L'Urlo- Novembre & Dicembre 2013

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Numero II - Novembre-Dicembre 2013

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ECCO A VOI L'ATTESISSIMO NUMERO DI NOVEMBRE - DICEMBRE DEL GIORNALE DEI BECCARIOTI ! GODETEVI ARTICOLI DI CULTURA, ATTUALITA', VIGNETTE, SPORT, RECENSIONI, MUSICA E MOLTO ALTRO ANCORA NELL'ULTIMO GIORNALINO DEL 2013!

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Numero II - Novembre-Dicembre 2013

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DIRETTORI:Filippo Rovati, Riccardo Lo Bascio

CAPOREDATTORI:Attualità e cultura

Federica Dalle CarbonareCronache del Beccaria e recensioni

Naomi GrilloIllustrazioni

Matteo SchiapparelliREDATTORI:

Giovanni Mussin, Matteo Schiapparelli, Sonia Nannavecchia,Debora Lombardo, Konrad Borelli, Armando Bavaro, Beatrice Bella,

Manè Chombanyan, Martina Somperi, Matilde Capezzi,

Martina Maraiulo, Caterina Necci, Federica Dalle Carbonare,

Marta Gerosa, Naomi Grillo, Chiara Minora, Maria Chiara Fusco,

Silvia Ricevuti, Eric Ferracin, Duncan re, Luca Muria, Chiara Mentore, Ludovica Maraglia,

Alberto Mangili, Riccabono Giacomo

L’UrloNovembre-Dicembre 2013 - N.II Anno VIII

Vuoi diventare un membrodel giornalino?Non esitare a scriverci:e-mail: [email protected] a contattare i direttori!

Miei cari colleghi e compagni beccarioti, è il vostro giornale che vi parla.Anzitutto, l’intera redazione si profonde in scuse per i problemi legati all’uscita del nu-mero, dovuti ad un considerevole ritardo(non per causa nostra) tecnico per il funzionamento della nostra macchina stampante, che è potuta entrare in funzione solo qualche settimana fa. Abbiamo dunque deciso di accorpare, di fatto, il numero di Novembre e quello di Dicembre, per problemi di organizzazione. Il numero di Ottobre è reperibile, come già sponsorizzato, sul nostro sito, che vi invitiamo CALDA-MENTE a visitare. Del resto, per volontà dei nostri nuovi Rappresentanti(cui auguriamo, seppur in ritardo) buon lavoro, questo giornali-no entra de facto e de iure nella vita scolastica, come “portale di informazione” a tutto campo. Ringraziamo della collaborazione e della considerazione. E li invitiamo ad impegnarsi attivamente, regolarmente e considerevolmente per il bene civico. Tornando a noi, beh, che dirvi, colleghi? Stiamo cercando(pur con tutti i problemi e contrattempi del caso) di rendere il giornale più leggero, e magari anche più leggibile. A tal proposito abbiamo l’intenzione di ampliare, per vostro intrattenimento(si spera gradito) la sezione di vignettistica e satira. Tut-ta in campo scolastico, s’intende, anche perché, oramai, la sezione politica quasi latita, visti i tempi che corrono. Sì, miei cari, oramai non me ne interesso quasi più, con effetto di scioc-cante sollievo da parte vostra. Del resto, non avrei nemmeno più molto da dire, lascio la pa-rola al più giovane Armando. Non vi anticipo molto di più, posso solo congratularmi con tutti i membri della redazione di prima e di seconda, che stanno svolgendo un ottimo lavoro, con impegno, e, perché no, entusiasmo costante e visibile. Buona speranza per il futuro. A voi ora

il nostro sforzo. Ed a tutti, i migliori auguri di buon natale e di un sereno anno nuovo.

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CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

La situazione politica attuale è agitata dalla telefonata della condannata Ligresti al ministro della giustizia Annamaria Can-cellieri. La famiglia Ligresti è stata condannata in tutti i suoi membri per l’inchiesta Fonsai

-zione dei bilanci sanitari. La

-cando ciò come un intervento umanitario dovuto a problemi di salute della condannata.

se accertata ma non conforme alla legge. Mi saltano subito in mente i casi di Stefano Cucchi, nel cui processo sulla morte sono stati condannati in primo grado i medici del carcere di Regina Coeli ma le escoria-zioni e i traumi sul corpo la-sciano aperti legittimi dubbi, e il caso di Federico Aldro-vandi, ammanettato e inerme pestato a morte dai poliziotti. Sul caso Cancellieri sorgono subito i primi dubbi, la pro-fonda amicizia che la lega con Antonino Ligresti e i tabulati telefonici suoi e del marito risaltano continue chiamate alla famiglia Ligresti. I media iniziano ad accusarla di falsa testimonianza. Per ultimo vi sono le dichiarazioni di Salva-tore Ligresti al pubblico mini-stero che ha dichiarato nero su bianco di aver fatto pressione

su Berlusconi per dare favo-ri all’attuale ministro e altri politici. L’italianità di questa situazione è molto grossolana: ancora una volta si nota che solamente le raccomandazioni e gli scambi di favori servono per ottenere facilitazioni in tut-ti gli ambiti e il nostro paese e ormai da decenni che va avanti in questo modo. Il 16 novembre Silvio Berlu-sconi annuncia il ritorno a For-za Italia, il partito con la quale nell’ormai lontano 1996 scese in politica per dare nuova linfa in un periodo storico che ha visto i vecchi partiti surclassa-ti da Tangentopoli. Fatale gli è stato lo strappo con Alfano, che resta a capo del PDL e la sua decisione di non far cadere l’esecutivo più e più volte. Il Cavaliere è stato abbandona-to da molti dei suoi più fedeli collaboratori. Berlusconi è sta-

nel processo Mediaset ed ha in corso il processo Ruby i cui capi d’imputazione, concus-sione e prostituzione minorile lo hanno portato ad essere con-dannato a sette anni di reclusio-ne. Era proprio necessario che un condannato su cui pende il giudizio di decadenza più vol-te rimandato dovesse fondare un “nuovo” logo? È la prima volta che i moderati sono in

CANCELLIERI – FORZA ITALIAuna situazione di caos fra chi vuole salvare o meno il cava-liere: la spaccatura creatasi era insanabile ed è stata necessaria una scissione anche se, come dicono i più, i due partiti di de-stra sono in perfetta sintonia e una loro alleanza alle elezioni è pressoché scontata. Nel suo discorso, Berlusconi è apparso molto provato da questa situa-zione, annunciando a più ri-prese che Alfano era come uno

mai aspettato di essere pu-gnalato alle spalle da persone

governo per adesso è stabile e i ministri del centrodestra sono rimasti all’interno del PDL: di conseguenza ha i numeri per poter andare avanti. Le prossi-me elezioni non sono possibili in tempi brevi poiché nel PD bisogna eleggere il nuovo se-gretario dopo le dimissioni di Pierluigi Bersani e perché nel centrodestra bisogna conosce-re il verdetto sul caso Berlu-sconi.

Armando Bavaro

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Ci sono tendenze e mode in ogni settore e anche quello dei tatuaggi non sfugge alla regola. L’ultima è quella di farsi un tatuaggio in parti del corpo nascoste, che nessuno possa vedere. Neppure chi se lo è fatto fare.C’è chi lo chiama espressioni-smo corporale, chi Body Art di massa, chi, banalmente, arte cafona.

per indicare piercing e tatuag-gi fa ben comprendere il sen-timento ambivalente, di riget-to o di attrazione, per queste pratiche ormai diffusissime. Tempo fa ho letto l’estratto di un saggio di un antropologo francese, Marc Augé, intito-lato “Un etnologo in metrò”. Circa 20 anni fa, lo studioso, abituato a “frequentare” fore-ste amazzoniche e del Borneo per via della sua professione, riteneva di aver visto molti più selvaggi nelle metropo-litane delle città europee che non in quei luoghi remoti. Se facesse un giro ai nostri gior-ni penso rimarrebbe ancora più sconvolto: il numero di coloro che esibiscono un ta-tuaggio o un piercing è espo-nenzialmente cresciuto. Non sono più simbolo dell’appar-tenenza a una categoria un po’ deviata del genere umano. Pare che una volta, anche se sono troppo giovane per te-stimoniarlo direttamente, era

chi faceva parte della cate-goria dei malfattori, dei car-cerati, o comunque dei “mar-ginali” a presentare parti del corpo coperte da più o meno estesi esempi di queste... de-corazioni. Si assiste oggi al fenomeno opposto, come se si fosse imposto il principio “mi tatuo dunque sono”. I dati diffusi da poco dalla So-cietà di Igiene sono eloquenti: se nel 2006 aveva un tatuag-gio il 7,4 % dei giovani, nel 2012 questo numero è più che quadruplicato. La fascia di età più tatuata è quella compresa tra i 26 e i 35 anni (Confar-tigianato 2013). Più eclatante ancora è il numero dei ragazzi che hanno un piercing: il 60% degli adolescenti, tra i 15 e i 19 anni se ne è fatto fare uno. Senza voler fare moralismi di alcun genere, è interessante osservare che il fenomeno

esigenza di apparire, di van-tare un simbolo, che spesso si vuole indecifrabile o che si carica di una valenza magica o affettiva, di volontà di appar-tenenza a un preciso gruppo, non importa quanto esteso. Il tatuaggio esprimerebbe una domanda di affermazione, tal-volta esasperata, della propria identità e del proprio corpo.

strumento di distinzione de-cisamente snob. Mi viene da pensare alla ragazza appena

nominata Miss Italia, il cui tatuaggio principale, posto poco sopra il cuore, riporta un noto verso dell’Inferno di Dante: “Fatti non foste a viver come bruti”. Come evidenzia, a distanza di un ventennio, lo stesso Augé, il fenomeno non è ancora né in declino né in ascesa: è semplicemente mu-tato. Se una moltitudine di persone presenta un corpo co-perto da tatuaggi, allora viene meno la possibilità di distin-zione, che è all’origine della scelta di esibirli. Ecco quindi emergere un nuovo fenomeno: quello dei tatuaggi e dei piercing na-scosti. Pare che abbia spopo-lato la scorsa estate: il tattoo all’interno delle labbra e tra le dita, sugli zigomi, dietro il

Nessuno lo vede, non lo vede neppure chi se lo è fatto fare. Inutile chiedere il perché, an-che se chi scrive ci ha prova-to, senza molto successo. Ma non ha importanza, evidente-mente, l’importante è averli. O forse, meglio, sapere di averli.

Ludovica Medaglia

MI TATUO, DUNQUE SONO

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Quello che oggi conosciamo come Internet nasce nel 1991 al CERN di Ginevra a cura del ricercatore Tim Berneers-Lee,

venne resa pubblica solo il 30 Aprile del 1993. A distanza di vent’anni da quel giorno, In-ternet è forse uno degli stru-menti di svago, lavoro, curio-sità e scambio di informazioni più diffuso e grande del no-stro pianeta: su Internet pos-siamo trovare e fare di tutto, contattare i nostri amici con i social network, conoscere persone nuove, guardare

-formazioni di ogni tipo, che, bisogna sottolineare, sono sempre aggiorna-te in tempo reale. In questo mondo, che possiamo de-

parallela alla nostra, essendo vincolato da leggi, si è diffuso quasi subito il Cybercrimi-ne. Tramite internet, infatti, possiamo violare conti ban-cari, mandare in tilt satelliti e sistemi di difesa di intere nazioni, ad esempio. Ma più recentemente, con l’avvento dei social network, soprattut-to quelli anonimi, si è diffuso il Cyberbullismo. Quando un bullo prende di mira un ragaz-zo a scuola, la vittima viene di solito presa in giro e nel peg-giore dei casi picchiata. Ma

c’è una sostanziale differenza tra i due tipi di bullismo: in quello reale un bullo ha una faccia, un’identità. Il cyber bullo attacca la vittima, spesso una persona fragile e indecisa, che nel gergo giovanile è detta

contenuto spesso molto pun-gente. Allora la persona presa di mira ha paura, non sa chi sia la persona che l’attacca: non ne ha la più pallida idea! Così, molto spesso, queste persone che hanno cercato nei

social network e in internet in generale, una sorta di rifugio, si ritrovano così intimorite che si chiudono ancora di più in se stesse. Solo quest’anno, cinque adolescenti, che rice-vevano addirittura più di venti messaggi al giorno, hanno de-ciso di prendere la soluzione più terribile: si sono suicidate. L’ultima vittima è la ragazza inglese Hannah Smith, che si è impiccata nella propria stanza il 2 Agosto. Riceveva quotidianamente messaggi di questo genere: “Perché non bevi della candeggina e ti

uccidi?”-“Cicciona!”-“Muori di cancro”. La ragazza, dal-la personalità fragile, non ha resistito e un giorno prima di uccidersi ha scritto su Face-book: “You think you want to die, but in reality you just want to be saved”. Forse adesso, come chiedono i ge-nitori della defunta Hannah, è arrivato il momento di porci qualche domanda riguardo ai Social Network: “Ma questo mondo, essendo così grande, così simile al nostro, e per

di più incontrol-labile, non sarà un po’ pericoloso, per persone fragili e, per di più, così giovani?” – “Ask.fm non andrebbe messo nella cate-goria dei siti per adulti?”. L’ideale sarebbe che i pro-

fessori o i genitori, tenessero delle “riunioni” con i propri

sia vigliacca una persona che nascondendo il proprio volto, arreca insulti. Ai ragazzi di oggi bisognerebbe fare una lezione sull’autostima, sul fatto che non esista qualcuno di diverso in senso negativo, e soprattutto a usare questa macchina di informazioni con estrema cautela: la velocità e l’inarrestabilità potrebbero, come abbiamo avuto modo di vedere, uccidere.

Konrad Borelli

QUANDO INTERNET UCCIDE

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Parla Domenico Quirico che, in un incontro a Milano, ha ripercorso i momenti più dolorosi della sua pri-gionia in Siria, un paese nel caos,

-sibilità di distinguere i buoni dai cat-tivi.Domenico Quirico, il giornalista ra-pito in Siria e liberato di recente, ha raccontato la sua esperienza durante l’incontro “Dalla Siria al quotidia-no. Rispondere alla vita”, svoltosi circa un mese fa a Palazzo Marino. Moltissime le persone presenti, tanti i giovani. Magro, con gli occhi vivaci ma in apparenza ancora pieni di spa-vento, una voce potente e solo a tratti rotta dalla commozione, l’inviato de “La Stampa” ha ripercorso alcuni momenti della sua prigionia. “Mi ero innamorato della rivoluzione siriana, quella del 2011, dei ragazzi di Alep-po – ha detto all’inizio. Oggi di quel-la rivoluzione rimane poco. L’Occi-dente aveva, allora, il dovere morale di intervenire: quella possibilità l’ab-biamo persa e non per strategia politi-ca, ma per viltà”. Mi ha molto colpita l’insistenza con cui Quirico ha ripe-tuto questo termine, “viltà”, la forza con cui ha pronunciato il relativo ag-gettivo e il tono duro con cui ha par-lato del mondo occidentale. “Siamo dinanzi a un popolo di 20 milioni di persone che l’Occidente ha comple-tamente dimenticato, a una tragedia che si è scelto di non vedere per vil-tà”. Desolante il quadro che ha trat-teggiato della Siria, un paese di cui i giornali riferiscono quotidianamente ma che, descritto dalle parole di una persona che vi ha vissuto un’espe-

SIRIA, CRONACHE “DA UN PAESE PERDUTO”

molto maggiore. “La Siria è un paese perduto, un’immensa prigione in cui vivono gli stessi miei carcerieri e dove le regole sono l’odio, la sofferenza e la morte. Non sarà più possibile andare per raccontare quello che succede, non si riesce a capire quali sono le intenzioni dei vari gruppi che controllano il territorio, perché il caos è profondo e totale, al punto che non è più chiara neanche la distinzione tra buoni e cattivi”. La prospettiva politica di quella che noi chiamiamo indistintamente “Al Quaeda”

-tico della Jihad internazionale – ha proseguito - è quello di ricreare, usando la Siria come base, il califfato islamico del VI secolo. Ha la determinazione e i mezzi per portare avanti questo progetto, un progetto che ha emargi-nato quello iniziale dei giovani e della libera

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società civile, esaurito per mancanza di mezzi e perché è stato ignorato, pur rappre-sentando la parte migliore di questa storia”. Quirico ha quindi parlato della sua vi-cenda personale, partendo da un semplice oggetto, il suo bloc notes, dove ogni giorno annotava quanto accadeva .

-cavano solo due pagine – ha spiegato. L’ultimo giorno mi è stato sottratto. Mi ser-viva per tenere il conteggio dei mesi, dei giorni, perché se uno perde il senso del tempo affonda in un pozzo da cui non esce più”. Si po-trebbe pensare che, in tanto odio, anche Quirico avverta, profondamente, questo sen-timento. Con un grande sen-so di autocritica, ha invece

parlato di vanità: “Ho avu-to la vanità di aver creduto che, grazie al mio mestiere, potessi arrivare dappertutto. Devo apprendere l’umiltà e devo scegliere con cautela quale strada percorrere”. In sala il silenzio si è fatto as-soluto, quando il giornalista ha rivelato di avere avuto, lui e il suo compagno di pri-gionia, la possibilità di ucci-dere i quattro carcerieri che erano stati anche loro tortu-ratori. In una delle “meravi-gliose notti siriane” in cui

sorse però il problema mora-le più arduo da risolvere per un essere umano: era giusto privare qualcuno della vita per avere salva la propria? Dopo la liberazione è invece emerso un nuovo dilemma:

quello se odiare o meno. “Se scegliessi di odiare chi mi ha rubato questi mesi di vita – ha concluso abbassando lo sguardo – resterei ostaggio. Non posso, l’unica speranza che ho è quella di recuperare l’umiltà e scoprire il perdo-no”. Il silenzio si è allora spezzato. In una straordina-ria, seppur apparentemente qualunque serata milanese di inizio autunno, la gente lo ha capito e lo ha avvolto in un lungo applauso.

Ludovica Medaglia

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Il libro racconta la storia -

portante imprenditore Mi-lanese Paolo de Gasperis. Le giornate trascorrono tra l’università, la compa-gnia dell’amica Ludovica e feste alla sera. La sua famiglia però entra in cri-si: il grande cantiere di suo padre è stato sequestrato, il suo studio perquisito

la mamma Lucilla vede in questa situazione una tragedia e, ben presto, la rottura della famiglia. Eu-genia non si rende conto di questo cambiamento, distratta da un ragazzo all’università, Tobias, uni-co che sia riuscito a farla sentire per com’è realmen-te: semplice, profonda e intelligente. Ma ben pre-sto anche Eugenia capirà che non verrà risparmiata dall’uragano famigliare. Con questo romanzo l’au-trice, Giulia Ottaviano, ri-esce a eseguire un perfetto ritratto dell’Italia della sua generazione.

GIULIA OTTAVIANO è nata nel 1987 a Citta-della ed è cresciuta fra

Roma, Catania e Milano. Diplomatasi proprio nel nostro liceo, si trasferì poi a Londra, dove lavorò in un’agenzia letteraria. Si trasferì poi a Torino per frequentare la scuola Hol-den. Nel 2009 ha parteci-pato alle “Prove d’Autore di Esor-dire” e a Docu-mentary in Europe con un lavoro sugli uomini nel

è tornata a Milano, dove vive (ancora per poco?) e studia Lettere all’Uni-versità Statale. “L’amore quando tutto crolla” è il suo primo romanzo.

- Quanto hai impiegato a scriverlo? Dal momento in cui ho abbozzato per la prima volta la storia del romanzo a quando è stato pubblicato sono passa-ti complessivamente tre anni. Tre anni di lavoro appassionato che per forza di cose era però spesso in-terrotto dagli impegni quo-tidiani. Non è stato facile conciliare gli obblighi di lavoro e i periodi di studio universitario con la scrittu-ra, ma non mi piace parlare

ho dedicato al romanzo è tempo che io ho deciso di ritagliare e sottrarre alla vita di tutti i giorni. Un tempo prezioso che alle volte durava una notte, al-tre una settimana, quando ho potuto mesi interi…

- Ci sono aspetti comuni tra te e la protagonista? Facciamo parte della stessa generazione.

Novanta, del ventennio-Berlusconi, dell’Italia del malaffare, ma una sovrap-posizione fra lei e me è del tutto incongruente. Certo, è più facile raccontare ciò che si conosce, perciò in tutto il romanzo ci sono qua e là dettagli, storie e spunti che ho ripescato dalla mia memoria, e vuol dire non solo dal mio vissuto. Ho “rubato” anche dalla vita di amici, di conoscenti, e ovviamente dalle vicende di alcuni personaggi pub-blici.

- Attraverso Euge-nia, Ludovica e le loro storie,volevi rappresen-tare una realtà contem-poranea? Ho cercato, per

L’AMORE QUANDO TUTTO CROLLAintervista all’autrice Giulia Ottaviano a cura di Konrad Borrelli

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quanto mi fosse possibile, di rappresentare in modo verosimile un aspetto e una categoria sociale della mia città. A mio parere Milano è da sempre uno specchio, in positivo o in negativo, dell’andazzo dell’Italia. Per la vicenda di Rinasco mi sono infatti ispirata al quartiere Santa Giulia,

all’Expo… Insomma agli scandali che negli ultimi

pagina sui giornali, ma non essendo una giornalista d’inchiesta ho voluto rac-contare – ipotizzando una storia possibile – la vita di una ragazza che è anche una vittima, suo malgrado, dell’Italia contemporanea,

e soprattutto di suo padre, che ne rappresenta il lato peggiore.

- Tobias: Milano vista dagli occhi di uno stra-niero? Tobias è la con-troparte della protagonista. È il mondo diverso dal suo che le permette di guardare

-tico il proprio. Più ci si al-lontana dall’Italia e da Mi-lano più e facile vederne pregi e difetti. Questo “al-lontanamento” nel roman-zo è possibile solo grazie a Tobias. È il motore del cambiamento di Eugenia.

- Saresti in grado di spie-

così? Ho voluto rita-gliare un segmento della vita di Eugenia, rappresen-tare un mese cruciale per la vita della mia protagoni-sta: l’attimo che precede il crollo. Per me il romanzo non poteva che concludersi nel punto in cui si conclu-de. Ciò che succede dopo

tragedia familiare, ma non m’interessava raccontarlo. Quale che sia la decisione

-genia, la sua vita rimarrà irrimediabilmente segna-ta…

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Cosa saranno mai 700 milioni di anni per l’universo? Un tempo irrisorio, la distan-za che separa il Big Bang dall’appena scoperta galassia z8_GND_5296, che ha 13 miliardi e 100 milioni di anni. Grazie al telescopio Hubble, gli scienziati han-no immortalato questa meraviglia del cosmo, la galassia più vicina all’origine dell’universo: il suo colore rosso sug-gerisce infatti che sia ricca di elementi pesanti e, secondo il cosiddetto red shift, è proprio lei la più “arrossata” delle 43 galassie immortalate da Hubble. Inol-tre, anche su un altro versante si stanno compiendo progressi impressionanti. Il

riempire con il bosone di Higgs una del-le caselle incerte del Modello Standard, ovvero il “catalogo della materia” in cui sono descritte tutte le particelle elemen-tari. Tuttavia, a meno che voi non ab-

che preveda di portare il vostro rooma-te a visitare l’acceleratore di particelle del CERN qualora ve ne sia offerta la possibilità (i fan di The Big Bang The-ory capiranno l’al lusione), spiegarvi nel dettaglio il suo funzionamen-to è pressoché impossibile. Si può però bre-vemente spie-gare cosa sia un bosone di Higgs e cosa lo renda effet-tivamente la “particella di Dio”. Immagi-

nate di tornare al Big Bang (quindi 700 milioni di anni prima della nascita della nostra galassia z8_GND_5296), quando non c’era altro che una sfera spazio-tem-po priva di materia di densità pressochè

si espandeva creando così lo “spazio”, apparvero delle particelle fondamentali, detti appunto bosoni di Higgs, capaci di selezionare il passaggio delle particelle rallentando la velocità di alcune di esse e di conseguenza convertendo la loro energia in massa. Vi ricorda qualcosa? Esatto, tutto ciò avvenne secondo la teo-

questo motivo senza l’incredibile azione dei bosoni la massa non esisterebbe. Il lavoro di Higgs, il quale aveva teoriz-zato l’esistenza del suo bosone già nel 1964, è stato recentemente premiato con il Nobel, non senza polemiche, perché i

il loro lavoro l’esistenza della particella non sarebbe mai stata accertata. Ma si sa: la scienza è un lavoro di equipe,

-so con il mezzo fondamentale del nostro in-telletto.

Marta Gerosa

L’IMMINENTE BIG BANG

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Mercoledì 27 Novembre 2013: il Presidente del Se-nato Grasso annuncia la de-cadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore della Repubblica. Dopo quasi ven-

-tivamente liberata…ma…ne siamo proprio sicuri? Ci troviamo in una situazione surreale, con un parlamento frammentato, un discutibi-le Governo non eletto, ed i leaders della maggiori forze politiche fuori dalle Aule di Montecitorio o di palazzo madama: Renzi, Berlusconi, Salvini, Grillo…solo Alfano, col Nuovo centroDestra, rico-pre ancora un’effettiva carica

ma una Destra senza Berlu-sconi, può valere? Il nuovo segretario del Pd continua la sua campagna fatta di slogan ed assai poco concreti discor-si, e non si spiega il perché abbia mandato a farsi friggere i suoi tanto declamati sogni rottamatori, scendendo, una volta eletto, a compromessi coi i vari Veltroni, France-schini, D’Alema e quant’altri. Alla faccia del rinnovamento! Per riprendere una metafora quasi bersaniana, è come se un dietologo pranzasse al Mc-Donald’s coi suoi pazienti…del resto, il Pd è quel partito di sinistra che è clamorosa-mente riuscito a far vincere la destra alle proprie primarie!

Grillo, come sempre, veste i panni del demagogo, ed urla nelle piazze tutto il suo popu-lismo, sebbene abbia assunto

-stra istituzionale” rispetto al passato. Tenga a mente però che, a furia di urlare, la voce la si perde. Magari quando avrà cose intelligenti da dire. La Lega è un partito vecchio,

-anche più il suo fondatore, popolato da alcuni fanatici che rivendicano la “durezza” dei loro membri e sognano ancora la secessione, dall’Ita-lia, dall’Europa. Angelino, la colomba traditrice, ha riunito la vecchia Democrazia Cri-stiana, staccandosi da colui ce lo ha creato e cresciuto, pro-babilmente non possedendo, né potendo mai possedere, il carisma, l’eloquenza, e forse anche il sex appeal, necessari per ergersi a valida alternativa a Mr. B.E poi.. e poi c’è Letta. Enrico ha sempre ceduto ai vari ca-pricci del fu PdL, nell’impresa di annullare una tassa(IMU) da loro stessi voluta. In que-sti mesi di governo sono stati resi importanti provvedimenti di Governo come l’abbassa-mento dei costi della Politica,

-torale.. ah no, scusate, quello era il mio sogno: NON sono presi. Ed il porcellum(nomen omen), continua ad imperare,

pur incostituzionale.. forse qualcosa adesso cambierà. E poi, la novità in parlamento e fuori è Forza Italia.. ops, c’era già vent’anni fa.. va beh, par-liamo della (nuova) forza po-litica derivata dalla scissione tra i fedelissimi falchi e le vergognose colombe, all’in-terno della Casa dei Moderati. Forza Italia ha per punti fermi il sostegno ossessivo a Mr. B., l’unico in grado di fermare la slavina rossa delle toghe co-muniste… gli altri, invece cri-ticano vizi e capricci del vec-chio leader, e fanno quadrato attorno al nuovo, il già citato Angelino, con delle prospetti-ve che stentano a vedersi. In tutto questo, la domanda è sempre quella di partenza:

ha inequivocabilmente dimo-strato una grande capacità di sapersi rialzare ogni volta fosse caduto, anche in modo apparentemente distruttivo. In un modo o nell’altro riesce sempre a risorgere dalle sue ceneri, e questo CentroDe-stra, nuovo o vecchio che sia, dovrà in ogni caso tornare a fare i conti con quell’oste che da venti anni da sta al banco-ne della Politica.

Tommaso Proverbio

HARRY LETTA E L’ORDINE DELLA FENICECRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

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Dal 24 ottobre al 9 marzo la capitale del design, Milano, il cui respiro è dettato dall’apertura al mondo, acco-glie a Palazzo Reale il maestro della Pop Art, testimonial di questa aper-tura artistica, colui che rimanendo profondamente ancorato all’identità americana ha trasmesso, persuasivo, al mondo la sua ideologia contami-nando i linguaggi, innovando l’este-tica e coniando espressioni iconiche geniali: Andy Warhol.Nato a Pittsburgh in Pennsylvania, nel 1928, da due genitori di umili origini emigrati dall’Europa dell’est,

fuori dal comune nell’ostentare acu-tezza d’ingegno, prontezza di spirito, e nel traslarli in dimensione artistica.“Sono una persona profondamente

-ta immagine amava stigmatizzarsi Warhol, il cui obiettivo consisteva nel saper cogliere la bellezza ovunque, mi-schiando, non senza una nota di ge-nio, banalità, impatto visivo, potenza e attualità dell’immagine ingrandita

-quadratura della nostra attenzione. Il suo debutto nella società, a cui reagi-sce con una punta di ironica indiffe-

dei tempi degli artisti irascibili, che dipingono mossi da urgenza emotiva prorompente, da contrasti interiori o dalla tormentata ricerca dell’espres-sione di un’anima irrisolta. Si pose in antitesi ai pittori dell’Informale,

scuola Americana quanto la pretesa di esprimere l’intera opera attraverso la forma artistica, proponendo come artista che si fa risolvere dal fruito-re di un’opera d’arte in cui propone una astratta sagoma di se stesso non ancora smussata da una personalità decisa. Fu il primo artista a togliere il suo ‘’ego’’ interiore dalla cornice, ad esprimere al suo pubblico la richiesta

WARHOL : INGENUITYdi non guardare se’, ma di guarda-re attorno, cercando l’arte negli sguardi, nella società, dappertutto.Pensando alle immagini trasmesse dai media e dalla pubblicità, com-prese presto l’importanza assunta nel mondo moderno dall’ovvie-tà, dal luogo comune riproposto

di una regressione all’infanzia per

la sostanziale apparenza che vuole -

la di un artista che non inventa ma riproduce, che non interpreta ma ripete in continuazione. Con la sua tecnica Warhol elimina dal suo la-voro qualsiasi implicazione esteti-ca o espressiva conferendo dignità di icona ad un prodotto da super-mercato, e compiendo così anche un atto d’amore per gli oggetti che sottrae all’invisibilità cui li con-danna il consumo quotidiano.

-tate, esprimendo su vasta scala il pensiero che l’arte debba essere consumata come un qualsiasi altro prodotto commerciale e che non sia possibile non capirla.Proprio per questo scelse la bana-lità di un barattolo di pomodori: in una realtà in cui l’immaginario collettivo arrivava ormai al gran-de pubblico attraverso il prodotto televisivo, in cui non occorreva ragionare più di tanto dato che dall’illusione del video si poteva passare con rapido senso pratico alla concretezza confortevole of-ferta dai grandi magazzini, sareb-be stato facile e originale tradurre l’avvilente monotonia in attrazio-ne.D’altronde, per chi considera i grandi magazzini simili ad un mu-seo, l’opera d’arte da privilegiare non può essere per logica che un’immagine assimilabile a livel-

-mente ad un’ elaborazione passiva di un inconscio “consumista”. Non si preoccupò di apparire un innovatore, ma piuttosto il valoriz-zatore di tutto ciò che da sempre era stato trascurato, puntando nel disimpegno per essere una macchi-na operante e un uomo libero dalle emozioni.Furono l’intelligenza ed il gusto che possedeva a permettergli di trasfor-mare in un segno di modernità tutto ciò che non ha senso, stile ma solo il sapore eccitante del trasgressivo tenuto al guinzaglio. Per Warhol non bisogna pensare di fare arte ma farla e basta, lasciare che siano gli altri a decidere se buona o cattiva ed intanto continuare a creare sempre più arte. Sebbene tentasse di apparire quasi apatico e trapassato dal vissuto, in realtà fremeva per un non nulla, temeva malattie morte e solitudine, foriere dei complessi che lo teneva-no prigioniero in fantasie da incubo e che celava dietro il gusto sapido di una battuta ironica che non venne a mancare nemmeno sul punto di morte, quando esordì con : “Morire è la cosa più imbarazzante che ti può capitare perchè qualcuno deve pren-dersi cura di tutti i tuoi dettagli”.Aveva capito che il pubblico vuole riconoscere ciò che vede e vedere ciò che riconosce e si accontenta di questa logica corrente per sem-

-lo facile. In ciò consisteva la sua arte, nell’ingenuity, termine da non intendere come “ingenuità”, ma “ genialità”,una forma di originalità che trae spunto dall’immediatezza e trasparenza tipiche del bambino. In nome di questi ideali chiassosi scri-veva il suo diario visivo, attraverso innumerevoli scatti, dipinti su tela, lungometraggi e “sculture”.

Martina Maraiulo

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CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

Following è un titolo che non dirà nulla a mol-ti di voi. Film indipendente in bianco e nero del 1998, è il primo lungometraggio diretto da Christopher Nolan. La pellicola, seppur girata con poco budget e con attori amatoriali (co-munque molto bravi), merita tantissimo a livel-lo tecnico, con inquadrature tipicamente nola-niane, sia a livello di struttura della trama, che non è lineare come in Memento. La vicenda è

-nale sconvolgente e aperto a più interpretazio-ni tipico dei futuri lavori di Nolan. In sintesi la trama: Bill, un aspirante scrittore disoccupato, osserva per strada persone casuali come fonte

stesso nome di Di Caprio in Inception) si ri-vela un ladro d’appartamenti: afferma tuttavia di voler studiare e capire gli abitanti delle case in cui entra. Ciò affascinerà Bill, che deciderà di seguirlo: ma la situazione degenererà a suo sfavore quando si farà coinvolgere troppo nei piani di Cobb e dovrà spiegare tutta la vicenda a un agente di polizia (interpretato dallo zio di

nipote). Vale quindi la pena di cercare (si trova solo e unicamente su Youtube) e vedere l’ope-ra prima di Christopher Nolan, oggettivamente uno dei migliori registi usciti nell’ultimo de-cennio e soggettivamente uno dei miei prefe-riti, non solo per la sua trilogia del Cavaliere

per la sua idea di cinema, improntata al reali-smo e alla crudezza ma anche in grado di su-scitare stupore e fascino, come in un gioco di

del 2006). Correte quindi a “seguire” la vicen-

e non perdetevi la sua prossima opera in uscita nel 2014: Interstellar.

Luca Murgia

FOLLOWINGIl secondo capitolo della saga degli Hunger Games è consigliato soprattutto a coloro che hanno disprezzato il primo, ricco di scene im-portanti a livello metaforico ma sicuramen-te lento nella prima parte e frettoloso nella seconda. La ragazza di fuoco è invece molto più interessante: con il capitolo “di mezzo” (la trasposizione del terzo volume della saga let-teraria sarà divisa in due parti) si inizia a fare sul serio. Merito forse del cambio di regia: da Gary Ross infatti si passa a Francis Lawrence (Io sono leggenda). L’impronta di Lawrence si nota nelle inquadrature molto focalizzate sui personaggi e in una gestione più sapiente delle scene rispetto al capitolo precedente. Merito

ottima prova di Jennifer Lawrence nei panni di una Katniss diventata ormai il simbolo più o meno consapevole di una ribellione sempre meno celata e per questo un bersaglio politico. L’imperatore Snow (Donald Sutherland) deci-de così di eliminarla durante l’Edizione della Memoria degli Hunger Games, nella quale vengono chiamati i vincitori delle edizioni pre-cedenti. Katniss e Peeta (Josh Hutcherson) si ritroveranno di nuovo nell’arena, contro assas-sini provetti. In questo capitolo si comprende come gli Hunger Games siano solo un prete-sto per far luce sull’ipocrisia della loro società nonché della nostra. Infatti questi giochi sono stati ideati dall’autrice dei libri, Suzanne Col-lins, mentre osservava i notiziari di guerra in

più a distinguerli dai reality show. La guerra e la morte diventano spettacolo: tutto questo risulta chiaramente nelle scene in cui appare Caesar (Stanley Tucci), il presentatore degli Hunger Games, che costruisce nelle interviste con i partecipanti ai giochi vere recite e storie assolutamente false. Molto più emozionante anche la parte degli Hunger Games veri e pro-

Imparate quindi il richiamo della ghiandaia imitatrice: sarà il suono della libertà.

Luca Murgia

HUNGER GAMESLA RAGAZZA DI FUOCO

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CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

“Non esiste mondo fuor dalle mura di Vero-

bandito da qui, è bandito dal mondo e l’esilio dal mondo è morte...” Così Shakespeare de-scrive Verona in “Romeo and Juliet”. Questa è una cittànon estesissima né con attrazioni sconvolgenti, tranne moltissime e interessanti chiese che si trovano in gran numero in tante città italiane. Sono imperdibili, però, l’Arena,

del Colosseo viene ancora utilizzato per spet-tacoli e opere liriche, Piazza delle Erbe, con le caratteristiche bancarelle e artisti di starda, il presunto balcone di Giulietta, con decine di migliaia di lucchetti, nomi e cuoricini e turisti

-per costose, e Castelvecchio, un castello me-dievale con annesso il museo civico. Verona non è una grande città e, infatti, tutto ciò che è necessario visitare, si trova nel piccolo centro storico che è formato anche da due vie perpen-dicolari in cui si trovano i più famosi negozi di abbiglaimento e accessori, pasticcerie, risto-ranti. È una città devvero romantica: sia per la storia di Romeo e Giulietta, sia per i tanti cu-riosi cuori rossi che si trovano dipinti sulle pa-

al 9 febbraio è ospitata al Palazzo della Gran Guardia, una mostra intitolate “Verso Monet” con oltre novanta opere, che dail Seicento per-

arrivare al’ ultimo quadro dipinto da Monet l’anno prima di morire, ormai totalmente cie-co. Se capita di andare a Verona si deve assolu-tamente assaggiare i tortellini valeggio o nodi d’amore, pasta ripiena di carne, spezie, pane grattuggiato e vino rosso. Si può raggiungere Verona in auto o un treno in meno di due ore. È una città adatta a tutti, idale se si vuole passare un week end diverso dal solito!

Chiara Minora

colore caldo’ di Julie Maroh. Al festival di Cannes 2013 ha vinto la Palma d’Oro e il Premio FIPRESCI, al European Film Awards

e Abdellatif Kechiche ha ricevuto la Nomina-tion Miglior regista.

creato sul set un clima tremendo, quasi di sadi-smo nei loro confronti, comprese naturalmen-te le citate scene di sesso. La trama è molto semplice: Adele stessa è una ragazza semplice, affamata di vita, di cibo, soprattutto bisognosa di tanto affetto e comprensione che tra i quin-dici e i diciassette anni frequenta un liceo del Nord della Francia. Adele si sente a disagio per la stupidità e la cattiveria dei compagni di scuola, che pretendono di sapere cosa abbia in animo coi ragazzi. Così si concede per prova a un ragazzo (Thomas) ma capisce che non è quella l’esperienza che le piace. Una sera esce con un suo amico e vanno in un locale bar gay-lesbico e qui conosce la già intravista Emma (Lea Seydoux), più adulta di lei in ogni senso, artista creativa lesbica, da cui si sente fortemente attratta. Dopo questo incontro la si-tuazione in classe peggiora: le amiche di Adele non accettano che lei frequenti una ragazza e iniziano a dirle cattiverie, i compagni di scuola la sfottono perché ‘è andata nel bar gay’ e lei si deve difendere, come sempre, perché l’essere ‘diversa’ non è ammesso facilmente e diventa oggetto di dileggio. Adele cerca di difendersi con disperazione (‘Non sono lesbica, come ve lo devo dire!’) ma sa che non servirà e sa anche di mentire pure a se stessa. Oltre che andare male a scuola, in famiglia va peggio. I genitori sono brave persone ma sono all’oscuro della verità: Adele porta a casa l’amata Emma, con cui nel frattempo ha iniziato una intensissima

di condivisione di vita e di complicità intel-lettuale, ma deve per forza presentarla come

Matilde Capelli 4B

LA VITA DI ADELE VERONA

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I Magazzini Generali sono gremiti di gente. Il pubbli-co li chiama a gran voce. Milano è pronta per acco-gliere i Pentatonix. Niente di strano, dal momento che l’America li adora, tuttavia neanche loro stessi pensa-vano di riscuotere così tan-to successo alla loro prima esibizione europea. Forse qualcuno di voi li conosce-rà per il video “Evolution of Music”: condensare in quattro minuti secoli di storia della musica non è un’impresa semplice, ma riescono comunque a ca-varsela egregiamente. Da “Salve Regina” a “Ga-gnam Style”, passando per i Queen e i Beatles, il loro è uno tra i migliori medley in circolazione. L’idea di creare un gruppo a cappel-la, che canta dunque senza l’ausilio di basi strumen-tali, nasce dall’originario terzetto dei texani Scott, Mitch e Kirstie. Fin da su-bito riescono a distinguersi dagli altri e tentano così di sfondare in tutti i modi,

-posto di esibirsi nella terza stagione dello show statu-nitense “The Sing-Off”. Tre componenti sono trop-po pochi, così rispondono i produttori televisivi, de-vono aggiungere altri due elementi: ed ecco che il

giorno precedente alle ri-prese si incontrano per la prima volta in assoluto con i loro due nuovi acquisti, Kevin, trovato su Youtube con una cover di beatbox e violoncello, e Avi, per-fetto per fare il basso. Così insieme scelgono il nome “Pentatonix”, chiara allu-sione alla scala pentatoni-ca e al numero di compo-nenti del gruppo. Nel giro di qualche puntata il pub-blico inizia ad amarli e ar-rivano senza problemi alla vittoria. Dopo meno di un anno rilasciano PTX vol. 1, il primo dei due dischi che comprendono i cavalli di battaglia del gruppo, tra cui il mashup “As long as you love me/Wide awake” e la cover di “Payphone”, e PTXmas, l’album dedi-cato ai classici natalizi. La loro bravura è evidente: le loro armonizzazioni sono

-mentari l’una all’altra da non rendersi conto che nessuno strumento li ac-compagna. Ognuno ha la sua precisa funzione nel gruppo e proprio grazie a questa composizione nien-te è lasciato al caso. Scott, la voce maschile principa-le, si alterna nel cantato con Mitch, dotato di un’esten-sione vocale strabiliante, e Kirstie, l’unica ragazza del

basi Avi, capace di esegui-re overtune singing, ovve-ro riprodurre due suoni al medesimo tempo, e Kevin, beatboxer e rapper for-midabile. Nella loro per-formance milanese hanno incantato il pubblico con una loro canzone origina-le, intitolata “Run to you”, contenuta in PTX vol. 2, uscito il 5 Novembre. Non hanno deluso le aspettative dei fan, dimostrando di es-sere tanto validi nelle cover quanto in un loro progetto. I Pentatonix rappresentano una rivoluzione nel mon-do musicale, vista la loro giovane età: sanno muo-versi sul palco come star affermate e intrattengono il pubblico con esibizioni di vario genere. Nell’attesa di un loro ritorno, cercate su internet la loro cover di “Radioactive”, con cui hanno vinto gli Youtube Music Awards: non ne ri-marrete delusi.

Marta Gerosa

PENTATONIX- LE VOCI DEL SUCCESSOCRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

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(ME)(TE)O MUSICAIl meteo sugli appuntamenti e gli avvenimenti del panorama musicale italiano e non.a cura di M.C.Fusco

Concerti in programma a Dicembre/Gennaio:Salmo: l’ultima data del “Midnite live session tour”è il 15 Dicembre all’Alcatraz di Milano. Il concerto

Roba”. Quest’ultimo proporrà alcuni suoi pezzi e, ovviamente, le combination con Salmo. Presenti anche come ospiti Dope D.O.D, Gemitaiz e Nitro.

Laura Pausini: “The greatest hits World tour 2013” fa tappa, dopo le primissime date di Roma da cui è partito, al Mediolanum Forum di Assago il 16 Dicembre e il 22 Dicembre in uno spettacolo dedicato esclusi-vamente alle famiglie e per questo chiamato “Family Christmas Show”. La cantante italiana porterà sui palchi

Lamb of God -rican Heavy Metal”, si esibirà il 7 Gennaio all’Alcatraz. Suonerà i brani tratti dall’ultimo album pubblicato nel 2012 “Resolution” e dai precedenti album di grande successo “Ashes of the wake” e “Sacrament”. Sarà

Chiara: la vincitrice della sesta edizione di X-Factor Chiara Galiazzo, in arte Chiara, dopo il sold out al Teatro Nuovo, tornerà in un concerto “only-acoustic” il 22 Gennaio al Blue Note. Intanto il singolo “Stardust” duettato con Mika è uno dei singoli italiani più venduti di queste settimane (gli album più venduti rimangono

Neffa: dovete stare tutti molto calmi perché Neffa il 23 Gennaio canterà all’Alcatraz con “Sopra le nuvole” ovvero il nuovo live dell’artista. Esso comprende soprattutto le tracce dell’album di inediti “Molto calmo”,

Michael Bublétrascurato il paese che gli ha dato le origini, torna con due date al Mediolanum Forum di Assago per proporre

A Day to Remember: dopo il tutto esaurito dell’anno scorso a Bologna il gruppo dal genere incerto (gli stes-si componenti affermano di aver riunito tutti gli stili musicali che più gradivano creando una composizione di pop, rock, alternative rock e metalcore, a mio avviso, ben riuscito) approda in concerto stavolta all’Alcatraz

Gué Pequeno: sold out per il “Bravo Ragazzo” dei Dogo in concerto da solo il 30 Gennaio anche lui all’Al-catraz portando i suoi due album da solista, appunto “ragazzo d’oro” e “bravo ragazzo”, insieme a “Brivido” in collaborazione con Marracash.

&

Album e singoli in uscita a Dicembre e a Gennaio:Non ci sono album rilevanti in questa ultima metà di Dicembre e non ci sono nemmeno album natalizi da proporre (sbuf!) ma alcuni album e singoli sono previsti per Gennaio:

Bruce Springsteen: dopo il singolo uscito “High Hopes” l’emblematico musicista rock pubblicherà l’omonimo album il 14 Gennaio che segue ‘Wrecking Ball’ del 2012 (no, non c’entra niente Miley Cyrus): un mix di inediti, cover e nuove versioni di canzoni esistenti.

My Chemical Romance: negli usa uscirà il 24 Gennaio l’album delle “greatest hits” del gruppo ma non abbiamo ancora una data europea della sua uscita.

Alessandro Casillo: il nuovo singolo di “Niente da perdere” anticipa l’uscita del nuovo album di Alessandro, prevista per gennaio 2014.

rivista Rolling Stone: 1. Vampire Weekend - Modern Vampires of the City2. Kanye West - Yeezus3. Daft Punk - Random Access Memories.

&

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non è paragonabile al livello dei singoli giocatori e il gioco non entusiasma.

le acquisizioni straniere han-no determinato successi dura-turi,: basti pensare al Malaga ed alla situazione disastrosa che ha dovuto affrontare dopo il repentino abbandono dello sceicco qatariota Al Thani, ma in molti casi,- Chelsea e Roma per citarne solo alcuni - le squadre acquistate sono state rilanciate a dovere con piena soddisfazione di tutti, dirigenza, mercati e tifosi. Il Chelsea, per esempio, con

na, facendo spazio ad inve-stitori stranieri possibilmente “illuminati”, la nostra seria A tornerà ad essere il palco-scenico del miglior calcio del mondo e gli stadi si riempi-ranno nuovamente di tifosi ansiosi di godersi un grande spettacolo ogni domenica.

Alberto Mangili

E come da copione, è sbarcato anche Thohir che, dopo aver investito una sconsiderata somma di denaro per com-prarsi l’Inter, si presentato ai giornalisti pieno di idee di marketing, guadagnandosi la simpatia dei tifosi con un coretto da oratorio contro la squadra rivale di sempre, il Milan.L’Italia calcistica si tinge quindi dei colori indonesiani dopo che la Roma, nonostan-te la maglia giallorossa, ha ceduto proprietà e comando a James Pallotta, un ricco ame-ricano ed ha un’ anima tutta a stelle e strisce.Allineandosi a prestigiose squadre straniere anche le no-stre “grandi” di serie A guar-dano all’estero per iniezioni di nuovi capitali, e non solo.Le dichiarazioni di Thohir che vuole sdoganare l’Inter anche in Asia infatti, mostrano che dietro all’ investimento in sé c’è un preciso disegno e una strategia di marketing che manca del tutto a molte squa-dre italiane.Nel villaggio globale del cal-cio non c’è più posto per i na-zionalismi: dove non arrivano i nostri investitori, ben venga-no arabi, russi, asiatici, se ciò

vitale a management vecchi e poco propensi al cambiamen-to di mentalità.Una squadra, infatti, non si rilancia solo comprando gio-catori forti ma costruendo intorno ad essa interesse, en-tusiasmo, supporto da parte di

INVESTITORI STRANIERI NEL CALCIO: OPPORTUNITA’ O COLONIZZAZIONE?

tifosi ma anche di addetti ai lavori di tutto il mondo. Non tutti gli investitori però sono uguali: Thohir, infatti ha de-ciso di investire nei giovani e questo gli fa onore. Altre squadre acquistate da magnati del petrolio , invece, si sono limitate ad acquistare mas-sicciamente grandi giocatori senza una strategia di gioco precisa e ben delineata: in questi casi la resa in campo

Roman Abramovic, ha av-viato una politica di acquisti mirati ed ha ottenuto risultati che , seppur altalenanti, han-no inciso sulla storia di que-sto sport: vittoria della Cham-pions League nel 2012 e dell’ Europa League nel 2013. Io credo che se in Italia riusci-remo a smettere di conside-rare il calcio un monumento nazionale intoccabile come il Colosseo o la Cappella Sisti-

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GENNAIOBicocca:-Scuola di Medicina e Chi-rurgia via Cadore 48, Monza (MB)31 gennaio 2014, dalle 9:00 alle 13.00 -Dipartimento di Scienze Umane per la formazione “Riccardo Massa” Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano27 gennaio 2014, dalle 09:00 alle 16:00-Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano23 gennaio 2014, dalle 09:30 alle 12:30

FEBBRAIOBicocca:-Scuola di Economia e Stati-stica

Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, MilanoLe iscrizioni sono aperte tra-mite l’apposito form12 febbraio 2014, dalle 10:00 alle 14:00-Scuola di Medicina e Chi-rurgia

Cadore 48, Monza (MB)Le iscrizioni sono aperte tra-mite l’apposito form28 febbraio 2014, dalle 9:00 alle 13:00-Dipartimento di Psicologia

Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, MilanoLe iscrizioni sono aperte tra-mite l’apposito form14 febbraio 2014, dalle 10:30 alle 12:30-Scuola di Scienze

della Scienza, Milano18 febbraio 2014, dalle 09:30 alle 12:30

Statale:-Medicina e ChirurgiaSolo per le Lauree Magistrali a ciclo unico in: Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e pro-tesi dentariaAula Magna via Festa del Perdono, 7 – Milano4 febbraio 2014 ore 9.30 -Scienze Agrarie e AlimentariAula C03 via Mangiagalli, 255 febbraio 2014 ore 9.30, Mi-lano-BiotecnologieAula 200 Sett. Didattico edi-

-lano6 febbraio 2014 ore 9.30-Studi UmanisticiAula Magna via Festa del Perdono, 7 – Milano11 febbraio 2014 ore 10.00-Scienze del FarmacoAula G11 Settore didattico Via Golgi, 19 Milano11 febbraio 2014 ore 9.30-Medicina e ChirurgiaAula Magna via Festa del Perdono, 7 – Milano 12 febbraio 2014 ore 9.30

-Scienze MotorieAula Magna via Festa del Perdono, 7 – Milano14 febbraio 2014 ore 10.00-Scienze Politiche, Economi-che e SocialiSettore didattico Via Conser-vatorio, 7 – Milano15 febbraio 2014 ore 9.30-Medicina VeterinariaAula 8 Via Celoria, 10 Mila-no17 febbraio 2014 ore 10.00-Mediazione Linguistica e CulturaleAula Magna p.zza I.Montanelli, 14 (Sesto S. Giovanni)18 febbraio 2014 ore 10.30-Scienze e TecnologieSettore didattico via Golgi, 19, Milano19 febbraio 2014 ore 9.30-GiurisprudenzaAula Magna via Festa del Perdono, 7 – Milano21 febbraio 2014 ore 10.30-Corsi di laurea in ECONO-MIAAula 11 Via Conservatorio, 7 – Milano27 febbraio ore 9.00

CattolicaVenerdì 21 febbraio

-ore 14.30 Registrazione e ritiro materia-le informativo presso l’atrio del Polo Studenti-ore 15.00 Aula Magna - I corsi della fa-coltà di Giurisprudenza

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ORIENTAMENTO

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CORSI PER LA COGESTIONEche vi sono piaciuti di più negli anni scorsi, in modo da poter organizzare la cogestione con maggior anticipo e selezionare le attività che possono risultare più interessanti. A partire da gennaio i rappresentanti cominceranno a raccogliere idee e proposte.

Aula Vito - I corsi della facoltà di Scienze linguistiche e lettera-ture straniere -ore 16.00 Aula Magna - Incontro informa-tivo su tasse e contributi-ore 16.30 Aula Magna - I corsi della facol-tà di Scienze politiche e sociali-ore 17.30 Aula Magna - Incontro per ge-nitori e studenti su: sistema uni-versitario, accompagnamento

studenti

Sabato 22 febbraio

Può uno scambio culturale, che per molti è solo un pretesto per una gita all’estero, cambiare la situazione e le dinamiche rela-zionali all’interno di una classe, e perché no, anche qualcosa in noi stessi?La risposta è SI’, almeno per quel che riguarda l’esperienza delle nostre classi, IV D e IV G. Come già sopra accennato, per molti studenti rappresentava una semplice occasioni di cono-scere una paese straniero e dei coetanei molto diversi da noi italiani.Per conoscere Esbjerg, la città da cui provenivano i nostri ospiti, dovremo aspettare ancora qualche mese, quando

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ta della Danimarca e saremo accolti dai ragazzi conosciuti ai primi di Ottobre. Ma mol-ti di noi hanno commesso un errore: pensare che danesi ed italiani appartengano quasi a due mondi diversi. Molti di noi hanno invece trovato nel loro ospite un amico, con cui condividere passioni, inte-ressi, vedute comuni, e con-frontarsi, e parlarsi, e discu-tere, e veramente conoscersi.Un’esperienza, quindi, che ci

-che chi non ha ospitato nessu-no a casa propria, e che ci ha permesso di stringere nuovi rapporti, che potrebbero(mai dire mai) consolidarsi in ami-

che del resto ha dato la possibili-tà per le nostre classi di rinsalda-re i rapporti interni, ad esempio condividendo la bellezza delle visite proposte, come a Como e Verona, e al vicino nostro Duo-

-be distinto le due classi italiane e danese, se non per qualche capello biondo di troppo. E no-nostante le incomprensioni lin-guistiche ed i piccoli imprevisti sorti lungo il cammino della set-timana di scambio, forse, questa, è stata per noi l’esperienza più avvincente ed appassionante che avremmo pensato di poter vive-re nella nostra scuola.Gli alunni di IV D e G

-ore 9.00 Registrazione e ritiro materiale informativo presso l’atrio del Polo studenti-ore 9.30 Aula Magna - I corsi della fa-coltà di Economia-ore 10.45 Aula Magna - I corsi della fa-

-ziarie e assicurative Aula Vito - I corsi della facoltà di PsicologiaAula Lazzati - Incontro infor-mativo su tasse e contributi-ore 12.00 Aula Magna - I corsi della fa-

Aula Vito - I corsi della facoltà di Scienze della formazione-ore 12.00Aula Lazzati - Incontro infor-mativo su tasse e contributi-ore 13.15Aula Magna - Incontro per ge-nitori e studenti su: sistema uni-versitario, accompagnamento

studenti

Politecnico15 febbraio 2014: Open Day nel Campus di Milano Bovisa del Politecnico di Milano

SCAMBIO CULTURALE: UNA RIFLESSIONE

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Camminando per la città veniamo attratti da negozi addobbati, pubblicità che sponsorizzano giocattoli e regali, abitazioni deco-

“Babbo Natale” appesi

alcune classi hanno scrit-te di auguri sulla porta e nell’ingresso c’è già un al-bero decorato... Ebbene sì, Natale è alle porte e i Bec-carioti non vedono l’ora di staccare la spina dopo un faticosissimo trimestre di

-notato da qualche mese le proprie vacanze, ma, per chi ancora non si fosse de-ciso, suggerirò in seguito alcune mete interessanti da visitare.Sicuramente queste vacan-ze potrebbero presentare un buon pretesto per vedere la singolare bellezza di Lon-dra, immersa in un’atmo-

si può cogliere così anche l’occasione per esercitare un po’ la pronuncia inglese (che ci sarebbe tanto utile per le interrogazioni della lingua). Tenendo d’occhio

i voli aerei low cost e sog-giornando in hotel in pe-riferia, si può accedere a un’emozionante vacanza a basso costo in una delle città più belle del mondo. Per chi volesse rimanere in Italia, Cortina D’Am-pezzo, ma anche Cham-porcher o Courmayeur, dispongono di organizza-tissimi centri sciistici adat-ti sia per i principianti che per gli sciatori più esperti e offrendo, in alternativa, dei caratteristici mercatini natalizi che fanno sentire nell’aria lo spirito singola-re del Natale. Per coloro che invece non amano la montagna e pre-feriscono visitare qualche città d’arte, Firenze sareb-be perfetta. È possibile am-mirare nella Galleria d’arte moderna una collezione su pittori impressionisti, op-pure osservare una mostra dedicata al centenario del-la morte di Ferdinando de’ Medici nella Galleria degli

la splendida costruzione.Non tutti però possono permettersi di partire, o

semplicemente qualcuno preferisce rimanere a Mila-no per prepararsi al meglio per il nuovo pentamestre. Niente paura Beccarioti, la nostra bellissima città organizza molti eventi! Oltre alle bancarelle che popolano le vie del Duomo da qualche giorno, verrà allestito un vero e proprio villaggio del Natale all’in-terno dei Giardini Palestro, dove sarà possibile acqui-stare merce di pregio e an-tiquariato. Al Palazzo Re-ale invece si può vedere, ancora per poco, la mostra di “Pollock e gli Irascibili” oppure, sempre nello stes-so luogo, si potrebbe visi-tare una collezione di oltre 160 opere di Warhol. Chi non ama particolarmente le mostre potrebbe vede-

sale presenti in città o pas-sare una serata in un locale o una discoteca. Manca pochissimo alle

che aspettare e scegliere quale luogo avremmo il piacere di visitare.

Debora Lombardo

LE VACANZE DI NATALE SONO VICINE: dove si potrebbe andare?

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CRONACHE DEL BECCARIA ATTUALITÀ CULTURA SPORT RECENSIONI MUSICA SVAGO

“Nelle schizzanti luci d’un casino,ch’è il disordine della nottesolo mia, vivo tra le calze rotted’una puttana e la luna, vicino

alla follia. Inseguo sulla crestadi nuvole rampanti spaccature,

che schiuma mi corroda venature

Tensioni da sangue alle neviEd incide, illusioni breviEd acute, di chi di piombo vola.

Così mi guardo, disteso in un mareDi cemento, bollente che rido,tra le lance dirotte d’un gridomentre la luna irride al mio cuore!

E come l’umore d’una notte cadeD’inchiostro, poco a poco prendeForma il silenzio, con che piangere?E come il diluvio morto miserere

Voci ricuce echeggianti nel cielo,mi torco, come malato soloche invano implori cadrannole forsennate stelle nel sonno”

ODO UNA SENSIBILE VOCE…FRAMMENTI DI POESIA

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SEZIONE GAMESIn questo periodo invernale stanno per uscire qui in Italia due console di gioco molto attese: la Playstation 4 e l’ Xbox One. In verità l’Xbox One è già uscita nei negozi il 22 novembre, facendo la sua comparsa al Games Week di Milano. Oltre alle solite applicazioni dell’Xbox, è stato aggiunto il programma Skype, grazie al quale si potrà videochiamare direttamente dal televisore. Ma non è tutto. Infatti prossimamente sa-

amata capitale), Dead Rising 3, Motorsport 5 e sequel di grandi titoli come FIFA 14,

Il prezzo dell’Xbox One, però, è abbastanza alto,e gira intorno ai 500 euro, dispositivo Kinect compreso. Grande rivale della Microsoft è la Sony che ha rilanciato il quarto modello della Play-station. A differenza dell’Xbox One, la PS4, con un design molto accurato, ha un prezzo meno consistente, infatti la troviamo al prezzo lancio di 399 euro e uscirà nei negozi italiani il 29 Novembre. PS4 e Xbox One presentano alcuni giochi in comune, tipo: As-

anche altri giochi come Killzone Shadow Fall, Knack e Need For Speed Rivals. Secondo voi quale console è migliore? Per questo articolo è tutto e alla prossima pubblicazione

Eric Ferracin

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