La Voce del Gonzaga - magistralechieti.edu.it · dei Licei Gonzaga in termini di Scam-bi, viaggi...

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Mi presento La terza edizione presenta un ampio servizio su Ovidio per effeo del Bi- millenario che in ques giorni si sta festeggiando a Sulmona e tan reportage sulle esperienze degli alunni dei Licei Gonzaga in termini di Scam- bi, viaggi d’istruzione e proge. In questo numero manca la rubrica “Sport”. La redazione non ha ricevuto nulla in merito mentre di innovavo troviamo il rimando al tema del- la famiglia, della figura della donna e del suo ruolo all’interno di essa, alla figura del papà, temi, a nostro dire, parcolarmente sen. Vi inviamo ad inviare, sin da ora, nuovi arcoli cercando di coprire tue le rubriche qui di seguito in elenco, contestualiz- zandole rispeo ai mesi a venire. Cronaca interna, Aualità, Arte Musica e Speacolo, Sport, Accadde oggi, Per non dimencare. Ringrazia- mo per quanto inviato finora. EDITORIALE La Voce del Gonzaga a.s. 2016/2017 La Voce del Gonzaga Numero 3, anno VII Aprile 2017. E-mail: [email protected] trauro e sacralità del territorio: le chiese traurali e la spiritualità pa- storale. Le vie della lana”, araver- so il quale hanno presentato la can- didatura della scuola all’adesione. Le classi coinvolte nella realizzazione del progeo saranno: 2^O, 3^O (Liceo Lin- guisco); 3^E (Liceo di Scienze Umane) Prof.ssa Tacconelli: “Il progeo nasce dall’idea di realizza- re una brochure divulgava di turismo culturale, finalizzata alla conoscenza e alla promozione di un ecomuseo del paesaggio, e intende definire una nuova idea di “prodoo turisco” per un nuovo consumatore, l’ecoturista eco; l’obievo è ricostruire, anche se in forma semplice, le caraeris- che della valle Tritana, territorio la cui storia ha visto fortemente lega am- bien climaci, geomorfologia, storia di palazzo, spostamen di armen e greggi, flussi migratori, sacralità e cul- tura in un unico desno. Sulle vie del- la transumanza, lungo il Regio Trauro L’Aquila-Foggia che dall’Abruzzo giun- geva in Puglia, avvenivano gli sposta- men stagionali delle greggi. Si creava così un’economia armenzia che ha cambiato i paesaggi, ha favorito inse- diamen umani, civili e sacri, ha con- dizionato la psicologia popolare. Oggi, la globalizzazione, le leggi del profio e l’urbanizzazione selvaggia stanno distruggendo con grande velocità un ricchissimo patrimonio della memo- ria colleva, fao di solidi scambi commerciali, di saperi, di relazioni personali, di sacralità condivisa. In parcolare, ci tesmonia ancora oggi del complesso rapporto del mondo pastorale con questo territorio la pre- senza delle numerose chiese traurali lungo queste vie d’erba: S. Maria di Cargnano a Bussi, S. Maria di Cintorelli nei pressi di Caporcia- no, S. Pietro ad Oratorium, S. Maria della Strada, la Chiesa di Ma- donna del Campo, S. Maria del- le Grazie, lungo la Piana di Navelli. Ecco, dunque, che questo ambiente si presenta per noi come un museo all’aperto, come un archivio delle tracce di millenarie vicende umane. Così ci piace pensare alla promozio- ne di una idea di turismo sostenibile che riscopra le fiere, le feste tradi- zionali, le manifaure locali e ogni forma di manifestazione arsca nata e radicata in questo luogo così ricco e fragile e duramente colpito dagli even sismici degli ulmi anni. Prof.ssa Dossena La valle del fiume Tirino è luogo de- positario del grande patrimonio traurale, ed è anche luogo da riscoprire e valorizzare perché ricco di endemismi favori dalla presen- Liceo “I. Gonzaga” di Chie Scuola Associata all’U.N.E.S.C.O. membro della Rete Nazionale “ASpNET-U.N.E.S.C.O.- Italia” Lorenzo Prodon Per il secondo anno consecuvo il nostro liceo è stato riconosciuto scuola associata alla Rete Nazionale U.N.E.S.C.O.- Italia, qualifica che gli consenrà di fregiarsi del logo del citato Network Internazionale. Le prof.sse Prof.sse Manuela An- gelone, Grazia Dossena e Giovanna Tacconelli sono le docen- referen e responsabili del progeo di turismo culturale, “Per- corsi sacri nella valle Tritana. Regio CRONACA INTERNA

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Mi presento

La terza edizione presenta un ampio servizio su Ovidio per effetto del Bi-millenario che in questi giorni si sta festeggiando a Sulmona e tanti reportage sulle esperienze degli alunni dei Licei Gonzaga in termini di Scam-bi, viaggi d’istruzione e progetti. Inquesto numero manca la rubrica “Sport”. La redazione non ha ricevuto nullain merito mentre di innovativotroviamo il rimando al tema del-la famiglia, della figura delladonna e del suo ruolo all’interno di essa, alla figura del papà, temi, anostro dire, particolarmentesentiti. Vi invitiamo ad inviare, sin da ora, nuovi articoli cercandodi coprire tutte le rubriche qui di seguito in elenco, contestualiz-zandole rispetto ai mesi a venire.Cronaca interna, Attualità, ArteMusica e Spettacolo, Sport, Accadde oggi, Per non dimenticare. Ringrazia-mo per quanto inviato finora.

EDITORIALE

La Voce del Gonzaga a.s. 2016/2017

La Voce del Gonzaga Numero 3, anno VII Aprile 2017. E-mail: [email protected]

tratturo e sacralità del territorio: le chiese tratturali e la spiritualità pa-storale. Le vie della lana”, attraver-so il quale hanno presentato la can-didatura della scuola all’adesione.Le classi coinvolte nella realizzazione del progetto saranno: 2^O, 3^O (Liceo Lin-guistico); 3^E (Liceo di Scienze Umane)

Prof.ssa Tacconelli:“Il progetto nasce dall’idea di realizza-re una brochure divulgativa di turismo culturale, finalizzata alla conoscenza e alla promozione di un ecomuseo del paesaggio, e intende definire una nuova idea di “prodotto turistico” per un nuovo consumatore, l’ecoturista etico; l’obiettivo è ricostruire, anche se in forma semplice, le caratteristi-che della valle Tritana, territorio la cui storia ha visto fortemente legati am-bienti climatici, geomorfologia, storia di palazzo, spostamenti di armenti e greggi, flussi migratori, sacralità e cul-tura in un unico destino. Sulle vie del-la transumanza, lungo il Regio Tratturo L’Aquila-Foggia che dall’Abruzzo giun-geva in Puglia, avvenivano gli sposta-menti stagionali delle greggi. Si creava così un’economia armentizia che ha cambiato i paesaggi, ha favorito inse-diamenti umani, civili e sacri, ha con-dizionato la psicologia popolare. Oggi, la globalizzazione, le leggi del profitto e l’urbanizzazione selvaggia stanno

distruggendo con grande velocità un ricchissimo patrimonio della memo-ria collettiva, fatto di solidi scambi commerciali, di saperi, di relazioni personali, di sacralità condivisa. In particolare, ci testimonia ancora oggi del complesso rapporto del mondo pastorale con questo territorio la pre-senza delle numerose chiese tratturali lungo queste vie d’erba: S. Maria di Cartignano a Bussi, S. Maria di Cintorelli nei pressi di Caporcia-no, S. Pietro ad Oratorium, S. Maria della Strada, la Chiesa di Ma-donna del Campo, S. Maria del-le Grazie, lungo la Piana di Navelli.Ecco, dunque, che questo ambiente si presenta per noi come un museo all’aperto, come un archivio delle tracce di millenarie vicende umane. Così ci piace pensare alla promozio-ne di una idea di turismo sostenibile che riscopra le fiere, le feste tradi-zionali, le manifatture locali e ogni forma di manifestazione artistica nata e radicata in questo luogo così ricco e fragile e duramente colpito dagli eventi sismici degli ultimi anni.

Prof.ssa DossenaLa valle del fiume Tirino è luogo de-positario del grande patrimonio tratturale, ed è anche luogo dariscoprire e valorizzare perché ricco di endemismi favoriti dalla presen-

Liceo “I. Gonzaga” di ChietiScuola Associata all’U.N.E.S.C.O. membro della Rete Nazionale “ASpNET-U.N.E.S.C.O.- Italia”

Lorenzo Prodon

Per il secondo anno consecutivo il nostro liceo è stato riconosciuto scuola associata alla Rete NazionaleU.N.E.S.C.O.- Italia, qualifica che gli consentirà di fregiarsi del logo del citato Network Internazionale.Le prof.sse Prof.sse Manuela An-gelone, Grazia Dossena e Giovanna Tacconelli sono le docen-ti referenti e responsabili del progetto di turismo culturale, “Per-corsi sacri nella valle Tritana. Regio

CRONACA INTERNA

za di acque limpide e pulitissime, alimentate dall’acquifero carbonatico del Gran Sasso-Sirente. E’ un territorio che si caratterizza per una rigogliosa vegetazione sommersa ed emersa:sedano d’acqua, cannucce di palude, salici bianchi, pioppi neri, salicicenerini. Le limpide acque del Tirino, favoriscono la fotosintesi clorofillia-na e una abbondante ossigenazione, creando così un ambiente adatto alla presenza di specie ittiche autoctone come la trota fario e il gambero di fiume. Nella ricca vegetazione ripariale,inoltre, nidificano la folaga, il tuffetto d’acqua, il fischione, lo svasso; sui salici si osservano le garzaie, gli aironi cinerini. Questa realtà ha favorito a sua volta nu-merose attività artigianali come la manifattura di cesti e nasse da pesca, le ceramiche. In tale conte-sto sono stati insediati gli orti, le cosiddette padure e pannavine, e si sono sviluppati l’allevamento e la pesca di trote e gamberi. Si deve ricordare che questo è il territorio della qualificata ed apprezzata produzione dello zafferano edelle lenticchie.

Prof.ssa AngeloneQuest’anno il progetto si arrichisce di un nuovo aspetto. Infatti, ci si de-dicherà alla documentazione del progetto Pecunia in atto nel paese di Santo Stefano di Sessanio e di Castel del Monte per la rivitalizzazione dell’e-conomia pastorale, in particolar modo quella della filatura, tintura botanica dei filati e della tessitura della lana locale. La tintura botanica sarà oggetto di un

Marcia della Legalità

di Luigi Buracchio

Martedì 21 marzo è stata organizzata per il ventiduesimo anno consecuti-vo in tutta Italia (oltre 4000 manifestazioni) la “Marcia della Memoria e dell’Impegno”, in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie. L’ iniziativa viene ideata dal 2013 da “Percorsi di legalità”, la rete composta da ben 18 scuole, Capofila il Liceo Gonzaga , in collaborazione con l’associazione “Libera” e la prefettura di Chieti. All’evento hanno partecipato ben 2000 studenti di tutta la provincia ma anche liberi cittadini commercianti e associazioni. La città si è colorata con striscioni, cartelli, stendardi e slogan che hanno voluto trasmetterela vera bellezza del mondo e l’autentica libertà di ogni singolo essereumano. Dalla villa fino ad arrivare a Piazza Valignani , si leggevano frasi molto significative come “Insieme siamo speranza” o “Il limite è solo unaprova, superiamolo con coraggio” oltre a “Luoghi di speranza,testimoni di bellezza”, slogan utilizzato in tutte le marce dellanazione. Alla fine del corteo, gli studenti hanno ricordato gli 800 nomi del-le vittime innoceti della mafia ed espresso solidarietà a Don Luigi Ciotti.

laboratorio specifico con la Dot.ssa Gallese. La visi-ta a Santo Stefano di Sessanio sarà occasione per mostra-re ai ragazzi il modello, sposato in largo anticipo rispetto alle altre amministrazioni della Regione, dell’ Albergo diffuso con Sexantio (organizzazione presente anche a Matera) che ospita la Bottega diValeria Gallese. Il Borgo è spunto per parlare di Viecompletamente archivoltate, stemmi, sistemi di difesa ed è dunque motivodi analisi e riflessione architettonica. L’indagine che si chiede ai ragazzi di compiere è quella di candidare l’Area, ed in particolar modo Santo Stefano di Sessanio, come sito dell’UNESCO (non aven-do l’Unesco alcun presidio in Abruzzo) grazie all’ausilio di schedepredisposte ed organizzate rispetto ai 10 punti dell’ENTE. Il Borgo è nelParco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, crocevia per l’Ippovia,a due passi dall’oratorio di S. Pellegrino e dalla chiesa benedettina di Santa Maria Assunta a Bominaco, da S. Pietro a Oratorium di Capestra-no e, non da ultimo, storicamente ex città romana e dominio dei Medici. San-to Stefano di Sessanio si sta adoperando alla ricostruzione della Torre Me-dicea (crollata negli eventi sismici del 2009) tantochè i primi di maggio è prevista una manifestazione per illustrare lo stato di avanzamento dei lavo-ri. Il 28 Aprile, la presentazione del libro “I TORMENTI DEL GIOVANE KIHL-GREN” ideatore di “SEXTANTIO” di cui vi racconteremo nel prossimo numero.

l a v o c e d e l g o n z a g a 2 0 1 6 g m a i l . c o m

Cronaca Interna

di Francesca Masci

Una settimana da Dio: sole, mare, “mouettes”, quiche, pétanque e… tanti posti meravigliosi!Lo stage che aveva come obietti-vo lo sviluppo di diverse competen-ze, tra cui la competenza linquistica e quella culturale, ha risposto pie-namente alle nostre aspettative.Anche se il viaggio è durato parecchie ore, tra risate, sorrisi, canzoni, giochi e sonnellini vari, siamo giunti alla fine a destinazione. All’arrivo siamo stati ac-colti calorosamente dalle rispettive fa-miglie, le quali durante il tragitto scuo-la-casa, ci hanno mostrato la strada da percorrere l’indomani mattina. Arriva-ti nelle case, ci hanno fatto vedere le varie stanze e, in particolare, quelle di nostra utilità. Tra quiche (il rustico francese) e altre specialità, dopo una chiacchierata con la famiglia ospitante, ci siamo recati nelle nostre stanze per ricaricare le batterie che ci sarebbero servite per la ricca giornata seguente.

2° giorno – 20/02/2017La mattina seguente, ognuno di noi è andato a scuola in modo diverso a seconda della distanza della distanza della propria casa ospitante rispetto alla scuola: chi a piedi, chi in autobus e chi accompagnato della propria fa-miglia. Arrivati a scuola, gli insegnan-ti hanno diviso la nostra classe in tre gruppi, tra cui uno formato da noi ragazzi che frequentiamo il corso ESABAC (letteralmente, ESAme di Stato più BACcalauréat, ovveroun’unione dei diplomi di istruzio-ne superiore italiano e francese), che sosterremo l’esame di maturi-tà al fine di ottenere due diplomi. Il nostro professore Marc Olivier ci ha dato spunti per realizzare una pre-sentazione originale, parlando del nostro passato, presente e futuro. Alle 12:30, come ogni giorno, abbiamo portato a termine la lezione ed emo-zionati ci siamo recati a Cannes, dove abbiamo effettuato il rallye, seguen-do l’itinerario proposto dalla prof.ssa Rita Morelli. Grazie a questo, abbia-mo potuto ammirare la meravigliosa

città, i monumenti e le strade più im-portanti, come la Croisette, il Palaz-zo del Festival, vista dal Suquet (colle che ospita il nucleo originario e antico di Cannes), la maschera di ferro, ecc…Al ritorno, abbiamo preso da soli un autobus circolare e tutto ciò ci trasmes-so un gran bel senso di autonomia.

3° giorno – 21/02/2017Il terzo giorno, dopo scuola siamo an-dati a visitare la profumeria “Frago-nard” a Grasse, uno dei tanti paesini che sorgono sulle colline provenzali. La nostra guida ci ha mostrato i mac-chinari e i fiori utili alla produzione di profumi e saponette. In effetti, ven-gono usati vaniglia, gelsomino, fiori d’arancia, mimose e tante altre va-rietà. Al piano superiore della fab-brica c’era un ricchissimo negozio!In seguito ci siamo spostati a Tourret-tes-sur-Loup, dove abbiamo visitato la fabbrica di dolciumi “Florian”. An-che qui ci hanno illustrato la proce-dura con la quale vengono realizzati i “bon-bons” e ci hanno offerto degli assaggi. L’ultima tappa della giornata è stata Saint Paul de Vence, un piccolo borgo costituito da viottole affiancate da negozietti di souvenirs e gallerie d’arte suggestive. Esso è ricordato per-ché ospita la tomba di Marc Chagall.

4° giorno – 22/02/2017Il mercoledì, dopo una mattinata a scuola dove abbiamo parlato del XVI secolo e commentato “La déclarat-iondesdroits de l’home et ducitoyen”, siamo partiti alla volta di Nizza. Duran-te il viaggio abbiamo mangiato le no-

Séjour à Cannes

stre solite baguette e ci siamo riposati, pronti per iniziare a scoprire i segreti di una nuova città. La nostra prima fermata è stata alla spiaggia. Abbiamo contemplato il mare limpido e agitato e scattato centinaia di foto.La peculia-rità della spiaggia di Nizza è che è co-stituita da pietre chiamate “gallettes”.Dopo esserci rinfrescati con l’aria marina, ci siamo avventurati nel-le viscere della città: abbiamo vi-sitato la vielle ville, siamo saliti sulla ruota panoramica da dove si po-teva ammirare un panorama spetta-colare e poi… tutti a fare shopping!Siamo entrati in tanti negozi diversi tra loro, acquistando varie cose. Abbiamo avuto la fortuna di partecipare alla sfila-ta dei carri di Carnevale “La bataillede-sfleurs” con il tema “Le roi de l’énergie”. Alla fine della giornata eravamo esau-sti, ma felici di essere stati in una città così bella e importante, la quinta città della Francia per numero di abitanti. In serata, siamo rientrati a casa per passare del tempo con le famiglie.

5° giorno – 23/02/2017Dopo un’altra lezione, siamo partiti di nuovo per Cannes, ma questa volta abbiamo avuto il pomeriggio tutto per noi. Siamo andati alla ricerca di regali, specialità e posti rilassanti come il por-to… tuttavia, attenti ai “mouettes”, me-glio conosciuti in Italia come gabbiani.

6° giorno – 24/02/2017Ed eccoci arrivati all’ultimo giorno di permanenza in Francia. A scuola ab-biamo fatto una simulazione d’esame e alla fine della lezione, il professor

Classe 3° N

Saint Paul de Vence

arc Olivier ci ha consegnato i nostri attestati col rispettivo livello di lingua. Così, abbiamo scattato una foto tutti insieme come ricordo di questa magnifica esperienza. Dopo esserci salutati con malinconia, ci siamo diretti ad Antibes. Qui abbiamo potuto ammirare spiaggia, mare, il porto e il Museo di Picasso.Al rientro a casa delle nostre famiglie di accoglienza, ci sia-mo armati di pazienza e con tristezza abbiamo riorganizza-to le nostre valigia in vista della ripartenza dell’indomani mattina.

7° giorno – 25/02/2017Sfortunatamente questa settimana da Dio è passata troppo velocemente.Con tanta tristezza siamo ripartiti per un lungo viaggio, però prima di var-care il confine, abbiamo fatto una sosta per visitare il Principato di Mo-naco e il suo interessantissimo Museo Oceanografico. Come all’anda-ta, anche durante il viaggio di ritorno abbiamo cantato e giocato fino all’arrivo al Terminal di Chieti, dove abbiamo riabbracciato i nostri familiari. Questa esperienza non solo è stata magnifica, ma ci ha insegnato molto e ha arricchito il bagaglio culturale di ognuno di noi.E ricordiamo… c’est seulement un “aurevoir”!

DER TOD IN WIEN

della classe 5L Linguistico

Nel mezzo del cammin verso ViennaMi ritrovai su un treno oscuroChe il giusto vagone era smarrito.Ahi quanto a dir qual era cosa dura esto ostello selvaggio aspro e forteche per accedere al wifi è stata un’av-ventura!Tanto cammino che poco più c’è solo la morte;ma per parlare del bene che vi trovai ,dirò di altre cose che ho scoperto.Non so bene come dal castello di Sisi uscii, tanto ero pien di sonno che la via d’uscita dimenticai.Ma poi che fui giunto al colle del Belvedere,la dove terminava la possibilità di fare foto ai quadriche la guardia il cuore mi aveva spa-ventato, guardai in alto dietro le mie

spalle e vidi Klimt con il suo bacio.Ed ecco quasi al cominciar della salita,una casa stretta e visitata molto,che di sogni e quadri era ricoperta.Tempo era dal principio della sera,e la luna montava su con le stelleche erano con noi quando il treno divino ci muove verso le tagliatelle belle.

A piedi…… verso Barbiana

La classe 4 C Scienze Umane

Dopo 3 giorni di visita alla splen-dida città di Firenze, ai suoi monumenti, alle sue mostre,concludiamo il nostro viaggiopercorrendo quasi 3 km tra le silenziose colline toscane.Stanchi ma curiosi siamo arriva-ti alla piccola scuola dove Don Milani dal 1956 iniziò la sua opera educativa, ci ha accolto un professore in pensione di filosofia checura ed organizza gli incontri con le scuole. La piccola aula era piena di ogni materiale didattico realizzatodai ragazzi: cartine geografiche, mappamondi, tabelline, regoli,cartelloni per lo studio dei verbi,della Costituzione, piccoli e rudimentali planetari; scendendo al piano sottostante un laboratorio per aspiranti meccanici, falegnami,sarte e tutto quanto necessa-rio per essere autonomi nella vita. Don Milani aveva contestato i me-todi della scuola tradizionaledefinendola:” un ospedale che cura i sani e respinge i malati,” per pu-nizione fu mandato dal vescovo in questa piccola frazione ed ini-ziò a convincere tutte le famiglie per far frequentare la scuola ai loro figli. Una scuola sempre apertatutti i giorni, senza voti e giudizi, ma densa di esperienzeanche all’estero per i più grandi; l’appren-dimento cooperativo, il nostr peer topeer, guidava la costruzionedelle conoscenze. ”I care”: mi prendo cura di te e ti accompagno alla conqui-sta del sapere, non si stancava mai diripetere ai suoi alunni. Solola cultura ci rende liberi e come scritto nel 1967 dai suoi alunni in “Lettera ad unaprofessoressa”: ”agli svogliati ba-sta dargli uno scopo”… suggerimen-to che noi riteniamo ancora valido per motivare noi giovani spesso in crisi difronte alle richieste scolastiche. E per concludere gra-zie alle professoresse Barattucci, D’Alberto e Menna che ci hanno guidato con la 4 D in questo viaggio toscano. Classe 5° L

Bis München für heuteist alles!

di B. Roscioli e I. Mammarella

Come ogni anno la sezione linguistica del nostro liceo ha partecipato ad uno scambio culturale: anche noi ragazzidel 2°O, 2°N e 2°L abbiamo preso parte a questa fantastica esperienza!Lo scorso 16 marzo siamo partiti da Pescara alla volta della Germania per incontrare i partner corrispondenti, del liceo “Oskar Von Miller” di Monaco. Appena li abbiamoconosciuti c’è stata subito sintoniae tutti, chi più chi meno, si sono trovati bene in famiglia.La mattina seguente l’arrivo, abbiamofatto colazione assieme nella mensadella scuola. Dopo la calorosa accoglienza del preside delliceo, accompagnati da una guida,ci siamo diretti verso il centro di Monaco per visitare i luoghipiù conosciuti della città bavarese.La Peterskirche, la Theatinekirche sonosolo alcuni dei luoghi che abbiamo avuto il piacere di vedere. Ciò che ci ha davvero colpiti è la bellezza dell’ enorme e particolare Marienplatz. La spettacolare facciata del nuovo municipio ed il caratteristico Glocken-spiel, carilon della torre dell’orolo-gio, ci hanno incantati e meravigliati. Terminato il giro nel centro della città abbiamo raggiunto i rispettivi partner per trascorrere il restodella giornata in loro compagnia.Il sabato mattina lo abbiamo trascorso,con le professoresse ed i ragazzi tedeschi, nel museo di arte moderna “Pinakothekder Moderne”. Qui sono esposte opere di artisti internazionalidi ogni corrente artistica, come ad esempio quadri di Picasso, Mirò, Magritte, De Chirico, Warhol. Dopo aver trascorso il weekend con lerispettive famiglie il lunedì, per lagioia dei ragazzi, siamo andati avisitare la tanto bramata Allianz Arena: uno degli stadi più grandi d’Europa,capace di ospitare ben 75.000tifosi. Abbiamo avuto anche l’onore discendere la scalinata che porta i giocatorial campo da gioco accompagnati dall’inno della Champions in sottofondo. Il pomeriggio ci siamo tuttiritrovati nel bellissimo ed ampio

parco di OlympiaPark, conosciuto per l’omonima torre,l’Olympia Turm, dalla quale si può godere della vista di tutta Monaco. So toll! Il martedì siamo partiti tutti alla volta di Norimberga e dopo un viaggio in treno di circa un’ora e mezza siamo finalmente giunti in città. In seguito alla visita nell’interessante museo sul Nazionalsocialismo, il cui edificio èstato sede del famoso processo di Norimberga, accompagnati da una guida italiana abbiamo concluso la giornata con un giro turistico nel centro storico. Mercoledì, purtroppo ultimo giorno di soggiorno nella splendida Monaco, abbiamo avuto il piacere di visitare il particolare “DeutchesMuseum”. Al suo inter-no vi sono circa sei piani ognuno dei quali è interamente dedicato ad un campo scientifico diverso. Concluso il giro, ci siamo ritrovati con i partner tedeschi in un tipico ristorante bavarese dove abbiamo assaporato i piatti della cucina tradizionale tedesca. Lecker! Dopo il po-meriggio libero, siamo stati invitati ad assistereal concerto scolastico “Oskar Sings” al quale ha partecipato anche uno dei ragazzi tedeschi coinvolti nello scambio col nostro liceo. Er war Super!L’indomani alle nove ,dopo esserci ritrovati in stazione, purtroppo abbiamodovuto salutare i nostri nuovi amici. Dopo questa bellissima esperienzaci sentiamo in dovere di ringraziare le professoresse Rozzi e Natale peraverci accompagnato in questo viaggio e per averci dato l’opportunità diprendervi parte, davvero una meravigliosa esperienza!

Le classi: 2° L, 2° N, 2° O

Cattedrale di San Lorenzo Allianz Arena

CUAMM e Gonzaga

di Luigi Buracchio

Venerdì 24 Marzo 2017, si è tenuta all’interno dell’Aula Magna e della pa-lestra la consueta assemblea d’Istituto organizzata dai rappresentanti della scuola. Protagonista della seduta: l’associazione “Medici con l’Africa Cuamm, presentata da due ragazzeuniversitarie associate alla stessa. Medici con l’Africa Cuamm è la primaorganizzazione italiana che si spen-de per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Un’avventura cominciata nel 1950 e mai interrotta, che ora la vede a fianco di medici e infermieri locali negli ospe-dali, nei distretti, nelle scuole e nelle università di Angola, Etiopia, Mozam-bico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanza-nia e Uganda. Il nome dell’associazione è stato scelto per rispecchiare la scel-ta di cooperazione con le istituzioni e i governi locali. Il suo intento è quello di inserirsi nella realtà dei diversi paesi rispettandoli e fornendo alle popola-zioni le basi per diventare autonomedai paesi esteri. A tal proposito“Medici con l’Africa Cuamm” si propone come obiettivo primarioil miglioramento delle condizionidi salute delle popolazionidei Paesi dell’Africa sub - Sahariana e la crescita di una cultura della solidarietà, di cooperazione tra i popoli, della giustizia e della pace. Alla base vi è il rispetto verso il Codice Etico che guida l’attività dei suoioperatori: “Come operatori sanitari siamo convinti che la salute non sia un bene di consumo, ma un diritto umano e, come tale, non può essere venduta o comprata. Se la salute è un diritto, l’accesso ai servizi sanitari non può essere un privilegio. Se la salute è un diritto, battersi per il suo rispetto universale è un dovere.” (Do-cumento politico di Medici con l’Africa Cuamm – 2000). Dopo la pre-sentazione dell’associazione e dei suoi obiettivi, le Rappresentanti dell’Associazione hanno parlato, più nellospecifico, di mortalità materno-infantile e di due progetti molto importanti del CUAMM a riguardo:

“Prima le mamme e i bambini” (termi-nato nel 2016) e “Nutriamoli-1000 di questi giorni” (iniziato nel 2017). Il primo si è occupato, nello specifi-co, del sostegno della salute materno - infantile, individuata dall’Organiz-zazione mondiale della sanità come uno dei principali indicatori dello statosanitario di un paese. Nei primi cin-que anni (2012–2016) il loro impegno si è concentrato sull’accesso al partosicuro in quattro paesi dell’ Africa sub-Sahariana. I risultati sono statimolto buoni e hanno superato le aspet-tative: quasi 135.000 donne hannopartorito in modo sicuro e altrettan-ti bambini sono venuti al mondo instrutture adeguate e con personale formato. Ma c’è ancora molto da fare per combattere una situazione inac-cettabile nel XXI secolo: la morte di parto e la sofferenza causata della malnutrizione.La sfida che attende il progetto “Nu-triamoli-1000 di questi giorni”, nel prossimo quinquennio (2017–2021), è ancora più grande. L’intervento , in-fatti, prevederà il monitoraggio del periodo compreso tra il parto e i co-siddetti “1.000 giorni”, che vanno dal

concepimento fino ai due annidel bambino. Gli operatori interver-ranno, su sette paesi, con obiettivi an-cora più importanti e cruciali, triplican-do il loro impegno economico. L’incontro è proseguito con la de-scrizione del lavoro svolto dai gruppi d’appoggio del CUAMM in Abruzzo. I gruppi d’appoggio sono composti da amici che decidono di fare volonta-riato, unendo le proprie energie e il proprio entusiasmo per far sentire, in tutta Italia, la voce dell’Africa. Confe-renze, incontri nelle scuole, banchet-ti, concerti, aperitivi, tornei di raccolta fondi e tanto altro sono gli strumenti utilizzati per il raggiungimento di tale traguardo. I gruppi d’appoggio sono presenti in oltre 30 sedi universita-rie italiane. Nello specifico, il gruppo Abruzzo è nato nel 2015 dalla volontà di circa 20 studenti di Medicina di dare un senso più profondo ai propri studi e alla propria futura professione. Un progetto, in particolare, “Un dottore per un dottore”, consiste nel pagare la borsa di studio ad uno studente di medicina del Mozambico, paese che soffre di una carenza cronica di medici (900 medici per 22 milioni di abitanti).

CRONACA INTERNA

Segnaliamo alcune iniziative promos-se dal gruppo di Chieti: banchetti durante eventi culturali e sociali (es. Maltattack, Festa dei Popoli, concer-ti di Niccolò Fabi e Max Gazzé), ape-ritivi cenati in alcuni locali di Chieti con musica live, tornei di calcetto maschile e femminile con tanto di medaglie e coppe per i migliori giocatori/ le migliori giocatrici, un torneo di burraco, una conferenzanell’auditorium dell’ UniversitàG. d’Annunzio, proiezioni di film do-cumentari, e ovviamente progetti di sensibilizzazione nelle scuole!Organizzare e vivere queste attività permette di trascorrere del tempo in compagnia di coetanei, di lavorare in gruppo divertendosi e mettendosi in gioco; inoltre si ha la possibilità di conoscere molte persone, sia coinvol-te nel CUAMM oppure in associazio-ni affini, sia estranee ma interessatea questa realtà. L’entusiasmo e le novitànon mancano mai perché il volon-tariato consente di fare qualcosa di concreto, sentendosi utili per le popolazioni disagiate come quelle dell’Africa Sub-Sahariana. L’incontro si è concluso con la proiezione della video-testimonianza di una operatrice dell’Associazione, partita per un tiroci-nio nell’ospedale di Wolisso in Etiopia. Si tratta di un’opportunità che viene offerta agli studenti di Medicina di tutta Italia, che consente di trascorre-re un intero mese direttamente all’in-terno dell’ospedale di Wolisso, viven-do sulla propria pelle le emozioni e le difficoltà che si possono incontrare, con la possibilità di visitare le bellezze del luogo e di scoprire la cultura Africa-na. L’Associazione CUAMM è presente sui social sia come pagina dell’asso-ciazione nazionale che come gruppo locale (Medici con l’Africa CUAMM Abruzzo): Facebook, Twitter, Instagram. Esiste un canale YouTube con tutti i video di promozione dei progetti e di presentazione dell’associazione. Il sito ufficialedell’associazione è: www.medici-conlafrica.org. L’indirizzo email: g r u p p o . a b r u z z o @ g m a i l . o r g Per qualsiasi curiosità o informazio-ne, se siete interessati ad entrare a far parte del loro meraviglioso gruppo, potete contattarli tramite messaggio privato sui social oppure scrivendo all’indirizzo email di sopra esposto.

SALAMANCA

di Arianna Nanni

Hace unos meses tuvimos la oportunidad de optar entre una estancialingüística en Salamanca, en Castilla y León, y un recorrido por Viena, como último viaje de nuestra carrera escolar. Nuestra pasión por España nos hizo elegir la estancia y el 12 de marzo salimos en avión con destino Madrid, desde Roma, junto a los chicos del 30 Liceo Linguistico. Nos alojamos en familias, en grupos de dos o tres y, por la tarde,asistimos a clases en laAcademia Mester de Salamanca. Con las profesoras, Sandra Gómez y Consu García, trabajamos gramática, vocabulario y conversación utilizando la pizarra digital que, el último día, utilizamos paracantar todos juntos.Por la mañana, tuvimos un montón de actividadesy visitas culturales, acompañados por nuestra guia Sandra Férnandezque nos proporcionó informaciones sobre los lugares y monumentosmás importantes de Salamanca: el Puente Romano, las Torres de la Clerecia, las Catedrales, la Plaza Mayor, las Casas de las Conchas, el Mercado Central, el Conventode San Esteban, la fachada dela Universidad,el Huerto de Calixto y Melibea, Ia Cueva de Salamamca e incluso Ia Glorieta,la plaza de toros, donde encontramos el torero Miguel Ángel Sánchez que contestó a nuestras preguntas y nos dejó probar sus herramientas. Tuvi-mos también la suerte de gustar algunos platos y productos tipicos español-es durante la Ruta de Tapas, en ocasión de la visita al Museo Casa Lis donde desayunamos churros y chocolate, en el mercado localdonde comimos los bocadillos de jamón y gracias a la comida que nos prepararon las familias. Adémas, durante la clase de cocina, apren-dimos a preparar la tortilla. Pasamos también unos momentos dediversión con la clase de salsa y la gincana cultural, con la que hemos cono-cido algo más sobre Salamanca. Además tuvimos la oportunidad de dar unrápido paseo por Madrid el día del regreso a Italia: plaza de España, el Palacio Real, plaza de Oriente, OperaSol, Plaza Mayor, las Cortes y elPaseo del Prado. En esta semana aprovechamos para estableceruna buena relación con los chicos de la tercera, con las profesorasDi Crescenzo y Vincitorio, que nos acompañaron, y con el equi-po de Mester que siempre fue amable y servicial con nosotros. Fue una experiencia inolvidable y espero que otros chicos tengan la misma suerte de vivirla.

CRONACA INTERNA

Classi 5° M e 3° O

“I mondi di Spoltore”

della classe 5A

La classe V A del Liceo“I. Gonzaga”,in-dirizzo Economico-Sociale, il giorno 14 febbraio 2017si è recata a Chieti Sca-lo, presso la Carichieti, per visitare la mostra permanente dell’artista lan-cianese Federico Spoltore (foto 1). La prof.ssa Barattucci, docente di storia dell’arte, prima della visita ha spiega-toin classe le caratteristiche principa-lidelle correnti avanguardistiche spo-sate da Spoltore. Poisi è argomentato sull’artista, dalla biografia alle varie opere, facendoricerchesul web e divi-dendosi in gruppi, neiqualiognunosi è dedicatoallo studio di un suo quadro specifico, per capire e confrontare me-glio la tecnica, il periodo, il messaggio dell’artista e le sue caratteristiche pe-culiari (foto 2). L’artista, nato a Lanciano nel 1902, de-dicò tutta la sua vita alla produzione di opere la maggior parte delle quali, circa 190, compongono la mostra per-manente della Carichieti. Fu ritrattista ufficiale di Mussolini e persino di Hit-ler e Stalin.Federico Spoltore concesse le sue opere d’arte alla Carichieti per estinguere i suoi debiti verso la stessa ed espresse la volontà che la Banca or-ganizzasse una mostra dei suoi quadri

(foto 3). La curatrice della mostra, la si-gnora Basile, ha spiegato l’allestimento della mostra descrivendo il percorso intitolato “I mondi di Spoltore” e sud-diviso, per l’appunto, in mondi ognuno dei quali caratterizzato da un soggetto specifico. I mondiche hanno maggior-mente coinvolto i ragazzi della classe V A sono stati quello della musica, dove ogni quadro porta il nome di un bra-no musicale che ha ispirato l’artista, il mondo della guerra i cui quadri accen-nano inconsapevolmente alla corrente del futurismo, il mondo delle emozio-ni nel quale l’uso dei colori svolge un ruolo predominante. “Il mondo della musica, dei velluti e delle stagioni sono stati per noi interessantissimi e più che coinvolgenti, tanto da farci perdere profondamente nella visione dei qua-dri stessi” (foto 4). Durante il percorso ogni gruppo ha spiegatoilquadro scelto ed approfon-dito a casa constatando la presenza di dettagliche non emergono, in alcun modo, da un immagine pubblicata su un libro di testo e/o sul desktop di un Pc. Le caratteristiche dei quadri che hanno colpito particolarmente i ragazzi della V A sono stati i colori molto acce-si, l’uso di una spessa crosta di colore su alcuni soggetti, la notevole dimensione delle tele, la presenza, sullo sfondo, di nudi di donna visibili solo con la luce direzionata da una determinata posi-zione, la passione con la quale sono

stati realizzati. (foto 5). Nonostante lo stupore riportato dalla classe e le po-sitive impressioni su questa mostra, la signora Basile ha confessato che, in realtà, il costo dell’intera mostra ammonta ad una cifra poco elevata e che, malgrado ciò, non si hanno richie-ste per acquistarla. Infine ci si è recati al piano terra della Banca nella quale sono state raccolte ed esposte alcune testimonianze (fotografie, libri, lette-re, piccoli quadri) appartenenti al Cir-colo Michettiano tra cui anche lettereoriginali che Gabriele D’Annunzio in-viava regolarmente a Giuseppe Mezza-notte. “Terminata la visita siamo tornati in classe entusiasti e sorpresi da questa esperienza che non ci aspettavamo fosse cosi interessante e coinvolgente. La nostra docente è riuscita, in pochi mesi, ad appassionarci allo studio della storia dell’arte insegnandocia perderci nei meandri di un quadro leggendolo ed analizzandolo attraverso una pro-fondoesamedegli stessi semplicemen-te partendo dall’esistenza o meno dei principi dell’arte accademica”.I ragazzi della V A sono rimasti realmen-te soddisfatti e meravigliati dall’intera uscita didattica perchè non si aspetta-vano di vedere dipinti tanto maestosi e di essere tanto attratti, entusiasma-ti, colpiti e rapiti da un mondo, quello dell’arte moderna, così poco studiato ed approfondito.

foto 1

CRONACA INTERNA

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2017: Bimillenario dalla morte di Ovidio

di A. Basilavecchia, A.A.De Luca, G. D’Alessandro, N. Santilli

Il 2017 è un grande anno per l’Abruzzo e la città di Sulmona , che ricorda i 2000 anni dalla morte del grande po-eta Publio Ovidio Nasone, a cui diede i natali nel 43 a.C. Settanta diverse associazioni hanno risposto all’appel-lo del Comune della città , dando vita alla “consulta delle associazioni” per il bi-millenario dalla morte del famo-

Attualità

so poeta abruzzese. Il programma è ricco di eventi e incontri cultura-li a sfondo ovidiano. Dal 3 al 9 apri-le un convegno internazionale dal tema: “Ovidio 2017, prospettive per il terzo millennio”, aprirà la “kermes-se “ in onore di Ovidio. Per la fine di marzo è atteso il patrocinio della Presidenza della Repubblica, mentre vanno avanti anche le pratiche per il francobollo ovidiano. Saranno avviati incontri con i rappresentati istituzio-nali per predisporre iniziative unitarie sotto lo stesso logo di Ovidio 2017.

IL LOGO DI OVIDIO 2017

Trenta opere in concorso per la scelta del logo di Ovidio 2017.

Il disegno selezionato è di Gaudenzio Ciotti, designer di Rocca Pia.

Ovidio: “cittadino del mondo”“Hoc facit, ut misero faveant adsintque Tomitae, haec quoniam tellus testificanda mihi est”(Questo fa sì che a me misero gli abitanti di Tomi mi appoggiano e mi sonovicini /perché questa terra è chiamata a darmi testimonianza).“Molliter a vobis mea sors excepta, Tomitae…Gens mea, Paeligni, regioque domestica, Sulmo, non potuit nostris lenior esse malis”.(Da voi, la mia sorte è stata accolta con dolcezza, Tomitani…La mia gente, i Peligni, e la mia terra di casa, Sulmona, non poteva essere più dolce per i miei mali). “Epistulae ex Ponto”, Ovidio.

La città di Sulmona è gemellata da anni con la città di Costanza in Romania, dove il grande poeta Latino Publio Ovidio Nasone, morì in esilio. A Costanza è stata eretta la “statua gemella” di Ovidio presente a Sulmona: la città ama a tal punto il poeta da dedicargli annualmente il “Festival Internazionale di Arte e Cultura” ed il nome “Ovidiu” è quello più comune tra i maschi rumeni.

Ovidio nacque a Sulmona nel 43 a.C. e morì a Tomi (l’allora nome di Costanza) nel 17 d.C. Fu poeta di corte, amato e ve-nerato da Augusto e dal popolo romano,fino al giorno in cui perse improvvi-samente i favori dell’Imperatore. Fu relegato a Tomi e costretto a lasciare l’Italia. I motivi sono ancora incerti (lo stesso Ovidio accenna in una elegia che forse fu per un’opera non gradita all’imperatore o per un “Error”, ossia un episodio di cui fu imprudentementeprotagonista). Tra le opere più impor-tante di Ovidio ricordiamo “Le Me-tamorfosi”, composta da 15 libri, che includono la gran parte dei miti di tra-dizione greco-romana. Dopo la parten-za per il Mar Nero, Ovidio scrive Tristia (Tristezze), un’opera composta da cin-que libri di elegie in forma epistolare. Le elegie sono centrate sul contrasto Roma – Tomi: lo splendore culturale e mondano di Roma viene messo a con-fronto con lo squallore di una provincia ai limiti del mondo, barbarica e priva di attrattive. Questo contrasto può essere interpretato come un’opposi-zione tra un passato felice ma perdu-to e un presente ostile in un paesag-gio che Ovidio definisce “finis terrae”.

Il disegno rappresenta la riproduzione stilizzata della statua del poeta Publio Ovidio Nasone in piazza XX Settembre a Sulmona. Il piedistallo disegna la “m” di Metamorfosi, in alto a sinistra il pen-nino tra le dita e nel corpo le lettere a formare il nome di Ovidio. Su trenta opere partecipanti al concorso, il logo di Ciotti è stato scelto come marchio identificativo di “Ovidio 2017” da una commissione di esperti, presieduta dal sindaco di Sulmona Annamaria Casini.

PIGMALIONE E LA FANCIULLA D’AVORIO: L’IDEALE IMPOSSIBILE.(Ovidio, Le Metamorfosi, Libro X)

di A. Basilavecchia, A.A.De Luca, G. D’Alessandro, N. Santilli

Pigmalione, re di Cipro, era famoso per la sua abilità di scultore. La passione per il suo lavoro lo distoglieva dal pensiero del matrimonio. Era convinto che nessuna donna potesse eguagliare in bellezza le forme femminili che egli stesso era capace di modellare. Si innamorò di una statua d’avorio da lui stesso creata e scolpita. Il suo ideale amoroso assunse concretezza: un oggetto mo-dellato nella realtà, ma con caratteristiche inanimate. Pigmalione era disposto

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a dare tutto ciò che possedeva per ve-dere la statua animarsi. La notte gia-ceva accanto alla sua amata scultura, con la speranza di vederla mutare in carne ed ossa. “Galatea” era il nome che Pigmalione aveva scelto per la sua statua, ornata di preziosi tessuti e di gioielli. Nonostante tutto, rimaneva solo una immagine. Giunse il periodo nel quale si celebravano riti in onore di Afrodite, dea protettrice dell’isola. Pigmalione si recò al tempio della dea, portando ricche offerte ed innalzando preghiere appassionate. Il re di Cipro invocava Afrodite perché esaudisse il suo desiderio: poter avere in moglie colei che egli stesso aveva forgiato con le sue stesse mani. La dea fece innalza-re le fiamme dell’altare fino al cielo per tre volte: era il suo assenso alla richiesta. Pigmalione si precipitò a casa, speranzoso di abbracciare la sua Galatea: vide mutare la superficie d’avorio della sua statua, il petto sol-levarsi, gli occhi chiudersi. Incredulo le afferrò la mano che diventava cal-da e soffice con il polso palpitante. Lastatua si stava trasformando in una me-ravigliosa fanciulla. Pigmalione sposòla sua amata Galatea. Dal matri-monio nacquero Pafo e Metarme. Pafo, successore di Pigmalione, fu il padre di Cinira che fondò a Ciprola città di Pafo, dove fu costruito ilfamoso tempio di Afrodite.

Publio Ovidio Nasone nasce a Sulmona il 20 marzo del 43 a.c.

A 12 anni, nel 32 a.c. , si recò a Roma per completare gli studi di grammatica e retorica.

Compì numerosi viaggi: giunse ad Atene, visitando le città dell’ Asia minore .

Destinato alla carriera forense e politica ,Ovidio avverti subito l’inclinazione verso la poesia .

Entrò nei circoli di Messalla Corvino e di Mecenate ed intrattenne rapporti di amicizia con diversi illustri intellettuali ed artisti dell’epoca.

“Ego sum praeceptor amoris”. Molte opere di Ovidio (Ars amatoria, i Remedia Amoris ) trattano tematiche relative all’ amore. Esse costituiscono preziose fonti, da cui è possibile attingere informazioni sui vari aspetti della società dell’epoca.

“Relegatus non exul” (Tristia II,2) Ovidio venne regalato da Augusto a Tomi sul mar Nero (8 d. C). La “relegatio” si differenziava dall’“exilium” : non prevedeva la perdita dei diritti di cittadino e la confisca dei beni. Vi rimase fino alla morte avvenuta nel 17 o 18 d. C.

IL MITO

di A. Basilavecchia, A.A.De Luca, G. D’Alessandro, N. Santilli

Il Mito (dal greco μύθος= racconto) è una narrazione fantastica traman-data oralmente o in forma scritta. Gli antichi miti erano principalmen-te storie sacre, che assumevano va-lenza simbolica. Greci, Assiri e Egizi elaboravano continuamente racconti mitici che avevano per tema la storia del mondo,le origini delle creature, il rapporto tra uomo e divinità,il miste-ro della vita e della morte. In base alla tematica trattata , i miti possono essere distinti in 5 diverse tipologie: - miti cosmogonici, si propongono di spiegare la genesi dell’ universo; - miti antropogonici , relativi alla nasci-ta dell’uomo;- miti teogonici, spiegano l’origine delle divinità e la loro discendenza; - miti eziologici, raccontano l’origine delle attività economiche, delle norme che regolano la convivenza civile(riti, leggi ecc.), delle città e luoghi di culto;- miti eroici, raccontano le avventuree le imprese degli eroi. Originariamen-te i miti erano tramandati oralmente. Esistevano narratori preposti a questo scopo (gli anziani delle tribù, gli uomini colti della comunità). Con il trascor-rere del tempo i miti si modificarono.

Nella trasmissione orale, infatti, ogni narratore arricchiva la vicenda di nuovi particolari. L’invenzione della scrittura permise la nascita di opere codificate per iscritto.

Caratteri del Mito Greco.- Nel mito greco tutto è possibile. Nonostante le infinite possibilità di invenzione fantastica, esso non è ca-otico ma ordinato con regole e si-gnificati precisi che rispecchiano la concezione religiosa del popolo.- I greci erano politeisti e descrivevano i loro dei come esseri antropomorfi, simili ai mortali nel fisico come nel carattere. - Ogni divinità esercitava il suo potere su un ambito specifico.- Tutti gli dei erano sottoposti a una divinità superiore: il fato, una for-za del destino che guida la storia.- I Greci credevano che gli dei inter-venissero in OGNI ASPETTO della vitaumana: vedevano sempre nella realtà qualcosa di misterioso, che non riusciva-no a spiegare con la sola ragione umana.

Caratteri del Mito Romano.- I primi abitanti credevano in mol-tissime divinità locali con una speci-fica funzione legata ai singoli aspetti della vita quotidiana. Queste divinità possedevano poteri limitati: erano le-gate a piccole leggende e culti locali. - Le vicende narrate avevano protago-nisti uomini leggendari legati alla nasci-ta e al consolidamento della loro città.

Romolo e Remo: storia e mito della fondazione ROMA

di A. Basilavecchia, A.A.De Luca, G. D’Alessandro, N. Santilli

Amulio e Numitore erano due fratelli che, nell’antico Lazio, si contendevano il trono della città di Albalonga. QuandoAmulio riuscì a cacciare il fratello, co-strinse la figlia di lui Rea Silvia a diven-tare vestale, per non avere possibili rivali al trono. La fanciulla, però, fu amata dal dio Marte: nacquero due gemelli, Romolo e Remo. Lo zio infu-riato ordinò che i neonati fossero su-bito uccisi. La guardia non ebbe il co-raggio di commettere un simile delitto: mise di nascosto i piccoli in una cesta e

li affidò alla corrente del Tevere nella speranza che qualcuno li trovasse e si pren-desse cura di loro. Lo stesso giorno, una lupa che era scesa al fiume per abbeve-rarsi nei pressi del Colle Palatino udì il vagito dei bimbi. Li portò a riva, li riscaldò e li sfamò con il suo latte. Passò in quel luogo il pastore Faustolo che,senza esitare, li portò a casa da sua moglie, la quale li crebbe come fossero stati suoi figli. Divenuti adulti, i gemelli vennero a conoscenza della loroorigine. Tornarono, quindi, ad Albalonga: uccisero lo zio Amulio,restituirono il trono al nonno Numitore e liberarono la madre che era sta-ta imprigionata per tutti quegli anni. Un giorno i due decisero di fonda-re una città. Nacquero dei disaccordi: Romolo voleva costruire sul Col-le Palatino, Remo preferiva la pianura. Così si affidarono al responsodegli dei, i quali stabilirono che la scelta sarebbe toccata a chi avesse visto, in un certo tempo e in uno spazio definito di cielo, il maggior numero di uc-celli. Vinse Romolo, che subito iniziò a tracciare con l’aratro il solco sacro cheavrebbe delimitato la città. Remo iniziò, di rimando, a infastidirlo sul lavoro Romolo si arrabbiò e lo uccise, diventando così il primo Re di Roma.Correva l’anno 753 a. C.

CLELIA: LA CORAGGIOSA RIBELLE

di A. Basilavecchia, A.A.De Luca, G. D’Alessandro, N. Santilli

Clelia era una giovane romana chedimostrò il suo coraggio nel periodo in cui Roma era assediata da Porsenna, re degli Etruschi. GliEtruschi e i Romani avevano stipulatola pace, ma Porsenna aveva chiestonove fanciulle in ostaggio che,puntualmente, i Romani dovevano consegnare. Alcune fanciulle scap-parono dall’accampamento etru-sco e si diressero verso il fiume

Tevere. Poiché non esisteva più il ponte Sublicio, Clelia, la ragazza che guidava il gruppo delle fuggiti-ve, invitò le ragazze ad attraversarea nuoto il fiume. Tutte si gettarono in acqua senza temere il freddo, furo-no avvistate dalle sentinelle romane. Condotte davanti a Porsenna, il reinterrogò Clelia che si era fattaavanti per dichiararsi colpevole di averistigato le altre fanciulle a fuggi-re. La fanciulla rispose con fierez-za alle domande. Il re restò am-mirato dalla determinazione della ragazza. A Clelia fu concesso di ri-tornare a Roma e di portare altre cinque ragazze.

La giornata internazionale della donna:“L’8 Marzo”

di Eva D’Alessandro

La festa della donna ricorre l’8 Marzo di ogni anno per ricordare le conqui-ste sociali, politiche ed economiche contro le discriminazioni e le violen-ze di cui ancora oggi sono vittime le donne in molte parti del mondo. L’iniziativa di celebrare questa gior-nata fu presa per la prima volta nel 1909 negli Stati Uniti, quando il partito socialista americano orga-nizzò una manifestazione a soste-gno del diritto al voto delle donne.Le origini di quella che viene defini-ta “festa della donna ” sono contro-verse . Una versione racconta di un presunto incendio divampato a New York l’8 marzo del 1908 nei locali dell’industria tessile “Cotton”, dove 129 operaie protestavano sui propri turni lavorativi quotidiani massa-cranti. Il proprietario della fabbrica, un certo Mr Johnson, bloccò tutte le porte per impedire loro di usci-re. L’incidente provocò la morte di tutte le donne rimaste intrappolate all’interno. In realtà un incendio ci fu, ma non in quella data. Gli archivi del Museum of the city of New York non riportano tracce dell’incendio della “Cotton”. Tuttavia, sono pre-senti immagini sconvolgenti riguar-danti un altro incendio divampato il 25 marzo 1911 alla “Triangle Shir-twaist Company”, una fabbrica di camicie ubicata negli ultimi 3 piani di un edificio di Washington Place in cui 500 donne ed un centinaio di uomini lavoravano in condizioni di totale sfruttamento 60 ore a settima-na. Tutti i lavoratori,maschi e fem-mine, erano privi di diritti e di nor-me che tutelassero la loro sicurezza. Le proteste femministe si diffuse-ro in tutta Europa, ma fu solo nel 1917, quando le donne di San Pie-troburgo scesero in piazza per chie-dere la fine della guerra, che si fis-sò all’8 Marzo la festa delle donne.Nel 1946 l’Italia partecipò a que-sta iniziativa scegliendo la mimo-sa come simbolo di ricorrenza. L ‘ONU proclamò il 1975 “Anno In-

Attualità ternazionale delle Donne”. Nel 1977, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiarò l’8 marzo come “Gior-nata delle Nazioni Unite per i diritti delle donne e la pace internaziona-le”, chiedendo agli Stati membri di osservarla e riconoscere l’urgenza di mettere fine alle discriminazioni per raggiungere un piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del proprio paese.

LA MIMOSA

di Eva D’Alessandro

La mimosa è una pianta originaria dell’Austria, importata in Europa nel XIX secolo. Nel 1946 l’UDI (unione Donne in Italia) decise di adottare questa pianta come simbolo della festa della donna, su iniziativa delle attiviste Rita Montagnana e Teresa Mattei, l’UDI (Unione Donne in Ita-lia), Il fiore inizialmente proposto era l’orchidea ma la Mattei, che l’anno dopo avrebbe fatto parte dell’Assem-blea Costituente, per evitare che la scelta ricadesse su un fiore costoso, raccontò una leggenda in cui la mi-mosa rappresentava, per il popolo cinese, il calore familiare e il simbolo della gentilezza femminile. In que-sto modo convinse il “gentil sesso” a propendere per la scelta del fiore dai graziosi rametti gialli. La mimosa è una pianta spontanea: i suoi fiori sono luminosi e delicati all’appa-renza. Ad uno sguardo attento, non sfugge il carattere rigoglioso della mimosa che ben rappresenta la fi-gura della donna nel suo complesso. Curiosità Secondo gli Indiani d’Ame-rica i fiori della mimosa significano forzae femminilità.

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LA FESTA DELLA DONNA:

di Martina Del Grosso

La giornata internazionale della don-na, che si festeggia ogni anno l’8 mar-zo, è stata istituita per ricordare da un lato le conquiste politiche, sociali ed economiche delle donne, dall’altro le discriminazioni e le violenze da loro

subito nella storia. Negli anni suc-cessivi fino allo scoppio della prima guerra mondiale sono state organiz-zate molte altre giornate dedicate ai diritti delle donne. A San Pietrobur-go, l’8 marzo 1917, le donne hanno manifestato per chiedere la fine della guerra. In seguito, durante la Secon-da conferenza internazionale delle donne comuniste, che si è svolta a Mosca il 14 giugno 1921, è stato sta-bilito che l’8 marzo fosse la Giornata internazionale dell’operaia. In Italia la prima giornata dedicata alla don-na si è svolta nel 1922, il 12 marzo.

LA MIMOSA

di Martina Del Grosso

Diversi motivi hanno porta-to a utilizzare come simbo-lo di questa festa la mimosa: Il primo, perché la mimosa è una pianta pioniera, spontanea, che ben rappresentava la volontà di ri-vendicare i diritti della donna e le lotte per farli valere. Il secondo è che fiorisce nel periodo di Febbra-io. Il terzo, è che i suoi fiori sono luminosi, allegri, solari, all’apparen-za delicati, ma in realtà forti e or-gogliosi, proprio come una donna. L’8 marzo del 1946 fu celebrata la prima vera Giornata Internazionale delle Donne in tutta Italia, il cui sim-bolo divenne, appunto, la mimosa. Il termine “Festa” della Donna può risultare improprio, perché l’8 marzo ha una storia ricca e sof-ferta, che racconta dei sacrifici di tante donne che hanno lottato per guadagnare rispetto diritti.

Acacia dealbata è una pianta alla famiglia delle Mimosaceae

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Attualità

Le trasformazioni della famiglia italiana: il ruolo della donna.

di Gioia Leanza

“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fon-data sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con limiti sta-biliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”. (Costituzione Repubblica-na- 1948- Art. 29). La fisionomia della famiglia italiana ha subito e profonde trasformazioni negli ultimi decenni.La famiglia “tradizionale”, fino agli Cinquanta, poneva particolare impor-tanza al matrimonio; l’unione tra due persone, sancito dal vincolo religio-so-giuridico, conteneva caratteristiche statiche ed un valore di indissolubilità. “Alla base della formazione della so-pravvivenza di una” famiglia tradi-zionale” tutta pervasa dalla morale cristiana , come una famiglia italiana fino agli anni Cinquanta, vi erano due caratteristiche:1) rapporti sessuali con-sentiti solo tra coniugi; 2) matrimonio considerato una unione per la vita”. A. Golini, «Profilo demografico della famiglia italiana», in La famiglia italia-na dall’Ottocento a oggi “. Questo ha contribuito alla sopravvivenza della famiglia tradizionale che, fino al pri-mo dopoguerra, si presentava come una istituzione immutabile nella sua struttura. Essa era composta dal padre che aveva la posizione predominante di capofamiglia in quanto era l’unico lavoratore; la moglie che si occupa-va dei lavori domestici e dei figli; in-fine i nonni o altri parenti stretti che vivevano tutti nella stessa casa. Particolare importanza si dava ai legami di parentela; l’educazione era affidata non ai soli genitori, ma all’intera comunità famigliare. Tale famiglia veniva definita “patriarcale “: il pater familias aveva il potere su tutti i componenti del nucleo fami-liare. Emergeva una vera “asimme-tria” riguardo ai ruoli tra i due sessi.La donna era per molti aspetti sot-tomessa all’ uomo: si occupava solo dei lavori domestici, ricopriva un ruo-lo marginale all’interno della società, la sua istruzione non era valorizzata.

Le trasformazioni socio-economiche della società hanno determinato dei cambiamenti nella struttura della famiglia tradizionale. L’iter legislativo ha preso atto delle trasformazioni interne alla società, introducendo unaserie di innovazioni, che continuano ancora oggi. “Il 19 maggio 1975 lariforma del diritto di famiglia (legge n. 151), basata sul principio di ugua-glianza morale e giuridica dei coniugi (art. 29 della Costituzione), estende alla moglie i diritti che erano stati strettamente riconosciuti solo al marito. Fino ad allora le norme che regolavano le relazioni tra i coniugi si basavano sul Codice Civile del 1942 che concepiva la famiglia fondata sulla subordina-zione della moglie al marito, nei rapporti personali, patrimoniali, nelle relazioni di coppia e nei riguardi dei figli. Il Codice, inoltre, discriminava i figli natifuori dal matrimonio (figlio naturale) ai quali erano riconosciuti meno diritti che ai figli legittimi”. Corriere della Sera “La ventisettesima ora”, 1975-2015Diritto di famiglia “40 anni di riforme e aggiustamenti”. L’ ingresso nel mondodel lavoro e l’acquisizione dell’indipendenza economicadelle donne sono tra i fattori che hanno maggiormente contribuitoalla destabilizzazione degli equilibri tradizionali. Dagli anni settantaad oggi nuovi cambiamenti nella società hanno ulteriormenteinfluito sulla trasformazione della famiglia italiana La giornalista Nicoletta Cottone afferma: “… l’incremento dell’istruzione, il progressivoaumento dell’età del matrimonio e dell’uscita dalla famiglia di origine. Quest’ultimo fenomeno è legato alle difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro, alla diffusa precarietà, alla dilatazione dei tempi necessari per raggiungere una stabile occupazione..”. “Cambia la famiglia italia-na: più anziani, meno figli, molti single” IL Sole24ore, 3 Maggio 2007. Sono nate nuove tipologie di famiglia: quelle costitute da sin-gle, le “libere unioni”, le famiglie “ricostituite”. Le esigenze lavorative di entrambi i coniugi, inoltre, hanno determinato la formazione dellecosiddette “coppie pendolari” che vivono o per scelta o per necessità fuori dalla dimora abituale. Si preferisce la convivenza per rispondere ad esigenze contingenti: diminuiscono sempre più i matrimoni,come rilevano le indagini dell’Istat. Cambia la visione del matrimonio.Crescono i nuclei “mono genitoriali”. secondo l’indagine parlamentareammonterebbero a circa 2 milioni, di cui l’83,6 per cento é costituito da donne. Le famiglie sono sempre meno numerose. Nasce il problema della solitudine all’interno dei nuclei familiari, che colpisce i bambini ma anche gli anziani. La domanda che ci poniamo dunque è la seguen-te: la famiglia “moderna” continua ancora a costituire l’istituzio-ne più importante della società e della sfera privata di ciascuno?

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Cambia il ruolo della donna: “dagli affetti alla carriera”.

di Francesca Serra IV C

Lo straordinario incremento dell’istru-zione e una grande crescita politica e ideologica hanno portato le donne ad una diffusa e radicata presa di co-scienza dei propri diritti e del proprio status (il che ha comportato fra l’al-tro, una loro larghissima immissione nelle forze del lavoro che ha modi-ficato gli stereotipi dei ruoli dei due sessi) e una conseguente crescita di identità e di auto considerazione fuo-ri del quadro familiare. Tutto ciò ha contribuito a modificare fortemente la struttura asimmetrica della unio-ne coniugale, spingendola sempre più verso una struttura simmetrica. A. Golini, «Profilo demografico della famiglia italiana», in La famiglia italiana dall’Ottocento a oggi, Laterza, Bari 198Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio cambiamento epocale. Nella famiglia italiana tradiziona-le, la donna aveva il semplice de-siderio di essere una “brava figlia”, moglie e poi madre, perché era-no le uniche cose a lei riconosciute.L’ingresso nel mondo del lavoro ha valorizzato la figura della donna all’in-terno della società, contribuendo alla sua realizzazione in campo pro-fessionale. Si è assistito ad un cam-biamento del suo ruolo all’interno della famiglia: l’indipendenza econo-mica le ha consentito una maggiore autonomia anche dalla figura maschi-le, prima considerata “Pater Fami-lias”. Inevitabilmente, però, gran par-te delle risorse della donna si sono riversate nel campo professionale.Spesso nella famiglia moderna si è pronti a mettere il lavoro dei pro-pri sogni al primo posto anche se di-sta centinaia di chilometri da casa. Non sarebbe forse meglio optare per profitti meno redditizi che avere il lace-rante dolore della malinconia e rischia-re di soffrire per l’abbandono degli af-fetti familiari? Questo è il dilemma che attanaglia molte “mogli-lavoratrici”.A volte accettare il lavoro “fuoricasa” non è frutto di una scelta,

ma di una vera e propria necessità. Nascono le “coppie pendolari”, con mol-teplici problemi nella gestione dei figli a carico. Le riflessioni che scaturiscono sono molteplici. Una domanda ci poniamo: Le “donne in carriera” riescono a trovare il tempo da dedicare al loro matrimonio e all’educazione dei propri figli? E’ giusto che solo la donna abbi l’interaresponsabilità dell’educazione dei figli? Il senso di colpa è un sentimentoche spesso pervade le madri lavoratrici. Di questa situazione, infatti, i figlipossono risentirne, soprattutto se figli unici. Il problema è diffuso nellanostra società e può essere visto come una vera “emergenza educativa”.E. Bonerandi ci prospetta una possibile soluzione con le esperienze di educazione collettiva degli asili autogestiti, che compensano la scomparsa della famiglia tra-dizionale, in cui l’educazione della prole era affidata all’intera comunità familiare. “Il vero nemico del bambino è la solitudine. Anche il proble-ma del figlio unico scompare se la vita del bambino è su base co-munitaria. In città non sono rare le esperienze di asili autogestiti”.(E. Bonerandi, “Non ero affatto solo, loro erano tutti per me”, in La Repubblica, 19/04/2001)

La Festa del papà

di Luigi Buracchio

La Festa del papà è una ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mon-do. La data varia da paese a paese. In alcuni paesi di tradizione religiosa cattolica (come per esempio in Italia, in Spagna e in Portogallo), la festa è celebrata il 19 marzo, giorno associato dalla Chiesa a San Giuseppe, pa-dre putativo di Gesù Cristo. In altri la ricorrenza è fissata per la terza do-menica di giugno come in Francia, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma . La ricorrenza è spesso accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre. La prima data documentata della festa del papà sembrerebbe essere il 5 luglio 1908 a Fairmont, presso la Chiesa metodista locale. La signora Sonora Smart Dodd sollecitò l’ufficializzazione della ricorrenza, ispirata dal sermone ascoltato in Chiesa durante la festa della mamma del 1909. La festa fu organizzata per la prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane. Fu scelto il mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana. Da allora, negli Stati Uniti, la Festa del Papà si festeggia sempre la terza domenica di giugno e nel 1966 il presidente Lyndon B. Johnson la proclamò festa nazionale. In Italia si iniziò a parlare, invece, di festa del papà con il culto di San Giuseppe. Il culto religioso di San Giuseppe è molto antico e nacque in Oriente nell’Alto Medioevo, per poi diffondersi in Occidente già nel Tre-cento. I primi ad osservare la festa dedicata al santo furono alcuni ordini religiosi: dai monaci benedettini nel 1030, ai Servi di Maria nel 1324 e i Francescani a partire dal 1399. In Italia, fino al 1977, il giorno di San Giu-seppe era considerato festivo anche dal punto di vista civile. Nel resto del mondo la Festa del Papà assume significati differenti. In Russia, ad esem-pio, viene celebrata come la festa dei difensori della patria. In Thailandia la festa coincide con il compleanno del defunto sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione, mentre in Danimarca la festa cade il 5 giugno, nel giorno dedicato alla Costituzione. In altri Paesi, come la Germania, la festa cade nel giorno dell’Ascensione. Viene chiamata Männertag o Her-

rentag, ovvero “giorno degli uomi-ni”intesi come maschi e, secondo la tradizione, dall’Ottocento a oggi, comitive di uomini spingono un carretto pieno di bevande alcoliche che i malcapitati saranno ‘costretti’ a bere per poi ritrovarsi, inevitabil-mente, ubriachi in giro per la città.

Arte, Musica e Spettacolo

UN PREMIO, MILLE EMOZIONI

Federica Bascelli 5D

L’Academy Award, più noto come Oscar è il premio più ambito del cinema. Risale al 16 mag-gio 1929,quando il presidentedell’ Academy of Motions Picture Arts and Sciences, Douglas Fairban-ks e il direttore William C. DeMille, assegnarono le prime statuette per la produzione della stagione 1927-1928 nella Blossom Room del Roo-sevelt Hotel di Hoolywood. La sta-tuetta fu disegnata e realizzata in bronzo, rivestita in oro a 10 carati, raffigura un uomo con in mano una spada da crociato in piedi su unabobina di un film: era destinataa diventare il simbolo, moralee materiale, dell’industria hol-lywoodiana. In quel primo anno le categorie, definite con difficoltàe non senza contrasti e com-promessi, erano cosi suddivise:miglior film, migliore qualitàartistica della produzione, miglioreregia per film drammatico e per film brillante, migliore attore emigliore attrice, migliore sceneg-giatura originale e non originale,migliore fotografia, migliorescenografia, migliori effetti tecnicie migliori didascalie.Negli anni Trenta assunse il notonome di Oscar e si arricchì di nu-merose nuove categorie: miglior cortometraggio, quella del mon-taggio e della colonna sonora. Nel 1931 fu scelto anche il nome per queste celeberrime statuet-te e la storia di questa scelta

è tutt’ora avvolta da un alone di leggenda. Si narra che Margaret Her-rick, la segretaria di un direttore dell’Academy Awards, alla vista della satuetta esclamò <<Assomiglia a mio zio Oscar!>>. A seguito di questo divertente evento la statuetta venne battezzata, ma bisogna attendere il 1939 per poter veder rendere ufficiale questo nome. Occorre comun-que sottolineare che attori, registi e produttori iniziarono a chiamare lastatuetta, Oscar, già dal 1934. Ma erano gli anni segnati soprattuttodalla crisi economica, che avrebbe cominciato a farsi sentire a Hollywood.Solo negli Quaranta l’Oscar iniziò ad acquisire una visibilità maggiore-quel carattere di grande evento nazionale, di show spettacolare destinatoal vasto pubblico. Nel 1945,con la prima radiocronaca integrale, gli Oscar si avviarono ad assumere il loro carattere di grande evento mediati-co. Gli anni Quaranta vennero inoltre segnati dagli eventi bellici. Fu nel 1941,l’anno dell’attacco a Pearl Harbor,che il clima di guerra investì anche l’Academy: le danze furono vietate,la statuetta divenne di gesso,e iniziò una lunga stagione di riconoscimenti a film bellici. Il primo vero e pro-prio film di propaganda venne premiato nella quindicesima edizione e af-frontavano il dramma dell’antisemitismo. Negli stessi anni l’Academy ven-

Statua Premio Oscar

ne conquistata dal Neorealismo: “Roma città aperta” di Roberto Rossellini ottenne una nomination per la sceneggiatura nell’edizione del 1946, e “Sciuscià” e “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica ot-tennero un premio speciale come migliori film stranieri rispettivamente nelle edizionidel 1947 e del 1949.Oggi, ogni Statuetta degli Oscar ha un valore commerciale di cir-ca 295 dollari, ma l’Academy invita chi volesse vendere il proprio premio a non farlo. E’ pos-sibile restituire la statuetta diret-tamente presso l’Organizzazione.

Il Cinema …a premi

di Sara Di Crescenzo

L’Academy Award, comunemente co-nosciuto come Oscar è il premio ci-nematografico più antico al mondo, giacché venne assegnato per la prima volta il 16 maggio 1929, tre anni pri-ma che il Festival di Venezia comin-ciasse ad assegnare i propri premi. I premi vengono conferiti dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (AMPAS), un’organizzazione profes-sionale onoraria costituita da perso-nalità che hanno portato avanti la loro carriera nel mondo del cinema. A vincere l’Oscar quest’anno è sta-to il film Moonlight di Barry Jenkins.• La Mostra Internaziona-le d’Arte Cinematografica è il se-condo festival cinematografico più antico del mondo; la primaedizione si tenne infatti tra il 6 e il 21 agosto 1932, e la mostra vie-ne giustamente considerata laprima manifestazione interna-zionale di questo tipo, precedutasolo dall’Academy Award, comune-mente conosciuto come Oscar.La mostra si inquadra nel più vasto sce-nario della Biennale di Venezia, an-nualmente a Venezia, nello storico Palazzo del Cinema. È un festival ci-nematografico e un evento culturale che include anche la famosa Esposi-zione internazionale d’arte contem-poranea. Quest’anno hanno vinto:• Oscar Martinez, che ha ricevuto

la Coppa Volpi per la Migliore interpretazione maschile per il suo ruoloin El Ciudadano Ilustre.• Emma Stone , che ha ricevuto la Coppa Volpi per la Miglio-re interpretazione femminile (da Oscar) per il suo ruolo in La la land• Il Gran Premio della Giuria è andato a un emozionatissimo Tom Ford per il suo Nocturnal Animals, uno dei film più attesi della kermesse• Il Leone d’oro è stato assegnato a The Wo-man Who Left, ‘Ang Babaeng Humayo’, di Lav Diaz• Il Festival di Cannes è un festival cinematografico che si svolge annualmente a maggio, per la durata di due settimane; la prima edizione si svolse nel 1946 al Palais des Festivals et des Congrès della città di Cannes. Molti produttori scelgono questa occasione perlanciare le loro ultime realizzazioni. La selezione ufficiale è compo-sta da due sezioni principali, il Concorso e un Certain Regard. A questesi aggiungono i film presentati fuori concorso in proiezioni speciali, il concorso di cortometraggi e la selezione di film scolastici della Cinéfonda tion. Il concorso è la parte mediaticamente più visibile del Festival. Accoglie le opere degli autori più affermati e rivelai talenti emergenti. È simboleggiata dalla montée des Marches e cul-mina nella cerimonia di chiusura nella quale la giuria, formatada personalità cinematografiche internazionali, assegna i premi principali: la Palma d’oro per il miglior film, il Grand Prix, i premi per la mi-gliore interpretazione maschile e femminile, il premio per lamiglior regia, il premio per la miglior sceneggiatura e il premiodella giuria. Un Certain Regard presenta una selezione di opere originaliper contenuti o estetica, che rappresentano il rinnovamento dell’espressione cinematografica. Il migliore è premiato con la Palma d’oro dalla giuria della Cinéfondation e dei cortometraggi. La sezione Cannes Classic presenta capolavori della storia del cinema restaurati e redi-stribuiti in sala o in DVD. Ospita anche tributi alle industrie cinematografiche straniere e documentari sul cinema. Quest’anno il film di Ken Loach vince a sorpresa la Palma d’Oro della sessantanovesima edizione del Festival di Cannes.

Il manifesto del 70esimo Festival di Cannes è costruito attorno a una splendida immagine di Claudia Cardinale che balla. L’attrice, con il solito aplomb, ha commentato: “Sono onorata e orgo-gliosa di fare da porta-bandiera per il 70esimo Festival di Cannes, e soddisfatta per la scelta di questa foto. È l’immagine che io stessa ho del Festival, un evento che illumina tutto intorno a sé. Quel ballo sui tetti di Roma risale al 1959. Nessuno ricorda il nome del fotografo… Anch’io me lo sono dimenticato. Ma questa foto mi ricorda le mie origini, un tempo in cui non avrei mai sognato di salire i gradini della sala cinematografica più famosa del mondo. Buon compleanno!”.

Accadde Oggi

The shocking event of the Titanic

della Classe 3° C Scienze Umane

Smith was entrusted with the largest ships of the time, luxurious and brand new. The mai-den voyages were completed without problems. He was nicknamed "Commander of millionaires", as the British aristocrats required his command on the ship they were travelling on.Expenses for travelling on the Titanic were many and various; for example 825 tons of coal were consu-med daily, and the consumption of drinking water was of 63000 liters for day.The Titanic disaster points out the wide gap between the classes. The first-class passengers included weal-thy businessmen, famous entertainers, high-ranking members of the army, and professional athletes. Among the second-class some were professors, authors, tourists, and clergymen. Most of the third-class passengers were immigrants seeking a new life in the U.S. or Canada.

ARCHAEOLOGICAL ITEMS

The Titanic hides inside itself a secret world; and this world is full of mystery. A lot of objects reveal us the life on board.- In this picture we can see a historical banknote that let us understand how the coinage about the first years of ‘900 worked.- This watch probably stopped at the time of the disaster. It also marks the precise moment when all those people died.- An example of second class ticket for the boarding. It’s surprising for its optimal conditions. Is this the real one?THE FILM

Titanic is a 1997 American epic romance-disaster film directed by James Cameron. A fictionalized account of the sinking of the famous ship. Members of different social classes fell in love aboard during that ill-fated maiden voyage.

Per Non dimenticare

I VESPRI SICILIANI.

di Martina Del Grosso.

I Vespri siciliani furono una ribellione scoppiata a Paler-mo all’ora dei vespri di Lunedì dell’Angelo nel 1282. Bersaglio della rivolta furono i dominatori francesi dell’isola, gli Angioini, avvertiti come oppresso-ri stranieri. Da Palermo i moti si sparsero prestoall’intera Sicilia, espellen-done la presenza france-se. La ribellione diede avvioa una serie di guerre, chia-mate “guerre del Vespro” per il controllo della Sicilia,definitivamente conclusesi con il trattato di Avignone del 1372.La dinastia francese era su-bentrata agli svevi dopo la sconfitta di Manfredi di

Svevia da parte di Carlo d’An-giò. I soldati francesi, all’ora vespertina del 31 marzo 1282,arrecarono offesa ad una don-na che si era appena sposata e stava uscendo dalla chiesa.Questa fu la causa che fece scoppiare la rivolta popolare nei confronti degli angioini che sfo-ciò in una guerra che durò venti anni. I siciliani furono aiutati da Pietro III d’Aragona. Nel 1302, con la pace di Caltabellotta, la Sicilia passava dalla dominazio-ne angioina a quella aragonese.L’episodio dei Vespri siciliani acquistava il significato simbo-lico, nell’ottica risorgimentale, di rivolta contro lo straniero. Gli angioini erano francesi ed è da ricordare che l’Italia, ancora nell’Ottocento, era suddivisa in tanti stati e statarelli che erano dominate da dinastie o potenze straniere: i Borboni nel mezzo-

giorno, gli austriaci nel lombar-do-veneto, e così via. Pertanto l’unità d’Italia andava perseguita affermando gli interessi degli ita-liani contro quelli degli stranieri.Il quadro di Hayez illustra l’epi-sodio in maniera molto lette-raria ma poco emozionante. Le figure sono scandite secondo pose molto teatrali che risen-tono ancora dei quadri storici neoclassici del David. Lo stile di esecuzione è anch’esso fonda-mentalmente neoclassico, fatto di precisione di disegno, rilie-vo chiaroscurale, fattura molto levigata, chiarezza di visione. L’unica cosa che fa collocare questo quadro nell’ottica del romanticismo è solo il soggetto ed il contenuto: il riferimento ad una storia del medioevo che ha come messaggio un contenu-to patriottico e risorgimentale, la liberazione dallo straniero.

Francesco Hayez, 1846, olio su tela, 225×300 cm, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Roma.

La Voce del Gonzaga a.s. 2016/2017

La Voce del Gonzaga

Comitato diRedazione

Con la Supervisione delle

Prof.sse Melideo e Angelone

Direttore de La Voce del Gonzaga Luigi Buracchio 3° E

Art DirectorLorenzo Prodon 4° N

Hanno scritto per La Voce del Gonzaga di Aprile …Luigi Buracchio, Lorenzo Prodon, Francesca Masci,Classe 5° N Linguistico, Clas-se 4°C Scienze Umane, Benedetta Roscioli, Ire-ne Mammarella, Arian-na Nanni, Classe 5°A S.U. Economico Sociale, Ales-sandra Basilavecchia,Alessandra Aurora De Luca, Giulia D’Alessandro,Nicole Santilli, Eva D’Alessan-dro, Martina Del Grosso, Gioia Leanza, Francesca Serra, Fe-derica Bascelli, Sara Di Cre-scenzo, Classe 1° L Linguistico

Si ringraziano i docenti per la puntualità dimostrata.Vi invitiamo ad inviare gliarticoli per la prossima uscitadel 15 Giugno entro e non oltre il 30 Maggio 2017 alla Nostra e-mail

lavocedelgonzaga2016gmail.com

Angolo Cruciverba vi invitiamo a costruirne

Cruciverba Arte Romana a cura della classe 1° L

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