Leggenda Santa Chiara vergine - estratto libro di Tommaso da Celano- Paoline

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Tommaso da Celano LEGGENDA DI SANTA CHIARA VERGINE

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L'autore offre una vita di Santa Chiara di facile lettura. La vocazione, la fondazione e la sua incidenza sociale nella Chiesa e la sua morte con la venerazione che da subito ebbe inizio. http://www.paoline.it/blog/padri-e-maestri-dello-spirito/727-leggenda-di-santa-chiara-vergine.html

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D 28,00

229E

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Letture cristiane del secondo millennioCollana diretta da Elena Tealdi

Comitato di redazione: Mary Melone, Adalberto Piovano, Gianfranca Zancanaro.

Il secondo millennio dell’era cristiana co-stituisce un arco di tempo ampio e complesso, all’interno del quale la cristianità conosce sfide sempre nuove e in rapida evoluzione.

L’eredità dell’antichità e dell’alto medioevo, soprattutto proveniente dall’esperienza monastica, cresce e si sviluppa, attraverso il confronto con un mondo sempre più polifonico: la comparsa della filosofia nelle università, l’incontro con gli altri monoteismi, la divisione in diverse confessioni cristiane e il dialogo tra queste, e poi via via l’am-pliamento degli orizzonti geografici, le sfide della modernità, il dialogo ecumenico.

La collana intende rendere accessibile una letteratura che attesti lo sviluppo ininterrotto di una riflessione eminentemente spirituale e cri-stiana, attraverso la voce di autori diversi per epo-ca, provenienza geografica e tradizione cristiana. Opere e antologie sono accompagnate da un’ampia introduzione, volta ad approfondirne la peculia-rità, insieme a contesto e spiritualità dell’autore, e corredate da note, che permettono di chiari-re e sviluppare i passi più importanti. Gli indici (scritturistico, onomastico e tematico) aiutano a cogliere gli aspetti specifici del testo, mentre la bibliografia, selezionata e aggiornata, con prefe-renza per i contributi in lingua italiana, suggeri-sce, con vari livelli di approfondimento, il prose-guimento dello studio.

L’intento è mostrare lo sviluppo di quel filo rosso che raccoglie le opere più significative e at-tuali dei « pensatori cristiani » che sono stati punti di riferimento per gli uomini del secondo millen-nio, e continuano a esserlo per chiunque oggi av-verta l’esigenza di attingere alla freschezza delle verità più profonde.

In copertina:

Chiara mette in fuga i nemici mostrando una teca d’a-vorio contenente il Corpo del Signore, dipinto su ta-vola di suor Chiara Francesca (Monastero di Santa Chiara, Cortona), 2013.

Tommaso da Celano, agiografo di Francesco d’Assisi, si ritrova, negli anni Cinquanta del Duecento, nuovamen-te chiamato dal papa a scrivere la vita di una grande santa del suo tempo: stessa ritrosia, stessa umile affermazione di incapacità, stesso metodo di lavoro. Attingendo alle te-stimonianze scritte durante il processo di canonizzazione e a quelle orali raccolte di prima mano, tratteggia l’itine-rario di Chiara: le eccezionali virtù, luminose fin dall’in-fanzia, la radicalità della sua scelta, il percorso spirituale, che si manifesta attraverso l’esercizio ascetico di bontà, umiltà, povertà, carità e preghiera – subito preso a model-lo dalle prime sorelle – e si radica inscindibilmente nella croce di Cristo, nella contemplazione continua della sua Passione. La narrazione dei miracoli e l’attenzione per la rilevanza ecclesiale e sociale del suo operato, fino alla ve-nerazione popolare, intessono e arricchiscono il quadro: da Gesù viene la vocazione, dalla sua Passione il modello di vita, dall’intimità con lui, nella preghiera incessante, la grazia che, attraverso una giovane donna, opera visibil-mente nella Chiesa.

Marco Guida, nato a Laterza (Ta) nel 1974, frate Minore, è docente di Agiogra-fia francescana e di Filologia alla Pontificia Università Antonianum di Roma.

Laureato presso la Pontificia Universi-tà Gregoriana e la Sapienza di Roma, è stu-dioso delle fonti del secolo XIII riguardanti san Francesco e santa Chiara d’Assisi, su cui ha pubblicato diversi contributi.

Tommaso da Celano

LEGGENDA DI SANTA CHIARA

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LETTURE CRISTIANE DEL SECONDO MILLENNIO

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Tommaso da Celano

LEGGENDA DI SANTA CHIARA

VERGINE

Introduzione, traduzione e note di Marco Guida

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INTRODUZIONE

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I

DA SORELLA CHIARA A SANTA CHIARA D’ASSISI

le fonti agiografiche clariane

Con la morte di Chiara d’Assisi, avvenuta l’11 agosto del 1253, si concludeva la vita terrena di una delle donne più straordinarie del secondo millennio cristiano. Si chiudeva così il cerchio di una lunga esistenza, caratte-rizzata per la gran parte dei suoi anni da una sequela autentica e appassionata di Cristo povero e crocifisso. Da discepola di Francesco, che le aveva mostrato il Si-gnore e indicato la strada per seguirlo1, Chiara diventa a sua volta maestra di numerose sorelle che, alla sua scuo-la, imparano a « vivere secondo la perfezione del santo Vangelo »2.

Sorella Chiara restituisce così la sua vita al Signore, a colui che è il donatore di ogni bene. Una restituzione, la sua, colma di gratitudine: « “Va’ sicura”, dice, “perché hai una buona guida nel viaggio. Va’, perché colui che ti ha creata ti ha santificata; e, custodendoti sempre come la madre il figlio, ti ha amato di tenero amore”. “Tu”, dice, “o Signore, sii benedetto, che mi ha creata” » (LegsC 29,7). Questa riconsegna della propria vita nelle mani di Dio

1 Chiara nel suo Testamento descrive in modo accorato il ruolo svolto da Francesco a favore della sua conversione e vocazione: cfr. TestsC: FF 2823-2853.

2 RsC 6,3: FF 2788. In questo capitolo della Regola, Chiara riporta alla lettera la Forma di vita di Francesco.

Questo testo è un'anteprima del libro. Il numero delle pagine è limitato.

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10 Introduzione

segna un passaggio, non solo dall’esistenza terrena a quel-la celeste, ma anche nell’immagine di Chiara, che non sarà più guardata soltanto come sorella e madre, ma venerata già come santa.

Il primo esempio della costruzione agiografica di Chiara d’Assisi si ha con la lettera scritta per annunciare la sua morte alle sorelle di tutti i monasteri che a lei si ispiravano. Una lettera pervasa dalla tristezza, compren-sibile, per la perdita di una tal madre, ma caratterizzata anche dalla certezza che le sue virtù terrene le avevano aperto le porte del Paradiso3. Un’intima certezza che conquistò anche papa Innocenzo IV il quale, nel giorno del funerale di Chiara da lui stesso celebrato, pensò di canonizzarla di fatto, utilizzando il formulario liturgico delle sante vergini piuttosto che quello per i defunti. Fu richiamato a maggiore prudenza dal cardinale Rainaldo di Jenne (suo successore con il nome di Alessandro IV), pertanto anche per Chiara fu necessario un processo di canonizzazione (vedi LegsC 30,2).

Fu Innocenzo IV a darne avvio, chiedendo al vescovo di Spoleto, Bartolomeo Accorombani, di occuparsi della sua celebrazione e di presiederne il tribunale. Lo incaricò di ciò con la lettera Gloriosus Deus, inviatagli il 18 ottobre del 1253, poco più di due mesi dopo la morte di Chiara. Il pontefice così scriveva al prelato spoletino:

Essendo, dunque, cosa degna e doverosa che sia ono-rata nella Chiesa militante colei che la divina clemenza si dice rendere venerabile per i suoi fedeli, a motivo dei doni di grazia di tal genere e la dignità di miracoli che sono da

3 La lettera è edita in Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficia-li: Lettera di annunzio della sua morte, Processo e Bolla di canonizzazione. Introduzione, testo, note, traduzione italiana dei testi latini e indici a cura di g. Boccali, Porziuncola, Assisi 2003, 24-33. Cfr. M. Guida, « Decoris forma conspicua »: la Lettera di annuncio della morte di Chiara d’Assisi, in Frate Francesco 77 (2011) 141-158.

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I. Da sorella Chiara a santa Chiara 11

onorare, ordiniamo alla tua fraternità, attraverso lettere apostoliche, di indagare con diligenza e sollecitudine la verità intorno alla sua vita, conversione e vita religiosa (conversatio) e intorno ai predetti miracoli e a tutte le loro circostanze, secondo il questionario che ti mandiamo alle-gato alla nostra bolla. E tutto ciò che avrai trovato intorno alle cose sopraddette, abbi cura di inviarle a Noi sotto il tuo sigillo, scritte fedelmente per pubblica mano, affinché l’a-nima di colei che si crede già rallegrarsi in cielo, con la veste dell’immortalità, sia seguita in questo mondo con degne lodi dalla devota moltitudine dei giusti4.

Bartolomeo diede prontamente seguito alla ingiunzio-ne del pontefice: il processo, infatti, si celebrò dal 24 al 29 novembre del 1253. Furono interrogate sedici sorelle del monastero di San Damiano e cinque abitanti della città di Assisi, una donna e quattro uomini, che avevano cono-sciuto Chiara fin da bambina negli anni vissuti nella casa di famiglia. Le testimonianze rilasciate vertevano sulla vita, la conversione, la vita religiosa e i miracoli della ver-gine di Assisi. La documentazione raccolta durante il processo di canonizzazione con la verbalizzazione delle testimonianze fu inviata presso la curia papale, dove una commissione di prelati ne esaminò accuratamente tutto il contenuto e il valore5. Le virtù e i miracoli operati da Chiara in vita e dopo la morte furono ritenuti degni di fede e di onore, pertanto Alessandro IV poté canonizzar-la solennemente con molta probabilità il 15 agosto del 1255, nella città di Anagni. Così le preziose e fondamen-tali informazioni raccolte dalle deposizioni dei testimoni

4 L’originale della lettera Gloriosus Deus è custodito presso il proto-monastero di Santa Chiara di Assisi. Il testo latino è edito e tradotto da M. Guida, La lettera Gloriosus Deus: Innocenzo IV per Chiara d’Assisi, in Frate Francesco 77 (2011) 397-417, qui 403.

5 Il processo di canonizzazione è edito in Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali, 75-225. Utilizzo questa edizione, conservando tuttavia le partizioni interne al testo come in FF 2919-3148.

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III

DALLA CONVERSIONE ALLA VOCAZIONE

Con la lettera Gloriosus Deus Innocenzo IV, nel pro-muovere l’inchiesta sulla santità di Chiara, delineò pure una immagine della donna di Assisi caratterizzata soprat-tutto dal voto della verginità1. Nell’essenzialità della sua lettera il pontefice non narrò le reali modalità e circostan-ze della conversione di Chiara, ma si limitò a descrivere, seppur brevemente, l’atteggiamento interiore del suo cambiamento di vita e poi gli esiti della sua santa conver-satio. Leggiamo ancora le parole del pontefice:

Chiara, di santa memoria, abbadessa delle povere mona-che recluse di San Damiano di Assisi, porgendo ascolto a quel detto profetico: Ascolta, figlia, guarda e porgi l’orecchio, di-mentica il tuo popolo e la casa di tuo padre, perché al re è piaciuta la tua bellezza (Sal 44,11-12), voltò le spalle alle cose caduche e transitorie e, rivolgendosi alle cose che aveva da-vanti, del tutto dimentica di quelle passate, offrì il suo ascol-to riverente e pronto alla santa profezia. Non indugiò nel realizzare celermente ciò che si rallegrava di ascoltare, e su-bito, rinnegando se stessa e i suoi e le sue cose, adolescente già degna di un re, amò come sposo Cristo povero re dei re, e offrendosi totalmente a lui con la mente e il corpo in spiri-

1 In questo capitolo riduco e aggiorno quanto pubblicato in M. Guida, Chiara d’Assisi: dalla conversione alla promessa di obbedienza a Francesco, in Chiara d’Assisi: Vangelo al femminile (Atti del convegno di studio, Mi-lano 31 marzo 2012), a cura di A. Parmigiani e P. Canali, Biblioteca Fran-cescana, Milano 2013, 23-68.

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38 Introduzione

to di umiltà, gli promise come dote soprattutto questi due beni: il dono della povertà e il voto della castità verginale2.

L’assenza di informazioni sulla conversione di Chiara è riscontrabile anche in un testo precedente alla Gloriosus Deus di Innocenzo IV, la lettera di annuncio della morte di Chiara. Scritta dalle sorelle di San Damiano, o più ve-rosimilmente da un membro della curia papale che dimo-rava in Assisi al tempo della morte della santa (11 agosto 1253), la mesta epistola, nel ricordare la conversione di Chiara, si limita a queste poche battute:

Era già degna di meritare ricompense colei che aveva così effuso i sentimenti di devozione con benigni gesti di culto, aveva così consacrato il giglio della verginale pudici-zia con promesse sponsali di Cristo, respingendo i volut-tuosi pretendenti; aveva unita sponsalmente così se stessa, con l’anello dell’amore, che, stupenda per la bellezza fisica, ricca per l’abbondanza dei beni, dotata di splendidi natali, quando raggiunse l’età sponsale, volle indossare una pove-ra tonaca invece di una purpurea veste matrimoniale, un’o-scura veste invece di quella nuziale, si cinse di una corda invece di un pettorale sponsale3.

Fa un certo effetto constatare che nessuna delle due lettere fa riferimento al ruolo avuto da Francesco nella conversione di Chiara. L’omissione verrà presto sanata dai racconti delle fonti agiografiche successive a queste lette-re: il Processo e la Lettera di canonizzazione, e in partico-lar modo la Leggenda.

Il capitolo 3 di questa presenta l’itinerario che portò Chiara dai primi incontri con Francesco alla scelta di segui-re il suo ideale di vita. Riprendendo le testimonianze del Processo e della Bolla di canonizzazione, ma aggiungendo

2 Guida, La lettera Gloriosus Deus, 402-403.3 Santa Chiara di Assisi. I primi documenti ufficiali, 27.

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III. Dalla conversione alla vocazione 39

soprattutto dettagli non presenti in queste fonti, Tommaso da Celano ci offre un quadro, essenziale ma comunque interessante, per comprendere ciò che favorì la conversione di Chiara. Il capitolo 4 – uno dei capitoli più suggestivi della leggenda, con un notevole apporto di testimonianze non presenti nelle fonti precedenti – descrive la successio-ne degli avvenimenti che portarono Chiara a unirsi alla fraternità di Francesco: i preparativi della conversione; la celebrazione della domenica delle Palme nella cattedrale della città; la fuga notturna verso la chiesetta della Porziun-cola; il taglio dei capelli; il trasferimento al monastero di San Paolo delle Abbadesse presso Bastia. Con il capitolo 5 l’agiografo narra il tentativo dei parenti di Chiara di ripor-tarla a casa, e il successivo trasferimento dal monastero di San Paolo alla chiesa di Sant’Angelo di Panzo, dove Chiara fu raggiunta dalla sorella Agnese. Il capitolo si conclude con il definitivo trasferimento di Chiara a San Damiano, luogo della sua lunga vita religiosa, da cui si diffonde la fama delle sue virtù, narrata ai capitoli 6 e 7. Con questi capitoli si conclude la sezione della Leggenda riguardante la vita e la conversione di Chiara. Con la promessa di obbedienza che ella fa a Francesco, narrata nel capitolo 8, inizia il rac-conto della sua vita religiosa (conversatio), che costituisce lo “specchio” della leggenda offerto alle lettrici.

chiara deSidera aScoltare e vedere franceSco

Le testimonianze del Processo sono tutte concordi nel dire che Chiara « entrò in Religione » a motivo delle « pre-diche de santo Francesco » che, venuto a conoscenza della fama di Chiara, più volte andò da lei per esortarla alla conversione4. Le fonti, però, non sono altrettanto

4 Si tratta di sora Filippa di Leonardo di Gislerio (Proc 3,1: FF 2967); sora Amata di Martino da Coccorano (Proc 4,2: FF 3000); sora Cecilia di

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LEGGENDADI SANTA CHIARA VERGINE

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134 Tommaso da Celano

Inizia la Leggenda di santa Chiara vergine

primo opuScolo

Capitolo 1La sua nascita

1. L’ammirabile donna, Chiara di nome e per virtù,nacque in Assisi da stirpe assai nobile13; fu prima concit-tadina di Francesco in terra, per regnare poi con lui nel cielo. Suo padre era cavaliere14, come pure tutta la stirpe di entrambi i genitori; la famiglia era ricca e cospicuo il patrimonio, secondo l’opinione della città.

2. Sua madre, di nome Ortolana, destinata a generareuna pianticella fruttifera nell’orto della Chiesa, abbonda-va anch’essa non poco di buoni frutti. Nonostante fosse legata dal vincolo maritale, e occupata in responsabilità di famiglia, si dava tuttavia a pratiche di pietà e a opere buone. Devota pellegrina passò il mare e visitò i luoghi che l’uomo Dio aveva consacrato con le sue orme15; poi se ne ritornò felice a casa. Un’altra volta andò a San Miche-le Arcangelo per pregare16, e visitò ancor più devotamen-te le chiese degli apostoli17.

3. Che più? L’albero si conosce dai frutti f, e questitraggono pregio dall’albero. Fin nella radice fu prevenuta

13 L’autore aveva utilizzato una immagine simile nella Vita del beato Francesco: « Chiara di nome, più chiara per vita, chiarissima per virtù » (VbF 18: FF 351). Il riferimento alla città di Assisi richiama l’analogo inizio della Vita del santo concittadino: « Viveva ad Assisi, nella valle spoletana, un uomo di nome Francesco » (VbF 1: FF 317).

14 Il padre era Favarone: conosciamo il suo nome dagli atti del proces-so. Nella Leggenda non è mai nominato. Probabilmente era già morto al tempo della conversione di Chiara.

15 La Terra Santa.16 A Monte Sant’Angelo in Puglia.17 A Roma.

f Mt 12,33; Lc 6,44.

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Leggenda di santa Chiara vergine 135

da copiose grazie divine da cui seguì abbondanza di san-tità nel ramoscello.

Essendo incinta ormai la madre e prossima al parto, mentre in chiesa davanti alla croce ardentemente pregava il Crocifisso che la soccorresse felicemente nel pericolo del parto, udì una voce che le diceva g: « Non temere, donna; partorirai felicemente una luce che illuminerà intensamen-te il mondo stesso ». Rassicurata da questa profezia, volle che la bambina nata, rinascendo nel battesimo, fosse chia-mata Chiara, confidando si dovesse adempiere in qualche modo, per volontà divina, il chiarore del lume promesso18.

Capitolo 2La vita nella casa paterna

1. La piccola Chiara, appena venuta alla luce, prestocominciò a splendere nelle tenebre del mondo, e fin dalla più tenera età cominciò a segnalarsi per illibatezza di costumi.

Con cuore docile apprese i primi rudimenti della fede dalla bocca della mamma e, al soffio interiore della Spiri-to che la stava plasmando, quel vaso davvero purissimo si rivelò un vaso di grazie.

2. Volentieri tendeva le mani ai poveri h e con le ricchez-ze della sua casa sovveniva all’indigenza i di molti. Perché il suo sacrificio fosse più gradito a Dio, sottraeva al suo piccolo corpo cibi delicati che di nascosto inviava per altra persona a rifocillare lo stomaco dei piccoli. Così fin dall’in-fanzia, crescendo in lei la misericordia j, aveva un animo compassionevole, aperto a pietà verso i tribolati.

18 La data di nascita di Chiara non si conosce con esattezza. Dal nu-mero dei suoi anni, e dalla data della morte, si può dire che sia nata nel 1193 o 1194.

g At 9,4. h Pr 31,20. i 2Cor 8,14. j Gb 31,18.

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136 Tommaso da Celano

3. Le era caro impegnarsi nella preghiera devota, dovemolto spesso, soffusa di soave profumo k, a poco a poco si preparava alla vita verginale. Non avendo dei segni con i quali tenere il conto dei Pater noster, numerava con un pugno di sassolini le sue preghierine. Non appena cominciò a provare gli stimoli dell’amore santo, prese a considerare spregevole la fallace apparenza del fiore mondano, ben istruita dall’unzione dello Spirito, e considerò dappoco le cose di scarso valore. Cosicché, sotto vesti preziose e delica-te l, portava nascosto un piccolo cilicio19, apparendo fioren-te all’esterno per il mondo, ma dentro vestendo Cristo m.

4. Ai suoi che la volevano maritare secondo la nobiltàdel proprio rango, non volle mai accondiscendere; ma, rinviando ad altro tempo il matrimonio terreno, affidava al Signore la propria verginità.

5. Queste furono nella casa paterna le prelibazioni delsuo vivere virtuoso, queste le primizie dello spirito n, questo il preludio alla sua santità. Sovrabbondando di così pre-ziosi unguenti, come cella di aromi, dal chiuso è resa pale-se dalla sua fragranza o. Infatti a sua insaputa cominciò a essere lodata per bocca del vicinato. Una veritiera fama divulgava le sue opere nascoste, e la stima della sua bontà andava di bocca in bocca tra il popolo.

Capitolo 3La conoscenza e la familiarità con il beato Francesco

1. Udendo, poi, il già celebre nome di Francesco che,come uomo nuovo p, rinnovava con nuove virtù la via del-la perfezione, passata in dimenticanza ormai nel mondo,

19 Il testimone, Giovanni di Ventura, parla di una « stamigna bianca » (Proc 20,4: FF 3143), cioè di un tessuto rude.

k 2Cor 2,15. l Mt 11,8; Lc 7,25. m Rm 13,14; Gal 3,27. n Rm 8,23. o Is 39,2; Ct 1,2. p Ef 4,24.

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INDICE GENERALE

Sigle e abbreviazioni pag. 5

INTRODUZIONE

i. da Sorella chiara a Santa chiara d’aSSiSi » 9

Le fonti agiografiche clariane » 9 Tommaso da Celano, agiografo di professione » 12 La Leggenda di santa Chiara » 16

ii. chiara di nome e per virtù » 18

Oltre il tramonto » 18 Luce chiarissima » 21 Per volere del papa » 24 Il setaccio dell’agiografo » 27 Immagine della Madre di Dio » 31

iii. dalla converSione alla vocazione » 37

Chiara desidera ascoltare e vedere Francesco » 39 Chiara sceglie Francesco come sua guida » 43 Una giornata memorabile: la domenica delle Palme » 45 Il comando di Francesco » 45

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Nell’imminenza della festa pag. 46La fuga verso la Porziuncola » 48I frati le tagliano i capelli » 51La lode della Porziuncola » 54Il “pellegrinaggio” di Chiara: la chiesa di San Paolo » 56

La reazione dei parenti » 58La tenacia di Chiara » 58La chiesa di Sant’Angelo » 60La conversione di Agnese » 61La chiesa di San Damiano,

dimora definitiva » 65

iv. lo Specchio delle virtù » 68

Umiltà » 70 Povertà » 74

Mortificazione della carne » 83Preghiera e devozione » 86Formazione delle sorelle » 99

Carità » 104

v. dalla croce alla gloria » 106

La visita del cardinale Rainaldo » 106La visita di papa Innocenzo IV » 107I compagni di Francesco » 108Il beato transito e le esequie » 109La prova dei miracoli » 111La canonizzazione » 114

Conclusione » 115

Bibliografia » 119

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LEGGENDA DI SANTA CHIARA VERGINE Prologo pag. 131

Primo opuscolo » 134

Capitolo 1La sua nascita » 134

Capitolo 2La vita nella casa paterna » 135

Capitolo 3La conoscenza e la familiarità con il beato Francesco » 136

Capitolo 4Come, convertita per mezzo del beato Francesco, passò dal secolo alla vita religiosa » 139

Capitolo 5In che modo, contrastata dai parenti, resistette con ferma perseveranza, e come giunse a San Damiano » 141

Capitolo 6 La fama delle sue virtù ovunque diffusa » 143

Capitolo 7 La fama della sua bontà raggiunge anche luoghi lontani » 144

Capitolo 8 La sua santa umiltà » 145

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Capitolo 9 La santa e vera povertà pag. 147

Capitolo 10 Il miracolo della moltiplicazione del pane » 149

Capitolo 11 Altro miracolo: l’olio dato loro per dono divino » 149

Capitolo 12 La mortificazione della carne » 150

Capitolo 13 La pratica della santa orazione » 152

Capitolo 14 Le meraviglie delle sue orazioni: in primo luogo, dei saraceni miracolosamente messi in fuga » 154

Capitolo 15 Un altro prodigio: la liberazione della città » 156

Capitolo 16 La forza della sua preghiera nella conversione di sua sorella » 157

Capitolo 17 Un altro miracolo: la cacciata dei demoni » 160

Capitolo 18 La sua meravigliosa devozione verso il sacramento dell’altare » 161

Capitolo 19 Una consolazione veramente mirabile che il Signore le elargì nella malattia » 161

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Capitolo 20 Il ferventissimo amore al Crocifisso pag. 162

Capitolo 21 Un memoriale della passione del Signore » 163

Capitolo 22 Diversi miracoli che compiva con il segno e la forza della croce » 164

Capitolo 23 La quotidiana formazione delle sorelle » 167

Capitolo 24 Il desiderio di udire volentieri la parola della santa predicazione » 168

Capitolo 25 La sua grande carità per le sorelle » 170

Capitolo 26 Le sue infermità e la continua sofferenza » 170

Capitolo 27 In che modo il signor papa Innocenzo la visitò inferma, la assolse e la benedisse » 173

Capitolo 28 In che modo rispose a sua sorella in lacrime » 174

Capitolo 29 Il suo finale transito e ciò che in esso fu visto o fatto » 175

Capitolo 30 Come alle esequie della vergine la curia romana accorse con una moltitudine di gente » 178

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Secondo opuscolo pag. 180

Capitolo 31 I miracoli di santa Chiara dopo la sua morte » 180

Capitolo 32 Gli indemoniati liberati » 181

Capitolo 33 Un altro miracolo » 182

Capitolo 34 Uno guarito da pazzia » 182

Capitolo 35 La liberazione di uno da malcaduco » 183

Capitolo 36 Il cieco che riacquista la vista » 183

Capitolo 37 La guarigione di una mano perduta » 185

Capitolo 38 I rattrappiti » 185

Capitolo 39 La guarigione da tumori alla gola » 187

Capitolo 40 I liberati dai lupi » 188

Capitolo 41 La canonizzazione di santa Chiara vergine » 190 

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Indice scritturistico pag. 195Indice onomastico » 199Indice analitico » 204

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Letture cristiane del secondo millennioCollana diretta da Elena Tealdi

Comitato di redazione: Mary Melone, Adalberto Piovano, Gianfranca Zancanaro.

Il secondo millennio dell’era cristiana co-stituisce un arco di tempo ampio e complesso, all’interno del quale la cristianità conosce sfide sempre nuove e in rapida evoluzione.

L’eredità dell’antichità e dell’alto medioevo, soprattutto proveniente dall’esperienza monastica, cresce e si sviluppa, attraverso il confronto con un mondo sempre più polifonico: la comparsa della filosofia nelle università, l’incontro con gli altri monoteismi, la divisione in diverse confessioni cristiane e il dialogo tra queste, e poi via via l’am-pliamento degli orizzonti geografici, le sfide della modernità, il dialogo ecumenico.

La collana intende rendere accessibile una letteratura che attesti lo sviluppo ininterrotto di una riflessione eminentemente spirituale e cri-stiana, attraverso la voce di autori diversi per epo-ca, provenienza geografica e tradizione cristiana. Opere e antologie sono accompagnate da un’ampia introduzione, volta ad approfondirne la peculia-rità, insieme a contesto e spiritualità dell’autore, e corredate da note, che permettono di chiari-re e sviluppare i passi più importanti. Gli indici (scritturistico, onomastico e tematico) aiutano a cogliere gli aspetti specifici del testo, mentre la bibliografia, selezionata e aggiornata, con prefe-renza per i contributi in lingua italiana, suggeri-sce, con vari livelli di approfondimento, il prose-guimento dello studio.

L’intento è mostrare lo sviluppo di quel filo rosso che raccoglie le opere più significative e at-tuali dei « pensatori cristiani » che sono stati punti di riferimento per gli uomini del secondo millen-nio, e continuano a esserlo per chiunque oggi av-verta l’esigenza di attingere alla freschezza delle verità più profonde.

In copertina:

Chiara mette in fuga i nemici mostrando una teca d’a-vorio contenente il Corpo del Signore, dipinto su ta-vola di suor Chiara Francesca (Monastero di Santa Chiara, Cortona), 2013.

Tommaso da Celano, agiografo di Francesco d’Assisi, si ritrova, negli anni Cinquanta del Duecento, nuovamen-te chiamato dal papa a scrivere la vita di una grande santa del suo tempo: stessa ritrosia, stessa umile affermazione di incapacità, stesso metodo di lavoro. Attingendo alle te-stimonianze scritte durante il processo di canonizzazione e a quelle orali raccolte di prima mano, tratteggia l’itine-rario di Chiara: le eccezionali virtù, luminose fin dall’in-fanzia, la radicalità della sua scelta, il percorso spirituale, che si manifesta attraverso l’esercizio ascetico di bontà, umiltà, povertà, carità e preghiera – subito preso a model-lo dalle prime sorelle – e si radica inscindibilmente nella croce di Cristo, nella contemplazione continua della sua Passione. La narrazione dei miracoli e l’attenzione per la rilevanza ecclesiale e sociale del suo operato, fino alla ve-nerazione popolare, intessono e arricchiscono il quadro: da Gesù viene la vocazione, dalla sua Passione il modello di vita, dall’intimità con lui, nella preghiera incessante, la grazia che, attraverso una giovane donna, opera visibil-mente nella Chiesa.

Marco Guida, nato a Laterza (Ta) nel 1974, frate Minore, è docente di Agiogra-fia francescana e di Filologia alla Pontificia Università Antonianum di Roma.

Laureato presso la Pontificia Universi-tà Gregoriana e la Sapienza di Roma, è stu-dioso delle fonti del secolo XIII riguardanti san Francesco e santa Chiara d’Assisi, su cui ha pubblicato diversi contributi.

Tommaso da Celano

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