Futuro Significa Spenderci

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Futuro Significa Spenderci Le nostre ricette per il Diritto allo Studio.

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Le nostre ricette per il diritto allo studio

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Futuro Significa Spenderci Le nostre ricette per il Dirit to allo Studio.

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Cos’è il diritto allo studio?L’articolo 34 della CostituzioneStudiare è un dirit to di tutti.Lo af ferma l’ar t. 34 della Costituzione italiana:

“…i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto a rag-giungere i gradi più alti degli studi…”.

Dunque lo stato deve garantire, con aiuti concreti, il dirit to alla co-noscenza e all’alta formazione, chiave d’accesso per un mondo del lavoro sempre più specializzato.

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Il sistema attuale:la L. 390/91 e il DPCMIl sistema di dirit to allo studio universitario in Italia è disciplinato dalla l. 390/1991. Quelli che assicurano la gestione e il coordinamento dell’erogazio-ne dei benef ici sono lo stato, le regioni e le università; anche il ruolo principale è quello svolto dalle regioni tramite gli enti per il dirit to allo studio.Per assicurare l’uniformità di trattamento su tutto il territorio na-zionale la legge demanda a un D.P.C.M triennale la determinazione dei criteri di reddito e di merito per accedere ai servizi.

Luci e ombreQuesto sistema, che serviva per garantire il dirit to allo studio, non si è mai dimostrato davvero ef f icace. Infatti non si è mai raggiunta la coper tura totale degli aventi dirit to alla borsa di studio e al posto let to - a livello nazionale - e solo in pochissimi casi si è riusciti a garantire i servizi previsti dalla legge, come l’assistenza sanitaria e le agevolazioni sugli alloggi, i tra-spor ti e l’accesso alla cultura.

Questo sistema che, pur non potendosi def inire ef f iciente ha ga-rantito in questi anni a migliaia di studenti “capaci e meritevoli anche se pr ivi di mezzi” l’accesso e la prosecuzione degli studi universitari, adesso sta per essere cambiato.Come?

La delega del ddl Gelmini:la vita non è un quiz!Una questione di metodo!Innanzitutto una questione di metodo: come si può riformare una materia così impor tante per decine di migliaia di studenti con una delega al governo, quindi senza una discussione in primo luogo con gli studenti e poi in parlamento? Se questo è l’inizio non possiamo aspettarci nulla di buono …

Una questione di… merito: la vita è tutta un quiz!?Nel primo ar ticolo della delega si parla dell’istituzione di un “fondo nazionale per il merito”.Tramite questo fondo verranno distribuite agli “studenti migliori” borse di studio, buoni e prestiti d’onore.Per accedere a questi benef ici non sono previsti requisiti di red-dito ma solo di merito. Il famoso merito o, come preferiamo chia-marlo noi “falso merito”, principio sbandierato in ogni dichiarazio-ne della Gelmini, sarà individuato attraverso una prova nazionale standard a pagamento.Il metodo per individuare il merito è dunque lo stesso dei test di accesso ai corsi a numero chiuso: domande, crocette, tempo li-mitato.Gli errori del passato dunque si ripetono e si ripropone una modali-tà di valutazione che non tiene realmente conto delle capacità dello studente che si evidenziano nel tempo e con il lavoro.Una volta si diceva: “nella vita gli esami non finiscono mai” adesso si potrebbe dire “i quiz non f iniscono mai!”, i giochi a premi escono

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Soldi zero,chiarezza zero!Con la delega si vuole ridisegnare anche tutto il sistema di dirit to allo studio. Il testo della delega è molto vago, si legge che è inten-zione del governo ridisciplinare i livelli essenziali delle prestazioni, i requisiti di reddito, di merito, gli impor ti minimi delle borse, ma non c’è nessun indirizzo o strategia espliciti.Considerato che questo governo ha por tato avanti politiche sull’uni-versità basate su tagli, privatizzazioni e falsa meritocrazia, non c’è sicuramente di che essere ottimisti…Ma soprattutto il problema più grave che af f ligge l’at tuale sistema, ovvero il sottof inanziamento, non viene risolto ma anzi snobbato e l’intento del governo è chiaro: “dall’at tuazione delle disposizioni della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la f inanza pubblica”. Questa frase contenuta alla f ine del dise-gno di legge, all’ultimo comma dell’ultimo ar ticolo è pesantissima e chiarisce ogni dubbio sulle strategie di questo governo: neanche un centesimo per l’università e il dirit to allo studio.

dagli schermi televisivi e si ripongono nella realtà, la possibilità di potersi iscrivere all’università o di ottenere una borsa di studio diventa una lotteria. Il metodo per valutare il merito è dunque quello del win for life.

Cara università, quanto mi costi!Lo studente non vive solo tra le mura dell’università, fuori dalla facoltà o dalla cittadella universitaria si ritrova immerso nel tessuto urbano, spesso di grandi metropoli. Spostarsi all’interno delle città, trovare un posto dove mangiare un panino, visitare un museo o andare dal medico per un qualsiasi problema di salute sono attività quotidiane di tutti gli studenti universitari.Il costo della vita nella grandi città per le attività quotidiane di uno studente e per l’affitto di una stanza arriva a superare i 1000 euro al mese. Una spesa insostenibile per una famiglia con un reddito medio - basso e assolutamente non coperta dalle attuali borse di studio. Il tasso di chi lavora e studia in que-sti anni è cresciuto sensibilmente ma con i tempi e le scadenze universitarie lavorare significa prolungare non di poco i tempi della laurea. Chi lavora ha in molti casi un occupazione precaria che gli permette di portare a casa quasi sempre non più di 500 euro al mese, per trovare il resto sono salti mortali.

La soluzione che propone il governo nella nuova riforma Gelmini è quella di tagliare il sistema del diritto allo studio e investire sui prestiti d’onore. Siamo fermamente contrari al sistema dei prestiti, in quanto pensia-mo non possa essere finanziato con soldi pubblici uno strumento d’indebi-tamento che non garantisce prospettive per il futuro ma anzi lo renderebbe ancora più precario, rendendo lo studente un indebitato cronico.L’Udu ha elaborato un modello di welfare studentesco che permetterebbe l’abbattimento drastico di queste spese.Un sistema che si rivolge agli studenti provenienti da famiglie a medio e bas-so reddito con l’erogazione di borse di studio, più consistenti di quelle attuali e rivolte ad un numero più ampio di soggetti, e alla generalità degli studenti sull’erogazione di servizi, insomma un nuovo welfare per gli studenti!

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Borse di studioConsiderando l’anno accademico 2007/08 su circa 1.800.000 stu-denti italiani gli idonei di borsa di studio sono stati 188.331, gli stu-denti vincitori 156.297 (l’83% degli aventi dirit to). Benef iciano di una borsa di studio solo l’8,7% di tutti gli studenti italiani. Questo dato evidenzia sia la scarsa attenzione in termini di f inanziamento rispetto ai paesi dell’UE e dell’OCSE, sia l’inef f icienza del sistema del dirit to allo studio italiano.Questo sistema oggi non da la possibilità agli studenti di tut te le fa-sce sociali di poter accedere agli studi universitari. L’importo delle borse non garantisce la copertura di neanche metà delle spese che uno studente si ritrova ad af frontare durante l’anno accade-mico e la precarietà che si sostanzia nel trovare lo stratagemma per tirare avanti giorno per giorno non assicura di cer to la serenità necessaria per studiare.Crediamo innanzitutto che il dirit to allo studio debba avere un ca-rattere decisamente più inclusivo, cioè molti più studenti che pos-sano benef iciare delle borse di studio. Il tetto massimo di reddito per l’accesso alle borse è troppo basso e dai benef ici restano fuori studenti provenienti da famiglie che, non avendo aiuti dallo stato, non possono permettersi di mante-nere un f iglio all’università. Gli impor ti delle borse inoltre non sono suf f icienti a coprire le spese della vita universitaria e vanno rivisti al rialzo.

copertura totale delle borse• sul territorio nazionaleallargare la platea degli aventi• dirit to innalzando il limite ISEEaumentare gli importi delle borse• adattandoli ai bisogni degli studenti

Le nostre proposte perun nuovo welfare studentescoUna breve premessa…Oggi in Italia l’università rischia di diventare sempre di più un luogo per pochi. Il trend che f ino a pochi anni fa aveva visto crescere qua-si costantemente il numero degli immatricolati sembra conoscere un inesorabile arresto.Crediamo che per costruire una società migliore sia necessaria l’estensione dell’alta formazione al maggior numero di cit tadini per una più consapevole par tecipazione alla vita pubblica e per il pro-gresso sociale e culturale della comunità.Riteniamo anche che l’università sia fattore di mobilità sociale cioè strumento di acquisizione di beni e titoli (il sapere e la conoscenza) che por tano ad un cambiamento ver ticale di status sociale. “Mio figlio farà il dottore” era il sogno dell’operaio di ieri. E oggi?

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Residenze universitarieSe si guarda allo stato delle residenze universitarie la situazione è ancora più sconfor tante, i posti a disposizione in tutto il paese sono circa 35.000 a fronte di una domanda di centinaia di migliaia di persone. Anche sull’edilizia residenziale pubblica per gli studenti l’Italia è tra i paesi UE che hanno il rappor to studenti fuorisede/posti let to più basso. Le strutture dunque sono poche e spesso co-struite in maniera non funzionale alla vita dello studente fuorisede o distanti chilometri dalle sedi universitarie.

aumentare il numero di posti letto• nelle residenze attraverso la costruzione di nuove strutture e riutilizzo di edif ici in abban-dono

AffittiGli studenti fuori sede in Italia sono circa 700 mila, oggi più di ieri alle prese con af f it ti stellari di stanze o semplici posti let to, e pro-prietari che molto spesso lucrano ed evadono il f isco.Ancora oggi i giovani italiani restano a casa dei genitori f ino ai trent’anni, età media tra le più alte d’Europa e tra i paesi indu-strializzati. A pagare le stor ture del sistema immobiliare italiano e l’inef f icienza della legge sugli af f it ti sono soprattutto gli studenti universitari.Per migliorare la loro situazione abitativa innanzitutto bisognereb-be rendere davvero conveniente l’af f it tare case a studenti a prez-zi moderati, con più sgravi f iscali.

Le agevolazioni f iscali dovrebbero riguardare solo i proprietari che applicano il canale concordato e comprenderebbero la riduzione automatica, f ino all’azzeramento, delle aliquote ICI, una riduzione della TARSU, una detrazione signif icativa dell’IRPEF dell’af f it to an-nuo pagato per determinare quella contrapposizione di interessi fra proprietari e conduttori in grado di far emergere la piaga del nero.Con le risorse recuperate attraverso l’emersione del nero sarebbe possibile la creazione di un fondo ad hoc per il rimborso parziale delle spese di af f it to.

Ma per regolare e abbassare i prezzi degli af f it ti non sono suf f i-cienti solo misure di tipo f iscale. Uno strumento impor tante potreb-be essere l’avvio di politiche di housing sociale rivolte agli studenti universitari, per creare un’of fer ta intermedia tra il libero mercato e l’edilizia sociale.

creare un fondo ad hoc per il rimborso, almeno del 50%, delle •

spese di af f it todare • agevolazioni f iscali consistenti per far emergere il neromettere in campo politiche di • af f it to sociale per gli studenti universitari

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RistorazioneLa situazione delle mense è molto diversif icata nelle varie regioni italiane. Oltre alle dif ferenze strutturali delle mense (numero, vici-nanza alle facoltà, numero di pasti annui erogati), ci sono profonde dif ferenze sui prezzi praticati nelle varie regioni. Agli studenti vinci-tori o idonei di borsa è assicurata la gratuità o quasi dei pasti gior-nalieri ma in genere i prezzi variano in base al reddito. Riteniamo che il dirit to ad avere prezzi bassi presso le mense universitarie debba essere garantito a tutti indipendentemente dalla situazione economica familiare. Per questo crediamo sia necessario praticare prezzi politici per tutti gli studenti che non benef iciano delle borse di studio.

prezzo politico per tutti gli studenti• , anche quelli non borsisticostruzione di nuove strutture• vicino alle sedi universitarie

Welfare studentescoAccanto alle politiche classiche di dirit to allo studio è diventata ne-cessaria, per la più numerosa e composita popolazione studente-sca, la creazione di un welfare studentesco universale.Innanzitutto è necessario riconoscere lo studente come soggetto so-ciale portatore di diritti e meritevole di opportune tutele e garanzie.La creazione del welfare studentesco passa dal principio che vede lo scioglimento, in vir tù della nuova soggettività sociale, del lega-me tra lo studente e le condizioni economiche della famiglia.Dunque un dirit to allo studio più inclusivo che permetta, attraverso la borsa di studio, di accedere e di mantenersi all’università e un welfare studentesco universale che garantisca dei dirit ti naturali assicurati allo studente proprio in ragione della sua natura sociale.Proponiamo soluzioni per traspor ti, assistenza sanitaria, ristora-zione e accesso alla cultura.

TrasportiSpostarsi ogni giorno per raggiungere l’università è un’operazione non poco costosa se si pensa che spesso le sedi universitarie sono dislocate in diversi punti della cit tà o della regione. Per gli studenti pendolari devono essere previsti for ti sconti sugli abbonamenti di chi viaggia con il treno o il pullman. Per gli spostamenti in cit tà - quindi in autobus, metro e tram - il biglietto dovrebbe essere gra-tuito (come già accade in qualche cit tà), almeno durante gli orari di svolgimento delle attività accademiche.

for ti sconti• f ino alla gratuità per le linee urbane collegate con le sedi universitarietarif fe agevolate• per i giovani sulle tratte extraurbane e regionali

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Accesso alla culturaL’accesso non può che essere libero e gratuito a musei, gallerie d’ar te, mostre e a tutti i luoghi di cultura, su tutto il territorio na-zionale. Devono essere previsti sconti per l’acquisto di prodotti culturali (libri, riviste, cd e dvd) e per l’accesso a teatri e cinema.

gratuità• per l’accesso a luoghi di interesse culturale quali mu-sei, gallerie d’ar te, mostresconti• per l’acquisto di prodotti culturali come libri, riviste, cd e dvd e per l’accesso a teatri e cinema

Assistenza sanitariaL’ar t. 19 della l. 390/91 che prevede la stipula di convenzioni tra regioni ed università per assicurare prestazioni sanitarie all’interno delle sedi universitarie è rimasta pressoché lettera mor ta. Infatti in quasi nessun ateneo è presente un presidio medico per gli stu-denti.Oltre all’aper tura di presidi medici all’interno dell’università, chie-diamo accordi tra università, comuni e aziende sanitarie per avere il medico di base nella cit tà in cui studiano gli studenti fuorisede.

presidi medici • all’interno degli ateneimedico di base• nella cit tà sede di studio anche per gli studenti fuorisede

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La Società dei MagnaccioniSe magna pure la gioventù. Gelmini, Tremonti & Associati hanno spazzolato via 1 miliardo e mezzo all’università italiana. Già alla frutta. Non contenti impongono agli studenti meritevoli e pri-vi di mezzi un test a crocette per una borsa di studio a cui avrebbero già dirit to.

FUTURO SIGNIFICA SPENDERCI2 miliardi di euro in più, più autonomia per gli studenti, più borse di studio e alloggi. www.udu.it

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