La Voce del Gonzaga - Liceo Statale · 2018-05-03 · La Voce del Gonzaga oggi! di Luigi Buracchio...

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La Voce del Gonzaga oggi! di Luigi Buracchio Il terzo numero de “La voce del Gonzaga” è il risultato di tanto impegno e di tanta deter- minazione e si disngue per la ricchezza dei temi affronta e per la varietà dei contribu. Il numero si apre con due arcoli di argomen- to scienfico-sociale, dedica alla conoscenza e alla prevenzione delle malae tumorali e al progeo “Tennis per la legalità” realizzato in collaborazione con l’ASD tennis Chie per prevenire le devianze giovanili nelle scuole cit- tadine. Successivamente troverete un interes- sante approfondimento sull’EVO-CAS9, tecnica innovava che grazie all’ulizzo di un enzima riesce a correggere il DNA malato. In ambito religioso abbiamo dato spazio all’incontro fra i nostri studen e il vescovo Bruno Forte che ha ribadito l’importanza del sogno e della speran- za come andoto alle passioni e alle tentazioni che ogni giorno circondano la nostra esistenza. Quesoni bioeche, che sono oggeo di dibat- to in tua Italia, ci hanno indoo a rifleere sul valore immenso della vita. La sezione sto- rica ospita il resoconto una ricerca svolta dagli alunni della classe I D sulla “Dama” di Capestra- no, nell’ambito dei proge in collaborazione con il Museo Villa Frigerij di Chie. La rubrica più vasta di questo numero è “Arte, musica e speacolo”. In prima linea abbiamo l’intervista a Francesco Pasquini, divenuto mascoe dell’I- stuto per i suoi numerosi talen. Troviamo un omaggio ad un figurante del “Cirque du Soleil”, la recensione del romanzo “L’Arminuta” di D. Di Pietrantonio, e un incontro delle classi quarte con il Nucleo TPC. La rubrica umanisca si apre con una intervista al Prof. Palmerio e connua con un interessante arcolo su Luigi Pirandello e sulle sue riflessioni riguardo alla condizione umana, riflessioni che sembrano prefigurare la società “liquida” descria dal sociologo Bau- man. Il “Gonzaga” è anche vincitore di premi: tre studentesse del nostro Istuto si sono ag- giudicate un intero podio nel concorso di po- esia “Gianluca e Nicolò”. Concludiamo con la rubrica “estera”: i ragazzi del Liceo Linguisco raccontano la propria esperienza dello scambio interculturale ad Alicante e l’incontro avvenu- to presso l’Aula Magna del nostro Istuto per il progeo Erasmus+. Buona leura a tu! di Pierpaolo Monaco La redazione del giornale “La Voce del Gonzaga” incontra gli esponen del “Lions Club Chie Host”, tra i quali lo Psichiatra Gianfranco Conni, relatore dell’evento pianificato dal Liceo Stata- le “I. Gonzaga” di Chie. L’incontro ha sede presso l’aula magna dell’Istuto il giorno 2 febbraio 2018, dalle ore 12:00 alle 14:00, con la partecipazione delle classi 3^C e 3^D . Il tema discusso nel- la manata è molto sento nella so- cietà odierna ed è di grande spessore culturale, ossia la conoscenza e la prevenzione delle malae tumorali, argomento che suscita interesse negli alunni accorsi all’evento, grazie anche all’abilità espressiva del medico. Oggi il tumore è una patologia molto dif- fusa che incute meno paura di ven, trent’anni fa, grazie alla praca della prevenzione e al progresso delle tec- niche scienfiche. Il recente caso del bambino di 4 anni salvato all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma, mediante la tecnica dell’immunoterapia con lin- foci riprogramma, fornisce alla col- levità un esempio calzante di quanto siano aumentate le conoscenze nella cura delle neoplasie, e anche le speran- ze di guarigione. Il door Gianfranco Conni, facendo riferimento a questo avvenimento incoraggiante e sorpren- dente in campo scienfico, prende spunto per avviare il suo discorso su quanto sia importante la prevenzione soprauo per le gravi e complesse patologie. Il primo argomento traato riguarda l’adeguato sle di vita, ossia il modello da seguire per evitare la com- parsa di malae tumorali. Egli afferma che una buona alimentazione, l’assen- za di dipendenze dai piaceri esagera e una costante avità fisico-aerobica possono diminuire la probabilità di contrarre determina mali, derivan anche in parte da una predisposizione geneca. Oggi, invece, uno dei faori negavi che favorisce la diffusione dei tumori è l’inquinamento; infa, sono molto rischiosi i toner delle stampan- e i radon, ossia i gas che insorgono dai detri dei terreni. Gli accorgimen EDITORIALE COME SCONFIGGERE LE MALATTIE TUMORALI TRA CONOSCENZA E PREVENZIONE CRONACA INTERNA La Voce del Gonzaga a.s. 2017/2018 Numero 3, anno VII Marzo 2018. E-mail: [email protected] Do. Conni presso Aula Magna Gonzaga - Chie [email protected]

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Page 1: La Voce del Gonzaga - Liceo Statale · 2018-05-03 · La Voce del Gonzaga oggi! di Luigi Buracchio Il terzo numero de “La voce del Gonzaga” è il risultato di tanto impegno e

La Voce del Gonzaga oggi!

di Luigi Buracchio

Il terzo numero de “La voce del Gonzaga” è il risultato di tanto impegno e di tanta deter-minazione e si distingue per la ricchezza dei temi affrontati e per la varietà dei contributi. Il numero si apre con due articoli di argomen-to scientifico-sociale, dedicati alla conoscenza e alla prevenzione delle malattie tumorali e al progetto “Tennis per la legalità” realizzato in collaborazione con l’ASD tennis Chieti per prevenire le devianze giovanili nelle scuole cit-tadine. Successivamente troverete un interes-sante approfondimento sull’EVO-CAS9, tecnica innovativa che grazie all’utilizzo di un enzima riesce a correggere il DNA malato. In ambito religioso abbiamo dato spazio all’incontro fra i nostri studenti e il vescovo Bruno Forte che ha ribadito l’importanza del sogno e della speran-za come antidoto alle passioni e alle tentazioni che ogni giorno circondano la nostra esistenza. Questioni bioetiche, che sono oggetto di dibat-tito in tutta Italia, ci hanno indotto a riflettere sul valore immenso della vita. La sezione sto-rica ospita il resoconto una ricerca svolta dagli alunni della classe I D sulla “Dama” di Capestra-no, nell’ambito dei progetti in collaborazione con il Museo Villa Frigerij di Chieti. La rubrica più vasta di questo numero è “Arte, musica e spettacolo”. In prima linea abbiamo l’intervista a Francesco Pasquini, divenuto mascotte dell’I-stituto per i suoi numerosi talenti. Troviamo un omaggio ad un figurante del “Cirque du Soleil”, la recensione del romanzo “L’Arminuta” di D. Di Pietrantonio, e un incontro delle classi quarte con il Nucleo TPC. La rubrica umanistica si apre con una intervista al Prof. Palmerio e continua con un interessante articolo su Luigi Pirandello e sulle sue riflessioni riguardo alla condizione umana, riflessioni che sembrano prefigurare la società “liquida” descritta dal sociologo Bau-man. Il “Gonzaga” è anche vincitore di premi: tre studentesse del nostro Istituto si sono ag-giudicate un intero podio nel concorso di po-esia “Gianluca e Nicolò”. Concludiamo con la rubrica “estera”: i ragazzi del Liceo Linguistico raccontano la propria esperienza dello scambio interculturale ad Alicante e l’incontro avvenu-to presso l’Aula Magna del nostro Istituto per il progetto Erasmus+. Buona lettura a tutti!

di Pierpaolo Monaco

La redazione del giornale “La Voce del Gonzaga” incontra gli esponenti del “Lions Club Chieti Host”, tra i quali lo Psichiatra Gianfranco Contini, relatore dell’evento pianificato dal Liceo Stata-le “I. Gonzaga” di Chieti. L’incontro ha sede presso l’aula magna dell’Istituto il giorno 2 febbraio 2018, dalle ore 12:00 alle 14:00, con la partecipazione delle classi 3^C e 3^D . Il tema discusso nel-la mattinata è molto sentito nella so-cietà odierna ed è di grande spessore culturale, ossia la conoscenza e la prevenzione delle malattie tumorali, argomento che suscita interesse negli alunni accorsi all’evento, grazie anche all’abilità espressiva del medico. Oggi il tumore è una patologia molto dif-fusa che incute meno paura di venti, trent’anni fa, grazie alla pratica della prevenzione e al progresso delle tec-niche scientifiche. Il recente caso del bambino di 4 anni salvato all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma, mediante la tecnica dell’immunoterapia con lin-

fociti riprogrammati, fornisce alla col-lettività un esempio calzante di quanto siano aumentate le conoscenze nella cura delle neoplasie, e anche le speran-ze di guarigione. Il dottor Gianfranco Contini, facendo riferimento a questo avvenimento incoraggiante e sorpren-dente in campo scientifico, prende spunto per avviare il suo discorso su quanto sia importante la prevenzione soprattutto per le gravi e complesse patologie. Il primo argomento trattato riguarda l’adeguato stile di vita, ossia il modello da seguire per evitare la com-parsa di malattie tumorali. Egli afferma che una buona alimentazione, l’assen-za di dipendenze dai piaceri esagerati e una costante attività fisico-aerobica possono diminuire la probabilità di contrarre determinati mali, derivanti anche in parte da una predisposizione genetica. Oggi, invece, uno dei fattori negativi che favorisce la diffusione dei tumori è l’inquinamento; infatti, sono molto rischiosi i toner delle stampan-ti e i radon, ossia i gas che insorgono dai detriti dei terreni. Gli accorgimenti

EDITORIALE

COME SCONFIGGERE LE MALATTIE TUMORALI TRACONOSCENZA E PREVENZIONE

CRONACA INTERNA

La Voce del Gonzaga a.s. 2017/2018

Numero 3, anno VII Marzo 2018. E-mail: [email protected]

Dott. Contini presso Aula Magna Gonzaga - Chieti

[email protected]

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che il medico consiglia agli alunni co-minciano da una completa colazione (pasto assai importante nella giornata, di cui si è persa l’abitudine) e dall’as-sunzione di cibi sani, evitando bevan-de dolci e gassate, appetitose ma poco nutrienti. Tra un argomento e l’altro, agli alunni viene fornito un questiona-rio per valutare il livello di gradimento dell’argomento trattato nell’incontro e permettere all’associazione “Lions Club Chieti Host” di orientare succes-sivamente le attività formative. Al ter-mine di questa esposizione, vengono presentati in formato digitale alcuni

dati statistici sulla comparsa delle neo-plasie e delle displasie, che sono delle degenerazioni di organi e tessuti, re-sponsabili della comparsa di tumori. Lo psichiatra avverte che il cancro può insorgere in giovane età e degenerare intorno al cinquantesimo anno di vita, dando vita alle neoplasie dei testicoli, della pelle e del seno. Dopo l’incontro, un messaggio è chiaro: “Attenzione, la vita è un dono unico e speciale: è necessario preservarla; sa-perla vivere con rettitudine, attenen-dosi alle sue sane regole, che possono procurare solo benefici e soddisfazioni”.

COME PREVENIRE LA DEVIANZAGIOVANILE?

di Pierpaolo Monaco

Il giorno 8 febbraio 2018 gli alunni dell’ I.T.C.G. “Galiani - De Sterlich”, dei Licei“F. Masci” e “I. Gonzaga” di Chieti prendono parte all’incontro formativosul tema della devianza giovanile e della sua prevenzione.

Perché non partire dal presente, per iniziare un percorso adatto alla realizzazione di una società migliore? E’ questa la domanda a cui fornisce un’efficace risposta la professoressaGrazia Angeloni, DirigenteScolastico del Liceo “I. Gonzaga”,che insieme con i suoi collaboratoriha organizzato l’evento “Tennis perla legalità. La prevenzione delladevianza giovanile attraverso lo sport”. Prendono parte all’incontroautorità e personalità influentinell’ambito sportivo: il Sindacodi Chieti, Umberto Di Primio; ilQuestore, Raffaele Palumbo; il Pre-sidente della FIT Abruzzo, Luciano Ginestra; il professore di Sociologia delle Relazioni Internazionali, Anto-nello Canzano. Importante è il contributo di Mara Santangelo, ex giocatrice profes-sionista e team manager della FED CUP ITALIA. Ognuno di loro ha in-viato agli alunni presenti in sala un messaggio proprio, per rendere consapevoli i giovani della difficile realtà che li circonda e della possi-bilità di migliorarla, tramite lo sport. Introduce l’argomento la Dirigente

Grazia Angeloni, che mette in risalto l’importanza delle regole da conoscere e applicare nella pratica.Subito dopo interviene l’ex tennista Mara Santangelo che racconta leproprie esperienze sportive. Segue un breve intervento del moderatore, il professore Antonello Canzano, che esprime il concetto di legalità, fondata sull’acquisizione di norme e valori che aiutano a disputare una sana compe-tizione. Il Questore di Chieti, Raffaele Palumbo aggiunge che gli ambienti sporti-vi sono “palestre di vita”, “presidi dov’è possibile formarsi all’equilibrio” econclude con l’affermazione che solo nelle sfide sane c’è condivisione e giu-stizia. Il Sindaco di Chieti, invece, riporta l’esperienza personale di tifosodella squadra di calcio preferita, affermando che è necessario creare una cul-tura della lealtà in ogni tipologia sportiva. Il professore Luciano Ginestra precisa che lo sport, oltre a divertire, educa alla responsabilità, all’autocontrollo e a tutti i valori basilari. Prima di riser-vare uno spazio agli interventi degli studenti, prende la parola il Presidente dell’ASD Tennis Chieti, Ennio Marianetti, che testimonia la sua attività sportiva.L’incontro termina con i saluti e i ringraziamenti della Preside, chelancia ai giovani un invito a comportamenti etici per la realizzazione diuna società migliore, inclusiva e solidale.

Questore Palumbo, Redazione Monaco Pierpaolo, DS Angeloni, FIT Abruzzo Ginestra e Sindaco Di Primio.

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Due ragazzi coraggiosi e innamorati della vita e della natura :Gianluca e Nicolò

di Giorgia Faieta

Due ragazzi coraggiosi e innamorati della vita e della natura: Gianluca e Nicolò

Siamo lieti di comunicare che sabato 10 marzo 2018 durante la manifestazio-ne conclusiva del Concorso “Gianluca e Nicolò” organizzato dall’Associazione A.F.I.A. Ipoacusici Abruzzesi, il cui tema quest’anno è stato “UOMO – NATURA: ECO LOGICA MENTE INSIEME”, tre alunni del Gonzaga hanno conquistato l’in-tero podio della Scuola secondaria di Secondo Grado della sezione POESIA della Scuola secondaria di Secondo Grado1^ classificato: Ludovica Di Sipio –classe ID – “ Natura mia”2^ classificato: Sara Spadaccini –classe ID –“ Io e il mare”3^ classificato: Clarissa Loiacono – classe VA – “Fragilità”Altri tre ragazzi della I D, Di Gioacchino Martina Flocco Beatrice, Legnini Antonio, hanno ricevuto una menzione d’onore .Particolarmente toccante è la poesia dell’alunna Clarissa Loiacono, che è stata proprio una compagna di classe di Nicolò, innamorato della vita e orgoglioso di far parte della Nostra Scuola.Il concorso Regionale è alla VII edizione ed è dedicato a due meravigliosi ra-gazzi, Gianluca e Nicolò, che ci hanno insegnato la voglia di vivere, il coraggio di

1^ classificato“Natura mia”

di Ludovica Di Sipio ID LSU

Il tempo passa e tu, Natura Mia,come un neonato sei stata creata e cresciuta nel tempo.I bei ricordi sono tanti,momenti passati in sintoniacon la tua bellezza e le tue infinite sorprese,ma il tempo ti ha fatto volare come una foglia d’autunnoin un mondo a te totalmente estraneo,con un cielo triste e cupo,un mare non sempre azzurro e limpido,una foresta strappata alla sua terra,una pianura trasformata in alti palazzi di color grigiastro,un ruscello ormai privo del suo essere,un sole diventato quasi aggressivo,un ghiacciaio a momenti scomparso,una montagna che vive la paura di accendersi all’improvvisodi un intenso rosso fuocoe delle stagioni che si scambiano i propri ruoli.Natura Mia, so che vorresti rivivere la tua infanzia,ma il tempo è tiranno;l’uomo è consapevole delle tue sofferenze, ma non sempre delle sue azioni.Il rispetto e l’affetto che ho per tenon bastano per accontentarti,ma nel mio piccolo, cercherò di far comprenderela strada giusta da percorrereverso quella che, forse, un giorno sarà la tua salvezza.

amare, la serenità con cui si affronta il male vissuto con il sorriso. Gli studenti della nostra scuola hanno partecipa-to numerosi , impegnandosi con tanto entusiasmo, inviando gli elaborati ese-guiti dalle classi I sez. D del Liceo di Scienze Umane (3 disegni e 21 poesie) e V sez. A del Liceo Economico Sociale (3 poesie e 2 disegni). Tra le riflessio-ni scaturite dal Tema del concorso ci sono state quelle relative agli INCEN-DI DEI BOSCHI abruzzesi di cui siamo stati testimoni quest’estate, la bellezza del MARE NOSTRUM minacciato an-ch’esso dall’inquinamento ed infine lo SPORT, che attraverso le varie discipli-ne permette un contatto diretto con la natura. Durante la cerimonia, tenutasi a Pescara presso l’Auditorium “Cerulli”, si è esibito con due allegri brani mu-sicali, eseguiti per la prima volta con l’organetto otto bassi, l’alunno della ID Francesco Pasquini, applauditissimo dal pubblico presente in sala.

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2^ classificato“Io e il mare”

di Spadaccini Sara classe I D LSU

Passeggiare lungo la riva del marepermette alla tua mente di viaggiare.La brezza ti accarezza la pellee scompare all’arrivo delle stelle.Udire le onde infrangersi sugli scoglie immergersi in una pace che subito cogli.La sabbia lungo la riva cancella ogni amarezza,donandoti piacevole freschezza.Mentre guardi i gabbiani scendere dal cieloe posarsi sull’acqua, leggeri come un velo;Il sole si riflette sul mareche sembra brillare.Senti il calore dei raggi sulla pelle neramentre il vento sospinge una vela.Le conchiglie spuntano dalla sabbia come fiorie ti mostrano mille colori,ti incantano per la loro bellezzagrazie alla loro lucentezza.Immergi i piedi nell’acqua chiarae una distesa di sassi appare rara.Trovi mille pesciolini nuotaree mille girotondi formare.Osservi l’ orizzonte azzurro come il maree lo spettacolo delle barche ti fa sognare.Uomo e natura siete stupendi insiemenon rinunciate a volervi bene.

3^ classificato“Fragilità”

di Clarissa Loiaconoclasse V A LES

La fragilitàFragile è la nostra mano,che sebbene utilecol Tempo si stanca.Fragile è l’occhio,che sebbene indispensabilecol Tempo si appesantisce.Fragile è la bocca,che sebbene importantecol Tempo tace.Fragilità,Natura vicina e lontana.Unica,Onirica,Monotona,Onnipresente.

Fragilitàsei puro e sempliceSilenzio assordanteche tuona dentroe poi si addormenta;ma resti sempre,e al tuo risveglio divieni

Dominante,Opprimente,NuvolaNera Accogliente.Fragilesei tu,essere Umano.

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Una donna italica: la “Dama “ di Capestrano

di Del Grosso Giada I D

Noi, ragazzi della classe ID, ci siamo recati al Museo Villa Frigerj” per un proget-to organizzato dalla nostra professoressa di Latino, che si è svolto in tre incontri: nel primo abbiamo seguito una visita guidata, mentre nel secondo e nel terzo abbiamo svolto attività di laboratorio, guidati dall’archeologa Monica Milani dell’Associazione OltreMuseo.Tra molti reperti che abbiamo ammirato (tombe delle regine italiche, etc.),c’erano anche le statue del Guerriero e della Dama di Capestrano.Il Guerriero di Capestrano, fin dal suo ritrovamento casuale, nel 1934, ad opera del signor Edoardo Sorrentino, il quale stava svolgendo dei lavori agricoli, è diventato il simbolo dell’antico Abruzzo e delle popolazioni che lo abitarono molto tempo prima che Roma ne occupasse il territorio. Ma pochissimi cono-scono la scultura che ne rappresenta la versione al femminile. La Dama di Capestrano fu raffigurata in una statua di pietra calcarea accanto al Guerriero e occupava, nell’ambito della stirpe principesca, un posto di rilievo. Probabilmente era una donna vissuta realmente, e potrebbe rappresentare due aspetti diversi di una figura di famiglia del capo della comunità locale: una figlia appena adolescente o, diversamente, la sua compagna.Purtroppo ne resta soltanto il busto acefalo. Alto 29,5 cm , il ritratto, seppur parziale, desta molta tenerezza: forse una sposa giovanissima dovette assumere il gravoso compito di essere moglie e madre, difendere e far prosperare insieme al compagno il popolo affidatole. Nella statua si intravedono un velo che le scende dietro le spalle, gioielli e vesti ornate di pendagli, che l’abbigliano come per una festa, una cerimonia solenne.

Disegno di Flocco Beatrice

Entrambi i personaggi, il Guerriero e la Dama, sono statiscolpiti in una posa simile, regale e solenne, come se si vo-lesse eternare il loro legame: il Guerriero si pone la mano sul cuore e la Dama circonda con due dita il pendaglio del torques che le avvolge il collo. Era quello il simbolo del loro amore?

la “Dama “ di Capestrano e particolare del Guerriero di Capestrano

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SOGNO E SPERANZA PER CONOSCERE LA BELLEZZA

DI DIO

Gli alunni del Liceo “I. Gonzaga” incontrano l’arcivescovo Bruno Forte

di Pierpaolo Monaco

I ragazzi riflettono con il Vescovo sulle tematiche emergenti.Tanti sono gli interrogativi che si pon-gono i giovani riguardo agli avveni-menti che accadono nel presente.A queste domande cerca di rispondere mons. Bruno Forte, arcivescovo della Diocesi di Chieti-Vasto, che ha incon-trato gli alunni del Liceo di Scienze Umane e Linguistico di “I. Gonzaga” di Chieti, per affrontare tematiche sociali emergenti e vicine agli interessi giova-nili. Ha avviato il discorso, soffermando l’attenzione sui concetti di sogno e spe-ranza, che sono centrati nella lettera da lui scritta e rivolta ai giovani in vista della Santa Pasqua 2018.I ragazzi hanno il dono di sognare la realizzazione di una società migliore e di comprendere che il fine ultimo della storia umana è la speranza. Padre Bruno Forte fornisce una propria definizione di sogno, che deve essere “la sfida a volare alto, a vedere l’invisi-bile e ad amare con l’amore che viene da Dio”, in opposizione alla “fuga dalla realtà o presunzione di realizzare l’im-possibile”.Purtroppo, spesso i giovani scelgono la seconda via, quella apparentemente più appassionante, coinvolgente e at-traente, tralasciando la prima che por-terebbe verso una vita sana all’insegna dei valori morali e della fede. Pertanto Padre Bruno sollecita a non abbando-nare la speranza nei grandi valori.Egli reputa importante la “presenza attiva e responsabile di tutti nella co-munità cristiana, come nella società civile, la quale potrà arricchire tutti e spingerà ciascuno a sognare insieme con gli altri e a realizzare così il sogno che ci è stato mostrato in Gesù”.L’incontro termina con un canto e un caloroso abbraccio degli studenti.

Il valore immenso della vita

LA VITA: UN DONO IMPORTANTE DA TUTELARE!

di Pierpaolo Monaco

L’anno 2018 ha avuto il suo esordio tra tante discussioni inerenti a un tema di grande importanza per l’uomo, quello della vita. Molte sono le questioni bio-etiche che hanno suscitato contrastan-ti pareri tra le personalità più influenti della società e nell’opinione pubblica, le quali hanno cercato di rispondere al quesito che ha coinvolto l’Italia e l’Europa intera, ovvero: “Dissenso o favore?”. Prima di schierarsi sull’uno o sull’altro “fronte”, è necessario ribadi-re che i temi come la maternità, la di-sabilità, la malattia, la vecchiaia, la fine della vita e tanti altri ci riguardano con-cretamente e sono molto attuali anche per la società moderna in continua metamorfosi, ma non possono mai trascurare il primo e fondamentale di-ritto dell’uomo, quello della vita, come afferma nella lettera agli studenti lo stesso Gian Luigi Gigli, Presidente del Movimento per la Vita Italiano.Purtroppo, esiste un cinismo domi-nante che priva il cittadino della sua consistenza morale e affettiva, avvici-nandolo verso un materialismo incon-dizionato, che gli fa perdere l’essenza vera della vita e i valori profondi che la

dovrebbero regolare, rendendola ar-moniosa e significativa. Infine, è impor-tante mettere in luce che solo la forza dell’amore può sgretolare gli ostacoli che limitano la condivisione e la convi-venza di ideali diversi, spesso prodotti da variegati assetti culturali che osta-colano questa comunanza virtuosa, provocando l’insorgenza di aspri con-flitti. In conclusione, se le tematiche in questione aprono a molte riflessioni e correnti di pensiero, ispirando ora il dissenso ora il favore, l’auspicio è che ognuno possa decidere serenamente e secondo la propria libertà di coscienza.

La testimonianza di un volontarioLa giornata di domenica 4 febbraio 2018 ha visto partecipare molti giovani all’insegna dell’evento organizzato dal Movimento per la Vita Italiano, con la vendita di piantine a scopo di benefi-cenza. Ecco le considerazioni di uno di loro: “La partecipazione, l’interazione con gli altri e l’opera di sensibilizzazio-ne mi hanno fatto conoscere quanto sia importante, preziosa e utile la vita di ciascuno. Viva la vita!”.

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SCAMBIO ALICANTE - CHIETI

di Chiara Charalambous, Sara Livrieri

Lunedì 19 marzo alle ore 20.30, noi alunni delle classi 2O e 2M parteci-panti allo scambio culturale con la città di Mutxamel, ci siamo recati con le rispettive famiglie alla stazione di Chieti Scalo a prendere i partner spa-gnoli, giunti al luogo di ritrovo alle ore 21.00, da lì è iniziata la nostra avventura. Il mattino seguente li abbiamo accol-ti con uno striscione fuori la scuola e con un discorso di accoglienza e rin-graziamento tenuto dalla preside in aula magna. Successivamente li ab-biamo portati al museo della Civitella per partecipare ad un laboratorio di mosaico. Il pomeriggio ci siamo incontrati al centro commerciale Megalò per co-noscerci meglio.Il mercoledì i ragazzi spagnoli hanno svolto due ore di lezione, un’ora di in-glese e un’ora di francese, dopodiché ci siamo incontrati in aula magna e in coppie abbiamo svolto esercizi sulla piattaforma Kahoot. Il pomeriggio abbiamo visitato il Centro Storico di Chieti e ammirato il Teatro Marrucino e la Chiesa di San Giustino. Il giovedì abbiamo parteci-pato ad un torneo di pallavolo orga-nizzato dal professor Marchetti nella palestra della scuola con il pomerig-gio libero. Il venerdì mattina siamo andati dal terminal bus a Sulmona per visitare il Confettificio William Di Carlo e poi la città. Dopo il pran-zo al sacco siamo partiti per Scanno per visitare il centro storico; i ragazzi spagnoli hanno apprezzato molto la sosta a Scanno grazie all’arrivo della neve perché alcuni di loro era la pri-ma volta che la vedevano. Siamo ri-

tornati a Chieti verso le 20.10. Il sabato abbiamo avuto la giornata li-bera e la maggior parte di noi ragazzi è andata a Pescara facendo visitare il centro ed il mare, invece alcuni alun-ni del 2M hanno avuto la possibilità di andare a Roma con le rispettive fa-miglie. La domenica abbiamo avuto il pomeriggio libero, la sera ci siamo incontrati al ristorante La Fontana che si trova a Cepagatti per la conclu-sione di questa bellissima esperienza avuta con i ragazzi della Spagna.Il mattino seguente ci siamo incon-trati alle 7.00 alla stazione alle di Chieti Scalo per la partenza degli spa-gnoli, e tra pianti e abbracci alle 7.30 ci siamo salutati con un arrivederci. Noi ragazzi italiani attendiamo con ansia il giorno della nostra partenza per rivedere i nostri partner spagno-li e vivere una settimana di nuove esperienze. Un ringraziamento speciale alla prof.sa Olga Mango per il suo impegno nella realizzazione di questo me-raviglioso scambio, al lettore prof. Patricio Colasante che ha curato l’e-scursione a Sulmona e Scanno e alla professoressa Lorella Frastornini per la sua disponibilità.

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UN MAESTRO DI VITA PER TUTTI

Incontro con il Professore Mario Palmerio

di Luigi Buracchio e Pierpaolo Monaco

Gli alunni delle classi terze e quarte del Liceo di Scienze Umane “Isabella Gonzaga” di Chieti hanno la l’oppor-tunità d’incontrare il Prof. Mario Pal-merio, docente di Pedagogia e Filoso-fia oggi in pensione, ricordato per le qualità umane e le vaste conoscenze. La conferenza, organizzata dalla Diri-gente Scolastica Grazia Angeloni e da alcuni Docenti del Liceo, si propone di presentare il percorso di alternan-za scuola-lavoro e la sua importanza. A seguire se ne riporta l’intervista in-tegrale.Buongiorno, Professor Palmerio, e benvenuto da parte di tutta la reda-zione del Giornale d’Istituto “La Voce del Gonzaga”. La ringraziamo per il di-scorso interessante che ci ha dedicato. Vorremmo chiedere il permesso di ri-volgerle alcune domande.

Quali sono stati i motivi che l’hanno spinta ad appassionarsi allo studio della Pedagogia?La vocazione per questo genere di stu-di è stata fortemente incentivata dal saggio suggerimento di mio padre che aveva notato con quali e quante ca-pacità umane e comunicative aiutavo alcuni studenti di Scuola Media nello svolgimento dei compiti. All’età di di-ciassette anni, una volta terminati gli studi presso l’Istituto Magistrale “De Titta” di Lanciano, quell’attività di recu-pero del tutto gratuita che fornivo agli alunni con difficoltà di apprendimento, è diventata una piccola e iniziale fonte di guadagno. Anche la scelta degli studi universitari a Roma è stata influenzata da un fattore importante: la presenza

della mia fidanzata. In questo periodo, per sostenere gli esami, studiavo anche di notte e sul treno, mentre mi spostavo da un quar-tiere a un altro, per raggiungere la sede dell’Università.

Professor Palmerio, da docente, scrit-tore e uomo politico, quanto ritiene importante lo studio della Filosofia e delle Scienze Umane per la vita? Ritengo che la Filosofia aiuti l’uomo stesso a capire il vero senso della vita; questa disciplina presenta uno stret-to rapporto con le Scienze Umane le quali, insieme ad essa, permettono di comprendere le relazioni e le cau-se delle dinamiche sociali ma anchel’onestà delle relazioni, come fa no-tare il sociologo Erving Goffman.Arriviamo all’alternanza scuola-lavoro.

È possibile definirla un momento di preparazione e avviamento al mondo professionale?Affermo a gran voce che questa attivi-tà sia davvero propedeutica all’inseri-mento nel mondo del lavoro, fornendo gli strumenti per capire quali siano i vantaggi e gli svantaggi di una profes-sione, le attitudini di una persona nei confronti delle varie attività lavorative e, infine, quanto sia faticoso e dispen-dioso il lavoro in tempo ed energia.

Dopo aver chiarito molto bene la que-stione dell’alternanza scuola - lavoro, tema sul quale molteplici alunni espri-mono pareri a volte contrastanti con il percorso didattico, le chiediamo di fornirci una spiegazione riguardo alla differenza tra il docente di Scuola Pri-maria e quello di Scuola d’Infanzia.L’insegnante di Scuola d’Infanzia si oc-cupa della formazione del bambino dai tre ai sei anni, stimolandone l’autono-mia, la creatività e l’apprendimento; svolge attività ludico-educative, favo-rendo l’integrazione dei bambini disa-

bili. L’insegnante di Scuola Primaria, invece, facilita l’acquisizione delle co-noscenze e abilità di base, dedicando un’attenzione specifica all’educazione dei principi fondamentali della convi-venza civile.

Quale consiglio sente di dare ai lettori del Giornale d’Istituto per migliorare l’impegno nello studio?Il consiglio che sento di dare è quello di considerare lo studio non solo come un compito o un dovere da eseguire. Piuttosto ritengo che debba essere in-teso come un modo per divertirsi, per divagare la mente dalla solita e pedan-te quotidianità. Lo studio deve essere interpretato da studenti, genitori e insegnanti come un momento gioco-so per migliorare le conoscenze e fare esperienze utili per affrontare tutte le insidie che la vita presenta, ma anche per godere di tutti i soddisfacenti av-venimenti che sono spesso ricorrenti.Professor Palmerio, le siamo gra-ti per la sua gentile collaborazione.

INTERVISTA A ROBESPIERRE

Classe IV D

Che esperienza, ragazzi! Ancora non riesco a crederci! Ho avuto la possibilità di andare indietro nel tempo e di parlargli! La mia tesi di laurea sarà perfetta! Ma cominciamo con ordine…Mi chiamo François Leroy, studio presso l’Università di Parigi e alcuni giorni fa mi sono diretto nella biblioteca della città per approfondire i miei studi sul celebre abitante di Arras, Maximilien De Robespierre. Per chiarire alcune questioni ho avviato la mia ricerca tra gli antichi manuali di storia parigina. Uno di questi testi, in particolare, ha suscitato in me molto inte-resse. Leggendo tra i capitoli mi sono quasi perso tra le righe e le parole che raccontano la rivoluzione francese smarren-

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do il senso del tempo… fino a quando, come per magia, ho sentito delle voci sempre più forti provenire dalla strada e, affacciandomi alla finestra, ho visto un corteo sfilare inferocito…In pochi minuti mi ritrovo nel bel mez-zo di una folla caotica che grida inin-terrottamente tre parole: "Liberté, Egalité, Fraternité,”. Capisco di trovar-mi coinvolto nei fatti storici accaduti in Francia alla fine del XVIII secolo.Tra i tanti manifestanti, uno in parti-colare colpisce la mia attenzione per l’autorevolezza che emana e per il suo atteggiamento deciso e serio nello stesso tempo.“Maximilien, Maximilien!”. Lo chiama-no in tanti. È evidente che mi trovo vi-cino al celebre Robespierre.Preso coraggio, lo affronto diretta-mente, dicendogli di aver bisogno di parlargli. Egli mi guarda con curiosità, probabilmente a causa del mio abbi-gliamento non esattamente a lui con-temporaneo, ed accetta di concedermi un po’ del suo tempo. Dopo aver dato disposizione ai suoi amici sul percor-so da fare, lasciamo insieme il corteo e, attraverso un vicoletto, entriamo in una modesta locanda. Ci presentiamo, parliamo. Gli chiedo ciò che mi sta a cuore.Cosa può dirmi della sua formazione?Discendo da una famiglia notarile mol-to nota ad Arras, per questo motivo sono stato indirizzato molto presto agli studi giuridici in diversi collegi; ho potuto approfondire tematiche impor-tanti come le riflessioni di Jean Jaques Rousseau dal quale ho tratto anche ispirazione.E’ qui che comincia il suo interesse per lui?Sì ,soprattutto in questi anni il mio in-teresse si orienta verso le sue idee po-litiche ed ideologiche; con la scoperta delle sue opere, per esempio, ricono-sco in lui il titolo di grande pensatore di cui mi dico diretto discepolo. Ad ogni modo il mio pensiero fu rivolto contro questa nazione e contro gli ordina-menti burocratici che caratterizzavano le varie classi sociali.Prima mi sono imbattuto in una mani-festazione i cui partecipanti gridavano “Liberté, Egalité, Fraternité”. Che significato hanno queste parole?La Rivoluzione Francese è una vera e propria "rivoluzione sociale", smisu-ratamente più radicale di qualunque equivalente sollevazione. Nella stessa

Costituzione del 1795, nel Preambolo - noto come "Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino" - ritrovia-mo riassunti gli ideali rivoluzionari, poi condensati nell'espressione: "Liberté, Egalité, Fraternité". La prima parola del motto repubblicano, Liberté, fu concepita secondo l'idea liberale. Essa, nella stessa Dichiarazione, fu definita in questo modo: "La libertà consiste nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui". L'Uguaglianza, invece, ha un alto valore morale, poiché con il termine Egalité si vuole assegnare alla legge un valore democratico: tutti di-ventano uguali e le differenze per na-scita o condizione sociale devono esse-re abolite. Ognuno, quindi, ha il dovere di contribuire alle spese dello Stato in proporzione a quanto possiede, tutti diventano uguali dinanzi alla legge. Il terzo motto repubblicano, Fraternité, fu infine definito così: "Non fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi". In pratica, "fate costantemente agli altri il bene che vorreste ricevere”. Qual è il principio fondamentale del governo democratico o popolare?E’ la VIRTU’. Essa è fondamentale sia per i sanculotti che esaltavano la virtù in quanto "Virtù repubblicana" che per gli aristocratici i quali difendevano la "Virtù monarchica". Ma se la "Virtù re-pubblicana" cresce giorno per giorno, lo stesso non può dirsi di quella monar-chica che, per un errore di valutazione politica, sta diventando essa stessa una delle principali cause del Terrore rivoluzionario.Che cos’è questo Terrore e quali sono i suoi strumenti?Nel 1793 si è aperta la fase più dram-matica e sanguinosa della rivoluzione francese: il "Terrore" è una necessità, che sta cambiando radicalmente la Francia, è la naturale conclusione di un movimento che, per accelerazioni progressive, vuole fare terra bruciata del passato religioso, culturale e civile della Francia. Gli strumenti fondamentali del Ter-rore sono i Tribunali rivoluzionari e la “LEGGE SUI SOSPETTI”, che permette l’arresto di chiunque sia sospettato di tramare contro la rivoluzione o addirit-tura non faccia nulla per sostenerla.Chi ha il diritto di rappresentanza nel-la nuova Repubblica?"Tutti i cittadini, di qualunque condi-zione essi siano, hanno diritto di rap-

presentanza" (22 ottobre 1789). “Nulla è più conforme alla vostra Dichiarazio-ne dei diritti, di fronte alla quale deve scomparire ogni privilegio, ogni distin-zione, ogni eccezione”. La Costituzione stabilisce che la sovranità risiede nel popolo. Chi vi sostiene?Uno dei gruppi più attivi è quello dei sanculotti. Non si tratta di un vero e proprio partito né di una classe socia-le; è costituito da individui di diversa provenienza: artigiani, bottegai, com-pagnons (operai) insieme a una mino-ranza borghese. Ciò che li unisce è la convinzione della necessità della lotta rivoluzionaria.Dove pensa che condurrà tutto questo?Il mio ideale è uno Stato che sia vera-mente la patria di tutti gli individui che lo compongono; in esso ogni cittadino è difensore del suo Paese. Ecco qui la fonte della superiorità dei popoli liberi su tutti gli altri popoli. Se Atene e Spar-ta hanno trionfato sui tiranni dell’Asia, e gli svizzeri sui tiranni di Spagna e d’Austria, non occorre affatto cercare altra causa.Sono colpito dalla luce che emana da-gli occhi mentre mi descrive il suo pro-getto. L’arrivo di un giovane interrom-pe il nostro colloquio.“Maximilien! Torna in strada! Giungo-no notizie da Tolone e Marsiglia! La Ri-voluzione è in pericolo!”In un baleno Robespierre segue il suo amico per le strade parigine e i nostri destini si separano.Lo seguo con lo sguardo mentre si al-lontana con decisione verso il suo de-stino, protagonista e vittima nello stes-so tempo dei fatti che hanno cambiato la storia della Francia e dell’intera Eu-ropa.Il 27 luglio1794 Robespierre fu arresta-to dalla Convenzione e, il giorno suc-cessivo, ghigliottinato senza processo e senza che il popolo di Parigi muovesse in sua difesa. Sento altre voci: “François, François! Svegliati! Dobbiamo andare a lezione di storia!”. È Antoine, il mio compagno di Università. Mi sveglio all’improvviso e capisco di aver sognato tutto.

Bibliografia: A.A.V.V., Parlare di storia, Bruno Mondadori M. Robespierre, La rivoluzione giacobina, a cura di U. Cerroni; Ed. Riuniti Roma Sitografia Wikipedia, Maximilien de Robespierre

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Meeting in Italy

di Stefano Manzini, Francesco Paviero, Martina Ridolfi, Giorgia Angelozzi,

Martina Masci

Foto Amanda Del Romano

From the 4th to the 10th March we had the last meeting of Erasmus+ Project. The joining countries were Austria, England, Denmark, Germany and Slovakia. The first day of the me-eting was Monday, we showed them our school and gave them a hat and a t-shirt with Erasmus+ logo. Then we played volleyball all together wearing that t-shirts. Afterwards, we had a typi-cal Italian lunch by G. Albergo Abruzzo. In the afternoon we also had the op-portunity to see De Mayo Palace and

Via Tecta, the Underground Chieti. The day after we organized National work groups to prepare the Erasmus+ exhibition. After that, some of us went to Q-Zar laser game. We had a lot of fun there! On the 7th March, we walked a lot. In the morning we went to “De Cec-co” a local pasta factory. We made a tour inside. They showed us howpasta is made and the many types they produce. At the end, they gave us some pasta as a present! Then we visited San Martino’s gorges. We walked through the mountains and we saw the ruins of a monastery. When we left we had lunch in a park. In the afternoon we visited Guardiagrele and we tried a typical sweet of Abruzzo “Le sise delle Monache”. The day after, in the Auditorium we made an exhibition

of the Project outcomes that we had set up two days before. Each country displayed posters, Fairtradeproducts, videos of the meetin-gs and so on. A lot of teachers and students came to visit the exhibition even from other schools. As it was Women’s Day we gave the women a bunch of flowers. At lunch we went to G. Albergo Abruzzo and then Mrs. Settimio gave the students and tea-chers the Certificate of Attendance. There, we had a lot of fun, dancing.In the evening, we had dinner all to-gether, we tasted Italian Pizza and we danced a lot.The 9th March was the last day, we had to say good bye to all the Europe-an partners. It was an amazing expe-rience that we will never forget.

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Pirandello: dall’identità personale all’identità digitale

classe 5° A

Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il va-lore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo di intenderci: non ci intendiamo mai (da “Sei personaggi in cerca d’autore”)28 giugno 1867: nei pressi di Girgenti, nella valle del Caos, nel borgo di Porto Empedocle, nasce Luigi Pirandello in una casa “fragrante di mare”.A 150 anni dalla nascita del grande letterato, la sua consapevolezza della disgregazione totale del mondo bor-ghese risulta attuale e ancora profon-damente significativa: l’uomo è solo, angosciato, offeso dalla vita e dal con-formismo del mondo borghese che rende tutto piatto e uniforme, un mon-do basato sulla effimera realtà dell’ap-parire e non dell’essere. Nella realtà tutto è relativo: la persona come molteplicità di gesti in una so-cietà le cui convenzioni ci impongono di assumere una identità che diventa forma, maschera, che si sovrappone al libero fluire della vita.E’ interessante riflettere sull’etimolo-gia del termine persona: per= attraver-so e sonar= risuonare. Nell’antichità era chiamata persona la maschera che era indossata dagli attori per coprire il volto e che aveva la funzione di ampli-ficare le voci.Recenti studi del sociologo Bauman approfondiscono i comportamenti soggettivi e collettivi degli individui nella società che egli definisce liquida: in essa gli uomini si sentono costretti a compiere o non compiere azioni consu-mistiche o conformi ai valori o disvalori della nostra epoca. In tal modo entra in crisi l’identità personale o la possibilità per l’uomo di definire spazi autonomi e ragionevoli di comportamento e di scelte soggettive che sono alla base di rapporti stabili e significativi a livello di valori condivisi.Oggi questa complessa realtà dell’i-dentità personale nella società globa-

lizzata e dei consumi è resa ancora più problematica da un altro aspetto: la pervasività del mondo del web ha pro-dotto la nascita di una nuova realtà, l’identità digitale in rete. A volte essa viene costruita dall’individuo stesso, e spesso non è aderente alla realtà; altre volte l’identità digitale è fittizia e viene creata da algoritmi costruiti da società che gestiscono i dati dei cittadini e dei consumatori a loro insaputa. Una real-tà oscura e difficilmente controllabile.150 anni e va dunque detto che Piran-dello, decenni prima di Bauman e di tante correnti di pensiero contempo-ranee, aveva prefigurato una società incerta, senza più fondamenti solidi in ogni ambito dell’esistenza, in quella pubblica ed anche in quella privata e affettiva.

L’ Arma per L’ Arte

di Alessia Lauri e Cristiana Paolini

Il giorno 14 marzo 2018, il Liceo Isabella Gonzaga ha ospitato, presso l’Aula Ma-gna, il Maggiore Carmelo Grasso a rappresentanza del Nucleo CC Tutela Patrimo-nio Culturale di Ancona. Hanno preso parte alla conferenza “L’Arma per l’Arte” la Dirigente G. Angeloni, alcune classi quarte di Istituto, e docenti di altre scuole che risultano essere in rete con la Nostra scuola per il progetto Cittadinanza Globale. L’evento, cui vede il Nucleo protagonista, è il fulcro di un percorso di studio progettato in linea con le indicazioni deliberate in Collegio Docenti che ha accolto, per questo anno scolastico, la progettazione di Unità di Apprendimento dedicate alla Cittadinanza Globale. In particolare, per la disciplina di storia dell’arte, la prof.ssa Angelone Manuela ha progettato un attività informativa / divulgativa sul Nucleo TPC che è impegnato quotidianamente nel combattere e prevenire i comportamenti illeciti e fraudolenti rispetto al patrimonio artistico/ ambientale. Come prima cosa il Maggiore Carmelo Grasso ci ha mostrato il loro logo (fig.1) composto dalla granata simbolo dell’arma dei carabinieri (fig.2), il drago figura mitologica che esprime protezione (fig. 3) e il Pantheon edificio dedicato al cul-to di tutti gli Dei preso a simbolo di tutti i Beni Culturali (fig.4) per l’ingegnosa

Arte, Musica e Spettacolo

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architettura. Successivamente ci ha il-lustrato l’organizzazione interna che si suddivide in tre gruppi: antiquariato,

archeologia, falsificazione e arte con-temporanea.Il nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Ancona è stato istituito il 19 giugno 2006 con competenza sulla regione Marche estesa dal 2016 anche sulla ragione Abruzzo (fig.5). Il Nucleo si occupa principalmente della tutela di beni culturali; per avere qualche dato si parla di 94.000 chiese e abazie, 4.000 musei, 50 siti Unesco e 2.000 castelli e fortificazioni, ecc. Ci ha fornito la definizione di Beni Cultu-rali intesi come patrimoni materiali e immateriali che, appartenenti ad enti pubblici o privati senza fini di fulcro, presentano interesse artistico, stori-co-archeologico e etnoantropologico. In particolare, questo Ramo dell’Ar-ma dei Carabinieri si occupa di furti di beni culturali con modalità diversifica-te, traffico beni archeologici, espatrio clandestino, falsificazione, commercio illecito, violazione vincoli paesaggistici.In seguito ci ha spiegato che i TPC han-no una loro banca dati, utilizzata per ricondurre l’opera al luogo d’origine ed eventualmente al proprietario, che viene alimentata continuamente con dati quali descrizioni e fotografie; tale continuo aggiornamento diviene la migliore strategia per tutte le attività preventive del nucleo. La piattaforma contiene informazioni di furti di ope-re d’arte, verifiche fotografiche, se-questri di opere false, monitoraggio di siti archeologici, ed è compilata da un organo di polizia al deposito della denuncia di scomparsa. Stessi servizi vengono forniti anche per mezzo app TPC che hanno lo scopo di far conosce-re attività TPC mediante l’uso di nuove tecnologie e consentire a tutti la sensi-bilizzazione all’Arte ed al recupero del patrimonio culturale. MIBACT E TPC collaborano per la rea-

lizzazione di una pubblicazione volta a sensibilizzare e aiutare i professionisti museali nell’assolvimento dei compiti di tutela del patrimonio culturale. Il TPC è partner privilegiato del MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Cultu-rali e del Turismo). All’interno del MIBACT ci sono storici dell’arte, restauratori, archeologi, archivisti che in rete ed in stretta collaborazione con il NUCLEO svol-gono le indagini e si confrontano nella compilazione della Banca Dati; talvolta usufruiscono anche delle schede presenti sulla piattaforma Ministeriale ICCD; (istituto Centrale per la Catalogazione e la Documentazione). L’illecito non è solo nel furto o nella mancata comunicazione del ritrovamento ma anche nel danno alle opere di interesse Artistico, così come per un privato o un pubblico nella non osservanza del Vincolo paesaggistico (sono state chiesti chiarimenti in merito alle vicende del palazzo Sirena, datato 1888, di Francavilla al Mare).Il comandate Grasso ci ha inoltre informati su alcuni ritrovamenti avvenuti nel-le Marche come il “Lisippo”, statua greca rinvenuta nel mare antistante (Fano) nel 1964, che era stato esportata illegalmente, e oggi esposta al Paul Getty di Malibù. Con questo esempio ci ha raccontato delle trattative tra gli Stati per la restituzione dei Beni ai legittimi proprietari che nel caso di Beni Archeologici in-tendiamo lo Stato. Altri ritrovamenti particolari come una testa in calcare con Kyrbasia Persiana recuperata a Sassoferato ed una stele funeraria, in arenaria, recuperata a Mondolfo (PU) iscritta di ambito Piceno. Particolarmente sorprendenti i cosidetti “Tagli” che i falsari operano soprattutto sulle Tele Antiche dove, come in un puzzle, ricompongono più tele cambiando in qualche caso totalmente il racconto iconografico poi con “i resti” avviene la ven-dita di ulteriori piccole tele totalmente decontestualizzate dal racconto originale.

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Al termine del discorso di presenta-zione abbiamo posto delle domande al Comandante Grasso per chiarire alcuni aspetti ed avere maggiori in-formazioni. Ad esempio, abbiamo chiesto come si diventa Carabinieri Tutela Beni Artistici e lui ci ha par-lato di concorsi interni all’Arma dei Carabinieri, in pratica bisogna es-sere prima Carabiniere e poi con-correre per il Nucleo specializzato. Altra domanda è stata posta in me-rito alle procedure per evitare truffe durante l’acquisto di Opere d’Arte in un Mercatino d’ Antiquariato o in una Galleria d’Arte; il Maggiore ha chiarito che qualsiasi oggetto o tela e/o manufatto deve essere corredato da certificazione di provenienza che ne attesti l’autenticità unitamente alla ricevuta fiscale da cui evincere il nominativo di chi sta effettuando la vendita.Nel caso, invece, di un ritrovamento occasionale di un bene in una canti-na privata in seguito ad acquisto di un immobile o di reperti archeologici nei campi, bisogna segnalare imme-diatamente ai carabinieri, al sindaco e/o alla soprintendenza più vicina. Tutto ciò che è catalogabile come Re-perto Archeologico è Bene dello Sta-to e dunque non può essere in alcun modo custodito da un privato, men-tre per tutte le altre opere possono anche rimanere di proprietà purchè debitamente catalogate. Ci lascia perplessi aver appreso che il reato di furto di opere d’Arte è tratta-to con la stessa pena di un qualsiasi altro tipo di furto e ci sembra poco corretto poiché capita più volte di assistere a notizie di vendita all’asta di grandi gallerie pubbliche e private dove quadri e/o sculture hanno tal-volta valori esorbitanti. Ad esempio, il New York Time del 15/02/2006 riporta della vendita di un dipinto di Paul Gauguin che raffigura due don-ne tahitiane, battuto all’Asta da una fondazione svizzera a un consorzio di musei nazionali del Qatar per circa 300 milioni di dollari. Molto interessante e a tratti emozio-nante il racconto del recupero delle Opere d’Arte nelle zone del Cratere Aquilano e Amatriciano a cui il Mag-giore Grasso ha partecipato in prima persona sempre in alleanza con il MI-BACT e con i suoi esperti.

Tutte le foto dell’ articolo sono state concesse dal Maggiore Grasso alla Reda-zione “La Voce del Gonzaga”, di fatto eravamo presenti all’evento in qualità di Di-rettore e Vicedirettore e abbiamo partecipato in maniera attiva ponendo ulteriori domande.

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Le cirque du soleil perde uno dei suoi raggi più splendenti

di V. Vincitorio e A. M. Marciello

Dopo 15 anni di splendore, un tra-pezista francese perde la vita du-rante un'acrobazia aerea, la-sciando il pubblico sconcertato.Tutto comincia nel 1982, quando un gruppo di giovani artisti di strada, compreso il mangiafuoco GuyLali-berté, inizia a contagiare i passanti di Baie-Saint-Paul con la sua “Alegria”. Da questo si è poi arrivati al succes-so globale attuale. Si svolgono otto spettacoli in tournée e dieci spettaco-li stabili a Montréal, Las Vegas, New York e altri. I fondatori hanno portato l'innovazione, potenziando numeri tradizionali provenienti da scuole cir-censi cinesi o russe, utilizzando, per esempio, corde elastiche negli esercizi aerei. Ogni spettacolo ha un tema prin-cipale da cui si sviluppano diverse sce-ne, concepite però come un unicum.19 marzo 2018. La grande famiglia del Cirque annuncia la tragedia: Yann Ar-naud, 38 anni, perde la vita durante un'acrobazia a Tampa, in Florida. L'a-crobata precipita sul suolo e riporta gravi ferite che lo portano alla morte dopo essere stato portato nell’ospe-dale più vicino. Arnaud faceva parte della famiglia di circensi da 15 anni. La compagnia, sconvolta dalla perdita an-nulla i restanti due spettacoli previsti a Tampa e si mette a disposizione per chiarire, insieme alle autorità, le circo-stanze dell'incidente, ancora ignote.Poche ore prima dell'esibizione scri-ve sui social che questo numero aveva richiesto duro lavoro e alle-namento, e che era contento che il momento fosse arrivato. Non pote-va mai sapere che in realtà quello sarebbe stato il suo numero fatale.

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LA “MASCOTTE” DEL GONZAGA

di Pierpaolo Monaco

Intervista a un ragazzo dal talento straordinario

La redazione del giornale “La Voce del Gonzaga” ha il piacere di presentarvi Francesco Pasquini, un ragazzo polie-drico, dalle mille risorse, pronto a in-fondere allegria e a divertire chiunque, capace di attrarre una moltitudine di persone, data la sua spiccata abilità di musicista e prestigiatore.

Se ne riporta l’intervista integrale.

Buongiorno Francesco, quest’anno ti sei iscritto al primo anno del Liceo “I. Gonzaga” e già hai dimostrato le tue doti di artista.Infatti, sei conosciuto per la tua abilità di affermato musi-cista e prestigiatore. La domanda che sorge spontanea è: come nascono queste passioni?

Buongiorno a tutta la redazione del giornale “La Voce del Gonzaga”.Rispondendo alla domanda posta, queste passioni non hanno età, pos-sono sorgere in tutti i momenti della vita, come nel mio caso: ho ottenuto in regalo dal nonno il mio primo orga-netto all’età di cinque anni e, invece, nell’agosto 2017 apprendo l’arte del prestigiatore mediante alcuni filmati.Nonostante qualche difficoltà inizia-le,non mi sono arreso, progredendo nella tecnica e nell’abilità dei giochi di prestigio. Infine, ritengo opportuno precisare che questi talenti possono svilupparsi con opportuni ausili e ma-estri competenti.

Intendi dire che il sostegno della fami-glia e dei maestri sia di fondamentale importanza per i progressi di un futu-ro artista?

Sì, nell’ambito familiare l’appoggio mo-rale e materiale dei miei genitori e in particolare del nonno è stato di grande aiuto; infatti, grazie al sostegno econo-mico ricevuto, possiedo attualmente sei organetti con tonalità diverse.Inoltre, la nascita del gruppo musicale “Giovani briganti”, composto da me e altri cinque ragazzi, mi sollecita a mi-

gliorare le competenze, a esibirmi in pubblico e a divertirmi con gli amici. Una figura di grande rilievo è senz’altro quella del mio maestro, Vezio Santucci, che voglio ricordare perché mi ha aper-to un mondo di esperienza musicale.

Il 21 dicembre 2017 al teatro “Super-cinema” di Chieti ti sei esibito con talento alla presenza di numerosissi-mi compagni di scuola e professori. Come hai vissuto questa esperienza?

Posso solo affermare che davanti a un pubblico numeroso l’autostima e l’im-pegno sono due elementi fondamen-tali, per coronare il successo, che è frutto di tanti sacrifici.

Hai altre passioni, oltre a quella mu-sicale?

Certo, apprezzo anche le attività spor-tive, come il calcio, che pratico a livello amatoriale, divertendomi molto: gioco in porta, in difesa e in attacco, ma non faccio di questo sport la mia vita, pur essendo migliorato molto ultimamente.

A scuola, che cosa affermano i compa-gni di queste particolari abilità?

I miei compagni sono una fonte di mo-tivazione e dai loro pareri attingo spun-ti per migliorare.

Infine vorrei chiederti quanto sia im-portante per te la continua prepara-zione,per migliorare l’uso dello stru-mento musicale.

La preparazione e le continue esercita-zioni quotidiane sono importanti, per migliorarmi nella destrezza dello stru-mento: mi alleno una o due ore al gior-no, sulla base dei miei impegni e dello stato emotivo; inoltre, svolgo anche alcune lezioni rivolte a giovani allievi, per avviarli al suono e al controllo della propria autostima.

Un’ultima domanda: che consiglio sen-ti di dare ai lettori di questo giornale?

Il mio consiglio è quello di non abban-donare mai le proprie ambizioni e le tradizioni culturali. L’Abruzzo, in parti-colare, è una terra dalla quale si posso-no ricavare grandi insegnamenti, com-petenze artistiche e musicali.Francesco, ti ringraziamo per la colla-borazione e la cortesia.

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Donatella Di PietrantonioL' Arminuta, Einaudi, 2017

di Luigi Buracchio

Il Romanzo di Donatella Di Pietran-tonio, L’Arminuta, vincitore del Pre-mio Campiello, può definirsi bello, amaro, struggente e incisivo. La trama parla di storie di tutti i giorni, di famiglie e rapporti tra genitori e figli, di incontri e di ab-bandoni e soprattutto di materni-tà. E’ su quest’ultimo termine che si sviluppa tutto l’arco narrativo della storia che porta avanti un an-damento cronologico abbastanza chiaro con ampie analessi e proles-si costruite su vari dubbi e ipotesi. Donatella Di Pietrantonio ambienta la vicenda sui palcoscenici naturali Abruzzesi (il mare, la montagna) e descrive l’Abruzzo rurale degli anni Settanta, dove il concetto di mise-ria equivale a fame e povertà che a volte portano ad abbandonare delle povere creature quando non si hanno più i mezzi per andare avanti. La miseria porta avanti di-namiche contorte di adulti violen-ti, depressi, rabbiosi, anaffettivi. E’ un mondo incomprensibile per una ragazzina di 13 anni, “l’Arminuta”, la ritornata. Nella città di mare è una ragazza modello, nuota, balla, è intelligente e studiosa, sa i verbi e parla un italiano senza cadenza, ma arrivata in paese fa presto a convincersi che quella sbagliata è lei, giunta come un difetto a divi-dere un pane che già non bastava prima (“Ero L’Arminuta, la ritorna-ta. Parlavo un’altra lingua e non sapevo più a chi appartenere”). Le angosce, le paure, i sensi di colpa riempiono le sue notti nel letto che divide con la nuova so-rella, Adriana, nella stanza in cui dormono anche gli altri fratelli. L’enigma dell’identità travolge una ragazzina ai confini dell’adolescen-za, restituita alla famiglia cui non sapeva di appartenere (“Nel tempo

ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre”). In quelle stanze è nata, ma è stata affidata a dei parenti lontani affinché allegge-rissero quella famiglia disgraziata di un’altra bocca da sfamare. Laragazzina fa ritorno con l’adole-scenza a un passo, quando i ge-nitori adottivi (che lei ha sempre chiamato mamma e papà, all’oscu-ro dello scambio clandestino) la rimandano al mittente come fosse un giocattolo guasto. Da qui in poi la giovane dovrà combattere tra dubbi e quotidianità, tra la povertà e la miseria della famiglia, il dialet-to dei paesani e i giudizi dei compa-gni di scuola, gli spazi troppo stretti e una vita a cui il destino non lascia scampo. Saranno la sorella e un’a-mica a darle la giusta forza per sop-portare la divisione sui due fronti, per riagganciare i nodi slegati della sua vita spaccata in due tra una dol-ce alba, con caldi sorrisi e malinco-niche rabbie, e tristi bronci al calar della sera(“Un paesaggio desolato che di notte toglie il sonno e fabbri-ca incubi nel poco che lascia”). Il rapporto con la piccola Adriana inizia sull’uscio di casa, il giorno del suo ritorno. È proprio lei ad aprire la porta e a incrociare per prima i suoi occhi impauriti e spaesati. La sorella Adriana è un personaggio forte e impavido, che insegnerà a “L’Arminuta” a sopravvivere, men-tre la professoressa Perilli aprirà un’ala protettiva per spingerla a continuare negli studi dove “L’Armi-nuta” è da sempre bravissima. Il dubbio che circonda la vicenda e l’anima “dannata” della giovane corrono incontro al mistero di que-sti due scambi tra le due madri. Tutto il romanzo si incentra sul per-ché questa bambina sia dovuta tor-nare alla sua famiglia di origine, e la risposta si articola pagina dopo pa-gina sulle note dello stato d’animo della ragazza. La madre con cui era cresciuta era ferma a letto quan-do lei è andata via. “Sarà morta?

Le avrò fatto qualcosa di male?”. “L’Arminuta” è a tratti arrabbiata e furibonda, in altri momenti spaven-tata, talvolta intrepida davanti alla scelta degli adulti che la tengono ben lontana dalla verità. I motivi che hanno indotto le due donne a questi abbandoni sono diversi, quasi opposti, e vengono svelati nel corso della narrazione. Mentre il primo può essere giusti-ficabile, e rappresenta una condi-zione comune in certi piccoli paesi di provincia, il secondo, quello più doloroso, è rivelato di colpo, quasi per sbaglio, dalla sorellina Adriana, che rivela una chiacchierata udita dagli adulti, e per “L’Arminuta” è come mettere il sale dentro una ferita che brucia peggio del fuoco all’inferno. La storia ha un finale sereno, con le due giovani che per certi versi si riappacificheranno con la madre di città, e riscopriranno la meraviglia di essere simili, la bel-lezza di essere sorelle di sangue partorite da una sola donna (“Da lei ho appresso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in que-sto essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate”).

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EVO-CAS9: “correttore perfetto”

L’ITALIA SCOPRE L’ARMA CHEELIMINA SOLO IL DNA MALATO

di Alessia Cauto, Alessandra Lauri, Alessia Lauri, Laura Masciarelli

Un passo in avanti importante, che denota la qualità della ricerca made in Italy porta il nome di evo-cas9. Gli scienziati trentini intendono andare avanti lungo questa strada: la forza del lavoro del Cibio (Centro di Biotecnolo-gie integrate dell’Università di Trento) è aver trovato una macchina moleco-lare dotata di precisione chirurgica e affidabile che, come un bisturi super preciso, agisce solo sul punto difettoso del DNA malato.

Ogni cellula del nostro corpo contiene una copia del nostro genoma. Il DNA è composto da fili intrecciati in una doppia elica e tenuti insieme da una semplice regola di accoppiamento: A con T e G con C. I geni modellano chi siamo sia a livello di individuo sia a li-vello di specie. Grazie ai progressi nel sequenziamento del DNA è stato pos-sibile identificare migliaia di geni che influenzano il nostro rischio di malat-tia. Per capire come funzionano i geni, i ricercatori hanno bisogno di modi per controllarli. Cambiare i geni nelle cellu-le viventi non è facile, ma recentemen-te è stato sviluppato un nuovo metodo che permette di migliorare notevol-mente la nostra capacità di interveni-re su DNA difettosi di qualsiasi specie, compresa quella umana.Un gruppo di ricercatori del Cibio si è imposto all’attenzione di tutta la comu-nità scientifica mondiale per aver bril-lantemente perfezionato la tecnica del “taglia e cuci del DNA” rendendola pra-ticamente quasi infallibile. La tecnica, già conosciuta con la sigla Cripsr-Cas9 e nota da un paio di anni, è una sorta di macchina molecolare, composta da una sequenza di RNA, cioè un fram-mento di acido ribonucleico, capace di intercettare specularmente la sequen-za di DNA del gene che si vuole distrug-gere o sostituire. Una volta avvenuto il riconoscimento entra in azione il Cas9, un enzima capace di tagliare il DNA.

Questo metodo straordinario, che si è aggiudicato nel 2015 il titolo di scoperta dell’anno, non è però esente da errori: infatti, come spiega Anna Cereseto del Cibio, «L’RNA può anche sbagliare nell’identificare il gene. Può agganciarsi ad un frammento di DNA simile, ma non proprio uguale a quello del gene-bersaglio: basta che ci siano pochi nucleotidi (cioè le unità che compongono il genoma) di-versi e l’RNA si confonde. Ma nel frattempo l’enzima Cas9 entra in azione e taglia il DNA anche in punti non voluti». L’attuale scoperta dei ricercatori trentini sta, invece, nel fatto di avere “model-lato” un nuovo Cas9, chiamato evo-Cas9, capace di entrare in azione, cioè di

Foto 1 rappresentazione concettuale della tecnica CRISP: le forbici molecolari consentono di intervenire soltanto dove serve

Foto 2 Sequenza delle fasi di intervento sul DNA con la tecnica CRISP. Notare come una sequenza di RNA guidi la proteina CAS 9 al sito del DNA dove si intende tagliare /modificare un gene.

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tagliare il gene difettoso di DNA sol-tanto quando l’RNA lo identifica con una precisione assoluta. «In questo momento la evo-Cas9 è la macchina molecolare migliore al mondo per il genome-editing». Evo-Cas9 è stata sviluppata sottoponendo Cas9 a una evoluzione darwiniana in provetta, da qui il nome evo-Cas9. Anna Cereseto ci spiega che Cas9 nasce nei batteri, dove la sua imprecisione è un vantaggio per-ché funziona come una sorta di siste-ma immunitario contro i DNA estranei che, tagliando qua e là, inattiva meglio il nemico. L’intuizione dei ricercatori

Anna Cereseto con il suo Team di ricerca

del Cibio è stata di fare evolvere Cas9 in cellule non batteriche, i lieviti, se-lezionando opportunamente quella forma evoluta della proteina, appunto evo-Cas9, in grado di tagliare la sola sequenza genetica di interesse. Per il test di controllo sono state utilizzate due sequenze di Dna che differivano di un solo paio di basi, inserite in due geni diversi. Quando evo-Cas9 tagliava la sequenza presente in uno dei due e non quella presente nell’altro, la coltu-ra di lievito cambiava colore, da bianca diventava rossa. E questa variazionecromatica ha fornito la prova incon-

futabile dell’effettiva precisione del taglio su una sola sequenza di DNA. Sono stati condotti, inoltre, esperi-menti con evoCas9 su cellule umane, ed è stato possibile verificarne l’ef-ficacia anche su questo sistema cel-lulare. Gli ambiti di applicazione del «correttore perfetto» evo-Cas9 non si limitano alle malattie genetiche e ai tumori, i primi e più ovvi bersa-gli, ma si estendono agli altri settori non medici in cui il genome-editing è ormai essenziale: il miglioramen-to delle piante di interesse alimen-tare e degli animali da allevamento.

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Comitato di Redazione

Con la Supervisione delle Prof.sse Angelone , Colecchia e Giannobile

Direttore de “La Voce del Gonzaga”: Luigi Buracchio 4° EVice Direttore: Pierpaolo Monaco 3° D

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DATE MATURITÀ 2018

Miur: “L’Esame di Stato, che si svolge al termine del primo e del secondo ci-clo di istruzione, è un traguardo fonda-mentale del percorso scolastico dello studente ed è finalizzato a valutare le competenze acquisite dagli studen-ti al termine del ciclo. Per sostenere l’Esame di Stato lo studente deve es-sere preventivamente ammesso con una decisione assunta dal consiglio di classe nello scrutinio finale dell’ultima classe del percorso di studi.”L’esame di Stato di quest’anno sarà ancora del tutto tradizionale. La prove scritte si svolgeranno contem-poraneamente in tutta Italia ed è stato il Miur a stabilire le date degli esami di Stato 2018. Ecco i giorni di prima prova, seconda e terzo scritto stabiliti dal Ministero dell’Istruzione:-data prima prova maturità 2018: mer-coledì 20 giugno;-data seconda prova maturità 2018: giovedì 21 giugno;data terza prova maturità 2018: lunedì 25 giugno;-date orali maturità 2018: ogni scuola stabilisce le proprie.

La redazione comunica Nell’attesa... qualche consiglio per un buon percorso...

1) SCEGLIERE L’ARGOMENTO GIUSTO - Innanzitutto è fondamentale optare per una tematica su cui si è particolarmente ferrati e che si padroneggia bene. Inol-tre è consigliabile scegliere un argomento originale e poco discusso, che possa risultare interessante per i professori. Tuttavia, è sempre bene evitare quelle te-matiche considerate tabù come religione e politica che potrebbero indisporre i membri della commissione.

2) TROVARE I COLLEGAMENTI CON ALTRE MATERIE - Dopo aver scelto l’argomen-to, il secondo step da compiere è quello di trovare i collegamenti con le diverse discipline. E’ possibile ricorrere a tre opzioni: consultare i libri scolastici spul-ciando tra gli argomenti dei vari indici, effettuare ricerche su internet o chiedere consiglio ai professori. Non è necessario collegare tutte le materie, anzi, è prefe-ribile ridurre le tematiche piuttosto che fare delle forzature. Può inoltre ritorna-re utile realizzare una mappa concettuale, ovvero una scaletta che contenga la definizione dell’argomento di partenza, le altre materie toccate e la definizione del contenuto.

3) SCRIVERE UN TESTO CORRETTO E COMPLETO - Una volta conclusa la ricerca dell’argomento e dei collegamenti e aver raccolto tutto il materiale, per chi lo vorrà, sarà possibile procedere con la scrittura della tesina. Il testo dovrà essere strutturato in tre paragrafi principali: introduzione, corpo centrale e conclusio-ne. E’ importante scrivere un testo chiaro, corretto e completo, evitando periodi troppo lunghi, facendo attenzione all’ortografia e usando un carattere chiaro e leggibile. E’ inoltre fondamentale citare sempre l’autore del contenuto riportato all’interno del testo e inserire, al termine della tesina, una bibliografia e una sitografia dei materiali consultati. Infine, è consigliabile realizzare una presenta-zione PowerPoint, utile per accompagnare l’esposizione della tesina ed evitare di perdere il filo del discorso.da: http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2017/05/28/maturita-consi-gli-per-scrivere-tesina_8S16PgyvPOxC4XVrAQcttN.html?refresh_ce