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Liceo Scientifico Statale “F. Severi” 3^ Premio Letterario Rotary Club Salerno Duomo “Salerno nel Decameron” Il mercante e la principessa DOCENTE REFERENTE: Paola Cuoco Balsamo Gabriele, Berardino Cristina, Broyanovskyy Kyrylo, Cardito Fabrizio, Giugliano Marianna, Oliva Luca, Siniscalco Sabrina, Verace Francesca

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Liceo Scientifico Statale “F. Severi”3^ Premio Letterario

Rotary Club Salerno Duomo “Salerno nel Decameron”

Il mercante e la principessa

DOCENTE REFERENTE: Paola CuocoBalsamo Gabriele, Berardino Cristina, Broyanovskyy Kyrylo, Cardito Fabrizio, Giugliano Marianna, Oliva Luca, Siniscalco Sabrina, Verace Francesca

La Campania è unaterra meravigliosa, conlunghi litorali e costefrastagliate, città dimare e di montagna, unentroterra ricco distoria e tradizioni, conun popolo dall’animogeneroso ed ospitalecome il territorio cheabita da millenni.

Un tratto della sua costa, chiamata amalfitana per viadella storica Repubblica, ogni anno è visitato damigliaia e migliaia di viaggiatori, che per mare o perterra, godono del privilegio di ammirare questostraordinario spettacolo della natura.

E così vengono da tutto ilmondo a vedere questamagnificenza.Si dice che a più di unmarinaio o viandante siacapitato, lungo il tragittocostiero, di sentire dellevoci, provenienti dallerocce e portate dal vento,raccontare storie chefanno più o meno così:

“Ehi, ehi, tu, dove vai?Rallenta il tuo cammino esoffermati un momento, alza latesta … così, … un altro po’ piùsu, sì così… bravo!La vedi questa villa? Bella, vero?Sapessi dentro, che giardinimeravigliosi, un paradiso sullaTerra!

Oggi ci tengonoconcerti e banchettinuziali, ovviamentequelli dei ricchi e deipotenti.

Un tempo, invece, èstata la residenza dellafamiglia Rufolo, unafamiglia importante,anzi la più importantedi Ravello, ed io sonostato uno di loro …LandolfoSono stato un mercantemolto intraprendente,coraggioso, ricco, ma

non mi accontentavo mai, non mi piaceva starefermo in un posto per molto tempo, ho cercatosempre di avere di più, perché quello che avevonon mi bastava mai.

Una volta sai che idea ho avuto?

Dopo aver fatto dueconti, ho compratouna barca moltogrande, l’ho riempitadi tante cose e me nesono andato lontanolontano, fino a Cipro,per vendere le miemercanzie.

Credevo di stare da solo lì, invece ho trovato tantagente, che aveva avuto la mia stessa pensata, checome me cercava il grande affare.E che affare! Sapessi quello non fu per niente unbuon affare, anzi fu un pessimo affare.Che idea, mannaggia la miseria!Ho dovuto vendere tutto a quattro soldi, addiritturala nave, per recuperare qualcosa.A quel punto ne ho avuto un’altra di pensata: hocomprato una barchetta e… sono diventato unpirata!

Dopo un anno avevo rubato così tanto ai Turchi, cheero addirittura più ricco di prima.Ma un giorno volendo ritornare a casa mia, duranteil viaggio, arrivato nell’arcipelago greco, poiché ilvento non mi era favorevole, sono stato costretto afermarmi su un’isola.

Dopo un po’, però, sono arrivate due grosse navigenovesi, dalle quali sono scesi uomini armati fino aidenti, che hanno circondato la mia barca e mi hannofatto prigioniero, derubandomi di tutto quello cheavevo guadagnato.Il giorno dopo è ricominciato il mio viaggio su unadelle due navi che a causa di un forte vento, si sonoseparate, e quella dove ero io, si è schiantata contro gliscogli.

Disperso in mare, mi sonoattaccato a un pezzo dilegno, trovato lìnell’acqua, ma dopo unpo’ le onde mi hannoavvicinato una cassa, cheio con tutte le mie forzeho allontanato, ma quella,

caso assai strano, continuamente ritornava!All’improvviso è arrivata un’onda, che mi ha portato viail pezzo di legno e, a quel punto, mi sono dovutonecessariamente aggrappare alla cassa.

Tutta la notte sono rimasto avvinghiato ad essa, finquando il giorno dopo son naufragato su di unaspiaggia, dove una buona femmina mi ha salvato,dandomi da mangiare e portandomi a casa sua.Quando la donna mi ha restituito quella cassa che miaveva tratto a riva, io davvero non me ne ricordavoniente, comunque l’ho presa; poi rimasto da solo, l’hoaperta e… Madonna mia!Da non credere, essa era piena di gioielli e gemme: untesoro di valore inestimabile!

Dopo aver chiesto alla donnaun sacco dove mettere i mieigioielli e averle lasciato lacassa, ho preso una barca, chemi ha portato fino a Trani,dove, grazie al Cielo, hotrovato dei miei concittadini,dei mercanti di stoffa, chegenerosamente mi hanno

rivestito e, grazie a uncavallo anch’essodatomi da loro, hopotuto proseguire viaterra e, togliendomi dairischi del mare, sonpotuto tornarefinalmente a casa.

Lì, aperto il sacco, vedendo con attenzione quello checonteneva, ho capito di essere diventato molto ricco,anzi molto più ricco di quando ero partito.Riconoscente verso chi ha favorito il mio destino, horicompensato chi l’ha meritato!”

“Tu che navighi il pelago profondo, tu che sei giunto finqui, pellegrino, or ti piaccia ascoltare la mia storia, or tipiaccia guardare il mio castello, dove amore e mortetrovai!

Fui Ghismunda,figlia di Tancredi,principe di Salerno,amata troppo dalpadre, causa di ognirovina e costui è ilpovero Guiscardo,che mi amò più dellapropria vita.

A malincuore il principe mi diede un marito, congioia mi riaccolse vedova, quando presto delle gioiedel talamo la pallida morte mi privò.Non un nobile di schiatta prese il mio cuore, ma unduca di modi e gentilezza, un conte di sensibilità ecoraggio: Guiscardo, servitore di mio padre che neimiei lacci avvolsi!E Amor, ch’a nullo amato amar perdona, lo prese dime piacer sì forte, che non poté resistere alle lusinghedelle mie richieste.

Crudele, strappò il cuore del mio amato e in una coppad’oro me lo inviò, dove un farmaco mortale versai chebevvi con il coraggio promesso al padre.

Galeotta fu una grottae chi la scavò, checonduceva alle segretemie stanze, lì ciamammo senza posa,fin quando il principetiranno scoprì i nostridesideri e i nostrigiochi.

Tu che navighi la nostra amena costa ricordati di noi,che abitammo con gioie e dolori questi luoghi, che giàun poeta rese immortali nelle sue novelle”.