Scuole in Rilievo n° 6

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SCUOLE in SCUOLE in SCUOLE in R I L I E V O Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura delle scuole di Crosara, Valle San Floriano, Vallonara, San Luca, Santa Caterina ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007 Anno 2, Numero 6 Maggio 2009 SPECIALE BENEVENTO SCUOLE in RILIEVO PREMIO CONCORSO NAZIONALE GIORNALISTI 2 0 P A G I NE 2.000 C OP I E D IST R I B UIT O A 1.60 0 ALUNN I

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Sesta uscita del giornale della scuola... le pagine sono 20 e la tiratura aumentata!

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SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO Periodico di informazione scolastica e di

promozione culturale e didattica a cura delle scuole di Crosara, Valle San Floriano, Vallonara, San Luca, Santa Caterina

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007

Anno 2, Numero 6 Maggio 2009

SPECIALE BENEVENTO

SCUOLE in RILIEVO PREMIO CONCORSO NAZIONALE GIORNALISTI

20 PAGIN

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2.000 CO

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ITO A 1.60

0 ALUNN

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Scuola dell’Infanzia “Maurizio Guderzo” - Crosara

SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO

Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

IN QUESTO NUMERO:

VIA LE SCARPE E I CALZINI 2

UN PREZIOSO STRUMENTO MUSICALE 3

VILLE PER PENNUTI 4

LA STREGA DEL SAMBUCO 5

E ALLA FINE: FUNGHI 5

CINQUE ANNI TRASCORSI VELOCI 6

BALLI, CANTI E VERIFICHE A SORPRESA 6

LA CAVESA DEL TORO 7

SCELTE POETICHE 7

UNA STORIA VERA, UN FILM EMOZIONANTE 8

CRETA E LEGNO A SAN LUCA 9

UN VIAGGIO NELL’ARIA DI SAN PELAGIO 10

E DEVE USCIRE OGNI GIORNO! 11

UN IMPORTANTE RICONOSCIMENTO 12

UN MANIPOLO DI TENACI 13

PREMIO NAZIONALE PER “SCUOLE IN RILIEVO” 14

FARE IL GIORNALE NELLE SCUOLE 15

INDICIBILE EMOZIONE 16

GALLINE E ROTATIVE 17

TIGLIO, CANAPA E CILIEGIE 18

LA RELAZIONE CON I FIGLI 19

Noi bambini di tre anni arrivati quest’anno alla scuola dell’infanzia ed entusiasti di que-sta nuova esperienza, abbiamo avuto modo di sperimentare e di tuffarci nel mondo del colore e del “pasticciamento” non solo con le mani ma anche con i piedi. Un giorno la maestra ci racconta la storia di un coniglietto a cui, incontrando i colori, venne voglia di tuffarcisi dentro. Un colore dopo l’altro, il coniglietto fece le sue scoper-te. “Anche noi possiamo fare come lui? Per questa volta vogliamo solo lasciare le no-stre impronte sui fogli e non solo quelle delle mani, ma anche quelle dei piedi”, disse-

ro i bambini. Alla proposta di provare a to-gliere scarpe e calzini e intingere i piedi nel colore ognuno reagisce secondo la sua personalità. Qualcuno esulta d’entusiasmo e non vede l’ora; c’è chi ha fretta e vuole essere il pri-mo, un altro aspetta paziente il suo turno, chi subito non ne vuol sapere e chi si fida solo quando ha visto tutti gli altri. La maestra, aiutata da Daniela, la nostra insostituibile collaboratrice, ci colora le piante dei piedi. Noi scegliamo il colore e lo strumento: pennello o rullo, chi è il più co-raggioso? Poi uno alla volta facciamo una passeggiata sul foglio e alla fine ci guardia-

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mo indietro, per osservare le nostre orme. Questa è una delle tante esperienze che si fanno nella nostra scuola e ci permetto-no non solo di affinare le nostre percezioni tattili-sensoriali, ma anche di fare un gioco di conoscenza, dove le nostre capacità si eserci-tano in un contesto condiviso, superando diffidenze e paure. Si instaura tra adulto e bam-bino un clima affettivo di reciproca fiducia, l’adulto si affianca al bambino ascoltan-dolo, cogliendo nelle sue scoperte le proposte per

futuri sviluppi dell’attività.

VIA LE SCARPE E I CALZINI! Piedi come pennelli che camminano sui fogli di Luisa Viero

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Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

SCAL-FRUT di Scalabrin Michele

Scuola Primaria “Olga Gugelmo” - San Luca

La voce è lo strumento più naturale ed effica-ce per fare musica, è affermazione della nostra identità, è un prezioso elemento che permette di re laz ionarc i con gli altri in modi diversi. Per questi i m p o r t a n t i motivi è stato proposto agli alunni, durante il corso dell’-anno, un labo-ratorio musi-cale finalizzato ad esplorare, c on o s c e r e , educare la voce. Le attività, presentate in forma labora-toriale, sono state proget-tate in modo da favorire la partecipazione attiva degli alunni all’esperienza musicale, creando le condizioni per un coinvolgimento pieno ed emotivamente gratificante per ognuno. Bambini e ragazzi hanno potuto sperimenta-re, attraverso il movimento, le potenzialità della propria voce, ad esempio “lanciando” il proprio nome, “facendolo rotolare o rimbal-

zare”; la recitazione di semplici filastrocche scandite ritmicamente e accompagnate da ostinati vocali ha aiutato gli alunni più piccoli

nell’articolazione delle parole e di fonemi “difficili” da pronunciare; il candido “viaggio di un fiocco di neve” ha fornito l’occasione per sperimentare con la voce i glissandi e con essi i suoni acuti e gravi; efficaci giochi di fiducia e semplici danze hanno permesso di percepire attraverso il corpo alcune caratte-ristiche del suono come la durata e l’altezza;

gli alunni più grandi si sono misurati in giochi ritmici con la voce ed hanno iniziato ad ac-compagnare dei canti con gli strumenti mu-sicali. Insomma sono state davvero tante e varie le attività finaliz-zate a formare una consapevolezza sem-pre maggiore della voce e del linguaggio musicale. Naturalmente non

sono mancati i momenti dedicati al canto corale, momenti nei quali, sul volto di molti bambini emergeva con visibile chiarezza il

potere socializ-zante e ludico della musica e del canto in partico-lare. Canzoni della tradizione popo-lare, danze e bans uniti ad un forte entusiasmo da parte degli alunni hanno così rappresen ta to una ulteriore possibilità per stare insieme in armonia! Tutti noi, alunni e insegnanti, rivol-giamo un partico-lare ringrazia-mento a Sofia Borgo che, con

pazienza, generosità e attenzione, ci ha ac-compagnati in questo lungo e coinvolgente cammino musicale. Ora non rimane che darci appuntamento presso la scuola primaria di San Luca, marte-dì 9 giugno alle ore 18.30 per concludere allegramente “le lezioni”! La festa sarà ani-mata dai canti dei bambini e dalla ricchissima mostra di prodotti creati nei laboratori di falegnameria e creta. Vi aspettiamo numerosi!

UN PREZIOSO STRUMENTO MUSICALE Interessante attività vocale a San Luca di Daniela Vitacchio

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Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

Città Informatica Marostica di Brollo Flavio Via Cecchin, 6/a -36063 Marostica (VI) Tel e fax 0424 472952 Email: [email protected] www.informaticamarostica.it

Avevamo promesso di tenervi informati sul prose-guo dei lavori per l’installazione della nuova volie-ra per pennuti? Ed eccoci a mantenere la parola. A Crosara, i ragazzi della IIIE, inaugurano assieme a tutta la scuola la nuova gabbia per ospitare questa volta gallo, galline e oche. I lavori, prose-guiti al rilento a causa del maltempo, sono al fine terminati. Nel giro di una settimana, e come da manuale, sono stati fissati i pali di acacia al terreno. Per qualche giorno rimangono lì, silenziosi, senza rete,

tutti in fila, alti e monolitici; sembra di essere a Stonehenge. Finita la pioggia, ecco la rete, il can-cello, un po’ di copertura e un rudimentale posa-toio per il ricovero notturno. Siamo tutti stanchi,

ma la soddisfazione è tanta. I lavori, poi, si sono dovuti svolgere con poca confusione e niente rumore, perché nella gabbia vicina mamma ger-mano stava covando una quantità industriale di uova. Finalmente il giorno delle galline è giunto: sei bei esemplari di gallina ruspante italica entra-no a far parte dello zoo della scuola. Assieme a loro, due piccole oche di un paio di settimane. La partenza per la gita in Campania coincide con l’arrivo del “padrone” del pollaio. Un gallo altezzo-so con livrea bianco rossastra che ti guarda da lontano e sempre in posizione sopraelevata. Il rientro dalla stessa gita è purtroppo guastato

dalla notizia che il pennuto, maschio dominante, è evaso dalla gabbia. Dopo funamboliche peripezie per la caccia al poderoso animale, attraverso un’ine-stricabile foresta di rovi, si giunge alla cattura. Agli inizi di maggio nascono i piccoli d’anitra. Sono gialli e neri, pigolano e mangiano farina. Il mese primaverile consente la cura dell’orto e la rifinitura delle voliere con dei ripari per il sole, mangiatoie, vasche per l’acqua e altre migliorie. Il progetto “Didattica A2 Zampe” promosso dalla nostra sede ha potuto stimolare il senso di re-sponsabilità nei ragazzi, ma ha anche favorito il raggiungimento di impor-tanti obiettivi legati a tutte quelle competenze che servono per un buon lavo-ro di squadra.

VILLE PER PENNUTI Nuovo insediamento di bipedi ruspanti a Crosara di Fabio Cusinato

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Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

Via Ca’ Boina, 17/2 - 36055 NOVE (VI) Tel e fax 0424 590849

Costa S. 339 6662581

Il 12 maggio gli alunni del plesso si sono recati in gita a San Pelagio per visitare il museo dell’aria e nel pomeriggio il Farfallario, in provincia di Padova. Al museo, gli alunni hanno partecipato ad un laboratorio intitolato “La strega del sambuco”, in cui i bambini hanno inventato una storia e poi, divisi a squadre hanno giocato con le cerbottane di pasta di pane. La visita al museo ha permesso loro di per-correre il lungo cammino dell’uomo nel suo tentativo di volare. Al Farfallario hanno vissuto l’esperienza delle farfalle che volavano libere,

hanno osservato alcuni rettili come i camale-onti e il drago barbanera. Poi hanno fatto un giro per il bosco delle fate e hanno incontrato

i personaggi fantastici del bosco: streghe, fate, anguane, orchi, folletti,.. Sono stati entu-siasti e felici dell’esperienza vissuta.

E ALLA FINE: FUNGHI Riscoprire il territorio in cui si vive

L’anno scolastico giunge al termine. E’ stato un anno di crescita e di esperienze varie. L’educazione all’ambiente, che ha aperto l’anno, lo conclude con un’uscita nei dintorni di Santa Caterina in cerca di funghi. Questo, grazie alla proposta e alla disponibilità dell’-Associazione Micologica Bresadola “Il regno dei Funghi”. Il signor Gasparini accompagnerà gli alunni di terza, quarta, quinta ad una e-scursione il giorno 21 maggio prossimo. L’en-tusiasmo e la curiosità dei bambini sono evidenti e permetterà loro di conoscere me-glio il territorio nel quale vivono.

LA STREGA DEL SAMBUCO Cose che volano e pasta di pane per Santa Caterina

Cogo M. 333 2835271 Rigo A. 340 0803736

Email: [email protected]

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Spaziogiallo

Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

In questi anni di scuola ho avuto la possibilità di conoscere tanti amici, e abitando nello stesso paese ci troviamo a giocare assieme nei pomeriggi. Mi dispiace andare alle medie, ma gli anni passano e ormai sono grande e devo lasciare il posto ai miei amici più giova-ni. Erik Pozza Questi cinque anni di scuola sono stati molto belli e anche brutti. Ovviamente quelli brutti erano quando ci davano molti compiti per le vacanze e quando litigavo con le amiche. Di belli ce ne sono stati moltissimi: il primo

giorno di scuola in prima; avevo paura, poi ho giocato con le mie amiche e la paura è passata. Quando c’erano le feste, facevamo lavoretti. All’inizio di quest’anno è arriva-ta una nuova com-pagna e siamo di-ventate amiche. Questi cinque anni sono passati veloci e sono stati stupen-

di. Giada Bertollo Sono già trascorsi cinque anni, ma a me sembrano cinque mesi. Ho ricordi divertenti e altri tristi. Mi ricordo quando Samuele si è tolto i pantaloni in classe perché erano storti, o quando Erik ha fatto la spaccata giocando. Non dimenticherò le mie compagne, che tante volte mi hanno incoraggiato a finire le verifi-che. Di certo non sono mai stato il primo della classe, perché non riuscivo a capire tanto italiano, matematica, inglese. Ma i miei insegnanti mi hanno insegnato tanto, per

questo mi mancheranno molto. Ma soprattut-to mi mancherà Adriana che per me è la persona più simpatica della scuola, è mia amica, non si arrabbia mai ed è molto pazien-te. Sono contento di aver avuto i miei compa-gni e non li dimenticherò mai. Yuri Azzolin La riflessione su questi cinque anni di scuola è che ho imparato tante cose grazie alle mie maestre. Malgrado io sia stata a volte disub-bidiente con loro, mi hanno insegnato come ci si comporta. Ho fatto nuove conoscenze con i bambini di prima e ho incontrato una nuova compagna di classe che è venuta a fare l’ulti-mo anno di scuola qua da noi in un piccolo paesino. Un altro nostro compagno si è tra-sferito nella scuola di Lusiana perché lui pensa che sia meglio, ma non è affatto vero. Non mi dimenticherò mai di tutta la pazienza che hanno avuto le maestre per aiutarmi, dei miei compagni che mi hanno fatto ridere e della loro generosità. Prima di entrare nel cortile mi nascondevo dietro il muretto, per-ché avevo paura di farmi vedere dalle mae-stre e da altra gente. Ero curiosa di vedere cosa mi aspettava e lo sono anche adesso per andare alle medie. Angelika Pilati

CINQUE ANNI TRASCORSI VELOCI A cura della classe 5^ di Santa Caterina

In questi cinque anni di scuola ho imparato molte cose, ho fatto nuove conoscenze e ho imparato ad andare più d’accordo con i miei compagni. Tutto questo grazie alle maestre che con tutte le loro forze mi hanno aiutato a superare alcuni miei difetti. Quest’anno ho conosciuto anche un’altra mia compagna che si è trasferita da Cobbaro a S. Caterina ed ora è nella mia classe. Mi ricordo ancora il primo giorno di scuola quando mi sono trovata con i miei compagni davanti al “cancello”, avevo paura ma ero anche curiosa come lo sono adesso per an-dare alle medie. Di questi cinque anni di scuo-la però non mi è piaciuto quando ci facevano le verifiche a sorpresa, per il resto sono stati cinque bei anni. Mi ricorderò sempre delle

recite dove cantavamo e ballavamo danze di tutto il mondo, mi ricor-derò di tutte le volte in cui negli ultimi cinque minuti di lezione d’italia-no, con la maestra An-tonella, parlavamo di “Voiager” e di tante altre cose, mi ricorderò delle risate a crepapelle fatte anche per piccole cose. A volte di notte sogno di non andarmene mai da questa scuola e che ci sia non solo al quinta ma anche tante altre classi, so però che non ci saranno mai ed è

un peccato che tutto stia finendo. Mi domando poi come faranno le maestre senza :“ quelli di Quinta…”.

BALLI, CANTI E VERIFICHE A SORPRESA di Romina Xillo

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Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

LA SCUOLA MEDIA Sta per iniziare una nuova avventura e sinceramente ciò mi fa un po’ paura. Le medie non vedo l’ora di iniziare anche se i professori ci vorran sgridare se noi bene non ci sapremo comportare. Sarà un’altra entusiasmante storia analisi, espressioni e molta memoria. Conoscerò nuovi compagni e con loro forse farò molti danni. Alla fine ci divertiremo e assieme grandi diventeremo. Giacomo Xausa LA FINE DELLA SCUOLA La scuola ormai è finita e io mi son assai divertita. Quest’anno è volato come un corvo innamorato. La quinta è un po’ pesante

SCELTE POETICHE Scuola Primaria “Olga Gugelmo” - San Luca A cura della classe 5^

ma ragazzi su dai è anche entusiasman-te!!! In geografia molte regioni abbiam studiato mi ha appassionato la bella Puglia in storia i Romani e la loro famiglia. In grammatica i verbi indefiniti in aritmetica argomenti approfonditi, geometria con il compasso e religione passo a passo. Con rammarico i compagni devo abbando-nare così in questi giorni approfitto e continuo a giocare. Gaia Fabris AMARE Amare fa bene, ti riscalda il cuore, ti dà energia e buon umore. Ama te stesso innanzitutto, non importa se sei bello o brutto, interiormente si trova la vera bellezza ed è questa la più grande ricchezza. Jacopo Baggio Veronica Munari

LA VITA La vita è bella, è preziosa. La vita è un mondo di colori. La vità è un gioco. La vita è un cielo immenso. La vita è una battaglia da affrontare ma con coraggio ogni ostacolo dobbiam superare. La vita è una gioia continua. La vita è meravigliosa allora su dai viviamola!!! Jessica Bertinazzo NATURA ROVINATA Il fiume era nero di sporcizia in quel bosco non c’era più amicizia. Gli alberi erano spogli E l’erba senza trifogli. Per terra molte lattine, nei cespugli tante stoffine. La natura è stata rovinata E la terra si è ammalata. Gaia Fabris Elias Bonato

Me papà el xe sem-pre imbatunio su per il computer

LA CAVESA DEL TORO Pennellate di saggezza A cura dei bambini della Scuola d’Infanzia “Maurizio Guderzo” - Crosara

Io sono nata pri-ma perchè sono tutta giovane…

Gavemo molà la cavesa del toro perché el doveva

torare...

Con due smisioti go scoperto el grigio…

Ci vogliono due mais per giocare con il computer…

Alla fine di certi anni arriva il Carnevale…

Ho imparato a cavallare

Il latte si fa con il formaggio…

E’ pasquina!!!

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Estate del 1798: una signora con un cesto in mano sta raccogliendo dei funghi nella fore-sta dell’Aveyron, nel sud della Francia. A un tratto un rumore attira la sua attenzio-ne: i rami di un cespuglio cominciano a muo-versi e gli uccellini volano via impauriti. La donna, spaventata a morte, lascia cadere il cesto completamente pieno di funghi e scap-pa dalla foresta come se fosse rincorsa da quattro cani che non mangiano da due giorni. Dai rami del cespuglio sbuca la testa di un bambino: i suoi occhi si illuminano e, appena vede il cesto, gli si avventa contro, cammi-nando a quattro zampe. In pochi minuti divora

tutto. E’ un bambino di bassa statura, dal colorito scuro; cammina a quattro zampe e, ogni tan-to, dalla bocca gli escono dei grugniti. All’e-sterno della foresta, due cacciatori armati di fucile, si dirigono verso il ragazzo, guidati dal fiuto di quattro cani. (A. Bonan) Inizia così “L’enfant souvage” di Francois Truffaut, un film diverso dagli altri che abbia-mo visto in quest’ultimo periodo di scuola. Quest’opera è originale perché è in bianco e nero e sembra quasi un documentario per il modo realistico con cui riproduce gli ambien-ti e la storia.

Francois Truffaut appartiene alla “Nouvelle Vague, “Nuova Onda”, un gruppo di registi che si esprimono con un linguaggio nuovo, semplice, sponta-neo e che raccontano storie vere che ti affascinano (A. Alloro, A. Bao). Questo film parla di un bambino ab-bandonato in una foresta, forse all’età di 3-4 anni, e che cresce da solo, come un animale selvatico. Scoperto, dopo una lunga caccia, viene catturato e portato nella capitale della Francia, Parigi. Lì lo osservano e studiano: se ne prenderanno cura il dottor Itard e

la sua governante, Madame Guérin. Il ragaz-zo non sa parlare, ma reagisce al suono “O” e allora sarà chiamato Victòr. (A. Pasquetti) Il film è piaciuto a molti di noi. “Paura e ancora paura ho provato mentre guar-davo sullo schermo il ragazzo fuggire da quei cani che si erano lanciati all’inseguimento, ma per fortuna è finito tutto per il meglio e il ragazzo verrà accolto nella casa del dottor Itard ed edu-cato come un bambino normale” (A. Bonan) Questo film mi è piaciuto

molto: è molto istruttivo e spiega il dispetto che ha fatto l’uomo a un povero bambino. Questa storia ha molto sentimento. (A. Pa-squetti) In alcuni momenti l’immagine si rimpiccioliva, sfumava e si soffermava su un particolare: il volto del piccolo selvaggio. Mi ha impressionato la bravura del dottor Itard per migliorare il comportamento di Victòr. Mi è piaciuto anche il modo di recitare del ragazzo e degli altri attori e non mi sembra vero che una storia del genere, così bella ed emozionante, sia accaduta veramente. (M. Seguini) E’ stato commovente quando Victòr viene sorpreso dal temporale e danza sotto la piog-gia: è felice perché ricorda i giorni selvaggi ma liberi nella foresta. (A. Alloro) Con Itard e la sua governante Victòr scopre i sentimenti (V. Franco) e piange, per la prima volta, quando il dottore lo punisce ingiusta-mente, solo per capire se il ragazzo aveva il senso della giustizia. (M. Seguini) La musica, di Antonio Vivaldi, si sentiva solo nei momenti più importanti e ricchi di senti-mento. I brani erano brevi, la melodia era dolce e mi emozionava. (S. Zakari)

UNA STORIA VERA, UN FILM EMOZIONANTE A cura della classe 1^E della Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

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Quest’anno siamo riusciti a far volare in alto le nostre idee! Durante l’anno scolastico tutte le classi della scuola hanno partecipato al progetto “Mai con le mani in mano, ”imparando alcune tec-niche di base per la lavorazione del legno e della creta. Lavoro dopo lavoro, abbiamo affinato le nostre capacità tecniche ma so-prattutto abbiamo liberato la nostra creativi-tà! Siamo soddisfatti ed entusiasti del lavoro fatto ma ciò che ci preme di più è RINGRAZIA-RE CON IL CUORE tutte le Persone, le Ditte e le Banche che con la loro generosità ci hanno

sostenuto in questo ambizioso percorso. Intend ia-mo rin-g raz ia re d av v e ro tutti e ci scusiamo fin d’ora se abbia-mo dimen-t i c a t o qualcuno. G r a z i e mille in

modo parti-colare al Credito Cooperativo Banca di Roma-no e Santa Caterina, al Credito Cooperativo Banca di San Giorgio e Valle Agno! RINGRA-ZIAMO SENTITAMENTE PER L'AIUTO: tutti i geni-tori della scuola di San Luca, gli amici e i parenti degli alunni che hanno contribuito a farci giungere materiale utile al laboratorio. Ringraziamo di cuore il falegname Rocco Attilio, il falegname Ilario Gnatta, la ditta cartiglianese Sartor Legnami, Minuzzo pavi-menti, pavimenti Muttin Ezio, il falegname Gianpaolo Sandonà, e il nostro affezionato artigiano Andrea Dal Zotto. GRAZIE, GRAZIE

ED ANCORA GRA-ZIE! Inv itiamo tutti i lettori di Scuole in Rilievo a partecipare alla mostra che verrà allestita presso la scuola primaria di San Luca di Marosti-ca, il giorno 9 giugno 2009 alle ore 18.00. In questa occasio-ne verranno esposti alcuni dei lavori realiz-zati dagli alunni

della scuola durante i laboratori di falegnameria e lavorazione della creta. S a r a n n o p ro ie t t a t e d iv e r te n t i d ia pos i t iv e che raccon-t e r a n n o questo labo-rioso percorso! Aprirà la serata un’esibizione degli alunni della scuola in vari canti apparte-

nenti anche alla tradizione popolare. Vi a-spettiamo!

I bambini e le insegnanti della scuola primaria di San Luca.

CRETA E LEGNO A SAN LUCA Progetto “Mai con le mani in mano” A cura dei bambini e delle insegnanti della Scuola Primaria “Olga Gugelmo” di San Luca

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Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

Il museo del volo. Abbiamo prima di tutto visitato il bellissimo museo pieno di mani-chini di uomini e donne di un tempo, di modellini di aerei ed elicotteri vari, stru-menti elettronici e non , missili, mongolfie-re; tutto è stato bello e mi sono divertita tanto. Elisabetta Pozza.

La cosa che mi ha colpito di più, al museo, sono state le invenzioni di Leonardo Da Vinci e Gabriele D’Annunzio che era un poeta e un bravo pilota e che ha sorvolato Vienna durante al prima guerra mondiale. E’ stata una bella gita. Angelika Pilati. Mi ha affascinato il labirinto del sambuco.

Lo hanno sopranno-minato così perché proprio al centro c’è un albero di sambuco. La l e g g e n d a dice che è un albero magi-co e che cura molte m a l a t t i e . F r a n c e s c a Ronzani. Arrivati al centro del

l a b i r i n t o a b b i a m o scritto una storia degli elfi. Finita la storia, a b b i a m o fatto la guerra con le cerbot-tane con la pasta fatta di farina e a c q u a : dov ev amo proteggere la storia… E’ stata una gita gran-diosa. Luca Rubbo. Al Farfalla-rio abbia-mo v isitato il Bosco delle fate

nel quale mi è piaciuto il labirinto e il tro-no della regina delle fate su cui ci siamo seduti e abbiamo espresso un desiderio. Poi abbiamo guardato un filmato sulle farfalle e di seguito v isitato il Farfallario. Mattia Rezk. E’ stata un’esperienza fantastica perché si vedevano farfalle libere che volavano. ma non solo; c’erano anche camaleonti, pap-pagalli, scarabei, draghi barbuti, scarfag-gi, tarantole, lucertoloni. Romina Xillo

UN VIAGGIO NELL’ARIA DI SAN PELAGIO A cura della classe 5^ della Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

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Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

La finalità per cui nasce questo foglio notizie è imparare a scrivere in maniera corretta e far conoscere fatti e avvenimenti della scuola e dintorni. L’idea parte da qualcuno all’interno della classe, che un giorno, quasi per scherzo, dice: “Perché, dopo il settimanale, non creia-mo anche un quotidiano?” Alcuni sono scioc-cati dalla proposta e la considerano un’idea impossibile da realizzare, perché il problema del quotidiano sta nel fatto che è… un quoti-diano. E deve uscire ogni giorno! La nostra prof, anche se comprensibilmente perplessa, la considera tuttavia una proposta seria; comincia a rifletterci e a programmare il piano di lavoro. Noi ragazzi per qualche gior-no ci consultiamo e ci convinciamo che non è

una cattiva idea. Comunque fattibile per noi giornalisti provetti. Si iniziano a fare le prime proposte per il nome di questa nuova testata. “TERRE ERTE”, in riferimento alle nostre colline e al nome della nostra biblioteca da poco inaugurata, appare poco originale. “ULTIMA SPES” , ultima speranza per noi ragazzi di imparare a scri-vere con stile giornalistico e con pochi erro-ri…sembra un po’ cupo. Infine si decide per “DIGIORNATA”, che dà proprio l’idea di un foglio d’informazione sugli avvenimenti, sul tempo, sulle novità e su molte tematiche interessanti. E questo sarà il nostro quotidiano. Con l’aiuto del prof. Cusinato si provano la grafica e l’impaginazione e qualche giorno dopo è

pronto il primo foglio notizie. E’ il 17 marzo 2009. “Digiornata” esce all’insaputa di tutte le altre classi e pro-voca molto stupore in tutti, ma una grande felicità in noi. Questo nuovo “inquilino” della scuola ospita nella prima pagina ogni giorno due nostri articoli di cronaca, di com-mento o di riflessione su fatti e avvenimenti, di considera-zioni personali. Nella seconda pagina compaiono invece le rubriche, quali l’oroscopo, il meteo, l’almanacco, consigli alimentari, suggerimenti per visite turistiche, letture, spettacoli ecc. Inizialmente è stato faticoso trovare il giusto ritmo di lavoro, soprattutto per il capo-redattore che doveva coordinare il tutto, ma poi si è andati senza intoppi, poten-do contare su una squadra unita. Ora è cresciuta senz’altro la nostra abilità nello scrivere, ma, con questa nuova espe-rienza, abbiamo imparato anche ad essere autonomi

nel nostro lavoro e responsabili nei confronti dei compagni e dei lettori.

E DEVE USCIRE OGNI GIORNO! di Alessandro Girardi e Matteo Morello cl. 3^E Scuola Media di Crosara

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Speciale Benevento

Anno 2, Numero 6 - Maggio 2009

E’ di questi giorni la notizia, bellissima, che la riv ista “Scuole in Rilievo” è risultata per i vincitori del concorso “Fare il giornale nelle scuole” bandito dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Soddisfazione e grande com-piacimento per il risultato raggiunto sono i primi senti-menti ed il sorriso dei ragazzi e dei docenti sarebbero di per sé premio sufficiente. E’ però giusto dare ampio risalto all’e-vento che ha inserito il nostro Istituto di Lusiana e la Direzio-ne Didattica di Marostica nel piccolo Gotha dei giornali sco-lastici, accanto ad altre scuole d’Italia di località certo più famose e rinomate. Ancora giusto andare orgogliosi del lavoro svolto e dei risultati riconosciuti per chi spesso deve difendere la propria identità culturale e fa fatica a trovare il dovuto ap-prezzamento, come accade di questi tempi per le sedi “piccole” e periferiche ma certo importanti e vive per il territorio su cui insi-stono. Intelligenza, passione, professionalità dei docenti, il desiderio di esserci nonostante

tutte le difficoltà hanno trovato, in questa occasione, un riconoscimento ufficiale e certo qualificato. Bravi! Bravi! Brav i! Idealmente saremo tutti a Benevento il 19 Maggio, accanto a quegli studenti e profes-sori che riceveranno materialmente il pre-mio. Ed ancora una volta sarà dimostrato che la vivacità intellettiva e culturale non abita

necessariamente in “grandi” palazzi… Continueremo così, con il contributo di tutti coloro che credono in una scuola “vera” anche se “piccola”.

UN IMPORTANTE RICONOSCIMENTO di Ugo Milardi

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Speciale Benevento

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Benevento, terra di antichi fieri sanniti che Roma faticò non poco a piegare, dopo aver subito lei stessa la bruciante umiliazione delle Forche Caudine. Benevento, città delle streghe che donne di giorno, si ritrovavano di notte ai piedi di un gigantesco noce, sorto dal demonio, dopo che un santo l’aveva ab-battuto. Ma la nostra Benevento è la meta di una spedizione scolastica di un manipolo di tenaci, inviati a ritirare il premio della vitto-ria al concorso indetto dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti “Fare il giornale nelle scuole”.

È una lunga corsa attraverso l’Italia per arrivare a vivere momenti di forte emozione,

unica scuola del Veneto presente, tra troupe televisive, illustri personaggi del mondo della cultura e dell’informazione. A Beneven-to non sanno quanto sono piccole le nostre scuole, ma con quale passione stiamo lavo-rando per tenerle unite e per farne cono-scere la ricchezza. L’hanno letto su “Scuole in Rilievo”, il nostro giornale. Noi, invece, conosciamo le nostre realtà, vivaci e appas-sionate, e sappiamo che sono da coltivare

con cura e da far ap-p r e z z a r e perché le loro ridotte d imens ion i siano viste non come fragilità, ma c ond iz ione priv ileg iata di un am-biente umano e culturale d a v v e r o s p e c i a l e . M o m e n t i intensi quelli v issuti a Benev en to, dalla cena ai piedi dell’ar-co di Traiano, che sembra c o s t r u i t o ieri, alla visita all’An-

fiteatro Romano e al noce delle streghe di remote radici longobarde, alle interv iste TV stile “div i per un giorno”, agli attimi magici della premiazione al Teatro San Marco. E subito il ritorno a casa. Noi come il cavallo della contrada senese dell’Oca, a cui dicono “va’ e torna vincitore” e lui porta al Priore di contrada il Palio vinto nell’entusiasmante corsa dell’Assunta.

UN MANIPOLO DI TENACI di Rosanna Bertoncello

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Bella sorpresa per l'Istituto comprensivo di Lusiana e la direzione didattica di Marosti-ca, che da due anni collaborano per la rea-lizzazione del giornale scolastico: "Scuole in Rilievo". Il periodico è infatti stato premiato nei giorni scorsi a Benevento, risultando tra i pochi v incitori del concorso nazionale "Fare il Giornale nelle Scuole" indetto dal-l'Ordine nazionale dei giornalisti. A conse-gnare il premio, il presidente nazionale

dell'ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca. Emozionata la delegazione di alunni dell'Isti-tuto comprensivo "P.M. Pozza" che si sono recati a Benevento per la cerimonia ufficia-le: Matteo Morello, Cristiana Sanmartin, Giovanna Girardi, Althea Merlo, Renato Fac-ci, Mirko Casson, Alessandro Girardi, ac-compagnati dagli insegnanti responsabili del progetto Rosanna Bertoncello e Fabio Cusinato. «Nonostante il notevole lavoro

per la confezione di un bel giornale, gra-ficamente piacevole e di facile lettura - commentano Cusina-to e Bertoncello - nessuno di noi s i aspettava particolari riconoscimenti. E invece la sorpresa!». "Scuole in Rilievo" è un progetto ideato nella sede di Crosara da un gruppo di inse-gnanti che subito lo ha proposto ai vari

plessi collinari della scuola primaria e materna. Una cordata di scuole che inter-vengono con i loro alunni, genitori e insegnanti, met-tendo in relazione tutti gli attori dell'azione educativa. Tra gli obiettiv i della testa-ta, quello di creare percor-si di continuità tra i vari cicli scolastici, stimolare il lavoro di squadra, motivare gli alunni alla lettura e al commento di quotidiani, incentivando la scrittura e il lavoro di gruppo. La pub-blicazione ha stimolato, durante il corrente anno scolastico, la creazione di altre due testate interne alla scuola media di Crosa-ra: un settimanale e un quotidiano, gestiti dagli

alliev i.

PREMIO NAZIONALE PER “SCUOLE IN RILIEVO” Concorso “Fare il Giornale nelle Scuole” di Serena Vivian

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Il Concorso “Fare il giornale nelle scuole” si sta rivelando una piacevo-le avventura. Sapevamo, dando l’input per questo nuovo impegno dell’Ordine dei Giornalisti, che non sarebbe stato facile dare corpo all’i-dea di snidare i “prodotti” scolastici, frutto dell’impegno dei docenti, ma soprattutto della fantasia e dell’intelligenza dei ragazzi. Il gruppo di lavoro coordinato dal collega Gio-vanni Fuccio è riuscito, anno dopo anno, a darsi

una forte motiva-zione e, con questa, a convincere le scuole a partecipa-re ad una rassegna, che non vuole fare una classifica dei giornali più belli, o eleganti, o pensosi o più sbarazzini, ma intende offrire una passerella dove l ’ a ppun tamen to

annuale costituisce una vetrina che esalta la varietà dei punti di vista, la ricchezza delle ispirazioni, la vastità degli argomenti affrontati. Ogni anno scopriamo quanto impegno c’è da parte degli studenti italiani a cimentarsi con

temi che tal-volta, sgo-mentano i grandi e con i quali, invece, dob b i amo , fare i conti. Oggi tocchia-mo con mano una qualità che fa ben sperare per i “ricambi” che arriveranno nel mondo dei giornali, dei media, della comuni-cazione.

Sarò anche quest’anno, a Benevento, alla ceri-monia di premiazione delle “testate” segnalate tra le più interessanti. Confesso che ci ho preso gusto a stare in mezzo alle scolaresche, a strin-gere la mano ai docenti, a farmi contagiare da una atmosfera che innesca sensazioni forti. Il 19 maggio si radunerà un pezzo di quella Italia che vuole essere migliore. Ad essa ci iscrivia-mo, senza paura di apparire ingenui.

FARE IL GIORNALE NELLE SCUOLE di Lorenzo Del Boca Presidente Ordine Nazionale dei Giornalisti

Lorenzo Del Boca

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Siamo ormai agli sgoccioli. Tra 6 giorni a partire da oggi, alcuni ragazzi scelti della 3^E partiranno per la spediz ione di meri-to a Benevento. Sono molto felice. Questa squadra di fortunati è composta da Mat-teo Morello e Cristiana Sanmartin in pri-mis, per il lavoro fatto per i vari giornali che realizz iamo a scuola, poi Althea Mer-lo, Mirko Casson, Giovanna Girardi e io. C’è un posto vacante. I professori hanno deciso di assegnare quest'ultimo posto solamente a colui che si distinguerà per il suo impegno. All'inizio la scelta era cadu-ta su Renato Facci, ma ultimamente non ha lavorato con gran cura per il quotidia-no e quindi la sua nomina è stata ritirata. Siamo tutti molto preoccupati. Ma comun-que vada la faccenda siamo felici di aver partecipato ad un progetto così impor-tante e originale. In fondo, quanti ragazzi della nostra età hanno costituito la reda-zione di un giornale?! A.G.

Il 19 maggio, di prima mattina, a Benevento, eravamo in giro per la città aspettando il gran-de momento di ricevere il premio nazionale vinto grazie al lavoro del giornale scolastico. Man mano che si avvicinava l’ora X cioè le 11:00, eravamo sempre più agitati. Oltre all’agitazio-ne per la cerimonia si è aggiunta quella dell’in-

tervista della rete Sky. Lo stomaco si chiude. Entriamo al cinema San Marco, il luogo in cui si svolge la cerimonia; ci sediamo in prima fila. Noi siamo l’unica scuo-la arrivata dal Veneto. Su 800 scuole parteci-panti 34 sono presenti alla premiazione. Il presidente dell’Ordine Naz. Dei Giornalisti parla a lungo dell’importanza del giornale nelle scuole dopodiché, chiamando scuola per scuo-la, consegna il premio anche a noi: la medaglia! Un gran-de onore per noi. Siamo tornati nella nostra scuola vincitori! Eravamo davanti al cinema San Marco di Benevento, noi ragazzi di 3^ E, che aspetta-vamo la magnifica premia-zione. Tirati a pennello e non un capello fuori posto, aspetta-

vamo con ansia. Tutto ad un tratto sbuca da un vicolo, come un paparazzo, una giornalista con il camera-man alle calcagne. Sono qui per noi. O mio Dio, il cuore batte all’impazzata! Non sono più agitata per la premiazione, ma per l’intervista. Eccola che arriva. Tutti lì con il sorriso stam-pato sul viso ma con il cuore in gola. Fa la prima domanda al prof. Cusinato, che ovviamente risponde in modo elegante e completo, poi tocca ad Alessandro Girardi e anche lui risponde sorprendendo tutti, come ha fatto Matteo Morello. Poi arriva il momen-to cruciale: il microfono mi si avvicina sem-pre più alla bocca e la giornalista mi fa una domanda. Non so cosa dire, il cuore batte a mille. Per fortuna sono riuscita a strappare al panico alcune parole. Non so se la frase che ho detto aveva un senso, ma comunque, questa sensazione non la dimenticherò mai!

INDICIBILE EMOZIONE Il Premio raccontato dai ragazzi di Alessandro Girardi, Cristiana Sanmartin, Giovanna Girardi - Scuola Media di Crosara

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Immaginare che un ambiente agricolo diventi terreno fertile per progetti legati al giornali-smo appare agli occhi dei più molto vicino all’inverosimile. E l’ambiente in cui sorgono molte delle nostre scuole “periferiche” è veramente agricolo. Fatto di terreni scoscesi, trattori, stalle, e tutto quello che serve per il lavoro dei campi. Qui i giornali o non si leggo-no o si leggono poco, forse sbirciandone rapidamente i titoli al bar. Come legare allora un ambiente di questo tipo al nevrotico e caotico ritmo di una redazione di giornale. Tutto inizia con gli obiettivi che ci si pone. Questo la sa qualsiasi insegnante. Ma gli obiettivi vengono fissati secondo la logica dei bisogni formativ i, che emergono da una at-

tenta osservazione iniziale. Per lanciare dei progetti educativo-didattici quindi è necessa-rio, ma non sufficiente, tenere conto di questi aspetti. Già. L’anello mancante a questa se-quenzialità è appunto l’ambiente, e, legati all’ambiente, gli interessi extrascolastici dei nostri ragazzi. Non deve sembrare un processo difficoltoso. Non si tratta di compilare assurde tabelle di valutazione. Mettere crocette. Rispondere a questionari o relazionare ad ogni movimento. E’ sufficiente parlare ai ragazzi. Spiegare ciò che vogliamo fare, ma soprattutto chiedere che cosa vogliono fare loro a scuola. Dico questo perché è quello che è accaduto nella mia esperienza. Non sono solo teorie che

troviamo in qualche manuale Eriksson. Si parte con una classe nella quale una buona maggioranza degli alunni è totalmente demoti-vata e non presenta interesse per quasi nessuno degli argo-menti proposti. I pochi che vor-rebbero fare qualcosa non hanno sufficiente forza per poter emer-gere e fornire così il classico esempio positivo. La classe non è gestibile sotto il profilo compor-tamentale. Diari e registro di classe si riempiono di note. Le strategie di tipo tradizionale si rivelano totalmente fallimentari. In casi come questo, dovrebbe scattare un progetto condiviso, con i ragazzi e i colleghi. I ragazzi

possono fare delle richieste. Per esempio, e questo è il nostro caso, fare un orto: “Sarebbe bello allora venire a scuola, se si potesse fare l’orto”. Bene, se è possibile lo faremo. Ma dietro quel “faremo” ci deve essere un gruppo di docenti decisi ad andare fino in fondo. Perché è quella determinazione, che verrà misurata dai ragazzi. La motivazio-ne e la risolutezza dell’insegnante, anzi, della squadra di insegnanti può diventare conta-giosa. E se questo contagio si propaga, non saremo certo noi a piangere. I tracolli nel comportamento dei ragazzi sono talvolta figli di una eccessiva frammentazione e disomogeneità del processo educativo. Dimorano spesso anche nella non condiv isio-ne di linee educative di una “squadra docen-te” che, in quel frangente, non è più tale. Ma parliamo di orti. E perché no? Di galline. Sì. Il progetto orto partito lo scorso anno è stato quasi immediatamente affiancato da un’iniziativa, sempre dei ragazzi, legata all’al-levamento di anitre e galline. Badare ad un orto comporta alcune responsabilità. Muove-re la terra, seminare al momento giusto, mettere dei tutori alle piantine, ecc. Seguire degli animali, tuttavia, apre a responsabilità ben diverse. Occorre essere puntuali e co-stanti. Non è ammesso ad esempio non avere

GALLINE E ROTATIVE di Fabio Cusinato

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Per la pubblicità su questo giornale: tel. 338 8234783 oppure: [email protected]

Titolare del progetto Fabio Cusinato

Comitato di Redazione

Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Luca Pirazzo, Maria Angela Rela, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato.

Hanno collaborato Bambini, ragazzi, genitori e insegnanti di tutte le classi

Grafica Fabio Cusinato, Marco Crestani

Stampa S.M.G. srl - 36030 Costabissara (VI) Via A. Volta, 38

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Dal territorio

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voglia di provvedere ad acqua e cibo. Nel nostro caso i lavori presso orto e animali avvengono per piccole squadre, scelte tra i ragazzi che si distinguono non solo nel com-portamento, ma anche nell’impegno allo stu-dio. Tutti i lavori esterni devono essere svolti con pieno accordo e condivisione di tutta la classe. In modo da evitare che taluni possano vanificare il lavoro di altri. Su questa linea i ragazzi hanno ritrovato motivazione e impegno allo studio. Molti com-portamenti di tipo “devastante” si sono atte-nuati. Rimanevano grosse lacune lessicali, grammaticali, di orientamento geografico, riferimenti storici. Bisogna leggere di più! Questo l’ammonimento degli insegnanti. An-che in questo caso i ragazzi, come noi del resto, tendono a non fare una cosa se non ne capiscono il significato. Il nuovo impegno viene dalla creazione di un settimanale. Un giornale che gestiscono solo i ragazzi. Scatta la responsabilità per preparare gli articoli per tempo. L’organizzazione di una squadra che deve gestire diversi ambiti operativi: lettura giornali, indagini internet, stesura degli articoli, reperire le immagini, correzio-ne bozze, impaginare, stampare, distribuire, ecc.. non è finita. La classe comprende il “potere” della comunicazione. “Facciamo un quotidiano”. Ammetto, e qui lo posso dire, che in quel momento sconsigliai vivamente i ra-gazzi ad intraprendere una strada impossibi-le come quella di gestire un foglio giornaliero. Non si ammettono contraddizioni. Parte “Digiornata” che esce puntualmente ogni giorno che Dio manda sulla terra. Il livello di scrittura di quelli con più difficoltà è cambia-to in maniera sostanziale. Leggono e si infor-mano continuando a dare il becchime e a controllare le galline, con la medesima re-sponsabilità e competenza. Ora il lavoro dell’insegnante e tutto lì. La sua sensibilità, la sua creatività e professionalità, assieme a quella di una squadra di colleghi affiatati, gli è servita per accendere una rotativa spenta, e che ora va da sola. Le chia-vi erano lì vicino, sopra il becco di una gallina. F.C.

Nell’“Itinerario d’Italia” di Francesco Scoto, pubblicato a Padova nel 1659 si parla del territorio di Marostica come di un paese “amenissimo”, dall’aria “perfettissima”, dove si producono abbondantemente buoni frutti, particolarmente ciliegie tanto saporite. Il P. Barbarano parla di territorio fertilissimo che produce “biade” d’ogni tipo in gran quantità, vino bianco e nero preziosissimo, frutti di qualunque specie, ma soprattutto ciliegie di straordinaria grandezza e delicatezza, olio, ecc. (Spagnolo). Sarebbe difficile calcolare la quantità di frutta di stagione che danno le pendici e i colli dei nostri paesi, ma certo devono essere molto considerevoli, perché non c’è qualità di frutta di cui qui non vi sia produzione: ciliegia, pere, mele, albicocche, pesche, prugne, mandorle, noci, nocciole, castagne, fichi, uva, lamponi, corniole, frago-le. Così pure crescono eccellenti gli ortaggi d’ogni sorta (Dallo Spagnolo G.). Nei secoli passati si vedevano orti e campi di canapa da cui le famiglie traevano il tiglio per le tele che tessevano in casa. Si coltivava pure il lino per ricavarne sia tiglio per tessere, sia l’olio sia la semente che si usava per medicina agli animali e per cataplasmi. Sulle nostre colline è molto diffusa, ora come in passato, la colti-vazione della vite; dice lo Spagnolo che se alle eccellenti qualità naturali del nostro territo-

rio si aggiungesse l’opera dei coltivatori per creare un “tipo” di vino determinato, pochi vini italiani o stranieri potrebbero competere con i nostri. I prati danno eccellenti foraggi; crescono pure bene il trifoglio e l’erba medica. Diffusa in passati era anche la coltivazione di granoturco, che produceva una farina asciuttissi-ma e di un bel giallo dorato. “Non è vero”, dice lo Spagnolo a proposi-to della polenta fatta con farina di granoturco “che la polenta produ-ce la pellagra; ciò può essere solo per chi mangia solo polenta mal cotta, con poco sale e di farina avariata, ma se la si accompagna

con del companatico sano e sufficiente e le si manda dietro qualche po’ di vino buono, la gente cresce forte e numerosa”. In passato nella nostra zona si coltivava pure il tabacco, un tempo chiamato erba regina. Introdotta nel Veneto verso il 1570 tale coltivazione era proibita in quasi tutti i luoghi della terrafer-ma della repubblica di S. Marco. Il Governo Veneto la concesse ai Sette Comuni e ai paesi limitrofi, in considerazione delle loro magre risorse. Questa coltivazione però diventò ben presto occasione di abusi, e per porvi fine fu in primo tempo imposto il dazio sul tabacco e proibita la vendita privata. Poi, nel 1749 fu ordinato lo spianto del tabacco. In seguito la coltivazione diminuì a poco a poco; durò fino agli inizi del nostro secolo, poi cessò comple-tamente.

TIGLIO, CANAPA E CILIEGIE! di Rosanna Bertoncello

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Dal territorio

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I protagonisti raccontano: “Il percorso iniziato col “voler aiutare” i no-stri figli a scrivere un testo si è letteralmente evoluto. Noi genitori ci siamo resi conto che per aiutare i nostri figli dovevamo migliorare noi stessi, nel nostro comportamento, nel nostro modo di esprimerci, nei gesti… Abbiamo iniziato col parlare di autostima. Il percorso è proseguito con la comunicazione, che deve essere attiva da entrambe le parti: da un lato il saper parlare-comunicare; dall’-altro il saper ascoltare (e viceversa) . Il saper comunicare nel giusto modo è già un enorme passo avanti per poter essere ascoltati e capiti.

Il percorso, personalmente, mi ha aiu-tato non solo ad esprimermi con parole giuste al momento giusto, ma anche con i gesti: baci, abbracci…e sincera-mente a migliorarmi” . (Alessandra) “Partecipare a questo gruppo è stata un’esperienza bellissima perché ho trovato tanto calore e conforto; inoltre il beneficio maggiore è stato migliorare il mio rapporto personale con i miei figli” “Essere genitori in un mondo sempre più complesso è difficile! Il ruolo di mamma mi ha portato a fare questo cammino, questo percorso con altri genitori per confrontare e portare le nostre esperienze belle o brutte che siano. Ho capito molte cose importanti che prima ignoravo: i bambini imparano ciò che vivono. Devo imparare a non criticare mia figlia, a non essere ostile con lei, a essere più tollerante, inco-

raggiarla, dialogare e dimostrarle il mio amo-re” (Marita). “Come genitori cerchiamo sempre di fare del nostro meglio, ma non sempre ci riusciamo. A volte una situazione ci fa paura, a volte ci si sente impreparati a rispondere alle loro do-mande; molte cose però possiamo e dobbiamo impararle. Il mettersi in discussione, il condi-videre con altri le stesse difficoltà, incontrare persone aperte, ci aiuta ad essere migliori come genitori. Il cammino che abbiamo fatto in questi mesi è servito a questo, ed è stato, per certi versi, un “confronto terapeutico”. Alle care e preparate insegnanti che ci hanno accompagnato, ai genitori che con me hanno

LA RELAZIONE CON I FIGLI Laboratorio genitori: “Dal conflitto alla regola” A cura dei genitori della Scuola Primaria di San Luca

condiviso tutto questo. Grazie di cuore.

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