La settimana n 21 del 25 maggio 2014

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EDITORIALE Noi, Europei DIRETTORI DEI SETTIMANALI DIOCESANI DEL T RIVENETO Numerose scuole del Polesine hanno partecipato Incontro degli studenti con Papa Francesco Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 21 - Una copia 1,10 - Domenica 25 maggio 2014 - (Esce il giovedì) SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO I.R. Quattrocento milioni di elettori dei 28 Paesi ade- renti all’Unione Europea sono chiamati dal 22 al 25 maggio ad eleggere i pro- pri 751 rappresentanti al Parlamento di Bruxelles. Un appuntamento che giunge, significativamen- te, a 100 anni dall’inizio di quell’”inutile strageche fu “Grande” innan- zitutto per il dolore e la distruzione che provocò nella quotidianità di mi- lioni di uomini e donne e a 75 dallo scoppio del se- condo conflitto mondiale. Due drammi dopo i quali sembrava impossibile che parole quali “pace” e “ri- conciliazione” potessero ancora risuonare nel Vec- chio Continente: eppure la tenacia e la lungimiranza di un gruppo eterogeneo di persone, ispirate dagli stessi ideali, permise di riprendere il dialogo fra coloro che sembravano di- visi per sempre dall’odio e dal sospetto. Una realtà che oggi dia- mo troppo facilmente per scontata, dimenticando la fatica che il raggiungere questo traguardo è costa- ta. Un dato su cui riflettere soprattutto in un momen- to di crisi come l’attuale in cui pare inarrestabile l’on- data populista degli eu- roscettici: una situazione favorita dal ritorno impe- tuoso di nazionalismi ali- mentati in troppi casi dagli stessi governi, incapaci di farsi portatori di una vera “solidarietà europea” che sappia andare oltre gli in- teressi particolari. E questo lo vediamo, drammatica- mente, nella non-volontà di affrontare insieme il dramma dell’immigrazio- ne con il continuo rimpal- lo delle responsabilità fra i Governi. Oggi quasi il 70 per cento della legislazione nazionale italiana rap- presenta il recepimento di quanto stabilito a Bru- xelles. Già questo la dice lunga sull’importanza del gesto che siamo chiamati a compiere domenica 25 maggio tenuto per di più conto che il Trattato di Lisbona ha visto il Parla- mento aumentare notevol- mente i propri poteri. In queste settimane an- che nel nostro Paese i mag- giori leader si sono rincor- si nel prendere, con tutti i distinguo del caso, le di- stanze dall’Unione. Senza interrogarsi, peraltro, sulle reali cause dell’incapacità italiana di influire nei luo- ghi dove si decide il futuro del Continente: un dato che rimane costante pur (o proprio per) nel vorticoso susseguirsi di inquilini a Palazzo Chigi. Da mucca da mungere senza ritegno a matrigna disposta solo ad imporre sacrifici ai pro- pri figli, l’Europa è sempre stata vista in chiave es- senzialmente economica: l’Euro, quindi, è divenuto agli occhi della gente l’uni- ca causa di quel tunnel in cui si sono infilate le fa- miglie italiane. La mone- ta unica doveva rappre- sentare il compimento di quell’unione politica che doveva trovare nei popoli – e non nell’economia - il proprio riferimento. E questo lo sappiamo bene noi abitanti del Nor- dest d’Italia. Nel Veneto, in Trentino Alto Adige, in Friuli Venezia Giulia. I no- stri uomini e le nostre don- ne, sia detto senza retorica, sono europei da ben prima che l’Unione divenisse una realtà istituzionalizzata. E questo costituisce una ric- chezza che è unica in tutto il continente. Come cattolici siamo chiamati ad un impegno ulteriore di presenza. Per fare in modo che l’Europa non continui a dimentica- re, a partire dalla propria legislazione, le proprie ra- dici cristiane e la reale por- tata dell’eredità religiosa trasmessale dalle genera- zioni passate. Diceva un politico che “fatta l’Europa, bisogna fare gli europei”. In verità gli europei sono già fatti. Ciascuno di noi lo è. Dob- biamo averne coscienza e prendere a cuore il futuro degli uomini e delle don- ne del nostro Continente. Il gesto di recarsi alle urne domenica può essere un altro importante passo in questa direzione. Enrico Zerbinati Adriano Mazzetti UADERNI della Biblioteca del Seminario Una biblioteca storica per il futuro Diocesi di Adria-Rovigo Biblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo 7 QUADERNO NUMERO 7 TRADIZIONE E INNOVAZIONE NELLA BIBLIOTECA DEL SEMINARIO DI ROVIGO La Bibbia in Accademia dei Concordi e nella Biblioteca del Seminario pag. 7

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Page 1: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

EDITORIALE

Noi, Europei Direttori Dei settimanali Diocesani Del triveneto

Numerose scuole del Polesine hanno partecipato

Incontro degli studenti con Papa Francesco

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/ROAnno CXIV - N. 21 - Una copia € 1,10 - Domenica 25 maggio 2014 - (Esce il giovedì)

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

I.R.

Quattrocento milioni di elettori dei 28 Paesi ade-renti all’Unione Europea sono chiamati dal 22 al 25 maggio ad eleggere i pro-pri 751 rappresentanti al Parlamento di Bruxelles. Un appuntamento che giunge, significativamen-te, a 100 anni dall’inizio di quell’”inutile strage” che fu “Grande” innan-zitutto per il dolore e la distruzione che provocò nella quotidianità di mi-lioni di uomini e donne e a 75 dallo scoppio del se-condo conflitto mondiale. Due drammi dopo i quali sembrava impossibile che parole quali “pace” e “ri-conciliazione” potessero ancora risuonare nel Vec-chio Continente: eppure la tenacia e la lungimiranza di un gruppo eterogeneo di persone, ispirate dagli stessi ideali, permise di riprendere il dialogo fra coloro che sembravano di-visi per sempre dall’odio e dal sospetto.

Una realtà che oggi dia-mo troppo facilmente per scontata, dimenticando la fatica che il raggiungere questo traguardo è costa-ta. Un dato su cui riflettere soprattutto in un momen-to di crisi come l’attuale in cui pare inarrestabile l’on-data populista degli eu-roscettici: una situazione favorita dal ritorno impe-tuoso di nazionalismi ali-mentati in troppi casi dagli stessi governi, incapaci di farsi portatori di una vera “solidarietà europea” che sappia andare oltre gli in-teressi particolari. E questo lo vediamo, drammatica-mente, nella non-volontà di affrontare insieme il dramma dell’immigrazio-ne con il continuo rimpal-lo delle responsabilità fra i Governi.

Oggi quasi il 70 per cento della legislazione nazionale italiana rap-presenta il recepimento di quanto stabilito a Bru-xelles. Già questo la dice lunga sull’importanza del gesto che siamo chiamati a compiere domenica 25 maggio tenuto per di più conto che il Trattato di Lisbona ha visto il Parla-mento aumentare notevol-mente i propri poteri.

In queste settimane an-che nel nostro Paese i mag-giori leader si sono rincor-si nel prendere, con tutti i distinguo del caso, le di-stanze dall’Unione. Senza interrogarsi, peraltro, sulle reali cause dell’incapacità italiana di influire nei luo-ghi dove si decide il futuro del Continente: un dato che rimane costante pur (o

proprio per) nel vorticoso susseguirsi di inquilini a Palazzo Chigi. Da mucca da mungere senza ritegno a matrigna disposta solo ad imporre sacrifici ai pro-pri figli, l’Europa è sempre stata vista in chiave es-senzialmente economica: l’Euro, quindi, è divenuto agli occhi della gente l’uni-ca causa di quel tunnel in cui si sono infilate le fa-miglie italiane. La mone-ta unica doveva rappre-sentare il compimento di quell’unione politica che doveva trovare nei popoli – e non nell’economia - il proprio riferimento.

E questo lo sappiamo bene noi abitanti del Nor-dest d’Italia. Nel Veneto, in Trentino Alto Adige, in Friuli Venezia Giulia. I no-stri uomini e le nostre don-ne, sia detto senza retorica, sono europei da ben prima che l’Unione divenisse una realtà istituzionalizzata. E questo costituisce una ric-chezza che è unica in tutto il continente.

Come cattolici siamo chiamati ad un impegno ulteriore di presenza. Per fare in modo che l’Europa non continui a dimentica-re, a partire dalla propria legislazione, le proprie ra-dici cristiane e la reale por-tata dell’eredità religiosa trasmessale dalle genera-zioni passate.

Diceva un politico che “fatta l’Europa, bisogna fare gli europei”. In verità gli europei sono già fatti. Ciascuno di noi lo è. Dob-biamo averne coscienza e prendere a cuore il futuro degli uomini e delle don-ne del nostro Continente. Il gesto di recarsi alle urne domenica può essere un altro importante passo in questa direzione.

Enrico Zerbinati

Adriano MazzettiUADERNIdella Biblioteca

del Seminario

Una biblioteca storicaper il futuro

Diocesi di Adria-RovigoBiblioteca del Seminario Vescovile di Rovigo

7quADeRno numeRo 7

Tradizione e innovazione nella BiBlioTeca del Seminario di rovigo

BIBLIoTeCA DeL SemInARIoRovigo - Via Sichirollo, 74 - 1° piano - e-mail: [email protected] Biblioteca del Seminario Vescovile San Pio X di Rovigo è aperta per informazioni bibliografiche nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30.La lettura e la visione del materiale in sede sarà possibile, previo appuntamento, il lunedì dalle ore 10.00 alle ore 12.30.

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Comitato scientifico:Cappato mons. Brunomazzetti dott. AdrianoRomanato prof. Gianpaolo I.R.

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La Bibbia in Accademiadei Concordi

e nella Biblioteca del Seminario

pag. 7

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Si è aperto con la pre-ghiera di suffragio e nel ricordo grato e commos-so del Patriarca emerito di Venezia card. Marco Cè, deceduto ieri sera e per lungo tempo - circa 23 anni - amatissimo pre-sidente della Conferen-za Episcopale Triveneto (Cet), l’incontro dei Ve-scovi del Nordest che si è svolto la scorsa settima-na, come da calendario, presso il Centro pastorale card. Urbani di Zelarino (Venezia). Nel corso della riunione ordinaria della Cet i Vescovi del Trivene-to hanno poi provveduto a completare il rinnovo quinquennale degli inca-richi interni con la nomi-

na dei singoli Vescovi de-legati per ciascun ambito di vita pastorale, come risulta dal prospetto di seguito evidenziato:

Commissione Vescovo Delegato elettoAnnuncio e Catechesi: Mons. Corrado PizzioloLiturgia; Mons. Giusep-pe AndrichCommissione Presbite-rale Regionale; Mons. Andrea Bruno Mazzoca-toSeminari; Mons. Andrea Bruno Mazzocato Diaconato permanente; Mons. Andrea Bruno Mazzocato Vita Consacrata; Mons. Gianfranco Agostino Gardin

Consulta Aggregazioni Laicali; Mons. Beniami-no PizziolPastorale della Famiglia; Mons. Giuseppe ZentiPastorale Giovanile (e Past. Vocazionale); Mons. Giuseppe Pelle-griniEcumenismo e il Dialo-go Interreligioso; Mons. Ivo MuserPastorale Scolastica (e In-segn. Relig. Catt.) Mons. Adriano TessarolloPastorale Sociale e del Lavoro; Mons. Giampa-olo CrepaldiEvangelizzazione dei popoli; Mons. Giuseppe PellegriniDelegazione Caritas Re-gionale; Mons. Carlo Ro-berto Maria RedaelliPastorale della Salute; Mons. Corrado PizzioloPastorale dei Migranti; Mons. Luigi BressanComunicazioni Sociali; Mons. Luigi BressanDelega per la Facoltà Teologica del Triveneto, gli Istituti Teologici Re-gionali, per gli Istituti Superiori di Scienze Re-ligiose e per l’Osservato-rio socio-religioso: mons. Eugenio RavignaniDelega per il Tribunale Ecclesiastico Regionale Triveneto: mons. Dino De AntoniDelega per la Pastorale del Tempo Libero, Turi-smo, Sport e dei Pelle-grinaggi: mons. Dino De Antoni

Delega per la Consulta per i beni culturali ec-clesiastici: mons. Giam-paolo CrepaldiDelega per l'Osservato-rio Giuridico Legislati-vo Veneto: mons. Giam-paolo CrepaldiDelega per ''Sovvenire'': mons. Lucio Soravito de FranceschiDelega per la Com-missione dei Rettori di Santuari del Triveneto: mons. Dino De AntoniDelega esercizi spiri-tuali (Federazione ita-liana esercizi spiritua-li): mons. Beniamino PizziolIncaricato per gli esor-cisti: mons. Giuseppe Zenti

I Vescovi hanno, inoltre, deciso di riatti-vare - dandone un nuo-vo impulso in chiave triveneta - lo strumento dell’Osservatorio giuri-dico e legislativo come prezioso supporto per l’azione pastorale in molti e importanti am-biti della vita sociale, culturale ed ecclesiale di queste Regioni. Nel cor-so della giornata, infine, hanno rivolto un saluto affettuoso e un caloroso ringraziamento a mons. Ezio Memo, presente ai lavori, che ha appena concluso il suo apprez-zato servizio come Se-gretario Aggiunto della Conferenza Episcopale Triveneto.

Si prepara la partenza di Gesù visibile da questo mondo, ma si pre-para anche il cammino della comu-nità cristiana con tre tappe assicurate che si ripeteranno sempre e a cui la Chiesa dovrà riferirsi perché il cam-mino non sia mai un problema, ma una sfida: la sicurezza, il successo, le difficoltà.

Il Vangelo ci dà la sicurezza: “Il Padre vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sem-pre... Non vi lascerò orfani... Chi mi ama sarà amato dal Padre mio”. Dio Trinità guida la Chiesa.

Appare una nuova figura, quella del Paraclito, un termine greco che evoca il difensore in sede proces-suale, ma che può essere reso anche come “Consolatore”. Un’altra defini-zione è quella di “Spirito di verità”, cioè di rivelatore della parola divi-na. E’ questa la prima delle cinque promesse dello Spirito Santo che costelleranno i discorsi che Gesù sta pronunziando. Il dono dello Spirito, che sostiene nella lotta contro il male e che rivela la volontà divina, è riser-vato ai credenti e continuerà l’opera di Gesù dopo la sua risurrezione.

Le parole di Gesù si sfrangiano in altri temi, alcuni già noti. Si riba-disce il ritorno al Padre, ma anche la costante presenza del Signore accan-to ai suoi discepoli. Si esalta l’amore che deve unire Dio, Gesù e i fratelli. Si configura per questa via l’unione mistica tra il credente, Dio Padre e Cristo in un intreccio intenso e in una forma sempre più interiore.

Un bel testo sulla condizione del cristiano. Nella vita di ogni giorno, con i suoi problemi e interrogativi, egli rimane in una vera unione con il Cristo, continua la sua opera, esegue i suoi comandi e reca la testimonian-za della salvezza e della verità. Que-sto amore, continuamente rinnovato è forza per tener testa e lottare con-tro gli assalti di quello che Giovanni chiama il “mondo”. In questo sforzo incessante, il credente è sostenuto da una nuova e costante presenza di Dio: lo Spirito; quello che Gesù ha ot-tenuto per gli Apostoli perché com-pissero la loro opera. Per mezzo suo, il cristiano sente la presenza divina nell’intimo del suo essere.

Gli Atti ci presentano subito il successo: “Le folle prestavano ascol-to unanimi alle parole di Filippo... E vi fu una grande gioia in quella città... Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo”. La missione apre all’accoglienza di nuove comunità.

La parola di Dio si diffonde come un seme. Ed è nella regione centrale della Samaria che il vangelo attec-chisce e fiorisce per opera di uno dei sette incaricati per la carità, Filippo. Potenza della testimonianza della carità!

Da Gerusalemme giungono in-tanto in ispezione due apostoli di grande rilievo, Pietro e Giovanni. Essi completano l’opera di Filippo consacrando nello Spirito Santo i battezzati: nei secoli successivi la tradizione ha visto in questo atto

la definizione del sacramento della confermazione.

Pietro parla della condotta cristia-na di fronte ai persecutori: “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori... E’ meglio soffrire operando il bene che facendo il male... Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccatori, giusto per gli ingiusti”. La Chiesa, nelle difficoltà, ripropone la vita di Cristo.

Certo, scegliere il bene e testimo-niare la fede non è facile in un mon-do ostile. Ma il cristiano deve conser-vare la sua serenità di fondo e deve, con coerenza e fermezza, ma anche con dolcezza e rispetto, rendere ra-gione agli altri della sua speranza, nonostante rifiuti o contestazioni. Il principio da seguire è soffrire ope-rando il bene piuttosto che trionfare attraverso la prevaricazione. A que-sto atteggiamento ci conduce l’esem-pio di Cristo, che si è sacrificato per tutti e che Dio ha risuscitato dai mor-ti, rendendolo “vivo nello spirito” per sempre.

E’ interessante osservare che sia-mo in presenza di una specie di pro-fessione di fede o di insegnamento catechetico sul centro del mistero cristiano: la morte di Gesù, sorgen-te di salvezza universale. In poche frasi la visione di un mondo nuovo. La morte e la risurrezione di Cristo sono vittoria sul peccato: il Signore risorto domina l’universo e tutte le forze buone o malefiche che possono esservi riconosciute.

d. Dante

La parrocchia in un mondo che cambia

POPOLO DI DIO IN MISSIONE

2 la Settimana domenica 25 maggio 2014comunità

Dieci anni fa, nel mag-gio 2004 usciva la Nota CEI: “Il volto missiona-rio delle parrocchie in un mondo che cambia”. Molti furono i commenti, le pubblicazioni: “La par-rocchia oggi: o cambia o presto morirà... Il mondo è cambiato: cambiamo la pastorale...”.

Quando il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, s’infilò con-cretamente in un tempo e in uno spazio circoscrit-to, databile e visibile nel-la storia mondana. Così oggi, quando la Chiesa, corpo di Cristo, nella sua dimensione temporale e spaziale, lungo i secoli e nella vicinanza degli uo-mini, pur essendo univer-sale, si fa carne, essa pure viene ad abitare in un ter-ritorio circoscritto e si lega ad un’epoca precisa: di-venta chiesa locale, come il Verbo diventò Gesù di Nazareth. La sua visibilità appare nella comunione con il vescovo diocesano, nel Vangelo proclamato, nell’Eucaristia celebrata. La chiesa locale, incarnata nel tempo e nello spazio – le due dimensioni essen-ziali dell’incarnazione e della visibilità terrena – si struttura così secondo la logica culturale dell’epoca in cui si stabilisce. Si orga-nizza alla maniera umana, perché ne sposa la forma visibile e temporale.

Papa Francesco scrive (EG 222-223) che “emer-ge un primo principio per progredire nella co-struzione di un popolo: il tempo è superiore allo spazio... Questo princi-pio permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati... Dare priorità al tempo significa occu-parsi di iniziare processi più che di possedere spazi (unità pastorali?)”.

Molte analisi sono sta-te fatte sulla parrocchia da cui derivano conclusioni evidenti e condivise an-che dal documento CEI:

I compiti della parroc-chia: legittimi nel passato, inadeguati oggi. La par-rocchia non è più punto di riferimento religioso unico e abituale per la gente del territorio; continua a offri-re quasi soltanto servizi religiosi “sacramentali” per quelli che dimostrano di essere “brave persone”; è luogo di riferimento per una vita cristiana che nel passato nasceva e si svi-luppava in famiglia e sul lavoro.

La parrocchia rischia il collasso, causato dalla scarsità dei preti e dalla loro sempre più avanza-ta età, di non adempiere i suoi compiti istituzionali: si pesa l’importanza della parrocchia in base al nu-mero degli abitanti, ma questo avvalla un equi-voco, cioè, la convinzione che quegli abitanti siano automaticamente cristia-ni, mentre sono solo ipo-tetici destinatari dell’azio-ne ecclesiale.

La parrocchia rifugio si-curo per coltivare rapporti ravvicinati e rassicuranti, nel senso che l’apparte-nenza di molti non è moti-vata primariamente dalla fede in Cristo, ma da un rapporto di vicinanza af-fettiva al parroco, anima-tori, gruppi, iniziative.

La parrocchia tarda a di-ventare figura di chiesa mi-nisteriale in cui ognuno ha il suo carisma da esprime-re e il suo servizio da svol-gere: molti preti sono stati formati per essere “pasto-ri” unici e indiscussi, gli organi di partecipazione laicale sono puramente “consultivi”, la parroc-chia rimane la casa del parroco, i cambiamenti sono ritardati dall’abitu-dine che il permanere in servizio fino a tarda età di molti preti e laici fatal-mente porta con sé.

La parrocchia della tra-dizione e dell’immaginario collettivo offre occasioni, apre le porte a tutti nella solidarietà, cura i bambini al posto dei genitori, esi-bisce tradizioni che solle-citano la partecipazione in momenti particolari (Natale, Pasqua, i Mor-ti... funerali, matrimoni) con intensa carica emo-tiva... Ma la gente viene, morde e fugge. Conserva nell’immaginario colletti-vo la tradizione, l’infan-zia, il bisogno di sacro, il campanile, l’oratorio, le recite natalizie, la pre-mura, i ricordi; il luogo in cui abbiamo vissuto con emozione la Prima Comunione, i primi calci al pallone, la funzione di chierichetti... e tutto ciò rimarrà molto marginale e nostalgico nelle scelte dell’età adulta, quando “manca il tempo” per vi-verle ancora (o la fede non è sufficientemente adulta per viverle?).

L’esigenza di una “nuo-va” parrocchia. Ci siamo affezionati così tanto alla nostra gente e al tempo passato in questo luogo, divenuto anche casa no-stra, che abbiamo lasciato in ombra il Figlio di Dio da amare, annunciare, proporre. La parrocchia ha fatto molti discepoli del parroco, ma che ne è stato del nostro compito di incarnare in questo spa-zio di tempo e di territorio la presenza del Signore risorto? La parrocchia divaga, sfavilla, riempie calendari e bollettini, ma stenta ad evangelizzare e a convertire.

La sterilità catecume-nale, la contrazione delle vocazioni sono la spia di una pastorale inadeguata.

d. Dante Bellinati

Il cammino della ChiesaAtti 8, 5-8.14-17; 1Pietro 3, 15-18; Giovanni 14, 15-21

VI Domenica di Pasqua - A

Vescovi del Triveneto

I settori dell’impegno pastorale nelle diocesiNomina dei responsabili delle Commissioni

sostieniediffondi

Avviso ai rev.di Sacerdoti

Scadenze Fiscali del 2014 • MODELLO 730: Presentazione al CAF: entro il 3 Giu-

gno 2014; •UNICO Persone Fisiche: Versamento saldo ed even-

tuale acconto: entro 16 Giugno 2014. Presentazione modello: per via telematica entro 30 Settembre 2014.

•UNICO Persone Giuridiche (Parrocchie): Versamen-to saldo ed eventuale acconto entro 16 Giugno 2014. Presentazione Modello: per via telematica entro 30 Set-tembre 2014

•Modello 770 (per chi nel 2013 si è avvalso di professio-nisti ed ha versato ritenuta d’acconto). Presentazione del Modello: per via telematica entro il 31 Luglio 2014

•IRAP versamento: entro 16 Giugno 2014. Presentazio-ne del Modello: per via telematica entro il 30 Settembre 2014

•TASI per prima e seconda casa: versamento acconto entro il 16 Giugno 2014 .

L’Ufficio Economato è a Vs. disposizione.

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3la Settimanadomenica 25 maggio 2014 attualità

E’ il terzo motivo di preghiera per questo mese di maggio. Il tema è im-menso e ha già visto scor-rere fiumi d’inchiostro per comprendere un pochino questo variegato mon-

do giovanile in logico ed inevitabile contino cam-biamento. Ma che cosa sperano, effettivamente, i giovani? Che cosa, vorrei desiderare, come cristia-no, che sperassero i giova-ni? Certamente la società capitalistica-consumistica ne ha fatto, in gran parte, una massa da manovrare nei gusti e negli interes-si, pensandoli soprattut-to come mercato su cui riversare i prodotti, non raramente, inutili ed an-che devastanti. Ha creato pensieri, interessi; ha pro-posto miraggi e paradisi artificiali che, alla prova dei fatti, si rivelano fonte di delusione e di pauroso impoverimento umano. Potremmo fare elenchi in-finiti di occasioni manca-

te, di non educazione ad ideali grandi e significati-vi, di orientamento verso mete di solitaria riuscita, di sostanziale disattenzio-ne per tutto quello che si riferisce ad un progresso umano globale. E’ più che evidente che questo qua-dro è quello che emerge di più, quello che riempie certe cronache: siamo certi che non è esclusivo e che non si possono dimenti-care tante presenze giova-nili che fanno ben sperare. Rimane, comunque, il ti-more che la società con-sumistica, creata da noi adulti, mostri di vedere nei giovani soprattutto dei destinatari di certi prodot-ti. E in questo senso mette in campo tutta una serie di sistemi persuasivi per

omologare e standardizza-re gusti e tendenze giova-nili funzionali a certo tipo del produrre, dell’offerta commerciale, intesa nel significato più ampio. Che cosa sono indotti a spera-re le future generazioni, da questo mondo che noi adulti abbiamo creato? Vi risparmio lunghi elenchi, che tutti possiamo fare, di cose, di prodotti verso cui i giovani sono più o meno inconsciamente spinti. Vorrei che fossero un po’ di più provocati a guar-darsi attorno, a prendere atto dei problemi proprio e della società in cui vi-viamo, che allargassero lo sguardo al mondo più vasto continentale e mon-diale, che guardassero in prospettiva i problemi che

il movimento dei popoli, il progresso tumultuoso di paesi fino a ieri in via di sviluppo, che insomma fossero meno provinciali e sempre più cosmopoli-ti. Sogno dei giovani, che, anche se in numero ancora troppo ridotto, non man-cano, che s’impegnassero a costruire un mondo più degno d’essere abitato. Li vorrei sentire esprimere desideri e manifestare im-pegni per una società eco-nomica in cui il capitale, nelle sue varie forme, fos-se sempre l’uomo, per tut-to l’uomo, per ogni uomo. Li vorrei sentire sognatori d’una società in cui il pos-sessi e l’uso delle risorse economiche fosse equa-mente ripartito per evitare il triste fenomeno, in spa-

ventosa crescita anche tra noi, dei pochi molto ricchi e ei troppi molto poveri. Lo vorrei costruttori, pra-ticando la necessaria legge dell’amore, d’una società in cui il crescere in umani-tà sia volontà ed impegno fattivo di tutti. Vorrei ve-derli sognarsi giovani, che a differenza di troppi adu-li assetati di potere, fanno del servizio agli ultimi e agli ideali grandi di pie-na emancipazione umana per tutti, l’impegno primo della loro volontà, l’aneli-to insopprimibile del loro animo. Vorrei sognare, in fine, che gli adulti, dessero sempre buon esempio per aiutare i giovani a pensare in grande per un mondo in cui sia belo vivere in pace e fraternità.

E’ Congresso per il Centro Tu-ristico Giovani-le, una delle più antiche e presti-giose associazio-ni nazionali di turismo sociale e giovanile, fon-data nel 1949 da Carlo Carretto, allora presidente della Gioventù di Azione Cattolica.

L’ a p p u n t a -mento è per il 30 di maggio presso il Centro Carraro, nella storica cor-nice di Verona, dove le assisi na-zionali dell’asso-ciazione si ritro-vano per la prima volta in questa q u i n d i c e s i m a edizione. Finora il Congresso, a dire il vero, non si era mai tenu-to nemmeno in Veneto, una terra che negli ultimi anni si è confer-mata molto fertile per la crescita e la presenza associa-tiva, soprattutto nella provincia scaligera. Una presenza che si è tradotta però non solo in rilevanti dati nu-merici, ma anche in una serie di importanti e si-gnificative azioni e attivi-tà nel campo della forma-zione e pratica turistica, culturale, ambientale, del tempo libero e dei beni artistici e monumentali.

I delegati e i dirigen-ti, presenti da ogni parte d’Italia, saranno i porta-voce di centinaia di Co-mitati, Gruppi di base, Circoli e Case per Ferie, eletti in maniera demo-cratica nelle fasi provin-ciali e regionali in rappre-sentanza di alcune decine di migliaia di soci.

Si confronteranno su un tema accattivante come quello indicato nel titolo congressuale “Ani-mare, radicare, incontrare, accogliere...per noi è sempre Ctg” e avranno modo di approfondire le varie te-matiche che oggi toccano nel concreto questo set-tore.

Sarà approfondito in

particolare l’argomento dello sviluppo qualita-tivo del turismo sociale, in una particolare sessio-ne che ha ottenuto non solo il patrocinio della Fitus (Federazione Italia-na del Turismo Sociale), dell’OITS (Organizza-zione Internazionale del Turismo Sociale), del Di-partimento di Scienze So-ciali ed Economiche della prestigiosa Università La Sapienza di Roma, ma anche il contributo diret-to di suoi primari espo-nenti dalla tribuna del convegno.

Da qui sono previsti anche gli interventi di esponenti di altre associa-zioni, di organismi vari e di Enti pubblici presenti sia a livello locale che re-gionale e nazionale.

Fino a lunedì 2 giugno non mancheranno poi le esposizioni delle “buone pratiche”, la valorizza-zione di varie eccellenze regionali, alcune uscite in

città e in provin-cia per la messa in pratica delle metodologie di animazione e co-noscenza del ter-ritorio che il Ctg ha ormai da anni nel suo bagaglio di competenze e capacità

U g u a l m e n -te non potranno essere assenti i riferimenti e sug-gerimenti in me-rito alla recente proposta gover-nativa di riforma del Terzo Settore, considerato che il Ctg è pienamente parte di questo importante seg-mento. Esso è in-fatti iscritto come Associazione di Promozione So-ciale nel Registro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e gli è attribuito il titolo di Ente Nazionale con Finalità Assisten-ziali con prov-vedimento del Ministero dell’In-terno. Non sono peraltro gli unici riconoscimenti,

considerato che l’associa-zione ha anche un proto-collo di Intesa con il Mi-nistero dell’Istruzione ed è l’unica associazione del settore turistico formal-mente riconosciuta come ecclesiale dalla Conferen-za Episcopale Italiana.

I lavori si prefiggono anche l’intento di rinno-vare e rinforzare la squa-dra dirigente del Centro Turistico Giovanile, ri-lanciandola con forza in un tempo nuovo come è quello attuale, carico di incertezze e - insieme - di stimolanti sfide rivolte al mondo dei giovani, ma anche delle famiglie e de-gli adulti.

Non si tratterà quindi solo di rinnovare le ca-riche sociali, ma soprat-tutto di sterzare verso programmi innovativi e prospettive ardite, nel quadro di un Futuro pos-sibile di cui il Ctg vuole continuare a essere pro-tagonista.

Centro Turistico Giovanile

XV Congresso Nazionale

Verona Centro Carraro30 MAGGIO 2 GIUGNO 2014

Animare, radicare, incontrare, accogliere …per noi è sempre CTG

Per motivi logistici e organizzativi, è necessario che tutti coloro che intendono partecipare al’intera fase

congressuale o a parte di essa, provvedano alla relativa pre-iscrizione presso la segreteria.

Le escursioni e visite guidate in programma si effettueranno se viene raggiunto il numero minimo di iscrizioni.

Aggiornamenti, modalità, quote di partecipazione, richieste di servizi (pernottamenti, pasti, navette, ecc), schede di

iscrizione e altre notizie sono disponibili sul sito nazionale

Per ulteriori ed eventuali informazioni e/o richieste sono disponibili:

Segreteria Generalec/o Presidenza Nazionale CTG

Via della Pigna, 13/A - 00186 Roma

tel. 06 679 5077338 526 3492

fax 06 679 5078 (fino al 30.5)

Segreteria Operativa localec/o Comitato Provinciale CTG Verona

Via Santa Maria in Chiavica 7 – 37121 Verona

tel. 045 800 4592

durante il congresso:338 526 3492

Sede Ricettiva e Congressuale CENTRO CARRARO

lungadige Attiraglio 45, 37124 Verona tel. 045 915 877 fax 045 830 1929

La presente vale come INVITO AI LAVORI CONGRESSUALI

e agli EVENTI collegati.

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Migranti, mon-do del lavoro, fami-glia: sono i tre “luo-ghi”, indicati ieri sera da Papa Fran-cesco aprendo i la-vori dell’assemblea generale dei vescovi italiani in Vaticano, che questa mattina il presidente della Cei cardinale An-gelo Bagnasco ha ri-preso nel suo inter-vento nell’aula del Sinodo. Temi tutti “sensibili”, sui quali il Papa aveva parti-colarmente insistito, esortando l’episcopa-to italiano a un coraggioso coinvolgimento, pena il rischio di divenire “irrilevanti”. E la risposta del cardinale è stata all’altezza di questo invito. Parlando dei migranti, ha subito notato che “sotto i nostri sguardi si consuma l’esodo di popoli che guardano a noi come alla terra promessa: pur di giun-gervi, non esitano a mettersi nelle mani di mercanti di morte. A fronte di quanto sta accadendo - sciagure e drammi rispetto ai quali nessuno può rimanere indifferente - non basta l’indignazione occasionale. La nostra gente - ha proseguito - lo sa e rispon-de con la generosità del cuore”. Ha voluto anche offrire un pubblico riconoscimento alle strutture caritative quali parrocchie, Caritas, Migrantes, associazioni che offro-no “un’accoglienza semplice e cordiale, fat-ta di gesti concreti”, una testimonianza che da sola supera “le paure ingiustificate” da-vanti all’arrivo di migranti. Ha anche avuto parole quasi di “rimprovero” per l’Europa che – ha detto – “se vuole presentarsi come ‘casa comune’, e non un insieme d’interessi dove chi è più forte prevale, non può tirarsi indietro e guardare infastidita”.

La gente impoverita dalla mancanza di lavoro. Quanto al secondo “luogo” indi-cato dal Papa, quello del lavoro, il cardinale ha notato come “la congiuntura economica di questi anni abbia impoverito drammati-camente tanta gente, rubandole la dignità e rendendola bisognosa anche del pane quotidiano”. L’esito è che “nel nostro Pa-ese sta congelando un’intera generazione e desertifica la società dai giovani”, ha poi notato lanciando un appello “a chi ne ha la possibilità di tornare a investire con co-raggio, accettando di affrontare i rischi di questa stagione, senza attendersi - specie nel breve tempo - grandi ritorni”. A que-sto riguardo ha aggiunto “che siano reali, efficaci e veloci le misure di agevolazione fiscale agli imprenditori disposti a coinvol-gersi per creare lavoro”.

Famiglia garante della stabilità sociale. Parole coraggiose, da parte del cardinale, anche sul terzo “luogo” indicato dal Papa, quello della famiglia. È nota la posizione del presidente della Cei: è grazie alla fami-glia – ha detto – se “anche in questi anni

sofferti, il tessuto sociale mantiene una propria stabi-lità”. “Essa genera quel ‘capitale uma-no’ senza il quale non solo non vi è possibilità di benes-sere, ma – prima an-cora – di società e di futuro”, ha aggiun-to, “costituendo un incalcolabile fattore di risparmio per lo Stato; ma, ancor prima e più ancora, in essa ognuno ri-trova valori, fiducia

e coraggio per portare la vita”. Quindi la politica ha il dovere di sostenerla, renden-done “meno gravosa la formazione” e non va “messa sotto scacco da una cultura insi-stente e monocorde, che pretende di ‘ridefi-nire’ il volto stesso dell’amare favorendone la fragilità”, col rischio di “sciogliere la per-sona dentro a rapporti liquidi e insicuri”.

Scuola ed educazione, no al gioco d’azzardo. Verso la conclusione del suo in-tervento, il cardinale ha poi toccato i temi della scuola, richiamando il grande incon-tro con il Papa del 10 maggio in piazza San Pietro e il servizio al Paese svolto dalla scuola cattolica che – ha notato - dovrebbe essere “giustamente riconosciuta e soste-nuta”. Sul gioco d’azzardo ha poi afferma-to che esso “guarda specialmente al mondo giovanile come a un pascolo succulento” e “consuma molto di più di quanto porti alle casse dello Stato, basti pensare alla disintos-sicazione da questa dipendenza”. Ha volu-to poi aggiungere “il danno che ne deriva da una concezione della vita e dei rapporti sociali in termini di scommessa anziché di quotidiano, onesto lavoro”. Infine, alcuni pensieri sugli statuti Cei in via di definizio-ne (se ne parla in assemblea in questi gior-ni) e sugli “Orientamenti per l’annuncio e la catechesi”, anch’essi all’ordine del gior-no. Da ultimo ha chiesto di accompagnare con la preghiera l’imminente viaggio del Papa “nel suo significativo pellegrinaggio ad Amman, Betlemme e Gerusalemme”, carico come è di attese per la delicata situa-zione mediorientale.

Balcani, Turchia e Nigeria. Nella conti-nuità dei discorsi del cardinale, c’è sempre stata una carrellata sui temi di più stringen-te attualità. Così anche in questa occasione, Bagnasco ha parlato di eventi drammatici quali le gravi inondazioni nei Balcani, le vit-time nella miniera in Turchia, il rapimento delle studentesse in Nigeria, sottolineando poi la persecuzione contro i cristiani, che “continua indisturbata in molte parti del mondo”. A questo riguardo ha chiesto che la comunità internazionale “trovi voce for-te e metta in campo azioni concrete per esi-gere che si ponga fine a questa vergognosa e pervicace inciviltà”.

Luigi Crimella

Verona - Centro Carraro

XV Congresso Nazionale del CTG

Non deludere la speranza e la fiducia dei giovani

diDon Vittorio

De Stefani

Martedì 20 Maggio 2014 - Assemblea dei Vescovi

“Chi ha possibilità con coraggio torni a investire”

Page 4: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

4 la Settimana domenica 25 maggio 2014società

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Nei giorni scorsi si è riunita l’assemblea del gruppo politico-culturale “V.Bachelet” di Rovigo che, accanto ad una valutazione sulla situazione del comune di Rovigo che ha portato ad un affollato incontro pubbli-co, ha discusso delle prossi-me elezioni europee, prepa-rando un manifesto appello che invita ad andare a votare e a votare per l’Europa e per il governo del Paese.

“Il nostro è un gruppo indipendente, orientato al cambiamento, europeista e per costruire. – dice Fran-cesco Milan, presidente del gruppo - Il manifesto che proponiamo rispetta queste convinzioni. Da tempo non sospetto sosteniamo che i moderati, i cattolici devono scegliere, che le politiche di mezzo servono solo a garan-tire qualche posto ma sono inutili perché l’Italia è cam-biata. Può anche non piacere ma le cose stanno così. Oggi un voto responsabile è a fa-vore di chi vuole sistemare le

cose e non sfasciarle. Difron-te ai populismi aggressivi e ai nazionalismi di ritorno, bi-sogna sostenere lo sforzo del governo Renzi”. Sollecitiamo gli elettori a dare un voto po-sitivo a favore di chi lavora per uscire dalle difficoltà, di chi governa e non punta sul-la sconfitta del Paese.

“Inoltre, le prossime elezioni sono un voto pro o contro l’ideale europeo. – rimarca Andrea Borgato, consigliere comunale e vice presidente del Gruppo - Vo-lutamente parliamo di idea-le europeo perché l’Europa che conosciamo è ancora di-stante da quella che vorrem-mo. De Gasperi, Adenauer, Schumann ed altri veri sta-tisti, guardavano al futuro, conoscendo il passato. Se il vecchio continente ha vis-suto oltre sessanta anni di pace sostanziale, come mai era accaduto in precedenza, lo si deve alla loro lungimi-ranza”.

“Dov’è la lungimiranza di chi oggi vorrebbe gettare

tutto alle ortiche? – continua Borgato - Di chi gioca su una crisi pesantissima che induce al rancore, all’egoismo, alla protesta a volte comprensibi-le, ma fine a sé stessa ed inca-pace di guardare avanti oltre il proprio naso?”. “Vorrem-mo una vera Banca Europea con politiche monetarie uni-tarie e di crescita; l’intervento deciso contro le speculazioni finanziarie e anche contro quei paesi europei che si comportano da cassaforte degli evasori fiscali; - sinte-tizza Milan - un disegno eco-nomico del continente per essere concorrenti sul merca-to mondiale con le peculiari-tà delle nostre produzioni e dello stile europeo; politiche del lavoro uniformi che con-sentano di aprire il mercato del lavoro ai giovani ed alle professionalità in ingresso ed in uscita; uniformità delle regole fiscali e del peso fisca-le; porte aperte alla cultura, all’istruzione, alla ricerca; misure comuni sulle politi-che dell’immigrazione”.

Gino Piva ci tramanda un rincorrersi di campa-ne: “Quando a Rovigo i sona a la Rotonda / segno che San Bortolo gà finio. / Sant’Agostin pistando ghe va drio; / e ‘na volta i sonava a la Comenda… / San Roco, el povarin, no’ ghe n’a voja, / scampana inveze in pressia i Capuc-cini, / ghe manca a San Francesco dò cantini, / el campanon de Piaza l’è ‘na sveia. / El Domo po’ ‘l se dà de l’importanza, / San Domenico el xe na racoleta, / a la Madona dei Sabioni i speta / el mezogiorno i Morti e i gà pasienza”.

Dalla fine di maggio 2013, le campane della Rotonda tacevano per re-stauri all’imponente cam-panile del Longhena, il più alto di Rovigo con i suoi 57 metri, più alto dei 50 metri della torre Donà. Termina-ti i lavori all’esterno, il suo-no delle campane è stato ripristinato dal gennaio di quest’an-no da Kevin Biolcati.

Il Sindaca-to della B. V. del Soccorso ha la fortuna di avere un sacrista esper-to di campa-ne. Kevin, 33 anni, di Lama, sa tut-to sulle cam-pane: nomi, storia, ditte di fusione, at-tivazione. Mi racconta che va a fare ma-nutenzione di campane, spingendosi anche fuori provincia per passione. Nel granaio della Rotonda ha trovato e salvato una scatola di “passacorda”, ci-lindri di vetro di valore sto-rico-etnografico, che ser-vono a far scorrere le corde fra piano e piano, evitando l’usura che si avrebbe stri-sciando sui mattoni. Assie-me all’amico Agnoletto ha catalogato tutte le campa-ne del comune di Rovigo e frazioni, arrampicandosi su per i campanili, regi-strando nomi, iscrizioni, stemmi, caratteristiche di ogni campana.

Intorno alla Rotonda, qualcuno si era lamentato per quei suoni serali che tacevano. Grazie a Ke-vin, dall’8 aprile, alle ore 19.30, nove rintocchi della campana maggiore Maria Elisabetta, cadenzati a tre a tre, ci ricordano ancora i caduti della grande guer-ra. Nel silenzio di Piazza XX Settembre si può udire quel triste suono e pensare ai nostri nonni, ai soldati morti in trincea e alle as-surdità delle guerre.

Alle ore 7 suona l’Ave Maria del mattino; alle 20 l’Ave Maria della sera; alle 12 l’Angelus; alle 8.45 la Messa e un minuto e trenta prima delle 9 il ri-chiamo con la campanella. Nelle festività suonano le tre campane maggiori alle 10.15 e alle 10.28. Kevin mi spiega che l’Ave Maria è quella di Lourdes, che

viene suonata a carillon, cioè tra-mite percussio-ne delle campa-ne, ma mancano due note tanto da far sembrare stonate le cam-pane. Ne occor-rerebbero altre – mi dice - e lo spazio per collo-carle ci sarebbe.

Se la costru-zione della chie-sa avvenne in 14 anni, dal 1594 al 1608, la storia del campanile si svolse nell’arco dei secoli, con periodi di inter-ruzione. Si co-minciò nel 1655-56; si riprese nel 1671-72, nel 1675-76, nel 1769-1774, nel 1784. Costruito su dise-gno di Baldassare Longhe-na, architetto veneziano, fu innalzato fino al quarto finestrone da Antonio Ban-

derato. Il progetto origina-rio è andato perduto ma ne abbiamo testimonianza in un disegno di Rinaldo Silvestri, datato 15 genna-io 1752, conservato presso la sacrestia del tempio, e in un dettaglio della sola cupola, conservato presso l’Accademia dei Concordi.

Nel 1769 la fabbrica del campanile riprese sotto la direzione del capomastro Giacomo Pavanin da Vil-lanova del Ghebbo. Le tre campane della Rotonda vennero pagate con i beni lasciati in eredità da Silvia Naranzi, con testamento 15 agosto 1766. Gettate da Alberto Soletti di Brescia, in ordine di grandezza fu-rono chiamate Maria Eli-sabetta (fusa il 5 settembre 1768), Maria Silvia, in ono-re della benefattrice (fusa il 6), Maria Rosa (fusa il 7), e vennero benedette dome-nica 16 ottobre 1768 dal vescovo Arnaldo Speroni degli Alvarotti. Sabato san-to, 10 maggio 1773, alle ore 23, si sciolse il suono del-le campane mentre, nella chiesa gremita, il Coro di Musica intonava il “Sancta Maria” delle litanie, e fuori esplodeva una salva di ar-tiglieria. Nel 1784, si con-tinuò a salire sempre per opera del Pavanin, senza allontanarsi dal disegno del Longhena. Una quarta campana, più piccola, fu collocata nel 1889. Soletti, grande artista, in Rovigo fuse sei campane per il Santo di Padova.

Un fulmine nel 1896

distrusse la cupola che fu rifatta nel 1898 con la su-pervisione di Luca Beltra-mi, seguendo i disegni del Silvestri. Intanto, intempe-rie e tarli avevano minato il castello di legno delle

campane e nel 1899 fu necessa-rio sospendere il suono.

Nel 1923 il Consiglio comu-nale deliberava di ripristinare in ferro il castello delle campane. Il 24 maggio 1924 le campane riprendevano a suonare. Nel 1963 fu installato dalla ditta Me-loncelli di Sermi-de un impianto

elettrico con comando ad orologeria per il suono sia a distesa che a martello con carillon.

Il campanile della Ro-tonda, se ricorda quello veneziano della Salute, lo supera in monumentalità e bellezza, esaltata dalla maggiore larghezza, dal basamento a piani incli-nati, dall’isolamento, dai giochi cromatici e chiaro-scurali dati dal bianco del-la pietra sullo sfondo rosso del laterizio. Così la cupola di rame a otto spicchi ci ri-chiama quella che doveva essere la cupola della chie-sa, abbattuta nel 1604 forse per ragioni di staticità.

L’immagine venera-ta da oltre cinque seco-li è chiamata B. Vergine del Soccorso. Una lapide ci ricorda che il tempio ospitò “turbe squallide di contadini” dopo la rotta dell’Adige, dal settembre 1882 al luglio 1883. Anche il campanile fu riparo di disperati: ebrei, come il dottor Guido Consigli, si nascosero fra le spirali del-le sue scale, per sfuggire alle retate nazi-fasciste, e circa 400 persone vi trova-rono rifugio, il 25 settem-bre 1944, durante il bom-bardamento degli alleati su Piazza XX Settembre. Nel 1943 anche a Rovigo furono rimosse molte cam-pane per fabbricare armi. Quelle della Rotonda – kg 3500 di bronzo – furono risparmiate. [Riproduzione riservata]

Graziella Andreotti

Per venire incontro alle necessità delle associazioni ABE e ABEO a favore dei bambini ammalati nella Sala Verdolini del Comune di Melara, martedì 13 maggio è stata organizzata una serata dal titolo: “Un dono per la vita”.

L’iniziativa del Comune di Melara è stata organizzata in collaborazione con le due citate organizzazioni e con l’Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova.

La serata si è incentra-ta sulla consegna all’ABE e all’ABEO del ricavato della vendita del libro “La prin-cipessa e il drago – Storia di Sara” della scrittrice Maria-dele Orioli (Edizioni Parva).

Il filo conduttore che ha animato e commosso la sera-ta è stato il ricordo della pic-cola Sara, attraverso il libro di Mariadele Orioli. Nel suo libro, centrato sul dramma del dolore, la Orioli aveva descritto e raccolto le testi-monianze della sofferenza e della morte di una bambina che ha scosso e accomunato tutta la cittadinanza melare-se, raccoltasi poi nel pianto per l’ultimo saluto alla pic-cola Sara, venuta meno nel 2008 (il libro era stato pre-sentato nella serata di Santa Lucia, il 13 dicembre 2008, organizzata dall’Ammini-strazione Comunale come “Un dono per Sara”).

A prendere la parola per

primo è stato il sindaco Fran-cesco Losi che, compiacen-dosi per l’iniziativa benefica, ha ringraziato il numeroso pubblico presente. Con non poca commozione si è ad-dentrato nel dramma della sofferenza dei bambini am-malati, plaudendo quanti si prodigano per alleviarla.

Successivamente è inter-venuto Fausto Soffiatti delle Edizioni Parva, ricordando fra l’altro come il libro “La principessa e il drago” sia en-trato in quasi tutte le fami-glie di Melara.

L’autrice Mariadele Orioli si è soffermata tra l’al-tro sulla figura fortemente simbolica del drago, che an-che per Sara rappresentava il male, ma di cui lei non ha avuto paura e che ha com-battuto coraggiosamente fino alla fine.

Due responsabili del re-parto di pediatria dell’ospe-dale di Pieve di Coriano, la dottoressa Paola Accorsi e l’infermiera professionale Gabriella Gambato hanno ricordato con grande com-mozione la degenza della piccola Sara e il loro dram-ma interiore nei mesi dell’ac-compagnamento di Sara e della sua famiglia verso l’amara conclusione.

Era presente anche il professor Schumacher, diret-tore del reparto Pediatrico di Brescia. Anch’egli, dopo un commovente ricordo di Sara,

ha espresso l’auspicio che da tanto dramma la scienza possa progredire e trovare rimedio al fine di debellare tanta sofferenza.

In seguito ha parlato un volontario dell’ABEO man-tovana, che si è soffermato a dimostrare quanto le varie pediatrie ospedaliere metto-no a disposizione dei bam-bini ammalati per alleviarne le sofferenze con momenti di svago e ricreazione.

L’ultima testimonianza della sofferenza di Sara è sta-ta data dalla Caposala della Pediatria di Pieve di Coria-no, Gabriella Gambato, che ha descritto come nella sof-ferenza i bambini perdono la gioia tipica del loro vive-re denunciando la tristezza nell’espressione del volto.

A conclusione della com-movente serata ai circa 5700 Euro ricavati dalla vendita del libro si sono aggiunti 200 Euro di offerta raccolti dal nostro ex barista Flaviano dai bambini di Bergantino che si apprestano a ricevere la Prima Comunione.

Ultimo momento di grande commozione è sta-to quando il Vicesindaco dott. Paola Davì, dopo aver omaggiato con un mazzo di fiori le signore partecipanti, si è rivolta ad uno dei gemel-li di Sara consegnandogli un mazzo di fiori da deporre sulla tomba della sorella.

Ildo Testoni

Iniziativa del Gruppo Bachelet

Un voto per l’Europa e per il governo del paese

Le campane della B. V. del Soccorso

Tornano i rintocchi seraliper i caduti della grande guerra

Melara

“Un dono per la vita” Serata di beneficienza

Page 5: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

5la Settimanadomenica 25 maggio 2014 polesine

Orazio Cappellari è il nuovo presidente del sin-dacato del Tempio della Beata Vergine del soccorso di Rovigo detta La Roton-da, la nomina è avvenu-ta dal sindaco di Rovigo Bruno Piva, con decreto sindacale, a seguito delle dimissioni del presidente Giovanni Boschetti, che ha lasciato l’incarico, per sopraggiunti impegni per-sonali, incompatibili con l’impegno quotidiano che si deve dedicare al Tempio de La Rotonda. Nello stes-so momento con altro de-creto sindacale è stato no-minato Luciano Zanforlin componente dello stesso Sindacato.

Il nuovo presidente è persona conosciuta e sti-mata in città e nel territorio, è dottore agronomo, libero professionista, dirigente d’azienda, nonché giorna-lista pubblicista, vanta nu-merose collaborazioni con testate giornalistiche loca-li, in particolare con Il Gaz-zettino, La Setti-mana e Nuova Scintilla, organi rispettivamente della Diocesi di Adria-Rovigo e della Diocesi di Chioggia. E’ componente del Consiglio diret-tivo dell’Asso-ciazione Cultu-rale Minelliana, co-fondatore dell’Ucid rodigina (Unione cristia-na imprenditori, dirigen-ti e professionisti), socio Ucsi – sezione di Rovigo, componente del Consi-glio affari economici della Diocesi di Adria-Rovigo, è impegnato nel mondo del volontariato.

Il Tempio cittadino de La Rotonda è uno dei luo-ghi più prestigiosi e ricchi di storia, arte e fede della città di Rovigo, del Po-lesine e del territorio del Veneto. La chiesa di Santa Maria del Soccorso, me-glio conosciuta come La Rotonda, per la sua forma architettonica a pianta ot-tagonale, fu progettato nel 1594, la prima pietra ven-ne posta il 13 ottobre 1594 fu costruita per accogliere una antica immagine sa-cra, mariana, che raffigura Maria che accoglie sulle sue ginocchia il Bambino Gesù. L’antica immagine, considerata miracolosa, era molto venerata dai fe-deli che la invocavano con il titolo di Santa Maria del Soccorso. In questa nostra intervista abbiamo rivolto alcune domande al nuovo presidente.

D - Con quale dispo-nibilità, con quali senti-menti ha ac-colto questo importante incarico che ora lo vede nel ruolo di presidente del Tempio cittadino de La Roton-da?R - Con sin-

cero spirito di servizio per la mia Città, per il suo patrimonio storico e artistico, in modo partico-lare il Tempio La Rotonda si presenta come un luogo straordinario dove da secoli storia arte e fede sono uniti in modo straordinario.

D . Presidente, con quali parole possiamo definire il Tempio de La Rotonda? Cosa rap-presenta questo luogo

per la città e per il territorio?

R - Il Tempio de La Rotonda si presenta e si definisce da solo e questo da oltre quat-trocento anni di storia. La Città di Rovigo con il Polesine intero vi si identifica.

D - La Rotonda si pre-senta al visitatore come un “ricco” museo di arte e fede, dove sono presenti numerose opere d’arte pittorica, scultura e architettura. Oggi questa bella ed importante realtà di cosa ha bisogno, qua-li sono le urgenze, le necessità alle quali lei intende far fronte? R - Non dobbiamo na-

sconderci, il Tempio de La Rotonda ha bisogno di “cure” e attenzioni partico-lari in virtù della sua vetu-stà, a partire dalle ordinarie manutenzioni sull’edificio e sugli impianti di servizio. Riguardo poi ai progetti futuri credo che oggi sia necessario attivare il lancio d’immagine in “rete” con tutte le strutture dedicate a partire dal web con un sistema coordinato.

D - Il Tempio cittadino de La Rotonda è anzi-tutto una chiesa maria-na, luogo di preghiera e di celebrazioni litur-giche, in futuro questo importante aspetto che ruolo avrà?R - Nel futuro il Tempio

de La Rotonda continue-

rà a svolgere il ruolo che le è proprio, cioè luogo di preghiera e di celebrazio-ni liturgiche e mariane in quanto si tratta di una chie-sa che conserva un aspetto tutto particolare, luogo sa-cro di devozione mariana, peraltro la devozione alla Madonna è qui particolar-mente vivo.

D - La Rotonda è consi-derata dalla città e dal territorio come luogo di cultura, di incontri, sede di numerosi con-certi, pensando al fu-turo come sarà mante-nuto questo ruolo così importante?R - Anche riguardo a

questo importante aspetto La Rotonda continuerà ad essere luogo di arte e di cul-tura, come è avvenuto fino ad oggi, avendo sempre una particolare attenzione alla sacralità del luogo.

D - Il fatto che il Tem-pio Cittadino de La Rotonda sia di pro-prietà del Comune di Rovigo cosa comporta? Quali sono i vantaggi o svantaggi?R - Il Tempio de La Ro-

tonda è un caso di giurisdi-zione complessa. La sua “tenuta”, però, è acclarata da oltre quattrocento anni di storia. Nessun proble-ma.

D - Tra le varie opere d’arte che possiamo ammirare in Rotonda quale dipinto, quale opera le sta più a cuo-re?R - Mi trovo in imbaraz-

zo. Direi tutte.D - Quali parole sente di rivolgere alla città di Rovigo e al suo ter-ritorio come invito a visitare La Rotonda, a scoprire questo grande patrimonio che il Pole-sine custodisce?R - La Terra che giace

fra Adige e Po custodisce uno scrigno di storia, arte e fede, unico. Da visitare, da conoscere e da amare.

Settimio Rigolin

Al terzo incontro del corso per volontari ospe-dalieri, tenutosi sabato 17 maggio, sul tema “Farsi dono dà senso alla vita”, è intervenuta la dr Tizia-na Virgili, presidente della Provincia, che ha anzitutto espresso apprezzamento alla San Vincenzo per l’ini-ziativa e l’impegno pro-fuso, oltreché nel campo delle povertà estreme, an-che nel settore così delicato dell’assistenza al malato ed all’anziano ed ha elogia-to i tanti giovani studenti dell’IPC presenti. Circa il tema dell’incontro, ha ag-giunto quanto sia impor-tante farsi dono in quanto non soltanto si dà senso alla propria vita ma anche a quella dell’altro se il dono è caratterizzato da gratuità, rispetto, attenzione, acco-glienza, ascolto silenzioso. In particolare se il servizio è prestato nei reparti di Ge-riatria od Oncologia, dove regnano sofferenza, rasse-gnazione e disperazione, causa una situazione fisica compromessa, è fonda-mentale dare una mano per sollevare gli assistiti dalle loro paure ed angosce, con poche parole e piccoli gesti che facciano capire che si è vicini a loro, disponibili per loro. È quindi intervenuta la dr Elisabetta Spigolon, coordinatrice didattica del Corso di Laurea Infermie-ristica dell’Università di Padova, polo di Rovigo, la quale ha trattato il tema facendo leva sulla sua espe-rienza professionale ed alcune sue pubblicazioni sulla pianificazione dell’as-sistenza. Nella prima parte ha espresso delle riflessioni sul dono ed i legami sociali (dove le cose hanno un’ani-ma) per cui prima ancora di poter assolvere a funzio-ni economiche, politiche o amministrative, i soggetti umani devono essere co-stituiti in persone. E questo avviene nel registro della socialità primaria: famiglia, vicinato, amicizie, volonta-riato … dove si stringono rapporti interpersonali. È in questi legami infatti che le persone affermano e cre-ano la loro unicità, non nei legami astratti e secondari che rendono gli individui intercambiabili e anonimi. Beninteso che non si ha il minimo dubbio circa le virtù «liberatrici» del mer-cato e dello Stato di diritto moderno, tuttavia è il caso di osservare che nessuna Società può funzionare sul solo registro della socialità secondaria. L’errore della modernità non è certo quel-lo di mirare all’autonomia degli individui e all’univer-salismo, è semmai quello di credere che il sistema del dono sia intrinsecamente legato alle società arcaiche, mentre il dono costituisce la trama dei rapporti sociali tra le persone.

Si possono distingue-re tre casi di dono, diversi per il rapporto tra ciò che circola e il legame: il tipo re-galo, ovvero il dono rituale; il caso degli innumerevoli e quotidiani servizi resi a tutti coloro che ci sono cari

e vicini; il dono unilaterale agli sconosciuti (es il volon-tariato, fatto in nome della solidarietà, la cui ragion d’essere sta nella comune umanità che unisce donato-re e donatario). Ci sono an-che forme di restituzione del dono: la gratitudine che esso suscita, la riconoscenza, il piacere del dono; c’è anche una restituzione immedia-ta di energia per colui che dona, il quale ne esce ingran-dito, una restituzione che si situa completamente al di fuori del rapporto contabi-le, non c’è valutazione dei pro e dei contro in quanto il dono obbedisce a un moto dell’anima ed è il fondamen-to di una concezione della società fondata sulla libertà. Nella seconda parte la rela-trice ha approfondito i temi della salute, malattia e del prendersi cura. Scontato che il concetto di salute è intrin-secamente soggettivo, tut-tavia è fortemente legato a elementi culturali e valoria-li e riguarda più dimensio-ni dell’esperienza umana: la vita di relazione, la vita spirituale, la vita lavorativa

e sociale, la malattia, la di-sabilità e dipende dalla ca-pacità di soddisfare i propri bisogni, le proprie aspetta-tive e aspirazioni, di vivere bene con sé stessi, con gli al-tri e con il mondo che ci cir-conda. La malattia è l’even-to che mette in evidenza la nostra fragilità e determina una serie di adattamenti, temporanei o permanenti, necessari a individuare la nuova identità di persona-malata. Il concetto di pren-dersi cura infine assume un significato congruente all’etimo stesso del termi-ne “assistenza”, ad-sistere (stare), “stare accanto” agli assistiti, soddisfacimento di alcuni bisogni fondamenta-li dell’assistito (consideran-do ciò che può essere svolto dalle figure preposte all’as-sistenza). Oltre a dare l’ope-ratore deve saper ricevere, deve cioè essere capace di capire i messaggi che l’altro gli invia. Ciò deve avvenire in un silenzio che non è in-differenza, ma uno spazio-tempo di riposo, al riparo dalla minaccia, dalla fretta, dall’ansia di una quotidia-nità definita dalla malattia, per riflettere e per parlare.

La relazione si è conclu-sa con diversi interventi dei corsisti che hanno permes-so alla relatrice di fornire ulteriori indicazioni e pun-tualizzazioni sul delicato compito da svolgere.

Giuseppe Amato

Unitalsi - Sottosezione di Adria

Ricordando LuigiCon commossa

partecipazione vener-dì 16 maggio abbiamo accompagnato nella fede alla casa del Pa-dre il nostro fratello e amico Luigi Gua-riento. In un clima di speranza e di abban-dono a Dio abbiamo consegnato la sua vita all’amore misericor-dioso del Padre.

Domandiamo al Signore luce e serenità per la famiglia e per quanti lo hanno ama-to e desideriamo pen-sare che lui dal cielo ci aiuterà a sentire con meno durezza la sua assenza fisica.

Ciao Luigi, fra le braccia di Dio ora è iniziato il tuo pellegrinaggio eterno.

Vanna, Maria Grazia, Paolo - Unitalsi Adria

Rovigo

La Rotonda è l’immagine della storia e della cultura del PolesineIntervista al nuovo presidente del Sindacato Orazio Cappellari

3° Incontro Corso per Volontari Ospedalieri

“Farsi dono dà senso alla vita” Relatrice la Dott.ssa Elisabetta Spigolon

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6 la Settimana domenica 25 maggio 2014polesine

“Le nuove povertà, pro-spettive e ruolo dei giovani”, è stato il tema affrontato nei giorni scorsi, dall’assessore ai Servizi sociali Antonio Sac-cardin, durante l’incontro or-ganizzato nella sala consiliare di palazzo Noda-ri, con i ragazzi degli istituti cittadini Enaip e Scuola edile professionale. L’iniziativa rien-trava nel proget-to scuola-lavoro promosso dalla Federazione Ma-estri del Lavoro d’Italia – Conso-lato provinciale di Rovigo e rea-lizzato in colla-borazione con la Consiglie-ra di Parità della Provincia di Rovigo e dell’Ufficio scolastico territoriale, con il patrocinio della Regio-ne, della Provincia e del Comune di Rovigo e della Camera di Commercio.

Dopo l’inno nazionale cantato da tutti i ragazzi e dagli intervenuti, il sinda-co Bruno Piva, nel fare gli onori di casa, ha sottoline-ato l’importanza del tema oggetto dell’incontro. “La povertà non ha più il si-gnificato di un tempo, ma sta assumendo risvolti an-che inquietanti. Voi siete studenti ma soprattutto i cittadini che costruiranno il nostro futuro, per questo ringrazio gli organizzato-ri che, attraverso questo progetto vi permettono di collegarvi in maniera più concreta alla società che vi circonda”.

Prima di entrare nel vivo della mattinata, è sta-to proiettato un filmato con la storia e l’attività dei Maestri del lavoro, segui-to da un’introduzione di Paolo Pizzardo, Console provinciale dei Maestri del Lavoro, il quale ha evidenziato l’occasione di confronto e dialogo su temi di grande attualità, fornita dal progetto scuola-lavoro. “Siamo soddisfatti dell’in-teresse e della partecipa-zione riscontrati in queste occasioni, dove sono stati affrontati temi quali sicu-rezza, prevenzione e futu-ro. Oggi si parla di povertà e di che cosa si può fare per uscirne. Ringrazio chi ha collaborato e auguro a voi studenti di diventare tutti Maestri del lavoro”.

Renzo Padoan, respon-sabile del progetto ha ag-giunto. “Oggi ai giovani è richiesto studio, approfon-dimento e aggiornamento. Vivete ogni giorno come un nuovo inizio”.

La parola è poi passata all’assessore Antonio Sac-cardin.

Di seguito i principali contenuti della sua rela-zione.

“Come assessore ai Servizi Sociali di una cit-tà di oltre 52.000 abitanti

mi capita oramai giorno dopo giorno, di incontra-re e ascoltare molte per-sone che stanno vivendo momenti di grande dif-ficoltà economica e sono famiglie, donne, uomini, giovani, anziani: gente di ogni categoria. Quando sentiamo parlare di pover-tà siamo più spesso portati a pensare a quelle lontane da noi; quelle procurate da guerre, da carestie, da inondazioni, dalle pover-tà endemiche del terzo e quarto mondo. Ma la po-vertà ormai è sempre più vicina. Sono tante le perso-ne che ascolto ogni giorno e che vengono da me per cercare aiuto, una parola di speranza o una prospet-tiva che spesso non c’è.

Questa situazione dif-ficile si rasenta il più delle volte con il problema sfratti: mediamente 35-40 all’anno passano dai servizi sociali, ma nella realtà sono molti di più.

Moltiplicate queste po-che esperienze per i circa 2500 colloqui individuali con oltre 1250 persone di-verse e avrete uno spacca-to delle difficoltà di tanta gente che forse non si vede, ma che esiste. Pensate che oltre alla realtà che vedo io e che mi supera perché sono molte le persone che hanno contatti con le sole assistenti sociali, c’è tut-ta una realtà nel territorio fatto di associazioni che io riunisco ogni 1-2 mesi nel “Tavolo per la Marginali-tà” (oltre 15 Associazioni di Volontariato) che aiutano famiglie, che ospitano in alloggi notturni, che fanno funzionare mense, docce, centri di ascolto, che dan-no vestiario, cibo. Oltre a questo ci sono le Caritas e le S. Vincenzo parrocchiali (una ventina di realtà che operano anche loro a soste-gno delle famiglie). Ebbene nel 2013 sono state seguite da queste realtà non meno di 2500 persone (che sono poi famiglie) nella conse-gna di cibo e vestiario; oltre 200 sono state ospitate in alloggi temporanei nottur-ni e d’inverno; e circa 100 persone ogni giorno arri-

vano alle mense (dei Frati e Ozanam). Eppure questa realtà a volte non è sempre visibile. Per dignità, per tanti altri motivi le persone povere o in difficoltà non danno mostra di sé.

Moltiplicate, adesso, queste esperienze per gli oltre 8000 comuni italiani, da quelli più piccoli alle grande città e avrete uno spaccato della povertà cre-scente: sono oltre 8 milioni i poveri che vivono una po-vertà relativa (che non rie-scono ad assicurarsi quei beni che rappresentano lo standard medio delle per-sone) secondo i dati Istat, di cui circa 4,5 milioni in povertà assoluta: questi ultimi sono coloro che non riescono a garantirsi nean-che i beni essenziali come il cibo.

Come avrete capito il centro di tutto è la mancan-za di un lavoro, che fa pre-cipitare molte persone in una condizione di povertà materiale, che trascina con se anche una condizione

di difficoltà esi-stenziale.

La rispo-sta più logica del come sia-mo arrivati a questo punto, ci porterebbe a invocare la crisi economica che dal settembre 2008, partita dall’America ha poi contagiato l’Europa ed oggi sta stringendo in una morsa sem-pre più stretta non poche na-zioni europee tra cui l’Italia e questo è innega-bile, ma è altret-tanto innegabile che è in crisi un sistema e una modalità di vita che ci ha portato a vivere al di so-pra delle nostre

possibilità,a volte anche a scapito dei più deboli sia esse nazioni o persone. La crisi quindi è sopratutto una crisi “antropologica”, una parola difficile che parla dei comportamenti dell’uomo che si sta dimen-ticando degli altri, concen-trato com’è a soddisfare se stesso. Questa e la malattia planetaria: l’egoismo che ci fa guardare agli altri con sospetto, presi come siamo a difendere i nostri interes-si. Per risolvere questa crisi ognuno deve fare la pro-pria parte e a voi giovani dico: non stancatevi di im-pegnare le vostre energie per un mondo più giusto e più solidale. Fate la vostra parte a scuola, in famiglia, tra gli amici. Distinguetevi per responsabilità e impe-gno. Amate l’onestà. Scom-mettete su ideali grandi e continuate a sognare. Siate umili nelle vostre cose, ma decisi e responsabili. E so-prattutto come disse Steve Jobs: conservate lo stupore nei confronti della vita.

Rovigo - Palazzo Nodari

Le nuove povertà: prospettive e ruolo dei giovani L’assessore Saccardin relatore dell’iniziativa organizzata dai Maestri del Lavoro

Ricorrenza liturgica della Madonna di Fatima

Solenne 13 maggio Al Tempio della Rotonda presente l’Abate di Lendinara

Una casa padronale del 1800 immersa in un’area verde di circa due ettari tra Pontecchio Polesine e Guar-da Veneta, è la Bordeghina che ha fatto da cornice a tre iniziative: la presentazione della nota rivista semestra-le Ventaglio 90, l’esposizio-ne dell’artista Alberto Cri-stini ed al mattino, la con-sueta maratona fotografica. Il padrone di casa il dottor Enrico Maragno ha ringra-ziato in particolare il diret-tore di Ventaglio 90, Lino Segantin che con costanza e passione è arrivato alla presentazione del numero 48, un bel traguardo in 25 anni di attività.

Il GAV (Gruppo Arche-ologico Veneto) di cui Ma-ragno è presidente, è nato nel 1988, la rivista è nata nel 1990 però la gestazione è iniziata un anno prima nel 1989, periodo quindi uguale per entrambi nella divulgazione degli aspetti

del territorio. Il direttore Lino Segantin ha introdot-to il libro con breve excur-sus degli argomenti tratta-ti. La prima parte riguarda il Polesine ‘da vedere’, gli aspetti di visitazione ed il primo articolo è dedicato alla Mostra ‘L’ossessione nordica’ a palazzo Roverel-la aperta fino al 22 giugno, poi il Palazzo della Provin-cia realizzato all’inizio del ‘900, il museo delle acque a Crespino ed altri. Si passa poi dal Polesine ‘da vede-re’ a quello ‘da sapere’ con

temi legati alla tradizione del territorio. La sezione dedicata all’arte parla del noto artista rodigino Al-berto Cristini a Singapore, presente in sala. Grazia-no Zanin presidente del Circolo Culturale Athesis anch’egli presente in sala, è scritto del suo primo clic avvenuto alle elementa-ri e come la passione per la foto si è poi evoluta ed espressa. A fatto seguito l’inaugurazione della mo-stra “Alberto Cristini 2014” con sculture acquerelli e

ceramiche nel granaio del-la casa padronale. “Un ap-puntamento che si rinnova oramai da 5 anni ma anche un’occasione per stare in-sieme” ha sottolineato il dottor Enrico Maragno. Una mostra di paesaggi a cui sono state associate alcune sculture e ad acco-gliere il visitatore all’en-trata, un quadro figurativo dai toni caldi estivi, poi quadri materici dal titolo: Destino, Partita a scacchi ed altri ancora a catturare lo sguardo dei numerosi spettatori. Un tocco magi-co è stato dato da Franca Davì che con le note della sua viola ha rapito il pub-blico e, sulla musica, Giu-lia ha letto alcune poesie sempre dell’artista Alber-to Cristini. La Bordeghina, ha fatto da perfetta cornice a tre eventi di rilievo tesi a valorizzare la cultura del nostro territorio.

Stefania Sgardiolo

Solenne celebrazione al cenacolo mariano, mar-tedì 13 maggio nella corni-ce antica del Tempio della Rotonda, concelebrata da Mons. Girolamo Toffanin, Don Francesco della par-rocchia di Stanghella (con i suoi cappati del Cuore di Gesù nel servizio della Santa Messa) e la parteci-pazione straordinaria di Dom Cristoforo Zielinky e di altri due frati olive-tani fra cui il neo diacono Dom Benedetto Toglia del monastero degli Oliveta-ni di Lendinara e di Don Giorgio, sacerdote africa-no che svolge il suo servi-zio presso la parrocchia di San Martino.

Dal centro della chiesa è partita la processione, con la statua della Ma-donna di Fatima addob-bata di fiori, che si è sno-data attorno alla piazza antistante la chiesa, scan-dita dalla recita corale del Santo Rosario alternata ai canti mariani, un nastro di luci colorate dei flam-beaux e sfociata con il canto finale Salve Regina, che ha preparato gli ani-mi all’ascolto della Santa Messa, animata con calo-re dal coro “ambulante”, presente od ogni cenacolo con canti gioiosi, col sot-tofondo armonioso del “bastone della pioggia” e le note della chitarra e ca-denzati dai battimani dei fedeli.

Dopo le letture, l’as-semblea avvolta da un silenzio mistico ed atten-to, ha assorbito con fede l’omelia di Dom Cristo-foro, completamente sog-giogata dalle parole del monaco: poche, sintetiche, profonde, che sono pene-trate nel cuore di tutti.

Ci ha invitati a mette-re il nostro poco, il quasi niente, a servizio di Cri-sto perché è proprio quel poco unito agli altri che diventa il tutto, grande, immenso, che muove

ed accomuna gli uomini nel dono di condividere e camminare uniti sulla strada del bene e del per-dono.

Ci ha spronati a se-guire le tre parole che la Madonna pronuncia ad ogni apparizione: prega-te, pregate, pregate. Essa ci ha donato il Santo Ro-sario, l’arma più potente che, se recitata con vera fede e convinzione da tutti i cristiani, è l’unica che può sconfiggere, al-lontanare e scoraggiare il maligno nel suo intento maggiore di distruggere l’amore, la fede, la pace; quindi preghiamo sempre e dovunque portiamo con fierezza la parola di Gesù ad altre genti, certi che la Madonna ci suggerirà la parole giuste nel momen-to giusto, sempre pronta a proteggerci sotto il suo manto divino.

Nella penombra del-la chiesa, illuminata solo dalla luce dell’ostensorio sull’altare, simbolo del-la centralità della fede, raccolti ed attenti, le gi-nocchia piegate ai piedi di Gesù, assorti in medi-tazione nell’adorazione dell’Eucaristia, accompa-gnati da canti sussurrati con dolcezza, pronti a ri-spondere alle invocazioni pacate di Mons. Girola-mo ispirate dallo Spirito Santo, abbiamo accolto nei nostri cuori la bene-dizione seguendo attenti Gesù che passava fra noi, liberando infine la nostra gioia con il canto “Imma-colato cuore di Maria” ed un fragoroso battimani al passaggio della statua della Madonna fra i Ban-chi gremiti di fedeli com-posti e felici per questo grande dono della nostra Mamma Celeste.

Siamo tornati felici nelle nostre case, portan-do nel buio della notte la luce di Cristo e di Maria.

(M.P.)

‘La Bordeghina’ - Presentato Ventaglio ‘90

Eventi di rilievo culturale

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7la Settimanadomenica 25 maggio 2014 polesine

Il testo sacro della Bib-bia, che è Parola di Dio, è al centro del grande evento del Festival Biblico che si svolge a Rovigo da venerdì 23 a domenica 25 maggio, ogni momento del Festi-val ruota attorno all’antico libro dell’Alleanza, incon-tri, convegni , momenti di spiritualità, di preghiera e di cultura. Tutto questo ci fa comprendere il tema del Festival Biblico che recita: “Le Scritture, Dio e l’uo-mo si raccontano”. Il Fe-stival Biblico di Rovigo è ufficialmente aperto nella serata di venerdì 23 mag-gio 2014, all’Accademia dei Concordi di Rovigo con una conferenza della professoressa Mariagrazia Migliorini riguardante la Bibbia istoriata padovana conservata proprio nella Biblioteca Concordiana. Accanto all’Accademia è presente a Rovigo la Bi-

blioteca del Seminario Ve-scovile, una realtà storica, ricca culturalmente, unica nel suo genere. Per meglio conoscere il rapporto tra queste due realtà culturali e il Festival, abbiamo inter-vistato il professore Enrico Zerbinati, attuale presi-dente dell’Accademia, e il professore Adriano Maz-zetti, responsabile della Biblioteca del Seminario. Zerbinati, per vari anni è stato insegnante di italiano e latino al Liceo Scientifi-co “P. Paleocapa” di Ro-vigo. I suoi studi e le sue pubblicazioni riguardano l’archeologia, l’epigrafia, la topografia storica e il collezionismo archeolo-gico. Ultimamente, con la collaborazione della dott. Michela Marangoni e della prof. Maria Grazia Miglio-rini, ha curato l’edizione di una antologia del vasto manoscritto intitolato Pe-

regrinazione, zibaldone autobiografico dell’erudito e letterato Baldassare Boni-facio, nel quale l’autore, tra l’altro, racconta i suoi viag-gi in Austria, Germania e a Roma.

D - Presidente, l’Acca-demia dei Concordi di Rovigo è da sempre il luogo della cultura più importante della città e del territorio polesa-no. Questa istituzio-ne come ha accolto la presenza del Festival Biblico nella città di Rovigo?R - L’Accademia dei

Concordi ha accolto con vero entusiasmo e con viva disponibilità l’inizia-tiva del Festival Biblico a Rovigo il 23-24-25 maggio, promosso dall’Ufficio Ca-techistico della Diocesi di Adria-Rovigo. Non poteva essere altrimenti, perché la Bibbia, oltre a essere il libro

per eccellenza dei cristiani, costituisce il testo fonda-mentale e basilare, per credenti e non credenti, della civiltà e della cultura occidentale e non solo oc-cidentale. La letteratura, le arti figurative, la musica, il cinema hanno trovato mo-tivi, stimoli di ispirazione, soggetti nei li-bri dell’Antico e del Nuovo Testamento. La mia asserzio-ne è talmente scontata che non ha biso-gno di essere supportata da analisi esem-p l i f i c a t i v e . Comunque, senza andare lontano, ba-sta ricordare alcuni codici e manoscritti conservati nella Biblioteca dell’Ac-cademia e i quadri delle Pinacoteche dei Concordi e del Seminario riunite a Palazzo Roverella: cito la tavola dipinta del Cristo portacroce di Giovanni Bellini e quella di Davide e Golia dello Scarsellino; le tele con la Flagellazione di Cristo di Palma il Vecchio, Il tributo della moneta di Bernardo Strozzi, Il casto Giuseppe di Giromamo Forabosco, Loth e le figlie di Sebastiano Mazzoni, Cristo e l’adultera di Giu-lio Carpioni, San Giovan-ni Battista del Piazzetta, La Natività e La Visita-zione di Giovan Battista Pittoni, L’adorazione dei Magi di Felice Cignaroli. E se vogliamo allargare lo sguardo alle chiese della nostra Diocesi, mi limito a menzionare la chiesa par-rocchiale del mio paese di Fiesso Umbertiano che, oltre ad avere un meravi-glioso soffitto a cassettoni e una Via Crucis di scuo-la tiepolesca, accoglie una vera e propria pinacoteca: sulle pareti della navata centrale sono esposti qua-dri di pittori del Seicento ferrarese e bolognese con soggetti ripresi dalla Sacre Scritture.

D - Sarà proprio l’Ac-cademia dei Concordi ad aprire le giornate del Festival Biblico presentando la Bibbia istoriata padovana con una conferenza dal titolo “Visibile parla-re”. R - L’Accademia aveva

il dovere di inaugurare il Festival Biblico, perché cu-stodisce quel monumento dell’arte tardotrecentesca composto dalle miniatu-re della cosiddetta Bibbia istoriata padovana. La prof. Maria Grazia Miglio-rini, socia della nostra Ac-cademia, a suo tempo ha compilato la tesi di laurea - relatore Gianfranco Fole-na - sulla Bibbia istoriata padovana. Nella relazione introduttiva al Festival, la prof. Migliorini spiegherà con efficacia e competenza i problemi, le tematiche e l’ambiente artistico pado-vano che ha prodotto que-sta Bibbia. Le miniature ritraggono episodi dei libri

della Genesi e di Ruth e sono commentate da didasca-lie in volgare p a d o v a n o . Ma, si badi, le scene vetero-testamentarie sono rivissute

e raffigurate come sum-ma della vita quotidiana e socio-economica di Pado-va nel tardo periodo della dominazione carrarese (ultimo decennio del Tre-cento).

D - La Bibbia è il libro della Parola di Dio; è un testo antico che da sempre parla allo spirito dell’uomo. Dal suo punto di vista è possibile intravedere un legame tra Parola di Dio, arte, cultura e fede?R - In parte ho già rispo-

sto a questa domanda. Ma, se vogliamo approfondire l’argomento, dobbiamo af-fermare che la Bibbia è la narrazione avvincente e ap-passionata del dialogo con-tinuo tra Dio e gli uomini. Questo dialogo viene decli-nato in varie forme: come racconto che sottende o ri-ferisce verità e fatti storici (Libri di Samuele, Libri dei Re, Libri delle Cronache, Libri dei Maccabei); come composizioni poetiche e sapienziali (Giobbe, Salmi, Proverbi, Ecclesiaste, Can-tico dei Cantici, ecc.); come passi profetici che guidano, ammaestrano, illuminano, folgorano, rimproverano, consolano con potenza e autorevolezza l’animo de-gli uomini (Isaia, Geremia e le sue Lamentazioni, Eze-chiele, Daniele, Michea, ecc.); come pagine sublimi di forza rivoluzionaria e, al tempo stesso, di mitezza e misericordia che troviamo nei Vangeli; come alta sa-pienza pedagogica nelle Lettere degli Apostoli. Per chi crede e ha fede la Paro-la di Dio aiuta a vivere noi uomini comuni, ma può diventare in individui do-tati di intelligenza e capaci-tà, oltre che di fede, fonte di opere letterarie e artistiche mirabili. Pensiamo a Dante, a Michelangelo, a Manzo-ni, a Thomas Stearns Eliot (1888-1965), il maggior po-eta del Novecento, premio Nobel della Letteratura nel 1948. Ma anche personali-tà non credenti sono state influenzate dalla Parola di Dio quale si manifesta nel-la Bibbia. Faccio un nome soltanto: Leopardi non si capirebbe appieno senza la lettura di Giobbe, dell’Ec-clesiaste, del Vangelo di Giovanni.

D - Nel mondo di oggi, dentro la cultura di oggi la Bibbia che funzione può avere?R - Anche se tutto con-

corre nella nostra società condizionata da tanti fal-si valori (materialismo, arrivismo, consumismo, idolatria del denaro, ecc.) ad allontanare gli uomini dalle esperienze e dagli ideali affermati e difesi nelle pagine della Bibbia, pur tuttavia esse hanno la funzione e il compito di richiamarci a condurre la nostra vita sotto il segno di una moralità illuminata dal Decalogo (Deuterono-mio, 5, 1-22), completato e superato dalle parole di Cristo nei Vangeli. Il Cristo con le Beatitudini (Matteo, 5, 1-12; Luca, 6, 20-23) ha impresso una svolta ra-dicale rispetto a tutto ciò che egli chiama il “mon-do”. E il Cristo, dopo aver pronunciato il Discorso della montagna e scanditi innovativi e decisamente originali insegnamenti , a buon diritto può dire: «Tutti quelli che son venu-ti prima di me, sono ladri e assassini» (Giovanni, 10, 8) e «Io sono la via, la veri-tà e la vita» (Giovanni, 14, 6). Non credo che si possa prescindere, soprattutto nella società attuale, dalla riaffermazione di questo messaggio.

L’uomo d’oggi ha an-cora la necessità di trovare risposte ai suoi interrogati-vi sulle finalità della vita e sul dramma della sofferen-za e della morte; percepisce l’urgenza delle sfide che egli è costretto a sostenere in un mondo globalizzato sempre più complesso; si chiede quale sia il suo ruo-lo nei confronti del cosmo, della natura, della tecnica; si domanda se l’ambito delle comunicazioni in in-cessante progresso gli pos-sa giovare o, invece, possa trasformarsi in una torre di Babele innalzata a suo danno, ecc. Ecco, di fron-te a un tale aggrovigliato contesto storico, le pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento racchiudono un prezioso ‘giacimento’ di eterna saggezza. A noi non resta che affidarci a un “pensiero” di Blaise Pascal (1623-1662). Il grande pen-satore e scienziato francese asseriva: «Così senza la Scrittura, il cui unico og-getto è Gesù Cristo, non conosciamo nulla e non vediamo se non oscurità e confusione nella natura di Dio e nella nostra propria natura».

Interviste a cura di Settimio Rigolin

Il dottor Adriano Maz-zetti, oggi mem-bro del Comitato scientifico della Biblioteca del Seminario, van-ta una impor-tante esperienza in questo cam-po. Per diversi anni ha ricoper-to l’ incarico di Direttore della Biblioteca dell’Accademia dei Concordi. Oltre a que-sto suo impegno nel cam-po della cultura, Mazzetti è da sempre impegnato nel mondo ecclesiale dio-cesano, in modo particola-re nell’Azione Cattolica.

D - La prestigiosa Bi-blioteca del Seminario costituisce è nella città e nel territorio una ri-levante presenza stori-ca e culturale. Questa realtà oggi rinnovata come si colloca nel panorama culturale e bibliotecario della cit-tà di Rovigo e nel ter-ritorio ?R. La Biblioteca del

Seminario, ricca di oltre 130.000 opere, recente-mente tornata nel cuore della città, intende muo-versi sulla linea della co-operazione e sinergia con le altre Biblioteche pole-sane, in particolare con la Biblioteca dei Concordi che svolge un servizio fondamentale per Rovigo e la Provincia. La catalo-gazione delle opere recen-temente edite nei settori della religione, filosofia, storia locale e il prestito delle opere stesse diretta-mente agli utenti o tramite il Servizio Provinciale alla biblioteche polesane testi-moniano la dimensione di servizio concreto alle per-sone, in particolare ai gio-vani studiosi, che sempre più la Biblioteca intende svolgere.

D - La Biblioteca del Seminario come guar-da all’evento del Festi-val Biblico di Rovigo?

R - Si sente diretta-mente interpellata per la quantità ed il valore delle opere sulla Bibbia presenti nella raccol-ta. Sono opere giunte alla Biblioteca grazie a donazioni e lasciti di sa-cerdoti appassionati della cultura e della Bibbia, dal vescovo mons. Arnaldo Speroni a mons. Ramello, da mons. Bonincontro a mons. Manlio Felice Turri-ni, bibliotecario a metà del Novecento e autore del primo saggio critico sulla Bibbia Istoriata padovana dell’Accademia.

D - In che modo la Bi-blioteca del Semina-rio si rende partecipe del Festival Biblico?R - La piena adesione

ed effettiva partecipazio-ne al Festival Biblico da parte della Biblioteca del Seminario è rappresentata da una rassegna sui libri e le stampe su tema bibli-co presenti nella raccolta libraria. Si tratta di un lavoro non facile conside-rate le migliaia di volumi sulla Bibbia che la Biblio-teca conserva, svolto da un gruppo di operatori coordinati dal Comitato scientifico con il direttore della Biblioteca don Bru-no Cappato. Si è quindi privilegiata, accanto al criterio storico e biblio-grafico, l’attenzione alle immagini con un sintetico excursus sulle riproduzio-ni di eventi e figure della Bibbia nei volumi dal Cin-quecento al Novecento. Accanto alla Mostra è sta-to realizzato un numero

speciale dei Quaderni del-la Biblioteca che presenta saggi che si riferiscono ai temi del Festival Biblico e alle raccolte librarie ed ar-tistiche del Seminario ad opera di Elisabetta Baesso, Maria Grazia Migliorini, Emanuele Stievano, Ida Fuggetta, Marco Maran, Severino Mora e del sotto-scritto.

D - Il Festival Biblico è l’occasione giusta per la Biblioteca del Seminario per aprire le sue porte e mostra-re ai visitatori del Fe-stival tutti i suoi beni storici e culturali?R - Soprattutto costi-

tuisce l’occasione per evi-denziare la dimensione di servizio verso le persone, i gruppi, le comunità e le istituzioni locali che la Biblioteca intende svolge-re. Infatti la Mostra sulla Bibbia nei volumi e nelle stampe della Biblioteca del Seminario, realizzata su adeguati supporti, avrà carattere itinerante e potrà essere ospitata da Parroc-chie, Biblioteche, Associa-zioni locali che intendono proporre al pubblico una riflessione sulla Bibbia e il rapporto lontano e recen-te della nostra terra con la Sacra Scrittura. Sarà anche un modo per continuare nei prossimi mesi la forte riflessione sulla Bibbia av-viata dal Festival.

Intervista al dott. Adriano Mazzetti

La Biblioteca del Seminario

Rovigo - Intervista al dott. Enrico Zerbinati

La Bibbia nelle raccolte librarie dell’Accademia dei ConcordiLa Bibbia istoriata padovana apre sulla vita quotidiana del trecento

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8 la Settimana domenica 25 maggio 2014polesine

Lusia - Concerto di primaveraNella cornice di “Concerti di Primavera”, sabato sera con inizio alle ore 21.00, nella chiesa parrocchiale dei SS Vito e Modesto vi sarà un concerto vocale – strumentale. Ne saranno protagonisti e il soprano Paola Sen, ben conosciu-ta per essere del paese ed apprezzata non solo per la sua preparazione, m a pure per la sua bella voce. All’organo vi sarà il m° Carlo Barbierato, che è una dei promotori dell’organizzazione e che è noto e conosciuto non solo a Lusia, ma apprezzato nell’intera Italia.Arquà Polesine - I quattro … candidatiVenerdì 16 u.s., nella sala della Comunità “G. Sichirollo”, i quattro candidati sindaci di Arquà Polesine, hanno in-contrato i componenti i gruppi parrocchiali e paesani, ed hanno presentato loro i rispettivi programmi che si propo-nevano di realizzare nel caso venissero eletti. E’ stata una idea felice, che ha permesso ai presenti il confronto e il giu-dizio su programmi e proposte. I quattro candidati primi cittadini hanno potuto discutere le tante idee e proposte messe nei loro programmi. Ci si augura hanno afferma-to varie persone presenti, che esse possano essere realiz-zate nei prossimi anni. Arquà Polesine è per certi aspetti un’isola felice con le sue imprese e la sua agricoltura. Gli arquatesi sapranno certamente continuare a realizzare il bene comune.Villamarzana - “Gatti … avvelenati”E’ una notizia riportata dalla stampa locale in questi giorni! Sarebbe un giovane ad affermarlo: “… è questa la sesta vol-ta che mi … avvelenano il gatto!” Spiace anche per la morte dei gatti che sono spesso compagni di gioco dei più piccoli ed una affettuosa compagnia per … anziani. Anche i gatti muoiono. Ci sono grossi problemi e altri aspetti della vita, di cui occuparsi e spendere il proprio tempo e denaro.Polesine - “Mamme creative”“Mamme creative” è il nome di un nuovo gruppo sorto nell’aprile scorso su Facebook! E’ nato dal cuore e dalla mente di tre nostre donne. La fantasia, l’amore e la neces-sità fanno nascere solidarietà che sostiene in questo tempo di crisi non solo economica. Esse ritornano sulla strada antica e allargando le mura domestiche si scambiano pro-dotti, abitini dei bambini consigli e quant’altro aiuta. Una buona sintesi che conservando l’autonomia del nucleo fa-miiare costruiscono e donano solidarietà. Insomma quan-to si faceva un tempo nelle “numerose” nostre famiglie. Ora lo si realizza tra gli aderenti al gruppo, spesso dello stesso condominio, sfruttando quanto la tecnica ha messo a disposizione.Polesine - Nessun comuneNessun comune del Polesine ha adottato il “registro delle unioni civili”. E’ la notizia riportata sulla stampa locale in questi giorni. Buon senso ed esperienza di sempre. C’è da augurarsi che Sindaci e Civiche amministrazioni si impe-gnino a risolvere i problemi delle famiglie, della scarsità di abitazioni popolari, di nuovi posti di lavoro. Non è ne un disonore ne una arretratezza impegnarci per le fami-glie – uomo, donna e figli – per i giovani e le ragazze che intendono sposarsi, creando per loro condizioni ottimali per formare nuove famiglie. Così si creano le condizioni per un vivere sereno delle nuove generazioni.Canaro - Nuova sede per Scout e CaritasNei giorni scorsi, S.E mons. Lucio Soravito, nella chiesa parrocchiale di Canaro ha presieduta la concelebrazione dell’Eucaristia con il parroco don Mario Turatti. Dopo il rito l’Assemblea, il Parroco ed il Vescovo si sono portati in corteo in via Vittorio Emanuele, ove vi è stata la benedizio-ne e il taglio del nastro per gli ambienti che saranno la Sede degli Scout e della Caritas parrocchiale. Il Sindaco Nicola Garbellini si è detto onorato che le due realtà della parroc-chia abbiano una signorile sistemazione per le loro attività a beneficio dei giovani e dei bisognosi di Canaro.Castelnovo Bariano - Incendio con … furto!Ancora una volta le nostre chiese sono nel … mirino dei ladri. Questa volta è l’occasione di Castelnovo Bariano. Una chiesa quella di Castelnovo, voluta progettata e co-struita dalla gente Una chiesa ancora in completamento. Nella notte tra giovedì e venerdì u.s., ladri, ben attrezzai hanno preso di mira l’edificio ed hanno applicato fuoco alla porta della sacrestia. Hanno alleggerito la cassella del-le offerte … e il resto l’ha fatto il fuoco. Domenica 18 le celebrazioni sono state fatte nel teatro comunale. La chiesa sarà ben presto rimessa in ordine. Ma nel cuore dei cittadi-ni di Castelnovo resterà per un poco di tempo l’offesa nel loro cuore.

Rovigo - San Domenico

S. Messa per la glorificazione di Sr. BaseggioNella vita di quelle persone che

hanno scelto di aderire totalmente a Dio e di lasciarsi guidare da Lui vi sono infiniti episodi di uomini e donne sofferenti che chiedono la loro intercessione presso Dio. Circa la Serva di Dio suor M. Felicita Baseggio, che già in vita gode-va fama di santità, ci sono giunte numero-sissime attestazioni di grazie e miracoli ottenuti per mezzo delle sue preghiere. In una lettera, datata Padova 18 Agosto 1818, suor Maria Fortunata, della antica famiglia ro-digina dei Casalini, già consorella della Baseggio in Rovigo, racconta di averle scritto di pregare per suor Maria Regina Zanoli: la religiosa doveva subire un secondo delicato intervento al cervello. Suor Casalini

consegnò il suo scritto a Don Pietro Bonifacio, sacerdote di Rovigo, il quale ha lasciato, in proposito, a sua volta una preziosa testimonianza scritta: egli dice di avere consegna-to la lettera a suor Baseggio mentre

questa “si trovava in un estasi grandissima e Dio Signore le dice di chi era la lettera e cosa conteneva ed essa fece una preghiera al Signore per la suddet-ta religiosa nello stesso istante dell’estase.”

C’è poi un altro scritto lasciato da Don Andrea Pro-sdocimi, parroco di Grignano e di-rettore spirituale della Baseggio, il quale afferma di avere interpellato la suora, “quasi scherzando”, per sapere come fosse andata l’operazione. Suor M. Felicita gli rispose che invece di lunedì, giorno stabilito, l’operazione

fu fatta il martedì con buon risultato. Poiché nessuna notizia era arrivata da Padova, don Prosdocimi scrive che quanto sentito dalla Baseggio lo assicurò che fu “una evidente grazia”.

La stessa suor M. Zanobi e suor Fortunata Casalini in un’altra lette-ra del 20 settembre 1823 indirizzata a don A. Prosdocimi affermano che, a Padova con loro, viveva una suora “in età avanzata” che aveva avuto un cancro al petto che causava “ dolori acerrimi” e guarì perfettamente (“ne rimase qualche picciolo segno”) grazie alle preghiere di suor M. Felicita Ba-seggio.

Questi comportamenti della Serva di Dio bene corrispondono a quanto scrive Papa Francesco nella esortazione “Evangelii gaudium”: “Il Vangelo invita prima di tutto a ri-spondere al Dio che ci ama e che ci salva, riconoscendolo negli altri e uscendo da se stessi per cercare il bene di tutti.”

Giovedì 29 Maggio 2014 nella Chiesa di San Domenico in Rovigo alle ore 18,30 sarà celebrata una S. Messa per chiedere alla SS. Trinità la glorificazio-ne della Serva di Dio Suor Maria Felicita Baseggio.

Grignano - Auditorium San Rocco

“La Preara” di Lubiara chiude i “Concerti di Primavera”Ultimo appuntamento

con i concerti di primave-ra all’auditorium S.Rocco di Grignano Polesine, sa-bato 24 maggio prossimo, ore 21. La Rassegna, pro-mossa da ormai 14 anni dal coro “Monte Pasubio Rovigo Banca”, diretto da Pierangelo Tempesta, si concluderà con l’inter-vento del coro alpino “La Preara” di Lubiara, Ca-prino Veronese, diretto da Raffaele Nicolis. Sorto nel 1979 per iniziativa di alcu-ni appassionati di canti di montagna, sostenuti dal locale Gruppo Alpino, il coro veronese assai presto, dopo l’iniziale percorso di canti alpini, ha impresso un orientamento nuovo al proprio repertorio, rivol-gendo la sua attenzione alla sua terra e alle tradi-zioni della vallata caprine-se. Radicato in profondità nel proprio territorio, ha assunto il nome della cava di marmo della vallata, “La Preara” in dialetto ve-ronese. Dal 1982 si è iscritto

fra i cori ufficiali dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini), a suggello di una proficua collaborazione con il Gruppo Alpino lo-cale e quello di Verona. Tra le tante tournèes all’este-ro, si segnalano quelle in Francia, Germania, Sviz-zera, Slovenia e Croazia; all’attivo, inoltre, un buon piazzamento nell’impor-tante Concorso Nazionale di canti popolari di Ivrea, nonchèil CD che compen-dia i 35 anni di attività. Va segnalata ancora la parte-cipazione a numerose adu-

nate nazionali degli alpini e le quasi 40 rassegne pro-mosse a Caprino Veronese, che registrano la presenza dei più noti cori popolari in circolazione. Attualmente il coro è composto da 34 ele-menti, diretti dal giovane maestro Raffaele Nicolis.

Programma della se-rata: in apertura, il coro “Monte Pasubio” con una breve antologia di reperto-rio; a seguire, il coro ospi-te presenteraà: “Da Udin siam partiti” (arm. Dode-ro), “Alpini Italiani” (arm. Giavina), “Monte Pasubio”

(De Marzi), “Sui monti Scarpazi” (arm. A. Pedrot-ti), “C’ero anch’io” (arm. Giavina), “Rifugio Ianco” (De Marzi), “Bianche cime” (Fulgoni-Lanaro), “Quanto sei bella Roma” (arm. Pi-garelli), “Rapsodia popola-re” (arm. Lanaro), “C’è un passo alpino” (Verner-A.Zardini), “Valore alpino 33” (arm. Lanaro), “La bal-lata del soldato” (arm. Do-nadoni), “Ceseta ‘en mon-tagna” (ar. Sandri-Malini). L’ingresso è libero.

Nella foto il coro “La Preara di Lubiara”

Fiesso Umbertiano

Prima ComunioneDon Giorgio: «La comunione deve avvenire anche tra noi»

Gianluca Merlo, Filip-po Rossatti, Cristian Mello-ni, Matilde Barattini, Anna Pelà, Luca Ballestriero, Ni-cholas Lanzoni, Diego Al-bertin, Giacomo Visentin, Marco Lanza, Jan Maestri, Alyssa Mazzetti, Alberto Brognara, Nicole Mora, Sara Maglione, Luca Zam-bonin, Vittorio Chinaglia, Sara Nale sono i 18 bam-

bini della 4° elementare di Fiesso Umbertiano che nella mattinata di dome-nica 18 maggio sono stati i “Beati invitati alla cena del Signore” ricevendo la Prima Comunione, dopo il percorso seguito insieme ai catechisti Stefania Lanzoni e Massimiliano e Darina Maestri. Novità introdotte da Don Giorgio sono state il tenere i bambini sull’ al-tare per tutta la durata del-la celebrazione e la ripresa del simbolo battesimale della candela, che i cate-chisti hanno accesso al cero pasquale e i genitori hanno portato ai figli. Insieme poi hanno posto la candela ad illuminare l’ altare.

«La comunione che noi riceviamo durante la messa avviene con Gesù ma deve avvenire anche tra noi» ha affermato Don Giorgio « Se si è uniti nessuno deve avere paura, nemmeno in questi momenti di crisi».

Lucia Bianchini

Un gruppo di consi-glieri comunali di Rovigo, accompagnati dal loro Pre-sidente Paolo Avezzù, si è recato in visita alla mostra di Palazzo Roverella “L’os-sessione nordica”, accolti dal consigliere della Fonda-zione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dott.Virgilio Borgato ed aven-do come guida d’eccezio-ne la d.ssa Alessia Vedova,

direttrice della Pinacoteca di Palazzo Roverella. Nel ringraziare la Fondazione per l’ospitalità e soprattut-to per l’impegno profuso anche in questa mostra, ha sottolineato Avezzù, è da rilevare come Rovigo stia rispondendo finalmen-te in modo positivo sia nei numeri dei visitatori (quest’anno una mostra da record!) come pure nelle

iniziative collaterali degli operatori del commercio, coordinati dall’intelligen-te azione della Camera di Commercio e delle asso-ciazioni di categoria”. Dai commenti entusiasti dei consiglieri è emerso un convinto giudizio di come le mostre di Palazzo Rove-rella siano ormai un valore aggiunto che qualifica la città di Rovigo.

Rovigo

In visita alla mostra del Roverella

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Fiesso Umbertiano

Anche noi da Papa FrancescoSabato 10 maggio

siamo andati... da Papa Francesco. Si sotto un cielo terso e un sole rag-giante piazza SPietro e via della Conciliazione si sono trasformate in una immensa aula che accoglieva bambini, gio-vani, insegnanti, genitori e chiunque voleva essere presente a quell’evento importante che è stato LA CHIESA PER LA SCUOLA.

Anche noi, un bel gruppo della parrocchia di Fiesso Umbertiano siamo partiti di mattino pre-sto per poterci radunare il pomeriggio attorno a Papa Francesco, che ha iniziato il suo giro in jeep verso le 16.15, ha salutato e benedet-to tutti.

Abbiamo acclamato al Papa con straordinario entusiasmo,l’emozione era tale da farci anche commuo-vere. Ci siamo sentiti pro-tagonisti di un’avventura bellissima,ci siamo sentiti felici abbiamo avuto tan-ta carica dai messaggi del

Papa. Davanti a 300mila ha parlato di una festa per la scuola.A scuola si impara-no non solo conoscenze e contenuti, ma anche valori. Educare è un atto d’amore, è dare vita.

I momenti di quella giornata sono stati unici, belle le testimonianze degli ospiti, dal cardinale Bagna-sco, al ministro dell’istru-zione, insegnanti, cantanti e personaggi dello spettacolo. Sempre il Papa ci ha det-to che la scuola è un luogo

di incontro di tante figure e abbiamo bisogno tutti della cultura dell’incontro per collaborare nel rispetto reciproco... tutto questo fa pensare al proverbio africa-no che dice: “Per educare un figlio ci vuole un villaggio”. E ancora, nell’educazione è più bella una sconfitta pu-lita che una vittoria sporca, e questo ci farà bene per la vita.

Alla fine ha salutato au-gurando a tutti di fare un cammino ricco per crescere

e amare la VITA anche in mezzo ai problemi, di crescere sapendo parlare le tre lingue, quella della mente, quella del cuore, quella delle mani...

E’ stato organizzato tutto bene e resterà per noi una giornata indi-menticabile.

Per favore non la-sciamoci rubare l’amo-re per la scuola.

Sofia

9la Settimanadomenica 25 maggio 2014 polesineRovigo - Palazzo Celio

Una canzone per la paceSabato scorso giornata conclusiva con le scuole e le associazioni

Il Comune cerca 8 persone anziane come collaboratori nel Settore Politiche So-ciali e nel Settore Opere Pubbliche per at-tività di carattere ecologico, con particolare riguardo ad attività di vigilanza sul buon utilizzo dei parchi pubblici cittadini. Lo ha annunciato l’assessore ai Servizi sociali An-tonio Saccardin, spiegando che il progetto è cofinanziato dalla Regione Veneto ed ha l’obiettivo di voler riconoscere il ruolo che le persone anziane svolgono nella società e la loro partecipazione alla vita sociale, civile e culturale, a garanzia di una migliore qua-lità della vita nella comunità.

Il progetto prevede circa 2 mesi di ser-vizio per un minimo di 90 ore complessive per ciascun volontario. Le mansioni previ-ste sono il mantenimento della pulizia, del-la sicurezza e del decoro dei Parchi pubbli-ci. Per l’attività svolta il compenso previsto mediante sistema voucher è 900 euro lordi per ciascun volontario (netti € 675,00) .

Le domande dovranno essere presen-tate entro le ore 14 del 26 maggio 2014 e indirizzate a Comune di Rovigo Settore Politiche Sociali, Viale Trieste, 18 45100 Rovigo.

Le domande potranno pervenire per posta certificata all’indirizzo

servizisociali.comune.rovigo@pecve-

neto.it, via fax al n. 0425/206476, o conse-gnate a mano presso il Settore Politiche So-ciali, Viale Trieste, 18 45100 Rovigo, sempre entro le ore 14 del 26 maggio.

Requisiti e modalità di ammissionePossono partecipare alla selezione i

cittadini italiani e comunitari, senza di-stinzione di sesso che, alla data di presen-tazione della domanda, abbiano compiuto 60 anni e che sono titolari di pensione ov-vero non sono lavoratori, subordinati o au-tonomi, o soggetti equiparati ai sensi della normativa vigente. · essere cittadini italia-ni o comunitari, residenti a Rovigo; · non aver riportato condanne penali · essere in possesso di idoneità fisica, certificata dagli organi del servizio sanitario nazionale, con riferimento allo specifico settore d’impiego per cui si intende concorrere (da produrre dopo la selezione in caso di collocamento utile in graduatoria); · buona attitudine alle mansioni richieste e capacità di osserva-zione, capacità di relazioni per rapportarsi positivamente con gli utenti delle strutture.

I requisiti di partecipazione devono es-sere posseduti alla data di scadenza del ter-mine di presentazione delle domande e, ad eccezione del limite di età, mantenuti sino al termine del servizio.

I lavori di un anno sono stati raccolti in un cd, a ricordo del loro impegno sui banchi di scuola in oc-casione delle iniziative per la nona settimana di sensi-bilizzazione sui temi della solidarietà internazionale, cooperazione decentrata e pace, con gli alunni della primaria di Villamarzana a presentare una canzone tutta loro “Grazie Unicef” su base di un brano noto dei Modà.

La presidente Tiziana Virgili, l’assessore Gugliel-

mo Brusco ed il vescovo Lucio Soravito de Fran-ceschi, hanno partecipato all’incontro conclusivo con esposizione dei dise-gni e teli e consegna degli attestati e ricordo realizza-to dai ragazzi di Pianeta Handicap con un ricono-scimento anche a Luca Giacobbe ideatore del logo riportato sui cd.

Oltre 1400 gli alun-ni coinvolti quest’anno nell’iniziativa che ha inte-

ressato le scuole Scardona di Villamarzana, San Ga-

etano di Fenil del Turco, Bonifacio e Casalini di Rovigo, Gronchi di Roso-lina, Baccari di Lendinara, la primaria di Arquà e le associazioni Emergency, Famiglia missionaria del-la redenzione, Comunità missionaria di Villaregia, Unicef, Croce Rossa Italia-na e Arcisolidarietà.

A ricordo della giorna-ta per tutta la settimana ri-marranno esposti sui cor-ridoi di Palazzo Celio ed in sala consiglio i disegni ed i teli dei ragazzi.

Rovigo

“Servizio civile degli anziani”Aperto il bando per 8 persone

Domenica 11 maggio durante la Celebrazione Eucaristica la comunità cri-stiana di Sant’Apollinare insieme a Don Bernardo ha ricordato Suor Barbarina Zeni, nel suo trigesimo. La partecipazione è stata accol-ta da molti fedeli, in partico-lare i bambini della scuola d’infanzia e i ragazzi del catechismo hanno pregato per lei e ringraziato del bene ricevuto. Al termine della S. Messa è stata consegnata ad ogni famiglia la foto in ricordo come testimonianza

dell’affetto condiviso. I bambini del fioretto di

maggio, a lei tanto caro, la ricordano con questa poe-sia: Cara Suor Barbarina, la tua misericordia è stata una medicina, a tanti ammalati di questa comunità l’hai donata insieme alla carità. Nelle tue tasche per i piccolini c’erano ca-ramelle e cioccolatini, se per la via incontravi la gente, per tut-ti avevi un saluto e una parola benedicente. Ad ogni festa la tua presenza discreta metteva le cose a posto senza fretta. Eri come una formichina, instan-

cabile, laboriosa e perfettina, sull’altare di lino immacolato il pane con il vino non è mai mancato. Fra le tue sorelle della comunità c’erano stima, rispet-to e tanta bontà, ti han voluto bene ogni giorno di più, fino al momento che sei andata lassù. Ed ora il bene si è moltiplicato perché nel cielo tutto è fatto, sei con Nostro Signore, con Ma-ria, i Santi Fondatori, con tutti gli amici e i tuoi cari genitori. Suor Barbarina non sei andata via, al fioretto stai pregando con noi e così sia!

La catechista Marisa

S. Apollinare - Trigesimo di Sr Barbarina Zeni

Una poesia dai bimbi del fioretto

25 maggio

Una domenica per scegliereQuesta domenica la viviamo all’insegna

del silenzio e del riordino delle nostre idee, del ragionarci su e del superare le varie ten-tazioni, che ci vorrebbero fuori degli impe-gni e delle scelte!

Ricordiamo le parole vere di Papa Fran-cesco nella Evangelii gaudium che afferma-no “che l’essere fedele cittadino è una virtù e la partecipazione alla vita politica è una obbligazio-ne morale” (220). Il Papa inserisce il tema nel trattare il problema della pace” che non può essere invocata come irenismo o come mera as-senza di violenza ottenuta mediante l’imposizio-ne di una parte sopra l’altre. Sarebbe comunque una falsa pace quella che servisse come scusa per giustificare una organizzazione sociale che metta a tacere o tranquillizzi i più poveri, in modo che quelli che godono dei maggiori benefici possano mantenere il loro stile di vita senza scosse, men-tre gli altri sopravvivono come possono …”

Il riflettere oggi, deve servire per indi-viduare che possiamo fare e come scegliere uomini dalle idee che si impegnano ad ope-rare per costruire una pace tra tutti i cittadi-ni, nel rispetto della libertà e della dignità di tutti.

Cioè nel creare le condizioni e nel mi-gliorarle perché tutti abbiano a realizzarsi, ad avere il lavoro, le possibilità concrete di una famiglie e poter partecipare alla edifica-zione della città e della nazione. A differenza di chi non si sente discepolo del Vangelo, il cristiano sente di dover scomodarsi e impe-gnarsi per testimoniare nella vita politica.

Non va dimenticato che le azioni dei di-scepoli del Signore “possono con efficacia inci-dere anche nelle complesse situazioni odierne”.(EG) E non si tratta solo di questioni eco-nomiche, non indifferenti per la vita della gente, ma pure dei grandi temi vitali attuali : la vita, la famiglia, la donna , la libertà, la democrazia vera il rispetto del creato tutto, uomo compreso. L’intervento di ognuno di-viene non solo importate, ma pure determi-nate per poter realizzare quella visone del mondo che trova le sue radici nel Vangelo.

Oggi nelle chiese italiane si prega anche perché ognuno compia la sua parte. Apria-moci allo Spirito perché ci aiuti a far scelte rispettose della nostra civiltà, della nostra cultura e della nostra adesione a Cristo .

A.G.

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per le amicizie fatte con gli altri componenti della nostra corriera che venivano da altre scuole della provincia. Se fosse possibile, sono sicuro che tutti lo rifarebbero.

Nicolò Ragazzi, 5D

L’opportunità di questo incontro con Papa France-sco mi ha dato una grande gioia che ho potuto condivi-dere insieme ai miei compagni e a nuovi amici della mia e delle altre scuole di tutta Italia. Il suo messaggio mi ha dato la forza per affrontare al meglio gli esami di matu-rità e di continuare poi il mio percorso scolastico senza lasciarmi mai scoraggiare.

Marta Bernardinello

L’esperienza di Roma per vedere il Papa e sentire il suo discorso riguardo la scuola è stato molto costruttivo ed interessante. è stata una opportunità per conoscere nuove persone. Il suo discorso è stato molto vero e sin-cero, e vederlo passare davanti a me è stata l’esperienza più bella della mia vita. è stato un sabato alternativo, passato insieme a persone molto simpatiche, una visita decisamente positiva.

Agnieszka Derejczyk

I momenti che più ricorderò dell’esperienza vissu-ta a Roma saranno certamente l’emozione di vedere il Papa e la carica che mi ha trasmesso il suo discorso per gli esami di maturità. è stato molto divertente e mi ha permesso di conoscere persone nuove.

Ersilia Caniato

L’incontro con il Santo Padre, anche se solo alle por-te di Piazza San Pietro, ci ha regalato gioie ed emozioni grandi. Le sue parole ci hanno trasmesso una grande for-za e la volontà di continuare al meglio il nostro percorso di studi e quella che fuori sarà poi la vita.

Sara Arzaretti

L’esperienza di Roma è stata fantastica, una giornata per conoscere nuove persone e stare in compagnia nono-stante il viaggio sia stato lungo e stancante. L’incontro con il Santo Padre è stato significativo, ha raccontato un epi-sodio della sua infanzia, del buon rapporto che aveva con la scuola e la sua maestra. Mi è rimasto impresso anche il messaggio rivolto agli insegnanti. Quello che mi è piaciu-to di più però è come parlava Papa Francesco, le sue paro-le erano dolci e piene di vitalità capaci di arrivare ad ogni persona e lasciare un messaggio davvero profondo.

Frau Michela

L’incontro con il Papa ci ha caricati di entusiasmo e di felicità. Nonostante il lungo viaggio e la tantissima gente, è stato per noi un momento importante che porte-remo sempre nel nostro cuore. In questo grande giorno di festa, dedicato a noi giovani, ci siamo uniti come fossimo tutti fratelli, ricordando anche quelli che per vari moti-

vi, non hanno potuto partecipare a questo incontro. Durante la Santa Benedizione noi ragazzi abbiamo percepito un’energia così grande, come se Papa Francesco aves-se messo la mano sul capo di ognuno di noi, per accom-pagnarci nel lungo cammino della nostra vita, e pieni di gioia lo abbiamo salutato non con un addio ma con un semplice “Ar-rivederci a presto!!”.Miriam Duò, Adria

Una festa di piazza, un incontro atte-so, una festa tra amici, una mobilitazione di massa, una speciale effusione dello Spi-rito: sono queste le parole che, in modo sin-tetico, possono descrivere l’evento che si è svolto a Roma sabato 10 maggio scorso e che ha visto protagonisti la scuola italiana da un lato e papa Francesco dall’altro.

L’incontro della scuola con papa Fran-cesco si colloca nel decennio che la Chie-sa italiana ha deciso di dedicare al tema dell’educazione e dell’urgenza educativa.

All’invito di papa Francesco il mondo della scuola, seppur tra tante diffidenze e perplessità, ha risposto positivamente affluendo in massa in piazza San Pietro e nelle vie circostanti: trecentomila persone rispetto alle centocin-quantamila previste, “una cosa proprio bella”, come l’ha definita Fran-cesco. Un vero successo se si pensa che, in quel pomeriggio, è stata la scuola tutta a rendersi presente, la scuola pub-blica e quella privata, la scuola primaria e quel-la secondaria, la scuola del nord e quella del sud. Dei quindici pul-lman partiti all’alba dalla nostra diocesi per il viaggio in giornata ben tredici trasportavano gli studenti e qualche genitore delle scuole superiori statali! Un ringraziamen-to speciale va all’ufficio scuola della diocesi e ai tanti do-centi di religione delle nostre scuole che, con coraggio e sacrificio, si sono fatti promotori di questo così speciale invito agli studenti.

Il viaggio lungo ed impegnativo, la calura del pome-riggio romano, l’organizzazione non sempre esemplare della capitale non hanno inciso sulla forza e sull’eccezio-nalità di questo evento: quanti sono accorsi per ascoltare Francesco l’hanno fatto per ascoltare una parola di fidu-cia nei giovani, di speranza per il futuro. Non un’occa-sione di polemica o di rivendicazioni “lo sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappia-mo” ha ripetuto più volte papa Francesco, “ma noi siamo qui per-ché amiamo la scuola”.

Leggere le testi-monianze di alcuni dei quasi seicento studenti partecipanti, della nostra diocesi, credo tochi il cuore di tutti, credenti e non, spingendoci ad una seria riflessione sul nostro es-sere adulti e particolarmente educatori: i nostri studenti, i giovani in generale, hanno grandi sogni nei loro cuori e ci chiedono di essere testimoni coraggiosi, oggi, di questi loro ideali. Ci chiedono di essere “aperti alla realtà… con la mente sempre aperta a imparare”, aperti al dubbio, alla collaborazione, all’errore… aperti alla persona nella sua totalità e contraddittorietà. I giovani che così poco spazio trovano nelle nostre realtà civili, scolastiche ed ecclesiali sono stati, almeno per un giorno, gli interlocutori privile-giati di Francesco che li ha esortati più volte a far propria un nuovo stile di vita: “è sempre più bella una sconfitta puli-ta che una vittoria sporca”.

L’essere educatori, come ha esortato Francesco, non è qualcosa di neutro come spesso si vorrebbe far credere: “l’educazione o è positiva o è negativa; o arricchisce o im-poverisce; o fa crescere la persona o la deprime”. La centrali-tà della persona è l’insegnamento più grande di questa giornata, rimettere il volto dell’altro come oggetto delle nostre priorità, così come ciascuno di noi, seppur lonta-no, ha sentito anche per sè lo sguardo gioioso e fraterno di Francesco durante i suoi passaggi tra i partecipanti. Scoprire nello studente, nel collega, nel docente il volto umano troppo spesso celato dal rapporto banco/catte-dra è la risposta all’emergenza educativa.

La festa della scuola con papa Francesco è stata infine un modo per “uscire allo scoperto”, per “stanare” una sensibilità, o semplicemente simpatia, religiosa ancora presente nel cuore di tanti giovani studenti e docenti ma troppo spesso segregata nell’intimità o nel privatistico

operando una grave dicotomia tra vita cristiana e vita sociale.

Il grosso compito di raccogliere e far maturare i frutti di questo incontro spet-ta ora a noi educatori.

Marco Menabò, Ipsia Enzo Bari, Badia Polesine

Sono Davide Chiarion, alunno del-la 5D dell’istituto IPSIA Enzo Bari di Ba-dia Polesine: il giorno 10 maggio 2014 sono andato a Roma assieme ad alcuni

miei compagni di classe, e non, e con il professor Marco Menabò (organizzatore del viaggio) per assistere all’in-contro tenutosi in piazza San Pietro con Papa Francesco. Siamo partiti alle cinque di mattina in corriera e dopo qualche sosta, siamo arrivati a Roma. Giunti alla stazio-ne della metropolitana, dopo alcuni minuti di cammina-ta, siamo saliti sul treno che partiva da Anagnina e siamo arrivati ad Ottaviano senza alcun problema. Ci siamo messi in cammino il più veloce possibile per raggiun-gere i nostri “compagni” del triveneto ma nulla da fare: piazza San Pietro era già strapiena! Cosi siamo andati alla ricerca di un posto in Via della Conciliazione e dopo averlo trovato abbiamo aspettato il momento in cui Papa

Francesco ci fosse passato davanti con la papamobile: riu-scire a vederlo per la prima volta in mezzo a quella folla di gente è stato davvero emo-zionante. Poi abbia-mo potuto seguire il suo discorso grazie ai maxischermi che avevamo vicino. Al-cune sue parole che mi hanno colpito sono state “sempre meglio una sconfitta

pulita, che una vittoria sporca”. Terminato l’incontro, sia-mo tornati alla corriera con molta fatica, dato il numero altissimo di partecipanti che ha paralizzato quella parte di Roma. Verso le cinque della mattina seguente siamo arrivati a Badia. E’ stata un’esperienza molto appagante, che almeno una volta nella propria vita consiglio a tutti di provare così, quando verrà ricordato quel giorno, cia-scuno potrà dire: “io c’ero!”

Davide Chiarion, 5D

Il viaggio in giornata per essere presenti all’incontro con papa Francesco ed il mondo della scuola è stato sem-plicemente fantasti-co. Con la guida del prof. Menabò ci sia-mo fatti spazio tra la confusione generale e dopo tanto caldo e spazi angusti siamo riusciti a vedere il tanto atteso Santo Pa-dre che ci ha onorati con la sua presenza ed il suo discorso. Ne è valsa la pena, nono-stante la tanta fatica è stata un’esperienza memorabile anche

La chiesa per la scuola - Incontro con Papa Francesco

Una cosa proprio bella!

10 la Settimana domenica 25 maggio 2014scuola

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12 la Settimana domenica 25 maggio 2014attualità

Il Vescovo Lucio ha affi-dato la cura pastorale della parrocchia di sant’Antonio in Rovigo a don Gabriele Fantinati, una comunità del Vicariato di Rovigo, sorta da diversi anni nel quartie-re Commenda, oggi conta circa 1700 abitanti, una real-tà viva situata nella zona di Porta Adige, che accoglie nel suo territorio Casa Se-rena, una grande realtà che accoglie diversi anziani.

Don Fantina-ti succede a don Giampietro Zi-viani scomparso prematuramente. Don Gabriele è un sacerdote molto conosciuto e amato in Dio-cesi e tra i confratelli presbi-teri per la sua generosità di ministero e pastorale, infat-ti è sacerdote missionario Fidei donum, ha trascorso vari anni nella missione diocesana nella Chiesa so-rella di Caetitè Brasile, dalla quale è ritornato in Diocesi da qualche mese.

D - Dopo la lunga e im-portante esperienza di sacerdote missionario Fidei donum i superio-ri le hanno affidato il compito di guidare la comunità di sant’An-tonio in Rovigo. Con quale spirito ha accolto questo nuovo impegno pastorale?R - Anzitutto è sorto in

me un senso di gratitudine ai sacerdoti che mi hanno preceduto in questa chie-sa, a don Giampietro che è sempre presente nel ricor-do commosso di tutti e a don Bruno che si è offerto a continuare la sua preziosa presenza.

Ho accolto con gioia e serenità la proposta dei miei superiori. Credo nella loro umanità e nella pre-senza dello Spirito Santo nelle loro scelte. A pochi giorni di distanza mi han-no chiesto di coordinare la Pastorale diocesana del malato e farmi presente nel cammino di fede della comunità parrocchiale di Santo Antonio. Quindi i primi passi saranno nel cer-care, con questa comunità, di seguire il Cristo, vicino, in primo luogo, alle per-sone sofferenti. Leggiamo nel cap. 10 del Vangelo se-condo Matteo: “ Andate ed annunciate: il Regno di Dio è vicino. Curate gli amma-lati, resuscitate i morti, pu-rificate i lebbrosi e scacciate i demoni” (Mt. 10, 7-8). A volte diamo troppa enfasi al versetto 7 (l’annuncio) e poca al versetto 8 (il pren-dersi cura).

D - Dal suo punto di vista quale deve es-sere oggi il ruolo del sacerdote, meglio del parroco nella comunità parrocchiale?R - Rispondo con le

parole di papa Francesco nell’omelia alla Messa Cri-smale dello scorso anno: “Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo; questa è una prova

chiara. Quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla Messa con il volto di chi ha ricevuto una

buona notizia. La nostra gente gradisce il Vangelo predicato con l’unzione, gradisce quando il Vange-lo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scende come l’olio di Aronne fino ai bordi del-la realtà, quando illumina le situazioni limite, “le peri-ferie” dove il popolo fedele è più esposto all’invasione di quanti vogliono saccheg-giare la sua fede. La gente ci ringrazia perché sente che abbiamo pregato con le realtà della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie e le sue speranze. E quando sente che il profumo dell’Unto, di Cristo, giunge attraverso di noi, è incoraggiata ad affi-darci tutto quello che desi-dera arrivi al Signore: “pre-ghi per me, padre, perché ho questo problema”, “mi benedica, padre”, “preghi per me”, sono il segno che l’unzione è arrivata all’orlo del mantello, perché viene trasformata in supplica, supplica del Popolo di Dio.

D - Ripensando alla sua esperienza missionaria come vede oggi il ruo-lo della parrocchia, è ancora attuale, è ancora importante la comuni-tà parrocchiale, oppure è giunto il tempo per la Chiesa di rivedere il ruolo di questa antica realtà?R - Riflettiamo su un te-

sto di San Paolo: “Non sa-pete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo battezzati nella sua morte? Per mezzo del Bat-tesimo siamo dunque stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Pa-dre, così anche noi possia-mo camminare in una vita nuova” (Lettera ai Romani 6, 3-4).

Notiamo subito che “siamo stati battezzati” è un passivo. Nessun può battezzare se stesso, ha bi-sogno dell’altro. Nessuno può farsi cristiano da se stesso. Divenire cristiani è un processo passivo. Solo da un altro possiamo esse-re fatti cristiani. E questo “altro” che ci fa cristiani, ci dà il dono della fede, è in prima istanza la comu-nità dei credenti, la Chie-sa, cioè il primo nucleo di

Chiesa che è la parrocchia. Dalla Chiesa riceviamo la fede, il Battesimo. Senza lasciarci formare da questa comunità non diventiamo cristiani. Un cristianesimo autonomo, autoprodotto, è una contraddizione in sé. In prima istanza, questo altro è la comunità dei credenti, la Chiesa, ma in seconda istanza anche questa co-munità non agisce da sé, secondo le proprie idee e desideri.

Anche la comunità vive nello stesso processo passi-vo: solo Cristo può costitui-re la Chiesa. Cristo è il vero donatore dei Sacramenti. Questo è il primo punto: nessuno battezza se stesso, nessuno fa se stesso cristia-no. Cristiani lo diventiamo. E lo diventiamo, normal-mente, dentro una parroc-chia.

D - Il mondo del laica-to cattolico quale ruolo dovrebbe avere oggi all’interno della par-rocchia?R - Non basta, senza

dubbio, il donarsi genero-so del parroco. Bisogna che tutti i fedeli laici si sentano corresponsabili nella for-mazione e nella missione. Il parroco si impegnerà nell’animazione dei diversi servizi all’interno della co-munità e questo si darà non solo nel partecipare alle varie riunioni, che ben co-nosciamo, ma anche in un fedele impegno nel sacra-mento della Riconciliazio-ne. Una parrocchia rinno-vata moltiplica le persone che si mettono a servizio e fa crescere i ministeri.

La realtà odierna richie-de alla Chiesa immagina-zione per incontrare rispo-ste adeguate.

D - Quali i primi pas-si?R - Seguendo l’esempio

degli inizi della nostra chie-sa (Atti 2,46-47), la comuni-tà parrocchiale si riunisce per condividere il pane del-la Parola e dell’Eucarestia, perseverare nella cateche-si, nella vita sacramentale e nella pratica della carità. Nella celebrazione eucari-stica rinnoviamo la nostra vita. La comunità prende forza dall’Eucarestia, fedel-mente domenicale, viva, gioiosa e concelebrata, vera scuola di vita. Attraverso di essa, dell’adorazione Euca-ristica e del Sacramento del-la Penitenza i membri della comunità si preparano a dare frutti permanenti di carità, riconciliazione e giu-stizia nel mondo. Questo è il nostro primo proposito.

Settimio Rigolin

Dalla Scuola di TeologiaVi aspettiamo al Festival biblico!Ormai dovrebbe

essere noto a tutti che il 23, 24 e 25 maggio si svolgerà la decima edi-zione del Festival Bibli-co. Il battage pubblici-tario e il passaparola, sono stati capillari. Ma forse vale la pena sot-tolineare per il “per-ché” dell’evento: lo fac-ciamo con le parole di don Andrea Varliero, che trovate anche sul retro dei depliant con il programma del Festi-val Biblico a Rovigo.

“Dedicato a chi non crede e si è stan-cato, all’impegnato e al bestemmiatore, all’adulto e al bambino, alla famiglia e al single, all’uomo e alla donna di cultura e al semplice, al curioso e allo scettico, al professionista e all’artista, al cattolico e all’ortodosso, al protestante, all’ebreo e al mussulmano. A tutti. Per far dialogare idee, condividere valori sociali, conoscere e stimare se stessi e gli altri, seminare spe-ranza per guardare al futuro. E tutto que-sto viverlo insieme, seduti idealmente al fuoco della Parola. Descrivere il Festival Biblico riesce difficile, meglio è narrare un’essenza che parla di emozioni, rela-zioni e sguardi in alto e condivisi. Dio e l’uomo si raccontano, ne fanno Scrittura, in un incontro che porta a riscoprire le ra-dici della propria identità, in una ricerca di senso a quello che si chiama comune-mente vivere. Un traguardo realizzabile, grazie al dialogo tra fede e cultura, tra cul-tura e culture, tra culture ed economia, tra economia e società. Non è difficile credere che questo sia possibile, neanche per chi non ha mai creduto.

Da dieci anni il Fe-stival vive nelle piazze delle città così come nelle periferie, è occa-sione di contaminazio-ne, la Parola del Libro dei libri si muove nelle strade e le situazioni costruite dal civile, sol-cate dal sociale, anima-te dal dibattito econo-mico, pulsanti di storia e arte.

In Polesine, in que-sto confine tra terra, acqua e cielo, in questo

confine di culture e di idee, in questo tem-po di passaggi economici e sociali, anche Rovigo può raccontare e raccontarsi.

Si narrerà come città a misura d’uo-mo, si sorprenderà nel riscoprire le sue radici ebraiche, sarà onorata di aprire le sue piazze e i suoi saloni d’onore, i suoi teatri e le sue biblioteche. A tutti.

Farà festa e cultura e società, mostran-dosi come sempre con quel sorriso acco-gliente e disponibile che ogni polesano porta nei suoi viaggi. IL Festival Biblico si farà esperienza a Rovigo attraverso paro-le e silenzi, testimonianze e musica, medi-tazioni e giochi, aperitivi e mercato, visite guidate e mostre, incontri e dibattiti. Per tutti. Scegliendo, ognuno potrà trovare un po’ di se stesso nei giorni del Festival. Per-ché la Bibbia è l’alfabeto di una città, an-che quando sonnecchia. Perché l’alfabeto della bibbia è di tutti, è il codice con cui parliamo, amiamo, soffriamo, lavoriamo, imprechiamo e speriamo. Parole con cui raccontare e raccontarsi. Dedicato a tutti, liberi di crederci e di non crederci. Anche a Rovigo”.

Vi aspettiamo numerosi.

Domenica scorsa a Concadirame sette bam-bini hanno ricevuto il sacramento della prima comunione. A presiedere il rito eucaristico è stato il parroco don Andrea Lova-to, accanto a lui il diacono permanente don Mino Zampollo. Questi i nomi dei bambini che hanno vissuto con gioia l’accosta-mento all’Eucaristia: Da-vide Bovo, Rossella Canti, Angela Di Simone, Anna-chiara Gozzo, Sofia Rizzo, Thomas Sartori ed Enrico Zanella. Ad accompagnar-li e ad assisterli in questo giorno importante le loro catechiste, Alessandra Ca-vallaro ed Alice Costanzo. I bambini appena entrati in chiesa si sono diretti al battistero e dai loro papà hanno ricevuto una cande-la accesa, simbolo del pas-saggio della fede dai padri ai figli. «Oggi è uno dei giorni

più belli della vostra vita – ha ricordato don Andrea duran-te nell’omelia – non perché ci sono i regali che tra qualche anno non guarderete neanche più, ma perché ricevete Gesù. Diventate amici di Gesù, per-

ché lui è un amico che non vi abbandonerà mai». La Santa messa è stata accompagna-ta con i canti della Corale di Concadirame, diretta dal maestro Filippo Salvan.

r.g.

Intervista a don Gabriele Fantinati

Dalle comunità del Brasile una lezione di corresponsabilitàLa fisionomia di una comunità che vive il Vangelo nella gioia

Concadirame

La Prima ComunioneA sette bambini della comunità

Seconda tappa del tour “Ti passo la palla”. Sabato 24 maggio nella piastra polivalente di Fenil del Turco, alle 16.30, si svolgerà un altro momento di aggrega-zione e sport per i giovani.

Basket, kick boxing, zumba, calcio, pallavolo. Tante attività per giocare e di-vertirsi. Il progetto, finanziato dalla Re-gione e seguito dall’assessorato allo Sport e Politiche giovanili, in collaborazione con le associazioni locali e i ragazzi residenti

a Fenil del Turco, ha lo scopo di educare i ragazzi ad una cittadinanza attiva e di appartenenza al territorio, attraverso il gioco e lo sport.

Soddisfazione da parte dell’assessore allo Sport Andrea Bimbatti, che ha sottoli-neato la valenza di queste iniziative per i giovani, volte a creare occasioni di incon-tro, scambio di esperienze e formazione di nuove amicizie, all’insegna dei valori che lo sport sa trasmettere.

Fenil del Turco

Ti passo la pallaSabato 24 maggio

Page 13: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

13la Settimanadomenica 25 maggio 2014 polesine

Don Luigi - Napoli

Insieme.

Insieme ai poveri. Insieme ai dimenticati. Insieme alle vittime della camorra. Insieme ai detenuti. Insieme ai malati. Insieme agli anziani soli. Conto corrente postale n.57803009 - www.insiemeaisacerdoti.it

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Pellegrinaggio

A Medjugorje per incontrare MariaLa missione si fa pellegrinaggio

Giovedì 1 maggio 2014 è iniziato il nostro pellegrinaggio a Medjugorje, pro-mosso dalle suo-re della Famiglia Missionaria della Redenzione di Rovigo. Diverse sono state le mo-tivazioni che han-no spinto i parte-cipanti a recarsi in questo piccolo paese della Bo-snia Erzegovina, che ha conosciuto negli anni ’90 la drammatica re-altà della guerra civile e della con-seguente pulizia etnica:

alcuni cercavano un confor-to nella sofferenza,

altri sentivano il bisogno di rafforzare la propria fede,

altri ancora desideravano ringraziare la Vergine Maria,

altri erano spinti da sempli-ce curiosità o desiderio di com-prendere il mistero del divino.

Penso che ciascuno di noi si sia chiesto se sia stato il caso o una “chiamata” a spingerlo ad affrontare un viaggio così im-pegnativo. Certamente è stato più facile dare una risposta per coloro che avevano già vissuto tale esperienza , mentre i dubbi nascevano in quelli che la intra-prendevano per la prima volta. Già dal 2° giorno i partecipanti, alcuni dei quali non si conosce-vano, hanno iniziato a relazio-narsi, a comunicare le proprie

esperienze di vita e ad aiutarsi reciprocamente. La partecipa-zione al programma spiritua-le ha fatto nascere in ciascuno quella “gioia interiore” e quel-la dolcezza inesprimibile che appagano lo spirito dell’uomo. L’intensità e la bellezza dei riti liturgici hanno coinvolto pro-fondamente tutti noi. L’incon-tro con Maria è avvenuto con semplicità e spontaneità e ci ha fatto riflettere su come spesso affrontiamo il credo religioso con superficialità e indifferen-za: ostacoli che maggiormente ci impediscono di avvicinarci a Suo Figlio Gesù. In certi mo-menti ci siamo sentiti piccoli e fragili di fronte alla grandezza di Dio, ma ci siamo anche senti-ti sempre accolti e amati da Lui. La preghiera, la meditazione, l’ascolto, il silenzio, i canti, l’at-

mosfera suggesti-va del luogo, che ha visto nell’ulti-mo trentennio il moltiplicarsi del-le apparizioni di Maria, sono stati aspetti signifi-cativi e determi-nanti nel nostro cammino di rin-novamento e di accostamento a Gesù. L’unicità de l l ’esper ien-za ha fatto dei partecipanti un gruppo, all’in-terno del quale alcuni hanno voluto testimo-niare e condivi-dere il cammino

vissuto. Tutti si sono arricchiti spiritualmente, altri si sono sen-titi rinnovati, altri ancora sono cresciuti nella fede e nella cer-tezza che Maria è il tramite per la salvezza eterna. Una giovane ha affermato: ”Ora mi porrò piccoli obiettivi quotidiani e mi impegnerò a realizzarli”.

A nome di tutti i parteci-panti desidero esprimere un grazie doveroso e sentito a don Silvio, che è stato per tutti noi una guida sempre presente e a suor Pierina Bassani, per essere stata così sollecita, premurosa e comprensiva. Un ringrazia-mento speciale rivolgiamo alla Madonna che ci ha accompa-gnati e sostenuti durante il pel-legrinaggio ed è stata per noi un porto sicuro nelle difficoltà e nelle incertezze.

Meri Corinna Bego

Frassinelle in Festa

Festa della mamma nel segno della solidarietà e dell’allegria Si è te-

nuto sabato 10 maggio e domenica 11 maggio 2014 a Frassinelle la tradiziona-le Festa della Mamma 2014 giunta alla sua III° edizione, organizzata dal gruppo Locomamas “le mamme più pazze di Frassinelle” con il pa-trocinio del Comune di Frassinelle e della Provincia di Rovigo.

Nella serata di sabato sera, nel teatro parrocchiale di Chiesa, vi è stata la partecipazione dei bambini della scuola materna “M.A. Calza-varini” che hanno proposto con le loro insegnanti alcuni canti e poesie dedicati naturalmente alle mamme.

Nel corso della stessa serata non sono mancati momenti di grande comicità ed allegria, con il comico Enzo Peratello, e le cantanti Olga Turban e Natalia Canella. Sullo stes-so palco si sono poi esibite le ragazze della scuola di danza di Silvia Belli-nello Melotto provenienti da Villa-dose e Granzette. Grande successo hanno avuto anche Martina e Ilaria due giovani sportive di ginnastica ritmica. Durante la serata si sono poi esibite sul palco le mamme più paz-ze di Frassinelle “Locomamas”.

Il gruppo “Locomamas” che tra le altre cose sta riscuotendo un gran-de successo nei vari teatri del Vene-to, ha presentato per l’occasione del-la Festa della mamma, una nuova ed originale coreografia.

Durante la serata è stato inoltre assegnato un premio alla “mamma

migliore 2014”. A vincere il premio la signora Speme Guerra una donna semplice, silenziosa e generosa. A consegnare il premio la presiden-te del gruppo Locomamas signora Marina Baratella. La vincitrice del premio “mamma migliore 2014” ha ricevuto inoltre grandi apprezza-menti dall’assessore Donatella Gia-cobbe e dal parroco Don Licio.

I festeggiamenti per la festa della mamma sono poi continuati anche domenica 11 maggio. Nel pomerig-gio, infatti (sempre organizzato dalle Locomamas) si è svolta, sul piazza-le della chiesa San Bartolomeo, una sfilata di moda con abiti da sposa. Una sfilata molto particolare visto che gli abiti indossati dalle modelle erano stati realizzati a partire dagli anni 50 fino ai giorni nostri.

Durante la sfilata si sono visti inoltre sulla passerella abiti da sposa di Okidoki di Adria con i loro piccoli modelli e di Valentina sposa/sposo sempre di Adria. La musica è stata invece offerta dal musicista Elia Me-non accompagnato dalla cantante Olga Turban. Quanto raccolto dagli eventi le Locomamas lo devolveran-no alla locale scuola per l’infanzia di Frassinelle Polesine.

Alberto Sattin

Page 14: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

Tanti fratelli “Sono perseguitati per la fede. In alcuni Paesi non possono portare la croce: sono pu-niti se lo fanno. Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri», di quelli che dicono come

Pietro e Giovanni: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». E questo «ci dà forza, a noi, che alle volte abbiamo la fede un po’debole». Ci dà la forza di testimoniare con la vita la «fede che abbiamo

ricevuto, questa fede che è il dono che il Signore dà a tutti i popoli». Ma questo «non possiamo farlo da noi stessi: è una grazia. La gra-zia della fede. Dobbiamo chiederla, tutti i giorni”. Papa Francesco

Signore Gesù, in questo momento vogliamo pregarti per tutti i nostri fratelli cri-stiani perseguitati, rapiti, im-prigionati, torturati e costretti a lasciare il proprio paese a causa della fede.

Ti presentiamo, o Signore, il loro dolore innocente; le per-secuzioni cui sono sottoposti sono spesso la conseguenza di disposizioni legislative discri-minatorie.

Con profondo rammari-co ci accorgiamo come assai frequentemente, gli atti di-scriminatori contro i cristiani sono considerati meno gravi e vengono ritenuti meno degni di attenzione da parte dei go-verni e dell’opinione pubblica.

Signore ... custodiscila mia fede, falla crescere, che la mia fede sia forte, coraggiosa, e aiutami nei momenti in cui, come Pietro e Giovanni, devo renderla pubblica.

Aiutaci, o Signore, a saper mantenere sempre desta l’at-tenzione delle nostre comunità parrocchiali verso tutti i no-stri fratelli e sorelle nella fede, colpevoli solo di essere fedeli al Vangelo e di vivere la loro appartenenza alla Chiesa con uno stile di edificante corag-gio.

Con le parole della Liturgia ti chiediamo: “concedi a coloro che soffrono persecuzione a causa del tuo nome, lo spirito di pazienza e di amore, perché siano testimoni autentici e fe-deli delle tue promesse”.

Amen.

14 la Settimana domenica 25 maggio 2014missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Consiglio missionario diocesano

In quest’ultimo fine settimana si è svolto il secondo incontro del COMIDI, Consiglio Missionario Diocesano, con la partecipazione di quindici persone, rappresentan-ti delle diverse vicarie della diocesi, nel centro di forma-zione di Caetité.

Il venerdì pomeriggio è stato dedicato all’organizza-zione interna del gruppo, in vista dell’impegno, il prossi-mo anno, dell’animazione missionaria in tutta la diocesi. Padre Helio, il coordinatore, aiutato da padre Paolo e dalla nostra sorella Letizia, missionaria della redenzione, ha coinvolto in maniera dinamica i presenti in un mo-mento di formazione. I temi trattati sono stati: ecclesio-logia della missione, pastorale missionaria, conversione pastorale e missione continentale alla luce del Documen-to di Aparecida. Il COMIDI ha davanti un grande impe-gno: animare missionariamente la diocesi in accordo con il progetto di pastorale. Infatti, nell’assemblea diocesana dell’anno scorso, è stato deciso che il 2015 sarà l’anno dell’animazione missionaria, con il ritorno alle missioni popolari e la fondazione, nelle parrocchie dei COMI-PAs, Consiglio Missionario Parrocchiale, un consiglio che, come il CPP (Consiglio Pastorale Parrocchiale), ha come obiettivo appoggiare e coadiuvare il parroco nelle iniziative pastorali, in questo caso, nell’ambito della mis-sione. Per questo è importante valorizzare quello che già è presente, come Infanzia Missionaria, gruppi missiona-ri, Gioventù Missionaria, attività missionarie dei gruppi parrocchiali. Tutto in un clima di cooperazione e aiuto reciproco, favorendo l’integrazione delle pastorali den-tro la propria parrocchia e della parrocchia con la vicaria e la diocesi.

Il COMIDI deve preoccuparsi dell’animazione dell’Ottobre Missionario, in particolare con la celebrazio-ne della giornata mondiale delle missioni, attraverso la diffusione del ricco materiale che tutti gli anni la POM offre gratuitamente alle diocesi. Si tratta di opuscoli per incontri di preghiera, volantini, posters e un DVD con te-stimonianze missionarie, legate al tema della Campagna della Fraternità della quaresima.

La missione popolare, il prossimo anno, avrà come obiettivo aiutare i giovani della scuola di teologia dio-cesana a fare il loro tirocinio pastorale in maniera pra-tica sul territorio, in una parrocchia che non ha ancora ricevuto la visita dei missionari delle altre parrocchie. Ma, oltre a questo, l’obiettivo sarà fondare i COMIPAs perché, in futuro, molti laici possano essere preparati alla missione popolare con una ‘pre-missione’, un periodo di formazione intensiva. Infatti, negli anni passati, si è visto che la grande difficoltà dei laici è stata quella della preparazione: con la buona volontà si sono avuti buoni risultati, ma si é notato che con una adeguata preparazio-ne le missioni sono più efficaci.

Sabato sera il gruppo è uscito dal centro di formazio-ne per recarsi alla comunità di Nossa Senhora Apareci-da, periferia di Caetité, per una celebrazione missionaria, con canti, animazione, lettura del vangelo e preghiere, e infine una condivisione molto ricca. É stata una iniziati-va ideata da padre Helio e abbracciata da tutti con mol-to entusiasmo. Speriamo che in futuro, altri gruppi che si incontreranno in diocesi per la formazione, possano uscire come noi per momenti di fraternità ed evangeliz-zazione più concreti.

Missionarie della redenzione in Brasile

Preghiera per i cristiani perseguitati

24-26 maggio

Viaggio missionario di Papa Francesco in Terra Santa5 gennaio 1964: una data storica

per il cristianesimo. Nella sede del-la delegazione apostolica della Santa Sede a Gerusalemme, sul Monte de-gli ulivi, Paolo VI incontra il Patriar-ca ortodosso Atenagora. Per la prima volta dopo il grande scisma della metà dell’Xl secolo, il capo della Chiesa cat-tolica e quello della Chiesa d’Oriente si abbracciano in segno di pace e di riconciliazione.

Cinquant’anni dopo (24 - 26 mag-gio 2014), papa Francesco va in Terra Santa come pellegrino di pace: un’al-tra tappa storica. Una visita breve ma intensissima, carica di molteplici signi-ficati simbolici. Il viaggio parte da Am-man, dove Francesco è accolto dai reali di Giordania. Poi la Messa nell’inter-national Stadium e la visita al sito del battesimo di Gesù a Bethany Beyond the Jordan, dove il Papa incontra an-che i rifugiati e i giovani disabili.

La mattina di domenica 25 maggio l’arrivo in elicottero a Betlemme, la visita di cortesia al presidente palesti-nese Mahmoud Abbas e la Messa, con la recita del Regina Coeli, nella piazza della Mangiatoia.

A Betlemme il Papa pranza con alcune famiglie della Palestina al con-vento francescano di Casa Nova, poi, dopo la visita in forma privata alla Grotta della Natività, uno degli ap-puntamenti più attesi: il saluto ai bam-bini dei campi profughi di Dheisheh, Aida e Beit Jibrin.

Nel pomeriggio di domenica il tra-sferimento in elicottero in Israele, a Tel Aviv, e subito dopo, ancora in elicotte-ro, la partenza per Gerusalemme, dove

il Papa incontra il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, per la firma di una dichiarazione congiunta, e presiede un incontro ecumenico al Santo Sepolcro.

Altrettanto intenso il programma di lunedì 26, con tre importanti visite: al gran mufti di Gerusalemme, al Muro del pianto e al Memoriale dell’olocau-sto Yad Vashem. Il resto della mattina-ta è per gli incontri con le autorità isra-eliane, mentre nel pomeriggio, dopo un nuovo colloquio con Bartolomeo I, questa volta nella chiesa ortodossa sul Monte degli ulivi, è previsto l’incontro con il clero, seguito dalla Messa nella Sala del Cenacolo.

Aldo Maria Valli

Esempio di 3diocesi in missione

Gorizia: «Famiglie in salita». Si chiama così il Fondo straordinario istituito dalla diocesi di Gorizia per sostenere famiglie e persone che si sono impoverite a causa della crisi, of-frendo loro occasioni di lavoro con gli strumenti del tirocinio formativo, dei voucher e delle borse lavoro. «Il Fondo - puntualizza la diocesi - vuol essere un piccolo segno per aiutare le fami-glie e per ridare dignità». Info: www. gorizia.chiesacattolica.it

Grosseto: Percorso tattile, audio-guide e QR-code (codice a barre bidi-mensionaie). La diocesi di Grosseto rende sempre più «accessibile» la cat-tedrale di San Lorenzo grazie a «L’arte dell’invisibile». Obiettivo dei progetto è fare del duomo un luogo di culto

sempre più alla portata di coloro che convivono con diverse forme di disa-bilità motoria o sensoriale. In questo modo, commenta il vescovo Rodolfo Cetoloni, «la cattedrale è nuovamente al centro di un percorso d’integrazione e civiltà».

Napoli: Andate in Città. È il sussi-dio, realizzato dall’arcidiocesi di Na-poli, per evangelizzare, vivere meglio la fede nella quotidianità, creare e raf-forzare un rapporto di comunione». Si tratta di un «nuovo catechismo», tut-to napoletano, che «contestualizza e incarna la fede cristiana». info: www.chiesadinapoli.it

C.V.

I numeri 20.772 kmq è la superficie di Israele.8 milioni gli abitanti (2014). Nel 1948 erano 806 mila.75,3% gli ebrei (6 milioni).20,7% gli arabi-israeliani (1 milione 658 mila).4% 318 mila, gli arabi cristiani e «gli al-tri» (ministero degli Interni).33.433 dollari il Pil pro-capite.5.655 kmq la superficie della West Bank (i territori palestinesi della vec-chia Cisgiordania).2 milioni 719 mila palestinesi che vivo-no nella West Bank.360 kmq superficie di Gaza.1 milione 701 mila i sui abitanti.2.534 dollari il Pil pro-capite (tranne Gerusalemme Est)(Fonti Central Burlai of Statistics; FMI; Cia Fact Book e Passia; Unctad, 2013)(da Messaggero di S.Antonio – 05/2014)

Sabato 24 maggio Maria Ausiliatrice

Preghiera per i nostri

fratelli cristiani in Cina

C’è Asia Bibi, la don-na cattolica condannata a morte in Pakistan con l’ac-cusa di blasfemia. Da 1.793 giorni (più di quattro anni e mezzo) aspetta nel carcere femminile di Multan che la magistratura di Lahore giu-dichi la sua “colpa”: quella di essere cristiana. I giudi-ci, sottoposti alla pressione costante dei gruppi islamici radicali, hanno già riman-dato più volte le udienze del processo di appello. Ogni rinvio è un pezzo di vita rubato ad Asia Bibi, 50 anni, ai suoi cinque figli, a suo marito.

Ci sono, poi, 287 ragaz-ze nigeriane, sequestrate un mese fa dagli estremisti di Boko Haram nel villag-gio di Chibok, nel nord-est. Sono in prevalenza cristia-ne. Ostaggio di un gioco politico che punta a desta-

bilizzare il Paese, mettendo in luce le debolezze di un governo inefficace: quello del presidente Goodluck Jonathan.

E ci sono decine di casi di discriminazione dei cristiani in Europa. Due-centoquarantuno solo nel 2013, secondo il Rapporto dell’“Osservatorio sull’in-tolleranza e la discrimina-zione contro i cristiani in Europa”, ripreso ieri da “Fides”. Cristiani trattati come cittadini di serie B in ogni settore: diritti, politica, arti, mass media.

L’Osservatorio ha cen-sito 133 casi – documentati – di vandalismo contro luo-ghi cristiani avvenuti in 11 Paesi europei. Sotto il pro-filo dei diritti civili, invece, l’intolleranza ha il peso dei limite: nell’obiezione di coscienza, nella libertà di

parola, nelle politiche di parità discriminatorie, nei diritti dei genitori in mate-ria di educazione sessuale, nella libertà di riunione. Il Rapporto ha censito 41 leg-gi in 14 Paesi europei che ostacolano il libero eserci-zio della fede per i cristiani. Le espressioni artistiche e la vasta articolazione dei mass media, nonché i so-cial media, stanno poi di-ventando un nuovo terre-no di intolleranza contro i cristiani: l’Osservatorio ha registrato 15 casi in 6 Pae-si nel 2013. Queste le con-clusioni di Gudrun Kugler, direttore dell’Osservatorio: «La società sempre più se-colarizzata in Europa ha sempre meno spazio per il cristianesimo. E alcuni governi e protagonisti del-la società civile cercano di escludere invece di acco-gliere».

Barbara Uglietti(da Avvenire del 17.05.2014)

Persecuzioni

Asia Bibi, le nigeriane e l’allarme della Ue

Centro Missionario Diocesano

Bentornato don GiulianoE’ arrivato lunedì 19 mag-

gio don Giuliano prete fidei donum: l’ultimo dei preti diocesani donati alla Chiesa sorella di Caertitè in questi 41 anni di cooperazione.

auguri di un buon rientro!don Silvio per il CMD

Page 15: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

15la Settimanaradio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Polesine Coast to Coast - E’ uscito il nuovo bando

Un anno da Oste in casa GP2Ponte Radio

Il mondo vive un crescendo di crudeltà

Le nostre rubricheLUNEDI

10.00 “La Vergine Ma-ria e la nuova evangeliz-zazione” a cura del Centro Mariano; 11.30 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Ce-rati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.30 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni

MARTEDI 10.00 “Polesine Coast to

coast” con Thomas Paparella, Alberto Boldrini, Enrico De Stefani e Davide Trevisan; 11.00 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’as-sociazione Casa Marocco, in studio Dounia e Federico; 17.05 “Aspettando il Festival Biblico” in collaborazione con Radio Voce nel Deserto; 18.20 “Ritratto d’autore” a cura di don Bruno; 21.30 “Ponte Radio” ;

MERCOLEDI10.00 “Aspettando il Fe-

stival Biblico”; 11.00 “Ritrat-to d’autore”; 18.20 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 21.15 “Polesine Coast to coast”;

GIOVEDI 10.00 “Voce France-

scana” a cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine; 11.00 “Librando, libri in volo”; 17.05 “Po-lesine coast to coast” 18.20 “Radio Volontariato”; 21.30 “ArabRovigo”

VENERDI 10.00 “La Vergine Maria

e la nuova evangelizzazione” 11.00 “Radio Volontariato”; 17.05 “ArabRovigo” ; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film” a cura di Simone Muraro e Denis Maragno; 22.30 “Polesine coast to coast”;

SABATO 10.00 “Voce Francesca-

na” 11.15 “Ritratto d’auto-re”; 11.45 “Con gli ultimi” 17.15 “Aspettando il Festival Biblico”; 17.40 “Librando” 18.20 “Buona Domenica”, riflessioni e commenti per la domenica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

DOMENICA 10.00 “Insieme per pre-

gare”; 11.00 “Voce France-scana”; 17.30 “Per un pu-gno di film”; 18.20 “Buona Domenica” a cura di don Bruno; 22.00 “Aspettando il Festival Biblico”

DAL LUNEDI’ AL VENERDI’

9.30 e 20.45 “Dall’al-ba al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato; 8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio informa”; 19.00 Santa Messa in diretta dal Duomo di Rovigo; 12.15 e 20.15 “Rasse-gna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa. 22.00 Preghiera della sera.

E’ uscito il nuovo ban-do per il servizio di Oste alla casa GP2 della diocesi di Adria-Rovigo. Si tratta di un Anno di Volontaria-to Sociale (AVS). A pre-sentarlo sono stati ospiti della rubrica Polesine Co-ast to Coast Davide Girot-to della Caritas, Lorenzo e Fabio che attualmente stanno svolgendo proprio questo servizio.

L’anno di volontariato sociale nasce come un’op-portunità da offrire ai giovani: donare un anno della propria vita agli altri e a chi vive una difficoltà è un’occasione per fermarsi a riflettere su quali valori basare la propria vita, una “palestra” di vita, utile per imparare a condivide-re con gli altri le proprie idee e risorse, costruendo relazioni buone e signifi-cative. I giovani dell’AVS vivranno per un anno (settembre 2014 – giu-gno 2015) nella struttura denominata Casa GP2, quindi quotidianamen-te a contatto con le classi scolastiche e i gruppi or-ganizzati che chiedono di essere ospitati. Ai giovani in AVS saranno richieste tre forme di servizio, in diversi giorni e orari nel corso della settimana e dell’anno di impegno: il servizio di Oste nella Casa GP2 durante i giorni di accoglienza dei gruppi; la partecipazione alle espe-rienze formative che la Ca-

ritas propone nelle scuole di secondo grado sui temi della cittadinanza e della nonviolenza; l’affianca-mento dei volontari im-pegnati nei servizi segno della Caritas diocesana e della città. I destinatari del bando sono i giovani dai 24 ai 30 anni. I posti disponibili sono quattro. Le domande vanno pre-sentate entro il 14 agosto 2014. Per tutte le informa-zioni si possono consulta-

re i siti della caritas dioce-sana: www.caritasrovigo.org oppure quello della pastorale giovanile della diocesi di Adria-Rovigo www.5pani2pesci.it

r. g.

Nazzareno Pellegrini e Salvatore Filella, nella puntata di Ponte Radio in onda questa settima-na analizzano le situa-zioni drammatiche che riguardano diverse parti del mondo in particolare in Africa. Fatti che spesso non vengono messi in rilie-vo dalla stam-pa nazionale, perché a noi lontani. Naz-zareno che è stato poco tempo fa in Kenya, ha parlato degli attentati a dove la capi-tale Nairobi ha vissuto la scorsa settimana: «si trat-ta di ribelli somali legati al gruppo di Al Queda che dal 2011 stanno col-pendo la capitale dove come sappiamo sono concentrate tante perso-ne. E’ una popolazione mite che non ha bisogno di essere perseguitata da queste forme di catti-veria umana». Ma non solo il Kenya, ma anche in Libia, dove, come ha ricordato Salvatore: «era stato costituito un go-verno provvisorio ma in questi giorni c’è stato un attacco alla sede del par-lamento. La situazione a Tripoli sta dunque sta degenerando con grande preoccupazione da parte della Comunità Europea. Anche Bengasi sta viven-do ore drammatiche. Nei giorni scorsi è finita sotto i bombardamenti aerei da parte di un ex gene-rale, Kalife Haftar che ha causato circa 80 morti e molti feriti». E’ stato in-vece messo in evidenza, da tutte le televisioni ed ha sollevato lo scalpore da parte dell’opinione pubblica (addirittura a Cannes durante il festival del cinema gli attori tra cui Harrison Ford, Mel Gibson e Silvester Stallo-ne si sono presentati con la scritta Bring back our

girls n.d.r.) il rapimento di duecento studentesse a Chibok sempre da par-te di un gruppo terrorista islamico, che chiedono la liberazione di loro amici che sono detenuti nelle

prigioni ni-geriane». Un altro caso che ha suscitato indignazione è stata la con-danna all’im-piccagione di una ragazza del Sudan, di 27 anni, in-cinta di otto mesi, perché pur avendo il padre musul-

mano è stata accusata di apostasia e di adulterio per avere sposato un cri-stiano. Un fatto condan-nato anche da Amnesty International, in quanto si tratta di una evidente vio-lazione di diritti umani. Infine in Colombia dove: «Almeno 31 bambini, appartenenti alla Chiesa Pentecostale sono morti nell’incendio del bus che li portava a scuola. Alla base dell’incendio stareb-be un guasto meccanico.

Secondo le indagini, l’autista trasportava ben-zina di contrabbando per-ché poco prima dell’in-cendio secondo alcuni testimoni era stato visto armeggiare una tanica di benzina». Tanti fatti crudeli, accomunati da un unico filo conduttore, la cattiveria e l’egoismo dell’uomo, che è lontano dagli insegnamenti del Vangelo. Sono fatti che accadono in luoghi lonta-ni da noi ma che non pos-sono essere vissuti con indifferenza.

r. g.

domenica 25 maggio 2014

E’ possibile riascoltare e scaricare le nostre rubriche dal blog:

radiokolberovigo.blogspot.it

Ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30

Librando - Intervista a Massimo Franco

Il Vaticano secondo Francesco

Quando?

Quando?

Ponte Radio è in onda ogni lunedì e ve-nerdì alle 18.20 e il mar-tedì alle 21.30

Dante Cerati questa set-timana nella sua rubrica Li-brando intervista Massimo Franco, autore del libro “Il Vaticano secondo France-sco”. Papa Francesco è un uomo del Nuovo Mondo.

Viene dall’Argentina, che è Estremo Occidente, ed è un «prete urbano»: il pri-mo pontefice figlio di una megalopoli, Buenos Aires, che con i suoi circa 15 mi-lioni di abitanti ha vissuto in anticipo i problemi con i quali sono chiamati oggi a fare i conti la Chiesa cattoli-ca e il mondo globalizzato. Cardinali del Nuovo Mondo sono stati i suoi grandi elettori in Conclave. E da portavoce del Nuovo Mondo è il suo approccio alla Roma curiale. Ma la novità di questo Papa rivoluzionario non sta soltanto nel fatto che è argentino, gesuita e «globale». L’elemento spiazzante è che si tratta di un autentico «straniero» per la menta-lità della Curia romana, eletto dopo il trauma della rinuncia di Benedetto XVI. Il compito affidatogli è di smantellare la corte pontificia e una nomenklatura ec-clesiastica spesso troppo autoreferenzia-le. Il suo viaggio da Buenos Aires a Casa Santa Marta, l’ex lazzaretto all’interno del Vaticano dove ha deciso di abitare, segna un epocale cambio di mentalità.

Il Vaticano secondo Francesco deli-

nea i contorni di una sfida aperta e difficile. Per analiz-zarne le origini e i possibili approdi Massimo Franco è andato in Argentina e ha in-contrato gli uomini più vici-ni a Jorge Mario Bergoglio. E racconta come è avvenuta l’esportazione di una vi-sione radicalmente nuova del cattolicesimo nel cuore della Roma papale; e come il modello sudamericano, fino a ieri la «periferia», da eccentrico sia diventato cen-trale.

Quello in atto, infatti, è anche un rivolgimento geopolitico. Da terra di missione, l’America Latina si è trasformata in continente missionario, chiamato a far risorgere la religiosità in un’Europa laicizzata e nella capitale di un papato a rischio di default etico. Mas-simo Franco, giornalista e scrittore è in-viato politico del Corriere Della Sera, in precedenza ha lavorato come editoriali-sta di Avvenire e inviato de Il Giorno e poi di Panorama.

Nella foto al centro la copertina del li-bro

In onda ogni lunedì alle 17.05, il giovedì alle 11.00 ed il sabato alle 17.40

Quando?

Page 16: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

Giustizia, pace e perdono: una via di fraternità

Giornata Mariana dell’O.F.S. del Veneto 2014 a Chiampo (VI)

Pace e bene carissimi lettori, ben ritrovati. Domeni-ca 11 maggio, festa di tutte le mamme, le fraternità di Rovigo, Lendinara e Adria si sono incontrate con tutte le fraternità del Veneto a Chiampo per vivere insieme momenti di gioia, com’è sem-pre nel ritrovarci tra fratelli e sorelle in quel luogo sacro a Maria. All’annuale appun-tamento abbiamo risposto veramente in gran numero tra fratelli dell’O.F.S., Giova-ni della Gifra e un gruppo di bambini, gli Araldini. Si è re-spirato uno speciale clima di festosa accoglienza, circondati dall’amore della nostra Mam-ma Celeste. Lo Spirito Santo ci ha accompagnato insieme al nostro Assistente spiritua-le, padre Andrea, la Ministra Regionale, Marina Mazzego, e le Ministre delle Fraternità di Rovigo, la carissima Ro-mana Bregantin, la Ministra di Lendinara, Maria France-sca Micheletto e la Ministra di Adria Cecilia Ingegneri. Arrivati al Santuario abbiamo ammirato lo splendido presbiterio, da un paio d’anni ultimato, e reso magnifico dagli imponenti mosaici ricchissimi di simboli evangeli-ci e francescani. Dopo tanti calorosi abbracci con i fratelli delle altre provincie, abbiamo iniziato il nostro incontro con canti e preghiere guidate da fra Mario Rama, Assi-stente Regionale dell’O.F.S. Quest’anno è stato scelto di celebrare particolarmente la nostra Regola di cui sono stati letti 19 articoli Quindi, Marina Mazzego ha rivolto caldi saluti a tutti i convenuti ed è seguita la relazione, molto interessante, tenuta con maestria dal fratello Livio Ferrari, responsabile del Centro Francescano di Ascolto di Rovigo. Il tema dell’incontro: “Giustizia, pace e per-dono: una via di fraternita’”. Livio ci ha aperto le porte del carcere, dove lui svolge l’attività di volontario. Ci parlava di quanti fratelli, perché di questo si tratta, sono rinchiusi nelle carceri italiane colpevoli di non essere in

possesso del permesso di soggiorno, non hanno ucciso nessuno, hanno venduto quel poco che possedevano nei loro paesi attanagliati dalla guerra e dalla miseria, lasciando le loro famiglie di origine. Quanti stenti hanno dovuto affrontare, quanti NO ricevuti in faccia, quante porte chiuse e la propria dignità calpestata. Possiamo riflettere su quanta ipocrisia circola tra noi Cristiani. Il relatore raccontava che anni fa, quando era giovincello, entrò nel Centro d’Ascolto un uomo che gli chiese se era un frate, per via della barba folta che allora portava, per-ché doveva confessarsi. Sentendo che era un volontario sposato, volle lo stesso confidargli i suoi errori. Quanto era stato emarginato quest’uomo, questo fratello! Livio parlò a lungo. Ci suggerì di leggere ogni giorno il Van-gelo, non per farci vedere, ammirare come più bravi di altri, ma per mettere veramente in pratica quello che Gesù ci dice. Ha menzionato il brano in cui Gesù fa usci-re un invitato dalla sala di ricevimento perché non aveva il vestito della festa. Nella mia testa un pensiero è corso a S. Francesco, chiedendomi quanta luce egli avrà porta-to nel Paradiso con la sua veste brillante, lavata non in un lavatoio mondano, ma immersa nella giustizia, nella pace e nel perdono. E io come mi presenterò? Quanto mi sporco le mani per aiutare il mio prossimo? Un’altra testimonianza ci è stata donata da Giulia Ciclamini, ap-partenente ai Giovani Francescani di Lendinara, che con altre ragazze, ha fatto una breve esperienza di volonta-riato nel carcere minorile della Guidecca a Venezia. Giu-lia ci ha confidato la sua comprensibile difficoltà iniziale a contatto con questa realtà carceraria, tanto lontana da noi. Ci ha parlato di come si era stabilito un rapporto umano con queste carcerate, alcune giovani come lei. Ha ricordato quanto siano fortunati i giovani che hanno una famiglia solida alle spalle, dove c’è dialogo, armonia e pace. Al momento della separazione le volontarie erano così commosse che le ragazze recluse hanno dato loro conforto. Al termine delle interessanti testimonianze si è presenziati alla Solenne Concelebrazione Eucaristica concelebrata da Tutti gli Assistenti delle varie Fraternità. E’ seguita l’immancabile allegra condivisione convivia-le in fraterna letizia. Infine la giornata è conclusa con la recita del Santo Rosario davanti alla Grotta, che ricorda Lourdes e la proclamazione dell’Atto di Consacrazione delle nostre persone e delle nostre fraternità al Cuore Immacolato della Vergine Maria. Al ritorno il cuore era veramente colmo di spirituale felicità.

Oriana

16 la Settimana domenica 25 maggio 2014rubriche

In campagna

Oltre al meteo seguiamo anche altri settori

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a

causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1

TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-Trecenta

ilGiovedìdalleore15alle17C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•

CASTELMASSA - 2°Mercoledìdi ognimesedalleore15alle17CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dal 25 al 31 maggio 2014

Domenica 25 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo.Lunedì 26 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigoe.Martedì 27 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Mercoledì 28 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Comunale n. 4 Boara Polesine.Giovedì 29 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Venerdì 30 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Sabato 31 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano; pomeriggio: Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.

Il meteo si mantiene “vivo” con le sue manifestazioni intese come perturbazioni. Le tempe-rature contenute in valori non eccessivi con lo stato dell’umidi-tà relativa basso, concorrono ad ostacolare l’attacco delle patoge-nesi di origine fungina, mentre le avversità di origine animale per la diversa natura di queste cre-ature seguono il calendario bio-logico proprio di ogni specie. In pratica su tutto il coltivato a cielo aperto e in serra, non bisogna abbassare la guardia. Appena si ristabiliscono condizioni caldo-umi-de, la pletora dei patogena è pronta a sferrare l’attacco. Laddove il meteo non influisce più di tanto nelle uma-ne attività- salvo le sbavature per-sonali dei metereopatici, categoria sempre presente e, tutto sommato in-nocua anche quando gli adepti han-no “…la luna par i corni”, come ama dire l’ineffabile amico coltivatore - si continua a lavorare per fare il buon servizio negli uffici preposti.

Settore zooL’Ue intende, finalmente, avviare

la fase dell’etichettatura delle carni bovine “…lanciando un bando di

gara per una valutazione delle nor-me, la loro efficacia.… gli effetti sul mercato…” e via cantando. Se ne par-la da anni perché il consumatore ha il sacrosanto diritto di sapere cosa man-gia, soprattutto in queste produzioni che pur tutelate in Italia e nel resto dell’Ue da norme igienico-sanitarie considerate fra le più severe al mondo, deve fare i conti con prodotti d’impor-tazione da paesi terzi che hanno una legislazione diversa, quando non di maniche larghe nei metodi di alleva-mento. E, sempre in ambito zootecni-co, entrano in scena le vacche da latte. Finora la loro produzione è regolate

in quantità da quote annuali che si trascinano una lunga storia da ben trent’anni a partire dal 1984 sulla quale stendiamo un velo pietoso per tutte le incongruenze che ha dato origine. Il lettore si ricorderà del letame sparso sull’autostrada A4 a Vancimuglio qualche anno fa, come protesta degli allevatori. Finalmente il regime quote-latte chiude a partire dal primo aprile de 2015. Il paradosso è che agli al-levatori europei è stato messo un tetto di produzione, sforato il qua-le scatta la sanzione, mentre nel

mondo la domanda di latte e latticini è elevata ed in aumento. Chissà quali interessi s’intrecciano sulla testa delle dirette interessate a loro insaputa: le vacche, appunto.

Settore orto-fruttaBuone notizie nell’attuazione del

programma “Frutta e verdure nelle scuole”. I risultati sono incoraggianti e, secondo le organizzazioni dei pro-duttori, esistono ancora margini di miglioramento per dare agli studen-ti – grandi e piccoli - “il cestino della salute”.

Alla prossima.Orazio Cappellari

Con la volontà di sen-sibilizzare tutto il mondo della scuola, ambito in cui operano, Patrizia Rava, in-segnante, Maria Luisa Bot-ton dell’Ufficio scolastico provinciale e la Consulta studenti sono al lavoro per una raccolta di mate-riale sanitario, scolastico e alimentare a sostegno del popolo siriano. Bende, garze, cerotti, materiale scolastico,antidolorifici, antipiretici in compresse e pomate, disinfettanti, me-dicinali di qualsiasi genere, pannolini per bambini, riso sotto vuoto e latte in polve-re andranno in soccorso alla popolazione più bisognosa e agli ospedali da campo gestiti dai volontari.

L’appello lo rivolgono indistintamente a tutti, dal personale docente a quel-lo tecnico, dagli studenti alle loro famiglie, dalle su-periori alle materne “per

fronteggiare una situazione difficilissima e di estrema emergenza” come hanno ricordato nei giorni scorsi a Palazzo Celio nel corso della presentazione del progetto Patrizia Rava, Da-chan Ahmad Amer e Zena Abram di Onsur, l’associa-zione no profit con fini di solidarietà sociale e di rac-colta aiuti per la Siria

”Dear Syria” il nome del progetto vivrà il mo-mento conclusivo domeni-ca 1° giugno dalle 11 alle 13 in Pescheria Nuova dove confluiranno tutti i mate-riali raccolti per essere poi avviati in Siria.

Il Paese da tre anni in rivolta dopo 50 anni di dit-tatura segna numeri “in-credibili”: 150 mila morti, 2 mila quelli di fame, 2 mi-lioni e mezzo di profughi, 200 mila carcerati, 9 milioni di sfollati, 12 mila bambini morti, 20 mila i dispersi.

Rovigo - Palazzo Celio

Dona un sorrisoRaccolta di materiale scolastico e sanitario per il popolo siriano

Farmacie di turno

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

RovigoDuomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00.SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i catto-lici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato).Rovigo Commenda: Fe-stive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00.Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno saba-to ore 16.45).S. Pio X: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefe-stiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Fe-stiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30.S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Fe-riale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigura-zione: Festiva: 8.00 - Feria-le: 7.30.Ancelle della SS.ma Tri-nità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Page 17: La settimana n 21 del 25 maggio 2014

Esce la terza edizione, per la prima volta in vo-lume unico, de Il mistero nuziale, testo del Card. An-gelo Scola, Arcivescovo di Milano.

Il mistero nuziale si propone come un per-corso lungo le ragioni del “bell’amore”, che sostiene il desiderio e il cammino di ogni donna e di ogni uomo. Si tratta di una pro-posta che intende anche rispondere all’immagine diffusa, spesso lontana dalla verità, dell’insegna-mento della Chiesa sulle questioni legate all’amore, al matrimonio e alla fami-glia. Si dice che a prevale-re nell’esperienza e nella comprensione cristiane dell’amore sia la parola “no”, mentre la proposta del “bell’amore”, che la Chiesa compie da duemi-la anni, racchiude in sé il

grande “sì” di Dio all’uma-nità: sì al bene della differen-za sessuale, sì al dono di sé che non si ri-sparmia, sì alla consegna della propria esisten-za per sempre, sì al dono della vita generata e accompagnata, in un paziente lavoro di edu-cazione.

Il testo si suddivide in quattro parti. La prima sezione (Il Fondamento biblico. A partire della Mulieris dignitatem) propone un’interpretazio-ne del magistero di Papa Giovanni Paolo II sulla base della “Lettera aposto-

lica Mulieris dignitatem”, oltre allo studio del significato dell ’unio-ne “uomo-donna” e del nesso tra l’“Imago Dei” e la ses-sualità uma-na. Nella se-conda parte (Il mistero nuziale. Una prospettiva teologica) il Card. Scola traccia una prospettiva t e o l o g i c a del proble-ma, mentre nella terza sezione (Mi-stero nuziale e mutamen-ti culturali.

Compiti del Matrimonio-Famiglia) l’autore entra nel vivo delle provocazioni che, in tema di matrimo-nio-famiglia, vengono sollevate dalla cultura con-temporanea: crisi della li-bertà, bioetica, educazione, comunione di generazioni. La quarta parte (Il mistero nuziale: Matrimonio-Fami-glia alla luce dei misteri cri-stiani) traccia la fisionomia del matrimonio-famiglia a partire dall’esperienza e dalla riflessione cristiana.

Le precedenti due edi-zioni in lingua italiana sono state pubblicate in due volumi (1998 e 2000), tradotti in diverse lingue.

L’edizione è arricchita da una nuova prefazione del Card. Scola.

Collana: Studi teologici - Formato: 17X24 - Pagine: 296 - Prezzo: € 29,00

Per informazioni: Uf-ficio stampa Marcianum Press - Studio Callian-dro Comunicazione Tel: 041.5232237 – 349.7708533, Email: [email protected]

Angelo Scola

Il mistero nuziale Uomo-Donna , Matrimonio-Famiglia

17la Settimanadomenica 25 maggio 2014 cultura

In libreria

Un nuovo ed emozio-nante appuntamento della rassegna ‘Incontri con l’au-tore’ ha abbracciato la stra-ordinaria opera dell’artista Francesco Toso, che ieri pomeriggio ha presentato nella sede dell’associazio-ne culturale ‘Barbujani’ ‘La ninna nanna del Führer’ – musica e cultura nel Terzo Reich. Accompagnato dal-la voce delicata di Ana Vic-toria Pitzz, dalla tastiera suonata da Nicola Rigato e dal violino accarezzato dal professor Ramon Volpini, il giovane autore ha presen-tato la sua mirabile opera, raccogliendo l’applauso sincero da parte di una bi-blioteca ‘Carlizzi’ riempita in ogni ordine di posto.

“Inizialmente il tito-lo del libro era ‘Orfeo alla corte del Terzo Reich’ – ha spiegato Francesco Toso -, che era anche il titolo della mia tesi di laurea. Poi per

diversi motivi è stato cam-biato. Con questa opera abbiamo cercato di trovare una spiegazione alla Sho-ah, attraverso le testimo-nianze musicali e poetiche ritrovate nei campi di con-centramento, dove la mu-sica non mancava mai”.

La presentazione, se-guita da Natalia Periotto e da Roberta Fava è stata introdotta dalla scrittrice Romana Bonvento, che ha poi lasciato la parola al

presidente della Barbujani, Arnaldo Pavarin. “Avere qui un così giovane artista è per noi motivo di grande orgoglio – le parole di Pa-varin -. Voglio ringraziare anche Natalia Periotto e Roberta Fava per la pre-sentazione e tutti i presenti a questo importante mo-mento culturale”.

Tra canti in lingua te-desca e ceca e racconti del giovane Toso, moderati da Natalia Periotto, l’opera

del giovane artista ha su-scitato grande emozione tra i presenti, che al termi-ne della presentazione si sono lasciati andare ad un applauso caloroso e rico-noscente.

La giornata culturale in Barbujani è poi conti-nuata in serata, quando la professoressa Donatella Ferraresi ha presentato le opere di Eugenia Arrighet-ti, specializzata nella tecni-ca dell’acquerello. Un altro momento artistico di spes-sore per l’associazione, che ha applaudito Eugenia Ar-righetti per le sue grandi qualità di pittrice. Con le sue opere si è chiusa la ras-segna ‘Conoscere l’Artista’, che anche quest’anno ha permesso di spaziare tra diverse tecniche artistiche, dall’affresco alla lavorazio-ne dell’acciaio, dalle tecni-che aerografe alla scultura del legno.

L’autore: Angelo Scola nasce a Malgrate nel

1941. Nel 1991 è ordinato Vescovo di Grosseto. Nel 2002 Giovanni Paolo II lo nomina Patriar-ca di Venezia. Creato Cardinale nel 2003, viene nominato da Be-nedetto XVI Ar-civescovo di Mi-lano nel 2011. Tra le sue numerose opere ricordia-mo: Questioni di antropologia teologica, PUL-Mursia, 1997; Il mistero nuziale, 2 voll. PUL-Mursia, 1998-2000; Chi è la Chiesa? Una chiave antropologica e sacramentale per l’ecclesio-logia, Queriniana 2005; Una nuova laicità. Temi per una società plurale, Marsilio 2007; Maria, la donna, Cantagalli 2009; Buone ragioni per la vita in comune. Religione, po-litica, economia, Mondadori 2010; La pas-sione di educare, Marcianum Press 2012; Non dimentichiamoci di Dio. Libertà di fedi, di culture e politica, Rizzoli 2013; Cosa nu-tre la vita? Centro Ambrosiano 2013.

Oltre ogni aspettativa la partecipazione di citta-dini di Adria, Chioggia, Rovigo, Ca’ Emo e di al-tre zone alla presentazio-ne della tesi di laurea di don Giuseppe Tinello sul tema “Luigi Groto, il Cieco d’Adria”.

A dare particolare rilie-vo all’incontro in Sala Cor-della è venuto il Sindaco di Pettorazza Grimani, Mau-rizio Tinello, pronipote di Maurizio Tinello a cui va una gran parte di merito per il ritrovamento del do-cumento accademico del compianto Parroco di Ca’ Emo, docente nelle scuole secondarie locali.

Dopo i saluti di Mara Bellettato per il Comune di Adria e del Sindaco di Pet-torazza, il prof. Antonio Lodo, noto studioso di me-morie adriesi e particolar-mente dei nobili Bocchi e di Luigi Groto, ha intratte-nuto il folto pubblico, inte-ressatissimo, sulle vicende della vita e sulle opere del Cieco di Adria con ampi riferimenti ai temi svilup-pati dallo studio di don Tinello. Lodo ne ha messo in rilievo in molti passaggi l’originalità, tenuto conto dello stato delle ricerche del tempo e degli stru-menti allora disponibili. Sono così emersi i notevoli riferimenti alla cultura eu-ropea del 500, con alcuni significativi cenni ai gran-di autori dell’epoca, come Shakespeare, che sono da richiamare per la cono-

scenza che essi ebbero del nostro autore.

Lodo, richiamando la recente monumentale edi-zione critica delle Rime del

Groto a cura di Barbara Spaggiari, studiosa sviz-zera di fama europea, ha auspicato che si sviluppi presso gli adriesi e i ricer-catori anche delle Univer-sità l’interesse per Luigi Groto per riconoscergli il rilievo dovutogli nel qua-dro degli studi e della cul-tura rinascimentale.

La presentazione uffi-ciale delle Rime del Groto nella edizione critica pub-blicata da Apogeo di Paolo Spinello per iniziativa del-la Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e del Comune di Adria avverrà tra settem-bre e ottobre prossimi in Città.

Stienta - Teatro Jubilaeum

Doppia presentazione Di Boris Pahor & Tatjana Rojc e Giuseppe Sgarbi

Sabato 24 maggio 2014 al Teatro Jubilaeum di Stienta alle ore 18.00 presentazione di “Così ho vis-suto” di Boris Pahor & Tatjana Rojc e “Lungo l’argi-ne del tempo” di Giuseppe Sgarbi.

Doppia presentazione dei libri scritti da due uo-mini che hanno vissuto un secolo (101 anni Boris Pahor, 93 Giuseppe Sgarbi) partecipando ai grandi e piccoli eventi che hanno caratterizzato il ‘900.

Il primo, sloveno, nato a Trieste nel cuore dell’Eu-ropa che cambiava a partire dall’esplosione della “Kakania” così ben descritta da Robert Musil, il se-condo nato a Stienta, microscopico paese della pia-nura veneta, non immune dal passaggio della gran-de storia.

I due autori sono accomunati da un legame con Stienta, il dottor Sgarbi per esservi nato e vissuto fino al matrimonio e averla cantata nel libro “Lungo l’argine del tempo” con affetto e velata nostalgia.

Il professor Pahor a Stienta è legato per l’amicizia con Luciano Bombarda, fondatore dell’Associazione Il Fiume che in più occasione ospitò il professore a presentare le sue opere a Ferrara e intrecciò con lo scrittore, lucidissimo interprete del nostro tempo, una bella amicizia.

Nel 24 maggio data simbolo della I Guerra Mon-diale i due amici, Boris Pahor e Giuseppe Sgarbi, si incontrano a Stienta per salutare i 10 anni dell’Asso-ciazione Il Fiume che la tragica scomparsa del suo presidente non consentirà di festeggiare in modo tradizionale.

L’occasione è unica per la Provincia di Rovigo e per un paese piccolo ma vivo come Stienta, e gra-zie all’interesse dimostrato da Elisabetta Sgarbi per la presentazione del libro del padre nel suo paese natale si è riusciti a mettere insieme degli ospiti così prestigiosi.

A fare da sfondo alla presentazione ci sarà la pre-senza dell’artista Piermaria Romani che nel suo “Pa-ese reale” dà il senso della storia fatta dagli uomini e, per l’occasione, fornirà la sua opera per il palco del teatro Jubilaeum.

Chiara Fabian

Rovigo - Incontri con l’autore alla Biblioteca Carlizzi

Musica e cultura in Germania cantate e raccontate

Adria - Sala Cordella

Don Giuseppe Tinello e il Cieco di Adria Originali scoperte sulla cultura del ‘500

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18 la Settimana domenica 25 maggio 2014caritas

!! Miseria come povertà esistenziale

C'è una miseria come effetto della diseguaglianza. C'è poi una miseria, tutt'altro che minoritaria, che scaturisce proprio dalla non povertà: “il grande rischio del mondo attuale (…) è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro” (EG 2). Il giovane ricco se ne va da Gesù “triste, perché possedeva molte ricchezze” (Mt 19,22). Oggi la tristezza ha lasciato il posto ad altri sentimenti, meno nobili. E perdere la consapevolezza del limite (la povertà come metodo, come via) ha innescato proces s i , i n f a se orma i avanza t a , potenzialmente distruttivi dell'umano. Varie sono le forme di miseria che scaturisce dalla ricchezza: • s m e m o r a t e z z a , n o n c u r a n z a ,

globalizzazione dell’indifferenza; • barbarizzazione, che è l'effetto di quella

tracotanza e arroganza da cui derivano esibizionismo, violenza, ricerca del godimento ad ogni costo, noia che porta a eccesso e trasgressione, uso dell'altro come oggetto…

• i p e r u m a n i z z a z i o n e e transumanizzazione.

L'uomo che vuole essere padrone di se stesso, che nega Dio per mettersi al suo posto, passa facilmente dalla religione all'idolatria.

Chiara Giaccardi

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PRIMO PIANO - In vista delle elezioni Europee più voci ecclesiali sul tema dell’immigrazione.!

Mig raz ioni : priorità per l'Europa, oltre la sovranità"Risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta, non si r ipeta per favore». Sono rimaste inascoltate purtroppo le parole di papa Francesco pronunciate lo scorso 8 luglio in occas ione del la sua v is i ta a Lampedusa. La sua denuncia della "globalizzazione dell'indifferenza" è stata condivisa a parole, ma non ha prodotto cambiamenti. Ci troviamo di nuovo a piangere di fronte all'ennesima "strage vergognosa" in mare avvenuta tra il 12 e 13 maggio a 100 miglia da Lampedusa. Don Francesco Soddu, d i r e t t o r e d i C a r i t a s Italiana, ripete che "è una sconfitta di tutti e di c i a s c u n o " , p e r c h é "bisognerebbe mettere sempre in primo piano la vita di ognuno e il pieno rispetto dei diritti umani". D a l c a n t o s u o i l Presidente di Cari tas I t a l i a n a , S . E . M o n s . Giuseppe Merisi denuncia la fatica di una politica comune, "perché a dettare l e p o l i t i c h e de l l ’ immigraz ione in ambito europeo, sono ancora rigorose logiche di difesa della sovranità. Anche le ultime emergenze mostrano come la tensione tra la necessità di proteggere coloro che il diritto internazionale ci impone di accogliere e tutelare e la difficoltà di implementare sistemi di accoglienza e tutela sostenibili ed omogenei, crea una zona grigia nella quale si trovano a vagare, sempre più numerosi, i profughi che giungono sulle nostre coste. Spesso purtroppo trovando la morte". Visto che neanche Mare Nostrum è sufficiente, c'è da capire qual è il

dispositivo necessario da mettere in atto per salvare la vita a queste persone. Le tragedie di questi giorni ci danno la dimensione del fenomeno: ci fanno capire la forte spinta da questi paesi, di persone in fuga da guerre e violenze. Occorre una "riflessione di sistema", sia a livello europeo che tra il vecchio continente e i paesi africani. Oltre a Mare Nostrum, in tempi brevi è però difficile poter pensare ad altro. C'è solo

da ragionare su come garantire a chi riesce ad arrivare sulle nostre coste in questi mesi un'accoglienza dignitosa. Da un lato dunque serve - come chiesto lo scorso 27 marzo in una lettera aperta da Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), ARCI, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes - un tavolo di confronto per definire in tempi r a p i d i , u n p i a n o n a z i o n a l e d i accoglienza e integrazione. Non è accettabile che una questione come quella dell’arrivo dei rifugiati sul nostro territorio debba essere affrontata come se

fosse un’eterna emergenza. Dall'altro lato occorre che vi sia una chiara volontà politica non solo da parte dell'Italia, ma da parte di tutti i paesi europei. Anche per questo il 14 maggio si è svolto un incont ro a l Vimina le con i l Sottosegretario Manzione e il prefetto Compagnucci, vice capodipartimento Libertà civili del Ministero dell’Interno, a cui hanno partecipato Caritas Italiana e ARCI. Il confronto si è svolto su invito del

Sottosegretario, dopo il grido d’allarme lanciato d a C a r i t a s I t a l i a n a , Fondazione Migrantes, Centro Astalli di Roma, Fondazione Miss io e FOCSIV, in un appello aperto su Migrazioni e Cooperazione ai candidati alle prossime Elezioni Europee del 25 maggio. L ' a u s p i c i o è c h e i Pa r l a m e n t a r i e l e t t i sappiano dare il loro contributo ad un'Europa coraggiosa, rivolta allo sviluppo umano integrale e al bene comune, dove i migranti costituiscono un v a l o r e a g g i u n t o . Un’Europa che dovrà mettere al centro l’uomo e

non la finanza, le comunità e non le lobby, i poveri e non i potenti. Anche i Vescovi europei della COMECE, in un documento in vista delle elezioni, hanno invitato a far sì che “il progetto europeo non venga messo a rischio o abbandonato”, ma a contribuire “in maniera costruttiva a plasmare il futuro dell’Europa”, insieme e in modo condiviso. Caritas Europa dal canto suo chiede un'Europa più sociale e solidale.

Caritas Italiana

Raccolta manuale di ortaggi, semina e piantumazione per 12 ore al giorno sotto il sole, subendo vessazioni e violenze di ogni tipo. Un lavoro usurante fatto anche sette giorni su sette sotto il sole cocente come sotto la pioggia. È questa la vita dei braccianti indiani nella zona agricola in provincia di Latina, che per reggere ai ritmi disumani imposti dai “padroni” e non sentire il dolore arrivano ad assumere sostanze dopanti e antidolorifiche. Una forma di doping vissuto con vergogna e praticato di nascosto perché contrario al la loro rel ig ione e cul tura e condanna to da l la comuni tà . A denunciare le condizioni del la comunità Sikh dell’agro pontino è “Inmigrazione”, che ha presentato a Latina il rapporto “Doparsi per lavorare come schiavi”. Scorrendo le testimonianze raccolte dalla onlus emergono chiari i contorni di una nuova forma di schiavitù. “Noi sfruttati e non possiamo dire a padrone ora basta – racconta un bracciante -,

perché lui manda via. Allora

alcuni indiani pagano per piccola sostanza per non sentire dolore a braccia, a gambe e schiena. Padrone dice lavora ancora, lavora, lavora, forza, forza, e dopo 14 ore di lavoro nei campi come poss ib i le lavorare ancora?”. E un altro: “Io vergogno troppo perché mia religione dice no questo. È vietato da nostra bibbia. Ma padrone dice sempre lavora e io senza sostanze no posso lavorare da 6 di mattino alle 18 con una pausa solo a lavoro”. Il traffico delle sostanze è saldamente in mano a italiani organizzati con collegamenti, probabilmente, anche con l’estero. “L’auspicio – si legge nel rapporto - è che, insieme agli interventi repressivi delle forze dell’ordine si possa sviluppare una riflessione qualificata da parte di tutti i soggetti interessati, a partire dalla comunità sikh pontina, per promuovere politiche volte a sconfiggere lo sfruttamento, il caporalato, il sistema di tratta che caratterizza questa migrazione e i troppi speculatori che sulla vita dei

braccianti indiani hanno fondato il loro lucroso business”. InMigrazione denuncia anche lo stato di isolamento della comunità Sikh, senza servizi se non quelli garantiti dal v o l o n t a r i a t o e d a i s i n d a c a t i : “Apprendimento della lingua italiana, conoscenza e fruizione dei servizi s a n i t a r i , a n a g r a fi c i e s o c i a l i rappresentano ancora, troppo spesso, un miraggio”. Per cambiare le condizioni di vita dei braccianti sikh dell’Agro pontino è necessario, per la onlus, agire su più fronti: contrasto dell’illegalità e dello sfruttamento sul l avo ro , s e r v i z i t e r r i t o r i a l i pe r l ’ inclusione sociale, agricoltura competitiva che si basi sulla qualità dei prodotti unita al rispetto dei diritti umani, lotta alle eco-mafie e alle varie frodi alimentari elementi ineludibili da coordinare per sanare una ferita sociale e culturale incompatibile con un Paese come l’Italia.

Redattore Sociale

Braccianti indiani costretti a doparsi per poter sopravvivere al lavoro nei campi

ContattarciSede:

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Via Giacomo Sichirollo n. 58 - 45100 Rovigo

Lun-Ven 9:00-13:30 e 14:30-17:00

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Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS

Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.

In Bacheca“Alfabetizziamoci a vicenda..."

“Vivere in Italia” Adotta uno scolaro

➡ LINGUA E CULTURA ITALIANA Corso di lingua a cultura italiana per donne straniere. Dalle ore 10:00 alle 12:00, nei giorni di mercoledì e venerdì.

Inserimento di un docente volontario nelle Scuole primarie e secondarie di primo livello per la prima alfabetizzazione e integrazione degli alunni stranieri. Contattare prof. Antonio Zordan tel. 0425 386442 giovedì mattino.

Come replicare l’iniziativa

Per attuare anche nella tua parrocchia o sul tuo territorio una iniziativa come quella dei corsi di Italiano per donne straniere rivolgiti alla Caritas diocesana. Ti forniremo tutte le indicazioni necessarie.

Diario • 26.27 maggio, Chioggia (VE) delegazione direttori Caritas Nord-Est.

• 26 maggio, Rovigo, presentazione prosecuzione progetto prevenzione suicidio. • 28 maggio, Rovigo, tavolo comunale “singoli”.

• 30 maggio, Zelarino (VE), formazione osservatorio.

5xmille!Nella dichiarazione dei redditi lascia il tuo 5 x mille alla Associazione

Sant’Andrea Apostolo della Carità

Codice Fiscale

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19la Settimanadomenica 25 maggio 2014 rubriche

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Tre le moltepli-ci peculiarità con le quali il Marocco at-trae e incanta i turisti, rientra anche la pra-tica del trekking in alta montagna. No-nostante la presenza di oltre 2.500 km di coste sul Mediterra-neo e sull’Atlantico e di estese pianure centrali dove si concentrano le principali città e la maggior parte della popolazione il Marocco, è principalmente montuoso, attraversato da quattro distinte conosciute con il nome generico di Atlante: il Rif pa-rallelo alla costa mediterranea, il Medio e l’Alto Atlante nel centro-sud e infine l’An-tiatlante digradante sulle distese sahariane meridionali. Queste montagne, formate da rocce calcaree sovrastanti arenarie e graniti assai più antichi e intrusioni di rocce vulca-niche e metamorfiche, sono caratterizzate da imponenti falesie terrazzate con enormi scarpate e gole profondamente incassa-te, percorse da impetuosi torrenti. L’Alto Atlante, il maggiore dei quattro massicci, si allunga in diagonale per 1000 km dal-la costa atlantica fin oltre il confine con l’Algeria, superando spesso i 3.000 metri di quota e culminando nel gebel Toubkal (4.167 m) e nell’Ighil Mgoun (4.071m), le più elevate cime del nord Africa. Sono le stesse montagne che per sei mesi all’anno si vedono imbiancate di neve alle spalle di Marrakesh. Solo quattro passi lo attraver-sano in tutta la sua lunghezza ad oltre 2.000 m di quota, tracciati di antiche carovanie-re che collegavano il Sahara con le fertili pianure centrali, e molte vallate risultano ancora oggi accessibili soltanto a piedi. I fianchi sono ricoperti da foreste di lecci, di pini d’Aleppo, di cedri dell’Atlante, più in alto da boschetti di ginepro e di porcospi-ni, arbusti spinosi dalle forme curiose, tra erbe aromatiche profumate come lavanda, rosmarino e timo. Ovunque paesaggi gran-diosi, arcadici, mozzafiato. I fondovalle sono occupati da campi coltivati terrazzati. La fauna elenca mufloni, cinghiali, gazzel-le idmi, pecore di Barberia, rari leopardi e bertucce, oltre a numerosi rapaci e vari tipi di farfalle. Ovunque si sviluppa una fitta rete di mulattiere e sentieri e l’importanza escursionistica viene attestata dalla presen-za di 5 rifugi del Club alpino francese, oltre a quelli locali. Il massiccio dell’Ighil Mgoun, un po’isolato nell’Atlante centrale e secon-da vetta del Marocco, costituisce una delle zone migliori per il trekking, con stupendi paesaggi caratterizzati da imponenti can-yon dalle tonalità della roccia rossa e aran-cione e da graziosi villaggi fuori dal mondo di agricoltori e pastori berberi interamente costruiti con fango, paglia e sassi. Non a

caso in questa regio-ne si trova la Valle delle Mille Kasbah e le famose gole del Dadès, percorribili in auto a fianco del fiu-me, e del Todra. Un trekking sull’Atlante offre la possibilità di entrare a stretto con-tatto nel loro habitat con una delle etnie

più caratteristiche e peculiari del Marocco, i Berberi. Popolazione autoctona risalente alla preistoria, vennero chiamati berberi da-gli arabi ma loro si definiscono Imazighen, cioè uomini liberi, ed infatti pur essendo stati costretti nel tempo a subire invasioni ed a mischiarsi con numerose genti diver-se, essi sono sempre riusciti a mantenere vivo il loro carattere indomito e ribelle, di-sposti a riconoscere e ad accettare soltanto le antiche regole tribali. Il prezzo per la loro indipendenza è stato quello di ritirarsi a vi-vere nelle più impervie e inospitali regioni interne di montagna, in Marocco e in tutto il nord Africa, dove possono continuare a parlare la loro lingua, il tifinagh dei tuareg, ormai solo orale ma che disponeva di un alfabeto ben sei secoli prima di quello gre-co ed a mantenere vive la loro cultura e le tradizioni ancestrali, comprese sanguinose faide secolari. Convertiti un po’ forzata-mente all’islam dagli arabi, mostrano anche in questo campo la loro diversità: sono mo-nogami e le donne godono di una discreta libertà, possono uscire di casa con i loro abiti colorati di broccato e non portano il velo, anche se al mercato vanno gli uomini e non possono ereditare. Le donne portano sul volto i tatuaggi tribali, gli stessi che si ritrovano nelle abitazioni, nei tappeti, nelle ceramiche e nei pregiati gioielli d’argen-to. Per loro la musica non ha soltanto una funzione di intrattenimento, ma assieme ai canti e alle danze eseguite da uomini e don-ne in occasione di feste locali, pellegrinaggi, matrimoni o raduni serve a raccontare sto-rie ed a tramandare la cultura orale ai gio-vani. Camminando sull’Atlante conviene scrutare attentamente il terreno: il Marocco infatti è un vero paradiso per i geologi ed uno scrigno per i collezionisti di minerali, rocce, cristalli e fossili, tanto da poter tro-vare con una certa facilità calciti, quarzi, ametiste e gessi, ma anche minerali più rari e pregiati come azzurrite, ematite, barite e fluorite. L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi”, propone in Marocco un tour di 10 giorni che oltre alla visita di Ait Benhaddou, una delle più belle kasbah del sud marocchino, e di Marrakech, la folclo-ristica capitale degli Almoravidi, prevede un facile trekking di 5 giorni sull’Alto At-lante, nella regione dell’Ighil Mgoun. Info: www.deserti-viaggilevi.it.

Trekking sull’AtlanteModo insolito di scoprire il Marocco

Villa Bartolomea

I “98anno0” al Festival della canzoneUna serata di amicizia e di condivisione in musicaSabato 17 Maggio

i cantanti del gruppo 98anno0 (Christian, Anna, Lucia, Valenti-na, Marta) accompa-gnati da Elena (foto-grafa) e Marco hanno partecipato, su invito dell’organizzazione, al IX Festival della canzone di Villa Bar-tolomea (Vr). Si è trat-tata di una kermesse, presentata da Gil-berto Galvan, dedicata alla musica leggera italiana sotto forma di concorso canoro a squadre. E’ stata l’occasione per i 98anno0 di far ascoltare al numeroso pubblico alcu-ni brani : Vacanze romane, Meraviglioso, Come foglie e La geografia del mio cam-mino tratti dal loro ultimo musical “Sulle tracce di Karol”; per l’occasione, poi, è sta-

to interpretato il brano dei Nomadi “L’ultima salita” dedicata al grande Marco Pan-tani. Una bella espe-rienza (la prima per i 98anno0) di amicizia, iniziata con la cena comunitaria presso il circolo NOI locale, e di condivisione del-la musica grazie alle

tante canzoni che hanno colorato e anima-to la serata.

Ricordiamo ancora se qualche parrocchia o associazione desiderasse ospitare il musical dei 98anno0 “Sulle tracce di Karol” può contattare il gruppo mandando una e-mail a [email protected], visitare il sito www.98anno0.too.it, la pagina facebook.com/98anno0 oppure telefona-re al numero 338/8647093. R. N.

Adria - Carbonara

Amali come figliIncontro di sensibilizzazione all’affido

Lo scorso venerdì 16 Maggio 2014 presso il centro parrocchiale Car-bonara Via Cengiaretto di Adria si è tenuto un incontro di sensibilizza-zione all’affido.

Il tema della serata, come dal depliant, ave-va come tema: “Amarli come figli” . Per l’Asso-ciazione è stato molto importante poiché queste iniziative vengono inse-rite sotto il profilo di una sfida educativa continua e incessante.

Ma la più grande sfi-da è tentare di aiutare le famiglie a capire che aprirsi alla vita e all’amo-re rientra in una visione ampia per la propria cre-scita personale e costrut-tiva della società.

La serata ha visto im-pegnate diverse famiglie dell’associazione, Lucia-no e Giuliana Casellato nella presentazione e gestione dell’iniziativa, Anteo Guglielmo come presidente nella spiega-zione di che cosa si occu-pa l’associazione, Silvia e Giovanni Mori per la rea-lizzazione tecnica e com-mento di video e canzo-ni, Mattia ed Elena insie-

me a Debora e Umberto, Leonardo e Raffaella per l’esposizione della loro esperienza di famiglia af-fidataria.

Le canzoni e i video sono stati molto deter-minanti, ad esempio le parole della canzone “IO CI STO’”( Dall’album “Mama” - Laboratorio del Suono Ensemble – Sermig , Testo: Ernesto Olivero - Musica: Mauro Tabasso) il ritornello di-

ceva: “Io ci sto, ci metto la faccia, ci metto la testa, ci metto il mio cuore”, è sta-to un monito per tutti noi che come famiglie dob-biamo, unite, camminare insieme condividendo le esperienze reciproche ca-pire che si può allargare i propri orizzonti e far divenire quello che ora ci sembra straordinario un ordinario.

Le esperienze , sem-pre molto semplici e for-ti, sono state incisive e hanno dimostrato che “SI PUO” vivere donando tempo e Amore a bambini che non hanno mai speri-mentato il valore vero e reale della famiglia.

La nostra associazio-ne desidera con tutto il cuore portare queste ini-ziative di sensibilizzazio-ne in tutte le parrocchie o associazioni della zona per poter comunicare a tutti la “BELLEZZA” e lo spessore di questa espe-rienza familiare.

Nel caso ci fosse que-sta possibilità vi preghia-mo di contattarci [email protected] oppure 347 4822153.

Dosolina e Fabio

Rovigo - Teatro Studio

In scena “La Combriccola”Con la commedia “Immagini di Pin-occhio”

Presso il Teatro Studio di Rovigo, alla presenza di un numeroso ed entusiasta pub-blico di cittadini, di rappresentan-ti istituzionali, di Cooperative, Associazioni e di genitori, è an-data in scena la nuova pièce tea-trale “Immagini di Pin-occhio”.

Gli interpreti erano persone speciali del-la compagnia di Teatro “La combriccola”, composta da persone disabili dei Centri Diur-ni dell’Azienda ULSS 18.

Lo spettaco-lo, che si basava su una rivisi-tazione della classica favola di Collodi, è stato allesti-to con la regia ed i testi di Claudio Moretti che ha sa-puto dare valore, calore ed arte al messaggio inviato dagli attori: “non lasciare che il vento ti porti via, nel ciclone del tempo c’è un mondo dove ancora esi-stono i sogni”.

L’ambientazione sce-nografica, moderna, es-senziale e molto suggesti-va, è stata coordinata da Luca Marcello, Francesca Nagliato, Gloria Zuliani ed Andrea Mosca.

“Emozionante” e “Stre-pitosa”, i commenti più fre-quenti tra il pubblico, per

una serata che ha espresso sicuramente le risorse arti-stiche degli attori, ma anche le risorse e la solidarietà di tutto il territorio, in parti-colare dei Club Service per il Polesine “Interclub per il Polesine”, rappresentato da Roberto Dolcetto, e So-roptimist Club di Rovigo, rappresentato da Gianna Pola, che hanno dedicato un generoso service alla realizzazione dell’evento, manifestando concreto apprezzamento e condivi-sione.

Prima della rappre-sentazione, la Dirigente dei Servizi Sociali Dott.ssa

Manuela Baccarin, (nella foto)ha portato il saluto suo e dell’Azienda ULSS 18.

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Lunedì 2 giugno presso gli spazi del Censer Rovigo Fiere avrà luogo la tredice-sima Festa Diocesana delle Famiglie, orga-nizzata dalla Diocesi di Adria-Rovigo – Ufficio Famiglia Diocesano. Il tema dell’incontro 2014 recita: “Sessualità: re-lazione e dono”, mol-to bello e significativo l’invito alla Festa che mostra un cuore aperto con due mani che con tenerezza accolgono una piccola pianticella, un fiore, a simboleggia-re la vita.

La Festa delle Fa-miglie è un momento molto atteso da tutta la Chiesa che è in Adria-Rovigo, un appunta-mento che si rinnova da diversi anni, si tratta di un incontro che per svariati motivi è molto importante: anzitutto perché i protagonisti principali sono proprio loro le famiglie , infatti la festa è pensata e orga-nizzata dalle famiglie, per le tematiche che di anno in anno sono sta-te affrontate, sempre di grande attualità, per la presenza di impor-tanti personalità del mondo ecclesiale, nel ruolo di esperti relato-ri che hanno sempre affrontato importanti tematiche di carattere relazionale, famigliare, matrimoniale. Una re-altà molto importante e significativa riguarda la presenza alla Festa dei Vescovi che in que-sti anni si sono succeduti alla guida della Diocesi questo a significare il ca-rattere diocesano, ecclesia-le, comunitario dell’incon-tro. C’è poi da sottolineare la presenza delle famiglie sempre più numeroso, provenienti dalle diverse realtà della Diocesi, parroc-chie, Gruppi, Associazioni, Movimenti, e molte altre presenze provenienti dal territorio. C’è ancora una importante e bella realtà da non tralasciare, a segui-to dell’esperienza vissuta durante la Festa Diocesana delle Famiglie è crescita l’attenzione verso questa realtà nella comunità cri-stiana e civile, c’è tutto un cammino pastorale che ha come centro la famiglia, in diverse parrocchie della Diocesi sono sorti Gruppi Famiglia, sono stati pro-mossi incontri, giornate di studio, corsi di preparazio-ne al matrimonio, incontri per giovani coppie, mo-menti di preghiera. Anche la stampa e in particolare il settimanale diocesano La Settimana ha sempre seguito questo evento con articoli, interviste e servizi, chiedendo di volta in vol-ta ad una coppia di sposi di illustrare l’evento. A tal proposito abbiamo inter-vistato i coniugi Enrico e Alessia Padoan della

parrocchia di Bosaro, sposati da 11 anni, dal loro matrimonio, il dono di tre figlie: Veronica, Caterina e Beatrice, e il quarto ar-riverà tra poco più di un mese. Enrico è consulente tecnico mentre Alessia è insegnante.

A livello diocesano En-rico e Alessia, collaborano con l’Ufficio Famiglia e con il Consultorio Fami-liare Diocesano, in più fre-quentano il corso di diplo-ma in Pastorale Familiare organizzato dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II.

In parrocchia, Enrico è ministro straordinario dell’eucaristia e canta nel coro; insieme collaborano a vario titolo alle diverse attività che vengono pro-poste.

D - Ritorna la Festa Diocesana delle Fami-glie. Brevemente con quali parole presenta-re questo evento che si rinnova da vari anni?R - E’ un momento di

festa, di aggregazione e comunione, sono invitate tutte le famiglie della no-stra diocesi (e non solo!), una giornata insieme per rilassarsi, condividere, divertirsi in famiglia e tra famiglie. Siamo arrivati al 13° anno, ma il tema e la compagnia sono sempre nuovi, e da tutto questo si

torna a casa ogni volta con qualcosa in più.

D - “Sessualità: rela-zione e dono”, questo è il tema della tredice-sima festa delle Fami-glie. Enrico e Alessia perché avete scelto questo argomento?R - Il tema della Festa

è sempre una decisione condivisa dall’equipe che organizza l’evento: siamo un bel gruppo di famiglie con il prezioso sostegno di don Vanni!

E’ un argomento mol-to attuale. Nel momento in cui ci troviamo a vivere c’è sempre più necessità di relazioni, molte persone si sentono sole e dimentica-te nella difficoltà. Partia-mo dunque dalla coppia e dalla famiglia, luogo in cui nasce la relazione e si matura la dimensione del dono gratuito. Migliorare le nostre relazioni più inti-me è la via per aprirsi alla vita e agli altri.

D - Possiamo spiegare ai lettori cosa significa “Sessualità: relazione e dono”?R - Nella coppia il dono

di sé e la relazione creano il connubio perfetto che da vita alla sessualità, due mani che si uniscono per accogliere e favorire lo sbocciare di un dono gra-tuito, come rappresenta la

locandina.D - Le famiglie soffro-no per la crisi economi-ca, per la mancanza di lavoro, difficoltà, crisi dei matrimoni e tante altre situazioni diffi-cili. Posso permetter-mi una osservazione, forse non erano questi temi più urgenti, im-portanti, da affrontare nella Festa Diocesana delle Famiglie?

R - Sono tutte situa-zioni che interessano molto da vicino, ma il giorno della Festa delle Famiglie è un giorno di festa appunto, quindi vorremmo regalare un momento di gioia, una giornata in cui ognu-no si possa prendere tempo per sé, per la propria coppia e per la famiglia, per i rappor-ti con gli altri, per poi tornare alla vita quoti-diana arricchito e con-sapevole di non essere solo, qualsiasi sia la si-tuazione in cui si trova a vivere. Questa gior-nata vuole essere anche un nodo per creare rete tra varie realtà e unir-le in una trama in cui tutti si possano sentire accolti e valorizzati.D - Dal vostro punto di vista, cosa chiedono in questo momento le fa-miglie alla Chiesa, alla comunità cristiana?

R - Chiediamo di essere veramente una comunità, tutte pietre che contribuiscono ad edificare lo stesso edi-ficio. Come famiglie sentiamo il bisogno di

essere ascoltate e dissetate, oltre che la necessità di tro-vare dei punti di raccordo tra laici e sacerdoti per col-laborare in modo proficuo.

D - Il Gruppo Dioce-sano delle Famiglie come ha accolto l’in-vito del Vescovo Lucio ad essere “Popolo di Dio in missione”?R - Con l’impegno

concreto di portare il mes-

saggio della Festa delle Famiglie in ogni gruppo vicariale! La missione è anche nell’offrire con gio-ia momenti come la Festa delle Famiglie e tutti gli al-tri appuntamenti che l’Uf-ficio Famiglie promuove; non serve andare lontano da casa, missionari si può essere anche nella propria comunità, proprio come è nell’intenzione del nostro Vescovo.

D - “Popolo di Dio in missione”, questo è il cammino pastorale in-dicato in questo tempo dal Vescovo Lucio alla Diocesi di Adria-Ro-vigo. L’invito, è rivolto dal Vescovo al mondo del laicato, ad essere testimoni e annuncia-tori del Vangelo. Dal vostro punto di vista le famiglie che vivono nella Chiesa di Adria-Rovigo sono disponi-bili a compiere questa missione?R - Si, molte già lo fan-

no, con la propria vita quo-tidiana, famiglie credenti quindi, ma anche credibili, che danno l’esempio senza pretendere o ricevere nulla in cambio. Forse non ci ac-corgiamo di queste perso-ne perché operano senza

pubblicità, strumenti nelle mani del Signore, sem-plicemente testimoniano e annunciano la Parola ai loro figli, agli amici, ai vicini di casa con amore e coerenza. E cosa c’è di più bello che vedere nuovi volti avvicinarsi alla Chie-sa perché toccati da questa testimonianza autentica?

D - Con quali paro-le rivolgere l’invito a partecipare alla Festa delle Famiglie?R - Alzatevi di buon’ora

e come per allestire il pran-zo della domenica: tirate fuori dal freezer l’entusia-smo; preparate i figli ad es-sere impanati in una farina di sorrisi, giochi e diverti-mento; sistemate il tutto in una teglia da infornare al Censer; lasciatevi ripo-sare qualche ora in buona compagnia aggiungendo dialogo quanto basta; il risultato lo potrete gusta-re in dono e sarà servito accompagnato da calorose relazioni.

Se ne avanza si potrà condividere anche nei giorni successivi con chi non ha potuto partecipare.

Grazie, …verrà appa-recchiato per molti e ci sarà posto per tutti!

Settimio Rigolin

“ Ns. realizzazione

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Giovanni Paolo II”

di Lucchetta Geom. Orlando & C. sas

-Lavorazione del legno

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Via Valli 39/b Lendinara(RO)- [email protected]

• ore 9,00 Accoglienza

• ore 9,50 Tutti in sala!Maschile e feMMinile:iMpronte di uManità Dr. Dario Seghi, psicologo e psicoterapeuta

a luMe di candelaSessualità e benessere nella coppia riflessione sulla parola ed esperienzadei coniugi davide e nicoletta oreglia - diocesi di Mondovì

• ore 13,00 Pranzo condiviso

• ore 14,30 Concerto: “Alza le braccia, apri il tuo cuore”Gruppo famiglie della parrocchia di santa sofia«accordi di luce»in alternativa, per chi vuole, scambio di esperienzee riflessioni sul tema della festa con i relatori

• ore 16,30 Santa Messa presieduta dal Vescovo Lucio

• ore 17,30 Conclusione

ArriVederCi AL 2 giugno 2015!

Programma della giornata

Per informazioniAl mattino: ufficio famiglia diocesano

Via sichirollo, 18 - rovigo- tel. 0425.209621

Ore serali: fam. pizzo - tel. 0425.476639

fam Boldrini - tel. 0425.360825

13a

rOvigO

Sessualità:

FESTA Diocesana delle Famiglie

Censer Rovigo FiereViale Porta Adige, 45

lunedì 2 giugno 2014

relazionee dono

Diocesi di Adria - rovigo UfficiO fAmigliA DiOcesAnO

• ore 9,00 Accoglienza

• ore 9,50 Tutti in sala!Maschile e feMMinile:iMpronte di uManità Dr. Dario Seghi, psicologo e psicoterapeuta

a luMe di candelaSessualità e benessere nella coppia riflessione sulla parola ed esperienzadei coniugi davide e nicoletta oreglia - diocesi di Mondovì

• ore 13,00 Pranzo condiviso

• ore 14,30 Concerto: “Alza le braccia, apri il tuo cuore”Gruppo famiglie della parrocchia di santa sofia«accordi di luce»in alternativa, per chi vuole, scambio di esperienzee riflessioni sul tema della festa con i relatori

• ore 16,30 Santa Messa presieduta dal Vescovo Lucio

• ore 17,30 Conclusione

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domenica 25 maggio 2014 - pagina 20

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