Metro Stadio Roma, 08/04/2013

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I tre punti stasera sono decisivi per la zona Europa e per dare un senso a questa stagione SPECIALE ROMA-LAZIO Come una finale STADIO ROMA LUNEDÌ 8 APRILE 2013 WWW.METRONEWS.IT Francesco Totti durante un’azione di gioco del derby d’andata .

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I tre punti staserasono decisiviper la zona Europae per dare un sensoa questa stagione

SPECIALE ROMA-LAZIO

Come una finale

STADIOROMA LUNEDÌ 8 APRILE 2013 WWW.METRONEWS.IT

Francesco Totti durante un’azione di gioco del derby

d’andata .

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2 STADIO Lunedì 8 aprile 2013

Derby in cifre

1 Juventus 712 SSC Napoli623 AC Milan 584 Fiorentina525 Lazio 506 Inter 507 Roma 478 Catania 469 Udinese 4510 Parma 3911 Cagliari 3912 Bologna 3713 Atalanta 3714 Sampdoria 3614 Torino 3616 Chievo 3517 Genoa 2718 Palermo 2719 Siena 2720 Pescara 21

Alle moglipiace MiroSecondo un sondag-gio di Ashleymadi-son.com, i tifosi gial-lorossi perdonereb-bero alle loro mogliuna scappatella conil Capitano FrancescoTotti. Le signore per�non sarebbero in-sensibili al fascinodell�attaccante bian-coceleste MiroslawKlose. Tra gli altrisex symbol, DanieleDe Rossi, FedericoBalzaretti e PabloOsvaldo.

La classificadella Serie A

SpecialeRoma-Lazio

ROMA. Un derby che ha ilgusto speciale della primavolta. Sì perché al di là delrisultato, la stracittadinanumero 144 passerà allastoria come la prima gio-cata di lunedì. Una novitàassoluta, dovuta all’impe-gno della Lazio in EuropaLeague di giovedì scorso

contro il Fenerbahçe, cheha costretto la Lega a ridi-segnare il calendario perconsentire agli uomini diPetkovic di arrivare alla sfi-da contro la Roma il piùriposati possibile. Oggi,però, i biancocelesti po-tranno contare anche suun vantaggio: quello dellacabala. Negli unici dieciderby non disputati di do-menica, infatti, la Lazio èriuscita a vincere per ben5 volte, mentre la Roma èriuscita a imporsi solo in3 occasioni. I giallorossi,tuttavia, detengono il re-cord della vittoria con unoscarto maggiore di reti inuna stracittadina infraset-timanale. Era il 1° novem-bre del 1933 e la doppiettadi Bernardini e la triplettadi Tomasi avevano fissato

il risultato finale sul 5-0per la Roma. L’ultima par-tita giocata non di dome-nica, invece, ha sorriso aibiancazzurri: era sabato 11aprile 2009 e la Lazio si èimposta per 4-2 (Pandev,Zarate, Mexes, Lichsteiner,De Rossi, Kolarov i marca-tori). In totale, le sfide dicampionato infrasettima-nali fra le due squadre dellaCapitale si sono disputateper 1 volta di martedì (23aprile 1945, Roma-Lazio 1-0), 4 di mercoledì (1 no-vembre 1933 Roma – Lazio5-0, 21 aprile 2004, Lazio –Roma 1-1, 31 ottobre 2007,Roma – Lazio 3-2, 19 marzo2008, Lazio – Roma 3-2), 2di giovedì (22 aprile 1948,Roma – Lazio 0-2, 6 gennaio2005, Lazio – Roma 3-1) e 3di sabato (6 aprile 1991,

Roma – Lazio 1-1, 25 marzo2000, Lazio – Roma 2-1, 11aprile 2009 (Lazio – Roma4-2). Complessivamente, invece,i giallorossi sono in van-taggio nel numero dei der-by vinti (49, contro i 38portati a casa dalla Lazio),mentre i pareggi sono statiin tutto 56. Grazie alle sue 35 presenze(31 in campionato e 4 inCoppa Italia), FrancescoTotti detiene il record diderby disputati. Il primo

dei biancocelesti, invece,è Pino Wilson con 22 pre-senze (17 in campionato e5 in coppa). Il capitano del-la Roma, però, detiene unaltro singolare primato:non solo è il giocatore adaver vinto più derby (12),ma è anche quello che neha persi di più (14). Il lazialead aver collezionato piùsuccessi è stato Luca Mar-chegiani (8), quello con piùsconfitte è Silvio Piola (10).

METRO

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STADIO

Le statistiche

24 STEKELENBURG3 MARQUINHOS5 CASTAN

35 TOROSIDIS7 MARQUINHO

16 DE ROSSI4 BRADLEY

48 FLORENZI15 PJANIC8 LAMELA

10 TOTTI

22 MARCHETTI15 GONZALEZ20 BIAVA27 CANA26 RADU87 CANDREVA8 HERNANES24 LEDESMA6 MAURI19 LULIC11 KLOSE

ALLENATORE: AURELIO ANDREAZZOLI

Panchina: 13 Goicoechea, 1 Lobont, 29 Burdisso, 11 Taddei, 46 Romagnoli, 27 Dodò, 77 Tachtsidis,47 Lucca, 20 Perrotta, 17 Lopez, 22 Destro.

Squalificati: Osvaldo, Piris.Diffidati: Balzaretti, Destro, Bordisso, Florenzi.

ALLENATORE: VLADIMIR PETKOVIC

Panchina: 1 Bizzarri, 95 Strakosha, 2 Ciani, 33 Stankevicius, 23 Onazi, 4 Crecco, 7 Ederson, 18 Kozak,28 Saha, 25 Rozzi.

Squalificati: nessuno.Diffidati: Gonzalez, Konko, Lulic, Radu.

Moduli diversiLa Roma schiera un 4-3-1-2

ARBITRO: PAOLO MAZZOLENIAssistenti: Stefani, Faverani. Quarto uomo: Niccolai.

In tv: Sky Sport1 e Calcio1Mediaset Premium Calcio

La Lazio sceglie il 4-5-1

24

35

4

8 10

16

15

48

3 5 7

22

15

87 6 198

11

24

20 27 26

Francesco Totti.

Miroslav Klose.

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3STADIOLunedì 8 aprile 2013

Il tecnico romanista: “Servono nervi saldipuò essere la partita del riscatto di De Rossi”ROMA. Tutto da rifare. Oquasi. Aurelio Andreazzolisi avvicina al derby di que-sta sera con la consape-volezza che la disastrosaprova di Palermo ha mi-nato le (poche) certezzeche la Roma aveva ritro-vato dopo la fine dell’av-ventura zemaniana. Anche per questo la suaprima stracittadina sullapanchina giallorossa hafinito per assumere gior-no dopo giorno i contornidella rincorsa. Sì perchémentre i tifosi si aspetta-no una prova maiuscolada parte della squadra so-prattutto per questioni diorgoglio e di supremaziacittadina, il tecnico sa digiocarsi tutto. Una postain palio che si chiama Eu-ropa League e che potreb-be portare alla sua con-ferma anche per la pros-sima stagione. Un’ipotesiche solo una settimanafa sembrava uno scenariofantascientifico e, con una

vittoria questa sera, po-trebbe tornare un argo-mento di stretta attualità.

NERVI SALDI Anche per questo Andre-azzoli ha voluto rovesciareil vecchio adagio zema-niano che vede il derbycome una partita perfet-tamente uguale a tuttele altre. “Questa partitasicuramente vale tre pun-ti, ma è anche certo chevale molto più della clas-sifica – ha spiegato ieriin conferenza stampa –per vincere sarà decisivoil controllo dei nervi per-ché è certo che non sihanno vantaggi a giocarein inferiorità numerica.Il carico eccessivo ce losiamo meritato buttandovia la partita di Palermo”.Vigilia di lavoro, ma an-che di emozione. L’ex tattico di Spalletti,infatti, non ha nascostodi aver accumulato ten-sione negli ultimi giorni.

“Come mi avvicino a que-sta partita? Ho già vissutola vigilia del derby tantevolte – ha detto - ma que-sta la possiamo moltipli-care per due, e forse ancheper un numero più alto.Vivo questa attesa conmolta tensione, ma anchecon la gioia di poter di-sputare il derby in primapersona, è un privilegio”. Tensione che, tuttavia,non gli ha impedito distudiare la gara con unacerta lucidità.

UNA PARTITA SENZA ERRORI“Per vincere serve unapartita senza errori - haaffermato l’allenatore -bisognerà sfruttare ancheun fattore decisivo: il no-stro pubblico. Dopo il pas-so falso di Palermo abbia-mo il dovere di ripagarele aspettative dei nostritifosi. Se questo può essereil match del riscatto diDe Rossi? Daniele è un

campione e con questapartita ha la possibilitàdi riprendersi tutto. Tuttoquello che non è stato permille motivi”. Poi, in conclusione, Au-relio Andreazzoli ha vo-luto dedicare un pensiero

anche ai rivali. “La Lazioè una squadra che stimo,importante, che dimostracarattere e partecipazione– ha ammesso - una squa-dra da battere… Petkoviccome persona mi piaceper la sua sobrietà. Come

tecnico, poi, sta facendobenissimo. Io, comunquenon firmo a prescindereper un pareggio. Dipendeda come arriva. In questosenso ci sono pareggi epareggi”.

Aurelio Andreazzoli, ex tattico di Luciano Spalletti, è subentrato a Zdenek Zeman.

Andreazzoli si gioca tutto“Vale più di tre punti”

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4 STADIO Sabato 16 marzo 2013

L’allenatore biancoceleste: “Rispetto la Romama la nostra forma mi infonde grande fiducia”ROMA. Trasformare lasconfitta di Istanbul inrabbia agonistica. È questala chiave di Vladimir Pet-kovic per lasciarsi allespalle la disfatta in Euro-pa League della scorsa set-timana e provare a vince-re il quarto derby conse-cutivo (il secondo dellasua gestione). Un appun-tamento, quello di stasera,al quale il tecnico si è pre-sentato con grande otti-mismo. “La forma che ab-biamo mostrato in questomomento mi dà grandefiducia - ha detto il tecnicobiancoceleste - non mipreoccupa nessuno dellaRoma. Ho tanto rispetto,questo sì, ma nessunapaura. Sabato in allena-mento ho visto una squa-dra consapevole e tran-quilla. Ho visto i miei gio-catori divertirsi duranteil lavoro. Non è abitualea due giorni da una par-tita così importante. Que-sto è anche un segno di

maturazione”. Nessundubbio, invece, sulla tat-tica da adottare per por-tare a casa la vittoria.“Dobbiamo cercare dimetterli sotto e vincereil derby – ha spiegato – lasquadra ha lavorato congioia, ma ora sarà piùconcentrata perché si devedare più del 100% per vin-cere. Serve una Lazio su-perlativa”.

MASSIMA CONCENTRAZIONEAnche per questo Petkovicha messo in guardia isuoi, invitandoli a non fi-darsi dello scivolone deigiallorossi a Palermo pri-ma di Pasqua. “La Romaultimamente ha fattobene salvo l'ultima partita– ha riconosciuto il tec-nico bosniaco - ha trovatoun cerchio vincente. Unasquadra compatta che cer-cherà di vincere. Con An-dreazzoli è più prudentee accorta in fase di non

possesso. Noi abbiamo fat-to una decina di partitein più, che possono in-fluenzare ma, sono statepartite importanti e vabene perché danno qual-cosa in più a livello men-tale”. Così, dopo aver chie-sto ai suoi la massimaconcentrazione, il mistersi è levato qualche sasso-lino dalle scarpe. “LaRoma era stata valutatadall'inizio come una pre-tendente per il campio-nato – ha detto – noi, in-vece, eravamo consideraticome pretendenti per ilnono-decimo posto. Dopootto mesi noi abbiamofatto bene e potevamofare anche meglio e lopretendo da questo derbyche potrebbe dare un in-put per il resto della sta-gione. Contro il Cataniaabbiamo allontanato unavversario diretto e cosìcercheremo di farlo anchecon la Roma. A noi bastaun pareggio? Se ottengo

meno di una vittoria nonsono mai contento”. A spaventare i romanisti,ci penserà Miroslav Klose.Il tedesco, non solo si èdimostrato un elementofondamentale, ma ha giàsegnato due volte nelle

ultime tre stracittadine.“Sta bene, ha mangiatobene… si è allenato bene,anche se chiaramente nonpuò essere al massimo.Nel derby ogni piccolezzapuò essere decisiva, dallapresenza di un campione

come Miroslav Klose a unapalla ferma. Dove la Laziopuò fare la differenza èperò nel rimanere ungruppo forte che vuolevincere tutti insieme”.

Vladimir Petkovic è alla sua prima stagione sulla panchina della Lazio.

Vladimir Petkovic convinto“Non temiamo nessuno”

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6 STADIO Lunedì 8 aprile 2013

Vincent Candela incorona il numero 10 giallorosso: “Francescoè il più forte degli ultimi cento anni. Stasera può fare la differenza”ROMA. È salito sul tetto delMondo e d’Europa con lasua Nazionale, la Francia.Eppure la maglia gialloros-sa è molto più di un sem-plice cimelio conservato nelcassetto dei ricordi. Per chi,come Vincent Candela, hadeciso di fare di Roma lasua casa e della Roma lasua squadra del cuore, “ilderby è una partita specia-le”.Che derby si aspetta?Sarà una bella partita.

Roma e Lazio sono due buo-nissime squadre e hannogiocatori di talento. Totti èuno dei più forti calciatoridegli ultimi cent’anni, peròanche Petkovic ha ottimeindividualità. Prevedo gran-de equilibrio.Come dovrebbe giocarselola Roma?Deve attaccare dai primiminuti, spesso ho visto idifensori laziali litigare incampo, è il loro punto de-bole: se messi sotto pres-

sione possono andare intilt. Però bisogna fare at-tenzione all’esperienza deibiancocelesti di maggiorequalità: Klose, Mauri edHernanes.Come si vince un derby?Non c’è un metodo infalli-bile, purtroppo. Va prepa-rato con passione e amore,ma non con rabbia, spessoti fa brutti scherzi. Bisognaconoscere bene gli avversa-ri, studiarli e rispettarli pro-fondamente. In campo deviessere perfetto, devi saperedove e come attaccarli, inogni istante della partita.Lei come viveva la stracit-tadina?Generalmente non accusa-vo mai la pressione, il derbyperò faceva eccezione. Lanotte stavo sveglio fino atardi, era complicato pren-dere sonno. Oggi lo guardoanche con occhio tecnico,però continuo a tifareRoma, i tifosi e la societàmi hanno dato tantissimo,sarò sempre grato.Il derby a cui è più legato?Facile: il 5-1. Non si puòspiegare la sensazione dirientrare negli spogliatoisul 4-0 nel primo tempo

contro la Lazio. Feci anchel’assist per l’1-0 di Montella,che notte quella.Cosa si prova a vincere unapartita del genere?La gioia più grande è dareuna soddisfazione alla ti-foseria, è il giusto regaloper chi ti sostiene. Se battiil Verona o l’Udinese gua-dagni sempre tre punti,però battere la Lazio un’al-tra cosa. Tanto per i tifosiquanto per i calciatori.La Curva può aiutare lasquadra?È importantissima, ancheper un campione. Quandonon hai i tifosi dalla tuaparte sei più debole. Nelmomento in cui vai a scal-darti sotto di loro, senti icori e vedi quello che stan-no facendo per te, ti dannouna carica incredibile. Poidevi saper gestire quellascarica di adrenalina, lì stala differenza tra un cam-pione e un giocatore nor-male. I tifosi, però, sonofondamentali.Ha giocato sia con Totti checon De Rossi, come vivonol’attesa?Per Francesco è una partitaspeciale, lo sappiamo tutti.

A volte è stato decisivo eha segnato gol fantastici,altre volte meno. Per Da-niele vale lo stesso discorso,lui ci mette tanta rabbiama a volte può essere con-troproducente.Secondo lei chi sarà l’uomo

decisivo?Sarebbe scontato dire Totti.Però lo dico lo stesso: conFrancesco, vado sul sicuro.Fa sempre la differenza.Come finisce?Vince la Roma: 2-1.

Flavio Di Stefano

“Totti è la chiave”

Candela ha vinto lo Scudetto con la Roma nel 2001.

Totti è il giocatore ad aver vinto (e perso) più derby.

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7STADIOLunedì 8 aprile 2013

L’ex capitano Massimo Oddo, campione del Mondo nel 2006,non ha dubbi: vincerà la Lazio grazie a un gol del centrocampistaROMA. Il suo ultimo atto inbiancoceleste fu quel rigoresegnato nel derby del 3-0,era il dicembre del 2006 eMassimo Oddo era il capita-no della Lazio. Un mese piùtardi il trasferimento al Mi-lan e la Coppa dei Campionia fine stagione. Per lui, però,quella corsa sotto la Nordmerita un posto speciale nel-l’album dei ricordi.

Cosa si aspetta dalla partitadi stasera?Come sempre un incontroparticolare. Sono due squa-dre forti che stanno facendobene ultimamente. La Lazioè stata più continua, laRoma è in netta ripresa,parentesi di Palermo a par-te. Ma nella stracittadinaconta poco quello che è ac-caduto prima.

Qual è il punto di forza dellaLazio?L’interpretazione della fasedifensiva. Lascia pochi spa-zi, scende con tutti i gioca-tori sotto la linea della pal-la. Questo dà molto fastidioalla Roma che ha giocatoribravi a giocare in velocitàe in campo aperto, Petkovicdeve fare attenzione allagrande qualità dei giallo-rossi.Come si vince un derby?Il più delle volte chi arrivacon troppa tensione fa flop.Le eccessive aspettative fan-no male, nei derby i gioca-tori che rendono di piùsono quelli che sanno reg-gere la pressione.Lei riusciva a gestire l’ansiadella vigilia?Io soffrivo poco l’attesa del-le partite in generale. Ovvio,quando c’era la Roma qual-che emozione in più venivafuori, ma dopo il fischiogiocavo con la tranquillitàdi sempre. Non per tutti,però, è così. L’atmosferadella città ti condiziona giàda parecchio tempo prima.Il compagno che lo vivevapiù intensamente?

Di Canio. All’inizio pensavoche recitasse una parte, erasupercarico, non riuscivoa credere che potesse esseredavvero così. Poi ho capitoche non fingeva, mentreeravamo sul pullman checi portava allo stadio gli ve-nivano mille tic. Succedevasolo quando giocavamo con-tro la Roma, non riuscivaa controllarsi.Ha giocato altri derby (Ve-rona e Milano), possono es-sere paragonati a quello del-la Capitale?No. Quello di Milano è unagrande partita di calcio cheperò finisce al 90’. A Romadura sei mesi, fino a quan-do non si rigioca il prossi-mo. È follia pura, però èbellissimo. La settimanadella stracittadina non riu-scivo a sentire la musicamentre andavo agli allena-menti, le radio passavanosolo registrazioni di gol. Quando si è reso conto chedel valore di questa parti-ta?Mi è capitato di trascorrerequalche giorno a Roma nel-la settimana del derbyquando non ero ancora alla

Lazio. Sentivo parlare solodi quello, mi ricordo chepensai: ‘questi sono tuttimatti’. Ma il fatto più ecla-tante che mi ricordo fu iltragitto da Formello allostadio nel giorno del mioprimo derby: la strada erastracolma di tifosi e ban-diere, qualcosa di clamo-roso, mai visto.

Il suo ricordo più bello?Non può che essere il golsu rigore in un derby chevincemmo 3-0.Guarderà la partita?Lo guardo sempre, il derby.Ovviamente tifo Lazio.Come finisce?Vince la Lazio: 1-0 gol diMauri.

Giuseppe Armati

“Oggi decide Mauri”

Oddo è stato capitano della Lazio fra il 2006 e il 2007.

Mauri è andato a segno negli ultimi due derby.

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8 STADIO Lunedì 8 aprile 2013

ROMA. Un derby che valeun pezzetto di stagione. Laprossima. Sì perché dopoil disastro della gestioneLuis Enrique e dopo i risul-tati non certo incoraggiantifatti registrare nelle primetrenta giornate di questocampionato, la Roma si av-vicina alla stracittadina conla consapevolezza di nonpoter più sbagliare. Nonsolo per la classifica, che èormai impietosa, quantoper provare a guardare al

futuro con un briciolo diottimismo in più. Così,dopo aver messo insiemetre sconfitte negli ultimitre derby, i giallorossi sonoalla ricerca di una vittoriache potrebbe essere decisivanel bilancio di una stagio-ne. Martedì scorso Pallottaera tornato a parlare delleambizioni di questa società,delimitando in cinque anni(di cui due già trascorsi) lafase di gestazione che do-vrebbe portare alla nascita

Molti dubbi e poche certezDopo gli errori collezionati nelle ultime due stagioni, adesso la dirigenza non può più sbagliare.

un progetto vincente. Unadata assolutamente reali-stica se si pensa alle altresocietà che si sono dovuteconfrontare con la sfidadi una rifondazione. Lastessa Juve, che fino allagara di andata col Bayernsembrava l’unica italianain grado di confrontarsicon le grandi d’Europa,dopo la risalita dalla B haimpiegato quattro stagioniper tornare a sedersi sultrono della Serie A. Quat-tro stagioni costellate daifallimenti di Ciro Ferrara,di Alberto Zaccheroni edi Gigi Delneri, oltre cheda acquisti non proprioazzeccati dei vari Diego,Felipe Melo, Krasic.

IN BILICOInutile dire che il primonodo da sciogliere per ilfuturo è quello della nuo-va guida tecnica dellasquadra. Andreazzoli erastato scelto per riportareun po’ di semplicità dopole esuberanze della pre-cedente gestione e, Sam-pdoria a parte, sembravaaver trovato la quadraturadel cerchio. Una soluzionemolto pragmatica e senzatanti fronzoli che avevafunzionato fino al disastrodell’ultima giornata. Lasconfitta di Palermo, frut-to anche di una forma-zione iniziale sbagliata,ha fatto tornare a galla idubbi sulla possibilità diaffidare al tecnico di Mas-sa la gestione di una squa-dra così ambiziosa. Avantiun altro, dunque,ma chi? I

nomi che sono stati acco-stati alla Roma in questesettimane sono quelli deisoliti noti (Mazzarri, Al-legri, Stramaccioni, Do-nadoni). Bravi, per carità,ma tutti comunque legatiad altre squadre e rag-giungibili, quindi, solo agiugno. Tardi, troppo tar-di. Anche perché la societànon ha solo l’obbligo dinon sbagliare il terzo al-lenatore consecutivo, maha soprattutto la necessitàdi trovarlo il prima possi-bile, visto che la prossimastagione si pianifica giàda ora. Anche per questola dirigenza deve riflettereattentamente sul destinodi Osvaldo e di De Rossi.Il primo ha dimostrato diavere nei piedi una classeche può essere limitatapiù dalla sua testa chedalle marcature degli av-versari. Così, dopo che nelgirone di andata aveva fat-to vedere colpi eccezionali,ora l’italoargentino sem-bra lontanissimo daRoma, dalla Roma e daisuoi tifosi. Eppure non ba-sterà inserire il suo nomenella lista dei partenti perrisolvere il problema tec-nico. Un addio di Osvaldoporterebbe alla promozio-ne di Destro, ma obbli-gherebbe comunque sa-batini a cercare un altroattaccante di livello (ameno che non si decida

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Marco Borriello.

Dopo solo un anno e mezzo, l’avventura

di Pablo Daniel Osvaldoin giallorosso sembra

ormai arrivata alla fine.

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9STADIOLunedì 8 aprile 2013

di affidare il ruolo di riservaa Marco Borriello, che afine stagione tornerà nellaCapitale dopo la sua secon-da esperienza al Genoa).Più o meno lo stesso discor-so che vale per Daniele DeRossi. L’esperienza fallimen-tare sotto la guida di Zeman(e le frecciatine continuericevute dall’ex tecnico ro-manista) hanno fatto per-dere a Capitan Futuro unaparte del feeling che l’avevasempre legato ai tifosi, chenon gli perdonano un ren-dimento troppo basso separagonato a uno stipendiocosì oneroso per la cassedella società. In molti spin-gono per una sua cessione,anche se un suo addio apri-rebbe una ferita non soloaffettiva, ma anche tecnica.La Roma, a quel punto,avrebbe bisogno di almenodue grandi centrocampisti,capaci di impostare e dicontrastare allo stesso tem-po. Un’impresa non cosìsemplice, soprattutto persquadra con risorse econo-miche non illimitate.

BOCCIATI Il campanello d’allarme piùpreoccupante, tuttavia, èquello che vienedalla retro-

guardia. Con Dodò che nonè riuscito a staccarsi l’eti-chetta di oggetto misterioso,con Piris che si è dimostratoun giocatore sempre il bilicofra la sufficienza e l’erroremacroscopico e con Toro-sidis che potrebbe essereun’ottima seconda linea, ladifesa dell’anno prossimodovrà essere completamen-te rifondata. Servono mini-mo tre giocatori (un terzinodestro, uno sinistro e uncentrale di livello) per pro-vare a tornare competitivifin da subito. Un discorsoa parte, invece meritanoBalzaretti e Burdisso. L’exrosanero era stato accoltocome un acquisto capacedi offrire alla difesa qualitàe quantità, ma alla fine deiconti è stato forse il più de-ludente di questa stagione.L’argentino, che aveva avutoproblemi anche sotto la gui-da tecnica di Zeman, è tor-nato titolare nel nuovo as-setto difensivo a tre varatoda Andreazzoli, ma, soprat-tutto nell’ultimo mese, trop-po spesso ha dimostrato disoffrire di “amnesie”. Unbilancio così negativo chepotrebbe delineare per idue un futuro molto di-

stante dall’undici ti-tolare.

PROMOSSIFra le poche note positivedi questa stagione, invece,ci sono la condizione stra-ripante di Francesco Tottie la crescita esponenzialedi alcuni giovani. Marquinhos è ormai il veroleader della difesa, Lamelaè un giocatore che fa golaalle big di mezzo mondomentre Pjanic, se dovessetrovare continuità, può di-ventare uno dei centrocam-pisti più completi e incisivi

in circolazione. Per puntarea traguardi importanti,però, non bastano questiquattro giocatori. Accanto a loro serve gentedi esperienza e di qualità.E se la Roma riuscirà a in-dovinare i calciatori da af-fiancare a questo zoccoloduro, allora le ambizionidi Pallotta potrebbero es-sere assolutamente giusti-ficate.

Andrea Romano

zze: la Roma riparte da quiGuida tecnica e il destino di Osvaldo e De Rossi sono i nodi da sciogliere per costruire il futuro

Miralem Pjanic.

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11STADIOLunedì 8 aprile 2013

L’attaccante tedesco deve fare i conti con l’etàMa in casa Lazio sono tanti gli ultratrentenni ROMA. Tutto intorno a Mi-roslav Klose. O giù di lì.Una buona parte della Lazioche verrà, infatti, ruota in-torno al centravanti tede-sco. Sì perché anche se inquesto anno e mezzo inbiancoceleste il bomber diOpale ha dimostrato di sa-per fare ancora la differen-za, la sua carta di identitàparla chiaro. A giugno Klo-se, che comunque ha due

anni in meno di FrancescoTotti, compirà 35 primavere.Un dato che significa chela punta può essere ancorafondamentale in un “in-stant team”, ma che la so-cietà deve cominciare aguardarsi intorno. Per ilmomento la migliore ga-ranzia per la Lazio vienedai Mondiali del prossimoanno. Miroslav farà di tuttoper esserci e potrebbe dar

vita a una stagione da in-corniciare. Poi, però, saràbene trovare un sostituto.Un ruolo per il quale nonsembra essere tagliato Floc-cari e che in estate il presi-dente Claudio Lotito avevaprovato ad affidare al turcoBurak Yılmaz. Allora nonse ne fece niente, ma l’ar-rivo a gennaio di DidierDrogba al Galatasaray po-trebbe aver spostato qual-che equilibrio.

SQUADRA ANZIANA La rosa della Lazio per ilprossimo anno, però, devefare i conti anche con altrespine. Sono tanti, infatti, igiocatori che hanno supe-rato la soglia dei trent’annie che devono essere accu-ratamente valutati. Il casopiù importante è quello diAndré Dias, che a maggiospegnerà 34 candeline. Inquesti anni nella Capitaleil brasiliano ha dimostratouna solidità sorprendentema, forse, sarebbe il casodi preservarlo, affiancan-dogli un difensore più gio-vane, capace di farlo rifia-tare nei momenti di biso-gno. E lo stesso discorso

vale tanto per il centrocam-po (dove Mauri, che comun-que è risultato spesso deci-sivo, ha compiuto 33 anni,mentre Ledesma è alla so-glia dei trentuno), quantoper l’attacco (dove Saha èarrivato a 35 primavere eFloccari alle 32). Tutti gio-catori importanti che, pri-ma o poi, dovranno esseresostituiti con giocatori dilivello, capaci di offrire allaLazio quella qualità che ser-ve per arrivare in fondo

alle Coppe europee.

INCOMPRENSIONIIn questo contesto, quindi,diventa di fondamentaleimportanza la capacità diriuscire a vendere al meglioalcuni pezzi più o menopregiati, per poter investireun po’ di liquidità sul mer-cato. Ma se negli anni scorsiil presidente Lotito avevacompiuto qualche miracolocon le cessioni (anche ec-cessivamente) remunerative

di Lichtsteiner e Kolarov,ora le cose sembrano esserecambiate. Il presidente, in-fatti, ha visto crollare il va-lore di alcuni suoi giocatori.Proprio come è accadutoper Zarate, che qualcheanno fa poteva essere ven-duto per una cifra vicinaai 20 milioni di euro e cheadesso deve essere trattatocome un super-saldo, e perModibo Diakité che sembraquasi essersi accordato conil Napoli.

Il futuro passa per Klose

Klose, 35 anni a settembre, è alla sua seconda stagione con la maglia della Lazio.

André Dias è stato prelevato dal San Paolo nel 2010.

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La Roma cerca il riscatto dopo le tre sconfitteconsecutive. La Lazio invece è a caccia del recordROMA. Battere la Lazio percercare di spezzare un in-cubo lungo un anno e mez-zo. Sì perché con una clas-sifica a dir poco deludentealle spalle, la Roma staseraè chiamata a giocare so-prattutto per l’orgoglio. I

numeri, infatti, parlanochiaro. I giallorossi sonoriusciti a centrare l’obiet-tivo non proprio lusinghie-ro di perdere gli ultimi trederby. E se quella passatapoteva essere consideratacome una stagione di tran-

sizione, ora la pazienza deitifosi sembra davvero es-sersi esaurita. L’incubo peri romanisti è iniziato il 16ottobre 2011. Allora a Osval-do erano bastati appena 5minuti per segnare il suoprimo gol nella stracitta-

dina. Un vantaggio che l’at-taccante italoargentino ave-va salutato mostrando unat-shirt con scritto “Vi hopurgato anch’io”, chiaroomaggio alla maglia “Viho purgato ancora!” sfog-giata da Francesco Tottidopo la rete del 3-1 per laRoma nel derby dell’11 apri-le 1999. Un gesto sfrontatoche si è presto trasformatoin un sinistro presagio. LaLazio, infatti, era riuscitaprima a pareggiare con ungol di Hernanes su calciodi rigore (51’), poi addirit-tura a vincere grazie a unarete a tempo scaduto diKlose. Un copione che nonera cambiato di molto du-

rante la gara di ritorno del4 marzo 2012. Allora Her-nanes, sempre su calcio dirigore, aveva portato in van-taggio i biancocelesti chepoi erano stati riacciuffatida un gol del romanista Fa-bio Borini. Una situazionedi parità alla quale avevamesso fine la rete di StefanoMauri al 62’. L’ultimo ca-pitolo della trilogia lazialeè andato in onda lo scorso11 novembre. Lamela avevaportato in vantaggio i gial-lorossi, una papera di Goi-coechea su una punizionedi Candreva aveva ristabilitola parità e un gol di Kloseal 43’ del primo tempo ave-va ribaltato il risultato. A

complicare le cose per laRoma di Zeman ci avevapensato l’espulsione al 44’di De Rossi per una manataa Mauri. E proprio il capi-tano laziale, al 1’ del se-condo tempo, era stato bra-vissimo a trasformare inrete un assist involontariodi Piris. Un gol pesantissimoche, non solo ha reso inutileanche la rete su punizionedel romanista Pjanic, mache ha sopratutto lasciatoaperta la porta del destino.Con una vittoria oggi, in-fatti, la Lazio eguaglierebbeil record di 4 derby di cam-pionato vinti consecutiva-mente, fatto registrare frail ‘72 e il ‘74.

Il film degli ultimi derby

Un momento di esultanza dei giocatori giallorossi.

I festeggiamenti della squadra biancoceleste dopo un gol.

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Black out, sfottò e pistolettate (ai lampioni)Ecco l’altra faccia della stracittadina più caldaROMA. Non soltanto gol ecolpi di fino. Spesso il verospettacolo del derby dellaCapitale è venuto da quelloche è definito il “contorno”.Sì perché a volte le gestadei tifosi, le coreografie e i“colpi di testa” vengono ri-cordati con più piacere diun gol decisivo. Tutto è co-minciato il 24 maggio del

1931, quando Roma e Laziohanno impattato l’incontrosul 2-2. Una gara che nonsarebbe mai passata allastoria se non fosse stato perla prima rissa nella stracit-tadina dell’Urbe. Mancava-no pochi minuti alla finequando il generale GuidoVaccaro, il gerarca che avevaimpedito che la Lazio rien-

trasse nella fusione che ave-va dato vita alla Roma, siera appostato a bordocam-po e con un calcione avevaallontanato il pallone, ral-lentando così la rimessalaterale del romanista DeMicheli. Il calciatore, ester-refatto, aveva prima fissatoper il generale, poi l’avevacentrato con uno sganas-sone in pieno volto. L’uffi-ciale, che non aveva gradito,era passato al contrattaccoe aveva colpito con un man-rovescio il giocatore dellaRoma. Uno scambio di cor-tesie che aveva generatouna maxi rissa, sedata astento dall’intervento deicarabinieri a cavallo. Il 18novembre del 1934, invece,Attilio Ferraris IV, storicabandiera della Roma, hagiocato il suo primo derbycon la maglia della Lazio.Prima del fischio di inizio,dalle gradinate di CampoTestaccio i romanisti hannoiniziato a urlare contro illoro vecchio beniamino ilcoro “Venduto, venduto”.

Un canto al quale i cuginilaziali hanno risposto conun improvvisato “Compra-to, comprato!”. Nel ’69, in-vece, i giallorossi sono riu-sciti ad aggiudicarsi l’unicoderby a tavolino. A pochiminuti dalla fine, infatti,l’impianto di illuminazionedell’Olimpico era andatoin black out e, visto che ibiancocelesti giocavano incasa, la Lega aveva conse-gnato i tre punti alla Roma.Allora, però, era girata lavoce che a staccare la cor-rente fosse stato l’allenatoredella Lazio, Juan Carlos Lo-renzo, che era stato espulsoal 25’. Qualche anno dopo,nel 1974, i biancocelesti vin-ceranno entrambi i derby

di campionato conquistan-do il primo scudetto dellaloro storia. La sera primadella stracittadina di ritor-no, Sergio Petrelli, terzinodella Lazio che aveva gio-cato anche sull’altra spondadel Tevere, aveva sparatodei colpi di pistola controdei lampioni per spaventarealcuni tifosi romanisti chestavano facendo baccanosotto l’hotel della Lazio. Nel1994 i gol di Balbo, Cappiolie Fonseca regalano allaRoma la prima vittoria nellastracittadina dopo quattroanni di digiuno. La sera,per festeggiare, una manoanonima scrisse sul murodel cimitero di Prima Portal’esclamazione “Che ve siete

persi!”. Nella stagione1997/1998, Zdenek Zemanha lasciato la panchina del-la Lazio per quella dellaRoma. Un cambio che ècoinciso con un’annata ir-ripetibile, culminata conla vittoria da parte bianco-celeste di tutti e 4 i derbydisputati in quella stagione(2 di campionato e 2 di Cop-pa Italia). È stata la Roma,invece, ad aggiudicarsi ilprimo derby del nuovo mil-lennio. Era il 17 dicembredel 2000 e a decidere lapartita fu un’autorete dellaziale Paolo Negro (su untocco sgraziato di Nesta).Una marcatura che, suomalgrado, l’ha consegnatoalla storia.

Stranezze...stracittadine

La Curva Nord.

La Curva Sud.

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