Scuole In Rilievo n° 3

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SCUOLE in SCUOLE in SCUOLE in R I L I E V O Periodico di informazione scolastica e di promozione culturale e didattica a cura delle scuole di Crosara, Valle San Floriano, Vallonara, San Luca, Santa Caterina ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007 Anno 1, Numero 3 Maggio 2008 Bambina -Mamma. E’vero che solo i piccoli possono fare cose grandi? Mamma -E i grandi allora cosa fanno? Bambina -Aiutano i piccoli a fare cose grandi! (Dialogo tra una bambina di quattro anni che frequenta la scuola dell’Infanzia di Crosara e la mamma) Il dialogo che questa bambina instaura con la madre sorprende per la sua “apertura” che segnala una sorta di potenza-onnipotenza. Alla domanda della mamma che dimostra la sua perplessità, la bimba ribatte coerentemente riaffermando il suo pensiero e la sua convinzio- ne e relegando quindi i “grandi” ad un ruolo di supporto. E’ come dire: “Cosa altro potrebbero fare gli adulti se non esistere per i bambini.?” Tradotto in un pensiero adulto sarebbe come affermare che ogni generazione si giustifica per consentire che la generazione successiva pos- sa esserci e divenire lo strumento a sua volta per consentire alla generazione che viene anco- ra dopo di continuare la specie. E allora? Allora, perché non lasciare, per un attimo, per- dere i nostri ragionamenti da grandi e non seguire il filo e la suggestione di queste affa- scinanti affermazioni di una bambina di quattro anni secondo cui i grandi aiutano i piccoli a fare cose grandi? Beh, se inseriamo la frase nel suo contesto che è quello scolastico i significati saltano fuori, eccome. E’ come venisse detto a noi adulti della scuola: ”Ehi, attenti voi là… ci siete perché ci siamo noi qui piccoli, altrimenti fareste un altro mestiere!” Nulla da eccepire, anche qui la pic- cola ha le sue ragioni ferree. Gli adulti della scuola sono là per i bambini, sono per i bambini CONTINUITA’ TRA SCUOLA E FAMIGLIA IN QUESTO NUMERO: VORREI COSTRUIRE 2 PISSIO E TULLIA A CROSARA CON LA SCORTA 3 PICCOLI STORICI RACCONTANO 4 ALLE GROTTE CON ETRA 5 TI CONSIGLIO UN LIBRO 5 PROGREDIRE CON SCUOLA + 5 TASSI, RANE E SCOIATTOLI 6 ANDIAMO A MUNGERE? 7 CUCHI E ARGILLA 7 SOTTO I PROSCIUTTI DI OLIERO 8 LA NATURA FRA LE MANI 8 IMPASTARE IN ALLEGRIA 9 RACCOGLIENDO I RAGGI DEL SOLE 9 LA SCODELLA DEL CONTE 10 PICCOLE, MA CARINE 10 LA SAGRA DI SAN FLORIANO 10 TOSCANA: IL CUORE TRA LE COLLINE 11 METTI LE SCARPE E VAI 12 UN TEMPO, LA SCUOLA 13 L’ANTICA STORIA DELLA NOSTRA VALLE 13 LA NOTTE, IL BUIO E… LA PAURA 14 prosegue a pag. 15 di Emiliana Bonaldo

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Terzo nuomero del giornale scolastico

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SCUOLE inSCUOLE inSCUOLE in RILIEVO Periodico di informazione scolastica e di

promozione culturale e didattica a cura delle scuole di Crosara, Valle San Floriano, Vallonara, San Luca, Santa Caterina

ISTITUTO COMPRENSIVO “P.M. POZZA” LUSIANA — DIREZIONE DIDATTICA “A. CUMAN PERTILE” MAROSTICA Reg. Trib. di Bassano del Grappa n. 8/07 del 03.12.2007

Anno 1, Numero 3 Maggio 2008

Bambina -Mamma. E’vero che solo i piccoli possono fare cose grandi? Mamma -E i grandi allora cosa fanno? Bambina -Aiutano i piccoli a fare cose grandi! (Dialogo tra una bambina di quattro anni che frequenta la scuola dell’Infanzia di Crosara e la mamma) Il dialogo che questa bambina instaura con la madre sorprende per la sua “apertura” che segnala una sorta di potenza-onnipotenza. Alla domanda della mamma che dimostra la sua

perplessità, la bimba ribatte coerentemente riaffermando il suo pensiero e la sua convinzio-ne e relegando quindi i “grandi” ad un ruolo di supporto. E’ come dire: “Cosa altro potrebbero fare gli adulti se non esistere per i bambini.?” Tradotto in un pensiero adulto sarebbe come affermare che ogni generazione si giustifica per consentire che la generazione successiva pos-sa esserci e divenire lo strumento a sua volta per consentire alla generazione che viene anco-ra dopo di continuare la specie.

E allora? Allora, perché non lasciare, per un attimo, per-dere i nostri ragionamenti da grandi e non seguire il filo e la suggestione di queste affa-scinanti affermazioni di una bambina di quattro anni secondo cui i grandi aiutano i piccoli a fare cose grandi? Beh, se inseriamo la frase nel suo contesto che è quello scolastico i significati saltano fuori, eccome. E’ come venisse detto a noi adulti della scuola: ”Ehi, attenti voi là… ci siete perché ci siamo noi qui piccoli, altrimenti fareste un altro mestiere!” Nulla da eccepire, anche qui la pic-cola ha le sue ragioni ferree. Gli adulti della scuola sono là per i bambini, sono per i bambini

CONTINUITA’ TRA SCUOLA E FAMIGLIA

IN QUESTO NUMERO:

VORREI COSTRUIRE 2

PISSIO E TULLIA A CROSARA CON LA SCORTA 3

PICCOLI STORICI RACCONTANO 4

ALLE GROTTE CON ETRA 5

TI CONSIGLIO UN LIBRO 5

PROGREDIRE CON SCUOLA + 5

TASSI, RANE E SCOIATTOLI 6

ANDIAMO A MUNGERE? 7

CUCHI E ARGILLA 7

SOTTO I PROSCIUTTI DI OLIERO 8

LA NATURA FRA LE MANI 8

IMPASTARE IN ALLEGRIA 9

RACCOGLIENDO I RAGGI DEL SOLE 9

LA SCODELLA DEL CONTE 10

PICCOLE, MA CARINE 10

LA SAGRA DI SAN FLORIANO 10

TOSCANA: IL CUORE TRA LE COLLINE 11

METTI LE SCARPE E VAI 12

UN TEMPO, LA SCUOLA 13

L’ANTICA STORIA DELLA NOSTRA VALLE 13

LA NOTTE, IL BUIO E… LA PAURA 14

prosegue a pag. 15

di Emiliana Bonaldo

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chi. La maestra chiarisce le finalità dell’e-sperienza. “Attraverso la costruzione di questi oggetti, che assumono un significato affettivo, i bam-bini possono esprimere la loro creativ ità ed espressiv ità. I bambini sco-prono che molti materiali e og-getti che vengo-no buttati nella spazzatura possono essere riciclati e riuti-lizzati per di-

ventare oggetti significativ i, particolar-mente apprezzati dai bambini stessi. La proposta di utilizzare materiali di recu-pero per realizzare oggetti con i quali i bambini possono giocare, esce dal rigido stereotipo dei giocattoli acquistati nei ne-gozi. I bambini hanno l’opportunità di sco-prire la flessibilità di materiali non struttu-rati, di trovare soluzioni e tecniche durante la costruzione, diventando così protagoni-sti attiv i del loro operare. Essi scoprono così di possedere “doti di inventori”.

Ora v i racconteremo cosa è successo una mattina. La maestra ha portato a scuola una strana scatola che era stata trasfor-mata in un coccodrillo. Questo strano coc-codrillo ha suscitato in noi un incredibile entusiasmo. Ogni mattina noi bambini siamo curiosi di vedere che cosa il nostro coccodrillo si mangia, quando noi siamo a casa. Gli og-getti che escono da quella pancia sono proprio interessanti. Essi ci permettono di apprendere in modo divertente. Un giorno uno di noi chiese di poterne co-

struire uno tutto suo. A questo punto ognu-no di noi voleva costruire il suo animale preferito e per fare questo il segreto era di trasformare una scatola in animale. Quanti meraviglios i animali abbiamo crea-to! Orsi, tigri, coccodrilli… e per finire ora siamo arrivati a costruire anche i robot. In questo periodo stiamo sfruttando il ma-teriale di recupero che in noi bambini su-scita interesse: bicchieri e bottiglie di pla-stica vengono trasformati in tanti oggetti, ad esempio burattini, animali ed altri gio-

Scuola dell’Infanzia “Maurizio Guderzo” - Crosara

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Comitato di Redazione

Direttore responsabile: Silvano Mocellin Redattori: Rosanna Bertoncello, Fabio Cusinato, Luca Pirazzo, Maria Angela Rela, Marivana Guderzo, Antonella Alberti, Roberta Spagnolo, Mara Tasca, Michela Pigato.

Hanno collaborato Bambini e ragazzi di tutte le classi, C. Zortea, S. Carlesso, M. Busa, M. Bucco

Grafica Fabio Cusinato, Marco Crestani

Stampa S.M.G. srl - 36030 Costabissara (VI) Via A. Volta, 38

In copertina “L’educazione al lavoro” di Salvatore Lega. Olio su tela 1863.

e.mail: [email protected]

Anno 1, Numero 3 - Maggio 2008

VORREI COSTRUIRE ... I bambini raccontano la loro esperienza di Catia Zortea

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simbolo della continuità scolastica sul nostro territorio collinare. Ed è subito affollatissimo. A fianco, la Polisportiva Bassano allestisce lo stand dell’orienteering, lo sport simbolo della nostra scuola. In aula informatica sugli schermi dei PC passa-no le immagini dei nostri progetti e delle nostre attività. Giungono anche ospiti illustri. Graditissima la presenza della dott.ssa Bonaldo, dirigente della Scuola Primaria di Marostica. Ore 14.30. Evento clou della giornata: tre guar-die giurate in divisa dell’ENAL caccia e pesca della provincia arrivano con una cassa di legno contenente una coppia di germani reali. In mezzo a due ali di ragazzi elettrizzati, portano la cassa fin dentro il recinto allestito apposita-mente e liberano, tra applausi calorosi… Pissio e Tullia. I ragazzi sciàmano ancora da un laboratorio all’altro, mescolati a mamme e insegnanti. Ma, prima di tornare a casa, è d’obbligo un altro saluto ai due nuovi amici, che, ancora un po’ spaesati, rispondono…”qua…qua”.

Crosara, 28 maggio 2008. Giornata speciale. “Seconda Festa delle Scuole in Collina”. Secon-do appuntamento per consolidare, tra le scuole del territorio, legami di conoscenza e di colla-borazione. Il campo da gioco della Scuola Media di Crosa-ra si anima, fin dal mattino, con insegnanti e ragazzi impegnati ad allestire i gazebo, che ospiteranno le tre classi della Scuola Media e le Scuole Primarie dei plessi di San Luca, Vallona-ra, Valle San Floriano e la Scuola dell’infanzia di Crosara. Vi troveranno posto i lavori eseguiti nelle scuole con vari materiali e i cartelloni esplicativi di attività e progetti, appesi con le mollette a fili bianchi, come tanti preziosi teli multicolori, mossi dal vento. La giornata si prospetta soleggiata ed efferve-scente. Al centro del campo un grande gazebo blu ospiterà il punto buffet, con bevande fre-sche e snack dolci e salati. In palestra un grup-po di ragazzi “grandi” di terza sta preparando l’attrezzatura per le danze folkloristiche, con-dotte dalla prof. di ed. musicale, che nel pome-riggio, grande successo riscuoteranno tra grandi e piccini.

Un po’ più in alto, su un terrazzamento della collina, i ragazzi di seconda stanno ultimando i lavori di realizzazione del recinto destinato ad ospitare alcuni esemplari di germano reale. Si lavora alacremente, agli ordini del prof., con impegno e attenzione: è un lavoro serio, da grandi, e oggi poi non c’è tempo da perdere. La vasca al centro viene riempita di acqua e intorno alla rete si rafforzano le difese, per impedire pericolose incursioni notturne della volpe. A fianco c’è chi toglie l’erba dall’hortus mirabilis, altra opera della seconda; chi innaffia i pomodori, il radicchio, le cipolle, i peperoni; chi sistema il giardino roccioso; chi mette in ordine i vasi della piante gras-se. L’orgoglio dei ragazzi, però, sono le patate, diventate altissime e ora fiorite, esemplari davvero degni dell’iniziativa della FAO che ha proclamato il 2008 “anno della patata”. E poi gli zucchini, lunghi già qualche centimetro, e due minuscoli pomodorini… Ore 14. Comincia-no ad arrivare i nostri ospiti. Prende avvio, all’ombra di un gazebo blu, il laboratorio di arte, gestito dal prof. che è ormai per tutti il

Scuola Media “Sant’Antonio” - Crosara

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I NOSTRI APPUNTAMENTI Cena Etnica di beneficenza aperta a tutti - Lunedì 9 giugno dalle 19.30 presso la nostra scuola. Altre notizie e informazioni su: http://digilander.libero.it/mediacrosara/

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“PISSIO E TULLIA” A CROSARA CON LA SCORTA Arrivano nuovi ospiti alla 2^ “Festa delle Scuole in Collina” di Rosanna Bertoncello

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Pina Audasso, autrice del librone “I 33 anni di Olga Gugelmo”. Anche i ragazzi di Don Sergio hanno approfondito la figura di Suor Olga e hanno dramma-tizzato alcuni momenti significativ i della sua breve vita terrena. Parteci-pare a questo evento è stato per gli alunni un importante momento di con-divisione di progetti comuni con l’am-biente extrascolastico. Ora ogni classe si avvia a concludere il proprio lavoro, realizzando i vari elaborati che verran-no esposti all’Ecomuseo di Crosara. Domenica 15 giugno vi aspettiamo numerosi presso l’Ecomuseo di Crosa-ra per l’inaugurazione della mostra “La scuola di San Luca si racconta”. In concomitanza sarà aperta la “Mostra Mercato del Libro”, il cui ricavato ser-virà a finanziare progetti per la scuola.

Ogni anno la scuola primaria di San Luca realizza un particolare progetto che coinvol-ge tutte le classi dalla prima alla quinta. Que-st’anno gli alunni sono stati impegnati nella ricostruzione di un pezzo della nostra storia recente relativa all’esperienza scolastica dei loro nonni e bisnonni. Ogni classe ha curato un particolare aspetto del progetto: dalle filastrocche ai giochi, dall’organizzazione scolastica alla bella grafia. La classe quinta si è avventurata nella ricostruzione della figura di Olga Gugelmo, a cui la scuola è dedicata. Per realizzare il progetto hanno coinvolto tutte quelle persone che hanno potuto fornire testimonianze dirette e indirette, fonti mate-riali e iconografiche, documenti scritti. L’inte-ra comunità si è mobilitata per dare un effet-tivo aiuto ai nostri piccoli storici. Gli alunni, con il prezioso aiuto di Tonino, hanno trovato

d o c u m e n t i i m p o r t a n t i negli archivi della Direzio-ne Didattica di M a r os t i c a , hanno intervi-stato nonni, ex-insegnanti ed ex-alunni della scuola di San Luca, hanno analiz-zato fonti scritte ed iconografiche di vario tipo. In particolare per ricostruire la storia di Olga si sono serviti dell’indispensabile aiuto di suor

Scuola Primaria “Olga Gugelmo” - San Luca

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PICCOLI STORICI RACCONTANO Percorso storico, sociale e culturale

I NOSTRI APPUNTAMENTI Mostra - domenica 15 giugno alle ore 11.30, nell’ambito della “Festa della ciliegia tardiva”, viene inaugurata, presso l’Ecomuseo di Crosara, la mostra “La scuola di San Luca si racconta”: per-corso storico, sociale e culturale alla ricerca delle origini della nostra scuola . Cena - I genitori della nostra scuola organizzano la consueta cena di fine anno fissata per il giorno venerdì 6 giugno presso la scuola elementare. Con la collaborazione del gruppo Alpini la cena avverrà con qualsiasi tempo grazie alla tensostruttura appositamente allestita.

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Il progetto “Scuola +” di cui abbiamo ampiamente parlato nel primo numero del nostro giornale, offre attività di doposcuola, con una mensa scola-stica che prepara giornalmente i pasti, con due cuoche esperte che lavorano nella nuova cucina attrezzata e allestita dal Comitato Genitori. Il pro-getto nel corso degli anni ha dato i suoi frutti, anche riguardo all’incremento numerico che il piccolo plesso ha visto: gli alunni sono infatti, pres-soché raddoppiati negli ultimi cinque anni in quanto il servizio offerto incontra il favore anche di molte famiglie residenti nei paesi vicini. La scuola prima-ria ha così scongiurato il pericolo di chiusura. La fisiologica diminuzione della popolazione non ga-rantiva più infatti un numero sufficiente di alunni tale da mantenere le cinque classi distinte e la vita della scuola stessa. Da quanto detto appare chiaro che la macchina organizzativa è piuttosto comples-sa. Trae comunque la sua linfa vitale dall’unità del paese e dal grande spirito di collaborazione che si è venuto a creare negli anni. Lo testimonia il gran-de lavoro d’equipe che nasce quasi spontaneamen-te durante la grande festa degli gnocchi che si tiene nei giorni di ferragosto ormai da più di dieci anni. Una festa che attira, grazie ad un prodotto gastronomico di grande qualità, come quello degli gnocchi, migliaia di persone ogni anno. I proventi della festa vengono devoluti in buona parte al sostentamento della scuola primaria e a tutte le iniziative legate alla vita del paese. Tanto lavoro che viene premiato, oltre che dai risultati concreti, anche dalla gioia di stare insieme e dalla gratifica-zione di vedere il proprio paese crescere e pro-gredire.

Scuola Primaria “Dante Alighieri” - Santa Caterina

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Si è concluso il progetto Etra sull’uso e il rispetto dell’acqua con la visita il 17 aprile scorso alle grotte di Oliero da parte degli alunni di terza, quarta e quinta. La visita è stata caratterizzata da: la visita alle grotte e all’acquedotto. Gli alunni hanno visitato le grotte con una semplice imbarcazione e os-servato le cavità tipiche della struttura car-sica. Poi hanno visitato l’acquedotto che fornisce acqua a tutto l’Altopiano. Hanno visto l’area sotto la quale ci sono le pompe che prelevano l’acqua, la loro pulizia e la parte dove sono collocate tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche che comandano la centrale. Gli alunni hanno seguito le spiegazioni con interesse ponendo domande, ad avviso degli esperti, molto pertinenti ed interessanti.

PROGREDIRE CON “SCUOLA” + Un progetto, tante iniziative

Gli alunni della classe quarta vogliono offrire dei consigli su alcune letture da fare durante le vacanze estive. Essi hanno imparato che leggere aiuta a viaggiare con la fantasia, quindi anche a volare, a divertirsi e ad impa-rare ed è anche un modo per non sentirsi soli. Ecco alcune proposte: Il sogno di Ellie di Alexandra Moss, ed. Einaudi Ragazzi. Parla di una ragazzina che deve lasciare la sua città, Chicago, per iniziare un corso di danza a Londra. ”Consiglio questa lettura a tutte le ragazzine appassionate di danza. Attraverso le avventure di Ellie ritroveranno sensazioni,

emozioni e senti-menti provati danzando. Elisa-betta Pozza”. Goal! E ora…tutti in Brasile di Luigi Garlando ed. Il battello a Vapore. Il libro racconta le avventure e i sogni di otto ragazzi che han-no una grande

passione per il calcio. ”Consiglio questo libro a tutti i bambini che amano il calcio perché oltre ad essere uno sport è un mezzo diver-tente per crescere e per scoprire la vera amicizia. Mattia Rezk”. Calcio d’inizio di Luigi Garlando, ed. Il battello a vapore. Parla del sogno di un ex giocatore della nazionale fran-cese di fondare una squadra in cui tutti pos-sono giocare divertendosi. ”Lo consiglio per-ché è un libro divertente. Gianmarco Dalle Nogare”. I pensieri nell’armadio di Elisa Prati, ed. Giunti Junior. Narra la storia di un bambino di origine albanese che viene preso in giro per la sua origine. “Consiglio di legger-lo perché è molto bello, pieno di avventure e inoltre invita a riflettere. Kristian Ronzani”. La perfezione di Isabelle di Alexandra Moss, ed. Einaudi Ragazzi. Questo libro parla di una ballerina molto arrogante con tutti solo per-ché è brava. ”Consiglio questo libro perché è molto interessante. Romina Xillo”. Il drago di ghiaccio di Gorge R.R. Martin, ed. Mondatori. Il libro parla di una bambina particolare che non rideva mai e amava il freddo, ma proprio per questo riuscirà in un’impresa pericolosa con un drago.“Questo libro è molto appassio-nante ed è dedicato a chi ama i draghi. Yuri Azzolin”. Le più belle barzellette di Topo Bi. “Consiglio questo libro perché è molto diver-tente e si legge molto volentieri. Quelle più carine si possono raccontare agli amici. Erik Pozza”. Il talento di Sophie, di Alexandra Mossa, ed. Einaudi Ragazzi. Il libro parla di una bambina che scrive il suo diario. “Consiglio questo libro perché racconta le esperienze di una bambina come noi. Giada Bertollo”.

ALLE GROTTE CON “ETRA” In barca sulle acque dell’Altopiano

TI CONSIGLIO UN LIBRO Leggere d’estate

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Anche in quest’ultima parte dell’anno la scuola primaria di Valle San Floriano si è impegnata in numerose iniziative che si sono concentrate nel promuovere l’educazione ambientale. Tutte le classi del plesso hanno infatti partecipato ad un incontro con il re-sponsabile delle guardie forestali di Asiago che ha affrontato temi come la conoscenza e il rispetto degli animali della nostra zona e delle aree boschive oramai abbandonate. Tale progetto ha trovato ulteriori ap-profondimenti grazie all’intervento del geologo, Prof. Tundo, che dopo detta-gliate lezioni sulla formazione delle rocce, soffermandosi in modo partico-lare sulla conformazione geologica di Valle San Floriano, ha concluso con una inte-ressante escursione in ambiente e ci ha ac-compagnati ai “Gorghi Scuri”. I “Gorghi Scuri” si trovano non lontano dalla

scuola di Valle San Floriano, e offrono la possi-bilità di immergersi in un ambiente naturale praticamente ancora incontaminato. Percorrendo il sentiero lungo il torrente Val-

letta, è possibile identificare la stra-tificazione e la de-formazione roccio-sa, tipica di queste zone, osservare le innumerevoli specie di alberi, tipici della zona collinare, classificare fiori e scoprire tracce di animali selvatici, quali scoiattoli e tassi. Arrivati alla

Scuola Primaria “Virginio Andriolo” - Valle San Floriano

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cascata, non manca la presenza di rane, gam-beri e altre specie anfibie. I temi della flora e della fauna locale sono stati ulteriormente trattati e valorizzati grazie alla “Festa degli alberi” che è stata organizzata martedì 8 aprile dall’associazione Veneto Agri-coltura. Ai bambini è stata offerta la possibilità non solo di imparare a conoscere nozioni scientifi-che sulla vita e lo sviluppo degli alberi, di ap-prendere attraverso il gioco e la scoperta le diverse tipologie di albero; ma è stato anche donato ad ogni bambino un piccolo albero da piantare, del quale prendersi cura con rispetto e responsabilità. Il nostro progetto sta continuando e si conclu-derà a fine anno con una piccola rappresenta-zione teatrale fatta dai bambini.

TASSI, RANE E SCOIATTOLI Progetto “Ambiente” lungo la Valletta

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particolare l’emozionan-te giro in barca all’in-terno della g r o t t a , durante il quale guide esperte e s impatiche hanno illu-strato le sue caratteristi-che e mo-strato ai b a m b i n i c u n i c o l i , s ta la t t i t i ,

stalagmiti e rocce dalle strane forme… ad esempio una che sembrava un arcigno viso di strega! Il coinvolgimento e il divertimento dei bambini durante tutta la giornata hanno reso questa esperienza davvero unica!

Il mese di Aprile è arrivato velocemente e ha portato una ventata di uscite didattiche per le cinque classi del plesso. Prima fra tutte la visita ad una fattoria didattica di Schiavon e alle grotte di Oliero, iniziativa promossa dalle Latterie Vicentine; il giorno 1 aprile per le classi 1^, 2 ,̂ 3^ e l’8 aprile per 4^ e 5^ gli alunni hanno vissuto una bella esperienza a contatto con la natura: durante la mattinata hanno osservato da vicino la vita e gli stru-menti usati in fattoria per allevare e mungere le mucche, raccogliere latte e fare il formag-gio, hanno potuto dare da mangiare a mucche, tori e vitellini, e si sono divertiti con giochi e caccia al tesoro proposti da una nuova “maestra” che ha catturato sin da subito la loro attenzione. Anche il pomeriggio nel Parco delle grotte di Oliero è stato davvero molto interessante: in

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CUCHI E ARGILLA Interesse ed entusiasmo per il laboratorio di ceramica

Scuola Primaria “Edmondo de Amicis” - Vallonara

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ANDIAMO A MUNGERE? Straordinarie esperienze a

contatto con la natura

Nei giorni 3 ,4 ,5 marzo la nostra scuola s i è trasformata in un laboratorio di cerami-ca, e i ragazzi sono diventati piccoli arti-giani , iniziati per qualche ora all’antica arte della creazione dei cuchi. Il signor Francesco, con maestria e pazien-za ha accompagnato gli alunni nelle varie

fasi della realizzazione. I bambini ed i ragazzi hanno lavorato con interesse ed entusiasmo, e grande è stata la loro soddisfazione nel plasmare l’argilla per ottenere originali cuchi, successiva-mente biscottati a forno grazie alla colla-borazione di un genitore.

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Venerdì 4 aprile un esperto geologo ci ha accompagnati a visi-tare i Gorghi Scuri. Siamo partiti alle 8:30 da scuola e abbiamo raggiunto via Capo di Sopra e, costeggiando la Valletta, siamo risaliti addentrandoci nel bosco. Mentre camminavamo l’e-sperto ci ha avvertito che lungo il sentiero ci potevano essere dei serpenti. Alla nostra destra la Val-letta scorreva festosa e gorgogliante for-mando delle cascatel-le in prossimità delle

briglie di contenimento. Ci siamo fermati ad osservare molte varietà di piante come la felce cervina che ama l’umidità, una pianta di sambuco, i faggi, i noccioli, i carpi-

ni e la piccola felce della roccia che spuntava coraggiosa tra le fessure dei muretti a secco. Le radure erano coperte di erbetta di un verde

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Anno 1, Numero 3 - Maggio 2008

Siamo stati alle grotte di Oliero e dentro era veramente tutto nero sulla barca con i seggiolini ci siamo seduti tutti noi bambini, con la barca siamo entrati incuriositi ed interessati. Quando all’interno siamo arrivati da stalattiti e stalagmiti siamo rimasti abbagliati, le rocce gigantesche eran formate da calcare e per questo non si potevano toccare, lì era impossibile correre o giocare perché era assai facile scivolare. C’era anche un buco assai profondo e ci si poteva annegare in un secondo. Nelle grotte di Oliero mi è sparito ogni pensiero, ho percorso pian piano il sentiero e mi sono divertito per davvero. Ho visto la magia delle fatine sulle rocce che sono formate da moltissime gocce, abbiamo anche notato prima di uscire.. salami e prosciutti a non finire!! Un bel po’ è durata questa gita un po’ bagnata alla fine siamo usciti un po’ bagnanti e infreddoliti ed io mi sento assai fortunato perché anche oggi qualcosa ho imparato!

SOTTO I PROSCIUTTI DI OLIERO A cura della classe 4^ Scuola Primaria “Edmondo de Amicis” - Vallonara

tenero, punteggiate di margheritine, occhietti della madonna e ranuncoli. Ogni tanto facevamo una sosta durante la quale il dottor Tundo ci spiegava la conformazione geologica della zona, guardando le pietre e le rocce che sporgevano lungo i pendii. Così abbiamo capito che ci sono rocce molto antiche che hanno migliaia e milioni di anni, mentre altre sono ancora molto friabili perché si stanno ancora formando e hanno solo pochi anni. Abbiamo notato anche numerose sorgenti, così abbiamo capito come una goccia d’acqua può penetrare in una roccia permeabile e farsi poi una strada per fuoriuscire come sorgente. Ciò che mi ha entusiasmato di più è stata la sosta sul primo gorgo. L’acqua era limpida e formava una cascata, dei ruscelletti e degli acquitrini. Quanta vita in quell’acqua! Gam-beri, piccole rane, girini, tritoni. Molti di noi ne hanno pescati tantissimi. L’acqua era diventata torbida, ma anche le nostre scarpe erano fradi-cie. L’esperto ci ha dato delle informazioni tec-niche su questi animali acquatici e poi ci ha invitato a riportarli in libertà nel loro ambiente naturale. Il sole brillava in cielo, l’aria era tiepi-da, una brezza leggera ci rinfrescava, il cielo

era di un azzurro intenso. È stato veramente un giorno ideale per una scampagnata all’aperto!

LA NATURA FRA LE MANI di Alvaro, classe 5^ Scuola Primaria “Virginio Andriolo” - Valle San Floriano

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Anno 1, Numero 3 - Maggio 2008

Siamo in cucina a lavorare per pasticceri diventare e…

Gli alunni della scuola primaria di San Luca hanno dedicato alle Giornate Europee del Sole

componimenti, giochi, indovinelli, cru-civerba e stupendi disegni. Di seguito riportiamo alcuni simpatici elaborati creativi. Il Sole? Noi conosciamo al-meno una sessantina di Soli che ogni giorno illuminano la nostra scuola! Le insegnanti Evviva! Oggi si festeggia Non preoccupiamoci se piove E divertiamoci Raccontiamo la storia del Sole Girando per il mondo delle parole Incantiamoci sull’energia Ancora una volta faremo una magia Saliremo sul monte e Orso Pastrocchi ci farà conoscere il Piemonte. Laveremo lo smog e Ancora faremo lo snow Raccoglieremo i raggi del Sole E vivremo in un mondo migliore

le palline festose a preparare. Che emozione impastare in allegria!

Gli ingredienti ad uno ad uno abbiam versato E con pazienza a turno abbiam mescolato. Gira, gira… ecco l’impasto preparato, pronto da lavorare e con le mani in palline trasformare; con gli occhi si guardava, con il naso si annusava… e con il ditino si assaggiava. Alla fine abbiam guardato le nostre mani e un po’ d’impasto era ancora appiccicato… una leccatina questa volta abbiam dato. Le palline festose in vassoi sistemate pronte e buone

per essere gustate… e provetti pasticceri siam diventati.

Il Sole ci sveglia ogni mattina che si accende dalla cucina, è pieno di energia e speriamo che non se ne vada via: con quella luce e il suo splendore il Sole veglia tutte le ore. Dobbiamo usare energie alternative altrimenti della Terra sarà la fine! Evviva, c’è il Sole: nuvola di raggi lucenti emana uno strano colore, risveglia ogni animale già sdraiato su un prato di fiori. Istrice corri, ti stanno aspettando animali di ogni specie e grandezza, stupiti dallo strano bagliore. Ora la nuvola si sta scolorendo. L’altro invece, è del Sole che parlo, ancora bello e stupendo, rinuncia al cielo per far posto alla Luna, emigrata fin qui per una nuova avventura.

RACCOGLIENDO I RAGGI DEL SOLE di Francesca Ramini, Anna Rubbo, Maira Seguini Scuola Primaria “Olga Gugelmo” di San Luca

IMPASTARE IN ALLEGRIA A cura dei bambini della Scuola d’Infanzia di Crosara

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Pradipaldo La nostra chiesa è di collina, antica, piccola ma carina.

All’interno è molto graziosa: ordinata, arredata e anche spaziosa. Ha solo una navata centrale, non lamentatevi, non è niente male. Ci sono due altari dei santi: sono grandi ma non giganti. Uno con la Madonna, una santa e bella donna, in grembo tiene Gesù Bambino, appena nato, piccolo e biondino. L’altro è di San Vincenzo e Sant’Osvaldo, il primo a vederlo è stato Paldo. Le nostre campane suonano le melodie che si espandono per tutte le vie. La nostra chiesa è veramente bella: splendente e soleggiata come una stella. (Michele)

Valle San Floriano La chiesa si trova sulla collina e non è per niente piccolina. Ora è guidata da Don Adriano e il nostro santo è San Floriano. (Alessandro)

Un Visita al castello Porto Colleoni di Tiene. A marzo, con la scuola, siamo andati a visitare il castello di Thiene. Abbiamo visto la serra, poi la guida ci ha fatto vedere il pozzo e ha detto che l’acqua una volta era molto preziosa. Dopo ci ha mostrato i sotterranei dove mettevano le cose da mangiare, perché una volta non c’erano i frigoriferi. Siamo saliti al primo piano e la signora ci ha detto che una volta era il granaio dove met-tevano il grano. Abbiamo visto la stanza da notte del conte e la guida ci ha detto che una volta non c’erano i water, quindi face-vano tutti la pipì in una specie di scodella. Alla fine siamo andati a vedere la scuderia, dove potevano stare ventidue cavalli. Questa gita mi è piaciuta tanto!

Fra poco c’è la sagra di San Floriano la gente viene anche da Bassano. Ci sono gli scivoli gonfiabili ma ci vanno solo i bambini abili. Si fa anche una lotteria e spero di vincere una fattoria. Si mangiano polenta e fagioli e alla fine anche i ghiaccioli. (Elisa)

Anno 1, Numero 3 - Maggio 2008

L A SCODELLA DEL CONTE Curiosità dal Castello “Colleoni” di Thiene

di Leonardo Xillo Classe 2^ Scuola Primaria “D. Alighieri” - Santa Caterina

PICCOLE, MA CARINE Scuola Primaria “Virginio Andriolo” Valle San Floriano

LA SAGRA DI SAN FLORIANO

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Spaziogiallo

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”È stata veramente una gita eccezionale, così tanto che non avevo nemmeno voglia di ritorna-re a casa” (Sara Marchiori) “Mi sono portata a casa dei ricordi meravigliosi ed è stata un’esperienza che mi ha insegnato a confrontarmi con gli altri e a stare uni-ti” (Cristina Toniazzo). Sono sufficienti questi due com-menti per decre tare che, anche la gita di quest’anno, ha lasciato il segno nel cuore e nella testa di noi ragazzi… Ma… andia-mo con ordine e ripercorria-mo insieme le tappe più significative e i momenti più divertenti. La Toscana è una delle regioni più belle d’Italia, se non la più bella, secondo me. La Toscana è la regione del sole, del vino, dei bor-ghi medioevali, delle città rinascimentali, dell’-arte, della cultura, delle colline, della bellezza del paesaggio… è una regione in cui sembra che il tempo si sia fermato e in cui il paesaggio è rimasto intatto e inalterato nel corso del tempo (Gianluca Bonan). Abbiamo visitato tanti luoghi e tutti mi sono piaciuti perché il paesaggio di quella regione è

magnifico: non sembra neanche vero, ma dipin-to (Valentina Rubbo). Fuori dalle Mura di Bagno Vignoni c’era una vasca naturale di acqua calda. Io ed i miei com-pagni abbiamo fatto il bagno. È stato bellissimo. Ci divertivamo a tirarci la sabbia bagnata, an-che senza ascoltare i continui richiami dei pro-

fessori (Damiano Crestani). Io non conosco tutte le chiese della terra, ma non c’è dubbio: l’Abbazia di Sant’Antimo è vera-mente un’opera d’arte (Damiano Crestani). Ha un’architettura romanica pura bellissima, ed è costruita in alcune parti con una strana pietra che lascia passare la luce (Greta Grigolato). Un’altra città che mi è piaciuta molto è stata Siena. Mi è piaciuto tutto di questa città, ma più di tutto la piazza con la torre. Era superaffolla-ta: c’erano tantissime altre scuole in gita come

noi, gelatai in bicicletta con il carret-to, ragazzi che facevano i murales con delle bombolette spray su dei muri di cartone e, per far sembrare il tutto ancor più bello, si sono aggiunti il sole ed un caldo pazzesco (Nicola Cobalchini). Monteriggioni è stato il paesino più carino: piccolo, circondato dalle mu-ra, pulito e immerso in verdi colline. Pisa mi ha lasciata veramente a bocca aperta. Ripensandoci, ora mi

viene in mente quel grande prato verde e la bianca Torre Pendente (Francesca Girardi). La straordinaria Torre è visibilmente inclinata, ma è veramente suggestiva (Damiano Cresta-ni). La sera del secondo giorno, il Mago Dux, ovvero il professor Cusinato, e Inge, ossia il professor

Menguzzato, hanno dato vita ad uno spettacolo dove chiamavano volontari che dovevano superare prove “difficili”, che poi si rivelava-no estremamente facili. Quante risate!!! (Greta Grigolato) Lucca è la città dove abbiamo potuto visitare la cattedrale: al suo interno, c’era la tomba di Ilaria Del Carretto, morta da giovane, parto-rendo il suo bambino. Vicino a lei, in fondo ai piedi, la sua cagnolina, devota alla padrona. (Valentina Rubbo) Le ultime nostre riflessioni: Mi dispiace molto che questa sia stata la mia ultima gita con i com-pagni delle medie; di questi mo-menti avrò per sempre ricordi

bellissimi che potrò raccontare anche ai miei nuovi amici che troverò alle superiori (Nicola Cobalchini). A volte mi veniva il rimpianto di non essere potuto partire… ma, ormai, “alea iacta est”: non potevo rimediare (Giovanni Bonan).

Anno 1, Numero 3 - Maggio 2008

TOSCANA: IL CUORE TRA LE COLLINE 21/24 aprile: impressioni di un viaggio indimenticabile Classe 3^E - Scuola Media Sant’Antonio Crosara

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“Il progetto ci piace, perché corriamo tutti insie-me, ci divertiamo ed è molto utile”. “Mi piace, perché si fa movimento ed è un modo diverso per passare le ore di scuola”. “Non mi piace perché dopo un tot di tempo mi stufa”. “Il progetto mi piace perché si sta in compa-gnia”. “Su di me il progetto non funziona”. “Mi piace perché fa bene alla salute e si saltano le ore di scuola”. “Bisognerebbe invertire il tempo di corsa con quello di cammino (camminare di più e correre di meno)”. “Il progetto non mi piace, perché è troppo fatico-so, bisognerebbe farlo solo una volta la settima-na e solo per chi ha voglia”. “Il progetto mi piace perché fa bene alla salute, però io peso troppo e vorrei ottenere dei risulta-ti migliori”. “Mi piace perché è divertente e si imparano tante cose”. “Il progetto mi piace perché si corre, si aumenta la resistenza e si dimagrisce”. “Il progetto mi piace perché si fa attività fisica, ma non sono soddisfatto del mio peso perché ingrasso troppo”. “Non mi piace da quando bisogna correre per tutto il tempo”. “Non mi piace perché non ottengo nessun risul-tato dal progetto. Non sono soddisfatto del mio peso. Il progetto dovrebbe essere fatto solo da chi ne ha voglia”. “Correre mi rende felice, mi piace sfidare la mia resistenza con quella degli altri compagni ed è bello interrompere una lezione per stare fuori all’aperto e fare questa attività”.

da ottobre a febbraio e prevedeva un numero di tre sedute settimanali, della durata iniziale di 10 minuti e finale di 60 minuti. L’attività è stata svolta all’inizio dell’orario scola-stico, o nell’ora precedente l’intervallo, o nell’ul-tima parte della mattinata, in modo da interferi-re il meno possibile con il regolare svolgimento

delle altre lezioni. Ad ogni alunno è stato conse-gnato un registro personale contenente il pro-gramma dettagliato, sul quale l’alunno stesso registrava settimanalmente i risultati ottenuti. Sul versante dell’alimentazione, oltre alle lezioni in classe dedicate a questo specifico argomento, è stata inoltre organizzata una serata aperta ad alunni e genitori, presso la sala del cinema par-rocchiale di Crosara. All’incontro ha partecipato in qualità di relatrice un’esperta, medico fisiatra e podista praticante, che ha esposto i principi basilari di una corretta alimentazione e ha rispo-sto alle numerose domande dei presenti. Nel corso dell’incontro è stato proiettato un film-documentario che trattava il problema degli adolescenti in sovrappeso o obesi negli Stati Uniti, con interviste a medici, preparatori atletici, ragazzi, per denunciare con fermezza il fenome-no dell’obesità negli USA e il declino dell’educa-zione fisica nelle scuole. Si riportano di seguito alcuni commenti scritti dai ragazzi che hanno partecipato al progetto.

Nell’ambito del progetto “Più Sport @ Scuola”, prevista dal POF e dai programmi ministeriali, la Scuola Media di Crosara ha messo in atto un progetto denominato “Metti le scarpe e vai!”, con lo scopo di educare i ragazzi ad avere attenzione per la propria salute mediante una particolare cura nei confronti dell’alimentazione e attraver-

so la pratica della corsa, intesa come esercizio fisico condotto con metodo e sistematicità. Il programma si proponeva l’obiettivo di mettere in condizione gli alunni di riuscire gradualmente a correre per tempi sempre più lunghi, partendo da un livello di “persona sedentaria”. Le finalità del progetto sono state le seguenti: Prendere coscienza che l’esercizio fisico è con-dizione necessaria per conquistare e conserva-re uno stato di buona salute. Rendere consapevole l’alunno che la salute è un bene che va ricercato. Considerare l’esercizio fisico come una sana abitudine di vita, da continuare anche in età adulta. Aumentare l’autostima e la fiducia nei propri mezzi. Combattere il sovrappeso. Prevenire le malattie causate da mancante o insufficiente attività fisica. Educare l’alunno al piacere di svolgere attività motoria e di sentire il proprio corpo in uno stato di efficienza e di benessere. Il progetto ha avuto una durata di 19 settimane,

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Anno 1, Numero 3 - Maggio 2008

“METTI LE SCARPE E VAI” di Sergio Carlesso e Luca Pirazzo

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Dal territorio

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La scuola iniziava il primo ottobre. I bambini più piccoli avevano sei anni e i più grandi anche quattordici, erano i ripetenti. Gli alunni impara-vano a furia di sentir ripetere sempre le stesse nozioni, un anno, due anni, tre anni e, alla fine, se non lasciavano la scuola prima, venivano promossi per raggiunti limiti di età. In prima si cominciava a segnare punti sulle pagine del quaderno a quadretti e poi a tracciare aste, di tutte le forme, diritte e storte, quindi quadretti, e avanti. Nessuno sapeva che erano esercizi di prescrittura, necessari per poter imparare a scrivere. Si procedeva con le vocali, poi con le consonanti e passava molto tempo prima di imparare l’alfabeto. Una volta raggiunta la clas-se quinta, però, si risolvevano problemi con venti operazioni; si era esperti nelle equivalen-ze, nel calcolo orale. Si conosceva la capacità di una botte, si calcolava il volume della sfera. Non si sapeva la storia locale, ma si recitavano a memoria i nomi dei sette re di Roma e le vicen-de di molti uomini illustri. In geografia si cono-sceva il mondo intero, con i nomi delle città, dei monti, dei fiumi di ogni stato. Le classi allora erano molto numerose ed eterogenee. Accanto ai limiti di età canonica, c’erano giovanotti pluri-ripetenti. Tutti insieme ripetevano l’alfabeto, contavano sul pallottoliere, svolgevano il tema. Qualcuno se ne stava in castigo dietro la lava-gna, o in ginocchio in un angolo dell’aula. La maestra, intanto, dall’alto della sua cattedra, seduta su una sedia che pareva una poltrona, dettava a voce alta, scandendo le parole e fa-

cendo ben sentire le doppie. Gli alunni scriveva-no intingendo la penna col pennino nel calamaio colmo di inchiostro. I libri di testo, libro di lettu-ra e sussidiario, dovevano, di regola, essere pagati dalla famiglia. Le cartelle erano di tanti tipi: quelle di stoffa cucite dalle mamme, le “sachete”, quelle di fibra, le migliori, e quelle di cartone, che duravano poco. Il momento miglio-re per tutti era la ricreazione, fatta di giochi a volte sfrenati. Nella stagione fredda, l’aula veni-va riscaldata da una stufa a legna. Il fuoco veni-va acceso alla mattina presto dalla bidella, prima che arrivassero gli alunni, sempre a piedi. Durante la mattinata era compito dell’in-segnante o di qualche alunno volenteroso, ag-giungere un pezzo di legna di faggio. Le lezioni cominciavano alle otto e mezza e terminavano a mezzogiorno e quaranta, tutti i giorni della settimana. Cominciavano e terminavano con il segno della croce e con la recita delle preghie-re.

La Valle, che allora non si chiamava di San Floria-no, fu territorio romano fin dal primo secolo a.C., quando Caio Mario, nel territorio di Marostica, stabilì un insediamento per i suoi legionari, distri-buendo loro dei terreni, come avvenne anche nella Valle del torrente Valletta. Si pensa che la vita dei legionari romani fosse ben organizzata, sia a livello civico, sia sotto l’aspetto religioso. È stato trovato infatti un tempietto dedicato alla dea Diana proprio sulla cima del colle, dove i Benedettini eressero il loro monastero. Ma la testimonianza più sicura viene data dai ritrovamenti di preziose lapidi trovate in questa località. Il Maccà, verso la fine del XVIII secolo, scriveva che tre di loro si trovavano ancora incastonate nelle pareti della chiesa di San Floriano e poi due passarono al Museo Tornieri di Vicenza e una rimase nel loggia-to del castello inferiore. A Valle San Floriano l'im-portante nucleo romano lasciò alcuni pregevoli e importanti documenti archeologici, fra cui due arette: una votiva dedicata a Diana, che attualmen-te si trova nel loggiato del Castello Inferiore di

Marostica, e testimonia in primo luogo che la diffusione della religione romana è venuta di pari passo con il processo di egemonizzazione militare e politica del Veneto; un'altra è un'epigrafe in cui una tal Martina piange la morte del marito e dice di essere appositamente venuta dalla Gallia per ricordare il "dolcissimo marito". L'aretta a Diana, dea protettrice dei boschi e della caccia, ci fa pensare a quanto sia stato meraviglioso il paesag-gio della valle, all'ambiente naturale di allora, cioè ricco di selve, di boschi, di fauna e di acque.., ma fa anche meditare sulla successiva situazione di abbandono e di degrado della valle stessa, trovata dai Benedettini al loro arrivo a Marostica, dopo i terribili avvenimenti causati dalle invasioni barba-riche. Nello stesso periodo, sempre a Valle San Floriano, furono trovate altre iscrizioni fra la chie-sa e la canonica: un frammento con tre lette-re ...ESA....appartenenti forse alla parola CAESARI, della inscrizione conservataci da alcuni scrittori, e che suonava: TI. CLAUDIO CAESARI – M. SOLONIUS SUPERSTER. - risalente con probabilità al primo secolo d.C. (periodo degli imperatori della gens giulio-claudia). (“Le Chiese di origine benedettina” di Lidia Toniolo Serafini)

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UN TEMPO, LA SCUOLA di Marialuisa Busa

L’ANTICA STORIA DELLA NOSTRA VALLE di Maria Luisa Bucco

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C’era una volta, a Crosara come in tanti altri luoghi di campagna, il Buio. Arrivava piano piano con le prime ombre della sera e con delicatezza ma anche con decisione, in poco tempo anneriva ogni contorno e tutto avvol-geva di nero. Sparivano alla vista prima le abitazioni più lontane, poi anche le vicine, gli attrezzi, le presenze abituali del giorno. Ma…e le luci?, dirà qualcuno. No, le luci non c’erano o almeno non c’erano quelle che siamo abi-tuati a vedere noi accendersi facilmente in casa e fuori per rischiarare il buio e confi-narlo il più lontano possibile. Esistevano solo fiochi lumi di candela, lanterne, bepe, stoppini alimentati a olio e canfini che ardevano bru-ciando petrolio, appesi alle travi della cucina. Il Buio pertanto ogni sera arrivava con il suo lungo mantello nero e avvolgeva tutte le cose con fare prepotente da padrone al quale non ci si può ribellare. Verso sera perciò nei

cortili, nei sentieri, nelle cantine, nelle stalle e poi anche nelle cucine e nelle camere da letto comin-ciava a ser-peggiare… la Paura. Era l’amica predi-letta del Buio; viaggiavano di solito insieme e si divertiva-no a spaventa-re tutti: i bam-bini che resta-vano salda-mente attac-cati alle gonne delle madri o delle nonne, le donne che s c iv o lav ano v ia veloci, ansiose di raggiungere al

più presto l’uscio di casa e perfino qualche uomo, che per farsi coraggio accendeva la pipa e cercava di “ far paura alla paura” con il lieve guizzo della brace nel fornello. Ritirate in casa o nelle stalle, le persone passavano il tempo facendo filò e raccontandosi ripetute storie, arricchite spesso di nuov i particolari magari spaventosi, che davano gelidi tremori. Di solito iniziava il più anziano del gruppo con la classica introduzione: “Vè ricordeo de chel omo grando a cavalo?” Con quella voce roca e a volte tremante l’anziano finiva inevitabil-mente con l’arcano messaggio affidato allo sconosciuto: “Omo del cavalo biancooo,… disìghe alla Titatatatitatelaaaa… che so mama xè malààà.. de mal de morteeee…”. Un brivido guizzava allora per la stalla e subito seguiva un silenzio così denso che si sarebbe potuto tagliare col coltello o meglio con la brìtola, che tutti tenevano in scarsela. Cominciava

poi qualcun altro a narrare le prodezze del sanguanelo, quello spiritello beffardo vestito di rosso, che entrava chissà come nelle case e metteva tutto a soqquadro; penetrava di notte nelle stalle, arruffava e intrecciava i peli di mucche e cavalli, cosicché al mattino il contadino aveva il suo bel daffare a strigliare la criniera e la coda delle bestie infastidite. Si parlava anche delle strie, ossia delle streghe, che dispensavano malefici a volontà. Gli uo-mini tacevano mentre ascoltavano e i più temerari arrivavano persino a pensare:

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LA NOTTE, IL BUIO E… LA PAURA Le prodezze del Sanguanelo alla luce del Canfin

a cura dell’Associazione Culturale “Terra e Vita”

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Anno 1, Numero 3 - Maggio 2008

gli edifici, i cortili, i finanziamenti, gli organi collegiali, i bilanci…. Ma anche i genitori “sono per i bambini, per i figli”. “I grandi aiutano i piccoli a fare cose grandi?” Tutti noi, a parole, vogliamo aiutare i nostri figli , i nostri alunni. Ma , a volte, non sappiamo come fare, a volte sembra che loro rifiutino il nostro aiuto. Forse perché, spesso, noi vogliamo sem-plicemente che facciano ciò che NOI desideria-mo, ciò che NOI pensiamo sia meglio per loro. Cerchiamo invece di capire che cosa vogliono i nostri ragazzi, quali sono i loro desideri. Per capire occorre ascoltare veramente, es-serci con il cuore, quando loro lo richiedono. I bambini/ragazzi devono accorgersi che pre-stiamo loro attenzione e che riteniamo impor-tante quello che loro hanno da dire. “I grandi aiutano i piccoli a fare cose GRANDI”.

Perché non vedere , in questa frase, una inte-ressante sollecitazione alla scuola a creare percorsi scolastici che aiutino i nostri futuri cittadini a fare cose grandi in un momento della società dove ci si preoccupa troppo spesso del proprio piccolo, del proprio orticello, di ciò che conta per noi e poco di ciò che è di tutti e che conta anche per “altri”? Una buona “continuità” e coerenza nel processo educativo fa divenire “grandi” i nostri alunni. In questo gli attori adulti, gli educatori sono molteplici… c’è la scuola e ci sono gli insegnan-ti… c’è la famiglia e ci sono i genitori… c’è la società ed i suoi esempi, i media, i giornali, le televisioni, le associazioni. C’è sempre più biso-gno di un “patto di corresponsabilità” forte, almeno tra scuola e famiglia. C’è da intendersi su quale figlio-alunno-cittadino futuro vogliamo e lavorare con coerenza… nelle nostre scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, nelle nostre

famiglie e negli altri ambienti che i bambini frequentano… negli stadi, nelle gare, nelle parti-te di calcio, davanti alla tv ed ai suoi cartoni animati. Lo scopo del nostro educare non è forse quello di aiutare i nostri figli/alunni a crescere e diventare persone adulte responsabili ed indi-pendenti ? Il “mettersi in rete” tra le scuole, il condividere valori, percorsi didattici, obiettivi con il territo-rio e le famiglie, il rendere visibili gli sforzi e l’impegno dei nostri ragazzi, docenti e persona-le che opera nella scuola contribuisce a dare significato al nostro “lavoro” di educatori e sentirsi più in sintonia con la società. Aiutiamo al meglio i nostri “piccoli” a fare cose “grandi”, loro potrebbero divenire migliori di noi adulti e se succedesse per merito anche no-stro, certamente, sicuramente ne saremmo fieri. E.B.

Se la ciapo, ghe penso mi a farghe vedare la stria…alla stria! Quando la tensione era più forte le donne, di solito pie e devote, sgranavano la Corona, perché solo l’aiuto divino poteva vincere ogni timore e infondere un po’ di coraggio e sere-nità. Si raddoppiavano le Ave Marie e con più fer-vore i Requiem aeternam, perché anche i defunti facevano spesso la loro comparsa nel consueto teatrino del filò. C’era chi di notte assicurava di aver visto deboli fiammelle uscire dal cimitero e vagare per il paese. Sembrava un tempo che i Defunti si divertis-sero di notte a tirare le gambe ai Viventi

addormentati. Uno affermava che era stato il nonno morto tanti anni prima; un altro il com-pare, al quale in vita aveva fatto uno sgarbo, un altro ancora la vecchia morosa, alla quale aveva dato el saco e che ora si vendicava. E i giovanotti? Baldi e forti, dichiaravano di non aver paura di nessuno, ma alla sera convenu-ta, quando per recarsi a far visita alla fidan-zata dovevano transitare per la Valbonela o la Val del figaro, per la Strada Busa o per la Pozza dei Ladri, luoghi che più bui di così non si poteva, si facevano coraggio mettendosi a… fischiettare o a cantare! Che melodie…bastava però un fruscio un po’ accentuato o il rumore di un sasso oppure il verso di un

animale notturno, perché il giovanotto se la desse a gambe levate, arrivando poi ansante e pallido nella stalla dove la morosa l’atten-deva. Alle domande apprensive della sua bella rispondeva poi galante: “ Setu, gò coresto parchè no vedevo l’ora de vedarte!” Come sono romantiche le bugie degli innamorati! La Paura puntualmente si dissolveva per tutti all’alba, quando i primi raggi del sole scaccia-vano il Buio e ogni angolo riprendeva il con-sueto e ben noto aspetto diurno. Con un segno di croce al suono della prima campana, timori e tremori sparivano e con fiducia si affrontava la nuova giornata di lavoro.

dalla prima pagina

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