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PERIODICO DI APPROFONDIMENTO DELL’AUSER NAZIONALE ONLUS 6 NOVEMBRE DICEMBRE 2015 PERCHÉ NON DOBBIAMO AVERE PAURA 2: Dimmi cosa e come mangi 4: Le case degli anziani: vecchie, insicure e spesso prive di ascensore 5: Gli orti sociali 6: Sono stato al Bataclan 7: I fabbisogni formativi della popolazione adulta 8: “Solidarietà: Incontro fra le generazioni” 9: Le Cucine Popolari di Bologna

Transcript of NOVEMBRE DICEMBRE 6

PERIODICO DI APPROFONDIMENTODELL’AUSER NAZIONALE ONLUS

6NOVEMBREDICEMBRE

2015

PERCHÉ NON DOBBIAMO AVERE PAURA

2: Dimmi cosa e come mangi4: Le case degli anziani: vecchie, insicure e spesso prive di ascensore5: Gli orti sociali

6: Sono stato al Bataclan7: I fabbisogni formativi della popolazione adulta8: “Solidarietà: Incontro fra le generazioni”9: Le Cucine Popolari di Bologna

IN QUESTO NUMERO

AUSER INFORMA

EDITORIALE Perché non dobbiamo avere paura 1

FOCUS Dimmi cosa e come mangi 2

Le case degli anziani: vecchie, insicure e spesso prive di ascensore 4

AUSER RACCONTA Gli orti sociali 5

Sono stato al Bataclan 6

I fabbisogni formativi della popolazione adulta nella città di Piacenza 7

“Solidarietà: Incontro fra le generazioni” un progetto di Auser Forlì 8

Le Cucine Popolari di Bologna 9

LA VOCE DELLE DONNE 10

Spazio ai corrispondenti 11

Noi Auser 13

Direttore responsabileGIUSY COLMO

Hanno collaborato a questo numeroANNALISA BOLOGNESI, GIUSY COLMO, ENZO COSTA, SERGIO GRADARA, MARICA GUIDUCCI, MARCO MARCHETTA,VILMA NICOLINI, FABIO PICCOLINO, GIAN CARLO SACCHI

Direzione, redazione, amministrazioneVia Nizza, 154 - 00198 RomaTel. 068440771 - Fax [email protected] www.auser.it

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Impaginazione e stampaO.GRA.RO. Roma

EditoreAUSER NAZIONALE - ONLUS

Aut. Trib. N. 00195/91 del 09/04/91Distribuzione gratuita

Il murales della foto dicopertina è opera dellostreet-artist BLU in via Giovanni Palombini a Roma

Quello che ha sconvolto Parigi e ilmondo intero nella notte del 13 no-vembre è stato un attacco terrori-stico e un atto di viltà senzaprecedenti, gli attentatorihanno colpito sei volte in33 minuti sparando tra lafolla innocente e causando129 morti e più di 300 fe-riti. Sono stati presi di miraluoghi affollati, luoghi disvago che sono diventatidi colpo luoghi di dispera-zione, di terrore, di morte.Già nel 2015 avevano col-pito il giornale satiricoCharlie Hebdo, sempre aParigi, e fatto esplodere involo un aereo russo decol-lato da Sharm el Sheik, apagare con la vita sonosempre vittime innocenti.Ognuno di noi poteva tro-varsi nello stesso luogo enella stessa condizionedelle vittime e questo ge-nera paura diffusa, impo-tenza, sbandamento. In tanti in questi giorni sisono affrettati a dichiarare“Siamo in Guerra” solleci-tando imponenti rispostemilitari, dimenticandociche sono anni che conti-nuiamo a dire che attra-verso gli interventi militari inAfghanistan, Iraq, Libia, Siria ecc.“esportiamo democrazia”. Anche quando è sotto gli occhi ditutti che in quei paesi di tutto è suc-cesso tranne l’avvento della demo-crazia, anzi continuano le guerre e ledittature, continua a morire poveragente, assistiamo a veri e propriesodi biblici di persone che scap-pano dalla fame e dalla guerra an-dando altrove a cercarsi il diritto diavere un futuro. Contemporaneamente noi viviamo

nella paura di morire, nella paura diessere travolti dai flussi migratori,nella paura che quello che conside-riamo acquisito, cioè nostro, venga

messo in discussione.Allora che fare a questo punto? Ba-stano gli attestati di solidarietà allaFrancia, gli atti di commozione versole vittime o i fiori deposti nellepiazze? Certo servono anche quelli, serve di-mostrare che la paura si può vincere,che non si è rassegnati alla violenzadel terrorismo, ma evitiamo che lareazione sia una crociata contro tuttigli immigrati e gli islamici, ricordia-moci sempre che dal razzismo nascesolo altra violenza.

Lavoriamo invece per l’integrazioneed evitiamo errori come le banlieueparigine, evitiamo che l’isolamento ela marginalità diventino terreno fer-

tile per i reclutatori del ter-rore.Ricordiamoci sempre chel’Islam e l’Isis non sono lastessa cosa, nel mondo cisono 1,6 miliardi di mussul-mani che non sono terroristima persone, lavoriamo perisolare il terrorismo ancheculturalmente.Lavoriamo per porre fine atutte le guerre, nel settembredel 2013 Papa Francescoaveva invitato tutto il mondoad una veglia per convincerei leader mondiali a rinunciarealla guerra in Siria, ma nean-che lui ottenne alcun risul-tato. Possibile che noncapiamo che le guerre fini-scono sempre per alimentareil terrorismo, seminandopaura, violenza, limitando lalibertà, peggiorando le condi-zioni delle popolazioni, ali-mentano il traffico d’armi, didroga, sono sempre accom-pagnate dall’illegalità, dallacorruzione e dall’interesse dipochi?Allora il terrorismo e le

guerre sono i nostri principali pro-blemi da sconfiggere, riprendiamo ilpercorso della pace, forse troppo fret-tolosamente accantonato in questiultimi anni, iniziamo noi dell’Ausermettiamo nelle nostre sedi la ban-diera della pace accanto a quelladella nostra associazione, solleci-tiamo la ripresa del dialogo tra le or-ganizzazioni sociali e i movimentipacifisti, rilanciamo i nostri progettidi accoglienza e di cooperazione in-ternazionale, ridiventiamo protagoni-sti del nostro presente.

1EDITORIALE

AUSER INFORMA

Perché non dobbiamo avere pauraEnzo Costa, presidente nazionale Auser

La crisi, la solitudine, il borsellinospesso vuoto perché magari bisognasostenere una spesa imprevista.Sono diversi i fattori che incidonosulle abitudini alimentari di tutti noie in modo particolare degli anziani.Fattori ai quali dobbiamo aggiungereelementi di tipo culturale, di estra-zione sociale, di salute ed autonomiadi vita che messi tutti insieme fannosentire le loro conseguenze anche atavola. L’Auser, lo Spi Cgil e la Fon-dazione Di Vittorio, in collaborazionecon l’Istituto Studi sul Consumo,hanno deciso di mettere il naso nelpiatto degli anziani ed esaminarecosa e come mangiano, quali sono leloro abitudini, attraverso un’ampia ri-cerca, con oltre 11.000 questionari di-stribuiti in tutte le regioni, i cui primirisultati sono stati presentati a Romail 10 novembre. Fra gli alimenti di gran lunga prefe-riti dalle persone anziane e utilizzati

con frequenza giornaliera, figuranofrutta fresca e pane (per circa l’85%degli intervistati), seguiti da ortaggie verdura, latte e yogurt (per circadue terzi delle risposte). I prodotti abase di cereali figurano nelle dietequotidiane di oltre la metà delle per-sone intervistate (54%), i formagginel 19,5%, le carni trasformate sonopresenti in misura maggiore diquelle fresche (11% contro il 7,9%). Difficile rinunciare ad un bicchieredi vino rosso durante i pasti, infattile bevande alcoliche sono assuntequotidianamente dal 44,1% degli an-ziani intervistati. Per quanto ri-guarda legumi, pesce e uova sonoconsumati raramente tutti i giorni, lapercentuale si abbassa al 3-5%, men-tre sono presenti nella dieta settima-nale con percentuali comprese tral’85% e il 90%.L’Italia, lo sappiamo, è un paese dicampanili con forti differenze regio-

nali di abitudini e culture alimentarida Nord a Sud, da Est a Ovest. I for-maggi, per esempio, sono presentinella dieta quotidiana del 29,7%degli anziani del Nord-est, mentre alSud e Isole la percentuale scendeall’11,5%. Anche la struttura socialedei diversi territori condiziona moltociò che si mette in tavola. Il consumoquotidiano di carni fresche è intornoall’ 11-12% tra Nord e Centro, solo il4,4% al Sud e Isole. Il fattore economico influisce senzadubbio sulla composizione delladieta,” ma questo rapporto non ne-cessariamente risulta lineare e asso-ciato all’entità del reddito dapensione” si legge nel rapporto “senon per alcuni consumi in cui ac-canto alla quantità va tenuta inconto la qualità: verdura e ortaggisono assunti quotidianamente dal65,1% di coloro che hanno pensionitra 500 e 800 euro al mese e dal

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Dimmi cosa e come mangiPresentati i primi risultati della ricerca sull’alimentazione e la salute delle persone anziane

Giusy Colmo

75,9% dichi ha pensioni superiori a1.500 euro mensili”. Se si è in due si mangia meglio, lodice chiaramente la ricerca dell’Au-ser e dello Spi. Le persone che vi-vono da sole, infatti, hanno una dietameno varia e “più povera” con mag-giore utilizzo di legumi e uova. Ma come mangiano gli anziani equali stili di vita seguono? La ricercaci dice che i tre pasti principali rap-presentati da colazione, pranzo ecena, sono consumati da oltre il 90%degli anziani. Il 13-14% si concedeanche uno spuntino mattutino o lamerenda pomeridiana. La ricerca mette inoltre in evidenzacome il perdurare della crisi abbiainciso oltre che sulla qualità degli ali-menti disponibili anche sulla compo-sizione dei pasti, con anziani cherinunciano ad un pasto regolare peruno spuntino più leggero. Il 18,9%degli intervistati ha infatti dichiaratouna diminuzione dei pasti giornalieriin qualità e quantità. Consumo e preparazione del cibo,sono elementi importanti per i ri-flessi sulla salute e su uno stile divita sano. Gli anziani intervistaticonsumano i pasti generalmente atavola, ma una quota, circa il 44%,pasteggia davanti alla televisione.

Molto meno praticate abitudinicome mangiare sul divano (3,3%) oin piedi (1,3%). Gli anziani si prepa-rano i pasti in cucina nel 98,5% deicasi, un modesto 3,2% ricorre ad ac-cordi con ristoranti o tavole calde eun 1,3% alla consegna a domicilio.I tre quarti degli intervistati (76,8%)fanno abitualmente la spesa nei su-permercati, il 26,4% nei discount,vanno al mercato rionale il 25% deglianziani e al negozio sotto casa il24,6%. Dietro a queste scelte pesanotanti fattori, sia soggettivi sia legatiad abitudini culturali e di vita. Fino a qui i primi risultati. La Ri-

cerca infatti non ha concluso il suocammino. Nel corso dei prossimimesi verranno incontrati ed ascoltatii medici di medicina generale, le far-macie, i gestori dei supermercati edei negozi di alimentari, i commer-cianti dei mercati rionali, per sapereda loro cosa chiedono gli anziani,cosa acquistano, quanto spendonoin media ed altro ancora. Nella pri-mavera del 2016 i promotori, conAuser capofila, presenteranno la se-conda parte dei risultati della Ri-cerca che darà una visione a 360gradi delle abitudini alimentari deglianziani.

3FOCUS

AUSER INFORMA

4 FOCUS

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È stato presentato lo scorso 6 novem-bre a Roma il secondo Rapporto sullecondizioni abitative degli anziani chevivono in case di proprietà.L’indagine, promossa da Abitare eAnziani, Auser Nazionale e Spi- Cgilsui dati Istat del Censimento 2011,racconta di quasi 10 milioni dianziani che vivono in case diproprietà, ma spesso vecchie, insi-cure e prive di ascensore. La popolazione anziana infatti è“ricca” di case, se consideriamo chegran parte del patrimonio immobi-liare esistente è di proprietà diover-65, ma povera dal punto di vistadel reddito e quindi non in grado diattivare la manutenzione necessariaattraverso piccole ristrutturazioni eadeguamenti. Il 35,4% del patrimonioabitativo degli anziani è statocostruito prima del 1961 e il 19,5%prima del 1946. Si tratta quindi di abi-tazioni che per il 54,9% dei casihanno più di 50 anni.I dati raccontano poi della crescita delnumero di anziani che vive solo incase di proprietà, pari quasi al 35%del totale; nel 65,9% dei casi si trattadi abitazioni con più di quattrostanze.Il Rapporto evidenzia inoltre che il76,1% del totale delle abitazioni deglianziani è priva di ascensore, un pro-blema importante che rischia diincidere fortemente sulla qualità dellavita e sui bisogni delle personeanziane.I problemi sono più evidenti nei pic-coli centri: le case più vecchie,costruite prima del 1919, sono localiz-zate per il 50,3% in comuni con menodi 10.000 abitanti, percentuale chesale al 76% se si prendono in conside-razione anche i comuni fino a 50.000abitanti.Nei piccoli comuni si concentraanche il maggior numero di case

prive di ascensore, mentre quelle chenon dispongono di impianto di riscal-damento sono per il 33,8% neicomuni con meno di 10mila abitantie per il 69,7% nei comuni fino a50mila residenti. Numeri che si legano al progressivoinvecchiamento della popolazione,verso cui la politica e le istituzionisembrano essere indifferenti; comesottolineato dai promotori, in unasocietà come la nostra, è ormai fonda-mentale promuovere politicheabitative di lungo respiro, programmifinalizzati all’adeguamento delle abi-tazioni degli anziani per eliminare lebarriere architettoniche, rendere piùfruibili gli spazi di vita attrezzandolidi impianti domotici e di tecnologieper dare all’anziano più autonomia divita. Misure che permetterebbero dicontrastare il ricorso alle case diriposo e consentirebbe agli anzianidi vivere bene nel proprio ambientedomestico il più a lungo possibile conrilevanti benefici per la spesa pub-blica e il benessere sociale. A questo si aggiunge la necessità dirafforzare l’insieme di relazioni e ser-vizi pubblici e privati per garantireall’anziano tutti i necessari supportidi vicinato, per sostenerlo ed accom-pagnarlo nelle sue condizioni disalute e nel soddisfare i suoi bisognisociali e culturali.La presentazione del rapportoprevede dunque alcune proposte con-crete per rispondere alle diverseesigenze emerse dai dati: ad esempiol’implementazione del cohousing, chepermetterebbe di migliorare le condi-zioni di vita degli anziani econtribuire a dare risposte alladomanda abitativa senza dover rea-lizzare nuove abitazioni. Oppure il prestito vitalizio ipotecario,una sorta di “mutuo al contrario”attraverso cui il proprietario over 65

può convertire parte del valore del-l’immobile in contati per soddisfareesigenze di liquidità, senza che siatenuto a lasciare l’abitazione.Rispetto alla nuda proprietà la leggesul prestito vitalizio ipotecario offre almutuatario il vantaggio di non per-dere la proprietà dell’immobile epertanto, di non precludere la possibi-lità per gli eredi di recuperarel’immobile dato in garanzia,lasciando a questi ultimi la scelta dirimborsare il credito della banca edestinguere la relativa ipoteca.Altra proposta è quella dei “condo-mini solidali”, dove spazi e serviziquali soggiorno, lavanderia,assistenza e sorveglianza sono utiliz-zati e gestiti in forma comune. Infine, il progetto “Sportello”, messo apunto da Abitare e Anziani comestrumento capace di rispondere alladomanda di adeguamento delle con-dizioni abitative degli anziani edell’accrescere dei loro bisogni enecessità collegati all’avanzare del-l’età. L’idea è di realizzare un puntod’ascolto territoriale per far incontrarela domanda di supporto alla domici-liarità degli anziani e l’offerta disoluzioni disponibili nello stesso con-testo con il contributo delleistituzioni, delle associazioni di volon-tariato e della rete di servizi. Lo“Sportello” dovrà essere in grado dioffrire un servizio di consulenza inte-grato su questioni come: domotica,standard di sicurezza domestica,assistenza socio sanitaria, assistenzalegale e amministrativa.

Fabio Piccolino

Le case degli anziani: vecchie, insicure e spesso prive di ascensorePresentato lo scorso 6 novembre il Rapporto sulle condizioni abitative degliover-65 che vivono in case di proprietà

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Si fa sentire il bisogno di contattocon la natura, il desiderio di staccarecon il rumore del traffico e di condi-videre con gli altri un’attività anticae rigenerante. In molti casi, è lavolontà di gruppi di cittadini di sot-trarre giardini, terreni lungo ferroviee parchi urbani al degrado, allamicro criminalità o a speculazioniedilizie. Ma pesa anche la crisi eco-nomica che prosciuga i redditi dellefamiglie e dei pensionati. E allorapuò far comodo integrare la propriadieta con prodotti sani e coltivaticon le proprie mani.Impossibile fare un censimento pun-

tuale delle migliaia di orti urbani,scolastici, sociali coltivati in Italia.Un dato è certo, mai così tante areeverdi sono state destinate a orti nellecittà e nei piccoli centri. Secondoun’indagine dell’Istat si è raggiunto ilrecord di 3,3 milioni di metri quadridi terreno di proprietà comunale. Ilnumero è triplicato dal 2012. A livellonazionale, sono oltre 60 i capoluoghidi provincia che hanno messo adisposizione orti urbani per la cittadi-nanza. Purtroppo con una fortepolarizzazione regionale, l'81 percento si trova nelle città del Nord. Maquali sono le ragioni della riscopertadella coltivazione cittadina? Dietrogli orti, nelle loro tante forme, c’è unampio movimento di cittadini gio-vani e anziani, volontari,associazioni, e nuovi appassionatiper i quali l’EXPO 2015 non è statasoltanto una vetrina, una fiera dellebelle intenzioni ecologiche. Ci sonoprogetti educativi, progetti di cittadi-nanza attiva, c’è la volontà diimpostare lo stile di vita su undiverso rapporto con la terra. E tuttociò per costruire società ecososteni-bili, per sviluppare le straordinariepotenzialità economiche, culturali,educative, in termini di salute e diriduzione dell’inquinamento chederivano dall’investimento nell’am-biente naturale nel quale viviamo. Nella coltivazione degli orti si leganostrettamente alla cittadinanza attiva

e la riqualificazioneurbana. L’orto incittà ha dimostratodi avere una taleforza che va consi-derato strumento dipolitica urbanisticaper la sua capacità di recupero este-tico e sociale attraverso lariqualificazione di quartieri e areeprive di identità. C’è poi l’aspettodidattico. Cresce il numero degli ortirealizzati nei cortili delle scuole,attraverso i quali insegnanti e stu-denti spesso insieme ai loro familiarisperimentano il valoredell’educazione alimentare e dellasostenibilità ambientale. Nel nostropaese, molte amministrazioni localiaffidano piccoli appezzamenti ai cit-tadini per il loro uso personale, comepolitica di welfare, e altrettanti sonocoltivati da associazioni di volonta-riato per destinare i prodotti acircuiti solidali e alle mense per ipoveri. L’Auser da molti anni realizzaprogetti nei quali gli orti sono unostrumento di cittadinanza attiva e diincontro tra generazioni, tra nonni e

nipoti. A Rimini, per esempio il pro-getto dell’Auser “Aule Verdi. L’ortodelle lune “ ha coinvolto finora oltre2.500 studenti, 80 insegnanti, 100volontari e 1.500 familiari. L’idea difondo è quella di promuovere tra glistudenti e le loro famigliel’educazione alimentare e il rispettodell’ambiente. Tutto ciò attraverso laprogrammazione di attività didatti-che, di laboratori di riuso e dellarealizzazione di orti sociali e didatticinegli spazi verdi degli istituti scola-stici. Dal mese di settembre agiugno, gli educatori dell’Auser orga-nizzano laboratori mensili sui temidell’ambiente e dell’alimentazione.Seguendo il calendario biodinamicolunare insegnano agli studenti negliorti scolastici le tecniche di coltiva-zione coinvolgendo anche genitori einsegnanti. Per fornire ai genitori lestesse esperienze e competenzeacquisite dai loro figli si tengono spe-ciali sessioni teorico-pratiche suglistessi temi. I primi orti affidati all’Auser di Mace-rata dal Comune risalgono al 1998.Attualmente circa 500 persone e 12volontari sono impegnate nelle colti-vazioni e nel corretto funzionamentodei servizi di irrigazione. Periodica-mente vengono organizzate cenecon gli ortaggi coltivati. Inoltre partedi questi viene donata a una casaper anziani o alla Caritas. Le BuonePratiche dell’Auser che hanno comeobiettivo la coltivazione a fini educa-tivi e di cittadinanza attiva sono increscita un po’ ovunque. Ultima arri-vata è l’Auser di Corigliano, inprovincia di Cosenza, che si sta bat-tendo per ottenere in affidamentodal comune 3.500 mq di terrenoincolto da rigenerare e restituire allacomunità.

Marica Guiducci, presidenza nazionale Auser

Gli orti sociali

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Il Bataclan prende il nome da unaoperetta di Offenbach rappresentatanel 1855. Ambientata in Cina l'operae con caratteristiche tipiche dall'ar-chitettura orientale l'edificio(progettato nel 1864 dall'architettoCharles Duval 9 anni dopo) inevita-bile l'associazione al nome dell'attounico del celebre compositore. Que-ste brevi note di storia mi venivanodate dagli uomini della Renault, men-tre con un pulmino ci recavamo alBataclan. La Renault aveva presen-tato alla stampa a Parigi una nuova versione della Megane edopo la conferenza e cena sulla torreEiffel, tutti a sentire un po' di musicaal caffè concerto. Era la fine delsecondo millennio, Parigi era splen-dida, al giornale ci si contendevaqueste presentazioni che oltre allavoro inevitabilmente si trasforma-vano in un breve vacanza. Questavolta era toccato a me. Mentre migodevo l'italiano storpiato dal mor-bido accento francese, come solo loro

sanno fare, assaporavo in pieno l'ariacoinvolgente di una Parigi piena digente sulle strade, colorata, e strafot-tente . Parigi lo fa e lo sa farebenissimo. Arrivati al Bataclan la mia sorpresa fusubito catturata dai colori rosso/ocradell'edificio e la scarsa somiglianzaad un edificio orientale “ un incendioha distrutto il tetto nel 1933 e lapagoda è stata sostituita dalle strut-ture attuali” mi fu detto allora. L'interno era davvero bello. Un caffèconcerto, con una bellissima sala inmezzo e delle loggiate dove eranoospitati tavoli e divani: Un palcodelimitava la sala. Quella volta conun grande tendone rosso. La musicanon era a palla, gradevole. Tantagente, tanti giovani, tanta voglia didivertirsi.Il locale era pieno, come era pienovenerdì 13 novembre. Ma accidenticome si fa a concepire uomini armatiche dai loggioni sparano sulla gentesotto. Ma dove si va? Dove si fugge?

Come ci si salva? Quando ho sentitola notizia i pensieri sono stati imme-diatamente due. Il primo la gioia e lavita che avevo visto dentro al Bata-clan, l'altro l'orrore che provai dapiccolo portato, chissà perché, in unpoligono di tiro al piccione. Vederequelle povere bestiole cercare unavia di fuga nel celo e poi come esplo-dere in un mare di piume attorno, percadere poi a terra morte. Cosa mirimane del Bataclan? Non lo so. Pro-babilmente il mirabile coraggio di chisi è prodigato per salvare gli altri. La musica e la gente felice chericordo la voglio accomunare conl'eroismo dei tanti che hanno dato lamiglior risposta all'odio fondamenta-lista di pochi. Sono morte tantepersone, tanti giovani lo so.Ma non voglio ricordare il Bataclancome luogo di un odioso massacro,non ci riesco. Forse aggrappandocialle tante cose belle della nostra vitasi riesce a vincere l'angoscia dimomenti come questi.

Sergio Gradara, Presidente Auser Ancona

Sono stato al Bataclan

AUSER RACCONTA

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Il 26 ottobre scorso con la partecipa-zione di Patrizia Mattioli dellapresidenza nazionale sonostati presentati alla città irisultati di una ricerca pro-mossa dall’Auser piacentina,patrocinata dall’Amministra-zione Comunale e realizzatain collaborazione con la sedelocale dell’Università Catto-lica, al fine di rilevare ifabbisogni formativi nellapopolazione adulta dellanostra città.Un’indagine “campionaria”che qui ha precedenti moltolontani nel tempo e sicura-mente non è molto diffusa neanche alivello regionale e nazionale, sebbenedovrebbe essere, ricorsivamente, lostrumento di orientamento delle atti-vità formative che vengono messe incampo per gli adulti. E’ il punto dipartenza per ogni buona program-mazione, come avviene in tantiPaesi, se si pensa all’adulto noncome destinatario di azioni legate arisultati finali precostituiti sia inambito accademico che lavorativo,ma come soggetto che decide di“mantenersi in forma” per saperaffrontare i cambiamenti, aumentarele conoscenze e conservare i dirittidi cittadinanza.La ricerca è alla base del progettoche l’Università Popolare dell’etàlibera “G.Malvermi” di Piacenzavuole offrire al territorio, come luogodi mediazione culturale e di crescitadella popolazione stessa, anche perandare incontro alle indicazionieuropee. Si è trattato non tanto diverificare le motivazioni di coloroche già in modo assiduo ed in consi-stente numero partecipano edapprezzano le attività formativeofferte, ma per cercare di conosceree portare alla luce una restante econsistente utenza sommersa che èproprio quella che manca all’appello

dell’Europa e che spesso anche leistituzioni locali e i CPIA non

riescono ad intercettare.Si tratta di persone che, come si èdetto, non sono “costrette” aformarsi per ottenere qualche ricono-scimento formale, ma che decidonodi farlo superando spesso ritrosie alconfronto con chi ne ha beneficiatoin passato e che quindi ne riconoscemaggiormente il valore, o che inten-dono consolidare le propriecompetenze o acquisirne dellenuove, maturando progressivamentela consapevolezza che sia proprio laformazione a far migliorare il proprioruolo sociale e contemporaneamenteaccrescere i parametri nei vari set-tori dell’alfabetizzazione.291 interviste effettuate da studentiuniversitari in tirocinio, divise a metàtra maschi e femmine; il 45,1% delcampione dichiara un’età compresatra i 45 e i 65 anni, il 31% inferiore e il23,8% superiore. Il 56% degli intervi-stati si presenta come lavoratore, ametà anche qui tra pubblici e privati,il restante 36% inattivo e il 7,9% incerca di lavoro. Il 28,5% possiede untitolo di studio di licenza elementareo media, il 45% un diploma di scuolasuperiore e il 26% una laurea.Il 19,3% della popolazione giovane sidimostra interessato a frequentarecorsi di formazione anche a paga-

mento, mentre il 34,5% di quella piùanziana lo farebbe solo

gratuitamente. Per quantoriguarda il titolo di studio, ladisponibilità alla partecipa-zione è inferiore da parte dichi è fornito di un diploma discuola superiore, mentre cre-sce con chi è laureato o inpossesso della licenza media.In tutte le fasce di età c’è inte-resse per le materie pratiche,mentre tende a ridursi conl’avanzare degli anni quelloper le discipline sociali e l’in-formatica, ma prevale tra glioccupati e gli inattivi. La pre-

ferenza per le materie umanisticheviene accordata dai pensionati. E’ dasegnalare come per i disoccupati laformazione non è vista comeelemento utile per trovare lavoro,nemmeno con un bagaglio di linguestraniere.Esiste comunque un 46% che non èinteressato alla formazione e qui siapre un grosso problema sulla moti-vazione se si vuole perseguire, comesi è detto, lo standard europeo.Accanto al disinteresse c’è la man-canza di tempo, da parte di chilavora: alla disponibilità a realizzarecorsi serali non corrisponde una realeadesione, o da parte di chi assicura ilwelfare nel nostro Paese: i nonni.Le conclusioni che si possono trarreda questo lavoro, oltre alla puntualemappatura del territorio, riguardanoda un lato il gap che ancorapermane a livello di motivazione apartecipare ad iniziative formativeda parte di adulti la cui efficacia, sisa, deve provenire proprio dalla lorovolontà di rimettersi in gioco. Anchea Piacenza, come nel resto delPaese, l’intervento sulle“competenze non formali”, chevanno ad incrementare la crescitasociale, è ancora molto debole. Man-cano quasi completamente politiche

Gian Carlo Sacchi (direttore scientifico - Università Popolare dell’età libera “G.Malvermi” di Piacenza)

Marco Marchetta (direttore responsabile - Università Popolare dell’età libera “G.Malvermi” di Piacenza)

I fabbisogni formativi della popola-zione adulta nella città di Piacenza

Uno scorcio del giardino della nuova sede dell’Università Auser“Giuseppe Malvermi” di Piacenza”

pubbliche che aiutino coloro chesarebbero disponibili a parteciparead attività formative ma che non nehanno la possibilità economica. Amaggior ragione nei confronti di unapopolazione adulta proveniente daaltri Paesi che deve inserirsi con

conoscenze sempre più adeguatenel dinamismo evolutivo del Paesedi destinazione. L’AUSER nazionale e territoriale èimpegnata sul fronte delle nuove retilocali, come prevede l’intesa stato-regioni dello scorso anno, affinché

tutti i soggetti istituzionali e socialipossano cooperare per colmare ilpredetto gap. La partenza non èdella più entusiasmanti, ma lenostre università popolari e circoliculturali sono impegnati su questalinea.

Il nostro progetto, nato anche conl’intento di aiutare i bambini difamiglie in difficoltà oltre a sensibi-lizzare alla solidarietà, ha coinvoltola dirigenza degli istituti scolastici ele insegnanti insieme ai piccolialunni che si sono impegnati nellacreazione di disegni e scrittiinerenti al tema proposto. Il tutto èstato costruito al fine di una rifles-sione per adulti e bambinisull’importanza della solidarietà edell’educazione, poiché lasolidarietà non ha distinzioni di età,razza e specie. Nelle edizioni pas-sate i bambini hanno partecipato inmaniera operosa e diligente,cercando sempre di dare il massimoper esprimere il loro pensiero. Nel-l’ultima edizione (Solidarietà: cosa ciinsegnano i nostri amici animali)hanno partecipato, con elaboratibrillanti e vivaci, le scuole elemen-tari Giacomo Matteotti, DanteAlighieri e Gianni Rodari, per circa250 alunni partecipanti. A ciascunvincitore è stato consegnato unattestato di riconoscimento e adogni classe un kit di materiale didat-tico, presentato durante la festa difine anno scolastico. Durante la set-timana dedicata al Buon Vivere, inparticolare nella giornata della NotteVerde, molti bambini che avevanopartecipato al progetto hanno visto iloro lavori e le foto delle premiazioniesposti dall’Associazione durante lafesta, chiaro segnale di un buonricordo dell’esperienza vissuta. Altri,invece, con l’organizzazione dell’Au-ser di Modigliana, hanno animato lapiazza con balli antichi di coppia edi gruppo – attività facente parte del

progetto pluriennale “Incontro fragenerazioni attraverso la danzapopolare” che Auser Modigliana haportato avanti in collaborazione conl’Istituto Comprensivo S. Lega diModigliana coinvolgendo circa 150

bambini e ragazzi delle scuole delterritorio. La danza popolare è unmodo eccellente e divertente persviluppare la motricità, la consape-volezza dello schema corporeo, larelazione e i rapporti interpersonali,il rispetto e la tolleranza. Entrambequeste iniziative sono in piedi daalcuni anni e riscuotono un continuosuccesso grazie anche all’attiva par-tecipazione e al supporto degliinsegnanti delle scuole di Forlì e di

Modigliana ai quali Auser invia unsentito ringraziamento. In concomi-tanza con la mostra del progettopassato, abbiamo esposto alla ‘NotteVerde’ il nuovo progetto per lescuole di Forlì per l’anno 2016, con il

titolo “Solidarietà: un amico cheviene da lontano”. Si propone la sco-perta e comprensione delle originidei compagni di scuola e delle loroabitudini culturali che sonodifferenti dalle nostre, al fine dicreare un contesto socio-culturaleampio e variegato, che, oltre a farriscoprire le nostre radici, ci spingacostantemente ad un confrontorispettoso, costruttivo, e ad una con-tinua crescita.

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“Solidarietà: Incontro fra le genera-zioni”. Un progetto di Auser Forlì

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Maria (nome di fantasia) è dell’Ecua-dor e sta cercando lavoro comedomestica o baby sitter, ma è davverodura quando si è in un paesestraniero e si hanno tre figli piccoli.Poi c’è Luisa, italiana, che ognigiorno porta a casa un po’ dicibo e di frutta, forse per unfamiliare o un amico; e c’èClaudio, che ha perso illavoro e, alla sua età, nonriesce più a ricollocarsi.Sono tanti i volti e le storieche ogni giorno siintrecciano nelle CucinePopolari, la mensa inaugu-rata lo scorso luglio aBologna dall’associazioneCivibo, fondata da AuserVolontariato Bologna e Fon-dazione Duemila proprio conl’obiettivo di gestire e pro-muovere questo importanteprogetto, interamente por-tato avanti da volontari. “La partenza è avvenuta in modo unpo’ curioso – racconta il volontarioAuser Pasquale Loreto – Dopo tren-t’anni di convivenza con la suacompagna, Roberto Morgantini,volontario ed ideatore dell’iniziativa,ha scelto di convolare a nozze e fareun regalo ai poveri della sua città,destinando tutti i soldi raccolti con ilmatrimonio a questo bel progetto”. Ecosì imprese, supermercati, associa-zioni, ma anche intellettuali, artisti,cittadini,...tutti hanno fatto la propriaparte dando un contributo che haconsentito a Civibo di acquistaretutte le attrezzature necessarie per lacucina e una prima scorta alimentare,e dare così l’avvio ufficiale alleCucine Popolari. “Nonostante il grande successo dellancio devo ammettere che lapartenza non è stata semplice – pro-segue Loreto – Pensavo che con lacrisi ed il crescente numero di per-sone in difficoltà avremmo avuto giàda subito la fila fuori. Ma non è stato

così, perché questo progetto sirivolge soprattutto ai ‘nuovi poveri’, apersone che hanno perso il lavoro, apensionati che faticano ad arrivarealla fine del mese. Tutte persone chenon sono abituate a chiedere e che in

molti casi si vergognano”. E così ivolontari Auser si sono impegnati arafforzare le relazioni e il confrontocon i servizi sociali, le associazioni ele parrocchie del quartiere in cui èsituata la mensa, perché fossero loroa fare da tramite e a veicolare lì i cit-tadini in difficoltà.

Oggi, a pochi mesi dalla partenza, leCucine Popolari sono sempre piene eservono più di cinquanta pasti algiorno, preparati da cuochi-volontaricon ingredienti e prodotti donati daimprese, mense scolastiche e super-mercati. Seduti ai tavoli degliaccoglienti locali del centro socialeche ospita la mensa, i cittadini inviatidai servizi e dalle parrocchie, maanche abitanti del quartiere, perlopiùanziani, che preferiscono mangiare incompagnia invece che starsenechiusi in casa. E ancora: amici, ope-ratori dei servizi sociali, giornalisti,rappresentanti delle istituzioni o cit-tadini, che semplicemente hannovoglia vedere con i propri occhi una

realtà di cui tanto i giornali localihanno parlato e magari fare unadonazione per sostenerla. La forza delle Cucine Popolari è pro-prio questa. Non è solo una mensaper indigenti, ma un luogo aperto,

dove tutti possono entrare esedersi a tavola. “In questo modo – aggiungePasquale Loreto – aiutiamo asuperare quel senso di ver-gogna, che spesso prova chidi colpo si trova a caderenell’indigenza. Perché pur-troppo al giorno d’oggi bastapoco per ritrovarsi ad averebisogno d’aiuto”. Ed è proprio grazie a questabella alchimia e al radica-mento sul territorio, che leCucine Popolari si sono pre-sto trasformate in unlaboratorio di solidarietà,dove nascono progetti e

nuove idee e maturano esperienze diincontro, scambio e sostegnoreciproco. “Penso ad esempio a treospiti della mensa che sin da subitohanno deciso di diventare volontariperché anche loro volevano collabo-rare e fare la propria parte per questoprogetto. - racconta ancora Pasquale– Ma anche ai nostri volontari Auserche ogni giorno vanno nelle scuole enei supermercati a ritirare il cibo e iprodotti per la mensa. E penso a per-sone come Hussein, un baristairaniano che con la crisi aveva dovutochiudere la sua attività, ma chevenendo alle Cucine Popolari haconosciuto persone nuove, ha ritro-vato la voglia di ricominciare e, pocodopo, anche un nuovo lavoro”. Perchéè vero che la fase che stiamo attraver-sando è particolarmente dura, ma èanche vero che, aiutandoci a vicendae facendo ognuno la propria parte perla comunità, la possiamo affrontare esuperare. E progetti come le CucinePopolari dimostrano davvero chetutto questo è possibile.

Annalisa Bolognesi

Le Cucine Popolari di Bologna Tra buon cibo, volti amici e belle storie di solidarietà

10 SPAZIO AI CORRISPONDENTI

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10 LA VOCE DELLE DONNE

Sta per chiudersi un anno denso diimpegni da parte delle donne diAuser.Abbiamo affrontato le tematiche dellamedicina di genere, partecipandonumerose al convegno nazionaleorganizzato dallo SPI-Cgil a Roma nelmese di Febbraio, apprendendo chela medicina di genere non è la medi-cina della differenza, ma la medicinadell'appropriatezza.Nei primi mesi dell'anno, un altrogrande segnale di attenzione verso letematiche di genere, è stato quello diabbonare alla rivista “Noi Donne”tutte le componenti dell'OsservatorioP.O. di Auser Nazionale, per contri-buire alla diffusione di una rivista cheè da sempre il simbolo delle lotte edelle conquiste femminili. Di conse-guenza, l'Auser e l'Osservatorio P.O.,hanno aderito al progetto “Donna eSalute” promosso proprio da “NoiDonne”. L'ultima iniziativa di Donnae Salute si è svolta a Bologna, a curadell'Osservatorio P.O. Emilia Roma-gna il 13 novembre scorso, in sinergiacon il Comune di Bologna ed altreAssociazioni.Come di consueto nei territori sonostate numerose le proposte legateall'8 marzo: Giornata Internazionaledella Donna e prima ancora le inizia-tive di “One Billion Rising Revolution”(14/02).Abbiamo guardato anche all'internodella nostra associazione. Grazie alladeterminazione ed all'impegnocostante delle donne dirigenti e gra-zie alla sensibilità di larghissimaparte delle delegate e dei delegati,alla Conferenza di Organizzazione,svoltasi a Roma il 16 e 17 Aprile, èstata approvata la delibera “Normaper le pari opportunità e politiche digenere”, che sancisce l'obbligo del-l'alternanza di genere: uomo-donnanelle figure di Presidente e Vice Pre-sidente delle strutture Auser,dimostrando come sia possibile darevalore alle donne affidando loro ruoliparitetici di responsabilità nellagestione dell'associazione. Perman-gono ancora delle difficoltà oggettive

per realizzare un'associazione real-mente paritaria, ma Auser è sempremeno un'associazione “maschile”. Nel 70°anniversario della Liberazionedal nazifascismo, abbiamo organiz-zato il convegno “Donne resistenti “,quale omaggio alle “Donne resistentidi ieri, di oggi e di domani”. Il Convegno, affollato ed appassio-nato, si è tenuto il 23 settembrescorso a Milano in Via Dogana 3,presso la Fondazione Memoria dellaDeportazione ed ha visto anche lapartecipazione dell'ANPI con cui èstato siglato un protocollo di conver-genza politica e culturale tra le dueAssociazioni, che ha messo in evi-denza gli obiettivi comuni, tra cui ladifesa della nostra Costituzione.Durante il convegno c'è stata la testi-monianza della partigiana GiacominaCastagnetti, classe 1925, una donnache la Resistenza l'ha fatta in primapersona. Infine, in occasione del 25novembre: “Giornata Internazionalecontro la Violenza sulle Donne”,siamo state impegnate in numeroseiniziative, che abbiamo anche condi-viso, per dire ancora una volta NO allaviolenza, NO all'indifferenza, BASTAallo stillicidio di donne uccise, ferite,violate.Le donne e gli uomini di Auser daanni sono impegnate/i nei nostri cen-tri, in rete con le associazionifemminili del territorio, a diffondere lacultura della diversità di genere, pre-venendo o cercando di arginare laviolenza sulle donne. Sappiamo che la prevenzione dellaviolenza sulle donne passa ancheattraverso un cambiamento dellasocietà, dalla scuola ai luoghi dilavoro e di aggregazione, dalla pub-blicità e dai media che spessomercificano il corpo delle donne,attraverso la modifica del linguaggiosessista, che spesso viene usato,anche inconsciamente, dagli uomini.L'appuntamento per la primavera2016 (data indicativa 15 aprile), inoccasione del 70°anniversario delvoto attivo e passivo alle donne, è unconvegno sui diritti delle donne e

sulle leggi che hanno cambiato la vitaal genere femminile.Abbiamo iniziato quest'anno con laterribile notizia dell'attentato terrori-stico, avvenuto il 7 gennaio, alla sededel giornale satirico parigino: CharlieHebdo poi c’è stato l’attentato terrori-stico avvenuto sempre a Parigi il 13novembre. Davanti a ciò che è avve-nuto, e che sta avvenendo in altreparti del mondo, le nostre “cose” cisembrano piccole, ma bisogna trarrecomunque un senso dalle cose chefacciamo. Questi fatti coinvolgonoemotivamente la nostra gente, perchéabbiamo a che fare prevalentementecon le persone anziane, più fragili,che rischiano di essere catturate dailuoghi comuni e di subire il fascinodella peggior politica italiana, chegenera paure e spinte xenofobe e raz-ziste verso tutti gli stranieri, inparticolare quelli di religioneislamica.E' importante avere laconsapevolezza che siamo promotoridi valori, come la solidarietà, ediventa quindi prioritario che nellenostre sedi si discuta di questi fatti,si facciano emergere le paure ed ipensieri anche delle/dei volontarie/i,per poter promuovere una cultura del-l’accoglienza e favorire lacomprensione delle differenze.Collegandoci con il convegno “Donneresistenti”, con le dovute differenze,possiamo attualizzare quell'impegnocon la necessità oggi di essere“Donne resistenti civili”, agendo con-tro le discriminazioni, per affermare ivalori della solidarietà edell'accoglienza contro ogni spintaxenofoba e razzista. Concludo con unpensiero personale e con un grazie atutte/i voi per aver reso quest'annopieno di azioni, pensieri ed emozionicondivise.

Vilma Nicolini, Responsabile Osservatorio Pari Opportunità Auser

Le nostre idee, i nostri progetti

I 90 di Giacomina, partigiana di pianura. Gli Auguri del presidentenazionale Enzo Costa

Un compleanno è certamente un fattopersonale, ma nel tuo caso riguarda unapersona speciale e quindi appartiene atutta la comunità. Tu Giacomina sei spe-ciale perché hai vissuto, impegnata inprima persona, un periodo storico cheha donato all’intera collettività la libertàe la democrazia, due valori che ci hannoconsentito di progredire socialmente.Quando ho avuto la fortuna di conoscertiho trovato in te una fonte di “sorpren-dente giovinezza e vigoria dello spirito”a cui attingere, dissetarsi e ispirarsi. Unvero esempio pieno di valori non effimerie superficiali, ma solidi e profondi, i va-lori della nostra Resistenza. Voglio dirti grazie non solo per l’affettoche trasmetti a chi ha la fortuna di in-contrarti, ma soprattutto per la capacitàche hai di ricordarci il passato facendoloritornare insieme al presente, quandoracconti la tua vita attorno a te si creaun rispettoso silenzio e nasce una pro-fonda commozione, perché tutti perce-piamo che quello che fai è un attod’amore e di continuità. E allora caraGiacomina, felice compleanno e tanticari Auguri da tutta l’Auser.

Palmanova (UD). Conferenza di Or-ganizzazione di Auser regionaleFriuli Venezia Giulia

Si è svolta il 24 novembre 2015 a Pal-manova (UD), la Conferenza di Organiz-zazione Auser regionale Friuli VeneziaGiulia. E’ stata molto propositiva e par-tecipata, arricchita dagli interventi deidirigenti e soci Auser, dal Segretario re-gionale dello SPI, dal Presidente AuserVeneto, dal Sindaco della Città di Pal-manova. Per l’Auser Veneto hanno par-tecipato: Franco Piacentini e Paolo Fran-zin. Prima delle conclusioni di Marco DiLuccio (Presidenza nazionale Auser),sull’esempio della Conferenza Auser Ve-neto, dopo ogni singola presentazione,da parte del Presidente Auser FVG,Gianfranco Pizzolitto, sono state di-scusse ed approvate nove delibere re-gionali, che si integrano a quelle dellaConferenza nazionale Auser.

Presentato il nuovo veicolo Auser “Insieme” Città di Cremona

Auser “Insieme” Città di Cremona, ilgiorno 16 novembre 2015 alle ore 17:00,presso la sala di Spazio Comune, ha or-

ganizzato un incontro per presentare ilnuovo veicolo Doblò attrezzato per di-sabili, dono della famiglia Acerbi For-menti. Erano presenti i volontari di Au-ser, l’assessore Mauro Platè, la nipotedella signora Formenti con alcuni fami-gliari. A questi ultimi vanno i più sincerie sentiti ringraziamenti. La generosità della signora GiovannaFormenti Acerbi ha permesso l’acquistodi un nuovo mezzo che va ad aggiun-gersi ai tre già in dotazione, due dei qualidi proprietà e un quarto in comodatod’uso dall’Amministrazione comunale edi proprietà della società PMG. La pic-cola flotta permetterà di incrementare itrasporti di anziani, disabili e minori chequotidianamente devono recarsi in strut-ture sanitarie, in ambulatori o a scuola.Va ricordato che Auser “Insieme” Cittàdi Cremona, costituitasi nel giugno delloscorso anno con sede in via Tibaldi n°14, è a disposizione ogni settimana, dallunedì al venerdì, per accompagnareprincipalmente persone sole che nonsono in grado o non possono utilizzaremezzi pubblici o pagare tariffe per spo-starsi dalla propria abitazione ai vari ser-vizi sanitari della città. Collabora anchecon i famigliari nella gestione delle te-rapie fisiatriche qualora non fossero ingrado di far fronte a tutti gli appunta-menti. Il servizio è gratuito e viene chie-sto, come sostegno all’associazione, unaiscrizione annua.Sofia Malaggi Auser Volontariato Com-prensorio di Cremona

L’ Auser di Trento ha spento 25 candeline

Per segnare il momento celebrativo chel’AUSER di Trento ha saputo crescere ediventare un’importante realtà attiva divolontariato a favore degli anziani dellanostra Città, venerdì 6 novembre, conun evento per ricordare anche la pre-matura scomparsa di Iseppi Alberto giàsocio e Presidente dell’Associazione, l’

11SPAZIO AI CORRISPONDENTI

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“Questo spazio è gestito direttamente da voi lettori.

Potete inviare le vostre notizie e lefoto alla redazione di Auser Informascrivendo a: [email protected]

12 SPAZIO AI CORRISPONDENTI

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AUSER in una cerimonia che si è tenutapresso l’auditorium dell’Oratorio delDuomo, ha voluto anche ricordare Ilprimo Presidente e uno dei volontari più“anziani” (in senso di appartenenza al-l’associazione) ancora in attività con unatarga ricordo. Su questo importante tra-guardo mi vengono in mente due rifles-sioni: la prima è il cambiamento daquando questa “avventura” prese vitaAUSER associazione per i diritti deglianziani o meglio Autogestione dei Ser-vizi, soprattutto la necessità di aiutaregli anziani nei problemi più immediatidi tutti i giorni, l’attenzione tesa in col-laborazione e non in sostituzione del-l’ente pubblico, una cosa chiara ,quindinon assistenza “carità “ ma assistenza“diritti” senza affermazione alcuna sulpiano personale, da qui il secondoaspetto se, come ho detto, la relazionecon l’anziano è da sempre stata al centrodel nostro lavoro e molte persone oggice lo riconoscono.Penso quindi a chi ci ha aiutato nei primianni difficili, a chi non c’è più, a chi apreso altre strade, a chi ha continuato econtinua ad affiancarci e sostenere il no-stro lavoro (che io continuo a chiamareservizio). Tutte quelle persone che cihanno permesso di gettare le basi di ciòche oggi è l’ AUSER non escluso utentie volontari a tutti un GRAZIE per il sevi-zio svolto e per queste 25 candeline

Ariano (RO). Mostra di oggetti storici della Grande Guerra

Per dieci giorni l’Auser è stata protago-nista nel Comune di Ariano nel Polesine(Rovigo) sui temi della fratellanza fra i po-poli, attraverso una mostra di testimo-nianze e oggetto storici sulla GrandeGuerra. Alla Presidente del Circolo Auser,Clara Casalicchio, il merito della riuscitae molto partecipata iniziativa che si inse-risce nel programma dell’Auser Venetosul centenario del primo drammatico esanguinoso conflitto mondiale, non soloper ricordare le sofferenze umane dei mi-

litari e dei civili, le distruzioni e i doloriprovocati da quella guerra e, purtroppo,da tutte le altre successive, compresequelle attuali in molte parti del mondo,ma soprattutto per sensibilizzare l’opi-nione pubblica ai valori della Pace, pre-senti nella nostra Carta Costituzionale.

Curtarolo (PD). Inaugurazione AnnoAccademico 2015-2016

Presso la Sala Forum di Curtarolo (Pa-dova), si è svolto l’incontro di aperturadell’anno accademico 2015/2016 delleUniversità Popolari e dei Circoli CulturaliAuser Veneto. Sono intervenuti: Paolo Sensolo; il Sin-daco di Curtarolo; Silvana Ciscato; Ales-sandro Rebonato; lo storico Egidio Cec-cato; il Presidente regionale Auser.Inoltre, è stato proiettato un video sullafigura della staffetta partigiana, Tina An-selmi. Prima del pranzo, preparato e gen-tilmente servito dai Volontari e dalle Vo-lontarie del Circolo Auser di Curtarolo,sono stati ascoltati alcuni brani musicalisuonati e cantati da: Giulio Sensolo(mandolino) - Kamilla Menlibekova (so-prano)- Maura Mazzonetto (pianoforte).Durante il pranzo c’è stato il saluto delSindaco di Campo San Martino, il qualeha ringraziato l’Auser per l’attività so-ciale che svolge (anche) nel suo comune.Nel pomeriggio un gruppo di dirigenti esoci Auser hanno visitato la splendidaVilla Contarini a Piazzola sul Brenta.

Como. Andare oltre gli stereotipi sugli anzianiIl 23 ottobre scorso, presso la sede pro-vinciale dell’Auser di Como si è tenutauna conferenza sulle rappresentazioni so-ciali delle persone anziane e sulla violenzadi cui spesso sono oggetto. La conferenza,organizzata dall’Auser e dall’Universitàpopolare, ha coinvolto diversi relatori edesperti e si inseriva nel quadro di una ri-cerca internazionale che sta coinvolgendoItalia, Brasile, Usa, Portogallo. L’Auser diComo sta collaborando alla raccolta datiattraverso la distribuzione di un questio-

nario. Il tema è “sensibile” perché toccala percezione della violenza, il non rico-noscimento della propria dignità.Da una prima e parziale comparazionedi dati fra Brasile e Italia emergono dif-ferenze nelle rappresentazioni socialidella violenza nei confronti delle personeanziane. In Italia l’elemento centrale ècostituito dal senso di mancanza (di at-tenzione, di cura, di rispetto, ecc.).

“Donna inDifesa” con l’Auser Vittoria (RG)

Uno importante incontro pubblico per tu-telare la Donna, darle sicurezza e stru-menti di autodifesa, per poter reagire alleviolenze o aggressioni, è stato organiz-zato dall’Auser Vittoria e Fisc Italia il 28novembre scorso, alle ore 16, al Palazzettodello Sport di Vittoria. L’evento è statodiviso in due parti, teorica e pratica. Tantii Relatori della prima parte, moderatadalla giornalista Nadia D’Amato. Ognunocon le proprie competenze hanno fatto ilquadro, con video e relazioni, della con-dizione delle vittime , da cosa scaturiscela violenza, quanti casi arrivano in ospe-dale al mese, le denunce e le ritrattazioni,le leggi in vigore e quanto ancora bisognalegiferare per la tutela della Donna. Unicavoce: non subire, non permettere la mi-nima violenza in casa, autostima e auto-difesa. Fra la prima e la seconda parte lavolontaria Auser Rosa Vindigni ha lettoun suo brano, “Maria”, su una violenzadomestica. La parte pratica, spiegatadall’istruttore Moschella, assieme ai con-sigli necessari per la salvezza della donnaaggredita, è stata eseguita da RamonFernando Casasola Lopez, medaglia d’oromondiale di Kick-Boxing e Marysol Ca-sasola Lopez. Nella sala erano stati posi-zionati due quadri della pittrice locale,ma conosciuta in campo, Maria AngelaSarchiello: scarpe coi tacchi grondantisangue, simboleggianti il Femminicidioe un abito bianco da bambina con unapennellata rosso-sangue, simbolo delleSpose Bambine, la cui maggior partemuore la prima notte di nozze. Rosa Vindigni

13NOI AUSER

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“Questa rubrica ospita immaginio scritti realizzati da soci e

volontari delle nostre associazioni.Mandate il vostro contributo alla redazione scrivendo a: [email protected]

SE UNA MANO…

Se un giornomi offrissero il Mondocon tutte le sue genti e i suoi tesori,io no, non lo vorrei.Il peso immanedella sua Umanitàmi schiaccerebbe.

Se volessero darmil’Oro, tanto da ricoprirnetutto il mio corpoio no, non lo vorrei.La potenza del lucente Metallomi soffocherebbe.

Se mi donasseroil sole la Lunail potere sulle Stelleio no, non li vorrei.Avrei pauradi perdermi nell’Universo.

Ma, se una manosi tendesse verso di mecercando la mia mano,io si, l’accetterei.Abbandonandomi ad Essa con fiduciae con infinito amore.

“Omaggio al volontariato” di Leda Marazzotti Marini

Consiglio agli anziani, ai miei amici anziani, a quelli come me, a noi stessi, di stare dentro la vita, stare dentro anche alla vita politica: pesare, contare, parlare. Comunicare. Non chiudersi dentro casa, cercare di uscire.

Pietro Ingrao(dall’intervista rilasciata all’Auser nel 2005)