NewSImpresa Magazine Nr.3 - Settembre 2011
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Dassault Systèmes sul cloud con la Versione 6
INFORMAZIONE E APPROFONDIMENTI DEI MERCATI: ICT, AUTOMAZIONE, ELETTRONICA, ENERGIA
MAGAZINE
ystèmes
MAGAZINEMAGAZINEMAGAZINE
NewSImpresa Anno 1 Settembre 2011 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita - N. 3/2011
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PDM/PLMi tecnici nel Cloud
Dal PLC al PAC
PDM/PLMi tecnici nel Cloud
Produrre senza fili
Dal PLC al PAC
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Condividete informazioni in tempo reale in tutta sicurezza tra gli impianti di
produzione e il più ampio contesto aziendale. Mettendo a disposizione del personale
dell’organizzazione utili informazioni in tempo reale e in formati comprensibili,
i produttori possono sfruttare la convergenza delle reti per migliorare notevolmente l’agilità aziendale
e creare opportunità per ulteriori innovazioni. Rockwell Automation e il suo partner Cisco hanno
sviluppato soluzioni che consentono di raggiungere risultati straordinari basandosi sul protocollo
Ethernet standard non modificato.
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EDITOREPentaconsulting SrlPiazza Caiazzo, 2 20124 MilanoTel. 02 92958990 - fax 02 700595960
REDAZIONEDirettore ResponsabileMassimo [email protected]
Direttore TecnicoValerio [email protected]
Uffi cio Traffi coArianna [email protected]
Art DirectorIvan [email protected]
StampaC&M print s.a.s.Via Sardegna, 13 - 20060 Vignate (MI)
Autorizzazione del Tribunale di Milano n.493 del 7/10/2009
SOMMARIONumero 3 - settembre 2011
Advantech EuropeTel. +39 02 [email protected] Autodesk SrlTel. +39 02 [email protected] Dassault Systèmes Italia SrlTel. +39 02 [email protected] HMS Industrial Networks SrlTel. +39 039 [email protected] National Instruments Italy SrlTel. +39 02 [email protected] Prisma TECH SrlTel. +39 02 [email protected] Parametric Tech. Italia SrlTel. +39 039 [email protected] Rockwell Automation SrlTel. +39 02 [email protected] Rule Designer - Engineering PLM Solutions SrlTel. +39 [email protected] Schneider Electric S.p.A.Tel. + 39 035 [email protected] Siemens S.p.A.Tel. +39 02 2436 [email protected] Siemens Industry Software SrlTel. +39 02 210 [email protected]
INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
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EdiTToriale
ICT-PLM SPECIALE PDMPDM-PLM: il sistema informativo tecnico nellʼera del Cloud Computing
AUTOMAZIONE Produrre senza fi li
Quando il PLC non basta più, cʼè il…PAC
INTERVISTEArchitettura PLM 2.0 e soluzioni per grandi aziende e PMI
Advantech reinterpreta i PAC
Sviluppare la presenza nelle PMI e consolidare il successo ottenuto presso i grandi clienti HMS Industrial Networks: raccolta dati e gestione siti da remoto con Netbiter
National Instruments amplia la piattaforma NI Wireless Sensor Network
Cloud, green & lean, tris dʼassi per vincere la sfi da della competizione
Il PLM (e non solo) al tempo del Cloud
Le comunicazioni wireless nellʼindustria secondo Schneider Electric
Da Siemens la gamma Scalance W
Rockwell Automation e la piattaforma Integrated Architecture
STORIE DI SUCCESSO3D e PDM, la dolce vita
Mammut Sports Group AG mette sotto controllo lʼabbigliamento
NEWS DALLE AZIENDE: PAGG. 19 - 48
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Edi oriale
C’era una volta un prodotto
– prettamente meccani-
co - frutto dell’intuizione e
dell’inventiva di un tecni-
co/imprenditore illumina-
to, grazie al quale alcune
aziende italiane si sono
conquistate una posizio-
ne di rilievo nel mercato
domestico, ma anche in
quello internazionale. Sembra l’inizio canonico di una fiaba, che
dopo una serie di traversie ci porta ad un lieto fine… Purtroppo,
o per fortuna, non è così: la situazione è seria al di là, al di sopra
- aggiungerei a prescindere - dalla situazione di crisi strutturale
permanente in cui ci si trova ad operare.
Per fare fronte alle esigenze di mercato, da qualche tempo si
sono diffusi i cosiddetti Smartproduct, prodotti caratterizzati
da funzionalità non realizzabili/non configurabili operando nel
solo dominio dell’ingegneria meccanica; si è reso necessario,
quindi, un intervento dapprima sull’elettronica e poi sul softwa-
re/firmware in una sorta di continuum a più mani, in cui diversi
specialisti hanno dovuto interagire in un ambiente collaborativo
integrato in grado di massimizzare il singolo apporto. Certo, in
più di un caso si è dovuto accettare – magari, da parte di qual-
cuno, ingoiando un boccone amaro - che il nuovo prodotto
fosse sviluppato in collaborazione con ‘elementi esterni all’azien-
da’, ma anche facendo partecipare, o meglio compartecipare,
altre professionalità -assolutamente necessarie alla realizzazione
di un prodotto di successo – che, nel tempo, hanno raggiunto
una valenza eguale, se non superiore, a quella espressa dalla
compagine meccanica. Una situazione che ha creato e crea
tuttora dei conflitti (di potere? Ma quale potere se la posta in
gioco è la permanenza sul mercato?).Un fatto confermato al re-
cente SPS di Parma, laddove più di un progettista elettronico mi
ha rivelato che sostanzialmente non esiste un dialogo efficace
in termini di condivisione (sopratutto nella fase di ideazione del
prodotto) con la progettazione meccanica, anzi, spesso gli uffici
tecnici sono 2 e ben distinti, con evidenti e provate ripercussioni
su costi, tempi e probabilità di successo dei prodotti sviluppati.
Il problema – sia chiaro - è solo in parte tecnologico; a questa
componente, infatti, applicando il principio di Pareto (80/20)
al massimo va assegnato un 20%, poiché è innegabile che
i prodotti applicativi di ausilio alla progettazione (CAD), alla
simulazione, verifica e test (CAE) e alla gestione dei dati di
prodotto (PDM) pensati e sviluppati in ambito meccanico non
gestiscono con lo stesso livello di integrazioni e di funzionalità
la parte elettronica e quelle del software/firmware. Anche in
questo caso il motivo è che gli sviluppatori di software operano
in un ambiente non integrato che, molto probabilmente, soffre
delle stesse problematiche dei due Uffici tecnici distinti. Ma la
tecnologia riesce a colmare eventuali lacune funzionali in tempi
fattorialmente minori e sopratutto ragionevoli rispetto al percorso
richiesto all’ incremento diffuso di una diversa e più aperta cul-
tura d’azienda. Muovere le risorse umane necessita di percorsi,
di decisioni, ma anche del contributo personale (una volta si
diceva ‘metterci del proprio’) da parte di tutti, nessuno escluso.
Proprio dai produttori di tecnologie e soluzioni vengono le prime
risposte: alcuni produttori di software CAE (per esempio Comsol)
forniscono simulazioni multifisiche che interagiscono con i modelli
Cad meccanici, e un produttore di riferimento come National
Instruments, in agosto, ha donato la propria suite labVIEWal
Dipartimento di Meccanica del Massachusetts Institute of Tech-
nology (MIT) affinché possa essere utilizzata, per i prossimi 5 anni,
nei corsi di meccatronica, robotica, manufacturing etc.; nel
contempo, si possano condurre attività di ricerca in nuove aree
quali la robotica e il precision motion control. Un’azione tesa
anche ad avvicinare, fin dal periodo degli studi, i due lati dello
stesso mondo (lo Smartproduct). In conclusione, la necessità
di un’integrazione culturale/organizzativa/tecnica sta sotto gli
occhi di tutti, ma pochi ne hanno compreso il reale impatto
sulla capacità di offrire prodotti di interesse in tempi corretti ad
un costo accettabile dal mercato di riferimento di ogni singola
azienda. In estrema sintesi la posta in gioco è la capacità di
continuare a competere; per cogliere l’opportunità è necessario
infrangere qualche barriera e, forse, fare un passo indietro (ma è
proprio tale?). Un tema organizzativo e culturale legato all’aper-
tura mentale sia del management, sia dei collaboratori e, non
ultimo, a quella delle posizioni apicali, proprietari inclusi.
Ma un ruolo importante – lo abbiamo visto - lo possono giocare
anche i fornitori: chissà forse investire in cultura d’azienda e di
mercato, potrebbe rivelarsi, nel lungo periodo, proficuo rispetto
alla guerra del prezzo…
Buon mercato a tutti
Massimo Fucci
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Di Massimo Fucci
I n un momento in cui le aziende manifatturiere hanno
compreso che per abbattere i costi nascosti è necessa-
ria una revisione ed integrazione di tutti i processi e delle
applicazioni che afferiscono al ciclo di vita dei prodotti,
le colonne del sistema informativo tecnico ora possono
utilizzare le nuove architetture informatiche basate sul
cloud computing.
Le aziende manifatturiere, per meglio competere, si sono
organizzate secondo il modello della fi liera estesa, una modalità
operativa in cui le soluzioni IT orientate alla gestione dei dati di
prodotto (PDM) assumono un’importanza di assoluto rilievo; per
questa ragione domanda e offerta si trovano a fronteggiare ri-
chieste crescenti di funzionalità, fi nalizzate all’integrazione e alla
collaborazione tra processi e persone, con un unico obiettivo:
immettere sul mercato prodotti di qualità a costi contenuti.
In un contesto guidato dalla globalizzazione, la capacità di
competere induce (anzi, obbliga) le aziende che intendono
continuare a competere con successo a rivedere, ottimizzare e
innovare i processi aziendali.
Il modello dell’azienda estesa ha portato, ad oggi, a terziarizza-
re oltre il 50% delle componenti di prodotto fi nito e, entro il 2015,
il fenomeno è destinato a crescere d’importanza raggiungendo
l’80%. In parallelo, il numero totale dei subfornitori diminuirà del
50% rispetto al numero attuale, poiché si replicherà il modello
produttivo lungo tutta la fi liera defi nendo i subfornitori di riferi-
mento delle diverse sottoparti che saranno assemblate nel grup-
po funzionale da consegnare all’azienda capo-commessa.
Questo approccio al mercato necessita, in primis, di una visione
strategica da parte delle Aziende che sovrintendono all’inte-
ro processo e, poi, di una capacità organizzativa in grado di
coordinare effi cacemente le diverse attività interne/esterne e,
soprattutto, dirigere la loro integrazione, in modo tale da assicu-
rare il corretto ‘time to market’ e la qualità del prodotto.
Per operare con effi cacia ed effi cienza nel contesto testé defi -
nito, l’utilizzo di applicazioni IT in grado di gestire i ‘dati prodotto’
nelle diverse fasi (sviluppo, produzione, commercializzazione e
manutenzione nel tempo) riveste un’importanza fondamentale,
senza la quale non è realizzabile la cosiddetta ‘governance’ del
PDM/PLM: il sistema informativo tecnico nell’era del CLOUD COMPUTING
ICT - PLM Speciale PDM
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Autodesk is registered trademarks or trademarks of Autodesk, Inc., and/or its subsidiaries and/or affiliates in the USA and/or other countries. All other brand names, product names, or trademarks belong to their respective holders. Autodesk reserves the right to alter product and services offerings, and specifications and pricing at anytime without notice, and is not responsible for typographical or graphical errors that may appear in this document. © 2011 Autodesk, Inc. All rights reserved.
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processo di sviluppo dei prodotti.
L’utilizzo di tecnologie e soluzioni IT nell’ambito dell’industria ma-
nifatturiera è ormai consolidato ed è frutto dell’evoluzione delle
esigenze dettate dai cambiamenti introdotti dalla domanda al
proprio modo di operare.
Le diverse soluzioni rivolte alla gestione del ciclo di sviluppo pro-
dotto, nate in un’ottica client-server, e l’infrastruttura IT di sup-
porto, sfruttano oggi le potenzialità di internet e, vista la natura
delle informazioni trattate, nonché la distribuzione dei processi e
delle risorse umane coinvolte, sembrano essere pronte a opera-
re nelle nuove architetture di CLOUD Computing.
Certo, attualmente i major non hanno ancora un’offerta che
sposi appieno questa architettura, anche se, nel tempo, ci
si dovrà adeguare. Anche gli utenti tecnici oppongono una
certa resistenza al CLOUD: dove sono i dati?Quanto sono sicuri?
Quali sono i tempi di accesso? Queste alcune delle domande
che si incontrano spesso. Tutti limiti riconducibili a due aspetti:
la sicurezza e le tecnologie di interazione, due elementi che si
muovono alla velocità della luce e che, col tempo, non rappre-
senteranno certo un problema.
In quest’ottica l’offerta è in fermento: finita (almeno sembra) la
stagione delle acquisizioni tra i protagonisti, si è passati all’ar-
ricchimento funzionale e architetturale delle soluzioni per cui si
continua a mettere mano al portafoglio per acquisire aziende
con applicazioni innovative (alcune sono delle start up) ma di
nicchia, al fine di arricchire ogni singolo portafoglio di offerta.
Uno sguardo più approfondito vede la presenza dei fornitori
storici di applicazioni del mercato CAD a cui si affiancano
fornitori di nicchia, sia nazionale che internazionale, anche se
lo scenario vedrà il sorgere di fornitori di architetture cloud, che
potranno specializzarsi nella gestione di soluzioni collaborative
rivolte al PLM.
Tutti i player provenienti dal CAD puntano all’integrazione.
In particolare, Dassault Systèmes ha sviluppato un’offerta com-
pleta sviluppata per supportare un’ampia gamma di processi
produttivi e gestionali di grandi Aziende e PMI.
La soluzione Enovia V6 introduce la tecnologia PLM 2.0, l’am-
biente collaborativo online che coinvolge nel ciclo di vita del
prodotto tutti i ruoli che ruotano attorno al ciclo di sviluppo del
ICT - PLM Speciale PDM
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prodotto: creatori, collaboratori e consumatori.
“La nostra soluzione – sottolinea Gianluca Gonella Amministra-tore Delegato Dassault Systèmes Italia (www.3ds.com/it) - è
articolata su quattro settori di attività aziendale per consentire la
gestione più effi ciente di ciascuna area: governance, approvvi-
gionamenti globali, gestione del ciclo di vita IP e collaborazione
unifi cata in tempo reale”.
La soluzione dedicata alla governance offre funzionalità che
supportano le aziende nel lancio di nuovi prodotti a livello
mondiale nel pieno rispetto dei tempi e dei budget prefi ssati. In
particolare vengono affrontate le seguenti tematiche: gestione
delle specifi che di prodotto, confi gurazioni di prodotto a catalo-
go, gestione e sviluppo del programma di lancio di un prodotto
e gestione della Business Intelligence a supporto delle decisioni.
La soluzione di Global Sourcing permette alle aziende di ottimiz-
zare l’uso della Supply chain in tutte le singole fasi del processo
di sviluppo prodotto. Fanno parte della soluzione le funzionalità
rivolte alla creazione e gestione del network dei sub-fornitori,
compreso il monitoraggio delle loro performance.
La soluzione di IP Lifecycle Management intende eliminare i costi
relativi ad eventuali errori generati in fase di sviluppo prodotto,
mediante l’utilizzo di funzionalità che rendono più semplice la
verifi ca funzionale sotto diversi aspetti, la pianifi cazione della
realizzazione del prodotto e la simulazione delle performance
relative. Le funzionalità di collaborazione unifi cate in tempo rea-
le consentono alle aziende di applicare e monitorare i processi
PLM predefi niti su tutta la realtà estesa con la quale si trovano
ad operare.
“Per quanto concerne le architetture di cloud computing – con-
clude Gonella - Dassault Systèmes ha iniziato di recente una
collaborazione con Amazon, affi nché la Versione 6 sia fruibile
dalle aziende nell’ambiente CLOUD di Amazon denominato
AWS (Amazon Web Services)”.
Windchill è la soluzione PLM di PTC sviluppata fi n dal principio
per essere utilizzata in un ambiente di progettazione distribuito
basato su Internet; offre tutte le funzionalità necessarie per otti-
mizzare i processi e i relativi Workfl ow, nonché per formalizzare
metodologie di gestione, qualità, quali Six Sigma, pianifi cazione
avanzata della qualità dei prodotti (APQP) e ISO 9000.
Windchill fornisce la possibilità critica di defi nire, implementare e
gestire regole fl essibili di controllo di accesso, basate su più livelli
di protezione, come utente, prodotto e fi le.
ICT - PLM Speciale PDM
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La nuova versione punta sull’integrazione di Teamcen-ter nei normali strumenti e processi di lavoro, su nuovi applicativi PLM, su nuove soluzioni per settori specifici, sull’estendibilità della piattaforma SOA e sul supporto delle tecnologie di IBM. Un percorso che facilita l’elimi-nazione dei costi nascosti e l’integrazione tra processi e persone. Teamcenter 8 di Siemens PLM Software è stato sviluppato per fornire una maggior produttività individua-le, una più efficace soluzione per specifici mercati verti-cali e, non ultimo, una maggiore produttività dell’infra-struttura IT.
Produttività individuale
Teamcenter 8 offre una rinnovata interfaccia che vede la presenza di una nuova barra di strumenti Microsoft Office sviluppata ad hoc al fine di agevolare l’interazio-ne con i dati di prodotto direttamente da Word, Excel, Outlook e PowerPoint. Inoltre, è in grado di inserire in Outlook una ‘lista di attività Teamcenter’ che permette di gestire scadenze, flussi di lavoro e assegnazione delle modifiche.A tutto ciò si aggiunge l’integrazione diretta con alcune applicazioni ECAD/EDA, quali:Mentor Graphics, Caden-ce, Intercept e Altium. All’interno di questi applicativi gli utenti possono operare su file nativi ed eseguire opera-zioni di check-in e check-out, oltre che accedere a libre-rie di componenti, generare distinte base di componenti elettrici e condividere dati di produzi one e assemblag-gio. Per l’interazione con gli altri strumenti ECAD/EDA, è presente un nuovo gateway dotato sia di un’interfaccia utente a menù, sia di file di configurazione personalizza-bili, al fine di consentire un buon livello di integrazione.
Soluzioni Per mercati verticali
Teamcenter 8 rende disponibile una soluzione denomina-
ta ‘Gestione di formule, packaging e marchi’, rivolta alle aziende dell’industria di processo e a quelle nel settore dei beni di consumo non durevoli (CPG). Alcune funzio-nalità consentono di eliminare le incoerenze di branding, migliorando, di fatto, la comunicazione del marchio. An-che la gestione del processo di packaging viene facilita-ta dalla presenza di funzionalità specifiche che consen-tono la tracciabilità e la visibilità di tutte le informazioni necessarie alla realizzazione finale.
Produttività dell’infraStruttura itTeamcenter 8 incrementa la produttività dei sistemi IT mediante la disponibilità di Platform Extensibility Servi-ces, una serie di servizi che permettono di configurare e personalizzare in brevissimo tempo Teamcenter 8, al fine di consentire una più facile integrazione diretta con altri applicativi aziendali.Grazie alla flessibilità dell’architettura SOA (Service Orien-ted Architecture) a quattro livelli, Teamcenter può essere implementato nelle PMI con la stessa efficacia delle gran-di aziende. Per garantire questa flessibilità, Teamcenter supporta un’ampia gamma di ambienti IT. Per i clienti IBM viene fornita una personalizzazione specifica già precon-figurata con IBM DB2 Information Manager e WebSphere Application Server ed è garantito il supporto di Tivoli Stora-ge Manager, Tivoli Access Manager e Rational ClearCase di IBM. Infine Teamcenter Mobility è una App che consen-te l’accesso istantaneo a tutte le informazioni di prodot-to gestite dal software Teamcenter. Attraverso questa nuova app, inizialmente disponibile sul dispositivo iPad di Apple, le aziende possono interagire in modalità sicura con i dati di prodotto e i flussi di lavoro, accessibili ad ogni singolo operatore in qualsiasi momento e luogo, a condizione di essere connessi.Per Maggiori Informazioni: http://www.siemens.it/plm
ICT - PLM
TeaMCenTer 8, La ConferMa dI una LeadershIP ConsoLIdaTa
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“Una linea logica lega tutte le nostre scelte strategiche – ci spie-
ga Carmelo Cinardi, Channel Business Development Director di
PTC (www.ptc.com) - la strutturazione dei processi e dei dati a
cui si accede con adeguato livello di permessi, si sposa appieno
con il concetto del ruolo introdotto dalla nostra soluzione Creo.
Inoltre, la possibilità di monitorare e gestire visivamente i processi
di workflow consente ai responsabili di azienda di ri-assegnare le
attività per bilanciare i carichi di lavoro”.
Va altresì sottolineato che con Creo ogni ruolo che contribuisce
allo sviluppo prodotto avrà a disposizione un set di funzionalità
dedicate perfettamente integrate con Windchill 10.
Parte integrante della soluzione Autodesk per il Digital Protot-yping, la famiglia Autodesk Vault di software per la gestione
sovrintende tutti i dati di progettazione digitale, consente di
archiviare e gestire i dati in tutta sicurezza in una posizione
centralizzata, aiutando i team a creare, condividere e riutilizzare
velocemente le informazioni di prototipazione digitale.
“Vault Workgroup, Vault Collaboration e Vault Professional i tre
pilastri della nostra offerta Vault – afferma Tanya Piersimoni, Country & Enterprise Marketing Executive – Italy di Autodesk
(www.autodesk.it), migliorano la produttività con funzioni studia-
te per aiutare gli utenti a monitorare, reperire e organizzare ve-
locemente i dati. In particolare gli strumenti per l’organizzazione
dei dati consentono di controllare l’indicizzazione e l’accesso
tra diversi tipi di file, facilitando la condivisione e le ricerche
basate su gruppi di proprietà”.
Una soluzione PDM/PLM efficace implica una gestione digitale
dell’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’ideazione all’ob-
solescenza. L’obiettivo è di generare valore, sia all’interno
dell’azienda, sia verso il mercato. “In quest’ottica – afferma
Gian Luca Sacco - Direttore Marketing Sud Europa
di Siemens Industry Software (www.siemens.it/plm) - Siemens ha sviluppato un portafoglio
ICT - PLM ICT - PLM Speciale PDM
EventImpresa e Politecnico di Milano presentano:
Cloud Computing e Engineering: oggi e domani25 Ottobre 2011
Politecnico di Milano, Via La Masa 34
In un momento in cui tecnologie ed architetture a supporto
delle applicazioni IT sono caratterizzate da tendenze che por-
tano ad esternalizzare dati e capacità elaborativa, nascono
alcune riflessioni in merito a opportunità/rischi, in merito a se,
e come, queste tendenze possano portare un beneficio agli
ambienti applicativi dedicati ciclo di sviluppo dei prodotti.
Negli uffici tecnici delle industrie manifatturiere anche su ri-
chiesta da parte del settore informatico ci si sta operando per
comprendere quale sia il significato delle nuove sigle nonché
gli effettivi contenuti e benefici in merito al Cloud Computing.
Da quanto si legge in rete e da conversazioni con alcuni
responsabili dell’ufficio tecnico, la confusione in merito è
ancora a livelli elevati. E’ quindi necessario fare il punto della
situazione affinché l’eventuale scelta aziendale vada nella
giusta direzione.
Un incontro in cui esperti di infrastruttura IT (Mind Mercatis)
delle problematiche legate al ciclo sviluppo prodotto (Ing.Cu-
gini) insieme ai protagonisti dell’offerta CAD-PDM-PLM faran-
no, insieme ai convenuti, il punto della situazione dello stato
dell’arte del Cloud Computing rispetto alle soluzioni dedicate
al ciclo di sviluppo prodotto, in maniera tale da definire gli
elementi che debbono essere presi in considerazione per arri-
vare ad una scelta efficace per la propria organizzazione.
Un evento unico , in un contesto in cui confrontarsi e verificare
le proprie esigenze e le soluzioni possibili mediante un dialogo
tra differenti esperienze e conoscenze.
Per Ulteriori Informazioni e per la scheda di iscrizione all’even-
to vistate il sito:
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EventImpresa® è un’iniziativa realizzata grazie all’apporto
degli Associati ClubImprese
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RuleDesigner è già oggi una soluzione mod-erna e completa che contribuisce a ridurre la complessità e a migliorare la produttività organizzativa. Un ampio ventaglio di funzi-onalità per la gestione e l’automazione dei processi aziendali lungo il ciclo di vita del prodotto, fin dalla sua concezione.
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Quale successo può ottenere una soluzione nata dal-la fervida mente di Jim Heppelman, guru, CEO di PTC e membro del comitato consultivo esecutivo na-zionale di FIRST (For Inspiration and Recognition of Science and Technology) e, non ultimo, ingegnere meccanico specializzato nella progettazione CAD? Ot-timo, visto che si è sviluppata negli anni e ora è per-fettamente integrata con la linea di prodotti Creo. Alcune intuizioni ‘anticipatrici’ hanno come risvol-to pratico la possibilità di fare esperienza in am-bienti innovativi e, quindi, di inoculare e diffonde-re il necessario strato culturale per poter crescere. Windchill è stato sviluppato fin dal principio per esse-re utilizzato in un ambiente di progettazione distribuito basato su Internet; offre tutte le funzionalità necessarie per gestire con efficacia i team di sviluppo prodotto, ot-timizzandone i processi e i relativi Workflow. Inoltre, con-tribuisce a formalizzare metodologie di gestione qualità essenziali, quali Six Sigma, pianificazione avanzata della qualità dei prodotti (APQP) e ISO 9000. Avendo a dispo-sizione un potente editor grafico, i workflow vengono definiti facilmente e, all’avvio di un workflow, le attività sono automaticamente distribuite ai partecipanti inter-ni ed esterni. Per poter gestire nel tempo il processo di evoluzione delle informazioni, ciascuna fase di sviluppo all’interno della vita di una parte, di un componente o di un altro contenuto ad essa relativo, può essere definita
all’interno di Windchill, insieme alle condizioni di transizio-ne che devono essere soddisfatte per poter procedere alla fase successiva. Tali transizioni vengono verificate automaticamente dai processi di workflow associati con le fasi del ciclo di vita e le regole predefinite. Windchill fornisce un approccio sistematico per configurare, ge-stire e riutilizzare le strutture di prodotto e associarle al contenuto specifico (calcolo, file CAD ecc), consenten-do di utilizzare il livello di granularità e la strutturazione dei dati in funzione delle esigenze di ogni singola realtà. Windchill, infatti, consente sia di creare diverse viste di configurazione e di definire i criteri per parti serializzate, per parti alternative e per quelle sostitutive, sia di definire e gestire regole flessibili di controllo di accesso, basate su più livelli di protezione, quali: utente, prodotto, file, ecc. Windchill MPMLink consente di risolvere le proble-matiche che i progettisti e gli ingegneri di produzione affrontano quotidianamente per garantire che piani di processo, distinte base di produzione (mBOM) e istruzio-ni di lavorazione riflettano accuratamente il modello di progettazione corrente e che le decisioni di progettazio-ne tengano conto delle best practice di produzione. Le nuove potenti funzionalità di configurazione, convalida e controllo delle strutture di prodotto e delle informazioni di supporto ai servizi nonché l’integrazione con la suite dei prodotti CREO e con il concetto di ruolo, fanno sì che Windchill 10.0, ad oggi, sia la release di Windchill più importante nella storia di PTC.
ICT - PLM
WIndChILL, IL vorTICe a suPPorTo degLI aMbIenTI CoLLaboraTIvI
intervista.indd 12 2-09-2011 13:40:42
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Intervistati in questo speciale
Gianluca Gonella Amministratore Delegato Dassault Systèmes Italia
Carmelo CinardiChannel Business Development Director
di PTC
Gian Luca SaccoDirettore Marketing
Sud Europa di Siemens Industry
Software
Dante Cislaghi General Manager
di SofTech
ICT - PLM ICT - PLM Speciale PDM
di soluzioni PLM che, per le caratteristiche di estrema flessibili-
tà, scalabilità e apertura, è stato realizzato per rispondere alle
diverse esigenze delle imprese indipendentemente dalle loro
dimensioni”.
L’offerta Siemens Industry Software è incentrata su Teamcenter, che, ad oggi, rappresenta il ‘sistema nervoso’ per la gestione e
la distribuzione dei dati di prodotto più diffuso al mondo.
In particolare, a supporto della produttività individuale, nella
versione 8, tra le diverse migliorie è stata introdotta una nuova
barra di strumenti Microsoft Office sviluppata ad hoc al fine di age-
volare l’interazione con i dati di prodotto direttamente da Word,
Excel, PowerPoint e Outlook, nel quale ora è gestibile una ‘lista di
attività Teamcenter’ che permette di assegnare scadenze, flussi di
lavoro e assegnazione delle modifiche. Anche le PMI - finalmen-
te - richiedono di poter applicare le metodiche del PLM per poter
organizzare al meglio il processo di sviluppo prodotto, mantenendo
però un occhio di riguardo sulle peculiarità che la caratterizzano.
Difatti, per competere oggi sono richieste le stesse performance
delle realtà più grandi, poiché le regole del mercato nella propo-
sta del prodotto sono le stesse per tutti e l’aspettativa del cliente è
fondamentalmente quella di trovare una maggiore attenzione da
parte di coloro che hanno fatto dell’approccio personalizzato al
mercato la propria forza competitiva.
“In quest’atteggiamento troviamo il perfetto allineamento con
la nostra strategia PLM, - afferma Dante Cislaghi General Mana-ger di Softech (www.softech.com) - che si basa sulla necessità di
minimizzare la resistenza al cambiamento per poter raggiungere
l’obiettivo di condurre in porto, con successo, l’implementazione di
un progetto PLM aumentandone l’accettabilità. La nostra soluzione
infatti perviene già con un ambiente e una metodica di lavoro im-
postata, che permette una rapida implementazione attraverso una
fase di configurazione della soluzione, seguita poi da un affinamen-
to effettuato attraverso la personalizzazione dell’implementazione”.
In particolare SofTech ha operato affinché anche nelle PMI vi fosse
la possibilità di passare dalla gestione delle semplici BOM (Bill Of
Material) alla gestione delle BOI (Bill Of Information). Un’estensione
delle canoniche ‘distinte’, ancora gestite, ma arricchite dal contri-
buto di tutte le informazioni aziendali sul prodotto. Nel corso di que-
sti anni a valle dell’esperienza maturata, si è compresa l’importanza
della resistenza al cambiamento che insiste in tutte le implementa-
zioni PLM. Parte di questa passa attraverso l’usabilità della soluzione
per cui molte aziende stanno lavorando nella direzione di unifor-
mare tutti gli strumenti a disposizione dell’utente sia nell’interfaccia
client-server che in quella del WEB Client del prodotto. Questa
consistenza operativa permetterà all’utente di disporre di tutte le
funzioni del PLM in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, anche
attraverso i supporti ‘mobile’ del momento (Tablet, IPAD, Iphone).
Applicazioni, ambienti e architetture non solo sono pronti, ma
continuano nel loro percorso di miglioramento. Anche i valori eco-
nomici richiesti sono oramai alla portata delle aziende, persino delle
PMI. Non rimane che intraprendere la strada dell’interazione e della
collaborazione, magari nel CLOUD!
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Produrre senza fili
Di Valerio Alessandroni
Le reti wireless stanno prendendo piede in ambito
industriale perché intrinsecamente scalabili e
modulari: eliminano la necessità di effettuare co-
stosi cablaggi ogni qualvolta si desideri installare
nuovi apparecchi, sensori, trasduttori o unità di
controllo, o semplicemente spostarli.
Le connessioni wireless devono soddisfare i re-
quisiti specifici degli ambienti industriali, come la
robustezza nei confronti del rumore e delle interferenze elettro-
magnetiche, la sicurezza e la comunicazione in tempo reale
di informazioni sullo stato degli apparecchi connessi e spesso
anche di contenuti multimediali come voce e video.
La tecnologia wireless non rappresenta una semplice alternati-
va al cavo, ma mette a disposizione una serie di utili applicazio-
ni prima impossibili da implementare. Esistono diverse soluzioni
per l’implementazione di reti wireless industriali, che fanno uso
di specifici segmenti dello spettro RF e operano in diversi modi
(punto a punto o ‘peer-to-peer’, punto-multipunto o mesh) e
secondo diversi schemi di trasmissione; esse offrono prestazioni
molto eterogenee in termini di throughput, di raggio d’azione
di consumi e di sicurezza. Nell’automazione di processo, le reti
wireless permettono di acquisire in maniera semplice ed eco-
nomica innumerevoli variabili, assicurando un elevato livello di
conoscenza dell’impianto, con notevoli vantaggi dal punto di
vista gestionale dello stesso. Esse possono quindi rappresentare
un’alternativa economica e affidabile alle reti cablate.
Un esempio concretoCon le sue unità KR 20, Panasonic
(www.panasonic-electric-works.it) offre un esempio concreto
di comunicazione wireless nell’industria. Il dispositivo implemen-
ta comunicazioni ad elevata velocità, assicurando un facile
cablaggio e una rapida installazione. La trasmissione radio
interessa la banda dei 2,4 GHz e può coprire un range massimo
di 250 m outdoor e di 50 m indoor. E’ possibile incrementare il
raggio d’azione della trasmissione utilizzando il KR20 alla stregua
di un repeater per un numero massimo di 8 stazioni abbinabili
(anche in questo caso il KR20 può essere collegato a disposi-
tivi di campo). L’unità ben si adatta alla comunicazione dei
dati ad alta velocità grazie alla trasmissione che avviene a
134kbps. Oltre alla tradizionale porta seriale RS232, il dispositivo
rende disponibile o un’ulteriore porta di comunicazione RS485,
ampliando notevolmente le potenzialità per il collegamento
a svariati dispositivi quali PLC, terminali per il controllo della
temperatura, dispositivi per il controllo energetico, ecc., o 16 I/O
remotati, consentendo l’acquisizione e la trasmissione immedia-
ta di segnali provenienti dal campo. KR20 supporta i protocolli
Modbus Ascii e RTU, Mewtool e GT general purpose; consente la
comunicazione 1:N (1 master e N=99 slave). L’unità può essere
settata indifferentemente sia come master sia come slave; ad
ogni unità slave sono collegabili sino a 31 dispostivi di campo
per un massimo di 254 dispositivi. Il software di configurazione
del prodotto, Configurator KR, gratuito e di immediato utilizzo,
permette di impostare KR20 come unità slave o come unità
master, di eseguire operazioni di backup delle configurazioni
precedentemente definite e di impostare le specifiche di rou-
ting per la trasmissione dei dati, sia dai dispositivi slave all’unità
master sia dal dispositivo di campo all’unità slave (qualora la
comunicazione sia wireless). Tale prodotto è particolarmente
idoneo a soluzioni di telecontrollo/monitoraggio wireless in una
rete locale, arricchendo ulteriormente le soluzioni Panasonic per
telecontrollo già disponibili (modulo FP Web Server con modem
analogico o Gprs) sia locale che remoto, sia cablato che wire-
less, via Internet, VPN e Gprs.
ApplicAzioni indoor e oUtdoorUn altro esempio è rappresentato dalla gamma di prodotti
Scalance W, offerta dalla Divisione Industry Automation di
I vantaggi delle reti wireless rispetto alle reti cablate sono numerosi: mobilità dei terminali, minori costi di cablaggio, massima flessibilità nel caso di modifiche strutturali, facilità di installazione e accesso, scala-bilità, copertura anche nel caso di ostacoli, robustezza e così via. La diffusione della tecnologia wireless in campo industriale è stata rallentata dal timore che la comunicazione fosse influenzata dalle condizioni ambientali severe in cui molti impianti funzionano. Oggi questi problemi sono stati completamente risolti e gli esempi d’uso delle reti ‘senza fili’ si moltiplicano giorno per giorno.
Con le sue unità KR 20, Panasonic offre un esempio concreto
di comunicazione wireless nell’industria
automazione reti Wireless il Punto
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15
Siemens (www.siemens.it). Essa è costituita da access point,
moduli client, antenne ed accessori conformi agli standard IEEE
802.11b/g, a/h, ed è particolarmente adatta per applicazioni
industriali. Tutti gli Scalance W hanno un’alimentazione ridonda-
ta (eventualmente anche con Power-Over-Ethernet).
Gli access point sono disponibili in tre famiglie di prodotto. In
particolare, gli Scalance W788 con grado di protezione IP65
sono pensati per applicazioni indoor. Gli Scalance W786 IP65,
insensibili ai raggi UV ed agli spruzzi d’acqua salata, sono par-
ticolarmente adatti alle applicazioni outdoor (aree pubbliche,
porti, sistemi di logistica). Gli Scalance W784 IP30, con design
compatto, consentono l’utilizzo all’interno del quadro elettrico o
direttamente a bordo macchina.
Gli access point sono disponibili con 1, 2 o 3 interfacce Wi-Fi
integrate, in versione standard o con funzionalità Roaming
Rapido, per la trasmissione deterministica dei dati in applicazioni
con bus di campo real time. I moduli client sono disponibili in
due famiglie di prodotto per applicazioni indoor, o per l’utilizzo
all’interno del quadro elettrico. I moduli client sono ideali per
connettere qualunque dispositivo mobile dotato di singola porta
Ethernet, o con un numero massimo di 8 nodi Ethernet, a una
Wlan industriale. Un altro aspetto importante è quello legato
alla sicurezza dei dati. Tutti i prodotti della famiglia Scalance W
supportano gli standard più recenti, quali WEP, WPA con AES e
TKIP, EAP-TLS e filtraggio MAC.
prodotti per ogni esigenzAMolti altri prodotti completano il quadro dell’offerta wireless.
Ad esempio, la linea di prodotti industriali wireless ORing di Elsist
(www.elsist.it) comprende access point e router che supportano
lo standard IEEE 802.11. Tra i prodotti fornibili wireless industriali,
IP-67 ed EN50155, Access Point wireless a lungo raggio, con
supporto per lo standard IEE 802.11 e modi operativi AP/bridge/
repeater/AP-client/client. La linea di prodotti Industrial Wireless
di Phoenix Contact (www.phoenixcontact.it) offre soluzioni di
comunicazione via radio dall’efficienza elevata.
Il programma Interface Wireless si concentra sul-
la trasmissione senza fili di dati analogici, digitali
e seriali. Per il proprio assortimento di prodotti
wireless, Phoenix Contact mette a disposizione
gli accessori necessari per l’utilizzo indoor e ou-
tdoor. Grazie ai sistemi solari è possibile rilevare
ad esempio sensori remoti indipendentemente
dalla rete elettrica.
Con un´esperienza riconosciuta in protocolli e
wireless per l´automazione industriale, ProSoft
Technology (www.prosoft-technology.com/
Italy) è specializzata in comunicazioni wireless
industriali, porte con protocollo di interfaccia
stand-alone, e in moduli per applicazioni in-rack
per i PLC. Negli ultimi 20 anni il range di prodotti
di ProSoft Technology si è ampliato fino ad arri-
vare a oltre 400 prodotti e attualmente supporta
più di 60 protocolli industriali. I marchi di ProSoft
Technology sono: inRAx (per Rockwell Automa-
tion) e ProTalk (per Schneider Electric) per la
comunicazione e/o i moduli per applicazioni nei
rack PLC, ProLinx per le porte industriali e Radio-
Linx per le radio industriali.
Il sistema di trasmissione WIS di Pepperl+Fuchs
(www.pepperl-fuchs.it) opera in modo intelligen-
te ed efficiente. Esso opera secondo il principio
automazione reti Wireless il Punto
La gamma di prodotti Scalance W, offerta dalla Divisione Industry Automation di Siemens, è
costituita da access point, moduli client, antenne ed accessori
RAD-ISM-900-EN-BD di Phoenix Contact è un transceiver radio industriale
che porta dati Ethernet o seriali su reti basate su IP
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16
dell’accoppiamento induttivo ed è composto da una parte
elettronica primaria e secondaria. Per il trasferimento dell’ener-
gia viene creato un campo induttivo alternato sul lato primario.
Quando il circuito secondario entra in questo campo, viene in-
dotta tensione tramite feedback negativo e questo porta al trasfe-
rimento di energia. Tale energia è sufficiente per rendere operativi
sensori induttivi, ottici o ad ultrasuoni direttamente su componenti
macchina in movimento. Gli stati di segnale dei sensori vengono
trasferiti al lato primario mediante impulsi di trasmissione individuali
rendendoli così disponibili per il sistema di controllo.
Più grande è la macchina, più utile risulta il nuovo volantino
radio HR 550 FS di Heidenhain (www.heidenhain.it), in quanto
l’operatore può posizionarsi in prossimità dell’utensile e avere
perfettamente sotto controllo il processo in qualsiasi momento.
L’acronimo ‘FS’ sta per Functional Safety (sicurezza funzionale)
e il volantino è pertanto conforme a questi nuovi requisiti di
sicurezza. Gli altri consueti elementi di sicurezza, quali tasto di
arresto d’emergenza e tasti di consenso, sono presenti anch’essi
sul volantino HR 550 FS, come pure i tasti degli assi evidenziati
mediante colore e il display a sei righe, che segnala importati
stati macchina e, oltre a informazioni generali, anche l’intensi-
tà del segnale radio. E se ci si allontana troppo? Con il chiaro
allarme a vibrazione l’allontanamento viene segnalato in tempo
utile. Endress+Hauser (www.it.endress.com) propone invece una
soluzione basata su Wireless Hart. Tale protocollo è la naturale
estensione di uno standard ormai consolidato: il protocollo Hart.
Wireless Hart è perfettamente compatibile con i dispositivi Hart
e 4... 20 mA. L’adattatore Wireless Hart di Endress+Hauser è stato
sottoposto a diverse prove in campo. In un impianto chimico, in
particolare, sono stati associati diversi adattatori a misuratori di
pressione, temperatura e livello. Gli adattatori sono stati utilizzati
sia con strumenti Endress+Hauser sia con dispositivi di altre parti.
Oltre all’interoperabilità dei dispositivi, oggetto delle prove in
campo è stato quello di testare la stabilità meccanica e opera-
tiva della batteria in condizioni industriali, come l’esposizione a
vibrazioni meccaniche causate da pompe, motori, ecc.; l’espo-
sizione agli agenti atmosferici; l’installazione in prossimità dei
punti di misura in cui è bloccato l’accesso diretto al gateway a
causa di pareti in cemento o acciaio; infine, il posizionamento
dell’adattatore alla massima distanza di separazione possibile
(200 m). Grazie alla rete auto-organizzante, tutti i dispositivi di
campo sono stati operativi in meno di due ore. Il gateway è
stato collegato all’host locale via Ethernet. FieldCare è stato uti-
lizzato per configurare i dispositivi di campo e l’adattatore così
come per la diagnostica. I valori misurati sono stati monitorati ed
archiviati con il software di supervisione Endress+Hauser P View.
Da segnalare, infine, due nuovi modelli di PDA ELF Datalogic
Mobile (www.mobile.datalogic.com) con sistema operativo
Microsoft Windows CE 6.0. La versione di ELF con Windows CE
6.0 consentirà a molti clienti che finora hanno basato le loro so-
luzioni sui PDA della serie Datalogic J Series o Datalogic Pegaso
di beneficiare della massima adattabilità applicativa.
ELF di Datalogic Mobile è stato progettato e costruito con la
tecnologia e robustezza necessarie per soddisfare tutti i requisiti
delle applicazioni tipiche di automazione delle flotte, tentata
vendita, prelievo e consegna merce, retail e logistica e così via.
Il caso del telecontrolloIl telecontrollo e l’accesso remoto per la gestione di macchine
e infrastrutture dislocate in varie parti del mondo costituiscono
una necessità sempre maggiore. EFA Automazione (www.efa.
it) risponde a tale necessità offrendo tecnologie e soluzioni per
l’interconnessione sicura via Internet, che superano il preceden-
te collegamento via modem rimanendo tuttavia alla portata
di tutti. Negli ultimi anni EFA Automazione ha proposto con suc-
cesso la piattaforma eWON Talk2M (Talk to Machines). Il servizio
Internet di eWON fornisce all’utente la possibilità di interagire
con gli impianti remoti attraverso un tunnel di comunicazione
sicuro a banda larga che non richiede modifiche all’infra-
struttura o alle impostazioni di sicurezza esistenti. Talk2M offre
diverse soluzioni di accesso. Utilizzando la connessione della rete
Ethernet LAN presente è possibile rendere la macchina remota
accessibile da Internet in maniera facile, economica e stabile.
Una seconda opzione è il collegamento attraverso rete mobile,
che richiede solo una SIM standard. In questo caso il sistema,
connesso via modem Gprs/Edge o Umts/Hspa, può essere
attivato da remoto grazie a un SMS. La connessione via Adsl al
server Talk2M avviene invece tramite router, rendendo il disposi-
tivo remoto accessibile via Internet. Questa soluzione permette
di semplificare estremamente la configurazione e la gestione
dell’intero sistema, nascondendone le complessità informatiche
e rendendolo di facile utilizzo anche per i non addetti ai lavori.
Talk2M è in grado di gestire traffico IP oltre al traffico seriale, tipi-
co dei PLC: funzione importante in un contesto in cui è sempre
più frequente installare sull’impianto dispositivi già abilitati al
traffico Ethernet. Inoltre, eWON si serve di numerosi protocolli di
automazione Reti WiReless il Punto
Weidmuller ha introdotto la prima soluzione ‘Wireless in a Box’ completa
per il mercato industriale
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17
comunicazione utilizzati nell’automazione.
Con questa soluzione, EFA ha dimostrato come sia possibile
raggiungere l’obiettivo di ‘far parlare le macchine’. Tutti i settori
industriali ove ci siano macchine e/o impianto, presidiati e non,
hanno come base la comunicazione industriale e la necessità
dell’integrazione fino a livello della supervisione, analisi dei dati
e reportistica. In ambito macchine/impianti la comunicazione
remota, sia wired, sia wireless viene sempre più richiesta per
l’ottimizzazione degli impianti e più in generale per il service o la
diagnostica preventiva. Mentre, in ambito utility, energia, acqua
e gas, e infrastrutture, oltre alla normale richiesta di supervisione o
monitoraggio delle installazioni, diventa sempre più importante il
risparmio energetico. In tutti questi casi, la comunicazione remota
facile e sicura sono la base di qualsiasi soluzione e business.
lA sicUrezzAMa una rete wireless è migliore o peggiore di una rete cablata?
Difficile dirlo: le due tecnologie sono molto diverse fra loro. Esiste
una pletora di tecnologie wireless adatte a una varietà di utenti.
E’ per ogni applicazione? No. Ma, per molti, il wireless può es-
sere più flessibile, versatile e conveniente delle reti cablate. Tut-
tavia, questioni relative a sicurezza, affidabilità e capacità del
wireless continuano ad impedire agli utenti finali più conservatori
di coglierne i benefici. Come possono essere superate?
La sicurezza è il primo argomento che viene sollevato quando si
discute del wireless in una rete di stabilimento e la decisione di
applicarlo spesso non viene presa in modo isolato. Gli ingegneri
vogliono assicurare una produzione senza interruzioni e che
siano prese misure di sicurezza per proteggere le loro apparec-
chiature di processo e di lavorazione. Gli informatici vogliono
garantire che i sistemi applicati nello stabilimento coesistano
senza problemi con le reti nel resto dell’organizzazione e che
nulla comprometta la sicurezza delle informazioni aziendali.
Benché differenti, le preoccupazioni dell’ingegnere e dell’infor-
matico sono molto importanti.
Oggi, i sistemi wireless industriali offrono meccanismi di sicurezza
che permettono di risolvere i problemi di entrambi. Tuttavia,
non sempre è dato adeguato rilievo al riconoscimento delle
capacità esistenti nei dispositivi di rete wireless e al loro utilizzo
per il miglioramento delle operazioni. Per evitare che qualcuno
interpreti i propri dati con cattive intenzioni, si possono utilizzare
tecniche crittografiche. Il filtraggio e la forte autenticazione
ammettono sulla rete solo i dispositivi autorizzati.
Quindi non bisogna considerare la discussione sulla sicurezza di
una rete di stabilimento come una discussione nella quale gli
ingegneri e gli informatici hanno interessi concorrenti. Al contra-
rio, ciascuno ha le proprie competenze: gli ingegneri hanno una
maggiore esperienza sull’affidabilità 24/7 e sul ruolo che gioca
l’affidabilità quando si installano reti di automazione; gli informa-
tici hanno invece maggiore competenza sulla coesistenza di più
sistemi e sulla gestione della rete.
Oggi, con gli standard disponibili, un sistema wireless piena-
mente dotato può bloccare la rete con sicurezza e soddisfare
i requisiti aziendali. A volte, tuttavia, ciò implica il superamento
degli schemi tradizionali.
conclUsioneIl mercato è estremamente attento e ricettivo. Le potenzialità
della tecnologia wireless sono chiaramente percepite, in termini
di aumento della disponibilità dell’impianto e del processo, a
fronte di una riduzione dei costi di sviluppo e mantenimento
delle reti strumentali. Dopo le prime fasi di test in campo, che
hanno dato risultati molto positivi e concreti, si sta passando ora
alla fase di consolidamento, diffusione e sviluppo ulteriore.
In campo industriale le reti wireless hanno trovato dei punti fermi
che ne hanno decretato il successo. Ad esempio, la possibilità
di comunicare con punti non facilmente accessibili (centri di
controllo o raccolta dati distribuiti sul territorio e non presidiati,
reti di sensori wireless e così via), la facilità di configurazione e
riconfigurazione dell’architettura e l’immediata scalabilità nel
caso di ampliamenti dell’impianto. Nello stesso tempo, i nuovi
protocolli mostrano quelle caratteristiche di robustezza, affida-
bilità, sicurezza e velocità a cui le reti cablate ci hanno abitua-
to. Fattori, questi, che aprono enormi prospettive di sviluppo,
perché molte delle reti esistenti verranno riprogettate su base
wireless e molte nuove reti utilizzeranno fin dall’inizio questa
tecnologia.
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Da PePPerl+Fuchs alimentatori trasmettitori sil 3
nuovi moDuli Di i/o Per il sistema smartWire-Dt Di eaton
cresce la gamma Di telecamere aD alta risoluzione Di image s
la nuova serie iX Panel tXa Di Beijer electronics
Pepperl+Fuchs ha ampliato la propria gamma
di alimentatori trasmettitori appartenenti
ad entrambe le serie K e H per includere
ciascuna due moduli addizionali progettati
per applicazioni a sicurezza intrinseca fino
a SIL3 secondo EN61508. Il vantaggio di tali
alimentatori è che per costruire un circuito
di segnale a sicurezza intrinseca secondo SIL
3, è necessario un singolo trasmettitore. In
precedenza, per ottenere un livello di sicurezza
SIL 3, era possibile solo usando due ingressi
separati, che dovevano essere monitorati
entrambi per motivi di ridondanza. Anche le
funzioni diagnostiche interne sono segnalate
attraverso una singola uscita e un LED rosso.
Un vantaggio addizionale dei nuovi moduli
è che gli intervalli di test prescritti possono
essere estesi per applicazioni SIL 2.
I nuovi alimentatori trasmettitori
monocanale KCD2-STC-Ex.1ES e KFD2-
STC4-Ex1.ES hanno una larghezza di soli
12,5 e 20 mm rispettivamente ed offrono
un segnale d’uscita attivo e passivo a
4… 20 mA, oltre a 1… 5 V per il livello di
controllo. Inoltre essi completano inoltre la
Serie K che comprende circa 150 diversi
moduli isolatori e condizionatori di segnali
a sicurezza intrinseca. Assemblati per
montaggio su guida DIN (35 mm) con
‘power rail’, i dispositivi sono in grado di
fornire informazioni sulla diagnostica interna
usando un singolo segnale di guasto.
Eaton Settore Elettrico,
uno dei principali
produttori di componenti
e sistemi per l’ingegneria
elettrica e l’automazione,
offre nuovi moduli
d’ingresso/uscita per il
sistema di comunicazione
SmartWire-DT. Alla gamma
di moduli digitali sono stati
aggiunti un modulo d’ingresso a 4 canali con connessione a 3 fili
e alimentatore a prova di corto circuito integrato e un modulo
d’uscita a 8 canali (8 *24Vc.c. e 0,5A).
Il settore elettrico di Eaton è specializzato in prodotti e servizi di
distribuzione della potenza, qualità della potenza, controllo e
automazione industriale. Le linee globali di prodotti elettrici Eaton,
inclusi Cutler-Hammer, Moeller, Powerware, Holec, MEM, Santak
e MGE Office Protection Systems, offrono soluzioni PowerChain
Management guidate dal cliente per rispondere alle esigenze di
sistemi di potenza dei mercati data center, industriali, istituzionali,
governative, di utility, commerciali, residenziali ed OEM di tutto il
mondo.
Image S, specializzata nella fornitura
di componenti per Image Processing
destinati a diversi mercati (industriale,
medicale e scientifico), ha annunciato
due nuove telecamere industriali JAI
con CCD a 8 megapixel.
Le telecamere, denominate AM-800CL
(versione monocromatica) e AB-800CL
(versione a colori), montano entrambe il
sensore quad-tap KAI-08050 di Kodak, capace di risoluzioni piene
da 3296 x 2472 pixel a 17 fps nei formati monocromatici o a colori
con matrice Bayer. L’interfaccia digitale standard Camera Link
supporta immagini a 8 bit, 10 bit o 12 bit. Il modello AB-800CL può
inoltre effettuare l’interpolazione interna del colore, producendo
un’uscita RGB 24 bit a 8,5 fps.
“Con l’introduzione di queste telecamere, JAI consolida
ulteriormente la sua leadership nella fornitura di telecamere
industriali CCD multi-megapixel,” sottolinea Marco Diani, uno dei
titolari di Image S. “I nuovi modelli a 8 megapixel portano a oltre
20 il numero totale di telecamere JAI attualmente in commercio
con risoluzioni comprese fra 2 e 16 megapixel, con tecnologia
single-tap, dual-tap e ora anche quad-tap.”
Beijer Electronics estende la sua gamma di prodotti HMI con
la nuova serie iX Panel TxA. Questi touch panel innovativi
verranno applicati dove è essenziale una sofisticata funzionalità
dell’operatore combinata a un formato compatto e a un
fresco design. Il contenitore in alluminio, robusto e leggero,
assicura una lunga vita operativa, anche in ambienti industriali
severi. Dotate di una CPU ARM e di sistema operativo Windows
CE preinstallato, le unità HMI fissano un nuovo trend, oltre ad
offrire buone prestazioni, per la presentazione di schermi grafici
realistici. Il lato frontale, completamente piatto, assicura una
superficie priva di polvere. Lo schermo TFT dimmerabile è dotato
di retroilluminazione LED senza manutenzione per una lunga
durata di utilizzo. La serie iX Panel TxA è caratterizzata da tre
diverse dimensioni dello schermo
di 4,3”, 7” e 10,4”. L’ampio
schermo delle unità da 4,3”e 7”
offre un’area di osservazione del
30% più grande, che espande
le capacità di visualizzazione
per schermi operativi complessi.
Tutti gli iX Panel TxA includono
un software runtime iX illimitato. I touch panel sono provvisti di iX
Designer, un intuitivo tool di programmazione basato su Windows.
L’utente può prelevare elementi grafici vettoriali da un’estesa
libreria per creare i propri oggetti. Tutti gli elementi possono essere
memorizzati e riutilizzati in futuri progetti.
neWs Dalle azienDe
19
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20
Quando il PlC non basta Più, C’è il… PaC
Di Valerio Alessandroni
Dopo il PLC (Controllore programmabile) e il
PC industriale, nel panorama dell’automa-
zione è entrato il Programmable Automa-
tion Controller (PAC). Così definiti per la
prima volta da ARC Advisory Group, i PAC
sono un ibrido del PC e del PLC: essi com-
binano infatti le caratteristiche migliori del
PC – capacità di elaborazione, interfaccia
utente intuitiva, ecc. - con l’affidabilità, la robustezza e la natura
distribuita del PLC.
Tuttavia, quella dei PAC non è una tecnologia che cerca di fare
un mix tra il PLC e il PC, portandosi dietro vantaggi e svantaggi
di entrambi. Al contrario, l’obiettivo del PAC è quello di prendere
il meglio delle due tecnologie di partenza, scartandone i limiti, e
costituire così una nuova classe di controllori. All’interno di un PAC
si troveranno quindi gli stessi componenti standard di un PC o un
PLC: gli elementi base non cambiano, ma cambia il modo con il
quale vengono utilizzati.
La differenza chiave tra un PAC e un PLC è quindi da ricercarsi nel
software, che permette di avere a disposizione un linguaggio di
programmazione grafica intuitivo, simile a uno schema di flusso,
ma associato a sistemi operativi real-time e con possibilità di defini-
zione di hardware riconfigurabile.
AppArecchiAture compAtteI PAC sono solitamente racchiusi in una robusta struttura in grado
di tollerare le severe sollecitazioni di un ambiente industriale; in tale
spazio trovano posto uno o più microprocessori, svariati moduli
di memoria, moduli di controllo assi e diversi tipi d’interfaccia di
comunicazione. L’intelligenza di bordo è fornita dai servizi di un
sistema operativo, tipicamente in tempo reale (un Rtos, Real-time
operating system), in grado di offrire bassi tempi di latenza e un
determinismo adatto all’impiego in compiti critici, e da un software
applicativo evoluto che viene solitamente realizzato su piatta-
forme di sviluppo di tipo PC e successivamente ‘scaricato’ nel
dispositivo.
A differenza degli apparati dedicati ad applicazioni particolari,
che possono essere dotati di un hardware minimale, l’architettura
hardware e software di un PAC deve essere più corposa, in quanto
deve garantire una maggiore flessibilità per adattarsi ai compiti più
svariati. Tali soluzioni includono tipicamente microprocessori con
unità in virgola mobile, protezione di memoria e diverse opzioni per
il salvataggio dei dati su uno o più tipi di memoria di massa allo sta-
to solido. Le quantità di memoria RAM sono tutt’altro che trascura-
bili: i sistemi attualmente in commercio possono contare su capaci-
tà dell’ordine del GB. Il sistema operativo permette l’impiego
di sofisticati programmi di controllo, in grado di gestire i dati raccolti
direttamente nel dispositivo, riducendo i tempi di risposta e accre-
scendo la sicurezza complessiva del sistema.
I PAC possono poi includere moduli specificamente orientati al
condizionamento dei segnali, con svariati punti di I/O in grado di
gestire sensori e trasduttori specifici. E’ frequente trovare interfac-
ce verso i bus di campo sia a maggiore diffusione, sia proprietari
o specifici per determinate applicazioni. Anche la tecnologia
Ethernet, che sempre più spesso compare in ambito industriale,
trova posto sui PAC come la scelta più naturale per un sistema che
riprende molti dei concetti di un PC. L’interfacciamento con la rete
informatica aziendale avviene solitamente tramite questo canale,
che trova applicazione anche nel trasferimento nella memoria del
PAC dei dati di configurazione, se non addirittura dell’intero appli-
cativo, e, sempre più spesso, nel dialogo verso il campo.
i benefici dei pAcI PAC sono quindi in grado di funzionare anche in presenza di
pesanti interferenze elettromagnetiche, vibrazioni e urti ed entro un
Il PAC (Programmable Automation Controller) non è un nuovo tipo di controllore. E’ semplicemente la de-finizione di un’apparecchiatura esistente, nata dall’evoluzione del PLC (Programmable Logic Controller) e dal suo incontro con i PC industriali. Il risultato è un controllore potente, facile da programmare, capace di offrire più funzioni rispetto a un semplice PLC. Come, ad esempio, funzioni di motion control.
automazione dal PlC al PaC il Punto
La serie di PAC Apax-5000 Advantech è composta da controller, moduli
I/O, backplane e moduli power
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21
ampio intervallo di temperature operative.
Ciò significa che risulta più facile distribuire l’intelligenza del sistema
di controllo nei vari punti dell’impianto, assecondando una ten-
denza iniziata da qualche anno. Il vantaggio di un sottosistema di
controllo locale è ovvio: permette di affrontare con tempestività
eventuali situazioni critiche, anche nel caso in cui si verifichino delle
interruzioni nei collegamenti tra le diverse parti dell’impianto. Risulta
così possibile lanciare procedure d’emergenza per la messa in
sicurezza dell’impianto (o la salvaguardia del prodotto) senza per-
dere tempo prezioso nel tentativo di contattare il sistema di con-
trollo centrale. L’utilizzo di applicativi software complessi permette,
poi, di adottare strategie di gestione più sofisticate, per velocizzare
il ripristino del corretto funzionamento del sistema. I vantaggi offerti
dall’impiego dei PAC emergono soprattutto nel corso del normale
ciclo di lavoro di un impianto. La potenza dei processori utilizzati
consente di effettuare in tempo reale i calcoli necessari all’imple-
mentazione di algoritmi sofisticati; i sottosistemi di I/O sono dotati
di stadi di acquisizione dati e condizionamento dei segnali che
semplificano enormemente l’accesso ai dati raccolti dai sensori e
l’invio dei comandi agli attuatori. Il software applicativo può essere
un ambiente di sviluppo avanzato, simile se non identico a quello
utilizzato dai sistemi di controllo e/o supervisione su PC, o l’imple-
mentazione virtuale di un PLC.
nuovi controllori per ApplicAzioni di processo, controllo Assi e controllo discretoMa vediamo qualche esempio concreto di questa evoluzione.
Rockwell Automation (www.rockwellautomation.it) ha aggiunto
due nuovi controllori alla famiglia Allen-Bradley ControlLogix, en-
trambi posizionati all’interno della soluzione Integrated Architecture
basata su un unico ambiente di programmazione e di gestione
delle reti di comunicazione. I nuovi PAC, denominati L73 e L75, for-
niscono memorie a tecnologia avanzata, elevate prestazioni di ve-
locità di elaborazione dei programmi e capacità di gestire grosse
quantità di dati, rispondendo così a un’ampia gamma di requisiti
di controllo che vanno dall’esecuzione di logiche ad alta velocità
al controllo assi, alla gestione intensiva dei dati, ad applicazioni di
controllo di processo.
Per applicazioni complesse ad alte prestazioni di controllo assi, i
PAC ControlLogix L73 e L75 si interfacciano semplicemente e in
modo trasparente con i drive utilizzando le reti EtherNet/IP e Sercos.
I controllori sono in grado di supportare fino a 100 assi, semplifican-
do ulteriormente la sincronizzazione di applicazioni complesse.
La memoria secure digital da 1 GB permette di migliorare l’integri-
tà dei dati e di aumentare la velocità di lettura e scrittura rispetto
alla precedente tecnologia CompactFlash. Il ControlLogix L73 PAC
è la soluzione ideale per gli utilizzatori che necessitano di capacità
di memoria fino a 16 MB, mentre il ControlLogix L75 PAC offre 32 MB
di memoria utente.
I nuovi moduli ‘energy storage module’, forniti con ciascun con-
trollore, eliminano la necessità di batterie al litio, permettendo di
evitare i relativi problemi di manutenzione, nonché quelli legati
al trasporto e allo smaltimento. La porta USB permette upload e
download più veloci degli aggiornamenti firmware e modifiche
online. I controllori sono dotati di un display che fornisce diagnosti-
ca avanzata e informazioni durante l’esecuzione dei programmi.
lA posizione di pAnAsonic electric WorksPanasonic (www.panasonic-electric-works.it) ha una gamma di
prodotti molto vasta nel campo dell’automazione industriale e
quindi è impegnata su molti fronti. Per quanto riguarda i PLC, at-
tualmente Panasonic punta a offrire soluzioni integrate; nel motion
control ‘compatto’, ad esempio, la proposta è il PLC FPX ‘Motion’
con uscite a transistor e 4 assi interpolati già di serie a bordo CPU.
Si tratta di un PLC compatto dotato di avanzate funzioni Motion
Control tipiche di un modulare. Oppure, nel campo del telecon-
trollo, vengono offerte potenti e compatte soluzioni composte da
hardware (Web Server e PLC) più librerie software per un’agevole
implementazione di applicazioni molto complesse: rete VPN,
connessione Gprs, invio di SMS, Modbus TCP, gestione protocollo
IEC60870.
Panasonic ritiene che solo un’offerta di servizi completa e mirata
può motivare il cliente ad affezionarsi ad un certo marchio. Le
richieste di integratori e clienti finali puntano all’integrazione dei
vari componenti attraverso reti, soprattutto standard, oltre che pro-
prietarie. Per soddisfare queste esigenze, Panasonic ha introdotto il
nuovo modulo chiamato ‘Flexible Network’: si tratta di un modulo
di rete per PLC dotato di cassetti intercambiabili che permettono
una facile connettività del PLC stesso a reti standard, sia in modali-
tà slave che master.
Un altro esempio è la soluzione integrata del PLC Panasonic FPsig-
ma e FP2 con scheda assi dotata di porta Ethernet real-time Rtex
per la gestione multiasse dei brushless Panasonic Minas A4N; essa
permette una rapida, facile e sicura connessione accompagnata
da un’altrettanto facile configurazione.
Le strategie dei maggiori costruttori vanno verso proposte di PLC
compatti con funzionalità sempre più avanzate e mirate. Pana-
sonic è stata tra le prime e spesso ha precorso i tempi. Rafforzata
dal successo dell’FP0, l’azienda ha introdotto la CPU FP0R, un PLC
ultracompatto di nuova generazione. FP0R offre più memoria
automazione dal PlC al PaC il Punto
Il ControlLogix L73 PAC Rockwell Automation è la soluzione ideale per gli
utilizzatori che necessitano di capacità di memoria fino a 16 MB
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programma, maggiore velocità di elaborazione, migliore sicurezza,
completa compatibilità con FP0, interfaccia miniUSB per la pro-
grammazione ed altre importanti caratteristiche per applicazioni di
Motion in cui siano richieste semplici operazioni di sincronizzazione
e di posizionamento. Le unità di controllo FP0R includono, oltre ai
modelli C10/C14 con uscite a relè e C16/C32/T32 con uscite a
transistor e orologio calendario, il nuovo modello F32 sempre con
uscita a transistor e dotato di una Flash-RAM interna per il back up
dei dati.
AdvAntech presentA lA nuovA generAzione dei pAcAdvantech (www.advantech.it) ha introdotto una nuova linea di
PAC, la serie Apax-5000. I nuovi prodotti sono in grado di integrare
le funzioni di controllo, di processo delle informazioni e di networ-
king in un unico sistema con una speciale architettura a doppio
controllo. La serie Apax-5000 può quindi soddisfare le esigenze di
diverse applicazioni nel campo dell’automazione industriale grazie
alle sue caratteristiche di flessibilità, versatilità e scalabilità. La serie
Apax-5000 è composta da controller, moduli I/O, backplane e
moduli power.
Le applicazioni critiche hanno bisogno di sistemi affidabili e fun-
zionanti non stop; non è quindi ammissibile che il processo I/O si
interrompa. Per ridurre questo rischio, la serie Apax-5000 possiede
un’architettura caratterizzata da due moduli CPU ‘standalone’
che operano insieme ma per mansioni differenti. Uno di questi
fornisce azioni performanti per HMI/Scada, distribuzione, database
e comunicazione (Apax-5570XPE o Apax-5571XPE), mentre l’altro
è dedicato a mansioni SoftLogic I/O (Apax-5520KW). Ciò significa
che se il controller HMI/Scada dovesse interrompersi, il processo I/O
non risentirebbe di tale interruzione e continuerebbe il suo normale
lavoro. Separare i protocolli HMI/Scada e I/O è utile per prevenire
un arresto improvviso del sistema e assicura al tempo stesso gran-
de affidabilità nelle gestioni di controllo critiche.
Gli Apax-5000 sono dotati di un sistema di backup: lo stesso pro-
gramma di controllo I/O può essere affidato ad uno qualsiasi dei
due controller, con un tempo di commutazione di 1,5s.
Gli Apax-5000 I/O sono inoltre equipaggiati per avere interfaccia
I/O locale o remota grazie al bus Ethernet backplane. Sono pre-
senti uno o due slot backplane, (Apax-5001 e Apax-5002). Ciascun
Apax-5002 backplane possiede una porta di espansione. Usando
un cavo Ethernet standard per connettere la porta di espansione
con i due backplane, viene creata un’espansione remota con
local-bus speed a una distanza di 100 m.
Inoltre la serie Apax offre una scalabilità che permette di effettuare
un upgrade cambiando controller con un processore differente
senza riscrivere alcun programma. Cambiando il modulo CPU con
un processore differente con la stessa interfaccia I/O può infatti
soddisfare diverse mansioni di controllo. Infine, nella serie Apax-
5000 i moduli I/O sono intercambiabili durante il funzionamento
del sistema, permettendo di ridurre i costi di manutenzione e
troubleshooting. Advantech ha introdotto anche Apax-5072, un
nuovo accoppiatore di comunicazione Ethernet IP ad alta densità.
L’Apax-5072 è provvisto di certificazione Odva, che gli consente
di collegarsi con qualsiasi master Ethernet IP per creare facilmente
un’affidabile soluzione di I/O remoto basata su Ethernet IP. L’Apax-
5072 presenta due porte RJ-45 con lo stesso indirizzo IP per costruire
interconnessioni, che consentono di collegare direttamente
dispositivi I/O remoti senza uno switch Ethernet aggiuntivo. Fornisce
anche una configurazione dinamica che consente di configurare
diversi canali con diverse gamme e tipologie in un modulo. Inoltre,
facendo leva su caratteristiche di alta densità I/O, flessibilità, scala-
bilità e funzionalità hot swap, l’Apax-5072 è in grado di collegare i
moduli I/O digitali o analogici Apax per costruire sistemi I/O remoti
per soddisfare le necessità di applicazioni di controllo o PLC.
Altri prodottiNel panorama dei PAC, l’offerta si amplia costantemente. Uno dei
prodotti più interessanti è il PAC CompactRIO National Instruments
(www.ni.com/it), che integra tecnologie FPGA e real-time per for-
nire elevate prestazioni con una piattaforma robusta e compatta
per l’acquisizione dati e il controllo industriale. Questa architettura,
dai costi contenuti, include un chip FPGA di I/O riconfigurabili
per offrire l’affidabilità tipica dei circuiti hardware dedicati e le
prestazioni di una vera esecuzione parallela su silicio; un processore
embedded real-time per garantire l’esecuzione deterministica
distribuita di applicazioni autonome e distribuite con un’interfac-
cia HMI (Human-Machine Interface) incorporata basata su web;
moduli I/O hot swap analogici e digitali per il collegamento diretto
a sensori e attuatori industriali. Si può diminuire il tempo di sviluppo
programmando l’intero sistema embedded NI CompactRIO con
l’ambiente di sviluppo grafico NI LabVIEW per applicazioni indu-
striali quali il controllo di macchine, il monitoraggio delle vibrazioni, il
controllo e l’acquisizione autonoma/distribuita. Tramite NI LabVIEW
è possibile connettere velocemente centinaia di sensori industriali
e speciali I/O per acquisire dati ad alta velocità e alta risoluzio-
ne in ogni ambiente, anche nei più ostili, perché la piattaforma
CompactRIO consente di ridurre i periodi di inattività dei sistemi e
di ottimizzare le prestazioni riducendo allo stesso tempo i costi di
riparazione e manutenzione.
GE Intelligent Platforms (www.ge-ip.com/it ) ha invece annunciato
la versione firmware 1.5 di PACMotion, l’ultimo aggiornamento per
i controllori motion avanzati.
automazione dal PlC al PaC il Punto
PACMotion di GE Intelligent Platforms è un nuovo controllore di motion
per i PACSystem RX3i
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23
PACMotion è stato progettato per controllare fino a 40 assi motion
sincronizzati, tutti alla cadenza di 1 ms, per i cicli di aggiorna-
mento servo, indipendentemente dal numero di assi. Questa
nuova versione fa di PACMotion la scelta ideale per i controllori
motion destinati a nuovi e diversi ambiti di applicazione, come ad
esempio i settori di packaging, di movimentazione dei materiali
e di assemblaggio automatizzato. Grazie alla connettività verso
un numero sempre più ampio di dispositivi, gli utenti scopriranno
la capacità di PACMotion di svolgere un numero straordinario di
funzioni che, nel complesso, contribuiranno alla riduzione dei costi
di sistema. La versione firmware 1.5 consente il servocontrollo ana-
logico di due assi e permette il controllo di uno o due amplificatori
di terzi mediante l’utilizzo di un comando analogico di velocità o
di coppia a 10 Vc.c. Grazie a questo potenziamento, il modulo
PACMotion controlla quattro assi e ogni modulo può utilizzare due
di questi assi per i dispositivi servo di terzi. È inoltre supportata la
presenza contemporanea, sul medesimo modulo PACMotion, di
assi Fanuc e analogici.
La serie di PC embedded CX5000 Beckhoff (www.beckhoff.it ) ha
una vocazione innata per la comunicazione, che esprime grazie a
interfacce integrate di I/O e di sistema. Interfacce fieldbus master/
slave e di comunicazione opzionali permettono l’integrazione
del PC in sistemi di automazione distribuiti. Caratterizzato da un
involucro al magnesio robusto e compatto, il PC embedded può
funzionare entro il campo di temperatura esteso fra -25 e +60 °C.
Esaminando più da vicino l’assortimento di soluzioni di connettività
del PC embedded CX5000, troviamo una varietà di interfacce di
sistema (2 x Gigabit-Ethernet, 4 x USB, 1 x DVI-D) e un’interfaccia di
I/O diretta per Beckhoff Bus Terminal ed EtherCAT Terminal. In parti-
colare, il sistema di I/O EtherCAT permette la semplice integrazione
di innumerevoli dispositivi fieldbus tramite terminali di comunicazio-
ne che spaziano da Profinet ad IO link. Il sistema può essere esteso
tramite connessioni fieldbus master o slave (EtherCAT, Profibus,
Profinet RT, EtherNet/IP, CANopen) o interfacce di comunicazione
(RS232, RS422/RS485). Queste opzioni di espansione non cambiano
le dimensioni complessive del CX5000. La serie di PC embedded
CX5000 Beckhoff per montaggio su guida DIN è ideale per un
utilizzo come PC industriale compatto per PLC, Motion Control e
visualizzazione. Le versioni CX5010, dotata del processore Atom
Z510 Intel a 1,1 GHz, e CX5020, con Atom Z530 Intel a 1,6 GHz, sono
entrambe caratterizzate da una bassissima dissipazione di poten-
za, che, unita all’assenza di componenti in rotazione, ha consentito
l’eliminazione della ventola di raffreddamento.
Troviamo anche il modulo P68 di Leomatic (www.leomatic.
com), un PAC che può gestire fino a 3 assi, ciascuno di tipo servo
(brushless/DC/AC-inverter) o stepper (passo-passo). In un unico
dispositivo sono concentrate tutte le funzionalità di una CPU, di
un controllo assi ad alte prestazioni e di gestione di I/O analogici
e digitali. La ricca dotazione di porte di comunicazione ne facilita
l’interfacciamento con dispositivi host esterni, come PC e Pannelli
Operatore. E’ prevista la possibilità di collegamento con i moduli
della famiglia Leomatic-System5 attraverso una porta CANBus de-
dicata. La presenza di una porta CANopen permette l’inserimento
dei moduli P68 in reti CANopen, come nodi slave.
E’ dotato di I/O digitali veloci (fino a 10 In e fino a 8 Out) e di I/O
analogici (fino a 4 In e fino a 6 Out). E’ possibile comunque esten-
dere a piacimento il numero di I/O digitali e analogici semplice-
mente collegando in rete CANBus moduli P59 e P57S.
Segnaliamo infine lo Smac di Tecno.s.e.a. (www.tecnosea.it): è un
sistema automatico di monitoraggio e controllo impiegato negli
impianti di acquacoltura per automatizzare il controllo dei para-
metri di produzione, quali la temperatura dell’acqua, l’ossigeno
disciolto, il pH, la CO2 disciolta, ecc. Il principale punto di forza del
sistema consiste nell’impiego della tecnologia PAC al posto della
tecnologia PLC comunemente utilizzata. I vantaggi della tecnolo-
gia PAC rispetto alla PLC consistono nella riduzione del numero di
componenti hardware, inclusi i cavi di connessione; nelle capacità
di programmazione praticamente illimitate; nell’ampia tipologia
di segnali controllabili, inclusa l’analisi di immagine dinamica; nel
livello di customizzazione pressoché illimitato; nell’accessibilità dei
moduli e dei dati da qualsiasi computer collegato a Internet; e nel-
la connettività di qualsiasi sensore/attuatore analogico o digitale
senza necessità di riconfigurazione hardware. Queste caratteristi-
che si traducono in una riduzione dei costi di investimento e di ma-
nutenzione e in una efficienza di gestione dell’impianto produttivo
rispetto ai sistemi di monitoraggio e controllo tradizionali.
conclusioneIl termine PAC fu introdotto per la prima volta da ARC Advisory
Group, che notò la presenza di apparecchiature di controllo non
riconducibili alle classi precedenti.
“I PAC abbassano i costi del ciclo di vita e il ‘total cost of owner-
ship’, permettendo una gestione interdisciplinare dei controlli
richiesti dall’applicazione”, ha dichiarato Craig Resnick, Research
Director di ARC Advisory Group. “Inoltre, essi permettono ai produt-
tori di ottimizzare le comunicazioni utilizzando protocolli standard a
livello industriale, rimuovendo ulteriormente le barriere alla collabo-
razione e all’integrazione dei componenti”.
automazione dal PlC al PaC il Punto
Il Programmable Automation Controller compatto, modulare CJ2H di
Omron offre comunicazioni EtherNet/IP incorporate
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ArchitetturA PLM 2.0 e soLuzioni Per grAndi Aziende e PMi
Di Massimo Fucci
Quali sono le caratteristiche peculiari che definiscono il posizionamento della vostra offerta nel mercato del-le soluzioni rivolte al ci-clo sviluppo prodotto?
Le soluzioni di Dassault Systèmes per la
gestione del ciclo di vita dei prodotti
(PLM) si basano sui punti di forza dei nostri
marchi: CATIA per la definizione del pro-
dotto virtuale, ENOVIA per la gestione dei
processi aziendali e del ciclo di vita del
prodotto, SIMULIA per la simulazione re-
alistica, DELMIA per il Digital Manufactu-
ring, EXALEAD per lo sviluppo di applica-
zioni search-based, SOLIDWORKS per la
progettazione meccanica in 3D e 3DVIA
per l’interazione con il consumatore. Le
nostre soluzioni possono poi essere inte-
grate e arricchite dall’offerta dei nostri partner. Guardando spe-
cificamente all’offerta PLM, ENOVIA è l’unica soluzione che offre
un’architettura SOA testata in produzione che favorisce l’inno-
vazione collaborativa. I prodotti e le so-
luzioni collegano gli utenti amministrativi
e tecnici di diverse aree, consentendo a
tutti di lavorare su un’unica versione dei
dati. ENOVIA offre soluzioni sia per grandi
aziende, sia per piccole e medie impre-
se. In particolare, ENOVIA V6 introduce la
tecnologia PLM 2.0, l’ambiente collabo-
rativo online che coinvolge nel ciclo di
vita del prodotto creatori, collaboratori e
consumatori, mettendo a loro disposizio-
ne un’unica piattaforma di innovazione
collaborativa per la gestione della pro-
prietà intellettuale tecnica e amministra-
tiva. In questo modo si realizza un ciclo
di creazione online del prodotto basato
su una semplice connessione Web e su
processi gestionali ‘pronti all’uso’ per la
Abbiamo incontrato Gianluca Gonella Amministratore Delegato Dassault Systèmes Italia, un’intelligenza che opera da lungo tempo in questo settore, nel quale ha ricoperto diversi ruoli, via via sempre più importanti: ‘da borsista a primo responsabile italiano’. Un percorso che lo ha visto costantemente impegnato in un rapporto diretto con le tecnologie, le soluzioni, i benefici e, non ultimo, i clienti.
interViste dassault systèmes
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25
gestione di requisiti, programmi, portafogli di prodotti, conformità
normativa e approvvigionamenti.
In quali mercati e per quali problematiche vengono principal-mente utilizzate le vostre soluzioni?Dassault Systèmes offre una varietà di soluzioni PLM per aiutare
le aziende ad affrontare le sfi de di settori specifi ci e aumenta-
re il tasso di innovazione per restare competitive sul mercato. La
nostra proposta si articola in software applicativi, metodologie e
servizi sviluppati sulla base di un’esperienza pluridecennale nel-
la fornitura di soluzioni PLM per tutti i principali settori industriali:
aerospaziale, automobilistico, costruzioni, beni di largo consumo,
prodotti di consumo confezionati, energia, high tech ed elettro-
nica, macchine e impianti industriali, bioscienze, navale e servizi
alle imprese. Dassault Systèmes vanta una lunga e consolidata
tradizione nello sviluppo di soluzioni di gestione del ciclo di vita
del prodotto (PLM) nell’industria automobilistica, aerospaziale e
manifatturiera, nel settore dell’energia e nella cantieristica nava-
le. Negli ultimi anni DS ha esteso il proprio raggio d’azione a nuovi
settori, come la moda o l’architettura, che possono ugualmen-
te trarre grande benefi cio dalle soluzioni basate sull’architettura
PLM 2.0.
Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspet-tare nel vostro portafoglio di offerta?Lo sviluppo più recente e interessante in prospettiva futura è in-
dubbiamente l’offerta di servizi online in ambito cloud per tutto
il portafoglio PLM V6. Con questa proposta, aziende di tutte le
dimensioni possono aumentare il tasso di innovazione, sfruttare le
community per favorire la creatività e, in ultima analisi, realizzare
prodotti di maggior successo senza infrastrutture IT o spese ammi-
nistrative aggiuntive. Con le soluzioni Version 6 in modalità cloud,
gli utenti possono avere solo ciò che serve quando serve. Grazie
a un modello di abbonamento fl essibile, senza investimenti inizia-
li in infrastrutture, volumi minimi o altri aggravi amministrativi, le
soluzioni Version 6 Online sono concepite per essere ritagliate su
misura per le esigenze di organizzazioni o progetti di qualunque
dimensione.
Dassault Systèmes propone un modello cloud strutturato attorno
a Community, Servizio e Contenuto. Tutti coloro che apparten-
gono all’ecosistema di DS (gli utenti di oltre 130.000 clienti in tutto
il mondo, partner, clienti di clienti) possono accedere a questo
spazio di innovazione rivoluzionario che abbraccia l’intero ciclo
di innovazione. All’interno della community swym.3ds.com si può
interagire e costruire una rete sociale di professionisti, oltre a cre-
are e condividere contenuti come modelli 3D, idee e qualsiasi
altro supporto o mezzo collegato ai progetti di innovazione.
interViste dassault systèmes
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26
AdvAntech reinterpretA i pAc
Di Valerio Alessandroni
Abbiamo chiesto a Stephane Blanc, Product Sales Manager I/O and Control di Advantech, di illustrarci le carat-teristiche peculiari della produzione Advantech e le strategie e gli sviluppi dell’azienda.“La nostra strategia per introdurre la
linea di prodotti APAX ai nuovi clienti è
quella di proporre gli APAX inizialmente come I/O remoti modu-
lari, anziché come controllori PAC”, afferma Blanc. “A tale sco-
po possiamo proporre, ad esempio, la combinazione APAX-5070
+ PAX-IO. Successivamente, quando i clienti utilizzano l’accop-
piatore APAX con APAX I/O, possiamo introdurre gradualmente
i nostri controllori APAX (APAX-5520 o APAX-5570), che sono un
po’ più difficili da pro-
muovere e gestire per-
ché richiedono una
maggiore conoscenza
di programmazione
nel campo dell’auto-
mazione. La strategia
di vendita Advantech
si poggia quindi su
moduli di I/O ad alta
densità e moduli Hot
Swap. Il prodotto
d’ingresso è quindi
tipicamente l’APAX-
5070 (accoppiatore
Modbus/TCP), seguito
dal controllore PAC APAX-5520 o APAX-5570”.
La seconda domanda che abbiamo rivolto a Blanc è stata: “In quali settori viene maggiormente utilizzata la vostra produzione e con quali benefici?”“I nostri prodotti possono essere adottati in moltissimi mercati
verticali”, ha risposto Blanc. “Quelli per noi più importanti sono
attualmente i mercati dell’automazione di macchine e di
fabbrica, potenza ed energia, gestione ambientale e sistemi
di trasporto intelligenti. Questi sono i principali mercati a cui
Advantech oggi si rivolge. Grazie all’architettura aperta e all’af-
fidabilità della nostra piattaforma APAX, possiamo rispondere ai
loro principali requisiti specificati”.
EsEmpi concrEtiA conferma delle sue parole, Blanc ci ha illustrato un primo
esempio, relativo a un sistema di controllo dell’illuminazione
intelligente di un tunnel a Taiwan.
“La superstrada provinciale N.2 si snoda nella zona nordorienta-
le di Taiwan ed è una delle maggiori arterie di traffico nella re-
gione”, ha spiegato. “Due dei tunnel principali sulla superstrada
sono stati costruiti molti anni fa e le loro apparecchiature erano
notevolmente obsolete, con frequenti interruzioni di fili e circuiti.
Inoltre, non avevano un sistema di controllo e monitoraggio
remoto, che permettesse di intervenire in caso di minaccia alla
sicurezza degli automobilisti. I prodotti PAC Advantech, che inte-
grano controllo, elaborazione dati, connessione in rete e funzio-
La strategia dell’azienda parte dai moduli di I/O ad alta densità per fornire ai clienti soluzioni alternative ai tradizionali PLC.
interviSte Advantech
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AdvAntech reinterpretA i pAc
nalità audio e video in una singola piattaforma, rappresentava-
no una base perfetta per un nuovo progetto di illuminazione e
cablaggio nei Tunnel di Lanyang”.
Il progetto di illuminazione e cablaggio nei Tunnel di Lanyang
citato da Blanc ha adottato le tecnologie e le apparecchiature
industriali più avanzate a disposizione. Per rilevare errori nelle
apparecchiature di illuminazione che richiedono riparazione o
manutenzione, è stato progettato un sistema di comunicazione
a fibra ottica con topologia ad anello ridondante che permette la
trasmissione veloce, stabile ed incessante di dati. Oltre alle stazioni
di monitoraggio e controllo sul posto per luci, apparati di potenza
e dispositivi di controllo, nel centro di controllo è stato installato un
host master di monitoraggio e controllo, dotato di software facile
da utilizzare. Esso può acquisire dati in real time dai tunnel e imple-
mentare un immediato controllo di monitoraggio.
“Il progetto è stato realizzato da un team di professionisti com-
prendente ingegneri elettrici del Tong Wee Professional Electrical
Engineers Office, del system integrator Goldenwell e di Advan-
tech”, ha sottolineato Blanc. “TWIEE ha avuto la responsabilità
di pianificazione, progettazione e supervisione dell’implemen-
tazione del progetto; Goldenwell della costruzione del sistema
di controllo e monitoraggio, mentre Advantech ha fornito le
apparecchiature di controllo centrali comprendenti software
HMI/SCADA, host di controllo, touch screen, apparecchiature di
rete e PAC: una soluzione completa di livello industriale adatta
per ambienti caldi e polverosi come i tunnel”. Dopo un’attenta
valutazione, i prodotti Advantech sono stati scelti per il sistema
di controllo centrale perché sono facili da integrare in un siste-
ma in ogni loro componente.
monitoraggio di EnErgia solarEUn altro esempio riferito da Blanc riguarda lo Hsinta Power Plant,
una grande centrale termica situata nel municipio di Yong-an,
nella Kaohsiung County. “Per sfruttare la sua posizione geo-
grafica nella parte meridionale di Taiwan, Hsinta ha iniziato a
sviluppare un impianto solare espansivo con una capacità di 1
megawatt nell’ambito dello sforzo statale di passare a nuove
tecnologie energetiche rinnovabili”, ha spiegato Blanc.
Il progetto prevedeva l’installazione di oltre 4.500 pannelli solari,
con una capacità di generazione totale di 953,19 KW. Taiwan
Power Plant voleva sviluppare un sistema per la supervisione
delle operazioni di misura e analisi dei dati solari, di genera-
zione di potenza e della connessione controllata alla rete,
che prevedesse specificamente la misura dei dati, il controllo
delle apparecchiature e la conversione di potenza per la rete.
Anche la raccolta e l’analisi dei dati erano molto importanti. “Si
tratta di dati come l’intensità solare, la potenza complessiva in
corrente continua, l’efficienza media di conversione energetica
dei moduli a celle solari, l’uscita di potenza in corrente alternata
dei convertitori di potenza, l’efficienza di conversione media dei
convertitori di potenza, il rapporto di potenza in corrente conti-
nua, le ore totali di funzionamento dell’impianto, la riduzione di
biossido di carbonio accumulata e la generazione accumulata
di potenza in corrente continua e alternata”, ha affermato
Blanc.
Il progetto di energia solare è stato gestito da Motech, Innova-
tech e Advantech. Motech è il maggiore produttore di celle
solari di Taiwan e uno dei primi 10 del mondo. Innovatech è uno
dei maggiori system integrator. “Advantech è stata scelta come
pioniere globale in campo industriale, per la sua esperienza nei
prodotti di controllo e supervisione per l’industria dell’energia e
per la sua capacità di fornire prodotti PAC con funzionalità di
misura, controllo e analisi, che permettono ai sistemi di energia
solare di funzionare in modo più efficiente”, ha concluso Blanc.
interviSte Advantech
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Sviluppare la preSenza nelle pMi e conSolidare il SucceSSo ottenuto preSSo i grandi clienti
Di Massimo Fucci
Nell’ambito delle attività di sviluppo dei
contenuti atti a comprendere la natura
e le strategie legate alle soluzioni PDM/
PLM abbiamo intervistato Gian Luca
Sacco - Direttore Marketing Sud Europa
di Siemens Industry Software, personag-
gio di spicco in questo settore, che
si contraddistingue per conoscenza
delle tecnologie e del loro utilizzo nelle aziende, e in partico-
lare delle problematiche, delle soluzioni e dei benefici delle
soluzioni PDM/PLM.
Quali sono le caratteristiche peculiari che definiscono il posizio-namento della vostra offerta nel mercato delle soluzioni rivolte al ciclo sviluppo prodotto?Una soluzione PLM efficace implica una gestione digitale
dell’intero ciclo di vita di un prodotto, dall’ideazione all’obsole-
scenza. L’obiettivo è
di generare valore, sia
all’interno dell’azien-
da, sia verso il merca-
to. È questo ciò che
si prefigge il nostro por-
tafoglio di soluzioni.
L’attuale strategia di
Siemens PLM Software
prevede, in conside-
razione dell’odierna
situazione di mercato
e dei segnali rispetto
a possibili evolu-
zioni di espandere
significativamente la
propria presenza nel segmento delle PMI e di mantenere, nel
interviSte Siemens industry Software
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contempo, la posizione di leadership presso le grandi aziende.
Per raggiungere questo traguardo, Siemens ha sviluppato un
portafoglio di soluzioni PLM che, per le caratteristiche di estrema
flessibilità, scalabilità e apertura, è ideale per le esigenze delle
imprese di tutte le dimensioni.
In quali mercati e per quali problematiche vengono principal-mente utilizzate le vostre soluzioni?Per sopravvivere in condizioni di mercato stagnanti come
quelle attuali, è necessario continuare a innovare il prodotto.
E’ fondamentale avere la capacità di gestire sempre meglio le
risorse, i processi in tutte le fasi: sviluppo, produzione e manuten-
zione dei prodotti. In Italia, molte aziende hanno messo in atto
una strategia più mirata alla sopravvivenza che all’innovazione
sistematica e questo, unito alla stagnazione dei consumi e degli
investimenti e allo scarso impegno nella ricerca e sviluppo, ha
portato a un sistema industriale che, salvo alcuni casi, soffre
della concorrenza internazionale e comincia a vedere nella
globalizzazione un pericolo piuttosto che una risorsa. Nelle diffici-
li condizioni attuali di mercato, la chiave del successo risiede nel
saper consolidare, guidare e sincronizzare team e relazioni di
partnership lungo la catena del valore, realizzando quindi un siste-
ma che esprima un valore maggiore della somma delle sue parti.
Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspettare nel vostro portafoglio di offerta?Il nostro ‘mantra’ è chiaro e semplice: non permettiamo che
un cliente manchi i propri obiettivi, poiché ci sentiamo respon-
sabili del suo successo e facciamo in modo che questo nasca
a qualsiasi livello dell’azienda. L’obiettivo condiviso da tutti è,
infatti, il successo del cliente. Ogni partnership è stata costruita
con pazienza e attenzione e si fonda su rapporti solidi e duraturi
. Credo che questa sia un’ importante garanzia, non solo per
noi, ma anche per chi si rivolge alla nostra azienda. Su questa
solida base, che da sempre rappresenta le fondamenta del
nostro successo, stiamo implementando, ormai da tempo, una
strategia che prevede due fronti paralleli: lo sviluppo di solu-
zioni per nuove discipline emergenti come la meccatronica e
i nuovi sistemi di progettazione, e soluzioni applicative verticali
che mettono a disposizione dei nostri clienti le best practice e i
processi tipici di ciascun settore industriale.
interviSte Siemens industry Software
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HMS INDUSTRIAL NETWORKS: RACCOLTA DATI E GESTIONE SITI DA REMOTO CON NETBITER
Di Valerio Alessandroni
La famiglia di prodotti Netbiter Intellicom è stata
defi nitivamente inglobata nel catalogo HMS
Industrial Networks alla fi ne dello scorso anno,
affi ancandosi alla famiglia Anybus, che identifi ca
invece prodotti destinati alla connessione fi eld-
bus o Ethernet industriale cablata con protocolli
di comunicazione standard. “Oggi siamo l’unica
società al mondo che unisce entrambe queste
competenze e che è quindi in grado di anticipare i tempi di
qualsiasi ipotetico concorrente o soluzione sul mercato”, affer-
ma Paolo Sartori, Direttore della fi liale italiana di HMS Industrial
Networks, nonché Direttore Commerciale & Marketing. “Abbia-
mo infatti tutte le potenzialità per produrre sistemi che uniscono
in maniera ibrida le tecnologie dei due mondi: con la tecno-
logia Anybus possiamo interfacciare qualsiasi rete industriale
standard, mentre con la tecnologia Netbiter possiamo abbinare
un modulo di accesso remoto. Ciò permetterà, ad esempio, di
connettersi da remoto al proprio impianto e accedere alla rete
o al fi eldbus interno all’impianto stesso”.
Il server centrale
Netbiter Argos è
un centro dati
online specifi co
per raccogliere
e registrare i
dati dei disposi-
tivi provenienti
dai gateway
di comu-
nicazione
Netbiter,
nel quale è
concentrata la
gestione di tutti i dispo-
sitivi remoti installati presso gli impianti dei clienti.
Esso permette di gestire in maniera fl uida tutti i
siti remoti, permettendo loro di trasferire i propri
dati all’utente che sta navigando su un dispositivo
in quella particolare postazione. “Il portale online
centralizzato Netbiter Argos, gestito dalla nostra consociata
Intellicom, si fa carico di gestire tutti gli accessi utente e di
reindirizzare le richieste fra i dispositivi dislocati in campo e le
pagine grafi che a video di interazione con i dispositivi stes-
si”, spiega Sartori. “In questo modo, è possibile eseguire
un browsing dei dispositivi remoti utilizzando qualsiasi
postazione PC dotata di connessione Internet”. Il server
centrale garantisce il massimo livello di sicurezza. A ciò
si aggiungono algoritmi di criptazione, messi in campo
da HMS e Intellicom, che garantiscono la sicurezza del
traffi co dati. “Abbiamo volutamente evitato di utilizzare delle
VPN per facilitare la connessione ai dispositivi e la raccolta
Le soluzioni wireless proposte da HMS Industrial Networks derivano dall’acquisizione nel Gruppo della socie-tà Intellicom, dal 1997 specializzata nella fornitura di soluzioni per la raccolta dati e la gestione di dispositivi remoti attraverso gateway e connessioni basate su modem e reti GSM/GPRS.
INTERVISTE HMS
Il server centrale
Netbiter Argos è
un centro dati
online specifi co
per raccogliere
e registrare i
dati dei disposi-
tivi provenienti
dai gateway
concentrata la
gestione di tutti i dispo-
sitivi remoti installati presso gli impianti dei clienti.
Esso permette di gestire in maniera fl uida tutti i
siti remoti, permettendo loro di trasferire i propri
dati all’utente che sta navigando su un dispositivo
in quella particolare postazione. “Il portale online
centralizzato Netbiter Argos, gestito dalla nostra consociata
Intellicom, si fa carico di gestire tutti gli accessi utente e di
reindirizzare le richieste fra i dispositivi dislocati in campo e le
pagine grafi che a video di interazione con i dispositivi stes-
si”, spiega Sartori. “In questo modo, è possibile eseguire
un browsing dei dispositivi remoti utilizzando qualsiasi
postazione PC dotata di connessione Internet”. Il server
centrale garantisce il massimo livello di sicurezza. A ciò
si aggiungono algoritmi di criptazione, messi in campo
da HMS e Intellicom, che garantiscono la sicurezza del
traffi co dati. “Abbiamo volutamente evitato di utilizzare delle
VPN per facilitare la connessione ai dispositivi e la raccolta
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dati da remoto”, egli prosegue.
“In sostanza, non è l’utente che
si connette a un certo dispo-
sitivo, ma è il dispositivo che
comunica i suoi parametri per
essere contattato al server cen-
trale Netbiter Argos. Quest’ulti-
mo, riconosciuto il dispositivo e
la modalità con la quale lo può
contattare, mette a disposizione
dell’utente, connesso al server
centrale in modalità protetta, la
possibilità di navigare e racco-
gliere i dati dal dispositivo”. Il
server Netbiter Argos gestisce
quindi le pagine grafi che, i
parametri da leggere o scrivere,
i log, i trend di andamento delle
variabili, ecc.
COLLEGAMENTO AL CAMPOAccanto al server, i gateway
Netbiter EasyConnect si occu-
pano del collegamento fi sico al
campo. “Il modulo EasyConnect
permette di stabilire una facile
connessione con il server centrale”, riferisce Sartori. “La con-
nessione fra il gateway e i dispositivi di campo avviene tramite
protocollo Modbus RTU: qualsiasi dispositivo o strumentazione
da campo che abbia il supporto alla comunicazione seriale
RS232/485 con protocollo Modbus RTU può essere interrogato
o gestito dal modulo EasyConnect”. Esso raccoglie i dati dai
dispositivi e trasmette al server centrale online i parametri dei
registri Modbus letti o scritti, che li organizza quindi in sinottici
su pagine grafi che, resi accessibili agli utenti dotati di apposita
password, con diversi livelli di autorizzazione.
Il Netbiter EasyConnect può integrare una porta Ethernet, oppu-
re un modulo GSM/GPRS con SIM standard abilitata al traffi co
dati. Non sono richiesti né un indirizzo IP pubblico, né APN dedi-
cati. Quando si connette alla rete, la SIM ottiene un IP dinamico
dal gestore di rete.
Nel sito remoto, dove viene effettuata la raccolta dati dai
dispositivi Modbus, è quindi suffi ciente installare il modulo Easy-
Connect e inserire la SIM. Nel sito centrale è invece suffi ciente
connettersi al server centrale Netbiter Argos, creare un account
utente seguendo semplici procedure e inserire il codice di
attivazione assegnato al modulo Netbiter e il numero di telefono
assegnato alla SIM. A questo punto, il modulo remoto può esse-
re attivato dal server con un semplice SMS. Il modulo remoto si
preoccupa quindi di ricollegarsi e inviare i propri dati di confi -
gurazione al server. “Una volta stabilita questa connessione, in
qualsiasi momento, il modulo può collegarsi al server centrale
Netbiter Argos”, conclude Sartori. “Il modulo remoto EasyCon-
nect diventa quindi un trasportatore di dati, tramite il quale il
server Netbiter Argos può accedere ai dispositivi sul campo”.
INTERVISTE HMS
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NatioNal iNstrumeNts amplia la piattaforma Ni Wireless seNsor NetWork
Di Valerio Alessandroni
National Instruments ha annunciato due
nuovi prodotti che estendono le funzioni
di comunicazione e misura della piatta-
forma NI Wireless Sensor Network (WSN).
In particolare, NI 9792 è un gateway
WSN programmabile che permette la
comunicazione con i dispositivi NI WSN e
altri hardware tramite numerosi standard
di comunicazione aperti. Esso combina un controller NI LabVIEW
Real-Time e una radio WSN integrata. Ciò permette di eseguire in
locale sul gateway le applicazioni LabVIEW Real-Time per integra-
re i dati provenienti dai nodi NI WSN, rendendo NI 9792 ideale per
applicazioni di data-logging embedded e wireless. Inoltre, il nuo-
vo nodo funziona come rilevatore di tensione/temperatura a re-
sistenza (RTD) ed estende le capacità di misura della piattaforma
NI WSN includendo il supporto per le misure basate su resistenza
come RTD e potenziometri e fornendo la possibilità di combinare
misure di tensione e di temperatura in un singolo sistema NI WSN.
Il gateway NI 9792, programmabile con il modulo LabVIEW Real-
Time per operazioni stand-alone, presenta un processore 533 MHz
a elevate prestazioni e 2 GB di memoria per applicazioni di data-
logging embedded. Il nuovo gateway include inoltre server web
(Http) e file (FTP) che permettono l’accesso da remoto ai dati di
misura da sistemi thin client come smartphone e computer mobili.
NI 9792 è dotato di
porta seriale RS232 e
di due porte Ethernet
per maggiori opzioni
di connettività verso
altri dispositivi, come
reti aziendali o sistemi
di I/O cablati. Grazie
a questa flessibilità è
possibile sviluppare
una soluzione di misura
completa, cablata e
senza fili, a seconda
delle esigenze.
Il nuovo nodo di misura WSN-3226 integra invece la piattafor-
ma NI WSN con misure basate sulla resistenza ed è costituito da
quattro canali analogici di ingresso, configurabili singolarmente,
per misure di tensione nel range ±10 V o per misure resistive. Il
nuovo nodo di misura offre la possibilità di scegliere tra le modalità
di input analogico ad alta velocità o ad alta risoluzione, ottenendo
l’ideale compromesso tra potenza consumata e performance
per le proprie applicazioni. Il nodo WSN-3226 ha inoltre due canali
digitali bidirezionali che possono essere configurati singolarmente
come input o come output di tipo sinking o sourcing. Esso è alimen-
tato da quattro batterie stilo di tipo AA, con una durata operativa
superiore ai tre anni, oppure attraverso un’alimentazione esterna
da 5 a 30 V.
Usando il modulo LabVIEW WSN Module Pioneer è possibile perso-
nalizzare il comportamento del WSN-3226, aggiungendo intelligen-
za a bordo che permette di estendere la durata della batteria;
esso migliora le prestazioni di lettura analogico e digitale,
consente di eseguire un controllo locale, analisi sui
dati e riduzione degli stessi e permette di inter-
facciare sensori custom. Inoltre, l’ultima versione
del software NI WSN, NI WSN 1.2 fornisce supporto
per NI WSN-3226, insieme ad altre caratteristiche
come l’aggiornamento del firmware più veloce,
timestamping di dati più accurato e riproduzione
delle variabili di I/O automatico. Il software per-
mette di configurare dal Web il gateway NI 9792,
eliminando l’esigenza di utilizzare un applicativo
software per configurare e mettere in piedi un WSN.
Con il nuovo gateway e nodo di misura WSN si estendono le funzioni di misura e comunicazione e si rafforza il concetto di integrazione con tutti gli altri strumenti delle piattaforme NI
iNterViste National instruments
La piattaforma Wireless Sensor Network
(WSN) di National Instruments.
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Wireless: alternativa e integrazione “Per noi il wireless è un’alternativa e un’integrazione dell’offerta
esistente nel settore dell’acquisizione dati e dell’I/O distribuito”,
afferma Matteo Bambini, Marketing Manager NI Italy & Spain.
“Dove l’applicazione richieda di raggiungere punti non facilmen-
te raggiungibili con un cablaggio tradizionale, o dove per fattori
economici non risulti conveniente, la nostra soluzione wireless
permette di continuare a utilizzare il software di progettazione
grafica NI LabVIEW con nuove soluzioni hardware senza fili. Da
questo punto di vista offriamo un’integrazione unica nel settore,
permettendo di costruire sistemi ibridi cablati/senza fili senza
soluzione di continuità”. L’offerta spazia da soluzioni che richie-
dono alimentazione (di rete o a batteria) basate su Wi-Fi, tipo
acquisizione dati (DAQ) Wi-Fi, con trasferimento di dati a banda
più elevata, a soluzioni WSN invece a basso consumo energe-
tico, alimentabili anche solo con batterie tipo stilo, basate su
tecnologia ZigBee, per distanze elevate e maggiore affidabilità di
connessione. La soluzione WSN ha poi una caratteristica unica nel
settore, che offre all’utente la possibilità di rendere ‘intelligente’ il
nodo di misura wireless scaricando a bordo del software dedi-
cato per gestione dei dati a livello locale (ad esempio, calcoli o
operazioni di media sui valori misurati e comunicazione del valore
solo a fronte di una variazione percentuale significativa, ecc.).
“Ancora una volta, l’unicità della nostra soluzione è che il softwa-
re per lo sviluppo del codice embedded è sempre LabVIEW, sia
per programmare il nodo, che per la gestione delle misure, che
per l’eventuale interfaccia uomo-macchina disponibile a livello
di sistema di supervisione di questa rete di monitoraggio distribui-
ta”, aggiunge Bambini.
Il punto di forza della flessibilità, unito alla modularità e all’ac-
curatezza delle misure, rende le reti di sensori wireless (WSN) di
National Instruments ideali per le applicazioni di monitoraggio
industriale, in particolare connesse, ad esempio, a monitoraggio
condizioni macchina e macchinari per diagnostica preventiva/
predittiva, monitoraggio embedded a livello civile (ponti, strut-
ture, edifici di pregio artistico, ecc.) e monitoraggio ambientale
(parametri lento variabili per inquinamento, studi ecologici e
similari). “In queste applicazioni sono spesso richieste accuratez-
za, ripetibilità e affidabilità delle misure, oltre che, in molti casi, la
calibrazione dei dispositivi di misura per garantirne la veridicità
nel tempo. Ancora una volta, l’integrazione con tutte le altre fun-
zionalità disponibili negli strumenti NI rimane il punto di forza della
piattaforma”, conclude Bambini.
Un esempio concreto Un esempio delle potenzialità offerte dal sistema WSN di National
Instruments è dato dal monitoraggio wireless strutturale a lettura
remota del Duomo di L’Aquila.
Edificato nel ‘200, il Duomo di L’Aquila ha subito nei secoli
numerosi cedimenti, seguiti da interventi di restauro. L’interno è
composto da una sola navata la cui parte terminale, in corri-
spondenza della cupola dell’altare maggiore, è quasi comple-
tamente crollata dopo il sisma del 2009. A seguito del disastroso
evento sono rimasti in piedi monconi dei pilastri di scarico della
cupola, porzioni di maschi murari perimetrali e parte dell’abside.
Nonostante siano stati attuati interventi per la messa in sicurezza
a carattere provvisorio, la loro intrinseca labilità ha reso necessa-
ria l’implementazione di un monitoraggio statico strutturale, per
valutare le variazioni delle grandezze fisiche più significative fino
al totale rifacimento delle parti crollate, al restauro delle porzioni
rimaste e alla completa fruibilità del monumento. Considerando
di dover intervenire su porzioni ben definite, spesso a cielo aperto,
e strutturalmente isolate le une dalle altre a causa dei crolli, si è
deciso di adottare una soluzione modulare, con gruppi di sensori
dedicati alla misura delle grandezze fisiche d’interesse, colle-
gati a moduli di acquisizione locali facenti capo a un sistema di
raccolta centralizzato. Mentre i singoli trasduttori sono collegati
via cavo ai rispettivi moduli, il collegamento di questi al sistema
centralizzato è a radiofrequenza. E’ stata quindi implementata
una rete WSN costituita da moduli locali, con convertitore A/D a
16 bit ciascuno a 4 canali, dislocati nelle zone con maggiori disse-
sti e collegati, con protocollo standard WiFi ZigBee IEEE 802.15.4,
a un gateway. Quest’ultimo è, a sua volta, collegato con cavo
Ethernet ad un PC industriale, al quale è possibile accedere con
connessione remota tramite modem GSM. Nel PC risiede il sof-
tware di gestione sviluppato in ambiente LabVIEW. Esso consente
l’impostazione dei parametri e della cadenza di acquisizione,
la lettura ed elaborazione dei dati grezzi, la visualizzazione degli
andamenti temporali in diverse modalità grafiche, la memorizza-
zione locale dei file generati, la comunicazione (con opportune
logiche di autenticazione) e lo scarico periodico dei dati su altro
PC remoto. Attualmente è previsto il collegamento punto-punto,
con chiamata telefonica GSM ogni volta si desideri effettuare
la connessione. Prossimamente sarà aggiunta una connessione
Internet veloce al sistema per permetterne la gestione a distanza
in continuo, con accesso alla pagina web dedicata e con la
possibilità di avere soglie d’allarme attivabili su eventi a trigger.
L’applicazione descritta è stata realizzata da Essebi.
iNterViste National instruments
Particolare del sistema di monitoraggio implementato da Essebi nel Duomo
di L’Aquila con tecnologia WSN e software LabVIEW National Instruments.
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Cloud, Green & lean, tris d’assi per vinCere la sfida della Competizione
Di Massimo Fucci
Uno dei prerequisiti per un’efficace messa a
regime di una soluzione PDM è, senza dub-
bio, una buona struttura di riferimento in
grado di recepire le esigenze dell’azienda
e di implementarle secondo logiche pro-
gettuali orientate sia alle architetture, sia
alle risorse umane presenti in azienda. Un
obbiettivo raggiungibile solo se il fornitore
ha in squadra buone risorse tecniche applicativo - sistemistiche,
con sufficiente esperienza. Una barriera di ingresso che spesso
ha rappresentato un ostacolo per i ‘rivenditori di applicazioni
CAD’ che intendevano operare, con successo, anche in area
PDM. Nel territorio italiano una delle strutture di riferimento
rimane Prisma TECH, una società emiliana con sedi operative a
Bologna, Padova e Milano che, con una quarantina di addetti,
può essere annoverata, a buon diritto, nella breve lista dei mag-
giori system integrator nel mercato PLM in Italia.
Quando si dice Prisma TECH, non si può fare a meno di associa-
re il nome di Giuseppe Donanzan, co-fondatore e presidente
della società. Una risorsa dai trascorsi specifici e radicati all’in-
terno del mercato delle applicazioni rivolte al ciclo di sviluppo
prodotto, nel quale ha inanellato una serie di successi, ottenuti
operando con marchi
differenti, grazie alla
capacità di sviluppa-
re relazioni durature
basate sulla qualità
del servizio.
Quali sono le caratte-ristiche peculiari che definiscono il posizio-namento della vostra offerta nel mercato delle soluzioni rivolte al ciclo sviluppo pro-dotto?La nostra competenza
come system integra-
tor in ambito PDM e la
continua evoluzione
della suite di prodotti Autodesk per il Digital Prototyping e’ stata
un binomio vincente.
La suite di prodotti Autodesk che noi proponiamo si sposa
perfettamente con le esigenze dei nostri Clienti che riusciamo
a seguire dall’idea, con strumenti di ‘concept’ come Autodesk
Sketchbook Designer, allo studio e visualizzazione della forma,
con i prodotti Autodesk Alias e Autodesk Showcase all’ Enginee-
ring con Autodesk Inventor, Autocad Mechanical e alle soluzioni
per la simulazione quali Autodesk Moldflow che permette di
simulare lo stampaggio di materie plastiche e Autodesk Factory
Design Suite che consente lo studio del layout della linea di
produzione, aiutando il cliente a trovare la massima efficienza al
minor costo con un occhio ai consumi energetici.
Tutto questo processo avviene nella massima velocità ed effi-
cienza operativa, grazie alla presenza di un’unica interfaccia,
un unico modello matematico e un unico sistema PDM per la
gestione dei dati tecnici: Autodesk Vault Professional. Le nostre
competenze poi ci permettono di poter integrare le diverse ap-
plicazioni con le soluzioni IT aziendali, garantendo un passaggio
dei dati in modo automatico e veloce.
In quali mercati e per quali problematiche vengono principal-mente utilizzate le vostre soluzioni?Inizialmente il nostro mercato principale era rappresentato da
interviste prisma tech
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Aziende nel settore meccanico (Machinery) ed impiantistico,
dove oggi contiamo circa 500 Clienti con oltre 10.000 licenze di
software CAD e PDM. Nel 2007, grazie all’acquisizione di Alias
da parte di Autodesk, abbiamo iniziato a lavorare nel mondo
dell’Industrial Design, in particolare nel mercato automotive e
nei settori legati al mondo degli elettrodomestici e dei prodotti
di consumo. Nel 2009 abbiamo completato la nostra offerta
con delle soluzioni software innovative per la ‘simulazione’ nella
produzione grazie alla tecnologia Autodesk Moldflow.
Oggi, in un contesto di continuo cambiamento del mercato, i
nostri Clienti ci chiedono risposte molto veloci alle loro esigenze,
il che implica la capacità di fornire una soluzione completa
e fortemente personalizzata per le caratteristiche di flessibilità
del mercato italiano e delle singole aziende. Faccio qualche
esempio: fino a 5 anni fa, un nostro cliente medio con un ufficio
tecnico di 20 persone che voleva fare un investimento in ambito
PDM, avrebbe dovuto spendere circa 70-80 giornate per le
personalizzazioni, l’avviamento e l’integrazione delle applica-
zioni CAD-PDM con il sistema ERP. Oggi grazie alla nostra Suite
Genius PLM, nata dall’esperienza di oltre 100 progetti PDM, riu-
sciamo a fornire degli applicativi che rendono operativo in sole
15 giornate (un abbattimento del 70%) un sistema PDM molto
efficiente ed integrato con tutti gli altri processi aziendali.
Quali sono, secondo la vostra esperienza, gli elementi essenziali che un potenziale cliente di soluzioni PDM, deve prendere in considerazione affinché si indirizzi verso una scelta efficace?La gestione dei dati tecnici e l’efficienza nel processo di svilup-
po prodotto sono fattori di fondamentale importanza, a prescin-
dere dai sistemi di progettazione che l’utente ha già adottato.
Nella realtà molte Aziende italiane hanno preferito passare da
un modello di progettazione 2D a
uno 3D, a scapito dell’investimento
sul sistema PDM. Questo ha compor-
tato sicuramente un aumento della
qualità del progetto e della ‘tavola’
di disegno per la produzione, ma ha
fortemente penalizzato la capaci-
tà reattiva dell’azienda stessa nel
progettare nuovi prodotti nei tempi
richiesti dal mercato.
Secondo la nostra esperienza, quan-
do un Azienda affronta un progetto
PDM, deve tenere in considerazioni
alcuni fattori importantissimi, quali per
esempio: la forte integrazione con i
sistemi CAD e CAE per permettere ai
progettisti la massima efficienza, la
possibilità di implementare workflow
per garantire l’efficienza nei proces-
si, o la possibilità di implementare
un sistema di normalizzazione e di
standardizzazione (dei prodotti e dei
processi), la possibilità di poter appli-
care un configuratore software che
permetta una veloce personalizzazio-
ne del prodotto e, non ultimo, un’architettura software aperta
che consenta un rapido interfacciamento verso le applicazioni
office, i sistemi ERP e le altre applicazioni già in essere. Un altro
punto importante e’ sicuramente il ‘popolamento’ della base
dati PDM in fase di start-up, una condicio sine qua non per un
rapido avviamento della soluzione in termini operativi e, non
ultimo, per fornire un rapido ritorno degli investimenti.
Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspettare nel vostro portafoglio di offerta? L’evoluzione dal PDM al PLM con la diffusione del Cloud Com-
puting sarà – a nostro avviso - una vera e propria ‘rivoluzione’ di
questo mercato. E chi non sarà pronto con i propri dati organiz-
zati perderà dei vantaggi competitivi enormi. Ricordo sempre
la frase che un Cliente una volta mi disse: “un’ azienda prima di
sviluppare un sito internet, dovrebbe avere una buona organiz-
zazione. Altrimenti il rischio e’ quello di mettere in vetrina tutta la
propria disorganizzazione”.
Se finora i sistemi PLM sono stati a supporto della progettazione
(PDM) e di pochi altri reparti aziendali, con lo sviluppo dei sistemi
basati su Cloud Computing avranno una rapida diffusione,
perché in grado di supportare tutti i processi e i dipartimenti
aziendali, sia all’interno, sia all’esterno dell’azienda.
Noi ci stiamo preparando a questa rivoluzione. Abbiamo forma-
to i nostri tecnici a sviluppare degli applicativi utilizzando i nuovi
linguaggi e ci siamo adeguati alle nuove piattaforme tecno-
logiche che ci permetteranno già da subito di estendere le
potenzialità del PDM al PLM, rendendo disponibili applicativi per
il supporto delle vendite dei processi produttivi anche delocaliz-
zati, e per il supporto tecnico in tutto il ciclo di vita del prodotto.
interviste prisma tech
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IL PLM (e non solo) aL teMPo deL CLoud
Di Massimo Fucci
Quali sono le caratteristiche peculiari che definiscono il posizionamento della vostra offerta nel mercato del-le soluzioni rivolte al ciclo sviluppo prodotto?Partiamo dalla considerazione
che negli ultimi anni le aziende,
a complemento dei sistemi ERP o
Legacy, hanno dovuto adottare molteplici soluzioni verticali per
colmarne i limiti quali: CRM, SCM, Project management, Portali
aziendali, B2B etc. Sulla base di questa consapevolezza è nata
e si è evoluta la suite RuleDesigner, un ampio ventaglio di solu-
zioni modulari, che uniscono il mondo PLM, alla configurazione
di prodotti e permette di integrare i diversi dipartimenti aziendali
e i partner attraverso strumenti collaborativi.
Per far sì che le aziende potessero adottare e mantenere in
modo semplice un ambiente integrato e distribuito, la nostra so-
luzione si è sviluppata su di una moderna architettura orientata
ai servizi (SOA) in cui opportuni Web-services, permettono di rea-
lizzare le integrazioni con altre applicazioni indipendentemente
dal fatto che risiedano all’interno o all’esterno dell’azienda.
Come risultato di tutto ciò la tecnologia RuleDesigner è già oggi
fruibile anche in modalità Cloud e utilizzabile non solo da PC
ma anche da dispositivi mobili quali Iphone, Ipad, Smartphone,
Android.
Quali sono, secondo la vostra esperienza, gli elementi essenziali che un potenziale cliente di soluzioni PDM deve prendere in considerazione?Sarebbe riduttivo pen-
sare in termini di lista
delle funzionalità indi-
spensabili che devono
essere considerate
come prioritarie in una
scelta oculata di pro-
dotto, dalla trasversa-
lità di integrazione verso i principali CAD presenti sul mercato, e i
principali database, gli ERP e i CRM, oltre ad una buona dote di
funzionalità che devono essere disponibili sia a livello interattivo
sia a livello di azioni massive.
Proprio qualche giorno fa, commentando una simile domanda
apparsa su un blog, scrivevo: “Sto rispondendo dal mio iPad,
comodamente seduto, in attesa di partire”.
Se posso concedermi il lusso di dialogare con voi, in queste con-
dizioni, è perché ormai la rivoluzione portata avanti dai social
network e dai sistemi web2.0 ha già radicalmente cambiato il
mondo e il modo di vedere le applicazioni ‘collaborative’.
Se fino a 2 o 3 anni fa la scelta per un sistema PLM o PDM si
basava spesso sul ‘brand’ del fornitore e talvolta sulle funziona-
lità e le referenze del prodotto, oggi, ho avuto modo di riscon-
trare direttamente che nella scelta di un sistema PDM o PLM gli
utilizzatori considerano sempre più fondamentali aspetti quali il
supporto alla collaborazione, l’integrazione con i sistemi azien-
dali, i tempi di installazione e la semplicità d’uso.
D’altronde oggi chi adotterebbe un PDM o PLM, se non offrisse
la possibilità di interagire (senza rappezzi o sovrapprezzi) in
tempo reale, anche in condizioni di movimento che li porti a
relazionarsi attraverso strumenti tipo Ipad o Android, Tablet o
Smartphone?
Chi adotterebbe un PDM o PLM, se non fosse già integrato con
il CRM, il Portale postvendita, i Processi aziendali e Strumenti di
Nell’ambito delle aziende che hanno tracciato un percorso nel mercato del PDM, RuleDesigner (www.ruledesigner.com) rappresenta sicuramente una pietra miliare, un prodotto nato in Italia ‘lontano dai luoghi ove si pensa debbano provenire i PLM’, reso forte dalla solidità della visione e dal pragmatismo della fun-zione. Abbiamo incontrato l’ing. Gianfranco Biguzzi, un imprenditore che da perfetto antesignano ha compreso l’importanza della gestione ‘iperparametrica’ dei dati di prodotto e, soprattutto, la loro propagazione nell’ambi-to dei processi aziendali, e ci siamo fatti spiegare posizionamento e strategie dell’azienda.
INteRVISte Ruledesigner
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configurazione di prodotto?
Chi adotterebbe un PDM o PLM, se la messa in opera richiedes-
se migliaia di ore uomo?
E infine, chi accetterebbe di adottare un PDM o PLM se per
utilizzarlo fosse necessario lo studio di complessi manuali utente?
In conclusione, mi siano consentite alcune riflessioni. Vero è che
PDM e PLM non sono la medesima cosa, sebbene produttori di
sistemi PDM derivati dal mondo CAD lo abbiano adombrato per
lungo tempo; vero è che il mercato, ad oggi, fa spesso registrare
l’installazione di ‘banali’ vault, troppo spesso contrabbandati, per
applicazioni PDM e PLM; bisogna infine ricordare che, ormai, i
social network come Facebook, Linkedin e altri hanno fatto scuola,
modificando il paradigma di interazione e mostrando come sia
possibile un’ intensa e articolata collaborazione anche senza
dovere sottostare ad addestramento intensivo.
Quali sono gli sviluppi e/o le innovazioni che ci dobbiamo aspetta-re nel vostro portafoglio di offerta?Negli ultimi anni abbiamo già adottato una strategia di forte rin-
novamento infrastrutturale di RuleDesigner. Siamo giunti al rilascio
della release ‘Fusion’ che già dal nome fa emergere la cultura di
integrazione tra le diverse discipline che la caratterizzano. È una
tecnologia federativa multipiattaforma (di cui è possibile fruire
anche in modalità cloud) che può essere utilizzata con qualsiasi
browser da PC e da qualsiasi device mobile.
Proprio per tutto ciò RuleDesigner fornisce già oggi quello che gli
strumenti PDM/PLM daranno (forse) in futuro.
Da un punto di vista infrastrutturale sicuramente in futuro ci sarà
un’evoluzione per soddisfare le esigenze delle specifiche industry
che nel caso di RuleDesigner, si tradurrà in una sempre più ampia
libreria di processi pre-configurati, raggruppati per segmenti di
industry.
In quali situazioni ha riscontrato (e perché) un buon grado di soddi-sfazione da parte dei clienti che hanno adottato la vostra soluzione PDM?Parlando di customer satisfaction la palette di motivazioni è assai
variegata in funzione del ruolo aziendale ricoperto dalle diverse
persone. Piace agli utenti perché funzionalmente mappa molto
bene le funzioni aziendali che quotidianamente sono chiamati
a svolgere, piace al management perché permette di imposta-
re corretti flussi di lavoro ed avere sempre il polso sullo stato di
avanzamento delle attività senza introdurre rigidità nella struttura
organizzativa; piace ai sistemi informativi perché, grazie alla tecno-
logia con cui è stato realizzato, riescono ad ottenere le cose molto
velocemente, senza dover scrivere o far scrivere software di perso-
nalizzazione ma solo configurando parametri o processi. RuleDesi-
gner piace infine ai titolari o al top management perché supporta
l’organizzazione e il controllo delle attività aziendali in modo esteso
e in tempo reale e offre loro la sicurezza di avere adottato una
tecnologia che per potenza, innovazione, estetica e completezza
rappresenta il top di gamma, ma con costi estremamente ridotti
(una volta uno di loro mi ha detto di avere la sensazione di disporre
di una Ferrari, che però ha i costi esercizio da auto elettrica!).
INteRVISte Ruledesigner
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Le comunicazioni wireLess neLL’industria secondo schneider eLectric
Di Valerio Alessandroni
L’infrastruttura di comunicazione Ethernet con tec-
nologia Wireless ha oggi, in termini di applicazioni
industriali, ampi margini di crescita e spesso viene
scelta perché risponde a necessità specifiche tra
le quali la disponibilità di connessione di dispo-
sitivi e/o operatori in movimento, la connettività
avanzata per il controllo di processo, la connet-
tività con dispositivi installati a lunga distanza, e
non ultimo contribuisce ad una sensibile riduzione dei costi di
installazione laddove l’utilizzo del rame o della fibra ottica risulta
di difficile installazione o troppo costoso.
“La nostra offerta WiFi è una tra le più vaste e complete sul
mercato, questo per garantire una soluzione finita e funziona-
le alle necessità del cliente che ha, come unica interfaccia
di responsabilità e centro di competenza, la nostra azienda”,
afferma Giancarlo Carlucci, Product Manager End User Solution
di Schneider Electric.
Egli spiega che è questo il caso ad esempio, di alcune appli-
cazioni nel mercato delle infrastrutture (gallerie) e delle energie
rinnovabili (parchi fotovoltaici), in cui il wireless è stato la chiave
per rispondere alle necessità tecniche di disponibilità e affidabi-
lità dell’intera infrastruttura di rete.
”L’offerta Schneider Electric associa il protocollo Ethernet al
supporto wireless rispondente agli stan-
dard WiFi IEEE802.11 a/b/g/n”, sottolinea
Carlucci. “Questo binomio risponde alla
richiesta di integrazione delle informa-
zioni veicolate via wireless con networks
nuove o esistenti, supportando quindi
l’eventuale scalabilità informativa
con gli altri livelli aziendali. Infatti, non
necessitando di hardware dedicato, il
protocollo standard Ethernet, permet-
te la trasparenza dei dati dal campo
ai sistemi informativi aziendali preesi-
stenti. Gli standard WiFi 802.11 in più,
apportano un’efficacia installativa che aumenta il ventaglio di
soluzioni architetturali a cui spesso sono associabili minori costi di
connessione”.
Schneider è presente in molti settori (industriale, residenziale,
dell’energia, delle utility, ecc.). A quali di essi, in particolare, è
maggiormente rivolta l’offerta di tecnologie/prodotti wireless?
“Sfruttando l’offerta WiFi siamo in grado di coprire le esigenze di
tutti i settori nei quali normalmente prestiamo le nostre soluzioni
e competenze”, afferma Carlucci. “Sicuramente, essendo pro-
dotti con peculiarità industriali, questa offerta si presta mag-
giormente a soluzioni di comunicazione che integrino processi
produttivi costituiti da singole macchine o automazioni distribu-
ite a distanza, ma possono essere anche punto di contatto tra
unità produttive con mestieri differenti al fine di creare un’unica
infrastruttura trasparente ed accessibile in tutti i suoi punti”.
In particolare, ConneXium è una gamma di prodotti Schneider
Electric pronti all’impiego per la realizzazione di reti Ethernet in
grado di offrire soluzioni integrate che permettano di raggrup-
pare tutti i componenti dell’installazione, dalle apparecchiature
fino alla rete d’impresa.
La gamma di switch Connexium è completa sia per soluzioni
economiche che per le necessità più complesse grazie all’of-
ferta di versioni Managed e dei nuovi Access e Client Wi-Fi che
permettono il cablaggio di soluzioni wireless per l’industria; gra-
zie a strumenti innovativi quali il software di diagnostica Ethernet
ConneXview, ConneXium permette di sfruttare in ambito indu-
striale tutti i vantaggi di una rete Ethernet affidabile e aperta.
Gli Switch e gli Access Point ConneXium permettono di aumen-
tare le prestazioni generali della rete, rendendo Ethernet una
rete adatta per le applicazioni industriali. La capacità multidif-
fusione IP di ConneXium supporta la funzione Publish/Subscri-
L’offerta Schneider Electric associa il protocollo Ethernet al supporto wireless, una risposta alla richiesta di integrazione delle informazioni con networking nuovi o preesistenti
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ve (pub/sub) e i protocolli di diffusione multimediali delle reti
industriali moderne.
Con il software di diagnostica Ethernet ConneXview, è possibile
far funzionare la rete in modo ottimale perché il software, po-
tente e facile da utilizzare, rileva e mappa automaticamente le
reti e le periferiche, fornendo quindi tutti gli strumenti necessari
ad un facile controllo e ad una facile correzione delle operazio-
ni di rete.
Gli switch ConneXium utilizzano il protocollo Snmp per facilitare
il controllo della rete e la diagnostica dei problemi, gli Access
Point ed i Client Wi-Fi ConneXium utilizzano lo standard 802.11g,
ad oggi il più diffuso ed affi dabile per le applicazioni mondo In-
dustria e tutti i prodotti Connexium integrano un server Web che
fornisce servizi di gestione complementari accessibili attraverso
qualsiasi browser web. Funzioni ridondanti ed evolutive, con
struttura ad anello, semplice o doppia, permettono di costruire
in modo molto semplice una rete totalmente rispondente a
tutte le esigenze specifi che. La famiglia ConneXium è costruita
secondo tutti gli standard industriali, per garantire un’elevata
resilienza ed adattarsi a condizioni ambientali più diffi cili.
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Da SiemenS la gamma Scalance W
Di Valerio Alessandroni
Particolarmente adatta per applicazioni
industriali, la gamma di prodotti Scalance W,
offerta dalla Divisione Industry Automation di
Siemens, è costituita da access point, moduli
client, antenne e accessori, tutti conformi agli
standard Ieee 802.11b/g, a/h. Tutti gli Sca-
lance W hanno un’alimentazione ridondata
(eventualmente anche con Power-Over-
Ethernet). Gli access point sono disponibili in tre famiglie di pro-
dotto. In particolare, gli Scalance W788 con grado di protezione
IP65 sono pensati per applicazioni indoor. Gli Scalance W786
IP65, insensibili ai raggi UV e agli spruzzi d’acqua salata, sono
particolarmente adatti alle applicazioni outdoor (aree pubbli-
che, porti, sistemi di logistica). Infine, gli Scalance W784 IP30, dal
design compatto, consentono l’utilizzo all’interno del quadro
elettrico o direttamente a bordo macchina.
Gli access point sono disponibili con 1, 2 o 3 interfacce Wi-Fi
integrate, in versione standard o con funzionalità Roaming Rapi-
Negli impianti di automazione industriale che prevedono l’impiego di macchine mobili, l’uso della tecnolo-gia Industrial Wlan basata sullo standard Ieee 802.11 rappresenta la soluzione ideale per realizzare un’infra-struttura di rete senza fili, adatta alle specifiche esigenze applicative
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do, per la trasmissione deterministica dei dati in applicazioni con
bus di campo real time.
I moduli client sono fruibili in due famiglie di prodotto: per ap-
plicazioni indoor, o per l’utilizzo all’interno del quadro elettrico. I
moduli client sono ideali per connettere qualunque dispositivo
mobile dotato di singola porta Ethernet, o, con un numero mas-
simo di 8 nodi Ethernet, a una Wlan industriale.
Un altro aspetto importante è quello legato alla sicurezza dei
dati: tutti i prodotti della famiglia Scalance W supportano infatti
gli standard più recenti, quali WEP, WPA con AES e Tkip, EAP-TLS
e filtraggio MAC.
Abbiamo chiesto all’ingegner Angelo Candian, Industrial Com-
munication Product Manager presso Siemens S.p.A., quali siano
le caratteristiche peculiari/differenzianti dei prodotti wireless Sie-
mens e quali siano le strategie e gli sviluppi previsti dall’azienda.
“I nostri prodotti di punta per il wireless in ambito industriale
sono i dispositivi Scalance W per l’utilizzo della tecnologia Wi-Fi
(802.11a/b/g/h); il modem MD720 e i router MD741, Scalance
M873 per GSM/Gprs, Edge e Umts”, ha risposto l’ingegnere.
“Questi prodotti forniscono funzioni standard e add-on per
rispondere alle esigenze industriali, ad esempio Rapid Roaming
e Wireless con Ridondanza”.
“Per applicazioni con dispositivi mobili, l’uso di cavi speciali o
contatti striscianti implica costi di manutenzione inevitabili e
costanti nel tempo”, ha proseguito l’ing. Candian. “La nostra
produzione è specificamente pensata per realizzare sistemi di
automazione deterministici senza fili, oltre a consentire connes-
sioni remote all’impianto per teleassistenza e telecontrollo. La
nostra strategia è quella di poter offrire il migliore supporto nella
fase di progettazione della rete wireless, per offrire la giusta
soluzione impiantistica in termini economici, di affidabilità e
sicurezza”.
Un’altra domanda, a conclusione dell’intervista: “In quali settori
vengono maggiormente utilizzati i prodotti descritti? Perché e
con quali benefici?”
“Negli impianti di automazione industriale che prevedono
l’impiego di macchine mobili (veicoli a rotaia, carri ponte, AGV,
ecc.), l’uso della tecnologia Industrial Wlan, basata sullo stan-
dard Ieee 802.11, rappresenta la soluzione ideale per realizzare
un’infrastruttura di rete senza fili adatta alle specifiche esigenze
applicative”, ha risposto l’ing. Candian. “Utilizzando antenne
omnidirezionali, direzionali o cavi a guida d’onda, infatti, è
possibile progettare un sistema wireless affidabile e idoneo alle
dimensioni degli impianti in ambiente industriale, per soddisfare
le necessarie esigenze di determinismo del sistema di comunica-
zione nel controllo della produzione, eliminando definitivamente
i costi di manutenzione e i problemi di affidabilità di soluzioni a
contatti striscianti o con catene portacavi”.
“L’utilizzo di moduli per il collegamento remoto agli impianti
con GSM/Gprs, Edge e Umts, può essere invece applicato in
tutti quei settori in cui sia importante effettuare la teleassistenza
o il telecontrollo di un impianto/processo produttivo distribuito
geograficamente sul territorio. Alcuni tipici settori applicativi
riguardano sistemi di trattamento e distribuzione Acque, oltre ad
impianti Oil and Gas”, ha concluso l’ing. Candian.
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Rockwell AutomAtion e lA piAttAfoRmA integRAted ARchitectuRe
Di Valerio Alessandroni
G razie all’impiego di sofisticate
tecnologie di controllo, connettivi-
tà, visualizzazione e gestione delle
informazioni, l’Architettura Integrata
risponde a un gamma completa di
esigenze per il controllo discreto, il
controllo assi, il controllo batch e di
processo, il controllo degli aziona-
menti e la sicurezza.
I vantaggi sono numerosi, come quelli di un’unica infrastruttura
coordinata per tutto l’impianto per le
varie discipline di controllo e produzione;
di uno scambio di informazioni in tempo
reale in tutta l’impresa per prendere
decisioni sempre precise ed informate e
dell’integrazione rapida, facile e a costi
ridotti di una singola macchina o di un
sistema completo. A ciò si aggiungono
flessibilità e agilità produttiva; rispetto
dei requisiti di qualità in ogni fase del
processo; aumento della quantità di
prodotto ottenuto dai macchinari esistenti;
diminuzione dei costi fissi e variabili di
produzione; implementazione di sistemi
e procedure per rispondere ai requisiti
di conformità; integrazione dei dati
provenienti da più macchine di vari OEM.
Un elemento di differenziazione“Rockwell Automation propone la piattaforma Integrated
Architecture come elemento di differenziazione rispetto
ad altri fornitori presenti sul mercato”, afferma Marco Rizzi,
Solution Architect IA - Controllers, Safety & Automation
Software Italian Region presso Rockwell Automation.
“L’Integrated Architecture si basa sull’integrazione totale tra
le varie componenti. Integrazione che parte dagli elementi
di campo quali trasmettirori e/o sensori, oltre a soft starters e
drive, utilizzando bus di campo intelligenti quali Hart, Fieldbus
Foundation, DeviceNet ed altri per poi
passare ai controllori della famiglia
ControlLogix ed espandersi verso l’alto
con interfacce operatore FTView Me
relativa a pannelli operatore installati
in impianto, vicino alle macchine, o
a FTView SE per sistemi di supervisione
più complessi, distribuiti ed ovviamente
ridondanti ove necessario”. Ma
Integrated Architecture non si ferma
qui. “Se la totale integrazione di tutte le
parti di controllo e di supervisione non
fosse sufficiente, se creare un tag nel
controllore ad averlo immediatamente
disponibile in tutta la piattaforma ancora
non soddisfacesse completamente le
esigenze dell’applicazione, allora ci
L’Integrated Architecture di Rockwell Automation aiuta a migliorare la produttività e a ridurre i costi di esercizio grazie ad una funzionalità, una flessibilità e una modularità senza confronti
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spingiamo anche nella totale integrazione dei pacchetti
software a livello di MES”, prosegue Rizzi. “I tag creati sono
anche immediatamente disponibili, ad esempio, ai pacchetti
Historian, che siano essi basati su computer esterni o che
sia la versione installata su scheda a bordo del singolo
PLC. Arrivando poi al MES vero e proprio l’integrazione si
completa con i pacchetti destinati alla gestione, tracciabilità
e schedulazione della produzione. Stiamo quindi parlando di
una soluzione estremamente integrata e di semplice utilizzo
mirata a consentire all’utilizzatore di concentrarsi sui propri
obbiettivi di business e non su come far funzionare il sistema
di controllo e gestione”.
tUtti i settori prodUttiviI prodotti Rockwell Automation sono utilizzati in tutti i settori
produttivi. “Sembra una frase fatta ed in fondo quello che ci
si aspetta da un fornitore di tecnologia, ma nei fatti è proprio
così”, sottolinea Rizzi. La piattaforma Integrated Architecture
trova applicazione in tutti i settori, dal farmaceutico al navale,
dall’alimentare all’imballaggio, dal petrolchimico al minerario
ed all’automotive. “Se devo essere sincero il problema sarebbe
identificare un settore industriale che non ci utilizzi”, egli
aggiunge. “Perché tanto successo in tutti i settori? Settori così
disparati ed eterogenei hanno necessità diverse e richiedono
soluzioni specifiche ma, in realtà, se analizziamo le necessità
tecniche ci rendiamo conto che Integrated Architecture è
in grado di farvi fronte senza patemi tecnici e/o tecnologici.
Se poi ci spingiamo oltre quelli che sono i problemi tecnici
scopriamo che, essendo Integrated Architecture tecnicamente
all’avanguardia, l’attenzione degli utilizzatori si sposta sui
vantaggi che fornisce”. Tali vantaggi, spiega Rizzi, si basano
sulla totale integrazione delle varie componenti e sulla
semplicità di uso e di interazione degli stessi. Quindi, ancora
un volta, la chiave vincente di Integrated Architecture si
chiama integrazione. “Il principale beneficio che ne ricavano
gli utilizzatori è la possibilità di porre l’attenzione e gli sforzi per
migliorare la produzione sul processo produttivo invece che
sulla gestione del sistema di controllo, sia esso dedicato ad una
singola macchina o un grosso sito produttivo”, conclude Rizzi.
inteRViSte Rockwell Automation
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spingiamo anche nella totale integrazione dei pacchetti
software a livello di MES”, prosegue Rizzi. “I tag creati sono
anche immediatamente disponibili, ad esempio, ai pacchetti
Historian, che siano essi basati su computer esterni o che
sia la versione installata su scheda a bordo del singolo
PLC. Arrivando poi al MES vero e proprio l’integrazione si
completa con i pacchetti destinati alla gestione, tracciabilità
e schedulazione della produzione. Stiamo quindi parlando di
una soluzione estremamente integrata e di semplice utilizzo
mirata a consentire all’utilizzatore di concentrarsi sui propri
obbiettivi di business e non su come far funzionare il sistema
di controllo e gestione”.
tUtti i settori prodUttiviI prodotti Rockwell Automation sono utilizzati in tutti i settori
produttivi. “Sembra una frase fatta ed in fondo quello che ci
si aspetta da un fornitore di tecnologia, ma nei fatti è proprio
così”, sottolinea Rizzi. La piattaforma Integrated Architecture
trova applicazione in tutti i settori, dal farmaceutico al navale,
dall’alimentare all’imballaggio, dal petrolchimico al minerario
ed all’automotive. “Se devo essere sincero il problema sarebbe
identificare un settore industriale che non ci utilizzi”, egli
aggiunge. “Perché tanto successo in tutti i settori? Settori così
disparati ed eterogenei hanno necessità diverse e richiedono
soluzioni specifiche ma, in realtà, se analizziamo le necessità
tecniche ci rendiamo conto che Integrated Architecture è
in grado di farvi fronte senza patemi tecnici e/o tecnologici.
Se poi ci spingiamo oltre quelli che sono i problemi tecnici
scopriamo che, essendo Integrated Architecture tecnicamente
all’avanguardia, l’attenzione degli utilizzatori si sposta sui
vantaggi che fornisce”. Tali vantaggi, spiega Rizzi, si basano
sulla totale integrazione delle varie componenti e sulla
semplicità di uso e di interazione degli stessi. Quindi, ancora
un volta, la chiave vincente di Integrated Architecture si
chiama integrazione. “Il principale beneficio che ne ricavano
gli utilizzatori è la possibilità di porre l’attenzione e gli sforzi per
migliorare la produzione sul processo produttivo invece che
sulla gestione del sistema di controllo, sia esso dedicato ad una
singola macchina o un grosso sito produttivo”, conclude Rizzi.
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3d e PdM, la dolce Vita
Di Massimo Fucci
Chissà quante volte facendo colazio-
ne o un piccolo break ci è capitato
di gustare uno splendido e invitante
dolcetto; difficilmente tuttavia, in mo-
menti del genere, pensiamo a quanta
tecnologia, quanto lavoro e quanto
ingegno sta dietro a ciò che stiamo
degustando e forse è meglio così! Una
delle realtà che rendono possibili le piacevoli pause cui abbiamo
accennato è, nella talentuosa Italia, la vicentina Comas (www.
comas-spa.com), azienda che si è particolarmente distinta nel
mercato delle macchine per la produzione
di prodotti dolciari da forno; basti dire che,
quanto pensato e realizzato da Comas (mac-
chine o, meglio ancora, linee di produzione),
è stato installato in ogni continente.
“Un’esperienza imprenditoriale che nasce nel
1972 - afferma con orgoglio Stefano Visonà,
Presidente e chairman della società- anno
in cui l’azienda inizia la sua attività dedican-
dosi alla progettazione e alla produzione di
macchine dosatrici pensate per rispondere
alle esigenze delle aziende italiane operanti
nel settore dolciario. Negli anni Ottanta, a se-
guito di una mutazione strategica sviluppatasi
presso i nostri clienti, ci siamo trovati a dover
rispondere a nuove esigenze per la realizza-
zione di nuovi prodotti pensati dai nostri clienti
per il mercato dei consumatori. Infatti, proprio in quegli anni, le
principali case dolciarie decidono di proporre prodotti da forno
farciti (panettone, pandoro, colombe e così via) in concomi-
tanza con le principali ricorrenze/festività. In questo contesto
abbiamo dovuto investire per sviluppare sia in nuove tecnologie
per il dosaggio delle creme per farcitura, sia per la messa in ope-
ra di quanto necessario per l’ottenimento di un’elevata qualità
nella realizzazione delle singole macchine e degli impianti o linee
complete di grandi e medie dimensioni”.
Dal punto di vista del prodotto si sono rivelate molto importanti le
esperienze maturate da Comas nella collaborazione con i princi-
pali leader del settore dolciario. Tali esperienze hanno consentito
ai diversi team di lavoro aziendali di analizzare una vasta casistica
di applicazioni che hanno aumentato in maniera esponenziale le
potenzialità di analisi delle diverse problematiche legate ai diffe-
renti cicli di produzione e, quindi, delle relative scelte tecniche da
porre in atto per compiere nel modo più efficace ed efficiente
possibile la lavorazione del prodotto rivolto al consumatore.
“Un percorso di mercato che non sarebbe stato possibile senza
un continuo investimento rivolto a dare efficacia ed efficienza al
ciclo di sviluppo prodotto- afferma Sergio Santacatterina, Diretto-
re ufficio tecnico per la progettazione meccanica- in quest’ottica
l’azienda fin dal 1988 introduce il CAD 2D per lo sviluppo dei suoi
prodotti. Un’ esperienza positiva che favorisce
nel prosieguo il passaggio al 3D e, ancora più
importante, all’introduzione e messa a regime
di un’ infrastruttura PDM, che per noi rappre-
senta una sorta di elemento pivot, non solo per
l’ufficio tecnico ma per tutta l’azienda”.
L’azienda, pioniera nell’ adozione di una inno-
vativa soluzione CAD, seguendo la teoria delle
tre ESSE, ha dovuto affrontare, per continuare
a rimanere competitiva, un inevitabile cam-
biamento della tecnologia software prescelta.
“Ad un certo punto ci siamo resi conto - con-
tinua Santacatterina- che per rispondere in
tempo reale alle (continue) nuove esigenze
dei nostri clienti era necessario operare diret-
tamente su di un modello digitale 3D che fosse
una rappresentazione fedele del prodotto
reale; in questo campo la tecnologia in uso mostrava dei limiti ed
abbiamo quindi iniziato ad analizzare proposte alternative.”
Grazie alla notevole esperienza maturata in ufficio tecnico le
idee erano sufficientemente chiare e riconosciute, la nuova tec-
nologia software doveva rispondere a precise esigenze: soluzione
unica in grado di gestire altrettanto bene sia quanto già pro-
dotto in 2D sia lo sviluppo, a partire da un modello 3D, di intere
famiglie di prodotto caratterizzate da personalizzazioni custom,
per singolo cliente; la possibilità di gestire un ambiente multilin-
gue; l’integrazione tra applicazione CAD 3D e soluzione PDM
e, non ultimo, una rilevante diffusione internazionale, una certa
solidità della casa madre accompagnata dalla presenza di una
Il mercato richiede molta attenzione, le esigenze mutano e la concorrenza non sta certamente alla finestra. Sono necessarie Vision e continuità degli investimenti in innovazione; ne è ben consapevole Comas, so-cietà italiana che, grazie all’intelligenza dei suoi vertici, non solo è riuscita a raggiungere una posizione di rilievo nel mercato in cui opera, ma continua la sua crescita. Un’azienda leader nel settore delle macchine per la produzione dolciaria (ma non solo) che ha posto innovazione ed efficacia del ciclo sviluppo prodotto alla base della propria capacità di competere.
Storie di SucceSSo Prisma tech
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struttura in grado di fornire sviluppo e assistenza qualificata con
continuità e con tempi compatibili con lo sviluppo delle attività
del committente.
“Dopo un periodo durato nove mesi, in cui si sono attuati test
e verifiche su tre potenziali fornitori - ci spiega Santacatterina -
abbiamo scelto la piattaforma integrata CAD-PDM di Autodesk,
poiché non solo rispondeva appieno ai prerequisiti richiesti, ma
anche perché i nostri progettisti si sono da subito trovati a proprio
agio sia nell’interoperare con il parco disegni 2D del nostro in-
stallato (circa 250.000) grazie ad AutoCAD Mechanical, sia nello
sviluppare con Autodesk Inventor modelli digitali 3D parametrici
e variazionali per la realizzazione delle nuove linee di impianti.
Come Fornitore, la nostra preferenza si è indirizzata verso la socie-
tà Prisma Tech alla quale è stata riconosciuta sia un’adeguata
esperienza tecnica, sia una buona capacità di sviluppo proget-
tuale. Due ingredienti da noi ritenuti fondamentali per rendere
efficace ed efficiente il nuovo sistema tecnico-informatico,
così da garantire un miglioramento della progettazione e una
maggior integrazione dell’ufficio tecnico con gli altri dipartimenti
aziendali”.
I prodotti progettati e realizzati da Comas sono costituiti da un
insieme di componenti che varia da 100 a 20.000; ovviamente,
nella stima, sono compresi sia le singole macchine e sia gli im-
pianti di linee complete.
“Con queste premesse – sottolinea Santacatterina - la gestione
delle parti e soprattutto il loro riuso riveste per noi un’ importanza
fondamentale. Il tema è stato affrontato con Prisma Tech che
ha pensato ad una soluzione basata sulla ricerca morfologica
integrata con la soluzione PDM. In base a quest’ultima viene
utilizzata una classificazione traguardata poi da tabelle di
standardizzazione che ci consentono un riutilizzo efficace anche
di componenti Custom (collettori e tramogge), oltre che di interi
gruppi funzionali”.
La gestione dello storico 2D è stata affrontata e risolta con
l’adozione di un modulo della suite Genius PLM, sviluppata
direttamente da Prisma Tech e perfettamente integrata con gli
applicativi CAD/PDM Autodesk. In particolare il modulo Smart
Blocks consente il mantenimento dei disegni del parco storico
che conta circa 4000 macchine/ impianti. Smart Blocks non è
l’unico modulo della suite Genius adottato, tra tutti merita una
menzione particolare Project che consente di acquisire e fornire
al sistema di contabilità tutti i costi già imputati per commesse e
sotto commesse in maniera tale da ottenere uno stretto controllo
dei costi.
“In definitiva – conclude Santacatterina - siamo riusciti a effi-
cientare l’intero ciclo di sviluppo dei prodotti, sviluppando, nel
contempo, un ambiente fortemente collaborativo, caratterizzato
a monte da un’ integrazione con il processo di vendita al quale
riusciamo a fornire un modello digitale, con tanto di specifiche e
relative immagini realistiche da utilizzare nella fase di marketing
e soprattutto in trattativa; e, a valle, dall’integrazione con la
produzione. Un processo di integrazione i cui benefici sono più
che evidenti e riguardano la congruità e la disponibilità in tempo
reale dei dati e, quindi, delle informazioni, anche se, dalla mia
posizione, non sono in grado di quantificare. Posso altresì afferma-
re con sicurezza che grazie a quanto realizzato siamo riusciti a
risparmiare ben l’80% nel tempo di progettazione 3D di gruppi
di impianto con un accuratezza molto vicina al 100%. Abbiamo
utilizzato la tecnica dei master, una serie di template completi e
testati, da cui il progettista parte operando modifiche e ripara-
metrizzazioni. Ulteriori benefici tangili e quantificabili dovrebbero
scaturire dall’utilizzo di due nuove tecnologie che stiamo valutan-
do, Autodesk Factory Design per l’elaborazione dei layout 3D e
Autodesk Inventor Publisher per la produzione di documentazione
di prodotto e la relativa distribuzione attraverso i dispositivi mobili
di ultima generazione”.
Ancora una volta la ricetta per mantenere elevato il proprio gra-
do di competitività è dettata dalla Vision di chi occupa posizioni
apicali, dai continui investimenti in innovazione, dal contributo
fattivo del management e delle maestranze.
Storie di SucceSSo Prisma tech
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46
MaMMut SportS Group aG Mette Sotto controllo l’abbiGliaMento
Mammut Sports Group
AG, un’azienda che
progetta attrezzature e
accessori di alta qualità
per la montagna e il
trekking (abbigliamento,
calzature,attrezzature
per alpinismo ecc…),
cercava una soluzione per raggruppare le infor-
mazioni di tutti i prodotti in un unico database,
sostituendo così le procedure manuali e lente di
ricerca e consolidamento dei dati che causa-
vano errori di comunicazione sia internamente
all’azienda sia con i fornitori esterni.
“Prima le informazioni sui prodotti erano disperse
in tutta l’azienda - afferma Josef Lingg, Chief
Supply Chain Officer, Mammut Sports Group AG -
spesso serviva molto tempo per rintracciare i dati
più recenti e aggiornati, necessari per trattare con
i fornitori, creare la documentazione tecnica e di
marketing o definire le specifiche di prodotto per
l’avvio della produzione. A volte questa situazione
generava errori costosi e rifacimenti di prodotti che
non erano conformi all’intento progettuale effettivo.
Lavorando con ENOVIA V6 abbiamo la possibilità di
ridurre i tempi del ciclo di sviluppo grazie al fatto che
i progettisti possono accedere facilmente ai dati
dei prodotti esistenti e riutilizzarli per nuovi pro-
getti. Inoltre, ENOVIA migliora la collaborazio-
ne perché tutti i dati si trovano nello stesso
luogo e sono facilmente accessibili a tutti
coloro che partecipano al processo di
definizione di un prodotto”.
Mammut ha scelto ENOVIA V6 Apparel
Accelerators for Design & Development
and for Sourcing & Production per gestire
Il gruppo svizzero Mammut Sports AG ha scelto la soluzione ENOVIA V6 di Dassault Systèmes su piattaforma Microsoft SQL Server 2008 per gestire i processi di sviluppo, dalla progettazione iniziale del prodotto fino agli acquisti, alla produzione e alle vendite.
“Co
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Storie di SucceSSo dassault Systèmes
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l’intero ciclo di sviluppo e fabbricazione dei propri prodotti.
Costruito sulle best practice del settore dell’abbigliamen-
to, ENOVIA Apparel Accelerators fornisce processi di
lavorazione predefiniti, modelli di dati e funzionalità di
gestione della documentazione che consentono di
ridurre i tempi e i costi dello sviluppo. Inoltre, grazie
all’integrazione di Adobe Illustrator in ENOVIA
V6, i designer possono creare e accedere ai
dati di ENOVIA direttamente dall’interfaccia di
Adobe.
“ENOVIA V6 mette a disposizione una piat-
taforma unica per la gestione della pro-
prietà intellettuale che favorisce l’attività
di innovazione collaborativa - sottolinea
Monica Menghini, VP, Consumer Goods,
Consumer Packaged and Retail Indu-
stry, Dassault Systèmes - l’adozione di
un approccio alla gestione del ciclo
di vita dei prodotti che snellisca e
unifichi i processi operativi dell’in-
tero ‘ecosistema’ di un’azienda è
fondamentale per affrontare le sfide
che attendono le aziende di abbiglia-
mento e i loro fornitori sparsi in tutto il
mondo. “Davanti a sfide come la rapida
evoluzione dei gusti e delle preferenze dei
consumatori e la necessità di essere sempre
all’avanguardia delle ultimissime tendenze tec-
nologiche nell’abbigliamento outdoor, i tempi di
reazione devono essere rapidi se si vogliono acquisire
quote di mercato. Le aziende che scelgono di adottare
una piattaforma unica per la gestione dei dati e processi
PLM predefiniti per settori industriali specifici conseguiranno un
incremento della produttività e un’accelerazione del time-to-
market, assicurandosi i benefici necessari per restare un passo
avanti alla concorrenza.’
Storie di SucceSSo dassault Systèmes
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Le nuove MCu FLash eMbedded a 8 bit di FujitsuRegoLatoRe in deRivazione RegoLabiLe LineaR
eaton CoMpLeta L’integRazione di MoeLLeR Con iL bRanding dei pRodotti
Fujitsu Semiconductor Europe ha annunciato la
disponibilità di una nuova serie della famiglia F2MC-
8FX di microcontroller a 8 bit ad elevate prestazioni,
dotati di memoria flash embedded.
La nuova serie MB95F430 a 32 pin comprende diversi
prodotti con quattro canali di comparatori di tensione
analogici integrati e un amplificatore operazionale.
Questa serie è stata creata per soddisfare la crescente
domanda di microcontroller a 8 bit per il controllo
di sistema di piccoli elettrodomestici, sistemi di
illuminazione e apparecchiature industriali, tra cui ballast per LED, riscaldamento a induzione,
convertitori DC-DC, macchine utensili e caricabatterie.
Oltre a poter essere usati come microcontroller principale, i dispositivi della nuova serie
MB95F430 sono adatti come controller secondario grazie alle potenti periferiche, tra cui vari
timer a 8 e 16 bit, 17 canali di ADC a 10 bit, PWM, moduli di comunicazione seriale I2C e USART,
ecc. L’oscillatore RC ad alta precisione interno e un circuito di rilevamento bassa tensione
contribuiscono a ridurre i costi di sistema complessivi, mentre la memoria flash dual-operation
garantisce fino a 100.000 cicli di cancellazione ed è in grado di conservare i dati per 20 anni,
rendendo superflua una E2PROM esterna. Il modulo di debug on-chip con interfaccia a 1 filo
accelera il lavoro di sviluppo software grazie a Softune, l’ambiente di sviluppo di Fujitsu per le
MCU della serie F2MC-8FX. La nuova serie comprende sei dispositivi che sono già prodotti in
serie. I dispositivi sono alloggiati in package LQFP a 32 pin e sono dotati di memorie flash da 8KB /
RAM da 240B e flash da 20KB / RAM da 496B.
Linear Technology annuncia
una nuova versione altamente
affidabile (grado MP)
dell’LT1431, un regolatore
in derivazione regolabile a
tre terminali che supporta
temperature operative di
giunzione comprese tra -55°C
e 150°C. Il dispositivo può
assorbire 100mA, ha una
precisione della tensione
di riferimento iniziale dello
0,4% e di deriva della
tensione massima rispetto
alla temperatura di ±1,4%.
Le resistenze con partitore
su chip consentono di
configurare l’LT1431 come
regolatore in derivazione
da 5V. Aggiungendo
due resistenze esterne, la
tensione di uscita può essere
impostata su qualsiasi valore
compreso tra 2,5V e 36V.
È possibile ridurre il limite di
corrente interno nominale
di 100mA aggiungendo una
resistenza esterna. Il circuito
di uscita attivo fornisce una
caratteristica di accensione
molto efficace, rendendo
questo dispositivo una valida
alternativa ai diodi Zener in
molte applicazioni, come
ad esempio la regolazione
onboard, gli alimentatori
regolabili e gli alimentatori di
commutazione isolati. L’LT1431
di grado MP è disponibile in un
package di plastica SO-8.
Eaton ha completato l’integrazione del Gruppo Moeller
acquisito nel 2008 con cambiamenti ai suoi prodotti e agli
imballi: dal 1° Luglio, Eaton ha iniziato a sostituire il logo
Moeller con il logo Eaton su tutti i prodotti e gli imballi. Questi
cambiamenti nella gamma di prodotti saranno portati a
termine nel corso del 2011, entro la data di completamento
programmata del 1° Gennaio 2012.
Tutti i prodotti avranno forma, formato e funzione comuni e riporteranno gli stessi codici d’ordine.
Numeri articolo e designazioni dei prodotti rimarranno gli stessi. In questo modo, Eaton offrirà
ai suoi clienti la rassicurazione di continuità di fornitura e qualità di costruzione. Anche la
certificazione e la documentazione di test dei prodotti manterranno la loro validità.
Il nome Moeller continuerà ad esistere come designazione di serie di prodotti. Il precedente
nome aziendale verrà indicato come ‘Moeller Series’ in riconoscimento del valore di prodotto
che ha passato ad Eaton. Tutti i precedenti prodotti Moeller diventeranno prodotti Eaton e in
futuro porteranno il nome Moeller Series inscritto sul prodotto, sull’etichetta di imballaggio, sui
cataloghi e sul materiale di vendita. Entro il 1° Gennaio 2012 al massimo, tutti i prodotti e gli
imballaggi porteranno solo il logo Eaton.
ContRadata pResenta un ModuLo CoM expRess basato su inteL CoRe i7 .Contradata, specializzata nel settore dei PC
industriali e delle soluzioni embedded, ha
arricchito la sua offerta di soluzioni COM Express
con il nuovo modulo ad alte prestazioni conga-
BM57 della casa tedesca congatec. La scheda
è dotata del nuovo processore Intel Core
i7-620M a 2,66 GHz, con 4 MByte di memoria
cache L2 e fino a 8 GByte di memoria DDR3 dual
channel ad alta velocità (1066 MT/s). conga-
BM57 è una soluzione a doppio chip che utilizza il potente chipset
Mobile Intel QM57 Express. Il controller grafico integrato supporta
Intel Flexible Display Interface (FDI) per consentire la gestione di
due canali video indipendenti su interfacce VGA, Lvds, Hdmi,
DisplayPort e Sdvo. L’aspetto più significativo della scheda COM
Express Basic (95x125mm), con pinout del connettore
di tipo 2, è rappresentato dalle elevate prestazioni
grafiche. La visualizzazione in 3D è notevolmente
migliorata rispetto alla generazione precedente di
grafica integrata Intel. Se si aggiungono le prestazioni
di calcolo del processore Intel Core i7, la scheda
conga-BM57 si propone come soluzione ideale
per applicazioni con grafica pesante, tipiche dei
videogame e del settore medicale. La tecnologia
Intel Turbo Boost fornisce inoltre potenza aggiuntiva su richiesta,
aumentando la velocità di clock di un core del processore
quando l’altro è sottoutilizzato. Questa nuova funzionalità migliora
le prestazioni di calcolo fino al 25% secondo i test effettuati da
congatec.
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New. Nano. Intel Atom.PC embedded industriali e compatti in formato nano
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SIMATIC PC-based Automation
Estremamente compatti e con prestazioni ottimizzate con processore Intel Atom di ultima generazione: i nuovi PC in-dustriali Embedded sono estremamente flessibili, innovativi e completamente esenti da manutenzione oltre che disponibili a lungo termine. Si adattano perfettamente a compiti di comando, visualizzazione e comunicazione e possono essere utilizzati come supporto per archiviazione dati.Questi dispositivi sono i Nanobox PC SIMATIC IPC227D e Nanopanel PC SIMATIC HMI IPC277D con display da 7”, 9” e 12”.
Per una rapida messa in servizio, i Nano IPC possono anche essere ordinati in Bundle, cioè con software di controllo e/o supervisione già preinstallati, in modo da essere già da subito pronti per l’uso.Il design compatto del Nanobox PC che ha un volume di un litro è così curato nei particolari, da essere stato premiato con l’iF product design award del 2011.
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©2011 National Instruments. All rights reserved. CompactRIO, LabVIEW, National Instruments, NI, and ni.com are trademarks of National Instruments. Other product and company names listed are trademarks or trade names of their respective companies. 2971
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