Infoanziani novembre/dicembre

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STARBENE news www.infoanziani.it NOVEMBRE/DICEMBRE 2010 N° 44 Inserto al bimestrale Infoanziani.it INSERTO STARBENE NEWS: Mangiare carciofi conviene PAG.1 Quando la malattia è cronica PAG.3 Le Aziende Sanitarie informano: Innovazione nell’endoscopia digestiva dell’ ASS n°3 PAG.5 Uno strumento per la presa in carico anticipata P AG.7 Le associazioni di volontariato informano: Il Comitato Parenti Ospiti I.G.A. PAG.9 L’A.V.U.L.S.S. PAG.10

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Infoanziani novembre/dicembre

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INSERTO STARBENE NEWS:Mangiare carciofi conviene PAG.1Quando la malattia è cronica PAG.3

Le Aziende Sanitarie informano:Innovazione nell ’endoscopia digestiva dell ’ ASS n°3 PAG.5 Uno strumento per la presa in carico anticipata P AG.7

Le associazioni di volontariato informano:Il Comitato Parenti Ospiti I.G.A. PAG.9 L’A.V.U.L.S.S. PAG.10

In questo numeroL’Azienda per i Servizi Sanitari n°3 informa:

Innovazione nell ’endoscopia digestiva dell ’ ASS n°3

L’Azienda per i Servizi Sanitari n°3 informa:

Convegno su “malattie trasmesse dalle zecche in Alto Friuli. Dalla diagnosi alla prevenzione”

L’Azienda per i Servizi Sanitari n°5 informa:

Uno strumento per la presa in carico anticipata

Il Comitato Parenti Ospiti IGA informa:

I nonni ricordano...

L’A.V.U.L.S.S. informa:

La carta del volontariato A.V.U.L.S.S.

News dall’Italia e dal mondo

Vecchi, ma non troppo

PAG.5

PAG.6

PAG.7

PAG.9

PAG.10

PAG.11

Inserto “STARBENE NEWS”

Mangiare carciofi conviene

L’intelligenza a portata di gene

Quando la malattia è cronica

Un freno al cibo spazzatura

PAG.1

PAG.2

PAG.3

PAG.4

www.infoanziani.it NOVEMBRE/DICEMBRE 2010N° 44

Informazioni per i lettori:

Registrazione Aut.Trib. di UD n.24 del 10.05.2005 Bimestrale gratuito Direttore editoriale Sandro Di Filippo Direttore responsabile Sandro Di Filippo Editore Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Layout Elisa Gorsa - Newprojects.it S.r.l. Collaboratori Azienda per i Servizi Sanitari n°3 “Alto Friuli” Azienda per i Servizi Sanitari n°5 “Bassa Friulana” Comitato Parenti Ospiti I.G.A. (Magda Minotti) A.V.U.L.S.S. (Pierino Clocchiatti) Pubblicità commerciale Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Stampa Tipografia Menini - Spilimbergo (PN) Abbonamenti Inviare i propri dati a: Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected]

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L’ASS N°3 informa:InnovazIone nell’ endoscopIa dIgestIva dell’ ass3 alto FrIulI

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“Dal punto di vista tecnico - spiega l’ ingegner Luigi Di Bene-detto, responsabile dell’ingegneria clinica dell’ Alto Friu-li - si tratta di un sistema per l ’archiviazione e la refertazione delle immagini acquisite dagli endoscopi in dotazione alla Strut-tura di Endoscopia Digestiva dell ’Azienda n.3 “Alto Friuli”. Il sistema è composto da: un database centrale su cui avviene la memorizzazione delle immagini e del referto associato a ciascun esame, da 3 stazioni di lavoro per l’acquisizione delle immagini e la refertazione degli esami, e da 3 ulteriori stazioni di lavoro che consentono la sola visualizzazione e refertazione degli esami. Inoltre, mediante degli apparati di streaming video (un partico-lare tipo di proiezione dei filmati), i medici che operano nelle sale endoscopiche di Tolmezzo possono vedere in tempo reale le im-magini endoscopiche di un esame in svolgimento a Gemona del Friuli e viceversa.

MA qUALI SONO I VANTAGGI PER I PAzIENTI, PER LA CLINICA, PER LA dIAGNOSTICA? Risponde a questa domanda il dottor Piero Brosolo, Direttore della SO Endoscopia digestiva dell’ ASS3: “Tutto questo si tra-duce nella possibilità di disporre di immagini e filmati di alta qualità dell ’interno dell ’apparato digerente, che possono essere discusse, anche in tempo reale, da professionisti situati anche a chilometri di distanza. Il beneficio per il paziente è rappresentato dalla possibilità di un con-fronto tra i medici, anche immediato, che contribuisce a condividere decisioni diagnostiche ed operative, riducendo evidentemente gli errori di interpretazione di quadri clinici anche complessi. Inoltre, la pos-sibilità di recuperare dati archiviati digitalmente permette di disporre nella misura più adeguata delle informazioni, anche pregresse, che si riferiscono ad un dato paziente. Infine vi è la possibilità di fornire al paziente una documentazione in formato elettronico che può accompa-gnare il suo percorso clinico”.Non da ultimo, tali informazioni sono anche compati-bili con i formati che permettono la condivisione dei dati nell’ambito della Regione (i così detti PACS) e quindi pos-sono essere visualizzati in seguito anche da altri professio-nisti della Regione, qualora il percorso clinico o gli sposta-menti del cittadino lo portino ad accedere ad altre strutture. Olga Passera

è un’assoluta novità in campo regionale che consente l’acquisizione di immagini e filmati dalle apparecchiature endoscopiche (colonscopi, gastroscopi) permettendone l’elaborazione, il montaggio, l’archiviazione, la consultazione e la condivisione via Intranet (il sistema di collegamento in rete intra-aziendale) ed Internet.

Nelle scorse settimane i tecnici della Società fornitrice del sistema hanno terminato le attività di configurazione della parte hardware del sistema. Pertanto, per i medici della Struttura di Endoscopia dell’ASS n. 3 “Alto Friuli” è ora possibile usufruire di un servizio interno alla Struttura di consulenza (second opinion) in tempo reale tra i due Presidi Ospedalieri. In altri termini, i medici che operano nelle sale endoscopiche di Tolmezzo possono vedere in tempo reale le immagini endoscopiche di un esame in svolgimento a Gemona del Friuli e viceversa.

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Mangiare carciofi conviene Le sue proprietà e gli effetti benefici sull’organismo sembrano davvero infiniti. Si tratta del carciofo, pianta probabilmente originaria del Nord Africa, conosciuta dagli antichi Egizi, apprezzata da Greci e Romani e ricca di proprietà salutari.Appartenente alla famiglia botanica delle Asteraceae, è diffusa in tutte le zone del Mediterraneo e le sue varietà maggiormente presenti alle nostre latitudini sono le mammole romane, i violetti di Toscana e gli spinosi di Liguria. Il carciofo è, in realtà, un fiore ed è proprio questa la parte commestibile: il suo ciclo naturale va dall’autunno alla primavera ed è da sempre un ortaggio apprezzato non solo per il gusto, ma anche per le sue virtù benefiche per l’organismo. È molto ricco di ferro, ha un buon valore nutritivo e fornisce poche calorie; contiene, inoltre, molti altri elementi preziosi come il sodio, il potassio, il fosforo, il calcio, le vitamine A, B1, B2, C, PP, l’acido malico e quello citrico, tannini e zuccheri, questi ultimi in forme e dosi tali da essere innocui anche per i diabetici.

In collaborazione con Italiasalute - Direttore responsabile Riccardo Antinori STARBENE NEWS 1

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Curio

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L’inteLLigenza a portata di gene

L’idea che la disattivazione o l’attivazione di un singolo gene possa costituire la soluzione a un problema di salute è

quantomeno rassicurante. In questo caso, un team di ricercatori americani ha effettuato una sperimentazione su cavie da laboratorio,

scoprendo che a seguito della disattivazione di un gene chiamato RGS14, i topi sottoposti all’esperimento mostravano un livello di intelligenza assai superiore a prima. I ricercatori dell’Università di Emory, in Georgia, hanno scelto il nome informale di “Homer Simpson” per qualificare le proprietà di questo gene, che presente anche all’interno dell’organismo umano, potrebbe anche comportarsi nello stesso modo. Il gene svolge un ruolo di trasmissione dei segnali nel cervello legati all’apprendimento e alla memoria, in particolare nell’area cerebrale CA2, una delle zone meno esplorate e conosciute della nostra mente. Il dott.John Hepler e i suoi colleghi hanno analizzato le conseguenze della disattivazione del gene su alcuni topi, verificando un miglioramento delle capacità mnemoniche e dell’apprendimento. I topi mostravano una maggior dimestichezza nel riconoscere gli oggetti proposti dai ricercatori durante l’esperimento, che sono arrivati quindi alla conclusione che l’attivazione dell’RGS14 produce dei limiti invalicabili per quanto riguarda l’apprendimento e la memoria. L’interrogativo che sorge spontaneo è per quale motivo i topi e gli uomini abbiano al loro interno un gene che ne limiti le possibilità cerebrali. Il dott. Hepler suggerisce un cambio di prospettiva per cercare di comprenderne le ragioni: “Penso che finora non vediamo ancora il quadro completo. Nel caso dell’RGS14 non è ancora chiaro se eserciti o meno anche altre funzioni importanti. Questa scoperta non significa solo che siamo in grado di essere più intelligenti, può essere un’ottima notizia anche per le persone affette da Alzheimer”.

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Salu

te

QUando La MaLattia È CroniCa

Oltre il 45 per cento degli italiani, infatti, soffre di una qualche malattia cronica, e circa 8 milioni di essi di una patologia grave, ad esempio diabete, angina pectoris, ictus, tumore, demenza senile ecc. A fornire i dati elaborati dall’Istat è la NPS onlus, nel corso della conferenza sull’accesso alle cure nelle malattie croniche.

Le patologie più diffuse in tal senso rimangono artrosi e artriti, che colpiscono il 18,3 % degli italiani con più di 6 anni. Il totale di cittadini che soffrono di malattie croniche è impressionante, 25 milioni di persone, fra le quali peraltro circa 8 milioni hanno la sfortuna di essere affette da più patologie.

I dati smentiscono il luogo comune secondo cui le patologie croniche riguarderebbero in buona sostanza soltanto gli anziani, dal momento che sono quasi 8 milioni gli italiani fino ai 44 anni che ne soffrono. L’età diventa in effetti un fattore discriminante se si parla di patologie croniche gravi o di più

malattie presenti nello stesso paziente; in questi casi, il 60 % delle persone colpite ha più di 65 anni. In quanto al genere, sembrano leggermente svantaggiate le donne, che mostrano percentuali di multicronicità maggiori rispetto agli uomini.

In un contesto del genere, non può che rivestire un ruolo fondamentale l’assistenza sanitaria offerta dal pubblico, in particolare la cosiddetta Assistenza Domiciliare Integrata, considerato l’invecchiamento progres-sivo della popolazione. L’assistenza nel complesso risulta ancora insufficiente, e soprattutto vi è una grande dispa-rità fra regione e regione, con un prevedibile ritardo a carico delle regioni meridionali, in particolare Sicilia e Sardegna, mentre le più virtuose sono il Friuli Venezia Giulia e il Veneto.

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e Un Freno aL CiBo SpazzatUra

Una contea della California ha vietato la distribuzione dei giocattoli associati al famoso Happy Meal di McDonald’s e tanto desiderati dai bambini. Il proposito è quello di diminuire l’interesse per un tipo di alimentazione nociva per la salute dei bambini stessi.Ken Yeager, promotore dell’iniziativa, ha spiegato: “L’intento è di eliminare l’incentivo a scegliere cibi grassi e dolci. Quello che stiamo cercando di fare è scindere il binomio cibi spazzatura-giocattoli. Un’ordinanza - ha tenuto a precisare Yeager – che non è diretta contro i giocattoli. Questi ultimi non rendono i bambini obesi”. Immediata la reazione del colosso del fast food, i cui vertici si sono detti delusi dall’ordinanza perché in realtà gli Happy Meal fornirebbero “molti degli importanti elementi nutrizionali di cui i bambini hanno bisogno”. Al di là della difesa d’ufficio, però, vale la pena ricordare i rischi connessi con il consumo di cibo importato dalla cultura anglosassone. I pericoli maggiori sono l’obesità, le patologie cardiovascolari, l’osteoporosi e alcuni tipi di tumori. Giorgio Calabrese dà un commento

severo alle nuove abitudini degli italiani a tavola: “I gusti verso i quali ci spinge la cultura anglosassone ci portano verso una vera e propria emergenza sanitaria’”. Al di là di problemi in crescita come il sovrappeso e l’obesità, “questi trend alimentari causano, con gli anni, una gamma molto grave di malattie: cardiopatie in età media (40-50 anni) e forme precoci di Parkinson e Alzheimer”. La ricetta più sicura per evitare il peggio, ricorda Calabrese, si può riassumere in alcune regole d’oro: 1. Fare il pieno di vitamina E, contenuta in olio extra vergine di oliva, germi di grano, olio di un solo seme, cereali, frutta e verdura. Alimenti che riducono del 34% il cancro alla prostata, del 16% alcuni tumori del colon-retto e del 5% i decessi per ictus e infarto. I giovani che praticano esercizio fisico privilegino cibi antiossidanti come frutta e verdura molto colorate e verdure a foglia molto verde, che migliorano del 40-70% le performance sportive. Evitare le bibite gassate e tra le bevande alcoliche, da utilizzare sempre con moderazione, scegliere comunque il vino.

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Situata in una splendida posizione a ridosso delle colline moreniche friulane offre ai suoi ospiti un ambiente piacevole e familiare.Villa Nimis accoglie anziani autosufficienti e non autosufficienti.

La Direzione ed il Personale condividono passo dopo passo con l’ospite e la sua famiglia l’attività assistenziale e la vita relazionale ed affettiva.

L’ASS N°3 informa:

Le conclusioni del dott. Pao-lo Pischiutti, responsabile del dipartimento di Prevenzione dell’Alto Friuli hanno ribadito l’importanza della stretta colla-borazione tra clinici, laborato-risti ed esperti in prevenzione al fine di affrontare efficacemente questa epidemia.Il vaccino è disponibile presso gli ambulatori Vaccinazioni di:Gemona, Resiutta: tel. 0432989338Tolmezzo, Ampezzo, Ovaro, Paluzza: tel. 0433488434Tarvisio: tel. 0432989823Per ulteriori informazioni è pos-sibile contattare il dipartimen-to di Prevenzione dell’ ASS3 Alto Friuli, tel. 0432/989500.

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convegno su “malattIe trasmesse dalle zecche In alto FrIulIdalla dIagnosI alla prevenzIone”

Di fronte ad una gremita platea di operatori sanitari dell’Alto Friuli si è svolta il 28 settembre presso l’Ospe-dale di Tolmezzo un conve-gno di approfondimento su un tema sempre molto at-tuale quale quello delle ma-lattie trasmesse da zecche. Partendo dalla descrizione di casi clinici di borreliosi di Lyme e di encefalite da zecca trattati presso l’Area di Emergenza del nosoco-mio carnico, il dott. Pier Paolo Pillinini, responsa-bile del locale Pronto soc-corso ha introdotto l’argo-mento illustrando le varie forme cliniche di borrelliosi e di TBE ed evidenziando l’importanza di una anamne-si che spazi anche su eventuali pregressi morsi o fre-quentazioni di aree a rischio per presenza di zecche. Il dott. Maurizio Ruscio, direttore del Dipartimen-to Diagnostico dell’Ospedale di San Daniele del Friu-li e Centro di Riferimento Nazionale per la malattia di Lyme, ha relazionato sull’ecologia del vettore, sulle mo-dalità di trasmissione delle malattie all’uomo e sulla com-plessità della diagnosi di laboratorio della borrelliosi. Il dott. Andrea Iob del Dipartimento di Prevenzione dell’Alto Friuli ha illustrato tutte le azioni di sanità pubbli-ca messe in atto per minimizzare il rischio di malattia tra-smessa dalle zecche tra cui la prevenzione comportamentale, l’utilità della cura dell’ambiente, la corretta rimozione della zecca e la conoscenza della mappa ambientale del rischio zecche, che vengono monitorate in tutto il territorio regio-nale tramite prelievi periodici in siti di campionamento. Partendo poi dall’epidemiologia dei casi umani di TBE (ol-tre 50 casi in Regione di cui 3 mortali) è stata raccomanda-ta la vaccinazione per chi vive o frequenta le zone Alpine e Prealpine della nostra regione e delle regioni contermini. Olga Passera

Ospedale di Tolmezzo

L’ASS N°5 informa:

La scheda PRISMA-7 deriva dallo SMAF (Systeme e Mesure De L’autonomie Fonctionelle) ed è lo strumento introdotto dal ministero della Salute e dei Servizi Sociali in tutto il québec dal 2002, ai fini di identificare le persone con una perdita di autonomia da moderata a grave, per le quali non si conosce lo stato di salute; stato di salute che può deteriorarsi rapidamente se non viene attivato un intervento di tipo preventivo. Si tratta di un mezzo rapido, semplice, efficace che può essere utilizzato dagli operatori socio-sanitari, da volontari formati a tale scopo, dai servizi domiciliari, in pronto soccorso ecc.. Le domande della scheda possono essere poste tramite intervista diretta, per via telefonica o a mezzo posta. Lo scorso anno, in un Comune della Bassa Friulana è stata effettuata una sperimentazione finalizzata alla costruzione della versione base della mappatura della fragilità attraverso l’utilizzo della scheda PRISMA-7.

Delle 129 persone coinvolte nello studio, le femmine rappresentano il 65% della popolazione, dato che conferma le statistiche mondiali relative alla maggiore sopravvivenza delle donne rispetto ai maschi. è interessante il dato che il 58% degli anziani non ha il coniuge e il 45,7% delle donne sono vedove versus il 7% di vedovi.

uno strumento per la presa In carIco antIcIpata: la mappatura della FragIlItà

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Sostenere la domiciliarità e garantire una buona qualità della vita presuppongono anzitutto la conoscenza dei bisogni e delle risorse presenti nel tessuto comunitario nel quale gli operatori svolgono il servizio. In questi ultimi anni la letteratura ha evidenziato come l’utilizzo di strumenti di valutazione dell’anziano presentino evidenze molto for-ti, sia nella prevenzione di esiti negativi, che nel miglioramento della qualità della vita e nella riduzione dei ricoveri e accessi in Pronto Soccorso delle perso-ne fragili. disporre, dunque, di una mappatura della fragilità nel territorio in cui opera l’équipe, rappresenta il primo requisito per pianificare interventi proattivi di presa in carico. Si rende, quindi, necessario avere a disposizione uno strumento che consenta di intercettare la condizione di potenziale fragilità per una prima scrematura che consenta di limitare le persone da sottoporre a valutazione approfondita.

IDENTIFICAZIONE:____________________ DATA:_______

SCHEDA PRISMA - 7

DOMANDA RISPOSTA

1.Ha Più di 85 anni? 2.Maschio? 3.In generale, ci sono dei problemi di salute che la obbligano a limitare le Sue attività? 4.Ha bisogno di qualcuno che L’aiuti regolarmente? 5.In generale, ci sono dei problemi di salute che La obbligano a rimanere a casa? 6.Può contare su una persona che le sia vicina in caso di bisogno? 7.Utilizza regolarmente un bastone o un deambulatore o una sedia a rotelle?

SI NOSI NO SI NO

SI NO

SI NO

SI NO

SI NO

Numero di “SI” e di “NO” ____ ____

Tab.1 distribuzione delle caratteristiche del campione di 129 persone anziane con età ≥ 75 anni.

Se stabiliamo il limite di 4 per definire l’elevato rischio di fragilità, dai risultati delle interviste emerge che 50 (39.0%) persone risultano positive e pertanto richiedono un ulteriore approfondimento attraverso una Valutazione Multidimensionale. Figura 1. Grafico che evidenzia la proporzione di risposte affermative in riferimento al limite

L’obiettivo dello studio, sperimentare in un determinato territorio la costruzione di una mappa della fragilità attraverso lo strumento di screening PRISMA-7, ha portato ai seguenti risultati: tra le 129 persone intervistate non in carico all’équipe, risultano potenzialmente fragili il 39% le quali non sono state valutate con uno strumento multidimensionale e per le quali non esistono progetti personalizzati di presa in carico leggera a scopo preventivo ed educativo. Tuttavia, è importante riconoscere che quasi la totalità delle persone intervistate è a conoscenza del servizio dell’infermiera di comunità e ciò rappresenta di per se stesso una garanzia di

vicinanza e di accessibilità ai servizi. Le interviste si sono svolte con due modalità: tramite telefono e tramite comunicazione diretta alla persona anziana o al caregiver. Tramite somministrazione telefonica del questionario l’indagine si è rivelata veloce (2 minuti), ma limitata alle risposte attese; attraverso il contatto diretto è stato possibile raccogliere e dare maggiori informazioni, conoscere reali situazioni di difficoltà e di scarsi conoscenza della rete dei servizi. Naturalmente questo sistema ha richiesto dei tempi di compilazione maggiori soprattutto quando è avvenuto a domicilio (10 minuti di media). La popolazione ha aderito alla proposta di compilazione del questionario in modo quasi totale; questo risultato è quasi sicuramente derivato dal fatto che l’infermiera di comunità ha partecipato alle interviste o ha presentato alla famiglia colui che avrebbe effettuato l’intervista evitando dei rifiuti per motivi di diffidenza.

A cura di Dina Pecini, Marta Pordenon, Eleonora Casasola (Servizio Infermieristico Domiciliare – Distretto Sanitario Est di Cervignano del Friuli)

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CARATTERISTIChE ANzIANI ≥75 ANNI N=129Età (anni) Media ± 82 ± 5.1 > 85 anni 45 (35.0%)Sesso Femmine 84 (65.0%) Maschi 45 (35.0%)Stato civile Coniugati 54 (41.9%) Non Coniugati 3 (2.3%) Vedove 59 (45.7%) Vedovi 9 (7.0%)Rete di supporto Vive solo 20 (15,5%)Vive solo in casa adiacente a figli 11 (8,5%)Vive con coniuge o altri fam. 55 (40,3%)Vive con figli 37 (27,1%)Vive con badante 11 (8,5%)

18%26%

15%

2%1%

17%

15%6%

N.Risposte affermative N.Persone F(x) relativa % 0 3(2.0%) 100.0%

1 19(15.0%) 98.0% 2 34(26.0%) 83.0% 3 23(18.0%) 57.0% 4 22(17.0%) 39.0% 5 19(15.0%) 22.0% 6 8(6.2%) 7.0% 7 1(0.8%) 0.8%

dicembre, dolce e magico…… e ci fanno riscoprire sensazioni ormai dimenticate. Chiudendo gli occhi, possiamo rituffarci magicamente in un’atmosfera che il consumismo ha fatto perdere, ma che non ha cancellato e che ora, con i ricordi dei nonni, emerge piena di valori e di riferimenti senza tempo… La vigilia di Natale era una giornata veramente magica poiché, secondo una tradizione d’origine celtica legata alla sacralità del fuoco, si bruciava un ciocco. Secondo un’altra leggenda, lo si voleva acceso perché la Madonna potesse asciugare i pannolini del Bambinello. Ecco, dunque, l’importanza assunta dal çoc di Nadâl o Nadalin. Il gran ceppo di morâr, era scelto molti mesi prima perché, ben stagionato, potesse bruciare durante tutta la Santa Notte. Nel tardo pomeriggio de Vilie, in cui s’era rigorosamente digiunato come alle Ceneri e il Venerdì Santo, la persona più anziana di casa, libera da impegni faticosi e degna di rispetto per la saggezza dovuta all’età, accendeva il çoc e ne controllava la combustione, che doveva essere lenta ma continua “parcè, se tal doman di matine il Nadalin al à cualchi bore impiade al è ben, ma se al è dut distudât, dentri l ’an al mûr il paron di cjase!”Chi non aveva la possibilità di possedere un ceppo, bussava alla porta di una di quelle famiglie che ne stava bruciando uno dicendo: “Sia lodato Gesù Cristo”“Sempre sia lodato”“O sin vignûts a cirî i çocs par scjaldâ il Bambin Jesù”. E a questa richiesta, non si poteva dir di no.

Vizilis di Nadâl

“Vizilie di Nadâl: gran fogolârcun sore il nadalìn

c’al criche su brusand:e atôr atôr la mame, il puar papà

la nonute, tant çhare a noatris fruz,c’ a conte a vîs colôrsla storie di Betlem.

… … 1920 Anna Fabris

Da questa tradizione, che non è solamente del nostro Friuli, nasce il dolce a forma di tronco che appare, spesso, sulle nostre tavole accanto a panettoni, a pandori e ad altre leccornìe legate a questa grande ricorrenza religiosa..

I mostaçonsFatti con ingredienti semplici, erano i tipici dolci friulani della vigilia di Natale e di essi ne parla Valentino Ostermann (1841-1904) in un breve racconto, “Nadâl”: “…tu, Rose, intant prepare su une guantiere il mandolât, i mostazons e i colaz di sope cul neli; pai fruz met un pôc di pan.”Ecco, per i più golosi, la vecchissima ricetta di questi speziati, ma gustosi dolcetti che, con i più conosciuti colaçs da intingere nel vino (colaçs di sope) erano, per i nostri vons più benestanti e nelle famiglie borghesi, la cena che precedeva i Madins. Montati a neve gli albumi (3) con il sale, vi si incorporava, a poco a poco, la farina di mandorle (450 grammi), lo zucchero (450 grammi) e le polveri aromatiche della cannella e del chiodo di garofano. L’impasto ottenuto serviva a fare losanghe che, adagiate ciascuna su un’ostia (ora si usa la carta da forno), erano cotte, per una dozzina di minuti, nel forno caldo ma non troppo. Altre ricette di questo dolce speziato, sono riportate, traendole dai ricettari dei conti Claricini, a pag. 211 del libro di Giuseppina Perusini Antonini “Mangiare e bere friulano” - Franco Angeli Editore 1976 e, a pag. 250, del libro di Emilia Valli “La cucina del Friuli” - Newton Compton Ed. 2007.

DICEMBREE la buere che masanegnot e dì nulate e frêt,

dal sigûr no nus sparagnedi butasi prest in nêf…Qualche stele che cimie,un biel zoc sul cjavedâl,

dentri i curs una speranze: jè la sere di Nadâl.

1924 Lea d’Orlandi

Il COMITATO PARENTI OSPITI I.G.A. informa:

I nonnI rIcordano

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BoN NaDâl ,BuINE fIN E BoN pRINCIpI

a DuCj CuaNCj !

Iniziativa realizzata con il sostegno della

L’A.V.U.L.S.S. informa:

ASSOCIAZIONE AVULSSAssociazione di Volontariato nelle Unità Locali Socio Sanitarie di UdineVia San’Agostino 7 UdineTel. 333 6478252

Iniziativa realizzata con il sostegno della

la “carta” del volontariato avulss si propone di favorire la indispensabile unità culturale, ideale e operativa, espressione della identità e del carisma dell’associazione, onde offrire, soprattutto ai responsabili, un aiuto concreto per realizzare, in spirito di comunione, un servizio di volontariato che realmente contribuisce a migliorare la qualità di vita degli uomini.

Il Volontario AVULSS è uno che si pone a servizio della vita:- è uno che, beneficiando dei diritti che gli vengono dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato italiano, intende esercitare, soprattutto in ambito socio-sanitario, un servizio libero, gratuito, qualificato, organizzato e civilmente ricono-sciuto, capace di esprimere nella realtà pubblica la presenza militante di una forza impegnata nel migliorare la qualità della vita di ogni uomo, di tutto l’uomo, specialmente in condizione di sofferenza, bisogno, emarginazione;- è uno che, mentre si impegna per essere valido soggetto assistenziale, nel tempo stesso si adopera per essere qualifi-cato soggetto socio-politico;- è uno che, radicandosi nell’evento di Cristo, intende esercitare un servizio che rinnovi le istituzioni, rinnovi la società, rinnovi la vita, rinnovi la terra;- è uno che, con la presenza e con il suo servizio umile, costante, qualificato, gratuito, testimonia la sua fede nel valore dell’uomo, della vita, della salute e, nel senso umano e cristiano, della malattia, della sofferenza e della stessa morte.;- è uno che testimonia la sua fiducia nell’uomo e nel suo destino eterno,- è uno che non si esaurisce nel “fare”;- è uno che genera una cultura di vita;- è uno che, prima di operare, deve convertirsi alla vita.Il Volontario AVULSS, non è un dispensatore di cose, ma un donatore di “essere”; è un esperto in umanità, è una persona che diventa sempre più capace di vivere insieme, di stare accanto ad altre persone; è uno che si preoccupa di crescere in umanità, per comunicare umanità.Quindi il Volontario AVULSS non sostituisce nessuno, non fa concorrenza a nessuno, non interferisce e non è in opposizione con nessuno. Per questo nel servizio di Volontariato AVULSS non c’è posto per la genericità,

l’inqualificazione, l’improvvisazione.Pertanto il Volontario AVULSS deve impegnarsi prima di tutto e soprattutto per formarsi una personalità ricca, capace di ascolto, di dialogo, di intervento discreto, a tempo e luogo. Così il “servire” l’altro acquisterà il significato dell’assunzione dell’uomo totale, e non di semplici gesti, necessari, ma non redentivi. Il Volontario AVULSS è uno che realizza il suo servizio nella comunione.

“Dio volle santificare e salvare

gli uomini non individualmente e

senza alcun legame tra loro, ma

volle costituire di loro un popolo”(LG 9).

La comunione è data all’uomo dalla somiglianza di cia-scuno con l’Autore e il Signore della vita. La comunione quindi va intesa dal Volontario AVULSS come un “dono”: che può essere riconosciuto, accettato, rispettato e reso fecondo, oppure misconosciuto, rifiutato, calpestato e reso sterile. Dall’accettazione della comunione scaturiscono la comprensione, il dialogo, l’attenzione all’altro, l’aiuto e la solidarietà. è la comunione che provoca lo stile di vita nell’AVULSS (“lavorare insieme per servire meglio”), che non mortifica la peculiarità di stile e di doni di cui i singoli Volontari sono dotati.Perché nell’AVULSS si realizzi la comunità vera (Fede-razione – Associazioni – Gruppi settoriali e/o territoriali) fondata sulla comunione, e perché essa viva, si fortifichi, resista, occorrono due condizioni:- la comunione degli spiriti fondata sull’obbedienza al Signore della vita e alla vita stessa;- la comunione dei beni: tempo, capacità, competenza, mezzi, esperienza, stima, ascolto, fiducia, incoraggiamento,correzione fraterna, capacità di perdono.

NEWS IN BREVEVECCHI, MA NON TROPPO

Se è vero che la speranza di vita si allunga sempre di più, anche la percezione della propria età sembra andare di pari passo, stando agli esiti della ricerca internazionale sui servizi sanitari Bupa Health Pulse presentata alla London School of Economics. Secondo l’indagine, si sta ormai profilando una nuova generazione di anziani fra i 70 e gli 80 anni che dichiara di non sentirsi affatto vecchia e di godere ancora di buona salute. In Italia le percentuali si aggirano intorno al 70 per cento. Il dato è confermato dal fatto che buona parte degli over 65 pensa che la vecchiaia abbia inizio a 80 anni. Dalla ricerca non emergono però solo dati positivi, dal momento che solo un quarto degli interpellati ha messo da parte un po’ di denaro per gli ultimi anni della propria vita, mentre la stragrande maggioranza degli anziani è convinta che il resto della famiglia si prenderà cura di loro quando sarà necessario. Molti però non si accorgono che le loro famiglie stanno cambiando e che i parenti potrebbero non essere in grado di assumersi il carico dell’assistenza in futuro. Si tratta in effetti della conseguenza di cambiamenti a livello mondiale, in tutto il mondo una combinazione di fattori societari ed economici - tra cui i cambiamenti demografici, la nascita delle famiglie allargate e la crescita del tasso di divorzi, la migrazione e l’aumento delle donne lavoratrici - stanno erodendo le strutture supportate dalla famiglia, che hanno storicamente fornito il grosso dell’assistenza per gli anziani non indipendenti. I sistemi di assistenza sociale stanno affrontando enormi difficoltà finanziarie e sta emergendo una sfida globale sul modo di supportare gli anziani non autosufficienti in futuro.

Com’è difficile dimagrire. Lo sanno bene tante persone che provano innumerevoli volte a perdere peso senza riuscirci o raggiungendo risultati effimeri. Il problema è che l’organismo reagisce alle nuove abitudini alimentari compensando in fretta la perdita di energia dovuta alle rinunce alimentari e complicando la vita a chi cerca di rimettersi in forma. Il meccanismo appare semplice: una persona rinuncia a una determinata abitudine alimentare che provoca un’assunzione di calorie non necessaria, come nel caso di un gelato ad esempio, e comincia a perdere peso. Il corpo però reagisce in breve tempo e, a causa di cambiamenti ormonali, bloccherà la perdita di peso, adattandosi alle nuove abitudini.Per perdere di nuovo peso, senza il supporto di un’adeguata attività fisica, il soggetto in questione dovrà diminuire ancora le entrate caloriche. Se c’è un lato positivo, sta nel fatto che il meccanismo funziona anche in maniera inversa: se si aggiunge un dolce quotidiano al proprio regime alimentare, inizialmente si prenderà qualche chilo, ma in seguito quello stesso dolce servirà soltanto a mantenere il grasso accumulato fino a quel punto.

Qualunque cambiamento singolo nella dieta o nell’attività fisica, anche se permanente, provocherà meccanismi di compenso che limitano l’effetto a lungo termine sul peso corporeo. La conclusione è che il controllo sul proprio peso può essere raggiunto solo grazie a un cambiamento permanente del proprio stile di vita che si basi certamente sull’alimentazione, ma anche sull’apporto di un dispendio energetico costante e quotidiano.Per chi ormai dispera di dimagrire, però, arriva la notizia di uno studio sulle arance rosse della Sicilia come alleate nella lotta ai chili di troppo. La ricerca dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano è stata coordinata da Marco Giorgio e pubblicata su Obesity, e si è concentrata sulle arance a polpa rossa, nello specifico la varietà Moro, ricca di antocianine, sostanze dalle qualità antiossidanti e dalla funzione inibitoria dell’accumulo di trigliceridi nei tessuti. L’arancia rossa è stata messa a confronto con quella chiara e con una soluzione sintetica di antocianine, mostrandosi alla fine la più efficace nel riuscire a inibire i processi che portano all’aumento del peso corporeo e al deposito di grasso in eccesso.

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