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Le origini del Natale http://infoglobal.altervista.org/ blog/ Qual è la verità sul Natale? Milioni di persone in tutto il mondo celebrano il Natale per varie ragioni. Alcuni lo considerano un’occasione speciale per stare con amici e familiari. Altri dedicano del tempo a meditare su Dio o ad aiutare i poveri e i bisognosi, azioni che di per sé sono senza dubbio lodevoli. Non sanno però cosa si nasconde dietro questa celebrazione. Innanzitutto, molti che celebrano il Natale credono di festeggiare il compleanno di Gesù. Gli storici, però, sono concordi nel dire che la data della sua nascita è sconosciuta. Un’opera afferma che “i primi cristiani rifiutarono di riservare un giorno alla nascita di Gesù” perché volevano “separarsi da qualsiasi pratica pagana” (The Christian Book of Why). Fatto degno di nota, la Bibbia non lascia intendere che Gesù abbia mai celebrato il suo compleanno né quello di qualcun altro, mentre dice chiaramente che comandò ai suoi seguaci di commemorare la sua morte ( Luca 22:19). In secondo luogo, molti studiosi ritengono che la maggior parte delle tradizioni natalizie affondino le loro radici in usanze non cristiane e pagane. Queste includono Babbo Natale, il vischio, l’albero di Natale, lo scambio di regali, le candele accese, il ceppo di Natale, le ghirlande decorative e i canti di Natale. A proposito di alcune di queste usanze un libro osserva: “Quando diamo o riceviamo regali di Natale e appendiamo ghirlande verdi nelle nostre case e nelle chiese, quanti di noi sono consapevoli che stanno verosimilmente osservando delle usanze pagane?” (The Externals of the Catholic Church). Tuttavia potreste chiedervi cosa ci sia di male nell’osservare queste usanze apparentemente innocue. Per rispondere, consideriamo

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Le origini del Natalehttp://infoglobal.altervista.org/blog/

Qual è la verità sul Natale?Milioni di persone in tutto il mondo celebrano il

Natale per varie ragioni. Alcuni lo considerano un’occasione speciale per stare con amici e familiari. Altri dedicano del tempo a meditare su Dio o ad aiutare i poveri e i bisognosi, azioni che di per sé sono senza dubbio lodevoli. Non sanno però cosa si nasconde dietro questa celebrazione.

Innanzitutto, molti che celebrano il Natale credono di festeggiare il compleanno di Gesù. Gli storici, però, sono concordi nel dire che la data della sua nascita è sconosciuta. Un’opera afferma che “i primi cristiani rifiutarono di riservare un giorno alla nascita di Gesù” perché volevano “separarsi da qualsiasi pratica pagana” (The Christian Book of Why). Fatto degno di nota, la Bibbia non lascia intendere che Gesù abbia mai celebrato il suo compleanno né quello di qualcun altro, mentre dice chiaramente che comandò ai suoi seguaci di commemorare

la sua morte (Luca 22:19).

In secondo luogo, molti studiosi ritengono che la maggior parte delle tradizioni natalizie affondino le loro radici in usanze non cristiane e pagane. Queste includono Babbo Natale, il vischio, l’albero di Natale, lo scambio di regali, le candele accese, il ceppo di Natale, le ghirlande decorative e i canti di Natale. A proposito di alcune di queste usanze un libro osserva: “Quando diamo o riceviamo regali di Natale e appendiamo ghirlande verdi nelle nostre case e nelle chiese, quanti di noi sono consapevoli che stanno verosimilmente osservando delle usanze pagane?” (The Externals of the Catholic Church).

Tuttavia potreste chiedervi cosa ci sia di male nell’osservare queste usanze apparentemente innocue. Per rispondere, consideriamo un terzo aspetto. Dio non approva che tradizioni pagane si mescolino con la pura adorazione. Attraverso il profeta Amos, Geova Dio disse ai suoi ribelli adoratori nell’antico Israele: “Io odio le vostre feste religiose, anzi le disprezzo! [...] Non voglio più sentire il frastuono dei vostri canti”. (Il corsivo è nostro; Amos 5:21, 23, Parola del Signore.)

Perché Dio usò parole così forti? Considerate quello che stava accadendo nel regno settentrionale dell’antico Israele. Il suo primo re, Geroboamo, aveva posto dei vitelli d’oro nelle città di Dan e Betel e induceva il popolo ad adorare quegli idoli piuttosto che adorare in modo appropriato Geova Dio presso il tempio di Gerusalemme. Il re aveva istituito inoltre delle feste e nominato sacerdoti affinché il popolo potesse celebrarle (1 Re 12:26-33).

In apparenza ciò che stavano facendo era per una buona causa. Dopotutto le loro azioni erano compiute con l’intento di adorare Dio e fargli piacere. Ma le forti parole che Dio disse tramite Amos e altri profeti indicano chiaramente come la pensava riguardo a tali pratiche. Attraverso il profeta Malachia Dio disse: “Io sono Geova; non sono

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cambiato” (Malachia 3:6). Questo ci permette di farci un’idea precisa di cosa prova Dio nei confronti delle varie celebrazioni natalizie di oggi.

Dopo aver considerato gli aspetti menzionati sopra, milioni di persone hanno deciso di non festeggiare il Natale. Tuttavia, provano gioia e vera soddisfazione stando in compagnia di amici e familiari e aiutando i poveri e i bisognosi in qualunque momento dell’anno.

Perché alcuni non festeggiano il Natale?▪ Nel mondo quasi due miliardi di persone festeggiano il Natale il 25 dicembre, mentre

sono almeno 200 milioni coloro che celebrano la nascita di Gesù Cristo il 7 gennaio. Ci sono comunque altri milioni di persone che scelgono di non festeggiare per niente il Natale. Perché?

Alcuni professano religioni non cristiane, come ebrei, induisti o scintoisti. Altri, per esempio atei, agnostici, liberi pensatori o umanisti laici, ritengono che la storia della Natività sia una leggenda.

Tuttavia vi sorprenderà sapere che un numero considerevole di persone che credono in Gesù rifiuta le tradizioni natalizie. Perché? Per almeno quattro motivi.

Primo, non credono che Gesù sia nato a dicembre o a gennaio. La Bibbia non menziona una data specifica. Dice semplicemente: “In quello stesso paese c’erano anche dei pastori che dimoravano all’aperto e di notte facevano la guardia ai loro greggi. E improvvisamente l’angelo di Geova stette presso di loro, e . . . disse loro: ‘ . . . Vi è nato oggi un Salvatore, che è Cristo il Signore’”. — Luca 2:8-11.

I fatti collocano la nascita di Gesù verso gli inizi di ottobre, quando i pastori trascorrevano ancora la notte all’aperto con i greggi. I mesi di dicembre e gennaio, invece, nelle campagne intorno a Betleem sono i più freddi dell’anno, per cui di notte i greggi vengono tenuti al coperto.

Secondo, l’unico evento che Gesù disse specificamente ai suoi seguaci di commemorare fu la sua morte, non la sua nascita. E questa celebrazione doveva consistere in un semplice pasto di comunione. (Luca 22:19, 20) È da notare inoltre che i Vangeli di Marco e Giovanni tacciono sulla nascita di Gesù.

Terzo, non esistono prove storiche a conferma del fatto che i primi cristiani celebrassero la nascita del Cristo. È sicuro invece che commemoravano la sua morte. (1 Corinti 11:23-26) Fu solo tre secoli dopo la nascita di Gesù che la cristianità cominciò ufficialmente a osservare il Natale il 25 dicembre. Fatto degno di nota, a metà del XVII secolo il Parlamento inglese varò una legge che proibiva le celebrazioni del Natale. Negli Stati Uniti l’assemblea legislativa del Massachusetts fece lo stesso. Perché? Un libro dice: “Non esiste alcuna ragione né biblica né storica per collocare la nascita di Gesù il 25 dicembre”. E aggiunge che per i puritani “il Natale non era nient’altro che una festività pagana mascherata da celebrazione cristiana”. — The Battle for Christmas.

Questo introduce un quarto motivo: la deprecabile origine della celebrazione stessa. Le radici del Natale possono essere ricondotte alla pagana Roma con le sue varie feste in onore del dio dell’agricoltura Saturno e del dio sole Mithra, o Sole Invitto. Gli antropologi Christian Rätsch e Claudia Müller-Ebeling scrivono: “Come nel caso di molte

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credenze e usanze precristiane, l’antica festività che commemorava il ritorno annuale del sole fu adottata per celebrare la nascita di Cristo”. — Pagan Christmas.

Visti i suddetti argomenti, vi è chiaro perché i veri cristiani non festeggiano il Natale?

È vero che tre Re Magi visitarono il neonato Gesù?La nascita di Gesù è narrata nel Vangelo di Matteo e in quello di

Luca. Entrambi i resoconti indicano che solo degli umili pastori che si trovavano nei campi lì vicino andarono a visitare Gesù quando nacque. I cosiddetti Re Magi erano in realtà astrologi, non erano di stirpe reale, e per di più non se ne conosce il numero. Quando gli astrologi andarono a fargli visita, Gesù non era più un neonato in una mangiatoia; era un bambino e viveva in una casa. La loro comparsa mise addirittura in pericolo la sua vita!

Esaminiamo meglio il racconto della nascita di Gesù fatto dall’evangelista Luca. Leggiamo: “C’erano anche dei pastori che dimoravano all’aperto e di notte facevano la guardia ai loro greggi. E improvvisamente l’angelo di Geova stette presso di loro, e . . . disse loro: ‘ . . . Troverete un bambino avvolto in fasce e a giacere in una

mangiatoia’. . . . E andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe, e il bambino a giacere nella mangiatoia”. — Luca 2:8-16.

Insieme a Gesù c’erano soltanto Giuseppe, Maria e i pastori. Luca non menziona nessun altro.

Adesso soffermiamoci sul resoconto riportato in Matteo 2:1-11 secondo la traduzione biblica Parola del Signore: “Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall’oriente”. Erode “li mandò a Betlemme. . . . Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria”.

Noterete che il brano parla di “alcuni uomini sapienti”, non di “tre uomini sapienti”, che venivano dall’oriente. Per giunta dice che si recarono prima a Gerusalemme, e non a Betleem, città natale di Gesù. Quando infine arrivarono a Betleem, “il bambino”, Gesù, non era più in una stalla ma in una casa.

Inoltre, mentre la Parola del Signore li definisce “uomini sapienti”, altre traduzioni li chiamano “Magi” o “astrologi”. In base al Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento, il termine greco originale “risale al nome di una tribù della Media che nella religione persiana aveva funzioni sacerdotali . . . e si occupava di astronomia o di astrologia”. * Un altro dizionario biblico dà questa definizione del termine: “Mago, stregone, chi asserisce di avere poteri magici, cultore delle arti magiche”. — The Expanded Vine’s Expository Dictionary of New Testament Words.

Per quanto astrologia e stregoneria siano ancor oggi molto diffuse, la Bibbia ci mette in guardia contro di esse. (Isaia 47:13-15) Sono forme di spiritismo e pratiche che Geova Dio detesta. (Deuteronomio 18:10-12) Ecco perché nessun angelo di Dio annunciò agli astrologi la nascita di Gesù. Tuttavia, per intervento divino, gli astrologi furono avvertiti in

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sogno di non tornare a riferire la cosa al malvagio re Erode, dato che questi intendeva uccidere Gesù. Perciò “si ritirarono nel loro paese per un’altra via”. — Matteo 2:11-16.

Sarebbe giusto che i veri cristiani tramandassero un racconto inventato che distorce la verità sulla nascita di Gesù? Sicuramente no.

* A cura di H. Balz e G. Schneider, ed. italiana a cura di O. Soffritti, Paideia, Brescia, 1998, vol. 2, col. 238.

Cosa c’è di sbagliato nelle usanze natalizie?Da molto tempo il Natale è considerato una tradizionale festa cristiana che celebra la

nascita di Gesù. Pensando a molte delle usanze legate a questa festa, però, ci chiediamo cosa portò ad associarle alla nascita di Gesù.

Consideriamo, per esempio, la leggenda di Babbo Natale. L’immagine che noi conosciamo — un uomo allegro, vestito di rosso, con la barba bianca e le guanciotte rosa — è stata lanciata da un’azienda nordamericana nel 1931 per lo spot natalizio di una bibita. Durante gli anni ’50, alcuni brasiliani provarono a sostituire la figura di Babbo Natale con un leggendario personaggio indigeno. Comunque Babbo Natale non solo riuscì a soppiantare questo personaggio ma, come spiega il professor Carlos Erivany Fantinati, “ebbe la meglio su Gesù bambino e divenne il simbolo ufficiale della festa del 25 dicembre”. Ma il

problema di questa festa sta solo in Babbo Natale? Per rispondere, torniamo al cristianesimo delle origini.

Secondo l’Encyclopedia Britannica, “durante i primi due secoli di cristianesimo ci si oppose fortemente alla celebrazione dei compleanni dei martiri o, in questo caso, di Gesù”. Perché? I cristiani ritenevano che le celebrazioni legate ai compleanni fossero usanze pagane che andavano assolutamente evitate. Nella Bibbia, infatti, non è possibile trovare alcuna menzione della data di nascita di Gesù.

Nonostante la ferma posizione assunta dai primi cristiani contro le usanze legate ai compleanni, nel IV secolo la Chiesa Cattolica istituì il Natale. La Chiesa voleva riaffermare la propria posizione abbattendo uno degli ostacoli principali al proprio potere: la popolarità delle religioni pagane romane e delle feste legate al solstizio d’inverno. In un libro sull’argomento, la scrittrice Penne Restad afferma che ogni anno, dal 17 dicembre al 1° gennaio, “la maggior parte dei romani festeggiava, giocava, gozzovigliava, faceva cortei e partecipava ad altre celebrazioni per rendere omaggio alle proprie divinità” (Christmas in America: A History). Inoltre, il 25 dicembre i romani celebravano la nascita del Sole invitto. Scegliendo quella data per il Natale, la Chiesa portò molti romani a celebrare la nascita di Gesù, anziché quella del sole. In un altro libro su questo soggetto, lo scrittore Gerry Bowler sostiene che in questo modo i romani “erano ancora in grado di divertirsi seguendo le usanze di queste feste di metà inverno”. In realtà, “continuarono a introdurre vecchie usanze nelle nuove feste” (Santa Claus: A Biography).

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È quindi chiaro che il problema principale delle usanze natalizie sta nelle loro discutibili origini. In un suo libro lo scrittore Stephen Nissenbaum afferma che il Natale non è “nient’altro che una festività pagana mascherata da celebrazione cristiana” (The Battle for Christmas). Il Natale, pertanto, disonora Dio e suo Figlio Gesù Cristo. Pensate che questa sia una cosa di poco conto? La Bibbia chiede: “Quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre?” (2 Corinti 6:14). Come il tronco di un albero che è cresciuto “storto”, il Natale “non si può raddrizzare” (Qoèlet [Ecclesiaste] 1:15, CEI).

Una festa pagana può diventare cristiana?Che origine hanno molte delle tradizioni natalizie? Il quotidiano vaticano,

L’Osservatore Romano (20-21 dicembre 2004), ha fatto osservazioni molto interessanti.

Per quanto riguarda la data in cui si celebra il Natale, il quotidiano cattolico ha scritto: “La vera data della nascita di Gesù è tutta, storicamente, sotto un velo di incertezza sia in relazione alla storia romana e al censimento imperiale di quell’epoca, che alle ricerche dei secoli successivi. . . . La data del 25 dicembre, com’è noto, è stata scelta dalla Chiesa di Roma fin dal IV secolo d.C. Questa data, nella Roma pagana, era dedicata al dio

Sole . . . Anche se a Roma, per l’editto di Costantino, era già affermato il cristianesimo, era ancora diffuso, specialmente tra i soldati romani, il mito di Mitra . . . Le suddette festività, con al centro il 25 dicembre, erano molto radicate nelle tradizioni popolari e quindi la Chiesa di Roma pensò di dare alla data un senso religioso cristiano sostituendo al dio Sole, il vero Sole di Giustizia Gesù Cristo, quale giorno della Sua nascita”.

Che dire dell’albero di Natale, ormai entrato a far parte della tradizione cattolica? L’articolo del quotidiano cattolico ha messo in evidenza che nell’antichità molti sempreverdi “furono considerati, in

buona parte, con significati magici o medicamentosi contro le malattie come l’agrifoglio, il pungitopo, l’alloro, i rami di pino o di abete”. L’articolo ha detto inoltre che, in seguito, “il giorno della vigilia, il 24 dicembre venivano ricordati i nostri progenitori Adamo ed Eva con il popolarissimo episodio dell’albero del Paradiso Terrestre . . . L’albero avrebbe dovuto essere un melo, ma siccome in inverno sarebbe stato inutilizzabile perché

spogliato di foglie, sulle scene si metteva un abete e accanto ai rami, delle mele oppure, a significare il futuro avvento della Redenzione, delle ostie preparate con dei biscotti schiacciati con appositi stampi, simboli della presenza eucaristica di Gesù, e con dei dolcetti e doni per i bambini”. E in epoche successive?

Nel ricordare che della tradizione dell’albero di Natale vero e proprio si hanno le prime notizie nella Germania del XVI secolo, L’Osservatore Romano ha rilevato che “l’Italia fu una delle ultime nazioni ad accogliere l’albero di Natale anche per una diceria, diffusa

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abbastanza ampiamente, che l’albero fosse una usanza protestante e quindi da sostituire con il presepe”. Papa Paolo VI “ha iniziato la tradizione di innalzare accanto al grandioso presepe [in Piazza San Pietro, a Roma], un grande albero di Natale”.

Secondo voi è sensato che un’autorità religiosa dia un apparente senso cristiano a ricorrenze o simboli che affondano le radici nell’antico paganesimo? A proposito del giusto atteggiamento da assumere, le Scritture ammoniscono i veri cristiani: “Quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre?” — 2 Corinti 6:14-17.

Come dovrebbe essere ricordato Gesù Cristo?Gesù Cristo è di sicuro “uno dei personaggi più autorevoli che siano mai esistiti”.

— “The World Book Encyclopedia”.

I GRANDI uomini sono ricordati di solito per quello che hanno fatto. Perché allora molti ricordano Gesù per la sua nascita anziché per le sue opere? In tutti i paesi della cristianità la maggioranza delle persone conosce gli avvenimenti che si verificarono all’epoca della sua nascita. Ma quanti sono quelli che ricordano e si sforzano di applicare l’eccezionale insegnamento contenuto nel Sermone del Monte?

È vero che la nascita di Gesù fu qualcosa di straordinario, ma i suoi primi discepoli attribuirono molta più importanza a quello che fece e a quello che insegnò. Dio non ha mai voluto che la nascita di Cristo facesse passare in secondo piano la sua vita da adulto. Tuttavia il guazzabuglio di leggende e folclore legati al Natale è riuscito a mettere in ombra la figura di Cristo.

Un’altra preoccupante domanda riguarda la natura delle celebrazioni natalizie. Se oggi Gesù tornasse sulla terra cosa penserebbe dello sfrenato consumismo che contraddistingue il Natale? Duemila anni fa Gesù si recò nel tempio di Gerusalemme e rimase indignato vedendo i cambiamonete e i venditori che approfittavano di una festa religiosa ebraica per far soldi. “Portate via di qua queste cose!”, disse. “Smettete di fare della casa del Padre mio una casa di mercato!” (Giovanni 2:13-16) È evidente che Gesù non approvava che si mischiasse il commercio con la religione.

Cosa ci insegna il racconto della nascita di GesùMILIONI di persone sono affascinate dagli eventi che riguardano la nascita di Gesù.

Lo si vede dal gran numero di scene della Natività esistenti e di rappresentazioni teatrali sul soggetto allestite a Natale in tutto il mondo. Benché affascinanti, gli eventi che riguardano la nascita di Gesù non sono narrati nella Bibbia per divertire. Fanno invece parte di tutta la Scrittura che Dio ispirò per insegnare e correggere. — 2 Timoteo 3:16.

Se Dio avesse voluto che i cristiani celebrassero la nascita di Gesù, la Bibbia avrebbe fornito la data esatta. La fornisce? Albert Barnes, biblista del XIX secolo, dopo aver detto che Gesù nacque in un periodo in cui i pastori passavano la notte all’aperto a badare ai greggi, concluse dicendo: “Da questo è chiaro che il nostro Salvatore nacque prima del

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25 dicembre . . . In quel periodo fa freddo, specialmente nelle regioni alte e montuose nei pressi di Betleem. Dio ha tenuto nascosta la data della nascita [di Gesù]. . . . Né era importante conoscere la data; se lo fosse stato, Dio ne avrebbe preservato la registrazione”.

I quattro scrittori evangelici, invece, ci dicono chiaramente il giorno in cui Gesù morì. Accadde il giorno di Pasqua, che si teneva il 14° giorno del mese ebraico di nisan, in primavera. Inoltre Gesù comandò specificamente ai suoi seguaci di commemorare quel giorno in ricordo di lui. (Luca 22:19) Nella Bibbia non troviamo il comando di festeggiare la nascita di Gesù né, tanto meno, la nascita di qualsiasi altra persona.

Approfondimenti di opere di consultazione.Il Natale è una celebrazione basata sulla Bibbia?

Data della ricorrenzaIl Dizionario Ecclesiastico della U.T.E.T. (1953-1958), dice: “Riguardo al giorno e al

mese di questa nascita [di Gesù] i Vangeli sono muti . . . l’introduz. nella liturgia del 25/12 come festa della Natività di Cristo non sarebbe avvenuta che in vista di opporre una festa cristiana alla festa pagana della nascita di Mitra (solis invicti) celebrata il 25/12 nel paganesimo del sec. III e IV”. — Vol. II, p. 1102.

Luca 2:8-11 indica che al tempo della nascita di Gesù i pastori erano nei campi di notte. Un libro afferma: “Le greggi . . . l’inverno lo passavano negli ovili, e basta questo particolare per dimostrare che la tradizionale data del Natale in inverno non ha molte probabilità di essere esatta, poiché il Vangelo ci dice che i pastori erano nei campi”. — La vita quotidiana in Palestina al tempo di Gesù, di Daniel-Rops, Mondadori, 1986, trad. di Michele Lo Buono, p. 266.

Il Dizionario Enciclopedico Italiano di G. Treccani (1955-1961) dichiara: “Si riconosce ormai universalmente che una festa della natività di Gesù Cristo è ignota ai Padri dei primi tre secoli e che manca una tradizione autorevole circa la data della sua nascita . . . Nella scelta del 25 dic. come giorno del Natale del Salvatore ebbe certo molta influenza il calendario civile romano che dalla fine del sec. 3° celebrava in quel giorno il solstizio invernale e il natale del ‘sole invitto’ (Dies natalis invicti solis) . . . Tra le celebrazioni domestiche e popolari vanno ricordati il ceppo, i fuochi e i falò (sopravvivenze di quelli accesi in antico per il solstizio) . . . l’albero di N. (anch’esso sopravvivenza di riti agrarî)”. — Vol. VIII, p. 242.

La Grande Enciclopedia De Agostini (1972-1978) afferma: “Si celebrava [presso i romani] anche il n. [natale] di certe divinità di cui era significativa la ‘nascita’ (p. es. del Sole Invitto e di Mithra). Per quest’ultimo dio il n. era celebrato il 25 dicembre e costituiva un’importante festa solstiziale, ereditata poi dal cristianesimo come n. di Cristo. I primi n. cristiani datano dall’inizio del sec. IV. Alla scelta del 25 dicembre contribuì anche il simbolismo naturale: festeggiare, cioè, nei giorni in cui la luce comincia a ricrescere, dopo il solstizio d’inverno, il n. di Cristo ‘sole di giustizia e di verità’, che dissipa le tenebre del mondo”. — Vol. XIII, p. 412.

I Magi guidati dalla stellaQuei Magi non erano che astrologi provenienti dall’Oriente. (Matt. 2:1, 2, NM; NE)

Anche se oggi l’astrologia va di moda, è qualcosa che la Bibbia disapprova

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energicamente. Avrebbe Dio condotto dal neonato Gesù persone le cui pratiche condannava?

Matteo 2:1-16 mostra che la stella condusse gli astrologi prima da Erode e poi da Gesù, e che di conseguenza Erode cercò di far uccidere Gesù. Non viene detto che qualcun altro oltre agli astrologi abbia visto la “stella”. Dopo la loro partenza, l’angelo di Geova avvertì Giuseppe di fuggire in Egitto per proteggere il bambino. La “stella” era un segno da Dio o veniva da qualcuno che cercava di far uccidere il Figlio di Dio?

Si noti che il racconto biblico non dice che i Magi trovassero il piccolo Gesù in una mangiatoia, come lo rappresenta l’iconografia natalizia tradizionale. Quando gli astrologi arrivarono, Gesù e i genitori vivevano in una casa. In quanto all’età che Gesù allora aveva, si tenga presente che Erode, in base a ciò che aveva udito dagli astrologi, decretò che fossero uccisi a Betleem e dintorni tutti i bambini dai due anni in giù. — Matt. 2:1, 11, 16.

Lo scambio di doni come parte della festa; favole su Babbo Natale, ecc.L’abitudine di scambiarsi doni a Natale non si basa su ciò che fecero i Magi. Come

indicato sopra, questi non arrivarono al tempo della nascita di Gesù. Per di più non si scambiarono i doni fra loro, ma li offrirono al bambino Gesù, secondo l’usanza dell’epoca nel visitare personaggi autorevoli.

Alla voce “natale” la Grande Enciclopedia De Agostini (1972-1978) dice: “Collegati con la festa del N. sono degli usi che non sempre sono di origine cristiana, anzi per la maggior parte hanno le loro origini nelle religioni e civiltà pre-cristiane. . . . Da un lato una serie di usi che chiaramente derivano dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre: in particolare l’uso di luminarie, lo scambio di doni, i regali ai bambini”. (Vol. XIII, p. 412) Il vero spirito della “generosità” natalizia è evidente dal fatto che spesso consiste in uno scambio di doni. Questo spirito non reca vera felicità, perché viola princìpi cristiani come quelli riportati in Matteo 6:3, 4 e 2 Corinti 9:7. È ovvio che un cristiano può fare doni ad altri come espressione d’affetto in altri periodi dell’anno, tutte le volte che lo desideri.

A seconda del luogo in cui vivono, ai bambini vien detto che i doni sono stati portati da Babbo Natale, Santa Claus, Père Noël, Knecht Ruprecht, dai Magi, dall’elfo Jultomten (o Julenissen), o dalla Befana. (The World Book Encyclopedia, 1984, Vol. 3, p. 414) Chiaramente si tratta di semplici favole. Raccontando ai bambini queste favole si edifica in loro il rispetto per la verità? Si onora Gesù Cristo, che insegnò che Dio dev’essere adorato con verità? — Giov. 4:23, 24.

Che male c’è a partecipare a celebrazioni di origine non cristiana se non lo si fa per motivi religiosi?

Efes. 5:10, 11: “Continuate ad assicurarvi di ciò che è accettevole al Signore; e cessate di partecipare con loro alle infruttuose opere che appartengono alle tenebre, ma, piuttosto, riprendetele”.

2 Cor. 6:14-18: “Quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia c’è fra Cristo e Belial? O quale parte ha il fedele con l’incredulo? E quale accordo c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? . . . ‘“Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi”, dice Geova, “e cessate di toccare la cosa impura”’; ‘“e io vi accoglierò . . . E io vi sarò padre e voi mi sarete figli e figlie”,

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dice Geova l’Onnipotente’”. (Un vero amore per Geova e il vivo desiderio di piacergli aiuteranno la persona a liberarsi da usanze non cristiane che potrebbero esercitare un’attrattiva a livello emotivo. Chi veramente conosce Geova e lo ama non pensa che evitando pratiche che onorano falsi dèi o che promuovono la falsità si stia in qualche modo privando della felicità. Il vero amore lo fa rallegrare non dell’ingiustizia, ma della verità. Vedi 1 Corinti 13:6).

Confronta Esodo 32:4-10. Si noti che gli israeliti avevano adottato un rito religioso egiziano e gli avevano dato un nuovo nome: “Festa a Geova”. Ma Geova li punì severamente per questo. Oggi in relazione con le feste noi vediamo solo usanze del XX secolo. Alcune possono sembrare innocue. Ma Geova conosce, per averle viste, le usanze religiose pagane da cui queste hanno avuto origine. Ciò che conta per noi non dovrebbe forse essere la sua opinione in merito?

Esempio: Una folla di persone va a casa di un signore dicendo di voler celebrare il suo compleanno, l’anniversario della sua nascita. Egli non è favorevole alla celebrazione dei compleanni. Non gli piace vedere persone che si abbuffano o si ubriacano o che tengono una condotta dissoluta. Ma alcune di loro fanno proprio queste cose, e portano regali per tutti fuorché per lui! Come se non bastasse, per celebrare l’anniversario scelgono proprio la data in cui è nato uno dei nemici di quest’uomo. Come pensate che egli si senta? Vorreste partecipare a festeggiamenti del genere? Questo è esattamente ciò che si fa con le feste natalizie.

Approfondimenti video:

https://www.youtube.com/watch?v=3Wbwddpr_58

https://www.youtube.com/watch?v=KbUckGzTk_4

https://www.youtube.com/watch?v=yTh6obE_4jY

Lo sapevate?Quand’è che gli astrologi visitarono Gesù?Nel Vangelo di Matteo si legge che “degli astrologi vennero da luoghi orientali” per

visitare Gesù e portargli dei doni. (Matteo 2:1-12; nota in calce) Non viene detto quanti fossero gli astrologi, o “magi”, e non ci sono elementi concreti a sostegno della tradizione secondo cui fossero tre; la Bibbia non indica nemmeno i loro nomi.

La Sacra Bibbia a cura di Salvatore Garofalo fa questo commento su Matteo 2:11: “La casa suppone che Giuseppe abbia provveduto a ricoverare in luogo più proprio . . . Gesù e Maria; tanto più che il tempo della visita dei Magi distava notevolmente da quello della nascita del Bambino”. Ciò è attestato dal fatto che, quando cercò di far uccidere il bambino, Erode ordinò l’uccisione di tutti i bambini dai due anni in giù in tutta Betleem e nei dintorni. Erode stabilì quella fascia di età “secondo il tempo circa il quale si era accuratamente informato dagli astrologi”. — Matteo 2:16.

Se gli astrologi fossero andati da Gesù la notte della sua nascita portandogli oro e altri doni preziosi, difficilmente Maria avrebbe offerto solo due uccelli quando, 40 giorni più tardi, presentò Gesù al tempio di

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Gerusalemme. (Luca 2:22-24) Questa era una disposizione della Legge a favore dei poveri che non potevano permettersi di offrire un giovane montone. (Levitico 12:6-8) D’altra parte è possibile che questi doni preziosi siano tornati utili per sostenere le spese della famiglia di Gesù durante la permanenza in Egitto. — Matteo 2:13-15.

Doni nataliziCome si conveniva a dei notabili orientali in visita a un governante, gli astrologi pagani

si prostrarono e “offrirono [al fanciullino] doni, oro, olibano e mirra”. Matteo aggiunge: “Comunque, avendo ricevuto in sogno divino avvertimento di non tornare da Erode, si ritirarono nel loro paese per un’altra via”. — Matteo 2:11, 12.

Alcuni potrebbero usare questo breve racconto biblico per sostenere l’usanza natalizia di fare doni. Tuttavia una pubblicazione spiega che l’attuale consuetudine di fare regali risale all’usanza romana di offrire doni ai vicini poveri durante i Saturnali. “La chiesa antica . . . ne trasferì abilmente il significato alla commemorazione rituale dei doni dei Magi”. (Discovering Christmas Customs and Folklore) Che contrasto con i veri adoratori — come gli umili pastori — che alla nascita di Gesù si limitarono a lodare Dio!

La Bibbia è contraria alle feste e ai regali?Fare regali La Bibbia approva che si facciano regali, e Geova stesso è chiamato Datore di “ogni

dono buono e ogni regalo perfetto”. (Giacomo 1:17) Gesù indicò che i buoni genitori fanno regali ai figli. (Luca 11:11-13) Gli amici e i familiari di Giobbe gli fecero doni quando si rimise in salute. (Giobbe 42:11) Comunque, non c’era bisogno di particolari giorni di festa per fare questi regali, poiché era il cuore che spingeva a farli. — 2 Corinti 9:7.

Stare in famiglia Quando i familiari si ritrovano insieme, specie se non vivono più nella stessa casa,

l’unità della famiglia viene rafforzata. Gesù e i suoi discepoli parteciparono a una festa nuziale a Cana e senz’altro in quell’occasione molti familiari e amici si ritrovarono insieme. (Giovanni 2:1-10) E nell’illustrazione del figlio prodigo narrata da Gesù, il padre celebrò il ritorno del figlio con un banchetto per tutta la famiglia, un banchetto rallegrato da musica e danze. — Luca 15:21-25.

Mangiare cose buone Nella Bibbia si parla spesso di servitori di Dio che mangiavano cose buone insieme a

familiari, amici o compagni di fede. Nell’occasione in cui tre angeli gli fecero visita, Abraamo preparò per loro un banchetto a base di carne di manzo, latte, burro e focacce rotonde. (Genesi 18:6-8) Secondo le parole di Salomone, “mangiare e bere e rallegrarsi” sono doni di Dio. — Ecclesiaste 3:13; 8:15.

È evidente che Dio vuole che mangiamo cose buone insieme agli amici e ai familiari e approva che vengano fatti regali. Ci sono molte occasioni per farlo in qualsiasi momento dell’anno.

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