L'Annuncio - Dicembre 2010 n°3

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L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA L’EDITORIALE VIVERE IL NATALE INTENSAMENTE Antonella Amazzini Annunciamo... Chiunque sia stato anche solo per una volta pellegrino in Terra Santa,non può certo dimenticare l'emozione e la trepidazione che gli sconvolgeva il cuore e l'animo nello scendere le scale ripide e fredde che conducono alla grotta all'interno della Basilica del- la Natività di Betlemme. Ed eccoci dentro un ambiente grossolanamente rettangolare e piuttosto buio, rischiarato solo da un gran numero di lampade. Spiazzante "l'incontro" con la stella d'argento, luogo della nascita di Gesù Cristo, al centro di una piccola absi- de. Lì dove il Dio invisibile si è fatto carne e uomo visibile tra gli uomini, oggi ci si può inginocchiare...e credetemi, chiunque abbia avuto questo privilegio non può non rico- noscere in questa esperienza il vero Natale...il primo vero Natale della propria vita. Continua a pag. 15 DICEMBRE 2010 Anno I - Numero 3 LA VITA: ANNUNCIO DI SPERANZA, DONO DI DIO “Cristo è la nostra pace” (Efesini, 2,14) “Quando Dio è sulla paglia, dona all’uomo un trono di gloria!” Santo Natale e sereno 2011 don Genny e don Giorgio IL VANGELO OGGI : LA VITA SI E’ FATTA VI- SIBILE, NOI L’ABBIA- MO VEDUTA (1Gv, 1,2) 2 L’ANNUNCIO DEI PICCO- LI: RELIGIOCHI 4 L’ANNUNCIO DEI PICCO- LI: PREMIO: LA SACRA FAMIGLIA 7 SONDAGGIO: UNA RA- GIONE PER ESSERE VIVI 8 8 PESCATORI DI UOMINI : SANTO STEFANO 10 I NOSTRI FRATELLI: LA COMUNITA’ INVISIBI- LE: GLI AMMALATI 11 IN CUCINA: RICETTE D’AVVENTO 12 L’ANGOLO DELLA CERA- MISTA: NINNOLI DI NATALE 13 LE NOSTRE TRADIZIONI : IL CRISCITO 14 I LUOGHI DI GESU’: NON C’E’ PACE SOTTO GLI ULIVI 14 DALLA PRIMA PAGINA 15

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L'Annuncio - Dicembre 2010 n°3

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Page 1: L'Annuncio - Dicembre 2010 n°3

L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA

L’EDITORIALE

VIVERE IL NATALE INTENSAMENTE Antonella Amazzini

Annunciamo...

Chiunque sia stato anche solo per una volta pellegrino in Terra Santa,non può certo dimenticare l'emozione e la trepidazione che gli sconvolgeva il cuore e l'animo nello scendere le scale ripide e fredde che conducono alla grotta all'interno della Basilica del-la Natività di Betlemme. Ed eccoci dentro un ambiente grossolanamente rettangolare e piuttosto buio, rischiarato solo da un gran numero di lampade. Spiazzante "l'incontro" con la stella d'argento, luogo della nascita di Gesù Cristo, al centro di una piccola absi-de. Lì dove il Dio invisibile si è fatto carne e uomo visibile tra gli uomini, oggi ci si può inginocchiare...e credetemi, chiunque abbia avuto questo privilegio non può non rico-noscere in questa esperienza il vero Natale...il primo vero Natale della propria vita.

Continua a pag. 15

DICEMBRE 2010

Anno I - Numero 3

LA VITA: ANNUNCIO DI SPERANZA, DONO DI DIO

“Cristo è la nostra pace” (Efesini, 2,14)

“Quando Dio è sulla paglia, dona all’uomo un trono di gloria!”

Santo Natale e sereno 2011

don Genny e don Giorgio

IL VANGELO OGGI : LA VITA SI E’ FATTA VI-SIBILE, NOI L’ABBIA-MO VEDUTA (1Gv, 1,2)

2

L’ANNUNCIO DEI PICCO-LI: RELIGIOCHI

4

L’ANNUNCIO DEI PICCO-LI: PREMIO: LA SACRA FAMIGLIA

7

SONDAGGIO: UNA RA-GIONE PER ESSERE VIVI

8

SONDAGGIO: UNA RAGIO- 8

PESCATORI DI UOMINI : SANTO STEFANO

10

I NOSTRI FRATELLI: LA COMUNITA’ INVISIBI-LE: GLI AMMALATI

11

IN CUCINA: RICETTE D’AVVENTO

12

L’ANGOLO DELLA CERA-MISTA: NINNOLI DI NATALE

13

LE NOSTRE TRADIZIONI : IL CRISCITO

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I LUOGHI DI GESU’: NON C’E’ PACE SOTTO GLI ULIVI

14

DALLA PRIMA PAGINA 15

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Viviamo tempi in cui la vita, il suo valore e la sua stessa presenza con-creta e palpabile in ogni creatura vivente è messa a dura prova. In nome di quella che questo mondo definisce libertà, essa stessa assu-me una connotazione relativa. Proprio la vita: un diritto assoluto, inalienabile. Noi cristiani aggiunge-remmo: un dono. Ma questa ulti-ma visione, che troppo richiama al cuore l'esistenza di un Colui che ce ne farebbe dono, è argomento cui nessun media accenna mai, ren-dendo il nostro caro Papa una vo-ce che grida nel deserto dei nostri tempi quando, spesso sotto accu-sa, appare nelle comunicazioni di massa che tanto condizionano, oggi, il pensiero e la nostra stessa predisposizione d'animo, a ricor-darci che il Signore stesso è la Vita e che è a Lui che dobbiamo con-formarci. In nome della libertà individuale, sentiamo sempre di più e, peccato a dirsi, troppo spes-so anche sulle nostre labbra di cre-denti, chiamati ad annunciare, an-zi, a celebrare il Vangelo della Vita (1Gv 1,3), che è giusto che una donna scelga se abortire o meno, che è segno di progresso civile se chi si toglie la vita lo fa perchè "la sua vita non è più vita", in quanto collegato ad una macchina o in quanto, come nel recente caso del suicidio del regista Monicelli, un tumore alla prostata che impedisce la autonoma deambulazione vien visto qual "un essere morti". Non riusciamo più a viver con scandalo

il fatto che l'uomo, rinnovando pubblicamente in forma sempre più sottile e capillare l'antico, pri-mo peccato, ribadisce con orgoglio che la vita è sua e che dispone di scelta su di essa perchè gli appartie-ne. Quanto superbamente egli in-travede e promuove progresso nel-l'individualismo, nella cura del cor-po che, in ultimo, significa cura dalla vecchiaia è palese in ogni pubblica piazza. Quanto un valore, relativo anche per il diritto, come la libertà si erga ad assoluto nelle coscienze piegando la vita stessa ad esso è l'annuncio degli esempi e degli eroi dipinti per le masse. Al-lora, oggi, per noi tutti pellegrini di questo mondo vale che: guai a me se non predicassi il Vangelo (1 Cor 9,16)!

Del resto, la salute oggi si è restrit-tivamente ridotta a concetto di bel-lezza per la donna e di potenza per l'uomo, generando stress, disillu-sione e, ciò che soprattutto conta, spesa. Così ogni croce che Cristo ci dona è non-vita e privazione di felicità ed ogni richiesta di un uso responsabile della vita, relativa-mente alla contraccezione, all'abor-to ed all'eutanasia, vien vista come retrograda, ottusa e illiberale. Do-vrebbe esser segno distintivo allora ricordarci: ho creduto anche quando dicevo "sono troppo infelice" (Sal 116[115],10).

In Paesi come il nostro dove ric-chezza e benessere significa profit-to personale, esprimibile in numeri, il dono stesso della vita è un regalo

che preferiremmo rifiutare o alme-no vorremmo sceglierlo come vo-gliamo e quando vogliamo noi, pa-radossalmente appellandoci alla li-bertà ed al progresso umano. Vole-re un figlio fino a trenta anni è da folli: c'è troppo da fare (il fumo del benessere) per noi per poter acco-gliere altri. Desiderarlo ardentemen-te dopo questa età diventa difficilis-simo e ricco di complicazioni, poi-chè, ad esempio, l'uso costante di prodotti chimici che quotidiana-mente assorbiamo fin negli alimenti rende le gravidanze ricche di cisti, problemi di sterilità e di fatto, ad una età così matura, spesso rischio-se. La logica del profitto predilige, del resto, i consumatori single fino ad una certa età e consumatori ap-prensivi per sè e per i figli da un'età in poi. Il tremendo risultato è che si finisce per temere la vita stessa: pri-ma, perchè è troppo presto; poi, perchè è troppo tardi. Eppure è la Vita a ricordarci: Non temere! (Lc 1,26).

Accanto al quando promuovere la vita anche il come, dicevamo. Clo-nare, fecondare in vitro, usare em-brioni congelati per curare malattie è scienza, saggezza, progresso civile. Ecco così che il Nobel per la medi-cina simbolicamente viene assegna-to nel 2010 a colui che ha inventato la fecondazione in vitro e la cosa non fa clamore. Le critiche e le per-plessità del Papa a tal proposito vengono invece spente ed oscurate dall'informazione quotidiana. (continua nella pag. seguente)

IL VANGELO OGGI

LA VITA SI E’ FATTA VISIBILE, NOI L’ABBIAMO VEDUTA (1Gv 1,2)Marcello Buonaurio

Pagina 2 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

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al, 1

39[1

38],1

3)

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(segue dalla pagina precedente) Bisogna allora essere consapevoli della for-za coercitiva dei media, essere ca-paci di capire che vale più avere un figlio che l'auto nuova, come al contrario la pubblicità che mostra-va invidiosi i padri di bambini ver-so il single che fuori scuola andava a prendere la maestra piacente vuol farci credere, in maniera scherzosa quanto inquietante. La cultura occi-dentale, nella quale siamo chiamati a essere testimoni della Vita e delle Sue scelte sempre più anacronisti-che, sempre più rivoluzionare e ostiche da accettare anche in noi, ha difficoltà e scarsa voglia di indi-care cambiamenti negli stili di vita, tutta presa come è ad osannare l'autonomia e l'autodeterminazione di ognuno. Bisogna annunciare da credenti sempre più a voce alta,

sempre più contro il senso comu-ne, che non è vero che se la per-sona ha scelto nella vita contro la vita, nessuno che ami la libertà debba interferire, scambiando la solitudine e l'abbandono dei fra-telli come libera scelta. Noi siamo il popolo che Dio si è acquistato perchè proclami le Sue opere meravigliose (1 Pt 2,9) e che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? (Gc 2,14). Siamo invitati ad an-nunciare il Vangelo della Vita non solo il 25 dicembre, siamo chia-mati a servirLo non solo per noi stessi, quando possiamo e co-munque solo durante le celebra-zioni liturgiche. Domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo (Gn 9,5): vogliamo non essere pronti, pro-prio noi, a rispondere? Vogliamo ricordare a noi stessi ed al mondo

Pagina 3 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

IL VANGELO OGGI

LA VITA SI E’ FATTA VISIBILE, NOI L’ABBIAMO VEDUTA (1Gv 1,2)Marcello Buonaurio

che dono del Signore sono i figli e sua grazia è il frutto del grembo? (Sal 126[125],3). Vogliamo lodarLo sem-pre più incessantemente perchè mi hai fatto come un prodigio? (Sal 139[138],14). Vogliamo celebrare con la nostra vita la Vita stessa affinchè, quanto al desiderio di libertà di oggi, possiamo ribadire, testimoniandolo, che è la Verità che ci fa liberi, la quale Verità è anche la Via e la Vita ( cfr Gv 8, 32 e Gv 14,1)? Che in fede, spe-ranza e carità, annunciamo la Vita affinchè, amando il nostro prossi-mo come noi stessi (cfr, Mt 7,12), la nostra gioia sia perfetta? (1Gv, 1,4). Se siamo Chiesa allora abbia-mo scelto la Vita come Sposo. La difesa dell’indissolubilità di tale meraviglioso matrimonio possa far battere con più tenacia i nostri cuori avvinghiati a Cristo.

Domenica 19 dicembre alle ore 19.30 la Parrocchia Gesù Divino Maestro è lieta di ospitare il “Concerto di Natale” di don Paolo Auricchio, sacerdote e cantautore napoletano della Diocesi di Pozzuoli. Il “Concerto di Natale”, che vedrà il coinvolgimento dei cori della Parrocchia, vuole essere un evento conclusivo per la comunità tutta, che ha partecipato nu-merosa all’iniziativa del “Mercatino di Natale 2010” dei giorni 5, 8 e 12 dicembre, e che si conclude domenica 19 con un’apertura straordinaria: il mattino dalle ore 9 alle ore 14 e il pomeriggio dalle ore 16 alle ore 21.

“Sei tu ch

e hai creato le m

ie viscere” (Sal, 139[138],13)

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Pagina 4 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

Carissimi bambini, dopo la felice esperienza estiva, torna nella nostra Parrocchia il Cine-

forum dei piccoli! Durante queste feste ci saranno due visioni davvero speciali: il re-

cente film tratto dallo splendido racconto di Dickens “Canto di Natale”, mai visto in tv

e l’altrettanto dolcissimo “la Freccia Azzurra” tratto dall’omonimo celebre racconto

sull’Epifania di Gianni Rodari, il più grande scrittore per ragazzi del ‘900 e raramente

apparso sugli schermi di casa. Accorrete numerosi, bambini cari!

L’ANNUNCIO DEI PICCOLI RELIGIOCHI

“Am

erai

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ste

sso”

(Lc,

10,

27)

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Pagina 5 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

L’ANNUNCIO DEI PICCOLI RELIGIOCHI

“Non

uccid

ere” (Es, 20,13)

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Pagina 6 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

L’ANNUNCIO DEI PICCOLI RELIGIOCHI

“Io

son

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per

ché

abb

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vit

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bbia

no

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bbon

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za”

(Gv,

10,

10)

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Pagina 7 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

La redazione de L’Annuncio è lieta di assegnare il primo premio ( in regalo un DVD originale di UP!, miglior film d’animazione del 2010, foto qui a lato) per il disegno più bello avente a tema “La Sacra Famiglia” e selezionato tra gli oltre 200 disegni pervenuti dai bambini iscritti al catechismo nella nostra comunità. La piccola vincitrice è BENEDETTA MUSIELLO iscritta all’anno I di catechismo (II anno di catechesi). La redazione ha dovuto compiere una scelta davvero difficile: tantissimi sono stati i disegni validi, vuoi per la dolcezza della rappresentazione, vuoi per la abilità tecnica nel tratto o per la maestria nell’uso dei colori, caldi e vivaci. Il disegno della piccola Benedetta emerge su tutti per la sensibilità e la profon-dità religiosa mostrata nella scelta del soggetto rappresentato, oltre che per la pur notevole bellezza del colore e per uno spiccato tratto personale, semplice e ben definito. A differenza della maggior parte dei bei disegni, che mostravano come scelta prediletta dai bambini per rappresentare la Sacra Famiglia il tema della natività, Bene-detta ha realizzato la sua opera scegliendo il tema del viaggio della Sacra Famiglia (fuga in Egitto o ritorno a Nazareth). Giuseppe guida la famiglia, simbolo della paternità, trainando l’asino su cui sono adagiati un Gesù bambino e Signore, sul cui capo rifulge un’aureola color arancio. Egli è calorosamente protetto dal contatto di Maria, segno di madre premurosa e sempre intimamente legata al Figlio. Una serena notte stellata avvolge i loro umili e sacri passi. Un dolcissimo angelo custode chiude il gruppo in cammino, proteggendo e guidando la fa-miglia santa, sacro simbolo di una presenza divina visibile, amorevole, sempre vicina e mai invadente. Il tema della Sacra Famiglia ci sembra, pertanto, che sia stato centrato in pieno: il suo essere unita ed in cammino, i ruoli di ciascun personaggio evidenziati in gesti e toni umili e dignitosamente dimessi, la carica religiosa di una scena semplice ed allo stesso tempo pervasa di una sacrale e serena forza.

L’ANNUNCIO DEI PICCOLI PREMIO: LA SACRA FAMIGLIA

“Io sono la V

ia, la Verità e la V

ita” (Gv, 14,1)

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La redazione de L’Annuncio, essendo il tema di questo numero la vita, ha voluto sottoporre ai gruppi di collabo-ratori della Gesù Divino Maestro un sondaggio nel quale, accanto al nome ed all’età, venisse risposto alla do-manda “una ragione per essere vivi?”. Pubblichiamo di seguito un estratto delle risposte pervenuteci, speran-

do che la coralità che emerge possa ottenere il risultato da noi ripromesso di riportare, in forma naturalmente abbozzata, “la voce” della parrocchia sul tema delicato e profondo della vita. ——————————————————————————— Antonella - anni 29 - consulente del lavoro: vivo per conoscere il progetto che Dio ha su di me e che

pian piano mi svelerà, restandomi accanto

Stefania - anni 38 - casalinga: scoprire giorno per giorno cosa ci riserva il domani

Pina - anni 40 - casalinga: la vita stessa

Enzo - anni 45 - impiegato: diffondere la Parola di Cristo

Giulia - anni 43 - casalinga: mia figlia

Maria Pia - anni 13 - studentessa: avere la possibilità di leggere

Maurizio - anni 43 - impiegato: poter ammirare il mare e stupirsi di quanto sia bello

Annalisa - anni 31 - impiegata: poter conoscere persone sempre nuove e situazioni sempre diverse. Silvana - catechista: sono viva in quanto ho la consapevolezza che Dio partecipa ai ritmi della mia vita:

gioisce con me e soffre con me. Ho preso coscienza che la vita è un’avventura meravigliosa, è un incanto della Sua tenerezza. Gioisco nel vivere perché è un dono, un talento...e gusto la bellezza del Creatore nei fiori del campo, nella tenerezza di una madre, nel sorriso dei bimbi, nell’affetto degli amici.

Angela - anni 50 - casalinga: gioire dei miei figli Ersilia - anni 47 - aiuto cuoco: per dare aiuto a chi ha bisogno Linda - anni 60 - casalinga: la prima ragione per essere vivi è quella di ringraziare Dio per la vita e la fede

che ci ha donato, conoscendolo nella Sua grandezza e ammirando la creazione del mondo. Altre ragioni so-no: amare Dio perché ci ha donato Suo figlio Gesù che è stata la nostra salvezza. Servire Dio in questa vita, amandolo nelle persone che incontriamo. Infine, al termine della nostra vita terrena, goderlo per sempre in Paradiso

Floriana - anni 39 - impiegata: mio marito Marcello - anni 33 - progettista: mia moglie

SONDAGGIO

UNA RAGIONE PER ESSERE VIVI

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“Per

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vivo

?;”

(Lc

24,5

)

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Pagina 9 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

“Oggi vi è n

ato nella città d

i David

e un

Salvatore, che è il C

risto Signore” (L

c, 2,11)

SONDAGGIO

UNA RAGIONE PER ESSERE VIVI

Antonella - 22 anni -studentessa : un figlio Anna - 52 anni - segretaria: la famiglia Enza - 55 anni - insegnante: i figli Giuseppe - 49 anni - biologo: passeggiare in riva al mare Michela - 40 anni - impiegata: la neve Stefano - 24 anni: una birra con gli amici il venerdì sera Amelia - 42 anni - biologa : l’amore della famiglia Annalisa - 40 anni - biologa: le gite con la famiglia Gianluca - 24 anni - studente: il napoli che vince Marika - 20 anni - studentessa: le telefonate con le amiche Salvatore - 24 anni - studente: una passione Marco - 26 anni - studente: i sogni

Aiutateci a sostenere i fratelli palestinesi di Betlemme, la culla terrena di Nostro Signo-re!

Presso il punto parrocchiale MEMENTO Shop potrete trovare delle splendide idee regalo per i vostri doni. Pezzi di artigianato fatti a mano con legno di ulivo di Betlem-me , provvisti di certificato di provenienza, dall’oggettistica sacra più svariata a semplici ninnoli intagliati.

Nessun dono può essere più grande di quello che vien fatto due volte con un uni-co oggetto: al caro nei vostri pensieri come ad una famiglia palestinese bisognosa. Nes-sun dono è più adeguato in Natale che quello fatto con legno proveniente dal luo-go in cui Nostro Signore ha visto la luce sulla Terra!

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Santo Stefano è conside-rato un vero gigante della cristianità ed è ritenuto in assoluto il primo mar-tire della fede cristiana, venerato sin dai primissi-mi anni di vita della Chiesa. Proprio per que-sto motivo, la datazione della sua ricorrenza fu fissata il giorno 26 di-cembre, cioè il giorno immediatamente succes-sivo alla nascita di Gesù. Di S. Stefano si parla diffusamente negli Atti degli Apostoli al capitolo 6 e al capitolo 7; dopo la morte e la risurrezione di Gesù, quando la Chiesa apostolica iniziava a fare i primi passi, Stefano venne scelto direttamen-te dai Dodici (con Mat-tia al posto del suicida Giuda Iscariota) per oc-cuparsi del servizio agli orfani e alle vedove. Ste-fano ben presto si mise in evidenza per il suo carisma. Negli Atti degli Apostoli al cap. 6 verset-to 8 si dice testualmente che “Stefano, pieno di gra-zia e di fortezza, faceva gran-di prodigi e miracoli fra il popolo”. La sua fede, la conoscenza della Parola e l’annuncio del Vangelo ovviamente gli valsero l’inimicizia degli anziani del popolo e degli scribi

e fu condotto dinanzi al Sinedrio con l’accusa di blasfemia. Fu allora che Stefano pronunciò uno straordinario discorso, ispiratissimo, ricco di citazioni bibliche, preciso nella enunciazione anche da un punto di vista cro-nologico, che è riportato al capitolo 7 degli Atti degli Apostoli. Siamo in presenza di una delle pagine più fulgide di tutta la Bib-bia. Stefano ripercorre per intero la Storia della Salvezza, partendo da Abramo fino a Gesù, denunciando la durezza di cuore del popolo e-braico incapace di acco-gliere la parola dei pa-triarchi e dei profeti e colpevole della morte di Gesù. In Atti 7, 51-53 Stefano, rivolto agli an-ziani del popolo ed agli scribi, riferisce testual-mente: “O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orec-chie, voi sempre opponete resi-stenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguita-

to? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi, che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”. Questo discorso gli valse la condanna a morte per lapidazione. Si tratta di un particolare non da poco, perché consente una datazione abbastanza

precisa degli eventi. Infatti durante il go-verno di Ero-de le condan-ne a morte venivano ese-guite per cro-cifissione; do-po la morte di Erode a parti-re dal 36 do-po Cristo e

per un breve periodo a comandare in Palestina fu il Sinedrio e in quel perio-do le condanne a morte venivano eseguite per lapi-dazione in una sorta di linciaggio controllato. Per-tanto si ritiene che il 36 d.C. sia l’anno della morte di Stefano. Moltissime so-no le leggende intorno al ritrovamento del corpo di Stefano, ma non c’è nulla di storicamente attendibi-le. In particolare in una leggenda si narra che ad un prete di nome Luciano

PESCATORI DI UOMINI

SANTO STEFANO Maurizio De Simone

Pagina 10 L ’Annuncio Anno I - Numero 3

nel 415 d.C. apparve in sogno il dotto Gamaliele che chiedeva che fosse data degna sepoltura alle spoglie mortali di tre suoi compagni tra cui S. Stefano. Gamaliele indicò il punto di Gerusalemme in cui potevano essere trovate le reliquie del san-to: le stesse furono recu-perate e da allora iniziò la loro diffusione in tutto il mondo conosciuto, men-tre una cospicua parte delle stesse, sempre se-condo la leggenda, fu traslata nella chiesa di Sion a Gerusalemme il 26 dicembre del 415. Alle reliquie di S. Stefano ven-gono attribuite grandi virtù taumaturgiche e mi-racolistiche. Moltissimi paesi e città, santuari e chiese portano il suo no-me. Per la sua morte per lapidazione, è considera-to il patrono di tagliapie-tre, muratori e marmisti nonché il protettore dei malati di calcolosi. L’ico-nografia classica lo ritrae con indosso la dalmatica, la veste liturgica tipica dei diaconi.

A quanti portano il nome di Stefano e di Stefania, la Redazione rivolge il suo caloroso augurio

“Dio

non

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(Sap

1,1

3)

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Accanto alla comunità visibile, fatta di centinaia di uomini, donne e bambini che abitualmente frequentano la Chiesa del Signore, mettendo i propri talenti al servizio dell’intera comunità parrocchiale o limitandosi a parte-cipare alle celebrazioni liturgiche, esiste una comunità invisibile fatta di persone che, per motivi di età o di salu-te, non può recarsi in chiesa. A queste persone non dovrebbe mai mancare il sostegno della comunità, fatto sì di preghiera ma anche di atti pratici che facciano sentire la vicinanza dell’assemblea dei fedeli di cui essi sono parte integrante. Oltre ovviamente al parroco e ai ministri ordinati, sono soprattutto i componenti della Caritas parrocchiale, gli accoliti e i ministri ausiliari dell’Eucarestia ad avere i contatti più profondi con questi nostri fratelli e sorelle. Ad una coppia di ministri ausiliari dell’Eucarestia la Redazione ha voluto rivolgere alcune do-mande per meglio conoscere e far conoscere ai lettori questa realtà, spesso fatta di solitudine e sofferenza.

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Quali sono i problemi maggiormente riscontrati nelle famiglie che visitate?

Sicuramente la solitudine. Ci sarebbe bisogno che la comunità si facesse maggiormente carico di questa problematica. Gli anziani e gli ammalati, oltre ai sacramenti dell’Eucarestia e della Riconciliazione, deside-rano che qualcuno vada a trovarli, magari anche per pochi minuti e ciò purtroppo non accade. Essi hanno bisogno di compagnia, sentono forte l’esigenza di comunicare.

Qual è il contesto ambientale in cui vivono?

In generale a Quarto non ci sembra di aver riscontrato grosse difficoltà economiche e nella maggior parte dei casi anche l’ambiente domestico è sufficientemente confortevole. C’è una considerazione molto impor-tante da fare: un esercito di badanti, quasi esclusivamente provenienti dall’est europeo, si occupa di loro, spesso in maniera impeccabile. Dovremmo ricordarcene più spesso. A volte ci lasciamo andare a consi-derazioni razziste, dimenticando che il benessere psico-fisico dei nostri genitori e dei nostri nonni dipende quasi esclusivamente da loro.

Che tipo di accoglienza ricevete?

Dagli ammalati e dagli anziani a cui portiamo Gesù, diremmo ottima: ci aspettano con ansia, alcune volte in preghiera. Non sempre è così per quanto riguarda i familiari, nel senso che il rito della Comunione agli ammalati, che potrebbe essere un’occasione di preghiera per tutta la famiglia, a volte si trasforma in un fatto privato tra ministro ausiliario e ammalato. Non di rado ci capita di assistere al fuggi-fuggi di figli, nipoti e parenti vari, che fanno la loro ricomparsa quando ci devono accompagnare alla porta…

Come si svolgono i vostri incontri?

Il rito della Comunione agli ammalati è molto breve e dura al massimo tre o quattro minuti: c’è un atto pe-nitenziale, la lettura del Vangelo con una breve monizione, la distribuzione dell’Eucarestia, un’orazione e il congedo. Ovviamente noi cerchiamo di prestare molta attenzione anche ai familiari presenti, sovente afflit-ti da problemi di solitudine, stanchezza, disperazione o divisione. Si cerca, nei limiti del possibile, di rivol-gere anche a loro parole di speranza e di incoraggiamento. Come si diceva all’inizio, cerchiamo di non ridurre i nostri incontri ad una mera distribuzione dell’Eucarestia, ma ci sforziamo di far sentire all’ammala-to e ai suoi familiari l’affetto e la vicinanza dell’intera comunità parrocchiale.

Qual è il vostro stato d’animo al termine delle visite?

Portare Gesù agli ammalati è un grande privilegio e una grande responsabilità e vi possiamo assicurare che, pur immergendoci nella sofferenza e nel dolore, dagli anziani e dagli ammalati riceviamo moltissimo, spesso delle autentiche lezioni di dignità e di vita.

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“Io sono la resu

rrezione e la vita; ch

i crede in

me, an

che se m

uore, vivrà; ch

iun

qu

e vive e crede in

me,n

on m

orrà in etern

o” (Gv,11,25-26)

I NOSTRI FRATELLI

LA COMUNITA’ INVISIBILE: GLI AMMALATI

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IN CUCINA

RICETTE D’AVVENTO Anna Pasciucco

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PAPPARDELLE ALLE NOCI Tipico del periodo autunnale e dei primi giorni d’inverno è gustare frutta secca ai piedi del camino o semplicemente per colmare un piccolo languorino. Allora perché non farne di questi “sfizi”un primo piatto?!? Ed ecco che vi presento le “Pappardelle alle noci” Ingredienti: Noci, olio (abbastanza ma senza esagerare), uno spicchio d’aglio e formaggio grattuggiato in abbondanza, pappardelle. Procedimento: Sgusciare le noci (se desiderate è possibile eliminare le “pellicine”) e tritarle. Friggere leggermente l’aglio finemente tagliato nell’olio (o lasciarlo intero se si decide di eliminarlo alla fine) e aggiustare di sale. Aggiungere le noci tritate e lasciare cuocere pochi minuti. Cuocere le pappardelle,scolarle e mantecarle col sugo e formaggio. Ed ecco fatto! Consigli: per rendere la noce più croccante e facilitarne l’eliminazione della pellicina è utile lasciare le noci per circa 10 minuti in forno. Per rendere il sugo più dolce è utile tritare con le noci anche i pinoli. Per rendere il gusto più intenso è consigliabile utilizzare un formaggio dal gusto intenso magari un bel “romano”o”pecorino”. Non ho voluto indicarvi le dosi perché questa ricetta va fatta subito e tocca a noi capire quanti ingredienti usare a seconda degli ospiti. Buon appetito!

PANDORO DELIZIOSO

Durante le feste natalizie si è soliti ricevere diversi pandori. Allora ecco una sua “deliziosa alternativa”:

Ingredienti: Pandoro semplice, nutella.

Procedimento: * tagliare nel senso orizzontale con una altezza massima di 3-4cm il pandoro * posizionare la prima fetta (che avrà la forma di una stella) in un vassoio * spalmare la nutella (precedentemente scaldata ) e aggiungere la seconda fetta (magari facendola ruotare così avrà una forma più fantasiosa) * continuare così per metà pandoro(circa 4-5fette). Il resto lo utilizzerete per creare un secondo “pandoro delizioso” * non spalmare la nutella sullo strato più alto ma guarnire con lo zucchero a velo Ed ecco fatto!

Consigli: Ecco il consiglio: scaldate il “pandoro delizioso “e dopo servitelo tagliato a fette!

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Per realizzare dei simpatici e personalizzati addobbi natalizi da soli o in compagnia dei propri figli o di amici e con una modica spesa e tanto divertimento seguite attentamente le istruzioni riportate in basso:

OCCORRENTE:

1) DAS (bianco o terracotta) - qt. 1 - prezzo: 2,50€ 2) Mattarello di legno grezzo - prezzo: 0,50€ 3) Tempera tubetti (colori blu, giallo e rosso) - qt. 3 - prezzo 1,50€ cadauno 4) Formine da cucina - qt. set a piacere - 2,00€ max 5) Paglia - qt. 300gr - prezzo: 2,00€ 6) Glitter tubetti (facoltativo) - qt. a piacere - prezzo: 1,50€ cadauno

GRADO DI DIFFICOLTA': Semplice

PREPARAZIONE:

Con delle semplici formette da cucina (es. stellina, angioletto) si compra un panetto di DAS bianco o color ter-racotta. Si stende con un mattarello di legno fino a realizzare una piastra uniforme di max 6 cm di spessore e si incominciano a realizzare gli stampi. Una volta pronte le forme si prepara un buchetto nella parte centrale alta della formina ottenuta utilizzando uno spiedino. Dopo di che si lasciano asciugare almeno 24 ore con dei pesi leggeri posti sopra per evitare che gli stampi ottenuti si alzino lateralmente.

Trascorso il tempo richiesto si passa, in fine, alla decorazione. Mediante l'utilizzo dei colori primari delle tempe-re e della propria arte decorativa ciascuno potrà realizzare così i propri addobbi natalizi personalizzati ( suggeri-mento: al fine di ottenere un maggiore effetto luminoso degli stampi ottenuti si possono acquistare dei glitter per dare un particolare effetto brillantinato)

Una volta asciugato il colore, mediante l'utilizzo di paglia doppia si possono realizzare i ganci dei decori realiz-zati.

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L’ANGOLO DELLA CERAMISTA

NINNOLI DI NATALE Francesca Rusciano

“La vita vale p

iù d

el cibo ed

il corpo p

iù d

el vestito” (Lc, 12,23)

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Forse non tutti sanno che il pane, anticamente, a Quarto come ovunque in Italia, veniva realizzato usando il criscito. Un pane davvero degno di questo titolo: fragrante, alto e di mollica consisten-te e morbida. Caratteristica di questo delizioso prodotto dell'Italia contadina e sana era, rispetto al pane farinaceo che siamo abituati a portare sulle nostre tavole ed a but-tare il giorno dopo, il fatto che esso si conservasse morbido avvolto in un panno di cotone, anche per una, due settimane ed anzi che acquistasse un sapore più intenso con il tempo che lo rendesse gradito al palato, oltre che alle economie alimentari di una casa.

La caratteristica poetica di questo impasto è che basta tenerne da parte un pizzico per poter impastare il pane il giorno successivo e così via per il criscito lievitato il dì se-guente. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo dopo secolo, lo stesso pizzico di criscito rinnovato ha portato il pane sulle tavole delle famiglie. Nelle masserie, spes-so clan familiari, questo pizzico di criscito si passava da commare a commare e così il pane si moltiplicava e si donava a tutti senza dispendio per nessuno. Che bello allora venire a sapere dal nostro Tiberio, membro del consiglio pastorale e panettiere della parrocchia, che questo me-todo è ancora usato per fare da lui delle ottime forme di pane. Quale stupore soprattutto venire a conoscenza che quel criscito da lui adoperato per impastare il pane ha una origine che risale a prima della sua nascita, e che da secoli la sua famiglia utilizza sempre lo stesso criscito, rinnovato di giorno in giorno, per portare il pane in tavola! E' inevitabile il parallelo di una tale poetica realtà quotidiana con il pane della Vita; è bellissimo, inoltre, sapere di mangiare il pane che famiglie hanno tenuto vivo per secoli. All'Accademia del Pane di Tiberio in Via Marmolito questo è ancora possibile anche per chi non continua a mantenere questa mirabile tradizione tra le mura della propria casa di campagna.

LE NOSTRE TRADIZIONI

IL CRISCITO Marcello Buonaurio

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I LUOGHI DI GESU’

NON C’E’ PACE SOTTO GLI ULIVI Marcello Buonaurio

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47)

Nel primo numero de L'Annuncio, dedicato alla Terra Santa, ci siamo proposti con la rubrica " I luoghi di Gesù" di man-tenere un ponte aperto con la nostra patria terrena, se per noi cristiani, pellegrini di questo mondo, possano i luoghi del nostro Signore dirsi con cuore aperto "patria", luogo dove questo nostro plurimillenario pellegrinaggio ha avuto inizio. Ebbene, fratelli, l'amato suolo sacro toccato dai piedi di nostro Signore e scenografia dei Suoi ricordi umani rimane oggi martoriato dal sangue, dalle urla e dalle lacrime di uomini, donne e bambini palestinesi che continuano ad essere, oggi, proprio ora, mentre leggete queste righe, vittime di uno stato, Israele, più che mai spinto a cacciarli una volta e per sem-pre da quella che è anche per essi e resta la loro patria. Lo scrivente queste righe ben ricorda con gli occhi e con il cuore l'attività costante e diffusa dei coloni, con abitazioni costruite a vista d'occhio, ricche e moderne, sui territori di palestinesi affamati per strada e logorati tra fatiscenti bidonville, protetti, i coloni, da un fortino militare che puntualmente, zeppo di cecchini alle torri di controllo, controllava che il sopruso non fosse disturbato. Così a Betania, così a Gerusalemme, così vicino Gerico, così ad Haifa, per ricordare solo alcuni siti. Indelebile resta nell'animo lo strazio di uomini e donne affama-ti, privati dell'acqua e della dignità, costretti nei loro campi a dissodare il suolo con le mani perchè privati anche delle zap-pe, costretti a dirigersi, se concesso dai soldati israeliani, a piedi da Betlemme a Gerusalemme, luogo di lavoro ancora per pochi ormai, luogo di fede di tutti eppure inibito a molti. Le macchine fermate prima ancora che i motori vengano avviati, oggetti inutili se non per girare entro i piccoli spazi che un orrendo muro di odio alzato dagli israeliani ha perimetrato. Sarà dunque impegno della redazione tenervi nei prossimi numeri aggiornati su quanto avviene oggi nelle terre dove Dio ha posato i propri piedi.

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Un numero in uscita a pochi giorni dalla vigilia non poteva che essere dedicato alla festività imminente, il Nata-le appunto...ma a quello vero e, con esso, al senso della vita ed all'importanza della famiglia come specchio della famiglia di Nazareth. Nonostante si festeggi da sempre...non è poi così facile parlare del Natale. Nella mia men-te cerco di spogliarlo da tutti i falsi insegnamenti che si installano nel cuore dei fedeli, piccoli o grandi che sia-no...cerco di separarlo da tutto ciò che è imitazione del mondo paganeggiante nelle sue deviazioni e sovrastrut-ture. Ed allora mi ritrovo davanti un Natale festa dell'uomo, sì, ma in quanto FESTA DI DIO e il mistero della nascita diventa tutto ad un tratto leggibile...Cristo è venuto sulla Terra, natura umana e natura divina unite nella persona del figlio di Dio. Allora la preghiera che mi rimbomba nella testa è che la sera del 24, riponendo nel nostro presepe il bambino Gesù, non ci fermiamo solo alla mangiatoia, ma ripercorriamo tutta la Sua vita e contemplandolo nell'atto supremo del suo sacrificio sulla croce, ricordiamo il sepolcro vuoto, fulcro della no-stra speranza...Questo è quello che chiedo per me, per quanti si affidano a Lui. Così, credo, potremmo dire di aver vissuto il Natale intensamente!

VIVERE IL NATALE INTENSAMENTE

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DALLA PRIMA PAGINA

Un numero de L’Annuncio che avesse per tema la vita non poteva non fare riferimento e ricordare la magistrale enciclica Evangelium Vitae che fu promulgata dal beneamato Papa Giovanni Paolo II. Nel consigliare viva-mente a tutti la lettura di questo bellissimo documento della cristianità contemporanea vogliamo riportare la preghiera a Maria a conclusione del documento e farla nostra, oggi.

O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, affidiamo a Te la causa della vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà. Fà che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita

“Il Verb

o si fece carne e ven

ne ad

abitare in

mezzo a n

oi” (Gv, 1,14)

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Parrocchia Gesù Divino Maestro via Marmolito, 1/a Quarto, Napoli

“L’Annuncio”

Periodico di spiritualità cristiana

Redazione

Marcello Buonaurio - Maurizio De Simone - Antonella Amazzini

Tel./fax: 081. 876 85 26 [email protected] www.divinmaestro.it/lannuncio

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In I° ed ultima di copertina: Basilica della Natività, Betlemme. Il punto esatto dove venne alla luce Nostro Signore Gesù Cristo

La redazione de L’Annuncio

augura a tutti un felice Natale del Signore

ed un augurio di buon compleanno al nostro amico, fratello e pastore don Genny !