Maggio 2016

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 5/2016 anno 59° TRENTINI nel MONDO Dal 13 al 15 maggio si è svolto a Montevideo (Uruguay) il «Primo incontro regionale» con i Circoli di Uruguay, Argentina e Brasile Foto Leandro Fidelis

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Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo del mese di maggio

Transcript of Maggio 2016

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 5/2016anno 59°

TRENTINI nel

MONDO

Dal 13 al 15 maggio si è svolto a Montevideo (Uruguay) il «Primo incontro regionale» con i Circoli di Uruguay, Argentina e Brasile

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CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI

dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione

Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Australia - 8 circoli - 2 delegazioniAdelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville

Belgio - 4 circoli - 1 delegazione

Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo

Bolivia - 1 circolo

La Paz

Bosnia - 3 circoli

Sarajevo, Stivor, Tuzla

Brasile - 62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

Canada - 5 circoli

Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago

Colombia - 1 circoloBogotá

Danimarca - 1 circoloCopenaghen

Ex emigrati - 3 circoliAustralia, Stivor (BIH), Svizzera

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Germania - 7 circoli - 1 delegazioneColonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazioneLondra - Manchester

Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste

Lussemburgo - 1 circolo

Lussemburgo

Messico - 13 circoli - 1 delegazione

Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Paraguay - 10 circoli

Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Peru - 1 circolo

Lima

Portogallo - 1 circolo

Portogallo

Romania - 1 circolo

Romania

Serbia - 1 circolo

Indija

Stati Uniti - 21 circoli

Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming

Sud Africa - 2 delegazioni

Pretoria, Cape Town

Svizzera - 8 circoli

Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

Uruguay - 5 circoli

Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR)

Venezuela - 1 circolo

Caracas

FederazioniITTONA (Canada e Stati Uniti)

CoordinamentiArgentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay

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EDITORIALE

OGNUNO PUÒ SVOLGERE UN RUOLO IMPORTANTE NEL FAVORIRE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Per la Trentini nel mondo rinnovare la propria mis-sion, rigenerare la propria

attività, rappresenta un dovere morale oltre che civile, per con-tinuare a svolgere un servizio nei confronti dei discendenti Trentini, emigrati nei periodi più diffi cili della nostra storia in diversi paesi del mondo e anche per sollecitarci vicendevolmente a una relazione più interconnessa e reciprocamente interessante.

Da qualche tempo, quando ci incontriamo con il Direttivo, ci sentiamo impegnati a ricercare qualcosa di nuovo, qualcosa che sia utile per il nostro Trentino. Insomma anche la Trentini nel Mondo vuole fare la propria parte, in un contesto sociale ed economico fi glio della globaliz-zazione, che perdura in tutta la sua diffi coltà e dove si ha sempre più la sensazione di vivere in equilibrio precario.

Ma cosa può fare un’Asso-ciazione come la nostra se non divenire punto di riferimento stabile e concreto, mettendo a disposizione il proprio grande patrimonio di relazioni, costruite nel tempo? E ancora cosa, se non offrire tutta la sua disponi-bilità, per promuovere incontri e relazioni fra persone e imprese Trentine, presenti in Trentino e nel resto del mondo?

La risposta potrebbe essere banale. Invece è molto impe-gnativa, perché presuppone l’inizio di un percorso carico di responsabilità. E si, perché determinate iniziative possono creare false aspettative in molti. In tutti quei discendenti di Tren-tini che vivono in vari paesi del

mondo e che vedono ancora con nostalgia il Trentino come la loro terra d’origine, ma anche in tutti i Trentini che stanno sopportando con fatica questa lunga crisi e che sperano e si aspettano una reazione, per promuovere nuova vitalità, nuova progettualità.

Nel concreto non possiamo che usare gli strumenti di cui disponiamo: il Direttivo dell’As-sociazione, la sua struttura or-ganizzativa, gli oltre duecento circoli presenti e attivi in diversi paesi del mondo e la nostra ri-vista mensile, guardando ad un

obiettivo comune, condividendo-lo e lavorando insieme per la sua realizzazione.

Oggi abbiamo bisogno di buo-ni esempi, di dare spazio alle esperienze più diverse. E chi può dare buon esempio, per concor-rere a creare le condizioni per rimettersi in moto, se non le per-sone e le imprese che con il loro vissuto e i loro risultati stanno testimoniando e dimostrando sul campo le loro competenze e le loro capacità?

ASSOCIAZIONETRENTINI NEL MONDO

O.n.l.u.s.

TRENTINI NEL MONDOMensile dell’Associazione

Trentini nel Mondoaderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazioneVia Malfatti, 21 - 38122 TRENTOTel. 0461/234379 - Fax 0461/230840sito: www.trentininelmondo.ite-mail:[email protected]

Direttore responsabileMaurizio Tomasi

Comitato editorialeG. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande,B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè,P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan,B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi,E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri,G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato:R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi -F. Bocchetti

Autorizzazione del Tribunale di Trenton. 62 - 6 febbraio 1958

STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)

Quote di adesione:Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00;Nord America e Australia: Euro 25,00Socio - Euro 30,00Conto corrente postale n. 12509386

N. 5 MAGGIO 2016Stampato il 13 giugno 2016

In copertina: il «Primo incontro regionale dei Circoli di Uruguay, Argentina, Brasile»

PresidenteAlberto Tafner

DirettoreAnna Lanfranchi

Associazione, Circoli e Trentinodevono essere vasi comunicanti

SOMMARIOPagina 2-3

1° INCONTRO REGIONALEDEI CIRCOLI DI URUGUAY,

ARGENTINA E BRASILE

Pagine 4-5AGENDA

Pagine 6-8CONVENTION AUSTRALIA

Pagina 9ATTUALITÀ

Pagine 10-11GENTE E FATTI

Pagine 12-13GIOVANI OLTRECONFINE:ALESSANDRO DALSASSO

Pagine 14-15TRENTINO “SUPER”

Pagine 16-17CIRCOLI

Pagine 18DALLE VALLI

Pagina 19PREVIDENZA

Pagine 20 -21DIARI DI VIAGGIO

Pagine 20 -21STORIA & CULTURA

CONTINUA A PAG. 2

Da questo numero la rubrica «trentino SUPER» sarà dedicata alla presentazione alcune aziende che hanno sede in Trentino, ma che in qualche caso già

operano all’estero con discreti risultati ed altre aziendedi discendenti di emigrati Trentini localizzate

all’estero: il consigliere della Trentini nel mondo, Mauro Dallapè, spiega i motivi di questa iniziativa

L’editoriale di questo numero del giornale è fi rmato da Mauro Dallapè, componente del consiglio di amministrazione della Trentini nel mondo.

È un editoriale dedicato a presentare contenuti e obiettivi di una nuova iniziativa che è stata proposta, discussa e decisa da una commissione di lavoro, coordinata da Dallapè, che nei mesi scorsi si è riunita più volte con l’intento di individuare azioni concrete da intraprendere per dare seguito alla volontà della nostra asso-ciazione di costruire insieme ai nostri emigrati e ai loro discendenti, «una comunità più coesa, più responsabile e consapevole delle proprie

potenzialità e possibilità», come si può leggere nell’editoriale.

Da questo numero del giornale la rubrica «trentino SUPER» (alle pagine 14-15) sarà dedicata alla presentazione di aziende che hanno sede in Trentino, che in qualche caso già operano all’estero o che sono state fondate da emigrati. Aziende che per le loro caratteristiche costituiscono esempi virtuosi delle capacità im-prenditoriali dei trentini e possono dare il loro apporto di idee, conoscenze e competenze, «per contribuire a costruire una comunità diffusa, il Trentino nel mondo, animata da profondi valori di condivisione». Alberto Tafner

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AGENDA

Con grande successo si è svolto a Montevideo dal 13 al 15 maggio il «Pri-

mo Incontro Regionale Trentino del Cono Sud», al quale hanno partecipato più di duecento rap-presentanti dei Circoli Trenti-ni dell’Argentina, del Brasile, dell’Uruguay e del Paraguay. L’iniziativa, nata da un’idea dei coordinatori Carlos Trentin, Jorge Zas ed Elisete Bertollo, ha avuto una risposta altamente positiva da parte dei Circoli tren-tini ed è stata fortemente voluta anche dall’Associazione Trentini nel Mondo.

Sono stato testimone, insieme ai colleghi consultori Gustavo Cristofolini, Alcéu Lenzi e Lau-ra Vera Righi, di tre giornate di profonda rifl essione sulla storia delle nostre associazioni, il loro presente e il ruolo che sono chiamate a svolgere nel futuro delle nostre comunità trentine. Non sono mancati gli spazi cul-turali, artistici e gastronomici, ottimamente organizzati dagli anfi trioni del Circolo Trentino di Montevideo.

IL BENVENUTONELLA SEDE DEL CIRCOLO

Dopo la prima giornata e il cocktail di benvenuto presso la meravigliosa sede del Circolo, i lavori si sono trasferiti il giorno dopo all’Hotel del Prado, palazzo costruito nel 1912 dall’architetto

Un successo il «Primo incontro regionale»dei Circoli di Uruguay, Argentina e Brasile

FRA GLI OLTRE DUECENTO PARTECIPANTI ANCHE IL PRESIDENTE E IL VICE PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO

fi orentino Giovanni Veltroni e dal collega francese Jules Knab e dichiarato “monumento storico nazionale” dal governo urugua-iano nel 1975. La presenza di personalità di spicco come l’ex capo dello Stato dell’Uruguay, Julio María Sanguinetti, l’amba-sciatore italiano Gianni Picatto, l’ex presidente della Camera dei Deputati e attuale direttore del SODRE, Jorge Orrico, e il preside dell’Universidad de la Empresa (UDE), Roberto Brezzo, ha consentito a tutti i presenti di conoscere il grande apporto degli

emigrati italiani e delle associa-zioni da loro create allo sviluppo di Montevideo, dell’Uruguay e del Rio de la Plata in generale.

Il dottor Sanguinetti ha fatto inoltre un’interessante paragone tra il Trentino come terra di con-fi ne tra il mondo latino e il mondo germanico, e l’attuale “Republica Orientale dell’Uruguay” come territorio di frontiera tra due gran-di imperi sudamericani, quello spagnolo e quello portoghese, e i loro successori, l’attuale Argen-tina ed il Brasile. Infatti il Paese assunse l’attuale denominazione

uffi ciale appena nel 1825. Prima era stato conosciuto come “Banda Oriental” dagli argentini e poi come “Provincia Cisplatina” durante il periodo di occupazione da parte dell’impero portoghese/brasiliano.

L’ambasciatore Piccato ha sottolineato la tradizione di buon governo del Trentino, grazie anche alla sua autonomia, e ha ribadito l’importanza del dialogo tra l’ente pubblico (Provincia Autonoma di Trento) e le sue comunità residenti all’estero.

L’INTERVENTODI ALBERTO TAFNER

Dopo un percorso storico sulla storia recente del Trentino, il presidente dell’Associazione Trentini nel Mondo, Alberto Tafner, ha parlato delle sfi de che deve affrontare oggi la nostra Provincia. Ha scelto nella fi gura dell’astronauta Samantha Cristo-foretti il simbolo dell’apertura del Trentino e del suo sguardo verso il futuro. Ha sottolineato i grandi sviluppi del Trentino nel settore della ricerca universitaria, delle nuove tecnologie, dell’informa-tica, dell’intelligenza artifi ciale, del rispartio energetico e delle energie rinnovabili.

È intervenuto anche il dottor Giuseppe Zorzi, già direttore della Fondazione Alcide Dega-speri e consigliere della Trentini nel Mondo, il quale ha parlato,

È soltanto partendo da loro che potremo ricostruire una comunità più coesa, più responsabile e consapevole delle proprie potenzialità e possibilità.

Il percorso iniziato è di rifl essione, aperto al confronto con il Trentino internazionale, per tracciare insieme il sentiero da percorrere. Occasione autentica di ascolto, confronto ed elaborazione di un pensiero condiviso.

Da questo numero della rivista la rubrica «trentino SUPER» assume una nuova veste e saranno presentate alcune aziende che hanno sede in Trentino, ma che in qualche caso già operano all’estero con discreti risultati ed altre aziende di discendenti di emigrati

Trentini localizzate all’estero. Agli impren-ditori coinvolti chiederemo di raccontarsi e di partecipare poi ad una commissione con lo scopo di confrontarsi, promuovendo le reciproche conoscenze, anche per individuare ed elaborare nuove intraprese, sia in loco che all’estero, capaci di creare valore aggiunto e lavoro. Inoltre, per comunicare al meglio queste esperienze, per condividerle e per farle crescere, stiamo pensando di programmare un appuntamento annuale itinerante nei diversi paesi del mondo abitati dai nostri emigrati, che in tanti paesi hanno fatto strada, nel campo politico, in quello economico e in quello sociale, hanno raggiunto posizioni apicali e sono persone disponibili a lavorare insieme a noi per il bene comune.

Usando il nostro ruolo impegnativo di facilitatori e di costruttori di ponti, promuo-vendo appieno il valore della sussidiarietà, cercheremo di mettere in relazione le persone e le imprese desiderose di impegnarsi, con i diversi Circoli sparsi nel mondo, che stanno aspettando da noi proprio qualcosa di nuovo, per contribuire a costruire una comunità diffusa, il Trentino nel mondo, animata da profondi valori di condivisione.

Per usare una metafora, Associazione, Circoli e il Trentino devono diventare «vasi comunicanti».

Semplicemente questo cercheremo di fare: aiutarci a vicenda ad abitare al meglio i luoghi Trentini. «C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico...» Mauro Dallapè

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Associazione, Circoli e Trentino, «vasi comunicanti»

Sono state tre giornate di profonda rifl essione sulla storia delle nostre associazioni, il loro

presente e il ruolo che sono chiamate a svolgere nel futuro delle nostre comunità trentine

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AGENDA

in questi momenti di grandi po-lemiche all’interno dell’Europa, dell’identita della nostra terra di confi ne come “un’identità non fondata sull’aut aut, bensì sull’et et”. Cioè, un Trentino solidale verso i nuovi immigrati che cercano per i loro fi gli una vita migliore, lontana dalla miseria, dalle guerre e dalle persecuzioni.

L’incontro è continuato con un’ottimo pranzo – polenta con gulasch di maiale – e la pre-sentazione dei gruppi corali dei Circoli trentini di Montevideo e di Carmelo. Dopo una visita gui-data lungo i quartieri e i palazzi

storici della città di Montevideo, siamo tornati in albergo. Quella sera il pullman ci ha portato nuovamente all’Hotel del Prado, dove si è tenuta la “cena di gala”, durante la quale, oltre allo squisi-to menù con la carne uruguaiana come piatto principale, abbiamo assistito a uno spettacolo di tango rioplatense e del tipico “candom-be” uruguaiano.

Non sono mancati il ballo e il divertimento. Così abbiamo coronato una seconda giornata indimenticabile.

Dopo la chiusura dei lavori veri e propri, l’ultimo giorno è stato

dedicato alla visita della costa orientale uruguaiana. Insieme ai miei cinque compagni di viaggio, venuti anche loro da Buenos Aires - la neopresidente del Cir-colo, Delfi na Marta Turrina; la sua predecessore (mia mamma) Gabriela Anzelini; la consigliere Ana María Serafi ni; la tesoriere Elsa Rosanelli e il marito Mi-guel Baldasseroni - abbiamo accompagnato la prima tappa fi no alla località di Piriápolis, dove abbiamo partecipato al pranzo con un menù irresistibile, la tipica “paella de mariscos”.

Mentre il resto dei partecipanti

ha continuato il viaggio verso Punta del Este, noi ci siamo fer-mati al Terminal dei Bus dove abbiamo preso il pullman di ritorno per Montevideo, da dove ci siamo imbarcati quella sera per Buenos Aires.

Contenti del sucesso di questa iniziativa, felici di aver ritrovato tanti amici e di aver fatto tantissi-me nuove amicizie, questo primo incontro regionale ha riacceso in noi la fi amma - mai spenta - della trentinità e la voglia di lavorare per il bene dei nostri circoli e della nostra comunità trentina.

Mariano Roca

Questi i Circoli presenti all’incontro di Montevideo. Per l’Uruguay: Montevideo, Colonia del Sacramento, Carmelo e Rivera-Livramento. Per il Brasile: Caxias do Sul, Sananduva, Tapejara, Garibaldi, Santa Maria, São Valentim do Sul, Porto Alegre, Bento Gonçalves e Gramado.

Per l’Argentina: Buenos Aires, La Plata, Santa Rosa de la Pampa, Chajari, San Nicolas de los Arroyos.

Erano inoltre presenti i Coordinatori dei Circoli trentini: Jorge Zas per l’Uruguay; Carlos Alberto Trentin, Alejandro Brovio, Rodolfo Veronesi e Oscar Menapace per

l’Argentina; Elisete Bertollo, Leandro Fidelis e Simone Sehnem per il Brasile.

Ai lavori hanno partecipato anche i Consul-tori all’estero della Provincia Autonoma di Trento, Laura Vera Righi (Uruguay), Gusta-vo Cristofolini e Mariano Roca (Argentina) e Alceu Lenzi (Brasile).

Hanno partecipato 18 Circoli, 8 Coordinatori e 4 Consultori

Uno scorcio della sala durante i lavori. Nella foto a fianco (da sinistra) Roberto Brezzo, Jorge Zas, Julio Maria Sanguinetti, Gianni Piccato, Alberto Tafner, Ser-gio Sartori e Cesare Ciola.

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Venerdì 3 giugno è stata scoperta la nuova targa dell’Associazione Tren-

tini nel mondo in memoria del-le vittime della tragedia dell’8 agosto 1956 presso il sito della miniera del Bois du Cazier a Marcinelle, in Belgio.

Erano presenti alla cerimonia, oltre alla delegazione dell’As-sociazione Trentini nel mondo di Trento e al direttore del Me-moriale del Bois du Cazier, Jean Luis Delaet, i rappresentanti del Consolato Italiano, dei Circoli trentini del Belgio e della Lo-rena, degli alpini di Charleroi e degli ex minatori di Marcinelle e numerose persone della comunità italo-belga.

L’evento è stato aperto da una visita accompagnata dal racconto degli ex minatori, autentici amba-sciatori della memoria, che ancora oggi testimoniano quanto loro stessi hanno visto e vissuto: la nostalgia della separazione dalla propria terra, la fatica del lavoro in miniera, il dolore della tragedia che ha colpito i loro compagni e amici. Quindi il presidente della Trentini nel mondo, Alberto

Tafner, e il direttore del Memo-riale hanno salutato brevemente i presenti, introducendo la ceri-monia di scopertura della targa in memoria della tragedia che sessant’anni fa ha causato la mor-te di 262 minatori, dei quali 136 emigrati italiani: tra di loro anche il trentino Primo Leonardelli.

Nei loro discorsi il direttore

della miniera e il coordinatore dei Circoli Trentini in Belgio, Giuseppe Filippi, hanno ricordato con parole toccanti l’ex direttore della Trentini nel mondo, Rino Zandonai, promotore e sostenitore della memoria della tragedia di Marcinelle e principale artefi ce del gemellaggio che dal 2009 unisce idealmente le due campa-

ne di Marcinelle – «Maria mater orphanorum», dedicata ai caduti sul lavoro – e di Rovereto – «Ma-ria Dolens» dedicata ai caduti di tutte le guerre. Il nome di Rino, di cui il 31 maggio ricorreva il settimo anniversario della morte, sarà il primo a comparire nel me-moriale oltre a quello dei caduti nella tragedia del 1956.

Al suono della campana è stata quindi scoperta la targa, realiz-zata in porfi do rosso trentino che riporta le parole «Dalle viscere di questa terra un monito a celebrare la vita». Sulla targa compare an-che la scritta «A ricordo di Rino Zandonai, instancabile sostenitore della salvaguardia della memoria delle vittime di Marcinelle».

La cerimonia si è conclusa con la Santa Messa in suffragio di Primo Leonardelli, unica vittima trentina della tragedia, e di Rino Zandonai, Luigi Zortea e Gio-vanni Battista Lenzi, celebrata in italiano sul sito della miniera.

Oltre che dal presidente Tafner, la delegazione dell’Associazione era composta dal vice direttore Francesco Bocchetti, Paolo Rossi, Ferruccio Benini e Matteo Pouli.

AGENDA

A Marcinelle una targa ricorda Rino Zandonaie le vittime della tragedia mineraria del 1956

LA CERIMONIA SI È SVOLTA IL 3 GIUGNO CON LA PARTECIPAZIONE DI UNA DELEGAZIONE DELLA TRENTINI NEL MONDO

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AGENDA

Anche i giovani «trentini nordamericani»vogliono essere in contatto e «fare rete»

LE COMUNI RADICI SONO RITENUTE UN PATRIMONIO DA VALORIZZARE E UN ELEMENTO CHE PUÒ FAVORIRE L’AMICIZIA

Ventiquattro partecipanti dagli Stati Uniti, quattor-dici dal Canada, quattro

giovani trentini, uno staff di nove persone arrivate dal Trentino, i Consultori della Provincia Auto-noma di Trento per gli Stati Uniti e per il Canada: questa la «squa-dra» che dal 25 al 30 maggio a Rock Springs (Wyoming - USA) ha dato vita a «Blueprint 2016 - Together trentini» il soggiorno formativo rivolto alle giovani generazioni del Nord America, organizzato dall’Uffi cio emigra-zione della Provincia Autonoma di Trento e gestito dalla Trentini nel mondo.

Sotto la guida di Flavio An-tolini, ideatore e curatore del programma formativo, i parte-cipanti hanno discusso e ragio-nato su molti aspetti legati alla loro «discendenza trentina», sul signifi cato di identità, sulle mo-tivazioni che, in passato come adesso, danno senso all’esigenza di mantenere rapporti con la terra di origine. Sono state giornate particolarmente intense scandite da workshop, incontri plenari e lavori di gruppo e dal «mystical

tour», un’escursione guidata sui luoghi della vita quotidiana delle migliaia di emigrati - tra i quali anche molti trentini - arrivati in Wyoming per lavorare nelle miniere di carbone.

Tutti questi momenti hanno contribuito innanzi tutto a favo-

rire un clima di profi cua colla-borazione e di sincera amicizia fra tutti i partecipanti ed hanno creato i presupposti per defi nire

alcune proposte concrete (come la creazione del sito www.rifu-giotrentino.com) attraverso le quali realizzare nuove modalità e strategie di comunicazione e di relazione per mettere e mantenere in contatto le giovani genera-zioni nord americane con radici trentine.

Il videomaker Patrick Grassi ha seguito tutte le fasi del soggiorno, sul quale realizzerà un documen-tario video.

Nel progetto sono coinvolte anche la «Società Americana di Storo» - che mantiene vivo il ri-cordo dell’emigrazione dalla Val-le del Chiese verso gli Stati Uniti, rappresentata a Rock Springs da Laura Ferrari, Elena Giacomolli e Cristiano Marini - e l’Unione delle famiglie trentine all’estero.

Per la Trentini nel mondo han-no partecipato Armando Maistri (membro di giunta dell’Associa-zione), Maurizio Tomasi (diretto-re del periodico dell’Associazio-ne) e Sabina Corradini.

Nel prossimo numero del gior-nale ci sarà un ampio resoconto dei lavori svolti e delle proposte elaborate.

Dal 25 al 30 maggio si è svolto a Rock Springsnel Wyoming (USA) «Blueprint 2016», il soggiorno

formativo organizzato dall’Uffi cio emigrazione:i partecipanti provenivano da Stati Uniti e Canada

Da destra: Luca Dorigatti, Consultore per gli Stati Uniti; Antonella Giordani, dell’Ufficio emigrazione; il formatore Flavio Antolini; i tre rappresentanti della Società Americana di Storo, Elena Giacomolli, Laura Ferrari e Cristiano Marini.

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Quanta fatica crescere, ma anche quanta gioia!

La dodicesima Convention dei Trentini in Australia è stata celebrata con tanta gioia, ma non senza tanta fatica da parte del Comitato organizzatore, special-mente da parte della segretaria Cristina Parmesan, e della sorella Melissa (tesoriera).

Il tema e il motto della Con-vention evidenziavano la CRE-SCITA – «Growing our future together» (Crescere il nostro futuro insieme). Infatti i Circoli Trentini - che in passato sono stati il punto di riferimento principale degli emigranti Trentini – ora si trovano in un periodo critico, in quanto devono affrontare la crescita con nuovi programmi se vogliono ritenere la loro attualità e vitalità, perché l’alternativa è la scomparsa.

Ma ancora una volta i Trentini di ogni generazione hanno dimo-strato la loro tenacia nel preser-vare i valori e le tradizioni dei loro padri, e la volontà di andare avanti insieme. Infatti i protago-nisti di questa Convention sono state le persone della seconda e terza generazione: il futuro della

crescita è nelle loro mani!Vari fattori hanno contribuito

al successo di questo raduno: il luogo stesso, Myrtleford, che rammenta fortemente le valli del Trentino, le meravigliose giornate di sole autunnale, e la

presenza di una folta delegazione da Trento, in rappresentanza della Trentini nel Mondo, con il pre-sidente Alberto Tafner e Giada Degasperi della segreteria, e della Provincia Autonoma di Trento (ci si aspettava il Presidente Ugo

Rossi, ma poi impossibilitato a partecipare per impegni politici) guidata da Lucia Maestri e Clau-dio Civettini (componenti della Conferenza dei Consultori), con Sergio Bettotti (Dirigente Ge-nerale della Provincia), Simone Masè (Dirigente per la promo-zione internazionale), Antonella Giordani e Francesca Baldessa-relli (dell’Uffico emigrazione) e Gianna Zortea (dell’ufficio stampa).

UNA FORMULABEN COLLAUDATA

Il programma ha seguito una formula già ben collaudata in altre Convention, con l’incontro dei Presidenti dei Circoli il vener-dì, sotto la presidenza di Silvano Rinaldi come Coordinatore dei Circoli trentini dell’Australia e Consultore della Provincia. Il presidente del Circolo di Myrtle-ford, Jim Borsi, ha dato il ben-venuto ai delegati e partecipanti con l’apertura ufficiale della Convention alla cena del venerdì sera presso il locale Club italiano “Savoy”.

Il sabato era dedicato alla pre-

La dodicesima Convention si è svolta dal 22al 24 aprile a Myrtleford, ed è stata coronata

da successo: il motto scelto era «Crescereil nostro futuro insieme» e i protagonisti sono

state le persone della seconda e terza generazione

CONVENTION

In Australia i trentini uanta fatica crescere ma

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sentazione e discussione di varie tematiche e di programmi di interesse sia per gli anziani della prima emigrazione, che per le generazioni nate in Australia. La cena di gala si è tenuta il sabato sera, con grande partecipazio-ne dei Trentini del Circolo di Myrtleford, e con invitati di altri gruppi regionali italiani, come pure di autorità politiche locali.

GLI INTERVENTIDELLE AUTORITÀ

Gli interventi, sia da parte dei politici australiani (Ron Janas, sindaco del capoluogo, e Tim McCurdy rappresentante al Par-lamento dello Stato del Victoria), sia da parte della delegazione da Trento (Alberto Tafner, Lucia Maestri e Claudio Civettini) han-no esaltato il contributo culturale e sociale, come pure le iniziative di sviluppo imprenditoriale che gli Italiani (inclusi i Trentini) hanno dato al progresso economi-co dell’Australia, e in particolare alla zona del Nord-Est dello Stato del Victoria.

Nei loro interventi è stato più volte menzionato il fatto che esiste nel mondo un altro Tren-tino: quello degli emigranti e dei loro discendenti. E per le nuove

generazioni in Trentino oggi, l’Australia rimane un “sogno”, con la profonda speranza che un giorno diventi realtà. Ma la cosiddetta “nuova emigrazione” è molto limitata nel numero e con interesse transitorio rispetto alla “vecchia emigrazione”.

Le serate del venerdì e del sa-bato sono state allietate dalla pre-

senza ed esibizione del “ricostitu-ito” ma molto apprezzato, gruppo folkloristico di Myrtleford, e dal buon umore di Loredana Cont che ha intrattenuto gli ospiti in dialetto trentino!

Delle dodici Convention tenute in Australia, la ridente cittadi-na di Myrtleford nella Valle dell’Ovens ai piedi delle Alpi

australiane, ne ha ospitate tre: la prima nel 1982 che ha lanciato il programma delle Convention; seguita poi da un’altra nel 2000 con la partecipazione del Coro Valsella, ancora molto ricordato; e quella di questo anno in com-memorazione del cinquantesimo anniversario della Fondazione del Circolo di Myrtleford.

Bisogna ammettere che per i Trentini in Australia, questo ca-poluogo, la valle con suoi prodot-ti, le pinete, i monti… riempiono la mente e il cuore di ricordi dei nostri paesi d’origine; e pertanto Myrtleford occupa un posto sen-timentale nella storia dei Trentini in Australia. In questa occasione è stato riconosciuto il notevole contributo dato ai Trentini in Au-stralia da parte di Franco Dondio, residente a Myrtleford, che per quasi vent’anni è stato Coordi-natore dei Circoli e Consultore della Provincia.

La Convention è culminata la domenica, con una gita alle can-tine Pizzini della valle limitrofa, e con la santa messa celebrata da Padre Bertagnolli, del quale ricorre quest’anno il 50° anniver-sario di sacerdozio, tutti spesi in Australia a servizio dei giovani

CONVENTION

conservano valori e tradizioni

Alla Convention hanno partecipato AlbertoTafner, presidente della Trentini nel mondo,e una delegazione della Provincia di Trento

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CONVENTION

nella missione dei Salesiani, e con interesse particolarmente spirituale per la gente provenien-te dal Trentino. Anche questo avvenimento è stato ricordato e celebrato alla Convention, con un apprezzato riconoscimento da parte della Trentini nel Mondo e della Provincia.

È sempre difficile fare una valutazione obiettiva di una Convention. Ma senz’altro questa dodicesima è stata fra quelle che hanno ri-generato entusiasmo per la terra di origine e una grande volontà di CRESCERE, non di lasciarsi scoraggiare o abbattere dalle diffi coltà, soprattutto dalla riduzione del numero dei par-

tecipanti alle varie attività dei Circoli.

Si spera così che ci sia una prossima Convention, o di nuovo a Myrtleford, o in qualche altra località dell’Australia.

In conclusione, si rinnova un grande GRAZIE ai Presidenti dei

Circoli per il loro appoggio: Jim Borsi (Myrtleford), Fred Fedrizzi (Melbourne, in rappresentanza del presidente Pio Fedrizzi), Dan-te Cologna (Canberra-Quean-beyan), Joanna Terzi-Callegari e Suzie Pedri-Cruzado (Sydney), Allan Battaia (Queensland), Eric

Marocchi (Perth) e il Coordina-tore-Consultore Silvano Rinaldi.

Si ringraziano le Delegazioni della Trentini nel Mondo da Tren-to e della Provincia Autonoma di Trento (e anche il Presidente Ugo Rossi per il suo interessamento); tutti i delegati e partecipanti. Ma in modo speciale si ringrazia il Circolo di Myrtleford, e il suo Comitato, come pure il Club Savoy, e tutti gli sponsor (in modo particolare i proprietari delle cantine Michelini, Pizzini e Chrismont).

E ci diamo l’appuntamento alla prossima Convention – dovunque questa sarà – per continuare a CRESCERE IL NOSTRO FU-TURO INSIEME.

Padre F. Bertagnolli, SDB

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In Australia i trentini conservano valori e tradizioni

Al termine della Convention dei Trentini d’Australia, il viag-gio della delegazione trentina, guidata dai consiglieri provin-ciali e membri della conferenza dei consultori Lucia Maestri e Claudio Civettini è proseguito a Melbourne, dove un pezzetto di Trentino c’è grazie a Piazza Italia, opera d’arte progettata e costruita nel 2006 dall’artista australiana Dianne Beevers e l’ar-tista trentino Andrea Tomaselli. La Piazza è stata costruita per il Consiglio della città di Mel-bourne e comprende un orologio solare di bronzo e 1.200 metri quadrati di porfi do intarsiati con acciaio.

La delegazione ha incontrato nella sua residenza Marco Maria Cerbo, console generale d’Italia a Melbourne. Una visita che ha messo in luce la realtà italiana in questo pezzetto di mondo, le problematiche, specialmente per quanto riguarda il fl usso continuo di giovani che decidono di venire in Australia ma anche le storie di aziende italiane che qui sono riuscire a trovare spazio nel mer-cato australiano. «Porto i saluti del nostro presidente Ugo Rossi – ha sottolineato Lucia Maestri – grazie per averci accolto. Siamo felici di essere qua e soprattutto

di poter scoprire e cogliere le opportunità di questo territorio».

Martedì 26 aprile al mattino l’incontro con Tony de Dome-nico, presidente della Camera di Commercio Italiana a Melbourne e Elaine Bocchini, segretario ge-nerale della Camera di Commer-cio Italiana. Al centro le possibili opportunità di collaborazione tra i due territori. Da un lato quindi la presentazione di quello che oggi è il Trentino, le sue peculiarità ed eccellenze, dall’altro i legami che possono nascere tra questi due mondi.

In entrambi gli incontri la dele-gazione ha potuto rappresentare il sistema trentino e come lo stesso, con le sue qualità ed eccellenze, potrebbe essere presente anche

su una nazione così lontana. Si è preso spunto da alcune realtà eco-nomiche trentine che già lavorano occasionalmente con l’Australia per proporre i primi concreti passi che possono rafforzare lo sviluppo di maggiori sinergie economico-produttive.

Non si è parlato solo di produ-zione ma anche di servizi e come oggi le tecnologie d’avanguardia, presenti in ambedue i paesi, possono favorire concretamente processi di collaborazione e di lavoro non solo nell’ambito della ricerca ma anche in quello dei servizi per l’impresa. A mar-gine degli approfondimenti si è potuto rilevare come le qualità e le bellezze naturalistiche del Trentino possono essere elementi

di attrazione ancorché di nicchia per un turismo australiano che, da quanto la delegazione ha potuto rilevare, si sta fortemente sviluppando nell’ambito della vacanza attiva.

«Siamo alla ricerca delle re-ciprocità – hanno sottolineato i consiglieri Maestri e Civettini – Le distanze non ci spaventano perché possono essere azzerate dalla tecnologia. Iniziamo con questa visita una ricerca dei possibili interessi che possono generare opportunità per le nostre imprese. Siamo alla ricerca di nuovi mercati di lavori per espor-tare i prodotti e i servizi trentini e sviluppare sinergie».

Barbara, Sofi a, Luca, Andrea, Anna, Vera, Arianna, Giacomo, Simon, Andrea, Noemi, Ales-sandro, Benjamin, sono invece i nomi di alcuni dei giovani trentini oggi in Australia, precisamente a Melbourne, per lavorare o studia-re. Hanno lasciato la Valsugana, Primiero, Trento, la Val di Fi-emme per trasferirsi in Australia. Nella serata di lunedì 25 aprile la delegazione trentina ha avuto modo di incontrarli. Un bel mo-mento per capire le motivazioni che li hanno spinti a fare questa esperienza di vita.

(Uff. Stampa,PAT)

Trasferta a Melbourne per promuoverepossibili sinergie tra Australia e Trentino

ANCHE IL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO HA PARTECIPATO AGLI INCONTRI DELLA DELEGAZIONE DELLA PROVINCIA

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ATTUALITÀ

Il Consorzio Interuniversitario «AlmaLaurea» ha presentato il «XVIII Rapporto sul Profi lo

e sulla Condizione occupaziona-le dei laureati italiani», che ha coinvolto i laureati di 71 univer-sità delle 73 ad oggi aderenti al Consorzio.

Su questa pagina presentiamo alcuni dati relativi ai laureati dell’Università di Trento.

La provenienzageografi ca

La quota di laureati di cittadi-nanza estera è complessivamente pari all’8,3%: il 4,9% tra i trien-nali e il 15,6% tra i magistrali biennali. Il 43% dei laureati proviene da fuori regione; in par-ticolare è il 45% tra i triennali e il 39% tra i magistrali biennali.

La soddisfazioneper l’esperienza

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria ap-pena conclusa si è scelto di pren-dere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei lau-reati in merito ad alcuni aspetti. L’89% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, 92 laureati su cento considerano le aule adeguate, 74 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 91 valutano positivamente i servizi di biblio-teca. E quanti si iscriverebbero di nuovo alla stessa Università? L’83% dei laureati.

I laureati triennalitra Università e lavoro

L’Indagine ha coinvolto 1.945 laureati triennali del 2014 inter-vistati dopo un anno dal titolo, ovvero nel 2015.

Sebbene una quota elevata di laureati di primo livello, 65%, prosegua il percorso formativo con la magistrale, è utile foto-grafare le performance occu-pazionali di coloro che dopo la conquista del titolo hanno scelto di non proseguire gli studi e di immettersi direttamente nel mer-cato del lavoro.

Per i laureati dell’Università di Trentoprospettive di lavoro sopra la media

È STATO RECENTEMENTE PRESENTATO IL 18° RAPPORTO CURATO DAL CONSORZIO INTERUNIVERSITARIO «ALMALAUREA»

Isolando quindi tra i laureati triennali coloro che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale (33%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo. Il tasso di occupazione (si considerano occupati anche quanti sono in formazione retri-buita) è del 71%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 17%.

Il 37% d e g l i o c c u -

pati può contare su un lavoro stabile, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive (liberi professionisti, la-voratori in proprio, imprenditori, ecc.). Il guadagno è in media di 1.154 euro mensili netti.

Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato (richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e utilizzo nel lavoro delle competenze

apprese all’università)?Sono 32 laureati su cento, i

quali considerano il titolo molto effi cace o effi cace per il lavoro che svolgono.

I laureati magistrali biennali a 1, 3 e 5 anni dalla laurea

I laureati magistrali biennali del 2014 coinvolti ad un anno dal titolo sono 1.103, quelli del 2012 a tre anni sono 1.001 e quelli del 2010 a cinque anni sono 800.

A un anno. L’82% dei laureati magistrali biennali del 2014, compresi coloro che sono in for-mazione retribuita, è occupato. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 10%. Trenta occupati su cento possono contare su un lavoro stabile (contratti a tempo inde-terminato e lavoro autonomo). Il guadagno è di 1.197 euro mensili netti e l’effi cacia è pari al 44%.

A tre anni. L’89% dei laureati magistrali biennali del 2012 è oc-cupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 6%.

Gli occupati stabili sono il 52%. Le retribuzioni arrivano a 1.368 euro mensili netti. L’efficacia coinvolge 51 laureati su cento.

Ma dove vanno a lavorare? Il 74% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 19% nel pubblico. La restante quo-ta lavora nel non-profit (7%). L’ambito dei servizi assorbe il 75%, mentre l’industria accoglie il 22% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

A cinque anni. L’89% dei laureati magistrali biennali del 2010 è occupato. Il tasso di disoc-cupazione è pari al 6%. Gli esiti occupazionali sono analoghi a quelli rilevati a tre anni dal titolo.

Gli occupati stabili sono il 71%. Le retribuzioni arrivano a 1.507 euro mensili netti. L’efficacia coinvolge 57 laureati su cento.

Ma dove vanno a lavorare? Il 73% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 20% nel pubblico. La restante quota lavo-ra nel non-profi t (7%). L’ambito dei servizi assorbe il 78%, mentre l’industria accoglie il 20% degli occupati

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GENTE E FATTI

[email protected] comunicare con la redazione del mensile:

C’era anche una trentina Sage Harmony Franch, 23 anni, di Toronto (Canada), di origini trentine, dipendente della Mi-crosoft, fra i componenti della delegazione di otto giovani di diversi settori e formazione, che il 2 giugno scorso ha incontrato ad Ottawa il Primo ministro ca-nadese, Justin Trudeau, per un confronto sulle politiche giova-nili. Ecco come Sage Harmony racconta per il nostro giornale quello che è successo.

«All’incontro erano presenti anche la Chief Operating Offi cer di Instagram Marne Levine e alcuni collaboratori dell’uffi cio di gabinetto del Primo Ministro. Il Primo Ministro ha ascoltato quello che avevamo da dire e nelle sue risposte è stato molto

Anche una trentina a colloquiocon il primo ministro canadese

L’INCONTRO DEDICATO ALLE POLITICHE GIOVANILI SI È SVOLTO IL 2 GIUGNO A OTTAWA

rifl essivo. Abbiamo discusso temi come l’istruzione, i diritti delle donne, la tecnologia, lo sviluppo di competenze per l’inserimento della forza lavoro e i diritti degli aborigeni.

Il primo ministro Trudeau è

anche il Ministro per la Gioventù ed è impegnato nell’ascoltare rappresentanti delle giovani generazioni, per raccogliere in-formazioni e indicazioni che gli possano essere utili per avviare iniziative che possano rendere il

Canada un paese migliore e più aperto, solidale e di supporto per i giovani. Durante la discussione è stato spontaneo e divertente e ha dialogato con tutti i giovani della delegazione.

L’evento si è concluso quando il suono di un campanello ha chiamato il Primo ministro a partecipare ad una votazione: ma prima di lasciare la sala, ha voluto prendersi il tempo per scattare una foto con ognuno dei componenti della delegazione che ha personalmente ringraziato per la partecipazione».

Auguri a Loredana Bernardi Guidorziper il suo compleanno

Durante il mese di maggio hanno fatto visita all’Associazione Alcides Bernardi, tra i fondatori e primo presidente del Cir-colo trentino di Jau (San Paolo - Brasile), e sua moglie Rita Ester Masiero. Hanno portato una fotografi a della loro nipote, Loredana Bernardi Guidorzi, che il 7 aprile scorso ha compiuto due anni, per farle gli auguri anche attraverso il nostro giornale. Loredana è fi glia di Monica Ber-nardi e Gaudenzio Guidorzi Neto.

Migliaia di lettori sui «social»per «il NordEst Quotidiano»

Anche il NordEst Quotidiano, testata digitale che copre il terri-torio di quattro regioni (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Vene-zia Giulia ed Emilia Romagna) e due euroregioni (Tirolese e Senza Confi ni), sbarca sull’arcipelago dei social media. Dall’inizio di mag-gio è presente su google+ e su Facebook con già qualche migliaio di lettori. Un servizio utile per le migliaia di emigranti da questi territori che desiderano rimanere informati su quanto accade nella terra delle loro radici, sia per dare informazioni di quanto fanno gli emigranti dal NordEst nei paesi di nuova residenza.

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«Nel solco degli emigranti»premiato a Conegliano

Nella sezione «Storia vitie-nologica internazionale» del «Concorso Letterario degli Am-basciatori delle Città del Vino» il primo premio è stato assegnato a Flavia Cristaldi, Delfi na Licata, le due curatrici del libro dal titolo «Nel solco degli emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo». Il Premio, a cadenza annuale, istituito dal coordina-mento degli Ambasciatori delle Città del Vino, è riservato a libri, ricerche, opere o innovazioni documentate dedicate al settore

vitivinicolo o ai suoi prodotti derivati (uve da tavola, uve passe, succhi, grappa, ecc.), e pubblicati nei due anni precedenti il bando sia in Italia si all’estero.

La consegna dell’attestato, ritirato dalla professoressa Fla-via Cristaldi, è avvenuta il 10 maggio scorso a Conegliano, presso l’Aula Magna della Scuo-la Enologica. Era presente anche Maurizio Tomasi, direttore del periodico «Trentini nel mondo», autore di uno dei ventisette capi-toli del libro.

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GENTE E FATTI

L’itinerario artistico non vuole essere una mostra

come le altre, ma un percorso, una “camminata” interiore nella Vita, durante la quale l’artista ci prende per mano per condurci alla profondità delle Radici di Vita Cristiana.

L’itinerario si apre con l’albe-ro dello Stupore, il Mandorlo, primo a fiorire nell’incipiente primavera. Ci apre con stupore ad uno scenario capace di continuare a meravigliarci, incantando fi no alla fi ne.

Ci si dirige poi al Melo, albero del Peccato, sotto il quale Eva conduce il suo Uomo perché colga il frutto proibito, peccando. L’albero della “dannazione” ci introduce alla consapevolezza del nostro limite: l’umano, chiamato ad un continuo e costante cammi-no di Santità e Redenzione.

Proseguendo ci coglie l’im-ponenza del Castagno, in cui il rame prende le forme di questi meravigliosi frutti e delle spine che li avvolgono, come ad in-dicare l’umana contraddizione: l’uomo capace di frutto e spine.

Giungiamo così al Melograno, di bassa statura, ma di prospero frutto. L’Albero che dà molto frutto, come l’Uomo diviene un chicco di quella grana quando si mette in cammino verso l’Eterno Amore.

In questo atteggiamento medi-tativo l’artista ci conduce all’O-reb, il roveto ardente, Fuoco delle nostre Passioni, incessan-temente insoddisfatte pur se assecondate, le nostre Croci, ineffabili debolezze come fragili rami al vento, rinsecchiti e bru-ciati, avviluppati in un vortice incessante e infuocante che tutto distrugge.

L’itinerario conduce poi all’U-livo, da sempre messaggero di Pace (“Pace e Giustizia si bace-

Dalle sculture in rame di «Mastro7»l’appello ad avere cura della Natura

È STATA PROROGATA FINO AL 15 NOVEMBRE LA MOSTRA «LAUDATO SI’» NELLA CHIESA DI SANT’IGNAZIO A ROMA

ranno”, Sal 85,11), Albero che si innesta alle profonde radici della Terra e della Vita, innalza i suoi rami al cielo come Maria innalza le sue braccia in un urlo disperato, ma consapevole, nel compianto del Figlio morto in Croce.

Di qui l’artista per mano ci conduce all’agognato ristoro: il Fico, da sempre simbolo di Ospi-talità, l’albero più ombreggiante, che offre al contadino ristoro

dall’umana fatica, come Cristo ci accoglie Ospiti fra le sue braccia durante il Viaggio della Vita.

Rincuorati nello Spirito, l’Uo-mo giunge a Vita Nuova sotto l’Albero della Vita (non a caso l’omonimia), la Vite; rinnovato dall’Amore del Sangue versato dal Cristo Risorto.

È bello rintracciare nel volto dei turisti e pellegrini il segno lascia-to dall’artista: l’atteggiamento

contemplativo, la Meraviglia, lo Stupore, l’unione con la Natura, il Pathos tutto umano, l’Intimità con Dio che si manifesta attra-verso il “giardino della Vita”, la Gratitudine, l’Incanto, la Rico-noscenza e il Riconoscimento in parte o in tutto di una fase o di un momento della vita che imiti anche solo per un attimo quella di Cristo.

È interessante vedere come tanta Bellezza si declini diffe-rentemente nelle diverse culture, persino nelle diverse religioni, nella consapevolezza che la Bellezza e l’Amore salveranno il mondo, unifi candolo!

Tedeschi e americani si mostra-no grandi amanti della natura, in grado di apprezzarne il signifi cato e la Missione, indiani e orientali in generale si fanno testimoni di un profondo coinvolgimento contemplativo, ma tutti (o quasi) non esitano a lasciarsi toccare nel profondo per risalire alle Radici della Vita.

Se l’Arte, che è riproduzione della Natura, è capace di tanto Stupore, allora la Natura (Physis) diviene un tesoro da custodire ge-losamente, lontano dal consumi-smo compulsivo e dilagante della nostra società, che ci chiama, oggi più che mai, ad assumere Consapevolezza del Mistero che questa racchiude in dono per Noi, a Noi destinata, seppur sottratta al nostro abuso.

Proteggiamola, quindi, da un uso sbagliato e smodato, consci che risparmiare sofferenza e di-struzione all’Ambiente, giardino fi orito e rigoglioso donatoci da Dio, signifi ca aderire al motto “meno è di più”, un impegno fa-ticoso e una Promessa di Eternità da lasciare generosamente a chi giungerà dopo di noi su questa Terra.

Gabriella Orlando

In tre mesi almeno 130.000 persone han-no visto e apprezzato la mostra «Laudato si’ - Alle radici della vita» con le opere dell’artista trentino Settimo Tamanini, in arte Mastro 7, esposte all’interno della Chiesa di Sant’Ignazio a Roma. Anche in considerazione del grande successo riscos-so, è stato deciso di prorogare la mostra

fi no al 15 novembre. Una decisione accolta con grande soddisfazione dall’autore delle opere e dalla Fondazione San Vigilio, pro-motrice dell’evento in collaborazione con la Comunità di Sant’Ignazio di Loyola a Roma.

Gabriella Orlando (nella foto qui sotto insieme a Mastro 7 davanti alla scultura

del mandorlo) è una «pietra viva» e una delle volontarie che accompagnano i visi-tatori della mostra. Le abbiamo chiesto di condurre anche i nostri lettori lungo l’iti-nerario che porta a scoprire le otto sculture in rame nativo soffi ato a fuoco e fi ammato realizzate da Mastro 7, che rappresentano altrettante piante.

È bello rintracciare nel volto di turisti e pellegriniil segno lasciato dall’artista: l’atteggiamento

contemplativo, la meraviglia, lo stupore, l’unione con la natura, il pathos tutto umano, l’intimità

con Dio, la gratitudine, l’incanto, la riconoscenza

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L’Australia è diSono passati ormai quasi sette anni da quando nel settembre del 2009 mi sono

trasferito in Australia.Le ragioni di questa scelta sono

molte e diverse, ma soprattutto vanno ricercate nel desiderio, che si è sviluppato in me in maniera sempre crescente nel corso degli anni, di viaggiare e di conoscere persone e culture nuove.

Già all’età di quattordici anni ho cominciato il mio percorso d’indipendenza e di scoperta del modo.

Infatti, da Telve, dove sono nato nel 1980, il mio piccolo paese nel cuore della Valsugana, mi sono trasferito a Trento per frequentare il liceo scientifi co, vivendo in collegio.

Conseguito il diploma di scuola superiore, la mia grande passione per il design e le costruzioni mi ha portato a Venezia per studiare all’università di Architettura nei tre anni successivi.

Venezia è una città bellissima, meta turistica per milioni di persone ogni anno. La comunità studentesca è molto attiva ed anche se la vita è relativamente tranquilla l’opportunità di socia-lizzare con persone provenienti non solo da tutta Italia ma anche da numerosi paesi del mondo è estremamente elevata.

Credo che in questi anni il mio desiderio di scoprire il mondo abbia subito una netta accele-razione.

Durante il terzo anno di univer-sità, infatti, ho richiesto di parte-cipare al programma Erasmus.

Si tratta dell’opportunità per studenti universitari di frequen-tare un anno di studio in un’altra città europea.

La mia scelta è ricaduta sull’ar-cipelago delle Canarie in Spagna e più precisamente sulla città di Las Palmas de Gran Canaria.

Sono stati sei mesi splendidi, dove ho imparato una nuova lingua, ho appreso nuovi metodi di studio e visto da vicino uno dei posti, a mio avviso, più belli al mondo sia per il clima prima-verile durante la maggior parte dell’anno sia per gli splendidi paesaggi in alcuni casi ancora incontaminati.

Rientrato in Italia e conclusi gli studi in architettura, mi sono stabilito per alcuni mesi in Tren-tino lavorando a tempo pieno per uno studio locale, studio per il quale stavo già collaborando da diversi anni.

Il Trentino-Alto Adige per la

sua grande attenzione al rispetto dell’ambiente naturale e per la vicinanza al mondo germanico è sempre stata una regione sensibi-le alla sostenibilità e al risparmio energetico delle sue costruzioni.

Inoltre la voglia di migliorarmi professionalmente e di continuare nel mio viaggio alla scoperta del mondo mi ha portato nella pri-mavera del 2006 a frequentare un master in architettura sostenibile all’università Mater Studiorum di Bologna e in seguito a collaborare per qualche tempo con l’archi-tetto andaluso Jaime Lopez de Asiain, uno dei maggiori esperti a livello internazionale di archi-tettura bioclimatica.

Trasferitomi a Siviglia, sotto la sua guida e supervisione, ho avu-to la possibilità di collaborare al progetto di riqualifi cazione di uno dei padiglioni dell’esposizione universale del 1992, che sarebbe stato convertito nell’agenzia Andalusa dell’Energia.

La vita nel sud della Spagna è certamente rilassante e piacevole ma la necessità di concludere il master a Bologna e le opportunità lavorative che si stavano materia-lizzando in quel momento in Ita-lia, mi hanno richiamato a casa.

Rientrato in Trentino, ho co-minciato a lavorare come libero professionista collaborando, allo stesso tempo, con uno studio di progettazione d’interni ed altri studi di architettura come freelance.

Dopo due anni intensi e ricchi di soddisfazioni, la decisione di preparare ancora una volta la valigia e partire per questa nuova avventura che, come detto, sta or-mai durando da quasi sette anni.

Ora vivo in maniera permanen-te a Melbourne e circa un anno e mezzo fa sono riuscito persino ad ottenere l’ambita cittadinanza. È stato un processo relativamente lungo nel quale ho dovuto af-frontare momenti più o meno complicati.

Il primo anno a Sydney, infat-ti, non è stato dei più semplici. L’adattamento ad una nuova città, ma specialmente ad una lingua, l’Inglese, che avevo stu-diato a scuola ma che una volta confrontata con la pronuncia australiana ha messo a dura prova il mio livello di comprensione e comunicazione. Inoltre il fatto di dover ricominciare a ricreare una serie di contatti sia professionali che non, ha reso le cose ancora più complicate.

Ai primi momenti di diffi coltà però si contrappongono, col pas-sare degli anni, quelli in cui inizi ad apprezzare gli aspetti positivi

Alessandro Dalsasso, nato nel trasferito in Australia nel settem

come Project Leader per uno stuprogetti a varia scala sia archla laurea a Venezia ha frequensostenibile, ha collaborato coLopez de Asiain, uno dei mag

bioclimatica e ha lavorato in TreDell’Australia, paese del qualapprezza la multiculturalità dedella vita quotidiana, la prope

la possibilità che offre di reasulla base della capacità per

A sinistra, il momento del conferi-mento della cittadinanza australiana. A fianco, in visita alla National Gal-lery of Victoria. In basso, il panorama dalla finestra della casa dove abita. Sull’altra pagina, con Julie Bishop, ministro degli esteri australiano.

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iventata la mia seconda casa

di questo splendido paese. Quando capisci che l’Australia

pur non essendo la tanto ambita «America» dei primi del ’900, è comunque un posto meraviglio-so dove la semplicità della vita quotidiana fa da padrone e dove il rispetto delle regole è più sentito che in molti altri paesi del mondo, capisci che in fondo pensare di vivere qui per qualche tempo non è poi un’idea così assurda.

Inoltre, in Australia, città co-stituite da milioni di abitanti si possono paragonare a centri medio-piccoli italiani per via di trasporti pubblici effi cienti, del traffi co relativamente contenuto, di un sistema sanitario affida-bile e per la bellezza dei luoghi cittadini.

Non a caso, infatti, Melbourne è stata nominata, per il quinto anno consecutivo la città più vivibile al mondo.

È vero, io vengo da una regio-ne, il Trentino Alto-Adige, da molti considerata anch’essa un’o-asi felice. Oggi però le cose sono un po’ cambiate. Il Trentino non ha di sicuro perso la sua bellezza e la cordialità delle persone, ma la vita è un po’ più diffi cile. Molti giovani, come ormai da un po’ tempo per il resto d’Italia, stanno guardandosi intorno alla ricerca di nuove opportunità.

Un altro degli aspetti che colpi-sce di più di questo grande paese è la multiculturalità della sua popolazione.

Se si pensa che più di un quarto degli abitanti sono nati all’estero si capisce come questo sia un posto dove persone di nazioni diverse si fondono in un unicum chiamato Australia.

Inoltre in un periodo nel quale il tema dell’immigrazione e dell’integrazione sono di estrema attualità questi aspetti vengono ulteriormente apprezzati.

Non si può nascondere che pure qui vi siano contraddizioni e situazioni che non fanno onore

1980 a Telve in Valsugana, si è mbre 2009. Lavora a Melbourneudio di architettura e si occupa di itettonica che di interni. Dopo

ntato un master in architetturaon l’architetto andaluso Jaimeggiori esperti di architettura

entino come libero professionista.le ha ottenuto la cittadinanza,ella popolazione, la semplicitànsione al rispetto delle regole,alizzarsi sul posto di lavororsonali e dei risultati ottenuti

a questo bellissimo paese, ma anche se la strada per la creazio-ne di una società senza barriere culturali è ancora lontana, di sicuro il percorso intrapreso è quello giusto.

Sono convinto che le origini e le proprie tradizioni vadano con-servate e tramandate ma anche condivise ed a volte perché no, persino fuse con altre.

Per questo ogni settimana vi sono festival dove aspetti come la cucina, l’arte e le diverse tradizioni vengono valorizzate e presentate a tutta la popolazione.

Per quanto mi riguarda, ho ami-ci di diverse nazionalità e culture. Alcuni sono nati in Australia ma comunque da genitori immigrati qui da altri paesi. Dopo un primo impatto di diffi denza si capisce che la diversità nella maggior parte dei casi rappresenta un arricchimento.

Ormai mi sono pienamente ambientato a Melbourne, anche

grazie alle soddisfazioni date dal mio lavoro. Sono Project Leader per uno studio di architettura della città per il quale mi occupo di progetti a varia scala sia archi-tettonica che di interni.

La compagnia ha uffi ci a Mel-bourne, Sydney, Canberra, Bri-sbane e Hobart con all’incirca 60 collaboratori.

In azienda ognuno è molto responsabilizzato ed allo stesso tempo riceve grande libertà sia dal punto di vista del design che della gestione del progetto.

C’è sì il rispetto dei ruoli e delle gerarchie ma prima di tutto quello della persona, dal CEO fi no allo studente che sta svolgendo un periodo di stage. Ad ognuno viene data considerazione e l’op-portunità di esprimere le proprie idee. In questo modo scalare le gerarchie aziendali non è solo una questione di età ma piuttosto di capacità e risultati ottenuti.

Questo aspetto stimola molto le persone ambiziose e le spinge a fare sempre meglio non solo per il bene della compagnia ma anche di quello personale.

Onestamente non ho ancora deciso quale sarà il mio futuro. La nostalgia dell’Europa e della mia ‘prima’ casa si fa sentire ogni giorno, pur vivendo molto bene la quotidianità.

Anche avendo due passaporti, e quindi due nazionalità, sento molto forte il legame con le mie origini italiane ed in particolare quelle Trentine.

Cerco di tornare in Italia al-meno una volta all’anno anche se mi piacerebbe farlo molto più spesso. Purtroppo i circa sedicimila chilometri di distanza non aiutano. Questo è infatti il problema più grosso.

Tutta la mia famiglia vive in Italia e pur avendo dovuto fare di necessità virtù ho ancora mol-tissimi amici che risiedono nel Bel Paese e con i quali mi sento molto spesso.

Le porte quindi per un even-tuale ritorno sono sempre aperte e se un giorno deciderò di tornare in Italia lo farò con grande entu-siasmo e con la voglia di dare il mio piccolo contributo a far si che si possa rendere nuovamente il nostro splendido paese un posto speciale e bellissimo dove vivere

Alessandro Dalsasso

«Le porte per un eventuale ritorno sono sempre aperte e se un giorno deciderò di tornare in Italia lo farò con grande entusiasmo e con la vogliadi dare il mio piccolo contributo a far sì che si possa rendere nuovamente il nostro splendido paese un posto speciale e bellissimo dove vivere»

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«Idee concrete - soluzioni fl essibili» recita lo slo-gan di Roverplastik spa,

l’azienda con sede a Volano nei pressi di Rovereto fondata nel 1965 da Renato Festi che la pre-siede da allora. All’inizio un solo estrusore: in tramoggia il granula-to sintetico, calore e dalla trafi la uscivano stecche per tapparelle in plastica, materiale nuovo per quei tempi. Ora la società spicca tra le imprese maggiormente evolute ed è nel ristretto numero dei leader italiani nella tecnologia del foro fi nestra.

Tra i suoi prodotti di punta si trovano le guarnizioni per porte interne, esterne, blindate, taglia-fuoco e per serramenti in legno. Pochi modelli all’inizio fi no ai 300 attuali per ogni esigenza: la fl essibilità in opera.

La vasta gamma produttiva comprende anche cassonetti pre-fabbricati e blocchi termoisolanti per fi nestra, avvolgibili in pvc, al-luminio ed acciaio antieffrazione, sistemi motorizzati per l’apertura degli scuri a battente e gocciolatoi in alluminio per serramenti in legno. Spiccano le prestazioni termiche ed acustiche.

Concreta Roverplastik lo è fi n dalla progettazione, quando le idee sono protese a migliorare prodotti già esistenti oppure a re-alizzarne di nuovi per rispondere alle richieste della clientela, ser-ramentisti, portaioli e costruttori edili ed a normative ambientali stringenti.

«La duttilità impronta tutto il nostro operare» sottolinea Mario Liberali, in azienda dal 1980 dove

«Roverplastik», ricerca e innovazioneper produrre 14.000 km di guarnizioni

FONDATA NEL 1965, SEDE A VOLANO, È NEL RISTRETTO NUMERO DEI LEADER ITALIANI NELLA TECNOLOGIA DEL FORO FINESTRA

ha percorso tutte le tappe fi no a diventare direttore generale. «Ab-biamo incrementato la nostra area ricerche e sviluppo anche con l’introduzione di giovani ingeneri dei materiali provenienti dall’u-niversità trentina. Qui da noi un anno è sempre diverso dall’altro, l’evoluzione è continua. Anche per tale motivo abbiamo resistito alla crisi che ha investito l’Italia negli ultimi anni. Tutto ciò ci con-sente di essere forti nella fascia medio alta del mercato».

Lavora al suo fi anco un pac-chetto di mischia composto da Loris Bettinazzi (direttore com-merciale), Gabriele Battisti (di-rettore vendite) ed Aldo Guardini (direttore tecnico ed area ricerca e sviluppo).

Un evidente esempio d’innova-zione e qualità di Roverplastik si trova proprio a Rovereto (località

San Giorgio) nella residenza «Alla Masera». Qui la spa ha installato sistemi su misura con performances acustiche e termi-che certifi cate presso i migliori istituti internazionali nel primo condominio italiano certifi cato Casa Clima Nature.

L’attività continua di ricerca ha permesso di innovare tutte le linee prodotto, quelle delle guarnizioni sono passate da cinque a sette sicché riescono ad estrudere annualmente 14.000 km di guarnizione di cui 3.000 destinati al mercato estero. La ditta realizza inoltre 5.500 fori fi nestra con tapparelle, cassonetti o blocchi prefabbricati.

Per innovare collabora stretta-mente con le facoltà di ingegneria ed economia dell’Università trentina, con l’Unione costruttori chiusure tecniche, con il Centro

formazione pvc ed è partner di Casa Clima, Habitech, Centro formazione pvc, Anit, ecc...

Ora conta 85 dipendenti nello stabilimento di Volano, al lavo-ro su oltre 25.000 mq suddivisi in quattro blocchi, coperti per 16.400 mq e nonostante la crisi nazionale, negli ultimi 12 mesi ha raggiunto un fatturato di undici milioni di Euro.

La spinta crescente verso mer-cati esteri, specialmente nel set-tore delle guarnizioni, consente alla spa di esportare quasi l’8 per cento della sua produzione. Gli obiettivi fi ssati mirano a superare l’attuale fatturato (mezzo milione di Euro in Brasile,150.000 Euro in Grecia ed a seguire Spagna, Romania, Europa dell’Est e Paesi arabi).

Dall’inizio 2016 ha aperto an-che un apposito uffi cio di rappre-sentanza negli Usa, ha stabilito nuovi rapporti commerciali in Cile ed Argentina ed ha di recente fi rmato un accordo con la Cina.

A destra Mario Liberali, direttore generale della Roverplastik e qui sopra un edificio realizzato con l’impiego di prodotti Roverplastik (www.roverplastik.it)

Anche blocchi termoisolanti per fi nestra, avvolgibiliin pvc, alluminio ed acciaio antieffrazione e sistemi

motorizzati per l’apertura degli scuri a battenterientrano nella gamma produttiva dell’azienda

di Mario Anelli

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I dipendenti sono oggi ottantacinqueAd 83 anni, Renato Festi è in

azienda ogni giorno. Macchinari, addetti e dirigenti sono sotto i suoi occhi attenti.

È un presidente a tempo pie-no, anche in produzione?

«Mi piace stare in azienda, devo pure fare qualcosa... entro alle nove, ora me la prendo un po’ con calma, fi no a pochi anni fa c’ero già prima delle sette».

Quando iniziò a lavorare?«A 15 anni, a Rovereto, nell’a-

zienda Xilos per due anni e poi alla Komarek per 13. Da magaz-ziniere fi no a responsabile della produzione. Producevano tappa-relle in legno. Negli ultimi tempi entrò la plastica e tutto cambiò. Io me ne andai e mi misi in proprio».

Perché?«Conoscevo i procedimenti,

la clientela ed il mercato era promettente».

Che fece a quel punto?«Presi in affi tto un sottoscala da

un amico a Rovereto, vi installai un estrusore ed iniziai a produrre le stecche per le tapparelle in plastica. Era questo materiale la grossa novità. Lavoravo da solo e fu allora che chiamai la mia ditta Roverplastik. Forse non ebbi molta fantasia, ma era il nome

I prodotti in opera di Roverplastik sono visibili in molte prestigiose costruzioni in Italia ed all’estero. Eccone alcune. In Trentino, ad esempio, nelle resi-denze «Alla Masera» di Rovereto S. Giorgio, primo condominio italiano certifi cato Casa Clima Nature e «Panorma» di Trento. Ad Arco nella «Olivenheim» realizzata con materiali naturali quali pietra e legno. Oppure a Cadine, sobborgo di Trento, nella nuova Residenza assistita per anziani.

A Milano nel complesso «Le Terrazze Ripamonti», a Giussano in Lombardia nel «Caminone», area residenziale con parco e spazi commer-ciali ricavati da una vecchia manifattura, a Bergamo in «Le Terrazze su città alta». Ed ancora, a Roma a «Le Tre Pole» ed in Ba-silicata, a Matera, la Città dei Sassi patrimonio dell’umanità per l’Unesco.

adatto. Nel 1969 mi trasferii a Volano dove acquistai un piccolo capannone, ma dopo solo sei mesi dovetti traslocare perché l’Anas vi realizzò una strada variante della statale per eliminare una curva pericolosa».

Un inizio piuttosto movi-mentato.

«Però fui fortunato, infatti incassai più di quanto m’era co-stato. Ho potuto così comperare una vecchia falegnameria fallita dove continuai la produzione

delle stecche acquistando all’e-sterno gli accessori, vendendo a serramentisti e ad imprese edili, come oggi. Nel corso degli anni ho ampliato la sede fi no a realizzare i quattro blocchi dello stabilimento attuale».

Come trovò il denaro neces-sario all’avvio?

«Lo chiesi in prestito a miei parenti, ero appena sposato, avevo 33 anni, mi aiutarono. Mi servivano 5 milioni di lire per acquistare la mia prima trafi la,

una Amut di Novara.Com’era in quei tempi il mon-

do dell’impresa a Rovereto?«In effervescenza, c’erano gli

effetti del boom economico ini-ziato poco prima, furono gli anni migliori. Operavano la Grundig, la Bianchi delle biciclette, la Car-tiera, la Manifattura Tabacchi, solo per dire alcuni dei nomi noti. Poi venne il tempo delle rivolte sindacali ed agli inizi degli anni ’70 arrivò la crisi petrolifera ed energetica. Tutto diventò più diffi cile».

Come se lo ricorda il Trentino di allora?

«Segnato dal grande sviluppo dell’edilizia, da 1955 fino al 1970. In quei tempi bastava lavorare».

Quando iniziò ad assumere dipendenti?

«Quattro anni dopo l’apertura della mia azienda. Ora sono 85».

Pensa al futuro di Rover-plastik?

Si, vedo in mia fi glia Alessan-dra ed in suo marito Loris la con-tinuità della proprietà aziendale. Coadiuvati dall’attuale valido management, proseguiranno in modo profi cuo nella missione da me iniziata tanti anni fa.

Renato Festi, presidente Roverplastik Spa (al centro nella foto) all’inizio della sua attività in proprio, avviata nel 1965 prima a Rovereto e poi a Volano.

plesso «Le a Giussano

minone», area e spazi commer-cchia manifattura, rrazze su città alta».Le Tre Pole» ed in Ba-ittà dei Sassi patrimonio

esco.

RENATO FESTI, 83 ANNI, FONDATORE DELLA ROVERPLASTIK, RIPERCORRE LE PRINCIPALI TAPPE DELLA STORIA DELLA SUA AZIENDA

Prodotti di eccellenzaper costruzioni prestigiose

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CIRCOLI

Dal Ticino verso Bologna e Piacezaper la tradizionale gita primaverile«Ma quanta fretta, ma dove

corri, dove vai..?» Per la prima volta il bus era in largo an-ticipo sull’orario di partenza!!!! Che voglia di viaggiare!

Siamo in pochi quest’anno, solo ventitre e siccome siamo persone “diversamente giovani”, vi faccio un breve riassunto di quello che abbiamo visto e vissuto.

Partiti da Chiasso alle ore 8.00 del mattino di giovedì 5 maggio, dopo qualche chilometro ci siamo imbattuti in una bella colonna, ma siccome gli animi erano alti, quasi non ci siamo accorti che eravamo arrivati alla prima sosta “pipì e caffè”.

Verso le 12.30 siamo “sbarca-ti” in albergo a Bologna. Dopo un pranzo luculliano e un breve riposino ci siamo incamminati alla scoperta di Bologna “la dot-ta”. Da piazza San Francesco e passando sotto l’arco Toresotto di Porta Nuova siamo entrati nella città vecchia. Abbiamo ammirato i vari palazzi monumentali, siamo passati davanti alla casa natale di Guglielmo Marconi proseguendo per la piazza del Municipio o Palazzo Accursio.

La statua di San Gregorio XIII troneggiava sopra l’entrata e nel chiostro un curioso “salotto di pietra” ci dava il benvenuto. Ab-biamo visitato alcune bellissime sale riccamente decorate e salito e disceso una particolare scalinata progettata apposta anche per i cavalli.

Dopo la foto di rito nel “salotto buono” siamo usciti per prosegui-re verso la biblioteca comunale dell’Archiginnasio... una magni-fi cenza!!! Questa è l’Università più antica d’Europa. Percorriamo scalinate magnifi camente dipinte, lunghi corridoi pieni di storia e di storie ed entriamo nella sala denominata “Teatro Anatomico”.

Lì l’anatomia umana si è pro-prio studiata! Tutti diligente-mente seduti abbiamo ascoltato la guida che ci spiegava lo svol-gimento delle lezioni. Le varie statue rigorosamente scolpite in legno di pino e la loro rappresen-tazione ci guardavano dall’alto. Che meraviglia! Quanto sapere!

Ci siamo poi spostati a visita-re la Basilica di San Petronio, consacrata nel 1954 (564 anni

dopo la posa della prima pietra) in marmo bianco e rosa che rap-presentano i colori della bandiera della città.

Girando intorno alla piazza siamo giunti sotto la Torre degli Asinelli e la Torre Garisenda. Continuando abbiamo chiuso il cerchio visitando la sala della “Vecchia Borsa”, ma non la borsa valori odierna, ma la borsa dove si quotavano i prodotti agricoli.

Rientrati in albergo e dopo una veloce doccia, la cena. Eravamo talmente stanchi che non siamo riusciti a mangiare molto. Verso le 22.30 la maggior parte di noi si è ritirata. Buona notte!

Il secondo giorno di buon mat-tino e dopo una ricca colazione alle 8.40 siamo partiti verso San Giovanni in Persiceto per visitare

un caseifi cio dove si produce il Parmigiano Reggiano.

Naturalmente... tutti chi più chi meno, erano esperti nel produrre formaggio... ma nonostante ciò vi siete appassionati a vederne la lavorazione e i vari passaggi di produzione. Ma la sorpresa più grande è stata quando abbiamo visto il magazzino di maturazio-ne… vi ricordate quante forme? E la macchina che le puliva non era particolare?

Di fronte al caseifi cio c’erano le stalle con ben 400 mucche divise per età e ci è stato spiegato come le tenevano. Alcune erano incinte altre no e si potevano distinguere dal contapassi che era allacciato alla gamba. Quando arrivavano a contare tot passi venivano ingra-vidate. Poi la gita è proseguita

IL VIAGGIO, AL QUALE HANNO PARTECIPATO VENTITRE SOCI DEL CIRCOLO TRENTINO, SI È SVOLTO DAL 5 AL 7 MAGGIO

Riportiamo il testo del messaggio inviato da Enrico Defrancesco a Giuseppe Filippi, coordinatore dei Circoli trentini del Belgio, in occasione della cerimonia del 3 giugno a Marcinelle quando è stata scoperta una targa della Trentini nel mondo (articolo a pagina 4).

«Cari amici del Circolo trentino di Char-leroi, i Circoli Trentini della Germania sono presenti mentalmente e idealmente con voi nella commemorazione e nel ricordo che state vivendo in questo 3 giugno a Marcinelle.

L’ 8 agosto 1956, ricordo ancora oggi con emozione quella data: ero un ragazzo

di dodici anni, la radio divulgò la terrifi cante notizia della tragedia di Marcinelle: tanti Italiani si trovavano fra le vittime, anche un trentino. Questo fatto rimase in me per sempre quasi come un emblema della realtà “vera” dell’emigrazio-ne, emigrazione vista non solo come ricerca di un lavoro umano e solido, apertura a un nuovo mondo, incon-tro di culture diverse, ma anche come serbatoio di tanti rischi, di delusioni, di pericoli imprevedibili e portatori di lutto e di sofferenze.

Primo giugno 2009: un’altra tragedia colpisce l’umanità e la comunità dei Trentini all’estero. In nostro Rino Zandonai (insieme a Giovanni Battista Lenzi e a Luigi Zortea)ci lascia in modo tragico, fi sicamente non è più presente con e fra noi, ci affi da però un testamento spirituale, non scritto, un esempio di vita dedicata agli altri, a chi è spesso solo, non compreso, senza

prospettive per il futuro. Personalmente io l’ho incontrato solo alcune volte, in occasione di riunioni e assemblee a livello europeo. Ci

LA LETTERA INVIATA DAL COORDINATORE DEI CIRCOLI DELLE GERMANIA PER LA CERIMONIA DEL 3 GIUGNO A MARCINELLE

Uniti nel ricordo della tragedia e di Rino

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CIRCOLI

siamo però capiti subito, forse anche perchè avevamo alle spalle una professione comune: insegnanti all’estero di alunni italiani.

Alla fine di una riunione qualche anno prima della sua morte, mi diede una piccolo labaro dell’Associazione Trentini nel Mondo, dicendomi queste parole: “Tienilo a casa tua, ma porta il suo signifi cato e il suo valore

sempre con te, ovunque tu vada”. Un proverbio dice: “ Un’ora felice suppli-

sce a cento ore tristi”. Quest’ora felice è per voi, cari amici del Circolo di Charleroi , il 55°anniversario del vostro Circolo!

Noi tutti ci congratuliamo con voi per que-sta meta raggiunta, ma anche e soprattutto per lo spirito, la convinzione e la dedizione con le quali avete portato avanti e vissuto tutti questi anni di vita associativa.

Quando sento il nome “Charleroi” mi sento invaso da un sentimento di ammirazione ma anche di tristezza. Ammirazione per la vostra vitalità, per l’organizzazione e la solidità del

vostro Circolo; tristezza per i molti circoli, soprattutto in Europa, che hanno problemi di sopravvivenza e che “tirano avanti” in qualche modo senza solide prospettive. Im-portante però è che questi Trentini di terza, quarta, ecc. generazione, vivano in modo serio e valido la loro vita, portando avanti, spesso in modo non cosciente, ciò che hanno appreso dai loro progenitori trentini.

Dunque: molti sguardi e ricordi del passa-to, ma anche tante speranze, progetti e soddi-sfazioni per il futuro. AD MULTOS ANNOS!

Enrico DefrancescoCoordinatore dei Circoli Trentini della Germania

Come ogni anno il Circolo Trentino Ticinese (Svizzera) organizza la Festa di Primavera e ogni volta è un gran successo! Anche quest’anno, domenica 24 aprile, la partecipazione è stata grande, eravamo circa una cinquantina.

I nostri soci amano in particolare i crauti

con i vari contorni e noi facciamo di tutto per accontentarli.

In quel di Davesco nella sala multiuso, ci sforziamo di accogliere e far divertire i nostri ospiti. Un bell’aperitivo, un pranzo ricco, un dolce che neanche le migliori pasticcerie hanno, un buon caffè corretto,

uno stare insieme per raccontarci le ultime e alla fi ne una ricca lotteria.

Passiamo una giornata piena di allegria e quello che conta è stare tutti in compagnia. Grazie cari soci per la vostra partecipazione e un arrivederci alla prossima occasione. Maria Rosa

verso lo spaccio dove quasi tutti abbiamo comperato formaggio e altro.

Abbiamo proseguito verso Vitta Aretusi dove ci aspettava un buon pranzetto e dopo, con comodo, verso Piacenza, dove siamo arrivati verso le 17.30 e ognuno era libero di andare dove voleva a visitare il centro storico.

Anche Piacenza è una bella città con tutte le sue chiese e i suoi monumenti.

Alle 20.00 ritrovo al settimo piano dell’Hotel Roma con una vista bellissima sulla città e per cambiare ci siamo riempiti la pancia. Poi un amaro, un caffè, un cognac o altro e tutti a nanna.

Terzo giorno: la colazione è un momento individuale e pieno di sentimento. Infatti dopo essersi

svegliati ognuno di noi agisce diversamente dall’altro e li si ve-dono i diversi caratteri. Un buon giorno all’altro e ci si butta su un buon caffè con cornetto.

Alle 9.00 avevamo un appunta-mento con una guida locale per la visita alla città. Per primo dentro Palazzo Farnese la guida ci ha raccontato la storia della città. Fu infatti la prima città ad aderire alla formazione d’Italia.

Proseguendo verso il centro siamo entrati nel Duomo dove la guida ci ha svelato i vari par-ticolari di quell’arte medievale. Andando oltre siamo entrati nella chiesa di Sant’Antonino dove la particolarità era l’entrata messa lateralmente perché si affacciava sulla via francigena percorsa dai pellegrini.

Si prosegue verso Piazza dei Cavalli dove si erge il Palazzo Comunale o Palazzo Gotico e di fronte il Palazzo del Governatore. La guida spiega le varie architet-ture e i dettagli che spiccano. La Madonnina, i segni degli evan-gelisti ai quattro angoli, i cavalli che sono uno in movimento e l’altro fermo, la meridiana e il calendario.

Finita la visita, tutti al bus dove siamo partiti verso Castell’Ar-quato e andare a pranzo. Che meraviglia di sito!!! “Ristorante Stradivarius” ai piedi del Castello nel palazzo Stradivari. Abbiamo mangiato divinamente bene. D’altro canto bisogna dire che Riccardo ci ha abituato a risto-ranti e alberghi di gran lusso siete d’accordo?

Finito il pranzo siamo saliti a piedi a vedere la Rocca Viscontea appena sulla colma, il Palazzo del Podestà subito di fronte sulla piazza, a sinistra la Colleggiata dedicata a Santa Maria Assunta e a destra il Municipio. Scendendo ci siamo imbattuti nella casa di Luigi Illice, poeta e librettista, legato a Giacomo Puccini per il quale scrisse i libretti della Bohème, della Tosca e di Mada-ma Batterfl y. Scrisse anche per Mascagni l’Iris.

Dopo aver visto tanta bellezza siamo partiti per il rientro. Ci porteremo nel cuore quello che abbiamo visto per i nostri ricordi.

Grazie a tutti di aver partecipa-to, auguro a tutti i nostri soci una serena e bellissima estate. Ciao

Maria Rosa

«Festa di Primavera» del Circolo del Ticino, un altro successo

L’emigrazione, oltre che ricerca di un lavoro umano e solido, aperturaa un nuovo mondo, incontro di culture diverse, è anche serbatoio

di tanti rischi, di delusioni e di pericoli portatori di lutto e di sofferenze

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DALLE VALLI

La scorsa primavera l’as-sociazione Trentini nel Mondo, in occasione della

festa dell’emigrazione trentina che si sarebbe svolta a luglio 2015 a Levico Terme, ha indetto un concorso di disegno rivolto alle classi quarte della Scuola Primaria di Levico Terme. In premio c’era un viaggio premio di due giorni a Genova, luogo di partenza dei nostri migranti, per visitare il Galata Museo del Mare in cui è ospitata una mostra che ricostruisce le fasi del viaggio che i migranti sostenevano per giungere in America.

Le quattro classi hanno aderito al concorso con entusiasmo; vincitrici sono risultate le classi IV D e IV C.

Dopo un attesa di quasi un anno fi nalmente il 28 aprile 2016 siamo partiti per giungere alla nostra meta. La partenza è stata alle 6.30, ma già alle 6.15 era-vamo tutti pronti e in trepidante attesa: non vedevamo l’ora di partire. Qualcuno aveva dormito poco, qualcuno si era svegliato presto atri sono stati svegliati dai genitori, ma comunque tutti puntualissimi.

Abbiamo caricato zaini e valige e salutato i genitori.

Abbiamo fatto una sosta a Trento per far salire le nostre accompagnatrici: Martina Saltori e Sabrina Moser, rappresentanti dell’Uffi cio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, che ha organizzato e fi nanziato questa iniziativa.

Le due accompagnatrici sono state subito molto disponibili e ci hanno anche portato una fi aba su Genova che la maestra Romina poi ci ha letto.

Il viaggio è durato sei ore com-prese le pause per la merenda e il pranzo.

Poi eccola lì: Genova! Ci ha colpiti subito perché è una

città che si affaccia sul mare, ma anche per come è stata costruita, infatti le case, visto il poco spa-zio, sono costruite più in altezza che in larghezza.

L’autista ci ha fatti scendere al porto, poi ci siamo diretti al centro storico, che abbiamo visi-tato. Abbiamo visto la Basilica di

Viaggio premio da Levico a Genovaper visitare «Memoria e Migrazioni»

San Lorenzo, non visitabile, che contiene una bomba inesplosa; ci siamo spostati poi al Palazzo Ducale: favolose le due scalinate che portano in due aree separate dello stesso e poi… dalla fi nestra abbiamo visto la favolosa fon-tana di Piazza De Ferrari, non abbiamo resistito e siamo andati a vederla da vicino: bellissima!

Poi abbiamo proseguito la nostra visita con la casa di Cristo-

foro Colombo e la chiesetta di S. Pietro in Banchi, situata sopra a molti negozi.

Dopo aver acquistato alcuni souvenir siamo andati al Galata Museo del Mare che abbiamo visitato per un’ora in autonomia: tra mappe, quadri e ricostruzioni di navi; la cosa più divertente è stata la tempesta in 4D: veniva simulata una tempesta e noi dove-vamo remare per non affondare.

L’ultimo piano contenente la mostra “Memoria e Migrazio-ni”, tappa principale del nostro viaggio, dedicata all’emigrazione l’abbiamo visitata in compagnia di una guida che ci ha coinvolto così tanto con le sue spiegazioni, che ci ha trasformato in veri e propri migranti di terza clas-se. Sembrava di essere su una nave vera tanto era minuziosa la ricostruzione. I racconti fatti dalla guida ci hanno permesso di emozionarci tanto da imme-desimarci con queste persone che partivano e passavano delle giornate terribili su queste navi. Ancora più intense sono state le nostre emozioni pensando che anche molti levicensi di fine 1800 sono partiti per questi viaggi della speranza.

Alle 18.30 siamo andati in al-bergo dove abbiamo sistemato le nostre valige e ci siamo preparati per la cena.

Dopo cena siamo andati nelle nostre camere per dormire ed af-frontare, il giorno dopo, il viaggio di ritorno.

Alle 7.15 le maestre ci hanno svegliato e dopo aver preparato le valige abbiamo fatto colazione. In seguito siamo poi risaliti sul pullman caricando le nostre cose e diretti all’acquario.

La visita all’acquario è stata una bella esperienza: abbiamo visto pesci, mammiferi, crostacei, rettili, ma gli animali che sono entrati nei cuori di tutti sono stati i delfi ni con le loro capriole, i salti e la loro tenerezza.

Finita la visita all’acquario abbiamo pranzato, passeggiato per il molo e visto gli yacht or-meggiati e infi ne fatto una bella foto ricordo.

Purtroppo è arrivato il momen-to di partire e dopo aver sognato un po’ sotto il galeone dei Pirati dei Caraibi siamo risaliti in cor-riera per rientrare a Levico.

Ciao ciao Genova!Vogliamo ringraziare l’Uffi cio

Emigrazione e la Trentini nel Mondo per la splendida opportu-nità che ci hanno dato e Sabrina e Martina che ci hanno accompa-gnato nella nostra avventura con la loro disponibilità e pazienza.

Classi 5a D e 5a C

PER LE DUE CLASSI VINCITRICI DEL CONCORSO DI DISEGNO PROMOSSO IN OCCASIONE DELLA FESTA DELL’MIGRAZIONE 2015

Gli alunni durante la visita alla parte del museo nella quale sono ricostruiti gli ambienti nei quali dormivano gli emigranti. In basso, alcuni dei disegni realizzati per il concorso ed esposti durante la Festa dell’emigrazione 2015.

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PREVIDENZA

Anche le lavoratrici italiane all’esteropossono usufruire dell’«Opzione donna»

L’INFORMAZIONE È STATA DIRAMATA CON UN COMUNICATO CONGIUNTO DAI DEPUTATI FABIO PORTA E MARCO FEDI

«La norma sul pensiona-mento anticipato defi nita

“Opzione donna” deve applicarsi anche alle pensioni in regime internazionale e quindi a tutte le donne italiane residenti all’estero, o successivamente rientrate in Italia, che possono far valere i requisiti richiesti e scelgono di optare per tale sistema»: inizia così il comunicato diramato il 28 aprile scorso dai deputati Fabio Porta (foto a sinistra) e Marco Fedi (foto a destra), eletti per il PD rispettivamente nella Circo-scrizione America Meridionale e nella Ciroscrizione Africa, Asia, Oceania, Antardide e estero, rispettivamente.

«Si tratta - prosegue il comu-nicato - di una possibilità che potrebbe interessare migliaia di nostre connazionali le quali desiderino ottenere un pensio-ne italiana in anticipo rispetto all’attuale età pensionabile, an-corché con una penalizzazione (che comunque potrebbe essere in alcuni casi compensata con la concessione dell’integrazione al trattamento minimo).

Come gli addetti ai lavori san-no, la legge Fornero aveva con-fermato fi no al 31 dicembre 2015 la possibilità per le donne di andare in pensione prima (e cioè a 57 anni e tre mesi con 35 anni di contribuzione), a patto però che avessero scelto (scelgano) di acquisire una pensione calco-lata con il metodo contributivo (che come si sa, con riferimento all’importo, è meno favorevole di quello retributivo).

I 35 anni di contribuzione richiesti possono essere perfe-zionati anche con il meccanismo della totalizzazione dei contributi previsto dalle convenzioni inter-nazionali di sicurezza sociale, siano esse bilaterali o multilate-rali come i Regolamenti comu-nitari. Si tratta di una possibilità introdotta dalla Legge Maroni (articolo 1, comma 9 della legge 243/04) che consente di anticipa-

re l’uscita di diversi anni rispetto alle regole ordinarie che, com’è noto, attualmente richiedono in alternativa o il perfezionamento di almeno 41 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età anagrafica (pensione anticipata) o il raggiungimento di un’età anagrafi ca pari a 65 anni e 7 mesi per le donne dipendenti del settore privato; 66 anni e 1 mese per le autonome unitamente a 20 anni di contributi ( pensione di vecchiaia ).

Con l’opzione donna si può quindi uscire invece con un an-ticipo di diversi anni rispetto ai requisiti sopra indicati con la con-dizione del calcolo contributivo.

In base alla normativa in vi-gore, modifi cata ultimamente ed ulteriormente con la Legge di sta-bilità per il 2016, la data del 31 di-cembre 2015 va considerata quale termine entro il quale devono essere soddisfatti i soli requisiti contributivi ed anagrafi ci (e cioè

35 anni di contributi e 57 anni e tre mesi di età) per il diritto alla pensione anticipata nel “regime (sperimentale) donna”, mentre invece la decorrenza della pen-sione (a patto che si sia cessato o si cessi di lavorare) può essere successiva a tale data (si ricorda che secondo il messaggio Inps n. 9231/2014 , è possibile esercitare l’opzione anche successivamente al mese in cui maturano i requisiti anagrafi ci e contributivi e cioè anche nel 2016).

Va inoltre menzionato che per questa tipologia di prestazione resta in vigore la cosiddetta fi -nestra mobile, secondo la quale l’assegno viene erogato dopo 12 mesi dalla maturazione dei predetti requisiti per le dipendenti e 18 mesi per le autonome: ciò signifi ca che se una nostra con-nazionale lavoratrice dipendente residente all’estero (ma anche emigrata e poi rientrata in Italia) ha maturato i requisiti richiesti

entro la fi ne del mese di ottobre 2015 (per esempio) potrà ottenere la pensione (il pro-rata) entro la fi ne di ottobre 2016 (e potrà even-tualmente continuare a lavorare fi no a tale data).

Le lavoratrici quindi che matu-rino il diritto tramite una conven-zione internazionale e decidano di optare per il “regime agevolato donna” andrebbero in pensione molto prima ma subirebbero tuttavia una decurtazione sull’as-segno (magari già basso perché in convenzione ed ottenuto con pochi contributi in Italia) anche fi no al 30% (sono molte le varia-bili che andrebbero considerate, dall’anzianità contributiva al montante contributivo, etc.).

Per la presa in considerazione della contribuzione utile per il perfezionamento dei 35 anni sono utili i contributi obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, fi gurativi con esclusio-ne dei contributi accreditati per malattia e disoccupazione.

Va sottolineato che la disciplina sperimentale prevede che l’appli-cazione del sistema contributivo sia limitata alle sole regole di calcolo.

Pertanto a chi dovesse optare per il regime agevolato si do-vranno applicare le disposizioni sul trattamento minimo e non è richiesto il requisito dell’importo minimo previsto per coloro che accedono al trattamento pensio-nistico in base alla disciplina del sistema contributivo (Inps, Mes-saggio 219 del 4 gennaio 2013).

Alla luce della complessi-tà della materia esaminata, si consiglia comunque alle nostre connazionali interessate alla pensione anticipata di contattare un competente ente di patronato per verifi care il soddisfacimento dei requisiti e la effettiva conve-nienza di optare per il sistema “Opzione donna” che consente di andare in pensione prima ma con un importo pensionistico più basso».

In considerazione della complessità del temasi consiglia di contattare un competente entedi patronato per verifi care il soddisfacimento

dei requisiti e la effettiva convenienzadi optare per il sistema «Opzione donna»

È una possibilità che potrebbe interessaremigliaia di connazionali che desiderino ottenere

una pensione italiana in anticipo rispettoall’attuale età pensionabile, anche se

con una riduzione dell’importo percepito

[email protected] comunicare con la redazione del mensile:

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205 - 2016

Dall’1 al 20 aprile in com-pagnia di Dino Visin-tainer sono ritornato in

Brasile a visitare parenti e amici emigrati in questo grande paese (8.5 milioni di kmq - 204 milioni di abitanti nel 2013).

Roberto Visintainer, il cui papà Albino era emigrato da Vignola per Galopolis nel Rio Grande do Sul nel 1936, è venuto ad acco-glierci all’aeroporto di Floriano-polis, capitale dello stato di Santa Catarina e ci ha accompagnato a Balneario Camboriu, dove vive da cinque anni dopo essersi tra-sferito da Erechim (Rio Grande do Sul). Balneario Camboriu è un’autentica selva di grattacieli che si estende lungo 6 km di spiaggia, che ne fanno uno dei centri balneari più noti del Bra-sile, che nel periodo estivo ospita un milione di persone e più di centomila ci vivono stabilmente.

Domenica 3 aprile da Balneario Camboriu abbiamo raggiunto la vicina Nova Trento, dove in quella che un tempo era Novo Vi-golo abbiamo visitato il maestoso santuario dedicato a Santa Madre Paolina Visintainer, emigrata da Vigolo Vattaro nel 1875 all’età di nove anni.

Il viaggio è proseguito per Ara-ranguà dove abbiamo incontrato il professor Mauricio Girardi, che insegna fi sica all’università. La sua famiglia emigrò in Brasile da Civezzano verso il 1875. An-che la moglie Daniela ha origini trentine; un suo quadrisnonno Pruner emigrò da Bosentino per Santa Catarina.

Siamo poi arrivati nel Rio Grande do Sul a Terra de Areia,

dove vive Seledonia, mamma di Roberto Visintainer. Nel vicino paesino di Cornelios e nella località balneare di Capão da Canoa abbiamo visitato le so-relle di Roberto, Maria Helena e Tereshina, che ha avviato una fi orente industria di gelati Milão a Capão de Canoa.

Martedì 5 aprile da Terra de Areia abbiamo raggiunto Ara-tinga, dove gli amici Kathia e Clodomir ci hanno invitato nel loro ristorante per un ottimo chur-rascho, che abbiamo fatto prece-dere, per sollecitare l’appetito, da una camminata di sei chilometri sul sentiero Cotovelo (in lingua portoghese signifi ca gomito) del Canyon Itaimbezinho. Abbiamo poi raggiunto la città di Lagoa Vermelha, dove abbiamo incon-trato Silvio Visintainer, nato nel 1922 a Vignola ed emigrato a 14 anni per il Brasile. Il giorno del nostro ritorno in Italia abbiamo appreso la notizia della sua morte

dopo una vita di laboriosità e di ingegno; aveva lavorato tanti anni come muratore e si era poi dedicato da pensionato a creare con il legno di pino brasiliano autentici capolavori.

Mercoledì 6 aprile in mattinata abbiamo raggiunto la città di Vacaria, dove abbiamo incontrato Dom Osorio Bebber, un vescovo cappuccino di 87 anni che nella Nostra Signora di Fatima dirige una radio locale; il suo nonno Antonio nel 1882 da Vignola aveva raggiunto Nova Trento del Rio Grande do Sul, ora chiamata Flores de Cunha.

SANTINI, UNA FAMIGLIACON MILLE DISCENDENTI

Il viaggio è proseguito alla volta di Caxias do Sul dove ci attendevano i discendenti di una famiglia Santini emigrati nel 1878 da Pergine e che aveva dato origine a numerosissima

discendenza: dopo cento anni dalla coppia di genitori con tre fi gli e una fi glia erano originati 1.064 discendenti. Amarildo e Horacio Santini ci hanno portato a visitare l’Archivio Storico di Caxias do Sul e in serata hanno organizzato a Sao Valentin, luogo della loro primitiva emigrazione, un ottima cena con un folto grup-po di Santini.

Giovedì 7 aprile da Caxias do Sul abbiamo raggiunto Taquara passando per Galopolis, Gramado arrivando alla casa di Lurdes, sorella do Roberto, che ci ha ospitato per due notti.

Venerdì 8 aprile da Taquara siamo arrivati a Porto Alegre per far visita a Marina Visintainer, fi glia di Carlo che era emigrato nel 1936 da Vignola per il Brasi-le; siamo poi tornati a Taquara e il giorno successivo siamo tornati a Terra de Areia per un saluto alla mamma Seledonia.

Domenica 10 aprile da Terra de Areia abbiamo percorso la tortuo-sa strada che porta a Serra do Rio do Rasto, ma la nebbia non ci ha fatto ammirare il panorama che solitamente si gode lungo questa via. Siamo ritornati a Balneario Camboriu, dove a cena Roberto ci ha preparato un gustosissimo piatto tipico di Bahia chiamato “Muqueca” a base di pesce, olio di dendè, latte di cocco, pomo-doro, cipolla, peperone, aglio e prezzemolo.

Lunedì 11 aprile da Balneario Camboriu siamo passati per Itajai traghettando su Navegantes e poi passando per Gravatà, Sao Mi-guel, Penha, Balneario Piçarras abbiamo raggiunto Curitiba, la

Tre settimane in tre stati del Brasile accolti con calore da parenti e amici

LINO BEBER RACCONTA GIORNO PER GIORNO IL VIAGGIO FATTO DALL’1 AL 20 APRILE IN COMPAGNIA DI DINO VISINTAINER

DIARI DI VIAGGIO

Qui sopra a sinistra, nella vecchia casa Beber a Rodeio. Al centro (da sinistra) a Florianopolis con Jeison Beber, Lino Beber, Janete Beber,Dalirio Beber, Ju-

lema Beber, Eliana Cunha (moglie di Dalirio). A destra, al faro costruito nel 1870 ai tempi di Don Pedro II a Ilha do Mel (Paranà).

Un appetitoso churrascho ad Aratinga (Rio Grande do Sul).

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capitale del Paranà, dove abbia-mo incontrato Aquile Anderle, il cui bisnonno nel 1875 da Vignola aveva raggiunto Rodeio. Nel tardo pomeriggio abbiamo incon-trato Americo Visintainer, fi glio di Carlo emigrato da Vignola nel 1936 e cugino di Roberto.

Martedì 12 aprile da Curitiba abbiamo raggiunto la bellissima Ilha do Mel (= isola del miele), dove in compagnia di Aquile Anderle abbiamo camminato per oltre sei chilometri dal faro costruito nel 1870 ai tempi di Don Pedro II fi no alla grotta e alla baia Encantadas.

GLI SPETTACOLARI«ARENITOS»

Mercoledì 13 aprile dalla città di Ponta Grossa, dove abbiamo pernottato, ci siamo recati al Parco Vila Vieha a visitare gli spettacolari Arenitos, formazioni rocciose di varie forme di cui la più spettacolare è la “tazza” e dei grandi crateri che fungono da serbatoi idrici e la laguna dorata.

Nel pomeriggio siamo tornati nello stato di Santa Catarina a Joinville, dove ci attendeva Walter Stulzer, i cui bisnonni nel 1875 erano emigrati da Vignola per Rodeio.

Giovedì 14 aprile con Manoela, fi glia di Kathia e Clodomir di Aratinga, da Joinville con due traghetti abbiamo raggiunto San Francisco do Sul, dove nel 1506 è sorta la terza città del Brasile, con la bella cattedrale, le vie di tipo coloniale e il museo delle imbarcazioni.

Venerdì 15 aprile siamo stati

accompagnati nuovamente da Walter Stulzer nella visita di Join-ville che ci ha portato dapprima a godere il panorama dal Morro da Boa Vista e poi nel centro città con il viale alberato da pal-me e successivo trasferimento a Corupà per un ottimo pranzo dalla sorella Talita Stulzer, che avevo incontrato qualche anno fa a Pergine. Dopo una rapida visita al gigantesco seminario del Sacro Cuore che sorge nelle vicinanze di Corupà abbiamo raggiunto Blumenau, dove ci at-tendeva il senator Dalirio Beber, mio ritrovato parente dopo 141 anni dall’emigrazione del suo trisnonno Antonio Beber, fratello del mio bisnonno Giovanni.

Antonio Beber era nato a Vi-gnola nel 1834, nel 1865 si era sposato a Pergine con Candida Dellai, erano nati i fi gli Maria, Francesco e Teresa e nel 1875 erano emigrati in Brasile a Ro-deio. Francesco (1868) aveva sposato Domenica Fruet (nata a Rodeio nel 1877) dai genitori Valentino e Maria Fruet emigrati da Vignola; il loro fi glio Antonio (1898-1974) nel 1923 aveva sposato Eleonora Fronza ed era nato Valentino (1925-2012) che nel 1946 aveva sposato Yolanda Nardelli (1926-2014) che sono i genitori di Dirce, Dalirio (16 aprile 1949 a Massaranduba), Donzilla, Lurdes, Darci, Denise, Diana, Dirlene.

Dalirio è nato a Massaranduba il 16 aprile 1949, si è laureato in giurisprudenza, è stato segretario del Comune di Blumenau, ha poi creato un’agenzia immobiliare e dal 19 maggio 2015 è senatore a

Brasilia per il partito socialdemo-cratico brasiliano (= PSDB) per lo stato di Santa Catarina.

L’accoglienza è stata partico-larmente calorosa, siamo stati ospiti in casa sua. In serata abbia-mo fatto un giro nel centro delle feste di Blumenau e un coro di emigranti di origine tedesca si è per noi esibito nel canto della “Montanara” e in altri canti in lingua tedesca per mantenere viva l’antica lingua parlata dai loro antenati prima della loro emigrazione in terra brasiliana.

SI CANTA TUTTI INSIEMEL’«INNO AL TRENTINO»

Il mattino successivo, sabato 16 aprile, era una giornata partico-lare per Dalirio che compiva 67 anni e allora alle ore 8 del mattino siamo partiti con un pulmino a noleggio alla volta di Rodeio, luogo della prima emigrazione dove abbiamo incontrato parenti Beber che ancora abitano in questo luogo, la chiesa, il ric-co museo dell’emigrazione, la cantina con vini San Michele, il ristorante dove ci è stato servito il pranzo con menù a base di trote in vari modi, il monastero francescano sulla montagna e un singolare incontro con il signor Paulo Notari, arzillo ottantaset-tenne che ha creato un giardino di ortensie con una statua di Cristo e ben 64 angeli nei pressi della sua abitazione, visitata da molte persone e da giornalisti curiosi.

Nel tardo pomeriggio siamo tornati a Blumenau, dove in se-rata nel salone delle feste si sono festeggiati l’incontro dopo 141

anni e il compleanno di Dalirio con i figli Andrieu, Anderson e Andrigo e rispettive mogli, il fratello, le sorelle, cugini, amici e con i ritrovati parenti arrivati in visita da Pergine Valsugana.

Tra gli ospiti la famiglia di Pompermaier Claudio (nato a Besenello ed emigrato per amo-re) con la moglie Cleide Furlani (famiglia emigrata da Vigolo Vattaro nel 1875) e il fi glio Carlo che avevo incontrato in gennaio 2016 a Besenello, dove ritornano tutti gli anni i ritrovare i genitori e parenti di Claudio. C’era poi Josè Campestrini, corrispondente consolare di Blumenau presso il Consolato Generale d’Italia di Curitiba, con la moglie Odete Poffo; il cognome Campestrini indica la sua origine valsuganotta dai Campestrini di Torcegno. E sempre di origine trentina da Nomesino in Val di Gresta la signora Ornella Ines Pezzini (un tempo Pizzini), autrice del libro “Sul sentiero degli antenati. Un ritorno in Trentino” con il marito Adamastor Nicolao Turnes la cui famiglia è di origine lussembur-ghese.

Il clima è stato particolarmente festoso, abbiamo cantato l’«Inno al Trentino» e, in omaggio a Dali-rio, la gaia canzoncina in dialetto trentino: “De bei come noi, la mama no la ‘n fa pù, s’è rot la machineta, s’è rot la machineta (bis), el pare l’è nà en Perù”.

Domenica di buon mattino salutiamo Dalirio e la moglie Eliana e ritorniamo a Balneario Camboriu, dove trascorriamo gli ultimi due giorni prima del ritor-no in patria”. Lino Beber

A sinistra, al Santuario di Santa Madre Paolina Visintainer a Nova Trento. (Santa Catarina). Qui sopra, la famiglia di Beber Antonio: (davanti) Auroria, Eleonora Fronza e Antonio Beber; (dietro) Valentino, Raimundo, Osvaldo, Ju-venal, Domenica, Leticia, Clemencia (nella fotografia manca la figlia Dolo-res). A destra, la singolare formazione rocciosa nota come “la tazza” a Vila Vieha (Paranà).

DIARI DI VIAGGIO

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Piccolo viaggio nelle valli alla ricerca di attività artigianali peculiari di alcune località, ormai tramontate perché non più richieste o perché superate dall’introduzione di nuovi materiali

o di più moderne tecniche di lavorazione

Gli artisti medievali per rappresentare simbolica-mente il ciclo dei mesi

raffi guravano contadini impegna-ti nei lavori dei campi e artigiani alle prese con gli strumenti del proprio mestiere. È celebre il ciclo dei mesi dipinto sulle pareti della Torre Aquila nel castello del Buonconsiglio in Trento: sono affreschi realizzati - nello stile del gotico internazionale - sul fi nire del trecento dal maestro Vence-slao per il Principe-vescovo del tempo, Giorgio di Licthenstein. L’artista associa ad ogni mese gli svaghi di corte dei nobili e i lavori dei contadini e degli artigiani col-legati al trascorrere delle stagioni.

Giuseppe Sebesta, etnografo e fondatore del Museo degli usi e costumi della gente trentina di San Michele all’Adige, in un suo studio pubblicato nel 1996 (“Il lavoro dell’uomo nel ciclo dei mesi di Torre Aquila”) ha esaminato a fondo le occupazioni descritte con dovizia di partico-lari dal pittore e di ogni mestiere illustrato ha analizzato caratte-ristiche, strumenti e processi. Appare in proposito sorprendente la continuità fi no alle soglie della età moderna, e anche oltre, delle modalità di produzione e delle forme degli attrezzi di lavoro.

I mestieri, però, a seconda delle epoche e dei luoghi, sono stati considerati con sensibilità diffe-renti. Nella visione feudale erano intesi come compiti propri del ceto servile, mentre nell’ottica dei borghi mercantili apparivano essere espressione di autonomia e autopromozione economica e sociale.

E se nelle città medievali si an-davano affermando corporazioni o, come in Trentino, confraternite di mestiere e si destinavano pub-bliche piazze al mercato, nelle campagne e nelle zone montane, permaneva un’economia chiusa dove i contadini producevano da sé o con l’aiuto di membri della loro ristretta comunità gli stru-menti per il lavoro nei campi, per l’allevamento del bestiame, per la trasformazione e la conservazio-ne del cibo e per la fabbricazione degli indumenti, mentre si avva-levano dei venditori ambulanti per le necessità cui non potevano provvedere in proprio.

Oggi ci avvolge un senso di

familiarità e nostalgia quando vi-sitiamo uno dei musei etnografi ci del Trentino o percorriamo uno dei suoi sentieri dedicati ai vecchi mestieri: se anziani, ricordiamo gli scenari di vita della nostra infanzia e, se giovani, scopriamo le logiche di una vita semplice, ma ingegnosa nel procurarsi da sé il necessario. Grazie alla conservazione di vecchi impianti come segherie, fucine e molini e alla esposizione museale di strumenti di lavoro possiamo conoscere la vita e gli usi dei tempi andati, scoprire le nostre radici identitarie e riassaporare, ora che il lavoro è spesso mediato da strumentazioni automatiche, il gusto della manualità.

Prima dell’avvento delle fab-briche con le lavorazioni a mac-china e le produzioni in serie e quando contavano solo l’inge-

gno pratico e l’abilità manuale del’«operatore», per esercitare un mestiere per prima cosa oc-correva disporre di materie pri-me: pietre, legno, metalli… e di fonti di energia naturale: acqua, fuoco, vento…; quindi bisognava conoscere i modi, i luoghi, i gesti e i tempi per la realizzazione dei manufatti da eseguire appunto a “regola d’arte”; infi ne i prodotti realizzati, mai identici tra loro, dovevano essere adeguati, se-condo un processo di continuo miglioramento, alle necessità d’uso richieste.

La memoria degli antichi me-stieri ricorre nei cognomi di fa-miglia tuttora diffusi in Trentino come nel caso delle famiglie Calliari, Scarperi, Tessari, Sar-tori, Segantini, Marangoni, Fer-rari, Magnani, Cestari, Parolari, Garbari (conciapelli), Pellizzari,

Molinari, Vettori...Tralasciando di richiamare qui

i tanti mestieri legati alle neces-sità quotidiane che un tempo venivano esercitati ovunque, è possibile tracciare un itinera-rio nel Trentino alla ricerca di attività artigianali peculiari di alcune località, ormai tramontate perché non più richieste o perché superate causa l’introduzione di nuovi materiali o di più moderne tecniche di lavorazione.

Possiamo partire nel nostro immaginario giro dalla valle di Non dove, a Taio, nell’Ottocen-to furono avviati laboratori per la fabbricazione di manici da frusta con il legno di bagolaro, che veniva importato dal Veneto. I prodotti dei “mastri frustai” di Taio erano molto apprezzati all’estero e furono commercializ-zati con grande successo fi no agli anni Venti del millenovecento. Sempre in valle di Non, a Sfruz, lo sfruttamento delle cave di argilla dei dintorni e la tecnica di ceramisti faentini immigrati nel paese favorirono fi n dal XVI secolo l’impianto di fabbriche di stufe ad olle. L’impronta dei maestri “fornelari” si espresse nel settecento nella creazione e nella diffusione di un modello di stufa caratteristico per le sue decorazioni , ma soprattutto per il suo inimitabile colore detto appunto “verde sfruz”.

LAVORAZIONE DELLA SETA E DEL TABACCO

La coltura del gelso e l’alle-vamento del baco da seta era presente in molte località trentine non esclusa la valle di Non, ma erano particolarmente diffusi nella Vallagarina. Fu un vene-ziano, tale Girolamo Savioli, a introdurre a Rovereto la lavora-zione della seta che ebbe il suo massimo sviluppo nel settecento e decadde defi nitivamente negli anni settanta del milleottocento sia per la pebrina, malattia del baco da seta, sia per una crisi creditizia e di mercato. Vi sono evidenti tracce dei molti fi latoi esistenti nella città di Rovereto, ma particolarmente suggestivo è il fi latoio costruito nel 1802 e già proprietà della nobile famiglia Marzani che si trova a Piazzo di Villa Lagarina.

STORIA & CULTURA

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Gli antichi mestieri del Trentino

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F.lli Pedrotti

Le foto su questa pagina sono tratte dall’Archivio Fotografico Storico - Soprin-tendenza per i beni culturali della Provincia Autonoma di Trento. Gli autori sono indicati a fianco delle immagini.

Ad Ala nel 1657 l’arciprete don Alfonso Buonacquisto, secondo le cronache, favorì l’impianto di telai per la tessitura di pezze di velluto con l’aiuto esperto di due artigiani genovesi fuggiti dalla peste che infuriava sulle coste liguri. L’arte dei “veludari” portò benessere e fama ad Ala e la grazia che ancora aleggia nelle architetture del borgo.

Un’altra coltura caratterizzò la Vallagarina: quella del tabacco. A Mori dalla metà del settecento e fi n dopo la seconda guerra mon-diale, i “maseradori” curarono la coltivazione e la essicazione del tabacco. A metà dell’Ottocento, il Regio Ministero delle Finanze austriaco, dopo che nel 1828 era stato Istituito il monopolio statale sul tabacco, promosse la costruzione, nel paese di Sacco, di un sigarifi cio che, con alterne vicende, rimarrà attivo fino al 2008. In questa manifattura si avvicendarono centinaia di “zigherane” (sigaraie) che, pur lavorando a cottimo, dovevano garantire un prodotto compatto e gradevole al tatto e alla vista.

PEGOLOTI, CIUAROI,FUNAI E PREDAROI

Dalla Val di Ledro - assogget-tata nel 1426 al dominio della Repubblica di Venezia - la Sere-nissima importava, per il calafa-taggio delle proprie imbarcazioni, la pece prodotta in speciali forni con ceppaie di pino, per mano di operai del posto detti “pegoloti”. Un’altra attività oggi scomparsa è quella esercitata nella stessa valle di Ledro dai cosiddetti “ciuaroi” (chiodaioli). Dalle verghe otte-nute dalla fusione di rottami di ferro essi ricavavano brocche per le suole da scarpe in legno o in cuoio, fi no a che, nel secondo

dopoguerra, il re-lativo commercio cessò con la com-parsa delle suole in gomma.

Allo stesso modo scomparve l’attivi-tà degli ambulanti “fumadri” (funai), che, con strisce di pelle, fabbricavano corde, mestiere sop-piantato dall’uso del nailon.

Due risorse na-turali abbondano in Trentino: rocce e legname e per il loro sfruttamento sono stati approntati nel tempo specifi ci strumenti e idonee tecniche.

Delle numerose cave di pie-

tra coltivate nella nostra provincia, scegliamo, lungo l’ideale percorso iniziato , le “preda-re” attorno a Trento formate da calca-ri di colore rosso, bianco e grigio , che estratti e sagomati da capaci scalpel-lini hanno fornito il materiale lapi-deo prediletto nella costruzione delle chiese, dei palazzi e dei monumenti del-la città ( consulta: www.ecoarge.net ).

Un’altra cava fa-mosa era quella di marmi gialli e rossi di Castione sull’altopiano di Brentonico. I lapicidi (“preda-

roi”) che vi estraevano il mate-riale, acquisirono via via abilità artistiche affermandosi come valenti scultori e architetti di al-tari marmorei barocchi come nel caso del taglia pietra Cristoforo Benedetti e dei suoi discendenti.

LEGNO PER GLI ATTREZZIE PER LE NAVI

Le foreste estese sugli al-topiani e sulle pendici delle nostre valli sono sempre state fonte di sostentamento per la gente di montagna. Accanto ai raccoglitori dei piccoli frutti come “ampomole”(lamponi), “giasene”e “granteni”(mirtilli neri e rossi) battevano sistemati-camente il bosco i ricercatori di funghi e di resina (“fongaroi”e “largaroi’) e i cacciatori di sel-vaggina. Ma il vero oro era il legno, che tagliato dai boscaioli e lavorato dai segantini era tra-sformato nei mille attrezzi di uso quotidiano in casa e nei campi: gerle, ruote, secchi, rastrelli, scale, cassoni, piatti…

Ma soprattutto preziosi erano i tronchi d’albero che venivano venduti ai cantieri di Venezia. Dai boschi di Caoria e del Primie-ro il legname veniva spostato per fl uitazione attraverso canaloni e vie d’acqua e quindi in galleg-giamento sul fi ume Brenta. Alle operazioni provvedevano provetti conduttori (“menadas’) armati di aste provviste di uncini detti “anghieri”.

Molti mestieri sono spariti o sono mutati, ma esistono ancora anche in Trentino artigiani i cui manufatti si situano «in un equi-librio dinamico tra il virtuosismo della tecnica, l’utilità del prodotto e l’estetica della forma» (Alberto Cavalli : ”Il valore del mestiere”).

Luciano Pontalti

STORIA & CULTURAG

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CALENDARIO25-30 maggio

Negli Stati Uniti a Rock Springs “Blueprint 2016: Together Trentini”, seminario giovani trentini degli

Stati Uniti e Canada(articolo a pagina 5)

1 giugnoC.T. Florianopolis (BR): assemblea generale ordinaria

2 giugnoC.T. Venda Nova do Immigrante (BR): cena trentina

3 giugnoA Marcinelle (Belgio): posizionamento della targa

commemorativa in onore dei caduti della tragediadi Marcinelle e a ricordo di Rino Zandonai

e Santa Messa in ricordo di Rino Zandonai, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea

(articolo a pagina 4)

C.T. Jaragua do Sul (BR): cena italiana

4 giugnoC.T. Sananduva (BR): II Polenta in piazza

5 giugnoC.T. Rodeio (BR): Magnalonga

12 giugnoC.T. Buenos Aires (AR): pranzo 84 anniversario del

Circolo

17 a 20 e 24 -27 giugnoC.T. Santa Teresa (BR): XXV Festa do imigrante

italiano do Santa Teresa

25 giugnoC.T. Toronto (CA): Torneo di golf

26 giugnoCircolo Ex emigrati trentini in Svizzera: gita al Lago

Maggiore e Isole Borromee

C.T. Denver – Colorado (USA): Polenta Picnic

C.T. Villa Regina (AR): 4 conferenza nel ciclo “Italia e le sue regioni: Sardegna, Puglia e Piamonte”

C.T. Caxias do Sul (BR): pranzo 23° anniversario del circolo

2 luglioC.T. Taio (BR): 26° Festa del vino artigianale

A Treviso 50 anniversario dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrazione Emigrazione)

10 luglioC.T. Denver – Colorado (USA): incontro sociale

16-17 LuglioAd Aldeno Festa provinciale dell’emigrazione

17 luglioC.T. Londra (GB): processione St. Peter’s Italian

Church

24 luglioC.T. Toronto (CA): picnic annuale

3-7 agostoNegli Stati Uniti, nel Southern California, Convention

Ittona (circoli Trentini degli Stati Uniti e Canada)

8 agostoA Rovereto Incontro d’estate e Giornata del lavoroA seguire Spettacolo “Marcinelle … Estate’56” di

M. Robert Scarpa, interpretato dal Gruppo PoeMus

19 agostoC.T. Bento Gonçalves (BR): passeggiata nella Vale dos Vinhedos per festeggiare i Giorno mondiale

della Fotografia

20 agostoC.T. La Plata (AR): Santa Messa in ricordo dei

defunti trentini in occasione dell’ 80 anniversario del Circolo

21 agostoAd Alberé di Tenna 30° Anniversario Circolo Ex

emigrati Trentini in Svizzera

C.T. La Plata (AR): pranzo 80° anniversario del Circolo

9 ottobre

C.T. Denver – Colorado (USA): incontro sociale

10 -12 ottobreC.T. Bento Gonçalves (BR): Festival de Cinema

“Vale dos Vinhedos”

14-16 ottobreConvegno EZA

C.T. Londra (GB): gita to Chatswort&The Peak District

16 ottobreC.T. Bento Gonçalves (BR): V Merica Merica

MagnaBento “Sagra Trentina”

23 ottobreC.T. Charleroi (BE): Polentada d’Autum

12 novembreC.T. Liegi (BE): Castagnata

26 novembreC.T. Londra (GB): cena danzante

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Foto

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Passaggio delle greggi nel centro storico di Canal San Bovo in occasione dell’evento «Verso l’alpeggio, dal mare al Vanoi» (5/6/2016)