Katango gennaio 2009

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FREE Anno I n°0 - GENNAIO 2009 - www.Katango.it MENSILE DELLO SPORT ALTERNATIVO NUMERO ZERO SNOWBOARD JACQUES PICCARD Intervista ad Etnasci ed Etnasnow L’uomo più profondo del mondo

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Katango è un mensile sugli sport alternativi. Distribuito in 5.000 copie in formato A5 è un free press presente sul territorio siciliano. Approfondimenti, news ed interviste sugli sport alternativi ed estremi in Sicilia.

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MENSILE DELLO SPORT ALTERNATIVO

NUMERO ZERO

SNOWBOARD

JACQUES PICCARD

Intervista ad Etnasci ed Etnasnow

L’uomo più profondo del mondo

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EDITORIALEa cura della Redazione

Katango nasce dal bisogno di far conoscere meglio la realtà dello sport alternativo in Sicilia, dove per alternativo intendiamo tutte quelle attività che godono di una popolarità occasionale. Oggi il nostro territorio è ricchissimo di associazioni che svolgono le più svariate discipline e di un numero di persone sempre crescente desideroso di avvicinarsi allo sport. Spesso, purtroppo, manca il fi lo conduttore tra le due parti, cosicché alla fi ne l’uno o l’altro demorde. Quante volte avrete pensato di praticare lo Snowboard (argomento del nostro primo numero) o di fare Surf, di lanciarvi con il Paracadute o di iniziare un corso di Vela. Chissà quante! Bene, il nostro scopo è proprio questo, vogliamo farvi appassionare dello sport che fa per voi, ma non solo, vogliamo pure che riusciate a praticarlo, qualunque esso sia, a due passi da casa vostra, proprio dove qualcuno lo pratica ed insegna da una vita! Mensilmente, infatti, pubblicheremo un servizio su una disciplina alternativa dandovi sempre una dritta sul come iniziarla; parleremo anche di scienza ed ambiente oltre ad informarvi tempestivamente degli eventi, ovviamente sportivi, da non perdere in ambito sia regionale che nazionale.Auspicandoci di fornire un servizio sempre migliore la nostra redazione augura a tutti voi buone feste ed un buona lettura sportiva su Katango.

W W W . K ATA N G O . I T

E d i t o r e e P r o p r i e t a r i oF a u s t o N i c o l a D i F i d i o

D i r e t t o r e R e s p o n s a b i l eD a n i e l a F l e r e s

D i r e t t o r e C r e a t i v oS t e f a n i a L a M a g n a

S i r i n g r a z i a n o D a r i o Te r i d i E t n a s c i L u c a G a r o f a l o d i E t n a s n o w

M a r ke t i n g e P u b b l i c i t àK a t a n g o3 4 0 . 9 0 3 5 8 6 1

S t a m p aB . A . & L . s . n . c . L e n t i n i ( S R ) - t e l . 0 9 5 7 8 4 6 6 3 3

K a t a n g oV i a A c e r o , 3 49 5 1 2 1 C ATA N I A 3 4 0 . 9 0 3 5 8 6 1i n f o @ K a t a n g o . i t

C o l l a b o r a c o n n o i :katango@ k a t a n g o . i t

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Gentile Lettore, Katango nasce certamente in un periodo diffi cile, tanti sport soffrono la crisi economica e le previsioni per il 2009 sono tutt’altro che rosee. Diminuiscono gli eventi e probabilmente alcune discipline verranno ingoiate dalla catastrofe in atto. Così il calcio e la Formula Uno, il rugby e l’atletica leggera, passando per il mercato delle sponsorizzazioni fi no allo “sport system” degli Stati Uniti. Per ora si percepisce appena, ma tra il prossimo anno ed il 2010 si prevede un’ondata di piena perfi no per i nostri campionati sportivi. Secondo la società di ricerca e consulenza nel business dello sport StageUp, gli effetti diretti sulle maggiori fonti di ricavo dei club, diritti media e sponsorizzazioni, saranno limitate nel breve periodo grazie alla anticiclicità degli introiti derivanti da diritti media e sponsor. Tali introiti valgono, ad esempio nel calcio, il 76 per cento dei ricavi complessivi della serie A. “Se la crisi fi nanziaria dovesse protrarsi nel lungo periodo, fra 3 e 5 anni, gli incassi da botteghino potrebbero soffrirne”, sostiene Giovanni Palazzi, presidente e AD di StageUp. Se la passa male anche la Formula Uno. La Honda, storica scuderia presente nelle corse dal 1959, chiude i battenti e offre al miglior offerente il proprio marchio. Identica situazione nel Rally con i ritiri della Subaru e della Suzuki. Rischia di farne le spese anche una delle realtà più antiche e tradizionali, il torneo del 6 Nazioni di rugby, in quanto la Royal Bank of Scotland, main sponsor del torneo, è una delle banche più colpite ed è a rischio la sponsorizzazione a partire dall’edizione 2010, mentre la crisi non avrà effetti sul ciclismo che è “troppo un buon affare per gli sponsor”. “Forse gli organizzatori di corse avranno qualche diffi coltà in più rispetto ai team, ma tutto andrà bene”, dice il numero uno del ciclismo mondiale. “La prossima stagione vedrà 18 squadre alla partenza del Pro Tour, lo stesso numero del 2008″. E’ normale che in un periodo di crisi tutto ciò che è superfl uo venga a mancare, ma non è di certo il caso dello sport vero fatto di atleti veri che diffi cilmente si danno per vinti e che, qualsiasi cosa accada, continueranno a lottare… sportivamente.

La Crisi è dei grandi

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SNOWBOARD

In quanti conoscono la storia dello Snowboard? Se vi dicessi che ha meno di cinquanta anni e che è stato concepito

in un garage? La leggenda vuole che la prima tavola fu ideata agli inizi degli anni sessanta dall’ingegno di un genitore di nome Sherman Popper che, disposto a tutto pur di far divertire i propri figli, inventò un attrezzo che chiamò snurfer. A quell’epoca tra gli sport praticati più spericolati era molto di moda il monosci, così pensò di unirne due e dopo averlo fatto notò che i bambini lo utilizzavano mettendosi di traverso quasi stessero surfando (da qui il nome snurfer). Da quel momento alla produzione in serie il passo fu davvero breve, e oggi quello che nacque come un semplice divertimento per bambini, è diventato uno sport Olimpico che si chiama Snowboard. Ovvio che per praticare tale disciplina non bisogna essere degli atleti, basterebbe lo spirito dei bambini del signor Popper ad esempio, ovvero quello del sano divertimento. Quanti di noi siciliani ci siamo domandati come sarebbe bello ed interessante provare a praticare lo Snowboard almeno una volta? Katango questo mese ha deciso, in prossimità della stagione invernale, di parlare con chi della neve ha fatto uno stile di vita, ovvero le associazioni di Etnasci ed Etnasnow, per dare una risposta a tutti i vostri dubbi su questo sport e capire come tutto è molto semplice, basta volerlo!Per questo abbiamo intervistato Dario Teri, lo Skiman e maestro di Sci dell’Associazione Etnasci di Catania.Ciao Dario da quanto tempo esiste

la vostra associazione?Da circa un anno, siamo tra le poche associazioni con le nostre attività ad offrire servizi sportivi e turistici invernali ed estivi di qualità che interessano molte persone.Quanti sono gli associati ad oggi e quali le provenienze? Sono circa una centinaio e crescono continuamente grazie alla promozione che operiamo tramite i nostri siti visitati da migliaia di utenti. La maggior parte dei soci sono siciliani, ma grazie alle escursioni, riusciamo a coinvolgere molti turisti sia italiani che esteri. Cosa ne pensi del turismo in Sicilia durante la stagione invernale?Purtroppo sembra quasi che la neve, considerata altrove oro bianco, nella nostra regione sia considerata da molti una calamità naturale e ciò influisce negativamente nello sviluppo del settore. Penso che si potrebbero avere dei margini di sviluppo notevoli visto che oggi siamo parecchio arretrati rispetto ad altre realtà come quella dell’ Abruzzo, che sta puntando sul turismo come elemento importante della propria economia. Quale potrebbe essere una soluzione affinché si possano attirare più sciatori? Operare un’azione di marketing che promuova la particolarità del luogo: ovvero la possibilità di sciare sul vulcano attivo più alto d’Europa mentre si osserva il mare. La maggior parte dei turisti infatti sconosce la realtà invernale dell’ Etna. Inoltre mancano servizi basilari e strutture

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SNOWBOARDadeguate, spesso anche a causa dei divieti imposti dal Parco dell’Etna: non vi sono ad esempio i rifugi alpini, e oggi sulle piste non è possibile trovare molti punti di ristoro. In entrambe le stazioni manca l’innevamento artificiale che garantirebbe la neve sulle piste da sci nei primi mesi invernali e a basse quote. Un impianto del genere potrebbe sfruttare l’energia geotermica ed il vapore del vulcano. Infine è importante incentivare gli sport che creano aggregazione come lo snowboard, creando ad esempio nuovi Snowpark. Esistono degli impianti sciistici all’altezza della situazione?Nicolosi in linea generale offre dei buoni impianti. La funivia permette di arrivare a quota 2500 mt e garantisce la possibilità di sciare alle quote più basse anche quando la neve è poca. Inoltre dallo scorso inverno è dotata di tornelli elettronici per lo skipass che velocizzano le code. Linguaglossa invece, non è riuscita a risollevarsi dall’eruzione 2002 ed attualmente vive problemi amministrativi e gestionali. Basti pensare che ogni anno non si conoscono le sorti della stazione fino agli ultimi di Dicembre. Gli impianti sono in fase di restauro, ma i tempi sono biblici.In che modo la politica locale influisce sui successi(ammesso che ve ne siano) ed insuccessi del settore?La politica è fondamentale sia per la promozione e tutela del territorio che per gli interventi possibili da attuare. Lo scorso anno sono stati rispediti alla comunità europea 1,6 milioni di euro che erano destinati alla ricostruzione di Linguaglossa. Tutti soldi persi per le beghe burocratiche e i meccanismi contorti della

politica locale. Chi ne fa le spese alla fine sono gli operatori e gli appassionati come noi. Uno dei principali problemi è che non vengono mai interpellati i professionisti del settore. Ciò dà vita ad una serie di errori macroscopici e a cattivi investimenti. I privati inoltre non sono incentivati ad investire nel settore invernale a causa di tutti i veti imposti dal parco dell’Etna che dovrebbe invece incentivare azioni volte allo sviluppo turistico sostenibile, e purtroppo ciò non avviene neanche nelle zone del parco (C) in cui sarebbe previsto dallo statuto.Chi pratica lo Snowboard in Sicilia?Lo snowboard oggi è praticato da moltissime persone, soprattutto giovani che ne fanno uno stile di vita più che uno sport. Oggi la nostra comunità dedicata alla “tavola” EtnaSnow è cresciuta a dismisura, infatti riunisce tutti i rider del sud, organizza eventi e suscita l’interesse di sponsor.Cosa consiglieresti ai ragazzi che vorrebbero praticare questo sport? Di iniziare a provare noleggiando l’attrezzatura e di farsi aiutare da un maestro di sci o di snowboard federale qualificato. Questo permetterà di imparare velocemente a divertirsi in sicurezza. Un buon consiglio, ad esempio, è di iniziare sulla pista di sci in Neveplast di Viagrande (Ski stadium Monteserra) aperta tutto l’anno! Quali sono i costi?Oscillano parecchio in base alla qualità e ai marchi. Il mio consiglio da Skiman e maestro, è di comprare sci o snowboard dell’anno precedente, così facendo per un

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attrezzatura completa Basic di sci la spesa si aggira attorno ai 300 euro, escludendo l’abbigliamento. Cosa prevedi per il futuro degli sport sciistici in Sicilia?Non prevedo tempi d’oro, ma nell’insieme auspico ad uno sviluppo di “nuove” discipline come: lo sci in fuoripista (Freeride), con gli sci alpinismo e per lo snowboard invece il Backcountry durante il quale è possibile godere delle bellezze del nostro vulcano lontano dalla confusione e senza il vincolo di dover prendere le sciovie.Molti italiani non conoscono la realtà invernale della provincia di Catania, così come tanti catanesi non credono vi siano altri luoghi innevati al di fuori dell’Etna, qualche consiglio?Si, due: uno ai nostri concittadini, invitandoli a sfruttare i pendii innevati del nostro vulcano, non solo con gli slittini o peggio con le buste di plastica, ma provando a sciare almeno una volta nella vita per non perdere questa occasione di divertimento. L’altro, lo do a tutti gli Enti ed istituzioni turistiche, umilmente infatti mi auguro che leggano l’intervista e ne prendano qualche spunto positivo.Grazie Dario e buon lavoro!

WWW.ETNA

SCI.IT

WWW.ETNA

SNOW

.IT

www.myspace.com/etnasnow

Notes

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SNOW

BOARD

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www.caiadesign.com

www.originalsnowboardart.com

Le tavole da snowboard sono diventate un vero e proprio oggetto di design. Molti sono anche i collezionisti. Nel tempo si sono curate le forme e soprattutto migliorati i materiali e decori grafi ci. Sembrerà banale ma l’occhio vuole la sua parte! Ogni snowboarder infatti punta ad avere una tavola il più personalizzata possibile e grafi camente originale, che parli di sè o che semplicemente lo rappresenti. Veri e propri artisti dell’aerografo, ad esempio, ne hanno fatto diventare alcune un vero e proprio oggetto di culto. È il caso della pittrice e illustratrice californiana Caia Koopman. Conquistata dallo skate prima e dallo snowboard poi, oltre a praticarlo, ha cominciato a creare grafi che originali per le tavole da snow per le ragazze. Certo che farsi personalizzare la tavola da un artista ha il suo prezzo, quindi c’è chi come Original Snowboard Art ha avuto l’idea di far creare agli snowboarders stessi e a grafi ci freelance, sul proprio sito, degli stickers copri-tavola in grado di camuffare i segni del tempo o capaci di ridare vitalità a tavole vecchie. Le varietà e gli stili che si possono trovare sono molteplici: vintage, cartoon, astratto, fotografi co e molti altri. Un idea simile è quella tutta italiana di Tattooboards, altra alternativa economica per personalizzare il proprio snowboard senza spendere un capitale. w w w . t a t t o o b o a r d s . c o m

tavole d’arte

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SNOWKITE

TORAHBRIGHT

Per chi non lo sapesse lo Snowboard è molto praticato dal gentil sesso e Torah Bright, la bellissima campionessa australiana in carica del Global Tour 2008, ne è l’esempio più illustre assieme alla collega medaglia olimpica Kjersti Buaas. Entrambe di recente si sono impegnate in un tour promozionale in tutta Europa per presentare le loro micro collezioni di abbigliamento tecnico da snowboard, ideate da loro e realizzate dallo sponsor Roxy. In contemporanea lanciano il fi lm “Labor of Love” che le vede protagoniste in evoluzioni spericolatissime sulle vette più alte del Mondo.w w w . t o r a h b r i g h t . c o m

Da oggi c’è un nuovo modo di vivere la montagna d’inverno. Snowkite è lo sport invernale più cool del momento, già un cult in paesi come la Francia, è da poco sbarcato in Italia, ed in questi ultimi tempi si sta affermando anche in Sicilia. Si rifà

allo snowboard, in quanto da quest’ultimo eredita la tavola ed il contesto invernale, e al kitesurf, sport acquatico dal quale eredita la vela. Il principio, che sta alla base, è uguale a quello del kitesurf, ovvero sfruttare le correnti d’aria per avere una spinta che permetta di raggiungere velocità elevate. La trazione, applicata alla vela, deriva ovviamente dalle correnti d’alta quota che, soffi ando ad alta velocità, ci permettono quasi sempre di poter praticare lo Snowkite. La possibilità di poter risalire superfi ci in salita utilizzando la trazione del vento e l’opportunità di eseguire dei favolosi Big Jump sono i chiari vantaggi di questa nuova disciplina invernale.

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La Dakar riparte da Buenos Aires

“Se la vittoria d’esordio aveva sorpreso l’intero

pubblico mondiale, adesso che ha vinto perfi no la terza tappa bisognerebbe rivalutare Nasser Al-Attiyah Principe del Qatar attualmente primo in classica nel girone delle automobili con la sua BMW, secondo Carlos Sainz a bordo della Volkswagen”.

www.dakar.c

om

La capitale argentina Buenos Aires ha salutato l’inizio della trentesima edizione della Dakar, per la prima volta in Sudamerica. Cinquecento veicoli hanno invaso le strade della città, sfi lando in un circuito di 5 km. L’evento ha richiamato circa 500 mila spettatori festanti. In tutto 217 moto, 177 auto, 81 camion e 25 quad parteciperanno alla corsa che attraverserà Argentina e Cile, con 14 tappe per un totale di circa 9 mila km da percorrere. Ma dopo la partenza simbolica dalla capitale argentina, hanno preso subito piede le prime proteste. Difatti centinaia di produttori agricoli de La Pampa hanno annunciato che insceneranno una protesta, anche se per ora sembra esclusa la possibilità di un’interruzione della gara, mentre la decisione di cambiare continente è nata a seguito della pericolosità di certi luoghi Nord Africani. Pertanto la Dakar e’ destinata a restare in Sudamerica ancora qualche anno, afferma rassegnato l’organizzatore della gara Etienne Lavigne: “L’attualità africana e’ terribilmente drammatica. Mentre una volta si poteva andare dappertutto, oggi il territorio si e’ notevolmente ristretto. Solo lo scorso settembre 12 militari mauritani sono stati rapiti e decapitati, in un posto dove siamo stati 30 volte. E’ troppo pericoloso, non penso che torneremo presto”. Nonostante tutto, sarebbe in corso anche una Dakar ‘clandestina, partita da Marsiglia con arrivo nella capitale senegalese. Lo riferisce L’Equipe: il quotidiano francese afferma che i concorrenti, 12 auto, 8 moto e 4 camion, sono già arrivati in Marocco. Il 5 dicembre un tribunale parigino aveva proibito a Hubert Auriol, ex direttore della gara ‘uffi ciale’, di organizzare la corsa, ma non è stato abbastanza. Auguriamoci non accada nulla di grave.

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L’UOMO PIU’ PROFONDO

DEL MONDOJACQUES PICCARD

E’ scomparso lo scorso novembre all’età di 86 anni l’ultimo vero Capitan Nemo dei nostri

tempi, Jacques Piccard. Ideatore insieme al padre del Batiscafo Trieste e primo uomo ad immergersi nella Fossa delle Marianne fi no a toccarne il fondo. All'impresa, effettuata il 26 gennaio 1960, partecipò anche il tenente della Marina statunitense Donald Walsh, insieme raggiunsero la depressione del Challenger Deep cioè 10.916 metri sotto il livello del mare. La discesa dei due esploratori durò circa 5 ore, e prima di risalire, rimasero 20 minuti sul fondo dell'oceano. Come zavorra, vennero usate palle da cannone e benzina, per favorire il galleggiamento, mentre il riempimento con benzina aveva anche lo scopo di rendere lo scafo incomprimibile. Sul fondo della fossa, Walsh e Piccard furono sorpresi di trovare delle particolari specie di sogliole, lunghe circa 30 cm. Piccard disse, "Il fondo appariva luminoso e chiaro, un deserto che faceva trapelare diverse forme di diatomee" (alghe unicellulari). Dimostrarono la presenza di vita a 11.000 metri di profondità, determinando cosi “l'interdizione delle fosse marine alle scorie nucleari”. Non solo invenzioni e scoperte. Negli ultimi anni il suo impegno principale è stato destinato al Centro per la protezione dei laghi e dei mari di Losanna. Ha collaborato anche al progetto Sea Orbiter: un avveniristico natante, immerso per due terzi, che dal 2006 solca i mari del mondo. A bordo ha un equipaggio di 18 persone, tra cui biologi marini, fi sici dell'atmosfera, climatologi e laboratori scientifi ci per condurre le ricerche più svariate. Uno spirito da pioniere che ha trasmesso al fi glio Bertrand, il quale nel 2011 tenterà il giro del mondo su un aereo solare per realizzare il volo perpetuo. E proprio Bertrand ha più volte reso omaggio al suo Capitan Nemo: "Mi ha trasmesso il senso della curiosità, la volontà di capire le cose al di là delle apparenze e dei pregiudizi, la libertà e la fi ducia nell'ignoto. I suoi tre fi gli, Marie-Laure, Thierry e me - ha detto Bertrand - gli devono una certa visione della vita dove il rispetto guida ogni cosa e dove la perseveranza permette di rendere reali i sogni".

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Inizia la scalata

VENDEe GLOBE

Lo scorso 10 novembre è partita da Les Sable d’Olonne, in Francia, la Vendee Globe. Fra i trenta skipper anche due

donne, le britanniche Samantha e Dee Caffari, entrambe esordienti, mentre il francese Loick Peyron e’ l’unico ad essere stato in gara anche nella prima Vendee, nel 1989. Finora in cinque edizioni della regata solo 41 persone sono arrivate al traguardo. Tra gli altri anche Rafhael Dinelli, pronto a tornare per la quarta volta in quell’inferno d’acqua. Proprio lui che nel 1996, aggrappato allo scafo della sua barca, rovesciata, cercava di sopravvivere fra onde alte come colline. Il suo salvataggio da parte del collega inglese, Pete Goss, fu una delle icone di quella edizione. Gli andò poco meglio quattro anni più tardi: quando si fermò sulla schiena di una balena che lo costrinse a fermarsi in Sud Africa. Uno stop che il Vendée Globe, la regata più dura al mondo, non ammette. Ma anche quest’anno la gara sta riservando spettacolo per tutti gli appassionati; Peyron ha abbandonato a seguito della rottura per metà del suo albero a seguito di una violenta tempesta nel sud dell’Oceano Indiano, più sfortunato Elies che ha riportato una grave frattura al femore e che ha dovuto attendere due giorni l’arrivo dei soccorritori della marina militare australiana. Attualmente Desjoyeaux e’ giunto per primo al ‘traguardo psicologico’ delle 10.000 miglia dalla fine della Vendee Globe. Lo skipper francese ha circa 80 km su Roland Jourdain e 250 su Jean Le Cam, mentre sul gruppo di testa e’ rientrato anche Armel Le Cleac’h, quinto dietro al vincitore del 2003 Vincent Riou a circa 500 km dal primo. Tutti i naviganti, che stanno transitando nel sud del Pacifico verso capo Horn, segnalano pessime condizioni meteo con vento a 40 nodi. Alla fine di dicembre soltanto diciotto dei trenta skipper iniziali stanno solcando il pacifico alla volta di Capo Horn in Sud America o più correttamente stanno scalando ciò che è stato definito l’Everest della vela, ma più difficile: infatti mentre sul tetto del mondo sono saliti in 2000,

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katango sta

partecipando alla

competition virtuale

online ideata dalla

Vendèe Globe

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KatangoKatango

meno di 50 hanno completato questo giro in solitaria. Chi lo fa (o almeno ci prova) merita un premio. Un tributo importante a questi “impiegati del coraggio” che non toccheranno terra fi no al prossimo mese quando è previsto l’arrivo in Francia. Chiunque volesse seguire la gara in tempo reale potrà collegarsi sul sito uffi ciale www.vendeeglobe.org.

Un equipaggio tutto italiano, frutto della collaborazione tra i due circoli gemellati, il Lauria di Palermo e l’Aniene di Roma, prenderà parte dall’1 al 15 febbraio 2009 ad Auckland in Nuova Zelanda, alle Louis Vuitton Pacific Series, competizione nata due mesi fa per colmare il buco lasciato dalla causa in corso tra Alinghi e Oracle che ha annullato i programmi di Coppa America. L’equipaggio è stato presentato lo scorso dicembre a Mondello, presso il circolo Ruggero di Lauria, alla presenza del presidente del sodalizio Gabriele Guccione e del consigliere nazionale della Fiv Vinci Pottino. I due leader di questo team tutto italiano, che si è allenato a Palermo fino al 22 dicembre, saranno Francesco Bruni, palermitano ex di Luna Rossa, socio del Lauria e il triestino Vasco Vascotto ex Mascalzone Latino. Il primo sarà il timoniere della barca battezzata Italia Challenge; il secondo fungerà da skipper. “Sarà per me una grande responsabilità - afferma Francesco Bruni - perché per la prima volta sarò al timone in una competizione con tutti i migliori velisti del mondo”. “Spero tanto che questa avventura - aggiunge Vascotto - abbia un futuro e che sia da prologo a possibili sviluppi in caso di prossimo recupero della Coppa America”. Ad Auckland in gara ci saranno dieci imbarcazioni tra cui Luna Rossa, Alinghi, Oracle, New Zealand, che si sfideranno in gironi eliminatori; la vincitrice delle selezioni sfiderà New Zealand, ammesso di diritto in finale in qualità di organizzatore.

Due città una sola velaItalia Challenge

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News ed eventiRUGBY, FIRME PER CDM IN ITALIANasce sito per sostenere candidatura italianaAppello a tutti gli sportivi ed appassionati di Rugby. Servono un milione di firme per la candidatura dell’Italia ad ospitare la Coppa del Mondo di Rugby. Questo e’ l’obiettivo dell’associazione Italian Haka, e Catania, che nel Rugby vanta una tradizione gloriosa, deve dare la sua risposta. Katango informa quanti non siano già a conoscenza, che per l’occasione e’ stato lanciato il sito www.unmilioneperlacoppa.it, dove è possibile aggiungere la propria firma. A maggio l’Irb (International Rugby Board) valuterà i paesi candidati per le edizioni 2015 e 2019, e l’Italia è ufficialmente in lista. Tra le eventuali città che potrebbero ospitare la manifestazione, potrebbe esserci anche Catania che già in passato, ricorderete, ospitò presso lo Stadio di S.M. Goretti la 17° Settimana Internazionale di Rugby con tantissime squadre da tutto il mondo accolte da un numeroso e calorosissimo pubblico.

UN PALERMITANO VINCE LA 24 ORE DI NUOTO Giaconia si aggiudica la gara per ultra-maratonetiUn atleta italiano, Mauro Giaconia, 37 anni, della Polisportiva Nadir di Palermo, si è aggiudicato la 24 ore di nuoto di Bad-Radkersburg (Austria), uno dei più prestigiosi appuntamenti internazionali per gli ultra-maratoneti del nuoto, percorrendo 69,50 chilometri (1390 vasche) suo nuovo record personale. Giaconia aveva partecipato alla scorsa edizione della 24 ore austriaca classificandosi al terzo posto; quest’anno era partito con l’intenzione di conquistare il primo gradino del podio, impresa che gli è riuscita superando i 68 atleti provenienti da ogni parte d’Europa. Dopo la recente esperienza a New York, dove si era cimentato nel periplo dell’isola di Manhattan, con questa vittoria si conferma l’atleta siciliano ai vertici del panorama internazionale delle ultra-maratone di nuoto.

ANTONIO BANDERAS ANTICRISIScalata al motomondialeL’attore spagnolo Antonio Banderas avrebbe intenzione di comprare un team del Motomondiale. Lo riferiscono i media spagnoli. La nuova scuderia - secondo quanto sostiene il quotidiano As - si chiamerebbe Antonio Banderas Racing Team e parteciperebbe ai Mondiali 125 e 250. Per realizzare il progetto, per il quale servirebbero almeno 6 milioni di euro, la star si e’ affidata a Manuel Morente, ex pilota e scopritore di Alvaro Bautista.

PETRUCCI, SPORT RISCHIA LO STOPMancano i soldi, ma ho fiducia nella politicaSenza soldi lo sport rischia di fermarsi: il presidente del Coni Gianni Petrucci ribadisce l’allarme. “Difficilmente - ammonisce - si potrà gareggiare in tutte le tappe delle Coppe del mondo, in discipline come canottaggio, ginnastica, scherma, pugilato e ciclismo”. Petrucci lamenta i tagli ai contributi destinati allo sport (113,7 mln per il 2009).”Vivo questa situazione con preoccupazione, ma ho fiducia nel governo e nel Presidente del Consiglio”.

RECORD MONDIALE DI APNEA Un italiano fissa un nuovo recordGianluca Genoni ha stabilito il nuovo record mondiale di apnea statica, rimanendo immerso in piscina per 18 minuti e tre secondi. Il precedente record, detenuto dall’inglese David Blaine, era di 17’04’’. Durante l’immersione, in una piscina a Mantova alla temperatura di 34 gradi, Genoni e’ stato costantemente assistito dal suo staff tecnico e medico e tutto si e’ svolto nel migliore dei modi. Genoni e’ anche primatista mondiale di apnea profonda.

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