ‘ecosistema’ di un’azienda è

fondamentale per affrontare le sfide

che attendono le aziende di abbiglia-

mento e i loro fornitori sparsi in tutto il

mondo. “Davanti a sfide come la rapida

evoluzione dei gusti e delle preferenze dei

consumatori e la necessità di essere sempre

all’avanguardia delle ultimissime tendenze tec-

nologiche nell’abbigliamento outdoor, i tempi di

reazione devono essere rapidi se si vogliono acquisire

quote di mercato. Le aziende che scelgono di adottare

una piattaforma unica per la gestione dei dati e processi

PLM predefiniti per settori industriali specifici conseguiranno un

incremento della produttività e un’accelerazione del time-to-

market, assicurandosi i benefici necessari per restare un passo

avanti alla concorrenza.’

Storie di SucceSSo dassault Systèmes

“Co

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Le nuove MCu FLash eMbedded a 8 bit di FujitsuRegoLatoRe in deRivazione RegoLabiLe LineaR

eaton CoMpLeta L’integRazione di MoeLLeR Con iL bRanding dei pRodotti

Fujitsu Semiconductor Europe ha annunciato la

disponibilità di una nuova serie della famiglia F2MC-

8FX di microcontroller a 8 bit ad elevate prestazioni,

dotati di memoria flash embedded.

La nuova serie MB95F430 a 32 pin comprende diversi

prodotti con quattro canali di comparatori di tensione

analogici integrati e un amplificatore operazionale.

Questa serie è stata creata per soddisfare la crescente

domanda di microcontroller a 8 bit per il controllo

di sistema di piccoli elettrodomestici, sistemi di

illuminazione e apparecchiature industriali, tra cui ballast per LED, riscaldamento a induzione,

convertitori DC-DC, macchine utensili e caricabatterie.

Oltre a poter essere usati come microcontroller principale, i dispositivi della nuova serie

MB95F430 sono adatti come controller secondario grazie alle potenti periferiche, tra cui vari

timer a 8 e 16 bit, 17 canali di ADC a 10 bit, PWM, moduli di comunicazione seriale I2C e USART,

ecc. L’oscillatore RC ad alta precisione interno e un circuito di rilevamento bassa tensione

contribuiscono a ridurre i costi di sistema complessivi, mentre la memoria flash dual-operation

garantisce fino a 100.000 cicli di cancellazione ed è in grado di conservare i dati per 20 anni,

rendendo superflua una E2PROM esterna. Il modulo di debug on-chip con interfaccia a 1 filo

accelera il lavoro di sviluppo software grazie a Softune, l’ambiente di sviluppo di Fujitsu per le

MCU della serie F2MC-8FX. La nuova serie comprende sei dispositivi che sono già prodotti in

serie. I dispositivi sono alloggiati in package LQFP a 32 pin e sono dotati di memorie flash da 8KB /

RAM da 240B e flash da 20KB / RAM da 496B.

Linear Technology annuncia

una nuova versione altamente

affidabile (grado MP)

dell’LT1431, un regolatore

in derivazione regolabile a

tre terminali che supporta

temperature operative di

giunzione comprese tra -55°C

e 150°C. Il dispositivo può

assorbire 100mA, ha una

precisione della tensione

di riferimento iniziale dello

0,4% e di deriva della

tensione massima rispetto

alla temperatura di ±1,4%.

Le resistenze con partitore

su chip consentono di

configurare l’LT1431 come

regolatore in derivazione

da 5V. Aggiungendo

due resistenze esterne, la

tensione di uscita può essere

impostata su qualsiasi valore

compreso tra 2,5V e 36V.

È possibile ridurre il limite di

corrente interno nominale

di 100mA aggiungendo una

resistenza esterna. Il circuito

di uscita attivo fornisce una

caratteristica di accensione

molto efficace, rendendo

questo dispositivo una valida

alternativa ai diodi Zener in

molte applicazioni, come

ad esempio la regolazione

onboard, gli alimentatori

regolabili e gli alimentatori di

commutazione isolati. L’LT1431

di grado MP è disponibile in un

package di plastica SO-8.

Eaton ha completato l’integrazione del Gruppo Moeller

acquisito nel 2008 con cambiamenti ai suoi prodotti e agli

imballi: dal 1° Luglio, Eaton ha iniziato a sostituire il logo

Moeller con il logo Eaton su tutti i prodotti e gli imballi. Questi

cambiamenti nella gamma di prodotti saranno portati a

termine nel corso del 2011, entro la data di completamento

programmata del 1° Gennaio 2012.

Tutti i prodotti avranno forma, formato e funzione comuni e riporteranno gli stessi codici d’ordine.

Numeri articolo e designazioni dei prodotti rimarranno gli stessi. In questo modo, Eaton offrirà

ai suoi clienti la rassicurazione di continuità di fornitura e qualità di costruzione. Anche la

certificazione e la documentazione di test dei prodotti manterranno la loro validità.

Il nome Moeller continuerà ad esistere come designazione di serie di prodotti. Il precedente

nome aziendale verrà indicato come ‘Moeller Series’ in riconoscimento del valore di prodotto

che ha passato ad Eaton. Tutti i precedenti prodotti Moeller diventeranno prodotti Eaton e in

futuro porteranno il nome Moeller Series inscritto sul prodotto, sull’etichetta di imballaggio, sui

cataloghi e sul materiale di vendita. Entro il 1° Gennaio 2012 al massimo, tutti i prodotti e gli

imballaggi porteranno solo il logo Eaton.

ContRadata pResenta un ModuLo CoM expRess basato su inteL CoRe i7 .Contradata, specializzata nel settore dei PC

industriali e delle soluzioni embedded, ha

arricchito la sua offerta di soluzioni COM Express

con il nuovo modulo ad alte prestazioni conga-

BM57 della casa tedesca congatec. La scheda

è dotata del nuovo processore Intel Core

i7-620M a 2,66 GHz, con 4 MByte di memoria

cache L2 e fino a 8 GByte di memoria DDR3 dual

channel ad alta velocità (1066 MT/s). conga-

BM57 è una soluzione a doppio chip che utilizza il potente chipset

Mobile Intel QM57 Express. Il controller grafico integrato supporta

Intel Flexible Display Interface (FDI) per consentire la gestione di

due canali video indipendenti su interfacce VGA, Lvds, Hdmi,

DisplayPort e Sdvo. L’aspetto più significativo della scheda COM

Express Basic (95x125mm), con pinout del connettore

di tipo 2, è rappresentato dalle elevate prestazioni

grafiche. La visualizzazione in 3D è notevolmente

migliorata rispetto alla generazione precedente di

grafica integrata Intel. Se si aggiungono le prestazioni

di calcolo del processore Intel Core i7, la scheda

conga-BM57 si propone come soluzione ideale

per applicazioni con grafica pesante, tipiche dei

videogame e del settore medicale. La tecnologia

Intel Turbo Boost fornisce inoltre potenza aggiuntiva su richiesta,

aumentando la velocità di clock di un core del processore

quando l’altro è sottoutilizzato. Questa nuova funzionalità migliora

le prestazioni di calcolo fino al 25% secondo i test effettuati da

congatec.

news daLLe aziende

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Page 51: NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011

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SIMATIC PC-based Automation

Estremamente compatti e con prestazioni ottimizzate con processore Intel Atom di ultima generazione: i nuovi PC in-dustriali Embedded sono estremamente flessibili, innovativi e completamente esenti da manutenzione oltre che disponibili a lungo termine. Si adattano perfettamente a compiti di comando, visualizzazione e comunicazione e possono essere utilizzati come supporto per archiviazione dati.Questi dispositivi sono i Nanobox PC SIMATIC IPC227D e Nanopanel PC SIMATIC HMI IPC277D con display da 7”, 9” e 12”.

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©2011 National Instruments. All rights reserved. CompactRIO, LabVIEW, National Instruments, NI, and ni.com are trademarks of National Instruments. Other product and company names listed are trademarks or trade names of their respective companies. 2971

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