NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

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Rivista di informazione e approfondimenti di mercato MAGAZINE New SImpresa Anno 1 Maggio 2011 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita - N. 2/2011 CAE: Simulare per competere Safety & Security quando ci devono essere Domotica: Monitoraggio e controllo mai cosi’ semplici Industrial Ethernet: la via maestra?

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La testata di NewSImpresa dedicata alle PMI, con approfondimenti nel settore Automazione, Elettronica, Meccatronica, HMI_Scada, ICT, PLM, CAD3D.

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Rivista di informazione e approfondimenti di mercato

MAGAZINEMAGAZINEMAGAZINEMAGAZINE

NewSImpresa Anno 1 Maggio 2011 – Supplemento a www.newsimpresa.it - Diffusione Gratuita - N. 2/2011

CAE:Simulare per competere

Safety & Securityquando ci devono essere

Domotica:Monitoraggio e controllo mai cosi’ semplici

Industrial Ethernet: la via maestra?

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EdiTToriale

ICT- pLM - speciale cae

il caefattore critico di successo

per continuare a competere

idee ed esperienze

per lo sviluppo

di prodotti innovativi

Ugitech Ottimizza

il Processo di Colata Continua

progettazione di carri per i trasporti eccezionaliUn progetto che ha richiesto

oltre due anni di lavoro

da parte del team di progettisti

SKYLINE

italkranecad 3d e pdm per rimanere leader

siemens industry softwarePassione e competenza

automazionesafety & security

la sicurezzaun ‘must’ per i sistemi

di automazione

phoenix contactsoluzioni

modulari per Safety & Security

Safety & Security secondoSchneider Electric:un’opportunita’ per le aziende

MAppe mentali

rockwell automationsicurezza delle macchine

a partire dalla progettazione

To watch industrial ethernet

ethernet industriale

Rockwell Automationpunta su Ethernet/IP, senza

perdere di vista DeviceNet

e ControlNet

advantechle strategie vincenti

di un global player

la ethernet di beckhoffsi chiama EtherCat

elettronica - Domotica e Building Automation

la chiave del risparmio energetico

La vision Progea su domotica e BuildingAutomation

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Il codice QR: leghiamo online e offl ineUn Codice QR (Quick Response Code) è un codice a barre a matrice bidimensionale, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informa-zioni generalmente destinate ad essere lette tramite un telefono cellulare o uno smartphone. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 caratteri numerici e 4.296 alfanumerici. Il codice QR è stato sviluppato nel 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave allo scopo di tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche di Toyota. Vista la capacità del codice di contenere più dati di un normale codice a barre, è stato in seguito utilizzato per la gestione delle scorte da diverse industrie. In pratica, utilizzando uno smarphone di ultima generazione (come uno degli ultimi Nokia o un iPhone, ad esempio) è possibile inquadrare nella fo-tocamera il codice QR e, dopo pochi attimi, navigare online all’indirizzo web che è stato inserito all’interno del codice. Per fare questo è suffi ciente scaricare sul proprio device una delle applicazioni gratuite che possono essere trovate sui rispettivi store. Al momento, i codici QR sono una soluzione molto effi cace per trasformare una comunicazione offl ine (un articolo o una pagina pubblicitaria, ad esempio) in un contenuto fruibile direttamente sul proprio telefonino dotato di accesso a Internet.Grazie ai codici QR che inseriremo, potrete quindi accedere online ad eventuali pagine di approfondi-mento dei temi trattati. La cosa più interessante è che oggi chiunque può generare gratuitamente i propri codici QR e, grazie alle numerose possibilità offerte dal web 2.0, può utilizzarli per effettuare azioni marketing-oriented perfettamente tracciabili e valutabili nel corso del tempo.Il sito a cui potete connettervi con il vostro dispositivo portatile per scaricare automaticamente il software di gestione dei QRcode è: http://i-nigma.mobi/

EditorePentaconsulting SrlPiazza Caiazzo, 2 20124 MilanoTel. 02 92958990 - fax 02 700595960

REDAZIONEDirettore ResponsabileMassimo [email protected]

Direttore TecnicoValerio [email protected]

Uffi cio Traffi coArianna [email protected]

Art DirectorIvan [email protected]

Hanno collaborato a questo numeroMarinella Croci, Mauro Galano, Paolo Fiorani, Daniele Vizziello

StampaC&M print s.a.s.Via Sardegna, 13 - 20060 Vignate (MI)

Autorizzazione del Tribunale di Milano n.493 del 7/10/2009

inquadra e accedi al sito www.newsimpresa.it

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SOMMARIONumero 2 - maggio 2011

ERRAGTA CORRIGE: Nel sommario del numero 2 è stato indicato

a pg. 18 il titolo errato dell’articolo ivi presente. “Lo SCADA HMI

di Successo: il vostro” a cura di Paolo Fiorani.

Ci scusiamo con Progea e con i lettori. news: pagg. 22 - 23 - 31 - 49

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Edi oriale

Il dualismo ‘onda materia’, tanto caro al profes-

sor Fontanesi (mi scuso con il magnifico Retto-

re di non aver utilizzato l’attuale titolo, ma per

esigenze giornalistiche, in questo caso, anche

se momentaneamente, ho dovuto riportare le

lancette del tempo al 1977, anno in cui seguivo

le sue lezioni di Fisica2), sembra aver permea-

to il management di buona parte delle nostre

aziende manifatturiere. Non essendo mia in-

tenzione rimanere ermetico passo tosto a dare

spiegazione di cotanta affermazione: prendiamo il mana-

ger d’azienda e seguiamolo dapprima nel suo criterio di

scelta di un prodotto di suo uso personale o familiare. Egli

si documenta, si informa, scarta l’oggetto dal costo entri

level e punta su una situazione di valore. Procede all’ac-

quisto e, guardando il conto (lo scontrino o la fattura),

commenta a mezza voce fra sé e sé, si certo ha un suo

costo ma vista la qualità dei componenti, l’affidabilità del

marchio e della sua assistenza è senza ombra di dubbio

un buon acquisto. Spesso, a sottolineare di essere nel giu-

sto, fa appello al vecchio detto che recita il “chi più spen-

de meno spende”.

Ora prendiamo lo stesso manager,riportiamolo in azienda

e seguiamo il suo iter decisionale nell’acquisto di un pro-

dotto servizio per l’azienda. In questo caso avviene una

curiosa trasformazione, il bene da acquistare prevede

la manovra del risparmio per il risparmio, poco importa

se il fornitore è consolidato, di fascia entry level oppure

innovativo ad elevato valore potenziale. Sembra che sia

assolutamente ininfluente se al prezzo strappato corri-

sponde l’acquisto di un bene che dà un basso contribu-

to al valore del prodotto aziendale e quindi all’azienda.

Difficilmente ci si imbarca in un nuovo fornitore. Quindi si

porta con sé incertezze che potrebbero sovrascrivere in

un attimo le eventuali opportunità - la tendenza è quella

di soppesare ed esprimere dubbi, nonché - anche se si

ravvisano situazioni di valore - di richiedere un trattamen-

to economico estremamente inferiore a quanto propo-

sto, fornendo come paragone l’attuale fornitore.

Così facendo il manager in questione nega, di fatto, il

riconoscimento del valore del fornitore e del potenziale

ritorno per l’azienda in merito all’acquisizione del bene.

Egli dimentica così almeno un paio di situazioni; la prima

- una legge economica fondamentale - che nessuna

impresa (neanche quella del fornitore) può rimanere

aperta e svilupparsi se non genera utili. Gli utili del forni-

tore - guarda il caso - servono anche a garantire la sua

potenziale possibilità di operare per continuare a miglio-

rare con costanza e nel tempo il proprio prodotto servizio.

Il manager dimentica, poi, le regole della ‘correttezza

professionale’ e della serietà del fornitore. Ma quale affi-

dabilità è lecito aspettarsi da chi offre un bene servizio a

100 e conclude una fornitura a 40-50? Delle due l’una: o

era ‘disonesto in prima battuta’, oppure è nella con-

dizione di prendere comunque tutto ad ogni costo. In

entrambi i casi è decisamente difficile che quel fornitore

sia portatore di valore.

Non tutti i manager sono così, molti si interessano dell’an-

damento e delle prospettive dell’azienda fornitrice e

sono disposti - entro certi limiti - ad un esborso economi-

co che possa fungere da elemento catalizzatore di un

sistema integrato clente-fornitore al fine di generare e

trasferire valore. Quanto vale un pronto intervento o un

idea di un fornitore all’insorgere di un problema con un

cliente o, peggio, con il proprio mercato?

Siamo sicuri che un’ottica quantomeno di medio termine

tesa a dare continuità, valore e capacità complessiva di

continuare a competere alla fine non ponga l’azienda in

una situazione vincente?

Bene, al management la scelta se rimanere onda-

materia o virare verso un ottica di valore sapendo che

la strada è comunque lunga e complessa, ma essendo

coscienti che una buona ricetta culinaria, oltre che di un

buon cuoco, necessita di ingredienti di ottima qualità.

Barra a dritta e rotta sul Valore del valore... Per continua-

re a competere non ci sono altre strade.

Buon lavoro a tutti.

Massimo Fucci

il valoredel valore

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IL CAEfattore critico di successo per continuare a competere

Di Massimo Fucci

In un mercato caratterizzato da una competizione

sempre più serrata, le aziende manifatturiere devo-

no concentrarsi sul ciclo di sviluppo prodotto, al fine

di renderlo più efficiente in tutte le sue fasi. È ormai

opinione consolidata che per incrementare i benefici

delle tecnologie CAx (Computer Aided) acquisite, va

posta maggiore attenzione alla fase iniziale di svilup-

po del progetto. L’obiettivo è di realizzare un buon

prodotto direttamente al primo rilascio, in modo da riuscire,

dove possibile, a eliminare oppure a ridurre al minimo la rea-

lizzazione di un prototipo fisico. In questo caso la simulazione,

e quindi le applicazioni CAE (Computer Aided Engineering), rappresentano un vero e proprio fattore critico di successo.

L’uso efficace della simulazione digitale consente ai progettisti

di comprendere, prevedere e migliorare la fruibilità dei pro-

dotti direttamente in maniera digitale. La simulazione consente

di studiare diverse alternative di realizzazione e, pertanto, di

ridurre i costi diretti associati ai prototipi fisici.

Un’analisi dell’offerta CAE nel mercato italiano realizzata, da

Pentaconsulting (www.pentaconsulting.it), mostra la presenza

dei tradizionali fornitori di soluzioni CAD affiancati dai produttori

di codici di calcolo e di moduli applicativi verticali sia in moda-

lità stand alone, e/o come plug-in di applicazioni CAD.

Lo studio ha evidenziato una crescita a due cifre anno su anno

delle soluzioni CAE: un valore ancora ben lungi dal poter esse-

re considerato saturo; le licenze installate, inoltre, non vengono

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ancora sfruttate nel pieno delle loro funzionalità.

La situazione evidenziata è frutto di una serie di circostanze

ascrivibili al 50% all’azienda utilizzatrice e al 50% al fornitore

della soluzione CAE.

L’azienda utilizzatrice troppo spesso non pianifica una corret-

ta introduzione di nuovi strumenti, in quanto si è consolidata

l’abitudine di non programmare una fase di formazione e

addestramento all’uso. Purtroppo si pensa, sbagliando, che il

periodo di formazione sia tempo perso, poiché viene sottratto

a quello dedicato all’attività di progettazione, anche se, in

realtà, facendo bene i conti, fa risparmiare tempo e contem-

poraneamente incrementa la qualità di quanto realizzato.

Anche il fornitore non è immune da ‘colpe’ poiché in genere è

un rivenditore con buone competenze nella messa a regime di

soluzioni CAD, ma nella maggior parte dei casi non è ade-

guatamente preparato all’implementazione di applicazioni

CAE, nel senso che difficilmente uno ‘strutturista’ è presente

tra i collaboratori del rivenditore. Al massimo si supportano le

funzionalità del programma, non la metodologia di simulazione

e verifica.

Le aziende utenti dovrebbero, quindi, utilizzare come criterio di

scelta del fornitore anche la professionalità tecnica in merito

alla fornitura CAE.

Le best practice per un utilizzo efficace di una soluzione CAE

recitano che il progettista stesso deve essere in grado di pa-

droneggiare di per sé, metodi e software per la simulazione.

Solo se si supera una certa soglia di criticità (parti per motore

di aereo, per impianti nucleari ecc.), deve essere effettuata

anche una verifica con l’esperto del settore specifico.

Il mercato offre una vasta gamma di soluzioni in grado di sod-

disfare le diverse esigenze di calcolo e simulazione necessarie

alla realizzazione di prodotti: dall’analisi meccanica di resisten-

za e sforzo, alla mappatura della distribuzione termica di una

scheda e/o di un apparato per comprenderne gli ambiti di

funzionamento, oppure alla verifica di cinematismi. Il gruppo

di fornitori vede la presenza di brand che hanno una matrice

storica di software-editor nei diversi ambiti che gravitano all’in-

terno del processo di sviluppo prodotto e aziende specializzate

nel calcolo e nella simulazione.

Il tutto in un contesto in cui le applicazioni spaziano dall’ambi-

to strutturale a quello tecnico, fino ad arrivare a comprendere

il cosiddetto ambiente ‘multifisico’. In quest’ottica l’architettu-

ra modulare di Comsol Multiphysics permette la modellazione

mediante moduli dedicati ad aspetti fisici specifici, strumenti

di modellazione ausiliari (librerie di materiali, ottimizzazione e

analisi di sensitività), interfacce a prodotti CAD (connettività

bidirezionale con Pro/Engineer, Autodesk Inventor, SolidWorks

e Matlab), solutori ed elementi finiti formulati per studi specifici.

Gli ambiti d’ uso del software sono molteplici e tra le diverse

discipline coinvolte si possono citare acustica, ingegneria chi-

mica, geomeccanica, flussi in mezzi porosi, elettromagnetismo

in bassa e alta frequenza, fluidodinamica, trasporto di calore

(per conduzione, convezione e irraggiamento), meccanica

strutturale e tutte le loro combinazioni lineari.

Uno dei benefici principali dell’architettura modulare proposta

da Comsol, che interessa tanto i progettisti-analisti quanto i di-

COMSOL

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rettori tecnici è la modula-

rità di adozione. Infatti chi

è interessato sia ai moduli

per l’analisi strutturale sia ai

moduli per l’analisi termica

può iniziare con un investi-

mento contenuto utilizzan-

do, e quindi acquistando,

quello tra i due che al

momento rappresenta la

priorità e, in seguito, proce-

dere con l’acquisto di altri

moduli e l’ampliamento

dell’attività di modellazio-

ne tipicamente svolta. “In

questo contesto COMSOL

Multiphysics sottolinea Va-lerio Marra, Marketing Manager, Comsol (www.it.comsol.com)

- è l’ambiente di modellazione e di simulazione degli elementi

finiti che, all’interno dello stesso applicativo, permette agli

utenti la creazione della geometria, della griglia di calcolo,

l’impostazione delle fisiche presenti nel modello, la sua soluzio-

ne e il post-processing dei risultati. Funzionalità che consentono

di includere diversi aspetti fisici in un unico modello”.

Anche per Dassault Systémes l’approccio Multifisico rappre-

senta la massima espressione della disciplina di simulazione,

dedicata anche ad aziende strutturate per conoscenza e

tipologia di prodotto.

“La nostra offerta per il mercato CAE –afferma Gianluca Go-nella, PLM Channel Europe South Managing Director - Dassault Systèmes Italia (www.3ds.com) - è da sempre contraddistin-

ta da una grande granularità delle soluzioni, un approccio

modulare destinato a diverse tipologie di utenze: dal calcolo

ad elementi finiti per componenti ed assemblaggi destinato

a progettisti che non siano specificatamente degli esperti di

analisi strutturale sino alla soluzione di problematiche in ambito

Multifisico per le azien-

de che considerano la

simulazione realistica un

tassello fondamentale per

la realizzazione di prodotti

innovativi e competitivi.

La seconda peculiari-

tà dell’offerta Dassault

Systèmes è l’integrazione

delle varie tipologie di

analisi (lineare, non lineare,

termica, dinamica) con il

progetto. In questo modo

si è sicuri che alla modifica

di una parte dello stesso si

modificano automatica-

mente le verifiche ad esso

associate”.

Le soluzioni V6R 2011 per

Simulia comprendono sia

la linea di prodotti Design Isight, Structure Thermal e Structure

Plus, sia prodotti per la gestione del ciclo di vita della simula-

zione, come Scenario Definition. Structure Plus, in particolare,

integra le tecnologie Abaqus e può essere considerato come

un’estensione diretta delle funzionalità di progettazione conte-

nute in Catia V6. Scenario Definition, invece, basato sull’infra-

struttura Enovia V6 che offre l’accesso immediato alle informa-

zioni generate/necessarie al processo di analisi, simulazione e

Simulation Review, un’estensione delle funzionalità di 3D live

per la ricerca e la navigazione in 3D di tutte le simulazioni effet-

tuate su di un componente, ma anche su di un intero insieme.

Tra le caratteristiche di un buon software per la simulazione ci

sono la robustezza dei solutori, la capacità di accoppiare più

fisiche, il numero di modelli implementati. Le prestazioni del

software sono ovviamente fondamentali per poter davvero

basare lo sviluppo di prodotto sul CAE, ma spesso si tralascia

Valerio Marra, Marketing Manager, COMSOL

Gianluca Gonella, PLM Channel

Europe South Managing Director -

Dassault Systèmes Italia

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un aspetto fondamentale

che è la capacità del sof-

tware stesso di aumentare

la produttività dell’azienda

e delle persone più qualifi-

cate al suo interno.

“Una prima valutazione –

afferma Paolo Colombo Responsabile Marketing di Ansys in Italia (www.ansys.

com) – riguarda il costo del

personale che si occupa

di simulazione. Per gestire

questi software, è neces-

sario un utente preparato,

quasi sempre un ingegnere

che conosce le basi del

calcolo strutturale, fluidodinamico o elettromagnetico. Ovvia-

mente le conoscenze possono essere più o meno profonde a

seconda dell’applicazione che si analizza, ma la risorsa tecni-

ca non è un giovane inesperto e di conseguenza rappresenta

per l’azienda un investimento il cui costo, nel tempo, incide

ben oltre quello del software e dell’hardware”.

Per questo ANSYS Workbench intende velocizzare il più pos-

sibile le operazioni di setup, lasciando così all’ ingegnere più

tempo per lavorare sui risultati dell’analisi, la fase in cui porta il

grande valore aggiunto delle sue competenze.

“Diverse le situazioni in cui si richiede esperienza ed una

soluzione CAE flessibile

- stigmatizza l’Ing. Fran-cesco Palloni, Business Development Manager di SmartCAE (www.smartcae.

com) – prendiamo il caso

di Puro srl, azienda che ci

ha interpellato per trovare

una soluzione al proble-

ma della simulazione del

processo di sterilizzazione

all’interno di un reattore

con lampade a ultraviolet-

ti. Da una collaborazione

che ha coinvolto anche il

gruppo di lavoro dell’Uni-

versità di Parma che si oc-

cupa di impianti industriali,

guidato dal Prof. Roberto Montanari, è nato il software UVdose:

un ambiente che consente l’accoppiamento tra la simula-

zione fluidodinamica CFD e il calcolo dell’effetto sterilizzante

dei raggi ultravioletti, per il quale SmartCAE ha sviluppato un

opportuno codice di calcolo mediante ray-tracing”.

Puro srl ha ora a disposizione uno strumento per prevedere in

ambiente virtuale le prestazioni del proprio prodotto. Questo

approccio ‘CAE-driven’ ha consentito al cliente una decisa

riduzione dei tempi di sviluppo del prodotto e la possibilità di

mettere in produzione soltanto quei reattori che siano in grado

di soddisfare i requisiti di progetto.

Gli strumenti dedicati alla simulazione sono parte integran-

te dell’offerta di prodotti/moduli a corredo dell’offerta

MCAD, di PTC.

“Con l’annuncio di Creo – evidenzia Fabrizio Ferro Director, Technical Sales & Business Development (www.ptc.com) - si è

fatto un passo avanti per

quanto riguarda la dispo-

nibilità delle funzionalità

di simulazione, non solo

nell’ambito dell’offerta ex

Pro/Engineer (ora Creo

Elements/Pro, ma anche

nell’ambito dell’offerta

ex CoCreate (ora Creo

Elements/Direct). Questo

rappresenta uno dei tanti

ambiti nei quali le due so-

luzioni, una volta separate,

stanno convergendo. Da

oggi quindi esiste la possi-

bilità di effettuare calcoli

strutturali sia utilizzando

modelli Creo Elements/Direct sia modelli Creo Elements/Pro”.

In questo modo anche gli utenti che usano questo paradigma

di modellazione saranno in grado di beneficiare delle funziona-

lità di simulazione strutturale e termica abbinate al generatore

di mesh a elementi geometrici proprio di Mechanica.

La sfida di proporsi sul mercato con prodotti che possano coa-

diuvare l’eccellenza delle prestazioni con costi competitivi non

può essere intrapresa senza un’efficiente ed efficace ingegne-

ria aziendale.

“La progettazione deve essere in grado di prevedere le

performance del prodotto, mediando tra requisiti spesso in

conflitto tra loro - Gian Luca Sacco, Marketing Director South Europe di Siemens Indu-stry Software (www.plm.

automation.siemens.com)

la soluzione CAE di NX è

un tutt’uno con l’ambien-

te di progettazione CAD,

aspetto molto importante

sia per quelle che sono

le funzionalità disponibili,

sia perché elimina il gap

storicamente presente tra

team diversi dell’azienda”.

La gestione delle modifi-

che funzionali alle analisi

è esempio di come una

soluzione integrata possa

ridurre i tempi di proget-

tazione migliorando la

qualità dei prodotti.

I tool CAE tradizionali –in genere- non riescono a gestire modi-

fiche CAD, specie su geometrie complesse; spesso quindi gli

Paolo Colombo Responsabile

Marketing di Ansys in Italia

l’Ing. Francesco Palloni, Business

Development Manager di SmartCAE

Fabrizio Ferro Director, Technical

Sales & Business Development

ICT - PLM speciale CAE

Gian Luca Sacco, Marketing

Director South Europe di Siemens

Industry Software

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Siemens PLM Software, un’offerta a differenti livelli in grado di sod-disfare le diverse esigenze di simulazione e verifica, indipendente-mente dalla dimensione dell’azienda e dal settore in cui opera. Le applicazioni di simulazione dei prodotti NX includono la simu-lazione dinamica, l’analisi lineare, la valutazione delle prestazioni a livello di sistema e l’analisi di risposta in frequenza, la durata a fatica, la fluidodinamica e l’analisi strutturale in ambito multi-fisi-co per una simulazione completa delle prestazioni funzionali. Una gamma completa di funzionalità lineari e non lineari. Per risolvere sia problemi di natura statica, sia problemi di carattere dinamico. Il software NX Nastran fa parte della suite NX, la soluzione integra-ta di progettazione, produzione e ingegnerizzazione a computer (CAD/CAM/CAE) di Siemens PLM Software. Femap, disponibile stand-alone è indipendente dal CAD e al contempo sfrutta il ker-nel di modellazione software Siemens Parasolid, o insieme a NX Nastran, in questo caso corredato da moduli aggiuntivi. Solid Edge Simulation è una soluzione di simulazione incapsulata nel sistema 3D CAD Solid Edge che offre una procedura guidata per

l’analisi dei componenti in lamiera, solidi e assiemi.

ICT - PLM speciale CAE

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Page 12: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

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analisti sono costretti a rimandare le modifi che ai progettisti

con conseguente aumento dei tempi.

“La tecnologia sincrona di NX - continua Sacco - consente di

apportare modifi che CAD direttamente nelle zone interessate.

L’integrazione poi garantisce l’automatico aggiornamento

di tutto il modello FEM (Mesh, Carichi e Vincoli) permetten-

do notevoli riduzioni dei tempi per la valutazione di soluzioni

alternative”.

L’ambiente di progettazione e analisi di NX ha già dimostrato

di poter ridurre drasticamente il tempo impiegato dai tecnici

per validare le prestazioni del prodotto nelle varie fasi di evolu-

zione del progetto.

“La nuova release di NX - conclude Sacco - fornisce ulteriori

funzionalità in tre direzioni: una migliore integrazione con la pro-

gettazione del prodotto, un ulteriore consolidamento del solutore

multifi sico e nuove soluzioni che mettono in relazione i diversi

modelli di simulazione digitali con i dati misurati in fase di test”.

Le aziende operanti nel settore dei prodotti di consumo, in

particolare, hanno necessità di sviluppare prodotti in un arco

di tempo sempre più ristretto; inoltre devono operare in un

mondo in cui la progettazione di prodotti in materiale plastico

risulta molto più complessa rispetto a quelle in metallo, poichè

bisogna tenere in considerazione diversi fenomeni che ne

infl uenzano le proprietà. In funzione del processo di trasforma-

zione, ad esempio, si possono indurre stress sul materiale, ridu-

cendone la soglia di resistenza. Per gestire in maniera ottimale

entrambi gli ambienti, le versioni 2012 del software Autodesk

(www.autodesk.it) per la progettazione e l’ingegneria 3D dedi-

cati al settore manifatturiero, ora includono la nuova Autodesk Product Design Suite sviluppata per agevolare l’implementa-

zione delle soluzioni per la progettazione, la simulazione e la

PTC

SIEMENS

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ICT - PLM speciale CAE

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ICT - PLM speciale CAE

visualizzazione. La gamma di soluzioni proposte da Autodesk

per il Digital Prototyping consente alle aziende di progettare

e realizzare prodotti di buona qualità, ma con una particolare

attenzione rivolta alla eco-sostenibilità.

“L’integrazione fra le funzionalità di progettazione meccani-

ca 3D offerte da Autodesk Inventor e i software Autodesk nel

campo della visualizzazione e della simulazione permette di

affrontare e risolvere problematiche più complesse - sottolinea

Robert Buzz Kross, senior vice president, Manufacturing Industry Group di Autodesk – Infatti i nostri clienti hanno la necessità di

realizzare prodotti di qualità in modo più efficiente, con l’ado-

zione delle nuove suite il

processo di implementa-

zione del workflow per il

Digital Prototyping viene

notevolmente semplifica-

to”.

In quest’ottica, l’offerta

Autodesk in ambito CAE

viene sì aggiornata ma an-

che asservita a una logica

di integrazione; sono stati

inseriti inoltre una serie di

miglioramenti delle funzio-

nalità software. In partico-

lare, Autodesk Simulation 2012, precedentemente

noto come Autodesk Algor

Simulation, presenta una nuova interfaccia utente e una com-

pleta integrazione con Autodesk Vault, con nuove funzionalità

per la gestione delle revisioni. Autodesk Moldflow 2012 introdu-

ce la simulazione in tempo reale dello stampaggio a iniezione,

consentendo di valutare in una frazione di secondo rispetto ai

tempi richiesti da una simulazione standard, le diverse alternati-

ve di progettazione delle parti in plastica; il tutto in un ambiente

integrato con la suite Inventor che ora è in grado di evidenziare

e controllare i risultati della simulazione effettuata con MoldFlow.

Un ulteriore contributo alla produttività in generale, viene fornito

dalla possibilità di rilasciare contenuti in formati standard o

standard de facto, come il DWG che rappresenta una comoda

ipotesi di interscambio dati e la generazione dei report a seguito

delle attività di analisi e simulazione in formato RTF, affinché pos-

sano essere riutilizzati direttamente dagli utenti con un qualsiasi

programma di gestione testi. Le soluzioni CAE storicamente sono

state adottate dalle aziende dei settori aeronautico e automo-

bilistico e destinate a un uso da parte di esperti strutturisti; nel

tempo sono diventate comuni e accessibili ad aziende di tutte

le dimensioni e a progettisti che non vantino un background

specifico nel calcolo ad elementi finiti. La semplicità dell’in-

terfaccia delle applicazioni e il ridimensionamento dei costi

fanno sì che queste soluzioni possano essere disponibili per un

mercato più ampio ed eterogeneo. E’ oramai riconosciuto che

la simulazione in un ambiente collaborativo è fondamentale per

ridurre il time-to-market e massimizzare le esperienze pregresse.

Prodotti di successo possono essere lanciati in tempi ridotti

anche grazie all’uso intensivo di queste discipline. E’ noto che i

Robert Buzz Kross, senior vice presi-

dent, Manufacturing Industry Group

di Autodesk

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ICT - PLM speciale CAE

software CAE commerciali sono in grado di affrontare problemi

generali. E’ altrettanto noto che ogni cliente cerca nel sof-

tware CAE la soluzione al proprio problema specifico. Quando

il software non è in grado di adempiere completamente al

compito previsto, occorre sviluppare delle personalizzazioni. Le

personalizzazioni possono diventare veri e propri moduli di ana-

lisi ‘customer-driven’ sviluppati su specifica del singolo cliente

e resi disponibili come plug-in o moduli esterni. In conclusione,

progettare e simulare sono oramai fasi inscindibili per le azien-

de che intendono continuare a competere.

DASSAULT SYSTÉMES

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CAD 3d, cae, idee ed esperienze per lo sviluppo di prodotti innovativi

Di Massimo Fucci

I n un contesto in cui l’idea e la sua capacità di realizzazione

rappresentano il valore aggiunto delle aziende che inten-

dono continuare a competere con successo nel proprio

mercato di riferimento, la sinergia tra CAD 3D e CAE gioca

un ruolo fondamentale.

Le modalità in cui i due strumenti si integrano e la capacità

del progettista sono chiamate a risolvere problemi di forte

contrasto: una struttura leggera ma resistente, corta ma

estensibile, utilizzabile da -10 a +50 gradi centigradi, di valore ma

ad un prezzo accettato del mercato.

“È chiaro - sottolinea l’Ing. Uberto Bozza, socio e responsabile del gruppo di progettazione di Skyline - come, per riuscire a centrare

obiettivi così importanti, siano necessari strumenti software estre-

mamente raffinati come FEMAP e NX-Nastran di Siemens Industry

Software che consentono alle aziende di ridurre molto il time to

market, di incrementarne qualità dei risultati e, nel contempo di

contenere i costi”.

L’azienda ha scelto di concentrare le proprie attività di calcolo

sulle strutture di carpenteria saldata sottoposte alle più svariate

situazioni di carico (accelerazioni, pressioni, forze distribuite o con-

centrate) e di vincolo, nonchè sulla simulazione di corpi a contatto

con l’utilizzo di contatti lineari e non lineari per scandagliare nel

profondo la risposta strutturale .

“La coesistenza in un unico modello di diversi tipi di elementi –

aggiunge Bozza - quali quelli di superficie Plate, quelli lineari Beam

e quelli tridimensionali Solid, permettono lo studio approfondito

delle strutture di carpenteria con l’analisi di zone con lavorazioni

di macchina anche complesse o con zone caratterizzate da sal-

dature particolarmente sollecitate. Inoltre, il pacchetto di solutori

FEMAP ci ha permesso di completare le nostre esperienze con lo

studio di strutture soggette a sollecitazioni variabili nel tempo e/o a

sollecitazioni nel campo delle frequenze”.

Il valore di queste esperienze è accresciuto da progetti corredati

da calcoli rivolti a risolvere situazioni in cui vi siano condizioni di non

linearità dei materiali.

“In particolare – continua Bozza – la nostra esperienza ci sta

dirigendo a valutare l’ipotesi di uscire dal campo elastico del ma-

Uberto Bozza, socio e responsabile del gruppo di progettazione di Skyline

ICT - PLM speciale - CAE

Skyline interpreta il CAE come lo strumento che, unito all’idea ed agli applicativi CAD 3D, potenzia enormemente la progettazione in maniera tale da ridurre a zero la prototipazione fisica, diminuendo quindi notevolmente costi e tempi di produzione

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INTERVISTA

teriale per studiarne il campo plastico, come ad esempio lo studio

di una deformazione importante ed irreversibile, a seguito di urti

di diverse entità i cui danni vanno confrontati con quanto definito

dalle eventuali norme per l’omologazione: un obiettivo raggiun-

gibile solo con una progettazione avanzata supportata adegua-

tamente dagli strumenti FEM con cui analizzare le varie soluzioni

costruttive, risparmiando i tempi e i costi della prototipazione fisica

e della riprogettazione.

Tutti i calcoli eseguiti vengono sistemizzati ed inseriti in un modello di

documentazione estremamente curata – frutto di un lavoro con-

tinuo ed incrementale grazie alle diverse esperienze – che risulta

leggibile non solo agli addetti ai lavori ma anche, e soprattutto, dai

clienti ai quali i calcoli stessi sono destinati.”

“In definitiva conclude Bozza, l’utilizzo degli strumenti CAE a sup-

porto della progettazione, in Skyline è orientato da una strategia

focalizzata sull’ applicazione. Il calcolo FEM è quindi asservito alla

progettazione esecutiva, al fine di rendere immediatamente fruibili

i risultati ottenuti; non a caso sono considerate come ‘situazioni

quotidiane’ il giusto posizionamento delle nervature nelle strutture

saldate, la corretta definizione delle tolleranze di accoppiamento

foro-perno, la definizione del disegno più opportuno delle varie

strutture e la loro massima leggerezza, nel rispetto sempre dei

coefficienti di sicurezza”. “Alcuni plus citati – conclude Bozza -

possono sembrare banali, in quanto a prima vista non altisonanti o

di ordinaria amministrazione, nulla di più sbagliato. Infatti nella mia

lunga esperienza di progettazione delle strutture in carpenteria mai

avrei mai immaginato quanto fosse possibile ottimizzare una strut-

tura solo con il disegno e con l’analisi dei contatti. In particolare un

accoppiamento foro-perno con carico di 2.000 tonnellate diretto

orizzontalmente che evidenziava il massimo delle sollecitazioni sul

foro, non sull’asse orizzontale, come sarebbe logico aspettarsi, ma

su quello verticale. Lunghe indagini secondo regole ed esperienze

consolidate che hanno richiesto la riesecuzione di diversi e com-

plessi calcoli, non hanno portato ad un risultato applicabile. Poi

l’intuizione: non è che il poco gioco fa sì che il perno molto rigido

non permetta la dilatazione del foro e si generino grandi tensioni?

Per cui, da subito aumento del gioco, avvio della simulazione CAE

con i contatti, problema risolto! In 35 anni di onorata carriera non

ero mai riuscito a vedere con tale chiarezza il problema e poterne

definire la soluzione corretta”. Ancora una volta le sinergie tra

idee, esperienze e strumenti consentono quel ‘quid’ che alla fine

fa la differenza tra un progetto ed un buon progetto di successo.

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Ugitech Ottimizza il Processo di Colata Continua

Di Christian Deville-Cavellin, Ugitech S.A., Ugine, Francia

Il risultato è stato ottenuto utilizzando Comsol Multiphysics

U no degli obiettivi principali dell’ottimizza-

zione in ambito industriale è la velocità di

processo. Per Ugitech S.A., produttore di

acciaio inossidabile francese, questo signi-

fica far procedere la sua colata continua

il più velocemente possibile, mantenendo

inalterata la qualità del prodotto. Questo

risultato deve essere raggiunto congiunta-

mente al rispetto della sicurezza degli operatori e dell’impianto:

il taglio prematuro in pezzi del semilavorato quadrato in uscita

dallo stampo può provocare la fuoriuscita dal suo interno di

quasi 1,5 tonnellate di acciaio liquido che si riverserà nelle sezio-

ni inferiori delle macchine di colata continua provocando danni

di grave entità. Mediante la modellazione, Ugitech sta ottimiz-

zando temperatura e velocità di processo per gli oltre 150 tipi di

acciaio che produce.

Il prImo a formarsI è un guscIo dI accIaIo solIdIfIcato

Nel nostro processo di fusione l’acciaio fuso entra in uno stampo

di rame, a sezione circolare e rastremato, che è raffredda-

to intensamente da un circuito esterno ad acqua. In questa

fase si forma un guscio di acciaio solidificato che resiste alla

Figura 1: Processo di colata. Il metallo liquido entra nello stampo raffreddato ad acqua dove il raffreddamento e la solidificazione avvengono per convezione e conduzione. Quando il guscio solido (detto anche pelle) si è formato, il suo raffreddamento è fatto mediante una serie di spray ad acqua per poi avvenire na-turalmente per irraggiamento. La lunghezza del pozzo di metallo liquido all’interno della billetta è una variabile molto importante del processo poiché il semilavorato può essere tagliato solo da questo punto in poi. Nella figura è anche visibile il campo di temperatura.

Il taglio della billetta può avvenire solo dopo che la sua parte centrale è completamente solidificata.

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storie di successo

pressione ferrostatica esercitata dal metallo fuso che scor-

re all’interno della billetta. All’uscita dallo stampo sono posti

tre serie di raffreddatori spray ad acqua che favoriscono la

crescita del guscio mentre alcuni rulli evitano che si rigonfi. In

seguito la billetta si raffredda per irraggiamento (Figura 1). Uno

degli aspetti investigati è la solidificazione precoce che può

portare a crack, fenomeni segregativi in prossimità della pelle,

depressioni e segnatura superficiale dovuta allo stampo (che

oscilla verticalmente al fine di agevolarne l’effetto lubrificante).

Il raffreddamento del guscio ne comporta il ritiro e quindi la

formazione di gap di aria in alcuni punti (Figura 2). La posizione

dei gap influenza grandemente la qualità del prodotto finale, il

controllo della sua entità rappresenta quindi un processo piutto-

sto delicato. Se il gap cresce troppo rapidamente la rimozione

di calore dalla corrispettiva parte di guscio diviene insufficiente,

la pelle solida rimane sottile e l’insorgenza di difetti nel prodotto

è inevitabile. Se invece il gap è troppo sottile l’intercapedine

tra stampo e billetta assume una conicità tale da far insorgere

un attrito che in fase di estrazione di quest’ultima può rompere

la parte di guscio già fuoriuscita dallo stampo. Solo grazie alla

modellazione multifisica ci è stato possibile capire cosa accade

all’interno del semilavorato durante il suo passaggio attraverso

le macchine di colata. L’uso di Comsol Multiphysics® e dei suoi

moduli Heat Transfer e Structural Mechanics ci ha permesso

di calcolare la deformazione del guscio durante il processo di

solidificazione; la modellazione e validazione dei risultati ottenuti

con i dati sperimentali ha richiesto all’incirca 6 mesi di lavoro.

condIzIonI dI contatto e cambIamentI dI fase Il modello è sostanzialmente costituito da due parti. La prima è

di puro trasporto di calore e permette la determinazione delle

temperature a fasi presenti nel semilavorato. La seconda riguar-

da la parte termomeccanica e ha l’obiettivo di consentire una

comprensione maggiore dei fenomeni che avvengono all’inter-

faccia stampo/billetta e spiegare, e quindi correggere, la presenza

di alcuni difetti superficiali del semilavorato (Figura 2).

Le difficoltà principali nell’impostazione di questo modello ven-

gono dalla forte non linearità delle condizioni di contatto tra lo

stampo e la billetta. Inoltre ci sono anche i cambiamenti di fase

dell’acciaio per i quali sono necessari il reperimento dei dati termo-

fisici per ogni tipo che vogliamo simulare e il relativo inserimento nei

modelli. Ad esempio con l’applicativo reso disponibile da Comsol,

possiamo descrivere la conducibilità termica mediante un po-

linomio del terz’ordine, la cui determinazione si basa su anni di

raccolta di dati sperimentali, che però nell’intervallo di tempe-

ratura critico per il tipo di analisi può essere integrato con una

tabella contenente da 40 a 100 punti noti, dei quali lasciamo

all’applicativo Comsol l’interpolazione. L’articolo completo è

scaricabile all’indirizzo

http://www.comsol.it/papers/4917/

Figura 2: Il modello viene utilizzato anche per esaminare lo sviluppo del gap di aria (sinistra), il flusso di calore (centro) e la temperatu-ra (destra) all’interno del semilavorato. Il gap di aria influenza non solo, come ci si aspetterebbe, il flusso di calore e quindi il raffredda-mento del semilavorato, ma anche, e in maniera significativa, la qualità della superficie.

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progettazione di carri per i trasporti eccezionaliUn progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoroda parte del team di progettisti SKYLINE

A cura della redazione

È fondamentale riuscire a realizzare carri con

peso relativamente basso (la TARA, nei detti

di targa): vanno quindi utilizzati acciai ad

elevatissimo limite di snervamento, pur con

l’attenzione costante alla sicurezza ed alla

affidabilità, così come è fondamentale conte-

nere al massimo le dimensioni. Il progetto di un

intero carro ferroviario per trasporti eccezionali

è un banco di prova particolarmente impegnativo infatti, solo

le ruote, i respingenti e i ganci di trazione vengono acquistati sul

mercato mentre, per tutto il resto è necessaria una progettazione

meccanica specifica, la verifica ed il calcolo FEM di ogni singolo

componente, dalle viti ai perni, dalle ralle semisferiche, a tutte le

strutture portanti, ai cilindri idraulici. L’impresa è di per se comples-

sa, poiché per trasporti al limite è assolutamente necessario che il

carro disponga della possibilità -in corsa- di spostare e sollevare il

carico trasportato, di valori superiori a mezzo metro per parte.

Si può facilmente comprendere quale attenzione si debba

porre nella progettazione e nel dimensionamento di strutture in

grado di sopportare le sollecitazioni dovute a spostamenti dina-

mici così consistenti di carichi di 500 o più tonnellate.

Il risultato si ottiene solo se il progettista oltre che alla parte

meccanica è in grado di progettare l’impianto oleodinamico di

La progettazione di carri per trasporti eccezionali di elevatissima capacità (20-25 metri) rimane il settore principe nel quale vengono messe a frutto tutte le esperienze maturate da Skyline nell’ambito della pro-gettazione meccanica e del calcolo FEM. In questa interessante verticalizzazione tutto è portato al limite anche in un ottica di contrasto

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bordo. Un insieme costituito da motori diesel, pompe idrauliche,

distributori, valvole e cilindri, in grado spostare, sia trasversal-

mente che verticalmente il carico trasportato.

Le competenze tecniche e le profonde conoscenze delle

norme di progettazione e dell’utilizzo dello strumento FEM non

portano sicuramente alla realizzazione di un progetto efficiente

se non sono completate da un altro prezioso ingrediente quale

la conoscenza delle difficoltà e dei problemi che si incontrano

nell’esecuzione dei trasporti eccezionali.

Infatti, i carri in questione vengono realizzati per trasportare

carichi pesanti centinaia di tonnellate, lunghi 20-25 metri e

larghi più di 4 metri e ci si gioca la possibilità di eseguire il

trasporto per pochi millimetri o per pochi chili, ragion per cui

solo grazie ad un mix di competenze tecniche e di esperien-

ze vissute si possono concepire e realizzare carri realmente

performanti e in grado di soddisfare le effettive necessità del

trasportatore.

“La nostra abilità nella progettazione di carri per il trasporto

eccezionale – rileva l’ingegner Bozza, in qualità di responsabi-

le del gruppo di progettazione in SKILINE – è frutto di una serie

di esperienze iniziate fin dal 1976, anno in cui abbiamo iniziato

a sviluppare progetti di attrezzature per trasporti eccezionali

di ogni tipo, dalla ferrovia alla strada al fiume, e si è con-

cretizzato poi nel tempo con la progettazione di interi carri

ferroviari”.

In questo settore SKYLINE ha progettato per il mercato USA il

più grosso carro ferroviario per trasporti eccezionali mai realiz-

zato al mondo - Il ‘Bolero’ - lungo a pieno carico quasi 90 me-

tri e con portata utile di 1.000 tonnellate, capace di spostare

in corsa ben 600 mm trasversalmente e 550 mm verticalmente

una massa di 1.300 tonnellate (1000 di carico utile e 300 di

tara). “Il Bolero è proprio un carro particolare – ci spiega l’Ing.

Bozza – caratterizzato da una elevata modularità, pensata

e progettata al fine di consentire la trasformazione della sua

configurazione da 28 a 44 assi, in soli tre giorni di lavoro in cui

si sostituiscono pochissime strutture”.

Un progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoro da parte

del team di progettisti SKYLINE, sviluppato interamente in 3D e

nel quale ogni lamiera di ogni componente è stata verificata

e calcolata tramite FEM.

Skyline ha presentato il Bolero al Premio Odysseus 2010, vin-

cendo il primo premio Odysseus, un riconoscimento ideato

nel 2008 da Confindustria Bergamo e destinato alle piccole e

medie imprese che si distinguono per le particolari caratteri-

stiche di innovazione di progetti, prodotti e servizi.

“Considerando il settore in cui SKYLINE opera è chiaro come

nella partecipazione al Premio Odysseus - continua l’ingegner

Bozza - l’ambizione fosse quella di vincere il premio Innovazio-

ne e Ricerca, poiché per noi risultava essere il più prestigioso;

il riconoscimento ottenuto premia non solo il singolo progetto

ma anche tutto quello che c’è dietro”, ossia premia ciò che

ha reso possibile la realizzazione del progetto.

L’esperienza specifica nel settore dei trasporti eccezionali, la

grande professionalità maturata nella progettazione mec-

canica e nel calcolo a elementi finiti, il rigoroso metodo di

lavoro ed il prezioso supporto degli strumenti software di Sie-mens Industry Software (cad 3D Solid Edge, FEM FEMAP PLM

Teamcenter). Diverse quindi le componenti che hanno reso

possibile lo sviluppo di un progetto così impegnativo e rendo-

no possibile affrontare ogni giorno sfide sempre più ardue.

storie di successoICT - PLM speciale CAE

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italkrane:cad 3d e pdm per rimanere leader

Di Massimo Fucci

L’Italia continua ad essere un paese a due velo-

cità, da un lato Aziende che mostrano un po’ il

fiato e vedono perdere la loro capacità di com-

petere, dall’altro lato Aziende che continuano ad

eccellere nel proprio mercato di riferimento. Al

secondo gruppo appartiene Italkrane (www.ital-

krane.it), un’azienda che opera con successo nel

mercato delle soluzioni per il sollevamento e che

si è fatta conoscere anche nel mercato estero per la qualità

e la particolarità delle soluzioni proposte. Fondata nel 1962 da

Enzo Banfi e Giovanni Penati con lo scopo di progettare, produr-

re e commercializzare apparecchi di sollevamento e trasporto

ad ampio utilizzo, con dimensioni e capacità di carico per ogni

tipologia di materiale, è un’azienda lombarda che occupa

indubbiamente una posizione di riferimento nel settore delle Gru

a ponte ed a cavalletto e dei paranchi a fune ed a catena.

“Un’attività che ci ha visto protagonisti fin dall’inizio- afferma

con soddisfazione Paolo Cavandoli, Direttore tecnico dell’Azien-

da- nella nostra storia abbiamo costruito gru con capacità di

carico fino a 320 tonnellate e paranchi in grado di sollevare ben

32 tonnellate. Questo è il nostro miglior biglietto da visita in cui

si sintetizza tutta l’esperienza, la professionalità e la qualità che

mettiamo in ogni singolo prodotto che andiamo a consegnare”.

Il mercato del sollevamento in cui si muove Italkrane è essen-

zialmente quello del “su misura”, ogni prodotto viene sostanzial-

mente realizzato ad hoc- su commessa- con specifiche definite

In ogni mercato, la capacità di competere va continuamente alimentata, poichè fare gli stessi prodotti, nel medesimo modo, nel medio-lungo periodo pone l’azienda in una situazione di rischio. Un concetto chiaro ad Italkrane, una realtà italiana che opera con successo nel mercato del sollevamento. La ricetta: intuizio-ne ed innovazione dei processi di sviluppo prodotto

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con il committente.

“Una situazione che apparentemente non consente economie

di scala- continua Cavandoli- ma vista la dinamica del mercato

in cui operiamo, al fine di mantenere il livello di competitività

raggiunto, ci siamo focalizzati su un percorso di miglioramento

continuo del ciclo di sviluppo e realizzazione dei nostri prodotti”.

In italkrane, da tempo, è stata adottata la soluzione CAD Inven-tor di Autodesk (www.autodesk.it) per la progettazione 3D, la

verifica e la simulazione di ogni singolo prodotto. Una soluzione

fornita e supportata da Negroni Key Engineering (www.negroni.

it) azienda che ha maturato esperienza e competenza per la

messa in opera di soluzioni rivolte al miglioramento dell’intero

ciclo di sviluppo prodotto (PLM).

“La progettazione 3D- sottolinea Cavandoli- ci ha consentito

di continuare ad essere competitivi grazie al miglioramento

della qualità e alla riduzione dei tempi di realizzazione. Il nostro

progettista, lavorando in 3D, è in grado di effettuare da subito

una verifica degli ingombri, del peso e dell’accessibilità delle

parti. Per noi queste verifiche - ante realizzazione- sono fonda-

mentali, in quanto ci garantiscono una qualità del prodotto e

una fluidità nelle fasi di montaggio e smontaggio ed in quella

dell’assistenza e manutenzione post vendita.

In particolare il 3D ci ha particolarmente aiutato nel settore in

cui siamo veramente unici. Le nostre soluzioni, infatti, rispondono

alla Direttiva Europea ATEX 94/9CE, relativa ai prodotti destina-

ti ad essere impiegati in atmosfere potenzialmente esplosive

(contraddistinte dal marchio Ex), per cui sono in grado di poter

operare anche in ambienti a rischio come gli impianti petrolchi-

mici”. Un ambiente di progetto in cui le funzionalità di Inventor Professional ben supportano tutte le fasi di sviluppo delle soluzio-

ni ad hoc necessarie per soddisfare le specifiche delle singole

commesse.

“A tal proposito- ribadisce Cavandoli- va ricordato che la nostra

tendenza è quella di progettare e di costruirci tutto in casa

o, come ci piace definire, nelle immediate vicinanze: alcuni

componenti che ci danno un vero e proprio vantaggio compe-

titivo (pulsantiere,freni, fine corsa ecc.) sono realizzati da Ariet, un’azienda parte del nostro gruppo e che si trova nello stesso in-

sediamento industriale di Italkrane: dobbiamo solo attraversare

un cortile. Altri prodotti e/o lavorazioni specifiche sono effettua-

te da una rete di subfornitori selezionati e qualificati nel tempo,

dei quali ci è nota la qualità di quanto viene realizzato e con i

quali si è consolidato un rapporto di esclusiva de facto”.

La costruzione e la gestione di questo micro-sistema di impresa

a rete costituisce uno dei punti di forza della strategia operativa

di Italkrane.

“Le nostre soluzioni- commenta Cavandoli- sono particolar-

mente apprezzate proprio per la qualità finale di tutto l’insieme

e non solo dei singoli componenti, anche se alcune singole

parti- come ad esempio i sistemi di sollevamento in esecuzio-

ne antideflagrante pilotati da convertitori statici di frequenza

(inverter)- possono comunque essere considerati come lo stato

dell’arte di quello specifico prodotto: tutto ciò rappresenta una

barriera all’ingresso per i nostri concorrenti”.

Operare con successo nel mercato dell’Engineering Petrolchi-

mico, impone buone capacità sia progettuali che di gestione

delle risorse, quali i materiali e le singole componenti, in un’ot-

tica di ottimizzazione delle risorse e del mantenimento elevato

della qualità di quanto viene prodotto.

“In quest’ottica- conclude Cavandoli- abbiamo pianificato un

progetto PDM- già in essere- che ci permetta di ottenere un’ot-

timizzazione dell’utilizzo delle parti delle lavorazioni, una migliore

integrazione con la produzione e la filiera esterna, una connes-

sione diretta con il sistema gestionale dell’Azienda e, non ultimo,

una migliore gestione del post vendita. L’obiettivo è ambizioso,

il nostro intento è di inserire la soluzione PDM in tutta l’Azienda,

in maniera tale da mettere a disposizione delle diverse funzioni

aziendali una cinghia di trasmissione che opera su informazioni

uniche e congrue per sviluppare e consegnare nei tempi e nei

costi predefiniti per ogni singola commessa.

Il progetto PDM ha visto l’introduzione della soluzione Pro-ductstream professional di Autodesk che, con il supporto attivo

di Negroni Key Engineering viene messa a regime. Ora siamo

già in grado di ottimizzare parti e materiali, a partire dalla fase

di progettazione. Ora i nostri progettisti debbono andare a ve-

rificare cosa è stato già sviluppato per altre commesse e come

ottimizzare, nel pieno rispetto della qualità, l’utilizzo ed il riutilizzo

dei singoli componenti. Il PDM, inoltre, ci facilita la comunicazio-

ne con l’ufficio acquisti ed i subfornitori: la lista delle parti unica

viene passata direttamente alla soluzione gestionale”.

Ancora una volta una buona intuizione ha fatto crescere

un’azienda. Ma nel mercato questo non è più sufficiente per

continuare a competere con successo: la buona idea va sup-

portata da processi efficaci ed integrati, in grado di garantire

l’eliminazione dei costi nascosti ed il mantenimento di qualità,

tempi e costi a livelli tali da essere considerati un valore da

parte di chi acquista.

Italkrane ha imboccato la strada giusta!

storie di successoICT - PLM speciale CAE

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VMware View 4.6, con accesso

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IBM presenta una nuova

piattaforma software

per il cloud computing

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VMware, azienda impe-

gnata nella virtualizza-

zione e nell’infrastruttura

cloud, ha annunciato la

disponibilità di VMware

View 4.6 con accesso re-

moto ottimizzato tramite

il supporto di PCoIP da

parte di VMware View Security Server.

VMware View è una soluzione desktop virtuale completa che

permette alle aziende di migliorare i livelli di sicurezza e di ridurre

i costi operativi, semplifi cando al contempo l’amministrazione e

la gestione dei desktop grazie a un’architettura moderna dedi-

cata all’end-user computing. Il supporto di PCoIP, implementato

all’interno di VMware View Security Server, rende semplice e

sicura la connessione da remoto con un desktop utente con

relativa autenticazione, eliminando il bisogno di disporre di reti

VPN SSL di classe enterprise e offrendo ai clienti una maggiore

possibilità di scelta all’avvio di una sessione end-to-end basata

su protocollo PCoIP. Ne deriva un ambiente operativo di virtua-

lizzazione desktop altamente integrato ed economicamente

conveniente in grado di fornire un sistema di autenticazione

semplice per tutti gli utenti remoti.

In occasione dell’evento Pulse 2011 di Las Vegas, IBM ha pre-

sentato tecnologie innovative che rafforzano la sua leadership

nell’ambito del cloud computing, grazie a un nuovo software in

grado di accellerare la trasformazione di un intero data center

in tempi brevissimi per soddisfare velocemente le necessità di

business. Il nuovo software di virtualizzazione IBM - disponibile

come programma beta aperto – consente alle organizzazioni

di realizzare rapidamente un ambiente cloud gestendolo con

grande semplicità. Il software si caratterizza per l’ineguagliabilità

delle funzioni di provisioning e di scheduling dinamico dei server.

IBM ha annunciato, inoltre, tre novità rivoluzionarie per la gestio-

ne degli ambienti virtuali: nuove funzionalità di Tivoli Provisioning

Manager 7.2, per aiutare le organizzazioni a gestire meglio e con

più facilità le risorse di calcolo virtuali; tecnologie che forniscono

una piattaforma di gestione centralizzata per ambienti cloud

ibridi, sia per il rilascio on-premise che off-premise; integrazioni ed

espansioni a IBM Tivoli Storage Manager for Virtual Environments,

che soddisfa ora le esigenze

di backup e recovery, prote-

zione database e applicazioni

online, disaster recovery,

riduzione dei dati archiviati,

gestione degli spazi, archivia-

zione e recupero.

di backup e recovery, prote-

zione database e applicazioni

online, disaster recovery,

riduzione dei dati archiviati,

gestione degli spazi, archivia-

zione e recupero.

Annunciato il nuovo iMac di Apple, con pro-cessori quad-core, grafica e tecnologia I/O Thunderbolt di ultima generazione Apple ha annunciato l’aggiornamen-

to della linea di all-in-one iMac, che

includono ora processori quad-core

di ultima generazione, una grafi ca

potente, rivoluzionaria tecnologia I/O

Thunderbolt ad alta velocità e una

nuova videocamera FaceTime HD. A

partire da €1.149, il nuovo iMac è fi no al

70% più veloce, mentre i nuovi proces-

sori grafi ci offrono prestazioni fi no a tre

volte superiori rispetto alla generazione

precedente. Il nuovo iMac include, infatti, processori Intel Core

i5 quad-core, con l’opzione per i clienti di scegliere processori

Core i7 opzionali fi no a 3,4GHz. Questi processori di ultima gene-

razione presentano un controller della memoria integrato, per

un’esperienza incredibilmente reattiva e un potente e innova-

tivo motore multimediale, per codifi ca e decodifi ca video ad

alte prestazioni. Nel costante impegno di Apple per la tutela

dell’ambiente, la linea di desktop Apple è leader nel design

eco-compatibile. iMac risponde ai severi requisiti Energy Star 5.2

e ha ottenuto la certifi cazione EPEAT Gold. Gli schermi retroil-

luminati LED sono privi di mercurio e realizzati in vetro privo di

arsenico. L’iMac usa cavi e componenti privi di PVC, non con-

tiene ritardanti di fi amma bromurati e garantisce un design del

sistema e dell’imballaggio a comprovata effi cienza di materiali.

Alteon VA e vDirect Plug-inDue nuovi componenti per la Virtual Application Delivery Infrastructure di RadwareRadware, fornitore leader di soluzio-

ni intelligenti integrate di application

delivery per reti business-smart,

annuncia la nuova fase della

strategia Virtual Application Deli-

very Infrastructure: l’introduzione di

Alteon VA, un ADC soft, e vDirect, il

primo application delivery controller

(ADC) gestionale, orchestration plug-in, entrambi destinati

ad integrarsi con l’infrastruttura virtualizzata VMware. La

strategia VADI è un’architettura che trasforma le risorse di

elaborazione, i servizi di application delivery e di virtua-

lizzazione nell’infrastruttura VADA totalmente integrata,

agile e scalabile. Gli utilizzatori delle soluzioni di virtualizza-

zione VMware-based acquisteranno con ALteon VA e

vDirect livelli massimi di effi cienza e fl essibilità. Alteon VA

(Virtual Appliance) è un dispositivo ADC virtuale che gira

su infrastruttura server virtuale di VMware, e conferisce la

medesima funzionalità ai dispositivi Alteon ADC fi sici, ossia

bilanciamento volumi, capacità di livello 7, accelerazione

delle applicazioni.

vDirect fornisce tutti gli elementi e le interfacce gestionali

richieste dal VMware Orchestration System per approv-

vigionare, decommissionare, confi gurare e monitorare le

risorse dei vADC e tutte le risorse di elaborazione di un

data center virtuale (ADC-VX, Alteon VA, ADC dedicati).

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Page 25: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

23

news Dalle aziende

Modulo SPM Power Selector Control Techniques

Encoder rotante di sicurezza RVK58S Pepperl+Fuchs

EFA Automazionee la teleassistenza

Il Modulo SPM Power Selector di Control Techniques può po-

tenzialmente concorrere alla riduzione dei costi generali del

sistema di controllo, incrementando la fl essibilità dell’operatività,

le possibilità di ridondanza aggiuntiva a costi contenuti, fi no

a migliorare le prestazioni in termini di effi cienza con sensibile

risparmio energetico. Esso assicura una maggiore fl essibilità nei

sistemi implementati con convertitori Unidrive SPM di Control

Techniques; consente inoltre la connessione automatica di mo-

duli Unidrive SPM in un sistema di convertitori in parallelo. Infi ne,

ricalibra dinamicamente la capacità dell’inverter attraverso il

controllo dello stato attivo e stand by dei moduli inverter, abili-

tando l’inverter ad operare con massime prestazioni al di sopra

di una ampia gamma di coppia/potenza. Il Modulo SPM Power

Selector consente di progettare un sistema tollerante al guasto,

che può continuare ad ope-

rare con un ridotto numero di

moduli disponibili, eliminando

la necessità di ridondanza in

alcune applicazioni critiche.

Esegue inoltre una commuta-

zione dinamica tra il controllo

di differenti gruppi di motori

con differenti caratteristiche,

riducendo il costo e la taglia

del sistema inverter, laddove

gruppi di motori non necessi-

tano di operare contempora-

neamente.

Le società che progettano

macchine e impianti utiliz-

zano sempre di più com-

ponenti a prova di guasto

per soddisfare i requisiti di

sicurezza specifi cati nell’at-

tuale versione della Direttiva

Macchine 2006/42/EC. L’enco-

der rotante seno/coseno di sicurezza

RVK58S Pepperl+Fuchs permette di rilevare

anche la posizione rotorica del motor con un

elevato livello di precisione. L’encoder a elevata risoluzione,

contenuto in una custodia di 58 mm, ha 1024 incrementi per

giro ed è dotato di un concetto di sicurezza funzionale, insieme

a un traccia di posizione assoluta. Il condizionamento del

segnale è gestito da uno speciale Asic, che si occupa anche

della diagnostica interna. Se si verifi ca una violazione, l’elettro-

nica dell´encoder mette le uscite in uno stato ad alta impeden-

za, in modo che il controllore possa rilevare immediatamente il

malfunzionamento per mezzo della sua funzione di rilevamento

del circuito aperto. Con questa caratteristica, il nuovo encoder

rotante semplifi ca considerevolmente lo sviluppo di macchine

sicure. L’encoder rotante seno/coseno è già certifi cato ed è

attualmente in corso presso il TÜV, la certifi cazione della traccia

addizionale di posizione assoluta. Quando tale certifi cazione

verrà rilasciata, l’apparecchio sarà approvato per l’uso in

prodotti di azionamento rispondenti a requisiti di sicurezza fi no a

SIL3/PLe usando un solo encoder.

AInternet, il web e le

comunicazioni wireless

hanno spalancato le por-

te a innumerevoli servizi

(raccolta dati, gestione

allarmi, diagnostica pre-

ventiva, accesso a web-

cam e a servizi VoIP) che

affi ancano la normale e

tradizionale operatività di

teleassistenza (accesso a

PLC, pannelli operatori e PC). Queste nuove tecnologie hanno

tuttavia aumentato la dose di rischio, di complicazione e con-

fusione dovuta a innumerevoli proposte di mercato. Il servizio

software Talk2M, proposto da EFA Automazione, fa chiarezza in

questo scenario e offre una soluzione semplice, economica ed

effi cace per effettuare la teleassistenza di macchine o impianti

governati da PLC.

La piattaforma eWON consente infatti di dotare ogni macchina

di teleassistenza via Internet, senza essere esperti informatici, e

senza dover coinvolgere i responsabili EDP dei clienti fi nali. Inol-

tre, questa piattaforma consente di migliorare il proprio business

del service permettendo di realizzare raccolta dati, diagnostica

e gestione dell’installato.

Macchine 2006/42/EC. L’enco-

der rotante seno/coseno di sicurezza

RVK58S Pepperl+Fuchs permette di rilevare

L’analizzatore di liquidi Yokogawa supporta due sensori

Il nuovo Yokogawa FLXA21 è l’ultima generazione di analizzatori di liquidi dell’azienda, progettati per

misure on-line continue in impianti industriali. Lo strumento è un analizzatore modulare a 2 fi li che sup-

porta l’uso di un massimo di due sensori e può essere confi gurato in modo fl essibile per misurare diverse

proprietà dei liquidi, inclusi pH/ORP, conduttività di contatto, conduttività induttiva e ossigeno disciolto. Il

FLXA21 incorpora anche una serie di caratteristiche avanzate, tra cui un touch screen per facilità d’uso,

autodiagnostica dei sensori, stima dei tempi di manutenzione, visualizzazione in 12 lingue e una serie di

interfacce di comunicazione. La possibilità di supportare fi no a due sensori dello stesso tipo contribuisce

a ridurre i costi di installazione e manutenzione e a risparmiare spazio, oltre a permettere la confi gura-

zione di un sistema di backup altamente affi dabile in grado di assicurare misure senza interruzioni anche

durante la manutenzione.

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Page 26: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

24

Passione e competenza

Di Massimo Fucci

IIl mercato delle soluzioni rivolte al ciclo di vita dei prodotti

vede la presenza di protagonisti che hanno puntato sia

sulla crescita della funzionalità della soluzione proposta,

sia sulla buona relazione - di lunga durata - con i propri

clienti, in un’ ottica di comprensione, proposizione e

supporto del cambiamento e dell’innovazione necessa-

ria al processo di sviluppo e realizzazione dei prodotti. In

questo ambito,Siemens Industry Software gioca un ruolo

primario sia per la posizione di mercato raggiunta, sia per la

cultura aziendale rivolta al soddisfacimento delle esigenze dei

propri clienti.

In una situazione economica in cui le capacità di competere

delle aziende, indipendentemente dalla loro dimensione e set-

tore di attività, sono messe a dura prova, si conferma come fat-

tore critico di successo la capacità di costruire e mantenere nel

tempo una buona relazione con i clienti. Un obiettivo che si rag-

giunge solo se sono presenti due fondamentali ingredienti: una

strategia in grado di sviluppare l’offerta in termini di funzionalità

necessaria e la capacità di implementarla adeguatamente

nel contesto dinamico dell’operatività aziendale. Importante

è, infi ne, la capacità di sviluppare una buona relazione con gli

utenti, dimostrando loro di generare benefi ci e, al contempo,

consentire il raggiungimento degli obiettivi concordati.

In quest’ottica si è mossa e continua a muoversi Siemens Industry Software.Un ‘modus operandi’ che ha consentito all’azienda di diventare

uno dei protagonisti del mercato PLM e in alcuni settori, come

l’automotive, di diventare leader indiscusso.

Abbiamo intervistato Gian Luca Sacco - Direttore Marketing

ICT - plm

Gian Luca Sacco, Marketing

Director South Europe

di Siemens Industry Software

Sono ciò che occorre per uno sviluppo delle aziende solido e duraturo. Ce ne parla Gian Luca Sacco di South Europe Siemens Industry Software

Siemens Industry Software

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Page 27: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

25

INTERVISTA

Sud Europa - in merito alle strategie e al posizionamento

dell’azienda, sia rispetto ai grandi utenti sia rispetto alle PMI,

due mercati che vengono seguiti dalle aziende in modalità

differenti.

Quali le strategie Siemens Industry Software nel mercato Italiano?Oggi, per poter crescere, è necessario continuare a innova-

re il prodotto, soprattutto in un contesto altamente com-

petitivo com’è quello attuale. E’ fondamentale, dunque,

ottenere una capacità di gestione sempre maggiore delle

risorse e dei processi in tutte le fasi: sviluppo, produzione e

manutenzione dei prodotti.

In Italia molte aziende hanno messo in atto una strategia più

mirata alla riduzione dei costi e alla sopravvivenza piuttosto

che all’innovazione sistematica e questo, unito alla stagna-

zione dei consumi e degli investimenti e allo scarso impegno

nella ricerca e sviluppo, ha portato a un sistema industriale

che, salvo rare eccezioni, subisce la concorrenza internazio-

nale e vede nella globalizzazione un nemico piuttosto che

una risorsa.

Il nostro ‘mantra’ è chiaro e semplice: il cliente deve rag-

giungere i suoi obiettivi, poiché ci sentiamo responsabili del

suo successo e facciamo in modo che questo scaturisca

operando con la stessa passione e competenza a qualsiasi

livello dell’azienda. L’obiettivo condiviso da tutti è, infatti, il

successo dei nostri clienti. Ciascuna partnership è stata da

noi costruita con pazienza e attenzione, puntando a gene-

rare rapporti solidi e duraturi con i nostri clienti. Ritengo che

questa sia un’importante garanzia, sia per noi, in quanto

fonte di un business solido e duraturo, ma anche per chi

si rivolge a noi, che trova un partner di fatto che mette al

centro delle proprie strategie l’azienda utente.

A quali aspetti debbono badare i responsabili di azienda nell’approntare una strategia di introduzione e sviluppo di una soluzione PLM?Non sempre le aziende sono capaci di gestire il cambiamen-

to indotto da soluzioni che danno la possibilità di gestire il

processo di evoluzione della conoscenza in tutta l’azienda

estesa. Tutte le volte che il cambiamento indotto dall’in-

troduzione di una nuova tecnologia in azienda non è stato

gestito nella maniera corretta, l’adozione di una metodolo-

gia di lavoro più moderna è stata ritardata. Nell’approntare

una strategia di introduzione e sviluppo di una soluzione PLM

le aziende dovranno considerare due fattori fondamentali:

la solidità della soluzione in termini di vastità del portafoglio

(per garantire l’estendibilità futura ad aree oggi non consi-

derate parte del progetto) e di diffusione (per beneficiare

dell’esperienza maturata da altre aziende in contesti simili)

unitamente alla solidità dell’azienda che sarà scelta come

partner. E’ importante garantire la massima visibilità nel tem-

po agli investimenti effettuati.

È il PLM una strategia rivolta solo alle grandi Aziende? Se no, come affrontate le questioni riguardanti le PMI?È il prodotto che stabilisce il successo di un’azienda, indipen-

dentemente dalle sue dimensioni. Ma il singolo prodotto non

può garantirne la permanenza sul mercato. Sarebbe meglio

dire che è la capacità di sviluppare una serie di prodotti

vincenti che accresce il valore di un’azienda e la mantiene

competitiva sul mercato.

Le PMI affrontano problemi solo apparentemente molto

diversi da quelli della grandi aziende, per cui le nostre solu-

zioni sono state realizzate partendo da fondamenta comuni

ed estremamente solide, testate e garantite da milioni di

installazioni nel mondo, ma adattate per renderle fruibili in

maniera molto rapida dalle piccole e medie imprese.

Questo è il concetto alla base del nostro portafoglio Veloci-ty Series: una suite completa di soluzioni pensata apposita-

mente per le PMI, portata sul mercato da una rete di partner

certificati che garantiscono professionalità e offrono valore

aggiunto alle imprese.

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Page 28: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

26

AUtomazione - safety & security

Di Valerio Alessandroni

La sicurezza: un ‘must’ per i sistemi di automazione

Quando si parla di safety e

security nell’automazione

occorre distinguere tra

sicurezza di funzionamento

(intesa soprattutto come

incolumità degli operatori)

e sicurezza dei dati: nel pri-

mo caso si parla di safety,

nel secondo di security. Nel

caso delle architetture di

automazione distribuita, ad esempio, l’aspetto di safety può

essere soddisfatto con reti ad hoc (i cosiddetti ‘bus di sicurez-

za’), oppure con particolari soluzioni, come la ridondanza.

L’aspetto di security è in generale più complesso, come

dimostrano frequenti notizie di cronaca (violazione di reti

bancarie, blocco di reti informatiche a causa di azioni di

spamming, ecc.). E’ tuttavia possibile ridurre nettamente la

vulnerabilità di un sistema distribuito rendendolo inaccessibile

o limitatamente accessibile dall’esterno, segmentando la

rete, utilizzando dei fi rewall, ecc.

Tornando alla safety, ormai è noto che gli standard relati-

vi alla sicurezza di funzionamento di macchine e impianti

industriali devono tenere conto anche degli sviluppi dell’au-

tomazione. Per garantire sia la sicurezza che la produttività di

macchine e impianti, anche i sistemi di controllo della sicurez-

za devono quindi utilizzare tecnologie complesse e program-

mabili. Benché siano stati validi per molti anni, gli standard

dei sistemi di controllo della sicurezza, quali EN 954- 1 (ISO

L’innovazione tecnologica permette oggi di scegliere soluzioni di automazione sicure e affi dabili

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Page 29: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

27

La sicurezza: un ‘must’ per i sistemi di automazione

13849-1: 1999), risultano oggi troppo semplici per restare al

passo con la tecnologia.

DUE NUOVI STANDARDIn particolare, oggi esistono due nuovi standard per i sistemi

di controllo della sicurezza di macchine e impianti: gli EN ISO

13849-1:2008 e IEC/EN 62061. Entrambi possono essere utilizzati

per dimostrare la conformità alla Direttiva Macchine europea

ed entrambi presentano nuove classifi cazioni dei sistemi: EN ISO

13849-1 utilizza i cosiddetti PL (Performance Level) mentre IEC/

EN 62061 utilizza i SIL (Safety Integrity Level). Le classifi cazioni PL

e SIL possono essere considerate delle varianti dello stesso tema

ed è possibile scegliere di utilizzare lo standard più adatto alla

propria applicazione. In generale, se si ha dimestichezza con

l’utilizzo delle Categorie dello standard EN 954-1 e si utilizzano

funzioni di sicurezza convenzionali, lo standard EN ISO 13849-1

(PL) è probabilmente la scelta più adatta. Se, invece, viene

specifi camente richiesto l’utilizzo delle classifi cazioni SIL o se l’ap-

plicazione utilizza complesse funzionalità di sicurezza multicon-

dizionali, lo standard EN/IEC 62061 è più adatto. Lo standard

EN ISO 13849-1 copre tutte le tecnologie, mentre lo standard

EN/IEC 62061 riguarda solo i sistemi

elettrici.

E’ comunque opportuno esaminare

entrambi gli standard per compren-

derne i requisiti e le implicazioni. Si

può subito notare che entrambi gli

standard richiedono alcuni calcoli

basati sui dati di affi dabilità che do-

vrebbero essere forniti dai produttori dei

componenti di sicurezza, ma l’utilizzo

di strumenti software semplifi ca questa

attività. Ad esempio, in Germania il Bgia

fornisce uno strumento di calcolo com-

pleto per EN ISO 13849-1 denominato

Sistema, disponibile gratuitamente sul

sito web Bgia.

Infi ne, è importante sottolineare che

la EN 954-1 non sarà più una norma di

riferimento della Direttiva Macchine. La

data prevista per questo passaggio, il

29 dicembre 2009, è stata prorogata al 31 dicembre 2012. Que-

sta proroga, comunque, non esime dal considerare con cautela

i cambiamenti che ne derivano. Il passaggio è inevitabile e

continuare a lavorare secondo la norma EN 954-1 può essere

considerato negativamente dai clienti.

CALCOLO DEL LIVELLO DI PRESTAZIONEPer molti anni, il modo più comune per classifi care i sistemi di

sicurezza dei macchinari è stato quello di usare le categorie

della norma EN 954-1 ‘Parti dei sistemi di comando legate alla

sicurezza’. Come detto, questo standard sarà ritirato e non po-

trà più essere utilizzato per dimostrare la conformità alla Direttiva

Macchine europea. La EN 954-1 verrà sostituita da una nuova

norma già pubblicata e disponibile: EN ISO 13849-1:2008 o ‘Sicu-

rezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla

sicurezza’. Questo standard fornisce un percorso di transizione

dalle precedenti cinque ‘Categorie’ (B, 1, 2, 3, 4) alla nuova

classifi cazione basata su cinque ‘Livelli di Prestazione’ (a, b, c,

d, e). In alcune circostanze potrebbe essere possibile utilizzare

standard alternativi, come EN (IEC) 62061. Tuttavia, la mag-

gior parte dei progettisti passerà alla norma EN ISO 13849-1

poiché questo standard è stato redatto appositamente per

fornire un percorso di transizione a coloro che progettano

sistemi in base alle categorie dello standard EN 954-1. Questo

nuovo standard copre tutte le tecnologie dei sistemi di con-

trollo (elettrica, meccanica, pneumatica e idraulica) e può

essere utilizzato per un intero sistema o per un sottosistema.

Nei prossimi anni, la norma EN ISO 13849-1 è quindi destinata

a diventare lo standard più diffuso per i sistemi di sicurezza

delle macchine.

Lo strumento Sistema automatizza il calcolo del Livello di Pre-

stazione raggiunto dalle parti di un sistema di controllo della

macchina correlate alla sicurezza nell’ambito dello standard

EN ISO 13849-1.

UNA GAMMA COMPLETA PER LA SICUREZZAAlle aziende citate più in dettaglio nelle pagine seguenti, si

aggiunge Sick. La sua offerta si distingue per la completezza di

gamma, che comprende sia dispositivi di

bordo macchina quali pulsanti di emer-

genza, micro di sicurezza, barriere ottiche

e laser scanner di sicurezza, sia dispositivi

da quadro, partendo dal semplice modulo

a relè per arrivare a confi guratori e reti di

sicurezza.

“I settori di maggiore utilizzo dei nostri pro-

dotti di sicurezza sono piuttosto diversifi cati:

dalla movimentazione all’imballaggio,

dall’industria automobilistica a quella

pesante, laddove esiste la necessità di

proteggere l’operatore della macchina/

impianto dal rischio di infortunio”, affer-

ma Fabrizio Castelli, Product Manager

Sistemi di Sicurezza Industriale presso

Sick. “La nostra azienda ha ‘inventato’

le barriere ottiche, le cosiddette barriere

immateriali. Ciò signifi ca essere sempre

attenti alle esigenze del mercato, creando dispositivi che non

siano invasivi nei confronti delle macchine sui quali vengono

installati, ma che aiutino chi opera sulla macchina ad otte-

nere ottime prestazioni nell’operatività, senza sacrifi care la

sicurezza. Inoltre, i 60 anni di esperienza nel settore, ci hanno

consentito di migliorare continuamente l’offerta con dispositi-

vi facili da installare ed utilizzare”.

Castelli cita un noto costruttore di AGV (carrelli a guida auto-

matica), che ha adottato i laser scanner di sicurezza Sick per

proteggere le persone da eventuali ‘scontri’ con il carrello e un

confi guratore di sicurezza in grado di gestire, tramite una seriale,

i laser scanner e tutti gli altri dispositivi di sicurezza. Questo ha

comportato un risparmio notevole nel collegamento dei vari

dispositivi, una maggiore velocità del carrello, con incremento

della produzione e la possibilità di avere una diagnostica in gra-

do di fornire le informazioni relative allo stato di funzionamento

dei dispositivi, riducendo al minimo i tempi di fermo macchina.

I settori di maggiore utilizzo

dei nostri prodotti di sicurezza

sono piuttosto diversifi cati:

dalla movimentazione

all’imballaggio, dall’industria

automobilistica a quella

pesante, laddove esiste la

necessità di proteggere

l’operatore della macchina/

impianto dal rischio di infortunio

Fabrizio Castelli, Product Manager Sistemi di

Sicurezza Industriale presso Sick.

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Page 30: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

28

Phoenix Contact: soluzioni modulari per Safety & Security

Di Valerio Alessandroni

I I modulo master PSR-Trisafe-M rappresenta il cuore del

sistema PSR-Trisafe di Phoenix Contact. In una larghezza

di soli 67,5 mm esso racchiude 20 ingressi digitali di sicu-

rezza, 4 uscite digitali di sicurezza (ognuna certifi cata

Cat. 4, PL e, SIL3) e 4 uscite digitali di segnalazione.

Il modulo, caratterizzato da alimentazioni separate per

ingressi e uscite e dalla possibilità di sezionare in uscita

anche la polarità pari a 0V, dispone di segnali triggera-

ti. PSR-Trisafe-M è dotato inoltre di una memory stick estraibile e

di morsetti estraibili codifi cati con tecnica di connessione a vite

o a molla.

Il fi ssaggio di PSR-Trisafe-M su un sistema T-BUS ne amplia

portata e funzionalità. Diviene infatti possibile in questo modo

collegare il master a più moduli di espansione contatti, ognuno

dei quali prevede a bordo di 8 ingressi digitali fi ssi più 4 punti

digitali che, di default, sono confi gurati come 4 uscite di sicu-

rezza ma che possono agevolmente essere convertiti in ulteriori

4 ingressi digitali tramite software.

Sempre via T-BUS, il sistema può essere collegato anche ad

un opportuno gateway, rendendo in questo modo possibile

l’inserimento del sistema in una rete e permettendo quindi il

trasferimento dello stato degli I/O di sistema su di un bus di

campo superiore, del quale il gateway viene a costituire un

nodo di rete.

Ogni prodotto (sia esso un modulo base, oppure un’espan-

sione) è commercializzato in abbinamento con un elemento

modulare T-BUS adatto per il suo collegamento agli altri moduli

necessari per il corretto funzionamento del sistema.

La logica di sicurezza gestita dal sistema PSR-Trisafe può essere

progettata e programmata tramite un normale PC attraverso

l’uso del software di sicurezza PSR-Safeconf nella sua nuova

versione 2.7, già disponibile per un libero download dal sito

www.phoenixcontact.it

Grazie all’intuitivo software di confi gurazione grafi ca Safeconf

con funzione ‘drag&drop’, non sono richieste competenze

specifi che per la programmazione: bastano infatti pochi click

per confi gurare il modulo. La parola a Raffaele Esposito, Safety

Project Manager di Phoenix Contact

Ingegner Esposito, quali sono le caratteristiche peculiari/dif-ferenzianti dell’offerta Phoenix Contact e quali le strategie e anche sviluppi dell’azienda? In che modo vengono soddisfatte le crescenti richieste di Safety and Security del settore?L’offerta di Phoenix Contact per le applicazioni in ambito

automazione industriale è estremamente corposa, andandosi

ad articolare su più di 30.000 articoli, suddivisi in 12 linee di

prodotto e 7 cataloghi. La copertura di ogni possibile esigenza

in ambito connessione (in senso lato), protezione da sovraten-

sione, interfacciamento e gestione di segnali, alimentazione e

automazione (controllo, gestione e visualizzazione) è completa

e articolata. Non fanno eccezione i prodotti specifi catamente

dedicati a ‘Safety & Security’.

In ambito ‘Safety’ sono infatti disponibili varie famiglie di

prodotto in grado di coprire con un’ottima scalabilità tutte le

esigenze di gestione di segnali di sicurezza in applicazioni dalle

più semplici alle più complesse: un’ampia famiglia di moduli

di sicurezza di tipo elettromeccanico monofunzione (famiglia

PSR), moduli di sicurezza confi gurabili in versione stand-alone

o modulare (famiglia Trisafe), un’innovativa soluzione per

gestione su base seriale di segnali sicuri in bus di campo di tipo

standard (SafetyBridge Technology), fi no a un vero e proprio

bus di campo di sicurezza (Profi safe o Interbus Safety).

La famiglia di moduli di sicurezza confi gurabili PSR-Trisafe di Phoenix Contact è stata recentemente com-pletata con una nuova soluzione di tipo modulare destinata ad affi ancarsi alla già sperimentata soluzione ‘stand-alone’ PSR-Trisafe-S

AUtomazione - safety & security

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Page 31: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

29

Intervista

Anche in ambito ‘Security’ esistono soluzioni a crescente livello

di complessità e che possono prevedere la semplice segre-

gazione di porte RJ45 di accesso alla rete o l’impedimento

della disconnessione dei cavi dalla rete tramite opportuna

accessoristica, l’uso di Managed Switch Ethernet (Port-Security,

Broadcast Limiter, reti virtuali Vlan, ecc.) fi no all’uso di router,

eventualmente anche con fi rewall e/o supporto reti virtuali

VPN integrato (famiglia mGuard).

In quali settori viene maggiormente utilizzata la vostra propo-sta? Perché e con quali benefi ci, soprattutto in termini di Safety & Security?I mercati di riferimento per Phoenix Contact sono molteplici:

elettronica, automazione industriale, fotovoltaico, eolico,

trasporti, infrastrutture, trattamento delle acque, processo,

distribuzione dell’energia, costruttori di macchine, costruttori di

dispositivi elettronici e così via.

Mentre le soluzioni di Security trovano riscontro in tutte quelle

applicazioni in cui una rete di comunicazione industriale possa

risultare accessibile a operatori non autorizzati sia da locale sia

da remoto, per la Safety le applicazioni classiche sono quelle

legate a quegli ambienti ove macchine o impianti devono

essere dotati di opportune misure protettive per la riduzione al

di sotto dei limiti accettabili di rischio per operatori o ambiente.

I vantaggi nell’utilizzo di prodotti industriali sono da ricercare

nella protezione dei propri dati sensibili, nella difesa della pro-

pria rete da attacchi esterni (sabotaggio, modifi che perico-

lose, …) e nella rispondenza cosciente ai requisiti normativo-

giuridici per quel che riguarda la Sicurezza industriale.

Può segnalarci un’applicazione signifi cativa?Un’applicazione che evidenzia in modo ottimale i vantaggi

ottenuti in ambito sia Safety che Security ha previsto l’utilizzo di

SafetyBridge Technology integrata in una rete Profi net superio-

re presso una linea di assemblaggio di componenti meccanici

per l’industria automobilistica destinata al mercato brasiliano.

Grazie alle caratteristiche tipiche di questa tecnologia è stato

possibile gestire la rete Profi net con un nostro master standard

della famiglia ILC (non un PLC di sicurezza) andando nel con-

tempo a disporre della diagnostica di tutti gli I/O di sicurezza,

integrata in quella della rete Profi net direttamente via bus.

Fondamentale è stato inoltre la possibilità di un collegamento

wireless tra alcuni nodi di rete (per il trasferimento via Bluetooth

anche dei segnali di sicurezza). L’uso di router con fi rewall e

gestione di reti virtuali VPN integrati ha consentito la predi-

sposizione di un accesso sicuro da remoto per teleassistenza.

Ulteriori router con funzionalità fi rewall hanno anche consen-

tito di limitare l’accesso da locale ai nodi di rete deputati alla

gestione delle funzioni di Safety.

semplice configurazione delle apparecchiature

Con il software Safeconf è possibile defi nire il funziona-

mento di PSR-Trisafe in modo rapido ed effi cace. Anziché

procedere a complesse operazioni di programmazione, le

funzioni e i componenti necessari possono essere trascinati

con il mouse nell’editor di cablaggio e lì interconnessi. Divie-

ne così possibile realizzare e testare un progetto e trasferirlo

in un modulo di sicurezza in soli tre passi:

Passo 1: Selezione e confi gurazione delle funzioni di sicurezza

Per le funzioni di sicurezza sono disponibili moduli di tipo

intuitivo, che possono essere trascinati nell’area di cablag-

gio con il mouse e lì collegati. Non sono presenti fi nestre

aggiuntive o sottomenu, che richiedono l’inserimento di

ulteriori dati. Ciò consente di mantenere estremamente

chiara la logica di sicurezza.

Passo 2: Collegamento hardware mediante drag&drop

Anche il collegamento dell’hardware con la logica di

sicurezza avviene in modo rapido e senza complicazioni.

Il modulo di sicurezza con i suoi morsetti di collegamento

è rappresentato nella fi nestra di selezione dei moduli. Ciò

consente di trascinare i relativi ingressi e le uscite mediante

Drag& Drop nell’area di cablaggio dove vengono collegati

ai moduli di sicurezza.

Passo 3: Controllo delle funzioni di sicurezza e trasferimento

Qualsiasi modifi ca può essere convalidata in uffi cio prima

della sua implementazione, grazie alla possibilità di gestire

una simulazione del progetto direttamente sul PC di pro-

grammazione senza che allo stesso sia collegato il modulo

di sicurezza, per poter valutare la correttezza e la rispon-

denza del progetto alle specifi che iniziali.

Dopo il controllo, la confi gurazione viene poi trasferita a

bordo della memory stick del PSR-Trisafe-M che si collega al

PC attraverso un cavo standard USB/mini USB.

Per evitare modifi che indesiderate dei dati, il trasferimento

deve essere confermato manualmente sul modulo. La con-

fi gurazione a questo punto è attiva e può essere avviata.

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Page 32: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

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Page 33: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

31

News

B&R: safety certificata nel drive

Nuovo volantino radio di Heidenhain

Da Pilz camme elettroniche di sicurezza per presse meccaniche

Mitsubishi Electric: Melsec WS Safety Controller

I servoazionamenti safe della serie ACOPOSmulti di B&R possono

essere facilmente integrati in reti su base Powerlink via openSA-

FETY e utilizzati per controllare il motore in tempo reale. Questo

permette a B&R di ridurre i tempi di

reazione degli errori di un fattore 10 e

nel contempo la conseguente energia

di massimo impatto di un fattore pari a

100, rispetto ai tradizionali circuiti di sicu-

rezza. Integrando la tecnologia safety

nei propri azionamenti e nei motori, B&R

ha ridefi nito come vengono calcolate

le distanze di fermata e le energie di im-

patto. Il circuito safety SafeMC, installato

su tutte le unità ACOPOSmulti, controlla

automaticamente qualsiasi reazione del

motore relativamente ai comandi che

arrivano dall’azionamento. Questo gra-

zie a encoder ad alta risoluzione ad alta

precisione, completamente digitali e sicuri, montati direttamente

sull’albero motore di tutti i servo motori sincroni di B&R e certifi cati

secondo la EN ISO 13849. L’elettronica è integrata direttamente

nel drive per evitare un addizionale

tempo di risposta.

Uno dei maggiori vantaggi nell’utilizzare

la ‘Tecnologia Safety Integrata’ di B&R

è l’eliminazione dei cablaggi ridondanti

e dei moduli di controllo esterni della

componente safety. I dati vengono

trasferiti attraverso un cablaggio virtuale

utilizzando il bus del sistema con un

protocollo safe intrinseco, chiamato

openSAFETY, che consente una sempli-

ce comunicazione dati con il sistema

di controllo. Le soluzioni di automazio-

ne B&R fanno questo utilizzando il bus

Powerlink.

Più grande è la macchina, più utile risulta il nuovo volantino radio

HR 550 FS, in quanto l’operatore può posizionarsi in prossimità

dell‘utensile e avere perfettamente sotto controllo il processo in

qualsiasi momento. L‘acronimo ‘FS’ sta per Functional Safety (sicu-

rezza funzionale) e il volantino è pertanto conforme a questi nuovi

requisiti di sicurezza. Gli altri consueti elementi di sicurezza, quali

tasto di arresto d‘emergenza e tasti di consenso, sono presenti

anch‘essi sul volantino HR 550 FS, come pure i tasti degli assi evi-

denziati mediante colore e il display a sei righe, che segnala impor-

tati stati macchina e, oltre a informazioni generali, anche l‘intensità

del segnale radio. E se ci si allontana troppo? Con il chiaro allarme

a vibrazione l‘allontanamento viene segnalato in tempo utile. Il vo-

lantino dispone inoltre di cinque softkey per poter essere adattato

alle diverse procedure di lavoro specifi che. Tali softkey possono

essere confi gurati con funzioni speciali, visualizzate di volta in volta

sul display. Il costruttore della macchina può inoltre confi gurare

con funzioni speciali anche i sei

tasti funzione illuminabili con LED. I

pittogrammi delle denominazioni

degli assi e dei tasti funzione sono

intercambiabili. Nella versione

con index meccanico è possibile

regolare il percorso di traslazione

per ogni passo.

Il sistema di automazione PSS

4000 Pilz rappresenta la solu-

zione ottimale per un controllo

completo delle presse mecca-

niche. Il dispositivo a camme

elettroniche di sicurezza è

composto da:

• il sistema di sicurezza PSS

universal PLC

• moduli presse (compreso

modulo CamController)

• uno speciale trasduttore rotativo Pilz

• Il nuovo dispositivo a camme elettroniche di sicurezza sostituisce

il tradizionale pacco camme meccaniche. I vantaggi in breve:

camma di sicurezza per arresto al PMS all’aumentare del numero

di giri e compensazione extracorsa

• misurazione continua dell’extracorsa con limiti impostabili di

avviso e allarme per la riduzione al minimo dei tempi di fermo

macchina

• visualizzazione dell’altezza della corsa grazie al rilevamento

dell’angolo elettrico

• elevata protezione contro manipolazioni

• soluzione di sicurezza certifi cata secondo EN 692

I controllori di sicurezza Melsec WS di Mitsubishi

Electric offrono una conveniente soluzione

quando si tratta di dotare singole macchine o

piccoli sistemi di dispositivi di sicurezza. Le dimen-

sioni compatte del modulo consentono un facile

montaggio, senza costi accessori, nella maggior

parte degli armadi elettrici. La confi gurazione

basata su grafi ci è rapida, il software presenta

un’interfaccia intuitiva, la programmazione, i

test funzionali e di programma sono semplifi cati

grazie ai moduli di sicurezza funzionali. Se inte-

grato in applicazioni complesse, WS può essere

ampliato con moduli I/O supplementari. Tramite

collegamento ad una rete Ethernet o CC-Link

è inoltre possibile collegare il WS facilmente a

sistemi PLC convenzionali.

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AUtomazione - safety & security

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Page 34: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

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Safety e Security secondo Schneider Electric: un’opportunita’ per le aziende

Di Valerio Alessandroni

Schneider Electric ha due approcci ben deline-

ati alle problematiche di Safety e di Security.

Ne abbiamo parlato con Massimo Daniele,

Marketing Manager Plant Solutions - PLC Scada

& Network presso Schneider Electric.

NewsSImpresa: “Che cosa signifi ca, per Schnei-der Electric, il termine Safety? In altri termini: quali sono le linee di prodotto o le versioni

speciali che vengono proposte per soddisfare i requisiti di Safety su macchine e impianti in campo industriale?”Daniele: “Per Schneider, Safety vuol dire proteggere perso-

ne, ambiente, impianti e/o macchine in modo da rendere la

sicurezza non solo una risposta a vincoli normativi o di legge

ma un’opportunità per rendere l’azienda più Green e ottenere

da essa un ROI, in termini fi nanziari, garantendo la continuità

di produzione piuttosto che preservando le installazioni, e di

responsabilità sociale.

Le linee di prodotto che soddisfano questi requisiti e che aiutano

i clienti a rispondere alle esigenze sono dedicate ma integra-

bili in architetture di automazione standard. Si tratta infatti di

prodotti per i quali non è necessario un know-how specifi co per

la loro programmazione o messa in opera, in quanto si basano

sugli stessi software che gestiscono i PLC e i device della parte

processo o macchine.

In particolare, nel processo ricordiamo la gamma PLC Quantum

certifi cata TUV per applicazioni fi no a SIL3, mentre per le appli-

cazioni nel mondo macchine la gamma di prodotti Preventa”.

NewSImpresa: “Quali sono gli elementi che Schneider Electric ritiene più distintivi della propria offerta in questo ambito?”Daniele: “L’elemento distintivo dell’offerta Safety di Schneider

Electric è sicuramente il fatto che essa è certifi cata da enti rico-

nosciuti come il TUV, che hanno lavorato con Schneider Electric

L’elemento distintivo dell’offerta di Schneider Electric è il fatto che essa è certifi cata da enti riconosciuti, che hanno lavorato con l’azienda già dalle fasi di progettazione e sviluppo dei prodotti, in modo nativo

AUtomazione - safety & security

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Page 35: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

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Intervista

già dalla progettazione e sviluppo dei prodotti, in modo nativo,

permettendo alle aziende che utilizzano la nostra tecnologia di

essere facilitate nel processo di certifi cazione della macchina

o dell’impianto. Questo permette inoltre, a chi sviluppa appli-

cazioni Safety, di poterlo fare ottimizzando gli investimenti in

termini di conoscenza normativa e/o altro, grazie a software già

certifi cati e/o guidati come Unity versione Safety per i PLC e le

applicazioni del processo.

Nel mondo macchine si è andati ancora oltre con l’approccio

Safety Chain Solutions, che mette a disposizione del progettista

l’intera ‘catena di sicurezza’ validata da parte dell’ente notifi -

cato TUV con il valore di Performance Level corrispondente.

Le soluzioni certifi cate contengono tutte le informazioni per la

corretta progettazione della funzione di sicurezza, le applica-

zioni tipiche, gli schemi di collegamento ed il calcolo del SIL (EN

62061) e del Performance Level (EN 13849-1).

I parametri necessari per scegliere lo schema sono il Performan-

ce Level, il tipo di protezioni (carter mobili, barriere immateriali o

tappeti), l’arresto d’emergenza libero o controllato, le tipologie

di sensori e di azionamenti presenti sull’impianto e la specifi ca

del cablaggio se tradizionale o bus di sicurezza.

La Safety Chain Solutions, inclusa nella documentazione proget-

tuale della macchina, permette un notevole risparmio econo-

mico e garantisce sempre la corretta rispondenza alla regola

dell’arte con la certifi cazione della catena di sicurezza.

NewSImpresa: “Qual è la valenza strategica che Schneider Electric associa al mercato Safety e in che modo intende affron-tarne le sfi de?”Daniele: “Il mercato della Safety nell’automazione è assoluta-

mente strategico già oggi e sempre di più lo sarà domani.

Le aziende che lavorano nel mercato dell’automazione hanno

compreso che la Safety è un’opportunità per fare business

rispondendo ad esigenze che per i clienti fi nali sono mandata-

rie, e sempre di più la possibilità di fornire architetture integrate

che gestiscano l’automazione di processo o di macchina con la

parte di sicurezza, è la risposta che il cliente si aspetta.

In quest’ottica, Schneider Electric sta sviluppando la sua offerta

di prodotti e soluzioni, per rendere sempre di più l’automazione

che fa Safety una risposta ad alto valore aggiunto sia tecnolo-

gico che economico per il cliente, specializzando la sua offerta

nei mercati del processo e delle macchine con prodotti ed

architetture specifi che avendo, come comune denominatore

la certifi cazione nativa del prodotto, la semplicità di proget-

tazione, programmazione e utilizzo ed i bus di comunicazione

come unione delle varie tecnologie. In tal senso lo sviluppo sarà

sempre di più indirizzato verso l’utilizzo di Ethernet”.

NewSImpresa: “Come si confi gura, invece, l’offerta di Schneider Electric in ambito Security?”Daniele: “Da sempre leader nell’offerta di comando e segna-

lazione, dal 2010 in ambito Security e controllo accessi l’offerta

di Schneider Electric si è arricchita tramite l’unione delle nostre

competenze con quelle di Sagem Sicurezza (Gruppo Safran),

leader mondiale delle tecnologie biometriche, per dare vita ad

un’offerta unica in ambito protezione dell’ambiente industriale,

il pulsante biometrico ‘Harmony’.

La biometria integrata nel pulsante ‘Harmony’ permette di

combinare comfort (nessuna chiave, badge o password a rischio

perdita, dimenticanza, furto o copia) e un alto livello di protezio-

ne (unicità d’accesso per impronta digitale). Essa offre al settore

industriale un guadagno di produttività, diminuendo i costi dovuti

alla manutenzione e al funzionamento del sistema, ed evitando

le operazioni non autorizzate”.

NewSImpresa: “I temi Safety e Security vengono affrontati da Schneider Electric in modo congiunto o attraverso linee d’azione e/o linee di prodotto distinte?”Daniele: “Ad oggi i temi sono per Schneider Electric divisi, in

quanto con Security si intende la sicurezza industriale come

trattamento dei dati, la loro protezione all’interno dell’azienda e

da attacchi esterni, piuttosto che il controllo accessi o l’operati-

vità, mentre con Safety di cui abbiamo già parlato in dettaglio

sopra, si intende la prevenzione del danno grave contro persone

ambiente ed installazioni. La risposta di Schneider Electric si con-

traddistingue quindi con linee di prodotto separate ma sempre di

più integrabili in architetture comuni, in modo da poter soddisfa-

re entrambe le richieste in modo completo. In questi termini, la

risposta alle richieste di Security è la gamma di prodotti Harmony

(accessi) e Connexium (dati), comprendente non solo Switch

ma anche Router, Firewall, Gateway con funzionalità integrate

confi gurabili tramite semplice intevaccia web con pochi click del

mouse o con la massima disponibilità per l’utente che necessita

del massimo delle performance e quindi debba invece adattare

questi oggetti ad architetture complesse. Questi prodotti posso

essere integrati in architetture di automazione che gestiscono la

Safety di processo (Modicon) e/o di macchine (Preventa) ed è

una tendenza che ritroveremo sempre di più in futuro in quanto

i due mondi avranno sempre di più punti di contatto, per cui,

pur nascendo da esigenze diverse l’integrabilità dei prodotti e/o

soluzioni sarà la chiave per oggi e soprattutto per il domani”.

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Page 36: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

2011 Schneider Electric. Tutti i diritti riservati. Schneider Electric, MachineStruxure, SoMachine, e Make the most of your energy sono marchi di proprietà di Schneider Electric Industries SAS o aziende affiliate. • Schneider Electric Spa – Via Circonvallazione est,1 – 24040 Stezzano (BG) • 998-2701A_IT

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Page 37: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

35

A cura di Echos2Value*

L’impiego delle Mappe Mentali per rappresentare

le informazioni ha trovato crescente interesse

e di utilizzo - in virtù della capacità di rappre-

sentare concetti, contenuti ed attività nella loro

dinamica, negli ambiti più diversi: Management,

Sviluppo e chiusura delle trattative commerciali,

Formazione, Gestione dei gruppi di lavoro, Svi-

luppo e distribuzione della conoscenza. I risultati

sono legati alla capacità di stimolare la generazione e l’orga-

nizzazione di idee e concetti, favorendone una visione globale

ed un’interpretazione oggettiva, permettendo la diffusione e

condivisione della conoscenza. L’obiettivo è quello sia di arric-

chire il bagaglio culturale del Manager, che ha la responsabilità

di risorse critiche quali le persone, il tempo e la conoscenza, con

strumenti in grado di supportarlo nella gestione di tali variabi-

li, contribuendo a potenziare le sue capacità nei processi di

pianifi cazione ed organizzazione, di sviluppo ed innovazione,

di gestione del cambiamento e la messa in opera del proprio

ambiente collaborativo, sia quello dei collaboratori.

Il metodo delle Mappe Mentali (ideato da Tony Buzan nel 1960)

si basa sulla capacità propria della mente umana di associare

idee e pensieri in maniera non lineare e permette di sfruttare

al meglio la differenziazione funzionale dei due lobi cerebrali,

facendoli operare in sinergia: le potenzialità latenti dell’emisfero

destro del nostro cervello, (olistico, non lineare, creativo, intuiti-

vo, immaginifi co, non verbale, emotivo e fi gurato) e l’emisfero

sinistro che invece elabora le informazioni con un approccio

lineare, logico, razionale, analitico, quantitativo, verbale e che

può essere stimolato mediante rappresentazioni di tipo testuale

e verbale. Pertanto il metodo utilizzato permette di rappresen-

tare le informazioni e le idee coinvolgendo sia le funzionalità

logico-razionali sia quelle immaginifi co-creative, in modo tale

da migliorare i nostri risultati in diverse aree, da quella personale

a quella professionale/aziendale. Dal punto di vista pratico ed

operativo una Mappa Mentale è un diagramma nel quale si

rappresentano i concetti in forma grafi ca: al centro vi è l’idea

principale, mentre le informazioni di dettaglio e gli approfon-

dimenti si dipartono dal centro verso l’esterno, legati secondo

una geometria radiante, e costruiscono ulteriori legami.

Le Mappe Mentali si caratterizzano, rispetto ad altre modalità di

rappresentazione, per l’enfasi posta: sulla struttura gerarchico-

associativa delle informazioni, sull’uso di elementi di notevole

impatto percettivo come i colori e le immagini, che stimolano

la creatività di chi le produce e catturano l’attenzione di chi le

legge, sulla possibilità di limitare ad un unico foglio la visualizza-

zione completa di tutte le informazioni necessarie.

Uno strumento particolarmente pratico, effi cace e semplice da

apprendere che aiuta a migliorare: la produttività individuale e

di gruppo, per generare, far emergere e rappresentare le idee/

azioni delle diverse persone, enfatizzando i collegamenti logici,

facilitando dialettica, confronto e condivisione; la gestione della

conoscenza e la defi nizione di standard, per favorire la diffu-

sione e circolarità delle informazioni e per predisporre standard

aziendali in termini di formato e contenuti; il Problem Solving

e Decision Making, per valutare e comparare varie opzioni,

il Project Management, per defi nire gli obiettivi, strutturare le

attività, allocare le risorse, assegnare i tempi, raccogliere le

informazioni necessarie, monitorare lo stato avanzamento lavori

ed i risultati ottenuti; per la progettazione e nella realizzazione di

percorsi formativi interdisciplinari e nella valutazione delle com-

petenze acquisite. Ma non solo…

Una serie di verifi che effettuate sul campo in ambito del Pro-

getto ECHOS2Value (www.echos2value.it) ha mostrato in primis

che bastano 4/8 ore di corso per apprendere i fondamentali

ed iniziare a produrre mappe da impiegare nello svolgimento

delle attività quotidiane, con un impatto signifi cativo in merito a

produttività e soddisfazione personale.

Mappe Mentali, la via piu’ breve per la messa a regime

di ambienti collaborativi ed efficaci

* ECHOS2Value è un iniziativa di Pentaconsulting srl e Studio PJM

Value2 Etica - Competitività - Human ResourcesOrganizzazione - Sicurezza del Lavoro

Tutti i contesti lavorativi sono attualmente caratterizzati da dinamismo e complessità, sempre più viene richiesta la capacità di operare – in parallelo – su problematiche diverse e su molteplici attività nel corso della stessa giornata. Ognuno è alla ricerca di strumenti e metodi che possano consentire una corretta gestione, tempi rapidi di risposta e semplicità ed effi cacia nelle comunicazioni. La risposta a queste esigen-ze viene fornita dall’adozione delle Mappe Mentali, strumento non nuovo ma innovativo, che inserito nella cultura d’Azienda fornisce risultati estremamente interessanti

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Page 38: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

36

rockwell automation: sicurezza delle macchine a partire dalla progettazione

Di Valerio Alessandroni

Roberto Motta, Local Business Leader IA – Italian Region di Rockwell Automation de-

scrive in questa

intervista le

strategie dell’azienda di Milwau-

kee per quanto riguarda Safety &

Security.

NewSImpresa: “Quali sono i capisaldi dell’offerta Rockwell Auto-mation per la Security?”Motta: “Rockwell Automation basa la propria proposta in ambi-

to Security sia su prodotti (Factory Talk Security) che su archi-

tetture di comunicazione di riferimento in collaborazione con

Cisco. I prodotti si riferiscono sempre ad un modello di sicurezza

a più livelli con lo scopo di: limitare l’accesso di utenti e com-

puter alla programmazione di dispositivi di automazione, gestire

l‘accesso alle applicazioni software di automazione e limitare

l’accesso alle reti di automazione.

Un esempio di gestione dell’accesso alle applicazioni è riferibile

I sistemi di sicurezza programmabili semplifi cano le procedure di servizio degli utilizzatori fi nali

AUtomazione - safety & security

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Page 39: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

37

Intervista

alle modalità di accesso esterno, per esempio al valore di una

variabile di un controllore Logix. Le modalità possibili sono Read/

Write, Read Only, None. Il sistema defi nisce anche come la logi-

ca del controllore accede ad una specifi ca variabile. In questo

caso, i valori possibili sono modifi cabile e non modifi cabile. In più

FactoryTalk Security controllerà ‘chi’ è autorizzato a modifi care

con RSLogix 5000 il valore di questo attributo”. (RSLogix 5000, lo

ricordiamo, è un potente software di confi gurazione e progetta-

zione dei sistemi di controllo, n.d.r.).

NewSImpresa: “Quali sono i vantaggi - tangibili e intangibi-li - che i system integrator e gli utenti fi nali possono ottenere utilizzando i prodotti di Security Rockwell Automation?” Motta: “I vantaggi si riassumono in una parola: integrazione.

Infatti, FactoryTalk Security non è un prodotto a sé stante, ma è

parte integrante della nostra piattaforma software. Le architet-

ture di rete di riferimento sono parte integrante dei nostri sistemi

di controllo”.

NewSImpresa: “Qual è la roadmap di Rockwell Automation nel settore Safety & Security? Nuove tecnologie, allargamento dell’offerta, ingresso in nuovi ambiti industriali o altro…”Motta: “La roadmap futura comprende l’implementazione di

funzioni di sicurezza sui nostri switch Stratix e il miglioramento

continuo della Factory Talk Security”.

NewSImpresa: “Nel programma Encompass (il programma

di riferimento di prodotti ideato per identifi care , qualifi care e commercializzare i prodotti di terze parti che si integrano con i prodotti e l’assistenza offerti da Rockwell Automation, n.d.r.) sono previste fi gure specifi camente dedicate alla Security?”Motta: “Quella con Cisco è una forma di collaborazione che va

oltre il programma Encompass, caratterizzandosi per la capaci-

tà di presentarsi sul mercato con un proposta ‘integrata’ ad alto

valore aggiunto che va dalla disponibilità di sistemi VPN client e

Firewall Cisco alla capacità di connettere i comparti automazio-

ne e IT senza compromettere la sicurezza informatica”.

alle modalità di accesso esterno, per esempio al valore di una

FACTORYTALK: UN’ARCHITETTURA ORIENTATA AI SERVIZI

SI AMPLIA LA FAMIGLIA STRATIX

Lo scambio di informazioni in tempo reale tra la produzione

e la restante parte di un’azienda è fondamentale per poter

prendere decisioni volte a migliorare la tempestività di rispo-

sta, aumentare la produttività, ridurre i costi e assicurare la

conformità alle normative. La suite integrata di applicazioni

software modulari ad elevata scalabilità FactoryTalk con-

sente di integrare in un impianto una serie di potenti tool.

L’architettura orientata ai servizi rende possibile tutta una

serie di attività quali la condivisione dei dati in un sistema

distribuito, l’applicazione della ridondanza e della tolleran-

za agli errori tenendo traccia delle modifi che nel sistema, la

semplifi cazione della progettazione dei sistemi di informa-

zione e di automazione, la connettività tra più fornitori e

l’amministrazione centralizzata delle funzioni chiave.

L’architettura orientata ai servizi offre una grande fl essibilità

in quanto consente un’implementazione graduale, grazie

all’utilizzo delle infrastrutture esistenti e la contemporanea

applicazione delle tecnologie più recenti. Inoltre, permette

di ridurre i costi di formazione poiché è basata su un set

comune di servizi e attività condivisi.

La piattaforma di servizi FactoryTalk include, in particolare,

FactoryTalk Security, un’authority di protezione centralizzata

per i componenti del sistema. Un unico punto di riferimento

per la creazione, l’assegnazione dei diritti e il monitoraggio

di tutti gli utenti del sistema che semplifi ca la conformità alle

normative ed offre una soluzione di protezione più effi ciente.

La famiglia di switch industriali Stratix 8000 Allen-

Bradley è stata ampliata con un nuovo modello,

denominato Stratix 8300, uno switch di livello 3 ricco

di funzionalità.

Il nuovo Stratix 8300 offre instradamento statico,

dinamico, multicast e basato su criteri consentendo

agli utenti la massima flessibilità nel creare architet-

ture segmentate sicure per le applicazioni Ethernet

industriali. Il sistema operativo Cisco Catalyst, costi-

tuito da un set di funzioni e da un’interfaccia utente,

fornisce l’integrazione coerente con la rete azien-

dale tramite strumenti familiari ai professionisti IT ma

anche informazioni di diagnostica generali prove-

nienti dal sistema Architettura Integrata di Rockwell

Automation utilizzando in questo caso strumenti

familiari ai responsabili e a tecnici di produzione.

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Ethernet industriale

Di Valerio Alessandroni

Nella comunicazione di fabbrica è sempre più diffusa l’adozione di reti basate su protocolli Ethernet,che sono ormai in grado di sostituirsi ai differenti fieldbus

To WATCH Industrial Ethernet

Grazie all’ampiezza di banda, alla

semplicità e al basso costo, Ether-

net è attualmente la tecnologia

per comunicazioni più diffusa nel

settore informatico. Non è però

intrinsecamente deterministica,

una caratteristica assolutamente

indispensabile per le applicazioni in

cui la sicurezza è un fattore critico. Questo aspetto è stato risolto

dalle reti Industrial Ethernet.

Il mezzo fisico su cui si basa Ethernet, cioè cavi e connettori di

connessione tra PC, stampanti e altre periferiche, gestisce una

serie di protocolli di comunicazione, quali IP (Internet Proto-

col), TCP (Transport Control Protocol) e numerosi altri protocolli

di comunicazione di rete. Questo insieme si rivela adatto per

l’ambiente di ufficio, consentendo la condivisione di file, di

stampanti, l’invio di e-mail, la navigazione su Internet eccetera.

I requisiti del settore industriale sono molto più stringenti: i vari

controller devono accedere ai dati da vari driver, da worksta-

tion da sistemi I/O. Nelle operazioni tipiche d’ufficio e’ previsto

per l’utente un tempo d’attesa prima dell’esecuzione di un cer-

to task. La linea di produzione richiede invece comunicazioni in

tempo reale. L’esatta esecuzione di un’operazione è un fattore

estremamente più critico di quanto possa essere l’accesso a file

su server o ad un sito web.

Ormai, non c’è dubbio che Ethernet e il protocollo TCP/IP siano

tra i sistemi di automazione industriale più diffusi e popolari. La

tecnologia ha fatto passi da gigante ed importanti innovazioni

quali Fast Ethernet, switching e comunicazioni full-duplex hanno

trasformato la vecchia Ethernet in un sistema di comunicazione

potente. Tuttavia, sembra improbabile che il sogno di avere

un unico protocollo applicativo standard per l’automazione

industriale possa divenire realtà. Vi sono infatti oltre 10 protocolli

Industrial Ethernet attualmente disponibili sul mercato.

Nel suo studio ‘The world market for Industrial Ethernet – 2009

edition’, IMS Research valuta comunque PROFINET come una

delle varianti Industrial Ethernet più utilizzate nel mondo, con

una quota di mercato del 28%. Lo studio sottolinea inoltre la

capacità di Profinet di offrire una soluzione Indusrial Ethernet

valida per una vasta gamma di applicazioni, tra cui il controllo

del movimento ad alta velocità. Con PROFINET, EtherNet/IP e

Modbus TCP/IP completano il gruppo di testa, rappresentando

circa l’80% del mercato totale. Secondo lo studio, EtherCAT e

Powerlink, principalmente concentrati sulla drive technology,

hanno invece quote di mercato pari al 4% e all’11% rispettiva-

mente. Tra gli standard del gruppo di testa, IMS Research ritiene

che PROFINET sia la tecnologia destinata alla maggiore crescita

nel periodo tra il 2008 e il 2013 (+8,7%). EtherNet/IP pare invece

destinata a una crescita più lenta (+7,1%), mentre si prevede un

calo per Modbus TCP/IP (-0,4%).

D’altra parte, il cablaggio delle infrastrutture di Ethernet indu-

striale richiede non solo cavi e connettori appropriati, ma anche

componenti ‘attivi’, quali switch e router. Oggi sono presenti sul

mercato switch configurabili o non configurabili, che rappresen-

tano la soluzione ideale per chi voglia prodotti ‘pronti all’uso’.

In conclusione, Ethernet offre integrazione con l’ambiente

office, funzionalità IT, Internet/Intranet, e configurazione remota;

una grande larghezza di banda e pacchetti dati estesi per

la comunicazione con dispositivi industriali; comunicazione in

tempo reale con sincronizzazione sufficiente a supportare an-

che applicazioni di controllo del movimento molto complesse;

connessione e supporto di un elevato numero di dispositivi su

aree estese. Oggi, l’opinione prevalente è che le reti Industrial

Ethernet non sostituiranno i tradizionali fieldbus, ma apriranno in-

vece la strada a nuove applicazioni, supportando la migrazione

verso l’intelligenza distribuita nel settore dell’automazione.

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Page 41: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

39

Rockwell Automation punta su Ethernet/IP, senza perdere di vista DeviceNet e ControlNet

Di Valerio Alessandroni

Rockwell Automation è entrata nel mercato delle infrastrutture per Ethernet con un’offerta completa di switch, cavi e connettori per il cablaggio industriale. Anche grazie a questi sviluppi, è prevedibile che EtherNet/IP si confermerà sempre di più come la soluzione Ethernet ottimale per tutte le esigenze di controllo industriale

To WATCH Industrial Ethernet

In combinazione con TCP/UDP/IP, Ethernet è la tecno-

logia di rete più diffusa al mondo. L’Ethernet pensata

da Robert Metcalfe nel 1973 per Xerox Corporation

era una tecnologia a 10 Mbps, half-duplex, su cavo

coassiale (trunk) con derivazioni (drop) ai nodi tramite

transceiver (divenuti poi hub) ed accesso alla rete

con risoluzione casuale delle collisioni, in assenza di

criteri di priorità e di servizi di sincronizzazione. L’Ether-

net di oggi è tutt’altra tecnologia: 100/1000 Mbps, Full-duplex

(200 Mbps per canale), su concentratori di tipo switch che han-

no annullato le collisioni ed ora anche con criteri di priorità se-

condo Ieee 801.2q (QoS) Frame Prioritization e servizi di sincroniz-

zazione Ieee 1588 Time Sync Service. In altre parole, Ethernet è

oggi una tecnologia di

comunicazione indu-

striale, deterministica

e adatta anche per

applicazioni Motion

Control, con tempi di

aggiornamento infe-

riori al millisecondo.

Passando al mondo

industriale, da tempo

esiste un forte interesse

intorno all’adozione di

Ethernet per appli-

cazioni di controllo

derivante, in primo luogo, dall’elevata base di installato che

rende la tecnologia Ethernet accessibile ed usuale ad un largo

numero di utenti. Divenuta a tutti gli effetti una realtà standard

a livello Information Systems, essa rappresenta una tecnologia

aperta, di pubblico dominio, le cui capacità e prestazioni sono

in continua evoluzione.

Proprio alcune innovazioni recentemente introdotte consentono

oggi un più appropriato utilizzo di Ethernet anche in applicazioni

di controllo. Queste innovazioni vanno dall’introduzione della

tecnologia Switching, all’evoluzione del baud rate da 10Mb a

100Mb e del protocollo da half duplex a full duplex.

Gli argomenti contrari a Ethernet in ambiente di fabbrica si ba-

sano su una cosiddetta ‘fragilità’ di Ethernet nelle applicazioni di

automazione. Se ciò poteva essere vero in passato, gli switch in-

telligenti hanno ampiamente eliminato tale problema, creando

domini di collisione separati che offrono l’affidabilità’ necessaria

per tutte le applicazioni d’automazione.

Il metodo di accesso di Ethernet (Csma/CD - Carrier sense

multiple access/Collision detection) rimane probabilistico e,

anche se le innovazioni tecnologiche citate ne incrementano le

prestazioni, Ethernet manterrà comunque dei limiti in termini di

determinismo e soprattutto di ripetitività. L’utilizzo di Ethernet per

il controllo dell’I/O è quindi accettabile solo in applicazioni dove

questi ultimi due aspetti non siano determinanti.

I prodotti e le soluzioni Ethernet-based di Rockwell Automation

trovano il loro comune denominatore in Ethernet/IP, la soluzione

Industrial Ethernet di Odva - Open DeviceNet Vendors Asso-

ciation - che vede fra gli altri soci fondatori proprio Rockwell

Automation. Costruito sul modello di trasporto standard TCP/

IP, esso fornisce un sistema integrato trasparente per la rete di

ufficio e per quella

industriale. Uno dei

principali vantaggi

offerti da EtherNet/

IP è che si tratta

di una tecnologia

‘standard Ethernet’

e non ‘basata su

standard’. EtherNet/

IP utilizza infatti lo

standard Ieee 802

e i protocolli TCP/

UDP/IP per le più

comuni applicazioni

di automazione: configurazione, informazione, controllo, sincro-

nizzazione, sicurezza (Safety) e Motion Control.

È da notare che Ethernet/IP condivide lo stesso Application

Layer delle reti DeviceNet e ControlNet adottate da Rockwell

Automation, mantenendo invariati il livello fisico ed il metodo di

accesso Csma/CD standard Ethernet Ieee 802.3.

Alla base della tecnologia EtherNet/IP di Rockwell Automation vi

è l’architettura CIP (Common Industrial Protocol), un livello appli-

cativo comune condiviso da reti aperte che integra senza di-

scontinuità controllo I/O, configurazione di dispositivi e raccolta

dati. Le soluzioni basate su CIP permettono quindi lo scambio di

informazioni tra più reti, con una conseguente riduzione dei costi

di produzione. Nella strategia di Rockwell Automation l’adozio-

ne di EtherNet/IP non implicherà comunque l’abbandono delle

altre architetture di bus di campo esistenti, perché le differenze

a livello Data Link avranno sempre un impatto significativo sulle

funzionalità di ciascun bus.

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Page 42: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

40

To WATCH Industrial Ethernet

advantech:le strategie vincenti di un global player

Advantech è oggi uno dei principali attori nel mondo del controllo PC-based

Grazie a una crescita annuale del

30%, Advantech si è sviluppata

in una multinazionale dinamica

e competitiva, presente a livello

mondiale con una rete vendite

capillare e centri logistici/operativi

in sei macroregioni: Stati Uniti e Sud

America, Europa, Sud-Est Asiatico,

Giappone, Cina e infi ne la stessa Taiwan, dove si trova la sede

principale. In Europa, la sede centrale è situata ad Eindhoven e

ha lo scopo di gestire la logistica e le attività di assemblaggio.

L’attività di ricerca e sviluppo di Advantech è distribuita nei

vari continenti mentre, per ogni singolo settore, è stato creato

un Competence Center con il compito di risolvere le richie-

ste tecniche nei progetti più importanti. Lo sviluppo di nuovi

prodotti è coordinato direttamente dalla sede centrale di

Taiwan.

Advantech e’ presente nei principali paesi europei con una

copertura totale del territorio tramite la distribuzione, che

opera in stretto contatto con le aziende. La fi liale italiana,

sita a Cassina de’ Pecchi (Milano) mette a dispozione una

struttura commerciale altamente professionale in grado di

guidare e supportare la clientela nella scelta della soluzione

migliore. A livello nazionale, Advantech Italia ha sviluppato

una struttura dedicata alle vendite estremamente qualifi cata

costituita da personale commerciale interno ed esterno per

supportare i clienti strategici. Ad essa si affi ancano Distributo-

ri, Systems Integrator e VAR per coprire capillarmente tutto il

territorio nazionale nonché i vari mercati verticali.

Massimo Mazzoleni, Channel Sales Director di Advantech

Europe BV, Milano, ci ha illustrato le strategie dell’azienda e la

sua ‘vision’ in alcuni ambiti particolari, come le comunicazioni

basate su Ethernet e la domotica.

NewSImpresa: “Quali i mercati di riferimento nel territorio italiano per Advantech nel 2011?”Mazzoleni: “I mercati di riferimento per Advantech sono svariati.

Per quanto concerne il mondo dell’automazione parliamo

essenzialmente di ITS (Intelligent Transportation System) & Rail-

ways, Power & Energy, Machine and Factory Automation ed

Environmental and Facility Management System.

Mentre, accanto a quello Embedded, vogliamo sottolineare al-

tri mercati importanti quali il Gaming (seppur di nicchia), il Digital

Signage, l’Home Automation, il Fleet Management e Logistica”.

NewSImpresa: “Parliamo di strategie…”Mazzoleni: “Parlando di strategie, Advantech punta ad

aumentare la presenza e il servizio sul mercato, sia in termini

di risorse di vendita che di supporto tecnico al cliente. I nostri

maggiori sforzi e investimenti sono costantemente rivolti allo

sviluppo di nuovi prodotti sempre più mirati e focalizzati ad

applicazioni specifi che per i nostri mercati di riferimento. Con-

temporaneamente, cerchiamo di semplifi care ulteriormente le

scelte dei nostri clienti con una integrazione hardware molto

spinta. Advantech può dire con orgoglio di essere uno dei

pochissimi fornitori a possedere un impianto produttivo proprio

BAS-3000: CONTROLLORI DDC PER LA DOMOTICA

La serie BAS-3000 Advantech è stata progettata per

applicazioni di Facility Monitoring & Control System ed

Energy Management. I BAS-3000 sono controllori DDC

(Direct Digital Controller) con piene funzionalità web,

caratterizzati da accesso veloce e remote management

mediante connessione Ethernet, un’interfaccia basata su

un browser web semplice da utilizzare, simulazione offl ine,

e online debugging. Inoltre, tutti i moduli di controllo di

questa serie supportano un’espansione I/O sia locale che

remota per incrementarne la fl essibilità, e sono dotati

di funzione ‘auto-tuning PID control, che ne garantisce

un’estrema semplicità di utilizzo.un’estrema semplicità di utilizzo.

Di Valerio Alessandroni

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Page 43: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

41

To WATCH Industrial Ethernet

advantech:le strategie vincenti di un global player

con un infrastruttura che si estende su larga scala globale.

Ad oggi tutti e cinque i continenti sono serviti dagli oltre 4500

membri del nostro personale, 900 dei quali sono ingegneri

specializzati che lavorano nella ricerca e sviluppo”.

NewSImpresa: “Oggi si parla molto di Industrial Ethernet, una tecnologia nella quale Advantech è un nome di riferimento. Perché l’azienda ha deciso di investire in modo così convinto su questo protocollo? Quali sono, a suo giudizio, i principali benefi ci per l’utente che sceglie una combinazione Advan-tech/Industrial Ethernet?”Mazzoleni: “Abbiamo sempre creduto che un protocollo

standard e aperto rappresenti il futuro per il mercato dell’au-

tomazione. Non si può prescindere dal fatto che Ethernet è un

protocollo standard che rende la comunicazione meno pro-

prietaria, dando al cliente fi nale il grande vantaggio di poter

scegliere qualsiasi prodotto da fornitori che utilizzino la stessa

strategia. La comunicazione deve avere un unico linguaggio

e proprio in questo senso il protocollo Ethernet viene utilizzato

per uniformare ed implementare una base per un linguaggio

comune nel mondo dell’automazione”.

Un esempio della tecnologia Industrial Ethernet fi rmata Ad-

vantech è descritto nel box ‘Switch industriale PoE’.

NewSImpresa: “Veniamo alla domotica, altro tema ‘caldo’ per il mercato italiano. Alcuni prodotti Advantech possono essere utilizzati anche nel campo della domotica. Qual è l’elemento distintivo dell’offerta Advantech in questo ambito? Quali sono i vantaggi di avere una gamma di prodotti comune in campo industriale e in campo residenziale/domotico?”

SWITCH INDUSTRIALE POE

EKI-7659CPI di Advantech è uno switch industriale Power

over Ethernet (PoE) managed. L’apparecchiatura è

dotata non solo di otto porte PoE, ma anche di due

porte Gigabit Ethernet, garantendo comunicazioni ad

alta velocità per molte applicazioni industriali. Inoltre,

EKI-7659CPI supporta funzioni di monitoraggio e controllo

IP-based, permettendo l’accesso fi no a otto dispositivi

connessi mediante un web browser standard per verifi -

care lo stato di funzionamento, spegnimento, riavvio e

molto altro.

Power over Ethernet (PoE) è sinonimo di soluzione fl essibile

e conveniente per la connettività remota. I telefoni IP

‘PoE enabled’, gli access point LAN wireless, le videoca-

mere connesse in rete, e i controllori embedded sono

esempi perfetti di prodotti istallati in posi-

zioni scomode dove

il supporto

in termini di

alimentazio-

ne risulta

costoso o

infattibile.

esempi perfetti di prodotti istallati in posi-

zioni scomode dove zioni scomode dove

Mazzoleni: “In Advantech utilizziamo la nostra esperienza

anche nel mondo della domotica per elevare tecnologica-

mente i prodotti e la qualità degli stessi. Mi lasci passare un

paragone molto calzante: come dalla Formula Uno si può

trasferire la tecnologia nelle machine di serie, è evidente che

non è possibile l’inverso. Analogamente, solo chi sviluppa tec-

nologia è un leader di mercato capace di trasformarla ed

adattarla. Ed è proprio con questi presupposti che mettiamo

la migliore e più sofi sticata tecnologia al servizio delle appli-

cazioni industriali e da oggi anche nel mondo della domotica

residenziale”.

Un esempio della tecnologia Advantech per la domotica è

descritto nel box ‘BAS-3000: controllori DDC per la domotica’.

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Page 44: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

42

To WATCH Industrial Ethernet

la ethernet di

beckhoffsi chiama EtherCat

EtherCAT (Ethernet for Control Automation Technology) è una Ethernet real-time e ultraveloce fi no al terminale

Prestazioni eccezionali, topologia fl essibile e sem-

plicità di confi gurazione caratterizzano Ether-

CAT, il protocollo Ethernet real time di Beckhoff.

EtherCAT fi ssa nuovi standard laddove i bus di

campo convenzionali non possono spingersi

oltre: 1000 I/O distribuiti in 30 µs, una rete quasi

illimitata, e un’ottima integrazione verticale

grazie ad Ethernet ed internet. Con EtherCAT,

la topologia a stella, piuttosto onerosa con Ethernet, può essere

sostituita con una semplice struttura lineare o ad albero – non

sono necessari costosi componenti per l’infrastruttura. Tutti i tipi di

dispositivi Ethernet possono essere integrati tramite uno switch o

una porta switch. Dove altri approcci Ethernet real-time richiedo-

no uno speciale master o una scheda di rete, EtherCAT gestisce

le interfacce Ethernet standard, in modo estremamente effi cien-

te dal punto di vista economico.

COMPONENTI ETHERCATEtherCAT combina quindi caratteristiche uniche che lo rendono

una soluzione ideale per il controllo macchine: elevate prestazio-

ni con i tempi ciclo più brevi e una sincronizzazione precisa, una

topologia di rete fl essibile, bassi costi e facilità di implementazione

e uso. Inoltre, Safety over EtherCAT integra la sicurezza funzionale

safety all’interno della stessa rete. In più, EtherCAT è aperto e

gode della velocità di adozione più elevata fra le soluzioni indu-

strial Ethernet. A livello di hardware, la tecnologia EtherCAT risiede

nei terminali EtherCAT. Il sistema di I/O IP20 utilizza il ben consoli-

dato e sicuro sistema di alloggiamento dei terminali bus.

Di Valerio Alessandroni

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43

To WATCH Industrial Ethernet

la ethernet di

beckhoffsi chiama EtherCat

A differenza dei terminali bus, dove i dati del protocollo fi eldbus

sono convertiti nell’accoppiatore bus verso il bus interno indipen-

dente dal fi eldbus, il protocollo EtherCAT rimane completamente

intatto fi no a raggiungere il singolo terminale. Oltre ai terminali

EtherCAT con connessione E-bus, il consolidato sistema standard

di bus terminial con connessione K-bus può essere collegato

all’accoppiatore EtherCAT attraverso il BK1120, che assicura com-

patibilità e continuità con il sistema principale. In questo modo si

proteggono investimenti attuali e futuri. Gli azionamenti Beckhoff

sono disponibili anche con interfaccia EtherCAT. EtherCAT è inte-

grato anche in altri componenti Beckhoff, come i Fieldbus Box,

classe di protezione IP67. I PC industriali Beckhoff, i PC Embedded

della serie CX, i Control Panel con funzionalità di controllo e le

schede PCI Ethernet, già ad oggi, possono funzionare con la

tecnologia EtherCAT. EtherCAT è la soluzione ideale per il mercato

italiano, un Paese di costruttori di macchine estremamente

importante, nonché un protagonista nei sistemi di controllo. Nello

stesso tempo, EtherCAT mette i fornitori di macchine italiani e i

produttori italiani di sistemi di controllo nella posizione di compe-

tere sul mercato mondiale con una tecnologia avanzata.

INTEGRAZIONE ED EFFICIENZA A TUTTI I LIVELLIOltre all’integrazione di reti fi eldbus esistenti in una rete EtherCAT,

Beckhoff propone la possibilità di impiegare EtherCAT come

sottorete in una rete fi eldbus con EtherCAT Box. L’accoppiatore

funge da master per i moduli collegati e consente di sfruttare la

velocità di aggiornamento e la fl essibilità della topologia di Ether-

CAT. Inoltre, questa soluzione permette l’inserimento di moduli

IP67 direttamente a bordo macchina.

Con EtherCAT Box, la tecnologia EtherCAT può essere utilizzata

anche senza quadro elettrico. I moduli della serie IP 67 sono infatti

dotati di un’interfaccia diretta EtherCAT: ciò signifi ca che l’alto

livello di prestazione è preservato fi no all’ultimo modulo. Si tratta

di un particolare che apre opportunità inedite nel mondo degli IP

67: comunicazione dei dati di processo veloce e precisa grazie a

XFC – eXtreme Fast Control Technology - e funzioni Motion Control

integrate direttamente sul campo. Questi moduli, estremamen-

te compatti, sono ideali per applicazioni con spazi ridotti. Gli

EtherCAT Box uniscono la robustezza dei Fieldbus Box, ideale per

applicazioni in ambienti industriali diffi cili, alla velocità di EtherCAT.

Il collegamento a EtherCAT si effettua tramite connettori a vite

M8 schermati. Cavi Ethernet standard permettono di collegare in

rete EtherCAT Box fi no a una distanza di 100 m.

Gli EtherCAT Box di Beckhoff rendono quindi disponibili le elevate

prestazioni di EtherCAT direttamente sul campo, ponendo le basi

per l’utilizzo di XFC (eXtreme Fast Control technology). In virtù

della drastica riduzione del time response degli I/O, XFC consente

di incrementare la capacità produttiva di macchine e impianti.

Gli EtherCAT Box soddisfano tutte le richieste dei segnali I/O in IP

67: ingressi digitali con fi ltri diversi (3,0 ms o 10 µs), uscite digitali

con corrente di uscita di 0,5 e 2 A, ingressi e uscite analogici con

risoluzione di 16 bit, ingressi termocoppie e RTD nonché moduli

per motori passo-passo. Per XFC, sono disponibili, per esempio,

moduli con ingressi Time-Stamp. L’allacciamento dei sensori e

degli attuatori avviene, a seconda del singolo caso, grazie a

connettori a spina avvitabili, in formato M8 o M12.

UN SERVOAMPLIFICATORE COMPLETO IN 12 MMUno degli ambiti applicativi dove sono richieste performance

real-time alla reti di comunicazione è quello del motion control.

E, tra le novità che hanno recentemente arricchito l’offerta

Beckhoff in questo campo, spicca il servoterminale EL7201, che

integra in un alloggiamento standard un servoamplifi catore com-

pleto per motori fi no a 200 W. Grazie all’integrazione nel sistema

di I/O EtherCAT di Beckhoff, cablaggio e messa in servizio sono

notevolmente semplifi cati, con conseguente riduzione di costi e

ingombri. Con il servoterminale EL7201 si amplia l’offerta di prodotti

compatti per il Motion Control per la gamma di I/O di Beckhoff:

oltre ai terminali per motori passo-passo, a corrente alternata e

a corrente continua, Beckhoff lancia sul mercato una soluzione

per task di posizionamento che richiedono un’elevata dinamicità.

L’EL7201 con interfaccia resolver offre un design molto compatto

ed elevate prestazioni ‘servo’. La tecnologia di controllo veloce ed

integrata, insieme ad un controllo di corrente ad orientamento di

campo e ad un controllo di velocità proporzionale-integrale sup-

porta operazioni di posizionamento altamente dinamiche. Oltre

al collegamento diretto di motore e resolver, è possibile collegare

anche un freno di stazionamento.

Come carico si possono utilizzare motori sincroni a magneti perma-

nenti con corrente nominale di max. 4 A. Il monitoraggio continuo

di numerosi parametri, quali sovratensione, sottotensione, sovra-

corrente, temperatura del terminale e carico del motore, offre la

massima sicurezza di esercizio. I moderni semiconduttori di potenza

garantiscono una dissipazione di potenza minima e, durante la

frenatura, consentono di recuperare energia nel DC-Link.

Il servoterminale è completamente integrato nel software di auto-

mazione TwinCAT di Beckhoff e permette di effettuare la parame-

trizzazione comodamente. Qualora un master provenga da terzi,

la parametrizzazione avviene mediante il profi lo CAN-over-Ether-

CAT (CoE). I servoterminali coprono un ampio spettro di applicazio-

ni per task di posizionamento: dalle macchine per imballaggio, alle

catene di montaggio automatiche, fi no ai minirobot.

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Page 45: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

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To WATCH Industrial Ethernet

la ethernet di

beckhoffsi chiama EtherCat

A differenza dei terminali bus, dove i dati del protocollo fi eldbus

sono convertiti nell’accoppiatore bus verso il bus interno indipen-

dente dal fi eldbus, il protocollo EtherCAT rimane completamente

intatto fi no a raggiungere il singolo terminale. Oltre ai terminali

EtherCAT con connessione E-bus, il consolidato sistema standard

di bus terminial con connessione K-bus può essere collegato

all’accoppiatore EtherCAT attraverso il BK1120, che assicura com-

patibilità e continuità con il sistema principale. In questo modo si

proteggono investimenti attuali e futuri. Gli azionamenti Beckhoff

sono disponibili anche con interfaccia EtherCAT. EtherCAT è inte-

grato anche in altri componenti Beckhoff, come i Fieldbus Box,

classe di protezione IP67. I PC industriali Beckhoff, i PC Embedded

della serie CX, i Control Panel con funzionalità di controllo e le

schede PCI Ethernet, già ad oggi, possono funzionare con la

tecnologia EtherCAT. EtherCAT è la soluzione ideale per il mercato

italiano, un Paese di costruttori di macchine estremamente

importante, nonché un protagonista nei sistemi di controllo. Nello

stesso tempo, EtherCAT mette i fornitori di macchine italiani e i

produttori italiani di sistemi di controllo nella posizione di compe-

tere sul mercato mondiale con una tecnologia avanzata.

INTEGRAZIONE ED EFFICIENZA A TUTTI I LIVELLIOltre all’integrazione di reti fi eldbus esistenti in una rete EtherCAT,

Beckhoff propone la possibilità di impiegare EtherCAT come

sottorete in una rete fi eldbus con EtherCAT Box. L’accoppiatore

funge da master per i moduli collegati e consente di sfruttare la

velocità di aggiornamento e la fl essibilità della topologia di Ether-

CAT. Inoltre, questa soluzione permette l’inserimento di moduli

IP67 direttamente a bordo macchina.

Con EtherCAT Box, la tecnologia EtherCAT può essere utilizzata

anche senza quadro elettrico. I moduli della serie IP 67 sono infatti

dotati di un’interfaccia diretta EtherCAT: ciò signifi ca che l’alto

livello di prestazione è preservato fi no all’ultimo modulo. Si tratta

di un particolare che apre opportunità inedite nel mondo degli IP

67: comunicazione dei dati di processo veloce e precisa grazie a

XFC – eXtreme Fast Control Technology - e funzioni Motion Control

integrate direttamente sul campo. Questi moduli, estremamen-

te compatti, sono ideali per applicazioni con spazi ridotti. Gli

EtherCAT Box uniscono la robustezza dei Fieldbus Box, ideale per

applicazioni in ambienti industriali diffi cili, alla velocità di EtherCAT.

Il collegamento a EtherCAT si effettua tramite connettori a vite

M8 schermati. Cavi Ethernet standard permettono di collegare in

rete EtherCAT Box fi no a una distanza di 100 m.

Gli EtherCAT Box di Beckhoff rendono quindi disponibili le elevate

prestazioni di EtherCAT direttamente sul campo, ponendo le basi

per l’utilizzo di XFC (eXtreme Fast Control technology). In virtù

della drastica riduzione del time response degli I/O, XFC consente

di incrementare la capacità produttiva di macchine e impianti.

Gli EtherCAT Box soddisfano tutte le richieste dei segnali I/O in IP

67: ingressi digitali con fi ltri diversi (3,0 ms o 10 µs), uscite digitali

con corrente di uscita di 0,5 e 2 A, ingressi e uscite analogici con

risoluzione di 16 bit, ingressi termocoppie e RTD nonché moduli

per motori passo-passo. Per XFC, sono disponibili, per esempio,

moduli con ingressi Time-Stamp. L’allacciamento dei sensori e

degli attuatori avviene, a seconda del singolo caso, grazie a

connettori a spina avvitabili, in formato M8 o M12.

UN SERVOAMPLIFICATORE COMPLETO IN 12 MMUno degli ambiti applicativi dove sono richieste performance

real-time alla reti di comunicazione è quello del motion control.

E, tra le novità che hanno recentemente arricchito l’offerta

Beckhoff in questo campo, spicca il servoterminale EL7201, che

integra in un alloggiamento standard un servoamplifi catore com-

pleto per motori fi no a 200 W. Grazie all’integrazione nel sistema

di I/O EtherCAT di Beckhoff, cablaggio e messa in servizio sono

notevolmente semplifi cati, con conseguente riduzione di costi e

ingombri. Con il servoterminale EL7201 si amplia l’offerta di prodotti

compatti per il Motion Control per la gamma di I/O di Beckhoff:

oltre ai terminali per motori passo-passo, a corrente alternata e

a corrente continua, Beckhoff lancia sul mercato una soluzione

per task di posizionamento che richiedono un’elevata dinamicità.

L’EL7201 con interfaccia resolver offre un design molto compatto

ed elevate prestazioni ‘servo’. La tecnologia di controllo veloce ed

integrata, insieme ad un controllo di corrente ad orientamento di

campo e ad un controllo di velocità proporzionale-integrale sup-

porta operazioni di posizionamento altamente dinamiche. Oltre

al collegamento diretto di motore e resolver, è possibile collegare

anche un freno di stazionamento.

Come carico si possono utilizzare motori sincroni a magneti perma-

nenti con corrente nominale di max. 4 A. Il monitoraggio continuo

di numerosi parametri, quali sovratensione, sottotensione, sovra-

corrente, temperatura del terminale e carico del motore, offre la

massima sicurezza di esercizio. I moderni semiconduttori di potenza

garantiscono una dissipazione di potenza minima e, durante la

frenatura, consentono di recuperare energia nel DC-Link.

Il servoterminale è completamente integrato nel software di auto-

mazione TwinCAT di Beckhoff e permette di effettuare la parame-

trizzazione comodamente. Qualora un master provenga da terzi,

la parametrizzazione avviene mediante il profi lo CAN-over-Ether-

CAT (CoE). I servoterminali coprono un ampio spettro di applicazio-

ni per task di posizionamento: dalle macchine per imballaggio, alle

catene di montaggio automatiche, fi no ai minirobot.

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44

elettronica - Domotica e Building Automation

la chiave del risparmio energetico

Negli ultimi anni il rapido sviluppo delle tecnolo-

gie nei settori dell’informatica, dell’elettronica e

delle telecomunicazioni ha permesso la diffusione

capillare di prodotti e sistemi che oggi fanno parte

della vita di tutti i giorni: PC, telefoni cellulari, sistemi

di navigazione o Internet non rappresentano che alcuni semplici

esempi. Ma è nelle case che si sta compiendo l’evoluzione più

sorprendente: abitazioni che offrono un livello di comfort finora

sconosciuto, garantiscono elevati standard di sicurezza e hanno

un impatto energetico limitato - con benefici effetti sul bilancio

familiare e sull’ambiente - non sono più una lontana prospettiva

ma una concreta realtà, realizzabile grazie ad un insieme di tecno-

logie innovative ed affidabili. Tra queste, la domotica è destinata a

giocare un ruolo di primo piano per la sua capacità di integrare e

di coordinare in modo intelligente il funzionamento delle appa-

recchiature e degli impianti più diversi, adeguando l’abitazione

ad esigenze crescenti e stili di vita in costante mutamento. Più in

generale, il completamento della Norma EN 50090 sui sistemi elet-

tronici per la casa e l’edificio, il processo europeo di convergenza

degli standard, i provvedimenti che vincolano ad una maggiore

efficienza energetica degli edifici e la consapevolezza maturata

da parte del mercato, sono tutti fattori che hanno dato slancio al

settore e reso la domotica di grande attualità.

La green engineeringLe apparecchiature utilizzate per la domotica e la Building

Automation (automazione delle utenze, entertainment, comfort,

sicurezza, ecc.) si basano sempre più spesso su componenti e siste-

mi elettronici progettati secondo i canoni della cosiddetta ‘green

engineering’, favorendo il risparmio energetico. Al di là di una

minore bolletta energetica, utilizzando tecnologie e componenti

‘green’ nei propri progetti si possono ottenere numerosi vantaggi.

“I vantaggi sono molteplici e diversificati a seconda delle aree di

prodotti”, afferma Roberto Corbezzoli di Vortice. “Ad esempio, i

motori ad alta efficienza hanno una maggiore vita attesa, minor

rumore elettromagnetico, ingombro limitato rispetto alla potenza,

sviluppano meno calore e, essendo controllati elettronicamente,

è possibili utilizzarli in applicazioni ‘speciali’ quali i sistemi a portata

costante. L’installazione di un sistema di Ventilazione Meccanica

Controllata con recupero di calore, oltre a significativi vantaggi

economici, permette un controllo degli inquinanti presenti nell’am-

biente (grazie alla sezione filtrante), e dei principali parametri

ambientali (temperatura ed umidità relativa), limita inoltre la

rumorosità in ambiente, garantisce una maggiore adattabilità alle

condizioni climatiche stagionali e l’indipendenza da fenomeni me-

teorologici o comportamenti casuali degli occupanti, mantenen-

do le portate e velocità dell’aria di rinnovo costanti, permettendo

quindi il raggiungimento di una condizione di benessere all’interno

dell’edificio”. Egli prosegue osservando che l’adozione di prodotti

gestiti da sensori ‘ambiente’, oltre al risparmio immediato, allun-

ga notevolmente la vita del prodotto stesso e tiene costante la

qualità dell’aria. “L’adozione di regolatori di velocità garantisce

un risparmio medio di oltre il 30 % e permette un dimensionamento

ottimale dell’impianto, limitando anche il rumore, i surriscaldamen-

ti e l’affidabilità nel tempo dei motori asserviti. Per quanto riguarda

il riscaldamento con pompa di calore inverter ad alta efficienza,

oltre ai vantaggi economici, viene garantito un controllo sulla qua-

lità dell’aria (grazie alle varie tipologie di sezioni filtranti).L’utilizzo di

ventilatori a soffitto per la destratificazione garantiscono ambienti

più salubri, grazie alla circolazione dell’aria e più confortevoli

anche per il funzionamento estivo grazie alla modalità di rotazio-

ne ‘reverse’. I prodotti da irraggiamento possono affiancare gli

impianti termotecnici, permettendo un dimensionamento molto

più contenuto degli stessi (con aumento della durata e dell’affida-

Le apparecchiature utilizzate per la domotica e la Building automation (automazione delle utenze, en-tertainment, comfort, sicurezza, ecc.) si basano su componenti e sistemi elettronici progettati sempre più spesso secondo i canoni della green engineering

il sistema imperial di Dias integra la domotica con molte altre funzioni

Di Valerio Alessandroni

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elettronica Domotica e Building Automation

bilità) e, per concludere, il termoventilatore da

caminetto, oltre a ingenti risparmi, garantisce

un’aria molto più salubre, assicurando l’elimi-

nazione del 99,9 % di batteri, spore batteriche e

spore fungine normalmente presenti”, conclu-

de Corbezzoli.

ConosCere i ConsumiSecondo Paolo Laganà di Inlon Engineering,

per realizzare la cosiddetta ‘green intelligence’

- il cui scopo finale è ridurre i consumi ener-

getici e, di conseguenza, i costi di esercizio - è

indispensabile conoscere nei dettagli i consumi.

“Le soluzioni realizzate da Inlon Engineering per

centri commerciali, negozi o, più in generale,

open space, consentono appunto, tramite

l’installazione di appositi dispositivi, di rilevare

informazioni dagli impianti per il monitoraggio

dei dati di esercizio (consumi, temperature,

luminosità, ecc.); effettuare comandi remoti;

rilevare allarmi ( banchi frigo, centrale termi-

ca, ecc.). Si tratta di andare oltre i tradizionali

data logger per puntare alla loro integrazione

nei sistemi bus che hanno preso il sopravvento

nelle applicazioni di BMS. In questa maniera, è

possibile gestire l’ottimizzazione dell’utilizzo delle

risorse cosiddette ‘energivore’. La specificità

della nostra soluzione sta nell’avere scelto di

utilizzare un bus di campo standard diffuso

come Lonworks o Bacnet e un’architettura

modulare che si appoggia a web server, in

modo da trasportare i dati di campo sulla rete

dati con protocollo IP. Un altro esempio è il

sistema Imperial di Dias, che è stato progettato

per offrire un’integrazione della domotica con

funzioni di gestione dell’energia, controllo ac-

cessi, sicurezza e tecnologie di comunicazione, il tutto combinato

con una programmazione user-friendly. “L’architettura del sistema

è stata progettata per essere semplice, facile da installare e con

una efficace ricerca guasti per risolvere i problemi, riducendo così i

costi”, afferma Marco Casanova di Dias. “Tutti i moduli del sistema

sono interamente aggiornabile tramite il bus di comunicazione e

sono realizzati per un montaggio su guida DIN standard. Questa

struttura consente di risparmiare spazio, oltre ad offrire un facile

accesso per le eventuali sostituzioni di componenti. La ricerca fatta

per il sistema Imperial è stata orientata a creare una soluzione in

grado di adattarsi pienamente a qualsiasi esigenza, per l’impiego

in campo sia residenziale che commerciale”.

DaLL’automazione inDustriaLe…Molte aziende approdano alla domotica dopo avere maturato

una lunga esperienza nel campo dell’automazione industriale.

“Le nostre strategie in ambito domotico ricalcano quelle che

ci hanno permesso di diventare uno dei leader di mercato nel

mondo dell’automazione industriale e che poggiano su due

precisi cardini”, afferma ad esempio Franco Andrighetti, Managing

Director di EFA Automazione. “Il primo è la continua evoluzione dei

nostri pannelli operatore touch screen, attraverso i quali l’utente

può navigare all’interno della propria abitazione e che, grazie alla

derivazione industriale, garantiscono il funzio-

namento nelle condizioni più gravose, oltre

a non necessitare di alcuna manutenzione

nel tempo. La seconda è rappresentata da

prodotti di connettività che ci consentono di

far dialogare tra loro dispositivi eterogenei nor-

malmente presenti all’interno di un impianto

domotico, di marca diversa e preposti a varie

funzioni, quali luci, tapparelle, termoregola-

zione, climatizzazione, irrigazione, distribuzione

sonora, scenari luminosi, Tvcc, TV, controllo

accessi (locale e remoto), bilancio energetico

dell’energia prodotta e consumata”.

A sua volta, Panasonic ha sviluppato un senso-

re di movimento che capta le radiazioni infra-

rosse. Il sensore, chiamato NaPiOn, è in grado

di rilevare il movimento di una persona o di un

oggetto che ha una differenza di temperatura

di almeno quattro gradi centigradi rispetto

all’ambiente circostante. Le applicazioni

principali per il NaPiOn sono essenzialmente

legate al mondo della illuminazione. Il NaPiOn

permette di risparmiare preziosa energia, è in

grado di rilevare se nella zona sorvegliata ci

sono movimenti di persone o cose e quindi

comanda l’accensione o lo spegnimento

delle luci in modo da evitare sprechi. Il NaPiOn

è un componente completo per la rilevazione,

facile da integrare in un circuito elettronico e

con prestazioni costanti nel tempo. Il senso-

re di luminosità NaPiCa rileva le radiazioni

luminose con una sensibilità molto simile a

quella dell’occhio umano. Questa caratteri-

stica permette al NaPiCa di essere usato con

successo nelle applicazioni di domotica ed

illuminotecnica.

schema di funzionamento del sistema Prometeo di Vortice, basato sulla Venti-lazione meccanica Controllata

il touch screen titanio di Bticino, per applicazioni domotiche

arriVa L’eCo-etiChettaTra le grandi novità che contraddistinguono l’offerta Bticino,

spicca uno strumento semplice ed innovativo: l’Eco-etichetta,

che permette di individuare in modo chiaro i risparmi ottenuti in

termini economici e di emissioni di CO2. Il nuovo strumento vuole

essere il contributo di BTicino a rendere evidenti e comprensibili al

cliente i vantaggi economici e ambientali delle differenti soluzioni.

L’etichetta a breve sarà concretamente presente su molti prodotti

legati all’efficienza energetica, e mostrerà le economie reali e il

ritorno dell’investimento. L’efficienza energetica nel terziario è solo

una componente della strategia BTicino nel campo dell’efficienza

energetica. Si tratta di un approccio ‘olistico’ al problema, che

vede i suoi assi di sviluppo anche nel residenziale, con soluzioni

domotiche orientate al risparmio energetico (termoregolazione a

zone, visualizzazione consumi, controllo carichi, sistemi automatici

per il controllo dell’illuminazione) e nelle energie alternative (trasfor-

matori per generatori eolici e fotovoltaico, materiale elettrico per

quadri elettrici, quadri di stringa, canali elettrificati e passerelle me-

talliche di distribuzione, inverter). Sono settori che hanno assorbito,

e assorbiranno buona parte degli investimenti in ricerca e sviluppo,

che oggi sono pari al 7/8% del fatturato.

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La vision ProgeaLo scada movicon ha oggi la versione ba

Di Valerio Alessandroni

Lo Scada Movicon di Progea è noto soprattutto

per le sue applicazioni industriali. Come inten-

de l’azienda rafforzarne la presenza anche

in campo domotico? Lo abbiamo chiesto a

Paolo Fiorani, Managing Director dell’azienda

di Modena.

“Movicon è stato prodotto anche nella ver-

sione BA, una speciale edizione orientata al

mondo della Building Automation”, ci spiega Fiorani. “Questa

edizione prevede una grafica leggermente diversa, con la

quale intende parlare ‘il linguaggio’ di chi opera espressa-

mente nel mondo della Building Automation. Il prodotto ha

una propria linea commerciale, un proprio listino e materiale

a corredo (progetto demo, librerie di simboli, ecc.) destinati

all’automazione civile”.

Con questa versione di prodotto, Progea intende quindi raf-

forzare la propria presenza in un settore che sta uscendo da

tradizioni di prodotti chiusi e proprietari, per orientarsi verso il

mondo dei prodotti aperti e standard, consentendo di risolve-

re il problema principale nell’automazione civile: l’integrazio-

ne dei sottosistemi.

“In questo senso, Progea si sta orientando verso collaborazio-

ni commerciali con operatori del settore, per promuovere la

propria tecnologia Scada in versione BA nel mondo dell’auto-

mazione civile”, aggiunge Fiorani.

Nato in ambito industriale, lo Scada Movicon ha oggi la versione BA, espressamente dedicata al settore della domotica e dell’automazione dell’edificio

(1ª Parte)

elettronica Domotica e Building Automation

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Quali sono i vantaggi per l’utilizzatore domotico (system inte-grator ma anche utente finale) derivanti da un prodotto che ‘si è fatto le ossa’ in applicazioni impegnative come quelle industriali?“Il vantaggio principale consiste nell’apertura all’integrazio-

ne”, risponde Fiorani. “Nel campo dell’automazione civile

è necessario integrare sistemi diversi: i sistemi tecnologici su

bus quali Konnex o LON, i sistemi di climatizzazione o Hvac,

sempre più basati su Bacnet, i sistemi di gestione energetica,

orientati a protocolli quali Modbus, i sistemi di sicurezza, come

le centrali anti-intrusione o antincendio, che spesso utilizzano

protocolli quali CEI-ABI, i sistemi audio e video che ormai sono

tutti basati su architetture Ethernet”.

Utilizzare una piattaforma aperta ed affidabile come Movicon

significa la certezza di poter integrare in un’unica piattaforma

multiprotocollo i diversi sotto insiemi che automatizzano un

edificio, utilizzando inoltre tecnologie collaudate ed affidabili,

provenienti da settori nei quali la qualità e l’affidabilità sono

requisiti indispensabili.

“Oltre a questo, la semplicità d’uso senza rinunciare alle po-

tenzialità è una necessità imprescindibile dal personale che

non è abituato a tecnologie sofisticate, ma richiede soluzioni

semplici e veloci”, sottolinea Fiorani.

Le funzioni di Movicon verranno aumentate o ampliate in vista della sua specifica applicazione nel campo della domotica?“Le funzioni di Movicon, nell’edizione BA, non sono ampliate,

ma diversificate”, afferma Fiorani. “Per un sistema di super-

visione, infatti, le necessità restano quelle di comunicare,

acquisire, visualizzare, storicizzare, comandare. Le differenze

però sono orientate soprattutto ai protocolli di comunica-

zione, che devono essere volti a specifici bus o dispositivi

utilizzati unicamente nel mondo della Building Automation

o domotica. Inoltre, la grafica deve prevedere simbologie

differenti, orientate alle necessità del settore. Altre funzioni

specifiche sono in realtà comuni al mondo dell’automazione,

che sia civile o industriale, come le logiche, i comandi da

schedulazione o la gestione ricette, che nel mondo domoti-

co prendono il nome di ‘scenari’, ma mantengono lo stesso

principio di funzionamento”.

Nella domotica è spesso importante disporre di un’offerta hardware/software completa. Come intende muoversi Progea in questo senso?“La politica di Progea resta invariata, sulla linea ben precisa

di rimanere un’azienda produttrice di software, indipenden-

te da qualsiasi tecnologia o prodotto hardware”, risponde

Fiorani. “E’ proprio questa la migliore garanzia di apertura,

apprezzata dai System Integrator: disporre di un prodotto

software d’eccellenza, aperto ed indipendente, abbinabile a

qualsiasi tecnologia o prodotto hardware”.

Per tutti coloro che desiderano un’offerta abbinata har-

dware/software, Progea tende ad istituire delle politiche di

partnership con i produttori o i distributori di hardware al fine

di dare loro la possibilità di abbinamento e consentire di di-

sporre del ‘valore aggiunto’ del software, anche attraverso la

completa personalizzazione (brand) della piattaforma.

“Per potere istituire quanto più possibile queste partnership,

è indispensabile l’assoluta neutralità ed indipendenza del pro-

duttore di software”, conclude Fiorani.

Intervistaelettronica Domotica e Building Automation

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Page 50: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

MoviconMon itor ing v is ion and control

La più innovativa, flessibile e scalabiletecnologia per il software SCADA/HMI

Il software semplice, flessibile e potente.Il vostro progetto di supervisione richiede un potente SCADA per Windows Server oppure un semplice HMI con Windows™CE? Oppure entrambe le cose? In ogni caso, con Movicon™11 siete sicuri di realizzare velocemente ogni vostra applicazione. Grazie alla tecnologia innovativa, flessibile ed affidabile di Movicon, e grazie ai servizi di assistenza e consulenza di Progea, otterrete la riduzione dei costi e l’incremento delle

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Page 51: NewSImpresa Nr.2 - Maggio 2011

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News

Da ABB interfacce che integrano domotica e intrattenimento

Wago: connessioni altamente innovative

Adattatore Modbus Eaton

Oltre alla vasta gamma di funzioni evolute offerte dai sistemi di

home e building automation di ABB, a standard internazionale

KNX, è possibile disporre di ulteriori servizi per il controllo e il com-

fort domestico abbinando, a questi sistemi, moderne interfacce

che associano l’automazione e l’intrattenimento. A tal fi ne ABB

propone diversi dispositivi di alto livello tecnologico e, allo stesso

tempo, di utilizzo molto semplice e intuitivo.

Comfort Touch, per esempio, è un piccolo centro di comunica-

zione privata, dotato di un moderno touch screen a colori, dal

gradevole design, che, oltre a permettere il controllo diretto delle

funzioni svolte dal sistema di automazione a cui è abbinato (con-

trollo luci, gestione della climatizzazione, programmazione e atti-

vazione degli scenari, controllo dei consumi energetici, ecc.), è in

grado di fornire servizi che spaziano dall’intrattenimento (gestione

fl essibile di audio e video) alla comunicazione e informazione

(lettura e scrittura di e-mail, composizione e lettura di messaggi

memo, visualizzazione dei consumi energetici) fi no alla sicurezza

(monitoraggio delle immagini

provenienti da telecamere, atti-

vazione delle funzioni di allarme,

simulazione di presenza). Un altro

dispositivo realizzato da ABB

per un effi ciente controllo degli

ambienti domestici è la consolle

domotica PriOn, che permette

di gestire illuminazione, clima e

suono localmente o da un punto

centrale di controllo all’interno

dell’abitazione. Il display a colori

di PriOn consente di navigare facilmente nel menu operativo,

per effettuare comandi di accensione, spegnimento e regola-

zione delle luci, comandi di tapparelle, regolazione di termosta-

ti, ricerca e memorizzazione di stazioni radio, funzione orologio e

segnalazione allarmi; le icone del display sono personalizzabili.

Wago propone connessioni altamente innovative in elettrotec-

nica e elettronica. Per il mercato dell’automazione industriale il

sistema modulare Wago offre prodotti dedicati alle applicazioni

quali automazione di macchina, building automation, controllo

di processo e telecontrollo, interfaccia uomo macchina. Le

connessioni a molla Wago sono facili nell’uso, veloci, sicure e re-

sistenti alle vibrazioni. Winsta è il nuovo sistema di connettori ad

innesto di Wago per la Building Automation. Il sistema è adatto

all’utilizzo per l’illuminotecnica e circuiti di potenza con una cor-

rente di 25 A ed è equipaggiato con la tecnica di connessione

Cage Clamp. Winsta è utilizzabile per conduttori rigidi, semirigidi

e fl essibili da 0,5 a 4 mm2. Ogni polo ha 2 contatti ed, poiché

i punti di serraggio sono indipendenti, è possibile connettere

conduttori di sezioni differenti. E’ assicurata la totale protezione

contro l’inversione di polarità nel caso di: inserimento spostato

lateralmente, invertito di 180°, con differenti numeri di poli, con

un solo polo. Tra le altre caratteristiche: protezione contro i con-

tatti accidentali sia sulla spina sia sulla presa; fi ssaggio uguale

per tutti i conduttori; possibilità di testare una connessione sia

sulla presa sia sulla spina; dati tecnici stampati in rilievo; 9 mm di

lunghezza della spelatura.

L’adattatore Modbus Eaton è un dispositivo di connettività X-slot

che offre monitoraggio continuo, affi dabile ed accurato di un

gruppo di continuità attraverso un Sistema di Gestione Edifi cio

Intelligente (BMS).

La scheda usa il Protocollo Modicon, Modbus RTU per integrare

i dati provenienti dall’UPS all’interno dei maggiori sistemi di Buil-

ding Automation; questi dati possono essere esaminati in tempo

reale per aiutare nella diagnosi di problemi elettrici.

Caratteristiche e benefi ci: include l’utility Modbus Profi ler che

crea una mappa dei registri Modbus per ogni UPS; connessione

via rete RS-485 attraverso un con-

nettore DB-9 isolato, oppure una

morsettiera; supporto modalità di

comunicazione con rete Modbus

multinodo a due fi li oppure a quat-

tro fi li; conforme allo standard X-Slot di

Eaton per supportare una grande varietà

di Gruppi di Continuità che montano X-Slot.

via rete RS-485 attraverso un con-

nettore DB-9 isolato, oppure una

morsettiera; supporto modalità di

comunicazione con rete Modbus

multinodo a due fi li oppure a quat-

tro fi li; conforme allo standard X-Slot di

Eaton per supportare una grande varietà

di Gruppi di Continuità che montano X-Slot.

La nuova

generazione dell’efficienza

...Di Gefran

Grazie ad un know-how maturato in quarant’anni di attività nel

mercato del sollevamento civile, la tecnologia alla base della

nuova gamma di drive ADL200, ADL100 ed AVRy di Gefran assicura

maggiore effi cienza all’impianto in cui vengono installati,

attraverso il recupero di energia e la relativa rigenera-

zione in rete. Ne consegue un signifi cativo risparmio

energetico. Le nuove serie di drive è frutto di una analisi

delle reali esigenze degli operatori di settore e dalla

costante collaborazione tecnica ed applicativa con

system integrator e costruttori di impianti Lift. Si tratta

di soluzioni versatili e modulari: si addicono ad ogni

tipologia di impianto, roomless o tradizionale, con e senza

riduttore; offrono la confi gurazione di controllo ‘ad hoc’

per le più svariate architetture di automazione. La gamme ADL200

e ADL100 si propongono in un vasto range di potenza e integrano

funzioni evolute specifi che per il settore Lift. Tali funzioni garantisco-

no elevate performance al fi ne di rendere estremamente con-

fortevoli, precise e sicure le fasi di avvio e fermata della cabina,

in impianti con motorizzazioni asincrone e sincrone e con confi -

gurazioni avanzate proprie dei moderni sistemi di sollevamento

civile. I drive AVRy integrano un avanzato controllo per

motori sincroni ed una sofi sticata tecnologia per il recu-

pero di ‘energia pulita’ verso rete. Sfruttano il potenziale

dell’energia creata dal movimento della massa della

cabina in direzione verticale e la convertono in energia

elettrica da rigenerare verso la rete di alimentazione.

tipologia di impianto, roomless o tradizionale, con e senza

no elevate performance al fi ne di rendere estremamente con-

fortevoli, precise e sicure le fasi di avvio e fermata della cabina,

in impianti con motorizzazioni asincrone e sincrone e con confi -

gurazioni avanzate proprie dei moderni sistemi di sollevamento

elettronica - Domotica e Building Automation

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