Lieti di spenderci nel servizio di Geova -...

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Neemia 12-13 Scaviamo per trovare gemme spirituali: (8 min) PUNTO VM – Ne 12:31 — Quale sarebbe stato l’effetto di avere due cori? (it-2 351 par. 4) Sembra che in Israele il canto di gruppo fosse prevalentemente antifonale, con due semicori che si alternavano cantando strofe parallele, o con un solista che si alternava con un coro. Questo evidentemente è quello che le Scritture chiamano ‘rispondere’. (Eso 15:21; 1Sa 18:6, 7) Questo tipo di canto è indicato dal modo stesso in cui sono scritti alcuni salmi, come il Salmo 136. La descrizione dei due grandi cori di rendimento di grazie all’epoca di Neemia e della parte che ebbero durante l’inaugurazione delle mura di Gerusalemme indica che venivano cantati in questo modo. Ne 12:31, 38, 40-42; vedi CANTICO. Ne 13:31b — Neemia cosa stava chiedendo a Geova di fare? (w11 1/2 14 parr. 3-5) Neemia prega: “Ricordati di me, sì, o mio Dio, in bene”. Teme forse che le sue buone azioni siano passate inosservate agli occhi di Dio o che Dio si dimentichi di lui? No. Neemia conosce senza dubbio quello che precedenti scrittori biblici hanno detto sul profondo interesse che Geova nutre per i suoi fedeli servitori e per il bene da loro compiuto. (Esodo 32:32, 33; Salmo 56:8) Ma allora cosa sta chiedendo a Dio? Un’opera di consultazione fa notare che il termine ebraico tradotto “ricordare” implica l’affetto o “l’attaccamento che si prova a livello mentale e l’azione che accompagna i ricordi”. (Wilson’s Old Testament Word Studies) Con piena fiducia nel potere della preghiera, Neemia sta quindi chiedendo a Dio di ricordarlo con affetto e di benedirlo. — Neemia 2:4. Geova esaudirà la preghiera di Neemia? In un certo senso l’ha già esaudita. Il fatto stesso che abbia ritenuto opportuno conservare in modo permanente quella preghiera come parte delle Scritture ispirate ci assicura che si ricorda di lui con affetto. Ma l’“Uditore di preghiera” farà qualcos’altro per rispondere alla sentita richiesta di Neemia. — Salmo 65:2.

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Neemia 12-13Scaviamo per trovare gemme spirituali: (8 min)

PUNTO VM – Ne 12:31 — Quale sarebbe stato l’effetto di avere due cori? (it-2 351 par. 4)

Sembra che in Israele il canto di gruppo fosse prevalentemente antifonale, con due semicori che si alternavano cantando strofe parallele, o con un solista che si alternava con un coro. Questo evidentemente è quello che le Scritture chiamano ‘rispondere’. (Eso 15:21; 1Sa 18:6, 7) Questo tipo di canto è indicato dal modo stesso in cui sono scritti alcuni salmi, come il Salmo 136. La descrizione dei due grandi cori di rendimento di grazie all’epoca di Neemia e della parte che ebbero durante l’inaugurazione delle mura di Gerusalemme indica che venivano cantati in questo modo. — Ne 12:31, 38, 40-42; vedi CANTICO.

Ne 13:31b — Neemia cosa stava chiedendo a Geova di fare? (w11 1/2 14 parr. 3-5)

Neemia prega: “Ricordati di me, sì, o mio Dio, in bene”. Teme forse che le sue buone azioni siano passate inosservate agli occhi di Dio o che Dio si dimentichi di lui? No. Neemia conosce senza dubbio quello che precedenti scrittori biblici hanno detto sul profondo interesse che Geova nutre per i suoi fedeli servitori e per il bene da loro compiuto. (Esodo 32:32, 33; Salmo 56:8) Ma allora cosa sta chiedendo a Dio? Un’opera di consultazione fa notare che il termine ebraico tradotto “ricordare” implica l’affetto o “l’attaccamento che si prova a livello mentale e l’azione che accompagna i ricordi”. (Wilson’s Old Testament Word Studies) Con piena fiducia nel potere della preghiera, Neemia sta quindi chiedendo a Dio di ricordarlo con affetto e di benedirlo. — Neemia 2:4.

Geova esaudirà la preghiera di Neemia? In un certo senso l’ha già esaudita. Il fatto stesso che abbia ritenuto opportuno conservare in modo permanente quella preghiera come parte delle Scritture ispirate ci assicura che si ricorda di lui con affetto. Ma l’“Uditore di preghiera” farà qualcos’altro per rispondere alla sentita richiesta di Neemia. — Salmo 65:2.

Dio lo ricompenserà ulteriormente per tutte le buone opere che compì a favore della pura adorazione. (Ebrei 11:6) Lo benedirà risuscitandolo nel giusto nuovo mondo che ha promesso. (2 Pietro 3:13; Rivelazione [Apocalisse] 21:3, 4) Lì Neemia avrà la prospettiva di vivere per sempre su una terra paradisiaca, riscontrando così che Geova si è davvero ricordato di lui in bene.

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Cosa impariamo su Geova dalla lettura biblica di questa settimana?

*** w15 15/3 pp. 30-31 Sposarsi “solo nel Signore”: È ancora realistico? ***

Ciò nondimeno, Geova ha fatto scrivere nella sua Parola il comando di sposarsi solo nel Signore. Perché? Perché sa cosa è meglio per i suoi servitori. Non solo vuole risparmiare loro il dolore derivante dal fare scelte poco sagge, ma vuole anche che siano felici. Visto che ai suoi giorni molti ebrei si sposavano con persone straniere che non adoravano Geova, Neemia menzionò il cattivo esempio di Salomone: era “amato dal suo Dio”, ma le sue “mogli straniere fecero peccare perfino lui” (Nee. 13:23-26). Quindi è per il loro bene che Dio ha comandato ai suoi servitori di cercare un coniuge solo tra i compagni di fede (Sal. 19:7-10; Isa. 48:17, 18). I veri cristiani sono grati dell’amorevole cura di Dio e hanno fiducia nella sua guida. Pertanto sottomettendosi a lui quale Governante lo riconoscono come Sovrano universale (Prov. 1:5).

*** w98 15/7 p. 30 Avete “un cuore ubbidiente”? ***Perfino il saggio Salomone, che aveva chiesto in preghiera di avere un cuore

ubbidiente, smise di ubbidire a Geova. Andando contro la volontà divina, sposò donne straniere che lo indussero a peccare. (Neemia 13:23, 26) Salomone perse il favore di Dio perché non continuò ad avere un cuore ubbidiente. Che avvertimento per noi!

Questo non significa che Geova pretenda la perfezione dai suoi servitori umani. Egli ‘ricorda che siamo polvere’. (Salmo 103:14) Tutti a volte commettiamo degli errori, ma Dio può vedere se nel cuore abbiamo davvero il desiderio di piacergli. (2 Cronache 16:9) Se sbagliamo a causa dell’imperfezione, ma ci pentiamo, possiamo chiedere perdono sulla base del sacrificio di riscatto di Cristo, fiduciosi che Geova “perdonerà in larga misura”. (Isaia 55:7; 1 Giovanni 2:1, 2) Per riprenderci spiritualmente e avere una fede sana e un cuore ubbidiente potremmo anche aver bisogno dell’aiuto di amorevoli anziani cristiani. — Tito 2:2; Giacomo 5:13-15.

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*** w93 15/7 p. 22 par. 17 Come possiamo aggiungere alla nostra fede la virtù? ***

17 Se aggiungiamo alla fede la virtù, ci sforzeremo di astenerci dal pensare, dire o fare cose che non sono gradite a Dio. Tuttavia per manifestare la virtù cristiana è anche necessario praticare attivamente la bontà. La virtù stessa è definita bontà. E la bontà è un frutto dello spirito santo di Geova, non il prodotto di semplici sforzi umani. (Galati 5:22, 23) Manifestando la bontà come frutto dello spirito, saremo spinti a pensare bene degli altri e a lodarli per le buone qualità che mostrano nonostante l’imperfezione. Servono Geova fedelmente da anni? Allora dovremmo mostrare loro rispetto e parlare bene di loro e del servizio che rendono a Dio. Il nostro Padre celeste tiene conto dell’amore che mostrano per il suo nome e delle loro virtuose opere di fede, e altrettanto dovremmo fare noi. — Neemia 13:31b; Ebrei 6:10.

*** w92 15/9 pp. 11-12 par. 17 Geova perdona in larga misura ***17 Il trasgressore pentito può chiedere perdono in preghiera con la fiducia che Geova

non dimenticherà la sua passata condotta di fedele servizio. Anche se non stava chiedendo perdono per i suoi peccati, una volta Neemia disse: “Ricordati di me, sì, o mio Dio, in bene”. (Neemia 13:31) Un cristiano pentito può trovare conforto nelle parole: “Dio non è ingiusto da dimenticare la vostra opera e l’amore che avete mostrato per il suo nome”. — Ebrei 6:10.

*** g76 8/3 p. 28 A Dio interessa chi sposate? ***Egli sa che un importantissimo elemento per un matrimonio felice è che vi sia unità sui

credi e princìpi fondamentali. Egli incluse anche nella Bibbia alcuni esempi di persone che trascurarono tale consiglio e quindi si danneggiarono moralmente e spiritualmente, per non dir nulla delle tristi conseguenze sulla progenie. (Esd. 9:13-15; 10:44; Neem. 13:26, 27) Sì, Dio sa che è una cosa seria. Perciò, è una cosa seria anche per tutti quelli che si rendono conto che è per il nostro bene se egli si interessa di chi sposiamo.

Più esaminate la Bibbia, più vedete che, poiché vi ama, Dio si interessa davvero di chi sposate. Se dunque pensate di sposarvi, studiate la Bibbia. Imprimete sulla vostra mente le qualità che dovete coltivare e le qualità che dovete cercare in un coniuge. Se seguirete i consigli della Bibbia avrete felicità e pace.

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Quali punti della lettura biblica di questa settimana possiamo usare nel ministero di campo?

*** w15 15/4 p. 10 par. 4 Anziani, come potete addestrare altri? ***4 Nella fase iniziale

dell’addestramento, prendete in considerazione alcuni brani biblici che potrebbero aiutare il fratello a comprendere la necessità di essere volenteroso, fidato e umile (1 Re 19:19-21; Nee. 7:2; 13:13; Atti 18:24-26). Queste qualità sono essenziali per il fratello come il concime lo è per il terreno:

accelerano la sua crescita spirituale. Jean-Claude, un anziano della Francia, dice: “Il mio obiettivo principale quando addestro qualcuno è aiutarlo ad avere una mentalità spirituale. Cerco le occasioni per leggere insieme un versetto specifico in modo da ‘scoprire i suoi occhi’ perché ‘guardi le cose meravigliose’ della Parola di Dio” (Sal. 119:18).

*** w15 15/7 pp. 28-29 parr. 7-8 Questo è il nostro luogo di adorazione ***7 Il rispetto per il Dio che ci invita

ad assistere alle adunanze dovrebbe essere evidente dalle buone maniere, dal modo in cui ci vestiamo e dal nostro aspetto in generale. Tale rispetto ci farà anche evitare di andare agli estremi. Si è notato che alcuni sono fin troppo rigidi per ciò che riguarda la condotta da tenere alle adunanze, mentre altri si comportano in modo eccessivamente disinvolto. Ovviamente Geova desidera che sia i suoi servitori sia gli ospiti si sentano a loro agio nella Sala del Regno. Ma nello stesso tempo non vogliamo che vestirsi in maniera troppo casual, inviare messaggi, parlare, mangiare, bere o fare cose simili durante le adunanze sminuiscano l’importanza delle adunanze stesse. I genitori dovrebbero aiutare i figli a comprendere che la Sala del Regno non è un luogo in cui correre o giocare (Eccl. 3:1).

8 Pieno di indignazione, Gesù scacciò dal tempio coloro che vi praticavano attività commerciali (Giov. 2:13-17). Anche le Sale del Regno sono luoghi riservati alla pura

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adorazione e all’istruzione spirituale. Pertanto, non sarebbe corretto occuparsi di questioni commerciali mentre siamo in sala. (Confronta Neemia 13:7, 8.)

*** w13 15/8 p. 4 parr. 5-8 Siamo stati santificati ***5 Leggi Neemia 13:4-9. Dato che siamo circondati da influenze corruttrici, non ci è

facile rimanere santi. In questo senso è esemplare il caso di due personaggi: Eliasib e Tobia. Il primo era il sommo sacerdote; il secondo era un ammonita probabilmente impiegato come piccolo funzionario nell’amministrazione persiana sulla regione. Tobia e i suoi sostenitori si erano opposti agli sforzi di Neemia di ricostruire le mura di Gerusalemme (Nee. 2:10). Inoltre gli ammoniti non avevano il permesso di entrare nell’area del tempio (Deut. 23:3). Eppure il sommo sacerdote aveva concesso a Tobia di avere una sala da pranzo nel tempio. Com’era potuto accadere?

6 Tobia aveva stretto dei forti legami con Eliasib. Sia lui che suo figlio Ieoanan avevano sposato donne ebree; in più, tanti del popolo parlavano molto bene di Tobia (Nee. 6:17-19). Uno dei nipoti di Eliasib aveva sposato la figlia di Sanballat, governatore di Samaria in strettissimi rapporti con Tobia (Nee. 13:28). Tutto ciò potrebbe spiegare perché il sommo sacerdote Eliasib si fosse fatto influenzare da un non credente, e per di più oppositore. Neemia invece si mostrò leale a Geova e gettò fuori dalla sala da pranzo tutti i mobili appartenenti a Tobia.

7 Dal momento che siamo un popolo a lui dedicato, la nostra lealtà va in primo luogo a Geova. Se vogliamo rimanere santificati ai suoi occhi dobbiamo attenerci alle sue giuste norme. Non dobbiamo permettere che i vincoli familiari eclissino i princìpi biblici. Gli anziani cristiani si faranno guidare dai pensieri di Geova, non dalle proprie opinioni o dai sentimenti (1 Tim. 5:21). Eviteranno attentamente di fare qualsiasi cosa possa compromettere la loro reputazione agli occhi di Dio (1 Tim. 2:8).

8 Non dimentichiamo mai che “le cattive compagnie corrompono le utili abitudini” (1 Cor. 15:33). Alcuni nostri parenti potrebbero non essere presenze positive nella nostra vita. Eliasib era stato un buon esempio per il resto del popolo sostenendo entusiasticamente Neemia nella ricostruzione delle mura di Gerusalemme (Nee. 3:1). Poi però, a quanto pare, la malsana influenza di Tobia e di altri lo portò a fare cose che lo contaminarono agli occhi di Geova. I buoni amici sono quelli che ci spingono a impegnarci nelle sane attività cristiane, come la lettura della Bibbia, la frequenza alle adunanze e la partecipazione al ministero. I familiari che amiamo e apprezziamo di più sono quelli che ci inducono a fare ciò che è buono.

*** w13 15/8 p. 5 parr. 9-10 Siamo stati santificati ***9 Leggi Neemia 13:10-13. Quando Neemia tornò a Gerusalemme, sembra che le

contribuzioni per il tempio fossero quasi del tutto cessate. Non potendo più contare su questo sostegno, i leviti stavano abbandonando le loro mansioni per andare a lavorare ciascuno nel proprio campo. Neemia imputò tale situazione ai “governanti delegati”, perché a quanto pare non si stavano occupando dei loro compiti. Sia che non raccogliessero le decime dal popolo o che non le portassero nel tempio, in entrambi i casi non stavano facendo il loro dovere (Nee. 12:44). Neemia perciò si mise in moto perché fossero raccolte le decime, e nominò degli uomini fidati che si occupassero della gestione dei depositi nel tempio e delle future distribuzioni.

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10 Possiamo imparare qualcosa da tutto ciò? Senz’altro: questa vicenda ci ricorda che abbiamo il privilegio di onorare Geova con le nostre cose di valore (Prov. 3:9).

*** w13 15/8 p. 6 parr. 13-14 Siamo stati santificati ***13 Leggi Neemia 13:15-21. Se ci lasciamo assorbire dalle cose materiali, rischiamo

pian piano di perdere la nostra spiritualità. Come indica Esodo 31:13, il sabato doveva ricordare agli israeliti che erano un popolo santificato. Infatti doveva essere un giorno che la famiglia riservava all’adorazione, alla preghiera e alla meditazione sulla Legge di Dio. Ma per alcuni contemporanei di Neemia il sabato era diventato un giorno lavorativo come gli altri. L’adorazione stava passando in secondo piano. Resosene conto, Neemia dispose che all’imbrunire del sesto giorno le porte della città venissero chiuse e i mercanti stranieri mandati via prima dell’inizio del sabato.

14 Cosa impariamo da Neemia? Ad esempio che dovremmo tenere gli affari al giusto posto. Se non lo facessimo potremmo facilmente essere distratti, o essere addirittura divisi negli affetti, soprattutto se il nostro lavoro ci piace. Ricordiamo l’avvertimento dato da Gesù circa l’essere schiavi di due signori. (Leggi Matteo 6:24.) Neemia aveva a disposizione delle risorse economiche, ma a cosa si dedicò mentre era a Gerusalemme? (Nee. 5:14-18). Anziché pensare a intrattenere rapporti d’affari con i mercanti tiri o altri, si prodigò per aiutare i suoi fratelli e per contribuire alla santificazione del nome di Geova. In modo simile, gli odierni anziani e servitori di ministero si concentrano su attività che mirano al bene della congregazione; e i compagni di fede apprezzano moltissimo il loro spirito. Di conseguenza, nel popolo di Geova regnano amore, pace e senso di sicurezza (Ezec. 34:25, 28).

*** w13 15/8 pp. 6-7 parr. 16-17 Siamo stati santificati ***16 Leggi Neemia 13:23-27. Ai giorni di Neemia,

gli israeliti sposavano donne straniere. In occasione della sua prima visita a Gerusalemme, Neemia aveva fatto sottoscrivere a tutti gli anziani un documento in cui si impegnavano a non sposare donne pagane (Nee. 9:38; 10:30). Tuttavia, pochi anni dopo scoprì non solo che uomini ebrei avevano sposato donne straniere, ma che la nazione era quasi sul punto di perdere la sua identità di popolo santificato a Dio. I figli avuti con quelle straniere non sapevano leggere o parlare l’ebraico. Una volta cresciuti, si sarebbero sentiti israeliti, o piuttosto asdoditi, ammoniti, moabiti? Non conoscendo

l’ebraico, sarebbero riusciti a capire la Legge di Dio? Come avrebbero potuto conoscere Geova e decidere di servire lui invece delle false divinità venerate dalle loro madri? Occorreva agire subito e in modo risoluto, e Neemia lo fece (Nee. 13:28).

17 Anche noi oggi dobbiamo agire concretamente per aiutare i nostri figli a sviluppare un senso di identità cristiana. Genitori, chiedetevi: “Mio figlio conosce bene la ‘lingua pura’ delle verità scritturali?” (Sof. 3:9). “Le sue conversazioni riflettono l’influenza dello spirito di Dio o di quello del mondo?” Non scoraggiatevi subito se le cose non vanno bene come vorreste. Ci vuole tempo per imparare una lingua, soprattutto quando si è distratti

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da altre cose. I vostri figli sono oggetto di incredibili pressioni che mirano a far violare loro i princìpi cristiani. Perciò, sfruttate con pazienza l’adorazione in famiglia e altre occasioni per aiutarli a costruire una personale amicizia con Geova (Deut. 6:6-9). Fate loro notare i benefìci che derivano dall’essere diversi dal mondo di Satana (Giov. 17:15-17). E cercate di arrivare al cuore.

*** w11 15/9 p. 8 par. 7 Geova è la mia parte ***7 La Legge non puniva l’israelita che

non avesse dato la decima. Quando, però, il popolo era negligente nel pagare la decima, i sacerdoti e i leviti ne risentivano. Questo accadde ai giorni di Neemia. Di conseguenza i leviti furono costretti a trascurare il loro servizio per lavorare nei campi. (Leggi Neemia 13:10). È chiaro che il sostentamento della tribù di Levi dipendeva dalla spiritualità della nazione. Inoltre, i sacerdoti e i leviti stessi dovevano avere fede in Geova e confidare nelle disposizioni che aveva preso per il loro sostentamento.

*** w06 1/2 p. 11 parr. 7-9 Punti notevoli del libro di Neemia ***12:31, 38, 40-42. Il canto è un modo eccellente per lodare Geova ed esprimergli la

nostra gratitudine. Ai raduni cristiani dovremmo cantare con tutto il cuore.

13:4-31. Non dobbiamo permettere che materialismo, corruzione e apostasia rovinino a poco a poco la nostra vita.

13:22. Neemia sapeva bene di dovere rendere conto a Geova. Anche noi dobbiamo esserne consapevoli.

*** w02 15/2 p. 16 par. 15 Affrontarono spine nella carne ***Molti ebrei violavano il sabato e non sostenevano i leviti e il tempio. Inoltre alcuni

avevano preso “mogli asdodite, ammonite e moabite”. Come era addolorato Neemia per tutto ciò! Nessuna di queste spine, però, lo fece arrendere. Più volte fu all’altezza della situazione sostenendo le giuste leggi di Dio. Come Neemia, non lasciamo che la condotta infedele di altri ci distolga dal servire lealmente Geova. — Neemia 13:10-13, 23-27.

*** w97 1/2 pp. 25-26 Il ruolo della musica nell’adorazione odierna ***La struttura organizzativa dell’antico tempio prevedeva elaborati complessi strumentali

e corali per l’adorazione. (2 Cronache 29:27, 28) C’erano “direttori”, “esperti”, ‘allievi’ e “capi dei cantori”. (1 Cronache 15:21; 25:7, 8; Neemia 12:46) Riguardo alle loro elevate doti musicali, lo storico Curt Sachs scrive: “I cori e le orchestre che avevano relazione con il tempio di Gerusalemme rivelano un alto livello di educazione, tecnica e conoscenza musicale. . . . Anche se non sappiamo com’era quella musica antica, abbiamo prove sufficienti della sua forza, della sua dignità e della sua professionalità”. (The Rise of Music in the Ancient World: East and West, 1943, pagine 48, 101-2) Il Cantico dei Cantici

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è un esempio della creatività e della qualità dei componimenti ebraici. È un poema composto per il canto, come il libretto di un’opera. Nel testo ebraico è chiamato “Il Cantico dei Cantici”, cioè il cantico per eccellenza. Per gli antichi ebrei, il canto era parte integrante dell’adorazione. E permetteva loro di esprimere intensamente i loro sentimenti di lode a Geova.

*** w96 15/9 pp. 16-17 parr. 2-3 Possa Geova ricordarsi favorevolmente di voi ***Neemia esortò i leviti a purificarsi regolarmente, a fare la guardia alle porte e a

santificare il sabato. Poté quindi dire in preghiera: “Ricorda anche questo a mio favore, sì, o mio Dio, e prova commiserazione per me, sì, secondo l’abbondanza della tua amorevole benignità”. Appropriatamente, inoltre, Neemia concluse il suo libro ispirato con la supplica: “Ricordati di me, sì, o mio Dio, in bene”. — Neemia 13:22, 31.

3 Chi fa il bene è virtuoso e compie azioni giuste a beneficio di altri. Neemia era un uomo del genere. Aveva timore reverenziale di Dio e grande zelo per la vera adorazione. Per di più era riconoscente dei privilegi che aveva nel servizio di Dio e rendeva buon conto di sé a Geova. Riflettendo sulla sua condotta, potremmo chiederci: ‘Come considero i privilegi e le responsabilità che Dio mi ha affidato? In che modo sto rendendo conto di me stesso a Geova Dio e a Gesù Cristo?’

*** w93 15/6 pp. 30-31 Rispettate il vostro luogo di adorazione? ***Gli anziani non dovrebbero rimandare le riparazioni necessarie. (2 Cronache 24:5, 13;

29:3; 34:8; Neemia 10:39; 13:11) In alcune congregazioni vengono fatte periodiche ispezioni della Sala del Regno per provvedere subito ai necessari lavori di riparazione. Si tengono degli inventari per assicurarsi che i prodotti da utilizzare siano disponibili e accessibili. Se c’è un ripostiglio per tenere prodotti, attrezzi e materiali delle pulizie, tutti gli anziani e i servitori di ministero dovrebbero interessarsi delle sue condizioni, accertandosi che sia tenuto in ordine. Gli incaricati dei reparti letteratura e riviste possono mostrare di avere a cuore la sala evitando che vi si accumulino antiestetiche scatole vuote.

Dando l’esempio, anziani e servitori di ministero possono aiutare il resto della congregazione a manifestare zelo per la Sala del Regno. (Ebrei 13:7) Tutti possono mostrare il dovuto rispetto partecipando alle pulizie della sala e mostrando vero interesse per il suo aspetto generale.

*** w92 1/12 p. 10 par. 14 La benedizione di Geova rende ricchi ***14 Incoraggiati da Aggeo e Zaccaria, gli israeliti posero il cuore alle loro vie, e il tempio

fu costruito. Circa 60 anni dopo, però, Neemia visitò Gerusalemme e trovò che Israele aveva di nuovo trascurato la Legge di Geova. Neemia mise le cose a posto. Ma a una seconda visita trovò che la situazione era nuovamente degenerata. Egli riferisce: “Venni a sapere che le stesse porzioni dei leviti non erano state date loro, tanto che i leviti e i cantori che facevano il lavoro erano fuggiti, ciascuno al suo proprio campo”. (Neemia 13:10) Il problema fu risolto e “tutto Giuda, da parte sua, portò la decima del grano e del vino nuovo e dell’olio ai depositi”. — Neemia 13:12.

*** w89 1/6 pp. 13-14 par. 17 Perfezioniamo la santità nel timore di Dio ***Come parte del popolo di Geova, che è separato e puro, un cristiano o una cristiana

che desidera sposarsi accetterà la norma apostolica di farlo “solo nel Signore”, vale a dire

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scegliendo un coniuge che sia un fedele servitore di Geova dedicato e battezzato. (1 Corinti 7:39) Come nel passato, anche oggi sarebbe certamente stolto che componenti dedicati del popolo di Dio ignorassero questo consiglio scritturale. (Confronta Deuteronomio 7:3, 4; Neemia 13:23-27). Non dimostrerebbe sano timore per il nostro “gran padrone”, Geova. — Malachia 1:6.

*** w89 1/11 pp. 21-22 par. 17 Non vi aggiogate con gli increduli ***17 Che dire dei casi in cui un fratello o una sorella ha sposato un incredulo e ora

entrambi servono Geova? Ebbene, i princìpi di Geova sono stati comunque violati. Il fine giustifica forse i mezzi? Come Dio consideri chi ignora il suo consiglio lo illustra il caso degli ebrei tornati dalla cattività babilonese. Quando alcuni di essi presero mogli pagane, gli scrittori biblici Esdra e Neemia non usarono mezzi termini nel condannare la loro azione. Quegli ebrei avevano “agito con infedeltà”, commettendo un “gran male” e macchiandosi di “colpa”. (Esdra 10:10-14; Neemia 13:27) Non solo: se ignoriamo i consigli di Dio ci possiamo ferire spiritualmente, violando la nostra coscienza. Una sorella il cui marito incredulo in seguito divenne un fratello disse: ‘Soffro ancora per le ferite emotive. Non vi so dire come mi sento male quando altri additano noi e dicono: “Ma a loro è andata bene”’.

*** g05 22/8 p. 27 Come posso evitare di fare amicizia con le persone sbagliate? ***

Se vuoi sposarti e hai l’età per farlo, hai pensato al fatto che gli stessi princìpi dovrebbero valere per la scelta del coniuge? In un probabile coniuge ci possono essere molte caratteristiche che ti attraggono, ma nessuna è importante quanto la spiritualità.

Per questo la Bibbia avverte ripetutamente di non sposare una persona che non è “nel Signore”. (1 Corinti 7:39; Deuteronomio 7:3, 4; Neemia 13:25) È vero che chi non è credente può essere una persona responsabile, perbene e premurosa. Ciò nonostante, non ha la motivazione che hai tu per coltivare queste qualità e perseverare nel matrimonio col passare degli anni.

D’altra parte, chi è dedicato a Geova e gli è leale coltiva volontariamente le qualità cristiane e le difende a ogni costo. Si rende conto che la Bibbia stabilisce un nesso fra l’amare il proprio coniuge e l’avere una buona relazione con Geova. (Efesini 5:28, 33; 1 Pietro 3:7) Perciò, quando entrambi i coniugi amano Geova hanno il più forte incentivo a rimanere leali l’uno all’altra.