Piceno33 - Maggio 2016

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    I I I I

     ARTEGiorgio Pignotti

    MUSICA Luigi Sorbi

    MODA Rosé a Pois

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      07 News

      10 Focus

      Smart City Index 2016

      15 Moda

    Un mondo Rosé a Pois

      18 Sociale

    Poliambulatorio della Caritas

      20 Musica

    Luigi Sorbi

      22 Arte

    Giorgio Pignotti

    24 Attualità

    Dossier Coldiretti

      26 Astri Nascenti

    Motette

      27  Eureka!

    Basta un istante

      28 L'Ascoli di Petò

     Toteri e torturi  29 Pnl

    I tuoi prossimi 10 anni

      30 A qualcuno piace nerd

    Game of Thrones

      31 Fly musical con noi

    #aliceperme

      32 Liberrante

    Cantami o diva

      33 Naturalmente Tarassaco

      35 Il giardino di Lola

    La violacciocca

      36 Cheap & Creative

    La natura è piena di genio

    L'editoriale SOMMARIOdi Fabiana Pellegrino

    Con un 1° Maggio alle porte per chi scrive, ri-flettere sulla «smartness» non può prescin-dere da una lieve annotazione sul «lavorointelligente». In questa epoca devota allascarsità per molti e al godimento per pochi,

    essere «smart» assume un significato complesso, incon-sueto. Allora, la domanda diventa «come vivere intelli-gentemente?». Rischiamo di metterci una vita a rispon-dere. Interessante, allora, rileggere cosa scriveva CesarePavese 74 anni fa, quando la vita era forse meno «smart»,

    ma l'uomo decisamente più intelligente.

    A Giulio Einaudi, Torino. Torino, 14 aprile 1942

    Spettabile Editore,Avendo ricevuto n. 6 sigari Roma — del che Vi ringrazio— e avendoli trovati pessimi, sono costretto a risponder-vi che non posso mantenere un contratto iniziato sottocosì cattivi auspici. Succede inoltre che i sempre rinnova-ti incarichi di revisione e altre balle che mi appioppate,non mi lasciano il tempo di attendere a più nobili lavo-ri. Sì, Egregio Editore, è venuta l'ora di dirvi, con tutto ilrispetto, che fin che continuerete con questo sistema disfruttamento integrale dei Vostri dipendenti, non potre-te sperare dagli stessi un rendimento superiore alle loropossibilità. C'è una vita da vivere, ci sono delle bicicletteda inforcare, marciapiedi da passeggiare e tramonti dagodere. La Natura insomma ci chiama, egregio Editore;e noi seguiamo il suo appello. Fatevi fare il Bini da unaltro.

    Cordialmente. C. Pavese

    Cesare Pavese, Lettere 1926-1950

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    Segui ogni giorno le notizie del territorio su www.primapaginaonline.it

    News

    Le Marche sono “Il Bello d’ Italia”Il Corriere della Sera ha rilanciatola rubrica “Il Bello dell’Italia” conun’inchiesta intitolata “Siamo ilPaese più sognato al mondo. Ma il

    turismo rende solo 76 miliardi”, ci-tando le Marche come esempio dicapacità di promozione turistica ri-spetto ad altre regioni. “Le Marchesi promuovono con campagne so-cial, mostre legate al Giubileo e va-lorizzando artisti «adottati» comeLorenzo Lotto. Ancora il sogno, ildesiderio: in fondo, ci si innamoradi qualcosa di irreale, no? La sfidaè rendere possibile una relazionevera, forse anche duratura con i vi-

    sitatori”.

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    News

    Maxi appalto per le

    mense scolastiche.

    Arriva il maxi-appal-

    to da quasi 6 milio-

    ni di euro per cam-

     biare rotta sulle

    mense scolastiche

    ascolane. Una gara

    che assegnerà il servizio di ristorazio-

    ne scolastica a basso impatto ambien-

    tale in tutte le scuole elementari e gli

    asili comunali per i prossimi cinqueanni (tre più rinnovo per altri due

    anni) con l'obiettivo di garantire una

    qualità sempre più alta dei cibi, su

    misura per i bambini e con una par-

    ticolare novità: tutti i cibi inscatolati

    che non verranno utilizzati non sa-

    ranno sprecati, ma verranno destinati

    alle associazioni di volontariato per

    fornire pasti a chi non può permetter-

    seli. Una vera e propria rimodulazio-

    ne del servizio, voluta dall'assessore

    alla pubblica istruzione del Comune

    di Ascoli, Massimiliano Brugni, inraccordo col sindaco. Il bando preve-

    de la presentazione delle offerte e dei

    relativi progetti entro il prossimo 6

    giugno, con l'apertura delle buste pre-

    vista per il successivo 8 giugno. Il va-

    lore contrattuale stimato per la durata

    di 36 mesi e ulteriori 24 mesi di even-

    tuale rinnovo è pari a 5.734.500 euro,

    considerando che il corrispettivo per i

    primi tre anni sarà di 3.440.800 euro.

    Il costo di ogni pasto sarà di 4,55 euro.

    Il servizio fa riferimento alla gestione

    (personale incluso) del 90% dei refet-tori comunali, esclusa la mensa di via

    Sardegna dove si utilizzerà personale

    comunale.

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    Broccoli cinesi, prezzemolo vietnamita, basilico indiano. Sono i tre prodotti

    in testa alla lista nera dei cibi importati più contaminati, presentata dalla Col-

    diretti, sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza

    alimentare (Efsa) nel Rapporto 2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa. I

    broccoli dalla Cina presentano nella quasi totalità dei casi (92 per cento) re-

    sidui chimici ben oltre i limiti, ma a preoccupare è anche il prezzemolo del

    Vietnam con il 78 per cento di irregolarità e il basilico dall’India che è fuori

    norma in ben 6 casi su 10. Nella classifica dei prodotti più contaminati elabo-

    rata dalla Coldiretti, ci sono però anche le fragole dall’Egitto che superano i

    limiti nell’11% dei casi, così come il 5 per cento delle arance che arriva peraltro

    in Italia grazie alle agevo-

    lazioni all’importazione

    concesse dall’Unione Eu-

    ropea. Un problema sen-

    tito anche nelle Marche,

    considerato che nel giro di

    dieci anni è quasi tripli-

    cato il valore della frutta

    importata dall’estero, pas-

    sato da 13 a 30 milioni dieuro, secondo un'analisi

    della Coldiretti regionale

    su dati Istat.

    Porta a porta in tutta la città

    La black list dei cibi più contaminati

    News

    Potenziate le attività per il pre-

    lievo e il trapianto di organi etessuti. Lo ha stabilito la giun-

    ta regionale che ha stanziato

    280 mila euro per l’attuazione

    e il potenziamento di progetti.

    Nel corso degli anni la Regione

    Marche si è distinta a livello na-

    zionale come regione solidale,

    tra le prime sia per donazione

    sia per l’aspetto trapiantologico

    vero e proprio, qualificando il

    settore come eccellenza sanita-

    ria regionale. Per quanto attiene

    alla donazione e con riferimen-to ai donatori procurati nel 2015

    si è avuta una percentuale del

    30,6 per milione di popolazio-

    ne, nettamente superiore alla

    media nazionale del 21,9 e so-

    stanzialmente stabile rispetto

    all’anno precedente in cui si è

    avuto un 31,7. Particolarmente

    significativa la riduzione delle

    opposizioni alla donazione, pas-

    sate da 35,53% del 2013 al 24,36

    del 2014, fino al 13,33% nel 2015(percentuale più bassa di Italia).

    Per l’attività trapiantologica, nel

    2015 sono stati 73 gli interventi

    di cui 39 di rene, 31 di fegato,

    2 di fegato e rene, un trapianto

    rene da vivente; complessiva-

    mente da maggio 2005 – quando

    è stato attivato il Nuovo Centro

    Trapianti – al 31 dicembre 2015

    sono stati effettuati 769 trapianti

    di cui 374 di reni, 381 di fegato,

    2 di pancreas, 5 fegato e rene, 5

    di pancreas e rene, 2 di rene da

    vivente.

    Trapianti,potenziate leattività

    Ascoli Piceno - L’ultimo consiglio comunale di Ascoli ha dato il via libera

    all’estensione della raccolta differenziata dei rifiuti, col metodo del porta a

    porta spinto, a tutta la città. Attualmente il servizio è garantito da Ascoli

    Servizi Comunali esclusivamente nel centro storico, a Campo Parignano e

    a Porta Romana. Dai prossimi mesi la metodica del porta a porta sarà estesa

    a Porta Cappuccina (da settembre), Porta Maggiore (da ottobre) e Monticel-li e frazioni (da novembre) e si passerà da 5.000 a 22.000 utenti serviti. Si

    tratta di un progetto ambizioso quanto necessario, attraverso il quale il Co-

    mune si prefigge di raggiungere il 65% di differenziazione del rifiuto. “La

    mancata attivazione della sesta vasca da parte della provincia impone che i

    costi necessari per la copertura di un progetto così ambizioso vengano so-

    stenuti dai contribuenti ascolani attraverso uno specifico incremento della

    Tari. – sostiene il sindaco Guido Castelli – Ne avremmo fatto volentieri a

    meno, ma la dissennata politica di Palazzo San Filippo non ci lascia margi-

    ni e soluzioni alternativi. Gli investimenti e le spese che questa operazione

    comporterà (acquisto nuovi automezzi, kit, attività di promozione etc.) sono

    superiori infatti al milione di euro e, solo con la fiscalizzazione di questi

    oneri, potremo sostenere il progetto. Ricordo inoltre – continua il primo

    cittadino – che nel 2014 Ascoli si collocò tra le 10 città italiane meno care

    per la tassa rifiuti. Ma no-

    nostante questo lusinghie-

    ro risultato, che ci ha visto

    ai primi posti su scala na-

    zionale e primi nelle Mar-

    che nel Rapporto annuale

    sui costi dell’Osservatorio

    prezzi e Tari di Cittadi-

    nanza Attiva, già all’epoca

    paventammo il rischio che

    in futuro avremmo dovuto

    pagare di più”.

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    Focus

    di Fabiana Pellegrino

    Smart City Index è il rap-porto di EY che analizzale 116 cià capoluogo

    italiane utilizzando oltre470 indicatori, classicalo sviluppo di reti e infrastruu-re intelligenti delle cià italiane,misurando la loro capacità di in-novare e orire servizi di qualitàai propri ciadini. Nell’edizione2016, l’approccio di analisi è statorealizzato con un’impostazione astrati: dalle infrastruure di rete,ai sensori che rilevano le informa-zioni, alla delivery platform che leelabora, permeendo di erogareapplicazioni e servizi a valore ag-giunto per i ciadini da parte disoggei pubblici e privati. Diven-tato un’indispensabile strumento

    di analisi per la PA, i risultati delrapporto consentono inoltre alleaziende dei seori maggiormente

    coinvolti nel processo di trasfor-mazione delle cià (IT, Utility emobilità) di individuare le areed’intervento più redditive, in cuisviluppare iniziative ad alto po-tenziale, partendo da un sistemacondiviso e comparabile.

    Le Smart City sono resilienti, at-traive e competitive e rappre-sentano un volano per l’economiadel Paese. Gli indicatori utilizzatida EY per stilare la classica pren-dono in considerazione la capaci-tà delle istituzioni di investire inservizi per i ciadini, l’esistenza diinfrastruure capaci di assorbire il

    Nel rapporto Smart City Index2016 Ascoli Piceno non brilla.

    cambiamento e l’abilità nel fornirealla comunità delle piaaforme in-tegrate ed ecaci per l’erogazione

    dei servizi. Tra questi le infrastrut-ture per la diusione della bandalarga, i servizi digitali (infomobi-lità, scuola, sanità, turismo, @go-vernment), lo sviluppo sostenibiledelle cià (ambiente, reti energeti-che, mobilità alternativa).

    Anche quest’anno il podio re-sta saldamente nelle mani dellegrandi cià del Nord Italia: su- bito dopo Bologna la cià più in-novativa è Milano anche grazie

    ad Expo, che strappa l’argento aTorino, quest’anno scesa al terzoposto della classica. Roma perdeterreno e scivola dal 4° al 9° posto.

    La nostra provincia resta al 71° posto nel rankingnazionale del Rapporto Smart City Index sulle 116

    città capoluogo d’Italia, esattamente dov’era nel

    2014. Di contro, la regina del Belpaese è Bologna, chesi aggiudica lo scettro italiano.

    Smart? NO,grazie.

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    Focus

    Purtroppo il Sud mostra un ritar-do struurale, bisogna aspeare la32esima posizione per incontrare

    la prima metropoli del Sud, Na-poli, e Lecce la prima cià mediaal 52° posto. La maglia nera restain Sicilia con i principali capoluo-ghi che, come nel 2014, si aestanoin fondo della classica. Caglia-ri al 33° posto guadagna 11 postirispeo allo scorso anno, anchegrazie alla forte informatizzazionedelle scuole con l’81% delle auleconnesse nella regione. Le ciàmedie mostrano le performancemigliori con un trend generale

    che vede oltre 23 cià tra il 4° e il39° posto. Tra le piccole cià brillaMantova che si posiziona al 4° po-sto con un balzo dal 35° posto nel

    re una Smart City per strati, sianecessario disporre di una mas-sa critica (di risorse, di soggei,

    di mercato) aualmente presentenelle cià con più di 80.000 abitan-ti. Tornando ad Ascoli, tuavia,una buona notizia c’è: a fronte dimediocri risultati su infrastruuree reti, sensoristica, vision e strate-gia, si piazza in prima fascia per“smart citizens e vivibilità dellacià”.“Il nostro Paese deve guardare alleiniziative smart di successo e in-terpretarle come tappe di un per-corso che trasformi le cià in luo-ghi con qualità della vita crescentee a costi sostenibili”, ha dichiaratoAndrea Paliani, Partner EY, MedAdvisory Leader.

    2014, dimostrando di essere unacià “smart e vivibile” a dimostra-zione della smartness come mol-

    tiplicatore della qualità della vita.Seppur in fondo alla classica, lecià del “benessere analogico”mostrano alta vivibilità anche inpresenza di bassa diusione del-le innovazioni, tra queste Fermonelle Marche e Lanusei, Tempio eOlbia in Sardegna.

    Tornando sulla provincia ascola-na, essa conferma il trend nega-tivo delle cià più piccole, solo 7(Mantova, Lodi, Cremona, Pavia,

    Sondrio, Siena e Aosta) oengonola prima fascia del ranking, e diqueste ben cinque sono lombarde.Dunque sembra che, per realizza-

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    Focus

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    Focus

    «Non basta una singola azioneper rendere una cià innovativae all'avanguardia». Ne è sicuro ilpresidente del consiglio comuna-le, Marco Fioravanti, che fa il pun-to sullo stato dell’arte, anzi dellasmartness, della nostra cià.

    Nel rapporto Smart City Index2016 Ascoli è stabile al 71° posto,proprio come nel 2014. Su 116 cit-tà capoluogo, il risultato non è lu-singhiero. Che leura dà di que-sta analisi e di questi risultati?«Quando si compie una leura su

    lavori di analisi riguardanti l'an-damento della vita di una realtàurbana, occorre sempre capire ipunti di vista, da dove la cià inesame parte e in che modo rag-giunge punti intermedi. Sincera-mente, credo che si sia svolto unlavoro molto valido nella deni-zione degli obieivi e nell’analisidell’identità territoriale. Lavorofaticoso e invisibile che richiede

    una mentalità progeuale e unaforte capacità di ascolto. Occorreuna serie di azioni realizzate inmodo congiunto e coordinato consoggei diversi e con la partecipa-zione dei ciadini. Il Comune diAscoli Piceno lo sta facendo, cer-cando di agevolare anche l’inter-vento privato nell’innovazione pertrasformare la cià e compensarele esigenze del ciadino del futu-ro, ossia un ciadino sempre più

    digitale».

    L’amministrazione comunale daanni mira a una cià smart…«La progeazione della smart cityè caraerizzata dalla capacità divisione e interceazione delle ri-sorse pubbliche necessarie per

    gli interventi struurali di ricon-versione urbana e di sostegno alprocesso di start up nella nuovaeconomia digitale. Sono state fat-te scelte ben precise sulla piani-cazione della mobilità e accessi- bilità nella cià, considerando leperiferie come risorse di questosviluppo. Il modello della cià in-telligente si concentra totalmentesulla qualità della vita, al centro cisono le persone e le famiglie e ogniscelta avrà come nalità la valoriz-zazione dei parchi uviali e dellearee verdi, la tutela dell’ambiente,la riduzione dei riuti e la pedona-lizzazione delle piazze recuperateincrementando i servizi pubblici eprivati. Questi sono i passaggi dacompiere per trasformare AscoliPiceno in una vera smart city».

    In che modo le amministrazioni

    possono contribuire a innovare leinfrastruure e i servizi?«Le amministrazioni hanno il ruo-lo fondamentale di coordinamen-to, di stimolo degli interlocutorie di acceleratore del processo conscelte pubbliche e con il coinvolgi-mento delle start up nelle nuove

    ASCOLI, IL CAMMINO SMART È LUNGOL’intervista al presidente del consigliocomunale, Marco Fioravanti.

     IlComune

    vuoleagevolare anche

    l'interventodei privati pertrasformare

    la città.

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    In unasmart cityi cittadini

    sono parteintegrantedella città.

    Focus

    esigenze delle persone. I Comu-ni saranno determinanti anche in base alla loro capacità di investirenelle infrastruure digitali e conseri progei di rigenerazione ur- bana».

    L’amministrazione ha richiestoanche la partecipazione della co-munità ascolana nella costruzio-ne della smart city, come proce-de l’iter amministrativo e a cosamira esaamente?«Il coinvolgimento della comunitàlocale è fondamentale per lo svi-luppo del progeo; una smart citydeve promuovere l’integrazionee coinvolgere i ciadini anchéquesti diventino parte integrantedell'infrastruura della cià. È unimportante passaggio da eeua-re: da smart city che fornisce infra-struure per i ciadini a infrastrut-tura formata dai ciadini e dalleloro risorse integrata come ciàin un ambiente smart. Per questosi vuole costruire un progeo co-erente e omogeneo alle esigenzedei vari soggei che conoscono lacià, quindi un piano non utopicoma concreto, che nasce dal basso.Questa omogeneità, unita al coin-

    volgimento di investimenti privatici consente di avere maggiori op-portunità di nanziabilità e unamaggiore ecacia delle azioni cheandremo a compiere».

    A suo parere quali opportunitàsociali ed economiche si prospet-tano nei nuovi contesti urbani?«Nei nuovi contesti urbani si pos-sono generare prospeive interes-santi sul piano economico-sociale,

    se tuo viene accompagnato dauna riconversione culturale. Lacià del futuro dovrà avere comefocus l’accoglienza e l’arazionedi intelligenze. L’accoglienza con-segna al commercio e al turismonuovi segmenti di mercato da svi-luppare, l’arazione araverso gliincubatori e acceleratori di nuoveimprese, se supportati e stimolaticon la possibilità di sviluppo diprogei pilota, possono diven-tare una meta ambita da tuo ilmondo. Vogliamo creare un polodi produzione di idee innovative,sostenibili e con possibilità di con-quista di mercati, e grazie alla pre-

    senza di Hub 21 in parte lo stiamosviluppando».Come possono i governi locali re-cuperare ussi di entrate e deci-dere se e come consentire ai lorociadini di partecipare?«Il governo locale ha una sola pos-

    sibilità: dotarsi di una straordina-ria capacità progeuale accompa-gnata dal coinvolgimento dei varistrati territoriali. Questo può con-sentire nuove risorse che vadanoa sbloccare anche conanziamentiprivati e di conseguenza oppor-tunità di nuove professionalità. Ilmodo più eciente di partecipareè comunicare la visione e gli obiet-tivi».

    Quali sono le politiche e qualisono le convergenze possibili de-gli investimenti pubblici?«Le politiche pubbliche sono quel-le della raccolta dierenziata dif-fusa, della mobilità ciclabile, dellariduzione dell’inquinamento lu-minoso, della riqualicazione deiparchi pubblici. Questi obieivisensibili possono avere una con-vergenza con gli investimenti solocoinvolgendo il privato in alcunidei processi compatibili, riducen-

    do le spese e ristruurando le con-cessioni dell’impiantistica di pro-prietà comunale, come stiamo giàfacendo da tempo».

    Come avviare un dialogo compe-titivo/partenariato pubblico-pri-vato fra imprese e aree urbane?«Come accennavo prima, il dialo-go collaborativo pubblico/privatoche raorzi la nostra posizionenella competizione globale, lo ab-

     biamo in realtà gia avviato, masi struura maggiormente inve-stendo le risorse laddove il playerdel seore privato individui delleopportunità che generino valore elavoro, in modo da poter valoriz-zare il territorio, promuovere leeccellenze, aumentare servizi, svi-luppare nuove opportunità di im-presa ed esplorare il mercato digi-tale. Tuo ciò chiaramente è moltocomplesso, una vera sda per ilcambiamento, un nuovo rapporto

    con i ciadini, che si può realizza-re solo denendo i giusti connied elaborando un giusto partena-riato fra pubblico e privato».

     Il modo

    più efficientedi partecipareè comunicarela visione e gli

    obiettivi.

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    UN MONDO ROSÉ A POIS

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    Moda

    S

    iamo nel 2003, anno in cuiGioia Del Frate, creatriceappassionata di oggei,

    vestiti, accessori, petit cho-se, dà vita al marchio Rosè a Pois.Maria Elisa Scataglini, PR & SocialMedia Manager Rosé a Pois, ciracconta la storia della maison.

    Chi c’è dietro questo marchio,quali sono le menti creative?«Le collezioni sono il risultatodell’estro creativo della fashiondesigner Gioia Del Frate suppor-tata in tue le fasi del processo, sia

    creativo che di sviluppo prodooo di vendita, da un team compo-sto di sole donne. In un momentoin cui il ruolo del sesso femminilenon ha ancora ricevuto il giusto ri-conoscimento sociale, in un’epocain cui si pensa che nelle posizioniapicali possano esserci solo uomi-ni, noi abbiamo deciso di forma-re una squadra che fa dell’esseredonna, madre, amica, moglie equant’altro un vero e proprio valo-re aggiunto. E poi certo… chi me-

    glio di una donna può capire unasua “simile”?».

    Rosé a Pois e il Made in Italy.

    Quanto è forte questo rapporto equanto – oggi – è dicile mante-nere questo standard?

    «Tui i prodoi Rosé a Pois sonorealizzati al 100% in Italia. Il Madein Italy è uno dei valori principa-li in cui l’azienda ha sempre cre-duto e sponsorizzato. È una sortadi responsabilità sociale nei con-fronti delle clienti che acquistanoun capo o un accessorio, certe diavere così nell’armadio un prodot-to di qualità. Sicuramente, oggi,è sempre più dicile mantenerestandard elevati senza scontrarsi

    con il fortissimo mercato del fastfashion, senza dover scendere acompromessi con prezzi semprepiù elevati, ma è pur vero che cre-diamo fortemente nelle radici sucui si fonda il nostro brand e l’ita-lianità è uno di quelli».

    Processo creativo: come nasce uncapo Rosé a Pois?«Non c’è un processo creativo chepossiamo denire “standard”.Siamo aperte alle ispirazioni che

    possono venire da un viaggio, unincontro, un particolare momen-to storico o uno stato d’animo. Inlinea di massima però possiamo

    di Fabiana Pellegrino

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      Piceno 33 Maggio 2016|17

    Moda

    quale donna vi rivolgete?«Gli oggei, i vestiti e gli accessorihanno uno spirito romantico e unaspeo sensuale, per le donne chevogliono essere chic e femminili,principesse metropolitane dall’e-leganza innata. Tue le creazionihanno il fascino di essere “senza

    tempo” per superare epoche emode temporanee. La donna cheveste Rosé a Pois vuole avere unguardaroba esclusivo, indossa-re un prodoo curato nei minimiparticolari: dai tessuti, alle lineepassando per gli accessori e lemercerie».

    Il marchio oggi: dove è possibiletrovarvi?«Il marchio è presente in oltre 60negozi in Italia e in alcune del-

    le principali cià europee in tuiquei punti vendita che fanno dellaricerca e del servizio un loro pun-to fermo nella ricerca dei fornitori.

    Dove la novità e la personalizza-zione sono considerate un valoreaggiunto, non può mancare unprodoo rmato Rosé a Pois. Nel-la nostra sede di Groammare, in-vece, si trova il nostro outlet».

    Il marchio, magari, domani: dove

    volete arrivare?«Non meiamo limiti ai nostrisogni. Vogliamo arrivare dove lenostre capacità, le nostre compe-tenze, la nostra cura nella realizza-zione dei prodoi ci porteranno.Di certo nell’immediato futuro, c’éin progeo l’ampliamento dellanostra rete di vendita sia in Italiasia all’estero. A questo si aggiun-gono le collaborazioni con inuen-cers di successo e la partecipazio-ne alla prossima seimana della

    moda milanese con un piccolo a-gship. Poi chi lo sa, magari saremodi nuovo qui, il prossimo anno, araccontarcelo».

    dire che tuo parte da un’accurataricerca: di nuove tendenze, di for-me, di materiali. Cerchiamo sem-pre di anticipare, se non andare aldi là, delle mode. Certo, l’analisidi mercato e delle vendite, che è laparte meno poetica del nostro la-voro, dobbiamo farla sempre, ma

    non è di certo la parte fondamen-tale».

    Processo produivo: come l’ideacreativa si trasforma in materialee prodoo nito?«C’è una fortissima sinergia tra lenostre menti creative e quelle chesi occupano dello sviluppo pro-doo. Si lavora in team per avereuna coordinazione ed evitare dipensare capi che non hanno la per-fea vestibilità o, al contrario, che

    sono perfei ma con poco appeal».

    Qual è l’ispirazione che guidatua l’atmosfera della maison? A

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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    18| Piceno 33 Maggio 2016

    Sociale di Dina Maria Laurenzi

    Che bello sareb- be che come unricordo, diciamo,un monumento diquest’Anno del-la Misericordia,ci fosse in ognidiocesi un’opera

    struurale di misericordia”. CosìPapa Francesco nella veglia di pre-

    ghiera del 2 aprile in occasione delGiubileo della divina misericordiaaveva invitato le Diocesi a farequalcosa di concreto per tendere

    una mano verso l’altro. Un ospe-dale, una casa per anziani o per bambini abbandonati o un centrodi recupero per tossicodipendentisono state solo alcune delle ideeproposte dal papa come segnotangibile di misericordia. La Dio-cesi di San Benedeo – Ripatran-sone – Montalto ha inaugurato ve-nerdì 15 aprile il Poliambulatorio

    presso la Caritas Diocesana.

    Il vescovo Carlo Bresciani, il re-sponsabile del progeo Olindo

    Sciamanna e il responsabile am- bulatoriale Carlo Di Biagio han-no incontrato la ciadinanza perpresentare i servizi di cura e as-sistenza a quanti per vari motivinon possano accedere alle cure.Prevenire e curare a prescindere. Econ questo moo il vescovo CarloBresciani ha pensato di inserire ilprogeo di servizi poliambulato-riali tra quei segni simbolici a cuisi riferiva il papa.

    Il progeo di realizzazione del Po-

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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      Piceno 33 Maggio 2016|19

    Sociale

    Il centro è

    la primastrutturanelle Marche,

    qui lavorano25 operatori,

    tra medici e

    infermieri.

    ne non sono in grado di risponde-re con mezzi propri”. Soprauoin questo periodo in cui la morsa

    della crisi economica e sociale sifa sempre più stringente, ara-verso questo nuovo servizio si af-anca alle istituzioni civili che dasole non riescono ad arontare ledrammatiche situazioni di tantiitaliani ed extracomunitari.

    “Il poliambulatorio non nascein concorrenza con nessun'altrastruura sanitaria, né è di com-plemento al sistema sanitario na-

    zionale. – spiega il door Carlo DiBiagio - Vuole essere di aiuto perpersone fragili che non riesconoad avere servizi sanitari anche acausa delle loro condizioni eco-nomiche. Cerchiamo di accoglierel’uomo e dargli una sua dignitàaiutandolo in quello che noi ope-ratori sanitari possiamo fare: pro-teggere la sua salute. Il nostro pri-mo compito, però, è l’accoglienza,far sentire persona colui che vienee che molte volte nasconde altri di-

    sagi dietro la richiesta sanitaria”.Il centro ambulatoriale è aperto ilmercoledì, il giovedì e il venerdìdalle ore 16 alle 18.

    liambulatorio è iniziato due anni fae, grazie a un nanziamento di cir-ca 170 mila euro dell’oo per mille

    alla Chiesa Caolica, ha aperto leporte. Il centro di via Madonnadella Pietà 11 è la prima struuranelle Marche e vi opereranno unarete di professionisti, circa 25 tramedici e personale infermieristicoa disposizione a titolo volontario,e una rete di professionisti esterni.

    Complessivamente sono see iservizi sanitari gratuiti forniti: gi-necologia, medicina di base, car-

    diologia, siatria, odontoiatria,otorinolaringoiatria e geriatria.Prestazioni che si vanno ad ag-giungere a quelli tradizionali dellaCaritas diocesana: mensa quo-tidiana, distribuzione di vestiti,centro di ascolto, docce, alloggiotemporaneo femminile e incontridi formazione.

    “La Caritas diocesana è l’espres-sione della cura della chiesa localeper i bisogni delle persone senza

    alcuna distinzione di religione,di nazionalità o di qualsiasi altrogenere; - ha aermato il vescovoBresciani – bisogni a cui le perso-

    La conferenza stampa di presentazione del poliambulatorio.

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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    20| Piceno 33 Maggio 2016

    Musica

    LUIGI SORBI,

    il crossover della musica

    di Fabiana Pellegrino

    Magnificat èl’album del

    polistrumentistaascolano:

    testi religiosi conarrangiamenti pop.

    20| Piceno 33 Maggio 2016

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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      Piceno 33 Maggio 2016|21

    Musica

    A volte ti ca-pita di im- baerti inp e r s o n a g -gi che, pur

    lontani daltuo ordinario,

    hanno qualcosa diimportante da darti”. È in questomodo che Pier Paolo Piccioni mi hapresentato Luigi Sorbi. Polistru-mentista ascolano conosciuto inmolte parrocchie della cià comeorganista e musicista nelle cele- brazioni eucaristiche, Luigi Sorbiè un personaggio caleidoscopico.Lieve come solo gli uomini con lospirito d’un tempo passato sannoessere – nonostante la giovane età– accompagnato da una grazia chenon appartiene più a questo mon-do e sereno, come pochi oggi sono.Luigi è un uomo gentile, mite, di-screto. Eppure, sa sorprendere.Arriva al Musicandia Vintage Stu-dio con l’intenzione di registrareun album dal titolo “Magnicat”:dodici brani che parlano di Mariae del suo amore per il Padre e l’u-manità, dall’animo estremamentemoderno. Insomma, Magnicat èun disco che parla di religione a

    suon di pop. È un album decisa-mente vivo. “All’inizio ero dub- bioso sulla riuscita della cosa – mispiega Pier Paolo nella chiacchie-rata a tre faa assieme a lui e Luigi- temevo di non poter dare moltoal nostro Luigi. Dài su, decémelacom’è: ma mi ci vedete a fare corisu canzoni sacre? Invece la bo-nomia di Luigi, la gentilezza ditrao, la sua determinazione uni-ta a una grande creatività hanno

    avuto la meglio, e posso dire cheil lavoro è uscito molto bene”. Maperché proprio Maria? RispondeLuigi: “ho deciso di celebrare lelodi di Maria perché credo si traidi una gura aualissima. Ho ungrande rispeo per questa Donnacosì bella e solidale verso le fascepiù deboli della comunità. Pen-so rappresenti la parte tenera diDio”. Eppure, nell’immaginario diLuigi il disco deve emanciparsi daquella “spocchia” ecclesiastica che

    rischia di irrigidire tua l’opera.Ecco, allora, lo spirito pop: “conquesto album ho voluto allargareil mio solito target, perché si vive

    anche di sogni e di ciò che si hadentro e vorrei parlare ai giovani,trasmeendo loro un messaggiopositivo. Certo, sono consapevo-le di correre un gran bel rischio,quello di scontentare tui”. Sì per-ché il messaggio religioso Luigi loha messo dentro un contesto laico.Tuavia, Pier Paolo Piccioni è oi-mista: “Luigi sta tra la musica sa-cra e quella pop, è decisamente uncrossover”. Il CD sarà disponibiledal mese di maggio, lanciato dal-la title-track dell’album, “Magni-cat”. “È un brano a mio avvisomolto bello – racconta Pier Paolo

    - arrangiato in uno stile branduar-diano che ben si confà al tempoin 12/8 che lo caraerizza. Ai corie alle percussioni Marco Paolo eSara, ragazzi di Musicandia, chetalvolta hanno suonato con Lui-gi presso la chiesa di San Pietro ePaolo. Il video è stato realizzato daAFS Videoservice nella bellissimacaedrale di Ascoli Piceno. Vi rac-comando il nale con percussionia palla e cori come se non ci fosse

    un domani, in una epifania di suo-ni che tenterà di esaltare il cristia-no e smuovere l’agnostico dai suoigranitici convincimenti”.

     Dodici brani cheparlano di Maria

    e del suo amoreper il Padre el'umanità. Un

    album dall'animoestremamente

    moderno.

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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    22| Piceno 33 Maggio 2016

     Arte di Valentina Falcioni

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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      Piceno 33 Maggio 2016|23

     Arte

    L’anno scorso, quan-do mi sono trovataper la prima volta difronte alle opere pit-toriche di Giorgio Pi-gnoi, ho riesumato

    dalla memoria una citazione delloscriore statunitense, ma di origi-ni tedesche, Charles Bukowski chein Stati d’Animo scrisse: “Questaincompletezza è tuo ciò che ab- biamo”. L’artista, nato ad Ascoli

    Piceno nel 1979, realizza ritraidi bambini e adulti araverso unagestualità rapida e istintiva chealcuni critici d’arte, come MariaLetizia Paiato, hanno denito dimatrice espressionista.Il corpo, come ho riferito decine divolte, è caraerizzato da un codiceparalinguistico, una forma di co-municazione silenziosa e non ver- bale che riesce a manifestare i piùremoti stati emotivi con un’onestà

    spiazzante. Le parole possono es-sere mascherate da un particolaretono di voce, riescono a ngere unimpulso, a emulare un sentimen-to e allo stesso tempo a emanareuna salda credibilità. Non a caso,quando qualcuno ci fa una con-denza, tendiamo a esaminare ladistanza prossemica, la posa del-le mani, l’inclinazione del bustoo del capo, l’aeggiamento dellegambe, ma soprauo siamo por-tati a scrutare le linee espressive

    del volto. Le rughe che calcano lafronte, i movimenti imperceibilidelle labbra, il colorito o l’intensopallore delle guance, lo strato di

    sudore che imperla le tempie e illivello di sfuggevolezza degli oc-chi sono tui segnali di una deter-minata condizione d’animo. Comeha sostenuto lo psicoterapeuta epsichiatra statunitense AlexanderLowen nel 1958: “Non esistonoparole più chiare del linguaggiodel corpo, una volta che si è im-parato a leggerlo”. A tal riguardo, bisogna ricordare che per diversisecoli è stata ritenuta assoluta-

    Giorgio Pignoi, invece, omeemediante delle pennellate furentiproprio parte del volto dei suoisoggei, producendo un vero eproprio black out nella mentedell’osservatore che ne rimaneimmediatamente rapito e turbato.Di fao, davanti alle sue tele in unprimo secondo si resta spiazzatie insieme inquietati. Poi gli occhisi meono alla smaniosa ricercadi un elemento signicativo, una

    traccia familiare, un qualcosa ingrado di placare risolutivamentelo smarrimento. A un certo puntoquella manchevolezza favorisceuna dimensione colleiva all’o-pera per cui lo speatore tende adistinguere nel visibile qualcheimpronta di sé. Inne s’intendequanto l’essere umano sia legato einuenzato dalla vista, da ciò cheè perceibile con un’occhiata get-tata anche fugacemente e quanto

    poco sia abituato a ricercare e in-terpretare gli input immateriali,gli inussi incorporei, i messaggipiù autentici che la carne riesce aemanare senza emeere suoni ostimoli visivi.Per approfondire tali tematiche èpossibile visitare no al 31 mag-gio 2016 la mostra personale delpiore marchigiano, intitolata#Ritrao_01, presso la Galleriad’Arte Contemporanea “OsvaldoLicini” di Ascoli Piceno, a cura di

    Christian Caliandro e nata da unprogeo di Alessandro Zechini edall’associazione culturale ArteContemporanea Picena.

    L'artista, nato adAscoli nel 1979,

    realizza ritratti dibambini e adulti

    con una gestualitàrapida e istintiva.

    mente aendibile la siognomica,“quella disciplina parascienticache, studiando la correlazione tra

    l’indole e l’aspeo sico della per-sona, si proponeva di dedurre lecaraeristiche psicologiche degliindividui dal loro aspeo corpo-reo, in particolare dai lineamen-ti e dalle espressioni del viso”. Ilnome greco ϕυσιογνωμονία fuusato per la prima volta con ilmedesimo signicato da Aristo-tele nel IV secolo a.C. e godee diampia considerazione no al XIXsecolo. Questo, pertanto, ci aiutaa capire di quanto riguardo abbia

    sempre beneciato lo studio delvolto umano nell’interpretazionedi un’emozione o addiriura diuna componente caraeriale.

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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    24| Piceno 33 Maggio 2016

     Attualità

    Dalla ne dellequote lae, unanno fa, hanno

    chiuso in Italia al-meno 1.500 stalle,la maggioranza

    in montagna, per eeo del crollodel prezzo pagato agli allevato-ri che è sceso al di soo dei costidi alimentazione del bestiame, suvalori di quindici anni fa. Lo diceil dossier Coldirei “Quote lae:un anno dopo”. Il prezzo del laealla stalla, riferisce il dossier, stacrollando da 0,44 euro al litro nelmarzo 2014 a 0,37 nel marzo 2015

    ed è ora mediamente di 0,33, conpunte no a 0,30 euro in Friuli Ve-nezia Giulia, dove si registrano lequotazioni più basse d'Italia per

    la pressione delle importazioni di bassa qualità. La vita o la morte dimolte stalle sopravvissute no ad

    ora in Italia dipende - sostiene laColdirei - da almeno 5 centesimiper litro di lae che si ricavanodalla dierenza tra i costi medi diproduzione pari a 38-41 centesimie i compensi aualmente ricono-sciuti. Per eeo di questi pochicentesimi le stalle presenti in Italiadopo la ne delle quote lae sonoscese al minimo storico di menodi 33 mila unità, rispeo alle 180mila aive nel 1984 all'inizio delsistema delle quote. "Quando una

    stalla chiude si perde un interosistema fao di animali, di pratiper il foraggio, di formaggi tipicie soprauo di persone impegna-

    Dossier Coldirei,

    chiuse 1.500 stalle

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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      Piceno 33 Maggio 2016|25

     Attualità

    Nelle Marchedal 2008 a oggi èstata chiusa unastalla su tre con

    il rischio dellascomparsa del

    latte e dei formaggimarchigiani.

    te a combaere lo spopolamento eil degrado", aerma il presidentedella Coldirei, Roberto Mon-calvo, per il quale "in pericolo c'èun patrimonio culturale, ambien-tale ed economico del Paese", maanche "i 120 mila posti di lavoronell'aività di allevamento da laeche è per metà destinato ai 49 for-maggi italiani a Denominazione diorigine protea (Dop), un primato

    a livello europeo".Secondo lo studio, a fronte di unaproduzione nazionale di circa 110milioni di quintali di lae, sono 85milioni di quintali le importazionidi lae equivalente dall’estero, sot-to forma di concentrati, cagliate,semilavorati e polveri per essereimbustati o trasformati industrial-mente per diventare mozzarelle,formaggi o lae italiani, all'insa-puta dei consumatori. Si traa di

    circa il 40% e, secondo Coldirei,“c’è il rischio concreto che il laestraniero possa per la prima voltasuperare quello tricolore”.Nelle Marche, la situazione è inlinea con la media nazionale: il va-lore delle importazioni di prodoilaiero caseari dall’estero nel 2015ammonta a 40,5 milioni di euro,mentre le esportazioni valgono 8,3milioni di euro, con un evidentedisavanzo della bilancia commer-ciale. Secondo Coldirei Marche,dall’inizio della crisi, nel 2008,a oggi è stata chiusa una stallamarchigiana su tre, con il rischioconcreto della scomparsa del lae

    e dei formaggi made in Marche,e conseguenti eei drammaticisulla sicurezza alimentare e sulpresidio ambientale. A soprav-vivere sono poco più di un centi-naio di stalle, che hanno prodoonel 2015 circa 310 mila quintali dilae, a fonte dei 460 mila che ve-nivano prodoi prima della crisi.Il problema, tuavia, riguarda an-che il gap tra il costo del lae sullo

    scaale e quanto percepito dagliallevatori. Ai produori di laemarchigiani arrivano compensioscillanti tra i 30 e i 40 centesimial litro, mentre al consumo, il co-sto medio per il lae di alta qualitàeèdi 1,5 euro al litro, con un ricari-co di circa il 300%.Le previsioni degli allevatori sonodiventate realtà. Un anno dopo lane del regime delle quote lae, iprezzi sono crollati e l'invasione

    dei prodoi esteri - tre cartoni dilae su quaro, denuncia Coldi-rei - è arrivata. D'altra parte, no-nostante il sostegno del governoe della grande distribuzione conil nuovo logo 100% italiano, nonsarebbe potuta andare diversa-mente: già con le quote lae, l'I-talia importava il 40% del propriofabbisogno. Per l'associazione de-gli agricoltori, che ha organizzatouna manifestazione nazionale aUdine, porta d'accesso al mercato

    italiano da parte dei produoristranieri, si traa di "una crisi sen-za precedenti che sta provocandola strage delle stalle italiane".

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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    Alla finale della 21esima edizionedel Festival Dell’Adriatico Pre-mio Alex Baroni 2016  svoltasi alTeatro Concordia di San Benedet-to del Tronto, che ha avuto comesuper ospite nonché presidentedi giuria il cantautore GiuseppePovia , i Motette , band ascolana,

    hanno fatto incetta di premi conil loro brano Stella (testo scritto daAndrea e arrangiamento curatoda Maurizio Marcellini): vincitoriassoluti, miglior inedito e migliorgruppo. La band nasce nel 2010 egli attuali componenti sono Ales-sandra Guidotti (voce), RobertoGiorgi (chitarra), Daniel Fazzini(basso) e Andrea di Luigi (batte-ria). Il background musicale diognuno, fuso con gli altri ha de-

    terminato il genere musicale checontraddistingue questo gruppo eche loro stessi hanno definito PopProgressive - “... le nostre canzonisono cucite sulla tonalità della voce

    della nostra Alessandra”  - dice Ro- berto. “Da un punto di vista artisticosiamo il semplicissimo incrocio dellenostre esperienze musicali passate, ilnostro suono viene da noi stessi, senzanessun riferimento e senza prenderespunto da altri artisti” - dice Andreae Daniel aggiunge - “All’inizio but-

    tavamo giù ogni idea che avevamo, maora con la maturità acquisita abbiamotrovato la nostra linea guida”. Essen-do tutti autori, in genere il pro-cesso creativo parte da un singolocomponente che scrive il testo, lamelodia della voce e se possibi-le l’arrangiamento per il propriostrumento. Durante le prove si hail confronto e lo scambio di ideeper sviluppare il pezzo: processoche può durare alcuni mesi. Della

    loro musica risalta sicuramente lacreatività sia dei propri pezzi siadi quando stravolgono i brani sucui mettono le mani, esprimen-do a pieno loro stessi: nel 2014

    hanno partecipato al Festival diCastrocaro  portando la loro per-sonale interpretazione del branoL’Essenziale  di Mengoni , curan-do interamente l’arrangiamento,ottenendo anche l’elogio da partedi Claudio Fabi  (padre di Niccolò).Sicuramente la vittoria al Festi-

    val Dell’Adriatico  ha portato loromaggiore visibilità e come diceAndrea “ci ha causato un profondis-simo shock positivo a livello emotivo”.Per conoscere meglio i Motette, e illoro progetto ascoltate l’intervistausando il QR Code.

    MUSICA TEATRO LIBRI SCIENZA WEB SALUTE FOOD

    Motette“[...] non importa dove sei, che sceglierai,

    l’avremo fatto insieme [...]"di Carlo Lucadei - Radio incredibile

    Usa ilQR Code!

    Motette

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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      Piceno 33 Maggio 2016|27

    di Andrea “Nonno” CocciaEureka!

    Eureka! Un recente studio dellaDrexel University di Philadel-

     phia negli Stati Uniti, con lacollaborazione dell’Università

    Bicocca di Milano, ha cercatodi capire se, quando si tratta di

    risolvere problemi, sia meglioragionare in modo analitico con

    calcoli e collegamenti mentali

    oppure fidarsi del puro istinto.Secondo gli autori dello studio,

    il pensiero analitico è spessotroppo sbrigativo e approssi-

    mativo a causa della necessitàdi rispettare scadenze tempo-rali, mentre un momento Aha!– è chiamato così quell’istantein cui il cervello unisce tutti i

     puntini e ci rendiamo conto diaver avuto un’idea o un pensiero

    improvviso e inaspettato – non

     può esser af frettato, in quanto èautomatico e inconscio. Questosignifica che, quando c’è bisogno

    di un’idea creativa, che sia un po’ fuori dagli schemi, è meglioattendere l’intuizione giusta. Al

    contrario, è meglio affidarsi alclassico ragionamento quandodobbiamo affrontare problemi

     per cui ci siano strategie bendefinite per risolverlo, come nelcaso di quesiti matematici. Nonsiete convinti? Vediamo qualche

    esempio, qualcuno reale, qualcu-no forse un po’ meno, ma comun-

    que curioso da raccontare.

    HO TROVATO!  – Famosissimol’urlo che fece – o almeno così sicrede – Archimede mentre stavaentrando nella tinozza per fare un bagno. Si rese conto che, mano amano che si immergeva sempre dipiù in acqua, una maggiore quan-tità di acqua si muoveva, teoriache prese il nome di Principio di

    Archimede. Gli sarebbe servitoper espletare il compito di rilevaretentativi di contraffazione di unacorona d’oro, che gli era stato as-segnato dal governatore. Secondola storia, Archimede poi cominciòa correre nudo per le strade di Si-racusa urlando Eureka! – che vuoldire, più o meno, ho trovato! ingreco – ma gli studiosi modernisono piuttosto scettici su questo.

    CIOCCOLATO LIQUIDO – Per-cy Spencer era un lavoratore dellaRaytheon, azienda nel campo deiradar, e lui fin da giovanissimo,appassionato di comunicazionisenza fili, e più nello specifico,grande esperto di onde radio.Mentre stava lavorando su un’ap-parecchiatura radar – un ma-gnetron, un generatore di onderadio che si trova anche nei fornia microonde – si accorse che una barretta di cioccolato che avevain tasca si era sciolta. L’intuizioneseguente, fu portare dei chicchi dimais, che scoppiarono tutti diven-

    tando popcorn, e da lì a breve ilforno a microonde era nato.

    CADUTA DAL MELO  – Tut-ti conosciamo la storia di IsaacNewton, che contemplando l’u-niverso all’ombra di un albero dimele, venne risvegliato improv-visamente da uno dei frutti che

    gli cade sulla testa. Eureka! gridò,elaborando il concetto di una for-za che ha portato la mela a caderedall’albero verso terra, la forza digravità (anche se poi si dimostrònon esattamente corretta). In real-tà, sembra che la storia sia legger-mente diversa e che Newton abbiaosservato cadere la mela da unacerta distanza, preservando la suatesta da bernoccoli e lividi.

    CARO AMICO TI DICO – AlbertEinstein aveva un caro amico chelavorava all’ufficio brevetti, l’ita-liano Michele Besso. Un giorno,discutendo con lui della teoriadella relatività ristretta – quellache, semplificando molto, dice cheil tempo scorre a velocità diverse aseconda di dove ci si trova nell’u-niverso - che stava cercando dielaborare. Tornando a casa, ebbel’illuminazione mentre in autopassava vicino a una torre orolo-gio. Il giorno dopo tornò dal suoamico e gli disse: “Grazie, ho risol-to completamente il problema.”

    L’ISTANTE CHE PUÒ

    CAMBIARTI LA VITA

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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    L’Ascoli di Petó  di Pier Paolo Piccioni

    na delle abilitàpiù spiccate dell’a-scolano verace è

    sicuramente quel-la dell’inveiva.Campo in cui l’a-scolano dà fondo a

    una sterminata fantasia immagini-ca, mutuando similitudini ridan-ciane dalle conoscenze contadine,culinarie, artigiane, insomma dal-la pratica comune.

    E particolarmente belle sono le de-nizioni che l’ascolano utilizza perdenire le persone dall’appeal nonparticolarmente sveglio. Personeche in italiano potremmo deniretonte, almeno all’apparenza. Ecco,quando uno ha un po’ l’aspeo, lafaccia, l’andatura da tonto l’asco-lano si sbizzarrisce in denizionivarie, ognuna delle quali reca insé peculiarità precise che la fannopreferire, nel caso concreto, ad al-tre.

    Prendiamo la denizione principe

    che l’ascolano dà di questa gura:lu tòtera. Per chi non lo sapesse, lutotera è la parte interna della pa-nocchia di granturco, ovvero ciòche rimane dopo aver snocciolatoi preziosi chicchi gialli. Ebbene,cosa se ne dovrebbe fare uno deltotera? Esaamente nulla, ed èquesto il motivo per cui una perso-na poco sveglia viene denita tale.

    Totera è lo stimato professionista- ingegnere avvocato medico - al

    quale aderesti la tua famigliacon cieca ducia tanta è l’adabi-lità sociale che promana dalla suagura, ma che magari cammina

    come un automa (ad esempio por-tando avanti gamba e braccio in-sieme dallo stesso lato, avete visto

    mai?), oppure totalmente incapacedi capire una bauta che non ab- bia concatenamento a=ape, u=uva.Insomma: tui lo idolatrano, è ri-speato e ammirato, ha preso tui30 all’università, porta sempre lacravaa, ma tu dentro di te lo saiche è solo ‘nu totera.

    E poi, sì, magari ci sono toteri an-che meno abbienti o posizionati,ma hanno inferenza statistica mi-nore: il bisogno come si sa accelera

    le sinapsi e stimola l’immaginazio-ne.

    Diverso è il conceo de lu tertùre.Ah, qui no: ragazzi se uno ti dàdel torturo la fa grossa. Lu terture,fondamentalmente, è il bastone.Nel contado è specicatamenteil bastone ccato nel suolo vicinoalla piantina giovane che vienelegata ad esso per poter cresceredria.

    Ora, non che si possa dire che luterture in tal caso non abbia unasua utilità pratica, ma c’è da am-meere che la sua funzione siesplica nella più assoluta nullafa-cenza. E poi viene buato via, op-pure utilizzato per l’altra funzio-ne cui è solitamente deputato: lepercosse. Infai in ascolano si dice“Mo’ te denghe ‘na terterata”,cioè una boa di torturo. Ravanan-do tra i dizionari d’italiano emerge

    che è ben reso in lingua dal lem-ma tortóre che denisce il bastoneche veniva usato per torcere le funinella lavorazione della canapa.

    Ora, denire una persona tertùre per un ascolano signica farglitorto ben peggiore che dargli del

    tòtera. Lu terture è il tonto tra-passato remoto, quello che abbinapostura, espressione facciale, dif-coltà di parola, vestiario assolu-tamente inadeguati a un serenoconfronto sociale. Lu terture nonti capisce pure se usi l’abbaceda-rio, ha uno spessore umano di unmicron. Abbina la risicata elastici-tà mentale a una scarsa sincronianei movimenti, di solito esibisceun corpo ingombrante e inade-guato che può essere vestito pureda Valentino o da Armani, mapurtroppo come si dice ad Ascoli“ gness’accosta cósa” (nulla gli cade bene addosso).

    Il trao denitivo della disistimache questo personaggio raccogliesta nell’utilizzo nei suoi confrontidella terza persona singolare  inluogo della seconda, ancorché insua presenza: se infai ci si rivol-ge al tonto con altre inveive di

    stesso stampo in seconda persona(“Oh, ma ié proprie ‘nu tòtera!”),invariabilmente nei suoi confrontisi passa a una impersonale terzapersona, come a non volergli rico-noscere manco la dignità di ascol-tatore coinvolto: “Ma tu guardaSTU terture!”, abbinando solita-mente alla frase una mano di ta-glio con palmo verso l’alto.

    Ecco, se uno mi dà del tòtera melo prendo, seppure a malincuore.

    Cerco di non farci caso, somatiz-zo ma resisto. Ma se uno mi dicetertùre m’arregno no alla mainadopo.

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      Piceno 33 Maggio 2016|29

    F

    acciamo un passoavanti nel nostro per-corso di coaching.Nello scorso numeroabbiamo rimarcato

    l’importanza della vi-sualizzazione dei nostri obiettiviquale attività imprescindibile perla loro realizzazione. Fatto questosi passa attraverso una secondae imprescindibile fase che moltidanno per scontata ma che non loè affatto: la decisione. Dietro qua-lunque cambiamento c’è una deci-sione, qualcosa di molto serio; l’at-to finale di un processo di scelteponderate e definitive che non la-

    scia margini all’esitazione. La de-cisione serve a concludere, a fissa-re, a scolpire ciò che vogliamo cheaccada. Lo stesso verbo “decidere”deriva da “re-cidere”, ovvero, ta-gliare via ogni altra cosa che nonsia la decisione. Il più delle volte,pensiamo di aver deciso qualco-sa, ma poco dopo cambiamo idea,magari di fronte a un ostacolo ecosì optiamo per la decisione op-posta… e così via, creando crisicontinue e insoddisfazione. Que-

    sto accade perché la vera decisio-ne implica l’essere disposti a paga-re il prezzo del cambiamento ed èlì che generalmente crollano tutti

    I tuoi prossimi 10 anni

    Pnl, istruzioni per l’uso di Roberto Palumbo

    i grandi progetti per la vita. Nonsiamo quasi mai disposti a pagareil prezzo del cambiamento perchécomporta temporanee rinunce osofferenze e non pensiamo che un

    piccolo prezzo pagato oggi ci evi-terà una grossa crisi futura. La de-cisione, quindi è qualcosa che staoltre questo punto. Quando decidiveramente di essere, fare, ottene-re, realizzare qualunque cosa, seitrascinato da una forza internache ti toglie il fiato e ti da l’energiae la motivazione necessarie perandare fino in fondo mettendotiin gioco completamente e senzatornare indietro.

    Si narra che Alessandro Magno,durante la spedizione in Asia pre-se la decisione di bruciare le navi,costringendo il suo esercito a con-quistare quelle nemiche se avessevoluto tornare a casa.Anche quando decidi che quellaè la persona della tua vita taglivia ogni altra possibilità e il me-desimo meccanismo scatta anchequando avverti un pericolo per unfamiliare e affronti qualsiasi pro-va pur di proteggerlo. Dunque,tutto nasce dalle tue decisioni. Ciòche sei e che hai oggi è il risulta-to delle decisioni, grandi e picco-le, che hai preso nel passato. Non

    c’è stata casualità ma solo e semprecausalità , la differenza è notevole.La causa di ciò che vivi adesso èsempre individuabile nella primadecisione che ti ha fatto intrapren-

    dere una strada, fino a portarti inun posto preciso della tua vita,dove ti trovi oggi e l’unica cosache puoi fare è chiederti se è pro-prio lì che vuoi trovarti adesso. Sela risposta è “no” allora quelle de-cisioni non sono state produttive.Non dico giuste o sbagliate perchénon faccio morale ma coaching evoglio assicurarmi che tu vadadove veramente desideri.Comunque sia andata, anche se

    oggi non sei soddisfatto, sai chela vita continua e che oggi hai ilpotere di decidere  come sarà lavita che verrà. E allora fallo guar-dando molto avanti, perché ciòche sarai fra 10 anni lo comincia costruire oggi attraverso le tuedecisioni. Allenati a decidere; abi-tuati a prendere ogni giorno unadecisione definitiva senza torna-re indietro e pagando il prezzonecessario. Comincia con piccolecose e poi sempre più grandi. Se

    imparerai a padroneggiare questimeccanismi potrai realmente pia-nificare la tua vita non solo per iprossimi 10 anni ma per sempre.

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    Se ci trovassimodavanti allo spec-chio della Regi-na di Biancanevee chiedessimo,‘Specchio spec-chio delle mie brame qual è lapiù attesa, e ama-

    ta serie fantasy del reame?’ la ri-sposta sarebbe, senza dubbio, IlTrono di Spade.Con numeri da Guinness dei pri-mati, la magica serie creata dallapenna di George Martin, torna peril sesto anno su Sky Atlantic il 25Aprile in lingua originale sottoti-tolata (mentre il 2 maggio in italia-no) con numeri da capogiro: solo ilprimo trailer della nuova stagioneè stato visto in rete da trenta milio-ni di persone.

    Un successo così clamoroso dipen-de non solo dalla altissima qua-lità del prodotto, ma soprattuttodall’atmosfera dark e inquietante,

    da un denso concentrato di politi-ca, dramma, epica e dall’evoluzio-ne dei suoi personaggi, intorno aiquali aleggia il solito quesito: chiresterà in vita?Il Trono di Spade ha da sempredimostrato la sua tendenza sadicae sanguinaria, fin dalla prima sta-gione. Merito dello spietato creato-

    re, il quale non risparmia nessunonei suoi racconti, e qualsiasi perso-naggio, dal più amato al più odia-to è sacrificabile. Le Cronache delghiaccio e del fuoco, iniziate nel1991, dovevano essere inizialmen-te una trilogia; ma con il trascorre-re del tempo e l’evolversi della sto-ria, lo stesso scrittore ha decretatoche per portare a termine la nar-razione saranno necessari 7 libri.Il sesto, The Winds of Winter, è incorso d’opera. Fortunatamente i li-

     bri e la serie hanno intrapreso stra-de diverse, in modo da sorprende-re anche chi ha già letto i romanzi.Da quasi un anno quindi, impaz-

    zano ipotesi e congetture dopola fine della quinta stagione: JonSnow, pugnalato e tradito, torneràin vita? Arya diventerà una spie-tata assassina? In che modo Cerseisi vendicherà? Gli Estranei cosafaranno? Troppi quesiti lasciati insospeso non hanno fatto altro cheaumentare la curiosità.

    Tra le varie casate presenti nellastoria, dagli Stark, eterni sfortu-nati ma dall’animo nobile, i Lanni-ster ricchi sfrontati con una buonadose di malvagità, ai Bolton freddicalcolatori il pubblico si divide,schierandosi e appassionandosialle rivalità come fossero reali. Eognuno di noi sceglie chi tifare,perché se “al gioco del trono o sivince o si muore” a noi spettatori basta anche solo partecipare.

    Ogni sabato su www.primapaginaonline.it

     A qualcuno piace Nerddi Anna Quartaroli

    IL TRONO DI SPADE 6: UN SUCCESSO ANNUNCIATO

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      Piceno 33 Maggio 2016|31

    Ogni mercoledì su www.primapaginaonline.it

    Fly musical con noidi Santino Santinelli

    Il 28 Maggio, presso ilTeatro Ventidio Bassodi Ascoli Piceno, va inscena il saggio di fineanno della nostra Scuo-la di Musical. La perfor-mance vede protagoni-sti tutti gli allievi chestanno frequentando

    la Scuola fondata dalla Fly Com-munications nel 2014. Gli studen-ti, che sono divisi per classi di età

    dai 3 ai 20 anni, hanno iniziato afrequentare le lezioni delle variediscipline previste nel piano distudi lo scorso mese di ottobre.Nello specifico le materie che ven-gono insegnate sono: canto, core-ografia, dizione e recitazione, maanche inglese, scenografia, truccoe tecniche digitali.Alla fine del percorso scolasticoannuale gli allievi debuttano alTeatro Ventidio Basso con il musi-cal finale, che quest’anno è incen-

    trato sulla famosissima storia diAlice nel Paese delle Meraviglie,opera realizzata nel 1865 dalloscrittore inglese Lewis Carroll.

    Già da diverso tempo gli studentidella Scuola hanno avviato un’ini-ziativa promozionale per questomusical, che ha anche lo scopo dicoinvolgere i propri amici e paren-ti attraverso i vari social network,grazie all’utilizzo dell’hashtag#aliceperme, con il quale i prota-gonisti della performance posso-no condividere i propri pensieririguardo l’esperienza fatta all’in-terno della scuola, così come le

    emozioni provate nell'allestimen-to dello spettacolo.

    Se siete curiosi di leggere tutti ipensieri scritti dai nostri ragazzi,potete farlo leggendo i nostri ar-ticoli pubblicati su Prima PaginaOnline.Vi invitiamo, quindi, a venire a te-atro per assistere a questo bellissi-mo musical!

    Promemoria: Sabato 28 Maggio,

    ore 17 presso il Teatro VentidioBasso di Ascoli.

    Ci vediamo a teatro!

     www.flycommunications.it

    [email protected]

    Flycommunications Eventi

    327.3813594

    Un hashtag per promuovere la performance della Scuola diMusical della Fly Communications nel suo “Omaggio ad Alice nelpaese delle meraviglie”.

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    o avutol’occasionedi leggere

    poco tem-po fa unlibro moltoi n t e r e s -sante cheha rispol-verato lemie sopiteconoscen-ze relative

    alla letteratura greca e che mi èmolto piaciuto. Il volume in que-

    stione è un saggio molto denso ecurioso, scritto con estrema cura,dal titolo suggestivo: “Omero nelBaltico”. Il libro è un vero viaggionel tempo e nello spazio. L’autore,Felice Vinci, ci accompagna infat-ti dalla Turchia e dal caldo e as-solato mediterraneo, luogo doveabbiamo sempre ambientato le av-venture del ciclo omerico, fino aifiordi della Scandinavia. Secondola tesi del libro, infatti, il nucleodi leggende e miti da cui è scatu-

    rita l’Iliade e l’Odissea sarebbe lamemoria ricostruita e ricollocataal sud del folklore di un popoloinizialmente abitante del nord. Gli

    di Eleonora TassoniLiberrante

    antichi popoli baltici, dopo avercolonizzato durante un periodoclimatico piuttosto mite, il nord

    Europa si sarebbero spostati a sudcon il progressivo abbassamentodelle temperature. Le avventurenordiche, i nomi dei luoghi e leleggende avrebbero trovato unanuova “casa” insieme ai loro la-tori. Questa traslazione sarebbestata semplificata anche da unacerta somiglianza tra le due realtà:ricche di isolotti, scogli, arcipela-ghi e affacciate sul mare. La tesiè sostenuta da carte, analisi dei

    cambiamenti climatici ma, soprat-tutto, dall’attenta lettura dei clas-sici omerici che contengono, nellosplendente linguaggio del poeta,tanti indizi. Vinci non si lasciasfuggire alcun dettaglio per soste-nere la sua ricerca: i nomi di mol-ti luoghi baltici mostrano radicilinguistiche somiglianti in modoimpressionante ai nomi delle cittàe degli eroi greci. Secondo l’autoresi sarebbe verificato in questo casoun tipo esempio di riuso dei nomi

    (un po’ come i migranti verso leAmeriche che fondavano nuove“york” e “england”). Inoltre eroie dei greci vivono avventure stra-

    CANTAMIO DIVA

    namente simili alle leggende con-tenute delle saghe nordiche comese un fondo comune avesse fatto

    fiorire le due tradizioni. Del libro,ciò che più colpisce è quanto pocoattentamente abbiamo sempre let-to Omero. Si può ritenere vera omeno la tesi sostenuta ma rendersiconto, solo grazie a questo saggio,di quanto non ci siamo accorti diespressioni e descrizioni omeri-che che stonano in un contestomediterraneo è stupefacente. Sututte cito con gusto una delle pa-gine più suggestive dell’Odissea:

    si tratta della descrizione con cuiPenelope ordina alle serve di alle-stire un letto per l’ospite straniero(in realtà Ulisse) e in tal modo lomette alla prova: “Suvvia, Euri-clea, apprestagli il solido letto fuo-ri dal talamo, già da lui costruito;portate qui fuori il solido, e getta-tevi sopra coperte e pelli e guan-ciali lucenti”. Tutti noi sempreconcentrati sullo stratagemma delletto-albero radicato come le fon-damenta della casa nella terra non

    ci accorgiamo delle “coperte e pel-li”… come se la notte fosse fred-dissima e fosse necessario perciòadeguata protezione. Curioso, no?

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      Piceno 33 Maggio 2016|33

    A molti di noi, durantela nostra infanzia, saràcapitato di correre e roto-

    larsi su campi cosparsi difiori gialli, cogliere e farvolare nel vento i semi diun soffione trovato nel bel mezzo delle nostre

    scorribande all’aria aperta. All’epoca mi dicevano chequel fiore e quel soffione erano la stessa cosa e si chia-mava “dente di leone”, un nome che stimolava ancoradi più la mia fantasia durante le ore di gioco. Il nomescientifico esatto è in realtà “taraxacum”, tarassaco,una pianta officinale appartenente alla famiglia delleAsteraceae, molto utilizzata in erboristeria.

    Fiorisce in primavera e cresce spontanea nel nostroPaese, non deve essere quindi difficile, ora, scorge-re i suoi fiori gialli in mezzo all’erba verde smeraldodi questa stagione. Per qualche magia della natura, ilfiorellino, che sembra richiamare la forma di un pic-colo Sole, si trasforma nel periodo dell’infruttescenzain un ciuffetto rotondo di peli bianchi che il vento, oqualche bambino temerario, disperde nella terra perfar nascere nuove piante.Il tarassaco è legato intimamente alla nostra cultura,è presente in molti dipinti raffiguranti soggetti reli-giosi, e da quanto ne sappiamo viene utilizzato per lecure e la cosmetica naturale fin dai tempi del Rinasci-

    mento. Solitamente lo si associa a proprietà depurati-ve e può aiutarci a liberare l’organismo dalle tossineaccumulate durante la stagione fredda. Le sue fogliesi trovano facilmente in erboristeria, in composti per

    preparare tisane allo scopo di migliorare il funzio-namento di fegato e reni. Il tarassaco svolge, infatti,un’azione coleretica aumentando la secrezione bilia-

    re, facilitando i processi di eliminazione delle sostan-ze tossiche e l’insorgenza di calcoli biliari. Possiedeproprietà diuretiche ed è un valido aiuto per pulirele vie urinarie (in alcune parti d’Italia è conosciutoanche con il nome di “piscialetto”). Contiene dellesostanze amare che stimolano l’appetito in soggettiinappetenti e, infine, è bene sapere che rappresentauna ricca fonte di potassio. Il consumo di tarassaconon si limita agli infusi con le foglie (che possono an-che essere l’ingrediente di gustose insalatone), ma siestende alla radice e al succo derivante dalla spremi-tura delle foglie, in qualche caso ai fiori. Sempre con

    le foglie si ottiene un’alternativa al caffè tradizionale,come accade nel caso del caffè d’orzo e di quello dicicoria. Prima di iniziare un ciclo di cura naturale coltarassaco, che di solito dura 15-20 giorni, è necessariorivolgersi al proprio medico e farmacista. Pur non es-sendo una pianta tossica, infatti, può avere controin-dicazioni nelle persone che soffrono di patologie alivello gastrointestinale e, più in generale, correlateal fegato. Il tarassaco può inoltre confliggere con l’as-sunzione di particolari medicinali. Se lo si vuole rac-cogliere, accertiamoci che sia nato in una zona noncontaminata e lontana dall’inquinamento. In cosmesinon è ancora molto utilizzato, ma la tradizione po-

    polare gli attribuisce le proprietà di schiarire efelidie lentiggini e combattere le verruche. Il suo decottosembra essere un alleato formidabile contro la riten-zione idrica e la cellulite.

    Naturalmentedi Anna Romana Sebastiani

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    Pane, amore e fantasia

    Informazione pubblicitaria

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    Il giardino di Lola di Gigliola Croci Mariani

    LA VIOLACCIOCCA ,

    AMORE DIFFICILE

    Conoscete il fiorechiamato violac-ciocca? Le suetonalità dorateilluminano i ri-cordi della miainfanzia. Cir-

    condava a mo’ di recinto l’ortodei miei nonni, contrastando con

    il suo profumo speziato e intensoquello dello stallatico sparso sag-giamente sugli ortaggi affamati.Quel sentore di vaniglia e mielee giglio era l’essenza dell’estate.Odorava l’aria tra voli di calabro-ni, grida festose di fanciulli e gar-riti di rondini che si immergevanosaettanti nell’azzurro. La sua fra-granza dolce, leziosa ma non inva-dente accompagnava le prime pas-seggiate estive in notturna a bere

    acqua e citrato alla fonte del paese.Noi piccoli avanzavamo spaval-di. Essere a fianco degli adulti cifaceva superare la paura del buioche diventava denso appena fuoridall’abitato. Ma bastava un latratolontano o un fruscio scomposto trale siepi per farci rifugiare urlandotra le braccia genitoriali, oppureci si attaccava alle gambe quasi aimpedire all’allegra brigata di pro-seguire per un ravvisato pericolo.Allora era bello aver paura perchéera bello scaricarne l’adrenalinamettendo la mano nell’incavo del-la grande mano di mio padre. Cer-to è che se prendo la strada della

    memoria, mi perdo. Torniamo allanostra violacciocca, la rustica. Laspiga fiorale di un bel colore bru-no aranciato, ferruginoso svettadal cespo disordinato di foglie al-lungate, strette e pubescenti colorgrigio verde. Sia petali che fogliesono vellutati. È un’erbacea spon-tanea che alberga in tutto il bacino

    del Mediterraneo, privilegiando itratti costieri, le foci dei fiumi, ledune sabbiose, i dirupi svettantisulle onde, fino ad addomesticarsialle nostre colline. Essa può rega-lare la sua selvaggia e scompiglia-ta bellezza ad ogni angolo, anchepovero e sassoso purché assolato. Ifusti legnosi alla base e ramificatiterminano in fitti grappoli fioritie le corolle aperte, giallo brillante,rosso e viola, arancione, marrone,

    crema, con zonature color bronzo,hanno un forte potere attrattivoper le api. Il grigio polveroso dellefoglie esalta le cromie festose deinumerosi ibridi a fiore semplice odoppio, rosa, bianco, lilla, porpora,fucsia: un sontuoso decoro dei no-stri giardini e terrazzi. Coltivarlaè semplice come bere un bicchierd’acqua. I semi posti direttamen-te nel terreno a fine inverno nonvogliono neppure essere ricopertidal terriccio, in quanto molto sen-

    sibili alla luce e resistenti al fred-do. Germinano in pochi giorni e lacrescita delle piantine è rapida. Damarzo a maggio fioriscono. Ai fio-

    ri seguono i frutti: capsule simili a baccelli che pian piano si seccanoliberando spontaneamente i seminel terreno che - sorpresa! - frut-teranno nuove piantine a vostrainsaputa. Pianta decorativa di untempo andato, dalla vita breve magenerosa, deve il nome scientificoMatthiola incana (dal lat.incanu-

    s=canuto, il biancheggiante foglia-me) al medico e botanico toscanoPietro Andrea Mattioli, curatoredei giardini imperiali viennesi. Lavarietà gialla, chiamata comune-mente tappezziera, spiega l’origi-ne della leggenda che racconta diuna giovane rinchiusa in un’altatorre dal padre in quanto rifiuta-va di sposare l’uomo scelto dallafamiglia. Il suo cuore batteva perun giovane che ricambiava il suo

    amore. Cosa c’è di più bello di unamore corrisposto? I due, forti delloro sentimento, organizzaronola fuga, ma calarsi dalla torre ri-coperta di odorose violaccioccheriuscì fatale alla fanciulla. L’in-namorato inconsolabile mise unramo fiorito sul suo cappello af-finché il ricordo dell’amata nonlo abbandonasse mai. Così questofiore evoca fedeltà assoluta, amoreche sopravvive alle sventure, cheresiste alle difficoltà, che vive oltre

    lo spazio e il tempo e se volete direa qualcuno “conta su di me” rega-latene un mazzo!State già pensando a chi?

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    IL VINO CONFORTA LA SPE-RANZA - Sabato 21 e domenica22 maggio presso le prestigiosesale di Palazzo dei Capitani adAscoli Piceno si terrà la secondaedizione di Terroir Marche – Vinie vignaioli bio in fiera. L’evento,imperdibile per i cultori dell’eno-logia biologica di Marche e Mosel-la, sarà caratterizzato da banchid’assaggio ad accesso diretto conoltre 120 vini. Il costo del ticket

    d’ingresso giornaliero sarà di € 12euro o € 10 per soci  Ais, Fis, SlowFood, Onav, Fisar, Aies e compren-derà il calice, le degustazioni, lavisita guidata al centro storico diAscoli e la partecipazione a eventicollaterali ad eccezione dei labora-tori guidati, i quali invece godran-no di relatori d’eccezione comeSonja Christ-Brendemühl, Pierpa-olo Rastelli, Jane Faulkner, NicolaPerullo, Alessandro Morichetti,

    Francesco Falcone, Antonio Boco.

    Cheap & creative

    IL MOTTO DEL MESE

    Lo scrittore e giornalista toscanoRomano Battaglia  in Storia diSettembre del 1991 scrisse: “L’in-canto della natura, il misteroaffascinante che l’avvolge sonoforse l’unica chiave di cui dispo-niamo per cercare di aprire laporta che ci separa dalla verità”.

    Cari risparmiatori creativi, il ritmo della vita urbana è sempre più convulso

    e la sollecitudine che contraddistingue la società contemporanea inducel’essere umano a vivere in maniera approssimativa ogni esperienza che prevede l’uso di quegli organi di senso che per secoli hanno garantito lasopravvivenza della specie. La maggior parte degli individui oggi ha persol’abitudine a riempire gli occhi con il turchese del cielo terso, a saturare i

     polmoni con le fragranze briose e pungenti del sottobosco, a carpire il suonovibrante e chiacchierino di fronde oscillanti, ad assaporare il carattere densoe caleidoscopico di un frutto appena colto, a sfiorare lo specchio deformante eriflettente di un ruscello in corsa. Ognuno, invece, dovrebbe prendere spuntodalla natura, dal suo genio, dall’armonica ciclicità che la contraddistingue edalla sua capacità di partorire magnanimamente la vita.

    Ogni venerdì su www.primapaginaonline.it

    di Valentina Falcioni

    PANE E TULIPANI - Il 28 e 29maggio 2016, coloro che deside-rano intraprendere una gita fuoriporta, potranno vivere un we-ekend d’incanto fra i tulipaniselvatici  che in primavera spun-tano rigogliosi sul Pian Grande diCastelluccio di Norcia. Il Camosciodei Sibillini  - Escursioni e Trekking,Forestalp Cooperativa e Simone Gat-to , biologo naturalista nonché foto-grafo amatoriale iscritto all’AFNI

    propongono per sabato un’escur-sione fotografica al tramonto conritrovo alle ore 18 presso la Piazzadi Castelluccio e rientro previstoper le 21.30. Il costo del percorso,considerato piuttosto semplice,sarà di € 12 a persona. Domenica ,invece, il ritrovo avrà luogo alleore 9.45 presso la Piazza di Castel-luccio, mentre il rientro avverràapprossimativamente alle ore 13.Anche in questo caso il costo di

    partecipazione sarà di € 15 e com-

    prenderà il servizio di accompa-gnamento e visita guidata.

    Per info e prenotazioni:328 [email protected] oppure071 9330066, [email protected].

    Gli organizzatori fanno sapereche tutte le escursioni sarannoattivate con un numero minimodi partecipanti e potranno essere

    annullate, rinviate, svolte solo inparte o su altre tipologie di per-corso in caso di previsioni meteonon idonee all’evento stesso.Buon divertimento!

    Per comunicarmi i vostri eventiCheap and Creative scrivete a

    [email protected]

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      Piceno 33 Maggio 2016|37

     

     ABBASSARE I PREZZI O CURARE BENE?

    Low-cost con pulizie denti ed altro in offerta speciale…

    del Dott. Fabio Massimo Feliciani

     

    oppure vi fareste curare il fegato da un

    medico serio e competente?».

    Spesso chi fa low-cost odontoiatricoè un grande studio: secondo lei è impossibile che ci sia qualità in strutture grandi?«Si che è possibile. Prendiamo un esempiodi eccellenza medica ed odontoiatricaospedaliera privata: il San Raffaele di Milano.Non dico io che è una struttura d’eccellenza,ma lo dice l’opinione pubblica e lo riconosceil mondo intero. Però mi pare che quellastruttura abbia grossi buchi economici chenon sono stati creati dal personale medico oparamedico che esprime quell’eccellenza…La mia opinione è che l’eccellenza medicacosti soprattutto alla struttura che la esercita(più che ai pazienti). Forse la qualità spessoè offerta più per il rispetto della salute del

    foto 2

     

    Il dottor Feliciani con l’igienista Massimi Antonella

     

    foto 10

     

    foto 3

     

    L’igienista Elisabetta Mozzoniconsulente del dott. Feliciani

    Più sani più belli

    Informazione pubblicitaria

    Low-cost e marketing viaggiano oramai nellostesso binario in campo medico ed odonto-iatrico e sono sempre più diffuse notizie diprestazioni che appaiono pubblicizzate su lo-candine e volantini che parlano ad esempio diigiene orale in offerta a prezzi stracciati. Non cisorprendiamo più se nella nostra cassetta dellaposta, assieme ai volantini del supermercatotroviamo pure quelli riportanti proposte diprestazioni mediche. Con pazienti che riesco-no a percepire solo il costo e non la qualità del-la prestazione proposta in offerta speciale…

    Dottore, prestazioni odontoiatriche

    low-cost in offerta speciale sul volan-tino del mese come al supermercato? Abbiamo chiesto delle opinioni personali inmerito a questo argomento al dott. FelicianiFabio Massimo: medico chirurgo-odontoia-tra, perfezionato in varie specialità odontoia-triche presso l’Università degli Studi di Chieti.«Si, a quanto pare oramai passiamo all’odonto-iatria in offerta speciale. Paghi una estrazionee te ne faccio 2: la seconda è omaggio... Vi- viamo in una società (ed è un problema mon-diale non solo italiano) che vuole far passareil messaggio che è giusto ragionare in terminieconomici, anche in medicina: e ragionandoin termini economici è giusticatissimo che sibadi al prezzo. Ma siamo sicuri che dietro alprezzo basso ci sia un vero affare per il pa-

    ziente e magari non vi si nasconda una pre-stazione minore? Una prestazione eseguita conpiù velocità, supercialità per starci con i costi?Sinceramente trovo incomprensibile parlare dicure dei denti come se parlassimo di un sac-chetto di pasta Barilla che compro dove costameno (tanto sempre di pasta Barilla parliamo)!Signori, la vera tutela della nostra salute nonè il basso prezzo, ma una corretta diagnosi ele relative corrette cure. E non prendiamoci ingiro, in campo medico accade ciò che accadenel commercio: non è possibile comprare unaFerrari allo stesso prezzo di una apetta Piag-gio…».

    Pulizie dei denti in offerta speciale:

    ma le pulizie dentali sono tutte uguali?«Ovviamente no. Innanzitutto serve sempreuna diagnosi preventiva per capire di cosa hanecessità il paziente. Poi occorrono fare alcuneimportanti distinzioni: può essere molto diver-so fare una pulizia dei denti per un richiamo

    periodico programmato, una pulizia dei dentidopo una prima visita o dopo diversi anni chenon la si fa più o per una parodontopatia grave.Nel primo caso basta certamente una seduta(sempre con passaggi e tempi adeguati per es-ser ben fatta), negli altri potrebbero servire piùsedute. I pazienti non hanno capacità di fare“autodiagnosi” e prescriversi come, quali e diquante pulizie dentali hanno bisogno: non pos-siamo giocare con l’ignoranza dei pazienti ap-piattendo tutto, minimizzando tutto e facendocapire loro che tutto è uguale, tutto è standard».

    Come può un paziente capire se la pulizia

    dentale in offerta, possa o meno rispon-dere alla prestazione di cui ha necessità?«Innanzitutto occorre capire il perché di certeproposte (solo marketing o qualcuno ci vuolecosì tanto bene da lavorare gratis ed in manieradisinteressata per noi?) e riettere su cosa in re-altà vogliono farci comprare a prezzo straccia-to o sottocosto... Parlando di pulizie dei denti,ci dobbiamo chiedere queste cose: la puliziadei denti verrà eseguita solo con air-ow, solocon ultrasuoni, solo con curette, o con tutte e3 queste tecniche per una pulizia più efcacee completa? E quanto tempo durerà la puliziadei denti? Solo 10 minuti oppure un’ora per of-frire al paziente una prestazione più accurata? Viene eseguita da una igienista laureata oppureda una segretaria/assistente igienista abusiva?

    Un detto ascolano recitava: “la cerqua nenpò fa li melarance…”. Non è possibile man-tenere la stessa qualità a prezzi troppo bassi».

    Con le cure low-cost, il dentista rinuncia a par-te dei suoi guadagni a vantaggio dei pazienti?«Non ne sono così certo, ma è difcile rispon-dere a questa domanda. Proviamo a fare unragionamento. Se nel mio studio decidessi difare il manager (più che il dentista) ed attuassile leggi del commercio, ragionerei che è me-glio fare in un’ora quattro pulizie dei denti a35 euro (una pulizia ogni 15 minuti, fatte con velocità e senza tutti i passaggi sopra descritti)piuttosto che una ad 80 euro (anche se com-pleta e ben fatta): nel primo caso lo studio

    incasserebbe 140 euro, nel secondo solo 80!Quindi se decido di fare un lavoro più accura-to al mio paziente per assurdo guadagno menoche se invece decido di attuare una politicadi low-cost. Ma al di la di tutto pongo io unadomanda: vi fareste curare il fegato in offerta

    speciale oppure vi fareste curare il fegato da un

    medico serio e competente?».

    Spesso chi fa low-cost odontoiatrico èun grande studio: secondo lei è impossi-bile che ci sia qualità in strutture grandi?«Si che è possibile. Prendiamo un esempio dieccellenza medica ed odontoiatrica ospedalieraprivata: il San Raffaele di Milano. Non dico ioche è una struttura d’eccellenza, ma lo dice l’o-pinione pubblica e lo riconosce il mondo inte-ro. Però mi pare che quella struttura abbia gros-si buchi economici che non sono stati creati dalpersonale medico o paramedico che esprimequell’eccellenza… La mia opinione è che l’ec-cellenza medica costi soprattutto alla strutturache la esercita (più che ai pazienti). Forse laqualità spesso è offerta più per il rispetto dellasalute del paziente che per fare protti. Ma lamentalità di questo mondo è malata di soldi edho paura che pur di fare protti qualcuno pos-sa trascurare la qualità a discapito della salutedi ignari pazienti. Sinceramente temo che neicentri low-cost, la losoa bandiera non sia laricerca dell’eccellenza».

    «Non sono così certo che gli studi low-cost si-ano così economici: ho l’impressione che siapiù uno slogan pubblicitario… Per il resto nonè onesto ciò che costa poco, ma ciò che è benfatto. I miei prezzi sono normali e sono fermia quelli di dieci anni fa circa. E il mio pensiero

    prevalente è rivolto alla buona cura dei miei pa-zienti piuttosto che a trovate di marketing (ma-scherate magari dai termini “offerta speciale”o “low-cost”)».

    Dottore abbasserà i prezzi a livello degli studilow-cost? 

  • 8/17/2019 Piceno33 - Maggio 2016

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    38| Piceno 33 Maggio 2016

    Anno VIII | numero 4 | Maggio 2016

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     Art direction e progeo grafcoMichaela Cannella

    Hanno collaborato a questo numero Anna Romana Sebastiani, Gigliola Croci Mariani,

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    Eleonora Tassoni, Carlo Lucadei, Anna Quartaroli, Pier Paolo Piccioni.

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