Moeche Gennaio 2009

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1 “Chi detiene il potere ha bisogno che le persone siano affette da tristezza “.B. Spinoza ******************************************************************************** N° 7 - gennaio2009 – Venezia Mensile di Venessia.com Una calza piena di carbone a Cà Farsetti La mattina del 6 gennaio 2009 un piccolo gruppo di veneziani ha voluto salutare le festività ed onorare la festa dell’epifania regalando all’amministrazione comunale veneziana una calza di 2 metri piena di carbone. Un gesto di rimprovero goliardico, uno sberleffo mattutino. La calza poi è stata rimossa appena prima dell’inizio della regata delle befane. Non si sa dove sia finita, forse assieme all’albero di natale di Piazza San Marco. Comunicato stampa Il movimento cittadino “Venessia.com” è lieto di comunicarVi che la mattina del 6 gennaio 2009 la Befana ha fatto il suo passaggio davanti a Cà Farsetti, sede del Comune di Venezia, lasciando una calza lunga 2 metri piena di carbone. La tradizione vuole che le calze riempite con il carbone siano consegnate ai “bambini cattivi” che non hanno fatto il loro dovere. Il video : http://venessia.ning.com/video/la- befana-a-ca-farsetti Chiacchierando con gli amici 40x è nata l’idea di organizzare per il prossimo carnevale un’iniziativa comune tra i due social network veneziani. L’idea è di allestire una festa in una giornata del calendario del carnevale 2009. Il tema è la riserva indiana, metafora della situazione dei veneziani di oggi. Sarebbe da organizzare in maniera semplice e pratica: musica dal vivo, DJ e divertimento, una sorta di ritorno alle origini dei carnevali veneziani degli anni 80.Venessia.com quindi si sta organizzando assieme all’Associazione 40xVenezia. La festa di Carnevale dei veneziani, quella che per noi sarà : LA VERA FESTA DI CARNEVALE. Luogo e data sono da confermare. Cerchiamo volontari: per quel giorno abbiamo bisogno di gente che ci dia una mano PRATICA E CONCRETA.

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numero di gennaio 2009

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“Chi detiene il potere ha bisogno che le persone siano affette da tristezza “.B. Spinoza ******************************************************************************** N° 7 - gennaio2009 – Venezia Mensile di Venessia.com

Una calza piena di carbone a Cà Farsetti

La mattina del 6 gennaio 2009 un piccolo gruppo di veneziani ha voluto salutare le festività ed onorare la festa dell’epifania regalando all’amministrazione comunale veneziana una calza di 2 metri piena di carbone. Un gesto di rimprovero goliardico, uno sberleffo mattutino. La calza poi è stata rimossa appena prima dell’inizio della regata delle befane. Non si sa dove sia finita, forse assieme all’albero di natale di Piazza San Marco.

Comunicato stampa

Il movimento cittadino “Venessia.com” è lieto di comunicarVi che la mattina del 6

gennaio 2009 la Befana ha fatto il suo passaggio davanti a Cà Farsetti, sede del Comune di Venezia, lasciando una calza

lunga 2 metri piena di carbone. La tradizione vuole che le calze riempite con il

carbone siano consegnate ai “bambini cattivi” che non hanno fatto il loro dovere.

Il video : http://venessia.ning.com/video/la-befana-a-ca-farsetti

Chiacchierando con gli amici 40x è nata l’idea di organizzare per il prossimo

carnevale un’iniziativa comune tra i due social network veneziani.

L’idea è di allestire una festa in una giornata del calendario del carnevale

2009. Il tema è la riserva indiana, metafora della situazione dei veneziani di oggi. Sarebbe da organizzare in maniera

semplice e pratica: musica dal vivo, DJ e divertimento, una sorta di ritorno alle

origini dei carnevali veneziani degli anni 80.Venessia.com quindi si sta organizzando

assieme all’Associazione 40xVenezia. La festa di Carnevale dei veneziani, quella che

per noi sarà :

LA VERA FESTA DI CARNEVALE.

Luogo e data sono da confermare.

Cerchiamo volontari: per quel giorno abbiamo bisogno di gente

che ci dia una mano PRATICA E CONCRETA.

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Missione romana per il sindaco Massimo Cacciari: VENEZIA A RISCHIO PERCHE' MANCANO SOLDI PER MANUTENZIONE

Un accorato grido di allarme per la salvaguardia di Venezia. Lo ha lanciato il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, alla presentazione del

portale dedicato alle prenotazioni on line ''Venice Connected'', tenuta all'Associazione della Stampa Estera di Roma. ''Un patrimonio dell'umanita' e' a rischio non per l'acqua alta - ha spiegato Cacciari - ma perche' mancano le risorse per la manutenzione,

che a Venezia ha costi doppi/tripli rispetto a qualsiasi altra citta' italiana. Per anni lo Stato italiano, attraverso la Legge speciale, ha riconosciuto la specificita' di Venezia e ha garantito risorse sufficienti.

Da dodici anni cio' non avviene piu' e non c'e' nessuna programmazione. Non ci sono fondi per continuare gli interventi di Insula (la societa' che cura il recupero e la salvaguardia di Venezia, della sua laguna e lo scavo dei rii) ma nemmeno per restaurare gli edifici

pubblici e privati''. Il primo cittadino, precisando di parlare anche a nome del Patriarca di Venezia, Angelo Scola, col quale si e' incontrato ieri, ha posto

l'accento sulle drammatiche condizioni delle chiese veneziane, infinito patrimonio di arte e cultura. ''Credo che questo sia scandaloso: in quale paese civile lo stato non troverebbe le risorse per restaurare monumenti come Palazzo Ducale'? E invece anche per restaurare l'ex

residenza del Doge l'Amministrazione comunale ha dovuto chiedere aiuto a sponsor privati. Nemmeno l'Unione Europea ha mai contribuito al mantenimento di questa straordinaria citta' sull'acqua, e per quanto riguarda i finanziamenti statali tutti i soldi sono andati al

Mose. Nessuno ha mai messo in discussione che Venezia avesse bisogno di un intervento alle bocche di porto - ha chiarito il sindaco

rispondendo alle domande dei giornalisti - si tratta infatti di una grande opera di ingegneria, un progetto d'avanguardia unico al mondo. E' stata pero' piu' volte criticata la scelta progettuale, la piu' costosa (il costo previsto si aggira sui 4 miliardi e mezzo di euro) e lunga da

realizzare, e il fatto che tutti i finanziamenti statali al Mose abbiano di fatto sottratto risorse all'economia veneziana. La nostra critica non e' nei confronti del governo in carica, ma dello Stato, visto che tutti i governi che si sono succeduti in quest'ultimo decennio sono stati uniti e

compatti nel sostenere questa posizione''. Anche il ponte della Costituzione e' stato oggetto di domande: Cacciari, oltre a riconoscerlo come il capolavoro dell'architetto Calatrava, ha spiegato che circa dieci anni fa, quando ne e' stata decisa la realizzazione, lo si e' inquadrato in un sistema destinato a cambiare la

mobilita' della zona che va dal Tronchetto alla Stazione ferroviaria. Entro quest'anno sara' infatti funzionante il People Mover, che ridurra' enormemente i tempi di percorrenza fra l'isola del Tronchetto e

Piazzale Roma. ''Le polemiche sorte sull'opportunita' di finanziare un'opera cosi' costosa sono postume e sterili, perche' la scelta e' stata fatta quando i fondi della Legge speciale erano ancora cospicui. Oggi - ha concluso il sindaco - sul ponte della Costituzione circolano piu'

passanti che su quello dei Sospiri''.

Ci sarebbe da aprire un’intera discussione su queste affermazioni a partire dai soldi della Legge Speciale ( usati anche per Calatrava in maniera arbitraria ) e il loro impiego in questi anni, alla sconfitta del sindaco nella battaglia per FERMARE il Mose,

all’ironica affermazione sui transiti sul ponte paragonato al …Ponte dei Sospiri !

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Sull’area ex Italgas a San Francesco della Vigna – Castello Si parla di degrado,di spopolamento e di tutte le problematiche legate al lento ed incontrastato migrare dei veneziani dalla nostra citta' ( il numero degli abitanti si avvicina drammaticamente alla soglio dei 60mila). Una trasformazione lenta ma inesorabile da citta' viva e pulsante del recente passato a estrema e disagiata “periferia” dei giorni nostri. Zone un tempo vivacissime come S. Elena o via Garibaldi sono quasi abbandonate perché fuori dai circuiti turistici a favore di zone centrali come San Marco e Rialto che si trovano invece sempre più assediate da numerose e caotiche comitive quotidianamente riversate dalle grandi navi che arrivano in bacino e da un turismo sempre piu' selvaggio caratterizzato dalla quantita' e non certo dalla qualità dei visitatori. Nella zona di S. Francesco della vigna si erge una struttura che un tempo era sede dei gasometri. Questa enorme spazio, centinaia di metri quadri di terreno e strutture inutilizzate, considerato sito archeologico industriale appare sempre più fatiscente e sempre meno riconoscibile a causa del proliferare di una vegetazione sempre piu' folta e rigogliosa. Perché non riorganizzare e ripristinare quest'area ad uso civico ad esempio per palestre, biblioteche, o centri ritrovo per anziani e cittadini a favore della vicina comunità di San Francesco del sestiere di Castello oppure ad uso residenziale con nuovi appartamenti ? Perché il cittadino a Venezia deve essere inerme testimone di questo lento degrado ? Dal 2000 si parla di riqualificazione e fiumi di danaro spariscono tra le pagine di progetti e varianti che lasciano spazio a nuove idee sempre più avveniristiche e di alquanto improbabile attuazione. L'ultima idea-progetto in ordine di tempo è quella di creare una fermata per la tanto famigerata quanto incognita linea sublaugunare. Sono oramai passati 9 lunghi anni e ormai le strutture dell'area ex-gasometri sono diventate pericolanti e semi distrutte. Cosa sta facendo di concreto il nostro Comune e la nostra amministrazione per quest’area ? La famosa e osannata politica per la riqualificazione di Venezia e delle sue zone per mettere un freno allo spopolamento cittadino che fine ha fatto? Si e' definitivamente persa nei meandri di Ca' Farsetti? E' rimasta vittima dei giochi di potere e dei vari intrallazzi dei nostri politici? A.D.C.

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Ormai siamo vicini alla fine del mandato del prof. Cacciari come sindaco della citta' di Venezia. Sono oramai passati 15 anni dalla sua prima elezione nel 1993 anni ed e' da allora che un’unica corrente politica gestisce e amministra la città di volta in volta con formule apparentemente nuove che pomposamente si autodefiniscono prodotti del “laboratorio politico Venezia”. Sarebbe giunto il momento di fare un bilancio politico e amministrativo del loro operato.

Il mistero della rendicontazione dei fondi della Legge Speciale: dal 1993 al 2008 quanti soldi della Legge Speciale sono stati utilizzati e per quali progetti?

Nel 1993 all’alba delle giunte di centrosinistra Cacciari / Costa, Venezia contava 72.037 abitanti oggi ne ha 60.703, un saldo negativo di 11.334 abitanti persi.

Il Comune ha perso un pezzo significativo del suo territorio storico e parte della sua economia di punta, il turismo balneare : Cavallino Treporti si è separato da Venezia e avanza circa 30 milioni di euro.

gestione del Casinò totalmente fallimentare,(con l’avventura di Malta e l’affaire Corradini , la sede di Venezia/ Tessera che rende sempre meno)

la totale mancanza di una politica della casa a favore del cittadino, La creazione delle Municipalità illegali e costosissime. la presenza sempre più massiccia di venditori abusivi e accattoni, le mega navi che con I loro fumi e le loro stazze mettono a rischio monumenti e rive, negozi storici che chiudono per una caro affitti in aumento esponenziale. La Città Metropolitana mai nata ma sempre riproposta. I bandi per le giovani coppie hanno fatto una rapida comparsa negli anni 90 e poi una altrettanto rapida scomparsa alla faccia

della Legge Speciale finalizzata anche alla tutela della residenzialità. Lo stadio e la crisi del Venezia calcio, i monumenti che perdono pezzi e la manutenzione fantasma, il proliferare delle attività ricettive senza controllo dell’amministrazione, la distruzione del mercato di Rialto senza aver pensato alla riqualificazione urbanistica e alla messa in sicurezza dall’acqua

alta delle zone più basse ma curandosi solo di condurre una inutile battaglia contro gli ambulanti lasciando però il la zona in un imbarazzante degrado urbano con writers e danneggiamenti in rapida crescita.

La battaglia persa contro il Mose. Il “regalo” del Rivolta e dei Magazzini del Sale ai no global Mestre e la terraferma devastate da cantieri iniziati nel 2005 e che non si sa quando verranno chiusi. La viabilità è sempre più caotica. Porto Marghera è ancora in attesa di essere bonificata e messa in sicurezza, mentre numerosi episodi di rischio chimico si

sono succeduti in questi anni. La riconversione è ancora un’idea. L’indecente gazzarra dell’intitolazione ai Martiri delle Foibe di Piazzale Tommaseo. La questione della realizzazione del Villaggio per i Sinti a Mestre. I lavori pubblici inadeguati, mal gestiti e gli sperperi di denaro pubblico : Calatrava, Centro Candiani, Via dell’elettricità, Via

Torino, Piazza Barche, la Torre, Piazza Ferretto, le vele arrugginite, la fontana del Mercato, Parco Ponci. Ecco come si presentano Venezia e Mestre ai giorni nostri con una drammatica crisi economica globale alle porte. I soliti personaggi , che ad ogni mandato si ripropongono appoggiati da correnti politiche non ben precise, con una nuova verginità ideologica pensando più ai propri interessi elettorali e alla propria poltrona che al bene della comunità promettono a gran voce mirabolanti meraviglie : Cacciari, Costa, Cacciari...... Quale sara' Il prossimo sindaco di venezia??? Quale camaleontico "personaggio" si presenterà alla guida della nostra citta' ? ADC & DU

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Poeti dimenticati a Venezia : Ezra Pound e Mario Stefani

Nel 2008 cadevano due importanti anniversari per la poesia a Venezia . Venessia.com vuole ricordare Ezra

Pound e Mario Stefani . Pound che visse a Venezia in diversi periodi e fino al 1972 anno in cui morì e fu sepolto a San Michele . Nel 2008 infatti sono esattamente 100 anni da che Pound venne la prima volta in città ( 1908 ) e se ne innamorò scrivendo in quel periodo questi versi bellissimi su Venezia :"O God, what great kindness have we done in times past and forgotten it, That thou givest this wonder unto us, O God of waters?" (Night Litany).O Dio, quale grande gentilezza abbiamo fatto nei tempi passati e poi l'abbiamo dimenticata, perché Tu ci donassi questa meraviglia, o Dio delle acque ? Pound abitava in Calle Querini 252, a Dorsoduro vicino ai Magazzini del sale dove è stata apposta una targa che lo ricorda. In un mai spento amore per Venezia EZRA POUND Titano della poesia questa casa abitò per mezzo secolo Comune di Venezia “ Il 4 agosto 2008 cadrà il settantesimo anniversario della nascita del grande poeta veneziano Mario Stefani, tragicamente scomparso nella notte fra il 3 ed il 4 marzo del 2001. Eppure, cosa che veramente fa vergognare, la targa in suo onore, promessa e deliberata pochi giorni dopo la sua morte, ancora non è stata realizzata! Ripensare al kafkiano iter amministrativo, che dura ormai da più di sette anni, acuisce il senso di malessere, per la distanza siderale che a volte la burocrazia riesce a creare fra la realtà semplice e pura delle cose e le formalità degli uffici. Ecco un sunto di quel che è accaduto finora. Nei mesi seguenti la morte di Mario Stefani il CdQ2, su proposta del sottoscritto, che recepiva le richieste di un consistente numero di amici, vicini di casa ed estimatori del poeta residenti nel sestiere di Santa Croce, a seguito di un complesso iter deliberava di realizzare una targa in suo ricordo da apporre sul muro esterno del palazzo nel quale aveva vissuto; realizzando così la promessa effettuata in occasione del funerale laico che lo stesso CdQ aveva voluto celebrare in Campo San Giacomo dell’Orio, delegandomi alla dolorosa, ma molto significativa, partecipata ed intensa funzione. Il CdQ2 si era dunque, nel 2001, preso l’impegno pubblico ed amministrativo di provvedere alla realizzazione e scopertura della targa in occasione del primo anniversario della morte di Mario Stefani, ma visto l’intoppo burocratico causato dal rifiuto da parte di un condomino a dare la liberatoria per l’apposizione e considerato che per uscire dalle pastoie burocratiche l’unica soluzione possibile, dopo un paio d’anni di tergiversazione, era apparsa essere quella di apporre la targa su di una parete che si affacci sul Campo, amatissimo e frequentatissimo in vita dal poeta, di San Giacomo dell’Orio, nel febbraio 2003, su ennesima pressione del sottoscritto, ci si era impegnati da parte del CdQ2 ad attivarsi formalmente e rapidamente per valutare la possibilità di realizzare ed apporre la targa (così come pensata e decisa, con i famosi versi: “Solitudine / non è esser soli / è amare gli altri inutilmente”) su una parete di campo San Giacomo dell’Orio, da identificarsi possibilmente in una di quelle vicine al ninzioletto che porta il nome del campo, fra i civici 1624 e 1623 (dove fra l’altro c’è anche l’antica bacheca degli annunci ufficiali). Nel novembre 2005, non essendosi però ancora risolta la questione, per concludere finalmente (ereditandolo dal CdQ2 e facendolo proprio) l’iter, con l’apposizione in campo S. Giacomo dell’Orio, della targa in memoria del poeta Mario Stefani, provvedevo, con una mozione alla neonata Municipalità di Venezia, ad attivare Presidente ed Esecutivo, che finalmente mettevano in movimento i tecnici della Municipalità, che pare alla fine siano riusciti a predisporre almeno fisicamente la targa (materiale, dimensioni, testo): però il muro di Campo San Giacomo dell’Orio su cui finalmente apporla e scoprirla pare non si riesca ad individuarlo: così, nonostante ripetute promesse, anno dopo anno sono passati ben sette anniversari della morte del poeta e sette (con domani) anniversari della nascita, ma la targa a Mario Stefani resta ancora una chimera.” ( estratto da : Piero Bortoluzzi Venezia, 3.8.2008 – COMUNICATO STAMPA ) Video : http://venessia.ning.com/video/ezra-pound-a-venezia ADC & DU

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“Moéca è il nome che i veneziani hanno dato al granchio verde della specie Carcinus moenas, quando esso

arriva al culmine della fase di muta, con la perdita della sua corazza e prima che, in poche ore, a contatto

con l’acqua salmastra o salata, se la ricostruisca. È in queste poche ore che la moéca diventa una

preziosa leccornia, una specialità della sola cucina veneziana e la sua storia è ancora per molti assai

misteriosa, nonostante le moéche abbiano conosciuto un boom nei consumi a partire dall’ultimo

dopoguerra. La tradizione delle moéche è presente soprattutto a Burano, dove operano alcune decine di

famiglie di pescatori di laguna che continuano ad usare il tradizionale apparato tecnico delle reti da posta.

In verità questa tradizione inizia solo dopo la metà del secolo scorso perché prima, e per ben due secoli,

la “produzione” di questo stranissimo granchio era un segreto professionale dei moecanti di Chioggia,

scoperto grazie alla furbizia e alla costanza dei pescatori di Burano. “

( tratto da : www2.regione.veneto.it/videoinf/rurale/prodotti/moeche.htm)