L'ago di Clusane numero 15

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CIRCOLO CULTURALE CLUSANENSE Numero 15 Dicembre 2015 scriveteci libreria [email protected] facebook la redazione issuu.com/lagodiclusane Qui potrai sfogliare tutti i giornalini fino ad ora realizzati. Pagina ufficiale: L’Ago di Clusane Archetti Alessandra, Belotti Federico, Belotti Luciano, Bertoletti Paola, Bianchi Paola, Bianchi Luigi, Bonardi Bruno, Ferrari Deborah, Ferrari Federico, Lopizzo Nicola, Piccinelli Veronica, Regonini Simone, Treccani Carloalberto, Viti Benedetta. Grafica: Andrea Sabadini. I l terzo weekend di ottobre ho avuto la possibilità di visitare il CERN di Ginevra. La prima cosa che colpisce è la gran- dezza delle strutture: di fatto ci si trova di fronte ad un paese che ha al suo interno diversi centri di ricerca, ma anche alloggi, supermarket e ristoran- ti. I ricercatori possono in questo modo vivere all’interno del CERN e dedicarsi pienamente alle loro attività. Lo scopo principale del CERN è quello di fornire ai ricercatori gli strumenti necessari per la ricerca nella fisica delle alte energie. Gli studi degli scienziati sono incentra- ti principalmente sugli acceleratori di particelle, che portano nuclei atomici e particelle subnucleari ad energie molto elevate. I ricercatori hanno a dispo- sizione dei rivelatori che permettono di osservare i prodotti delle collisioni tra fasci di queste particelle. Un altro aspetto che da subito si per- cepisce è che si è immersi in una di- mensione che va al di là dei confini nazionali. Più che all’interno di uno stato, ci si sente in una dimensione sovranazionale che ha come fine ulti- mo la ricerca. La convenzione che isti- tuiva il CERN fu firmata il 29 settem- bre 1954 da 12 stati membri. Oggi ne fanno parte 21 stati membri più alcuni osservatori, compresi stati extraeuro- pei. Vi lavorano undicimila scienziati di cento nazionalità differenti. Si ha a che fare con persone che vengono da ogni parte del mondo e nei dintorni si vedono targhe di auto di diversi stati europei. Per accedere ai diversi centri di ricerca spesso è necessario passare la frontiera Svizzera - Francia. Grazie ad un contatto interno, non solo ho seguito la visita guidata che viene concessa ai visitatori esterni, ma ho potuto anche accedere ad alcune zone riservate al solo personale interno. In questo modo ho potuto apprezza- re il complesso mondo degli accele- ratori del CERN che comprende sette acceleratori principali, costruiti in vari periodi a partire dalla fondazio- ne dell’istituto. L’ultimo acceleratore in ordine di tempo è il Large Hadron Collider (LHC), entrato in funzione il 10 settembre 2008. Si estende su una circonferenza di 27 chilometri ed è stato progettato in quanto do- vrebbe permettere condizioni spe- rimentali paragonabili a quelle dei primi momenti di vita dell’Universo, subito dopo il Big Bang. Tutti gli ultimi ritrovati della tecnolo- gia sono presenti o sono stati progetta- ti e realizzati al CERN dove i ricercatori hanno a disposizione tutti i mezzi per portare a termine le loro ricerche. Se qualcuno ha un’idea che può sem- brare strampalata, il CERN lo aiuta a realizzarla, anche perché può attingere a ingenti fondi di investimento che per- mettono di portare avanti un progetto che poi potrebbe non portare a nulla di concreto. Questo aspetto risulta in linea con le convinzioni della nuova direttrice del CERN, l’italiana Fabiola Gianotti che in un’intervista afferma: “Siamo spinti dalle idee: se il più giovane degli stu- denti ha l’idea giusta si proverà a fare ciò che il suo intuito ha suggerito.” Fabiola Gianotti è da circa un anno la direttrice del CERN ed è la prima donna a ricoprire tale carica in 61 anni di sto- ria del più grande laboratorio dedicato alla fisica delle particelle. Speriamo che la sua presenza possa rappresentare uno stimolo per la ricerca italiana. Visita al CERN di GINEVRA di Luigi Bianchi

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L'ago di Clusane numero 15

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C i R C O L O C u Lt u R a L E C L u s a N E N s E Numero 15 Dicembre 2015

scriveteci

[email protected]

facebook

la redazione

issuu.com/lagodiclusaneQui potrai sfogliare tutti i giornalinifino ad ora realizzati.

Pagina ufficiale: L’Ago di Clusane

Archetti Alessandra, Belotti Federico, Belotti Luciano, Bertoletti Paola,Bianchi Paola, Bianchi Luigi,Bonardi Bruno, Ferrari Deborah,Ferrari Federico, Lopizzo Nicola, Piccinelli Veronica, Regonini Simone,Treccani Carloalberto, Viti Benedetta.

Grafica: Andrea Sabadini.

Il terzo weekend di ottobre ho avuto la possibilità di visitare il CERN di Ginevra.

La prima cosa che colpisce è la gran-dezza delle strutture: di fatto ci si trova di fronte ad un paese che ha al suo interno diversi centri di ricerca, ma anche alloggi, supermarket e ristoran-ti. I ricercatori possono in questo modo vivere all’interno del CERN e dedicarsi pienamente alle loro attività. Lo scopo principale del CERN è quello di fornire ai ricercatori gli strumenti necessari per la ricerca nella fisica delle alte energie. Gli studi degli scienziati sono incentra-ti principalmente sugli acceleratori di particelle, che portano nuclei atomici e particelle subnucleari ad energie molto elevate. I ricercatori hanno a dispo-sizione dei rivelatori che permettono di osservare i prodotti delle collisioni tra fasci di queste particelle.Un altro aspetto che da subito si per-cepisce è che si è immersi in una di-mensione che va al di là dei confini nazionali. Più che all’interno di uno

stato, ci si sente in una dimensione sovranazionale che ha come fine ulti-mo la ricerca. La convenzione che isti-tuiva il CERN fu firmata il 29 settem-bre 1954 da 12 stati membri. Oggi ne fanno parte 21 stati membri più alcuni osservatori, compresi stati extraeuro-pei. Vi lavorano undicimila scienziati di cento nazionalità differenti. Si ha a che fare con persone che vengono da ogni parte del mondo e nei dintorni si vedono targhe di auto di diversi stati europei. Per accedere ai diversi centri di ricerca spesso è necessario passare la frontiera Svizzera - Francia.Grazie ad un contatto interno, non solo ho seguito la visita guidata che viene concessa ai visitatori esterni, ma ho potuto anche accedere ad alcune zone riservate al solo personale interno.In questo modo ho potuto apprezza-re il complesso mondo degli accele-ratori del CERN che comprende sette acceleratori principali, costruiti in vari periodi a partire dalla fondazio-ne dell’istituto. L’ultimo acceleratore

in ordine di tempo è il Large Hadron Collider (LHC), entrato in funzione il 10 settembre 2008. Si estende su una circonferenza di 27 chilometri ed è stato progettato in quanto do-vrebbe permettere condizioni spe-rimentali paragonabili a quelle dei primi momenti di vita dell’Universo, subito dopo il Big Bang.Tutti gli ultimi ritrovati della tecnolo-gia sono presenti o sono stati progetta-ti e realizzati al CERN dove i ricercatori hanno a disposizione tutti i mezzi per portare a termine le loro ricerche.Se qualcuno ha un’idea che può sem-brare strampalata, il CERN lo aiuta a realizzarla, anche perché può attingere a ingenti fondi di investimento che per-mettono di portare avanti un progetto che poi potrebbe non portare a nulla di concreto. Questo aspetto risulta in linea con le convinzioni della nuova direttrice del CERN, l’italiana Fabiola Gianotti che in un’intervista afferma: “Siamo spinti dalle idee: se il più giovane degli stu-denti ha l’idea giusta si proverà a fare ciò che il suo intuito ha suggerito.”Fabiola Gianotti è da circa un anno la direttrice del CERN ed è la prima donna a ricoprire tale carica in 61 anni di sto-ria del più grande laboratorio dedicato alla fisica delle particelle. Speriamo che la sua presenza possa rappresentare uno stimolo per la ricerca italiana.

Visita al CERNdi GiNEVRa

di Luigi Bianchi

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di Federico Belotti

LuNGa VitaaL pREsidENtE

Uniti, molti e volenterosi. Sono questi gli aggettivi che utilizzerei se dovessi descrivere il gruppo degli operatori turistici Clusanesi.

Un’organizzazione che ha dato prova di sapersi reinven-tare, pur rimanendo fedele agli ideali che 38 anni fa ne determinarono la costituzione, e che da allora la caratte-rizzano. Uscire dalla situazione stagnante verso la quale ci si stava incamminando, a seguito di due annate poco entusiasmanti, pareva alquanto improbabile. Eppure, vuoi per il nuovo direttivo, o perché ora l’associazione conta il maggior numero di iscritti di sempre, l’estate 2015 è stata un successo.Quest’anno non si è perso nemmeno un secondo. Ancor prima che giungesse l’estate, l’OTC era pronto con una ta-volata senza fine con oltre 500 posti a sedere.Immersa nella suggestiva cornice che solo il lungolago Clusanese è in grado di donare, ed avvolta dai soffusi co-lori delle lanterne e delle luminarie galleggianti, il solsti-zio d’estate non è stata una manifestazione in grado di soddisfare unicamente il palato.Per non tralasciare l’ambito gastronomico, oltre all’imman-cabile settimana della tinca, ha preso luogo la seconda edizione della competizione denominata “tinca d’oro”, te-nutasi il 20 settembre. L’idea di fondo è rimasta quella di dare spazio a cuochi non professionisti, che hanno potuto cimentarsi con la propria reinterpretazione dell’ingredien-te simbolo per Clusane: la tinca.I numerosi partecipanti sono stati poi classificati da una giuria qualificata che ha decretato il vincitore valutando il gusto della composizione, la presentazione del piatto, l’abbinamento con vini e bevande, la creatività ed altri aspetti quali l’uso di materie prime tipiche della zona. Quest’estate il vero contorno della settimana della tinca è stato l’intrattenimento (nulla togliendo alla polenta!).

L’ampio spettro dell’offerta è stato in grado di soddisfa-re il maggior numero di persone possibile. Si è potuto assistere a rappresentazioni in dialetto, serate di musica lirica, serate danzanti, manifestazioni di sport tipici del lago. Anche i più piccoli si sono divertiti con gli scivoli e i giochi gonfiabili.Molto ben organizzate sono state le due giornate conclu-sive della settimana. Il week-end ha preso il via con i mer-catini di antiquariato e il gruppo “The Dada Swingin Club” che hanno creato un’ atmosfera anni 20 molto gradevole. Ma il vero successo è stato garantito dal connubio serata di cabaret, con il comico Giorgio Zanetti reduce da Zelig, seguito dai fuochi d’artificio.Passeggiando per il paese ho sentito chi con una battuta si interrogava chiedendosi se ci fossero state più persone o più alghe sul lungolago la serata del 19 luglio. Beh fran-camente io non saprei rispondere, erano entrambe moltis-sime! Molto apprezzate sono state anche le tele del pittore milanese Enrico Cattaneo, esposte dal 12 al 19 luglio nella sala civica Carlo Capponi, nella mostra dal titolo “Natural-Mente” organizzata in collaborazione l’associazione cultu-rale L’Ago di Clusane.Altro evento che ha segnato un’elevato indice di gradi-mento, è stata la sfilata di moda “Total look tra musica e lago”. È bene sapere che il “vecchio OTC” contava pressap-poco solo su strutture volte alla ristorazione.Ora tra gli iscritti, oltre a ristoranti, si possono trovare anche bar, gelaterie, pasticcerie, fioristi e parrucchiere. Ed è proprio grazie a quest’ultimi che la sfilata di moda e l’happy hour annesso sono riusciti a dar vita ad una serata frizzante. Per dar segno della propria presenza anche nel mese di agosto, sono stati organizzati week-end a base di musica live, serate danzanti oltre ai mercatini dell’ artigia-nato artistico. Che dire ... ben tornato OTC.

OtC:

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di Luciano Belotti

Nutrire il pianetaÈ stato il tormentone, peraltro

ben riuscito e condivisibile, dell’EXPO 2015, di cui tutti,

anche chi non c’è stato, ci siamo trovati a discutere.Sono fra quelli che non ci sono sta-ti, più per una serie di coincidenze che per una precisa volontà di non andarci, però il tema proposto è in-teressante, anche se, a detta di chi ci è stato, nei padiglioni dell’EXPO non si respirava propriamente il de-siderio di nutrire il pianeta, piutto-sto quello di far soldi, nutrendo sì il pianeta ed i suoi abitanti (quindi non solo l’umanità), ma soprattutto il conto in banca dei grandi produt-tori. Mi piace pensare alla terra come ad un unico, grande (se rapportato alla dimensione umana) organismo, in cui tutti gli esseri viventi , e quando dico tutti penso anche ad animali e piante, sono interdipendenti gli uni dagli altri, dal più insignifi cante dei microorganismi al più evoluto degli esseri viventi che identifi chiamo con l’uomo.Ma a ben guardare il pianeta è vis-suto milioni, forse miliardi di anni senza che alcun uomo ne calpestas-se la superfi cie mentre l’uomo, è fa-cilmente intuibile, non è ancora in grado di vivere al di fuori del piane-ta. L’equilibrio fra umanità e piane-ta dovrebbe far pensare, per quanto riguarda il bilancio energetico, a un bilancio in sostanziale pareggio fra entrate ed uscite. Se la popolazio-ne continua ad aumentare, la torta terra, che è sempre quella, andrà di-visa in fette sempre più piccole per nutrire tutti i suoi abitanti, senza riportare danni irreparabili che rica-

drebbero, inevitabilmente, soprat-tutto sulle generazioni future. Se la quantità di energia alimentare pro capite non può essere implementata all’infi nito, la qualità della razione alimentare moderna può essere am-piamente modifi cata.In un pianeta popolato da sette mi-liardi di persone dovrebbe far pen-sare il fatto che siano quasi più gli individui con un eccessivo introito calorico giornaliero di quelli che, a stento, raggiungono il limite indi-spensabile per una buona qualità di vita. Si spende più per dimagrire che per ingrassare, è assurdo, ini-quo, ingiusto, illogico e soprattutto è indice di una cattiva distribuzione delle risorse e di un’etica planetaria molto lontana da quella che dovreb-be guidarci. Non passa anno che non veda nascere e morire qualche nuova dieta miracolosa, di regola a scopo dimagrante, perché il caso opposto non viene nemmeno preso in considerazione e gli adepti di queste diete, salvo una minoranza che arriva a cadere nell’anoressia, resta perennemente in sovrappeso se non in uno stato di obesità (si perdono 10 kg e se ne recuperano 12, si parla di elastico che si stringe e poi si allarga progressivamente ). La dieta non dovrebbe far ingrassare ne dimagrire la dieta dovrebbe man-tenere le persone in buona salute in una situazione di normale massa corporea.Per raggiungere questo scopo senza cadere nella spirale delle proposte incredibili, imperdibili, facili da re-cepire e io aggiungo, chissà perché, molto costose, e volendo rimanere in un ambito strettamente alimenta-

re (lo stile di vita è però altrettanto importante) avanzo una modestissi-ma proposta. Grassi e proteine ani-mali sono, di regola, più costosi di quelli di origine vegetale, a loro vol-ta gli animali, per produrre grassi e proteine hanno bisogno di una mas-sa alimentare che in termini di resa non è vantaggiosa, (per avere un kg di carne bovina di buona qualità ci vogliono circa 30 kg di cereali).Se ci imponessimo un limite di spe-sa alimentare inferiore ai 10 € al giorno, (e se si sta attenti si può scendere di parecchio) non divente-remo né vegetariani né vegani ma sicuramente diminuiremo il con-sumo di carne,formaggi e grassi in genere ad una quantità che, oltre ad essere non dannosa, sarebbe salu-tare per l’umanità e indirettamente per tutto il pianeta.

Non voglio tediare il lettore con lunghe dissertazioni teoretiche, se l’argomento interesserà si potrà par-larne pubblicamente, scopo dell’as-sociazione è anche questo.Lancio un’idea, scriveteci come spendereste i 10 € e noi pubbli-cheremo le diete più originali che risultino bilanciate, salutari ed eco-sostenibili.

Prendetela come un gioco, il piane-ta vi ringrazierà, le multinazionali del cibo un pò meno.Aspettiamo proposte, magari con i soldi risparmiati si potrà fare ancora qualcosa di buono per questo mal-concio pianeta e per i suoi abitanti. Buona fortuna a tutti e lunga vita.

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di Federico Belotti

L’isOLa che (non) c’éGuardando il monte Guglielmo dal lungolago di

Clusane, molti turisti si soffermano incuriositi ad osservare quella moltitudine di alberelli che

sorgono desolati sull’isoletta posta ad un centinaio di metri dalla costa.Forse non sanno che quel lembo di terra artifi ciale è un isola di ripopolamento. Ebbene sì, si tratta proprio di una struttura semi-immersa con il duplice compito di fornire un luogo adatto alla riproduzione di molte specie ittiche e contemporaneamente creare una zona per la nidifi cazione degli uccelli. Del resto unire due funzioni simili è un po come tentare di allevare agnelli nella gabbia dei leoni.Questa convivenza sarebbe stata il principale problema se quest’opera avesse effettivamente svolto i compiti per la quale venne progettata. Malauguratamente, sin dalla realizzazione, si susseguirono una serie di fi aschi che non solo hanno portato ad un’opera zoppa, ma hanno alterato anche ciò che poteva rimaner sano, e proprio come recita il proverbio: “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”, è così che ci siamo fatti azzoppare anche il canneto. I progettisti stessi, nella relazione di progetto, prevedevano l’ampliamento del canneto esi-stente in quanto ritenuto di fondamentale importanza per la riproduzione delle tinche, delle scardole e an-guille, oltre ad attribuirgli una valenza ambientale e paesaggistica in grado di migliorare l’alterazione della scena visiva causata dalle boe per il contenimento del-le alghe. Nemmeno la manutenzione straordinaria che si rese necessaria subito dopo l’inaugurazione riuscì a rimettere in carreggiata l’isoletta.Degne di un ulteriore approfondimento sono le varie specie ittiche rispetto alle quali i progettisti hanno ca-librato l’intervento. Riporto l’elenco con la breve de-scrizione tratta dalla relazione di progetto:

AGONE: Specie pelagica, la si trova a profondità varia-bile in dipendenza della stagione dai 30 ai 40 metri. Durante il periodo riproduttivo si porta vicino alla riva per la deposizione delle uova. La riproduzione avviene in un periodo compreso tra la metà di Giugno e la metà di Agosto. Durante il periodo di frega gli agoni si por-tano in prossimità della riva, depositando le uova in ac-que basse. La riproduzione avviene di notte, su fondali ghiaiosi o ciottolosi, ad una temperatura compresa tra i 17 C° e i 20 C°.ALBORELLA: L’alborella è presente in diversi tipi di ambienti acquatici di pianura. Negli ambienti lacustri occupa la zona pelagica, e si avvicina alla riva per la

deposizione delle uova. Il periodo riproduttivo è com-preso tra i mesi di giugno e di agosto. In questo perio-do le alborelle si spostano dalla zona pelagica verso la riva; la deposizione ha luogo in acque basse su substra-ti ghiaiosi, a una temperatura di circa 15-16 C°.COREGONE (o lavarello): I lavarelli conducono vita pelagica, effettuando migrazioni verticali per la ri-cerca del cibo e altri spostamenti alla ricerca del luo-go più idoneo in relazione al momento del loro ciclo vitale. In primavera occupano le acque superfi ciali tra 0 e 10 metri di profondità, da giugno a settem-bre si spostano ad una profondità maggiore proba-bilmente per evitare le temperature più alte delle acque epilimniche e da ottobre a dicembre possono arrivare fi no a 20 metri di profondità. Durante il pe-riodo riproduttivo, dalla seconda metà di dicembre fi no a metà gennaio, il lavarello si sposta dalla zona pelagica verso le fasce litorali per deporre le uova su fondali sabbiosi o preferenzialmente ghiaiosi a basse profondità, a una temperatura di circa 15-18 C°.SALMERINO: Il salmerino predilige acque lentiche, fredde e ossigenate, collocandosi nei grandi laghi negli strati profondi. Il periodo riproduttivo è com-preso tra novembre e gennaio nei laghi subalpini e può essere anticipato anche a settembre in quelli alpini d’alta quota. Le uova vengono deposte su fon-dali profondi ghiaiosi privi di sedimento fi ne, ad una profondità compresa tra 50 e 70 m.TROTA LACUSTRE: La trota lacustre conduce vita pe-lagica, stazionando in acque più o meno profonde dove la temperatura sia minore di 15 °C e l’ossige-nazione ottimale dalla primavera all’autunno. Dal periodo tardo autunnale frequenta le acque superfi -ciali e si avvicina a riva, risalendo gli immissari per la riproduzione, deponendo le uova in zone ghiaiose con acque veloci e poco profonde, con temperature minori di 10 °C.PERSICO: Il persico reale è una specie molto diffusa nei grandi laghi prealpini e presente anche in laghi di minori. La riproduzione avviene fra marzo e luglio, in prossimità delle rive ad una profondità di circa 5-8 metri; depongono le uova sulla vegetazione acqua-tica in forma di “nastri ovarici”, ciascuna femmina depone un singolo nastro che contiene alcune decine di migliaia di uova.ANGUILLA: Conduce vita strettamente legata al fondo e predilige substrati molli, dove riesce ad infossarsi. Dotata di un eccellente odorato, si ciba di inverte-brati che caccia sul fondo, mentre al crescere delle

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dimensioni anche i pesci entrano a far parte della sua dieta. Durante le migrazioni che compie al in età adul-ta (dagli 8 fi no a 18 anni) può superare anche tratti al di fuori dell’acqua, respirando attraverso la pelle.TINCA: Predilige fondi melmosi o ricoperti di vegeta-zione. Sopravvive anche in ambienti poveri di ossi-geno. In inverno non si nutre, muovendosi lo stretto indispensabile, seppellendosi parzialmente nella mel-ma di fondali fangosi. Il periodo di fregola avviene tra la primavera e l’estate, quando le tinche si spostano verso acque basse riccamente coperte di vegetazione acquatica.

Limitandosi ai contenuti della relazione di progetto, l’isoletta parrebbe la soluzione perfetta per il defi cit ittico che da alcuni anni deteriora il nostro lago.Ma basta ben poco per accorgersi della differenza tra gli effetti miracolosi venduti dai progettisti e le reali prospettive dell’opera. Esistono mappe che classifi ca-no i laghi analizzando i parametri fondamentali per la vita dei pesci cioè la temperatura dell’acqua e la quantità di ossigeno discolto.La temperatura dell’acqua in primis infl uisce enor-memente sull’habitat ideale. Per ogni specie esiste una temperatura ottimale al di sotto della quale si osserva una crescita rallentata. Entro certi limiti, tem-perature più alte possono consentire una crescita più veloce, ma comportano anche maggiore fabbisogno di ossigeno. La temperatura ottimale per la crescita, ge-neralmente, non corrisponde al valore ottimale per la riproduzione che si attesta solitamente entro soglie inferiori.L’ossigeno disciolto in acqua è determinato da vari fattori quali la temperatura, la pressione barometri-ca ed idrostatica, la salinità. Il fabbisogno d’ossigeno da parte del pesce è invece determinato dalla temperatura e dallo stato fi siopato-logico. In particolare la solubilità del gas è inversamente pro-porzionale alla tem-peratura dell’acqua e benché in misura minima, alla salinità, mentre aumenta pro-porzionalmente con la pressione barome-trica o idrostatica.La cartina sotto ri-portata mostra la percentuale di co-lonna d’acqua carat-terizzata contempo-raneamente da una

temperatura inferiore a 20°C e da una concentrazione di ossigeno disciolto superiore ai 4 mg/l , valori indi-catori dell’habitat minimo richiesto da tutte le tipolo-gie di pesce prima indicate (ad esclusione delle tinche ed anguille). La zona scelta per il progetto coincide proprio con l’area avente il peggior indice di tutto il basso Sebino.Per di più nel 2010 dopo le analisi delle condizioni del lago i ricercatori concludevano: “le ricerche evi-denziano come gran parte del lago subisca il fenome-no dell’anossia, limitando la possibilità di una ripro-duzione naturale a causa di un elevato consumo di ossigeno dei sedimenti a seguito della decomposizio-ne della sostanza organica, che causerebbe la morte per soffocamento delle uova deposte dai pesci ... Le altre mappe illustrano come la riduzione d’ossigeno possa infl uenzare il popolamento ittico del lago, con particolare riferimento alla famiglia dei salmonidi, rappresentata nel nostro lago da trote e coregoni”.È molto facile a questo punto intuire per quale mo-tivo l’isola di ripopolamento non è stata in grado di sortire l’effetto previsto dai suoi artefi ci. Il problema della riproduzione del pesce non sta nel-la carenza di spiaggette dove questi possano deporre le proprie uova, ma nella sempre peggiore condizione ambientale del lago.Ora, dopo aver battuto la testa con le isole di ri-popolamento e dopo aver speso dei bei quattrini, imboccheremo la via dell’incubatoio seppur con molti anni di ritardo. Speriamo che non venga commesso lo stesso errore. Speriamo, forti dell’esperienza matura-ta, che venga attivato al più presto un monitoraggio dell’habitat ittico, per non cadere nuovamente nella tentazione di confondere le conseguenze con la cau-sa del problema.

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di Federico Ferrari

Nel dubbio condivido!Quante volte vi è capitato navi-

gando nel web, di leggere noti-zie sconvolgenti che nessuno vi

ha mai detto? E quante volte per rab-bia, indignazione, o per compassione le avete condivise sui social network a cui siete iscritti?Ebbene, sappiate che per la maggior parte dei casi si tratta di vere e pro-prie bufale.Diffondere notizie false o parzial-mente vere, non è una novità. Vi ri-cordate le numerose E-mail dedicate a fantomatici bambini gravemente malati? O quelle relative ai guadagni spropositati dei nostri politici? Negli ultimi anni con la nascita dei social network, (Facebook su tutti) e con la possibilità che chiunque potesse dire la sua, sono purtroppo aumentate in numero sconvolgente. Quali sono i motivi per cui le bufale hanno così una larga diffusione? Per prima cosa, il voler far credere al popolo un con-cetto diverso da quello attuale. Spes-so le bufale vengono presentate come notizie vere che nessun telegiornale o nessun quotidiano rivelerà, poiché sono troppo scottanti per poter essere rese pubbliche. (Chissà come mai?!?) Molte pagine sono nate per poter guadagnare soldi grazie alle condivi-sioni e ai “mi piace” e fra queste ce ne sono alcune che pubblicano notizie “scottanti” solo ed unicamente per il proprio tornaconto personale, grazie al cosiddetto “click baiting”, la tecni-ca del marketing, di cui i social media manager si servono per portare click alle pagine. È una strategia che si basa sullo sfruttamento pubblicitario delle pagine visitate, ovvero dei click degli utenti. Il click-baiting non lavo-ra sul contenuto ne tantomeno sulla qualità: si concentra esclusivamente sulla forma. I contenuti che prendono il nome di click bait, cioè sono con-fezionati in modo tale da rendere il massimo sui social e diventare conte-

nuti virali. I click bait svolgono una missione specifi ca: attirare il lettore, ricevere il maggior numero di click sul link e diventare virali. Che la notizia sia surreale e/o inventata poco im-porta. Tutto inizia, come abbiamo vi-sto, dal titolo, con frasi che attirano l’attenzione e stimolano l’inconscio a cliccare. Spesso ma non solo si punta sull’ignoranza delle persone per tra-sformare una notizia falsa, esagerata o tendenziosa in qualcosa di virale.In questi ultimi tempi, uno degli ar-gomenti più in voga riguarda l’immi-grazione e la diffi cile situazione degli extracomunitari. Sappiamo tutti che spesso e volentieri queste persone vi-vono di espedienti, ma non tutte le notizie che leggete sono vere.“Immigrato violenta bambina di 7 anni. Il padre si vendica” questa è una delle “perle” di “Senzacensura.eu” pagina fondata da Gianluca Li-pani un ventenne di Caltanissetta il quale è stato denunciato a piede li-bero per istigazione all’odio razziale. Intervistato da alcune testate gior-nalistiche, ha ammesso di avere fatto questo non per risentimento contro gli immigrati, ma solo per guadagna-re soldi. Tutto ciò è servito a qualcosa? No!!!! Nell’ultimo mese due nuove pagine sono entrate a far parte del calderone delle bufale e della disinformazione: “La Gazzetta della Sera” e “Mafi a Ca-pitale”. Volete alcune loro perle? Ec-cole: “Rom rubano in villa di noto im-presario e vengono sbranati dai suoi due pitbull”. “Marocchino spaccia da-vanti ad una scuola, viene linciato dai genitori”. Quanti di voi, hanno desiderato che queste due notizie fossero vere? E invece no!!! Sono anche queste delle ignobili falsità e se voi che mi state leggendo le avete condivise, vuol dire che siete proprio utonti e che proba-bilmente non avete molta dimesti-

chezza con il variegato mondo del web!Sicuramente la pa-gina più famosa tra quelle che pubblicano bufa-le razziste è sen-za dubbio Catena Umana, nata dal-la mente di un ex imprenditore edile di Parma che si è riscoperto “giorna-lista” pubblicando no-tizie parzialmente vere o spudoratamente false. “Sesso con i guerriglieri, ma non siamo state violentate”. Secondo la pagina in questione le due volonta-rie Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, hanno avuto rapporti consenzienti con i guerriglieri durante il perio-do di prigionia. Lascio intuire a voi lettori i commenti dei seguaci della pagina ...Nel campo della medicina ci sono una serie di cattivi consigli medici che speriamo nessuno metta mai in pratica; uno fra tutti il famigerato post riguardante l’infarto, secondo il quale ci si può salvare…con un colpo di tosse! Mi auguro che non vi capiti mai nella vostra vita e se dovesse succedere non mettetevi a tossire, peggiorereste la situazione. Altri tipi di bufale riguardano cibi o piante particolari in grado di curare malattie anche gravi come il can-cro. Naturalmente non c’è niente di vero e queste idiozie non fanno altro che creare false illusioni nella men-te di chi è ammalato per davvero e che cerca qualsiasi appiglio per poter guarire. Va detto però che una sana alimentazione può prevenire certe malattie, ma attenzione, si parla di prevenzione non di cura. Cerchiamo di non fare confusione, perché con la malattia non si scherza!

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pag. 7 L’ago di Clusane

Nell’ambito scientifico la bufala più famosa riguarda le celeberrime scie chimiche. Pare infatti che alcune scie di condensazione visibili nell’atmo-

sfera terrestre rilasciate dagli aerei non siano scie di

vapore acqueo, ma sia-no composte anche

da agenti chimici o biologici, spruzzati in volo per mez-zo di ipotetiche apparecchiature montate sui veli-voli, per finalità non meglio preci-

sate. Il diffondersi di questa teoria nel

mondo attraverso i mass media e in parti-

colare internet ha fatto sì che enti governativi si siano

trovati a ricevere, da parte di varie persone, richieste di spiegazioni in merito a questo presunto fenomeno.[1] Gli stessi enti governativi e la comunità scientifica hanno ripetuta-mente dimostrato l’assoluta inconsi-stenza e incoerenza scientifica di tali asserzioni.[2] Analoghe risposte sono state date dai diversi governi italiani alle relative interrogazioni parlamen-tari, oltre che da numerosi piloti ed esperti di meteorologia.[3][4] Anche riviste e programmi di divulgazione scientifica hanno definito la teoria “una bufala”.Anche gli animali sono spesso prota-gonisti di notizie vecchie ma che per creare l’effetto Catena di Sant’Antonio, oltre che rabbia e ribrezzo, vengono riproposte e condivise ogni volta da centinaia di persone, usando sempre immagini sconvolgenti di povere bestie torturate o mutilate, con relativi com-menti indignati. Se avete condiviso an-che voi la notizia della carne di cane importata dalla Cina, sappiate che il consumo e l’importazione in Italia della carne di cane per uso alimentare è proi-bito ai sensi del Dpr 320 del 1954 “Re-golamento di Polizia veterinaria” così come dal Decreto Legislativo 286 del 1994 in materia di produzione ed im-missione sul mercato di carni fresche.

Non mancano poi le pagine satiriche, che per certi versi si rifanno allo stile di Striscia la Notizia dei primi anni. Tra le testate maggiori vi sono sicura-mente Lercio, Il Corriere del Mattino e Il Giomale dove vengono pubblicate notizie palesemente false che aggiun-gono ulteriore carne al fuoco al fanta-sioso mondo delle bufale. La cosa più sconvolgente è che le notizie pubbli-cate, vengono a loro volta condivise come vere dalle pagine spazzatura di cui ho fatto i nomi alcune righe so-pra, in modo da confondere i lettori e creare l’effetto rabbia/sdegno con la conseguente diffusione di un avve-nimento che non è mai accaduto e il guadagno grazie al click bait. Negli ultimi tempi ha avuto una gran-de popolarità Ermes Maiolica, giovane di Terni che negli ultimi mesi si è reso protagonista di molti scherzi e burle. “Festeggiare il Natale nelle scuole è sbagliato”, così avrebbe dichiarato nel 2014 il presidente della Camera Laura Boldrini; naturalmente su Fa-cebook si sono scatenate le polemi-che, ma…era tutto uno scherzo del nostro caro Ermes. Recentemente, dopo un periodo di silenzio è torna-to alla ribalta, ed eccovi l’ultima sua perla: “Abbiamo 800.000 Volkswagen che non possono essere vendute per problemi di certificazione dei consu-mi. Dunque offriremo solamente per i nostri fan gratuitamente. Selezio-neremo le 800.000 Volkswagen per il 14 di Febbraio, speciale per San Valentino! Non ti perdere questa oc-casione! I vincitori saranno contat-tati tramite email o Facebook. Basta condividere la foto e mettere un “Mi piace”, lasciando un commento con colore preferito (bianco, nero, blu, rosso)”. Forse nemmeno lui ci crede-va veramente a questa burla, ma nel suo tranello sono cascate migliaia di persone, magari le stesse che fino a qualche settimana fa, dopo il recente scandalo avrebbero detto: “Wolkswa-gen? Neanche morto!” e ora, eccole desiderose di possedere un automobi-le senza spendere un soldo. Altro argomento sono gli avvisi sulla sicurezza di Facebook, (ad esempio:

“Io Pinco Pallino dichiaro che quello che pubblico è mio, secondo il de-creto legislativo… ecc…”) ma ve-ramente credete che quell’avviso sia autentico? Non avete la sensazione che qualcuno vi stia prendendo per i fondelli, con un testo che sembra una supercazzola del conte Lello Mascetti, che fa uso di decreti e regolamenti che non c’entrano niente? Chiunque pensi che postare un avviso del gene-re su un social network serva da ga-ranzia di privacy non ha capito niente di cos’è un social network.L’unico risultato che otterrà è mo-strare agli altri quanto è ingenuo e incompetente. Ma come si può individuare una bufa-la, evitando di fare la figura dei boc-caloni? Per prima cosa va verificata la veridicità del testo allegato, con-trollando date, nomi di persone, luo-ghi ecc… se non ci sono riferimenti precisi, allora questo può essere un primo campanello d’allarme.Spesso e volentieri i testi delle bu-fale terminano con una frase scritta in stampatello a caratteri piuttosto grandi: “CONDIVIDI, FAI GIRARE!!!” oppure “LA GENTE DEVE SAPERE” E anche in questo caso il “bufalometro” raggiunge i livelli massimi.Fortunatamente su Facebook e nel web in generale, esistono pagine che si occupano di scovare ogni tipo di bufala e di far aprire gli occhi alla gente, tra queste: “Bufale e dintorni, fermatele” “Bufale un tanto al chilo” e “attivissimo.net”, da dove si può attingere per controllare eventuali notizie “strane”.Mi sono limitato a citare alcune tra le bufale più famose che hanno circola-to e che purtroppo ancora circolano in rete. Non vorrei essere stato offen-sivo, mi auguro che nessuno abbia preso sul personale questo articolo, anche perché non è mia intenzione mettere in dubbio la vostra intelligen-za, ma è giusto che apriate gli occhi e non crediate a tutte le scempiag-gini che vengono pubblicate in rete. Concludo augurandovi un Buon Natale ed un Felice 2016 senza più bufale e disinformazione.

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pag. 8 L’ago di Clusane

di Bruno Bonardi

paRLiaMO uN p0’ dEL

BiNGE-WatCHiNGSi sa ormai che nel terzo millennio nessun cam-

po di discussione si può far mancare il proprio “studio” di chissà quale lontana e semiscono-

sciuta Università. Ci s’immagina un gruppetto di scienziati occhialuti in camice bianco, riuniti intorno ad un grosso tavolo intenti a studiare dati, a raccogliere informazioni, a incrociare schemi e tabelle e a lavorare sui numeri e sulle probabilità, ovviamente lautamente pagati; paradossalmente le risultanze del loro lavoro sono spesso ovvie, al limite del lapalissiano.Nemmeno Yoon Hi Sung e Eun Yeon Kang, guidati da Wei-Na Lee, si discostano dal “scoprire l’acqua cal-da” ma almeno ci danno l’occasione di capire cos’è il binge-watching.Dicesi binge-watching l’atto di guardare ininterrot-tamente una grande quantità di episodi di una serie televisiva, una sorta di bulimia del piccolo scher-mo, in altre parole una maratona di visione in piena regola che spesso porta a stare alzati anche fi no a notte fonda. Fenomeno scoppiato Oltreoceano con l’avvento delle internet tv on demand, in pratica

delle vere e proprie videoteche casalinghe dispo-nibili grazie alla connessione internet, che porta-no sempre più i cinefi li all’isolamento casalingo a oltranza; con lo sbarco di Netfl ix (una delle tante internet tv on demand o streaming presenti sul mer-cato) in Italia, il fenomeno del binge-watching pro-mette di contagiare come un virus anche il Vecchio Continente. Rivelato di cosa stiamo parlando possiamo tornare dai nostri amici scienziati dell’University of Texas at Austin (!), i quali, attraverso A Bad Habit for Your Healt? An Exploration of Psychological Factors for Binge-Watching Behavior, ci avvisano che la sud-detta pratica può portare a depressione, problemi con il cibo, problemi sul lavoro, isolamento, proble-mi relazionali, tristezza, solitudine e stanchezza.Ovvio che poltrire davanti alla tv non sia la più sa-lutare delle attività, ma qui si sta descrivendo una dipendenza de facto.Già illustrissime personalità, con discorsi diversi, avevano messo in guardia dal pericolo dell’infl uen-za della tv sulla gente comune: per esempio Paso-lini parlava di alienazione, omologazione distrut-trice di autenticità, edonismo di massa, assenza di valori, arrivando anche a descrivere una frustrazio-ne e un’ansia nevrotica a causa del mancato rag-giungimento del benessere proposto in tv;David Cronenberg, invece, con il suo splendido fi lm VIDEODROME, pone l’attenzione sul possibile controllo della mente attraverso il tubo catodico,

descrive la morte delle immagini e la morte del pensiero arrivando a descrivere una tv che

confonde la percezione della realtà fi no a sostituirla. Sicuramente rifl essioni che si sono rivelate veritiere.Ripensando ad alcune serie tv di que-sti ultimi anni il pericolo di dipendenza e successivamente di astinenza resta alto; vorrà dire che prima dell’inizio de-gli episodi dovremo far comparire l’av-viso “ATTENZIONE! PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE! USARE CON MODERAZIONE!”.