n° 01 TremilaSport 20 01 2016

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PAG 36 TUTTO LO SPORT DEL FRIULI VENEZIA GIULIA A 360 GRADI magazine www.tremilasport.com AL NORD TORNARE UDINESE LEGA PRO DANIELE MASTRANGELO, ATTUALMENTE A MATERA IN A2, SPERA DI RIENTRARE NELL'ALVEO DANIELE MASTRANGELO scuola Ubc, in azione con la maglia di Matera COLJA, IL GIGANTE DEL VESNA colantuono " costretto " a certe scelte CATTANEO, "VELENO" HA STREGATO LA CURVA pagG 8-9 pagG 24-25 pagG 6-7 01|16 20|01|2016

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Basket – Mastrangelo, voglia di tornare al Nord Lega Pro – “Veleno” Cattaneo ha stregato la curva Eccellenza – Colja, il bomber gigante del Vesna Prima Categoria – La Bujese punta sui giovani Giovanili – Alla Torreanese è cambiata l’aria Udinese – Colantuono “costretto” a scegliere Volley – DLF, da 31 anni sulla breccia Atletica – Del Torre, sport e studio ad alto livello Le Belle di Tremila Sport – Chiara Silvestri Itinerari – Lungo il Judrio tra castelli e chiese, e sulla vetta del Matajur

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T U T T O L O S P O R T D E L F R I U L I V E N E Z I A G I U L I A A 3 6 0 G R A D I

magazine

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AL NORDTORNARE

UDINESE

LEGA PRO

DANIELE MASTRANGELO, ATTUALMENTE A MATERA IN A2, SpERA DI RIENTRARE NELL'ALvEO

DANIELEMASTRANGELOscuola Ubc,in azionecon la magliadi Matera

COLJA, IL GIGANTEDEL VESNA

colantuono"costretto"a certescelte

CATTANEO, "VELENO"

HA STREGATO LA CURVA

pagG 8-9

pagG 24-25

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TremilaSport+ | 20 01 2016 | 03

01|162 0 | 0 1 | 2 0 16SOMMARIO

CALC

IO

24-25 UDINESE

6-7 LEGAPRO

8-10 ECCELLENZA

11-12 PROMOZIONE

13 PRIMACATEGORIA

14-16 SECONDACATEGORIA

17 TERZACATEGORIA

18-19 GIOVANILI

20 CALCIOA5

23 FEMMINILE

36-37 BASKET

39-43 VOLLEY

34-35 ALTRISPORT

6

RUBRICHE26-27 SIDICEVA...

29-32 LEBELLEDITREMILASPORT

22 NONSOLOSPORT

46-47 MONDOLIBERTAS

48-51 GLIITINERARIDITREMILASPORT

45 OSSERVATORIO:SPORTIVO

29

8

Le Belle di Tremila Sport:Chiara Silvestri

DAvID COLJAIlgigantediSistianahatrascinatoilVesnaallavittoriaincoppaItaliaasuondigol

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EDITORIALE

PAG 36

T U T T O L O S P O R T D E L F R I U L I V E N E Z I A G I U L I A A 3 6 0 G R A D I

magazine

w w w. t r e m i l a s p o r t . c o m

AL NORDTORNARE

UDINESE

LEGA PRO

DANIELE MASTRANGELO, ATTUALMENTE A MATERA IN A2, SPERA DI RIENTRARE NELL'ALVEO

DANIELEMASTRANGELOscuola Ubc,in azionecon la magliadi Matera

COLJA, IL GIGANTEDEL VESNA

colantuono"costretto"a certe scelte

CATTANEO, VELENO

HA STREGATO LA CURVA

pagG 8-9

pagG 24-25

pagG 6-7

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Media Partner TremilaSport

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DIRETTORE RESPONSABILE Edi FabrisVICEDIRETTORE Massimo MuzzinEDITORE MEDIATREMILA EDIZIONI srl Viale Palmanova 146 - 33100 Udine Tel. 0432. 33 30 893 [email protected]

Registrazione Tribunale Udine n. 38/07 del 19.11.2007Responsabile trattamento dati (D.LGS. 30-6-2003 N. 196) Edi Fabris

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 20 gennaio 2016.

REDAZIONEViale Palmanova 146 - 33100 Udine Tel. 0432. 33 30 [email protected] www.mondoudinese.com

Mondo UdineseQUOTIDIANO D’OPINIONE BIANCONERA

LA RADIO UFFICIALE DELL’UDINESE CALCIO

vIDEOrEgIONETELEPOrDENONE

01| 16

DIZ IONI

MediaTremila EdizioniViale Palmanova 146 - UdineTel. 0432. 33 30 893 [email protected]

....

Il DirettoreEdi Fabris

Voleva rimettersi in gioco dopo una stagione così così a Trieste, Daniele Mastrangelo, talento friulano cresciuto nell'Ubc e quest'anno a Matera, matricola di A2. Ma è un'esperienza insoddisfacente, quella che il cestista ci racconta, tanto da sentire forte dentro la voglia di ritornare al nord,

magari a Udine, se l'Apu riuscisse a centrare finalmente la promozione in A2. E' ul-tima e staccata, Matera, ma non sta tutto qui il cruccio del giocatore, quanto l'in-capacità ad adattarsi in generale ad uno stile di vita tipico di quelle latitudini. A lui abbiamo voluto dedicare quindi la nostra copertina, a titolo quasi beneaugurante in vista di un suo auspicabile ritorno nell'alveo. C'è poi il momento-no dell'Udinese, che nel nuovo stadio ha tradito le attese della tifoseria subendo un poker dalla Juventus senza reagire, una sorta di no contest pugilistico che Ido Cibischino analizza sollevando sostanzialmente l'allenatore Colantuono da molte responsa-bilità attribuitegli. Così come sostiene il mantenimento del nome dello stadio, Friuli, che in omaggio al business si vorrebbe sostituire con quello dello sponsor Dacia. Piano con certe scelte, il Friuli è come la Catalogna, la propria identità va salva-guardata, soprattutto in tempi in cui di friulani in squadra non ce n'è neppure l'ombra tra frotte di stranieri che a Udine si sentono di passaggio in attesa di lidi più profumatamente pagati. E alla famiglia Pozzo va rivolto di conseguenza un invito d'importanza fondamentale: più italiani in squadra, pena la disaffezione di una parte del pubblico e la mancanza in futuro, visto che Pinzi e prossimamente anche Domizzi e Di Natale saluteranno la compagnia, di quelle bandiere alle quali gli sportivi di ogni latitudine inevitabilmente fanno riferimento. E come nostra consuetudine anche in questo numero talune espressioni di friulanità vogliamo proporle ai nostri lettori: nella pallavolo il Dlf, il Dopolavoro ferroviario udinese, che da oltre trent'anni è sulla breccia lavorando in campo giovanile, e nell'atletica leggera un giovane lunghista, Riccardo Del Torre, che ai positivi risultati sportivi riesce ad abbinare un curriculum di studi altrettanto brillante, tanto da essere premiato recentemente dal Panathlon cittadino. Un esempio per molti giovani dei quali purtroppo si parla spesso in termini non altrettanto positivi. Dalla Scozia giunge invece una calciatrice che abbiamo reso protagonista di un nostro servi-zio, Lana Clelland, che a Tavagnacco vuole riscattare un precedente sfortunato biennio italiano durante il quale ha dovuto fare i conti con un brutto infortunio che ne ha limitato le prestazioni. Questo e altro nel primo numero del nuovo anno, quello dell'Europeo di calcio e delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. .

IlnomedellostadioFriulivasalvaguardato

TremilaSport+ | 20 01 2016 | 05

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CALCIOLEGAPRO

più che un veleno, un "antidoto". Il Pordenone ne ha già tratto be-nefici. Ma visto che in campo agli avversari fa tanto male, lasciamo i nickname al loro posto. Anche perché il ramarro è un animale rapidissimo nei movimenti…

- Col Pro Piacenza migliore in campo con assist al bacio.La partita si è messa bene sin dall'inizio. Poi, dopo l'espulsione

Luca "veleno" Cattaneo. Ecco, se volete incomin-ciare a capire il perso-naggio, dimenticatevi di questo soprannome,

che gli dona un'aria troppo ag-gressiva. La verità è che quando parli con uno degli esterni più forti della Lega Pro, i primi ag-gettivi che ti vengono in mente sono disponibilità e simpatia. E non è un caso che i tifosi di ogni squadra con cui è sceso in cam-po lo amino alla follia: "Mi fermo sempre con tutti a fine partita perché è giusto dare del tempo alle persone che ti vengono a ti-fare, per contraccambiare. Sono sempre a disposizione, sto fuori dallo stadio, penso sia il minimo: da quando gioco a calcio ho sem-pre fatto così. Ancora oggi mi

arrivano messaggi da Savona e Bassano, è stupendo. Credo che prima di essere giocatori si deb-ba essere uomini, perché nella vita non si sa mai cosa può suc-cedere. Quando pensi di essere arrivato è il momento in cui la favola finisce. Questo modo di pormi lo devo sicuramente ai miei genitori, persone genuine, che mi hanno saputo insegnare i valori che contano". Insomma,

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MR "VELENO",L'IDOLO DELLA CURVA

LUCA CATTANEO

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LUCA CATTANEONato il 30 gennaio 1989 a Porlezza, il centrocampista esterno è arrivato alla corte di Bruno Tedino in estate dopo l'ottima stagione vissuta con la maglia del Bassano. In carriera ha vestito anche le maglie di Borgomanero, Pavia e Savona. In questa stagione ha realizzato un gol in campionato e uno in coppa, servendo anche tre assist in campionato per i compagni, l'ultimo dei quali a Finocchio col Pro Piacenza.

Strana la vita: a nove anni feci un provino per il Como

e mi preferirono a Leo Messi

“06 | 20 01 2016 | TremilaSport+

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LEGAPROCALCIO

del loro mediano, abbiamo au-mentato la pressione. Gli spazi apertisi ci hanno permesso di incidere di più, abbiamo gioca-to alla grande colpendo anche due pali e abbiamo meritato i tre punti.

- Sul gol di Finocchio eri in una posizione ideale per calciare, ma hai scelto di passare. Cosa hai pensato?Poco prima in un'azione simile avevo colpito i difensori in uscita. Si è riproposta una situazione si-mile e non volevo sciupare un'al-tra opportunità. Mi sono detto: "Provo a metterla, faccio una gio-cata diversa". Ho visto Finocchio da solo, ho messo questa palla morbida e lui è stato bravissimo a dare forza e a piazzare nel sette. Un gran gol, senza dubbio.

- Prosegue uno splendido cam-mino con questa seconda vit-toria consecutiva. Sinceramen-te, ti aspettavi una stagione a questi livelli?Dire di sì è da presuntuosi. Sono supercontento della mia scelta "neroverde", soprattutto dopo la passata stagione a Bassa-no dove ero arrivato primo e per via della sentenza-Novara mi sono trovato ai playoff per perdere poi la finale. Rischi di non avere più le motivazioni, qui invece ne sto trovando giorno dopo giorno, e non è cosa da poco. Siamo lassù, fra le big, sono tutti contenti, anche chi gioca meno. E il fatto che ci sia sempre il sorriso aiuta. Spesso è

chi subentra a fare la differenza, proprio come questa domenica col gol di Finocchio. Ora ci pre-pariamo all'Albinoleffe: all'andata abbiamo fatto fatica (finì 1-0 per il Pordenone, ndr), non sarà fa-cile. Credo che la classifica sia un po' bugiarda, sono partite dove la testa fa la differenza: se entri in maniera superficiale perché pensi "Sono in fondo alla classifica", ne esci con le ossa rotte. Nel calcio queste teorie non esistono.

- Il Presidente si è sbilancia-to: "Non siamo mai stati così in alto, e possiamo crescere ancora"Io sono uno che gioca partita per partita, in tutta la mia vita non ho mai pensato "Dobbiamo arrivare qui". L'anno scorso ab-biamo chiuso in testa quando i pronostici erano di tutt'altro avviso. Ora è presto, penso che per i primi di marzo potremmo dire a cosa possiamo puntare.

- Chi ti vede giocare resta affascinato: sei un treno in-stancabile che, oltre alla fase offensiva, si rende utile an-che in difesa. Pensi di poter tenere questi ritmi fino a fine stagione?In realtà penso di poter dare ancora di più (ride, ndr). Il fatto è che per me il periodo più dif-ficile è l'inverno, quando i cam-pi sono pesanti. Credo che con l'innalzarsi delle temperature il mio fisico troverà vantaggi. Sono abituato a fare su e giù, mi

ragazzino era Leo Messi, e quella volta preferirono me a lui. Entrai così nel Como, mentre per l'ar-gentino iniziò poco dopo la car-riera al Barcellona, che decise di curarlo visti i suoi problemi di crescita. Ora diciamo che le cose sono un po' cambiate (sorride, ndr). A pensarci fa effetto. Al Si-nigaglia ho fatto il raccattapalle e, destino ha voluto, ho giocato anche la finale dei playoff dello scorso anno. Intrecci pazzeschi, senza dubbio.

- Ma anche in Liguria hai un pezzo di cuore…

Col Savona ho fatto 5 anni, dalla D alla "quasi" B, vin-cendo due campionati. Ma

la cosa più bella è il rapporto con i tifosi: eravamo nel periodo del fallimento, non ricevevo lo stipen-dio da 8 mesi, ep-pure tutti si sono stretti attorno a noi. Non c'era più

società, solo noi e il mister. E i tifosi, oltre

a pagarci le trasferte, ci han-no offerto vitto e alloggio. Un qualcosa di magico. Io in questi brutti momenti ci sono passato e avere la fortuna di incontrare persone così, che si rimboccano le maniche e ti aiutano senza ricevere nulla in cambio, beh…ti lascia senza parole. Per questo in campo do sempre tutto. Tutto. Ripago la gente col sudore.

- Chiudiamo con una scelta: il dato più importante è essere il quarto miglior attacco o i pro-gressi nel reparto arretrato?Noi proviamo ad esprimere un buon calcio, spesso ci riusciamo. Certo, dipende dai campi, ma vin-cere aiuta a vincere. Io scelgo la seconda, perché se non prendi gol in quei 90 minuti un punto lo porti a casa. Quindi, pensando che un gol - lo dicono i numeri - lo facciamo, essere migliora-ti in difesa è l'aspetto chiave. Il gruppo è unitissimo, e non è facile trovare l'intesa quando cambia praticamente tutta la rosa. Ora i movimenti ci sono, le dinami-che di gioco pure. Speriamo di toglierci delle belle soddisfazioni.

Luca Feole

hanno insegnato così, e a furia di farlo ti abitui, il fisico si allena. Un conto è giocare solo in una metà campo, un altro è esserci in en-trambe le fasi. Mi auguro di continuare così. E un rin-graziamento va al nostro preparatore e alla splendida struttura di Pordenone, che ci permette di allenarci a livelli ottimali.

- Raccontaci di quando eri più forte di Messi…(ride, ndr) Eravamo ad un provino, avevo 9 anni. 300 ragazzi in corsa, ne avreb-bero presi soltanto 22. Alla fine resto in lizza con questo ragazzi-no che parla spa-gnolo, più grande di me d'età, con le mie stesse ca-ratteristiche. Beh, quel

LEGA PRO 20^ GiornataALBINOLEFFE - PORDENONEALESSANDRIA - CUNEOBASSANO - FERALPI SALO'CITTADELLA - PRO PATRIAGIANA - RENATEMANTOVA - SUDTIROLPAVIA - CREMONESEPRO PIACENZA - PADOVAREGGIANA - LUMEZZANE

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Già 15 i gol messi a segno dal diciottenne gigante

di Sistiana. Col lui il Vesna può sognare

L'AIRONECOI PIEDI

PER TERRA

DAVID COLJA

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EccELLEnzA - 24/01/201618^ GiornataRIVIGNANO - CJARLINSMUZANEISM GRADISCA - CORDENONSSANVITESE - FLAIBANOVIRTUS CORNO - GEMONESEKRAS REPEN - LUMIGNACCOTORVISCOSA - MANZANESETOLMEZZO - TRICESIMOCHIONS - VESNA

ECCELLENZACALCIO

"Sono stati i miei amici a darmi que-sta sorta di soprannome. Fisicamente e per ruolo un po' lo ricordo: per que-sto mi hanno regalato la sua maglia, quella dello Stoke City", parla così David Colja, mentre racconta la sua "robodance" presa in prestito dal so-sia Peter Crouch. Ed è a quegli scal-manati dei suoi amici che ha deciso di dedicare il secondo gol in finale di Coppa Italia, mostrando a tutti la casacca dell'attaccante inglese. Le differenze con il più alto calciatore ad aver indossato la maglia dell'In-ghilterra però sono molte: l'età, in primis (18 anni per David contro i 34 di Peter), e, soprattutto, i palloni messi in fondo al sacco in stagione (soltanto 2 in Premier, già oltre i 15 stagionali per l'attaccante del Vesna). L'aggettivo per il classe '97 è senza dubbio "decisivo". E ora, dopo il suc-cesso in Coppa, gli obiettivi stagionali si moltiplicano e si fanno chiari: ecco cosa ci ha raccontato.

- Doppietta in finale: la giornata perfetta?Beh, se fosse arrivato anche il terzo sarebbe stata davvero perfetta…(ride, ndr). Scherzi a parte, è stata una sfi-da fantastica, a partire dalla splen-dida cornice di pubblico. Dopo soli 50 secondi siamo finiti sotto e non potevo crederci: ci davano tutti per vincenti, mi ripetevo "Non può finire così!", ma essere sotto sin dall'inizio è stata una doccia fredda. Siamo stati bravi a reagire e, alla fine, abbiamo meritato la vittoria. Poi dei due gol non posso che essere felice.

- E la vittoria vi apre nuovi scenari: in caso di vittoria finale nel torneo con le vincenti la promozione in D sarebbe automatica…Inizieremo a marzo il gironcino con Virtus Bolzano e Liapiave, rispetti-vamente (vincitrici della Coppa del Trentino Alto Adige e del Veneto). Non conosco le squadre che affrontere-mo, ma sinceramente lo vedo come un traguardo difficile. In ogni caso vedremo, la priorità ora è pensare al campionato. Certo è che, essendo arrivati fin qui, ci proveremo.

- E torniamo proprio al campiona-to. La vittoria con il Cordenons vi tiene aggrappati al gruppo di testa. All'andata avevate perso 2-1: è un segnale di cambiamento?All'andata era la prima partita di campionato, strana, come sempre. Non avevamo giocato affatto male, ricevendo addirittura i complimenti avversari: la sconfitta non era il ri-sultato corretto. Ora siamo cresciuti sotto l'aspetto mentale, siamo più

concentrati e lo siamo più a lungo. Siamo capaci di gestire le situazioni. Avevamo giocato tre giorni prima, c'era da soffrire, l'abbiamo fatto nella maniera migliore. Mi sono conquista-to il rigore in un momento delicato e grazie a questi tre punti ci siamo avvicinati proprio a loro, impeden-dogli di fuggire. Il gruppo di testa è saldo e sarà un bellissimo girone di ritorno.

- Altri miglioramenti?Essere il miglior attacco ed una delle migliori difese è senza dubbio il frutto di tanto lavoro. In queste categorie appena cali vieni punito, noi faccia-mo il possibile per evitare queste depressioni di soglia dell'attenzione.

- Sei capocannoniere. Il tuo obiet-tivo stagionale?Vorrei arrivare a 20. In realtà mi è successo una volta di essere a 6 gol stagionali e di aver risposto alla stessa domanda con "Vorrei arrivare a 10". Non ci sono riuscito (ride, ndr). Speriamo sia la volta buona, è un titolo che ho conquistato solo con i giovanissimi e gli allievi.

- Quanto conta la figura di mister Luigino Sandrin?In campo è molto serio e professio-nale; fuori ci puoi ridere, scherzare, fa gruppo, ci aiuta molto. Lui era un difensore abituato a marcare gli at-taccanti: i suoi consigli più importanti arrivano proprio da questo tipo di esperienza. Sono migliorato molto anche a livello fisico: ad esempio sono alto, vero, ma non ho mai saltato in alto nella maniera corretta. Lui sta correggendo questi particolari e mi sta facendo maturare. Più di tutto sa stimolarmi e non farmi sentire appagato dopo belle prestazioni.

- Inevitabile ora che il tuo nome sia proiettato sul prossimo periodo di mercato.Sto bene qui, da poco mi ha anche raggiunto mio fratello Erik per alle-narsi e vedremo se potrà essere dei nostri a breve. Ho sentito voci su di me, ma di queste cose si occupa mio padre. Io voglio finire bene qui e, di comune accordo con i miei genitori, la priorità è finire la scuola. Studio in un istituto sloveno di ragioneria, l'approccio alle materie è in sloveno e quindi cambiare ad un passo dal diploma sarebbe sciocco. Spero di chiudere questo ciclo a giugno con la maturità: credo sia giusto tenersi una strada alternativa al pallone. Per adesso, quindi, Vesna e scuola. Poi si vedrà…

(l.f.)

IL PUNTO

Diciottesimo turno di campionato alle porte. La capolista andrà a far visita al Kras in una gara dall'esito quantomai incerto. Potrebbe ap-profittarne il Cordenons, atteso nella tana di un'Ism Gradisca che dall'inizio del campionato non è ancora mai riuscita a vincere una partita tra le mura amiche. Il Torviscosa dovrà dimostrare di essersi buttato alle spalle il ko di sabato contro il CjarlinsMuzane: di fronte una Manzanese che, dopo le due ultime prestazioni, è tornata a sperare di giocarsi la salvezza. Fari puntati sul match di Chions, alla prima senza Bernardo in pan-china dopo l'esonero.

PER IL VESNA LA PRIMA DEL CHIONS DOPO BERNARDO

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CALCIOUDINESE ECCELLENZA

SQUADRA VINCITRICE DELLA FASE REGIONALEDELLA COPPA ITALIA DI ECCELLENZA - EDIZIONE 2015-2016

A.S.D. VESNA

A.S.D. VESNA

NOME COGNOME DATA DI NASCITA RUOLO

MATIJA ARDUINI 02-06-1995 CENTROCAMPISTA

DEAN AVDIC 18-07-1987 DIFENSORE

SASA BOZICIC 08-05-1983 CENTROCAMPISTA

EDVIN CARLI 13-01-1985 PORTIERE

DAVID COLJA 21-11-1997 ATTACCANTE

ERIK COLJA 07-02-1994 CENTROCAMPISTA

MARCO DISNAN 06-02-1997 CENTROCAMPISTA

ALBERT KERPAN 12-05-1995 CENTROCAMPISTA

GORAN KERPAN 16-07-1992 DIFENSORE

NACE KOSMAC 06-09-1986 CENTROCAMPISTA

DANIEL MARKOVIC 11-09-1988 PORTIERE

CHRISTIAN MENICHINI 14-06-1992 ATTACCANTE

GIANLUCA POTENZA 21-03-1993 DIFENSORE

MINEJ PURIC 07-01-1993 DIFENSORE

ALBERTO SAMMARTINI 28-08-1998 ATTACCANTE

STEFANO STANICH 02-04-1996 CENTROCAMPISTA

LORENZO TOFFOLI 07-01-1993 CENTROCAMPISTA

ROK VATOVEC 31-03-1993 DIFENSORE

NICOLA VENTURINI 08-04-1986 ATTACCANTE

STAFF TECNICONOME COGNOME RUOLO

ROBERTO VIDONI PRESIDENTEGIUSEPPE DEL LATTE VICE PRESIDENTE

SONJA SIRK SEGRETARIOFRANCESCO CICCARELLI SEGRETARIO OPERATIVO

PAOLO SOAVI DIRETTORE SPORTIVOSTEFANO MAGANJA RESPONSABILE SETTORE GIOVANILELUIGINO SANDRIN ALLENATORE 1 SQUADRAROBERTO CANDOTTI VICE ALLENATORE 1 SQUADRAGIORGIO TOFFOLI ALLENATORE JUNIORESBOJAN GULIC PREPARATORE PORTIERI

NACE KOSMAC, STEFANO MAGANJA,VITO MARTINELLI,ROBERTO CANDOTTI,

PIERO TERZON, ANA KOSUTA

ALLENATORI/ISTRUTTORI SETTORE GIOVANILE

FERRUCIO DEGRASSI, PAOLO VIVIANI MEDICI

ALEX SEDMAK, DANIEL REBULAMASSAGGIATORI

PERCORSO COPPA ITALIA FASE REGIONALEOTTAVI DI FINALE

VESNA SANVITESE 3-0SANVITESE VESNA 3-1

QUARTI DI FINALEVESNA KRAS 2-1

SEMIFINALEVESNA RIVIGNANO 2-1

FINALEFLAIBANO VESNA 2-4

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Cat. PROMOZIONE B

A.S.D. SANGIORGINANOME COGNOME ANNO DI NASCITA RUOLO

FABRIZIO DOSE 1977 PORTIERE

RAFFAELE PULVIRENTI 1997 PORTIERE

LUCA GHELLER 1996 DIFENSORE

LUDOVICO MARCHI 1995 DIFENSORE

FABIO D’ODORICO 1988 DIFENSORE

GIOVANNI MALISAN 1997 DIFENSORE

SIMONE BIDOGGIA 1996 CENTROCAMPISTA

DANIEL BRUNZIN 1989 CENTROCAMPISTA

ADRIANO FOGHINI 1994 CENTROCAMPISTA

ENRICO TARDIVO 1979 CENTROCAMPISTA

MATTIA QUERIN 1997 CENTROCAMPISTA

EROS COPPINO 1976 ATTACCANTE

LEONARDO COJANIZ 1990 ATTACCANTE

MATTIA PASCOLETTI 1986 ATTACCANTE

OMAR PARON 1986 DIFENSORE

YURI TUAN 1997 CENTROCAMPISTA

ALFONSO ZIENNA 1984 DIFENSORE

ALBERTO VENERUZ 1985 ATTACCANTE

CARLO BREDA 1993 DIFENSORE

FEDERICO CODATO 1996 ATTACCANTE

SIMONE SEDRAN 1997 DIFENSORE

JAKUB DUBIEL 1998 CENTROCAMPISTA

ANDREA JULVES 1999 ATTACCANTE

VINCENZO ALBANESE 1999 CENTROCAMPISTA

MATTEO GATTEL 1989 DIFENSORE

DANIEL ZANON 1995 CENTROCAMPISTA

STAFF TECNICONOME COGNOME RUOLO

MASSIMO SACAREL MISTER

PAOLO PINAT PREPARATORE PORTIERI

ERNESTO MILAN DS E RESPONSABILE 1° SQUADRA

ROLANDO SEGAT ACCOMPAGNATORE UFFICIALE

A.S.D. SANGIORGINA

Page 12: n° 01 TremilaSport 20 01 2016

CALCIOUDINESECALCIOECCELLENZACALCIOPROMOZIONE

PROMOzIOnE A - 24/01/201618^ GiornataBRIAN - AURORA REMANZACCOPORCIA - BANNIACASARSA - LIGNANOFLUMIGNANO - PRATAFALCHITORRE - PRAVISDOMINIFIUMEBANNIA - PRO FAGAGNASPAL CORDOVADO - SESTO BAGNAROLAFULGOR - UNION PASIANO

PROMOzIOnE B - 24/01/201618^ GiornataJUVENTINA - GONARSSEVEGLIANO - COSTALUNGAPRO CERVIGNANO - S.ANDREA SVOL3 - S.GIOVANNIRONCHI - SANGIORGINAPRIMOREC - SISTIANASAN LUIGI - TRIESTE CALCIOZAULE - VALNATISONE

12 | 20 01 2016 | TremilaSport+

LO SQUADRONE DI ECCELLENZA E PROMOZIONE

Enrico Mislej(Ronchi)

Marco Basello(Sistiana)

Francesco Alpini(Pro Fagagna)

Claudio Montagner(Union Pasiano)

Mattia Franzolini(Ol3)

Simone Sain(Lumignacco)

Matteo Zusso(Cordenons)

Alberto Persello(Gemonese)

Danilo De Zorzi(Torre)

Daniel Paciulli(Sanvitese)

Filippo Fabbro(CjarlinsMuzane)

VOTA

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OM

I due campionati di Promozio-ne cominciano a prendere pieghe diverse. Nel girone A al momento si vive una cor-sa a due che sembra desti-

nata a perdurare per il resto della stagione, con la capolista Lignano e il Torre, che gode dei favori del pronostico, impegnati a darsi bat-taglia per il primo posto. Dietro, una lunga scia di concorrenti ad un piazzamento nei play-off che mai come quest’anno sembrano essere del tutto inutili, viste le annate nere delle regionali in Serie D.Nel girone B la corsa per il titolo sembra invece aver già preso la strada di San Luigi, sia per il no-tevole potenziale della formazione biancoverde, sia per l’incapacità delle altre di tenerne il passo, impegnate come sono a togliersi punti a vicenda. Un esempio chia-ro e lampante è arrivato dal big match di domenica tra Juventina e Costalunga, dal quale è uscito un pareggio buono, appunto, solo per la capolista.Di certo non ne fanno un dram-ma i gialloneri giuliani che possono continuare a recitare il ruolo di ri-velazione del campionato: “Alla fine il pareggio ci va bene – commen-ta il presidente dei giuliani Davide Bracco -. Ai punti, sono onesto nel dirlo, meritavano loro di vincere.

Sono passati in vantaggio grazie anche ad una papera del nostro portiere, poi siamo stati bravi ad approfittare dei loro molto errori sottoporta e a strappare via un punto d’oro”.“Avrei comunque firmato per il pa-reggio prima della partita – conti-nua Bracco -. La squadra non sta passando un gran periodo di forma. Stiamo pagando un po’ le fatiche della prima parte di stagione e già contro l’Ol3 si è visto. In ogni caso nonostante la posizione in clas-sifica rimaniamo con i piedi per terra e puntiamo a salvarci il prima

possibile. Poi, una volta raggiunto questo obiettivo, se ci sarà tempo, faremo altri eventuali conti”.Il primo tifoso del club giallonero ha poi parlato degli obiettivi del so-dalizio giuliano: “L’obiettivo di inizio stagione era cercare di mantenere la categoria, anche perchè non so se siamo in grado di sostenere un eventuale salto di qualità come l’Eccellenza. Purtroppo abbiamo poche risorse a disposizione e dob-biamo fare molto bene i conti. Al momento l’investimento principale che vediamo nel nostro prossimo futuro sarà tutto nel settore gio-

TRA I DUE LITIGANTIIL SAN LUIGI GODE

vanile. È una parte fondamentale di questa società che manca ormai da troppo tempo”.Intanto si avvicina la diciottesima giornata di campionato che vedrà la capolista San Luigi impegnata nel delicato e sentitissimo derby stracittadino contro il Trieste Calcio. I lupetti sognano di fare lo sgambetto all’undici di patron Pe-ruzzo, forti di un cammino esterno decisamente positivo e del fatto che la capolista finora è stata pra-ticamente perfetta lontano dalle mura amiche, ma non altrettanto in casa.Per la Juventina, impegno inter-no contro un Gonars che dovrà riscattare in fretta la brutta sconfitta con il Ronchi, mentre il Costalunga andrà a far visita ad un Sevegliano che resta ultimo in classifica, ma che ha comunque spesso dato filo da torcere alle avversarie.

LOTTA AL VERTICE

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UDINESECALCIOPRIMA CATEGORIACALCIOPRIMA CATEGORIACALCIO

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IL PROSSIMO TURNO

GIROnE A - 24/01/201618^ GiornataPALAZZOLO - CAMINOVALERIANO - CORVAGRAVIS - MANIAGOLIBEROCODROIPO - S.QUIRINOVALVASONE - TEORCEOLINI - UNION RORAIBARBEANO - VALLENONCELLOVAJONT - VIVAI RAUSCEDO

GIROnE B - 24/01/201618^ GiornataUNION MARTIGNACCO - AZZ.PREMARIACCORIVIERA - BEARZIRAGOGNA - BUIESEANCONA - LAVARIANMORTEANDIANA - REANESERISANESE - RIVE D'ARCANOATLETICO FAUGLIS - SANTAMARIATORREANESE - TARCENTINA

GIROnE c - 24/01/201618^ GiornataPRO GORIZIA - AQUILEIAMARIANO - DOMIOBREG - FO.RE.TURRIACOPORPETTO - ISONTINACORMONESE - ISONZOSOVODNJE - MLADOSTGRADESE - PRO ROMANS MEDEAZARJA - TERZO

Due punti persi o una guadagnato? Il dubbio in questi casi è legittimo. Il riferimento è a Buiese - Ancona, gara che ha visto i torelli collinari uscire dal campo con un pareggio

che li allontana dal vertice della classifica. A vedere il bicchiere mezzo pieno è invece il presidente Ubaldo Visentin: «Per quanto mi riguarda lo considero un punto guadagna-to. E' vero che la differenza di qualità era evidente in campo e che i tre punti erano alla nostra portata, però quando si va sotto nel risultato recuperare è sempre difficile. Inoltre ci siamo presentati con la rosa vera-mente ridotta all'osso, ha giocato titolare un ragazzo del '99 ed un altro dello stesso anno è entrato a partita in corso. Per fortuna che il nostro settore giovanile lavora bene e ci ha permesso di sopperire in questo periodo a qualche mancanza di troppo».E' evidente che però negli ultimi due mesi i torelli abbiano evidenziato qualche difficoltà di troppo: «Da 5-6 partite tra squalifiche ed

infortuni la rosa è in difficoltà. Siamo ripartiti con Miolo e Molinaro fuori per squalifica e abbiamo due giocatori importanti che diffi-cilmente rientreranno per la seconda parte: parlo di Comelli che sicuramente ha finito la stagione per un problema al ginocchio e Lostuzzo, che è stato operato al crociato e che forse riusciremo a recuperare per il rush finale. Mettiamoci anche qualcuno della rosa non in perfetta condizione fisica ed ecco che il piatto è servito. Poi è evidente che giocando con ragazzi di 16 anni si corrano più rischi». «Comunque tutto sommato siamo partiti bene, lode alla bravura del mister che riesce a mettere in campo sempre una squadra competitiva nonostante le difficoltà. Le pros-sime tre partite saranno importanti per ca-pire di che pasta siamo fatti. Personalmente ritengo che questa Buiese abbia qualcosa in meno solo di rispetto a Tarcentina e Risane-se. Col Ragogna, ad esempio, sarà una partita molto interessante perchè loro avranno una

grossa voglia di rivalsa nei nostri confronti visto il 2-0 dell'andata».«Che obiettivo ci siamo posti? Puntiamo a disputare un ottimo campionato migliorando quello sottotono dell'anno scorso manten-dendo per ora i piedi per terra, visto il grup-po giovanissimo che abbiamo a disposizione. Abbiamo 8-9 giocatori che abitano a Buia e sono titolari in prima squadra e tutti dal '90 in su. In ogni caso abbiamo le qualità per rimanere nelle zone alte sapendo che la classifica comunque per ora è molto corta e che con qualche risultato negativo si rischia di scivolare nelle zone basse».Una chiosa necessaria sul mercato invernale che a Buia non ha portato nuovi innesti: «Ab-biamo perso una punta che era in prestito dal Tolmezzo che ha preferito scegliere di giocare nel prossimo Campionato Carnico. Abbiamo sondato il terreno per sostituir-lo ma alla fine siamo rimasti così. Ci sono comunque 22 tesserati più il nostro setto-re giovanile, che può contare su giovani di qualità. Per una società come la nostra che non gode di finanziamenti importanti questa deve essere la soluzione ideale. Il 50% del budget deve essere dirottato sul settore giovanile per cui è fondamentale lavorare bene in questo senso».Tra i principali problemi da risolvere al mo-mento ci sono quelli relativi alla difesa: «E' vero, abbiamo preso molti gol ma se analiz-ziamo meglio la situazione 10 gol li abbiamo presi in 2 sole partite. Dopo la partita persa 5-1 con l'Union Martignacco prima della pau-sa natalizia ho deciso di parlare ai ragazzi negli spogliatoi per tenere alto il morale, anche perchè perdere prima della pausa poteva essere pericoloso. Poi per fortuna col Riviera c'è stata la reazione che volevo. Ovviamente pecchiamo di inesperienza, d'al-tronde si era impostata una linea difensiva con due perni d'esperienza che sono venuti a mancare per infortunio, venendo sostituiti da due ragazzi del '96, e qualche errore può capitare».«La miglior prestazione? Paradossalmente ritengo sia stata contro la Risanese. Nono-stante la sconfitta ho ricevuto i complimenti per il gioco espresso; Tion contro di noi tende sempre ad esaltarsi e in quella partita ha fatto autentici miracoli. Anche contro il Fau-glis mi ricordo una buonissima prestazione».Infine resta l'obiettivo coppa Regione: «Ho perso una finale qualche anno fa e vorrei togliermi la soddisfazione almeno di rigio-care una finale. Sia per la società che per i ragazzi proseguire nel cammino è davvero molto importante».

MERCATO A SECCO?MEGLIO I NOSTRI GIOVANI

UBALDO VISENTIN

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CALCIOUDINESE

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PAGNACCOCASSACCO

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seconda categoriaGIR. B

Foto:ALB

ERTO TRANG

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FOTOGALLERYCALCIO

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CALCIOSECONDACATEGORIA

Continua la bagarre al vertice del campionato di Seconda categoria A, con ben sei squadre racchiuse in sei punti.

Giochi apertissimi per la vetta, ed ecco che scoppia la polemica tra le pretendenti al titolo, con l’Azzanese che risponde per le rime alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Tilaventina, Alvario Luchin, sullo scorso nu-mero di Tremila Sport Magazine. È stata una frase in particolare ad infastidire giocatori e dirigenti della società biancazzurra, ossia quando il primo tifoso dei sanvi-

tesi ha dichiarato: “Unione SMT, Azzanese e Villanova hanno speso molto per fare il salto di cate-goria. Noi invece viviamo senza rimborsi…”.Apriti cielo: immediata è arrivata la replica dell’Azzanese per bocca del vicepresidente Gianni Spon-ga, che ha voluto così precisare: “Non è assolutamente vero che ad Azzano vengono elargiti rimborsi spese. Aver letto questo tipo di considerazioni da parte del presi-dente Luchin ci è molto dispiaciu-to. Non diamo alcun rimborso, al massimo un premio una tantum. Ovviamente parlo per l’Azzanese,

non voglio commentare per le al-tre squadre tirate in ballo. In ge-nerale, però, ritengo che i dirigenti di ciascuna squadra dovrebbero guardare esclusivamente a casa propria”.Se nel girone A i giochi sono aper-tissimi, il campionato di Seconda categoria B forse ha trovato la vera anti-Tagliamento. Si tratta dei Grigioneri che domenica, bat-tendo il Ciconicco per 4-2, hanno ottenuto la quinta vittoria con-secutiva, restando così in scia alla capolista e continuando quindi ad ambire a traguardi ambiziosi da qui al termine della stagione. A commentare il momento della formazione di Savorgnano è il di-rigente Danilo Negroni.“Premetto che col Ciconicco non è stata affatto una gara semplice come invece a qualcuno può sem-brare. Siamo passati in vantaggio, loro hanno pareggiato su rigo-re, siamo stati bravi a riportarci avanti, ma poi la partita è sempre stata combattuta. Per fortuna che il mister si è giocato la carta Banello che ha risolto la partita grazie ad una doppietta”.

Non dobbiamo nasconderci, abbiamo una rosa ampia e di categoria superiore

IL TAGLIAMENTOHA TROVATO LA SFIDANTECinque vittorie consecutive per i Grigioneri che puntano dritti al vertice della classifica

“Il secondo posto in classifica? Indubbiamente la squadra sta vivendo un periodo di forma mol-to buono, ma aggiungerei anche che abbiamo comunque avuto la nostra dose di buona sorte. Un esempio su tutti è stata la gara col Venzone, quando siamo riusciti a portare a casa una partita a dir poco combattuta. L’importante adesso è tenere il passo del Ta-gliamento che, come ci si poteva immaginare, guida la classifica. In ogni caso noi abbiamo una rosa ampia e di categoria superiore per cui il nostro obiettivo, non serve nasconderlo, è quello di puntare alla promozione”.Uno dei punti di forza indiscussi dei Grigioneri si è fin qui rivelata la capacità di mandare in rete tanti giocatori: “È vero, siamo riusciti a sopperire alla mancanza di un bomber di razza con gli inseri-menti di molti giocatori della rosa, bravi anche ad andare a segno. Inoltre abbiamo diversi ottimi ricambi, qualità che ritengo fon-damentale per poter puntare agli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti”.

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TERZACATEGORIACALCIO

FOCUS

Vola in finale di Coppa Re-gione di Terza categoria il Brugnera, che ha strappato il pass per l’atto conclusivo all’Union 91 al termine di un

match molto combattuto che ha visto i liventini ribaltare l’iniziale svantaggio: “Con l’Union 91 è stata una sfida molto dura – commenta il direttore sportivo del Brugnera, Moras -. Siamo passati subito in svantaggio dopo 3' su calcio di rigore, ma siamo stati bravi a reagire e a trovare subito il pari con Sandrin. Nel secondo tempo siamo partiti me-glio noi e siamo riusciti a completare il sorpasso alla fine decisivo, riuscendo successivamente a difenderci bene e a conservare il risultato. Faccio però i complimenti ai nostri avversari, l’Union 91 rappresenta un perfetto mix di vec-chi volponi e di giovanissimi, addirittura più di un ragazzo di annata 1998. Anche noi pian piano ci stiamo indirizzando verso questo direzione, valorizzando i tanti giovani che possiamo già far giocare in prima squadra”.Conquistata la finale di coppa, è ora di tornare a pensare al campionato: “L’obiettivo è centrare i play-off. Otte-nere di più sarà dura perchè lo Zoppola ha oggettivamente una marcia in più e, se non rallenta, tenerne il passo è quasi impos-sibile. Inoltre dobbiamo stare attenti alle spalle: tredici partite non sono tante per rischiare di la-sciare punti importanti e farsi recuperare dalle inseguitrici”.“I ragazzi stanno bene, aiutati anche dagli ot-timi risultati ottenuti

finora – conclude Moras -. Inoltre la partita di coppa è stata importante per arrivare alla prima di ritorno con una marcia in più e col ritmo partita già nelle gambe. Dobbiamo continuare con il bel gioco di squadra espresso finora, che ha permesso a molti giocatori di andare in gol (quello del Brugnera è l’attacco più prolifico del campionato, ndr) e di creare il grande quantitativo di occasioni da rete che finora ci ha contraddistinto”.Dopo la sosta invernale e la parentesi di coppa, per le squadre di Terza cate-goria è ora tempo di tornare a batta-gliare in campionato. Il Brugnera se la dovrà vedere in casa contro il Mereto. Per i liventini finora quattro vittorie e due sconfitte tra le mura amiche, ma gli avversari in trasferta hanno vinto solo una volta. Turno di riposo per la capo-lista Zoppola: una buona occasione per le inseguitrici di provare a farsi sotto e di mettere fiato sul collo all’undici di Buset. Il Maniago sarà impegnato in casa contro una Purliliese che in trasferta ha fatto vedere il meglio del suo repertorio, ottenendo ben 10 dei suoi 15 punti complessivi; per il Vibate, invece, impegno decisamente abborda-bile nella tana dell’Orcenico.

IL BRUGNERA VA ALL'ASSALTO DELLA COPPA

LA SFIDANTE: IL FIUMICELLO

Non abbiamo bomber di razza ma il nostro punto di forza è l'attacco: qui segnano tutti

MAREGA PRONTO PER IL RIENTROL’altro volto sorridente delle semifinali di Coppa Regione è quello del Fiumicello. In semifinale i bassaioli hanno avuto la meglio per 2-0 sul Pol-cenigo facendo scoppiare la gioia dei propri tifo-si. “Col Polcenigo è stata davvero una bella sfida – commenta il direttore sportivo del Fiumicello, Cristian Malusa -. Probabilmente non è stata la nostra migliore prestazione della stagione fino-ra, ma siamo stati bravi e fortunati a guadagnare la finale. Siamo passati in vantaggio grazie ad un rigore netto, poi loro hanno avuto la possibilità di pareggiare sempre su rigore, ma l’hanno sba-gliato. Nel secondo tempo loro sono un po’ calati e siamo riusciti ad andare sul 2-0, controllando

poi la gara senza troppi patemi. Il match comun-que è stato equilibrato: se avessero segnato il rigore non so proprio come sarebbe finita. Per fortuna gli episodi sono stati a nostro favore”.“La Coppa come il Campionato sono due obiettivi che ci siamo prefissati ad inizio stagione. Per ora stiamo facendo bene e le prime gare di ritor-no delineeranno il trend del campionato, grazie agli scontri diretti. Anche se, rispetto alle prime della classe, l’avversario migliore che ho potuto vedere fino ad ora è stata l’Union 91: veramente una squadra che ci ha sempre messo in serie difficoltà”.In vista dell’atto finale saranno importanti alcuni recuperi in infermeria: “Recupereremo qualche pedina importante come Marega e Di Just, e speriamo che Movio continui a segnare a raffi-ca come sta facendo e che Gentile si confermi un’assoluta sicurezza tra i pali. Abbiamo perso 4-5 punti fondamentali nel girone di andata, que-sto non deve succedere ora, e la partita di dome-nica a Staranzano sarà fondamentale da questo punto di vista”.

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CALCIOUDINESECALCIOGIOVANILE

Costruire un settore giovanile con i fiocchi: è questa la parola d'ordine in casa Torreanese che ha deciso di puntare forte sui giovani per ga-rantirsi un futuro tranquillo. A fare

il punto della situazione in casa giallorossa è il responsabile del settore giovanile, Ludovico Zambelli.- Quante formazioni ha allestito quest'anno il vivaio della Torreanese?«Attualmente il settore giovanile della Torre-anese prevede una scuola di Primi Calci, due squadre di Pulcini e una di Esordienti. Pros-simamente puntiamo ad avere anche una squadra di Giovanissimi. Mancano invece la squadra Allievi e Juniores. Il problema princi-pale è la presenza qui attorno di paesi come Cividale e Faedis che rappresentano una scelta primaria per i ragazzi, mentre Torreano può solo rappresentare una rampa di lancio per queste società».- Che obiettivi vi siete posti come società?«L'obiettivo principale è quello di instaurare all'interno del gruppo di lavoro un metodo che si possa applicare dai Pulcini fino alle fasce più alte di età, in modo che già a 17 anni un ragazzo possa avere uno sviluppo che gli permetta di

essere pronto ad esordire in categoria. Il pro-blema principale è avere dei mister che sposino questa idea e che lavorino tutti nella stessa direzione, per evitare che i ragazzi affrontino filosofie di lavoro sempre diverse, e poco utili alla loro crescita».- Quali metodologie di lavoro adottate?«Puntiamo molto sulla tecnica di base. Molti ragazzi già a 12 anni mostrano parecchie la-cune da questo punto di vista ed è un aspetto che deve essere migliorato partendo dalle età inferiori. Questo metodo nasce in Olanda 25 anni fa e sono stati fatti molti stage in giro per l'Europa. In Italia è adottato da società come il Milan e questo fa capire la bontà del pro-getto. Ora l'interesse è farlo conoscere anche alle realtà più piccole, ovviamente con ritmi e velocità proporzionate alle varie categorie».- Quindi meno tattica e più tecnica...«E' inutile perdere tanto tempo con ragazzi di 10-12 anni a spiegare la tattica o farli correre per mezz'ora senza un obiettivo. Il metodo presuppone una crescita già dalle prime fasi. Spero presto di avere un incontro con tutto lo staff per instaurare già dai pulcini questa idea, e creare un progetto di lavoro che sia condiviso da tutti e che crei una sinergia tra i

vari mister coinvolti. L'importante è la presenza di un coordinatore che segua i lavori giorno per giorno soprattutto sul campo di allenamento».- Tutto ciò implica quindi una decisa valo-rizzazione del ruolo dell'allenatore...«Decisamente. Tra i dilettanti si pensa erro-neamente e soprattutto per logiche dettate dalla necessità di risparmiare tempo e denaro, che si possano affidare le formazioni giovanili anche a tecnici poco formati e poco attenti alla metodologia di lavoro. Non dico che serva un professionista, ma quasi: oltre ad aggior-narsi con continuità deve avere lo stimolo ad imparare cose nuove e deve essere anche un educatore, perchè in primis lo sport deve conservare il suo valore sociale nell'educazione dei ragazzi».- Quali sono i vostri prossimi impegni?«Abbiamo appena iniziato un torneo primaverile organizzato dal San Giovanni, dove c'è stata un primo approccio degli Esordienti a 9 con il campo a 11. Direi che sono molto soddisfatto della prima partita contro il San Vito al Torre. Ma il mio vero obiettivo è realizzare quest'esta-te un camp dedicato, che mi permetta di fare conoscere e sviluppare il nostro nuovo metodo di lavoro».

ALLA TORREANESE ADESSO L'ARIA È CAMBIATAZambelli presenta il nuovo metodo con cui intende dare una scossa al vivaio giallorosso

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UDINESECALCIOGIOVANILECALCIO

HO UN SASSOLINO NELLA SCARPA…

Ha un sassolino da togliersi dalla scarpa, Ovidio Sartori, dirigente storico del calcio manzanese. Come peraltro la grande parte dei suoi colleghi di altre società, costretti ai salti mortali per ot-temperare alle norme imposte a livello federale. “In quanto club di Eccellenza, siamo costretti a schierare tutte le formazioni giovanili, dagli juniores in giù – spiega – , con evidente grande impegno organizzativo, di ricerca e di cura dei giovani atleti. E con il decremento della natalità e l’accresciuta concorrenza di altri sport il no-stro compito diventa gradualmente sempre più difficile. Ma a che pro, alla fine?”. Si, perché, con-tinua Sartori, concluso il percorso nelle giovanili i ragazzi trovano ben pochi sbocchi e buona

parte di essi appende anzitempo le scarpette al chiodo: “Una volta, prima dell’invasione scriteriata dei giocatori stranieri ad ogni livello, i giovani migliori potevano aspirare anche alla serie A o a categorie professionistiche, ma oggi? Guar-diamo a quanti italiani vengono impiegati nella massima categoria nazionale: il Napoli domenica ha schierato 11 stranieri, la Fiorenti-

na, l’Inter e la stessa Udinese hanno messo in campo un solo italiano, la Lazio e la Roma due e avanti di questo passo. Onore al merito invece al Sassuolo, all’Empoli e a pochissime altre che puntano molto sul “prodotto nazionale”. Facile dunque trarre delle conclusioni al riguardo”. E per le società dilettantistiche è anche que-

stione di sopravvivenza, sottolinea Sartori: “Ce-dere qualche giocatore a club professionistici significava per noi anche incassare delle cifre vitali, seppure non elevatissime. Invece oggi, e guardiamo ad esempio all’Udinese, anche nelle giovanili predominano i giovani stranieri. I club professionistici non sono oggi di riferimento per le zone che rappresentano ma essendo aziende prima che società sportive indirizza-no altrove i loro interessi”. E allora il cerchio si chiude da sé, sottolinea il dirigente: “Quindi perché costringere le società dilettantistiche a tale impegno nell’allevare i ragazzi senza che

gli stessi possano coltivare, come quelli di anni addietro, il sogno di poter giocare ai massimi livelli? Un lavoro che è così fine a se stesso, una funzione sociale prima che sportiva che comun-que esige uno sforzo economico e di energie umane notevole. E se non ottemperi al rego-lamento piovono le sanzioni. Un suggerimento, dunque, alla Federazione: far mente locale su tutto ciò, rivedendo al proposito regolamenti e considerazioni. Altrimenti gradualmente as-sisteremo ad un impoverimento generale del calcio giovanile”.

(E.F.)

Le considerazioni di Ovidio Sartori, storico dirigente della Manzanese,sul calcio giovanile e i diktat federali

Concluso il percorso

nelle giovanili i ragazzi

trovano ben pochi sbocchi

Gli Allievi regionali della Manzanese

ALLA TORREANESE ADESSO L'ARIA È CAMBIATA

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L'ASSENZA DI CAPITAN TEIXEIRA PESA COME UN MACIGNO E ARRIVA IL KO PER LA CAPOLISTA

CORSA AL VERTICE

Campionato riaperto in serie C1 di calcio a 5 regionale con il Palmanova che ferma la corsa di vittorie del Manzano superato per 4-2 nella città stellata, gara in cassaforte con un primo tempo perfetto chiuso avanti

3-0 con un Manzano apparso timido, mentre nella ripresa non basta uno stoico Goranovic per evitare la sconfitta per 4-2, sarà un caso forse ma le uniche due sconfitte stagionali coincidono con l’assenza forzata di capitan Teixeira che fortunatamente sarà in campo martedì pomeriggio nella sfida di Coppa Italia delle 15 con lo Sporting Castello di Arzignano. Assieme al Palmanova a braccare i seggiolai a meno 3 dalla vetta c’e’ anche la Bassa Futsal che non da scampo ad un Tavagnacco che regge una ventina di minuti all’onda d’urto del team di Criscuolo che s’impone per alla fine per 8-3. Zona play off che inizia a definirsi con tre club (Futsal Udinese, Maccan e Torriana) che battagliano per i restanti due posti; seconda vittoria di fila per la Futsal Udinese corsara anche sull’insidioso campo del Gold Feet Aquileia, i bianconeri strappano un prezioso 2-4 che li mantiene al quarto posto in graduatoria inseguiti dalla coppia Maccan e Torriana. I gialloneri

di Bovolenta tornano al successo strapazzando un Tergesteo in caduta libera per 9-2 con ben sei reti di Aziz, mentre la Torriana nell’anticipo con il fanalino Udine City timbra un secco 5-1. Battaglia a Cussignacco tra Clark e Pordenone con i neroverdi che s’impono con un penalty contestatissimo da parte udinese allo scadere, saltano i nervi ai gialloverdi di Tirindelli che chiudono la sfida con soli 3 uomini in campo, boccata d’ossigeno per Pordenone il 5-4 finale per continuare a sperare nella rimonta play off anche se limare il diffe-renziale punti dalla seconda appare un’impresa. Ancora una grande prestazione della rinata Svt Futsal, il club di S.Vito al Tagliamento fa la festa a domicilio ad un Pentalcor irriconoscibile ed in crisi d’identità termina 4-6 per i ragazzi di Odorico che ora si portano con una rimonta da primato a metà classifica.In serie B pare non aver fine l’agonia dell’Adriatica, ancora una sconfitta, 4-1 tra le mura amiche contro il Città di Mestre e classifica impietosa con i celestini fermi a due punti, appare un utopia la salvezza di-stante ben dieci lunghezze, fosse non altro anche per la lunga serie di infortuni che hanno colpito nell’ultimo periodo la formazione di mister Marega.

FLASHKAPUNPRENDE

ILLARGOINVETTA

SVTFUTSAL

MANZANOPESCAARZIGNANOEBOLZANO

Prende il largo Tine Kapun della Bassa Futsal: le nove reti siglate nelle prime due gare del nuovo anno hanno permesso al bomber sloveno di raggiungere quota 36, ben nove in più di Aziz autore comunque di sei reti nell’ultima gara di campionato col Tergesteo. Tagliato fuori dai giochi, in terza posizione troviamo Goranovic a 19 reti

Non può passere inosservata la crescita del team di San Vito al Tagliamento che con l’arrivo di mister D’Odorico ha cambiato decisamente marcia passando dal penultimo posto a metà classifica in due mesi. Sono ben 14 i punti conquistati in otto gare con alla guida l’esperto ex-tecnico di Maniago e Pordenone, solo Maccan (2-1) e Palma-nova (6-4) hanno bloccato i bianco-rossi non senza soffrire.

Definito il triangolare di Coppa Italia che ve-drà in campo il Manzano nella fase nazionale. I gialloblu saranno impegnati il 19 gennaio nella gara casalinga con lo Sporting Castello di Arzignano, poi se la vedranno il 26 gen-naio o il 3 febbraio a seconda del riosultato della prima gara) con la Bassa Atesina di Bol-zano. La vincente del triangolare passerà al turno successivo dove agffronterà la vincente del girone composto dalle rappresentanti di Lombardia, Piemonte e Liguria

MARCATORI

COppA ITALIA

CAPOLISTA FERMATADAL SUPER PALMANOVA

SERIE C

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MEM è un bar/ristorante dove puoi com-perare oppure è un negozio dove puoi mangiare; girala o guardala come vuoi la sostanza non cambia! MEM è un locale dove puoi mangiare quattro cose fatte bene, bere una birra o un bicchiere di buon vino ed acquistare quello che ti sta intorno: il tavolo dove stai mangiando, la sedia sulla quale sei seduto, il quadro che vedi appeso alla parete, l’oggettistica esposta, il mo-dernariato che ti circonda, il lampadario che ti illumina... insomma, è in vendita tutto ciò che stai guardando! Fare affari, se ti piacciono le cose originali, stravaganti ed introvabili non sarà diffi cile!

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CALCIOUDINESENONSOLOSPORT

CULTURANovità su mostre, spettacoli, eventi, personaggi del panorama culturale

FLAVIO SANTI LA PRIMAVERA TARDA AD ARRIVARE MONDADORIChe cosa ci fa un morto ammazzato nella sonnacchiosa Montefosca, paesino alle pendici delle Alpi friulane? Drago Furlan, l'ispettore incaricato del caso, ha una bella gatta da pelare: ormai abituato a prendersi cura del suo orto e a verbalizzare multe per divieto di sosta, non indaga su un omicidio da quasi vent'anni. E quello di Montefosca, in più, è un omicidio davvero strano: la vittima, uccisa con un colpo di pistola in mezzo alla fronte, è un anziano di cui nessuno sembra conoscere l'identità. Tra soste in osteria annaffiate da tajut di ottimo vino, partite dell'amata Udinese e gite in Moto Guzzi con l'eterna fidanzata Perla, l'ispettore scopre che quei luoghi che tanto ama, al confine tra Italia e Slovenia, custodiscono segreti inconfessabili.

TRACY CHEVALIER I FRUTTI DEL VENTO NERI POZZAA fine Ottocento, nella tenuta agricola di famiglia in Connecticut, James e Sadie non se la passano bene. Le mele dolci da vendere al mercato e quelle asprigne da cui ricavare il sidro sono molte, ma mai abbastanza per sfamare tutta la famiglia. A malincuore, perciò, decidono di accettare la proposta del governo, che promette terre in abbondanza a chiun-que sia disposto ad andare a coltivarle all’Ovest. Come tanti altri «settlers», la coppia confida in una vita più dignitosa, ma ad aspettarli trova nuove difficoltà: campi sterminati, un lavoro frustrante e solitario, e una misteriosa febbre gialla che ogni estate si porta via qualche fi-glio. Tracy Chevalier si mette sulle orme di coloro che costruirono l’America con il sudore della fronte.scopo della sua vita ormai è uccidere Hal e la moglie.

L’ANGOLO DELLA LETTURA

LUDMILLA ULITSKAYA UNA STORIA RUSSA BOMPIANI

Una storia russa racconta la storia di tre compagni di scuola che si incontrano a Mosca negli anni cinquanta: un poeta rimasto orfano, un fragile ma molto dotato pia-nista e un fotografo in erba con il grande talento di collezionare segreti. Tutti e tre si fanno strada verso l’età adulta in una società dove il loro eroi sono stati censurati se non esiliati. Un racconto pieno di passioni e intrighi, questo romanzo è un ritratto della vita dopo Stalin

e un’indagine drammatica che scandaglia integrità individuale in una società governata dal KGB. I pro-tagonisti cercano di trascendere l’oppressione del regime attraverso l’arte, l’amore per la letteratura russa e l’attivismo. E ciascuno di loro finisce per ritrovarsi faccia a faccia con la polizia segreta.

JOHN BOYNE IL BAMBINO IN CIMA ALLA MONTAGNA RIZZOLIPierrot è ancora un bambino quando, rimasto orfano, deve lasciare la sua amata Parigi per andare a stare dalla zia in una bellissima e misteriosa magione tra le cime delle Alpi bava-resi. Ma quella non è una villa come le altre e il momento storico è cruciale: siamo nel 1935 e la casa in cui Pierrot si ritrova a vivere è il Berghof, quartier generale e casa delle vacanze di Adolf Hitler. Il Führer lo prende sotto la sua ala protettrice e Pierrot poco alla volta viene catturato da quel nuovo mondo che lo affascina e lo fa sentire speciale, un mondo di potere ma anche di segre-ti e tradimenti, in cui non capire dove sta il Bene e dove il Male può essere molto pericoloso.

INGAR JOHNSRUD

GLI ADEPTI EINAUDISembra un semplice caso di scomparsa, quello su cui l'ispettore Beier, della poli-zia di Oslo, comincia a indagare. Certo, rischia di fare clamore, perché a svanire nel nulla è stata la figlia di una esponen-te di primo piano del partito di governo. E perché la ragazza viveva nella sede di una setta cristiana, "la Luce di Dio". Ma il quadro si complica subito: nell'edificio che ospita la setta si consuma un massa-cro, e nei sotterranei viene scoperto un laboratorio chimico all'avanguardia. Be-ier si rende ben presto conto che dietro la strage, e il laboratorio, c'è una verità più complessa. Solo immergendosi nel passato oscuro della storia europea sarà possibile fermare una catena di delitti che continua a procedere inesorabile.

Probabilmente non tutti sanno che gli Udinesi sono stati fra i primi al mondo a provare la sensazionale emozione di poter accendere una lampadina nelle proprie abitazioni e di godere di tutti i vantaggi

di un dispositivo molto più luminoso delle classiche lampade a olio. Se la nostra piccola città di provincia, insieme a metropoli quali New York, Londra e Milano, è stata la portabandiera di una simile rivoluzione il merito va attribuito a un solo, geniale invento-re: Arturo Malignani, che fu in grado di scoprire il metodo per la produzione del vuoto chimico nella lampada ad incandescenza. In occasione del 150^ anniversario dalla nascita, Palazzo Morpurgo ha ospitato la mostra itinerante “Arturo Malignani. Con il futuro negli occhi (Ritratto privato)”. Elena Commessatti, biografa del personaggio, e Federico Malignani, bisnipote dello scienziato, hanno curato un percorso esclusivamente fotografico di immagini realizzate con la stupefacente tecnica stereo-scopica, antenata di quello che oggi chiamiamo 3D. Divertissement per le persone più facoltose dell’epoca, lo stereoscopio nelle mani di Malignani diventava un avanguardistico congegno per impressionare su carta le realtà che più lo affascinavano: ponti, tralicci, ferrovie, ma anche alte montagne innevate, laghi incontaminati o, banalmente, il panorama che scorgeva da una finestra della propria casa, o ancora le cosiddette cartes de visites, ritraenti i suoi cari. E poi i viaggi in grandi città come Roma, Parigi o Berlino, osservate sempre da punti di vista insoliti e non con gli occhi di un comune turista. Dal sito ufficiale dedicato al pioniere friulano sarà anche possibile scaricare un’applicazione per smartphone e tablet, con la quale si potranno rivedere le immagini in terza dimensione: “Arturo”.

Massimo Gaudino

MALIGNANI, IL FUTURO NEGLI OCCHIMOSTRE

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UDINESECALCIOFEMMINILECALCIO

ATTACCANTELana Clelland è nata a Perth il 26/1/1993 e fa parte della nazionale scozzese dal 2012 dopo aver militato nelle formazioni Under 17 e 19

L'attaccante del Tavagnacco dalle giovanili di Glasgow al club gialloblù via Bari

Corsa, forza fisica e agonismo con-diti da una tecnica individuale invidiabile e da un senso del gol di chi sta studiando per diven-tare un vero cecchino d’area di

rigore. Lana Clelland, 22enne scozzese di professione attaccante è al suo primo anno con la maglia del Tavagnacco. La passata stagione indossava il bianco rosso del Bari, squadra che l’ha lanciata nel campiona-

to italiano e con cui si è messa subito in evidenza. Finora in gialloblù ha innellato prestazioni altalenanti (problema che ha caratterizzato tutta la rosa di lady Di Fi-lippo nella prima parte di stagione) rese ancora più complicate da uno stiramento muscolare che le ha fatto saltare le ultime tre partite del 2015 (Luserna, Roma e l’ex Bari). Il rientro era previsto per la par-tita contro il Riviera di Romagna ma un brutto attacco influenzale ha rimandato,

seppur di poco, l’appuntamento col ret-tangolo verde. Si è rivista sabato contro il Brescia, big match perso di misura (2-1, per le friulane eurogol di Del Stabile, su-bentrata nella ripresa alla stessa Clelland) dove si è visto però un Tavagnacco con il carattere e la concentrazione della grande squadra. «Secondo me la squadra ha molte giocatrici giovani dal talento cristallino che devono solo continuare a giocare insieme

per migliorarsi sempre più - considera Lana -. In questa stagione abbiamo più volte dimostrato il no-stro valore con presta-zioni notevoli come con-tro la Fiorentina, esempio emblematico di quello che possiamo essere. Il Brescia è una squadra di talento ma anche noi non siamo da meno e se ogni sabato scenderemo in campo con una mentalità positiva e propositiva sono sicura

che riusciremo a ottenere grandi risultati, magari anche inserendoci nella lotta per lo scudetto». In quanto a un pronostico sulla soluzione finale in vetta, la Clelland non si sbilancia: «Penso sia troppo presto per dire chi vincerà il campionato, ci sono molte squadre ben attrezzate quest’anno. Sinceramente sono più concentrata sul vin-cere più partite possibile attraverso ottime prestazioni singole e di squadra». Sei una giocatrice giovane ma con la maturità di

una veterana: merito dell’esperienza in nazionale? Quali sono i tuoi obiettivi per-sonali come calciatrice? «Personalmente punto in primis a migliorarmi costante-mente - sorride l’attaccante scozzese -. Per questo continuo a lavorare sodo per me, la mia squadra e la mia nazione. Ne ho fatta di strada da quando ho calciato il mio primo pallone: ero alle elementari e giocavo con i maschietti nelle selezioni gio-vanili prima di approdare, all’età di 11 anni, nelle Glasgow Rangers Girls, la mia prima squadra femminile. Poi Spartans Ladies e infine l’Italia, con in mezzo il periodo forse più complicato della mia carriera: tra il 2012 e il 2014 penso di aver giocato solo per un massimo di sei mesi per colpa di un brutto infortunio». e poi la naziona-le: «Se dovessi descriverne in tre parole l’esperienza, userei: travolgente, orgoglio e onore. Segnare per il proprio Paese penso sia uno dei momenti più belli che mi sia mai capitato». Vista la tua passione per i tatuaggi, pensi ne farai uno che racconti l’esperienza in Italia? «Ho molte passioni oltre ai tatuaggi e all’amore per la musica: sci nautico e wake-boarding sono attività fisse quando torno in Scozia. Al momento mi sono tatuata una mappa dell’Italia che non rappresenta la mia esperienza calcisti-ca bensì la mia voglia di imparare l’italiano, che sto studiando quotidianamente. Sono sicura che l’ispirazione per nuovi tatuaggi arriverà prima o poi, durante il mio lungo viaggio in questo bel campionato».

Valeria Degano

LANA CLELLAND, TATTOOGIRL DI MARCA SCOZZESE

"Il periodo italiano 2012-2014 è stato per me complicato a causa di un brutto infortunio"

ANDAMENTO ONDIVAGO DEL TAVAGNACCO, STOPA BRESCIA E ADESSO LA CAPOLISTA MOZZANICA

Dopo il 3-0 sul Riviera di Romagna le gialloblù (qui Clelland e Parisi) si sono fermate a Brescia contro Gama & C. e attendono ora la visita della capolista Mozzanica. Un

andamento altalenante, quello della formazione allenata da Sara Di Filippo, assestata in graduatoria alle spalle del quartetto delle battistrada Mozzanica-Verona-Brescia-Fiorentina.

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CALCIOUDINESE

La squadra ha perso certezze e riferimenti morali e tecnici. E' fuori strada

chi butta tutta la croce addosso a Colantuono, “costretto” a certe scelte...

Va in malora la domenica del primo tutto esaurito nel nuovo stadio, per il quale torna in ballo il nome dello sponsor: anche questo è un autogol!

di IDO CIBISCHINO

“Dobbiamo anche ringra-ziarla, la Juve. Grazie per non aver infierito, grazie per aver tra-sformato in pomerig-

gio al bar, con birra e sigaretta, il secondo tempo dopo aver chiuso il primo sullo 0-4 e la certezza del decimo botto consecutivo. Già così la domenica di festa pre-parata per il primo tutto esaurito nel nuovo Friuli (non lo chiamere-

osa addirittura il giro col destro trovando l'angolino lontano. C'è chi, a quel punto, se n'è tornato a casa. AUTOINVITO CON REGALO - Co-lantuono, si diceva. In un'altra oc-casione, non in questa celebrativa alla quale il capitano si era autoin-vitato promettendo un “regalo al presidente”, Di Natale non sarebbe partito dall'inizio. Il castello tattico predisposto da Colantuono, quello che prevede il pressing alto che

mo in modo diverso neppure con una pistola puntata alla tempia) è andata in aceto. Figurarsi se una gragnuola di altri gol - possibile qualora gli “allegrotti” avessero de-ciso di spingere (di fâ i salvàdis per dirla alla friulana) contro un'Udi-nese ridotta in dieci dall'espulsione di Danilo - si fosse abbattuta sui bianconeri. Alla fine non c'è stata né forza né voglia di contestare, di arrabbiarsi. Soltanto lo stupore per una contraddizione lacerante: uno stadio bellissimo, di cui van-tarsi, e una squadra che fa pena. EFFETTO PUFF - E così dalla prossima (contro la Lazio) sulle fantasmagoriche gradinate, tra le luccicanti quinte, in mezzo al tuo-nare degli altoparlanti, siederanno i soliti diecimila. Puff: l'effetto-stadio sgonfiato come un palloncino esau-sto! E a irritare, perseverando in

Totò non può garantire se non per qualche minuto, era inevitabilmente destinato a crollare. Ma al capi-tano si “doveva” la presenza: per gratitudine, per unire le eccellenze di famiglia, il vecchio campione e il nuovo stadio. Una scelta d'imma-gine che è stata pagata in termini di minore peso atletico e mobilità, senza ritorni sul piano tecnico e della finalizzazione. E' su altro che Colantuono può essere censurato. Nel non aver attivato, per esempio, un uomo come Piris, che per passo poteva meglio adattarsi all'elet-tricità di Dybala e garantire una superiore reattività a una difesa statuaria. E poi Iturra, inadeguato a questi livelli, tuttavia in buona compagnia perchè né Lodi e Badu in mezzo, né gli esterni (bastava che Lichtsteiner facesse “bù” per mandare a cuccia Edenilson), sono

una sfida irrispettosa della sto-ria e del sentimento popolare, si impegnano pure gli strateghi so-cietari, come neanche i maldestri difensori specialisti in autogol: si insiste sul nome alternativo (quello dello sponsor) allo stadio, appar-so su diversi media, stampa e tv, dopo una campagna sotterranea di affettuose raccomandazioni nei confronti di comunicatori, giorna-listi, addirittura direttori. Furbate da rubagalline, che stanno scaval-cando pure il percorso istituzio-nale: si pretende di far entrare dalla finestra ciò che era stato ritirato dalla porta. Ma ci preten-dete per fessi? E lei, sindaco Hon-sell, non ha proprio nulla da dire? A OGNUNO IL SUO - Rientriamo sui versanti strettamente tecni-co-sportivi per dire che, adesso, certa critica tornerà a mettere

sulla graticola Colantuono, indi-candolo come il primo artefice del misfatto. Al tempo, qui bisogna di-stinguere e appioppare a ciascuno il suo. Punto primo: che colpa ha Colantuono se il gol su punizione che sblocca la partita, fatte sal-ve furbizia e maestria di Dybala, piomba nel bilancio di Karnezis che non protegge il palo di competen-za facendosi trovare nella zona di nessuno? E via andare così sul secondo (il pallone che saltella per metri, senza che nessuno si degni di rinviarlo, prima di raggiungere il solitario Khedira), e poi sul terzo, quando Danilo frana da dietro su Mandzukic regalando rigore e rosso da ultimo uomo. Il tutto nel bre-ve volgere di 10 minuti, dal quarto d'ora al venticinquesimo minuto. E alla fine, toh!, segna pure Alex Sandro, un mancino che in discesa

CHE PENA! GRAZIE JUVEPER NON AVER INFIERITO...

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UDINESECALCIO

stati capaci di fare il solletico ai dirimpettai nei duelli individuali e di reparto. Che ricordi meravigliosi ha riesumato la presenza di Asamoah (schierato a sorpresa al posto di Pogba), uno cresciuto nel nido friulano e che oggi possiamo ammirare soltanto da lontano: basterebbe solo lui per far tor-nare tutti i conti nel nostro centrocampo. BRIVIDI A PALERMO - In settimana, con l'attenzione al fatto che un ritiro punitivo può sortire l'effetto contrario, il lavoro dello staff e della dirigenza dovrà essere indi-rizzato a far recuperare alla compagnia un minimo di autostima, di certezze e di coesione dopo le due devastanti sconfitte consecutive. In contrasto con la grinta di Colantuono, che evidentemente non sem-

pre fa presa, questa è una squadra fragile, insicura, senza personalità, priva com'è di punti di riferimento umani e anche tecnici ora che Di Natale si sta arrendendo defi-nitivamente all'età, quando la decadenza fisica innesca pure negatività psicologiche. Domenica l'Udinese andrà a Palermo per una partita da leggere nella chiave di una salvezza ancora tutta da conquistare. E' dietro che si torna a guardare se pensiamo che il Carpi, in una settimana, vincendo gli scontri diretti con Udinese e Sampdoria, ha rosicchiato sei punti ai bianconeri che le vittorie su Torino e Atalanta sembravano aver messo al sicuro. Mancherà Danilo per squalifica: visto il rendimento dell'ultimo periodo, non è detto sia un male.

RESANeanche la tempraatletica di Baduha potuto arginare lo strapotere juventino.A destra, Colantuono.Nella pagina accanto, tantotifo... SprecatoCHE PENA! GRAZIE JUVE

PER NON AVER INFIERITO...

“TIPICAMENTE BIANCONERO”diBiancamariaGonano

Dal 14 giugno 2013 l’ UDINESE CLUB “TIPICA-

MENTE BIANCONERO” è la nuova denominazione del club di Terzo di Aquileia e ne continua il percorso ini-ziato quasi 16 anni fa, esattamente il 16 novembre 2000. Il presidente Stefano Fioretti, che ricopre anche la carica di tesoriere, ci racconta il perché di questo cam-biamento: “La gran parte dei soci , circa il 70 %, proviene da altri comuni nonché da fuori regione, perciò si è sentita l’esigenza di meglio rap-presentare la loro fede bianconera

friulana imitando il marchio che contraddistingue da alcuni anni i migliori prodotti tipici del nostro territorio, sempre presenti negli appuntamenti del dopo-partita allo stadio Friuli, nonché in tutte le altre occasioni d'incontro. At-tualmente abbiamo 80 tesserati, di cui 35 abbonati. Non abbiamo in programma delle trasferte perché la squadra non attrae per il gioco e i risultati, né per l’approccio alle par-tite. Inoltre le difficoltà economiche del momento complicano la vita. Per il futuro però vogliamo tener

duro in attesa di tempi migliori e auspichiamo un nuovo modo nell’or-ganizzazione delle attività da parte dell’Auc e dalla società verso i Club organizzati: sarebbe auspicabile che il nuovo stadio dedicasse ad esempio uno spazio alle iniziative dei singoli club. Bello sarebbe poi vedere un po’ di “colore bianconero” nel nuovo impianto”.La sede è nel bar Rosarossa a Terzo d’Aquileia, ma si conta di avere dei referenti ad Aquileia e Perteole. Abbiamo anche la pagina facebook". (foto: ospite Thereau)

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A Palermo più leggeri per le prime cessioni Speranze da trasferta

Maurizio Zamparini sfida i Pozzo in esterofilia. Af-fidata la panchina del Palermo all'argentino Guillermo Schelotto, che debutterà nel campionato italiano pro-prio domenica ospitando l'Udinese, si è preso come vicepresidente il montenegrino Predrag Mijatovic, già ds del Real Madrid, per dare corpo a un progetto in-ternazionale da tempo vagheggiato dal fantasioso patron rosanero. In questo ambiente “rivoluzionario” si ca-lerà domenica l'Udinese per un match salvezza da 6 punti: stanno male i friulani dopo le legnate juventine, ancor peggio (appena 4 punti sopra il Carpi) il Palermo che con il traghet-tatore Viviani in panca ha pure bec-cato un poker a Marassi dal Genoa. Certi numeri bianconeri fanno paura: come quello dei gol realizzati. Tutta l'Udinese ha segnato meno (18 gol, -13 di differenza reti!) del solo Higuain capace di 20 botti. Altri, in-vece, incoraggiano e si riferiscono al rendimento esterno: fuori l'Udinese ha raccolto 13 punti, contro gli 11 casa-linghi. Se tanto mi dà tanto, qualcosa i bianconeri dovrebbero raccattare anche in Sicilia. Mentre sono partiti Marquinho, tornato negli Emirati Arabi, Evangelista voluto da Stramaccioni al Panathi-naikos, e Insua rientrato in Argentina per il Newel's Old Boys, tutti in prestito, fa notizia anche il parcheggio al Verona del giovane talento brasiliano Samir, difensore di 21 anni prelevato dal Flamengo. Con la valigia fatta aspettano ora semaforo verde il veterano Domizzi (Pe-scara?) e il difensore Camigliano destinato allo Spezia. Kone? Non è detto vada via, magari servono altri sei mesi di verifica prima di rinunciarvi. Alla voce entrate, sulla scena bianconera irrompe un uomo dell'Est, il ventottenne serbo Zdravko Kuzmanovic, mezz'ala dal mediocre passato italiano (Inter e Fiorentina), scontento al Basilea. Un tipo dotato di talento, ma altrettanto irrequieto, Kuzmanovic già domenica potrebbe sedere in panca accanto a Colantuono. (i.c.)

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SIDICEVA...SIDICEVA...

si diceva...

STORIEDI CAMPIONI DEL FRIULIPersonaggi e imprese in un libro del 1997 dello scrittore udinese Roberto Meroi

Di libri sullo sport Roberto Meroi, giornalista e scrittore udinese classe ’49 premiato in varie

occasioni, ne ha pubblicati parecchi e abbiamo voluto sceglierne uno che compendia tutte le discipline in cui i campioni di casa nostra hanno impresso il loro marchio nelle varie epoche: “Storia di azzurri e campioni del Friuli”, del 1997. Racconti di vita e di sport in cui Meroi, fratello di quell’Innocente che fu calciatore anche dell’Udinese, ha messo la propria conoscenza diretta per essere stato lui stesso praticante di varie discipline, una su tutte l’atletica leggera, che gli valse molte medaglie nella velocità. Regina degli sport, come lui la chiama nel capitolo d’apertura in cui ripercorre una storia che a Udine risale addirittura al ‘300, con gare di marcia e di corsa, affiancate al palio dei cavalli, in cui i partecipanti partivano dal Giardino Grande (oggi piazza I° Maggio) e correndo lungo via Aquileia ritornavano poi al punto di partenza. Un capitolo in cui riaffiorano nomi e imprese

di campioni che nell’ormai sciaguratamente eliminato Campo Moretti, inaugurato il 25 maggio 1924, gareggiarono ad ogni livello, dall’udinese Plinio Palmano (che fu pure decano dei giornalisti friulani) che stabilì il record italiano del salto triplo con 13,855 metri a Ondina Valla, addirittura in tre gare diverse a record: salto in alto con 1,517; 100 metri piani in 12”8 e 80 ostacoli in 12” netti. Ma anche altri sport ebbero i loro momenti di gloria nello storico impianto udinese, dal rugby al ciclismo e persino allo speedway, che nel 1971 vide la vittoria del russo Pavlov sulla pista in sabbia e cenere che circondava il rettangolo verde. Quello che nelle varie epoche vide evoluire campioni del calcio di varie squadre contro l’Udinese e pure a livello internazionale, con la nazionale azzurra Under21 nel 1963 contro l’Austria e nel 1971 contro la Svezia, oltre alla rappresentativa di serie C negli anni ’60 nella quale militava il terzino friulano Ido Sgrazzutti da Flumignano. Ma non trascura appunto nessuno sport, Meroi, nella sua rassegna corredata

da belle e spesso rare foto d’epoca, con anche l’alpinismo e le Frecce tricolori a trovare un loro spazio. E oltre al racconto ci sono pure dei dettagliati elenchi, tra cui quello della sezione udinese degli atleti Azzurri d’Italia (aggiornato ovviamente al 1997) in cui si trovano, fra gli altri, nomi

particolarmente noti quali quelli di Manlio e Nino Cescutti, Tullio Pittini, Enzo Menegotti, Manuela Di Centa, Venanzio Ortis e molti altri di momenti diversi. Un libro in sostanza esaustivo che costituisce una chicca nel suo genere e del quale presentiamo alcune pagine e foto. (e.f.)

Ottavio Bottecchia(nella foto a sinistra) fu uno dei più grandi campioni del ciclismo friulano e morì tragicamente durante un allenamento.

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SIDICEVA...SIDICEVA...

PlinioPalmano,chefupuredecano

deigiornalistifriulanistabilìal"Moretti"ilrecord

italianodelsaltotriplocon13,855metri Prima di un incontro di rugby

allo stadio Moretti

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ScialpiniSmola libertà di vivere la montagna innevata,

l’arte di guadagnarsi passo dopo passo discese entusiasmanti

LA SCUOLA CARNICA di ALPINISMO e SCIALPINISMO “CIRILLO FLOREANINI”Sez. CAI TOLMEZZO organizza la serata:

Venerdì 22 gennaio 2016 ore 20.15 - ENTRATA LIBERA

Comunità Montana della Carnia - Tolmezzo - Via Carnia Libera 1944

programma:> SCIALPINISMO: informazioni utili per poter affrontare in sicurezza la montagna d’inverno, gli strumenti per programmare un’uscita scialpinistica (guida "Scialpinismo in Carnia")> La tecnica di sci fuoripista: presentazione della recente edizione del manuale "Tecnica di sci fuoripista, come sciare correttamente" di Alessandro Fattori> Presentazione dei corsi di scialpinismo 2016 organizzati dalla scuola (prima lezione: rischi e responsabilità-norme comportamentali legate alla frequentazione dei corsi)

In occasione dell’incontro sarà possibile iscriversi al corso Scialpinismo Base SA1 ed acquistare entrambi i testi sopra nominati.

http://scuola.caitolmezzo.it/

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UDINESECALCIOle belle di TremilaSport

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le belle di TremilaSport

ChiaraSilvestrisidefinisceestroversaevanitosamaancheconcretaeselettivaneirapportiinterpersonali

Ama cercare emo-zioni forti scivo-lando sulla neve con lo snowboard, Chiara Silvestri,

ma anche ritagliarsi spazi di tranquillità sola con se stes-sa, per pensare e coltivare i propri hobbies, su tutti la buona musica e la fotogra-fia. “Sono estroversa ma adoro anche starmene da sola, evitando soprattutto le compagnie forzate – am-mette la 26enne modella di Portogruaro - . Sono anche vanitosa, ma non amo i con-corsi di bellezza, quelli che ti fanno sentire un pezzo di carne in passerella, prefe-rendo invece posare davanti ad un obiettivo fotografico, lì si mi sento a mio agio”. Bru-na dalle linee mediterranee,

Chiara, che è giunta ad esse-re modella con un percorso che lei definisce inverso a quello tradizionale: “Prima

SONO UNARAGAZZA FATALISTA

soprattutto quelle che si re-lazionano con me accettan-domi come sono, con i miei pregi e difetti”. Idee chiare che esprime pure parlando del mondo giovanile: “Tutti studiano, coltivando spesso aspettative eccessive e la-mentandosi poi che non c’è lavoro. Io dico invece che il lavoro c’è, chi vuole lo trova, basta mettere al bando la pigrizia”.

ho pensato a lavorare e a sistemarmi e solo in seguito a dedicarmi alle “frivolezze” – si racconta - . E posare è per quanto mi riguarda una di esse, un puro divertimento. Sono una ragazza fatalista che affronta alla giornata il bello e il brutto che la vita le propone. Credo infatti che il nostro destino sia già scritto e che quindi sia inutile fare troppi progetti per il futuro. E progettare, lo confesso, mi mette un po’ d’ansia, anche se ho delle idee ben precise che comun-que sono lì in stand by ”. E anche riguardo al prossimo, Chiara esprime giudizi ben precisi: “Odio l’ipocrisia e mi piacciono le persone sponta-nee, quelle che danno senza pretendere nulla in cambio. E

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A due passi dal centro storico, in una corte interna (parcheg-gio privato gratuito) di fronte alla stazione dei treni ed al terminal degli autobus, Hotel Principe diventa il vostro com-plice nella fuga verso un’oasi serena e tranquilla. Un valido staff attivo 24 ore su 24 Vi ac-coglierà ed assisterà durante il Vostro soggiorno con cortesia e professionalità in un ambien-te amichevole e familiare. Tutte le 26 camere sono tranquille e dotate di bagno privato con doccia ed asciugacapelli, te-lefono con selezione diretta, minibar, aria condizionata (o riscaldamento, a seconda delle stagioni!) e TV LCD con i pro-grammi satellitari. A disposi-zione Of� ce ed Internet per chi non viaggia col proprio portati-

le oppure l’accesso ad Internet tramite connessione WI-FI; la sala colazioni potrà esser utiliz-zata come sala letture o luogo dove incontrare colleghi per il cliente che lo richiede. Gli amici a quattro zampe sono i benvenuti!

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ATLETICA

Riccardo Del Torre, lunghista della Libertas Udine, ad alti livelli nello sport e nello studio

SALTARE ÈLA MIA PASSIONECapita spesso di dover dire:

“Facciamo un passo alla volta.” Nel caso di Riccardo Del Torre si dirà che è meglio compiere un salto alla volta, come lui

stesso asserisce. Per il diciannovenne atleta udinese, specializzato nel salto in lungo, migliorare se stessi è lo scopo che tutti inseguono, ma senza avere troppa fretta di raggiungerlo. Sei stato premiato dal Panathlon di Udine come giovane atleta bravo nello sport e nello studio. Qual è, al proposito, il tuo percorso scolastico? “Frequento l’ultimo anno del Liceo Artistico Sello di Udine, ad indirizzo Design industriale. Fin da bambino per me era appassionante co-struire oggetti, e l’interesse per questa attività è cresciuta sempre più nel corso degli anni.”Stai pensando invece a quali potrebbero essere i programmi per il futuro, per quanto riguarda sia lo studio che il lavo-ro? “Certamente continuerò a coltivare con impegno la mia disciplina sportiva e spero un giorno di poter entrare a far parte di un gruppo sportivo militare. Ma al contempo desidero ardentemente proseguire con gli studi di design, pro-babilmente al Politecnico di Milano, o in alternativa in istituti di altre città come

Bologna, Torino, Venezia. Un’ulteriore pos-sibilità potrebbe essere il trasferimento all’estero.”Generalmente come trascorri le tue gior-nate? Hai un hobby particolare? “Pos-so dire che le mie giornate sono quasi sempre sature. Mi alleno cinque giorni alla settimana, il che non è poco; a ciò si

aggiungono due rientri scolastici. Mi con-viene impiegare il tempo restante stu-diando, sebbene, stando davvero attento durante le lezioni, riesca a far fruttare in maniera migliore le ore pomeridiane a disposizione. Da sortivo quale sono, adoro stare all’aria aperta: ecco, una mia passione sono le escursioni in montagna,

Del Torre premiato al Panathlon di Udine

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ATLETICA

a piedi o in sella alla bicicletta. Ho sempre avuto un ottimo rappor-to con la natura, insomma. Ma non posso però negare di essere un autentico “nerd”: ora non più come un tempo, ma qualche anno fa ero un patito di videogiochi e ci passavo svariate ore davanti. Nei momenti di svago mi piace anche ascoltare musica: non amo il rock, prediligo dance, house e techno.”

C'è stato un periodo della mia

vita in cui avrei voluto prendere i voti, ora voglio

dedicarmi all'atletica e al design

Come ti definisci caratterialmen-te? “C’è stato un periodo della mia vita, molto breve in realtà, in cui avrei desiderato prendere i voti! Proprio perché, cresciuto innanzitutto in una famiglia cri-stiana, sentivo e sento tuttora di essere di indole caritatevole e di tendere spesso a porre il bene degli altri davanti al mio, ad attribuire a esso maggiore importanza. E’ anche vero però che, come molti atleti, in alcuni casi divento una persona indi-vidualista e un po’ piena di sé.”Hai praticato altri sport oltre all’atletica? E per quale moti-vo la tua specialità è diventa-ta il salto in lungo? “Da molto piccolo ho iniziato a giocare a tennis, mentre mio padre, che da giovane è stato lanciatore di giavellotto, cercava in ogni modo di dissuadermi dal praticare una disciplina come l’atletica, in quanto è un tipo di attività che richiede molti sacrifici ma che non garantisce sempre il giusto tornaconto economico. In seguito mi sono dedicato per tre anni alla pallacanestro, ma la mia smania di primeggiare sugli altri che si manifestava durante il gioco si faceva sentire in ma-niera chiara. Ho cambiato strada

e sono giunto al calcio e poi, su consiglio di mia madre, perfino alla danza! Ora invece pratico il lungo da sei anni alla Libertas Udine, passando dalle categorie di cadetti, allievi e under 20. Sono approdato a questa specialità perché la mia predisposizione in fondo è sempre stata saltare, l’avevo capito già quando giocavo a basket. Disputo anche gare di corsa, come i 110 ostacoli, ma questo non è esattamente il mio campo.” In ambito strettamente sporti-vo quali sono i tuoi sogni per il futuro? “Credo che partecipare ai Giochi Olimpici sia una meta per tutti gli sportivi che guarda-no alle vette più alte: ovviamente anch’io sono uno di loro. Penso che la cosa migliore sia cresce-re gradualmente. C’è da dire che purtroppo ogni minimo infortunio può incidere, com'è capitato a me quando, passando sotto un osta-colo, ho rotto il menisco sinistro. E questo “scherzo” mi ha sottrat-to un bel po’ di tempo, durante il quale non ho potuto chiaramente allenarmi. Attualmente il mio re-cord è 7.08, ma sono consapevole del fatto che posso senz'altro ot-tenere risultati migliori”

Massimo Gaudino

MARTELLONadia Maffo, della Libertas Malignani, sta per lasciare Udine per trasferirsi al centro lanciatori di Schio. Tra gli obiettivi futuri della martellista di Pantianicco allenata da Vecchiatto il raggiungimento dei 60 metri, quota che la metterebbe in pole position per l'ingresso in un gruppo sportivo militare.

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BASKET

9il suo

numerodi maglia

Daniele Mastrangelo, scuola Ubc, deluso dall’esperienza a Materadi EDI FABRIS

“APU, SE VAI IN A2 PENSA A ME!”

Benvenuti al sud” è il titolo di un film comico in cui si descrive l’approccio di un milanese con l’ambiente me-ridionale, inizialmente rifiutato ma nel quale alla fine il personaggio si

integra allegramente. Non è invece il caso di Daniele Mastrangelo, che da Trieste è sceso a Matera per provare una nuova esperienza: “Qui c’è uno stile di vita in cui non mi trovo a mio agio – ammette il giocatore, scuola udi-nese Ubc – e a fine stagione vorrei risalire al nord, anzi, se l’Apu dovesse centrare l’obiettivo della promozione in A2 spero pensi anche a me!”. Non tutto nella città lucana è negati-

vo, sottolinea Daniele, ma per un giovane c’è fin troppa tranquillità: “Matera è carina e caratteristica con i suoi “sassi”, la parte più anti-ca, ma per divertirsi un po’ si deve andare a Bari.Grazie al nuovo ruolo culturale in-ternazionale attribuitole, la città è meta di turisti soprattutto a Nata-le, quando si può ammirare anche il presepio vivente, ma per il resto

non c’è altro e quando hai vent’anni o poco più è dura”. Lui, comunque, è lì in primis per giocare a basket: “La scorsa estate ho ac-cettato l’offerta di Matera, dal momento che a Trieste, causa anche precedenti infortuni,

avevo poco minutaggio e volevo rimettermi in gioco – lui motiva la sua scelta - .Qui gioco in guardia, senza essere stato girato come altri in ruoli diversi, e mi va bene così. Sto giocando e sento che c’è fiducia in me, e anche il gruppo, seppure più volte rivoluzio-nato, è super, ma…siamo ultimi e l’unica nostra chance, ormai, è puntare ai play out, anche se non la vedo facile”. Ma, sottolinea, non è che per questo la società sia ormai priva di stimoli: “Non vogliono retrocedere, e questo è importante a livello di motivazioni. Il fatto è però che da inizio anno manca una stabilità di squadra, è già stato cambiato l’allenatore e manca strutturalmente un lungo. Ora, con la riapertura del mercato, la dirigenza sta cercando tre nuove pedine, vedremo se così le cose miglioreranno. Ma si fa fatica, è inutile negarlo.Nell’ultimo turno, pur perdendo in casa, abbia-mo giocato bene contro la capolista Brescia e domenica andiamo a Treviso contro la secon-da, speriamo in meglio”. L’ambiente, aggiunge poi Daniele, è un po’ quello di altre piazze: “Se vinci esci tra gli applausi, se perdi ti becchi gli insulti. Solo a Trieste non ho mai avvertito questo clima, lì il pubblico ti sostiene sempre e comunque”. Lui, comunque, continua a tifa-re Udine, informandosi pure sull’agibilità del palasport Carnera: “Quando sarà disponibile?

Perché è importante che alle spalle delle ambizioni dell’Apu di risalire ci sia anche una struttura all’al-tezza. Seguo a distanza il percorso della squadra in B e penso sia forte e ben guidata da Lino Lardo, che punta molto sulla difesa, e come ben si vede con ottimi risultati”.La serie A, invece, a Mastrangelo interessa poco o niente: “Troppi stranieri, leggo i risul-tati ma niente di più. Simpatizzo comunque per Reggio Emilia, una società che va un po’ controcorrente pun-tando molto sul pro-dotto nazionale. E’ la A2 invece, a mio avviso, la categoria che meglio ri-flette l’essenza del basket italiano, fatta di giovani in-teressanti e con l’impiego di un numero limitato di giocatori stranieri. Una base da cui ripartire”.

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BASKET

Si era lisciato la fronte con aria preoc-cupata, il presidente della Fip regionale, Giovanni Adami, quando Davide Micalich

(nella foto) aveva buttato qualche tempo fa sul tappeto l’idea di organizzare nel prossimo futuro, dopo il campionato europeo Under 19 dello scorso anno a Lignano, quello mondiale del 2017. Già, alle spalle di manifestazioni che hanno dato lustro al basket del Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni c’è sotto diversi aspetti un’immensa fatica nell’allestirle ma Micalich & C. non demordono e da cuscinetto fra i due eventi maschili propongono a Udine dal 4 al 16 agosto prossimi il campionato euro-peo Under 16 femminile. Una manifestazione che dovrebbe (il condizionale sotto questo aspetto è d’obbligo) avere la sua location principale nel palasport Carnera, chiuso da quasi quattro anni e oggetto di tira e molla burocratici ma i cui lavori, assicurano in sede comunale, si concluderanno probabilmente tra febbraio e marzo di quest’anno. Sede parallela il Benedetti di via Marangoni. Il comitato organizzatore friulano si è ormai conquistato l’incondizionata fiducia romana, tanto che il presidente Petrucci non manca

mai d’interve-nire di persona ai vari eventi o di benedire a distanza la laboriosità e l’iniziativa del nord-est. Sarà sicuramente una vetrina di elevato spes-sore tecnico, il prossimo euro-peo femminile, con il basket internazionale ad affidare le proprie chan-ces future ai propri miglio-ri prospetti rosa. E oltre al lato sportivo dell’iniziativa, saranno g l i

operatori commerciali a trarre indubbio beneficio dalla nuova iniziativa che animerà il prossimo agosto udinese. Un 2016 in cui a fine anno la città ospiterà il raduno delle nazionali maschili e femminili di 3 contro 3 e a Pordenone potrebbero aver luogo le finali nazionali Under 18 maschili.

EvENTISERIE B

“ERO TITUBANTEMA ADESSO CI STO"

Apu – Pavia si è appena conclusa con l'ormai consueta larga vit-toria di Udine (62-41) e Riccardo Castelli non nasconde la propria soddisfazione per la sua ennesima

buona prestazione fatta di tanta sostanza sotto le plance e punti pesanti, da top scorer assieme al compagno di squadra Marchetti, con 17 punti: “Abbiamo mantenuto alta la concentrazione per tutta la gara, senza far venir meno l’intensità difensiva ne-anche quando l’incontro si era messo in discesa per il divario che avevamo creato già a metà del secondo quarto. Ma la fame di vittoria è una delle caratteristiche di questa squadra”. Il “due metri” piemontese, lo scorso anno in A2 Silver a Ferrara con un ruolino stagionale di 8,2 punti e 4,1 rimbalzi in poco più di 23 minuti per gara, è stato l’uomo fortemente voluto quest’estate dal tecnico Lino Lardo per costruire il quintetto udinese programmato per la conquista delle serie A2 e ad oggi Riccardo Castelli sta ben ripagando la fiducia del'allenatore: “Inizial-mente l’idea di scendere di categoria mi trovava piuttosto perplesso e non nascon-do di aver accolto i primi contatti con una certa riluttanza, ma dopo aver ascoltato nel dettaglio i progetti societari e le idee di Lardo ho superato le indecisioni con con-vinzione - dice il giocatore - . in particolare la chiave per darmi la giusta motivazione per accettare le offerte di Udine e sposare il progetto è stata l’opportunità di poter lavorare con Lino, un tecnico esperto e capace di trovare sempre il modo per far lavorare bene le sue squadre sviluppan-

done le potenzialità. Oggi sono felice della scelta e di far parte di un gruppo e di una società ben strutturate e con un progetto di crescita chiaro e ben strutturato”. Ora l'Apu è attesa da due impegnative trasferte consecutive contro Milano e soprattutto contro Orzinuovi, big-match del campionato tra le due battistrada appaiate in classifica, dove Udine cercherà di vendicare la sconfitta dell’andata, patita tra le mura amiche del palazzetto di via Marangoni e che a oggi costituisce l’unica battuta d’arresto per la compagine friulana. “Purtroppo rischiamo di arrivare alla sfida con Orzinuovi senza poter contare su Truccolo e Zacchetti nelle migliori condizioni ma in ogni caso siamo ben consapevoli che la nostra squadra è dotata di amalgama, voglia di vincere e intensità difensiva che ci permetteranno di giocarci queste due trasferte “toste” senza complessi. , considera Castelli. Che poi dice la sua riguardo al fatto che in molte partite di un campionato nazionale di B maschile molte squadre facciano fatica a superare i 40 punti: “A mio parere esiste un divario significativo tra alcune compagini di vertice, tra cui ovviamente la nostra, e le altre per quanto riguarda la cura della fase difensiva che mette in seria difficoltà gli avversari tecnicamente meno dotati. In particolare, sempre nel nostro caso, Lardo ci sta preparando non solo a vincere questo campionato ma anche a renderci competitivi per il prossimo e tut-ta questa applicazione non può non dare i suoi frutti. Perlomeno ce lo auguriamo". Giuseppe Passoni

RICCARDO CASTELLI È UNO DEI PUNTI DI FORZA DELL'APU DI LINO LARDO

MACCHINA ORGANIZZATIVA, MOTORE SEMPRE ACCESO

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CALCIOUDINESEVOLLEY

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VOLLEY

A fine marzo tornerà in riva al Noncello uno degli ormai classici tornei giovanili di volley. Ne abbiamo parlato con gli organizzatori. dell'In-

sieme per Pordenone.Come è nata l’idea di organizzare il “Torneo Città di Pordenone”?Il Torneo Internazionale Città di Por-denone è nato dalla lungimirante idea nel 2006 di Nicola Barattin (allenatore e poi Presidente di Insieme per Porde-none) di creare un’iniziativa di respiro internazionale per il volley giovanile nel territorio di Pordenone.In seguito alla sua prematura scom-parsa il torneo dal 2012 ha assunto anche il titolo di Memorial Barattin. La volontà del Direttivo di onorare il suo ricordo ha spinto con forza a far crescere negli anni questa mani-festazione sino a farla diventare oggi una delle kermesse più importanti d’ Italia di pallavolo giovanile nel periodo pasquale.

How did the idea to organize the “International Tournament – City of Pordenone?The tournament was created in 2006 by the visionary idea of Nicola Barattin (Coach and the President of Insieme per Pordenone), with the intention of creating an international volleyball for the youth in the area of PordenoneFollowing his untimely death, the Tour-nament in 2012 also took on the title of Memorial Barattin. The will of the Executive to honor his memory has pushed hard to make this event grow over the years until it becomes one of the most important festival of Italian volleyball youth at Easter

Come è andata la precedente edi-zione?E’ stata l’edizione dei record. Quaran-totto squadre partecipanti provenien-ti da tutta Italia e da Austria, Slovenia e Germania che hanno dimostrato un altissimo livello di gioco sfidandosi in dieci campi da gioco dislocati nel pordenonese. Quattrocento persone hanno pernottato presso le strutture alberghiere della provincia e mille i pasti distribuiti nei ristoranti con-venzionati.La macchina organizzativa ha retto perfettamente grazie a tutti i genitori degli atleti di Insieme per Pordenone che si sono resi disponibili ad aiutare nella fase esecutiva del torneo. La Cerimonia di Apertura, svoltasi in te-atro, è stata il fiore all’ occhiello del-la Kermesse con la partecipazione di Elisa Manzano come testimonial, uno spettacolo di Sand Art e una

dimostrazione di sitting volley a cui hanno potuto partecipare tutti gli atleti presenti.

How did the previous edition ?It was the record edition. Forty-eight teams from all over Italy and from Austria , Slovenia and Germany, which have shown a very high level of play challenging in ten playgrounds located in Pordenone. Four hundred people have stayed overnight at the hotels of the province and distributed thou-sands of meals in restaurants.The organizers held up well thanks to all the parents of athletes of “Insieme per Pordenone” that have become helpful to assist in the execution phase of the tournament. The Open-ing Ceremony, held in the theater , was the flagship of the Kermesse with the participation of Elisa Manzano as testimonial, a show of Sand Art and a demonstration of sitting volleyball in which could participate in all the athletes present.

Quali obiettivi vi siete posti per que-sta edizione e per il futuro?L’obiettivo, sempre lo stesso negli anni, è di far vivere alle squadre parteci-panti un’esperienza unica in diversi ambiti. Dal punto di vista sportivo diamo la possibilità a tutte le squa-dre di giocare almeno sette partite in due giorni di gare. Dal punto di vista umano al fine di stimolare l’aggre-gazione sociale organizziamo tante iniziative satellite per far sentire gli atleti veri protagonisti della manife-stazione come ad esempio la sfilata delle squadre, un divertentissimo Vol-ley party e delle visite turistiche nel luoghi più belli della Regione.Non manca infine la volontà di cor-redare il tutto con una cornice scenografica dell’evento condita da spettacoli di vario genere durante la Cerimonia di Apertura e l’intervento di testimonial provenienti dal mondo del volley di caratura Nazionale.

What goals you have set for this year and for the future ?The goal , always the same over the years , is to live a unique experience to the participating teams in different areas. From the sporting point of view we give the opportunity to all teams to play at least seven games in two days of competition. From the human point of view in order to stimulate the social gathering we organize many side initiatives to make the athletes feel real stars of the event such as the parade of teams , a very fun Vol-ley Party and sightseeing in the most beautiful places of the region.

Last but not least the will to accom-pany it all with a scenic setting of the event dressed up with different shows during the Opening Ceremony and the intervention of testimonials from the world -class National volleyball.

Tra le varie categorie c'è anche il sitting volley, una disciplina in co-stante ascesa in FVG, qual’ è il vostro impegno in tale iniziativa?Il nostro intento è di sfruttare il tor-neo per dare ampia visibilità a que-sta disciplina che si sta affacciando da qualche tempo nel panorama del volley. Sposiamo infatti l’idea di fon-do che la pallavolo debba essere uno sport accessibile a tutti. Grazie alla collaborazione di Fernando Morganelli, referente sitting Volley Area Nord, organizziamo una serie di esibizioni di sitting volley a cui potranno par-tecipare gli atleti presenti.

Vista l’internazionalità del torneo, quanto può essere importante il volley per avvicinare popoli e cul-ture diverse?Abbiamo constatato in tutte le edizioni del nostro evento quanta curiosità vi sia tra gli atleti nei confronti dei ragazzi di altre nazionalità ma anche nei confronti degli atleti di società che provengono dal resto d’ Italia. Le varie culture pallavolistiche hanno peculia-rità diverse e per questi giovani (ma anche per noi) è un enorme accre-scimento culturale vederle applicate durante un torneo in cui partecipano così tante squadre di diversa prove-nienza. Stimolare questo entusiasmo nei confronti dell’altro è uno degli obiettivi del torneo e l’internazionalità dell’evento senz’ altro amplifica questo intento. Riteniamo, infatti, che lo sport non debba avere confini ed abituare

i ragazzi fin da giovani a ragionare in quest’ ottica senz’ altro potrà aiutarli in futuro ad abbattere molti cliché e barriere culturali.

Among the various categories is also the sitting volleyball, discipline in constantly rise in FVG. What is your involvement in this initiative?Our intent is to use the tournament to give visibility to this discipline that is emerging since sometimes in view of the volley. In fact We espoused the basic idea that volleyball must be a sport accessible to all. Thanks to the collaboration of Fernando Morganelli , contact Sitting Volleyball Area North , we organize a series of performances of sitting volleyball in which they can participate athletes present.

Given the international nature of the tournament , as it can be important to the volleyball to bring peoples and cultures?We found in all editions of our event there is much curiosity among ath-letes against boys from other coun-tries but also to the athletes who come from the rest of society d ' Italy. The various Volleyball cultures have different characteristics and for these young (and for us ) is a huge cul-tural growth to see them applied dur-ing a tournament involving so many teams from different backgrounds. Stimulate enthusiasm towards the other is one of the goals of the tour-nament and the international signifi-cance certainly amplifies this intent. We believe that sports should not have boundaries and to accustom the children from an early age to think in this perspective surely can help them in the future to break down many cliches and cultural barriers.

10° TORNEO CITTÀ DI PORDENONE

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VOLLEY

Il Dlf (Dopolavoro ferrovia-rio)Udine Sezione Pallavolo è nato con la prima affilia-zione alla FIPAV nel 1984 a seguito di una richiesta del

gruppo amatoriale che operava sul territorio di Udine sud.Sono oramai passati più di trent'anni anni da allora e l’anno sportivo 2015-2016 è il trentune-simo di partecipazione consecu-tiva ai vari campionati federali.Il direttore sportivo, Roberto Cotrozzi, analizza la situazione tracciando un quadro d’insieme: “ Per scelta il Dlf s'impegna pre-valentemente nel settore giova-nile facendolo confluire in una squadra di categoria come sfogo naturale. Attualmente la nostra squadra di C è collocata in una discreta posizione di classifica, in-torno al sesto posto. Gli ultimi tre anni sono stati molto esaltanti, con un doppio salto di categoria passando dalla Prima divisione di Udine alla D, che ci ha visti

protagonisti con la promozione in serie C lo scorso anno. Una bel-la cavalcata fatta con giocatrici molto giovani, basti pensare che nel campionato attuale la media è di 21 anni e il libero è addirit-tura del 2000. Le altre giocatrici sono del ’98 e ’97 e provengono dal settore giovanile". Essere gio-vani è un merito e un vantaggio, considera Cotrozzi, ma a volte crea anche parecchi problemi legati all’inesperienza: "Eppure, nonostante ciò, occupiamo una buona posizione in classifica. Il campionato a sedici squadre è molto lungo e vede San Giovanni al comando ben attrezzata per effettuare il salto di qualità. Poi le pordenonesi, le triestine e noi, ben spalmati dalla metà classifi-ca in su. Il nostro obiettivo è far giocare le più giovani. Alcune sono atlete che avranno un futuro in categorie superiori. Tranne una di Pordenone e una di Cividale, le ragazze sono tutte udinesi".

PRIMO PIANO

DA CINQUE LUSTRI SOTTO RETE Il ds Roberto Cotrozzi e l'allenatrice Valentina Gnan tracciano il profilo del volley del Dlf

STRUTTUREQuanto alle strutture, dopo anni il Comune ha concesso al Dlf la pa-lestra Zardini di Cussignacco: "Con la sua tribuna ci permette anche di accogliere il pubblico: ci sono infatti sempre sessanta-settanta perso-ne, che rappresentano le famiglie e gli amici ma anche il mondo delle giovanili che vengono a seguire la prima squadra. Ogni squadra ha il suo dirigente e spesso sono i genitori stessi a ricoprire questo ruolo. Schieriamo tutte le categorie, a partire dal mini volley e fino alle under 13, 14, 16 e 18. E’ un mondo prevalentemente femminile con soli due maschi fra il gruppo dei più piccoli per un totale di 110 atlete tesserate, un numero nella media con le altre società cittadine". In città e anche a livello nazionale i numeri del maschile sono infatti una nota dolente, evidenzia Cotrozzi, che poi analizza: "Il nostro obiettivo principale è far crescere giocatori e portarli a buoni livelli. Siamo al

Una storia udineseAffiliata alla Fipav dal 1984, la sezione pallavolo del Dopolavoro ferroviario udinese è nata a suo tempo su richiesta di un gruppo amatoriale che operava nella zona sud della città. Per propria scelta il Dlf s'impegna prevalentemente nel settore giovanile, che ha il suo sbocco in una formazione maggiore di serie C, campionato a 16 squadre.

VOLLEY

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FOCUS

massimo delle nostre potenzialità mancando di uno sponsor principale e avendo il supporto di soli sponsor minori. Disponiamo di cinque tecnici: Andrea Blarasin con il suo secondo Paolo Colombo per la serie C; Sere-na Raso, che è anche il libero esper-to della prima squadra,la nostra

atleta più anziana, per l'Under 18. A questo proposito mi piace sottoli-neare come fra i due liberi in rosa ci siano ben dodici anni di differenza! Per l’Under 16 e il settore Mini volley il tecnico di riferimento è Valentina Gnan mentre per l’Under 13 e 14 Sergio Cecchini: la maggior parte

Nelle società di paese c'è

una maggiore partecipazione

rispetto a quelle di città ma

cerchiamo di adattarci con varie iniziative

delle ragazze sono under 13 e disputano il doppio campionato. La serie C gioca ogni sabato alle 20.45 e ci fa molto piacere che le famiglie e gli amici che seguono le partite abbiano lo spazio delle tribune, che quando giocavamo alla Fermi non c’era. Gli allena-menti si svolgono alla Fermi, alla Alberti e alla Zardini, alle 21 in quest’ultima perché i locali sono occupati in altre ore dal Cussi-gnacco Basket. Certamente un orario un po’ problematico per le giovani atlete, tutte studentes-se delle secondarie che il giorno dopo devono fare i conti con la levataccia per andare a scuola. Tre delle giocatrici di C giocano anche con l’Under 18 in un pro-getto con Horizon Codroipo e Pav Udine, un gran sacrificio con quattro allenamenti settimanali e la partita. E sono pure brave studentesse a riprova del fatto che lo sport non porta via tempo alla scuola ma insegna l’arte del gestirsi e lo spirito di sacrificio". OBIETTIVIE poi uno sguardo al prossimo futuro: "Dopo la promozione, che è giunta come una lieta sorpre-sa lo scorso campionato, per il prossimo puntiamo a confer-marci e ad inserire qualche gio-vane in prima squadra anche se il gap di capacità atletiche esiste”.Valentina Gnan, impiegata di trentaquattro anni, allena da parecchi anni il settore del mini volley e le ragazze Under 16: “ Inizialmente non avevo l’ambizio-ne di guidare i più piccoli perché temevo di non esserne capace. Ora invece mi ritengo soddisfat-ta perché le soddisfazioni sono

enormi. Ho a disposizione due gruppi : 15 giovani del 2007-8 e 19 del 2005-6. Due volte alla settimana ci troviamo per se-dute di avviamento allo sport e per imparare i fondamenti del-lo stare insieme e fare gruppo. I bambini non partecipano ad un vero campionato ma ad un concentramento, cioè dei tornei: il 31 gennaio al Palacus gioche-ranno in maschera e potranno aderire alla manifestazione tutte le società che lo vorranno". Più su è invece diverso, sottolinea la Gnan: "Con l’Under 16 si comin-cia a fare la vera pallavolo. Le 16 ragazze della rosa s'impegnano molto ed è importante perché, nonostante l’impegno dello stu-dio, mi garantiscono almeno due allenamenti alla settimana più la partita. Lavorare con le adolescenti è stimolante: hanno caratteri tosti e ti mettono alla prova". CITTA' E PAESIE c'è una differenza fra l'allenare in città e nei paesi: "Fuori, il di-scorso del gruppo è più sentito e la partecipazione maggiore. La nostra palestra è molto bella ma, essendo periferica rispetto alla città, non offre la possibili-tà di creare aggregazione dopo l’allenamento. Noi ci adattiamo facendo fare merenda in atrio. Dopo cinque anni alla corte del Dlf posso dire di apprezzare in particolarità la serietà della di-rigenza, formata in modo par-ticolare da storici dirigenti della Federazione e del Coni. Inizial-mente mi sentivo sempre messa alla prova, ora sento di essere apprezzata per il mio lavoro”.

Biancamaria Gonano

NELLE FOTO, ALCUNE FORMAZIONI DEL DLF

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CALCIOUDINESE

SERIE B1 FEMMINILEITAS CITTÀ FIERA MARTIGNACCO - V.MILLENNIUM BRESCIA 2-3

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UDINESECALCIOVOLLEY

SERIE B1 FEMMINILEITAS CITTÀ FIERA MARTIGNACCO - V.MILLENNIUM BRESCIA 2-3

Photo andrea moratto

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REGOLAMENTO - PROGRAMMARITROVO: Parco delle feste - via degli Alpini - CAPRIVA DEL FRIULIDOMENICA 24 gennaio:– ore 08.00-09.30 ritiro pettorali, ultime iscrizioni, iscrizioni marcia– ore 09.50 partenza marcia km 7 – ore 10.00 partenza Maratonina– ore 12.00 pasta party; a seguire premiazioni– ore 14.00 chiusura manifestazioneISCRIZIONI MARATONINA: dovranno pervenire, con attestazione di avvenuto pagamento, a mezzo lettera o fax al Gruppo Marciatori Gorizia - via Cipriani, 69 -34170 Gorizia - Fax 0481 522453, o tramite e-mail all’indirizzo [email protected] I non tesserati devono inviare copia di certificato medico valido per attività agonistica di “ATLETICA LEGGERA”!!QUOTE TASSA GARA: entro il 31 dicembre 2015 € 15,00 (Euro quindici /00); dal 1° gennaio a GIOVEDÌ 21 gennaio 2016 € 20,00 (Euro venti /00)!!!; DOPOTALE DATA LA QUOTA SARÀ di € 25,00 (Euro venticinque/00) !!! ATTENZIONE: Solo ai primi 500 iscritti è garantito il pacco gara (T-SHIRT TECNICA serigrafata + fascia tergisudore).Modalità pagamento: Bonifico banca: CRA Lucinico Farra e Capriva; IBAN: IT32 I086 2212 4010 0000 0835 213. Cod. BIC CCRTIT2T96A NON SI ACCETTANO ISCRIZIONI SENZA L’AVVENUTO PAGAMENTO!!!ISCRIZIONI MARCIA: Sul luogo di partenza. Quota: € 5,00 (Euro cinque/00) con maglietta e pasta!! PERCORSO: asfalto, pianeggiante con qualche tratto leggermente ondulato, attraverso il “Parco Naturalistico del PREVAL” ei “vigneti del Collio Goriziano” di Capriva del Friuli, San Floriano del Collio, Mossa, San Lorenzo Isontino. TEMPO MASSIMO: 2 ore e 40’, dopo non sarà garantito il servizio di sicurezza per gli atleti.CRONOMETRAGGIO: con microchip, a cura della TDS, e manuale a cura della Federazione Italiana Cronometristi. PREMIAZIONI: CLASSIFICA GENERALE: Primi 12 maschili e prime 5 femminili. Gli atleti saranno suddivisi secondo le categorieC.S.I.: SENIORES (anni 1981/1996); AMATORI A (1971/1980); AMATORI B (1961/1970); VETERANI (1960 e prec.); Over 65.TROFEO DEL COLLIO alla Società con maggior numero di iscritti. ATTENZIONE: I PREMI NON SONO CUMULABILI!!!SERVIZI: Ristori, spogliatoi, docce, servizio scopa.

CHALLENGER COLLIO - GORIZIA - TRAIL 32 CIPPI PER RICORDAREATTENZIONE: Partecipando allo CHALLENGER - Maratonine del Collio (24 gennaio 2016), Gorizia (06 marzo) e Trail del Carso “32 Cippi Per Ricordare”(26 giugno) si pagherà una quota di € 35,00 (Euro trentacinque/00) per tutte e tre le manifestazioni!! L’iscrizione è ammessa SOLO PER I TESSERATI(F.I.D.A.L. o E.P.S.) e DEVE essere fatta entro MERCOLEDÌ 20 gennaio 2016, specificando la causale del versamento!!! Al termine delle 3 prove verrà stilata una classifica sulla base dei 3 migliori tempi. Verranno premiati con materiale sportivo i primi classificati maschili e femminili delleCATEGORIE F.I.D.A.L.!!! (con almeno 3 partecipanti per categoria). Riconoscimento a tutti coloro che porteranno a termine le 3 prove!!! Le premiazioni sarannoeffettuate a Gorizia il sabato precedente la Maratonina Città di Gorizia 2017!!!

ISCRIZIONI FOTO E CLASSIFICHE VISIBILI SU: www.marciatorigorizia.itLa manifestazione è assicurata secondo le norme in vigore.Assistenza sanitaria a cura della Associazione Volontari “LA SALUTE” di Lucinico (GO).INFORMAZIONI: 0481 530760 ; 340 9805741; 329 3538431; 0481 522453 (fax e segreteria tel.)INFORMAZIONI SLOVENO-TEDESCO: 329 4211603 / 320 4014070

F.I.D.A.L.

REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA

PROTEZIONE CIVILE

civil defence

zivi

lsch

utz

pro

tection

civile

CAPRIVACIRCOLO RICREATIVO CALVARIO

COMUNE DICAPRIVA

L’ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA

GRUPPO MARCIATORI GORIZIASotto l’egida del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano), il Patrocinio del Comune di Capriva del Friuli e

Provincia di Gorizia, la collaborazione della Pro-Loco e Protezione Civile di Capriva del Friuli, organizza a:

INSERITA NELLO“CHALLENGER DAL COLLIO ALL’ISONZO 2016”

“MARCIA LUDICO-MOTORIA KM 7”“AIUTACI A CAMMINARE - AIUTACI A VIVERE”ASSOCIAZIONE “CONQUISTANDO ESCALONES”

a favore della ricerca per la cura della distrofia muscolare

Gara riservata ad atleti /e tesserati C.S.I. - F.I.D.A.L. e altriE.P.S. riconosciuti dal C.O.N.I. in regola per l’anno 2016.I non tesserati potranno partecipare compilando, al momentodel ritiro pettorale, il cartellino per tesseramento giornaliero“Free-Sport” e inviando copia di certificato medico valido perattività agonistica di “Atletica Leggera”.

CENTRO SPORTIVO ITALIANOCONSIGLIO REGIONALEFRIULI VENEZIA GIULIA

2aCAPRIVA DEL FRIULI (Go)DOMENICA 24 GENNAIO 2016

MARATONINA DEL COLLIOCOMUNE DI

GRADISCA D’ISONZO

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OSSERVATORIO

Spesso molti vip delle varie discipline escono dalle righe in varie forme

Grandi numeri, prodezze e beniamini del pubblico. Tutte queste caratteristiche portano un semplice sportivo a diventare un campione. Ma a volte la responsabilità di portarsi appresso un appellativo così

importante non viene retto, e del genio rimane solo la sregolatezza. In sport dove girano molti soldi e dove la carriera puoi iniziarla fin da giovanissimo, la fama, la noto-rietà e il grosso conto in banca danno un senso di onnipotenza, che se non bilanciato da una maturità sufficiente, può far compiere azioni sconsiderate, in campo e fuori. “Sono giovani, sono ragazzi, nella loro vita privata possono fare quello che vogliono l’importante è che poi rendano in campo, è un cam-pione quindi gli si può concedere qualcosa” sono solo alcune delle giustificazioni che si danno. Ma solo il fatto di essere un asso, basta a far legittimare determinati comportamenti?Nella storia sono molti quelli passati dall’incantare sul campo ad una vita privata fatta di eccessi e provocazioni. Lo sport ovviamente più sotto i ri-flettori è come sempre quello del pallone e se si dovessero elencare tutti quelli che hanno mostrato il proprio “lato oscuro”, l’elenco sarebbe davvero molto lungo. Quindi prenderemo in considerazione solo coloro che nel bene e (purtroppo) anche nel male hanno lasciato un segno. Uno dei primi “geni maledetti” è stato senza dubbio George Best. Il fortissimo attaccante del Manche-

ster United ha scialacquato il proprio patrimonio in automobili, donne ed alcool. A soli 28 anni la sua carriera finì, ma fu proprio la dipendenza da alcool a creare i suoi più gravi problemi. Nel ’84 scontò una pena di 4 mesi per guida in stato di ebbrezza e resistenza a pubblico ufficiale e da lì partirono anche i gravi problemi di salute che lo condurranno poi alla morte a causa di un’infezione epatica. Droga e alcool hanno costellato anche la carriera di un altro grandissimo: Diego Armando Maradona. Un fenomeno in campo, totalmente ingovernabile nella vita privata diventando gioie e dolori del pub-blico napoletano. Il suo essere sopra le righe ha portato a anch’egli problemi di salute, non legati solo al sovrappeso degli ultimi anni. Un’altra conoscenza del nostro campionato è stato Adriano Leite Ribeiro, conosciuto semplicemente come Adriano, considerato da molti uno dei più forti calciatori dell’era recente. Ma lui è stato più una cometa, giocando molto bene solo qualche stagione e lasciando dietro di sé solo una scia di gossip fatto di nottate con escort e cocaina. Alcuni non sono un animo ribelle solo fuori dal campo ma anche in campo. Due su tutti, Antonio Cassano e Mario Balotelli. Il talento barese ha fin da sempre accostato le sue capacità tecniche alla sua allergia alle regole. Il suo carattere difficile, molto spesso irascibile e impulsivo, lo ha portato dal Real Ma-drid al ritorno in Italia trovando posto in squadre medio piccole. Insulti ad arbitri, rapporti difficili

COSA È CONCESSO AI CAMPIONIGENIO E SREGOLATEZZA:

con allenatori e presidenti, nonché l’amore/odio con i tifosi, hanno valso il neologismo di “cassanata” ad ogni sciocchezza fatta dal ba-rese. L’altro che ha avuto questo onore è Mario Balotelli (a destra, nella foto), che con le sue “balotel-late”, ha fatto ammattire allenatori e tifosi. Tra Italia e Inghilterra, gli episodi sono stati tanti. Dalle notti brave in discoteca fino al fermo degli agenti che lo avevano tro-vato a sparare in aria con una scacciacani. Dalla sua, SuperMario ha l’età e la possibilità di poter dimostrare ancora tanto e bene sul campo. Strano a dire che la sua ultima chance a soli 25 anni resta il Milan, ma il talento dimostrato da giovanissimo si sta, anche in questo caso, eclissando da com-portamenti troppo sopra le righe. Sono poi recenti gli incedenti d’au-to di Vidal e Brozovic. Entrambi ubriachi al volante, il primo è an-dato a sbattere contro un’altra vettura, il secondo ha ignorato per ben 2 volte il rosso dei sema-fori. Comportamenti al limite della legalità, pericolosi non solo per loro stessi ma anche per altri. E la leggerezza con cui a volte ven-gono trattati da alcuni giornali, fa sorgere davvero il dubbio che fatti del genere siano a loro abbonati in quanto campioni riconosciuti. I calciatori non sono il solo esem-pio di questa duplice personali-tà. Come non citare i pugili Mike Tyson o il recente “pensionato” Floyd Mayweather. Il primo ha raggiunto tanti picchi sia in car-riera che nella vita privata, quanti abissi: su tutti la condanna per stupro e il morso all’orecchio ad Holyfield durante il match che do-veva confermare il suo ritorno sul ring, ma costatogli in realtà un anno di squalifica. Per ciò che riguarda il secondo invece, da quando si è ritirato dalla boxe, la sua vita è nel lusso più sfrenato ed eccentrico, culminato con l’ac-quisto di una tigre come animale domestico (Tyson docet) ed un party con spogliarelliste e lancio di banconote. Fortunatamente però, lo sport ci fa conoscere anche esempi di campioni che alla genialità asso-ciano la normalità. Quella normali-tà, che li porta ad un allenamento e un rendimento continuo ed ad un comportamento rispettoso non solo nella quotidianità ma anche nei confronti di colleghi ed avversari, e soprattutto verso i proprio sostenitori. Sono queste le caratteristiche che dovrebbero decretare un campione. Alessan-dro Del Piero, Raul, Novak Djo-kovic, Michael Jordan sono solo alcuni esempi di questi campioni con la C maiuscola.

Arianna Venegoni

TremilaSport+ | 20 01 2016 | 45

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IN BREVE

TERZA MIGLIOR PRESTAZIONE ASSOLUTA PER APPIERTOSi gongola per tutta la setti-mana allo sci club Pordenone, che ha eletto il suo portacolo-ri Andrea Appierto "atleta del giorno". Un riconoscimento conquistato in virtù dell'ot-tima prova allo slalom Fis Cittadini di Turnau (Austria), concluso con il sesto posto. Il 23enne pordenonese ha infatti chiuso a soli 45 cen-tesimi dal vincitore, e nella seconda manche ha realiz-zato il secondo tempo. La proficua trasferta sulle nevi d'oltralpe ha permesso ad Appierto di intascare 32,15 punti, corrispondenti alla sua terza miglior prestazione in carriera.

SCI

SUMO: LO SKORPION SI AGGIUDICA 7 BRONZI IN UNGHERIA

■ Sette bronzi in saccoccia: è il ricco bottino con il quale i portacolori di Skorpion e Judo Gawa Pordenone sono rientrati dall'Ungheria. In terra magiara si è infatti disputata la Erd Cup, classica gara internazionale della specialità. Il risultato ottenuto dai sumotori guidati da Paola Boz e Gianni Finati è maturato in una manifestazione di buon livello, che ha registrato la partecipazione di otto nazioni (Ungheria, Polonia, Ucraina, Estonia, Germania, Arzebaijan, Lituania) oltre ai due club pordenonesi in rappresentanza dell’Italia. Sul terzo gradino del podio sono saliti gli "skorpioni" Patrik Moras (under 14, categoria di peso 65 chili), Nikolas Lotti (under 16, +90 kg), Francesca Roitero (under 21, +80 kg) con quest'ultima che commenta

"Diciamo che l'anno scorso è andata meglio". Proseguendo con il medagliere, per ben due volte ciascuno sono andati a bronzo i "gawani" Enrico Zanetti (under 18 e 21, 100 kg) e Bravo Sentayehu (under 16 e 18). Fra i senior hanno gareggiato anche Stefano Valerio, Virgilio Perin, Eros Bozzer, Simone De Biasi e Gianni Finati, che non sono però riusciti ad avvicinarsi alla zona medaglie. Per l’intera delegazione resta l'utile bagalio tecnico derivante da questa esperienza oltreconfine.

■ Il 2015 è stato un anno d’oro per il maestro del Judo Kiai Libertas Atena di Portogruaro, Marco Dotta, culminato nel conferimento della stella d’argento al merito sportivo e della medaglia di bronzo al

valore atletico da parte del Coni. Non solo,il presidente federale Domenico Falcone lo ha premiato con la cintura biancorossa 6° dan. Dotta è molto noto nel Friuli Occidentale, avendo militato dal 1981 all'88 nella società Sekai Budo di Pordenone, mentre oggi fa coppia fissa con il sanvitese Marco Durigon, partecipando alle gare nazionali e internazionali di kata (indossano stabilmente la maglia Azzurra) dove hanno raccolto svariati allori. Nella lettera di motivazione si legge "per la pluridecennale e meritoria opera svolta per il judo italiano e per tutte le particolari benemerenze e risultati acquisiti attraverso il costante impegno dimostrato per lo sviluppo tecnico e la diffusione della disciplina". Un percorso formativo, quello di

Marco Dotta, iniziato all’età di 11 anni nella società portogruarese Judo Kiai, proseguito con una parentesi di otto anni al Sekai Budo di Pordenone. Atleta dal 1977, insegnante tecnico dal 1984, dirigente di società dal 1988, maestro nel 2004 e atleta azzurro dal 2008. All'odierna età di 53 anni, Marco Dotta è uno tra i più giovani maestri italiani a indossare la cintura biancorossa, che in Giappone rappresenta la padronanza interiore del judo. In qualità di maestro della Kiai Atena di Portogruaro ha formato una squadra agonistica che ha dominato i tornei veneti e militato nel campionato nazionale di serie A. Inoltre ha introdotto lezioni specifiche per disabili, e organizzato corsi di autodifesa per i cittadini e le scuole.

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■ In una location diversa dal solito PalaBenedetti, la Delser supera la Piemme Ascens Triestina per 89-40 nella terza giornata di ritorno del campionato di serie B.Una partita dal doppio volto: la Ginnastica ha tenuto la gara solo nei primi due quarti, mettendo anche in difficoltà Vicenzotti e compagne che hanno trovato il vantaggio solo nel secondo periodo (23-21), dopo un primo quarto giocato sul punto a punto. La difesa a zona, schierata da coach Chermaz, è stata efficace fino a quando Udine non ha cambiato tattica, cominciando a segnare in transizione e a limitare le avversarie sul piano offensivo.Nel terzo periodo, infatti, c’è stata una svolta perché le friulane hanno notevolmente alzato il ritmo, sfruttando quella che forse è la loro arma migliore, ovvero il contropiede, e hanno siglato un parziale di 10-0 nei primi minuti del quarto che ha nettamente spaccato la gara. La formazione ospite non è più riuscita a rimanere in partita; la difesa di casa si è fatta sempre più aggressiva e per quanto riguarda la Piemme Ascens i punti segnati sono passati dai 30 dei primi due quarti, ai 10 della seconda metà.Una vittoria, quella di oggi, che fa sicuramente morale all’interno dello spogliatoio udinese. Era necessario vincere dopo la sconfitta subita la scorsa settimana

in casa del Basket Monfalcone che aveva fatto emergere alcuni problemi che sono stati prontamente risolti questa sera. Udine conferma nuovamente il suo primato in classifica a quota 32 punti in un derby che ha anche dato la possibilità a coach Medeot di usufruire di tutta la panchina.Da sottolineare la prova corale della Libertas che ha mandato a referto quasi tutte le sue giocatrici, con Bianco, Da Pozzo, Cortolezzis, Mancabelli e Rainis in doppia cifra e con Candusso che ha segnato il suo primo canestro in serie B. DELSER BASKET SCHOOL 89PIEMME ASCENS – TRIESTINA 40(15-17; 37-30; 58-36)DELSER BASKET SCHOOL: Quaino 5, Ciotola, Beltrame 9, Cortolezzis 10, Bianco 16, Mancabelli 16, Mio n.e., Vicenzotti 4, Da Pozzo 17, Rainis 11, Candusso 2. Coach Medeot.PIEMME ASCENS – TRIESTINA: Zacchigna 2, Samez 15, Meula, Vesnaver 10, Cravagna, valeri, Puzzer, Città 7, Nardella 6, Albano, Gelleti. Coach Chermaz.Arbitri dell’incontro: Francesco Carbonera di Cervignano del Friuli (UD) e Andrea Innocente di Povoletto (UD).Prossimo incontro: sabato 23 gennaio, ore 20.30, Torneria PMS Montecchio Maggiore – Delser Basket School.

VITTORIA SENZA PATEMI PERLA DELSER CONTRO LA PIEMME

BASKET

■ "Una serata memorabile che ha riempito il Pa-laPredieri in ogni ordine di posti, come lo scorso anno" commentano alla Associazione Ghiaccio Pordenone Libertas, che ha organizzato "Melody on ice", spettacolo di acrobazie sulla superficie gelata del Palasport di Piancavallo, rinomata località turistica delle montagne del Friuli Oc-cidentale. Lo show è stato aperto dalle piccole atlete della Agp Libertas, che hanno consegnato il disco per l'inizio della dimostrazione di hockey tra le formazioni di Piancavallo e Sacile. Sono se-guite le dimostrazioni ad opera delle più esperte portacolori di Agp e del gruppo di Feltre. E' stata poi la volta dei programmi individuali di Layour Battistutta e della nazionale Giorgia Zampieri. La coppia di artistico composta da Niccolò Macii e Bianca Manacorda ha emozionato il pubblico con evoluzioni incredibili. Gli spalti si sono quindi infiammati per la performance della statunitense Amanda. Numeri bis per Battistutta e la coppia di artistico, e il gran finale con la compagnia di professionisti della Ghiaccio Spettacolo. "Il suc-cesso della serata è dovuto in primis al lavoro di preparazione di Elisa - dichiarano gli organiz-zatori - cui si aggiunge l'impegno degli atleti di Feltre e della nostra associazione, dell'insegnante Lucia, della Starlight Band per l'ottima musica dal vivo e della Starlight Service per le luci di scena. Per finire un grazie alla locale Cooperativa Piancavallo 1265, nello specifico a Ippazio per l'aiuto e la pazienza".

PATTINAGGIO SU GHIACCIO: MEMORABILE MELODY ON ICE

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TREMILAITINERARI MTBwww.natisoneinbici. it

LUNGO IL JUDRIOTRA CASTELLI E CHIESE

DAL SATELLITELa zona è coperta dalla cartografia 1:25.000 con la cartina Tabacco, foglio “041 – Cividale e Valli del Natisone” mentre la scheda completa del giro con traccia GPX è disponibile su http://www.natisoneinbici.it/?p=1055 mentre la sola traccia anche su Google Maps (sul natisoneinbici.it c’è il link diretto).

Durante l ’ inverno le condizioni meteoro-logiche non invitano certo a salire in sel-la alla MTB, ma una

giornata di sole o di temperatura mite può offrire il pretesto per qualche giro, magari non trop-po lungo. Quello che proponiamo in questo numero è la versione ridotta di “A tutta velocità sugli sterrati lungo il Judrio” pubblica-to nel numero 47 del 21 ottobre scorso. Con l’itinerario più lun-go condivide il tratto iniziale e quello finale, ma il divertimento resta comunque assicurato per-ché il buon fondo delle strade, i

bei panorami e la compagnia del fiume lungo tutto il percorso lo rendono adatto a tutti e sempre ben percorribile.Una volta raggiunto Prepot-to si azzera il ciclocomputer e si comincia a pedalare verso nord in direzione di Albana per poi passare il Judrio sul “Ponte dello Schioppettino” ed entra-re a Mernico, dominato dalla chiesa di Sant’Anna facilmente riconoscibile dall’alto campanile color aragosta. Qui si svolta a sinistra verso l’ex confine che si trova poche decine di metri più avanti e quindi si raggiunge Golo Brdo (Collobrida) domina-

COME RAGGIUNGERE

PREPOTTOPrepotto dista 9 km da Cividale e si trova lungo la provinciale per Dolegna e la Slovenia. Dalla stazione si deve passare il Natisone e poi seguire le numerose indicazioni. In fondo al pa-ese c’è una piccola rotonda dove si affacciano il Comune, le Scuole e due parcheggi (il più ampio è sulla destra) dove lasciare l’auto.

Judr io

Mernico

Golo Brdo

Cras

Cosson

Miscecco

Miscek

Bodigoi

BregAlbana

Centa

Prepotto

Dolegna

SenjkVhrovlje

Cladrecis

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Prepotischis

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Cividale

Cividale

Castello diAlbana

Santo Spirito

Sant’Elena

Sveta Marjia na Jezeru

Da MarioTinelloSant’Urbano

OsteriaAl Ceppo500m

N

SLO

I

AlVecchioGelso

2012 by natisoneinbici.it

2.6

8.6

8.8

1.6

0.8

16.4

a cura di STEFANO OSSO

Sorgente a Miscecco

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ITINERARI MTBTREMILA

INFO UTILIQuesto giro è lungo 16,5 km, è adatto a tutti e lo si compie in meno

di due ore. Sebbene quasi 6 km siano su sterrato, non è necessaria la mountain–bike in quando il fondo è compatto, non ci sono salite da fare, e lo si può percorrere anche con una city–bike. Il periodo migliore per farlo va dalla primavera all’autunno inoltrato, ma, dato il suo breve sviluppo e il fatto che si svolga a fondovalle, è il classico giro da fare anche in una mattinata invernale.

Purtroppo non ci sono più punti d’appoggio lungo il percorso in quanto tutti i locali che fino a qualche anno fa consentivano soste e ristoro sono chiusi. In compenso Prepotto, Mernico e Breg of-frono un’ampia scelta di ambienti dove potersi fermare a gustare i prodotti locali.

Il Judrio è balneabile e, sebbene la sua portata non sia molto ele-vata, parecchie pozze consentono di fare un bagno durante l’estate: in questo caso mettere un asciugamano e un costume da bagno nello zainetto può essere una scelta saggia in grado di regalare una divertente sosta.

Una volta completato il giro, da non perdere è lo Schioppettino, un vino rosso, non molto noto, prodotto con la Ribolla Nera che proviene proprio da questa zona. Il suo “tempio” è l’Enoteca dello Schioppettino, presso la trattoria “Da Mario” in centro a Prepotto, dove poter assaggiare questo D.O.C. che sa di frutti di bosco, mora, lampone e mirtillo nelle varianti dei produttori della zona.

Una segnalazione: nel momento in cui scriviamo, il tratto di strada tra Mernico e il confine è chiuso al traffico per lavori di consolida-mento e per la creazione di un nuovo incrocio che rende più agevole la svolta. In ogni caso si riesce a passare lo stesso in bici e la fine dei lavori è prevista per il 31 gennaio.

ta dal Castello di Albana sul-la sinistra e dalla chiesetta e dal campanile a torre di Sveta Marija na Jezeru (Santa Maria del Lago) sulla destra. Appena oltre il paesino inizia il bellissi-mo sterrato che costeggia per 6 chilometri il Judrio (Idrija in sloveno) che offre meravigliosi scorci sulle innumerevoli pozze dove potersi tuffare durante la bella stagione.Quando il contachilometri segna 8,7 si arriva a Miscek/Miscecco, si lascia la strada principale e si svolta a sinistra attraversando il Judrio su un ponte che segna il confine e ai lati del quale sono

ancora ben visibili le sbarre e le garitte della Guardia di Finanza e della Milica. Poco a sinistra del ponte, alla confluenza con il Rio della Madonna che scende da Castelmonte e da Marcolino, un tubo dal quale esce acqua fre-schissima consente di riempire la borraccia, prima di risalire in sella e scendere lungo la pro-vinciale verso Prepotto.Anche questo tratto attraversa zone bucoliche dove i vigneti scendono fin quasi a lambire l’acqua del fiume. Si passa per Cosson, Bodigoi, Cras e subito si è ad Albana e quindi al punto di partenza. Judrio

Mernico, Sant’Elena

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TREMILAITINERARI

SLOW ITINERARY TREK

Percorso Vartacia – Masseris – Laghetto – Vetta Monte Matajur

DA VARTACIAAL MATAJUR

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ITINERARITREMILA

a cura di ROmANO PALUDGNACH

slowitinerarytrekking.blogspot.it/ it-it.facebook.com/romano.paludgnach twitter.com/paluroma www.youtube.com/user/paluroma

Vartacia si trova a po-chi passi da Masseris e precisamente a metà strada tra Cepletischis e Masseris, percorrendo

la strada nel comune di Savogna verso la vetta del Monte Matajur. L’ idea per questo Itinerario Slow Trekking è nata in questa stagio-ne grazie alla presenza della neve, caduta silenziosa in questo periodo invernale. Il percorso può essere completato oltre che con le scarpe da Trekking anche con le “ciaspe”, o più comunemente dette ciaspole. La partenza è fissata da Vartacia, che si trova sulla strada che dal comune di Savogna porta sul Monte Matajur, la cui cima è posta a 1.641 metri s.l.m . e, precisamente a metà strada tra i paesini di Cepletischis, Masseris proprio al Bivio per Tercimonte. Chi volesse accorciare il tracciato può anche parcheggiare l’auto a Masse-ris e prendere il sentiero CAI che si ricongiunge con il percorso che da Vartacia porta alla vetta.Partire da Vartacia significa fare anche una buona colazione, e mu-nirsi di acqua, nonchè sbirciare il menù di questo locale caratteristico delle Valli del Natisone, detto “Orso Matto”. Due sono le titolari, Fran-cesca e Giulia, che vi accoglieranno in un locale che è anche sede del Centro visite Vartacia, il cui spazio espositivo è dedicato alla fabbrica-zione dei rastrelli, che negli anni ’50 del novecento venivano preparati dai paesani di Tercimonte. Questo laboratorio si aggiunge a quelli presenti a Masseris che formano il museo del Matajur, punto di rife-rimento per conoscere gli aspetti della vita quotidiana propri di tutti

i paesi posti alle pendici del Matajur e nelle Valli del Natisone.Mentre a Tercimonte il lavoro di ricerca è stato svolto da Daniele e Pietro Trinco, a Masseris tro-viamo l’interno del laboratorio del fabbro Simone Dus ed il merito va a Valentino Dus che ha ereditato

il laboratorio dal padre. Un altro laboratorio ci racconta invece della vita domestica femminile e le varie feste tradizioni come il carnevale. Nei pressi di Vartacia troviamo an-che la grotta “Velica Jama”.Ma veniamo all’itinerario che parte da Vartacia, proprio nei pressi di un ciliegio posto all’inizio del sentie-ro che ci consente di immergerci subito nel bosco. Dopo 50 metri troviamo sulla destra la interpo-derale che sale verso il confine con la Slovenia in direzione Monte Cau. Dopo un chilometro poi s’incrocia con il sentiero 736 che parte più a valle da Cepletischis. Salendo dopo mezz’ora di camminata normale

ma spedita, arriviamo nella zona cosiddetta “Tamoscia” e troviamo il sentiero Cai 736 ”a”, che parte invece da Masseris, paesino rag-giungibile anche in auto. Da qui si sale al laghetto che troveremo dopo un’ora e mezza, mentre la vetta del Monte Matajur è raggiungibile in circa tre ore. Salendo lungo il percorso verremo avvolti da alberi come il frassino, il faggio, ma anche rovere, carpino, acero, castagno, e qualche ipo-castano, come pure la betulla, il nocciolo. Nel sottobosco il nostro sguardo verrà rapito dal colore in-tenso dei ciclamini, ma in altri mo-menti della stagione anche marghe-rite, mughetti, crocus, e bucaneve, primule da prato. Salendo sopra i mille metri troviamo la genziana e, più in alto verso la cima, nella parte rocciosa a circa 1.500 metri slm, la splendida stella alpina.

PUNTO DI APPOGGIO

VARTACIAIl nostro punto d’appoggio si trova sul Bivio per Tercimonte, sulla strada che porta sul Monte Matajur nel comune di Savogna (UD). Tel. 0432.714168 aperto dalle 10 tutti i giorni tranne il martedì.

È il locale ideale per gustare la cucina tradizionale locale, con gnocchi fatti in casa, formag-gi e affettati come il salame nostrano, ma soprattutto la selvaggina ed il frico di patate con o senza cipolla oppure con la zucca, ovviamente accompa-gnato dalla polenta. Il profumo del pane fatto in casa, a forma di “pagnocca” normale oppure con le olive o con le noci farà la sua parte. Impossibile non provare gli strucchi lessi, “sope” che sono un dolce tipico fatto con il pane raffermo, uova, latte e zucchero e fritto nel burro. Di sicuro as-saggeremo anche la palacinka con la marmellata, come anche gli “slicinjaki”, gnocchetti di farina frutto della tradizione di questa Valle incantata. Finiremo poi con le grappe al pino mugo, ruta e mirtilli presenti in abbondanza sul confine tra Italia e Slovenia. Questo è il biglietto da visita di Francesca e Giulia, due cuoche che fanno della condivisione il loro successo, frutto dell’espe-rienza e della passione per la cucina casalinga tradizionale lo-cale, tramandata dalle rispettive famiglie.

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