Le leggi fasciste di Fanfani non devono passare. Organiz ... · e settori del movimento democrati....

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1975 -IC Giornale Quotidiano - Sped. in abb. post.- Gruppo 1/70 - Anno IV - N. 94 Martedì - 29 aprile 1975 ---- ohi\!. l' ler U mO<!Q Jtati i ) Uj si scio. n°llia della t. schie- 1I1nen. COn. re li . dei mtre. lZiaU. forza à dei ., P0- Si irtà il :a Si qUe- :>ce e iziolli listra i:a re. 'ffipIi, 8.. l 110 se 1lar · ia rent( que nel· laria, que- l vero i ap- sem· :laZio- co Tea· e iimpe. 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In uno stato che ha ostinatamente voluto la sopravvi- venza ' dei codici e delle norme fa- sciste, il trentennale della liberazio· ne diventa l'occasione per .varare un organico complesso di misure Iiber- ticide che superano per molti versi nell'arbitrio antidemocratico gli stes- si precedenti fascisti. La provoca- zione omicida dei fascisti e la re- pressione poliziesca, che hanno in- sanguinato ancora l'Italia e sollevato la risposta delle grandi masse operaie, studentesche e po- polari, invece di ammonire i rea- zionari che hanno promosso queste leggi a desistere dalla loro sfida, li hanno visti rincarare il loro ricatto e pretendere . spudoratamente. l'ap- provazione più rapida delle misure liberticide. Queste misure erano sta- te proposte inizialmente dalla teria democristiana e dai suoi acco- liti socialdemocratici come una pro- vocazione elettorale, destinata a far concorrenza al partito fascista, a recuperare consensi in un'opinione pubblica bombardata da una volgare campagna di paura e di ordine re- pressivo, a ricattare le sinistre ri- formiste. Oggi, quella manovra elet- torale è diventata il tentativo di san- zionare, in un clima di reazione aper- ta, un mostruoso passaggio di qua- lità nella fascistizzazione dello sta- to e dei suoi strumenti di violenza repressiva. I capisaldi di questa ope- razione sono noti: la sanzione di una legislazione speciale contro la co- siddetta violenza politica, che tra- sforma in legge dello stato la tesi infame degli opposti estremismi; l'in- staurazione del fermo, della perquisi- zione e del confino di polizia, al di dello stesso progetto formulato dal governo di centro·destra di An- dreotti, e affossato dalla mobilita- zione vittoriosa della classe operaia degli studenti e degli antifascisti; la sottrazione al giudice naturale di ogni procedimento in cui siano coin- volti pubblici ufficiali, avocato ai procuratori generali, l'obbligo del mandato di cattura per ogni presun- to reato commesso contro le cosid- dette forze dell'ordine; l'abolizione della norma sulla libertà provviso- ria, imposta due anni fa dalla mobili- tazione contro l'infame detenzione di Pietro Valpreda; la licenza di spara- re concessa a poliziotti e carabinie- ri; e altre simili inaudite sopraffa- zioni. Come è possibile che queste mi- Sure senza precedenti di arbitrio appaiano oggi destinate a essere pro- mulgate, in un paese come il no- stro, nel momento in cui più profon- da e estesa è la sollevazione popola- re contro il fascismo e la reazione? Come è ' possibile che gli antifasci- sti coerenti, i democratici , le forze della sinistra rivoluzionaria, siano im- pegnati in una drammatica corsa col tempo perché questa mostruosa mi- naccia reazionaria non sia realizzata, imponendo il più oscuro passo indie" tro al regime istituzionale del nostro paese? Una responsabilità di gravità sto- rica pesa sulla sinistra riformi sta e revisioni sta, che si dispone a con- sentire il varo di queste misure, ab- . dicando ai più elementari doveri di difesa della democrazia. Fino a que- sto punto conduce una linea di ce- dimento e di compromesso con il partito della borghesia, una linea che subisce e fa propria l'ideologia d'or- dine reazionaria, che insegue il par- tito della reazione sul suo misera- bile terreno, volgendo le spalle alla ' volontà cosciente delle grandi mas· se lavoratrici. Dove sono finiti i so- lenni impegni dei dirigenti sindacali, riformisti e revisionisti, a sbarrare la strada al fermo di polizia, di fron- te a una reazione che moltiplica per cento la provocazione _del fermo di polizia, che rimette in auge le ban- de poliziesche di provocazione, di ag- pressione e di morte, che reprime ogni spinta alla democratizzazione nei corpi dello stato, come per il sindacato di Con quale di- gnità questa sinistra pretende di celebrare la resistenza e la libera- zione, mentre si ripaga con la re- legalizzazione del fascismo di stato la memoria di Varalli e di Zibecchi, di Miccichè e di Boschi, di Ceruso o di Serantini? Nel giorno anniver- sario dell'impunito massacro di Se' rantini, il parlamento voterà il dirit- to poliziesco a uccidere? Quale sia la sostanza della legge che sta per passare, lo spiega bene il quotidiano fanfaniano di Roma, che esige che mai più siano incrimi- nati carabinieri e poliziotti, che mai più siano tollerati i servizi d'ordine dei lavoratori nelle manifestazioni sindacali, che mai più avvengano scio- peri « selvaggi .. , che mai più condizionato dal controllo della magi- stratura l'operato di poliziotti e ca· rabinieri. Mostruosa è questa acquie- scenza. Mostruoso è l'abisso sca- vato fra la volontà inequivocabile delle grandi masse, espressa nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle piazze, e quello che si preparano a discutere e a votare, in parlamen- to, forze politiche e uomini che tra- discono avventurosamente quella vo· lontà. Sono, i prossimi, giorni decisivi. I dirigenti della sinistra riformi sta e revisionista si sono spinti vergo- gnosamente avanti nella. china cedimento agli argomenti e alle 1m- ziative della DC, di Fanfani e del go· verno. Farli recedere da questa paz· zesca posizione è possibile solo at- traverso una mobilitazione tempesti' va e capillare dei lavoratori, degli stu- denti, delle organizzazioni di massa democratiche e antifasciste, dei sin. goli militanti dem.ocratic,i e scisti. Ogni energia devessere Im- pegnata in questa battaglia. 'la fret- ta con la quale si vuole chiudere questa partita è il segno della cat: tiva coscienza e della debolezza di chi la conduce, della volontà di met· tere il movimento di massa e le sue A Tutti i compagni Siamo al 29 del mese e la sottoscrizione è 13 milioni sotto l'obiettivo. E' indispensabile che in tutte le sezioni, dalle grandi città fino ai piccoli paesi, in ogni fabbrica, scuola e quartiere dove possiamo arrivare si organizzi la sottoscrizione di massa e la diffusione militante del gior- nale utilizzando nel modo miglio re tutte le forze disponibili, e il giornale del Maggio che sarà a 8 pagine. Nei prossimi giorni la sottoscrizione deve fare un gros- so balzo in avanti. Dopo il 1° maggio tireremo le somme. espressioni conseguenti di fronte al fatto compiuto, di barattare un infa- me cedimento con una compromis- soria unità dell'arco costituzionale, trasformato nella sostanza in un com· patto arco incostituzionale. E' inac- cettabile l'alibi che la sinfstra rifor- mista e revisionista pretende di ac- campare, accettando di discutere e votare in tempi stretti il disegno di legge; e limitandosi ad avanzare una serie di emendamenti. In primo luo- go perché gli emendamenti presenta- ti non intaccano la sostanza del di- segno di legge - e in qualche caso lo aggravano addirittura, come nelfe equivoche formulazioni sulla « vio. lenza politica» -; in secondo luo. go, perché anche un voto contrario su singoli aspetti del disegno di leg- ge sarebbe un voto di minoranza senza alcun val9re concreto, e v.arrebbe a , impedire il -varo della legge. La quale non si può emen· dare né migliorare, perché rappre- senta un disegno organico, che va organicament-e respintQ. Basterebbe, a respingerlo, una nòrmale discus- sione parlamentare che, rifiutando il ricatto dei' tempi stretti, faccia decadere il disegno di legge per la chiusura elettorale dei lavori parla- mentari. Purtroppo, i dirigenti della sinistra parlamentat'e si mostrano intenzionati ad assumere l'atteggia- mento opposto. E' incredibile che su un tema di que- sta portata non emergano, nelle fi- le della sinistra parlamentare, prese di posizione di aperto dissenso, che non sarebbero un atto di coraggio politico, ma un elementare dovere democratico. Doppiamente antidemo- cratica è la disponibilità a consenti- re che le leggi liberticide passino. Antidemocratica, per il contenuto pro- prio delle leggi, incompatibile con ogni garanzia di libertà. Ma an- tidemocratica, anche, per il contra- sto pieno e sprezzante fra la dispo. nibilità a far passare quelle leggi e la volontà della stragrande mag- gioranza di lavoratori ed elettori che i partiti della sinistra parlamentare dicono di rappresentare. Senza al- cuna riserva, noi sosteniamo che lo atteggiamento dei dirigenti del ,PSI e del PCI e dei loro esponenti in parlamento non trova alcuna 'Iegitti- mazione nella volontà della loro base di partito, elet!orale e di opinione, e che al contrario contraddice grave- mente quella volontà, e dà prova di una profonda negazione dei principi più larghi di democrazia. Positive iniziative vengono assun- te, in queste ore, dalle forze della sinistra rivoluzionaria, da esponenti e settori del movimento democrati. co, sindacale e antifascista. E' ne- cessario, in questa battaglia sopra' tutto, promuovere il dibattito più am- pio in ogni istanza organizzativa del movimento operaio, e specificamen. te nelle stesse sezioni di base del PSI e del PCI, dal cui comportamen- to parlamentare dipende la sorte del- le leggi liberticide. Tempestiva e ca- pillare dev'essere l'informazione e la documentazione di massa sul signi- ficato di questa battaglia, e l'appel- lo alla mobilitazione e al pronuncia. mento aperto. Riunioni, -comiZI, manifestazioni pubbliche devono essere indette su questi te mi. Questi temi devono es- sere portati, . come già è avvenuto il 25 aprile, in tutte le scadenze di mobilitazione proletaria e antifa' scista dei prossimi giorni , e soprat . tutto nel maggio. Particolare rilie- vo assume la preparazione e la riu- scita della giornata nazionale di lot- ta promossa nella prima settima· na di maggio, in coincidenza con la votazione parlamentare, nel cui corso il movimento degli studenti è chia· mato a scioperare e manifestare in tutto il paese. In ogni fabbrica, in ogni luogo di lavoro, devono essere portate le indicazioni di questa loto ta, con l'esplicito appello a organiz. zare dovunque sia possibile scioperi, fermate. di lavoro, manifestazioni po· Iitiche contro le leggi Iiberticide. In ogni zona del paese dev'essere promosso il pronunciamento collet· tivo e individuale di lavoratori, e cito tadini contro le leggi liberticide, esplicitamente indirizzato, mozio. ni, telegrammi e in ogni altra for- ma, ai presidenti delle camere, ai gruppi parlamentari della sinistra e ai parlamentari di sinistra di ciascu· na zona. La · sinistra rivoluzionaria fa appello allo sciopero generale degli studen- ti contro le leggi libertic . ide, nel qu · a- dro di una giornata nazionale di lotta Bisogna che ognuno senta la re· sponsabilità di questa battaglia, che sia raccolta la sfida reazionar·ia, che si faccia sentire a chi se ne fa com· plice diretto o indiretto il peso della volontà proletaria, antifascista, demo· cratica. Lotta Continua fa appello ai propri militanti perché, ancora una volta, mettano le proprie energie al set;vizio di una fondamentale batta· glia unitaria contro il partito della reazione. ' r Le organizzazioni della sinistra ri- voluzionaria, impegnate a promuove- re una vasta camp&gna di mobilita- zione popolare e antifascista contro le leggi speciali liberticide, che avrà un primo appuntamento generale in una giornata nazionale di lotta . il G maggio, fanno appello al movimento degli studenti perché realizzi, in quel- la data, coincidente con la discussio- ne parlamentare delle leggi, lo sciope- ro nazionale, dando vita ovunque ad assemblee, manifestazioni pubbliche e cortei. E' importante che fin d'ora si organizzino nelle scuole assemblee di dibattito e di denuncia questo disegno reazionario, invitando a par- tecipare i magistrati i lavoratori , gli insegnanti, gli antifa- scisti. Il movimento degli studenti, Questa è la facciata de « Il Rebelde nella clandestinità », organo uf- ficiale del MIR che circola a Santi ago e nel resto del Cile in questi gior- ni. Questo è interamente dedicato alla giornata del maggio, e ci è pervenuto attraverso canali clandestini. Fin dal giorno del golpe, il MIR ha impegnato un grande sforzo di ricostituzione dei suoi mezzi di informazione e diffusione. « El Rebelde» circola con regolarità; in altre occasioni Lotta Continua ha già riprodotto numeri dell'organo clandestino del MIR. le sue avanguardie, il suo antifasci- smo militante, sono tra i principali bersagli di queste leggi. Gli studenti, che hanno messo in campo nei giorni scorsi con una for- za generale straordinaria la risposta agli assassinii fascisti e di stato, han- no un ruolo di prima fila nella batta- glia per fermare le leggi Iiberticide, e con 'esse il cammino del partito della reazione. Bergamo: occupata la Philco La Philco, 2.400 operai, la più gros· sa fabbrica privata della provincia, è occupata da stamattina. Così ha de- ciso l'assemblea generale all'unani- mità dopo la rottura delle trattative sui 160 licenziamenti al ministero del . lavoro. Si è costituito un co- mitato formato dai delegati e dalle avanguardie della fabbrica, 60 ope- rai, con il compito di dirigere la lotta nei prossimi giorni. Negli ultimi due mesi gli operai Philco hanno unito la mobilitazione interna, scioperi articolati, cortei in- terni, picchetti contro gli impiegati crumiri del sesto e settimo livello, alla mobilitazione fuori .dalla fabbri- ca , con blocchi stradali, occupazione del comune, fino ad andare alla vici- na scuola media di Brembate per parlare agli studenti delle lotte degli operai. In questo periodo si sono vi- ste ogni sorta di provocazioni da par- te della direzione Bosch, che oltre a non pagare le ore di scivolamento era arrivata ad attUAre Una vera e propria serrata togliendo per 24 ore la corrente contro le lotte di reparto. I padroni della Bosch vogliono (Continua a pago 6) OGGI LA GIORNATA NAZIO· NALE DI LOTTA DEGLI STU- DENTI PROFESSIONALI In alcune città le iniziative di lotta si terranno domani 30, E' convocata per il 4 maggio, a Roma, un'assemblea nazio' naie degli studenti professio- nali. Ad essa parteciperanno i coordinamenti cittadini degli istituti e dei centri di Torino, Milano, Ravenna e Roma, le strutture di movimento di al- tre città gli studenti dei CPS. I responsabili della scuola te· I lefonino le notizie sull'anda- mento della giornata di lotta entro le ore 14 alla redazione di Roma al n. 5895930.

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1975 -IC Giornale Quotidiano - Sped. in abb. post.- Gruppo 1/70 - Anno IV - N. 94 Martedì -29 aprile 1975 ----

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ome co', ma' ltari 'uso Ione rare ma' faz' ag'

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MARTEOl 29 APRILE 1975

Lire 150

Le leggi fasciste di Fanfani non devono passare. Organiz­ziamo ovunque .Ia denuncia, il pronunciamento e la mobilita­zione popolare. Il & maggio una giornata nazionale di lotta

Entro i primi giorni di maggio, il governo intende far votare dal par­lamento il disegno di legge che in­staura il più mostruoso e fascista regime di polizia. In uno stato che ha ostinatamente voluto la sopravvi­venza ' dei codici e delle norme fa­sciste, il trentennale della liberazio· ne diventa l'occasione per .varare un organico complesso di misure Iiber­ticide che superano per molti versi nell'arbitrio antidemocratico gli stes­si precedenti fascisti. La provoca­zione omicida dei fascisti e la re­pressione poliziesca, che hanno in­sanguinato ancora l'Italia e sollevato la risposta v~emente delle grandi masse operaie, studentesche e po­polari, invece di ammonire i rea­zionari che hanno promosso queste leggi a desistere dalla loro sfida, li hanno visti rincarare il loro ricatto e pretendere. spudoratamente . l'ap­provazione più rapida delle misure liberticide. Queste misure erano sta­te proposte inizialmente dalla segre~ teria democristiana e dai suoi acco­liti socialdemocratici come una pro­vocazione elettorale, destinata a far concorrenza al partito fascista, a recuperare consensi in un'opinione pubblica bombardata da una volgare campagna di paura e di ordine re­pressivo, a ricattare le sinistre ri­formiste. Oggi, quella manovra elet­torale è diventata il tentativo di san­zionare, in un clima di reazione aper­ta, un mostruoso passaggio di qua­lità nella fascistizzazione dello sta­to e dei suoi strumenti di violenza repressiva. I capisaldi di questa ope­razione sono noti: la sanzione di una legislazione speciale contro la co­siddetta violenza politica, che tra­sforma in legge dello stato la tesi infame degli opposti estremismi; l'in­staurazione del fermo, della perquisi­zione e del confino di polizia, al di là dello stesso progetto formulato dal governo di centro·destra di An­dreotti, e affossato dalla mobilita­zione vittoriosa della classe operaia degli studenti e degli antifascisti; la sottrazione al giudice naturale di ogni procedimento in cui siano coin­volti pubblici ufficiali, avocato ai procuratori generali, l'obbligo del mandato di cattura per ogni presun­to reato commesso contro le cosid­dette forze dell'ordine; l'abolizione della norma sulla libertà provviso­ria, imposta due anni fa dalla mobili­tazione contro l'infame detenzione di Pietro Valpreda; la licenza di spara­re concessa a poliziotti e carabinie­ri; e altre simili inaudite sopraffa­zioni.

Come è possibile che queste mi­Sure senza precedenti di arbitrio appaiano oggi destinate a essere pro­mulgate, in un paese come il no­stro, nel momento in cui più profon­da e estesa è la sollevazione popola­re contro il fascismo e la reazione? Come è ' possibile che gli antifasci­sti coerenti, i democratici , le forze della sinistra rivoluzionaria, siano im­pegnati in una drammatica corsa col tempo perché questa mostruosa mi­naccia reazionaria non sia realizzata,

imponendo il più oscuro passo indie" tro al regime istituzionale del nostro paese?

Una responsabilità di gravità sto­rica pesa sulla sinistra riformi sta e revisioni sta, che si dispone a con­sentire il varo di queste misure, ab- . dicando ai più elementari doveri di difesa della democrazia. Fino a que­sto punto conduce una linea di ce­dimento e di compromesso con il partito della borghesia, una linea che subisce e fa propria l'ideologia d'or­dine reazionaria, che insegue il par­tito della reazione sul suo misera­bile terreno, volgendo le spalle alla ' volontà cosciente delle grandi mas· se lavoratrici. Dove sono finiti i so­lenni impegni dei dirigenti sindacali, riformisti e revisionisti, a sbarrare la strada al fermo di polizia, di fron­te a una reazione che moltiplica per cento la provocazione _ del fermo di polizia, che rimette in auge le ban­de poliziesche di provocazione, di ag­pressione e di morte, che reprime ogni spinta alla democratizzazione nei corpi dello stato, come per il sindacato di p~lizia? Con quale di­gnità questa sinistra pretende di celebrare la resistenza e la libera­zione, mentre si ripaga con la re­legalizzazione del fascismo di stato la memoria di Varalli e di Zibecchi, di Miccichè e di Boschi, di Ceruso o di Serantini? Nel giorno anniver­sario dell'impunito massacro di Se' rantini, il parlamento voterà il dirit­to poliziesco a uccidere?

Quale sia la sostanza della legge che sta per passare, lo spiega bene il quotidiano fanfaniano di Roma, che esige che mai più siano incrimi­nati carabinieri e poliziotti, che mai più siano tollerati i servizi d'ordine dei lavoratori nelle manifestazioni sindacali, che mai più avvengano scio­peri « selvaggi .. , che mai più si~ condizionato dal controllo della magi­stratura l'operato di poliziotti e ca· rabinieri. Mostruosa è questa acquie­scenza. Mostruoso è l'abisso sca­vato fra la volontà inequivocabile delle grandi masse, espressa nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle piazze, e quello che si preparano a discutere e a votare, in parlamen­to, forze politiche e uomini che tra­discono avventurosamente quella vo· lontà.

Sono, i prossimi, giorni decisivi. I dirigenti della sinistra riformi sta e revisionista si sono spinti vergo­gnosamente avanti nella. china ~~I cedimento agli argomenti e alle 1m­ziative della DC, di Fanfani e del go· verno. Farli recedere da questa paz· zesca posizione è possibile solo at­traverso una mobilitazione tempesti' va e capillare dei lavoratori, degli stu­denti, delle organizzazioni di massa democratiche e antifasciste, dei sin. goli militanti dem.ocratic,i e ant~fa­scisti. Ogni energia devessere Im­pegnata in questa battaglia. 'la fret­ta con la quale si vuole chiudere questa partita è il segno della cat: tiva coscienza e della debolezza di chi la conduce, della volontà di met· tere il movimento di massa e le sue

A Tutti i compagni Siamo al 29 del mese e la sottoscrizione è 13 milioni

sotto l'obiettivo. E' indispensabile che in tutte le sezioni, dalle grandi città fino ai piccoli paesi , in ogni fabbrica, scuola e quartiere dove possiamo arrivare si organizzi la sottoscrizione di massa e la diffusione militante del gior­nale utilizzando nel modo migliore tutte le forze disponibili, e il giornale del 1° Maggio che sarà a 8 pagine.

Nei prossimi giorni la sottoscrizione deve fare un gros­so balzo in avanti. Dopo il 1° maggio tireremo le somme.

espressioni conseguenti di fronte al fatto compiuto, di barattare un infa­me cedimento con una compromis­soria unità dell'arco costituzionale, trasformato nella sostanza in un com· patto arco incostituzionale. E' inac­cettabile l'alibi che la sinfstra rifor­mista e revisionista pretende di ac­campare, accettando di discutere e votare in tempi stretti il disegno di legge; e limitandosi ad avanzare una serie di emendamenti. In primo luo­go perché gli emendamenti presenta­ti non intaccano la sostanza del di­segno di legge - e in qualche caso lo aggravano addirittura, come nelfe equivoche formulazioni sulla « vio. lenza politica» -; in secondo luo. go, perché anche un voto contrario su singoli aspetti del disegno di leg­ge sarebbe un voto di minoranza senza alcun val9re concreto, e no~ v.arrebbe a , impedire il -varo della legge. La quale non si può emen· dare né migliorare, perché rappre­senta un disegno organico, che va organicament-e respintQ. Basterebbe, a respingerlo, una nòrmale discus­sione parlamentare che, rifiutando il ricatto dei' tempi stretti, faccia decadere il disegno di legge per la chiusura elettorale dei lavori parla­mentari. Purtroppo, i dirigenti della sinistra parlamentat'e si mostrano intenzionati ad assumere l'atteggia­mento opposto.

E' incredibile che su un tema di que­sta portata non emergano, nelle fi­le della sinistra parlamentare, prese di posizione di aperto dissenso, che non sarebbero un atto di coraggio politico, ma un elementare dovere democratico. Doppiamente antidemo­cratica è la disponibilità a consenti­re che le leggi liberticide passino. Antidemocratica, per il contenuto pro­prio delle leggi, incompatibile con ogni garanzia di libertà. Ma an­tidemocratica, anche, per il contra­sto pieno e sprezzante fra la dispo. nibilità a far passare quelle leggi e la volontà della stragrande mag­gioranza di lavoratori ed elettori che i partiti della sinistra parlamentare dicono di rappresentare. Senza al­cuna riserva, noi sosteniamo che lo atteggiamento dei dirigenti del ,PSI e del PCI e dei loro esponenti in parlamento non trova alcuna 'Iegitti­mazione nella volontà della loro base di partito, elet!orale e di opinione, e che al contrario contraddice grave­mente quella volontà, e dà prova di una profonda negazione dei principi più larghi di democrazia.

Positive iniziative vengono assun­te, in queste ore, dalle forze della sinistra rivoluzionaria, da esponenti e settori del movimento democrati. co, sindacale e antifascista. E' ne­cessario, in questa battaglia sopra' tutto, promuovere il dibattito più am­pio in ogni istanza organizzativa del movimento operaio, e specificamen. te nelle stesse sezioni di base del PSI e del PCI, dal cui comportamen­to parlamentare dipende la sorte del­le leggi liberticide. Tempestiva e ca­pillare dev'essere l'informazione e la documentazione di massa sul signi­ficato di questa battaglia, e l'appel­lo alla mobilitazione e al pronuncia. mento aperto.

Riunioni, -comiZI, manifestazioni pubbliche devono essere indette su questi temi. Questi temi devono es­sere portati, . come già è avvenuto il 25 aprile, in tutte le scadenze di mobilitazione proletaria e antifa' scista dei prossimi giorni , e soprat. tutto nel 1° maggio. Particolare rilie­vo assume la preparazione e la riu­scita della giornata nazionale di lot-

ta promossa nella prima settima· na di maggio, in coincidenza con la votazione parlamentare, nel cui corso il movimento degli studenti è chia· mato a scioperare e manifestare in tutto il paese. In ogni fabbrica, in ogni luogo di lavoro, devono essere portate le indicazioni di questa loto ta, con l'esplicito appello a organiz. zare dovunque sia possibile scioperi, fermate. di lavoro, manifestazioni po· Iitiche contro le leggi Iiberticide. In ogni zona del paese dev'essere promosso il pronunciamento collet· tivo e individuale di lavoratori, e cito tadini contro le leggi liberticide, esplicitamente indirizzato, con~ mozio. ni, telegrammi e in ogni altra for­ma, ai presidenti delle camere, ai gruppi parlamentari della sinistra e ai parlamentari di sinistra di ciascu· na zona.

La ·sinistra rivoluzionaria fa appello allo sciopero generale degli studen­ti contro le leggi libertic.ide, nel qu·a­dro di una giornata nazionale di lotta

Bisogna che ognuno senta la re· sponsabilità di questa battaglia, che sia raccolta la sfida reazionar·ia, che si faccia sentire a chi se ne fa com· plice diretto o indiretto il peso della volontà proletaria, antifascista, demo· cratica. Lotta Continua fa appello ai propri militanti perché, ancora una volta, mettano le proprie energie al set;vizio di una fondamentale batta· glia unitaria contro il partito della reazione. '

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Le organizzazion i della sinistra ri­voluzionaria, impegnate a promuove­re una vasta camp&gna di mobilita­zione popolare e antifascista contro le leggi speciali liberticide, che avrà un primo appuntamento generale in una giornata nazionale di lotta. il G maggio, fanno appello al movimento degli studenti perché realizzi, in quel­la data, coincidente con la discussio­ne parlamentare delle leggi, lo sciope­ro nazionale, dando vita ovunque ad assemblee, manifestazioni pubbliche e cortei. E' importante che fin d'ora si organizzino nelle scuole assemblee di dibattito e di denuncia d~ questo disegno reazionario, invitando a par­tecipare i magistrati democ~atici, i lavoratori , gli insegnanti, gli antifa­scisti. Il movimento degli studenti,

Questa è la facciata de « Il Rebelde nella clandestinità », organo uf­ficiale del MIR che circola a Santi ago e nel resto del Cile in questi gior­ni. Questo nu~ero è interamente dedicato alla giornata del 1° maggio, e ci è pervenuto attraverso canali clandestini.

Fin dal giorno del golpe, il MIR ha impegnato un grande sforzo di ricostituzione dei suoi mezzi di informazione e diffusione. « El Rebelde» circola con regolarità; in altre occasioni Lotta Continua ha già riprodotto numeri dell'organo clandestino del MIR.

le sue avanguardie, il suo antifasci­smo militante, sono tra i principali bersagli di queste leggi.

Gli studenti, che hanno messo in campo nei giorni scorsi con una for­za generale straordinaria la risposta agli assassinii fascisti e di stato, han­no un ruolo di prima fila nella batta­glia per fermare le leggi Iiberticide, e con 'esse il cammino del partito della reazione.

Bergamo: occupata la Philco

La Philco, 2.400 operai , la più gros· sa fabbrica privata della provincia, è occupata da stamattina. Così ha de­ciso l'assemblea generale all'unani­mità dopo la rottura delle trattative sui 160 licenziamenti al ministero del . lavoro. Si è costituito un co­mitato formato dai delegati e dalle avanguardie della fabbrica, 60 ope­rai, con il compito di dirigere la lotta nei prossimi giorni.

Negli ultimi due mesi gli operai Philco hanno unito la mobilitazione interna, scioperi articolati, cortei in­tern i, picchetti contro gli impiegati crumiri del sesto e settimo livello, alla mobilitazione fuori .dalla fabbri­ca , con blocchi stradali, occupazione del comune, fino ad andare alla vici­na scuola media di Brembate per parlare agli studenti delle lotte degli operai. In questo periodo si sono vi­ste ogni sorta di provocazioni da par­te della direzione Bosch, che oltre a non pagare le ore di scivolamento era arrivata ad attUAre Una vera e propria serrata togliendo per 24 ore la corrente contro le lotte di reparto .

I padroni della Bosch vogliono

(Continua a pago 6)

OGGI LA GIORNATA NAZIO· NALE DI LOTTA DEGLI STU­DENTI PROFESSIONALI

In alcune città le iniziative di lotta si terranno domani 30,

E' convocata per il 4 maggio, a Roma, un'assemblea nazio' naie degli studenti professio­nali. Ad essa parteciperanno i coordinamenti cittadini degli istituti e dei centri di Torino, Milano, Ravenna e Roma, le strutture di movimento di al­tre città gli studenti dei CPS.

I responsabili della scuola te· Ilefonino le notizie sull'anda­mento della giornata di lotta entro le ore 14 alla redazione di Roma al n. 5895930.

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2 - LOTTA CONTINUA 'Martedì 29 'aprile 1975

IL 4 MAGGIO ASSEMBLEA NAZIONALE A ROMA SOTTO SCHIA

INCHIESTA IL PROCURATORE IL TRASFERIMENTO

VITALONE, RI-

Oggi gl,i studenti professionali tutta Italia

Una manovra per. ac~le­rare la scarcerazione del generale . Miceli' lotta •

In

"Grembiule nero, e tutte in fila per due ... " Parla una studentessa del prDfessionale « Ada Gobetti» di Torino

TORINO, 28 - Mi sono iscritta a una scuola professionale perché dtJ­ra poco. E' un discorso che vale per quasi tutti: uno esce dalle me­die , magari non ha quindici anni per andare a ' lavorare e allora si iscrive a questi istituti che durano due, tre o quattro anni, sperando magari di avere un tito lo che serva a qualcosa dopo.' Di corsi professio­nali ce n'è una quantità incredib'ile, per disegnatori, sarti, cosmetiste , figuriniste , segretarie d'azienda, pre­paratrici di l'aboratorio; Alla mia scuola, per esempio, ci sono tre corsi: uno è quello per ' preparatrici di laboratorio, che è quello che fac­cio io, che serve a formare la gente che poi dovrebbe andare nei labo­ratori chimici e biologici a fare gli esàmi. Di solito si cerca di entrare negli ospedali, ma adesso è quasi impossibile perché c'è il blocco del­le assunzioni e inoltre una non può lavorare in ospadela finché non ha diciotto anni. Così è un diploma che non serve a piente . Poi c'è il corso per disegnatori, che dura anche que-. sto tre anni, che dovrE::bbe specializ­zarti nel campo della grafia, soprat­tutto pubblicitaria. Finisce che per almeno due o 3 anni dopo la scuola lavori a cottimo, cioè con le ditte che ti danno dei lavori da fare a casa, ma­gari in poche ore . In questo modo rie­sci a ti rar fuori ci rca trenta-quaranta­mila lire al mese, e non puoi sfuggi­re, perché serve qualche anno di que­sta pratica per trovare un lavoro

fisso. Che poi non si trova quasi mai perché c'è una concorrenza spietata con quelli del Liceo Arti­stico, e ir. ogni caso i posti sono pochissimi. Il terzo corso è quello delle cosmetiste, che dura solo due anni'. Fanno esclusivamente tecni­ca, che vuoi dire che passano il tampo a impiastricciarsi la faccia e le unghie l'una con l'altra. A parte quelle che si sono iscritte perché sanno che poi avranno i soldi per mettersi in proprio, che · sono po­che, le altre si ,illudono di trovare posto alla RAI come truccatrici , o nei teatri, ecc. Il problema è che invece finisci nelle botteghe delle pettinatrici a fare il trucco alle si­gnore. Queste studentesse sono qu€lIe che stanno peggio , anche per­ché di solito non l'hanno scelto loro di fare questa scuola : qualche gior­no fa parlavo con una, che mi dice­va che in famiglia erano cinque fi­gli. Lei era l 'unica femmina, e dato che in famiglia pensavano che non fosse molto furba , l'hanno mandata a fare questa scuola, mentre gli al­tri quattro figli, tutti maschi, fanno scuole più « qualificate ». E non è un caso limite, perché questa situazio .. ne di repressione in famiglia è mol­to comune, lo si vede a ogni assem­blea. A questo aggiungi che in ge­nere · ti fanno studiare delle mate­rie incredibili : a parte quelle ' tipi-

. che dei singoli corsi , ci sono quelle ç9muni a ; tut!!x ::cj:le . sono . .:..Ig he.l]_e,_~ Economia Domestica, ... Matematica, Fisica, Ginnastica . Poi c 'è una ma-

Scuole professionali e mafia

Un'idea di che cosa sia­no Je scuole professiona­Id in SioHia di come sia­no nate, e di come siano gestite, la si può rioCavare dalla lettura degli Atti del­Ja Commissione Antima· fia, di oui qui riportia­mo alcuni stralci, dal fa­scioolo « strutture scola· stJiche».

« Le scuole professionali Altr·o fenomeno su cui la Commissione ha avuto modo di portare Ja sua attenzione è quello deHa prolifel'azione nell'isola dei cosiddetti istituti profes· sionali regional, alcuni dei qUalli gestiti diretta;mente dalla regione C .. ).

La scuola professionalle regionalle, istJitu~ta su pro· posta del governo Resti­vo, con legge regionale del 1950, n. 63, ebbe fin daLl'inizi·o una configura­zione imprecisa, ebbe vi­ta grama e stentata e col tempo risultò, specie nel­la Sicilia ocoidentale, una vera e propria distorsione dell'organizzazione scola· stica.

ili cUltur,a non fu con· siderata elemento fonda­mentale di formazione u· mana e la scuola invasa da una 'pletora di istrut­tori pratici, moltJi dei qua­li non avevano mai eser­citato il mestiere che a· vrebbero dovuto insegna· re ad altri. MoltJi altri, ancora, erano in possesso della sola licenza elemen· tare (...).

La Commissione ha in­dh1liduato l'inizio dei pro· cessi degenerativi in al­ouni importanti settori delle strutture scolastiche nell'arco degli anni dal 1951 al 1955, durante i quali si attua un impian. to di compromissioni, di legami con interessi clien· telari e di mafia. Al tra.. sformismo politico di al· cuni siciliani, come l'as· sessore alla pubblica istru­zione, onorevole Castiglia, prima qualunquista, poi monarchico ed infine libe· rale, si accompagna la pe­netrazione di certi amo bienti mafiosi nelle struttu· re scolastiche.

Sarebbe stato augura· bile che gli assessori sue· ceduti si nel tempo avesse·

ro provveduto a corregge­re ed ~liminare tali' gravi storture, apportando un metodo ed un indirizzo rinnovatore; al contrario, purtroppo, si è dovuto constatare come il ,loro comportamento si sia as· suefatto ed adagiato sul sistema preesistente L . .>.

Per quanto riguarda la distribuzione geOgrafica delle scuGle professiona:li, è difficile riscontrare cri­teri obiettivamente vali­di: il 55 per cento di esse, con oltre il 60 per cento del personale, si trova concentrato nelle due pro­vince di Palermo e T.rapa­ni, in comuni di fGrte pre· S>enza mafiosa. Ed è dai co­muni come Castellammare del Golfo, Alca;mo, Sa:lemi, Marsala, Castelbuono, Piz­Zii, Partinico che. proven­gono, in proporziJOne, iI maggior numero di im­piegati e docenti delle scuole professionali.

A proposito del perso· naIe di tale scuola ' è da rilevare oÌ!e, dopo l'esple­tamento dei concorsi, la Corte dei conti respinse l'immissione in ruo'lo di 60 aspiranti, parte dei quali avevano commesso picco­li reati ed infraziorn; per altri inrece esistevano pre­cedenti penali o provvedi· menti amministrativi di polizia, tali da conside· rare il loro stato di in· degrutà e degradazione in pieno contrasto col re­quisito prescritto daHa buona condotta.

Possiamo citare alcune imputazioni, seguite da condanne: violenza carna­le, corruzione e falso ma.­teriale, diserzione milita­re, insolvenza fraud'olenta e lesioni personali, truffa e a.ppropriazione indebita aggravata, ratto di Inino­re e violazione di doInici · Iio, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale e ubria.­chezza, sottrazione e riten· sione di minore, fallimen· to e via dicendo' ( ... ).

Sempre in relazione al personale, gli esempi che seguono possono illustrare meglio di ogni discorso la sproporzione esistente tra il personale (non esclusi i

bideI.li che, anche essi, ri­sultano in eccesso) e gli alunni che frequentano.

I! provreditJore agli stu­di di Palermo, Purpi, dopo una v.isita effettuata allo istituto professionale ' di ti· po industriaile di Altofon· te, così scriveva il 19 a­prile 1969 all'assessorato regionale per Ja pubblica istruzione: « In data lO aprile c.a. mi sono recato ad Altofonte per visitare l'istituto professionale re· gionale di tipo industriale di Altofonte. Ho rilevato che neLl'istituto esistono solamente la classe prepa· ratoria e una prima clas· se di qua:lificazÌlone, for­maJte ciasouna da sei alun­ni iscritti».

« Esaminato 'l'o~gamco del personale di ruolo, ho constatato C'be tra perso· naIe direttivo, docente e personale non insegnante esiste un orglanico di ben 13 persone. Boiché riten­go che hl personale di ruo· lo impiegato nel predetto istituto sia eccessivo, ri­spetto all'esiguo numero degli alunni iscritti , e nel­la considerazione che esi· stano altri istituti regio· nali dello stesso tipo di istruzione, si propone a codesto assessorato la chiusura dell'istituto e la conseguente aggregazione con altro istituto dello stesso indirizzo scolasti· co ».

Tale lettera non ha avu­to alcun seguito (...).

N el corso di una visi ta alla scuola professionale di tipo industriale di Tra­pani convenzionata con le « Officine Bosco >l, il Co· mitato di indagine costitui­to in seno alla Commis­sione ha accertato che so· lo 9 alunni frequentava· no, mentre i dati dell'as· sessorato segnalavano 35 frequentanti. L'organico della scuola era composto da 26 elementi. I locali erano in uno stato deplo· revole di incuria, le poche aule squallide e sudicie, i servizi igienici praticamen· te inesistenti, il locale per le esercitazioni pratiche era tutt'uno con l'officina della ditta convenziona· ta L . .)),

teria che si chiama Cultura Genera­le, che sono cinque ore alla setti­mana in cui si fa Storia , Geografia, Italiano, Educazione Civica, un po' di tutto, insomma. Questo però non è ancora niente. Le segretarie di azienda per esempio, hanno una ma­teria, di cui adesso non ricordo il nome, che t'insegna a trattare bene col Capoufficio, a rispondere al tele­fono in modo garbato, a essere sempre gradevole. Nelle scuole per il Turismo, a quelli che devono fa­re i camerieri gli insegnano come distinguere j[ cliente distinto dal poveraccio, e a trattarl i diversa­mente.

In queste scuole, e in genere in tutte le scuole professionali, c'è un clima da caserma . Nelle scuole femminili, grembiule nero per tutte, divieto assoluto di fumare anche nei cessi, se devi andare al gabinet­to fuori dalr"''tntervallo ' ti deve ac­compagnare un bidE\1I0. Da noi la ,cosa è un pochino diversa, perché c'è un movimento in piedi , ma in scuole come il Bosso o il Bosel­li sta proprio in questi termini. AI Bosso bisogna uscire dalla classe in fila per due, e c'è la disposizione precisa che, quando si fanno · le às­semblee in palestra, tutti devono togliersi le scarpe per non rovinare il linoleum.

La mia famiglia è una famiglia proletaria, come è per la stragrande maggioranza di tutti quelli che vano no al professionale. Mio padre fa il tranviere, e lavora solo lui, così noi, che siamo quattro figli abbiamo dovuto fare tutti scuole che dura$­sera poco e non pesassero troppo sul bilancio familiare. A parte il fratellino più piccolo, infatti, faccia­mo tutti la scuola professionale, io, mia sorella e il fratello più grande, che di giorno fà l'elettricista e stu­dia di sera . Mia sorella va al Bosso e fa una scuola che si chiama per « applicate", che sarebbero delle segretarie d'azienda di serie. B.

Il fatto che io faccia politica pro-

cura scontri molto frequenti, per­ché le donne non devono occuparsi di queste cose, perché , il mio dove­re è prendere il diploma e poi spo­sarmi il più in fretta possibile. lo preferisco non raccontare frottole ai miei, perché tanto i problemi poi si ripresentano.' L'importante è non separare i due aspetti, la vita in fa­miglia e la vita fuori, ma cercare di affrontare le contraddizioni in mo­do collettivo, parlandone nelle assem­blee, con le compagne. Questo ser­ve anche a capire veramente perché siamo finite in questa scuola . Perché i nostri genitori non possono mante­nerci per molto, innanzitutto, poi c'è il miraggio di trovare un lavoro. Ma anche se non si trova è lo stesso, pensano loro, tanto poi devono spo­sarsi. Così la scuola professionale di­venta il ghetto deUe ragazze, dei ra­g~zzi che i genitori giudicano poco svegli , di tutti quelli che non si sa dove mettere prima che possano andare a lavorare. Tanto è vero che tutti quelli che abbandonano questa scuola al primo o al secondo anno perché vengono stangati, non cam­biano quasi mai scuole, ma vanno subito a lavorare. .

Certo 1é1 questione del lavoro è drammatica . lo credo che la richie­sta del quarto e quinto anno possa essere utile in qualche modo. Con la qualifica tecnica, intanto, data dai due anni supplementari, sarà un po' più facile trovare uno sbocco e farsi pagare un po' di più. Inoltre signifi­cherebbe uscire dal ghetto e avere la possibilità di essere uguale a tut­ti gli altri studenti, andare all'univer­sità magari. Ins!eme a questo è giu­sto chiedere anche la libertà di pas­sare dal terzo anllo del Professiona­le al quarto dell'Istituto Tecnico, cioè la parificazione, sempre per le stesse ragioni dj prima. E senza fregature, cioè senza che ti stanghino quando arrivi al Tecnico, dicendo magari che i programmi sonq, diversi, che la pre­parazione è tutta un'altra, e via di seguito.

ROMA, 28 - lo! consiglio Superiore della Magistra· tura ha aperto un procedi. mento contro il sostituto procuratore della repub· blica ClaueLio Vitalone che rischia così il trasferimen· to. Gli addebiti che ven­gono mossi a Vitalone so­no molti e circostanziati: le sue amicizie con « espo· nenti politici» Tomani (leg' gi: Andreotti), la sua istrut toria contro g,Li ammini­stratori degli Ospedali Riu· niti di Roma, istruttoria che non avrebbe potuto fare, dal momento che sua moglie, che lavorava agl-i OO.RR., ne era parte in causa; e infine suoi favo· ri al froteLlo Wilf'redo av­vocato, coinvolto in una sporca stoDia di concorsi truocati.

Gli addebi,ti al procura· tore 'potrebbero continua· re per esempio aVfo8'bbe da rispondere del suo sin­golare comportamento nel· ).a inchiesta sulle bobine della mafia .laz~a:le. (Neolla g:'randola dei tagli le bobi· · ne passarono anche per 'le sue mani>".

L'rupertura di un simile procedimento desta però immediatamente dei so· spetti per ti mO'mento scel: to. Vitalone infatti è pub· blico ministero nel proce· dimento sUi golpe di Bor­ghese, ed è proprio lui ad aver imputato di « faovoreg· g1amsnto» il generale Mi­ce/.i.

Vitalone inoltre è ' l'uni· co magistrato che ancor,a si oppone alla scarcerazio­ne d el generale golpista. Una scarcerazione di oud proprio ,in questi giorni si ricomincia a pal'lia,re. Se­condo l'interpretazione di alcuni magistrati e, ovvia­mente, della difesa del geo

nerale, i term.ini di scarce­razion~ scadrebbero alla fine di aprile. Secondo al­tr.i, e in particolare Vita.lo· ne, scadrebbero invece il 7 lu~lio, dal momento che il ma;ndato 'Per favoreggia­mento è stato spiccato il 7 gennaio.

Se Vitalone fosse trasfe· rito, non ci sarebbe più nessun ostacolo aolla messa in Hbertà del genm-alle Mi· celi, 0, mag.àri, a f3Jr camo biare idea al procuratore sotto inchiesta, può basta­re la semplice minaccia.

Mario CAPillWNJ.'-- ' '.

. .

Foro Buonaparte 52 - .20121 Milano .

LETTERE

Una testimonianza ~~sulle -

"squadre speciali" Oa'ri compagni,

brovandom.i diretta,men­te coinvolta nel pro· blema deLle cond.izioni dei mIlitari, tbo segui­to con grandissimo ,in­teresse i vostri servizi suHe caserme, sulla re· pressione in atto sul movimento dei soldati e sui reaLi obiettivi. del­l1.a li ri&~ruttu~azione delle FA ».

Il moti-vo è presto detto: 001 primo con­tingente '75 è partito il mio ragazzo, allpino, relegato lassù in Vene­to, e voi siete stati d primi a dire Clhiara­m ente come stanno ,le cose; si può dire che ho cominciato a legge· re assidUlamente Lotta Conbinua proprio per questo, e scusate la scarsa poJi.ticizzazJione di baIe movente. Ma oiò ohe conta sano i Iii­sultati, no? Ora vorrei

ohiedel'vi alcune cose che, pur rigruar-dando in senso lato H discorso suLle FA, -rivestono' pe. rò un carattere parti· colare: tornando in tre" no da una Vlisiffi ail mio ragazzo, mi è capitato di incont rare un t::.po singolare, un vero e pr{Jprio gigante che. pur essendo in borghe­se, sapeva di miiita:re 'lontano un wg1io. Sto inruviduo (facendo da tara dell-e sue lafferma­'zioni improntate 18.1 più trucu~ento esibjzioni­smo fascista) deve far parte di nuclei dq pie­chiatori scelti panico· -)lal'lTlente addestratJi al mantenimento dell'orda­ne pubblico, che nel corso de}la .naja (che dura, credo, 15 mesi) girano per tutte ,le cito tà d'ItaLa, a seconda deLle manifestazioni 0-peraie in programm·a.

Costoro svolgono tutto il loro serv·izio in boro ghese, e, quel che è p~ù grav~, non stanno in caJSerme ma in ahlogg'i pIiivati, in modo da e· serbitare, m-agalri nei l'i· tagli d·i ·tempo; una pro­ficua attività di dntru­fol8!mento e spionla,ggio fra ,i compagni.

Spero ohe non mi prenderete per ' una Vii­sionaria, e sopra,ttutto se avete già avuto se­gnalazioni in ·tal senso, po.ssiate assumere in. forrnaz'ioni taLi da con­sentirvi di prendere vi, sione della reale p()lI". taba di questo ferwme­no di EWidentissima vio- . lazione costituziionale. Se lo ritenete OPP()lI",tu­no, sarebbe megLio che eventuali ,informau;ioni in merito fossero pub· blicate e'. pQ1rtate a co· -noscenza di tutti.

(lettera firmata)

7 MAGGIO - TRE ANNI DALLA MORTE DI FRANCO SERANTINI •

SI discute la legalizzazione Mentre in Parlamento dell'omicidio di ha archiviato

polizia, la magistrat.ura gli di Franco • • assassini

Il 5 maggio a Pisa la manifestazione indetta dal comitato Serantini Il terzo anniversario dell 'assassi­

nio poi iziesco del compagno Fran­co Serantini coincide con i'l più sfre­nato attacco alla libertà e alla de­mocrazia: entro il 7 maggio il Par­lamento deve approvare le leggi li­berticide sull'ordine pubbliCO volute fino ad ora vi sia il minimo accenno dal segretario Dc Fanfani , senza che da parte del PCI e del PSI a dare una dura battaglia di opposizione .

Sono leggi che stabiliscono a prio­ri la più assoluta impunità per le forze di polizia, che legittimano lo assassinio di polizia contro chi si presume essere in procinto di com­piere un reato. Con queste leggi gli assassini di Serantini , come di Zi­becchi e di Rodolfo Boschi , avran­no mano libera di continuare ad uc­cidere.

E' in questo clima che è stata depositata la sentenza istruttoria sul­l'assassinio di Franco Serantini, una

sentenza che anticipa i contenuti delle leggi che si stanno «discu­tendo» in Parlamento.

Con essa viene archiviata (<< dato che gli autori del delitto sono ri­masti ignoti ,,) l'inchiesta contro i poliziotti che il 5 maggio 1972 a Pisa massacrarono di botte Franco che protestava contro un comizio fascista. Viene anche prosciolto il medico del carcere dottor Mammo­li sul quale la polizia tentava di far ricadere tutta la responsabilità del­sasstnro. Le perizie successive sta­biliscono che il medico non avrebbe potuto più far nulla per Franco. ~I I suo cinico comportamento testimo­nia però del disprezzo che nei carce­ri regna per la vita umana.

E' questa la logica conclusione della vergognosa omertà di stato che ha coperto in questi tre anni i poli­ziotti assassini e che ha visto come

principale protagonista il procurato­re della repubblica di Firenze Mario Calamari. Tra i tanti tentativi di oc­cultare le responsabilità poliziesche è da segna'lare il fatto che al giu­dice si è presentato un poliziotto sar­do , il quale ha affermato che Fran­co gli avrebbe raccontato che , pri­ma della manifestazione, era caduto dal motorino, battendo la testa e che per fortuna l'avevano fermato senza picchiarlo! Questo -infame rac­conto aveva il suo coronamento nel­l'ultima affermazione dell'agente: «Sono stati i miei superiori a ri­cordarmi di riferire alla magistratu~

ra quanto mi aveva raccontato " . Uno spiraglio però rimane ancora

aperto perché si arrivi anche sul piano giudiziario ad accertare que-lla verità che da anni viene gridata nel­le piazze. Il giudice istruttore. non ha potuto accogliere le richieste di

Calamari che voleva fossero anche prosciolti dalla accusa di falsa te' stimonianza i poliziotti che con un cumulo di silenzio e di menzogne hanno reso impossibile l'identifica­zione degli esecutori del massa· ero. Il capitano Allbini che coman­dava la colonna di Jeep e l'agente Colantoni, sono stati ora rinviati a giudizio, dopo che la loro colpevolez' za era già stata riconosciuta nella precedente sentenza del pretore Se­nese.

E' questo un piccolo ma significa· tivo risultato della mobilitazione di massa che ha impedito che sull'as­sassinio di Serantini callasse il si­lenzio di stato. Su questo spiraglio di verità deve far leva la battaglia per imporre che la inchiesta venga riaperta. E' un obiettivo centrale per la mobilitazione che ci sarà a Pisa il 5 maggio prossimo, nel terzo an­niversario dell'assassinio di FrancO.

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Mart~dì 29 aprill e 1975

Prossima l'espulsione di Sealia dalla CISL Mercoledì la federazione unitaria stabilirà il calenda~ rio delle iniziative sindacali nel prossimo mese.

Oggi si riuniscono separatamen­te le segreterie confederali della CGI'l, della CISL e de:lla Ult in pre­parazione della riunione della segre­teria unitaria che si svolgerà do­mani mercoledì.

Un rilievo particolare avrà la - se­greteria confederale della CIS'l: non si discuterà soltanto delle questio­ni che vel'\ranno dibattute in sede unitaria, ma si deciderà soprattutto sul « caso-Scalia". Negli ultimi gior­ni ha ricevuto nuove conferme la notizia che verrà proposto il deferi­mento ai probiviri del dirigente scis­sionista e che successivamente si arriverà alla sua espulsione dalla CISL ·Questa decisione giunge do­po l'assemblea congiunta dei consi­gli generali della C.GI<L, della CISL e della WL nella quale Scalia era sta­to definito fina,lmente un corpo estra­neo al movimento sindacale. « La posizione di distacco dall'organizza­zione assunta da Scalia che ormai si è collocato al di fuori della CIS'L - ha commentato un segreta­rio della confederazione - è incen­tiva dallo stesso Scalia che conti­nua a tenere riunioni con sindacati autonomi contribuendo a prese di posizione antisindacali ma soprat­tutto contro la CIS'L". Tutti d'ac­cordo sulla espulsione di Scalia, i dirigenti della GISL si sforzano di presentare come nettamente diffe­rente la posizione dell'altro capo­fila della fazione fanfaniana nello sch ieramento sindacale, il segreta­rio della FiISBA, Sartori. E, del re­sto, una differenziazione da Scalia la hanno accresciuta nel corso dei consigli generali, anche i sindacali­sti del;la OGIL; quando in realtà Sar­tori si è limitato ad assicurare che non ha intenzioni scissioniste pren­dendo le distanze da qualsiasi ope­razione troppo scoperta prima delle elezioni.

L'intreccio tra - quanto va succe­dendo nella CIS'l e la crisi democri­stiana è infatti evidente. E' signifi­cativo che nell'annunciare i provve­dimenti nei confronti di Scalia i diri­genti della OIStL tengano a preci­<1are che «non è solo Camiti o qualcun altro de:lla CISL che ne sen­te l'esigenza ma la stessa realtà dei fatti e una larga parte della organiz­zazione che si riconosce nella DC e nei valori cattolici ".

AI di là del caso Scalia, c'è in questo episodio una tappa dello scon­tro all'interno delila Democrazia Cri­stiana tra le forze che preparano il « dopo-Fanfani" e l'attuale segre­teria democristiana.

'Un' simile scontro, come è nella lagica dei protagonisti, procede più per avvertimenti mafiosi che per una battaglia politica. . Viene così colpito lo scredita­

mento sindacalista giallo privo di potere ne Ma CISL e ormai utiliz­zato per rilanciare sindacati auto­nomi, ma non vengono intaccati i tentativi', peraltro non molto incisi­vi, delle varie componenti democri­stiane di rinverdire i fasti del colla­teralismo: tra costoro non ci sono

-soltanto il fanfaniano Sartori o Ma­rini (emissario di Donat-Cattin), ma anche gli uomini della maggioran­za di Storti che mirano ad accresce­re il loro pote-re contrattuale nel­l'ambito del:la ristrutturazione demo­cristiana.

Così Scalia viene rispedito al mit­tente (Fanfani) con Sartori, libero di

, proseguire la sua politica clientela­re nel sindacato dei braccianti, si vedrà, magari dopo lA elezioni.

Quanto poco questa vicenda ha a che spartire con l'unità degli operai lo dice il fatto che Scalia non poteva più parlare da un palco dail 1972 quando passò al soldo del governo Andreotti; così come non può parlare quel Muci, americano socialdemo­cratico, per il quale tutti i dirigenti sindacali hanno trovato parole di solidarietà dopo la sua cacciata dal­Ia piazza di Bergamo.

Del caso dello scissionista della UIL si discuterà nella riunione di mercoledì della segreteria unitaria, che dovrà stabilire ar.che il piano delle iniziative sindacali per le pros­sime settimane. L'unica iniziativa di cui si parla è l'apertura di una ver­tenza con le partecipazioni statali, mentre tra le scadenze di lotta ri­mane confermata per ora la mobili­tazione génerale che si svolgerà a Napoli il 14 maggio, con delegazio­ni da tutta Italia.

I funerali di Tonino Miccichè a Pietraperzia

LOTI A CONTINUA - 3

Ragusa - Tra gli operai delle ditte cresce l'esigenza di bloccare la produzione Anic e di coinvolgere nella lotta gli operai chimici Risposta immediata alla provocazione del capo del personale: bloccati tutti i · cancelli nel giro di mezz'ora

Giovedì 24 mentre gli operai di­discutendo davanti ai cancelli del­l'ANIC prima deJll'inizio dell 'assem­blea convocata per decidere come continuare la lotta, si cominciano a proporre nuove forme di lotta.

Infatti i cortei operai che hanno attraversate la città nei primi gior­ni di lotta sono stati usati dagli ope­rai come mezzo per informare tutti di cosa succede nelle ditte ANIC, dei licenziamenti minacciati. Lo stes­so sciopero generale del 22 è stato il momento più alto di questa opera di informazione. Ora il problema è più vasto; è necessario attuare forme di lotte che colpiscano vera­mente iii padrone, e non i padronci­ni delle ditte, ma il vero nemico ANIC. Bisogna bloccare e colpire la produzione ANIC, questa è la vo­lontà della maggioranza degli ope­rai. Infatti i commenti più diffusi sono: dobbiamo bloccare le portine­rie e impedire che entrino i ca­mion a caricare e scaricare; bloc­care gli stessi operai ANIC, posteg­giando le macchine davanti ai can­celli.

,Ieri c'è stata una riunione tra rappresentanti delle ditte e gli ese­cutivi dei chimici e dei cementie­ri; nel pomeriggio gli esecutivi sono andati ad una prima trattativa con il capo personale dell'ANIC, Augello, su alcuni problemi interni tra cui uno molto sentito dagli operai: quelilo per cui la direzione paga prima gli impiegati e dopo alcuni giorni gli operai. Alla trattativa Augello, con il suo fare provocatorio di sempre, di­ce agli esecutivi che lui sa quello che vuole e quando lo vuole. La ri­sposta operaia è immediata: in mez­z'ora tutto lo stabilimento è fer­mo e in mano agli operai; Augello è costretto a chiudersi nel suo uf­ficio.

L'agitazione si estende agli operai delle ditte, vengono bloccati i can­celli e attaccati con il fil di ferro, non esce nessuno. Gli stessi sinda­calisti che devono uscire incontra­no difficoltà; la tensione e. la cer-

tezza della propria forza tra gli ope­rai è altissima. Augello se ne deve andare.

ti nazionali dell'ANIC per poter con­tinuare le trattative su una base nuova e più solida per la forza e l'unità degli operai. Ora si aspettano alcuni dirigen-

MILANO - I LAVORATORI DELL'ATM DOPO LO SCIOPE­RO DI MERCOLEDI'

"Non subiamo i ricatti dell'azienda, così come gli operai in fabbrica respingono la cassa integrazione"

MILANO, 28 - « E' da mesi ormai, da quando il governo ha attuato la stretta creditizia che, Ila si­tuazione all'interno del­l'ATM si va aggravando ogni giorno di più»_ L'in­sicurezza del salario (il pagamento degli stipendi a fine mese è spesso messo in discussione), il fatto che nelle scorse settima­ne la cassa di previdenza dei tranvieri non avesse a disposimone i fondi per fare fronte al pagamento delle pensioni; j.l peggio­ramento dell'assistenza me­dica dato che i coni;r:ibuti dei lavoratori non vengo­no versabi allla Cassa Soc­corso sono i dasti emter-

/ genti dalla situazione in­te'ma all'azienda. Ne par­liamo con alcuni compa­gni tranvieri di Lotta Continua del Coordina­mento lavoratori ATM.

« Comune e ATM usa­no il discorso delle diffi­coltà finanmarie come ar­ma di rioatto nei confron­ti dei lavoratori, per cer­care di bLoccare ogni ini­ziativa di - lotta, facendo soJittare a tempo tndeter­minato l'applicazione del· l'accordo sulla contingen: za, la riduzione dei livel­li (prevista dall'accordo nazionalle del '73) e qual­siasi impegno di poren-

ziamento dei trasporti pubblici ».

« Nelle fabbliche il pa­drone si serve della cas­sa integrazione, dei licen­ziamenti per battere la unità e l'organizzazione o­peraia, l'ATM usa invece questo clima di incertezza per faci stare fermi» .

Per martedì 22 la giun­ta aveva finalmente fis­sato !'incontro a tre (ATM, Oomune e sindacato) dopo molte promesse e vari rin­vii. Lo sciopero sarebbe partito anche prima di mercoledì, ma la mobi­litazione contro la violen­za fascista e di stato, i funerali dei compagni as­sassinati hanno fatto rin­viare la lotta, perché la lotta dei tra:nvieri si po­tesse caratterizzare in mo­do antifac;cista. Massiccia è stata infatti la parteci­pazione dei lavorator.i. ATM aUa manife.stazione di martedì.

Il 21 aprile in un volan­tino il Coordinamento La­voratori ATM invitava i tranvieri a « tenersi pron­ti a scendere :in lotta per il pagamtento degli arretra­ti del contratto azienoole dei salari ai pensionati, per il versamento dei con­tributi previdenziali ed as­sistenz.iali e per il poten­ziamento dei trasporti». Su questi obiettivi, mer-

coledì i dipendenti A TM sono scesi compatti in lotta: « Come nelle prece­denti iniziative di lotta autonoma, un ruolo d'a­vanguardia hanno avuto in questa mobilitazione il CUB e il C00rdinamento Lavoratori ATM, che di fronte all'immobilismo sin­dacale sono in grado in qualsiasi momento di rac­cogliere i bisogni operai, concretizzandoli in preci­si obiettivi, sviluppando l'autonomia in fabbrica».

L'amministrazione Co-munale di fronte allo SCi0-pero di mercoledì ha do­vuto cedere, garantendo il pagamento degli arretrati entro i primi di maggio e ha stanziato circa 60 mi­liardi per la soluzione dei problemi previdenziali e assistenziali e per il poten­ziamento dei trasporti.

« Ma la mobilitazione oontinua» ci hanno detto i compagni del Coordina­mento Lavoratori, « lo 'sciopero di mercoledì ha dimostrato che i tranvieri non hanno subito i ricat­ti dell'azienda, malgrado il comportamento subal­terno delle arganizzazÌlOni sindaca,li. Il vero significa­to di questo sciopero è pa­ragona,bj.Je alla lotta che in fabbrica batte l'uso pa­dronale della oassa inte­grazione ».

TORINO - Fra le 120 famiglie che hanno occupato in via Fiesole

"Compagni così non ne ho visti mai" Alle case occupate la stessa disciplina delle- lotte in fabbrica, del servizio d'ordine operaio di Brescia e Savona

TORINO, 28 - «Finalmente so­no riuscito a «sedurre" gli ope­rai della mia fabbrica - racconta un anziano compagno della Moran­do - ora qui ad occupa.re ce n'è cinque e in fabbrica tutti vogliono occupare". «I compagni hanno por­tato altri occupanti» aggiunge un altro. Siamo alla case occupate di via Fiesole, per provare a raccon­tare come funziona iJ'occupazione.

Si è sparsa la voce, « C'è uno che vuole intervistare ". « Qui 'la Stampa' non entra", poi quando sanno che è per - « Lotta Continua" si forma un crocchio: « Bene, è un compa­gno nostro" e ognuno vuole dire qualcosa.

'le t·re torri occupate, 120 allog­gi in tutto, da altrettante famiglie, stanno fra un lungo caseggiato po­polare ancora in costruzione e una scuola pubblica. Della via c'è solo la targa di marmo, su cui è stato scritto in rosso «di Lotta Conti­nua ". Per il resto è ancora tutto un cantiere. Ai due imbocchi sono sta­sti eretti due ordini di barricate (<< la seconda è se cade la prima ») e a11'interno del rettangolo che così si è venuto a formare si lavora per assicurare la vita normale delle fa­miglie in lotta. Per prima cosa è sta­to fatto il racconto fra le case e le fognature . « E un po' che non pio­ve, la terra è dura, il piccone non entra" spiegano i compagni com­piaciuti «ma ée l'abbiamo fatta lo stesso" . ·11 nucleo più grosso di occupanti è formato da operai edi­li, la loro esperienza è stata pre­ziosa. Ma ognuno sa fare tanti lavo­ri: « Abbiamo attaccato anche la lu­ce , domani mettiamo l'acqua D.

Dopo l'occupazione, nella notte fra lunedì e martedì poche ore do­po i funerali di Tonino Miccichè, la maggiore preoccupazione di tutti è stata quella di organizzare la lotta fin nei minimi particolari, grazie an­che ai compagni del comitato di lotta della Falchera, che vengono

tutti i giorni a dare consiglr e una mano nei turni di guardia.

Ogni scala ha i suoi delegati, ogni giorno si svolge l'assemblea gene­rale. C( Abbiamo portato una sirena: un colpo prolungato vuoi dire che c'è l'assemblea. Quando suona arrivano subito tutti ". Un altro segnale signi­fica «movimento sospetto", e tutti sanno cosa fare.

La disciplina è proprio l'elemen­to che i compagni di via - Fiesole sottolineano con più soddisfazione. All'argomento è stata dedicata la discussione dei primi due giorni. Il terzo si è parlato dell'ailiargamen­to del fronte di lotta, delle nuove occupazioni, dei rapporti con i sin­dacati: è stata subito mandata una delegazione alla CmL per prendere contatto e chiedere - l'impegno della federazione sindacale.

L'attenzione al problema della di­fesa, all'importanza di e-ssere sem­pre tutti presenti, non è una forza­tura «miilitarista »: è disciplina ope­raia, piena coscienza che «con la lotta dura vinciamo" e che non è la lotta per « quei" 120 alloggi, ma per la casa a tutti gli operai. « Tutti san­no che non sono venuti a rubare la casa di un altro lavoratore come loro, e lo spiegano in fabbrica a chi non è ancora convinto". E per an­dare avanti, è importante che tutto funzioni.

I picchetti sulle barricate fanno il « filtro" di chi entra ed esce: si passa solo se il proprio nome ri­sulta sull'elenco degli occupanti. Per la guardia ci sono tre turni di ot­to ore ciascuno. I delegati hanno l'elenco dei "turnisti " ed ogni tan­to fanno l'appello, per controllare che ognuno sia al suo posto. Di not­te una ronda controlla la rete che divide -le torr i del caseggiato in costruzione: gli occupanti sanno di avere una grossa responsabilità an­che di fronte agli altri prolletari, co­me le oltre 220 famiglie che sono ar­rivate per occupare e che, non tro-

vando plU alloggi liberi, si sono messe in « lista di attesa".

« 'l'organizzazione non manca di niente - racconta ancora il compa­gno della Morando - qui non è gen­te sprovveduta , che non sa niente di politica, almeno il cinquanta per cento, dico almeno, già prima 3veva le idee ben chiare su cosa è una lotta". Questi sono infatti gli oc­cupanti di via Fiesole: quasi tutti iscritti al sindacato, molti al PCI, tutti operai, la maggior parte edili. delle sezioni Fiat, di me.die fabbri­che che portano nella lotta l'espe­rienza degli scioperi e dei cortei ope­rai. Tutti immigrati. " Qui la lingua ufficiale è il siciliano".

Il dialetto risuona la sera attor­no ai fuochi accesi davanti alle bar­ricate . Ogni picchetto ha la sua fi­sarmonica, si canta e si balla tutta la notte. IC Lotta Continua" la cono­scono tutti. Poi ci sono le canzo­ni dialettali e altre inventate lì per lì. Si prende l'aria di motivi cono­sciuti, anche di musica leggera, si cambiano le parole: « Se vengono i fascisti gli tagliamo i coglioni ", dice una canzona, in siciliano.

Per domenica è stata organizza­ta una festa popolare . Davanti alle case ogni tanto i bambini improvvi­sano un corteo. Ai balconi le ban­diere rosse con il pugno. Insomma,

giorno per giorno, si prende confi­denza, si fa conoscenza, la vita as­sume un aspetto che non è « nor­male" nella misura in cui ha una d;mensione collettiva, basata sulla collaborazione e la solidarietà. Una grande scritta rossa ricorda che, se la serenità è garantita dalla serie­tà e datlla disciplina di tutti, la lot­ta per la casa può anche avere i suoi caduti: cc Operai requisiscono le case, ricordano nella lotta Tonino Miccichè ".

Nessuno si tira indietro_ Le don­ne? cc Non ho trovato mai donne così - dice un operaio - fanno anche loro i turni di guardia, oom­presa la notte "_ cc Compagni così non se ne sono mai visti ", ci ten­gono a sottolineare tutti, per dire il livello di maturità e di coscienza delle famiglie proletarie di via Fieso­le . C'è chi è stato di vigilanza per cinque giorni filati alla Falche­ra, per Tonino Miccichè. Ora sta qua ed è una settimana che non dor­me. cc Lo devi fare" gli spiegano gli altri occupanti intransigenti. « Og­gi sono riuscito a dormire tre ore ", cc beato te . io nemmeno quelle ".

E' il pomeriggio di mercoledì 24, gli occupanti si preparano con il loro striscione per la fiaccolata del­la Resistenza.

Torino: occupazione di case private, la polizia spara e arresta

TORINO, 28 - Stanotte una trenti­na di famiglie operaie ha tentato di occupare uno stabile privato in C. Unione Sovietica: di fronte a Mirafiori_

E' un grosso palazzo di 13 piani, dove il lusso e gli sprechi abbon­dano.

All'ultimo piano c'è la piscina, sot-

to uffici. alloggi con tripli servizi, poi marmi cristallini.

L'impresario che l 'ha costruiti) è quel famoso Manolino, grosso specu­latore edilizio con stretti rapporti con la DC e con il PSDI , assiduo let­tore del Borghese, che i proletari di Torino conoscono bene.

Di Manolino erano infatti quei pa-

lazzi occupati pochi mesi fa e poi requisiti dal comune per gli 'lccupan­ti della Falchera. Appena requisiti. Manolino aveva fatto togliere tutte le porte , i vetri , i servizi igienici, per renderli inabitabili. Aveva poi fatto ricorso e il giudice gli aveva dato ragione .

Ma la guerra dei proletari con Ma­nolino continua : le famiglie che sta­notte hanno occupato il suo nuovo pa­lazzo chiedono la requisizione di tut­ti gli alloggi sfitti al 10% del salario.

Le famiglie non erano ancora en­trate tutte, altre aspettavano fuori, quando sono arrivate le pantere della polizia.

Da un'auto scendono tre poliziotti, che iniziano subito a sparare contro il picchetto di occupanti che era di presidio alla porta.

Entrati nell'androne sparano un ter­zo colpo sempre ad altezza d'uomo con l'evidente intenzione di uccidere.

Non contenti di questa provocazio­ne i poliziotti si lanciano in una cac­cia all'uomo con inseguimenti ad armi spianate nei cortili e nelle ca­se vicine.

AI termine di questa « brillante ope­razione poliziesca" viene arrestato e in seguito portato alle Nuove il com­pagno Carmine Gatta, con gravissime imputazioni.

Il comitato di lotta per la casa di via Fiesole ha rilasciato un comunica­to che denuncia cc questa provocazio­ne poliziesca che si inserisce in un clima di pesanti -intimidazioni che ha già provocato vittime tra i !,,"0'-2,­tori in lotta per la casa_

L'azione di questa notte assume una particolare gravità e significato poi itico in quanto ha sgomberato uno stabile che da tempo poteva essere ultimato e che la speculazione rende non disponibile per la soddisfazione del bisogno di case ".

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A - LOTTA CONTINUA

La sera del 26, appena conosciuti i risultati delle elezioni, un corteo di auto strombazzanti è sceso al centro della città. Era la media borghesia di ' LisboDa che, dopo tante frustra­zioni, conosceva finalr:nente la - sua ora di libertà e ' di trionfo. Masi ' è trattato di un trionfo stonato, e di una libertà vigilata . I borghesi hanno can­tato vittoria in automobile, con la vo­ce strozzata. Hanno avuto accesso alle piazze, camuffati però sotto una b" ndiera pur sempre rossa, quella del pa rtito socialista. ' Le poche bandiere gialle del PPO, che spuntavano di quando in quando da qualche finestri­no, cercando legittimità nella confu­sione, venivano insultate e sputate dalla gente ai margini , e ritirate fret­tolosamente come l'antenna di una lumaca.

Incé.l.paci di espressione propria e di fantasia, i borghesi hanno dovuto scimmiottare le forme del grande entusiasmo di popolo che aveva in­vaso la città due sere prima. Senza la gioia di canti, le voci dei proletari, la ,festa dei borghesi è apparsa come una livida carnevalata. Alcune ele­ganti signore tedesche e americane di 'mezza età, che avevano evidente­mente frainteso la situazione, hanno creduto di poter osare, in piazza Ros­sia, di staccare dei manifesti del PCP: ma sono state costrette a rien­trpre a :.Jambe levate nel loro al­br ' i"v.

1"1 tentativo della borghesia di pre­cfpitarsi sul successo elettorale del partito socialista per trasformarlo in una propria vittoria, è rimasto così, fin . dal primo giorno, sospeso a mez­z'aria. Il più accorto dei dirigenti so­cialisti Mario Soares, si è reso im­rr ·',': .' lmente conto della necessità d! .' _ ,dere le distanze da questo ten­tativo, -. si è guardato dall 'attribuire

al voto socialista una connotazione anticomunista o anti MFA. AI con­trarlo, appena avuta cognizione della dimensione del proprio successo, quando ancora un terzo delle schede doveva essere scrutinato, si è affret­tato a dichiarare che il voto non smentisce, bensì conferma, l'indiriz­zo e l'equilibrio del governo attuale.

All'indomani, Soares ha accentuato e reso più esplicita questa posizione ,respingendo vigorosamente la tesi secondo cui la destra si sarebbe rac­colta sotto le sue bandiere, e pren­dendo le distanze da ogni ipotesi di alleanza con il PPD, un partito -- ha detto -- che prima si dichiarava libe­rale, poi socialdemocratico, poi sò­cialista, ma che in realtà ha avuto

voti della borghesia. Perché tanta prudenza? In queste

dichiarazioni non c'è solo l'abilità ma'­novriera di un opportunista consu­mato quale egli è; c'è la consape­volezza dell'ambiguità reale del voto socialista. Una analisi sommaria del­la composizione e della distribuzio­ne di questo voto mostra che il Par­tito Socialista ha raccolto, accanto al consenso convinto della piccola borghesia urbana, una spinta popola­re che non è ancora chiaramènte de­finita in senso partitico, ma che è pienamente coinvolta nel processo ri­voluzionario. E' dunque assai più un voto di movimento che un voto di partito, ed è assai più nettamente orientato a sinistra di quanto forse non appaia all'esterno. ,

Mentre il partito comunista ha toc­cato percentuali molto alte in zone ristrette del paese (le concentrazio­ni operaie e le zone rurali investite dalle lotte bracciantili). e percentuali molto basse nel nord e in generale nelle campagne, i suffragi socialisti sono ' più uniformemente distribuiti.

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Fuorilegge il M SI! No alle leggi liberticide

·del governo Moro! Roma: oggi alle ore 17

assemblea a Lettere per la libertà di Flabrizio Pan­zie n e contro le' leg­gi speciali. Parleranno Lan­dolfi e Natoli.

Napoli: oggi alle ore 17, al Politecnico, presentazio­ne del ,libro «,1943·45: resi- o stenza come rivoluzione l) .

Partecipano Guido Campa­nella (<<Jena») e Nello Ro­vatti . (comnrissario della Repubblica di Montefiori­to). Verrà proiettato il film « Marzo '43-luglio '48 ». Mer­cOledl, alle ore 17, al Poli­tecnico, « Torniamo parti­giani l) , spettaoolo del Can· zoniere della Magliana. Sa­luto dei compagni cileni.

Dalminr (BG) Merp-oledì alle 20,30 assemblea przs­so il circolo culturale.

Alessandria: mercoledì manifestazione provinciale per il MSI fuorilegge e di solidarietà internazionali­sta con i popoli dell'Indoci­na, del Portogallo e della Angola. Concentramento al­le ore 18,30 i.n piazza Li­bertà. -

Ravenna: mercoledì rac­colta di firme davanti alla COOP di via Chiavica Ro­mea.

A Gavoi (Nuoro) ha ade· rito la sezione locale del PCI.

Sicilia: il Teatro operaio presenta lo spettacolo «La caduta dell 'impero demo­cr istianQ)) oggi ad Agrigen. to, mercoledì a Palermo e giovedì 1. maggio a Milaz­zo (Messina)_

Per i comitati promotori locali II Comitato nazionale

per lo scioglimento del MSI infonna che le sche· de con le finne autenti­cate devono essere conse­gnate, prima di recapitar­le a Roma, aUe segrete. rie comunali perché esse annotino accanto a ogni firma il numero d'isclizio­ne alle liste elettorali e la certificazione del comune, Le segreterie comunali so· no tenute a restituire poi le schede entro 48 ore dal­Ia conseglla. Le schede de­vono poi pervenire a Ro­ma entro i primi dieci giorni del mcse di mag gioo

Ciò non è però il segno di wn più profondo radicamento di questo par­tito, come una analisi . borghese del voto cerca di far credere, bensì la espressione -- i nevitabi I mente defor­mata dallo specchio elettorale -- di una realtà fluida e in rapido cambia­mento.

Altrettanto miope e superficiale sarebbe voler vedere nel fatto che i voti operai si sono distribuiti in mi­sura pressoché eguale tra i I Partito Socialista e il Partito Comunista, la possibilità di introdurre una scissio­ne nella , classe operaia. Né nel mo­vimento di massa, né nel quadro isti­tuzionale (che è determinato in mi ­sura preponderante dal ruolo del MFA) esistono oggi le condizioni per un uso scissionista del voto andato ai socialisti.

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Così, paradossalmente, la direzio­ne sòcialista si trova in un certo sen­so imbarazzata del proprio successo; un tentativo di usare il voto per scin­dere il movimento potrel:Jbe rivelarsi disastroso e rovesciarsi nel suo con­trario: potrebbe essere cioè il mo­vjmento a scindere il partito, un par­tito che se fino a ieri aveva due ani: me, oggi si trova ad avere due corpi.

Di questo Mario Soares non è il solo a rendersi conto. Il partito comu­nista da un lato, e l'ala più radicale del MFA dall'altro, ciascuno con un proprio progetto, ne sono altrettanto consapevoli.

Il PCP non ha minimamente modi­ficato, dopo le elezioni, l 'analisi e le posizioni enunciate da Cunhal nel co­mizio di chiusura della campagna elettorale di mercoledì scorso. La sua' aggressività non era dunque fon­data su di un errore di previsione . Cunhal aveva affermat0 che queste elezioni potevano essere «solo par­zialmente libere.. poiché «la rea­zione ancora oggi sfrutta, oppri­me , corrompe , inganna , coarta e inti­midisce la popolazione .. in gran par­te del paese, e aveva preannunciato che il PCP · non avrebbe accettato il significato delle elezioni nelle zone dove « il 25 aprile non è ancora ar­rivato ". Il segretario del PCP aveva sottolineato più volte , quasi per met­tere le mani avanti, che se elezioni erano possibili in Portogallo , ciò era dovuto al fatto che le masse si era­no battute per due volte nelle strade contro la reazione, e che anche in futuro sarebbe stato necessario « an­ticipare con azioni di massa le ma­novre della reazione ...

. L'editoriale di domenica dell'Avan­te, organo del PCP, commentando il risultato delle elezioni , riprende pari pari queste indicazioni e annuncia una " intensificazione della lotta >, su tutti i fronti .

Anche nei riguardi dei socialisti il PCP non attenua la durissima pole­mica della vigilia : «gli operai esi­tanti e i salariati agricoli che, confu­si dall'uso demagogico che i politici borghesi hanno fatto dell a parola so­cialismo, hanno votato per un partito che non ha dato sino ,ad ora alcuna

prova di essere impegnato nella lot­ta contro i monopoli e i latifondi -­scrive l'Avante" -- saranno al no­stro fianco nei momenti decisivi, poi­ché essi desiderano non meno dei loro compagni comunisti distruggere il capitalismo in PortogaI6 ... Il giorna­le del PCP sottolinea ancora la «chia­ra intenzione di sinistra .. dei lavora­tori che hanno votato per il partito socialista, il quale « si trova dunque

. posto di fronte a una alternativa ine­ludibile: o si identifica con le aspi­razioni di chi ha avuto fiducia nelle sue promesse, ( ... ) rinunciando defini­tivamente a un ' comportamento ca­rico di ambiguità e di contraddizioni, oppure sceglie la linea della demo-o crazia borghese e della conciliazione con i monopoli (. .. ) .. e in questo ca­so dovrà pagare la cambiale ai lavo­ratori che gli hanno dato il voto.

Il PCP sembra dunque puntare, al­l'indomani delle elezioni, più ad esal­tare le contraddizioni nel partito so­cialista, che non a tendere la mano al suo gruppo dirigente, Non è un caso che non solo non venga in al­cun modo ripresa la « teoria del 51 per cento" (che corrisponde tra l 'al­tro esattamente alla somma dei voti dei du'e .partiti), ma al contrario si affermi settariamente che «contro il linguaggio apparente dei numeri possiamo oggi ' proclamare con rad­doppiata fiducia che la vittoria è dif­ficile, ma è nostra '''' e che si rilanci un durissimo attacco contro ogni pos­sibile riedizione della teoria del « pat­to del progresso ".

Una teoria, aveva detto Cunhal al comizio di mercoledì scorso, ' che porta i dirigenti socialisti a racco­'mandare « quello che essi -- co­piando una espressione straniera -­intitolavano compromesso storico, cioè un compromesso tra le forze democratiche da un lato e dali 'altro i monopolisti e i latifondisti ( ... )., un compromesso che voltando le spalle alla classe operaia e alle masse po­polari, essi vogliono stabilire con i signori del capitale e della terra ", e in forza del quale «al popolo viene concessa la I ibertà di protestare con­tro lo sfruttamento mentre i mono­poli continuano a mantenere, come prima, la libertà di sfruttare ".

Se il PCP può, con tanta sicurezza, chiamare la vittoria socialista sul banco di prova, è perché ha del tutto chiaro che di questa vittoria i diri­genti socialisti sono piuttosto prigio­nieri che padroni, premuti dal basso dal movimento di massa e sorve­gliati dall'alto dal movimento delle Forze .Armate. Sono questi, ancora oggi, i due fattori dinamici del pro-

cesso rivoluzionario, destinati a con­dizionarsi a vicenda in modo profon­do. Il Partito Socialista, protagonista apparente, non può certo rompere con l'uno e con l'altro senza spi n­gersi in un'avventura reazionaria e rischiare di nuovo -- come ha già fatto 1'11' marzo -- il suicidio.

L'unica tattica che gli è poss ibile in queste circostanze_ è dunque quella di puntare, mentre si proclama dispo­nibile all'unità a sinistra, ad una ma­novra avvolgente che tenda a far emergere l'ala moderata delle forze armate e ad affidare ad essa l'inizia­tiva.

Il Movimento delle Forze Armate non è e non può essere, per sua natura, politicamente omogeneo. E' probabi le che la stessa campagna elettorale, nonché il risultato delle elezioni, abbiano aperto al suo inter­no nuove contradd izioni.

Oa quanto sinora si può capire tut­tavia, la tendenza più · avanzata che opera al suo interno, e che si muove al di fuori degli schemi dello stesso PCP, non è stata messa sulla difen­siva . Essa è maturata lentamente , nel corso di quest'anno, ed ha ac­cresciuto il proprio peso e il proprio prestigio dentro l'esercito e fuori , nella stessa misura in cui il proces­so rivoluzionario si approfondiva e trascinava nella lotta nuovi settori della società . Il segno di questa ma­turazione è testimoniato dal dibatti­to che si è aperto e che è ben lon­tano dall'essersi concluso, intorno al ruolo delle Forze Armate nel proces­so rivoluzionario, ovvero, in termini semplificati, intorno al modo di sfug­gire al dilemma tutto borghese tra la scelta di restituire il potere ai partiti così come sono, e ritornare a chiudersi in caserma, e quella di avocare il potere all'esercito così com'è, con il rischio di chiudere in caserma la società.

Non c'è dubbio che è stata la di­namica della lotta di massa, della lot­ta contro il fascismo e la reazione, e del processo di epurazione nelle forze armate e nella società a por­re, sia pure confusamente, le pre­messe per il superamento di quel dilemma.

Sempre più ha cominciato a farsi esplicita, nella componente più avan­zata dell'esercito, quella che rifiuta­va l'identificazione nel PCP, l'esigen­za di un «referente civile» diverso da tutto ciò che attualmente esiste, e una organizzazione di avanguardia delle masse, capace di dare una pro­spettiva e di saldarsi con i I processo di «politicizzazione integrale.. delle Forze Armate che è il fine dichiarato

Martedì 29 aprile 1975 Mal

delle sue componenti più avanzate. L'esperienza del lavoro di dinamizza­zione e la stessa campagna elettora­le hanno contribuito a chiarire que­sta prospettiva. Oggi vi sono militari che affermano come obiettivo della dinamizzazione nelle campagne, la necessità di creare assieme alle masse «una sorta di FRELlMO .. , la organizzazione rivoluzionaria del Mo-zambico_ .

La posizione offensiva di questa ala del movimento delle Forze Arma­te è stata ampiamente illustrata oggi in una conferenza stampa del «bri­gadeiro» Otelo' de Carvalho.

Egli ha parlato, tra l'altro, del si ­gnificato del voto socialista, che mol­ti elettori, «a torto o a ragione",

·hanno inteso come un voto 'a favore del programma socialista del MFA, ed ha affermato a chiare lettere di non ritenere che i dirigenti socialisti « vorranno fare karakiri politico .. vol­tando le spalle a questo voto.

Carvalho ha affermato po'i che il Movimento delle , Forze Armate, sen­za disprezzare i partiti, guarda tutta~ via al di là di questi, al movimento di massa e alla formazione di consi­gli di lavoratori, di comitati popol~­ri, e anche allo sviluppo della orga­nizzazione dei soldati come alla for­za che permetterà di portare avan­ti il processo rivoluzior.lario. A questo proposito egli ha anche detto che « la formazione di un nuovo esercito, di un ' esercito popolare" è facilitata in Portogallo dall'esistenza all'inter­no delle Forze Armate attuali di po-tenti alleati. .

Quanto alla possibilità di un inter­vento della NATO, che volesse legit­timarsi con il risultato delle elezioni, il capo del Copcon ha detto di rite­nerlo del tutto improbabile, « perché neppure la NATO ha interesse a sui­cidarsi scatenando ne! nostro paese una guerra rivoluzionaria ".

P~ù probabile è invece che l'im­perialismo agisca attraverso il sa­botaggio economico, «che è già in atto", e" quell'impero nell'impero

. che è la CIA". A questo' proposito Otelo de Carvalho è ritornato sulle accuse che egli aveva rivolto all'in­domani dell'11 marzo all'amb-asciato­re USA Frank Carlucci. « Il popolo portoghese -- ha detto -- lo consi­dera in effetti un agente dell'imperia­lismo e un elemento indesiderabile. Il governo portoghese, per ragioni facilmente comprensibili, non lo ha invece dichiarato persona non grata. Se il signor Carlucci preferisce atte­nersi al giudizio ufficiale del governo anziché al desiderio del popolo por­toghese, resti pure in Portogallo".

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Martedì 29 apr~le 1975 LonA CONTINUA - 5

Si combatte alla periferia di Saigon mentre A Milano i~ 25 ' a~~ile il generale Minh assume la presidenza erano 500 I soldati In corteo: Il coprifuoco prolungato a 24 ore su 24

L'estrema lentezza con cui sono state condotte a Saigon le procedu­re per i I «passaggio di poteri» dal­l'uomo di Thieu, Huong al generale Van Minh - lentezza provocata in realtà dall'intervento dell'ambasciato· re USA Martin - non ha impedito un 'ulterio re avanzata delle forze di li· berazione. Dopo la caduta di Long Thanh, 27 chilometri a est di Saigon , . e di Phuoc Le sulla strada che col­lega la capitale al porto di Vung Tau , si combatte ormai alla periferia di Saigon, attorno al ponte sul Dong Nai. Una sede neocolonialista, la Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, è stata incendiata dal· le forze di liberazione, mentre le ban­diere del GRP sventolano già sulla riva settentrionale del fiume. Anche l'aeroporto di Tan Son Whut ha su· bìto un violento bombardamento.

A Saigon, che sta vivendo le ulti­me ore di regime neocoloniale con la ambasciata USA ancora febbrilmente impegnata a rallentare al massimo le procedure di sgombero, il genera· le Minh ha affidato, dopo aver as· sunto la presidenza, la carica di pri­mo ministro al senatore Vu Van Mau, preSidente della Forza di ricon· ciliazione nazionale buddista, creata nel settembre scorso, e ha dichiara­to che il nuovo governo è un gover· no di riconciliazione nazionale che potrà riprendere i negoziati con il GRP. L'uomo che nel 1963 rovesciò il dittatore Diem ' e che viveva da dieci anni ai margin i della vita poli­tica sudvietnamita, ha anche annun­ciato la liberazione dei detenuti poli· tici e il rispetto delle libertà demo· cratiche. Per quanto tardive e pro­crastinate al massimo, queste misu­re dell'ultima ora, prese nel momento in CUI I razzi del FNL hanno già in­cominciato a martellare la capitale sudvietnamita e ciò che resta del regime neocoloniale, dovrebbe tutta­via creare le premesse per una solu­zione politica della guerra, se tale an­cora può essere·-d.e'frnrta U'ha situazio­ne in cui si combatte a 6 chilometri dal centro della capitale.

Ma se l'ultimo atto di sgretolamen· to delle strutture fantoccio è stato compiuto, manca ancora a completa­re un pOSSibile quadro di negoziato col GRP per l'attuazione degli accoro di di Parigi, il ritiro completo dei consiglieri USA e l'allontanamento

della VII flotta dalle acque territoria­li indocinesi. A Washington, dopo la dichiarazione storica del presidente Ford della ~ettimana scorsa a New Orleans che « la guerra del Vietnam è finita per quanto concerne l'Ame­rica", non sembra più concepibile un reimpegno americano sotto qual­siasi forma . Cionondimeno, il conti· nuo rinvio dell'evacuazione degli americani di stanza a Saigon e la pre­senza massiccia delle forze aerona­vali USA nella zona costituiscono se­gni sinistri dell'ostinazione imperiali­stica a procrastinare al massimo lo inevitabile sganciamento definitivo.

Ma quali carte può ancora spe­rare di giocare l'ambasciatore Gra­ham Martin , mentre l'aeroporto di Saigon è sotto il tiro delle artiglierie popolari e i suoi stessi fantocci so­no stati estromessi dalle pur così scarsamente rappresentative istitu­zioni saigonesi? Grava sempre sul Vietnam 18 minaccia di una r.itorsio­ne in extremis , di cui l'i mpiego de.!.!..e bombe a depressione nella battaglia di Xuan Loc è stato un criminale preavviso. E le ultime ore, con l'ine­vitabile esplodere delle contraddizio· ni in seno allo stesso esile regime neocoloniale e negli apparati collabo­razionisti, di fronte alle difficoltà di un'operazione di evacuazione condot­ta all'ultimo momento in mezzo alla ostilità e ai risentimenti dei fantocci più compromessi', potrebbero essere quelle più propizie per tentare un col­po di coda.

A Saigon intanto , la giornata che si è aperta COn l'insediamento del ge­nerale ' Van Minh alla presidenza e la formazione del nuovo governo di Vu Van ' Mau si sta chiudendo con il prolungamento del coprifuoco a 24 ore su 24.

Violenti tiri di armi automatiche avevano sconvolto nel tardo pomerig­gio il centro della città , nei pressi del palazzo presidenziale e del quar­tier generale della Marina, mentre due' ' éaccia bombardieri A-37 -della aviazione sudvietnamita sorvolavano a volo radente la città dopo aver sganciato il loro carico di bombe sull'aeroporto . Nelle vie deserte del­la città sono state rapidamente in­stallate batterie contraeree mobili nell'eventualità di nuovi attacchi ae­rei di un'aviazione che non è più controllata da nessuno.

DOPO TRE ANNI DI LOTTE ININTERROTTE

A Parigi, un portavoce del GRP commentando gli ultimi avvenimenti a Saigon ha dichiarato che non è pos­sibile alcuna soluzione politica nel Vietnam del Sud se gli Stati Uniti non cessano la loro ingerenza negli

affari interni del paese e non rispet· tano la sovranità e l'integrità territo­riale del Vietnam, e se non viene smantellata l'amministrazione di Sai· gon con tutti i suoi meccanismi di guerra e repressione.

USA 60.000 disoccupati cacciano il seno Humphrev

Una recente dimostrazione di operai della Generai Motors a Fremont, contro -i licp.nziamenti

Il senatore democratico del Minesota, Hubert Humphrey, è do­vuto fuggire ieri a Washington senza tenere il suo discorso di fronte te a 60.000 disoccupati che si erano riuniti nella capit~le per una giornata di protesta contro l'amministrazione Ford e la crisi econo­mica che ha portato in breve tempo la disoccupazione in USA al 9 per cento della popolazione attiva.

la manifestazione era stata organizzata - nonostante l'opposi­sizione del segretario e boss democratico Meany - da alcuni sin­dacati di categoria, metalmeccanico in testa deIl'AlF·CIO la centrale sindacale « progressista» e legata al partito democratico.

la giornata di lotta era stata indetta soprattutto dopo che nei vari Stati si erano succedute iniziative autonome ' e spontanee di di~ soccupati, soprattutto nal settore dell'auto.

Far parlare Humphrey era una manovra demagogica per far rien' trare in carreggiata uno stato d'agitazione che non solo ha spaccato e disorientato le dirigenze sindacali, ma che per la prima volta met­teva a nudo le contraddizioni sociali che la crisi ha determinato negli Stati Uniti.

la dimostrazione di oggi è il primo grande raduno di massa di disoccupati negli Stati Uniti dopo la crisi degli anni 30; il giorno prima al Senato era stata in fretta e furia presentata una legge che prevede lo stanziamento di sei miliardi e un milione di dollari per creare poco meno di un milione di posti di lavoro nel settore pubblico.

Si tratta di un palliativo demagogico se pensiamo che la percen­tuale del 9 per cento corrisponde a più di 10 milioni di disoccupati.

Canada - Si prepara un nuovo salto in avanti del movimento operaio del Ouebec

(Cornispondenza dal Quebec)

MONTREAL, aprile - A ~e~gere UlIl ~l'uallisilasi giarna' le del Ouebec, non semhra d~ trovarsi ,in Nord-Ameri· ca: j.J numero, l'intensità degli oioperi, le rivendica' zioni, Ile forme di 'Iont-a, la ~ress-a c31pacità degli operai ID sciopero di raccog!liere

ROMA Il comLt3Ito ·rilfugiati po·

htioi ;an.twllJScisti, la sezio' ne Tomana di mag'istrature demoor.atica e Jl 'cOIhlettivo di gi1lllr.ispTUdenza invitano tutti i 'Tifugiatli pdlitici, gli stra.nieri am.tifasci:sti ed i COInipag;ni tali31nÌ a parte· opare aJlla discussione di un progetto di legge su:i dir.HJt,i pO'Jiotici e civ.ili dei rifugiati in Itala, in attua· zione dell'All't. lO d€l1'la 00·

stlituzione antifa:sci:sta. La proposta di legge sarà

Presentata dai Senatori Umberto TeI"l'acini e Gene· roso Petrella, estensorI del Progetto.

vO'I'll~ionarie del Quebec e dei vari .gruppi etnici di emig'ranti (i,ta:liani, .porto' gheSoi, spagnOlI'i, ha iti.ani, eco cotera).

Per capire te radlÌci del' la forza e cOlffilba-t<tività d el proletaJrj3to der,1a zona, bi· sogna nifarsi, da un Uato, aJJ.le oarat'1eri'stiche specifi' che del C3Jp1utaj·;lsmo e ,della compas·iz,ione di olasse ·in Quebec, dallll'a1lrro, al peso che qui ha la questi'One na' ziona'le.

All'a.ssemlJlea ohe si ter' rà il 29 aprile prossimo al· le ore lO nei\1l'aula l a della Facd1tà di Giwrisprudenza, hanno aderito, ,assicurando la loro partecipaZJione, r.ap· Presentanti di rutte ,le foro ze pOlitiche stJr·aniere demo­cratiche presenti in Italia.

,intorno a sé vasrti ma· vimenti <eti solidanietà sem· Ibrerelbbero '. piwt.tosito ca· ·ra t ter:ist<irahe d·i un paese europeo. l,n ques'ti giOl-n~, ed è solo un es'empio, sono in sciopero i portualli dei porti del O1+ebec (obiettivi : un considerevole aumento 6a!].ariale e Ila garr-anzia del sa'l'ario, «'lavorando o no ,,) ; i minatori eLi Asbestos c ThetfOlrd, che già stanno cos-toringendo iii governo lo' eale a prendere misure per la preveIlZ'ione della malato ti'a professionaJ:e più gra' ve e più ·tilpica del -ioro la' voro, Il'amiantos,i; gli IDse­gnamn de!:l'uIl1iversÌJtà del Queboc a T'TOIilS R'ivieres, che, ovganizzati da un sin· dacato 'noto non solo per la sua cOlmJb'aJ1:tivi,tà, ma anche per ~e sue posizioni politi· che di s.i·nistra, Ila Federa' tiO'n des Enseigmants Que· tbecois, chiedono un potere d,i COil'tTO'nO delJ'assembl.ea degLi 1.nsegnamlti su,"Ja IpOLi<ti' ca del rettorato e dell 'am­mirnstrazione, ecc. Le steso 'se Ol1lJ11piadi, che dovrebbe' mo ,,;vo~gersj: nel 1976 -a Montreal, sono in perilCO' lo: data l'a mancanza quas.i tota'le di insta1lilazioni ~por· t,ive nella ci.t'tà, l'un~'ca con· dizione perché ·i giochi si pcssano svolgere è che i la· vori di costruzione di stadi, v'illf.aggi oli'm]YÌoi, attrezzatu' Ire, sia!l1o rompiut·i in tem­pi strettissnmi Ques to fa sÌ che gli operai addetti siano so'Utoposti a ri'tm~ di lavoro s<paov611tosi (10 ore ai! gior­no per 6 giorni Ila settima· na), ma alI tempo 'stesso dà loro- un'arma potente, visto che ogni 'pur breve inJterru' zione dei lavori rischia ùi esore fatale. Un primo &010 ' pero, condo.tto dagli eperai addetJt-i alille infrastrutture meota;,liche, si è appeil'a con· c1ul$o, con una vi<ttor.ia; ma è chiaro ohe agiltazioni si ,pobranno produrre in altl'i set tori deLla manodopera edq·le.

Scontro tra operai e polizia nel Québec

NOil'ostante sia stata ìa zona di prilma coilonizzaZlio' ne (fin ,daN'lÌlI1izio de: '600 vi vennero fondall:e 'le prime d,ttà), sul Ipiano dello svi­luppo del I '·i·ndust·rialirzzazio­ne iii Quebec è rÌ'spet'lO al resto ,del ,Canada, una zona miatJivamente arretrata. Più che nelWinduS'tria manifat· turiera e di trasformaz: c ne, l'economia de!lb zona ap' pare SlPecial:,i zzata nelle «ri· sorse natura'l·i» (industria es<tr3Jl'tiva, pesca, ecc.). Le dimens'ioni normali delle fabbriche sono piL:ttosto ri­dotte, e in genere non su­perano le poche cenlJinaia di opera'i. Questo si tradu­ce nelila maggior gravità deg!i effetti del!la crisi e in condizioni di maggiore sfruttamento per gli operai, i cu,i salarii sono in media inferiO'l'i (e del 20 per cen° to) ris pet to a q uell i de1l1c

operaie delle varie fabbri­che è a·ssai più facile svi­'Iuppare una mobjùi,ra~io[]e di solid3lrietà e dii appoggio ohe ·co.lTlJprende n.on so!lo gli a'btri sebtori dellila classe o· peraia, 'ma 'anche, spesso, significati,v·i sbra'ti di pacco­·Ia borghesia. L'esemp,io più siognific3<t·ivo, ,in questi ulti· mi mes'i, 'è stalto senz'alI'tro 'la lotta 3'1 pi'ccd:o stabilii' men-to (300 epera-i) Firesto' ne. 111JtO'Tno amo sciQlpero, durato dieci 'illes,i, e con' dusosi due mesi fa, si è raccolta tut ta la ci t<tà, i sindaca,ti sono stati prati­camente costretti, daHa pressione eLi base, a Ilancia' re un « ['ronte comune » di appeggio, .i pilCohetti della Fi,re5'tone sono stati aiutatI da gruppi di operai 'Prove' nienti da all,tre fabbriche. A ,loro vol·ta, gli scioperanti halllno pres.tato un consi­stente a~:uto ad 3Jltre agita' z,iOlJ1i. Quando gli inservien· ti, in mag.gioranza qtaliani, deIlI'Uni'Vers,ità McGi,lI -i·1 ba t,iOlJ1e de1d'elirte anglo­sassone - sono sccsi in to·t­ta, gli opera~ del·la Firesto' ne hanno dec iso in assem' blea di recars'i a dare L1'na mano ai 'pi'cchetti, e hanno inscenato una violenta di­mostrazione, nvadendo l'u· n,i'versità e devastandola; costningendo ccsì .i,1 Rettore ad 'avviare r.a trat,tat1va.

Le organiz~zioni promo' triCi di questa 'assemblea M'Valgono UlIl appello a tut· te le forze poliJtWhe demo­oratiche i,ta:liane e parti­CdlaPffiente al!1e organizzar Zioni sindacali, affinché diano il IOllo appoggio mi· Iita:rrte 13. questa iniziativa.

Comitato rifugiati poli· tici antifascisti . Sezio­ne romana di magistra' tura democratica Col· lettivo di giurispru· denza

on ci trovi·amo di fron· te ad UIlla si'waZ!ione ecce· ziOll1ale, ad runa « or'data di ~otta» part:'colarmell'te a­vanZ31ta: 'Un simi.le fiorire di 5CÌopeni è i n Quebec, un dato costante, una situazio' ne nor'ffi3Jle da a,lmeno tre anni. Ed è <probabrIe che <nei prossimi mesi si assista ad una netta accelerazione del movimento, in relazio ' ne agN 'sviluppi deNa crisi e ana mobmitazione, già in corso, dei dipendenti pub­trici, una del1e categorie più combattiNe, qui, e po,lq· t :v.:amente 'più avanzate. A più breve scadenza, un'imo pontan te prova di forza del· 1a olasse è attesa per il pri·

mo maggio. Mentreal è la unica città, in tutto iii Nord· America, ,in culi questa data Vliene cellebrata; ol<lretutto, in Canada, come negli USA, il primo maggio non è fe' sta nazion-ale, 'Per cui le ma' ni festazioni che jn tale OC casione si svolgono hanno ben poco carabtere « ufficia' ,Jc» e sono a tutJti gli effct· ,ti mandestazioni di Jotta. Neg,[,i anni scorsi, jn quella data si so.no avute dimo­straziOlJ1i di vast.ità inedita per il Canada: deci,ne di m;gl,iaia di lIavoratori, con bandiere 'rogse, raccol ti dico tra gli striscioni sindacali c d.ietro quel'1i delle ol-ganiz' zazioni progressisltc eri·

all,tre zone. / Ma è indubbio il pe­

so che ha, i·n Quebec, la quest.iene nazionale. L'eco· nomia è domina,ta dalic compagnie U.S.A. (60 per cento) e da 311tre mu1tina' Z!ional.i: è facile, ,in ques,to con·testo, comprendere la stretta correlazione tra spinta « naDionale » e movi· mento di classe: da un la' to, in fa<t bi, 'la contrappvsi' zione tra proletariato e ca' p;ltall'e è assai più d~ret [3, «'II ncmqco è più facile da identificare» come dicono i compagn i di qui; dall'al· tra 'Iato, intol'no a''1c lotte

Un aHro aspetto maHo importante della situazio' ne ne'Ila zona è dato dal cOI'nvO'Jg~men lto ne.! movi' men·to operaie, con un TUO' lo $'I)esso ,di 3Jvanguardia, de'I settore pubbl ico: che va collegato, non solamcn'tc 3J1 'la genel'a!le crescita di or· ganizz3zione e combattività dei settore in ,tutto il ord ' America, ma di nU0\'O alla quest·ione naziona<le, all<1 cont ra'P'posiz.ione, piLI netta chc altrove, che 0ppone il prolcta·riato, rrancofono, del sct tCTe, ad uno stato che è esso stesso « anglofo' no ».

sabato hanno tenuto una. conferenza stampa

MILANO, 28 - Era la prima volta a Milano, ve· nerdì 25 aprile, che i sol­dati partecipavano in nu­mero così elevato (circa 500) ad un corteo. Per sp.iegare il motivo di que· sta presenza e anche per l' esigenza di far conoscere il mov,imento dei soldati wlla gente e soprattutto agld operai, sabato pomeriggio, al convitto dell'Univers::tà Bocconi, alcuni militari hanno tenuto una confer611 za stampa.

({ La parteci'pa:z,ione al corteo del 25 aprile è sta­to un primo contatto con la popolazione» - ha det· to un soldato. ({ RispetJto al comando è statla una pro· va di forza, J.a riafferma­'U:one del nostro diritto di man:festare pubblicamen-

te ». Inoltre, con questa iniziativa, abbiamo voluto contrapporci a.lla manife­sta:z,ione ufficiale indetta per il 4 maggio, che serve soltanto a legitti1nare co­me antifasciste forze che non lo sono, basti pensa· re che vi parteciperà uffi­cialmente una struttura co me la Nato ».

I soldati hanno poi de­scritto come si organizza· no ,all'interno della caser· ma, come si svolgono le assemblee di camerata ogni settimana, ohe sono momento di disGlLSsione e di dec:sione po·bitica.

Rispetto alla repressio­ne, fino ad ora non ci so· no state denuncie: l'arma più usata sono i trasferi' menti, con motivamoni inerenti al Iservizio. Ma ogni mezzo viene usato

per impedire ai soldati di parteoipare alle manifesta· Ziioni viene ritardata l'ora d8JlJa libera uscita, contJrol· lati i tesserini dei soIdati che rientnano, perquisite le borse.

Alla caserma Perrucchet­ti il giorno dei funerali di Zibecchi e il giorno dello sciopero generale sono sta· ti bloccati tutti i permessi.

Dopo la manifestazione del 25 aprile, i carabinieri hanno fermato tre soldati della caserma Montello e li hanno condotti in caser· ma per perquis-irli . Non hanno trovato nulla, ma i tre soldati si trovano egual mente in « attesa punizio· ne ». Antonino Anza, gene· ,-ale del III corpo d 'arma' ta, ha ordinato eLi IÌnfligge­re una punizione esempla· re.

TORINO - LA MANIFESTAZIONE « ISTITUZIONALE» DEL 27 APRILE

Un unico grande abbraccio ... ma poi sono arrivati i fischi

TORINO, 28 aprile -Palssano i carabinieri,

paissano i fanti e gLi alpi· ni, passano i marinai e i nnanzieri, passano bandde' re amerioane, socialdemo­cratiche e democristi3ine.

NeI 0.:.810 sfrecciano gli F-I04, nella strada danza· no le majerettes. Aiola fi­ne ,passano i partigilani e la fO'lla, finalmente esplode in un 8Jppl'3iuso.

In questo modo, in un clima a metà tra Ila « ker· messe» paesana e ,la com­memoraZlicme i-sti tuzionale si è svo'lta ieri ffialttina a To'r ino la celebrazione «uf-11cia.le» della Li'berazione della ci·ttà. Un unico abbrac cio pob:tico, tanto e<Ìuivo' co quanto strumentale, ha unito nella stessa manilfe­staZiione d combattenti ga­ribaldini e i partigiani del­le formazioni autonome, le gemrchie milU,tard golpiste a i soldati democratiQj co­$tretti a sfilare dopo gior· 'ni di esercitazioni massa· cranti, la bandiera a ste.lle e 'striscie e i golf aloni glo­orioSi dei paesi contro i quaLi la. ferocia nazista e faoscista si è scatenata.

Qua.1i considerazioni po· ·litiche si ·possono tr&rre da una manMestazione co· me queHa di ieri? Innanz,i­tutto, chi l'ha valuta e per· seguita tenacemente, non può essere soddisfatto. Al eLi là deLle :tiandonie grot·

te~he diffuse dalla TV e da molti giornali, infatti, c'è una verità inequivoca­bHe: la parata di ieri non è riuscita, il concorso del· la follia è stato di molto infer,iore alle previsioni, la reale unità tna tutti gli an~ tifasci.sti non ne esce cer­to rafforzata. La tensione antifasoista ohe dn questi giorni aveva trovato nella pratica jntransigente della cacciata. degLi squadristi e dei loro complici da tutti i luoghi di lavoro e eLi stu­dio, del,la chiusura dei lo­ro co~i di provocazione un nuovo terreno di unità tra partig.iani vecchi e nuovi> tra operai e studenti, tra base deli partiti di sinistra e miJitanti nivoluzionari, non si è espressa nella giornata di .ieri. -I compar gni che hanno chilLSo con fuoco le sedi dell'MBI , gU operai che nelle ,fabbriohe hanno r eso come non mai la V!ita dura ai faseilst1 e ai capi, ieri non c'erano.

Un'assenza che ha pesa· to sulla riuscita numerica della manifestazione (non erano più di quindici mila i presenti in piazza) e sul suo tono politico: assenti gli slogans d e:ll'-antifasoi­smo militante, ridotti a comparse i compagni parti­giani, praticamente assen­ti i giovani che non fosse, ro inquadrati dalla FGCL E ,su tutto, ·un appa:rato or-

ganizzativo gigantesco e minaccioso, attento a co· gliere ogni segno dii dissen' so, nervoso ai 1Lmiti deW :sterismo. Così abbiamo vi­sto compagni cacciati e spintonati dal servizio d' ordline garantito dal PCI, abbiamo visto funzionari di pa:rtito scambiarsi con rad.io rice·trasmittenti por· tatili le notizie sull 'ubicfclr :;ryione dei « provoc&tori », abbi3lmo visto (ed è un e· pisod,io di una gravità e· strema) un compagno che di&tribui'va una mozione di dissenso d3l1Ia manifesta­zione firmata d3li sold::ttri. democratici agguantato e consegnato -'ai car&binieri dal servizio d'ordine.

Ma il sacrificio dell'und· tà antifascista costruitasi d8Jl basso ·in questi g>iorni, I.a discriminaziona a sini· stra pur di ,rilasciare par tenti di antifasoismo a chi con 'la Resistenza non ha mai ,avuto nuna a che fa­,'e, non hanno pagato. I.l sindaco Picco e l'onorevo­le Taviani hanno egualmen­te ricevuto ,la loro raZlione di fischi, non dagli estre· misti, ma daJlla piazza, le gerarchie mil<itari restano golpiste eome prima, il 25 &pti.!e continua ad essere la festa dell'a.ntifascismo intransigente, nonostante ini~iat've come quella di ieri.

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30 milioni entro il 30 aprile

Sede di Carrara.: Paolo e Vittoria 5.000;

Antonel,la 10.000; Accia 1.500; P1iero pid 10.000; In­certi Giorgio ospedaliere 2.000; F . 10.000; i compa­gni deHa sezione 6.500. Sede di S. Benedetto:

Sez. Ascoli Piceno 10.000. Un compagno impiegato

7.000. Sede di Fidenza:

Rino 10.0CO. Sede di Civitavecchia 50 mila. Sede di Frosinone:

Nucleo Amaseno: A.P. 10.000. I compagni di Palestri·

na 6.700. Sede di Alessandria:

Sez, Solero 25.000. Sede di Rimini: 10.000. Sede di Agrigento:

I compagni della sede 15 mila; Lilla, Francesco, Ger­lando 2.500. Sede di Padova:

Raccolti alla manifesta· zione del 25 aprile 11.500. Sede di Livorno:

Massimo e Roberta 5.000 Roberto 2.000; Att'lio 500; Franca 3.000; Flav·iana 1.000. Sede di Teramo:

Sez. Giu lianova 20.000. Sede di Varese:

Compagni Somma 17.000 dipendenti comunali 3.000; Leonardo 10.000; CPS 13 mila; Sergio 2.000; Gianni 1.000; vendendo il giorna­le 6.000; Dundo 1.000. Sez. Busto Arsizio

Raccolti alla manifesta­zione 12.000; i compagni 18.000. Sedc di Imola:

Raccotli il 25 ap rile 50 mila.

Sede di. Pavia: Nucleo rafliiner.ie sul Po

di S . Nazz&ro dei Burgun· di 20.000. Sede di Bologna:

Compagni Basso Molise 20.000; comp8igni Banca A· gricoltura 45.000; ·i compa­gni 15.000; Sandro 5.000. Sede di Milano:

Raccal ti in piazza il 25 aprile 10.500; un compagno CLS 1.000; una compagna 10.000; F.R.L.A. 10.000; un operaio AEM 3.000; Loren· :?J:no 500; Adr:i e Aldo 5.000. un compagno soldato del­la caserma Perrucchetti lO mila. Sez. Sud·est

I militanti 160.500; sot· tosorizione di massa: En­r,ico PCI 1.000; compagno PSI 2.000; Franco 5.000; En· rico PCI 1.500; Giorgio ACLI 1.000; Daniele 1.000; Enrico 3.000; Silvia 500; Noè 500; compagno CDF Snam progetti 9.000; Guido 1.000; Luigi 2.000; GLanni 2.000; Sandro 10.000; Fa­brizio 1.000; Giov·anni 1.000 Alfredo 1.000; Laura 3.000; Franco 5.000; Luca 10.000; Vincenzo 2.000; Enrico 2.000; Carlo 1.000; Nello 2.000; Stefania operaia jm· prese pulizie 1.000; altri 23 compagni 43.500. Sez. S. Siro

Nucleo Alemagna 1.500. Sez. Lam brate

Operaio Anker 3.000; Claudio Enaip 10.000. "ez, Bovisa

Vendendo il giornale 1.300; Cellula scuola Marel· li; Adriana 50.000; M. Luisa 10.000. Sez. Cinisello 30.000. Sez. Rieocca

N:co 1.000; un operaio Fir e;ll i 3.000. Sez. Gorgonzola

Lavoratori 3M 7.000; nu' deo Seggiano 3.000. Sede di Roma:

Compagni Ifap Iri 10.000. Sez. Alessandria 50.000. Sez. IV figlio 10.000.

Ristol'ante <Il due paClÌoc­coni» 5.000. Sez. Cinecittà 22.500. Sez. Tufello

Un compagno biOlogia 3.000; i compagni 32.000; sperimentale 6.500; Marco P. 700. Sez. Università:

Cecilia 1.000; raccolti al­la mensa universitaria 11.500; un compagno peT la manifestazione del 19 20.000. Sez. M. Lupo Primavalle

Racco,lti da. Marisa lotto 5 1.000; Lattarolo 350; Ro­berta 2.000; Betti 500; Osma no 2.000; Camillo 5.000; Ro­berto ins~gnante 5.000; Franco 5.000; compagno aro chitettura 1.500; Mario 500; Enrico 10.000; Simonetta 19.000; Nino 10.000; diffu­"ione in quartiere il 25 LOOO; compagni enen 15.500; NS. 500. Contributi individuali:

Un pid . Firenze 10.000; Mirko del PCI . Reggio E­mil:a 1.000; Sergio - Pesaro 1.000.

Totale 905 .500 Totale prec. 15.255.594

Totale comp. 16.161.094 La sottoscrizione della

sez. Sud-est di Milano non è compresa nel totale per· ché già comparsa il 27 a­prile senza la lista dei sot· toscrittori.

Page 6: Le leggi fasciste di Fanfani non devono passare. Organiz ... · e settori del movimento democrati. co, sindacale e antifascista. E' ne cessario, in questa battaglia sopra' tutto,

6 - LOTTA CONTINUA

ANCONA LUCCA FANFANI MUOVE CALAMARI, CALAMARI MUOVE VITAL

Doveva essere 'la sfilata della conciliazione, La DC fa quadrato attorno è stato il corteo dell'antifascismo militante alla cellula fascista di Lucca

Il copione era stato ac­ouratamente preparato. [)e Marche, una delle regioni che la DC potrebbe perde­re nel'le prossime elezioni., dovevano essere, domenica 27, teatro di ,una delle più unitarie celebrazioni del XXX d~1la Resistenza, an' ind()mani deHa caJtena de­gli omioidi fascisti e di sta­to. I 'Partigiani avrebibero dovuto sfilare dietro i gol­pisti; i comunisti davanti a ForJani; i soldati avreb­bero dovuto af'fa:ticarSli e aspettare per ore, per -sd"li­lare i-rreggimentati assieme ai loro aguzzini di caJSerma. Alle masse in questo co­pione non doveva spe<ttaJre che 11 ruolo di spettatori. Non -era prevista neppure la presenza dei consigJ.i di fabbrica

La messa a punto dà que· sto copione è costato un estenuante lavoro di trat­tative. I partigiani, per e· sempio, non mandavano g,iù il rospo di .sfilare die­liro i gerarchi. La base del partito comuIl!i!Sta dicova a­pertamente ai nostrd com­pagni che avrebbe fischia­to ForlaJni, sopportando soltanto ì:l presidente del consiglio regionale_ Per un altro verso J·e gerarchie del­le forze armate ereno in­timorite dalla 'USCita in pubblico di. soldati, seppu­re ,irreggimentati, e così in altCuni enti della IruliTina le democratiche e av>tifasci­ste gerarchie hanno conse· -g;nata sino aU'runa quelli che non dovevano sfi.Jare, mentre i comandanti con­sigliavano espressamente a,i soldati di star'e aHa lar­ga.

Sempre per non rovina­re il cl,ima di concLliaziO­ne il sol,ito Forlani, mini­stro della difesa, ex segre· tario del partito di mag­g>ioranza relativa, non solo era al"rÌl\rata praticamente in incognito a Seni,gaMia, ma aveva fatto oll'Condare e v,ietare al pubblico ila Zo­na dove andava a inaJugu­rare un sottopassag,gio. Ma propr>ia alLa, vigilia del gran giorno, il 26, 1.500 compa­gnQ del,le or·ganizzazioni promotrici della campagna per 11 MSI fuor-i-Ie'gge dan­no v.ita al più compatto e riuscÌltQ corteo del'la sin:­stra rivol'llzionar>ia di que­sti ultimi anni, che ripor­ta in piazza le parole d'or­dine dello sciapero gene­rale del ~2 '6 inçticano nel­la ,lotta al governo Moro

TRENTO Martedì 29 ore 20,30 - at­

tJivo straordinario provin­oia:le dei responsabHi di cellula e sezione con la partecipazione di tutti i membri del comita~ diret­tivo. Odg: la oampagna ge­nerale contro le Jeg·gd spe· c:aH fasciste del governo Moro_

TRENTO Mercoledì 30 aprile tea­

tro -S. Pietro ore 20 mani­festazione antimperJ-alista

-su Portogallo, Vietnam e Cambogia.

ParleTanno: Paolo Sorbi di Lotta Continua, M. Gor­la 'di A.O. e P. Ferraris del PDUP. AdeI1iscono H mo­VI:mento democratico dei soldati e i · oristi·ani per .il socialismo .

LOTTA CONTINUA

Direttore responsabile : Marcello Galeotti. Vice­direttore: Alexander Lan­ger. Redazione: via Dan­dolo 10, 00153 Roma, te!. 58.92.857 - 58.94.983, Am­ministrazione e diffusione: via Dandolo lO, Roma, tel. 58.92,393 - 58.00.528, Tele­foni delle redazlDnl IDca­Il: Torino, 874,008; Milano, 635_423; Mar9hera (Vene· zia). 931 .980: Bologna 264.682: Pisa, 501.596; Ancona , 28 .590; Roma, 49 .54.925; Pescara. 23.265; Napoli, 450..855 : Bari, 583.481; Cosenza, 26.124; Siracusa, 64.140.

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e al reg~me democristiano il più urgente impegno del­La lotta delle masse.

Il 27 arriva in un oldma di'verso, se'gnato dal salto avvenuto nelle lotte. La ri­sposta antifalScista è stata la mo~laper portare in piazza migl,iaia di operai che conducono, separati dalle direZJioni sindacaJd, dure lotte per l'ocoupazio­ne.

Anche nelle Marche aa· dasse operaia non sta so­lamente resistendo agli at-

tacchi, ma vuole andare ~nvece all 'attacco con Ila lotta dura: questo dicono gli opSTai del cantiere quando rompono con la ,lotta simbolica e blocca­no ripetut~ente le stra­de del centro. E questo di­cono- g,li operai della Viet d,i Pesaro che, pur in cassa integrazione, vogliono ria­prire la vertenza. E questo dicevano le parole d'ordi­ne antigovernative gridate rt'llrante lo sciopero gene­rale 'Ciel 22. Niente di tutto

questo si doveva vedere e senUre nella celebrazione del 27, Ma non è stato co­sì. Molmss'mi, è vero, han­no preferito disertare ,la celebrazione. Allo sta:dio le attese lO mBa persone non c'erano a sentire i falsi an­tifaLScisti come Forlani.

La metà dei 3 mÌ'la che c'er,ana se ne è anda.ta quando hanno annunciato la messa, e la stadio si è qum;i svuotato quando ha pr·sso la parol<a, accolto da 1\ischi, il ministro Forlani.

La sfilata, in cui ù'unica va­ce prevista doveva essere quella dello speaker, Si è casì man mano trasfarma­ta in un gri:do -ininterrot­to dd canzoni, di parole d' ordine in solidarietà con i soldati, con 10a lotta ;pa.rti­gian'a, La sHiata è ruventa­ta un corteo quando i par­tigiani a pugno chiuso han­no salutato ed accolto i compagni di Lotta Conm­nua, a cui spetta il merito di aver sapUJto cogliere Ja

. contraddiZlione di queLla

celebraziope. Chi ha scelto di non partecipare, come i compagni del Pdup e di A.O_ in nome di un purismo parola:'o e di un opportuni­smo di fatto, ha dovuto 'l'i­vedere i suoi conM.

CATANIA · Venti bombe fasciste nel giro di pochi mesi

I giovani burocrati délla federazione gioVian-ile co­munista di Ancona questa volta hanno avuto un gran da i ,are a rincorrere d pro­pri isoritti ancor prima dei compagni di L-otta Conti­nua. M'::ontre cercava.no di far tacere uoo delegazione, un'altra ,riprendeva gH glo. gans, e così per tutto i,l tmgitto. InutiLi d tentativi di togliere ,gli striscioni che i compag'ni delle sezio­ni della FGCI delle diverse provincie avevano portato, in cui c'era scr>itto « mo'l"­f:e al fasdsmo ».

Le teste dei soldati che assentiv-ano quando i com­p!lJgni <li hanno accolti con J_a parola d'ordine « soJdati organdzzati diritto di lotta­'l'e la olasse operaia saprà su chi comare», haJnno mo­strato a:lla folla su quale au<t€ntioa forza si può con­tare nene forze a:rmate, e la ;folla ha capito, lascian­do sf'ilare nel silenzio le gera'rchie, accogliendo in­vece con applausi i soldati, cQrnprando e sattoscriven­do l'opuscolO' sulle lotte nel,le oaserme distribUlÌ'te dai compagni di Lotta Con­tinua. E .oosì sotto il palco delle autorità è sfi.laJta una selva di pu·gni chiusi, al gr:do di .« contro il gover­no della violenza, OTa e sempre resiste!llza ll, che nessuno aveva previsto e 'nessuno è riuscito ad iso· lare.

QueLla di ieri, trovata an una traversa della via Et­nea, è la ventesima bomba dall'attobre 'Scorso-. Quoti­diane sono -le telefonate a ­nonime nelle scuole, nei locali pubblici, che annun­oiano ibombe spesso inesi­stenti. La tecnica è sem­pre la stessa: una tel'ffio­nana a.vverte che c'è una bomba in un luogo pubbli­co, per lo più del centro, in lJ.Il cinema, o in un su· permercato; arrJv·ano la po ~ia, i carabinieri, l'anti­terrorismo che piazzano l'orddgno in - mezzo alla strada e lo fanno briUare con grande fmgore e g'ran-

CIRCOLO OITOBRE

Un nuovo film: Poli­zia Democri'stiana B.N,-16mm-75'.

L'assestamento del re­gime democristiano, la sua caratterizzazione antiprDletaria daH''l15Ci­ta d8ll1a resistenza fino ai piani golpisti, attra­verso la storia, ;la con­fo.J:!1llaziane e iI compor­tamento della istituziO­ne-.polizia. .

Una lunga intervista di Sce~ba (il padTe pu­taJtivo dell'apparato re­pressi'Vo borghese in ­Italia) singOlare ed il­luminante, ,fa da filo conduttore.

E' a dispOSizione di chiunque aD richieda.

Te!. dalle 17 alle 20 06-582505,

TORINO

Martedì sera alle ore 21 a Grugliasco, VJa Ge­nerale Perotti 94, il Col­lett:vo Teatro dQ Base presenta: I( All'alba del­la -libertà )), un testo sul· l'antifaocisma dalla re· sis·tenza ad Dggi, con un' ultima parte dedicata al compagno Tonino Miccichè.

Sgomberati

de spavento dei caltaalesi. La bomba di ieri sere era

una cassetta zeppa di trd­tolo, probaJbHmente colle­gata a un congegno a oro­Iogeria: quando e stata fat­ta esplodere dall'esperto brigadiere Sohifano, un tremendo boato si è senti­to in tutta la città, e sono crollati d vetri dei palazZii e dei negozi v·idni. Tranne per le bombe firmate dal FULAlS esplose alla FIAT e contro la sede del gior­n!lll,e; La. Sicilia, le dichiara­zioni della poldzia sono di una monotonia impressio­nante: si ·indaga in tutte le direzioni, ,ma sicuramen­te - si tratta di un racket che pretende dai gestori dei locali pubbldd una tan­g'sute_

I propr-ietari del locali negano, ha polizia .indaga. Dopo ,la bomba alla FIAT l"unica casa perquisita è stata quella di un operaio del CdF ~critto al iPC (m.l) L Il 25 aprile fu tro­vato un ordigno esplosivo in piazza Europa, luogo di ritrovo degli squadristi oatanesi. Questo era firma­to « A,N. a:bbalSso ii 25 a­prile l). Il g;iornale La Si­ciUa ha detto che ,~a poli­zia dndaga e che è dii ficHe ~ndividuare la matrice po­ldtica di questi attentati. Lo stesso ha 'dichiarato la 'PO­lizia ai compagni di Lotta Continua che domendca 20 apri,le sono andati a denun­ci,are l'incendio della sede di via Vecchia Ognina, com­p~uto dai faBCisti i!lJpprofit~

tando della partenza dei compagni per la manilfe· staz'ione sul Portogallo.

Per tutta risposta i p0-liziotti hanno perctuisito la nostra sede cercando bot­Uglie incendiarie. Di fasci­stQ arrestati, dopo Rodoti­co arrestato a:louni mesi fa (e non ne ·potevano !l'a­re ameno, visto che ave­va .la casa piena di dina­mite) non se ne ,parla pro­pr.io. Ma Antonio Franzo­nello, militante <li Lotta Continua, arrestato davan­ti aUa caserma Sommaru­ga per spionagg;io, è :Ln carcere da oltre un . mese,

sottoposto a continUJi dnter rog.atOTi secondo la regia promossa dai caralbinieri e deUe' gerarohie militari. Sul fatto invece che mol­te di ques·te bombe fasci­ste siano <leI tipo SROM, in dotaZlione all'esercito, nessuno indaga.

I! fatJto che poi gran par­te degli attentati non sia­no 'l'i,vendioati da nessuno fa pal'te del gioco oinico e s,anguinario: terroriZzaTe la gente, soprattutto quel­la che aibita al centro, per sp:ngere :a far'e quadrato aJttorno al partito dell'or­d:ne, quel,lo di Fanfani e Almirante.

In questo contesto, men­tre 31ppare particolarmen-

te ,chi,ara la complicità con questo dis-egno da parte della CISL di Scalia ohe bo:cotta ogni scadenza di lotta operaia, che alimen­ta un attegg-iarrnento qua­lunqu:s,ta e disfattista, è gravemente irresponSiaIbHe la posizione del PCI e del­la CdL che r,inunciano a;l­la mobi-Utazione operaia; _ che in occasione dello scio pero generale portano gli o'pemi a manifestare nei campi davanti alle fabbro.­che vuote invece di fa'rgli :orendere il centro cittadi­no; che H 25 aprile stanno a sentire H comizio del vi­ce sindaco di una ammina­straz:ane tra le più corrot­te e indegne d'Italia.

I trasferimenti non di

passano Mirafiori • alle carrozzerie

TORINO, 28 - La scor­sa settimana .~ sono stati chiesti spostamenti per 65 operai da deStinare alle officine di verniciatura, per essere addetti alla pomi­ciatura delle scocche, Nes­suno operaio ha però fino­ra accettato, I delegati avevano chiesto garanzie salariali, che la direzione non ha accettato: cioè di non perdere alcune voci salariali cne sono legate al posto di lavo!o.

Dopo che gli incontri' si sono interrotti stamane i capi hanno comunicato una prima lista di nove trasferimenti che gli ope­rai interessati non hanno accettato. Una lettera del­la direzione li ha minac­ciati di provvedimenti di­sciplinari; operai e dele­gati si sono allora rivolti alla quinta Lega dove era riunito il direttivo sinda­le, richiedendo la procla­mazione di uno sciopero in tutte lé carrozzerie; un delegato ha anche propo­sto l'allargamento dello sciopero all'intera Mirafto '

ri (mentre SCTlVIamO nDn Iìpno ancora note le deci­sioni della FLM) . La Fiat motiva i trasferimenti in verniciatura con la mago gior percentuale di as­senteismo di questa offici­na (19 per cento rispetto alla media attuale del 9 per cento), dovuto alle

. condizioni di estrema no­cività.

In realtà anche dietro questi ultimi trasferimenti c'è la volontà di mante­nere il blocco delle asun­zioni e risolvere i pr«ble-

mi di organico con la mo­bilità interna: in base al vecchio accordo, gli ope­rai della pomiciatura de­vono essere oambiati di posto dopo due anni un neriodo che scade proprio in que~ti giorni. La Fiat cerca di non rispettare i patti sostenendo che devo­;la essere anni « effettivi ))

" senza cioè la mutua, e dal­l'altro di usare l'accordo come un nuovo elemento di _ ricatto invece di rimo piazzare gli operai con t;lUOve assunzioni.

SAVELLI -

110· appartamenti a Ostia Come già annunciato dai

giornali di domenica, lune­dì mattina aJ}'l'allba polizia e ca.ralbinieri in forze han­r,10 oircondato .g,li aJppar,ta­menti occupati un mese fa da più di 600 famiglie pro· letarie in v·i,a delle Azzor­re S. Monica e F-ieschi (queste ultime òccupate da 01 mesi e completamente rvrredate) aJd Ostia. In pre­visione dello sgombero il comitato di lotta per la ca­sa di Ostia aveva dnviato \Il presidente del Consiglio e alla XVI rioparti2lione un teleg.ramma in cui si chie­devano 20 giorni di sospen­sione dell 'oroin-anza I( per c.oordinare Ila pacifica eva­cuazione d i?)gli alloggi». No­nostante questo € scattata all'alba la provocazione: carabinieri e polizia, pro­venienti da Anzio e daUa Magl,iana, hanno risposto p:cchiando donne e bambi­ni (una donna è stata colta da infarto) spalJ'anda can­delotti lacrimogeni e arre-

~tanda tre compagni per :'1 blocco stradale sulla Cri stoforo Colombo. Lo s~~om­bero di Ostia rappresenta il primo passo dell'offen­siva che, in clima ele1itora­le le forze poliitiche, con l'avallo vergognoso del PCI, inten:dono scatenare contro ,il movlÌrnento di ~ot­t 3 per la casa.

L'articolo di domenioa sull'Unità, a propo.sito del­la mancata attuazione del piano di emer.genoo oomu­na.Le (2.000 aHog,gi entro la f.ine dell'anno dei quali g,1i unioi 400 finora assegnati sono proprio que'lLi occu· pati a OaJsalibruciato e Ostia) , in nome della so­luzione globale raggiunta dai pa'rtiti demooratici e dal Sunia, dà il via e ,l'as­se·nso a,J,J'attacco contro ae ocoupazioni e il program­ma genemle di lotta per la calSa. L'Unità dice infatti che, se politicamente le colpe della mancata attua­zione del piano ricadono

Sono disponibili le collezioni del nostro quotidiano rilegate degli anni '72-'73-'74, il prezzo per ogni collezione è di L. 300.000_ Per ordinazioni telefonare in diffusione (Ro­ma 06/ 5800528 - 5892393).

suHa DC, non minore col­pa va attribuita alae occu· pazioni abushre che. « con coinoidenza più che sospet­ta)) hanno colpito proprio le case che il Comune in­tendeva repel'i,re per asse­gnare ai sen.'lJa tetto.

I giudizi dell 'Unità van­no letti esattamente nel senso opposto: il movimen­to operaia e proletario ha già fatto chiarezza sul si­gl1i:ficato del .piano di 'e­mergenZla, un rinicolo con­teneno per tagliare le gam­be 811 movimento ed ha de ­nunciato l,a vergogna di as­segnare come primi ed uni­ci appartamenti proprio qlle.Jli ocoupati dalle fami­~lie proletarie, con l'obiet­Ì'ivo, mai 'conseguito, di soaJtenare .1a guer·ra t ra oc­cupanti e ass'egnatari.

A queste posizioni, che attribuiscono alla repres­sione delle lotte -Ili possi­biUtà di condurre in por­to nuove alleanze, i prole­tar.i rispondono ribadendo il d iritto alla casa per t ut­ti e la validità dell'occupa­zione e deHa requisizione per colpire gli speoulatori e gli imboscat ori di case. Gli ocoupanti di Ostia so­no r imasti nei dintorni, sui prat i, e hanno inten­zione di rientrare nelle case.

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La cellula di Lucca è solo un anello: se si risale si tro. vano i grossi finanziatori

50 anni, medico radio­logo conosciutissimJO a Lucca, ex repubblichino in forza ai torturatori della GNR, arganizzatore tra H '69 e il '72 di convegni golpisti con Rauti e con i fascisti del CISES. Que­sto in sintesi il curricu­lum di Franco Dardi, cattu­rato sa:bato sere per aver favori,ta la fuga di Tuti oltreché per ricostituzio­ne del partito fascista, co­spirazione politica e isti­gazione alla violenza. Con Dardi sona stati ar.resta­ti altri 3 fascisti deMa cel­lula lucéhese, mentre è riuscito a fuggire l'ope­ratore cinematografico Al­fredo Ercolini di 25 anni. Con Gaetano Bimbi e Clau­dio Pera, quest'ultima se­gretario provinciale del Fronte della gioventù, so­no 7 i fascisti incriminati in questi giorni a Lucca ma il numero è destinata ad aumentare, Come è noto ,l'antiterrarismo ha agito dopo ,la scoperta del covo in cui, tra armi ed esplosivi, el1atI1a oustodite le prove del favoreggiamen­to di 'I1uti e il preventi:vo d'acquisto di altre armi ed altro esplosivo personal­mente cura.to dal dirigen­te missino Claudio Pera_ I personaggi a cui Dardi Pera e camera:ti si erano rivolti per raccogliere fon-

CHIVASSO (Torino)

di dest'inati a Tuti sono 20. Vi figurano altri nomi il­lustri del,la bOl'ghesia luc­chese, commercianti, in· dustriali e professionisti, che hanno messo in mo­to il meccanismo delle omertà di stato. Anche lo arresto di Dardi era sta­ta osteggiato a spada trat­ta da procuratore di Lucca Vital, ohe chledeva alla questura prudenza e ulte­riori indagini. Le istru~ zioni erano arrivate alla prooura dal P_G_ Ca;lama­ri , che a sua volta con­tinua a manovrare dietro le quinte secondo gli or· dini impartiti dall'alto. LO smascheramenta del po­tentato lu'Cchese è eviden­temente un affronto intol­lerabile per la DC e il suo segretaria, che dalle ami' cizie di Tuti ha già avuto la sgradevole sorpresa del coinvolgimento di Franci , assiduo frequentatore di casa Fanfani_ Vital si re­gola scopertamen te su questa linea, in un braco cio 'di iorza con Catalano / e gli altri dell'antiterrori' smo che vogliono stringere i tempi. Per impedire man­dati di cattura e prequi­sizioni, Vital - lo stesso giudice dell'inchiesta sul' la Bussola - è arrivato a non farsi trovare agli ap­puntamenti fissati nel suo

ufficio. Lucca è solo un anello, si dice in questura e negli ambienti giornali· stici: attraversò la cellu· la, sospettata di 5 attenta· ti e provatamente in con· tatto con Tuti, si potrebbe risalire ancora una volta l u n g o -il crinale dei grossi finanziatori delle trame, f,ino ana «ditta genovese II dei Tubino, dei Lercari e dei Benvenuto già smascherata dal giUdi­ce Tamburino.

ROM'A - Studenti Oggi, ore 15,30 in VIÌa

dei Piceni attivo dei Te­sponsabi1i di cellrula de­gllistudenti sulla dOtta contro le leggi liberti­dde.

FIORENZUOLA Oggi sciopero degld

studenti dell'istitutO' pro fessionale regionale in­detto da Lotta Continua. Assemblea al teatro Ver­di in via San Fior'enzo.

MILANO Sciopero degU studen·

ti professionali, merco­ledi 30. Concentramen· to alla CaJffiera del La­voro alle ore lO. Parte­cipano i corsisti deBe 150 ore.

Per i carabinieri cantar'e Bandiera rossa è reato

cc Il _25 aprile non è la festa degli antifascisti}) dicono, e fermano i compagni

CHIVASSO, 28 aprile -I Carabinieri hanno posto in atto una serie di gravi provocazioni contro il cor­teo indetto dall'ANPI di Chivasso.

Nel corso della manife­stazione, cui partecipava· no i compagni della sini -stra rivoluzionaria in mo­do autonomo, con le loro parole ù'ordine e i loro slogan, i Carabinieri fer­mano in modo provocato- ' rio un compagno operaio. La motivazione t: grotte­sca: insieme a un gruppo di altri compagni cantava « Bandiera Rossa))! A chi gli fa notare che cantare non è reato, i carabinieri rispondono arroganti: « Il 25 aprile non è una festa antifascista, è una festa per tutti l), Alla fine il compagno viene rilascia­to e il corteQ riparte.

Non passa molto tempo che i Carabinieri ci ripro' vano: appena si levano le note di « Bandiera Rossa)) tentano di agguantare due compagni studenti. Di nuo­vo grandi discussioni, e di nuovo si riesce a liberar­li. La manifestazione con­fluisce poi in un cinema­tografo dove, secondo gli ~-:cordi, dovrebbero parla­re il compagno partigiano Milan e un compagno stu­dente del Comitato di ba' se dell'ITIS di Chivasso. Con un colpo di mano, la presidenza decide che lo studente non parlerà.

E' a questo punto che i compagni decidono di ab· bandonare la manifesta­zione ed escono in massa dalla sala dell'assemblea. Fuori trovano, minacciosi e provocatori, una trenti· na di carabinieri che aspettano solo un prete­sto per caricare. Solo la maturità dei compagni evi, ta lo scontro.

Ma la risposta di ma&sa non tarda: sabato all'ITIS si trovano in assemblea 400 studenti, che dopo. una viva discussione escono al canto di « Bandiera Ros­s·a)) e si recano in Comu'

ne a chiedere spiegazioni sul comportamento delle forze dell'ordine. Anche in questa occasione i carabi' nieri non rinunciano alla provocazione: il comando telefona al preside del­l'ITIIS: « Se i ragazzi sgar' rana noi interveniamo duo ramente », e un cordone di CC segue il corteo pas' so passo. Ancora una vol, ta lo scontro viene evitato, Contro le continue provo­cazioni ai danni degli an° tifascisti, i compagni del· l'ITIS hanno indetto per i prossimi giorni un'as' semblea aperta_

Milano Grave provocazione a Rozzano:

carabinieri • ancora I Sabato alcuni compagni

che stavano dipingendo un­murale a.ntuascista su un muro del quartiere di Roz­zano sono stati oggetto di una gravissima 'provoca-7lione. I Iprimi ad arrivare sono stati i vigili, che han­no intimato di smettere di dipingere e che, di fronte al rifiuto dei compagni i quaij hanno loro ricorda­to che non avevano nes­sun diritto di interrompe­re un'azione di propagan-

da, h!llnno minacciato di chiamare i carabinieri.

I compagni poi decide· vano di andarsene; ma i vigili i dipendenti del 00-mune rosso di Rozzano, chiamavano ugualmente i carabinieri che si sono sca­tenati, pistOle alla mano, aU'inseguim:ento dei com­pagni: due sono stati fer· mati, condotti in caserma, picchiati selvaggiamente e denunciati, per non si sa qua-le reato.

DALLA P,RIMA PAGINA BERGAMO spuntarla per colpire una volta p-er tutte una classe operaia come quella della Philco , in cui l'autonomia è un patrimonio acquisito; lo si è vi­sto questa mattina quando sono ap­parse in un comunicato, prontamen­te stracciato dai delegati, le lettere di licenziamento che colpivano 4 de­legati particolarmente combattivi e molte avanguardie di lotta. Il sindaca­to punta a una mobilitazione control­lata , in attesa che le acque si cal­mino.

Alla decisione di occupare la fab­brica, o meglio di entrare in assem­blea permanente come loro preferi­scono chiamare l'occupazione, sono giunti sotto un'enorme spinta da par­te degli operai . che già al primo. rin ­vio delle trattative erano decisi ad

occupare la fabbrica. Più volte i se­gretari provindali del FLM si sono. scontrati frontalmente con il C.d.F., compatto nel sostenere la necessità della lotta dura in contrapposizione all'attendismo del sindacato ; abbia­mo visto nell'assemblea del 17 i se­gretari provinciali predicare la pa­zienza e la moderazione per dar pro­va al ministro e alla direzione di re­sponsabilità , puntando a dividere gli operai che in modo compatto aveva­no autonomamente fermato la fab­brica dalle 6 del mattino, non appena saputo il rinvio delle trattative_

Questa occupazione è soprattutto. un'occasione per rilanciare la lotta a livello provinciale contro la ristruttu­razione , unificare le altre fabbriche della zona occupate contro i I icenzia­menti, creando un punto di riferi­mento formidabile per tutte le lotte in corso nelle altre fabbriche .

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