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La Voce del Gonzaga oggi! di Luigi Buracchio Vi presenamo il secondo numero de “La voce del Gonzaga”. Come ogni anno, il secondo numero viene pubblicato al rientro dalle vacanze natali- zie, e la redazione augura agli studen e a tuo il personale della scuola una serena ripresa e un felice proseguimento delle avità scolasche. Questa seconda uscita è parcolarmente ric- ca e riflee tuo l’impegno di voi alunni che vi siete disn per la passione di scrivere e di comunicare esperienze. Si parte subito con un colpo d’occhio alla festa d’Istuto, un grande momento di condivisione che ha aiutato noi tu a conoscerci meglio soo diversi aspe e, soprauo, a mostrare i meravigliosi talen- del nostro Istuto. Plauso va fao ai nostri rappresentan che hanno reso il tuo perfet- to, gestendo sapientemente i tempi della ma- nifestazione e regalandoci molte sorprese. La presentazione del libro “Mai stata in ginocchio” dell’autrice, Paola Leccese, ha offerto una vera tesmonianza di vita e di coraggio per tu noi ragazzi che viviamo la non semplice fase adole- scenziale. Fra le altre iniziave promosse dalla scuola e raccontate dai protagonis troviamo la partecipazione alle “Olimpiadi digitali dei Diri Umani”, la visita alla struura di acco- glienza “Capanna di Betlemme”, lo scambio culturale tra il Gonzaga e la scuola “Oskar Von Miller” di Monaco, la visita al “Maker Faire” di Roma. Inoltre troviamo una riflessione sull’ap- provazione della legge sul biotestamento, tra dissenso e omismo; come anche il ricordo, a distanza di un anno, della strage di Rigopiano che ha riacceso le polemiche sulla costruzione di edifici in zone a rischio. Nelle rubriche Crona- ca Interna, Arte, Musica e Sport sono presen il resoconto dei laboratori didaci al “Museo Barbella” di Chie, l’appassionata descrizio- ne della disciplina sporva dei tessu aerei, un approfondimento sulla figura del cantante Johnny Hallyday, recentemente scomparso. Nel ringraziarvi ancora per il sostegno e il crescente interesse vi lasciamo con un bel cruciverba sull’arte primiva a fine nu- mero. Arrivederci alla prossima edizione! di Pierpaolo Monaco La redazione del giornale “La Voce del Gonzaga” ha incontrato la dooressa Paola Leccese, autrice dalla cultura raf- finata e dalla personalità combava. E’ giunta nel Liceo “I. Gonzaga” il 1° di- cembre, alle ore 11:00, per presentare il romanzo autobiografico “Mai stata in ginocchio”. L’aula magna ha ospitato le classi 3^C e 3^D, prenotate da tempo per l’evento, e numerosi altri studen, accorsi con interesse all’incontro cul- turale. Se ne riporta l’intervista integrale. -Buongiorno, dooressa Leccese. Le porgo il benvenuto da parte della re- dazione del giornale “La voce del Gon- zaga”. Innanzituo mi congratulo per il romanzo autobiografico, veramente coinvolgente per le vicende vissute!Le dolorose rinunce e meritate conquiste sono comunicate con uno sle davve- ro schieo e direo, che entra subito nel cuore! Mi dica come ha fao, dopo ogni referto medico, a riconfermare la stessa forza e un rinnovato coraggio. Buongiorno a tua la redazione de “La voce del Gonzaga” e alla Dirigente Scolasca, a tu i ragazzi, i docen, il personale non docente dell’Istuto in cui mi sono senta accolta con calore e grande emozione. Mi viene chiesto come sono riparta ogni volta. Semplicemente dal bene che provavo per gli altri. Dall’idea che anche il mio rialzarmi con forza e co- raggio poteva confermare e confer- marmi che araverso l’affeo per chi ci è vicino, ognuno a suo modo, è pos- sibile riparre dopo ogni “fermata”. La vita in fondo è un grande viaggio at - traverso le vite di chi si incontra, siano essi sempre presen, compagni di un giorno, di un mese, di anni; siano an- da via in punta di piedi o sbaendo la porta. Nessuno entra nella vita di un altro senza lasciare un segno della pro- pria presenza, amara o tenera o agro- dolce che sia. -Ho leo nel testo la citazione di gran- de impao emovo: “Non un libro sul- la disabilità o sulla vita, ma un romanzo su una vita”. Ebbene, è questa la mo- vazione che l’ha spinta a scrivere il romanzo, o meglio, un inno alla vita? Ho semplicemente raccontato la mia vita, alcuni passaggi parcolarmente importan per me, araverso le perso- ne che ne hanno fao parte. E della mia vita ha fao parte anche l’essere disabile, allo stesso modo dell’essere donna, figlia, moglie, madre, lavoratri- ce, amica. Se ne è venuto fuori un inno alla vita non lo so. Io ne ho fao dono a me stessa e a chi lo ha leo e vorrà leg- gerlo così come sono sta i miei giorni. EDITORIALE MAI STATA IN GINOCCHIO Incontro con l’autrice dell’inno alla vita CRONACA INTERNA La Voce del Gonzaga a.s. 2017/2018 Numero 2, anno VII Gennaio 2018. E-mail: [email protected] Scririce Paola Leccese con Pierpaolo Monaco [email protected]

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La Voce del Gonzaga oggi!

di Luigi Buracchio

Vi presentiamo il secondo numero de “La voce del Gonzaga”. Come ogni anno, il secondo numero viene pubblicato al rientro dalle vacanze natali-zie, e la redazione augura agli studenti e a tutto il personale della scuola una serena ripresa e un felice proseguimento delle attività scolastiche. Questa seconda uscita è particolarmente ric-ca e riflette tutto l’impegno di voi alunni che vi siete distinti per la passione di scrivere e di comunicare esperienze. Si parte subito con un colpo d’occhio alla festa d’Istituto, un grande momento di condivisione che ha aiutato noi tutti a conoscerci meglio sotto diversi aspetti e, soprattutto, a mostrare i meravigliosi talen-ti del nostro Istituto. Plauso va fatto ai nostri rappresentanti che hanno reso il tutto perfet-to, gestendo sapientemente i tempi della ma-nifestazione e regalandoci molte sorprese. La presentazione del libro “Mai stata in ginocchio” dell’autrice, Paola Leccese, ha offerto una vera testimonianza di vita e di coraggio per tutti noi ragazzi che viviamo la non semplice fase adole-scenziale. Fra le altre iniziative promosse dalla scuola e raccontate dai protagonisti troviamo la partecipazione alle “Olimpiadi digitali dei Diritti Umani”, la visita alla struttura di acco-glienza “Capanna di Betlemme”, lo scambio culturale tra il Gonzaga e la scuola “Oskar Von Miller” di Monaco, la visita al “Maker Faire” di Roma. Inoltre troviamo una riflessione sull’ap-provazione della legge sul biotestamento, tra dissenso e ottimismo; come anche il ricordo, a distanza di un anno, della strage di Rigopiano che ha riacceso le polemiche sulla costruzione di edifici in zone a rischio. Nelle rubriche Crona-ca Interna, Arte, Musica e Sport sono presenti il resoconto dei laboratori didattici al “Museo Barbella” di Chieti, l’appassionata descrizio-ne della disciplina sportiva dei tessuti aerei, un approfondimento sulla figura del cantante Johnny Hallyday, recentemente scomparso. Nel ringraziarvi ancora per il sostegno e il crescente interesse vi lasciamo con un bel cruciverba sull’arte primitiva a fine nu-mero. Arrivederci alla prossima edizione!

di Pierpaolo Monaco

La redazione del giornale “La Voce del Gonzaga” ha incontrato la dottoressa Paola Leccese, autrice dalla cultura raf-finata e dalla personalità combattiva. E’ giunta nel Liceo “I. Gonzaga” il 1° di-cembre, alle ore 11:00, per presentare il romanzo autobiografico “Mai stata in ginocchio”. L’aula magna ha ospitato le classi 3^C e 3^D, prenotate da tempo per l’evento, e numerosi altri studenti, accorsi con interesse all’incontro cul-turale. Se ne riporta l’intervista integrale.

-Buongiorno, dottoressa Leccese. Le porgo il benvenuto da parte della re-dazione del giornale “La voce del Gon-zaga”. Innanzitutto mi congratulo per il romanzo autobiografico, veramente coinvolgente per le vicende vissute!Le dolorose rinunce e meritate conquiste sono comunicate con uno stile davve-ro schietto e diretto, che entra subito nel cuore! Mi dica come ha fatto, dopo ogni referto medico, a riconfermare la stessa forza e un rinnovato coraggio. Buongiorno a tutta la redazione de “La voce del Gonzaga” e alla Dirigente Scolastica, a tutti i ragazzi, i docenti, il personale non docente dell’Istituto in cui mi sono sentita accolta con calore e grande emozione.Mi viene chiesto come sono ripartita ogni volta. Semplicemente dal bene che provavo per gli altri. Dall’idea che anche il mio rialzarmi con forza e co-raggio poteva confermare e confer-marmi che attraverso l’affetto per chi ci è vicino, ognuno a suo modo, è pos-sibile ripartire dopo ogni “fermata”. La vita in fondo è un grande viaggio at-

traverso le vite di chi si incontra, siano essi sempre presenti, compagni di un giorno, di un mese, di anni; siano an-dati via in punta di piedi o sbattendo la porta. Nessuno entra nella vita di un altro senza lasciare un segno della pro-pria presenza, amara o tenera o agro-dolce che sia.

-Ho letto nel testo la citazione di gran-de impatto emotivo: “Non un libro sul-la disabilità o sulla vita, ma un romanzo su una vita”. Ebbene, è questa la mo-tivazione che l’ha spinta a scrivere il romanzo, o meglio, un inno alla vita?Ho semplicemente raccontato la mia vita, alcuni passaggi particolarmente importanti per me, attraverso le perso-ne che ne hanno fatto parte. E della mia vita ha fatto parte anche l’essere disabile, allo stesso modo dell’essere donna, figlia, moglie, madre, lavoratri-ce, amica. Se ne è venuto fuori un inno alla vita non lo so. Io ne ho fatto dono a me stessa e a chi lo ha letto e vorrà leg-gerlo così come sono stati i miei giorni.

EDITORIALE

MAI STATA IN GINOCCHIO Incontro con l’autrice dell’inno alla vita

CRONACA INTERNA

La Voce del Gonzaga a.s. 2017/2018

Numero 2, anno VII Gennaio 2018. E-mail: [email protected]

Scrittrice Paola Leccese con Pierpaolo Monaco

[email protected]

-Potrebbe chiarire per i lettori del gior-nale scolastico qual è il tema principa-le del romanzo e il significato del titolo “Mai stata in ginocchio”? Il titolo è venuto fuori una notte. Ci pensavo da tempo ma non ero mai soddisfatta delle idee che venivano. Poi quella notte di colpo è venuto fuori quel titolo che mi rendeva soddisfatta perché riusciva a dare l’idea morale e fisica della mia vita: mia stata in ginoc-chio dinanzi ai problemi, comunque capace di rimettermi in piedi, e mai stata in ginocchio fisicamente, visto che si tratta di una posizione che per problemi fisici non ho mai potuto spe-rimentare a lungo.

-Entrando nel merito dell’opera, le in-terazioni sociali hanno presentato per lei delle difficoltà? Con quale spirito è riuscita a superare gli ostacoli?In parte l’ho già anticipato nella prima risposta. Voler bene e sentire che altri te ne vogliono è il senso della vita stes-sa. Ancor di più se il volersi bene passa per gli abbracci, le tenerezze, il soste-gno, la partecipazione alle lacrime e ai sorrisi che la vita regala a chi si ama.

-Sentirsi amati sicuramente è impor-tante, perché rafforza l’autostima e la capacità di affrontare gli eventi quo-tidiani. Che ricordi ha dei momenti in cui si è sentita circondata da affetti profondi?Ho ricordi di condivisione affetto e vi-cinanza, soffrendo e amando insieme all’altro.

-Come si evince dal romanzo, le bar-

riere architettoniche costituiscono impedimenti insormontabili, dovuti purtroppo molto spesso alla scarsa co-noscenza o mancata sensibilizzazione del prossimo sul tema della disabilità. Nel tempo, ha notato dei miglioramen-ti che potranno, secondo lei, suscitare dei comportamenti positivi nella so-cietà?Qualcosa è cambiato e va migliorando ma le barriere non sono architettoni-che, o comunque non solo tali. Le vere barriere sono culturali. E non solo nei confronti dei cosiddetti disabili. L’indif-ferenza, gli egoismi, le solitudini entro le quali ci arrocchiamo sono barriere. L’apertura agli altri dovrebbe essere quella che non permette a nessuno di sentirsi trasparente o solo tra tanta gente. È la compassione latina, il “pati-re con” non solo nel bisogno ma anche nella gioia.

-Dottoressa, l’intervista sarà destina-ta prevalentemente agli studenti. Che cosa sente di consigliare ai giovani che dovranno interamente costruire il pro-prio futuro?Ragazzi studiate, non saziate mai di conoscere meglio e di più, coltivate in-teressi e passioni. Inseguite i vostri so-gni senza paura anche se vi sembrano impossibili. Il sogno per essere tale si affaccia alla finestra dell’impossibile e chiede di essere colorato e profumato con l’impegno quotidiano e la tensio-ne costante a fare domani qualcosa in più di oggi. L’eroismo e nel giorno dopo giorno a costruire il proprio volo verso cime sempre più alte. Anche se quel-le cime portanti lontano dalle certezze

e dagli affetti più consolidati. Da ogni cima scalata voltatevi a guardare da dove siete partiti e quel dove tenetelo sempre nel cuore perché non si arriva da nessuna parte se non si parte da qualche parte e perché ogni luogo che rendiamo significativo con la nostra presenza è luogo solo per le persone che con noi l’hanno frequentato.A voi posso solo augurare buona vita e buon volo con il coraggio sempre di non rinunciare alla propria dignità, alla propria libertà e al sorriso anche quan-do proprio non se ne ha voglia. Chi regala più sorrisi che tristezza aiuta il mondo a non naufragare del tutto.

-Giunti al termine dell’intervista, le ri-volgo una domanda dal fascino sporti-vo e dalla quale attendo una risposta da vera tifosa juventina. Quali sono le sue considerazioni in seguito alla par-tita disputata allo stadio San Paolo di Napoli tra Napoli e Juventus? E, in par-ticolare, che cosa può dirmi sulla sua squadra del cuore?La fede juventina non si spiega. C’è. Ti accompagna e fa parte della vita come il caffè la mattina, come i momenti più brutti e quelli meravigliosi. E la sera del San Paolo è stata MERAVIGLIOSA. Non aggiungo altro per rispetto dei co-lori diversi da bianconero e anche per non attrarre … troppi voti non proprio augurali… così …. per giusta scaraman-zia?!.....Grazie di tutto.L’intervista si è conclusa. Dottoressa Leccese, la ringrazio per il tempo pre-zioso che mi ha dedicato con disponi-bilità e cortesia.

Aula Magna Accoglienza della Dirigente alla Scrittrice

Una coinvolgente esperienza multiculturale: Scambio Chieti-Monaco

di Lisa Mammarella

Dal 6 al 13 novembre del 2017, noi studenti delle classi seconde e terze del Liceo Linguistico abbiamo avuto la possibilità di partecipare allo scam-bio culturale con la scuola “Oskar Von Miller” di Monaco, in Germania. Questa prima parte dell’esperienza, os-sia ricevere i ragazzi tedeschi, ci ha la-sciati piacevolmente stupiti; grazie alle diverse escursioni e alle varie attività coinvolgenti vissute insieme, abbiamo conosciuto una nuova cultura, nuove persone e, soprattutto, ci siamo divertiti. Uno degli aspetti che forse ci spaventa-

va di più, ma che alla fine si è rivelato divertente, era quello della comuni-cazione: all’inizio era normale avere esitazioni, aver paura di sbagliare o di fare brutte figure, soprattutto quan-do dovevamo parlare il tedesco, ma ci siamo subito resi conto di trovar-ci tutti nella stessa situazione, ossia di essere alle prime armi con la pra-tica vera e propria della lingua, noi con il tedesco e loro con l’italiano.Il rapporto con i partner tedeschi, nei primi giorni, è stato un po’ distacca-to a causa dell’imbarazzo iniziale ma,

subito dopo esserci conosciuti meglio ed essere entrati più in confidenza, è cominciato a nascere un bel rapporto di amicizia, grazie alla curiosità, all’in-teresse e alla voglia reciproci di sfrut-tare questa opportunità al meglio. Durante i 7 giorni, ricchi di momen-ti indimenticabili, così come di alti e bassi, ci siamo confrontati, e abbiamo capito di essere completamente di-versi dai ragazzi tedeschi: noi, molto rumorosi e aperti, mentre loro molto più riservati, ma, nonostante ciò, ab-biamo vissuto un’esperienza unica! Siamo tutti d’accordo sul fatto di esse-re estremamente fortunati nel poter prendere parte a questa iniziativa e ora aspettiamo con trepidazione la parten-za per rivedere i nostri ragazzi e goderci gli immensi paesaggi della Germania!

PROGRAMMA DI ACCOGLIENZA Oskar-von-Miller Gymnasium München

Istituto Magistrale Gonzaga Chieti

Lunedì, 06.11.2017L’ arrivo dei ragazzi tedeschi allastazione di Pescara

Martedì. 07.11.2017Ore 8.00: accoglienza a scuola, incontroin aula magna (partecipano le classi II L. II O e III L al completo)Saluto del Dirigente Scolastico, prof.ssa Grazia Angeloni. Di seguito: visita gui-data al centro storico di Chieti (a cura dei ragazzi di II L), con visita al Palazzo De Majo.

Mercoledì, 08.11.2017Escursione giornaliera (solo ragazzi tedeschi)h. 8.30: partenza da Chieti per Loreto Aprutino. Visita guidata al centro stori-co di Loreto Aprutino Visita al biscotti-ficio e al Frantoio SCAL e degustazione Olio Pretole.h. 11.30: visita al Museo dell’Olio e alMuseo delle Ceramiche di LoretoAprutino centro di eccellenza per la produzione dell’olio extravergine in Abruzzo e la visita cade in pieno perio-do di raccolta delle olive.

Giovedì, 09.11.2017h. 8.00: partecipazione alle lezioni in piccoli gruppi (3 ore)h. 11.00-14.00: lavori di gruppo al progetto (ragazzi tedeschi e italiani)

Chieti - San Giustino Loreto Aprutino - Museo Ceramiche

Loreto Aprutino - Azienta Agricola Olio Pretole con Degustazione guidata Olio extravergine di Oliva

con il teatro “Rossetti” di Vasto, nellasplendida cornice della Riserva Naturale di Punta Aderci, è statopoi ricavato un videoclip, inviatoal Miur, per la partecipazione dellaclasse al Concorso “Il mio nessunparli”. Durante questa giornata,dedicata all’arte e alla musica,molti ragazzi hanno provato per la prima volta degli strumenti musicali:il pianoforte, il violoncello, la batteria,la tromba e la chitarra.La manifestazione, che ha mostra-to i talenti e le capacità creative dei partecipanti, è stata coinvolgentee culturalmente interessante.

Scuola Superiore di I grado “Antonelli” di Chieti

VISITE E LABORATORI NEI MUSEI

di Francesca Esposito, Pierpaolo Monaco, Chiara Salvati,

Irene Sciarretta.

La classe 3^D del Liceo di Scienze Uma-ne “I. Gonzaga” di Chieti avvia le attivi-tà del Progetto “Meraviglie d’Abruzzo”, ideato per l’anno scolastico 2017-18 dalla professoressa Maria Rosaria Giannobile, partecipando alle attività laboratoriali del 24 novembre 2017, con la finalità di scoprire le forme ar-tistiche del periodo rinascimentale, esposte nel “Museo Barbella” di Chieti. In questo luogo, dove il tempo sembra essersi fermato, gli studenti rimangono affascinati dai dipinti, dalle numerose ceramiche di Castelli e dalle sculture dell’artista a cui il museo è intitolato. Per rendere coinvolgente l’incontro, gli allievi, accompagnati dalle docenti di classe Maria Rosaria Giannobile, Lisa Mammarella e Silvana Di Cicco, ven-gono divisi in gruppi e ricevono la con-segna di compilare delle schede predi-sposte, tenendo conto delle didascalie presenti nelle varie opere. Successi-vamente, vengono riuniti nella sala a tema religioso, che raccoglie opere rappresentati la Madonna con il Bam-bino e i santi Gerolamo e Giuseppe. Gli alunni analizzano alcuni polittici, ossia delle pale d’altare composte da più pannelli incernierati, che presentano somiglianze con le tavole custodite nel Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila: ne illustra le caratteristiche la dotto-ressa Mariangela Terrenzio, esperta

archeologa del Polo Museale dell’Abruzzo. Il successivo laboratorio si svolge il giorno 1° dicembre 2017 nel museo “Villa Frigerj”. Gli allievi vengono divisi in tre gruppi: il primo con il compito di realizzare una pergamena, contenente preghiere in lingua latina; il secondo e il terzo con l’incarico di creare un libro con una copertina di pelle. Tutti gli studenti si sentono protagonisti nella progettazione dei com-piti autentici: lavorano, cercano informazioni, le analizzano e stu-diano, utilizzano le conoscenze che possiedono e ne sviluppano al-tre. Le attività pratiche risultano, quindi, interessanti e coinvolgenti, perché stimolano il pensiero critico e creativo per risolvere un problema.

Ragazzi di 3° D a lavoro!

MUSICA E ARTE OLTRE LE PAROLE

Tredici scuole radunate in unpomeriggio culturale

di C. Di Vincenzo, G. Melena, L. Tacconelli, B. Tomassetti e J. Torello

Il giorno 22 novembre 2017 si è tenuta la manifestazione “Nessun parli”, presso la Scuola Superiore di I grado “Antonelli” di Chieti, doveglistudenti frequentanti i diversiistituti della provincia di Chieti sisono dilettati in esibizioni: coreografie,canti corali e brani musicali, ineditie conosciuti. Ha partecipato anche il Liceo “I. Gonzaga” di Chieti, rappre-sentato dalla classe 5^D. Gli alunni hanno allestito nell’aula di musica la mostra espositivadel Progetto “Chieti, una città da scoprire”, per mostrarne i tesori perlopiù nascosti alle nuove generazioni. Inoltrehanno prodotto un video sulle attività didattiche svolte nel territorio, soprattutto nel teatro “Mar-rucino” di Chieti, del quale quest’anno si celebra il bicentenario. Dal filmato, in cui si è presentato un confronto

Venerdì, 10.11.2017 (programma per tutti i partecipanti allo scambio). h. 8.00 – ritrovo a scuola e partenza alle 8.30 per Fara San Martino (Parco Nazionale Majella)h. 9.30 – Visita al Pastificio BioAlimen-ta, pasta Farabella, leader per la pro-duzione di pasta senza glutineh. 10.30: visita all’antica Gualchiera Orsatti. Escursione alle Gole e all’Ab-bazia di S. Martino (sito archeologico medioevale oggetto di scavi tra il 2005 e il 2009). Visita al parco fluviale delle Sorgenti del fiume Verde.

Sabato, 11.11.2017Ore 10.30: visita al Museo della Civitel-la a Chieti (tutti i partecipanti)Laboratorio didattico della ceramica.

Domenica, 12.11.2017Giornata in famiglia. Sera: cena con prodotti tipici in un ristorante di Chieti.

Lunedì, 13.11.2017h. 8.11: partenza dei ragazzi tede-schi dalla stazione di Pescara (ritro-vo h. 7.40 al più tardi alla stazione).

Fara San Martino - Parco Nazionale della Majella

Fara San Martino - Parco Nazionale della Majella

Museo Archeologico La Civitella - Laboratorio di Ceramica

Il “Gonzaga” di Chieti al

Maker Faire - Rome 4.0

di C. Di Nino, F. Romana Di Camillo, A. Pinna, A. Palestini, G. Malandra

Chi di noi non incontra sui social un video con istruzioni “fai da te”attraverso le quali viene illustrato come, riciclando oggetti quoti-diani, si possono fare invenzioniper risolvere problemi pratici?La cultura del “fai da te” inambito tecnologico è alla base del“movimento makers”, e la fiera di Roma è il luogo dove appassionati di ogni età si incontrano per presentare ipropri progetti e condividere conoscenze e scoperte con il restodel mondo.Il giorno venerdì 1 dicembre alle 6 del mattino noi alunne della II D del Liceo delle Scienze Umane ci siamo date appuntamento al Terminal Bus di Chieti per andare al Maker Faire di Roma. Maker Faire è il più importante spettacolo al mondo sull’innovazione,un evento family-friendly ricco diinvenzioni e creatività. Durante il viaggio sull’autobus ci siamo divertite molto, cantando in coro canzoniabruzzesi e ascoltando i nostri branipreferiti. Alle ore 7:30 abbiamofatto una sosta di 20 minutinell’autogrill di Carsoli per mangia-re qualcosa. Arrivati a Roma, abbia-mo fatto la fila per entrare al MakerFaire e le professoresse ci hanno dato una mappa per orientarci. Poi cisiamo divise in gruppi e abbiamocominciato ad esplorare i varipadiglioni, ben nove, ognuno dei quali dedicato a un tema diverso. Vi presentiamo i nostri preferiti,i padiglioni 4 e 9.

Padiglione 4. All’interno del padiglione 4, i giova-ni aspiranti maker, dai 4 ai 15 anni,hanno potuto sperimentare in prima persona il vero spirito maker, attra-verso tantissime attività di elettronica, robotica, programmazione e creativi-tà digitale. L’Area Open Lab era inte-rattiva, capace di accogliere un gran numero di partecipanti. I bambini, ac-compagnati e supportati da educatori Codemotion Kids, hanno potuto divertirsi

nella programmazione di robot o nella costruzione di macchinee strutture robotiche. All’interno dei Fablab for Kids! i partecipantihanno scoperto i segreti di tutti i macchinari più interessantidel “fai da te” digitale, partecipando a sessioni di laboratorio dedicate alla pro-totipazione. Padiglione 9. L’area food, all’interno del Maker Faire - Rome, è stata pensata come un viaggio lungo la catena alimentare centrato sull’essere food maker. Il food maker è il protagonista dell’intero ciclo alimentare, che coltiva, produce, trasforma, combina, scambia, consuma, ricicla. Egli con il suo operato e le sue scelte quotidiane può davvero generare un impatto sull’interacomunità. L’area espositiva è stata quindi caratterizzata da attrazioni ed installazioni, workshop e talks; un percorso che portava il visitatore a vive-re i diversi momenti della catena alimentare, proiettandosi nel futuro. I foodmaker stanno rivoluzionando il mondo del cibo: agricoltura digitale, food design, mindful eating, smart kitchen, cibi dai super poteri e, soprattutto, alcunetematiche che riguardano la vita quotidiana, come la valorizzazione delFood Waste e la Food Safety. Per ogni area alcuni food maker hanno illustrato le loro creazioni e coinvolto il pubblico, condividendo il processodi creazione e nozioni di base.

Nella foto, un esempio di coltivazione verticale.

Maker Faire for Kids … in primo piano

di A. Lattanzio, E. Scarperia, S. Di Crescenzo, V. Di Pasquale

Il padiglione 4 del Maker Faire Rome era dedicato al mondo dei bambini. In quest’Area Kids, perragazzi dai 4 ai 15 anni, vi era-no presenti laboratori dove si po-teva esplorare il mondo virtuale.Uno degli stand prevedeva la mis-sione su Marte, per i bambini dai 7 ai 15 anni, con l’esplorazionedel pianeta rosso attraverso ro-bot simili al Rover della Nasa, sceso sul pianeta nel 2012.Nell’area Open Lab era possibi-le costruire città interamente fat-

te di mattoncini delle costruzioniLego (ad esempio i monumen-ti più importanti di Roma), scopri-re il funzionamento di una giostra edisegnare “nello spazio” grazie alla penna 3D. Uno degli stand che ci ha colpito maggiormente eraquello dedicato alla “metamorfo-si”. Questo proponeva “la magia del sapone”: un maker ha presouna tavoletta di legno con dei fili di ferro disposti in modo da creare una forma, per poi farcipassare in mezzo degli ogget-ti senza che essa si rompesse.Un altro stand proponeva lecostruzioni con i mattoncini Lego, dalla costruzione di semplicipersonaggi fino ad arrivare interecittà, come ad esempio Roma. Ibambini visitatori si sono ingegnatiper costruire qualcosa di innovati-vo. Con oltre 7 milioni di mattoncini Lego, 15 metri di larghezza e 5 dilunghezza, hanno ricostruito Roma nei minimi dettagli: era possibileammirarne i cantieri, le stazioni del treno e le metropolitane, oltreai personaggi della fantasia, daiSimpson ai Supereroi Marvel, che si aggiravano per le sue stradeinsieme a tanti altri conosciutissimial pubblico.

Le tre rivoluzioni industriali della storia

Nel corso della storia moderna econtemporanea abbiamo avutotre rivoluzioni industriali: - la prima fu quella della macchinaa vapore e del carbone, dellafine del Settecento;- la seconda fu quella del motore a scoppio, dell’elettricità e del petrolio, che iniziò attorno al 1870;- la terza è quella dell’energia atomi-ca, dell’astronautica e dell’informatica, iniziata al termine della seconda guer-ra mondiale.

La rivoluzione digitale, detta anche rivoluzione informatica, ha segnato il passaggio dalla tecnologia meccanica ed elettronica analogicaall’elettronica digitale. Essa ebbe inizio dai tardi anni Cinquanta fino ai tardianni Settanta del Novecento, con l’adozione e la proliferazione di calcolatorielettronici e di preservazione di memorie digitali, all’interno della cosiddettaterza rivoluzione industriale. La rivoluzione digitale ha segnato l’inizio di una nuova era, l’Era dell’Informazione.

Il concetto di smart factory

L’industria 4.0 passa per il concetto di smart factory che comprende tre aspetti. Smart production: nuove tecnologie produttive che creano collaborazione tra tutti gli elementi presenti nella produzione, ovverocollaborazione tra operatore, macchine e strumenti. Smart services: tutte le “infrastrutture informatiche” e tecniche che permettono di integrare i sistemi, ma anche tutte le strutture che permettono di integrare le aziende (fornitore – cliente) tra loro e con le strutture esterne (strade, gestione dei rifiuti, etc.). Smart energy: stando attenti all’inquinamento, creando sistemi piùperformanti e riducendo gli sprechi di energia secondoi paradigmi tipici dell’energia sostenibile.

Rivoluzione informatica

La quarta rivoluzioneindustriale al Maker Faire

di V. Della Rocca, G. D’Amico, M. Cicalini, S. Nicolò

Nuove tecnologie sono state presentate al Maker Faire 2017 come droni, mani meccaniche e robot con riconoscimento delle emozioni; ma non solo, anche decorazioni per casa e accessori luminosi per il nostro guardaro-ba.

Ecco a voi alcuni immagini:Questo è il Sanbot Elf, ovvero un robot che viene utilizzato in vari campi del lavoro:- sanità: ricorda alle persone di prendere le medicine o di una visita con il dottore, supporta l’accoglienza in ospedale, mo-nitora i parametri vitali e aiuta nella compilazione dei moduli dei pazienti.- scuola: racconta storia e favole, canta e gioca. E’ un assistete di-dattico e compagno di gioco per i bambini; ed è uno strumento didattico per l’insegnante.- negozi: accoglie i clienti e li gui-da nell’acquisto, risponde alle domande e cerca i clienti che hanno bisogno di aiuto, infine presenta le novità e le offerte speciali.

Al Maker Faire c’erano anche molti droni impiegati in vari modi: si sono esibiti in uno spettacolo dove mostravano la loro veloci-tà in una gara, per la sicurezza in qualunque evento e, ad esem-pio, per sondare alcuni territori.

Questo è un progetto di due ra-gazzi della Romania: un braccio che automaticamente cambia le posizioni della mano secondo comandi dati in precedenza. Po-trebbe essere impiegato per del-le protesi intelligenti che sostitu-iscano un arto mancante a causa di un incidente o malformato.

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L’ABRUZZO AL MAKER FAIREdi M. Schiazza, M. Morganti, P. Leone, M. Pastorelli

L’Abruzzo al Maker Faire-Rome 2017 4.0 è stato rappre-sentato da due scuole: l’Istituto Professionale per l’In-dustria e l’Artigianato “U. Pomilio” di Chieti e l’Istituto Industriale Statale “A. Volta” di Pescara. Le loro inven-zioni sono state esposte negli stand alla Fiera di Roma. L’Istituto “U. Pomilio” attraverso i lavori dell’indirizzo moda ha esposto dei vestiti rappresentando il connubio tra tecnologia e moda: gli alunni hanno creato tre vestiti da sposa illuminati da luci a led. Per mezzo di un inter-ruttore, cucito sul corpetto dell’abito, le luci del vestito si accendevano e si spegnevano. Per illuminare la gonna di quest’abito bisogna fotografarlo con il flash; le luci del vestito si attivano mediante il rumore provocato dal bat-tito delle mani. L’Istituto Industriale di Pescara ha proget-tato due robot: il primo è in grado di riconoscere il colore di un cubo e posizionarlo nel posto giusto; il secondo può individuare eventuali ordigni esplosivi posizionati sotto le autovetture.

Olimpiadi digitali dei Diritti Umani

UNA NUOVA SFIDA PERIL GONZAGA!

di P. Monaco e B. Roscioli

Il giorno 7 dicembre 2017, presso l’aula informatica del Liceo “I. Gon-zaga” di Chieti, si è svolta la prima edizione delle “Olimpiadi digitali dei Diritti Umani”. L’iniziativa è sta-ta organizzata dall’Istituto Supe-riore d’Istruzione “Sandro Pertini”, dall’organizzazione no profit Robert Kennedy Human Rights e dal Coor-dinamento Nazionale dei Docenti. I protagonisti di questa esperienza sono stati sei alunni, selezionati dai docenti sostenitori del progetto, appartenenti ai tre indirizzi licea-li: Claudia Di Girolamo, Francesca Ferrante, Gaia Melena, Pierpaolo Monaco, Benedetta Roscioli e Gior-gia Zampoli; ha, inoltre, partecipato Lorenza Ranieri, per documenta-re l’avvenimento con l’ausilio del-la videocamera. Nell’attività han-no preso parte i professori Iacopo Calci, Annalisa Colecchia, Lorella Frastornini, Gabriella Villante, Fer-dinando Liberi e Valeria Petaccia.In vista della competizione, gli stu-denti si sono preparati sugli argo-

menti forniti dalla piattaforma digitale “Edmodo”, con simulazioni inerenti alla prova ufficiale, incontrandosi più volte nell’atrio della scuola. L’iniziati-va è stata dedicata alla ricorrenza dell’omicidio di Robert Francis Kennedy, ex Procuratore generale e Senatore degli Stati Uniti d’America, ucciso nel 1968. Alle ore 8:20 gli allievi e i professori, riuniti nell’aula multimediale, hanno ricontrollato gli appunti e scattato qualche foto celebrativa dell’e-vento, indossando le magliette con il logo della scuola e con la famosa citazione di Terenzio: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”, ossia: “Sono uomo, nulla di ciò che è umano mi è straniero”. La sfida ha avuto inizio alle 9:30 e, dopo un po’ di trepidazione, il gruppo ha conseguito l’accesso alla piattaforma digitale “Kahoot”. Cinque domande hanno fatto contendere il primato al Liceo “I. Gonzaga” di Chieti e all’ITCG “A. Martini” di Castelfranco Veneto (TV), che sono risultate le scuole più preparate su cinque concorrenti. Dopo un’accesa disputa, arrivati all’ultimo quesito, i ragazzi sono caduti in un tranello, sbagliando il nome del leader politico americano, simbolo della competizione. Malgrado la sconfitta, gli aspiran-ti si sono mostrati comunque soddisfatti della gara, assicurando nuova-mente la loro presenza nel prossimo anno scolastico, per ottenere una meritata rivincita, che spetterebbe di “Diritto”!

Ragazzi che hanno partecipato alle Olimpiadi

Gli studenti del Gonzagamettono in campo i loro

talenti e incantano il pubblicoal Supercinema di Chieti

TALENTO E SPETTACOLO ALL’INSEGNA DEL NATALEEsibizioni di canto e ballo, composizioni musicali e

imitazioni

di S. De Leonardis Di Ruscio

La mattina del 21 dicembre 2017 si è tenuto lo spetta-colo di Natale degli studenti del Liceo Statale “I. Gonzaga” di Chieti. L’evento si è svol-to nel Supercinema, che ha accolto più di 750 persone. La manifestazione è stata re-alizzata per dare avvio alle vacanze natalizie, ma anche per mostrare i diversi talenti degli studenti, che sono riu-sciti a presentare uno spet-tacolo incredibilmente ap-passionante, affrontando anche tematiche di spessore umano, come il ricordo della tragedia avvenuta lo scorso anno nell’Hotel di Rigopiano. Protagonisti sono stati an-che i Rappresentanti d’Isti-tuto che, con impegno e pa-zienza, hanno organizzato lo spettacolo in ogni sua parte e presentato tutti gli arti-sti, che si sono susseguiti sul palco. Esibizioni di ballo e canto, imitazioni e composi-zioni musicali hanno coinvol-to la platea per quattro ore. Sorpresi i docenti e la Dirigen-te Grazia Angeloni, che ha am-messo di essere emozionata e fiera dei suoi studenti. La par-te conclusiva ha inoltre divertito tutti, perché i professori sono stati invitati sul palcoscenico e hanno ballato con i loro alunni, accompagnati dalle note di GigiD’Agostino.

Dirigente con Marika Pellegrini

Andrea Pascetta Benedetta Timperio

Ballo 4° M

Clarissa Loiacono

Coro

Diletta Di Marco

Dana Bene

Francesca Miccoli

Imitazione a cura della 5 L

Lorenzo ProdonRiccardo Ventura - presentatore

Giulia D’Alessandro

Ivan Gryskiv

Marco Schiazza - presentatore

Lidia D’Addario e Irene Mammarella Martino Valeri

Martina Di Ruscio

Luigi Buracchio

Imitazione a cura della 5 M

Ludovica Sulpizio

Vittoria Giordano - presentatrice

Valentina Vincitorio

Quartetto Prodon

Siria Iurino

Sergio Liberti

Monica Evangelista Sabina Di Nisio

Stefano De Leonardis - presentatore

Trio Di Domenino

Matteo Retico - presentatore

Professoresse del Liceo Gonzaga

Francesco PasquiniMarianna Mancini

LA FORZA DELL’AMORE EDELLA SOLIDARIRTA’

Visita alla “Capanna di Betlemme” della nostra città

Classe II D

Nella giornata di lunedì 4 dicembre noi alunni della classe 2^D del Liceo Sta-tale “Isabella Gonzaga”, insieme alla classe 2^O, ci siamo recati presso la “Capanna di Betlemme” per una visita programmata all’interno del progetto “Sì alla vita”. Esso vuol sensibilizzare noi alunni alla conoscenza della vita in ogni suo aspetto, al rispetto della dignità di ogni uomo e all’accoglienza delle diversità. Che cos’è la “Capanna di Betlemme”La “Capanna di Betlemme”, situata a Chieti in Via Gennaro Ravizza n. 107 nei pressi della Civitella, si trova in una ex scuola privata di proprietà delle suore Orsoline, donata da queste ulti-me il 15 settembre del 2014 alla Dio-cesi, per essere luogo di accoglienza, offrire protezione e conforto a persone senza fissa dimora o in difficoltà, non solo per motivi economici ma anche per motivi sociali, psicologici e fisici. Il coordinatore della casa di accoglienza è Luca Fortunato, un ragazzo di Barlet-ta che ci ha accolto e fatto conoscere le realtà della "Capanna".La nostra visitaAppena arrivati siamo stati accolti da Luca, da alcuni volontari e diver-si ospiti della "Capanna" nella sala da pranzo. Subito Luca ci ha raccontato la sua esperienza inerente la scelta di diventare un volontario: nelle sue pa-role ha lasciato trasparire il suo amore incondizionato nella solidarietà e nel contatto giornaliero con le persone bisognose, oltre a farci comprendere quali siano le cose veramente impor-tanti della vita che a volte noi sottova-lutiamo, come aiutare gli altri, cosa che dà soddisfazione ed allegria. I volontari che fanno parte di questa associazione si impegnano non solo a dare una casa a coloro che non la possiedono, ma a farli sentire in una vera e propria fami-glia. In questa casa tutti condividono tutto, dalle camere agli spazi ricreativi, anche se questo è molto difficile, per-ché ognuno vorrebbe la propria pri-

vacy. Gli ospiti si dividono i compiti in base alle loro competenze, come cucinare, apparecchiare, stirare, lavare e svolgere altre faccende domestiche e non solo, per il buon funzionamento della struttura. Alcuni lavorano alla creazione e re-alizzazione di oggetti che poi vengono venduti ed il cui ricavato viene messo a disposizione di tutta la comunità.Questo impegno ci ha colpito in modo particolare perché “i poveri aiutano i po-veri” nel sostegno reciproco. Luca, insieme ad altri volontari, tutti i lunedì sera incontra i senza tetto della città o delle zone limitrofe come barboni, alcolizzati, ragazze madri abbandonate dalla propria famiglia o chiunque non abbia casa … “ma ci sono tanti poveri che non ci cercheranno mai! Quelli li dobbiamo cercare noi. Se non li vado a cercare, io non sono vero, perché dico che sono i miei fratelli” (Don Oreste Benzi). Nella struttura ci sono molti bambini che ricevono cure ed affetto ed hanno la possibilità di andare a scuola crescendo in un am-biente più sano rispetto alla loro situazione precedente. Luca ci ha anche presentato delle persone ospiti all’interno della casa raccontando la loro esperienza di vita, per farci capire che prendere per mano la difficoltà e la fragilità dell’altro non solo aiuta la persona stessa, ma riempie di felicità il suo cuore. Guidati da alcuni volontari, dopo aver visitato tutta la struttura, alcuni di noi si sono fermati per aiutare ad apparecchiare la tavola per la mensa. Questa visita ci ha permesso di capire quali sono i veri valori della vita e che la “Capanna di Betlemme” è un luogo di passaggio momentaneo, dove trovare una stabilità temporanea perriprendere in mano la propria vita e cercare un vero futuro, pieno di nuove aspettative per il domani.

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Classe 2° D in visita presso la Casa di Betlemme - sede di Chieti.

Johnny Hallyday, un monument de la chanson

française, est mort

Classe III N

Johnny Hallyday (de son vrai nom Je-an-Philippe Smet), la superstar, la lég-ende du rock à la française est décédé le 6 décembre 2017, à l’âge de 74 ans. Le chanteur luttait depuis plusieurs mois contre un cancer des poumons. (photo 1)Les nombreuses réactions sur les rés-eaux sociaux, à la radio et à la télévisi-on témoignent du succès de celui qui était surnommé l’idole des jeunes au début de sa carrière.Johnny Hallyday est devenu une lég-ende: il n’a pas seulement marqué la musique populaire en France, il a marqué les Français. Il laisse derrière lui une carrière monumentale et une France orpheline. (photo2)C’était un véritable « monstre » sacré, il laisse aux Français 60 ans de chan-sons, des mélodies qui ont su s’adapter à différents styles musicaux.Une cérémonie d’hommage a eu lieu le 9 décembre à la Madeleine à Paris. Des dizaines de milliers de personnes ont afflué pour un dernier adieu. Après avoir descendu les Champs-Élysées, le convoi funéraire est arrivé Place de la Madeleine. Le Président de la Répub-lique française, Emmanuel Macron, a pris la parole sur les marches de l’ég-lise où le cercueil a été déposé avant la cérémonie religieuse. Une immense photo du chanteur a été accrochée à la façade du bâtiment. (photo3)Emmanuel Macron a déclaré : «C’était une part de nous-mêmes, une part de la France». Les tubes de Johnny ont ac-compagné toutes les époques pendant plus d’un demi-siècle. Il a enregistré 50 albums studio et vendu quelque 100 millions de disques, en près de 60 ans de carrière. La chanson « Que je t’aime » (1969) fait partie des plus gros hits de ce chanteur. « Quelque chose de Tennessee » (1985) est une chanson qui a été écrite par Michel Berger pour rendre hommage à l’écrivain Tennes-see Williams. « L’envie » (1986) écrite par Jean-Jacques Goldman est une chanson d’exception. Mais aussi « Vi-vre pour le meilleur » (1999) jusqu’à « Un dimanche de janvier » chantée en

2016 après les attentats de Paris en 2015. (photo4)Johnny Hallyday a traversé lesgénérations et les époques, séduisantun public toujours plus large. Sonultime album va sortir en 2018, il est particulièrement attendu. John-ny a duré pendant toute sa vie et il va durer dans le futur. On est très loin d’en avoir fini avec lui.

LA MIA PASSIONE:I TESSUTI AEREI

di B. Flacco e G. Donatucci

Mi chiamo Beatrice, ho 14 anni e vivo a Chieti. La mia passione sono i tessuti aerei. E’ una disci-plina antica, nata nel circo e ora diventata uno sport, ed è anche molto dura: solo se ti impegni con costanza riuscirai a conseguire risultati. Gli acrobati eseguono su teli di nylon delle acrobazie spetta-colari, giravolte e cadute, al fine dicreare posizioni sempre più strane e appariscenti. Questa mia passionenasce per un desiderio inconscio di volare: fin dall’età di quattro anni, amavo muovermi instancabil-mente ed arrampicarmi. La mia insegnante si chiama Valentina, ed ha avuto da poco una bambi-na; la mia compagna di avventure sui tessuti aerei si chiama Alice. In palestra vado il lunedì, il merco-ledì e alcune volte il venerdì. La mia prima lezione è stata “odio e amore” nello stesso tempo; in-

fatti i miei primi tentativi di salire sui tessuti sono stati deludenti, perché non riuscivo a fare niente. Piano piano, tuttavia, sono arri-vati i primi risultati. Dopo aver imparato a salire, ho acquisito alcune figure che, devo ricono-scerlo, mi sembravano assi diffici-li; invece ora sorrido a ripensare alle urla di dolore che ho lanciato quando ero piccola, soprattutto quando i miei piedini venivano compressi dai tessuti, o quan-do essi mi sfregavano le mani. Nei tessuti aerei bisogna avere forza e concentrazione perché, se in un momento di panico non sai cosa fare, puoi cadere o intrecciar-ti, e farti molto male. Ora che sono più grande so come comportarmi sui tessuti. Prima di salire bisogna fare stretching, eseguendo addo-minali, posizioni di yoga, flessioni ed esercizi di elasticità; una volta effettuati, bisogna prima scaldarsi sui tessuti facendo varie salite a piedi nudi, il reverse (una specie di capovolta all’indietro interrotta in posizione di spaccata frontale),

la pallina (chiudersi come in un bozzolo in mezzo ai due tessu-ti aperti tirati dalle due braccia). A questo punto noi atlete possia-mo iniziare a fare tutte le figure che vogliamo, e ogni giorno neimpariamo una nuova. Dopo aver finito la lezio-ne, prima di andarsene, biso-gna fare di nuovo stretching. A chi ha intenzione di intrapren-dere questa disciplina darei i se-guenti consigli. 1. Non mangiate o bevete prima di salire sui tessuti.2. Se vi fanno male le mani non salite perché potreste scivolare e cadere .3. Ascoltate sempre la vostra in-segnante.4. Non salite mai se non sapete cosa fare.5. Non fatevi mai tentare dallo smartphone di chi assiste alla le-zione: una semplice distrazione può esservi fatale.

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SPORT

Ginnasta a lavoro!

Tragedia in Abruzzo

L’HOTEL RIGOPIANOCOSTRUITO IN ZONA A

RISCHIO

di G. Romagnoli

La parola agli esperti

“L’edificio sorgeva in una zona a ri-schio, che era già stata colpita da una slavina nel 1936”. Queste sono le pa-role dei geologi che stanno studiando le dinamiche della calamità naturale, abbattutasi il 18 gennaio 2017 sull’ho-tel Rigopiano di Farindola, causando 29 vittime. Alcune scosse di terremoto si erano verificate molte ore prima del disastro e in una zona molto distante dall’albergo. Secondo i geologi, è dif-ficile immaginare che un terremoto di magnitudo 5.1 possa innescare una va-langa a così tanti chilometri di distanza dall’epicentro. A spiegare bene quanto accaduto è il dottor Gian Gabriele Ori dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti: “Di solito - osserva l’esperto - i boschi resistono a slavine e valan-ghe”. La tragedia di Rigopiano, invece, ha visto il distacco di un’enorme mas-sa di alberi e detriti che sono rotolati sotto la spinta di un pesante manto di neve. I tecnici hanno addirittura am-messo che in quel luogo non si poteva costruire, poiché situato a valle di un canalone di montagna che si restringe pericolosamente proprio in prossimità della struttura ormai cancellata. Non si parla solo di natura maligna, ma anche di incoscienza umana, che ora fa pagare le conseguenze. Il sindaco di Farindola e il presidente della provin-cia sono sotto inchiesta per omicidio colposo plurimo, e sono stati indagati anche i membri della Protezione civi-le per il ritardo dei soccorsi. A un anno di distanza dal triste evento rimane il dolore implacabile dei familiari e degli amici delle vittime, resta l’angoscia di chi è sopravvissuto malconcio a quelle ore da brivido, tornando a casa senza i propri cari. Oggi si attende fiduciosi solo l’esito della giustizia.

PER NON DIMENTICARE

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Immagini dei Vigili del Fuoco

Approvata in Italia l’eutanasia!

IL BIOTESTAMENTO È LEGGE!Dissenso o ottimismo?

di P. Monaco

Finalmente la norma, incessantemen-te discussa, è stata accolta in Senato! Il 14 dicembre 2017 è un giorno me-morabile per tutti coloro che hanno lottato, perché il biotestamento fosse riconosciuto come diritto. A Palazzo Madama i votanti sono stati 257 con un risultato schiacciante: 180 i favorevoli alla “dolce morte”, 71 i con-trari e 6 gli astenuti.Il Senato approva, ma non si placano le controversie sul piano etico, medico e politico.Tra i componenti la maggioranza vi sono esponenti del Pd, M5S e della Sinistra. Nell’aula sono presenti anche Emma Bonino, altri esponenti radica-li e rappresentanti dell’associazione “Luca Coscioni”, in difesa della libertà scientifica italiana, tutti pronti a festeg-giare la vittoria!Il Presidente del Consiglio Paolo Gen-tiloni così si è espresso: “È una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona”. Anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha rilasciato una dichiarazione: “Per me non c’era bisogno di una legge, ci saranno aspet-ti da monitorare”, mentre il Segreta-rio nazionale del Pd Matteo Renzi ha asserito: “Un passo verso la libertà. L’impegno ora è accompagnare con amore chi soffre”. Tra gli opposito-ri della legge c’è Papa Francesco, che nel Messaggio per la XXVI Giornata mondiale del malato ha evocato la pre-gnante similitudine della “Chiesa come ospedale da campo”, per ricordare l’importanza dei missionari e delle diocesi nelle zone più emarginate, ove l’accesso alle terapie, perlopiù legato alle logiche del mercato, scarta i pove-ri. Un altro argomento trattato dal San-to Padre è quello della ricerca scienti-fica, che deve essere sempre condotta nel rispetto della vita e dei valori mo-rali cristiani. E’ di questi giorni, inoltre, la citazione di una famosa testata gior-nalistica: “Le cure prestate in famiglia sono una testimonianza straordinaria d’amore e vanno sostenute con rico-

noscimento e politiche adeguate”. Il tema scottante ha chiamato in causa anche Mario Marazzati, deputato di Destra e Presidente della Commissio-ne Affari sociali della Camera, che ha espresso così la propria opinione: “È un punto di equilibrio, si umanizza la morte, non la si accelera”, parole che implicano un grande spirito di riflessio-ne sul valore della vita stessa. Il Presi-dente dell’Ordine dei Medici di Roma, Giuseppe Lavra, ha inoltre asserito che la scelta di porre fine alla propria esi-stenza potrebbe diventare un evento mass-mediatico, pubblicizzando clini-che internazionali che praticano l’eu-tanasia e il suicidio assistito. Inoltre il medico sarebbe deresponsabilizzato, perché cesserebbe il trattamento sani-tario, con grave danno per la ricerca e sperimentazione scientifica. Finora è stata attuata la pratica della sedazione profonda nei pazienti in fase di malattia terminale. Su questa pras-si il dottor Italo Penco, presidente dei

SCIENZA E OLTRE

medici palliativisti, ha affermato: “Le nostre terapie fanno perdere la co-scienza nelle ultime ore di vita, non uc-cidono”. Il caso del decesso di Marina Ripa di Meana ne è un esempio.Scaturiscono dalla legge le “Disposi-zioni anticipate di trattamento” (Dat), che permettono al paziente di decidere il rifiuto di sottoporsi ad accertamen-ti diagnostici, a terapie e trattamenti sanitari, anche mediante l’aiuto di un fiduciario, disposto a interagire con il medico; nel caso in cui si determinasse un conflitto tra i due soggetti, esso ver-rebbe risolto da un giudice.In conclusione, se questa legge apre a molte riflessioni e correnti di pensiero, ispirando ora il dissenso e la speranza che sia obiettata, ora il favore e l’otti-mismo, l’auspicio è che ognuno possa decidere serenamente e secondo la propria libertà di coscienza.

Foto tratte dal Web dopo l’approvazione della Legge

Comitato di Redazione

Con la Supervisione delle Prof.sse Angelone , Colecchia e Giannobile

Direttore de “La Voce del Gonzaga”: Luigi Buracchio 4° EVice Direttore: Pierpaolo Monaco 3° D

Hanno scritto per La Voce del Gonzaga di Gennaio...

Luigi Buracchio, Pierpaolo Monaco, Lisa Mammarella, Claudia Di Vincenzo, Gaia Melena, Ludovi-ca Tacconelli, Bianca Tomassetti, Jessica Torello, Francesca Esposito, Chiara Salvati, Irene Sciarretta, Clau-dia Di Nino, Francesca Romana Di Camillo, Arianna Pinna, Azzurra Palestini, Giulia Malandra, Agnese Lat-tanzio, Elisabetta Scarperia, Sara Di Crescenzo, Valentina Di Pasquale, Valeria Della Rocca, Greta D’Amico, Manuela Cicalini, Sara Nicolò, Mariarita Schiazza, Martina Morganti, Paola Leone, Miriam Pastorelli, Benedetta Ro-scioli, Stefano De Leonardis Di Ruscio, Beatrice Flacco, Giorgia Donatucci, Giulia Romagnoli, Classe II D, Classe III N.

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