Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

28
SCUOLE in SCUOLE in SCUOLE in R I L I E V O Anno 5, Numero 15 Maggio 2012 Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza” di Lusiana e della Direzione Didattica “A. Cuman Pertile” di Marostica ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007 2.500 COPIE DISTRIBUITO A 1.600 ALUNNI SCUOLE in RILIEVO VINCE ANCORA

description

Giornale della Scuola media di Crosara

Transcript of Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

Page 1: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Anno 5, Numero 15

Maggio 2012

Periodico di informazione scolastica e di

promozione culturale e didattica a cura

dell’Istituto Comprensivo “P.M. Pozza”

di Lusiana e della Direzione Didattica “A.

Cuman Pertile” di Marostica

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA

Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007

2.500 COPIE

DISTRIBUITO A

1.600 ALUNNI

SCUOLE in RILIEVO

VINCE ANCORA

Page 2: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

ARTE, STORIA, SCIENZE, TECNOLOGIA, AM-BIENTE NATURALE, GIORNALISMO, ZOOTEC-NIA, GIARDINAGGIO, SPAZI SPORTIVI E CUL-TURALI, INFORMATICA, GASTRONOMIA

OFFERTA FORMATIVA 2012/2013: LABORATORIO INFORMATICO, LINGUISTI-CO MADRE LINGUA, STUDIO ASSISTITO, TOUR ITALIA “EXODUS”, LABORATORIO GIORNALISMO, MUSICA, SPORT, EURO-PEAN COMPUTER DRIVING LICENSE (ECDL), BOOK IN PROGRESS.

Guardare oltre, puntare lontano... Scuola Media Statale

di Crosara www.iclusiana.it www.scuoleinrilievo.it

Page 3: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15
Page 4: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

4

Sommario

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Per la pubblicità su questo giornale: tel. 338 8234783 oppure: [email protected]

Responsabile del progetto Fabio Cusinato

Redazione Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Maria Angela Rela, Emanuela Maino, Sergio Carlesso, Giovanni Costa, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato.

Hanno collaborato Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi

Grafica Fabio Cusinato

Stampa L.G.VI. srl - 36030 Costabissara (VI)

In copertina Opera di Valentina Ferrarin, docente Scuola Media di Conco

In questo numero

Spaziogiallo

POLVERE DI PAN DI STELLE 10

UNA SPECIE DI MAGIA 11

ALICE 12

TRITONI E SANGUISUGHE 13

LA GAZZETTA STORICA 14

PREPARARE IL BAGAGLIO 16

UN ATTACCO DI RABBIA 17

SCALE DI GIGANTI E CENSORI 18

ODORE DI MARE 19

UN ANNO DI DIRITTI 19

MENTRE CALA LA NOTTE 20

SCUOLE IN RILIEVO VINCE ANCORA 7

TRA I PRIMI NEL CUORE DEI COLLI 7

UN LIBRO PER CRESCERE 8

PIAZZE E TORRI CORRONO 9

Le nostre scuole

Il punto C’È UNA SCUOLA! 5

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Dal territorio MITI E VETRI 21

LO SPETTACOLO DELLA NATURA 21

Speciale in Rilievo

NAUFRAGIO a pagina 12

STORIE FANTASTICHE a pagina 12

SCALE DI GIGANTI

E CENSORI a pagina 18

In Scena UN FELINO STIVALATO 23

Libera mente IL CORAGGIO DELLA PASSIONE 6

ULTIMI “SCAMPOLI” DI SCUOLA 6

Ricerca TERRORE CHE SERPEGGIA 22

La Gazzetta Storica/in diretta dal fronte

GUERRA TOTALE pagina 14

POLVERE DI PAN DI STELLE a pagina 10

Page 5: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

5

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Il punto

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

La buona scuola. È questo il titolo di un arti-

colo comparso poco tempo fa in un diffuso

quotidiano nazionale. Vi si parlava di un’istru-

zione pubblica che prova a reinventarsi, con

progetti che puntano all’innovazione, con la

creatività al servizio dello studio. Molte le

idee nuove già messe in atto e sperimentate

positivamente in tante scuole d’Italia, da nord

a sud, dagli Istituti Superiori alla Primaria.

Tra le nuove parole d’ordine ritroviamo pro-

getti e strategie già avviate anche con i no-

stri ragazzi. Si parla di “cooperative lear-

ning”, metodo che ci ha consentito di realiz-

zare in classe un settimanale fondendo le

competenze, le capacità e le abilità dei singoli

in gruppi-redazione. Studiare insieme, poi,

oltre a recuperare carenze e lacune, ha vinto

le difficoltà e l’insicurezza nell’apprendere,

ma parimenti ha potenziato l’ autonomia, la

capacità di organizzare un lavoro, il senso di

responsabilità dei tutor. Tale stile di appren-

dimento ha prodotto vere metamorfosi. La

strategia del tutoraggio, ha praticamente

salvato situazioni date per irrecuperabili. Si

propone parallelamente il foundraising, cioè

la raccolta fondi, perché dal Ministero arriva-

no risorse sempre meno sufficienti. E già

abbiamo sperimentato serate di presentazio-

ne di materassi e di magneto-terapia, cene

con i prof ai fornelli, lotterie pasquali e nata-

lizie, mercatini dell’usato e tanto altro, per

poter mettere in piedi biblioteche e avanzati

laboratori di informatica. Ma la proposta più

elettrizzante contenuta nel quotidiano nazio-

nale era il progetto “Book in Progress” già

adottato in decine di istituti. Da sempre gli

insegnanti non sono soddisfatti dei testi in

uso nelle scuole, magari da loro stessi adot-

tati. Sensazione sempre più diffusa, perché i

libri di testo sono spesso, oltre che sempre

più cari, troppo complessi e quindi poco chia-

ri e poco accattivanti agli occhi dei ragazzi. E

allora perché non mettere direttamente a

disposizione degli alunni il proprio sapere, il

proprio metodo di lavoro, elaborato e affinato

in tanti anni d’insegnamento? Perché non

realizzare in proprio i libri di testo delle varie

discipline, attingendo dal materiale sicura-

mente ricco e abbondante, costruito e già

applicato dalla competenza dei docenti?

“Book in Progress” significa delineare per-

corsi individualizzati, per ciascun ragazzo,

approfondendo le conoscenze, e ampliando le

competenze di chi emerge, ma nello stesso

C’È UNA SCUOLA! La creatività al servizio dello studio di Rosanna Bertoncello e Fabio Cusinato

tempo recuperando, con un lavoro mirato, chi

è in difficoltà. Scuola su misura, concreta-

mente, “One to one”. Senza contare che una

tipologia progettuale di questo tipo permette

il coinvolgimento diretto degli studenti. È con

loro infatti che si attuano le diverse strategie

didattiche. Quindi, la costruzione di un testo

scolastico può avvenire con la concreta par-

tecipazione degli alunni. Non basta. L’attiva-

zione di un percorso di questo genere

“obbliga” ad un uso mirato, e certamente non

superficiale, delle nuove tecnologie. Compu-

ter, internet, lavagne interattive, usate in

maniera finalmente attiva e finalizzante. Tutto

ciò aumenta e potenzia la motivazione nei

ragazzi, per i quali vi è sempre bisogno di

traguardi e obiettivi, meglio se delineati in

maniera condivisa. C’è una scuola che resiste

a tagli e ridimensionamenti. C’è una scuola

che mette al centro l’umanità delle persone

così come sono, con le diverse potenzialità di

ciascuno, fatte di competenze e conoscenze.

C’è una scuola che non desidera più parlare

di integrazione e di inclusione come di acces-

sori da applicare a vecchie e ormai superate

modalità formative. E se c’è una scuola, re-

frattaria alla burocrazia, che si propone in

maniera dinamica e vitale di fronte alla sfida

educativa, noi la sottoscriviamo.

Page 6: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

6

Via montello 30 c 36063 Marostica (VI)

Tel. 0424 75315 Fax. 0424 75315

[email protected] www.fotografotiziano.it

TIZIANO FOTOGRAFO

Servizi matrimoniali Foto industriali Fototessera in 1 minuto Sviluppo foto in 30 minuti Stampa digitale in giornata

Libera mente

ULTIMI “SCAMPOLI” DI SCUOLA di Rosanna Bertoncello

26 maggio. Ultimi scampoli di scuola. Ormai, sulle

bancarelle del mercato del sapere, tutta la merce esposta in bella vista, giorno dietro giorno da più stagioni, opportunamente reclamizzata, rinnovata, adeguata ai tempi e alla domanda, è stata piazzata. C’è

chi, molto saggiamente, si è avvicinato fin da subito e ha colto le offerte migliori, facendosi magari cliente fisso. E c’è chi si è tenuto alla larga, frequentando

piuttosto i centri commerciali, le fiere o i mercatini rionali, con altro tipo di mercanzia, ovviamente. Fatto

sta che le bancarelle scolastiche stanno per chiudere, perché i Comuni e le Regioni impongono di rispettare rigorosamente i termini fissati. Si rischiano sanzioni pesanti in caso contrario. E bisogna pure portare

qualcosa di concreto a casa! Genitori, fratelli, nonni e anche zii sono lì che aspettano. Ma, finché dura l’ultimo ripensamento di chi ha gironzolato a vuoto per tutto il

tempo, i banchi, gli ombrelloni, gli scatoloni vuoti stanno per essere caricati sul furgone e portati via. D’estate non c’è il mercato, si riapre a settembre.

Fortuna vuole che qualche espositore si sia attardato

con il vicino a chiacchierare di viaggi, di giornali da stampare, di libri che costano e pesano e di lavoro di squadra. Pochi sparuti ombrelloni ancora aperti sotto

il sole. Ed è lì che gli ultimi avventori, in pauroso ritar-do, trovano ancora qualche prezioso pezzo d’occasio-ne. L’offerta incrocia finalmente la domanda, mentre il campanile batte mezzogiorno. In qualche raro e rino-

mato mercato del sapere, fatti come questi accadono ancora. Ve lo sto a raccontare perché l’ho vissuto di persona. In qualità di espositore, naturalmente.

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

IL CORAGGIO DELLA

PASSIONE Quello che i nostri ragazzi ci chiedono di Emanuela Maino

Avere una passione, lavorare e vivere con

passione… Quante volte questa parola così

densa e intensa compare nelle nostre frasi e,

nel suo significato più alto, diventa uno dei

traguardi importanti a cui arrivare.

La passione è curiosità, interesse, scoperta.

Appassionata è la persona che si dedica com-

pletamente a un qualcosa in cui crede profon-

damente.

La passione trascina, dà forza, fa emergere

energie sopite. E’ figlia della bellezza: fa brilla-

re gli occhi, toglie

il grigio alle gior-

nate, scuote il

torpore. Cavalca

luoghi inesplorati,

scavalca barrie-

re, non teme

l’ignoto, scombina

il mondo.

La passione va

coltivata e va

insegnata ai no-

stri ragazzi e figli.

Non è facile, ma

possiamo farlo se

mettiamo tutto

ciò che abbiamo di meglio in quello che fac-

ciamo. I nostri ragazzi sanno cogliere oltre le

parole e chiedono verità, sentimenti, valori,

esempi. Non ci chiedono di essere perfetti e

onnipotenti, ma di sentire che il nostro “fare”,

le nostre parole nascono da un trasporto

autentico.

Chiedono di poter contare su adulti che non

vogliono da loro l’impossibile, ma che mostra-

no la strada per coltivare progetti, per non

accontentarsi dei sogni, per non fermarsi.

Page 7: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

7

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Abbiamo vinto ancora! “Scuole in Rilievo” è

risultato secondo assoluto a livello Nazionale

nel X Concorso “Il Giornale nella Scuola” indet-

to dall’Istituto “R. Guarini” di Mirabella Eclano

(AV) con cerimonia di premiazione avvenuta il

26 maggio. Solo alcuni giorni prima, il 17, il

nostro giornale era tra i vincitori del Concorso

Nazionale “Il miglior Giornale Scolastico” dell’I-

stituto Comprensivo di Manocalzati (AV). Lo

scorso anno “Scuole in Rilievo” è stato procla-

mato a Mestre dalla AICQ Veneto “Il miglior

giornale scolastico” del Triveneto. Riconosci-

menti che si aggiungono ad altri cinque premi

Nazionali vinti in questi anni. Le nostre piccole

scuole mostrano davvero la loro tenacia e la

loro passione nel perseguire obiettivi ambiziosi

e nel far conoscere la creatività, la competen-

za, l’innovazione che anima i loro percorsi.

Scuole in Rilievo è frutto di una collaborazione

tra diversi ordini di scuole, non semplice, non

sicuramente compiuta, ma avviata. I risultati

ottenuti insieme premiano anche questa volon-

tà di ricercare ulteriori legami, di promuovere

una continuità, che parta dal concreto e non

solo dalla formalità di incontri e di protocolli. Il

percorso avviato, già è bello ed elettrizzante.

Quella in atto ormai da cinque anni con il no-

stro periodico è sicuramente una sfida delle

nostre realtà scolastiche, volta a dimostrare

che non sono certo le dimensioni o la moderni-

tà delle strutture a garantire ad alunni e inse-

gnanti un’esperienza di vita speciale. Sono

professionalità e passione gli ingredienti che

danno il sapore diverso alla scuola.

A rileggere i passati numeri di Scuole in Rilevo

nasce davvero un senso di incredulità, tante

sono le esperienze che vi sono raccontate,

tante sono le idee e le proposte rese concrete

con i nostri ragazzi. La sensazione è di tante

preziose risorse umane, che non si arrendono

a tagli e ridimensionamenti, ma che continuano

a costruire una scuola d’eccellenza.

SCUOLE IN RILIEVO

VINCE ANCORA Come non arrendersi a tagli e ridimensionamenti di Rosanna Bertoncello

TRA I PRIMI NEL CUORE DEI COLLI di Sergio Carlesso

Sabato 31 marzo si sono svolti in località Pozzolo di Villaga, sui Colli Berici, i Giochi Sportivi Stu-

denteschi di Orienteering 2012, con la partecipa-

zione di circa 330 studenti, 150 dei quali della secondaria di 1° grado e 180 della secondaria di 2° grado. La Scuola Media di Crosara ha presen-

tato ai nastri di partenza, dopo quattro anni di

assenza, una ventina di alunni, distribuiti nelle categorie Ragazzi, Ragazze (classe 1^ media),

Cadetti, Cadette (classi 2^ e 3^), da me coordi-nati. I risultati ottenuti sono andati oltre le aspettative, dato che per tutti gli alunni l’Orien-

teering rappresentava un’assoluta novità e l’obiettivo principale era di offrire agli alunni un’occasione di una straordinaria esperienza sportiva a livello provinciale. I ragazzi hanno

commentato molto positivamente la loro parteci-

pazione all’evento, rimanendo meravigliati del fascino che lo sport dell’orienteering ha saputo

loro trasmettere. Si sono infatti trovati a gareg-giare in una cornice naturale stupenda, tra i prati e i boschi della verdeggiante conca nel

cuore dei Colli Berici orientali. Venendo ai risul-

tati della gara, dobbiamo dire innanzitutto che tutti gli alunni di Crosara indistintamente meri-

tano un plauso, avendo terminato l’intero per-

corso senza commettere alcun errore al pas-saggio nei vari punti di controllo. Tutti sono entrati in classifica. Iniziamo con la categoria

Ragazzi. Davvero splendido il terzo posto ottenu-

to da Filippo Cortese, che è riuscito a contrasta-

re l’egemonia della Scuola Media “Dalle Laste” di

Marostica, tradizionalmente sempre ai primi posti nella disciplina della Corsa Orientamento.

Sorprendente risultato di squadra in categoria Ragazze: Beatrice Soster, Giada Maroso, Martina

Girardi, Lisa Bonato e Alice Scomazzon hanno contribuito con i loro piazzamenti a classificare

la Scuola Media di Crosara al 3° posto, alle spal-le dell’I.C. “Muttoni” di Vicenza e della Scuola

Media Statale di Thiene. Notevole il 5° posto

ottenuto da Beatrice Soster. In categoria Cadetti si è distinto Joshua Sciessere, classificatosi al 6° posto. Bene anche gli altri componenti la

squadra Cadetti: Jacopo Baggio, Riccardo Alessi, Gioele Morello e Giacomo Xausa. Più cauto il

comportamento in gara delle Cadette Valentina

Colpo, Ilaria Girardi, Cristal Cortese e Melissa

Pes, che con molta calma ed attenzione hanno comunque punzonato correttamente tutte le lanterne posizionate lungo il percorso, portando

a termine con successo la loro prova.

Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

RITIRIAMO E VENDIAMO TESTI SCOLASTICI USATI

Via Montello, 16/a Marostica Tel. e Fax 0424.780518 E.mail: [email protected]

SUI TESTI SCOLASTICI NUOVI SCONTO 10%

Page 8: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

8

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

UN LIBRO PER

CRESCERE Leggere è viaggiare in “prima classe” di Antonella Alberti

Ascoltare racconti letti dalle insegnanti è

stata un'esperienza quotidiana per gli alunni

della Scuola Primaria. Per gli alunni di prima

e seconda è stato consolidare quell' espe-

rienza che li ha accompagnati fin dalla prima

infanzia quando l'adulto raccontava loro delle

storie prima di dormire. Che fascino addor-

mentarsi con le vicende di re, principesse,

draghi, streghe, che rendevano il sogno

ricco e avventuroso. Ascoltando storie hanno

imparato a viaggiare con la fantasia, a con-

fondere la realtà con l'immaginazione (Un

drago per amico; Dragone puzzone; Giovanni-

no dei draghi; Le favole di Federico), a vivere

emozioni e sentimenti, a crescere (Fabio

spaccatutto; W la scuola alè alè; Il folletto a

righe). Per gli alunni delle classi più grandi

ha significato imparare a mettersi nei panni

del protagonista, a conoscere nuove culture,

a superare i confini “del proprio orto” per

scoprire la vastità del mondo e dei mondi (Il

piccolo Principe; Il camping Blu). Ma non solo:

a vivere emozioni (Il mio peggior amico), a

fare un viaggio nel passato (Un dono color

caffè), a scoprire che un semplice libro fatto

di carta contiene i segreti della vita e della

conoscenza e che il tempo per leggere è

tempo speso bene e aumenta la ricchezza

interiore. Questo è stato il senso del progetto

“Un libro per crescere” e gli alunni un po'

questo senso lo hanno colto. L'esperienza

condotta da Anna Branciforti ha dato un altro

imput alla lettura. Gli alunni più grandi hanno

imparato a leggere con espressività, a imme-

desimarsi nei personaggi, a mettere in prati-

ca i loro insegnamenti. La scuola sta termi-

nando e allora per l'estate ormai alle porte

l'augurio è: un buon libro a tutti! Leggere è

viaggiare in prima classe.

Page 9: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

9

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

cancelliere. Vi si

dibattono que-

stioni importanti,

quali l’uso illegale

di maglie neraz-

zurre o lo spaccio

di polvere di “Pan

di stelle”. Hanno

un bel da fare gli

avvocati a difen-

dere i loro assistiti, chiamando a supporto

testimoni decisi e agguerriti, ma le cui paro-

le, invece, si rivelano spesso prove inconfuta-

bili d’accusa. Tra il pubblico presente in aula

si leva decisa anche la voce del nostro amato

autista Paolo, a gridare ”Ergastolo!”. E i gior-

ni passano veloci, quando si è tutti assieme.

Le ore corrono via, inseguendo paesaggi

d’incanto. Mura medioevali, piazze e torri e

dolci colline con file di cipressi e fitti vigneti.

È piovuto? Non lo sappiamo. Non ce ne siamo

accorti. Ci hanno detto di sì, da casa; loro

sono credibili: hanno seguito le previsioni del

tempo! Sulla via del ritorno “Il Vescovo è uno

di noi!” è una frase davvero liberatoria, com-

movente sintesi dell’ormai indiscussa, pro-

fonda fusione del popolo dell’esodo al suo

interno, con le vicende vissute e con i perso-

PIAZZE E TORRI CORRONO Antiche abbazie, borghi medievali e misteriose “presenze” di Rosanna Bertoncello

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Al ritorno da un viaggio d’istruzione di quat-

tro giorni in Toscana, la luce negli occhi dei

ragazzi è proprio diversa. È intrisa di tutte le

emozioni, le sensazioni, le immagini, le parole

che hanno vissuto insieme agli altri, compa-

gni e prof. È stampata in quella luce tutta la

straordinarietà di una esperienza che non si

dimentica. I giochi costruiti sulle parole,

intrecciati a racconti fantastici, o magari

veri, hanno occupato la mente, mentre gli

occhi rincorrevano i paesaggi in fuga dietro

di noi. Giù, giù fino a vedere la terra degli

antichi Etruschi. E su quelle colline si costrui-

sce la storia irripetibile di un popolo di prof e

di ragazzi, che per qualche giorno sperimen-

tano concretamente se il cammino tracciato

a scuola li porta davvero verso traguardi

decisivi. Tra borghi medioevali e antiche

abbazie, stretti vicoli e slarghi incredibili di

piazze, si misura lo spessore del rapporto

umano attraverso cui, è risaputo, si costrui-

scono l’apprendimento e la maturazione dei

ragazzi. Lontani dalle aule, dai banchi, dai

libri, dai registri, si vive insieme, dall’alba al

tramonto, e anche oltre. Sì, perché è a tarda

sera che la fantasia dei prof mette in piedi

un’aula di tribunale, con tanto di giuria popo-

lare, di pubblico ministero, di giudice e di

naggi, più o meno reali, incrociati lungo il

cammino. “Il Vescovo è uno di noi!”: parole

fortemente impastate di un’ autonomia e di

una fermezza acquisite sul campo, dopo una

serata da brivido, trascorsa a far quadrare i

racconti avventurosi dei prof su antiche

vicende con la enigmatica realtà di un semi-

nario-albergo nella terra del misterioso

popolo degli Etruschi. Non è facile raccontar-

la, la sensazione di legame profondo che si

crea in quattro giorni di migrazione in giro

per l’Italia. Si avverte, si respira, è dentro di

noi. E alla fatidica domanda del prof, salendo i

tornanti verso Crosara, “E allora, ragazzi,

che facciamo? Torniamo indietro?” l’esplo-

sione fragorosa dei sì fa uscire dal più pro-

fondo dell’anima la disperata voglia che non

sia tutto già finito.

Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

Via Ca’Boina, 17/2 - 36055 NOVE (VI)

Tel e fax 0424 590849

Costa S. 339 6662581

Rigo A. 340 0803736

Email: [email protected]

Page 10: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

10

Spaziogiallo

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Dalla finestra della nostra classe si vede un bel pezzo di pianura… Noi siamo andati un po’ più giù, più giù di Bologna. Siamo andati in Toscana. L’esperienza in Toscana è stata bellissima! Le

tappe sono state molte, tutte molto belle.

Quelle più significative sono state queste:

Montepulciano, Abbazia di Sant’Antimo, Mon-

teriggioni e Pisa. A Montepulciano siamo

andati la mattina del secondo giorno. Una

caratteristica di Montepulciano che mi è

piaciuta è stata questa: una terrazza. Non era

una terrazza normale. Appena mi sporsi, lo

capii perché non era normale. Vidi un incon-

tro di prati di diversi colori. In quel momento,

provai un insieme di sentimenti mistici, che

bloccavano il mio sguardo sulle valli. Era

stupendo. Giù era tutto verde. Le case quasi

non esistevano: c’erano solo poche dimore

che sembravano costruite in legno. Lontano

si scorgeva un monte, probabilmente il monte

Amiata. Era gigantesco! Avevamo notato dei

puntini bianchi, immobili: erano pecore. Pur-

troppo dopo un po’ siamo dovuti partire per

raggiungere la piazza. Qui erano stati girati

ben due film: ”Il paziente Inglese” e “New

Moon”. Quest’ultimo si diceva che fosse stato

girato a Volterra, ma non era niente vero.

Anche la piazza era stupenda. C’erano un

pozzo e il palazzo comunale. Il palazzo era

imponente. La prima sera, cenando nell’alber-

go di Chianciano Terme, ho notato che il pane

era senza sale. Mia mamma, prima di partire

per la gita, mi aveva già avvisato. Era per una

vecchia storia: una volta era stata messa una

tassa sul sale. Il sale quindi costava tanto.

Così i panettieri iniziarono a fare il pane sen-

za sale e tutti si abituarono. I luoghi che mi

hanno più sorpreso, non sono stati solo quelli

di città, ma anche quelli spirituali come l’Ab-

bazia di Sant’Antimo. Quel luogo mi ha molto

impressionato perché in vita mia non avevo

mai visto un’abbazia. Inoltre, proprio poco

tempo fa, le avevamo studiate in Storia! Pro-

prio quando entrammo, rimasi sbalordita

dalla bellezza di quel luogo. Sentii il profumo

di chiesa. Il fresco mi accarezzava la pelle. Le

pareti erano dipinte di bianco. C’erano grandi

quadri che raffiguravano i Santi. Pensate, che

questa chiesa era stata iniziata già nel 1140.

Un luogo molto carino e piccolo, è stato an-

che Monteriggioni. Già me ne avevano parlato.

In qualche modo io vedevo una piccola somi-

glianza con Marostica, una città dentro le

mura anche se più popolata. Questa presunta

somiglianza, mi ricordò il mio paese, la mia

famiglia e la mia casa. In quel momento, mi

venne un po’ di nostalgia ma la scacciai subi-

to. Ci vivono 79 abitanti. Un’altra tappa che mi

è piaciuta visitare è stata Pisa. Arrivati in

piazza il mio sguardo andò alla torre penden-

te e poi al Duomo e al Battistero. Erano me-

ravigliosi! L’emozione che mi hanno suscitato

è stata forte: ero davvero felice di essere

davanti alla famosa torre! Questa gita non è

stata solo ricca di tappe significative, ma

anche di insegnamenti. I più importanti sono

questi: ho imparato la condivisione della ca-

mera con più di due persone, il rispetto che

bisogna portare ovunque nel mondo, anche

nelle ore notturne e il rispetto per gli am-

bienti naturali. Alla fine io mi sono divertita

molto. Spero proprio, il prossimo anno, di

aver ancora la possibilità di andarci!

Martina Girardi

5, 4, 3, 2, 1… si parte! Quanto ho aspettato

questo momento! Toscana sto arrivando!

disegno di Beatrice Soster

POLVERE DI PAN DI

STELLE Curiose sentenze tra borghi e abbazie A cura degli alunni cl. IE Scuola Media di Crosara

Page 11: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

11

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Spaziogiallo

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Splendido. Le mie prime notti e i miei primi

giorni via da casa. Lo ammetto, non volevo

separarmi da mamma e papà. Ma da mio

fratello anche troppo! Alle ore 6:00 partimmo

da Crosara e, arrivati ad Arezzo, visitammo

subito la città. C’era una chiesa bellissima: la

Pieve di S. Maria. Aveva il soffitto a capriate e

gli archi leggermente ogivali. Stupenda, pec-

cato che non si potevano scattare foto. Pas-

sammo per Lucignano, nota per le sue mura a

forma di ovale e successivamente arrivammo

a Chianciano Terme, in albergo! Scaricammo

le valigie ed attendemmo fuori dalla porta.

Appena sentii i nomi: Martina, Alice, Giada e

Gloria feci i salti di gioia solo a pensare di

essere in camera assieme a loro. Il momento

della consegna delle chiavi, magnifico! Came-

ra 14, un numero a me legato in modo fortis-

simo. Che fortuna! Nella stanza misi in ordine

la valigia e mi preparai per la cena. Dopo

aver mangiato… Tribunale! Udienza di Mattia

Rezk Nassar per

aver molestato

Melissa Pes. Il

processo che mi è

piaciuto di più è

stato quello in cui

Giacomo Tallerico

spacciava polvere

di Pan di Stelle

dentro pacchetti di

fazzoletti. Che

ridere! Troppo

forte! E poi, in

camera, dormire

con le amiche più

care, magnifico! Mi

sono sentita trop-

po bene! Mi ha emozionato molto Montepulcia-

no, un paesino arroccato su una collina. Mi ha

colpito soprattutto Pienza con la sua catte-

drale. L’abside era in pendenza e nella cripta

c’era una statua d’oro dove era contenuto il

cranio di Pio II. Fuori, nella piazza, c’era un

cerchio in marmo che sembrava una botola,

chiamato l’Infinito. La forma dello spiazzo era

un trapezio. Tutta geometria! Passiamo a

Siena. Siena è stata una delle città che mi ha

impressionato di più perché la sua piazza è in

discesa e a forma di conchiglia. La professo-

ressa mi ha spiegato che lì corrono il Palio, il

2 luglio e il 15 agosto. Bellissimo era anche

Monteriggioni, un paese circondato da altissi-

me mura. E poi Bagno Vignoni, dove, prima

siamo andati a vedere un’enorme vasca

d’acqua calda, in cui Giacomo Xausa mi vole-

va buttare. Successivamente andammo alle

“terme”: una pozza limpida, in mezzo al ver-

de, piena di girini. Il paesaggio era splendido,

ma l’acqua era freddissima. Da brivido! Bel-

lissima era anche l’abbazia di Sant’Antimo.

Costruita da Carlo Magno 550 anni fa. E in

seminario a Volterra, troppo forte! La città

dei Volturi! In camera ero con tutte le mie

amiche di classe prima. Visto che tra un

letto e l’altro c’era un comodino, noi femmi-

ne abbiamo unito tutto togliendo i mobiletti.

Che bello! Ma la cosa che più mi spaventava

era il modo in cui raccontava storie horror la

prof. Bertoncello… “La Camera del Vescovo”!

Poi per mia sfortuna arrivò l’ultimo giorno. Un

po’ rattristata andai a Pisa ed entrai nel Cam-

UNA SPECIE DI MAGIA di Filippo Cortese cl 1E SMS di Crosara

L’Abbazia di Sant’Antimo. Un’abbazia di cui non

avevo mai sentito parlare. Un’abbazia stupenda.

Piccola ma stupenda. Appena entrato, sentii delle voci che cantavano. Mi guardai intorno ma non

c’era nessuno. Sentivo che quella era una specie di magia. Feci un passo avanti e una brezza leg-gera mi accarezzò il viso. Non capivo come

un’abbazia così piccola potesse avere tanti se-

greti. Mi sembrava strano. Strano ma vero. Pur-troppo, a Sant’Antimo ci siamo fermati poco, ma

questa abbazia dall’aria magica rimarrà sempre nei miei ricordi… Un’altra cosa che mi ha stupito

della Toscana è stato il paesaggio che si vedeva

dalla Via dell’Amore a Pienza: delle immense

distese di prati verdi e gialli punteggiati dai ci-pressi, sotto un cielo azzurro che faceva da autostrada per le nuvole.

po dei Miracoli. Lì si trova la magnifica torre

grande e pendente. Per ammirarla arrivano

turisti da tutto il mondo. Era pieno di banca-

relle e questa cosa non mi piacque tanto

perché un monumento come quello non do-

vrebbe essere rovinato dall’uomo. Poi piove-

va, quindi rimasi delusa anche perché, con il

sole, Pisa sarebbe stata magnifica. Poi an-

dammo a Lucca. Mi ha colpito specialmente la

sua piazza rotonda. Turbata, nel pomeriggio,

dovetti partire per ritornare alla solita vita.

Ma non è finita qui, perché mi è successa

un’altra cosa bella. Quando sono smontata a

Vallonara, mio fratello mi aspettava. Che

caro! Ma quando entrai in casa, tutti mi

aspettavano e questo mi ha fatto capire

quanto sono mancata alla mia famiglia in quei

quattro giorni. Ormai è arrivata l’ora di dor-

mire. Ma appena prima di chiudere gli occhi

pensai alla mia gita appena finita. Mi aveva

reso autosufficiente in tutto e mi ha fatto

capire quanto a cuore mi sta la famiglia. Poi,

stanca morta, mi addormentai! Giada Maroso

Page 12: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

12

Spaziogiallo

Quella che proverò a descrivervi oggi è una

ragazzina particolare. Lei è Alice, “Alice del

Paese delle Meraviglie”. Al sentire questo no-

me direte che voi sapete già tutto di lei. Beh,

non è così. Alice è una ragazzina con i capelli

biondi e con gli occhi azzurri. È vivace ed

estroversa . Quello che mi è piaciuto di lei è

che ha una fantasia enorme e che è gentile.

Alice, poi, ha un lato anche molto comico per-

ché fa tanto ridere con i suoi strani commenti.

Lei è una ragazzina molto intelligente e molto

furba come ho notato in varie occasioni. Quello

proprio che non capisco è il fatto che, per lei,

parlare con un coniglio, vedere un gatto che

scompare e riappare, vedere un cappellaio

matto e, soprattutto, vedere che il tempo non

esiste, non le provoca nemmeno un piccolo

spavento, un minimo sussulto. Beh, è davvero

strano. Alice, inoltre, è una bambina piena di

emozioni, così carica di gioia ma anche di

improvvisa tristezza. Non mi è mai capitato di

vedere una bambina così. Insomma, la nostra

Alice è un osso duro, e spero proprio che voi

leggiate le sue avventure.

Martina Girardi.

Alice! Una bambina di circa dieci anni, spensie-

rata, fantasiosa e curiosa al massimo. Ha i

capelli biondi, gli occhi azzurri, un viso paciuf-

fotto. È alta e snella. È piena di allegria, pensa

ad alta voce, è molto coraggiosa. È sempre

gentile con tutti e non è permalosa. Nel roman-

zo è disorientata e pensa a cose inimmaginabi-

li! È vero! Incontra personaggi matti tipo: il

Gatto, la Lepre Marzolina, il Ghiro, il Cappellaio

Matto, il Bruco, ma è già pazza di suo! È una

ragazza semplice, avventurosa. Si caccia sem-

pre nei guai!

Giada Maroso

Alice, una ragazzina dell’età vittoriana, è come

tutte le altre ragazze. Ma lei al contrario delle

altre, parteciperà ad una stupenda, meravi-

gliosa e straordinaria avventura nel Paese

delle Meraviglie. Lei è molto carina. Ha un

vestitino blu pallido, che le arriva al ginocchio,

sopra il quale indossa un grembiulino bianco

con il pizzo. Alice tiene i capelli raccolti in un

vistoso fiocco azzurro. I capelli sono biondo

chiaro e gli occhi azzurro cielo. È curiosa, e

deve sempre trovare una logica in tutto quello

che fa. Anche se certe volte è pedante, è sem-

pre simpatica. Alice dovrà superare molte

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

ALICE Gatti filosofi e strampalati cappellai A cura della classe 1E Scuola Media Statale di Crosara

Page 13: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

13

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Spaziogiallo

prove nella sua

nuova avventura

e incontrerà

molti amici che la

aiuteranno.Alice

Scomazzon

Il personaggio

che a me è sem-

pre piaciuto è il

Cappellaio Matto.

I n n a n z i t u t t o

perché è matto e

perché si veste

in modo bizzarro.

Sono troppo

mitici i suoi ca-

pelli ricci, tutti

per il loro verso.

Mi piace molto

anche perché è

un genio nell’

inventare i cap-

pelli. Il suo, che

non toglie mai, è

veramente stra-

no: a cilindro con

un lungo nastro

rosa, trapunto di spille. Si veste spesso in giacca e camicia, abbastanza

pesanti, e con dei pantaloni di velluto a pinocchietto. E che allegri i suoi

calzettoni a strisce rosa e viola che si infilano nelle scarpe marroni di

cuoio. E’ un simpaticone nato; forse proprio perché è matto! Sarebbe bello

conoscerlo, magari nel sogno! Soster Beatrice

Il Gatto del Cheshire. Un nome che mi ricorda una stupenda storia. La sto-

ria di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. E’ proprio di questa storia che vi

voglio parlare. Ma in particolare del “Gatto del Cheshire”.

NOME: Gatto del Cheshire

LUOGO: Paese delle Meraviglie

PADRONA: Duchessa

QUALITA’ SPECIALI: sa parlare/ appare e scompare come un fantasma.

Il Gatto del Cheshire ha un ruolo importante nella storia. E’ il famoso

“animale domestico” della Duchessa. Viene incontrato da Alice nel momen-

to in cui si sta riposando sul focolare della nobile casa della Duchessa.

Inoltre, per merito della sua dote di apparire e scomparire, aiuta Alice a

ritrovare il “maiale/bambino” scappato dalle sue braccia e diretto verso la

casa della Lepre Marzolina. Poi ricompare nella storia nel momento in cui

Alice rischia la decapitazione. Viene proprio salvato da lei perché anche lui,

per un motivo non preciso, rischia di perdere la testa. La protagonista,

spaventata dalla decapitazione del gatto, chiama la sua padrona per vedere

se riesce a salvarlo in qualche modo. Qui purtroppo finisce il ruolo del mio

“Gatto del Cheshire”. Avrei sperato di vederlo apparire ancora nella storia.

Chissà, forse da qualche parte anch’io potrei vedere il Gatto del Cheshire!

Filippo Cortese (illustrazione della pagina di Beatrice Soster)

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

TRITONI E SANGUISUGHE A cura degli alunni cl 2 ̂Scuola Primaria di San Luca

Venerdì 4 maggio, noi bambini di classe 2^ e 3^

della scuola di San Luca con le maestre e gli

accompagnatori del CAI, siamo andati ai Gorghi Scuri a Valle San Floriano. Ci siamo dati appunta-mento al Capitello di Contrà Placca, da dove

siamo partiti per i Gorghi. Arrivati a un bivio, le classi si sono divise: noi bambini di 2^ abbiamo

proseguito per il sentiero a sinistra, insieme a

Sergio, Maria e Antonio, le nostre guide. Su un muretto abbiamo scorto un fossile con i coralli e, lungo il sentiero, abbiamo individuato le impronte

del cinghiale e del cervo.

Sopra a un grosso sasso un “carbonasso” nero e lungo se ne stava arrotolato su se stesso. Giunti al primo gorgo, abbiamo costruito una

“stua” (diga) con i sassi dentro al ruscello. Nelle acque nuotavano tritoni, un gambero e persino le

sanguisughe. Raggiunto il gorgo più bello, quello

chiamato Scuro, gli accompagnatori del CAI hanno fissato delle corde con i chiodi, dove noi dovevamo tenerci per ammirare questa enorme

pozza d’acqua limpidissima di color verde sme-

raldo, circondata dall’edera e dal muschio. Nel bosco abbiamo potuto ammirare l’ orchidea

selvatica di color bianco, la melissa che profuma-va di limone e molte piante, quali la quercia, il

castagno, il nocciolo, il ciliegio selvatico. Dalle colline di Pradipaldo si poteva osservare la vasta

pianura e il fiume Brenta. È stata una giornata indimenticabile: abbiamo visto dei luoghi che non

conoscevamo e abbiamo imparato molte cose

nuove.

Page 14: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

14

Spaziogiallo/La Gazzetta Storica

È il 5 giugno del 1944 e sono in Gran Breta-gna, nella zona militare alleata, dove più di quattro milioni di uomini sono pronti a dare la vita per qualcosa di atroce: la guerra. Io sono un inviato del giornale ”La Gazzetta Storica”, ma per compiere il mio lavoro e arrivare a casa sano e salvo, mi devo armare non solo di fogli e matite, ma anche di fucili e munizioni. Il sole è al tramonto e tutti noi soldati alleati ci stiamo preparando per qual-cosa che secondo me passerà alla storia: uno sbarco in Normandia! Il generale chiama l’adunata e ogni soldato prende posto tra i suoi commilitoni; anch’io, tra i miei compa-gni della 5^ divisione dei marines. Io con la mia compagnia mi dirigo verso la nostra nave; sono le 23.00 e siamo pronti. La par-tenza era prevista per le 23.30; e così è: si parte. Negli occhi di questi giovani ragazzi vedo un coraggio grandioso, ma anche la paura di non tornare a casa dalle proprie famiglie. Molti di loro scrivono lettere di addio per i propri cari e in questo momento l’aria è cupa tra noi, perché ci potrà succede-re qualunque cosa. Stiamo percorrendo il canale della Manica e all’orizzonte si vedono delle luci: sono quelle dei fari tedeschi. Il nostro comandante ci incoraggia, ma a un centinaio di metri dalla spiaggia comincia la battaglia. Dai bunker partono raffiche di mitragliatrice e colpi di mortaio che ostacola-no l’avanzata delle nostre imbarcazioni. Ora entrano in campo le nostre navi da guerra che dopo qualche colpo basso ci aprono la “strada” per lo sbarco. A terra! Il comandan-te ci ordina di rimanere uniti. A un tratto mi butto in una piccola trincea per evitare i colpi delle MG: molti soldati sono feriti o morti ma noi dobbiamo continuare. Ad un certo momento io e la mia compagnia riu-sciamo a uscire dalla trincea e con uno scatto recuperiamo alcuni metri. Ci tuffiamo ma un cecchino tedesco colpisce un mio compagno alla testa e non c’è più nulla da fare. Tra noi c’è anche un addetto radio, Guzzo, che ha mandato un messaggio agli aviatori per il supporto aereo. Mentre aspetto, ricarico il mio fucile e una spedizione della Air Force ci permette di arrivare alla linea nemica dove ci ripariamo tra la sabbia e il filo spinato, mentre uno dei nostri sta piazzando l’esplo-sivo per far saltare la barriera che non ci

permette di avanzare. La barriera salta, e i ragazzi si fanno coraggio. Si corre verso quei grandi bunker. Ma, in cima alla collina, il fuoco delle mitragliatrici ci perseguita e il capitano chiama un certo Will, un cecchino canadese, che si lancia verso la collina e con un colpo da professionista uccide il soldato tedesco. Così risaliamo il declivio a est men-tre dall’altro lato gli Inglesi hanno chiuso le vie di scampo. Finché risaliamo il colle, la flotta aerea statunitense elimina ogni avver-sario ed è fatta: il D-Day è andato a buon fine. Molti sono i morti, caduti per qualcosa di terribile, allucinante: la guerra! Ragazzi, uomini, donne sono morti per essa, in condi-zioni inaccettabili e tutto ciò dovrebbe far riflettere chi ama la guerra e la vuole, perché non è un gioco, ma una realtà senza scrupoli che elimina ogni cosa.

Mattia Rezk Nassar

6 giugno 1944 ore 7:00 Siamo ormai agli sgoccioli, siamo nel bel mezzo della Manica, tra l’Inghilterra e la Francia. C’è qualcuno che dorme, qualcuno che fischietta e qualcuno che trema di paura. Io mi accendo una sigaretta; sono tranquillo, ma consapevole di che cosa dovrò affronta-re. Tutta la notte sono sveglio, solo il rumore dell’acqua mi fa compagnia. Immagino già quello che succederà da qui in avanti. Un urlo mi distrae. “Siamo a 2 chilometri!”. A quell’avviso c’è confusione tra di noi. Mi giro; vedo uomini piangere, uomini che pre-gano, qualcuno che si getta in mare nel ten-tativo di fuga. Il comandante dà l’ordine di scendere dalle barche. Dopo qualche minuto siamo sulla spiaggia della Normandia. Sono già stati scaricati mezzi blindati, armi e quant’altro. La tensione è palpabile, le facce di ognuno di noi sono serie, nervose. Per ora

La Gazzetta Storica A cura della classe III^ E

SMS Crosara Second War World Inserto N. 3

Normandia giugno 1944 tutto a posto; non abbiamo incontrato nes-suno fino a metà del percorso. Hitler non si aspetterà di sicuro che dalla parte ovest della Francia arrivi il nostro attacco. Il comandan-te dà le direttive, ma io riesco a sentire solo i battiti del cuore. Dwight D. Eisenhower è il nome del generale. Con voce pesante espone dettaglio per dettaglio le direttive. Tutto d’un tratto il mio plotone si mette all’ opera.

Andrea Cortese

Cos’è questo rumore sordo? Mi sveglio di soprassalto, sento un cupo rombo di aerei, dal frastuono che provocano, sembrano molti. Salgo dalla mia cabina, la numero 13, passo per tutte le altre stanze, non c’è nessu-no! Sono tutti fuori, già svegli, ma non da molto; sono riusciti a malapena a prepararsi. Ci stanno già bombardando, la nostra avia-zione deve ancora decollare; un attacco vera-mente inaspettato. Vado subito a ripararmi; guardo per la prima volta da quando sono sveglio, il cielo; è completamente punteggia-to da uno sciame di aerei. Non riesco a di-stinguerli molto bene. Mi sembrano, però, quelli giapponesi; li riconosco dal caratteristi-co frontale rosso. Stanno distruggendo tutto. La base di Pearl Harbor, dalla quale abbiamo appena preso il largo, è stata bombardata già cinque o forse sei volte. Ora, fuoco e un’e-norme nuvola di fumo la avvolgono comple-tamente. Con uno scatto felino raggiungo alcune mitragliatrici libere. Per arrivarci, però, con molto dispiacere e disonore balzo sopra i corpi dei miei compagni morti. Di quest’ultimi, nella nostra nave, se ne contano almeno trecento. Anche un centinaio di aerei provenienti da tutte le portaerei a nostra disposizione sono caduti. I comandanti urla-no ad alcuni di noi di salire sugli aerei, ma non ci voglio andare, non desidererei morire in un evento così stupido e inutile come la

Pearl Harbor dicembre 1941

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Page 15: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

15

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Spaziogiallo/La Gazzetta Storica

Hiroshima Agosto 1945

guerra! Mi si avvicinano dei miei compagni, mi chiamano “Jack, Jack…!” Mi obbligano ad accompagnarli in questo maledetto con-flitto con i Giapponesi. Preferivo certamente rimanere in redazione, a New York, soprat-tutto per non assistere a questo macello: migliaia di morti, sangue, violenza e distru-zione totale! Mi paiono infiniti questi minuti che precedono il decollo, mi strattonano verso questo sporco destino, verso una mor-te quasi certa. Partiamo. Destinazione: basi giapponesi. Riusciamo subito a migliorare gli esiti del conflitto; le gravi perdite ormai han-no volto le sorti a favore del Giappone, ci hanno pugnalato alle spalle! In qualche mo-do la spuntiamo e li respingiamo. Ma hanno distrutto metà dell’aviazione. Moltissimi soldati da ambo le parti sono stati uccisi, anche miei amici e colleghi giornalisti in incognito. Sono stati provocati enormi danni alla base di Pearl Harbor. Non credevo che dopo questo giorno di guerra e paura, ne potesse seguire un altro, splendente e armo-nioso. Infatti, oltre ai molti morti, una fila lunghissima di feriti aspetta di entrare nella zona dell’infermeria. Per tutto il giorno i medici lavorano, occupati con almeno sei-cento soldati. Tra questi ci sono anch’io; infatti alcune schegge mi sono penetrate nella gamba. Poi, verso le dodici ci arriva la notizia della dichiarazione di guerra al Giap-pone e ai Paesi dell’Asse. Siamo entrati defi-nitivamente in questo secondo conflitto mondiale che, a mio parere, porterà soltanto dolore, pianto, vittime e sconvolgimento.

Giacomo Xausa

Mi trovo in una stazione; intorno a me con-fusione. Vedo stelle gialle dappertutto, siamo tutti ebrei. Dopo un lungo viaggio dentro un carro bestiame, tutti stretti, una donna vicino a me va in panico strappandosi i capelli. Vera pazzia. Senza cibo, senz’acqua, puzza di sudore, una cosa terribile. Io sono una giornalista ebrea di 24 anni. Ancora non mi sembra vero di essere qui. Cosa mai avrò fatto? So solo che i Tedeschi ce l’hanno con noi perché siamo ebrei. Dicono che inqui-niamo la “purezza” della razza ariana, e sia-mo accusati di aver strangolato la Germania con le condizioni economiche di Versailles. Intorno a noi, delle fitte barriere di filo spi-nato attraverso il quale passa la corrente elettrica. Ora sono ad Aushwitz, in Polonia. Siamo allineati: d’un tratto noto passare un vecchietto in carrozzina. Una guardia delle SS lo porta dietro un angolo: un urlo, nient’altro. Ho già capito quale sarà la nostra sorte in questo luogo d’inferno. Anche noi assaggeremo il sapore della morte. È in cor-so una selezione, consegnano a ciascuno di noi una camicia e dei pantaloni con un nu-mero stampato. Gli indumenti puzzano in modo impressionante! Noi, gente senza

Aushwitz 1945

stre: il sole splende, gli uccelli cantano e il cielo è azzurro; insomma, una tipica giornata d’estate. Esco in giardino per fare colazione con mia madre, una famosa stilista nota a livello mondiale. Sto scendendo le scale, quando all’improvviso sento un rumore sordo, come un boato seguito da una luce accecante e insopportabile. I miei occhi vedono bianco; mi sembra di essere in un mondo surreale. Ma in un attimo tutto que-sto svanisce. Un’ondata enorme di vento, pezzi di vetro, polvere, fuoco e tantissimi altri oggetti colpiscono me e mia madre. È stato distrutto tutto, la nostra casa, i nostri averi, la gente, tutto; in un istante. Mia ma-dre non può fare niente per me. Mi sveglia-no pianti di bambini; sento mia madre che urla e mi cerca. Sono sepolta dalle macerie, ma qualcuno mi tira fuori di là. La scena davanti a me è scioccante, non ci sono più case, ma un enorme corridoio aperto, come in un mare. E non vedi dove finisce. Mace-rie, macerie, corpi bruciati, persone ferite in modo disumano… Ecco quello che vedo. Io e molte altre persone abbiamo il viso gonfio e rovinato, pieno di lividi che faranno fatica a rimarginarsi anche con una plastica faccia-le. Questo è l’orrore della guerra: solo morte e distruzione. Nient’altro. I miei sogni, i miei hobby, i miei amici, i miei parenti… non avrò più niente di tutto questo. Così sarà anche per tutte le persone che hanno vissuto questa tragica vicenda. Ho perso il mio cor-po. Una volta che hai quella bomba dentro, non te ne liberi più. La mia vita non sarà mai più come prima.

Sara Marchesini

nome e senza la dignità di vivere. Ci manda-no nelle baracche costruite in legno; all’inter-no ci sono altre persone come noi, ebrei, zingari… Vedo arrivare una guardia, molto ordinata e ben vestita. “Alcuni vengono selezionati e poi spediti nelle camere a gas” mi dice con un basso tono di voce un signo-re di fianco a me. Chi osa restare indietro, verrà subito fucilato. La maggior parte sono malati. Percepisco un odore dolciastro di carne bruciata. Il fumo esce dalle ciminiere, salendo piano piano verso il cielo… Mi viene il voltastomaco, ogni giorno è sempre lo stesso procedimento, l’uccisione di massa. Mi fermo davanti ad una porta, sono incari-cato di controllare dalla piccola finestrella, se qualcuno nella camera a gas si muove anco-ra. Vedo delle immagini spaventose, le per-sone cadono e vengono schiacciate l’una sopra l’altra. Urla disumane. Non riesco nemmeno a descrivere quello che vedo e che sto sentendo. Ma ad un certo punto sento degli spari, bombe che devastano il campo. Sono arrivati i nostri salvatori, i Russi. I Tedeschi stanno distruggendo metà campo, io mi nascondo. Dopo circa un’ora esco

all’aperto, siamo in pochi sopravvissuti all’orrore. Ora bisogna solo non dimentica-re, mai. In memoria di tutte le vittime che come me hanno sofferto la fame, e non solo. Vivere questo è come trovarsi all’infer-no e soffrire, pur continuando a sperare. E ora posso ritornare a casa. Voglio bere una cioccolata calda che negli anni vissuti nel campo ho sognato giorno e notte di assapo-rare.

Melissa Pes Il 6 agosto 1945 di mattina un bombardiere americano, Enola Gay, sgancia sulla città giapponese di Hiroshima la prima bomba atomica all’uranio. In pochi secondi muoio-no migliaia e migliaia di persone di ogni età; i feriti sono forse tutti condannati a morte per cancro. Io mi trovo lì. Sono una giorna-lista sopravvissuta. Mi trovo a 800 metri dal centro dell’esplosione. Nessuno può imma-ginare che tra pochi minuti succederà una catastrofe. È una mattinata tranquilla. Mi sveglio, guardo fuori dai vetri delle mie fine-

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Page 16: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

16

Spaziogiallo

PREPARARE IL

BAGAGLIO Organizzare ricordi, sistemare pensieri A cura della classe 2E Scuola Media Statale di Crosara San Luca

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Il bene più segreto di quest’anno è racchiuso

in quella valigia colma di ricordi, momenti,

parole di insegnamento e di educazione, ma

soprattutto di voglia di vivere in questo mon-

do. Il seme sotterrato all’inizio della nostra

esperienza in questa scuola è già sbocciato e

rigoglioso. In una tasca della valigia esterna-

mente piccola, ma internamente enorme, ho

riservato un posto per i prof. Loro ci hanno

aiutato a crescere e a combattere i momenti

di difficoltà nel recuperare i voti nemici che

continuavano a darci battaglia. Ci stanno

anche le attenzioni che ci hanno dato, il con-

forto, la sensazione che loro per noi fossero

una famiglia. Il ricordo non lo abbandonerò in

valigia, ma resterà indimenticabile nel mio

cuore. Gli alunni, e tra questi anch’io, hanno

trovato molte volte il conforto nei compagni,

nei prof, e nella nostra piccola classe. Ecco

un altro discorso che vorrei impostare in una

piccola tasca, la questione della classe. Nella

classe 2^ compagni e amici ti rispettano per

quella che sei, con pregi, ma sicuramente con

difetti. L’aula è piccola, ma le persone che ci

lavorano hanno un cuore grande, pieno di

gioia, di armonia e qualche volta di dolore.

Nella tasca anteriore ho inserito la mia amica

Valentina; quando la guardi, capisci che è una

persona sincera e delicata. La gita di aprile in

Toscana è stata straordinaria e il motivo è

perché nel seminario “terrificante” di Volter-

ra, la prof ci ha fatto da mamma, poiché noi

ragazze eravamo pietrificate dalla paura. La

prof è venuta a stendere sui nostri letti delle

coperte pesanti, perché faceva molto freddo

in quell’albergo. Alla fine ci ha lasciato la por-

ta aperta, così sentivamo, per nostra sicurez-

za, che i professori erano fuori in agguato per

farci da guardie. E questa cosa resterà per

sempre in una doppia tasca legata da uno

spago bianco, come la pace e la serenità.

Questa valigia la conserverò in eterno.

Consuelo Busa

Da quando ho cambiato scuola, ho vissuto

momenti ed eventi importanti, ho conosciuto

persone nuove e ho anche dialogato con loro.

Ho vissuto un anno scolastico fantastico, ma

anche con periodi molto difficili, soprattutto

all’ inizio, perché ero disorientato, e non

sapevo come comportarmi. Ma alla fine sono

riuscito ad ambientarmi, anzi mi sono am-

bientato molto bene. Questo mio pensiero e

tutti gli altri che dirò, li porterò con me per il

resto della mia vita, e cercherò di sistemarli

nella valigia dei pensieri. Un fatto molto im-

portante per me è stata la gita scolastica, da

film; sono stati 4 giorni di emozioni pure,

anche di divertimento, e non solo. Questo

ricordo secondo me è uno tra i migliori. Ho

conosciuto molto di più i miei nuovi professo-

ri; sono stati fondamentali per la mia cresci-

ta. Alcuni mi hanno insegnato come imparare

a studiare, e altri a forza di castighi e poesie

da imparare, mi hanno fatto ragionare e

capire che anche io ho la testa. Io stesso mi

sono stupito delle grandi doti e delle qualità

che posseggo, e anche gli altri sono rimasti

increduli di me e di come sono migliorato, e

di quanto cerco di migliorare, ogni giorno

sempre di più. Dall’ inizio dell’ anno scolastico

credo di essermi riscattato moltissimo e di

aver raggiunto un traguardo che io neanche

sognavo lontanamente. I professori hanno

voluto premiare degli alunni, in base all’ im-

pegno, al comportamento e ad altri elementi,

con un “viaggio premio” ad Avellino. Si tratta

del progetto “cicogna”; sarà fatta una sele-

zione e poi si vedrà se andrò io o altri miei

compagni di classe. Ma anche se non andrò

ad Avellino, sarò felice lo stesso, perché ho

scoperto le mie doti migliori e finalmente

sono riuscito a sistemare un po’ la mia situa-

zione, che era a dir poco disastrosa. Tutti

questi ricordi, tutte queste emozioni le rac-

colgo per me dentro la mia valigia. Con il

passare degli anni mi andrò a ritirar fuori

questi bellissimi episodi della mia vita, per

condividerli con i miei amici più cari. Spero

che gli insegnanti con cui ho vissuto questo

Page 17: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

17

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Spaziogiallo

UN ATTACCO DI RABBIA Scuola Primaria di Lusiana classe 3^

Era il giorno del mio compleanno ed io mi sono arrabbiata tantissimo perché i miei compagni

stavano giocando bruscamente sul divano. Ahi!

Ahi!Ahi! Ad un tratto un bambino mi è caduto addosso facendomi male, ma il peggio era che

avevo la torta sul piatto. In un attimo sono scop-piata in un attacco isterico: avevo le guance in fiamme, gli occhi lanciavano scintille infuocate e

il sangue mi ribolliva nelle vene. Invece di sfo-

garmi con il mio amico, me la sono presa con il muro, buttandogli addosso due cucchiaiate di

torta. E con un altro lancio ho sporcato la maglia

nuova di zecca di mio fratello. La mamma non mi

ha sgridata, ma alla fine della festa mi sono detta: “Di sicuro adesso mi dirà tante, ma tante

di quelle parole!” Beh, insomma, me le ha dette. Dopo l’accaduto mi sentivo giù di morale, però non era stata colpa mia, bensì della rabbia. Da

quella volta mia mamma, almeno, ha imparato a

fare la festa di compleanno fuori casa; così non

avrei più sporcato il muro! Laura Un giorno è arrivata mia cugina Sofia che ha

cinque anni. Io stavo giocando con la PSP, lei mi ha spinto e ha fatto cadere il videogame proprio mentre stavo per superare l’ultimo livello. All’im-

provviso mi sono arrabbiato: le mie guance sono

diventate rosse, i capelli si sono rizzati, sentivo uscire il fumo dalle orecchie. Mi sono messo a

gridare e l’ho rimproverata, poi ho chiamato mio papà. Per sfogarmi ho iniziato a dare pugni e

calci. Alla fine mi sono sentito meglio e ho pen-

sato che se Sofia fosse venuta a casa mia di

nuovo, avrei nascosto subito la PSP. Zakaria Era un nuvoloso giorno d’aprile quando i miei zii sono venuti a pranzare da me. Finita la seconda

portata, mi sono avvicinato al frigorifero e l’ho

aperto: ho visto un Kinder Pinguì e mi è venuta subito l’acquolina in bocca, così l’ho tirato fuori e

l’ho appoggiato sul tavolo. Ma ecco che la mam-ma ha detto che non lo potevo mangiare perché alla fine ci sarebbero state le fragole. Avrei

dovuto però aspettare che tutti finissero di

pranzare. Mi sono arrabbiato a morte con lei, sono corso sul divano e ho nascosto la testa fra

i cuscini; mi sentivo come un tornado. Sono rimasto lì per una decina di minuti e poi la mam-

ma mi ha chiamato: erano pronte le fragole. Io

l’ho perdonata, e senza pensarci due volte, mi sono seduto e ho mangiato ben due scodelle di quei frutti deliziosi. Il giorno dopo ho divorato anche il Kinder Pinguì: la rabbia era passata, mi

sentivo felice e con lo stomaco pieno! Marco

giorno, anche se a volte la facciamo

diventare matta. La cosa che mi ha

cambiato radicalmente è stata:

scorgere un altro lato dei profes-

sori. Altra cosa importante: l’orto.

Ogni volta, per arrivarci, mi tocca-

va fare i compiti, conquistare i più e

prendere notizie per il giornale.

Dopo un po’ di note e poesie impa-

rate a memoria, era meglio fare i

compiti. Sono anche migliorato a

scuola, ho recuperato tutte le in-

sufficienze, e tutti erano più con-

tenti, pure io. Tutto questo porterò

con me. La valigia è pronta. Devo

partire.

Demirovski Rejhan

Nell’angolo più nascosto della vali-

gia, ci sono le esperienze di tutti i

giorni in questa scuola. Anche se

non ho sempre avuto un grandissi-

mo rapporto con gli insegnanti. Mi

sono divertito molto, perché ogni giorno c’è

una nuova esperienza da vivere. In questa

scuola ho conosciuto tutte le emozioni: gioia,

paura, amore, timore, vergogna….Per questo

io mi sento parte di questa scuola, perché è

qui che ho vissuto le esperienze più belle della

mia vita fino ad oggi. Ora sto per partire, la

mia valigia è finita e parto per una terra lon-

tana; ma tornerò fra tre mesi.

Cristiano Zaborra

Quest’anno scolastico è stato il migliore. Non

so se nella valigia ci possa stare tutto, perché

devo riservare un po’ di spazio anche per i

momenti futuri. Questa è stata la mia migliore

classe; non so, ma mi sento come a casa. Non

mi sembra sia stata una brutta idea venire

qui, anche perché non avrei conosciuto i miei

nuovi compagni. Beh, nella tasca principale

della valigia metto sicuramente gli amici e i

professori. Nella seconda tasca, non meno

importante, metto i momenti passati, che non

scapperanno mai. Di momenti particolari ce

ne sono tantissimi ma non li elenco, altrimenti

la valigia potrebbe esplodere. Non so nemme-

no da dove cominciare. Leonardo Faccio

Porterò sempre con me la mia valigia, anche

se è più pesante di prima perché, quando ho

nostalgia, la apro e mi guardo tutti gli episodi

più belli. James Luca Chilla

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

fantastico anno non se ne vadano. Una per-

sona che forse nessuno citerà è Vittorina,

una brava persona, la bidella più fenomenale

al mondo, con un animo gentile e tanta pa-

zienza. Gianluca Lunardi

Sto preparando la mia valigia per un viaggio

lungo, il viaggio della mia vita. Sono indeciso

su cosa metterci perché la valigia è piccola,

ma i ricordi sono immensi e hanno tutti i

profumi del mondo, la gioia, la tristezza, la

noia e la sensibilità. Sono certo di una cosa,

ed è che nella tasca superiore della valigia,

metterò quei miei amici che mi hanno fatto

impazzire, ma soprattutto divertire. Per me

loro ci sono sempre stati, anche quando non

ci dovevano essere. Anche se litigherò con

loro, la nostra amicizia resterà. Per questo li

metto nella tasca superiore, perché sono la

cosa più importante per me. Metterò dentro

la valigia i professori, che per la scuola e per

gli alunni hanno fatto di tutto. Questi ricordi li

conserverò, perché non ho mai visto dei

professori che si danno da fare per salvare

la scuola, o per salvare l’anno scolastico di

un alunno. Poi c’è una taschina piccola per i

ricordini piccoli e carini. Ci metterò dentro

Vittorina, che mi ha sempre divertito, e che

ogni mattina mi diceva “ Studia sempio”

oppure ” Comportate ben”. Lei sorride ogni

Page 18: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

18

Spaziogiallo

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Mercoledì 30 maggio siamo partiti per Vene-

zia. Il treno ci ha portato fino alla stazione di

Santa Lucia e poi con passo veloce ci siamo

avviati verso Rialto, Piazza San Marco e Pa-

lazzo Ducale. Lungo il tragitto avevamo tutti

gli occhi ben aperti per contare quanti leoni

alati scorgevamo, quanti ponti attraversava-

mo, quante monofore, trifore e rosoni si

vedevano sulle facciate dei palazzi. Abbiamo

scoperto anche tante forme diverse di cami-

ni. La nostra meta, però, era conoscere Pa-

lazzo Ducale. All’esterno il Palazzo è vera-

mente bello, leggero, tutto merletti: sembra

un Palazzo delle fiabe. Siamo entrati dalla

“Porta Del Frumento” e subito dopo abbiamo

incontrato la nostra guida che ci ha accom-

pagnato a scoprire le meraviglie dell’interno

attraverso giochi, cruciverba, indovinelli,

spiegazioni e ricerche di personaggi e di

copricapi dipinti sulle enormi e ricchissime

tele che coprivano le pareti. Abbiamo ammi-

rato il cortile interno con la Scala dei Giganti;

siamo saliti poi sulla scala dei Censori fino

alla loggia e abbiamo percorso la Scala d’Oro.

Abbiamo attraversato diversi saloni ammi-

rando soffitti dorati, lampadari di vetro, tele

di Tintoretto, Tiziano, Paolo Veronese. Ci sia-

mo soffermati per più tempo ad osservare la

Sala del Senato, la Sala del Consiglio e poi la

Sala del Maggior Consiglio, veramente grande

e splendida. Poi, attraverso una ripida scala e

stretti e bassi corridoi bui, che tanti condan-

nati hanno dovuto percorrere, abbiamo viste

le celle delle prigioni e abbiamo percorso

l’interno del Ponte dei Sospiri, che è diviso in

due corridoi. E poi ancora in Piazza San Mar-

co ad ammirare la bellissima facciata della

Basilica, il campanile, la Torre dell’Orologio. E

via attraverso calli, campi, campielli, fonda-

menta, ponti e ponticelli. Con molta emozione

e, per alcuni di noi anche con un po’ di timo-

re, abbiamo attraversato il Canal Grande in

gondola e subito ci siamo avviati velocemente

verso la stazione.

SCALE DI GIGANTI E

CENSORI Occhi bene aperti sulle meraviglie del Palazzo dei Dogi A cura della Scuola Primaria di Valle San Floriano classe 5^

Page 19: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

19

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Spaziogiallo

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Mercoledì 11 aprile 2012, le classi 1^, 2^ e 3^ di

Valle San Floriano, si sono recate a Nove in

visita al Museo Civico della Ceramica e ad una

fabbrica. Una simpatica guida di nome Laila ci

ha fatto bendare e ci ha messo in mano uno

strano materiale, umido, freddo, malleabile,

dallo strano odore di… mare: era l’argilla, il

materiale principe nella produzione di cera-

mica! Nel percorso verso un accogliente

laboratorio, abbiamo potuto ammirare un

bellissimo vaso creato da Pablo Picasso: che

meraviglia! Nel laboratorio ci siamo sbizzarri-

ti a decorare una mattonella di argilla con

fiori, alberi e tante altre forme in rilievo,

creando paesaggi incantati e cieli stellati.

Nella sala De Fabris abbiamo potuto ammira-

re splendide uova di ceramica decorate. Sia-

mo andati poi a visitare la VBC, un’importante

fabbrica di Nove. Abbiamo visto i forni in cui

cuoce la ceramica e meravigliosi piatti, vas-

soi, zuppiere, tazze, pronti per essere spediti

in tutto il mondo. Pezzi unici e quotidiani sono

creati con perizia e inventiva, con attenzioni

curate nell’accostamento dei colori e con

accorgimenti tecnici particolari per far sì che

la ceramica sia bella, ma anche utilizzabile

nella vita di ogni giorno!

ODORE DI MARE! Gli alunni di Valle San Floriano a contatto con la ceramica A cura della Scuola Primaria di Valle San Floriano classe 3^

UN ANNO DI DIRITTI A cura degli alunni classe 3^

Scuola Primaria di Valle San Floriano

Ieri, 28 marzo 2012, il signor Maurizio Radin è

venuto a scuola per parlarci delle sue esperienze in America Latina e in Africa. Il filmato che ci ha

proposto trattava il problema della fame e della

povertà dei bambini nel mondo, in particolare in Bolivia. Abbiamo visto una bambina di 8-9 anni che faceva la lustrascarpe per guadagnarsi da

vivere: alla mattina lavorava e al pomeriggio

andava a scuola. E c’erano dei bambini che quan-do andavano a lavorare, portavano il passamon-

tagna perché i loro compagni di scuola, più ric-

chi, non ridessero di loro, riconoscendoli. Poi il

signor Maurizio ci ha detto che qualcuna delle associazioni italiane è andata a costruire in

quelle zone dei campi di calcio e a dare aiuto. Ci ha raccontato che delle persone povere, che avevano la casa vicino ad un fiume, l’hanno per-

duta in seguito ad una piena: si sono così dovuti

accampare nell’aiuola di una rotonda. Ciò che mi ha impressionato è che, per riscaldarsi, usavano

i loro escrementi, essiccati al sole, come combu-stibile! Tutto ciò ci fa riflettere sul nostro conti-

nuo e persistente spreco di cibo, di acqua, di giochi, di benessere. D’ora in poi dovremo cerca-

re di non fare più capricci se in tavola troviamo cibi che non ci piacciono, o se troviamo l’acqua al

posto dell’aranciata o della coca-cola!

Con la Settimana della sicurezza, del rispetto, della responsabilità e del sorriso, che dal 16 al 21

aprile ha visto coinvolte tutte le scuole del Circo-lo di Marostica, si tirano le somme, a Valle San Floriano, di un anno di attività dedicate alla cono-

scenza della Costituzione e dei Diritti dei bambini. Con il nostro progetto “Un mondo… DIRITTO”

abbiamo imparato, esplorato, conosciuto mondi, ambienti, realtà e modi di essere nuovi e sempre

attuali… Tanti progetti per renderci consapevoli che, seppur piccoli, abbiamo dei diritti, che non devono rimanere inascoltati.

Page 20: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

20

Spaziogiallo

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

“E’ uno di noi”. Questa è la frase che è risuo-

nata nell’autobus che ci portava a casa. Pri-

ma di quella frase ce ne sono state altre, con

tantissimi nomi: l’autista, i professori, alcuni

alunni. E tutti in coro cantavano. Il pensiero

che mi è rimasto di

questa gita è bellissimo;

non mi sono mai diverti-

to tanto a vedere le

città, le chiese e le for-

tezze. Città come Pisa,

Lucca, San Gimignano,

Montepulciano, Volterra

e Siena; oppure le canti-

ne di Montepulciano;

Bagno Vignoni, Sant’An-

timo. Mi resteranno

sempre nel cuore. Mi ha

“toccato” molto la pa-

zienza dei professori con noi, il divertimento

con il tribunale, la sera, soprattutto il caso di

Giacomo e dello spaccio di biscotti. Questa

gita resterà sempre nel cuore di tutti noi,

poiché, secondo me, ha creato un legame

speciale tra noi, essendo l’ultima gita.

Devo ammettere che pochi posti al

mondo hanno la bellezza della Toscana;

cosi soleggiata, sprizza energia ovun-

que. Io credo che questa sia la gita più

bella che abbia mai fatto. Non mi sono

mai divertito così con i prof e con i

miei compagni. Ho conosciuto i ragazzi

di prima, e “lati” dei professori che non

conoscevo. Mi ricordo che, mentre

salivo sull’Appennino Toscano, pensavo

a quanto velocemente fosse passata la

gita, mentre fuori calava la notte. Tutte

le ore, tutti i minuti non passeranno

mai e credo che tra 20 anni dirò:

”Come mi sono divertito”. Le città della

Toscana sono magiche, come architet-

tura; sembrano uguali, ma ognuna ha

una chiesa, un monumento particolare,

una tradizione, un’energia speciale.

Non credo che qualcuno si divertirà come noi

in un viaggio. Io credo che prima di partire

eravamo un popolo, ma ora siamo una fami-

glia, tutti fratelli. Infatti “tutti sono uno di

noi”. Yuri Azzolin

E’ tutto finito! Sì, queste sono state le ultime

parole, che hanno chiuso una gita indimenti-

cabile. Questa frase può riassumere tutto

quello che c’è stato tra noi, ragazzi e ragaz-

ze, professoresse e professori. Tutto, però,

finito nel migliore dei modi. Molti racconte-

rebbero la gita in “quattro poche parole

povere” ma io credo che per esprimere que-

gli inesauribili momenti ci voglia molto di più.

Gli insegnanti, i sorrisi, le foto, le chiacchie-

rate tra amici; come dimenticare tutto que-

sto? Sul pullman, fin dalla partenza, abbiamo

lasciato il segno attraverso canti, giochi e

risate che non potevano mancare. Certo i

luoghi erano molto belli, ma la cosa più bella

era il legame che si vedeva tra noi ragazzi e

ragazze: bellissimo. E quel paesaggio dalla

terrazza naturale di Montepulciano? Immen-

so, senza limiti e confini, come l’amicizia che

si è creata fra noi, immensa, piena di mo-

menti speciali, come quel paesaggio è pieno

di alberi e prati. E le risate fatte con i prof, i

giochi con le parole, gli scherzi. E poi il tribu-

nale, alla sera, le love-story, gli sguardi e il

divertimento che hanno animato un viaggio

indescrivibile. Mattia Rezk

MENTRE CALA LA

NOTTE Una stupenda esperienza di viaggio conclusa troppo in fretta di Yuri Azzolin e Mattia Rezk Nassar

Page 21: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

21

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Dal territorio

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Da sempre mi incuriosiscono i miti e le religio-

ni antiche, ma in modo particolare mi ha inte-

ressato il culto neolitico della Grande Madre, al

punto che lo

studio e la

lettura di testi

su questo argo-

mento mi hanno

dato lo spunto

per realizzare

una serie di

opere in vetro-

fusione. E' stato

nel corso di

queste ricerche

che mi sono

“imbattuta” in

Reitia, grande

dea paleovene-

ta. I reperti

archeologici

dimostrano una

viva religiosità

presente fra i

Paleoveneti.

Non c'erano

templi veri e

propri, ma

santuari all'a-

perto, nelle

radure fra gli

alberi, spesso accanto all'acqua (sorgenti,

fiumi, laghi, zone paludose), oppure su alture e

montagne. Tra le varie divinità ce n'era una

femminile, una dea protettrice degli animali e

della vegetazione: il suo nome era Reitia. Alcuni

ritrovamenti archeologici sono stati rinvenuti

presso Este, a Montebelluna e anche a Magrè

presso Schio. Questa dea Reitia si occupava di

far nascere bene i bambini e di aiutare le

mamme al momento del parto e dell'allatta-

mento; apportava salute agli umani, alle bestie

e rendeva fertili i campi; l'acqua, apportatrice

di vita e di fertilità, era l'elemento a lei sacro.

L'arte femminile da lei presieduta era la tessi-

tura e, siccome era una dea, ciò che lei tesse-

va era la vita degli esseri viventi. Mi ha colpito

molto questa figura di dea: i paleoveneti, come

altri popoli del neolitico, sembrano essere

molto rispettosi della vita e della natura per-

ché si sentono parte di un tutto che è la Terra.

Questo rispetto forse portava ad una vita mol-

to più armoniosa di quella che viviamo oggi.

Non c'è qualcosa da imparare in tutto questo?

MITI E VETRI di Valentina Ferrarin

LO SPETTACOLO DELLA NATURA di Aldina Roversi

Il nostro territo-rio è ben noto

per le caratteri-stiche del suo paesaggio, ma a renderlo ancora

più interessante non è solo

l'andatura dolce e

ondulata delle nostre colline e la storia in esse rac-chiusa; in queste zone si coltivano e si producono ciliegie di alta qualità, fonte di rilevante economia. Molte strade dedicate alla ciliegia si possono incon-

trare ovunque salendo dai dintorni di Marostica verso l'Altopiano. Ciò significa che il nostro territorio è stato riconosciuto produttore d'eccellenza di questo mera-

viglioso frutto. C'è attesa e gioia in primavera quando i rami dei ciliegi si coprono di fiori e spiccano come tante nuvole bianche sui prati lussureggianti, trapunti del giallo del tarassaco. Il tepore della primavera, il

chiassoso cinguettio degli uccelli annunciano l'arrivo della stagione produttiva e aprono il cuore alle spe-ranze degli agricoltori. Per loro, infatti, la ciliegia è la

prima fonte di guadagno dell'anno. Il frutto matura circa a quaranta giorni dalla fioritura e le qualità più precoci, Sandra e Francese si possono raccogliere già da metà maggio. Ci sono trepidazione e ansia

quando il cielo si scura e nubi minacciose preannun-ciano tempesta; allora i cannoni antigrandine sparano fino a raggiungerle e a dissolverle; il più delle volte il

raccolto è salvo. In certe case, durante il temporale, si brucia l'ulivo benedetto per invocare la protezione divina. A volte, invece, i danni sono ingenti e l'annata risulta compromessa. La raccolta inizia a metà mag-

gio con le qualità precoci e prosegue fino alla fine di giugno con le varietà medio-precoci per finire con le tardive. Con scale ben ancorate, il lavoro di raccolta inizia di buon mattino e finisce nel pomeriggio.

Servono destrezza e rapidità di movimento di entram-be le mani per ottenere buone quantità. Da metà maggio fino a fine giugno il colore rosso dominante

delle ciliegie esposte nei numerosi chioschi lungo le strade e nelle tradizionali sagre di Pianezze, Marosti-ca, Mason e Crosara, domina sovrano e incontrastato. Le ciliegie selezionate e ben confezionate in cestini e

cassette di legno vengono posizionate in bella vista, creando contrasti e giochi tra le tonalità di rosso, attirando ancora di più l'ammirazione di visitatori e

compratori. La produzione preponderante è destinata ai mercati e ai consorzi; dopo vari controlli la ciliegia partirà per varie destinazioni. Parte del prodotto è destinata al consumo familiare: cruda, cotta, conser-

vata sotto grappa e come marmellata. Da molte ricet-te, a base di ciliegie si ottengono piatti squisiti, preli-bati e raffinati. Ci si sente orgogliosi e fieri di vivere e

lavorare in queste frazioni dove ogni anno il ciliegio, dalla fioritura alla raccolta, diventa uno spettacolo della natura.

Page 22: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

22

Ricerca

Ristorante Pizzeria Locanda Via Velo, 22

36046 Lusiana (Vi) Tel e Fax: 0424 406001

Via Marconi, 5 – MASON VIC.

0424-708055

www.lemacelleriedelgusto.it

Via Roma, 52 – BRESSANVIDO

347-1718418

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

C’è una parola che semina terrore fra i ra-

gazzi: è il verbo “lavorare”. I prof continuano

per anni, giorno dopo giorno, a spiegare che

la “è” verbo essere vuole l’accento, che “gli”

significa “a lui” e “li”, invece, è “loro”, come

complemento oggetto. E i ragazzi capiscono,

ma poi a casa “li” prende il terrore di lavora-

re, di dover far fatica mentre leggono, men-

tre scrivono. E si lasciano travolgere dal

fiume in piena degli errori, delle inesattezze,

delle improprietà. Altro capitolo di regolari

spiegazioni in classe è l’uso della punteggia-

tura, aspetto in pericolosa via di estinzione

negli scritti dei ragazzi. Non è più il caso, per

i prof, di soffermarsi sulle sottili differenze

tra virgola e punto e virgola, sul diverso peso

delle pause che questi segni rappresentano

graficamente. Qui siamo già alla effettiva

scomparsa anche del punto. Sono più fre-

quenti le

appar iz ion i

documentate

del mostro

del Loch

Ness, che

quelle dei

punti negli

scritti degli

alunni. Per-

ché, per badare a queste sottigliezze, biso-

gna fare fatica, lavorare. Ed è il terrore che

serpeggia! Per non parlare dell’uso delle

doppie, degli accenti, degli apostrofi! E che

sono tutti questi segnetti che i prof si ostina-

no a far mettere sulle parole? In effetti è

molto più riposante, è molto meno impegnati-

vo piazzarsi davanti ad una playstation e

passare le ore, liberi dallo stress di questa

lingua italiana così complicata. Lo stile è

quello dell’ Xbox. Tanto, fosse anche even-

tualmente, sarebbero gli stranieri immigrati

a dover sostenere un esame di lingua italiana

per poter avere il permesso di soggiorno.

Non oso pensare a quanti nostri ragazzi

sarebbero costretti a prendere armi e baga-

gli e a lasciare l’Italia, se richiesti di supera-

re un’ uguale prova! E allora? Per non dover

lasciare ogni speranza, forse qualche stru-

TERRORE CHE SERPEGGIA Credere finalmente nelle proprie capacità di Rosanna Bertoncello

FARMACIA

OMEOPATIA - ERBORISTERIA - COSMESI

PRODOTTI PER L’INFANZIA

CONSEGNA REFERTI LABORATORIO

36046 Lusiana - Via Europa, 27 tel e fax 0424 406018

E.mail: [email protected]

Cortesia, professionalità e disponibilità

Balduzzo dr. Mario

mento ancora c’è. Forse esiste ancora il

mezzo per far lavorare i ragazzi. La motiva-

zione. Può avere varie forme, vari aspetti;

anche quello di un foglietto giallo inserito nel

registro di classe dove si segnano i compor-

tamenti non corretti, unito ad una griglia in

cui i prof annotano sistematicamente, con

segui più o meno, le valutazioni nelle diverse

discipline. Settimanalmente si tirano le som-

me. Il bilancio positivo consente ai ragazzi di

accedere al laboratorio esterno, cioè di lavo-

rare nell’orto e di accudire gli animali

(galline, germani reali, oche, tacchini). È un

tuffo in un mondo in cui c’è la possibilità di

usare le mani e la testa per ottenere risultati

concreti, far crescere patate, piselli, cipolle,

far nascere pulcini e anatroccoli. Significa

sentirsi capaci di fare, credere finalmente

nelle proprie capacità. E progettare, speri-

mentare, lavorare in squadra. E lo sbarra-

mento che i ragazzi incontrano sul sentiero

dell’orto può essere di volta in volta modifi-

cato, rafforzato o attenuato. Si possono piaz-

zare lì gli errori di ortografia e sperare final-

mente di vederli estinguersi, le tabelline, le

coniugazioni dei verbi, la storia e la geogra-

fia. Provare per credere.

Page 23: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

23

SCENA 1: in una birreria.

1 avventore Morto! Morto come il chiodo di un

uscio! Non che il chiodo di un uscio sia particolar-

mente morto: personalmente ritengo più defunto il chiodo di una bara.

2 avventore Mah! Se ne vanno sempre i migliori. 3 avventore E’ la vita, o meglio, la morte, sì,

insomma..

2 avventore Abbiamo capito, non preoccuparti!

Ma, come è accaduto?

1 avventore Era a bottega come al solito e.., niente, si è accasciato come un sacco vuoto.

3 avventore Sacco vuoto non sta in piedi!

1 avventore Certo!

2 avventore Ma quando?

1 avventore Era verso sera. I figli subito sono accorsi, ma non in tempo e senza speranza!

3 avventore Eh, sì! Rosso di sera bel tempo si

spera! 2 avventore La pianti con le tue uscite idiote?

1 avventore Comunque ha lasciato tutto in testa

ai tre figli.

2 avventore Hai capito! Bella trovata. Ha fatto

tutto da sé con i tre figli. E così niente spese per notaro e avvocati!

3 avventore Chi fa da sé fa per tre!

2 avventore Che il diavolo ti porti, assieme ai

tuoi proverbi!

SCENA 2: a bottega. 1 fratello Non dovresti badare al tuo asino, invece

di dirmi come si conduce la bottega?

2 fratello Sei mio fratello e mi permetto di dirti

che così manderai tutto in malora!

1 fratello La bottega ora è mia e ne faccio ciò che voglio.

2 fratello Padronissimo. Caro il mio bel cocco! 1 fratello Cocco lo dici a tuo fratello.

2 fratello Appunto!

1 fratello Va’ al diavolo!

2 fratello E poi, hai ordinato dodici paia di “ciaspole” per la neve!

1 fratello Embè?

2 fratello A maggio!

1 fratello Perché? E semmai venisse a nevicare?

2 fratello Che il Cielo mi tenga!

UN FELINO STIVALATO di Fabio Cusinato

(sceneggiatura liberamente tratta dalla fiaba di

Charles Perrault: “Il gatto con gli stivali”)

Rinaldo Va beh! Vada per la cameretta. E del

pagliericcio?

Locandiera In stalla. Andatevelo a prendere!

Rauss!

Rinaldo Non vi disturbate, grazie, me lo vado a

prendere da solo! SCENA 5: in camera.

Rinaldo Domani sarà un altro giorno. Spero!

Gatto Ma certo. E vedrai che andrà meglio.

Rinaldo Può solo andar meglio, cosa pensi, che si

possa scendere ancora più… ehi, un momento! Ma con chi sto parlando?

Gatto Senti padrone! Ho visto il tuo.. ehm… disa-

gio con i fratelli… Rinaldo Disagio, lo chiama lui! Quelli mi hanno

sbattuto fuori da casa!

Gatto Sei stato tu a voler partire!

Rinaldo Figurati! Quelli mi mettevano a bottega

come garzone! Gatto Comunque non ti devi preoccupare!

Rinaldo Parli bene tu che non devi lavorare per

mangiare o per vestirti o.. pagare le bollette, o.. le

analisi del sangue!

Gatto Guarda! Te la metto giù semplice! Rinaldo Sono tutto orecchi. Tanto, peggio di così!

Oddio! Sto parlando con un gatto e.. domani finirò

dall’analista.

Gatto Dammi retta. Fai ciò che ti chiedo.

Rinaldo Sentiamo. Gatto Domani ti recherai al magazzino di Falin-

grosso. Acquisterai un bel sacco, una balestra da caccia e un paio di scarponi della mia misura.

Rinaldo Mi sento male! Passi il gatto parlante, ma

che questi mi dia la lista della spesa!

Gatto Ma non vedi che sei con un piede nella fossa? Oggi hai mangiato pochissimo e domani

salterai pranzo e cena. Sei giallo, debole e stai

anche perdendo i capelli. Guardati la zucca!

Rinaldo Miseria boia! Hai ragione, felino della malora!

SCENA 6: mercato.

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

In scena

1 fratello Pensa invece a fare un carico di lampa-

de a olio dal signor Luminì.

2 fratello Accidenti a te! Una volta o l’altr..

1 fratello Toh! Chi si vede!

2 fratello Mister Fortuna!

1 fratello Vieni a far pascolare il tuo gatto?

2 fratello Guarda che qui non abbiamo acciughe o aringhe!

Rinaldo Ah! Ah! Tutto da ridere!

1 fratello Comunque, anche se nostro padre non ti ha lasciato il becco di un quattrino, lo sai che se

vuoi puoi restare qui a bottega come garzone.

Rinaldo Preferisco morto!

2 fratello Eccolo! Lo spirito libero.

Rinaldo Non voglio farmi rodere dai morsi dell’in-gordigia e della bramosia di guadagno come voi!

1 fratello Preferisci farti rodere dai morsi della

fame?

Rinaldo Sono venuto a dirvi che domani parto!

2 fratello Parti?

1 fratello Parte? 2 fratello Parte!

Rinaldo Parto!

1 fratello Senza un soldo finirai certo in prigione

o all’ospedale!

2 fratello Senza dubbio ti accadrà qualcosa di brutto..

1 fratello Già, qualcosa di molto brutto!

Rinaldo Beh! Poteva andare anche peggio. Per fortuna siete miei fratelli! Grazie per gli auguri,

ragazzi.

SCENA 3: lungo la strada.

Rinaldo Certo che non avevano tutti i torti quei

due. Solo, e in mezzo ad una strada. E sta facendo anche buio. Caro il mio gatto, inutile,

misero compagno di viaggio. Gli ultimi spiccioli andranno per metterci un tetto sopra la testa. Ecco una locanda.

SCENA 4: nella locanda.

Locandiera Abbiamo solo eine kleine cameretten, ma senza il letto!

Rinaldo Senza il letto? Oh, no, non sono un cane o un cavallo!

Locandiera Sentite! Che cosa pretendete per zwei solden?

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Page 24: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

24

1 Mercante Guardate che pere, signore. Guardate

la meraviglia di questa frutta!

2 Mercante La mia è migliore. Non ci sono para-

goni, bella gente! 1 Mercante Parla così solo per invidia. Perché

non possiede la qualità delle mie arance di Sicilia. 2 Mercante Quelle arance vengono da Pechino

signori belli. Non fatevi gabbare e venite da me.

Rinaldo Sto cercando il magazzino di Falingrosso.

1 Mercante Sempre dritto in fondo a destra bel

giovanotto. Vuoi una pera succosa? Rinaldo No! Grazie.

1 Mercante Allora una mela Biancaneve?

Rinaldo Grazie! No.

1 Mercante Un’arancia Tarocco, forse?

Rinaldo Ho detto: no! Grazie. E comunque no, grazie!

SCENA 7: da Falingrosso.

Venditore Avete detto balestra e… frecce, imma-

gino!

Rinaldo Naturalmente!

Venditore Abbiamo in offerta le Foster & Braun, macchine molto performanti per..

Rinaldo Guardate! E’ lo stesso. Basta che siano

economiche. Tanto sono per il mio gatt.. ehm. Per mister Gatto, il mio vicino.

Venditore Capisco! E per gli stivali? Quale misu-ra?

Rinaldo Misura? Già! Non saprei! Non so! Penso…

misura 3 e mezzo!

Venditore Come? Signore?

Rinaldo Datemi quelli in offerta!

Venditore Genoveffaa! Vai a prendere un paio di

stivali cinesi per questo morto di fam…. ehm per il

signore!

Rinaldo Tutto nel sacco, per favore!

Venditore A voi, signore e arrivederci!

SCENA 8: strada del ritorno.

Rinaldo Finirò in un centro di igiene mentale. Garantito! Lo avevano predetto i miei fratelli! In

che guaio mi sono cacciato. Spendere le mie ultime risorse per prendere balestra e stivali per

un gatto!

SCENA 9: locanda.

Locandiera Guten Tag sig-nore!

Rinaldo Buon giorno signora!

Locandiera Die Rechnung! Il conto!

Rinaldo Va bene. Mi faccia il conto!

Locandiera Nein! Dovete pagare conto!

Rinaldo Ma se sono qui da ieri appena!

Locandiera E cosa sig-nifica. Qui la camera si

paga og-ni ciorno! Rinaldo Va beh. Salgo in camera a prendere il

danaro. Locandiera E niente scherzi! Verstehen Sie?

Rinaldo Che guaio. Mio Dio. Che guaio. Mi sono

fatto abbindolare da un gatto parlante. Miseria

boia, che non mi senta nessuno o mi rinchiudono

in una stanza con le pareti imbottite.

Gatto Alla buon’ora!

Rinaldo No. Non può essere. E’ stato tutto un incubo. Terribile fin che vuoi, ma, ma.. ma un

incubo. Finito. Finito!

Gatto Vedo che hai preso tutto.

Rinaldo Oh, no! Chiunque tu sia, esci dal corpo di questo felino! Te lo ordino!

Gatto A volte penso che tu abbia qualche proble-

ma di sdoppiamento della personalità.

RinaldoMai avuti in vita.

Gatto Forse da piccolo. Come è stata la tua infan-zia?

Rinaldo Da piccolo.. da piccolo…

SCENA 10: l’infanzia di Rinaldo.

Babbo ..e poi vai in cantina a prendere il vino. Rinaldo pic. In cantina? No! Brutto posto quello! E

se poi esce qualche ombra furtiva da dietro un

angolo buio?

Babbo Finisce che in cantina ti rinchiudo, se non vai subito a prendere il vino!

Rinaldo pic. Non potrebbe andarci mio fratello

maggiore?

Babbo Tuo fratello deve badare a bottega, che un domani sarà sua!

Rinaldo pic. Il solito fortunato. A lui non toccano

mai queste cose!

Mamma E non rivoltarti a tuo padre, sai? E non

brontolare. E non rispondere. E non dire falsa testimonianza. E onora tuo padre. Lo dirò al par-

roco!

Rinaldo pic. Va bene, va bene. Vado. Non voglio ripetere l’anno di catechismo!

SCENA 11: locanda

Gatto Ti sei sentito sempre l’ultima ruota del carro.

Rinaldo Beh! L’hai capita!

Gatto Ma ora ti si presenta l’occasione per reagi-

re. Per riconquistare il terreno perduto.

Rinaldo Già!

Gatto Aspettami qui e non ti muovere. Capito? Non ti muovere!

Rinaldo E dove vuoi che vada, che appena esco

c’è Frau Granader, la padrona della locanda, che

vuole il pagamento della camera!

Gatto Sarò di ritorno alle prime luci dell’alba.

SCENA 12: bosco.

Gatto E quella deve essere la tana delle lepri. Ah! Ah! Presee! Che begli esemplari! E a quest’ora il

guardaboschi sta facendo merenda!

SCENA 13: castello di Re Golosone.

1 Guardia Sentiamo un po’. Dove vorresti andare?

Gatto No, mio caro! Non dove voglio andare, ma dove devo andare. Ho un appuntamento con il Re!

1 Guardia Buona questa! E con la Regina noo?

Gatto Fammi passare o passerai un guaio!

1 Guardia Senti questo! Dice che ha un appunta-mento con il Re!

2 Guardia Se vuole gli creiamo un appuntamento

con una bella cella nei sotterranei!

Gatto Facciamo così. Ora io prendo il numero

delle vostre matricole e poi parlerò con il mio

signore che gioca a biliardo tutti i giovedì con il Re!

2 Guardia Ehi! Un momento! Il Re è una buona

stecca. E veramente gioca tutti i giovedì.

1 Guardia Forse è meglio farlo passare!

Gatto Oh! Finalmente! Un po’ duretti, maa.. ci siete arrivati!

SCENA 14: re Golosone.

Gatto Maestà, sire, signore dei festini e dei ban-chetti. Sovrano dei primi e dei secondi. Re degli

antipasti e degli affin…

Re Basta così gatto! Basta così! Quale portata ti porta al mio cospetto?

Gatto La gratitudine del mio signore e padrone

verso vostra maestà.

Re Signore e padrone? E chi è costui vostra gra-

zia?

Gatto Marchese di Zucca Pelata e delle Terre di

Mezzo.

Re Mai sentito nomare. Gatto Ebbene, il mio signore vi fa omaggio di

queste lepri, fresche di cacciagione.

In scena

REALIZZAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI MADE IN EU - EXTRA BONUS DEL 10%

(SI RECUPERA L’INVESTIMENTO INIZIALE IN MENO DI 6 ANNI)

RICHIEDI UN PREVENTIVO - PREZZI COMPETITIVI

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Page 25: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

25

Re Bellissime e gustosissime. Ma bravo il nostro

gatto! Reginaldo. Reginaldoo!

Reginaldo Ai vostri comandi, mio signore!

Re Prendi uno dei miei stemmi dorati per questo nostro ospite.

Reginaldo Sarà fatto, vostra maestà!

Gatto Vi ringrazio, sire, e vi porgo gli ossequi del mio padrone.

Re Va’ in pace gatto stivalato e porgi i miei saluti

al tuo signore.

Gatto Sarà fatto!

SCENA 15: locanda.

Rinaldo Un medaglione d’oro!

Gatto Calma, calma con l’oro! Rinaldo Va beh! Dorato. Vuol dire che terremo

buona Frau Granader, almeno per un po’!

SCENA 16: re Golosone.

1 Guardia Sempre con l’appuntamento!

Gatto Esatto!

Re Che cosa ci porta questa volta il nostro gatto?

Gatto Uccelletti. Maestà. Uccelletti di nido.

Re Oh, noo! La mia passione! Bravo. Bravo il mar-chese di Mummia Sbendata …

Gatto Di Zucca Pelata, sire, Zucca Pelata!

Reginaldo (un servo) Mio signore, la principessa

ha chiesto di parlarvi urgentemente.

Re Non ora Reginaldo, non ora!

Reginaldo Ma sire, la principess..

Principessa Come sarebbe? Ora, debbo parlare.

Ora!

Re Ma Teodorilda, mia cara. Ho questo ospite che mi sta ingozz... ehm.. con il quale ho importanti

questioni diplomatic…

Principessa Sei stato tu a far partire per le

Crociate Beomondo. Il mio fidanzato?

Re Uh! Uh! Fidanzato. Che paroloni! Principessa Fidanzato. Sì! Ci siamo promessi

imperituro amore!

Re La scusi signor Gatto. I giovani d’oggi!

Principessa Giovane! Ho quasi trent’anni e per

colpa tua ne resterò altri trenta a casa e senza

marito!

Gatto Mi permetta signorina, ma lei è come il sole in una giornata di pioggia che..

Re Gentili parole signor Gatto. Gentili parole.

Principessa Che non colmeranno il vuoto della

mia vita! E comunque non verrò più a nessun banchetto, caro padre!

Re No! Non mi farai questo!

Principessa Peso quasi un quintale e venti e non

desidero irrobustirmi di più! Addio!

SCENA 17: parco del castello.

Giardiniere (pazzo) Guardatevi dal monolite. La strada che porta al maniero di messer Orco è irsuta di ostacoli. Ma loro ci vedono. State all’erta!

Ah, ah, ah, all’erta!

Gatto Svitato a ore dodici.

Rinaldo Perché non chiediamo informazioni a lui?

Gatto Che Dio ce la mandi buona!

Rinaldo Ehm! Buon uomo! Potreste dirci se da qui passa la carrozza Reale?

Giardiniere Chi lo chiede?

Rinaldo Sono il marchese .. il marchese..

Gatto Di Zucca Pelata.

Rinaldo Di Zucca Pelata.

Giardiniere E come mai quegli stracci?

Rinaldo Già! Come mai?

Gatto Siete in incognito. Missione segreta!

Rinaldo Ehm! Sì. Sono in missione segreta.

Giardiniere Il Re passerà di qui tra mezz’ora.

Ogni pomeriggio fa un giro con la sua carrozza.

Rinaldo Bene. Grazie. Giardiniere State accorti! Loro ci osservano.

Attenti ai passi falsi! Ah, ah, ah! Gatto Presto. Troviamo un buon posto.

Rinaldo Come sarebbe? Non va bene qui?

Gatto Quello stagno laggiù fa al caso nostro.

Rinaldo Stagno? Ma quello è un letamaio!

Gatto Non sei in condizione di fare lo schizzinoso.

Rinaldo Non è questione di fare lo schizzinoso, ma

quei liquami, ehmm…, i suoi miasmi, mi ripugna-no!

Gatto Zitto! Sento la carrozza reale in lontananza.

SCENA 18: carrozza reale.

Regina E poi non dovevi stringere quel patto scellerato con l’ambasciatore Truffaldinì.

Re Non era un vero e proprio patto!

Regina No. Solo che ora muoveranno truppe ai

nostri confini.

Re Ma se è solo un campeggio per boyscout!

Regina Ma sono sempre in divisa! Principessa Non me ne potevo restare a casa

oggi?

Regina Ma, mia cara. Il Re tuo padre desiderava

tanto farti vedere la sua nuova tenuta di caccia.

Re Oh, sì! Ho fatto liberare cinquanta fagiani.

Principessa Che poi finiranno al forno!

SCENA 19: parco del castello.

Gatto Ora dobbiamo passare alla seconda parte

del piano.

Rinaldo Quale piano? Non farò parte ad altre idiozie! Forse non ti rendi conto, ma quello che

arriva è il re.

Gatto Dobbiamo avere un abboccamento! Lo dobbiamo incontrare subito.

Rinaldo Il re. Non capisci? Non sono presentabile.

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

In scena

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Page 26: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

26

Non sono neanche stato dal parrucchiere. Gatto Spogliati!

Rinaldo Figuriamoci! Quello è un pezzo grosso e

poi guadagna molto più di me e.. cosaaa! Spogliar-

mi!

Giardiniere Attenti a voi o mortali! Quelli vi os-servano dal monolite!

Rinaldo Sentito? Ci sono dei guardoni che ci

spiano dal monolite e io dovrei spogliarmi?

Gatto Fidati! Fino ad ora abbiamo mangiato e pagato la locanda, ma ora dobbiamo fare il gran salto.

Rinaldo (spogliandosi) Ma come ho potuto cac-

ciarmi in questo pasticcio?

Gatto Buttati nello stagno! Subito!

Rinaldo Ma tu sei tutto tocco! Quella è mer..ehiii.. che faiii. Aiutoooo!

Gatto Aita. Aita. Acorruomo. Acorruomo. Fermaa!

Guardia di sc Cosa strilli gatto?

Gatto Il marchese di Zucca Pelata è stato spoglia-to, derubato dai furfanti ed ora sta annegando nel

letam.. nello stagno! Guardate voi stesso!

Rinaldo Aargh! Uurghl… aiutoo.. sto affogandoo.. maledetto felin… aahh!

Guardia di sc Caspita! Fino al collo! Proprio fino

al collo! Non alle ginocchia o al torace, ma pro-prio…

Gatto Un altro po’ e il disgraziato la berrà tutta!

Guardia di sc Sire, maestà. Un certo marchese di Padella Frittata è nello stagno è sta affogando!

Re Padella Frittata, hai detto? Non lo conosco.

Gatto Non Padella Frittata mio signore, ma Zucca

Pelata.

Re Ah! Presto, presto. Tiratelo subito fuori di lì. Presto. Presto!

Principessa Ma cosa succede?

Regina Un certo marchese di Testa Rapata sta

affogando nella vasca dei liquami.

Principessa O mio Dio!

Re Lavate il marchese in quella fontana laggiù e poi fategli indossare la tenuta da golf che ho nel

baule.

Guardia di sc Peste! Che puzza! Ora tocca anche

lavarlo. (verso il re) Sappiate che questo lo consi-dero lavoro straordinario… e usurante!

Re Accidenti ai sindacati! Gatto Vorrei presentare i miei ringraziamenti

sire…

Re Non una parola gatto! Non una parola! Dite

invece al vostro signore di accompagnarmi du-

rante questo giro in carrozza!

Gatto Sarà fatto. Sire! Ah! Un momento! Mi per-metto di consigliarvi uno splendido percorso

attraverso la tenuta del marchese.

Re Mi sembra un’ottima idea. Anche perché le mie

donne gradirebbero poco la visita ai fagia-

ni.

SCENA 20: campi, poco lontano.

1 contadino La vangata va data vertical-mente, dall’alto verso il basso.

2 contadino Dall’alto verso il basso. Sì. Sì.

Ho capito. Mi pare!

1 contadino Avevi capito anche un’ora fa!

2 contadino Un’ora fa mi avevi dato il forcone, e poi me lo hai tolto!

1 contadino Ti sei infilato un piede alla prima vangata!

2 contadino Mi avevi detto: “colpo secco e

deciso”!

1 contadino Cerchiamo di non perdere

altro tempo, altrimenti messer Orco ci toglie lavoro e casa.

2 contadino Ah! E la chiami casa quella!

1 contadino E’ sempre un tetto. Vuoi dormire

sotto Ponte Rotto?

2 contadino Qualche volta penso sarebbe meglio.

1 contadino Zitto e lavora! Sta arrivando gente!

SCENA 21: carrozza reale.

Re Ah! Ah! E così siete un abile cacciatore! Rinaldo Non io. Non io. Il mio ciambellano, messer

Gatto!

Re Già! Ho potuto gustare gli uccelletti che mi ha

portato! Prelibati. Superbe!

Principessa Non badate troppo a mio padre. Pensa solo a ingozzarsi.

Regina A ingozzarsi e a farsi imbrogliare da lestofanti ambasciatori!

Re Ancora con questa storia!

Regina Certo! Non fai altro che passare il tempo a organizzare feste e rinfreschi. Non senti cosa dice il popolo? Come ti chiama?

Re Sentiamo!

Regina Il re del Catering!

Principessa Uh! Uh! Uh!..

Re Ah! Ah! Ah! Che ridere! Ma un giorno io inven-

terò un piatto straordinario che verrà servito in tutti i più famosi ristoranti del mondo e porterà il

mio nome.

Regina Mio marito ha ancora dell’astio per i francesi, e la loro torta Napoleon!

Re Ah! Ah! Buona quella! I miei servizi segreti mi hanno comunicato che resta nello stomaco a

molti parigini!

SCENA 22: campi, poco lontano.

2 contadino Un gatto. Un gatto con un enorme

paio di stivali!

1 contadino Già!

Gatto Signori belli … nonché villani. Buongiorno a voi.

1 contadino Omaggi a voi messere. A che dobbia-

mo l’onore che vossignoria si fermi con due pove-

ri contadini analfabeti, ignoranti, zotici, sporchi,

lurid …

2 contadino Ehi! Ehi! Parla per te!

Gatto Ditemi, cari rurali: a chi appartengono queste terre?

1 contadino Come? Non lo sapete? A Messer Gran Vampir di Gran Croc. Gran Maestr di arti magic.

Orcone degli Orconi.

2 contadino Nonché gran furfante e sfruttatore

dei poveri diavol.. 1 contadino Zitto! Vuoi farci perdere il lavoro?

Gatto Va bene. Va bene. Sentite: al passaggio della

carrozza reale.

1 contadino Carrozza reale?

Gatto Sì, la carrozza reale passerà di qui tra non molto. Ebbene. Voi direte che queste terre appar-

tengono al marchese di Zucca Pelata. Avete capito

bene?

2 contadino Certo messere! Tutto chiaro come l’acqua!

1 contadino Un momento. Così passeremo un guaio!

2 contadino Ma non l’hai ancora capito che quello

ci sfrutta e basta?

Gatto Calma signori. Calma. Datemi retta e nessu-no si farà del male!

2 contadino Ai vostri ordini messere.

Gatto E tu?

1 contadino Anch’io! SCENA 23: la carrozza reale.

Regina Come sei noioso a volte!

Principessa Ma voi, marchese, non avete forse

una tenuta da queste parti?

Re Tenuta? Avete una tenuta da queste parti?

Rinaldo Ehm.. tenuta dite voi! Sì! Certo, certo, una

tenuta!

Principessa Ma sì! E quelli, forse, sono i vostri contadini!

In scena

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Page 27: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

27

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

La redazione

di Crosara Scuola Media Statale

www.iclusiana.it www.scuoleinrilievo.it

Gatto Il fatto è che le vostre imprese sono così

straordinarie… che vien difficile crederlo.

Orcone Come? Qualcuno mette in dubbio le mie

arti magiche? Dov’è che lo incenerisco! Gatto No. No. Per carità. Nessuno. Solo che il mio

signore mi ha chiesto di venire avanti per primo così da testare veramente le mirabolanti trasfor-

mazioni di vossignoria!

Orcone Sono pronto a qualsiasi prova.

Gatto Bene. Vi sentite pronto a trasformarvi in una bestia feroce come un bisonte, uno sciacallo o

un avvocato?

Orcone In quello che volete, gatto incredulo!

SCENA 27: in carrozza.

Regina Meraviglioso. Veramente enorme il vostro

podere, marchese.

ReTutti accatastati, immagino!

Rinaldo Certamente mio re. Un bell’impegno!

Principessa E quel castello? Rinaldo Castello?

Principessa Sì. Su quella collina, laggiù!

Re Un’altra sorpresa del nostro marchese, imma-

gino!

Rinaldo Ehm! Sorpresa? Lo potete dire forte!

Regina E’ vostro anche quello, allora!

Rinaldo Già! E’ mio? Ehm.. sì. Credo di sì.

Re Come sarebbe?

Rinaldo Ho talmente tanti poderi che ogni tanto me ne dimentico qualcuno.

Regina Uh! Uh! Uh! Che spasso il nostro marche-se!

Principessa Che bello. Ora ci inviterete nel vostro

avito maniero!

Rinaldo Ah! Maniero! Andiamoci piano con gli entusiasmi!

SCENA 28: da Orcone.

Orcone Direi che basta così. Sarei leggermente

stanco.

Gatto Certo. Certo, messer Orcone. E tuttavia vi dovrei chiedere un’ultima trasformazione. Ho visto

animali grandi e grossi, ma di piccini, neanche l’ombra. Temo di aver scoperto il vostro punto

debole.

Anno 5, Numero 15 – Maggio 2012

Regina Che podere enorme avete, caro marche-

se!

Re Però!

Principessa Fermiamoci. Vi prego! Voglio parlare con quei villici.

Rinaldo Ma, non è il caso. Forse sua maestà non ha molto tempo stamattina. Torniamo subito a

casa… ehm.. Avete lasciato le luci del castello

accese. Chissà la bolletta!

Re No. No. Ci tengo. Ferma il cocchio!

Rinaldo E’ la fine! SCENA 24: campi.

Re Olà. Villici lavoratori del terreno. Dite al vostro

sovrano: di chi sono queste terre?

1 contadino Del marchese di Ruota Sballata, sire!

Re Di Ruota Sballata? E che razza di imbroglio è

mai questo!

2 contadino Scusatelo sire, maestà. Il mio amico

voleva dire che avete una ruota fuori asse. Vera-mente queste terre sono del marchese di Zucca

Pelata!

Re Ah! Bene. Bene! (rivolto a Rinaldo) Che cosa avete marchese. Siete sbiancato!

Rinaldo Un leggero malore, sire. Ma ora…, ora va meglio! Grazie!

SCENA 24: in casa di Orcone degli Orconi.

Maggiord Tuoni e fulmini! Ma chi suona in codesta

guisa? Non vorrei fosse un venditore di tappeti o qualche altro imbonitore di prodotti per la casa.

Gatto I miei omaggi signore!

Maggiord Chi devo annunciare?

Gatto Messer gatto di Zucca Pelata.

Maggiord Accomodatevi e attendete in biblioteca.

Gatto Grazie.

SCENA 25: in camera di Orcone.

Orcone Un gatto, hai detto?

Maggiord Sì. Un bell’esemplare di gatto maschio, ma con un paio di stivali di pessimo gusto. Vera-

mente orrendi!

Orcone Interessante! Ha detto che cosa vuole?

Maggiord No, mi spiace, signore!

Orcone Di’che vengo subito.

Maggiord Come desidera vossignoria!

SCENA 26: al cospetto di Orcone.

Gatto Signore delle Terre di Lato di Su e di Giù. Sono messer Gatto e vengo a nome del mio signo-re e padrone marchese di Zucca Pelata e delle

Terre di Mezzo.

Orcone Mai sentito!

Gatto No. Lo immagino. Ma il mio signore conosce

molto bene la vostra fama e soprattutto la vostra non comune magia.

Orcone Bene. Bene.

Gatto Ecco. Il fatto è… il fatto è..

Orcone Ebbene?

Orcone Ma cosa state farneticando, gatto dei miei stivali!

Gatto Fatemi vedere un topo di campagna!

Orcone Eccovi servito scettico felino. Opplà!

Gatto Eccovi servito tu, caro il mio beota! Ed ora

non ci resta che avvisare la servitù del cambio di comando.

SCENA 29: davanti al castello di Orcone.

Re Ho la schiena a pezzi. Avremo fatto dodici

miglia almeno.

Regina Dodici? Quindici a dir poco!

Principessa Ci siamo fermati da contadini, alleva-tori di maiali, mugnai e quant’altro…

Rinaldo Già! Ma dov’è messer Gatto?

Re Non vi date pena e fatevi aprire. Su. Chiamate

la servitù.

Rinaldo Già! La servitù!

Gatto Benvenuti all’umile magione del marchese

di Zucca Pelata!

Rinaldo Che il cielo ti benedica Gatto!

Gatto Accomodatevi. Faccio subito preparare un rinfresco!

Re Parole sante. Gatto. Parole sante!

Principessa E così va a finire in una gran mangia-ta!

Regina (verso la principessa) Vieni mia cara.

Credo che questa sarà la tua nuova casa.

SCENA 30: in birreria

1 avventore Hai sentito di quel marchese saltato fuori dal nulla e che sarà erede al trono?

2 avventore Sì. Mi pare. E’ quello che gira sempre

con un gatto al seguito!

1 avventore Ci dovrebbe essere lo zampino di

quella gatta della regina.

3 avventore Tanto va la gatta al lardo che ci

lascia lo zampino!

2 avventore Non avresti, ogni tanto, qualcosa di più originale da dire?

1 avventore Lascialo perdere. Il suo è solo un vizio!

3 avventore Il lupo perde il pelo, ma non il vizio...!

1 e 2 avvent Ma va’ al diavolo!

(Illustrazioni di Beatrice Soster cl. 1E SMS Crosara)

F tore S

lowers

Flower Store s.a.s. di Mozzato Laura

Via Grotta, 2 - 36060 Molvena (VI)

Tel. 0424 780983

E-mail: [email protected]

Page 28: Scuole in Rilievo anno 5 numero 15

In collaborazione con

Giu

gn

o 2

012

pri

ma

ed

izio

ne

3 Dom 20.45 (cortile Biblioteca*)

I Crociati Ecclesia

10 Dom 20.45 (Castello Inferiore*)

Le Battaglie Musical Incanti

17 Dom 20.45 (Castello Inferiore**)

La Corte e la Chiesa Accademia Musica Reservata Antiqua Camerata Veneta

Manifestazione resa possibile grazie anche a: Banca Popolare di Marostica Battaglin Pavimenti Zepa spa Casagrande Giovanni Luky Center Pulitura Sartori Marostica Fidas Donatori Sez. di Marostica Vimar CBL di Costacurta Osteria Dalla Zita Banca San Giorgio Valle Agno Fondazione mons. Camillo Faresin

rmonico

3/17 GIUGNO 2012

Città di Marostica/Assessorato alla Cultura Biblioteca Civica Consulta fra le Associazioni Provincia di Vicenza

MR Musica Reservata e Kalendamaya Festival Internazionale di Cultura e Musica Antica

PA

TR

OC

IN

IO

Il C stello

Il Castello Armonico sostiene ASLA: “Una corsa contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica”.

3 Dom 20.45 (cortile Biblioteca*) I Crociati Musiche vocali e strumentali dei secoli XII e XIII Ecclesia Fabio Furnari, tenore Alessandro Carmignani, controtenore Donato Sansone, Massimo Sartori strumenti a fiato percussioni, pizzico

10 Dom 20.45 (Castello Inferiore*) Le Battaglie Danze e Battaglie strumentali dei secoli XV e XVI Musical Incanti Gianpaolo Capuzzo, flauti Valerio Mazzucconi, trombone Marco Vincenzi, clavicembalo

17 Dom 20.45 (Castello Inferiore**) La Corte e la Chiesa J.S. Bach Cantate BWV 66.70. Concerto Brandeburghese n. 2 Accademia Musica Reservata Antiqua Camerata Veneta Nadia Caristi, soprano Paolo Costa, alto Fabio Furnari, tenore Walter Testolin, basso Davide Monti, violino principale Lino Dalla Gassa, maestro del coro Fabio Cusinato, direttore

In caso di maltempo: *Presso la ex chiesetta di San Marco. **Presso l’Aula Magna della Scuola Media “Dalle Laste”.

www.musicareservata.it

Progetto artistico e organizzazione