Mm dicembre 2010

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FENOMENO BRUNORI PERIODICO DI CULTURA GIOVANILE Anno VI Numero V INTERVISTA ESCLUSIVA >> a PAG 10: COMUNE UNICO, s’infiamma il dibattito >>

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Incontro con il cantautore cosentino Dario Brunori, reduce dal Premio Tenco ci spiega nei suoi studi come sta nascendo il suo "Volume 2 - poveri cristi", destinato a scalare le classifiche. Music, news, sport, human rights. From Calabria, Italy.

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F E N O M E N OBRUNORI

PERIODICO DI CULTURA GIOVANILE Anno

VI N

umer

o V

INTERVISTAESCLUSIVA

>> a PAG 10: COMUNE UNICO, s’infiamma il dibattito >>

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l’ Editoriale

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Babbo,chi siamo?Qualche domanda a Santa Clause, magari esiste.Perché anche al Sud c’è chi se la prende con gli stranieri? di Paolo Vigna

Caro Babbo Natale, capisco di essere abbastanza grande per sapere che non esisti ma se c’è gente che nei momenti di diffi-coltà si rivolge ad un essere superiore come Dio, io, in questo periodo natalizio altrettanto difficile, posso rivolgermi a te po-nendoti una domanda? Chi sono i veri italiani? Vogliamo a tutti i costi togliere dall’Italia gli zingari con l’accusa di saccheggio; è vero. D’altra parte si difendono come possono poiché le gran-di industrie hanno fatto chiudere i picco-li mercati di artigianato. Se è vero che gli zingari rubano, come è vero, io non ho mai sentito dire che rubino attraverso le banche. Vogliamo cacciarli perché, secondo le leggen-de metropolitane, rubano i bambini. Secondo uno studio effettuato a Verona però, in Italia non avviene un rapimento di minore per mano dei Rom dal 1986. Vogliamo mandarli via per-ché ci dà fastidio anche solo l’idea di trovarli per strada mentre chiedono l’elemosina invece di andare a trovarsi un lavoro; mentre guardiamo inebetiti i nostri po-litici che vanno in giro ad elemosinare un voto; e purtroppo, i nostri rappresentanti, non ci vanno a piedi, hanno auto blu pagate da noi, aerei privati, autobus. Doppia, triple elemosi-na che non ci dà fastidio come i rom. Poi c’è chi, invece, non sopporta l’idea di trovarsi uno zingaro in casa che prova a vendergli qualche amuleto quando, è lui stesso ad andare a vendere un voto alla Camera per un mutuo di duecentomi-la euro. C’è chi è terrorizzato dalla sola parola zingaro non

Il valore delle nostretradizioni: STORIA DIUNA LUMINERA

Da sempre dicembre ha rappresentato per San Pietro e per i sampietresi un mese di tradizioni da “onorare” e tramandare, tradizioni che sottolineano ancora di

più l’aria di magia che si respira nel periodo di Natale. Si inizia con la vigilia di San Nicola e si prosegue con quella dell’Immacolata.Il 5 Dicembre, vigilia del giorno di San Nicola, appunto, è da sempre il giorno dei bambini. La tradizione vuole, che in questo giorno, di buon mattino, i ragazzini armati di sacchetti e di allegria vadano in giro per le case del paese a chiedere “c’è Nicola?” ed a cantare la nota filastrocca ricevendo in cambio dolci tipici, caramelle, qualche soldino e naturalmente i cuc-chjddri, piccoli panini accoppiati preparati in onore del santo. Quel pane è il simbolo dell’antinverno perché Natale è alle porte, ma soprattutto è il “pane di San Nicola”. La leggenda racconta, infatti, che San Nicola in seguito al miracolo del grano fatto in un periodo di carestia venne eletto patrono dei

sapendo che questa non si riferisce ai loro comportamenti ma alla lingua. Infatti fu Erodoto ad introdurre questa parola, in quanto descriveva questo popolo proveniente dal sud-est asia-tico con la parola “Zinganoi”, colpevoli di parlare una strana lingua che poi si è scoperto essere il sanscrito. C’è chi vorrebbe rispedirli a casa, noncurante del fatto che il popolo rom gira il mondo da oltre duemila anni affetto da quella che gli esperti chiamano “dromomania” cioè la mania dell’essere sempre in viaggio; quindi gli zingari non ce l’hanno ne ce l’avranno mai,

una casa pr come noi la intendia-mo. Caro Babbo Natale, credo che siamo talmente ossessionati dal trovare un capro espiatorio da non accorgerci che il male lo abbiamo in casa e che so-prattutto la comanda, la no-stra casa. Infine, caro Babbo Natale, vorrei lasciarti con un’altra domanda: l’Italia appartiene a cento uomini, ma siamo sicuri che questi cento uomini appartenga-

no all’Italia?

fondata nel 2003 da S. Alfredo Sprovieri

Direttore: Paolo Vigna Vice Direttore: Jacopo SettinoRedattore Capo: Salvatore IntrieriMultimedia: Lorenzo CozzaAmministrazione: Fausto La NocaraGrafica: Gabriele [email protected] in attesa di registrazione Tribunale di [email protected]

Ci offendiamo

con chi chiede

l’emosina e

non con chi

si compra

il nostro voto

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Il Casalino, originariamente era la casa delle “luminere”

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contadini, da qui la bella tradizione di preparare il pane, be-nedicendolo al momento di impastare la farina e di cuocerlo in varie forme. Recita un antico detto: “Prima di natale né freddo, né fame”, per cui al pane di San Nicola si aggiunge pochi giorni dopo il fuoco della Madonna. Il 7 Dicembre, vi-gilia dell’Immacolata i sampietresi si mobilitano con le “lumi-nere”, fasci di corteccia ardenti che illuminano la processione in onore di Maria. La fiaccolata si conclude attorno ad un grande fuoco, acceso negli anni passati “aru Casalinu” men-tre negli ultimi tempi in piazza, dove si festeggia con canti, balli e degustando i tipici “cuddrurieddri”. Si racconta che il fuoco venisse acceso, almeno fino a un po’ di anni fa, con la legna raccolta casa per casa dai bambini, offerta loro in segno di devozione.. La fiaccolata aveva spesso un’altra conclusione, terminava alla “Jumara” dove, a volte, tra i giovani di San Pietro e quelli di Altavilla si scatenava una sassaiola, non certo in onore della Madonna…Forse non tutti sanno che la tradizione delle luminere risale al 1600, quando il governatore Francesco Velasquez, in seguito all’epidemia di peste del 1656 che colpì l’intero regno di Na-poli causando circa 400.000 morti, diede ordine di stipulare insieme ad altri comuni della provincia un atto notarile con la Madonna con il quale prendeva una serie di impegni e tra questi le “luminere” da praticare nei tre giorni precedenti l’8 dicembre. Ancora oggi nel nostro paese si cerca di mantenere viva la tra-dizione di “cucchjddri” e “luminere” grazie a coloro che pensa-no che le tradizioni siano un bene da custodire e proteggere.

Queste feste nel mondo.La tradizione delle “luminere” non è solo sampietrese, clickan-do qua e la nel Web abbiamo visto, infatti, che la tradizio-ne dei falò accesi la vigilia o il giorno dell’immacolata viene onorata anche in altri centri della Calabria e dell’Italia. I falò rappresentavano, soprattutto negli anni passati, una sorta di festa collettiva, durante la quale si ballava e si cantava attorno al fuoco. Al termine della festa le braci ancora arden-ti venivano distribuite alle fami-glie per riscaldare le case. Tutta-via l’uso del fuoco, accanto al fine pratico, aveva una sorta di intento purificatore che aveva come obietti-vo principale quello di allontanare le forze del male in un periodo impor-tante come il Natale e soprattutto in un periodo dell’anno in cui si procede-va alla semina dei campi e dunque alla

speranza di una buona riuscita del raccolto.Il culto di San Nicola invece, è addirittura planetario. Si trat-ta in origine di un vescovo, vissuto nel IV secolo, della cui vita non si hanno notizie storiche certe, ma di sicuro sono note una serie di leggende che lo vedono un uomo generoso e di gran cuore. E’ considerato patrono dei marinai, dei viaggiatori, dei prigionieri, delle fanciulle da marito, delle zitelle e soprattutto dei bambini, proprio per questo la sua figura è allacciata nel mondo a quella di Santa Claus o Nikolaus, il nostro Babbo Natale che spostandosi di casa in casa porta doni a tutti i bam-bini. Ed è appunto dall’icona del santo che deriva la classica immagine di Babbo Natale: la talare rossa si è trasformata in

giacca e pantaloni bordati di pelliccia bian-ca, la mitra di vescovo è diventata un cap-puccio a punta di color rosso delimitato di bianco, ha conservato la folta barba bian-ca ed è aumentato di peso con una pancia da bonaccione.In Repubblica Ceca camminando per le strade la sera del 5 dicembre è possibile imbattersi in tre personaggi: San Nico-la, l’angelo e il diavolo. I tre indossano un costume e fanno visita alle fami-glie chiedendo ai bambini se si sono comportati bene, se la risposta è si, vengono ricompensati dall’angelo con dolci, caramelle e altri picco-li doni. I bambini cattivi invece ricevono dal diavolo solo un sacco di patate o di carbone, natural-mente ciò non accade mai.

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l’ Incontro

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IL CANTAUTORE COSENTINO

CONSACRATO A SANREMO

COME MIGLIORE PROMESSA DELLA MUSICA ITALIANA

DARIO BRUNORI

NONOSTANTE L’ARISTON

di Irene Napoli e Fausto La Nocara

Abbiamo incontrato a Rende, nel-la sua “sala dei giocattoli”, il can-tautore cosentino Dario Brunori. Reduce da una serie di grandi suc-cessi nazionali è pronto a conclu-dere il suo tour con un imperdibile concerto il 29 dicembre al presti-gioso teatro Rendano di Cosenza.

A quale cantautore ti ispiri nella tua vita artistica?Io in realtà non ho mai seguito i cantau-tori da fan, cioè non ero uno di quelli che si metteva le cuffiette e ascoltava De Andrè o De Gregori soprattutto da ragazzo anzi ascoltavo tutt’altro, la musica italiana mi

sembrava a volte un po’ “pallosa”, non mi sentivo per niente rappresentato, non mi identificavo con essa ma mi identificavo di più con la musica anglosassone, tipo i Nirvana, nonostante io non abbia mai ca-pito l’inglese. Ecco, è appunto per questo che sono arrivato a comprendere la forza che a volte ha l’aspetto interpretativo ri-spetto alla parola nel testo. Perché spesso ci si emoziona per il contenuto testuale ma si trascura un aspetto che secondo me è molto importante che è non tanto ciò che vien detto ma il modo in cui ciò vien detto. Quindi amo De Andrè per la sua capa-cità formalmente impeccabile e poi amo Ivan Graziani che magari scrive cose che formalmente non sono elevatissime ma che comunque comunicano allo stesso modo.Con quale personaggio storico in-

vece, del presente o del passato, ti piacerebbe andare a cena?Sandro Pertini, ma non perché lo cito nella canzone ma proprio perché è un personaggio che mi ha sempre colpito per la capacità e la tenacia che metteva nel raggiungimento degli obiettivi comuni e anche perché godeva del rispetto di tutti a partire dalla classe politica sino al sin-golo cittadino, mostrando come non sia proprio impossibile rivestire un ruolo po-litico ed essere nello stesso tempo un essere umano.

Qual è stato l’episodio che ha dato la svolta al progetto Brunori sas?Si sa che per chi scrive le canzoni non sono mai definitivamente complete... ecco: la prima svolta è stata quando ho detto “ba-

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sta, va bene così”, ed è stato anche grazie a persone esterne come Matteo (Zanobi-ni, ndr), il nostro discografico, che sono riuscito a mettere un punto e dire “an-diamo a registrare, le canzoni vanno bene così come sono”. La grande svolta però ce l’ha data il premio Ciampi, che ha crea-to subito, a distanza di pochissimi mesi dall’uscita del disco, una visibilità o co-munque una piccola differenziazione del nostro sound che in quel momento è servi-ta a portare il disco subito sotto i riflettori e posso dire di essere molto fortunato per la rapidità con la quale si sono svolte le cose.

Perché il mondo di “Guardia 82” ora non c’è più?Non lo so, in effetti ero rimasto al “cor-tomare” di otto metri e adesso non c’è nemmeno quello. Comunque, il disco è nostalgico, è vero. Però era una sorta di nostalgia privata più che una denuncia, che poi raccontata agli altri è diventata magicamente un successo.

Molti consigliano di separare la vita privata dal lavoro...(Ride, ndr) ... Io sono d’accordo con chi vuole separare la vita privata dal lavoro purtroppo non è d’accordo lei... ad esem-pio nel disco non erano previsti i cori an-che perché non mi piacciono molto però alla fine nel disco ci sono, come ve lo spie-gate questo? (Torna serio, ndr) Ritengo sia comunque molto importante, decisi-vo, poter contare in ambiti come questi su persone che ti conoscono profondamente.

Quando prevedi di far arrivare il vo-lume 2 nei nostri lettori cd? È vero che il secondo album è sempre quello più difficile?Penso di farcela per la prossima estate. Per adesso ho all’incirca una dozzina di canzoni nuove, ma la cosa più impor-tante che mi fa dire di esser quasi pronto per il Vol.2 è che tra queste canzoni vi è un tema, e questo è importante perché lega le canzoni tra di loro, e diventa così qualcosa di più interessante di ascoltare

una semplice canzone. E’ una questione importante quella del secondo album, perché quando fai un disco che ottiene un po’ di successo come Vol1 allora l’aspetta-tiva dell’ascoltatore aumenta, però voglio lavorare non avendo paura di poter de-ludere qualcuno. è ovviamente impossi-bile ripetere l’esperienza del primo disco perché spesso rappresenta il frutto di tanti

anni, per cui magari è il tuo the best (solo che gli altri non lo sanno)... Quando fai un secondo disco invece, devi fotografare un periodo in cui le tue esperienze sono cambiate anche in relazione al disco pre-cedente e sarebbe innegabile e disonesto far finta di tornare il Brunori che ero prima del primo disco. Non che adesso ci sia tanto di diverso, però l’esperienza c’è stata, positiva o negativa che sia.

Quest’estate hai collaborato con un altro giovane artista Dente… sono previste altre collaborazioni con altri cantautori?Con Dente iniziammo a collaborare quando dei ragazzi che avevano organiz-zato la festa ci vollero far cantare insieme, da quest’incontro è uscito fuori che aveva-mo un approccio molto simile all’arte in

...IL FESTIVAL È UNA BUONA OCCASIONE

PER PORTARE IL TUO PROGETTO IN UNA

REALTÀ PIÙ GRANDE...

...ORA SAREBBE DISONESTO FAR FINTA DI TORNARE IL BRUNORI DI PRIMA...

..MI PIACEREBBE DUETTARE CON CALIFANO MA NON MI

PARE IL MOMENTO...

..OGNI PRIMO ALBUM È UN BEST OF, SOLO CHE GLI AL-TRI NON LO SANNO...

...IL VOLUME DUE? PRIMA DELL’ESTATE...

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l’ Incontro

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generale, lo stimo molto e penso che con lui ci saranno collaborazioni future, per quando riguarda le nuove collaborazioni mi piacerebbe che prima ci sia una co-noscenza perché è anche importante per capire se può funzionare, ma potrei già dire tanti nomi. Peccato che al momento Califano navighi in brutte acque, e non mi pare il momento, ma il califfo è sem-pre il califfo. Però ora non vorrei chiedere troppo al fato, vedremo più in la.

Prima o poi vedremo la Brunori sas al festival di Sanremo?Un primo passo nello stesso teatro del fe-stival l’abbiamo fatto con il premio Ten-co. Penso che il festival sia una buona occasione perché è il mezzo migliore per avere visibilità, proprio adesso sto leggen-do il libro “nonostante Sanremo” che è un tentativo di uscire dal luogo comune che si trova negli ambiti intellettuali per cui Sanremo, ovviamente per il tipo di proposta media che passa, è qualcosa da evitare come la peste. Per le espressioni musicali a livello me-diatico non c’è uno spazio di visibilità grande quanto Sanremo, per cui è una buona occasione, ma rimane sempre lo spauracchio del “sei tu che strumentalizzi il mezzo oppure è il mezzo che strumenta-lizza te?” Grandissimi artisti come Rino Gaetano sono riusciti con la personalità a usare quel momento di visibilità per portare il proprio progetto in una realtà più grande.

Il tuo è un progetto made in Cala-bria, quindi si può?Me lo sono chiesto a lungo, e direi di sì, basta uscire dalla mentalità negativa del tipo “l’ambiente è ostile quindi conviene non provarci nemmeno”.Bisogna fare le cose puntando alla quali-tà, capire che in ambito musicale e non solo, il fatto delle poche risorse è solo un alibi.Si può lavorare lo stesso con serietà sul proprio progetto, serve solo tanta passione e una buona dose di pragmatismo.

FENOMENO MADE IN CALABRIAdi S. Alfredo Sprovieri

La Brunori s.a.s. è un’impresa. In tutti i sensi possibili. Un gruppo musicale fantastico, composto (finora, perché nuovi componenti sono in arrivo) da Massimo Palermo alla batteria, Dario Della Rossa alle tastiere, Mirko Onofrio al sax, Simona Marrazzo alle voci e naturalmente dal “principale” Dario Brunori, da mancato imprenditore a istrionico cantautore con una mirabile piroetta artistica quanto professionale. Il loro primo disco “Volume uno” è stato riconosciuto mi-glior disco d’esordio nel panorama nazionale con il premio Piero Ciampi 2009, ma la sua ener-gia stenta ancora ad esaurirsi in una serie di live da tutto esaurito lungo l’intera gittata dello Stivale. Un successo moltiplicato dal passaparola e dai social network, dovuto soprattutto alla sapiente sem-plicità del prodotto, riuscito nel mettere insieme pubblico e critica (sua anche la prestigiosissima targa Tenco Siae 2010 ricevuta a Sanremo come miglior esordiente della musica leggera italiana) in quella che si presenta come una nuova primavera del cantautorato italico. Lo si è scritto dappertutto: le canzoni urlate con romanticismo disincan-tato dalla Brunori sas hanno un sapore antico ma di forte modernità. Si può intonarle facilmente attorno ad un falò, anche grazie a testi che riescono però a rimanere im-presse bel più in profondità del padiglione auricolare. C’è il mito dell’Italia di Pertini e Bearzot, gli amori del tempo grande e i feticci di una generazione impenitente, dal Super Santos alle Pall Mall. Senza dimenticarsi però dell’euribor da pagare o dall’ansia da conto-in-banca-che- manca. Un disco mirabile, che racconta con poetica gentile gli anni che hanno generato i giorni che viviamo, spiegando che le cose possono cambiare in noi prima che altrove, con la stessa facilità con cui in un giardino fioriscono le rose.

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M usica

SAN PETER dai festival al metal

San Pietro in Guarano ha sempre dimo-strato una tradizione musicale “specia-le”. Nonostante sia un piccolo paesino della piccola Calabria ha dato i natali a numerosi progetti musicali “vincenti”. Da Riccardo Cordiferro e la sua “Core ingrato”, famosa in tutto il mondo, fino al successo dei Menabò, arcinoti al gran-de pubblico negli anni dei Beatles. San Pietro è stato fino agli anni ‘80 sede di un importante festival nazionale di canzoni inedite e teatro di numerosi raduni alternativi, come “Vedi Pietro e poi muori”, pietra miliare del punk ca-labrese. Ma pensare che quella vena si sia esaurita è un errore, e lo dimostrano le numerose iniziative di questi anni che coinvolgono molti giovani, in concerti e piccole band. Per il 2011 con il patro-cinio di Double F di Francesco Fazio i ragazzi coinvolti in un progetto musica-le hanno realizzato un calendario musi-cale che verrà distribuito nelle vacanze di Natale. Ma è solo l’ultima di una serie di ini-ziative che hanno portato a realizzare musica dal vivo per le feste, musica che strizza l’occhio al rock internazionale ma che resta radicato nella tradizione locale: rock land o Rock War sono solo alcuni degli eventi realizzati in paese, crocevia della passione di tanti ragazzi calabresi che amano la musica.

Immagina Lennon, 30 anni dopo

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di Andrea Napoli

La sera dell’8 dicembre 1980, al termine di un pomeriggio trascorso in studio di registra-zione, mentre si accingeva a rincasare con la moglie al Dakota Building, il lussuoso pa-lazzo in cui risiedeva a New York, un venticinquenne di nome Mark Chapman, lo fermò sulla soglia del mondo e con occhi scuri gli disse: “Ehi, Mr. Lennon! Sta per entrare nella storia”. E poi più niente. Trenta sono gli anni passati da quel giorno, in cui John Lennon conobbe il cielo. Sapere, però, che le sue parole di fervida protesta e di poetica pace, non passeranno mai, è come “immaginare” dietro l’angolo il profumo di un mondo migliore: la possibilità di una società riorganizzata sulla base di principi di uguaglianza, una politica rinnovata in nome della partecipazione di tutti, la libertà di parola, l’eliminazione di ogni forma di oppressione sociale, il rifiuto di ogni discriminazione razziale e sessuale; e in fine l’estirpazione della guerra come forma di offesa alla vita. Lennon nella sua breve esistenza cantò tutto questo e altro ancora.Dal 1962 al 1970, John, è stato compositore e cantante del gruppo musicale dei Bea-tles, dei quali, in coppia con Paul McCartney, ha composto anche la maggior parte delle canzoni. Terminata l’esperienza con i Beatles, Lennon fu anche musicista solista, autore di disegni e testi poetici, nonché attivista politico e paladino del pacifismo. Questo, insieme alla sua dipendenza dall’eroina (dalla quale ne uscì vincitore), gli causò non pochi problemi con le autorità statunitensi (F.B.I.), che per lungo tempo spiarono tutte le sue atti-vità e quelle della moglie Yoko Ono, considerandolo un sovversivo e rifiutandogli più volte la cittadinanza americana.John Lennon rappresentò un modello quasi sacrale per milioni di per-sone libere, menti di una generazione affrancata da ideali floreali, vi-sionari pronti a sgretolare le sbarre della costrizione geografica, per abbracciare la creazione di un mondo unico. Paesi, religioni e possessi non sarebbero, allora, che un ri-cordo vago ed evanescente. Oggi avrebbe settanta anni, forse troppo vecchio per impugnare una chitarra, o forse no, e mi chiedo se lo spettacolo di questo tempo in rovina, avrebbe ancora il coraggio di deturpare la sua visione del domani, di pronunciare la maledetta frase: “Ehi, Mr. Len-non! Sta per entrare nella storia”. A noi non resta che continuare ad immaginare. E poi più niente.

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il Libro

Abbiamo il dovere di ricordarliNelle migliori librerie d’Italia c’è un vo-lume importante, realizzato da due gior-nalisti calabresi che lavorano a Roma. Per la prima volta sono state messe insieme le storie delle vittime di ’ndrangheta. Storie di giusti senza giustizia, che dimostrano quanto non sia vero che “i mafiosi si am-mazzano solo fra loro”. Abbiamo intervi-stato gli autori per fare il punto sull’impe-gno culturale e sociale in Calabria.

Sono passati cinque anni dal delit-to Fortugno, simbolo di un nuovo impegno giovanile in Calabria. Cosa è cambiato?La Calabria vive finalmente una nuova stagione di speranza. Assistiamo a nuovi e a volte sorprendenti fermenti tra la gente, soprattutto tra i più giovani. Una voglia di cambiare le cose che nasce dal basso, for-se l’inizio di un nuovo movimento anti-‘ndrangheta, erede delle grandi battaglie del passato. Ma non bisogna illudersi: la ‘ndrangheta è viva e marcia insieme a noi, come abbiamo scritto nello striscione che daSud ha portato alla manifestazione No ‘ndrangheta dello scorso 25 settembre a Reggio Calabria. In sintesi, si sono crea-te le condizioni per far crescere un movi-mento anti-‘ndrangheta ampio e plurale, qualcosa di simile a quello che abbiamo visto nella vicina Sicilia. Ma bisogna in-frangere un falso mito: quello dell’unità. Se è vero come è vero che le mafie devono la loro forza ai legami con la politica, la massoneria e certa imprenditoria, allora questa lotta va fatta con grande chiarez-za, allontanando quella zona grigia che infesta la società calabrese ad ogni livello. Sarebbe un errore imperdonabile quello di credere che l’antimafia sia una partita tra lo Stato e l’Antistato: ce lo dimostrano le recenti inchieste che chiamano in cau-

sa politici locali, imprenditori rampanti, uomini dei servizi segreti e dello Stato.Sono sempre di più i libri sulla ‘ndran-gheta e i suoi misfatti, ma manca un ef-fetto Gomorra. Perché?La Calabria sconta un isolamento strut-turale, interno ed esterno. Siamo forse l’unica regione a non avere una redazione di una testata nazionale presente sul ter-ritorio, mentre le testate locali sono spesso vittime dei loro editori “impuri”. Il mon-do della cultura non si eleva al di là del provincialismo, tranne poche eccezioni, e questo anche a causa della politica che fa clientela piuttosto che sostenere le migliori energie intellettuali. Una condizione di minorità che è strutturale e ha radici sto-riche profonde. Saviano è frutto della sua terra, i nostri autori sono invece il risulta-to dell’emigrazione. Un’anomalia che fa si che non siano i calabresi a raccontarsi ma sempre qualcun altro. Ma qualcosa è già cambiato: dopo il delitto Fortugno le voci calabresi che ci raccontano si sono moltiplicate, è questo il nostro effetto Go-morra. Non c’è una primadonna, è vero, ma non è detto che ciò sia un male: l’anti-‘ndrangheta sociale sperimenta il suo mo-dello, quello di giovani giornalisti, artisti, creativi, attivisti o semplicemente cittadi-

gli autoricercatori di verità

I giornalisti Danilo Chi-rico e Alessio Magro, en-trambi reggini classe ‘77, hanno fondato nel 2005 l’associazione antimafie daSud onlus e hanno ideato il progetto dell’ar-chivio multimediale sulla criminalità organizzata in Calabria Stopndrangheta.it, premiato dal ministero delle Politiche giovanili nel 2008. Insieme, hanno pubblicato Il sangue dei giusti (con Claudio Careri; Città del Sole Edizioni, 2007; vincitore del premio giornalistico Bruno Trentin)e Il caso Valarioti. Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto) e diventòpadrona della Calabria (Round Robin Editrice, maggio 2009).

ni che ci mettono la faccia e provano a diventare protagonisti del cambiamento.

Fra quelle messe insieme per il vo-stro libro, qual è quella che vi ha colpito di più? In gran parte sono storie di impunità. Cosa sarebbe cambiato con delle condanne giuste e puntuali?È difficile indicare una storia tra le altre, tra le oltre 250 vicende umane che siamo riusciti a recuperare dall’oblio. Sono tutte degne di essere raccontate. Ma è chiaro che a volte un pezzetto della vita di una vittima ti resta dentro. Negli anni di ge-stazione di “Dimenticati” abbiamo cono-sciuto tante persone eccezionali che por-tano avanti l’esempio dei loro cari uccisi dalla ‘ndrangheta. E lo fanno con la forza della disperazione, e per lunghi anni lo hanno fatto in splendido isolamento. Per-ché troppo spesso non hanno avuto giu-stizia. Condanne puntuali e sistematiche non solo hanno un valore evidente, quello di affermare lo Stato di diritto, ma solo l’unica via per risollevare la Calabria e i calabresi: la rassegnazione di cui siamo portatori si vince solo con l’esempio, e a darlo deve essere lo Stato.

Mm

A QUATTRO MANIChirico e Magro

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la Poesia

il primo premio “INCONTRARTI” arriva ai piedi del VesuvioGli incontri del “the in biblioteca” pro-seguono all’insegna della poesia. Dopo aver trattato infatti le opere del grande poeta sampietrese Giuseppe Carrieri, pri-ma firma del futurismo italiano, è toccato all’epica del popolo, alle numerose e spes-so poco conosciute opere di Pierino Fab-bricatore, Bernardino Perrone, Pasquale Morelli e Corradino Cozza.Mm ha sempre dato spazio alle poesie ine-dite e a quelle dimenticate, per promuo-vere e discutere di questa particolare pre-disposizione artistica propria del nostro territorio. Tutto ciò, acquista particolare importanza dopo che il paese è tornato agli onori della cronaca per un premio di

poesia importante come quello di “Incon-trArti” organizzato dall’amministrazio-ne comunale con in prima fila l’assessore Luisa Intrieri. E’ un ottimo punto di ri-partenza per il paese che ospitava il pre-mio Carrieri negli anni Ottanta. Sempre per la cronaca, i riconoscimenti del concorso artistico (poetico e pittorico) sono stati conferiti dalla giuria specializ-zata a:Sezione C – Poesia inedita in Lingua Ita-liana – Speciale Scuole:3° classificato: Maria Lucia Gallo, di Di-pignano (CS), con la poesia “L’ombra”; 2° classificato: Alma Aurora Paci, di Co-senza, con la poesia “Sogno di slava”;

1° classifcato: Martina Marotta, di Pra-to, con la poesia “Catagne”.

Sezione B, – Poesia inedita in vernacolo:3° classificato: Giuseppe Bellanca, di S. Cataldo (CL), con la poesia ”Na vita”; 2° classificato: Ferruccio Greco, di Ceri-sano (CS) con la poesia “U microfunu; 1° classificato: Davide Rocco Colacrai, di Terranova Bracciolini, (AR), con la poe-sia ”Mimi”.

Sezione A – Poesia inedita in Lingua Ita-liana: 2° classificato ex aequo: Tiziana Monari, di Prato, con la poesia “Il seno vizzo e vermiglio della morte – A Josè Saramago”; 2° premio ex aequo: Gian-franco Ventura, di S. Pietro in Guarano (CS), con la poesia “Gli aquiloni”; 1° classificato: Raffaella Marolda, di Quar-to, Napoli, con la poesia “L’idra vorace”.

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CIAIKOVSKI.Di meteorite i frammentimi hanno punzecchiato.Lo spirito hanno tempratosoavemente elevatoin dimensioni che mi erano ignote.Distesa, musica di Ciaikovskilento lento rioscende dall’animo.Poi come in sognomi ammanta e volo viaverso una precisa meta.Un altro migliore pianeta.In questo viaggiovado adagio adagioed esseri fulgentiaccolgono, fra l’erba, il mio soffice atterraggio.Mi inebbrio di lebertà.Libera di cuore, di mente, di animo,come se fossi giànel paradiso dell’eternità.

Tonina Cesario

Ciaikovski, nato a Vokinsk in Russia fra la metà e la fine dell’800, è il più importante compositore musicale russo della scuola europeizzante. Fra le sue composizioni, una delle più conosciute è il balletto “Il lago dei cigni”, che rappresenta il trionfo del bene sul male.

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il Dibattito

RUSSO: dal comune unico

“Solo vantaggi”Al tempo dell’area metropolitana sullo

Stretto, e di quella urbana nell’area cosentina è chiaro a tutti, an-che in Calabria, che per amministrare non si può più ragionare in ter-mini di isolamento. San Pietro, Castiglione, Rovito e Lappano stanno discutendo infatti del piano strutturale associato. Significa progettare il futuro dello sviluppo urbanistico, sociale ed economico come se il no-stro fosse (e secondo noi lo è) un territorio unico. Ci pare un argomento importante e ci piacerebbe ospitare un grande dibattito su questo tema.

Parliamone, insomma. [email protected]

Post- it concetti

COS’è un PSA?Il Piano Strutturale in forma Associata

(P.S.A.), come sancito dall’art. 20 bis della

Legge regionale n.19/2002 e s.m.i. (“Nor-

me per la Tutela, Governo ed Uso del Terri-

torio”), è lo strumento di pianificazione del

territorio che deve essere predisposto dai

Comuni associati che sostituisce il vecchio

Piano Regolatore Generale o Programma

di Fabbricazione.

Sindaco Russo, cosa ne pensate del Comune unico?Il nostro territorio è già intento a pensa-re in maniera univoca, soprattutto per i servizi più importanti se pensiamo alla viabilità, alle strutture sportive, ai servizi sociali, successivamente potremmo par-lare dei servizi della raccolta dei rifiuti, perché ormai, penso, saremo obbligati a scegliere di unirci e mettere insieme le forze per reggere meglio le difficoltà che avremo nel futuro, tralasciando il di-scorso del federalismo fiscale, ma tenere in piedi apparati, anche burocratici, in questi piccoli comuni diventa sempre più complicato dal punto di vista economico; per cui dovremmo accelerare questa ca-pacità di organizzare dei servizi insieme per risparmiare i costi. Quindi lo sforzo che dovremmo compiere è quello di rac-cogliere i pareri delle persone e, come sta-te facendo voi, chiedere cosa se ne pensa del comune unico e capire quanto siamo pronti a compiere il passo.

Cosa cambierebbe?Cambierebbe poco in quanto gli uffici ri-marranno aperti in ogni singolo centro, quindi il cittadino di Castiglione può re-carsi benissimo in questi edifici. L’unico ostacolo, se così si può chiamare, è il nome

che bisognerà scegliere ma per un nome non si litiga! Ci sarà un solo sindaco, ovviamente, ma, come detto, i cittadini troveranno gli uffici aperti nei rispettivi comuni.

Il P.S.A. può essere un aiuto impor-tante per questo discorso?Il P.S.A. è già un’immagine di un terri-torio che almeno per i servizi più impor-tanti deve pensare in maniera univoca. Il nostro territorio è un’area di cerniera tra l’area urbana Cosenza-Rende e la Sila e noi dobbiamo ragionare tenendo presente questa peculiarità. L’interesse maggiore è verso l’area urbana però non possiamo non parlare dell’altopiano silano che, nonostante molto probabilmente non andranno in funzione gli stabilimenti sciistici, resta una risorsa turistica per il futuro non lontano. Questa funzione di cerniera può avere importanza solo mi-gliorando la viabilità e a proposito di ciò si è discusso durante le varie riunioni del P.S.A. di ripristinare e migliorare la fer-rovia già esistente che è un patrimonio che non può essere dismesso! L’altro col-legamento è la strada che attraversa S. Pietro e passa per Redipiano ma, anche qui, la situazione non è delle migliori; è assurdo che, delle volte mi è capitato per-

sonalmente, si preferisca andare a prende-re la superstrada ed attraversare i comuni di Celico, Spezzano ed infine, dopo tante gallerie, arrivare al bivio che noi potrem-mo raggiungere in pochi chiilometri.

Quali possono essere i vantaggi o gli svantaggi dei singoli comuni?Svantaggi credo non ce ne siano. I van-taggi sono soprattutto dal punto di vista economico e noi dobbiamo pensare di sfruttare le strutture già esistenti e capire che appartengono a tutti. Ad esempio noi stiamo completando la piscina quindi è inutile che il sindaco di S. Pietro (o di qualsiasi altro paese) ne costruisca un’al-tra; usiamo quella di castigliane. Vicever-sa, se c’è un’altra struttura in uno degli altri tre comuni, io cittadino di Casti-glione, andrò ad utilizzare quest’impian-to. Anche per quanto riguarda il campo sportivo, dove probabilmente avremo l’er-betta sintetica, potremmo fare in modo che si organizzino i campionati in questa struttura. E poi i rapporti con gli altri sindaci sono migliorati; ci sentiamo di più, ci incontriamo di più e soprattutto collaboriamo di più.

È inevitabile ragionare in termini di Comune unico e non più in ter-

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mini di comuni singoli?Credo che: poter guardare ad un territorio più ampio, non solo per quanto riguarda i servizi e le strutture, ma anche in termini più prettamente di organizzazione legati all’economia. Dobbiamo fare lo sforzo di valorizzare ciò che di buono c’è nel nostro territorio come: il vino; l’olio; le castagne ed altre ed altre risorse. Nel P.S.A. c’è que-st’attenzione quindi posso dire che per il futuro prevedo solo cose positive!

Andrea Morrone

Settino: sono più le somiglianze che le diversitàLo spettacolo indecoroso ed al limite del-l’indecenza che ci viene offerto dai palaz-zi romani della politica indurrebbero a fare a meno di occuparsi di problemi che, in un qualche modo, afferiscono alla po-litca. Ma è proprio in questi momenti che la responsabilità ed il senso della ricerca del bene comune deve prevalere sul pur comprensibile scoramento. Nella piena consapevolezza dei limiti e delle “misu-re” in cui ci muoviamo, ognuno di noi è chiamato alla propria responsabilità e ad offrire, in scienza e coscienza, il proprio contributo. Dalle pagine di questo gior-nale è arrivata alla nostra attenzione la

proposta dell’apertura di una discussione sulla questione della fusione dei territori dei comuni di Castiglione, San Pietro e Lappano la quale merita, per il solo fatto di averla messa in campo e per il “luogo” da cui è venuta, tutto il nostro apprezza-mento.La prima cosa che ritengo doverosa è con-tinuare ad utilizzare “Mmasciata” come luogo di discussione sull’argomento e poi di accogliere il metodo del sereno confron-to che può rappresentare un livello di di-scussione di… più ampio respiro, senza secondi fini e dietrologie che hanno pro-dotto, per la nostra comunità, solo dan-ni. Un solo requisito è indispensabile: la totale onestà intellettuale. Per quanto mi riguarda ho la serena opinione, suffragata da un immenso amore per il mio paese, che siano molto di più e molto più pre-gnanti ed importanti la cose che accomu-nano i territori e, soprattutto, le comunità dei tre comuni che non le diversità. Nella certa convinzione che le muni-cipalità, le peculiarità, le particolari tradizioni, le ricchezze specifiche non potranno essere cancellate e rimarranno patrimonio delle diverse comunità e di ogni singola persona, si avverte fortemen-te la necessità di un progetto comune più ambizioso, di un orizzonte politico, am-ministrativo, progettuale, di strategia che faccia appassionare i giovani, che possa rappresentare il superamento dello status

quo più prossimo a noi, che abbia in sé la possibilità di traguardi più autorevoli e di più ampia responsabilità, a tutt’oggi, preclusici anche, ma non solo, per i nu-meri e le generali quantità che abbiamo a disposizione. Facile fare riferimento a politiche di trasporti, di opere pubbliche, di politiche scolastiche, di investimenti, di pratiche sportive, etc. etc., per giustificare la mia opinione. Opinione che si è tramutata in una strategia amministrativa impegnati-va e di scelte non facili di amministra-zione comunale le quali ci hanno visto protagonisti nella costruzione del P.S.A. (Piano Strategico Associato). Strumento di programmazione territoriale e di svi-luppo che vede insieme i comuni citati ed il comune di Rovito che in tanti, anche tra le più autorevoli firme dell’urbani-stica calabrese, schernivano e rifiutavano aprioristicamente. Oggi il P.S.A. è realtà: i progetti ambi-ziosi, come il mio caro amico Agostino (Franco) Ferraro ha voluto individuare con la sua consueta arguzia e simpatia, “GuaCaLa siti”, se disegnati con l’intel-ligenza e l’onestà della buona politica, possono essere un traguardo e, già sol per questo, raggiungibile. Il percorso sarà più o meno breve ed age-vole a secondo delle energie e della cre-dibilità che noi siamo disposti a metter loro a disposizione. Ritengo che su questo argomento, sulla possibilità che tre comu-nità si raccolgano per un progetto comune di valenza storica ci sia bisogno di autore-volezza, e perciò penso e credo fermamen-te che sia necessaria anche una discussione istituzionale che coinvolga i tre consigli comunali e le rispettive amministrazioni perché il primo, prodromico elemento per costruire qualcosa di importante è il sa-crale rispeto delle regole scritte e non scrit-te: le regole, ahimè, smarrite oggi ai più diversi livelli della più bella passione che l’uomo possa coltivare: la politica.

Vincenzo SettinoEx Sindaco San Pietro in G.

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ttualitàA

È IN ARRIVO IL PUB “SOCIALE”di Giovanna

Marsico

Il dopo-Tony ha il volto di due re-dipianesi doc, Luigi Turano e Si-monpietro Loise; legati da un legame di parentela hanno deciso di unirsi anche in affari e hanno colto un’oc-casione molto allettante, quella di prendere le redini del The North ame-rican way pub, ritrovo fondamentale per la vita del comune sanpietrese. I due nuovi proprietari hanno accetta-to con entusiasmo di rispondere alle nostre domande, dimostrando una grande disponibilità.

Come mai vi è venuto il desiderio di intraprendere questa avventura?S: già da tempo volevo rimanere nell’am-bito di lavoro che per anni i miei genitori hanno svolto infatti a Bisignano prima del trasferimento a Redipiano gestivano un agriturismo; all’inizio ho avuto trat-tative per il bar di Redipiano, e questo perché ho sempre cercato e mi sono impe-gnato per creare un’alternativa di lavoro che mi permettesse di rimanere nel mio comune, tra la mia gente.L: è stata un’occasione, quelle che la vita ti offre e tu devi solo approfittare; il lega-

me di parentela che mi lega a Simonpie-tro e la sua famiglia ci ha fatto decidere per dare vita a questo progetto insieme.

Come pensate di conquistare la clientela giovane e meno giovane che ha sempre frequentato il pub?S e L: manterremo il trend di Tony per quanto riguarda il cibo fast-food, ma of-friremo anche la possibilità di degustare primi piatti della tradizione fatti di in-credienti genuini del nostro territorio.

( A Simonpietro) Il tuo stile è de-cisamente diverso da quello del no-stro amato Tony, in una sola paro-la, com’è il pub che hai in mente?S: in una sola parola, il mio pub sarà sociale, un luogo di ritrovo per il paese, dove vecchi amici e nuovi abbiano la pos-sibilità di confrontarsi; la vedo come una responsabilità per il paese, un modo per riallacciare i rapporti tra redipianesi e sanpietresi; un luogo di divertimento per tutti, senza stravaganze.

Quello che tutti gli sportivi voglio-no sapere è.....ci sarà la possibilità

di seguire il calcio nel pub?S e L: sì, ovviamente. Ci sarà la possibili-tà di seguire il calcio nazionale e anche il calcio internazionale. Quello che più ci piace è la volontà di creare un alternativa pur rimanendo nel-la propria terra, questa voglia di unire, questa idea di volere un pub come luogo di dibattito, di discussione, dove parlare di musica, di politica, di calcio, un luogo per tutti; quello che auguriamo ai nuovi proprietari è di avere fortuna e successo, dalla Mmasciata e da tutto il paese: in bocca al lupo.

LAVORO,informazione gratuitaE’ così che voglio intitolare questo spazio informa-tivo per noi giovani Sanpietresi,quei pochi rimasti ancora qui a far valere i propri diritti ed i propri ideali in questo territorio che ci ha tolto più che averci dato, ormai non c’è rimasto nessuno ed è da qui che si può rinascere... Questo spazio è atto a voler parlare di nuove opportunità lavorative concrete e di informazioni sulle varie opportunità che vanno via via creandosi nel nostro territorio. Iniziative per attivare l’imprenditoria giovanile. Nel mese di ottobre,nel Salone degli Stemmi del Pa-lazzo arcivescovile è stata presentata la convenzio-ne stipulata tra l’Ente diocesi e la Banca di Credito Cooperativo BCC Mediocrati. E’ stato denominato “Il Seminatore”. Uno strumento concreto per la nascita e la formazione di nuove microimprese. Possono accedere al fondo i giovani tra i 18 e i 35 anni dopo aver istruito la pratica presso l’ufficio del Lavoro in diocesi, che li accompagnerà con la figura di un tutor nelle fasi del progetto e fino alla sua completa realizzazione, ma anche con un “ga-rante morale”, una nuova figura anche per il rap-porto con la banca e che potrà essere un parroco o una realtà ecclesiale ben consolidata. L’idea del microcredito rientra nel lavoro dell’ufficio diocesa-no della pastorale sociale, nel cui ambito ricade il progettopolicoro. Per quanto riguarda il Semina-tore, il contributo viene concesso, dopo le fasi di preistruttoria in diocesi, presso l’istituto di Credito, senza garanzie ulteriori e ad un tasso molto age-volato. è una realtà nei nostri piccoli comuni ed è una vera è propria opportunità sapendola sfruttare per far rinascere queste comunità. Capite bene, queste non sono righe di propaganda ma di incitazione a non voler accontentarsi ed a sfruttare le potenzialità del territorio, questo è un input ai giovani che hanno voglia di fare qualcosa ma fino ad oggi si sono sentiti tagliati fuori.

Per Informazioni: www.pastoralelavorocs.it

s. t.

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La scuola è al sicuro

Il vicesindaco (geologo) Pugliesespiega gli interventi realizzati per la messa in sicurezza del sito

Un miliardo e mezzo delle vecchie lire e un controllo capillare e costante, questi i principali motivi per cui il vicesinda-co di San Pietro in Guarano, Gerardo Pugliese, si dice tranquillo sul fatto che la scuola sia al sicuro sotto il profilo del rischio idrogeologico. Parla con doppia cognizione di causa, visto che è stato uno dei due geologi (l’altro era Franco Intrieri) che hanno lavorato nel 2003 alla messa in sicurezza del sito. “Sì, ma c’è un primo equivoco da chiarire” di-chiara telefonicamente a Mm. “La fab-bricazione è realizzata fuori dall’area a rischio R4, non è interessata dal fe-nomeno franoso che invece riguarda la zona sottostante. Siamo intervenuti comunque per una serie di opere di consolidamento lungo il margine di ol-tre 250 metri, con l’inserimenti di pali armati di grosso diametro fino alla pro-fondità di 30 metri e lungo un costone di oltre 30 metri di lunghezza”. L’inter-vento rappresenta solo una prima opera di consolidamento, in attesa di nuovi finanziamenti. “Tuttavia - ci spiega ancora Pugliese - siamo riusciti ad in-tercettare la falda e grazie a carotaggi continui siamo in grado di dire che dal 2003 ad ogi non sìè più mosso nulla di rilevante”. Sulla scuola insomma è tut-to tranquillo, ma il problema del disse-sto idrogeologico generale resta, tanto che il vicesindaco ci informa di notizie rassicuranti per quanto riguarda i fondi Fas, destinati alle aree sottosviluppate. Un finanziamento di circa 600mila euro sarebbe pronto per occuparsi della frana lungo la 155, per opere di conso-lidamento e piazzolle di parcheggio.

Il nodo viabilità verso CosenzaÈ passato quasi un anno da quando solle-vammo il profondo problema della viabi-lità sulla strada che collega San Benedetto e Padula. Nonostante le tante incitazioni e lamentele che abbiamo raccolto e espres-so attraverso queste pagine la situazione sembra rimanere quella. Ogni giorno gli abitanti di Padula per raggiungere il cen-tro del paese, tanto quanto quelli di San Pietro per raggiungere Cosenza, vanno incontro ad una serie illimitata di disag-gi derivanti dalle cattive condizioni della strada. La situazione è invivibile da tem-po, e nell’ultimo periodo molte sono state le auto danneggiate dai profondi “crateri” che rendono la strada un vero e proprio percorso ad ostacoli. Come ci si può senti-re sicuri nel percorrere di notte una strada senza alcun tipo di illuminazione e per giunta ricoperta di buche profondissime? La suddetta strada è molto conveniente per gli abitanti del comprensorio sam-pietrese in quanto fa risparmiare molto tempo nel raggiungere Cosenza. Allora, bisogna chiedersi, perché dovremmo essere privati di questo beneficio? Sicuramente sarà un problema di risorse economiche, ma è ormai troppo tempo che non si fa altro che tentare di rattoppare i danni di

un trentennio in cui non si è mai stati in grado di rendere decente questa opera. Questo rappezzo continuo non ha fatto altro che rendere lo strappo sempre più esteso. I cittadini più danneggiati dalla situazione che si trascina sono proprio quelli che abitano sulle suddette zone. Pa-dula inoltre è la zona più vicina all’area urbana ed è impensabile lasciarla pian piano distaccarsi dal paese a causa del-la scarsa viabilità, sarà pure una piccola zona ma c’è da ricordare che nel comune è la zona più colpita dallo sviluppo attuale. I problemi di viabilità riguardano l’inte-ra provincia e con l’inverno peggiorano, ma anche guardando al piano strutturale e alle notizie che parlano di finanziamen-ti per la viabilità in arrivo facciamo un ennesimo appello alle autorità e con la speranza fra le mani gridiamo… Per una volta, San Pietro, distinguiamoci.

di Amedeo Sicilia Francesco Garro e Luigi Bosco

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il Notiziario

CASTIGLIONE, A MICHELE PLACIDO IL PACCHERO D’ARGENTOGiovedì 25 Novembre 2010 10:26 Il Laboratorio Politico Culturale “La Cala-bria che non c’è” e il

Comune di Castiglione Cosentino hanno organizzato, per gio-vedì 25 novembre, alle ore 18:00, presso il Convento dei Padri Cappuccini, a Castiglione Cosentino, la cerimonia di consegna del pacchero d’argento all’attore e regista Michele Placido. In-terverranno Alfredo Anzalone, Questore di Cosenza, Francesco Ferace, Comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza, Salvatore Magarò, Presidente della Commissione Antimafia della Calabria, Antonio Reppucci, Prefetto di Cosenza, Anto-nio Russo, Sindaco di Castiglione Cosentino e Francesco Tala-rico, Presidente del Consiglio Regionale.

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ARMATI NEL BAR, IN MANETTEAVEVANO UNA PISTOLA CON LA MATRICOLA ABRASAArticolo tratto da News 24 11 dicembre 2010:

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Rende ed i colleghi della stazione di San Pietro hanno arresta-to in flagranza di reato due persone per porto illegale di

una pistola clandestina. I carabinieri hanno notato i due soggetti all’interno di un bar di San Pietro e si sono inso-spettiti per il loro comportamento. Hanno deciso di proce-dere ad un controllo più approfondito. I due soggetti sono stati immediatamente bloccati ed identificati in Antonio Liserra, 47enne di Lappano, e Lorenzo Ruffolo, 50enne di San Pietro in Guarano. Liserra è stato trovato in posses-so di una pistola cal. 6,35 nuova e con matricola abrasa mentre Ruffolo è stato trovato con la fondina dell’arma. Presso le loro abitazioni sono stati trovati un bossolo esploso e due cartucce dello stesso calibro. Le indagini proseguono per cercare di capire a cosa potesse servire l’arma in quel momento ma, soprattutto, se possa essere stata utilizzata per commettere crimini in passato.

Il sesto anno

del calendarioPresentato alla cittadinanza il

Calendario santupetrise 2011

L’opera di Igino Iuliano, realizzata

dall Proloco con il patrocinio della

amministrazione comunale è già a

disposizione degli affezionati letto-

ri in tutte le parti del mondo.

POLITICA:Aperto il circolo dei Giovani DemocraticiCon un dibattito sull’impegno giovanile nella politica e nelle istituzioni, che ha visto la presenza della dirigenza regionale e provinciale della giovanile del PD, è nato il circolo sampietrese dei GD ponendosi l’obbiettivo di rendere partecipi i giovani delle problematiche politiche, economiche e sociali della realtà locale e nazionale.

Quarantanove arresti per disarticolare il clan ‘ndranghestico dei Bruni, alias “Bella-Bella”, ege-mone a Cosenza fin dagli anni ’90. Sequestrata

anche una discoteca, è il Sin Club di Zumpano. Secondo quanto emerso dalle indagini i due carabinieri arrestati, l’appuntato Francesco Romano, in servizio al Norm della Compagnia di Rende e il maresciallo Massimiliano Erco-le, operativo a San Pietro in Guarano ma da due anni più in servizio, pur non potendo comparire formalmente nella società, di fatto operavano in maniera occulta sulla Fashion srl, che aveva ricevuto la gestione del locale dalla società Cosentina Costruzioni. A quanto pare dovranno ri-spondere dell’accusa di concorso esterno in associazione a delinquere per aver favorito il reinvestimento dei capitali della cosca in attività lecite.

MAXI RETATA ANTINDRANGHETA COINVOLTO EX MARESCIALLO DI SAN PIETRO IN GUARANOArticolo tratto da Adnkronos 15 dicembre 2010

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le Lettere

Epistolario [email protected] inviare lettere, smentite o repliche firmate. Nei limiti di spazio verranno pubblicate

INCARNATE LA SPERANZA DI UN FUTURO DIVERSOCaro Direttore,ho letto il quarto numero del periodico di cultura giovanile che tu ben dirigi. Ne ho apprezzato come sempre i contenuti e le battaglie che coraggiosamente conduci assieme ai tuoi collaboratori. Avete presentato uno spaccato della Calabria sana, onesta, che si ribella alla prevaricazione ed ai ricatti della criminalità organizzata. Per questo incarnate la speranza di un futuro diverso.Mi ha fatto piacere poter accogliere la vo-stra richiesta di intervistare Rosanna Sco-pelliti, avanzatami qualche giorno prima della consegna del Pacchero d’argento. Questa intervista, riportata a pagina 6, è la testimonianza di una ragazza che sulla pro-pria pelle ha vissuto l’orrore della crudeltà delle cosche e che, con serenità, oggi indica a tutti noi la strada da seguire per l’affermazione dei diritti e della legalità. Mi piacerebbe anche intrattenermi nella vo-stra sede con te ed i componenti della redazione, non per dare vita ad una semipasserella elettorale. Non fa parte della mia

cultura, del resto non ho fatto passerelle durante la campa-gna elettorale e certo non intendo farne neppure adesso che le

elezioni sono lontane così come erano lontane anche lo scorso 5 settembre. Vorrei invece illustrarvi le proposte che la Commissione Antimafia regionale ha già messo in campo in questi primi mesi di attività per contrastare la ‘ndrangheta, e quelle ancora in cantiere.Il Pacchero d’argento edizione 2010 era stato asse-gnato a Rosanna Scopelliti ed a Michele Placido, ma l’attore per motivi legati alla sua attività pro-fessionale, non era potuto intervenire. Ritirerà il premio il prossimo 25 novembre a Ca-stiglione Cosentino, presso il Convento dei Padri Cappuccini, alle ore 18 alla presenza del Presi-dente del Consiglio regionale, del Prefetto, del Questore, del Comandante Provinciale dei Ca-rabinieri.Colgo l’occasione per invitarvi a partecipare, e

non ad assistere, alla consegna del Premio.

Cordialmente.Salvatore Magarò

SE QUALCOSA CAMBIERÀ SARÀ PER GENTE COME VOI (MA NON FONDATE L’ENNESIMO PARTITO)

Cari amici di Mmasciata,ho visto adesso la rivista che mi è stata data a lezione da uno di voi. Mi è piaciuta molto (soprattutto il botta e risposta con il sindaco). Sono davvero contento di scoprire che tra i giovani e gli studenti di San Pietro ci sia una realtà come la vostra. Se qualcosa cambierà in questa terra sarà per l’azione di gente come voi (ma non fondate l’ennesimo partito politico, vi prego...).

Un caro saluto.Giorgio Giraudi

UNICALP.S. una recente relazione della Banca di Credito Cooperativo ha stimato al’’80% il livello degli esercizi commerciali che pagano il pizzo in tutta la provincia di Cosenza, così come anche uno ‘straniero’ venuto dal nord come me sa che Cosenza è piazza di riciclo di denaro sposrco, usura e spaccio di droga (più intrallazzi vari con i fondi europei e la 488). Dire che qui la ‘ndrangheta non c’è è semplicemente ridicolo.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

CICCIO PERRONESAMPIETRESE NAZIONALE

Ci sono ragazzini che sognano all’infinito, sperando che il tutto un giorno diventi realtà. Francesco Perrone (il numero 16 della

formazione qui sopra) è uno di questi. E’ diventato calciatore riuscendo a varcare il solco “sampietrese” e forse definitivamente

anche quello meridionale. In questa breve intervista ci racconta il suo amore per il calcio ed i suoi segreti anticonformisti.

Come ti trovi in un grande club come la Reggina? Qual’è la tua giornata tipo? Mi trovo bene, come hai detto,è un grande club e qui credono molto sui giovani. Non ci sono classiche giornate tipo, ma di solito la mattina vado a scuola, naturalmente, poi allenamento pomeridiano e la sera studio o mi rilasso un pochino.

Speravi davvero di poter esser convocato nell’Italia under 16? Che effetto fa giocare per la propria na-

di Salvatore Intrieri

la Nazionale è un’emozione che

non si può spiegare

zione, quali emozioni ti suscita?Ci speravo, ma non credevo di arrivare fin qui. È un’emozione troppo forte, indescrivibile, non riesco a decifrarla, credetemi.

Perchè hai sempre creduto in questo sport e ti sei sem-pre tenuto lontano dalla mentalità sampietrese in ambito calcistico, ignorando le scelte dei tuoi amici?Perché per me il calcio è vita, non è passatempo come lo intendono qui a San Pietro, spero solo che i miei sforzi continueranno ad essere ripagati.Hai mai provato a dettare calcio qui in paese? E’ vero, come si racconta, che ti tenevano spesso in panchina?In paese no, a parte qualche partitina stagionale (tipo il memorial Vin-cenzo Ferraro, ndr) con gli amici ma poca roba, ho sempre giocato a scuola calcio e mi sono innamorato del calcio fin da piccolo. Comunque ripeto, non ho giocato a San Pietro, quindi non è vero che mi tenevano in panchina.

Ultima domanda, chiudiamo con una standing ova-tion, qual’è il calciatore professionista a cui ti ispiri?Il mio calciatore preferito è Adam Johnson del Manchester City, cerco di ispirarmi a lui anche perché mi raffigura in alcuni aspetti tecnici. Il Mi-ster Rocca, commissario tecnico della nazionale under 16, mi paragona spesso proprio ad Adam Jonhson.

BAR CENTRALEdi Francesco Settino

da

50anni

Coiffeur maschile e femminile

di Giovanni Medaglia

Via San Francesco, 13. S. Pietro in G.

ristoranteFabiano

Via Borse l l ino , S . P ie t ro in G.

si affittano camere