Qui Settimanale 25 maggio

12
Qui settimanale 25 maggio 2013 Anno 10 - N.1 Speciale sui 50 anni del “Mattei” www.quiquotidiano.it

description

Leggi il Qui di questa settimana

Transcript of Qui Settimanale 25 maggio

Page 1: Qui Settimanale 25 maggio

Quisettimanale

25 maggio 2013Anno 10 - N.1

Speciale sui 50anni del “Mattei”

www.quiquotidiano.it

Page 2: Qui Settimanale 25 maggio

25 maggio sommarioDirettore Responsabile Giuseppe Tagliente

Reg. al Tribunale di Vasto n.102 del 22/06/2002Redazione: Corso Italia n.1 Vasto

Tel & Fax 0873.362742

Editoriale Quiquotidiano Corso Italia 1, Vasto mail: [email protected]

grafica e impaginazione di Nino Cannizzaro

Speciale 50° ITIS50 anni di storia p.6

A scuola con i pattini p.9Studenti di ieri e di oggi p.10Associazione Ex Allievi p.11

Custodi dell’ ITIS p.12

Quisettimanale

8

7

10

Ogni sabato QuiSettimanale.pdf su www.quiquotidiano.it

Page 3: Qui Settimanale 25 maggio

3

Editoriale

Il 50° come occasione per rileggereil passato e guardare al futuroL’educazione risponde ad una esi-genza insopprimibile dell’uomo di migliorare se stesso, il rapporto con i propri simili e con la natura. La creazione di un istituto scola-stico varia invece a seconda delle esigenze del momento, soprattut-to di carattere economico. Così è stato quando, in presenza della necessità di migliorare le colture agricole delle nostre contrade, fu decisa l’apertura dell’Istituto Agra-rio in quel di Scerni, al quale venne significativamente imposto il nome del celebre agronomo toscano Cosimo Ridolfi, creatore della pri-ma scuola di agricoltura in Italia; così avvenne quando si convenne di inaugurare dapprima un Istituto Commerciale ad indirizzo Mercan-tile e poi un Liceo Classico e Scien-tifico per dare una risposta alle ambizioni della piccola borghesia locale; così analogamente fu quan-do, per far fronte alla necessità di dare cervelli all’ industrializzazio-

ne emergente materializzatasi nel 1962 con la nascita della Società Italiana Vetro, fu deciso di creare un Istituto Tecnico Industriale. La nascita dell’Itis, che significativa-mente fu intitolato ad Enrico Mat-tei, il presidente dell’Eni che “volle, fortissimamente volle” più d’ogni altro la Siv e lo sfruttamento in loco delle fonti di metano trovate nell’agro di Cupello, coincide quin-di con l’apparire del fenomeno di trasformazione dell’economia lo-cale da agricola ad industriale ed ha segnato profondamente il destino e la storia delle popolazioni loca-li. Con questa presenza scolastica importante arrivata quest’anno al traguardo del cinquantesimo dalla fondazione, il Vastese, anzi l’Abruz-zo intero che proprio da queste contrade vide partire il processo di industrializzazione, ha avuto la possibilità di avere a disposizione una classe dirigente di prim’ordi-ne, rivelatasi capace nell’arco di

questo lungo periodo di guidare e di gestire l’economia locale e di garantire progresso e benessere su vasta scala risparmiando alle nuove generazioni la ripetizione in parti-colare delle drammatiche vicende dell’emigrazione e del penoso “…salir per l’altrui scale”. Ricordare questo anniversario è perciò do-veroso non soltanto per rendere omaggio alla intelligenza di chi ha voluto questa scuola di cervelli ed i successi conquistati in questi die-ci lustri grazie anche ad una ma-gistrale, indimenticabile schiera di docenti , ma anche per rileggere quella straordinaria pagina di sto-ria, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, nella quale sono certa-mente presenti elementi di giudi-zio, spunti di riflessione e di ragio-namento utili per uscire da questo drammatico,desolante presente di crisi e di disoccupazione.

Giuseppe Tagliente

Page 4: Qui Settimanale 25 maggio

4

Vasto

50 anni di IstitutoTecnico Industriale

Page 5: Qui Settimanale 25 maggio

5

Ringraziamenti: Prof. Nicola D’Alessandro Nicola D’Adamo (per le foto e le notizie storiche)Francesco Paolo SorgenteIl Lunario di VastoIl Comitato costituito dal Preside emerito Fernando Fiore e dai professori Raffaele Anniballe e Giuseppe (Pino) BusaccaTutto il personale ATA dell’Istituto Tecnico IndustrialeGli studenti

Page 6: Qui Settimanale 25 maggio

6

L’Istituto Tecnico Industriale “E.Mattei” compie 50 anni, e non si direbbe, data l’impor-tante affluenza di studenti che ogni anno popola i banchi e le aule di un Istituto ormai “sto-rico”. Scegliere di frequentarlo è sempre una decisione azzec-cata, data la varietà di corsi che offrono una preparazione ade-guata in vista del mondo del lavoro o di quello accademico. La storia dell’ITIS è fatta di migliaia di giovani, centinaia di professori e decine di dirigen-ti scolastici, che si sono avvi-cendati e che hanno aiutato a migliorare uno degli indirizzi scolastici più apprezzati del pa-norama didattico cittadino. Ricostruire la sua nascita e evoluzione vuol dire anche calarsi in diverse epoche sto-riche, non dimenticando come l’ITIS abbia sempre cercato di essere al passo con i tempi, da-gli anni ’60 a oggi. L’Istituto Tecnico Industriale “E. Mattei” apre a Vasto il primo ottobre 1962, la città iniziava a respirare a pieni polmoni l’aria di crescita economica e indu-striale che era penetrata in Ita-lia e conosciuta come “boom economico”. In quell’anno apriva la SIV (Società Italiana Vetro), il Centro Professionale dei Salesiani, e il porto di Punta Penna poteva usufruire di un miliardo di lire stanziati dalla Cassa del Mezzogiorno.Questa esplosione di benesse-re è andata di pari passo con l’espandersi di una mentalità industriale estesa anche al cen-tro-sud. Sviluppo e progres-so a braccetto con l’apertura di nuovi impianti industriali, i quali offrivano posti di lavoro

e quindi un più alto tenore di vita.Non è un caso che proprio in quegli anni apre a Vasto l’Isti-tuto Tecnico Industriale, la vo-glia e gli strumenti c’erano, e studiando esercitandosi con gli strumenti all’avanguardia signi-ficava aspirare a un lavoro che avrebbe garantito un posto ri-spettabile nella società. La prima sede era in via Buon-consiglio, una stradina dalla quale poi si sbuca in piazza Ca-prioli. In quell’edificio i primi studenti (circa 140) iniziarono le lezioni suddivisi in 4 clas-si. L’ITIS inizialmente era una sede staccata dell’Istituto Luigi di Savoia di Chieti. Le domande d’iscrizione però continuavano ad aumentare; l’anno successivo ci si rese conto che gli spazi angusti da-vanti l’ingresso della Domus Pacis non bastavano più, c’era bisogno di ampliare le aule e i laboratori. Si optò per una struttura realizzata da Padre Alberto a Vasto Marina (l’at-tuale Oasi dell’Anziano) con la direzione del vice preside Vin-cenzo Russo, chiamato “Cenzi-no”. Dal 1964 in poi si avviaro-no i corsi di specializzazione, molti dei quali permangono ancora oggi: inizialmente si scelse “Meccanica”, nel 1966 “Chimica” e successivamente “Elettrotecnica”. L’Istituto era ormai dotato di laboratori con attrezzature moderne e offri-va agli alunni la possibilità di af-fiancare alla teoria la messa in pratica delle nozioni lavorando con strumenti professionali. I diplomati non trovavano par-ticolari difficoltà ad intrapren-

dere facoltà universitarie come Ingegneria, Chimica . Ricorda Nicola D’Adamo, pri-mo studente dell’ITIS nel 1962, laureato in lingue e giornalista:

Intanto il numero di alunni cre-sceva e la sede di Vasto Marina era sempre più inadeguata ad accoglierli correttamente al punto che si rese necessario immaginare la realizzazione di un istituto ca-pace di rispondere alla crescente domanda. L’obiettivo era quello di costruire un edificio capace di includere più classi e un maggior numero di laboratori. Nel 1982, con un numero di alunni che or-mai si avvicinava a mille, l’istituto si traferì nella nuova sede di via San Rocco. Il corso d’Informa-tica partì solo nel 1985, e oggi è molto aprezzato dai ragazzi che poi vogliono intraprendere un percorso universitario affine agli studi intrapresi.Un ulteriore ampliamento della sede è avvenuto nell’anno scola-stico 1997-98: l’istituto si è arric-chito di 12 nuove aule, 3 labora-tori, un’aula magna con più di 300 posti e una biblioteca.

Stefano Lanzano

50 anni di storia“Tutte le nozioni

imparate all’Istituto Tecnico

Industriale mi sono poi sempre

tornate utili nella vita, in

qualsiasi settore e impiego, studiare

mi ha aiutato moltissimo”

Page 7: Qui Settimanale 25 maggio

7

In classe Si riconoscono: Salvatore Palma, Dario Saraceni, Osvaldo Bozzelli, Vitale D’Achille, Nedo

Golfarini, Nicola Di Ninni, Franco De Filippis, Domenico Stivaletta, Ennio Di Fonzo, Piero Mancini, Nicola Nocciolino, Antonio Menna, Aristide Ciavatta, Mario D’Amelia, Giovanni

Abbadessa, Nicola D’Adamo, Giovanni Cianci.

Page 8: Qui Settimanale 25 maggio

8

Momenti di vita scolasticaDa sinistra Michele Ciuf", Salvatore Palma, Franco De Filippis, Giovanni Abbadessa, Antonio Di Vito, Giovanni Cianci

Sotto Don Anotnio Moretta e Cenzino Russoi primi due vicepresidi della scuola

La turbine: una delle due squadre della quinta A del 1967 ( archivio F. De Filippis)

Page 9: Qui Settimanale 25 maggio

9

Come è noto la storia dell’ITIS E. Mattei è anche la storia delle sedi in cui è stato ospitato a cominciare da quella, angusta e “fuori legge” (secondo i pa-rametri odierni) della “Domus Pacis”. Quattro stanzette, ar-redate approssimativamente, ma pur sempre una scuola: una scuola particolare destinata a formare i quadri della neona-ta SIV, Società Italiana Vetro, e destinata a riscattare dall’emi-grazione interna ed esterna tanti vastesi e sansalvesi. Un solo anno di permanenza alla Domus Pacis e l’esigenza di ospitare un numero crescente di alunni, determinano la ne-cessità di reperire altri locali che vengono offerti da Padre Valeriano giù alla Marina, nel sito che oggi ospita l’Oasi dell’Anziano. Alla specializza-zione Meccanica segue quella di Chimica ospitata nei pres-si dell’Hotel Lido, più a sud e, nell’a.s. 1966 – 1967 la spe-cializzazione in Elettrotecnica. Il numero sempre crescente di alunni che provengono ol-tre che dal vastese anche dal termolese, fino a Castiglio-ne Messer Marino, Schiavi d’Abruzzo e dai centri posti

lungo la sponda destra del Tri-gno, impongono la costruzio-ne di una sede propria, unica e funzionale alle necessità ed allo sviluppo tecnologico che si evolve rapidamente. L’anno scolastico 1982 – 1983 si apre con l’inaugurazione della nuo-va sede dell’ITIS: un comples-so enorme per chi, come noi, alunni, personale scolastico e docenti aveva vissuto diversi anni in angustie, con un riscal-damento precario, con l’odore e la puzza del kerosene addos-so: ma con la possibilità di sta-re al mare quando cominciava la stagione primaverile. Con un po’ di nostalgia ci siamo trasfe-riti nella nuova sede, enorme, dispersiva: ogni corridoio sem-brava più ampio delle aule che avevamo lasciato! E c’era una sala professori (!), addirittu-ra una palestra (!): andare da un’aula all’altra richiedeva tem-pi cui non eravamo abituati: ci si perdeva ed il senso di vuoto veniva accentuato dal fatto che l’istituto era localizzato lonta-no da tutti, dal centro, da un bar, da un giornalaio: in mezzo al deserto! Il dramma (se di dramma si poteva parlare) era costituito dai Consigli scolasti-

ci che si tenevano nel pome-riggio e si concludevano a sera: anzi per alcuni di noi, il preside Fernando Fiore ed il sotto-scritto, molto più tardi perché dovevamo riportare in bella i verbali dei consigli spesso tur-bolenti (e più che turbolenti!). Nel totale silenzio della zona, un minimo scricchiolio ci face-va sussultare: avevamo già subi-to alcuni tentativi di effrazione, in qualche caso con successo: il timore di ricevere “visite” era reale e noi due eravamo armati di … bastoni (non so a cosa potessero servire ma da-vano, se non sicurezza, fiducia). Quando si finiva (e si finiva tardi per la puntigliosa ricerca della espressione e della forma più corrette in lingua italiana per descrivere gli argomenti e le decisioni relativi al Con-siglio perché Fernando era ed è un perfezionista), si trattava di fare un giro nell’Istituto per verificare che tutte le porte e le finestre fossero state chiuse: ed ecco che indossavo i miei pattini a rotelle per poter fare una veloce, a volte velocissima, perlustrazione dei punti di ac-cesso.

Elio Bitritto

A scuola con i pattini

Silvio Mele (1962-66)

Nata come sezione dell’Itis di Chieti, la scuola fu diretta dai vice:

Vincenzo Russo (1964-65)Edoardo Suriani (1965-66)

Con l’autonomia hanno ricoperto l’incarico:

Carlo Sergio Guazzotti (1966-71)Gino Levantesi (1971-72 e 1974-76)Ennio Palucci (1972-73)Anna Maria D’Amore (1973-74)Rocco Morgia (1976-78)Gabriele Moro (1978-79)Fernando Fiore (1979-2007)Rocco Ciafarone (2007 ad oggi)

I Presidi ITIS

Page 10: Qui Settimanale 25 maggio

10

Nicola D’Adamo, giornalista vastese, dirige il sito www.noivastesi.blogspot.it, ha ini-ziato a frequentare l’Istituto Tecnico Industriale da quan-do iniziarono i corsi, nella sede in via Buonconsiglio, il 1° ottobre del 1962. È stato un alunno della I A e si può senza dubbi definirlo il primo studente dell’ITIS, giacché ha visto nascere la scuola, che oggi ospita più di mille stu-denti.

Come mai hai deciso di iscriverti all’Istituto Tec-nico Industriale, peraltro una scuola che doveva an-cora nascere a Vasto? Era il 1962, un anno importante per la città perché apriva i battenti lo stabilimento della SIV. Tutti i ragazzi vedevano in quella nuova scuola un’op-portunità per lavorare e il

percorso di studi più adatti era proprio quello offerto dall’ITIS. Diciamo che ero interessato a ottenere un di-ploma che mi permettesse di lavorare subito.

Qualche ricordo di que-gli anni ? Beh gli anni della scuola si ricordano sempre con affetto e nostalgia. Il no-stro istituto era frequentato dal popolo, c’erano compagni più grandi, alcuni che già lavo-ravano ecc.Noi eravamo una classe mol-to unita. Ricordo con piacere le affiatatissime partite di cal-cio nell’ora di ginnastica, sulla sabbia. Ci eravamo organizzati in due squadre: la “Trapano” e “Turbine”. Non aspettavamo che l’ora di ginnastica per gio-care le nostre partite. Nelle ore di scuola successive non parlavamo d’altro.

Studenti di ieri e ... di oggiDi tutti i professori che hai conosciuto, qual è quello che ti è rimasto più impresso? Decisamente l’Ingegner Edo-ardo Suriani, che insegna-va Meccanica. Una persona squisita che organizzava an-che gare di Go Kart a Vasto, in Piazza Rossetti.

Tutto ciò che hai studia-to all’ITIS, negli anni, ti è servito a realizzarti pro-fessionalmente? Ho fatto un percorso di studi un po’ anomalo. Mi sono laureato dapprima in Lingue, perché mi piaceva studiare l’inglese. Poi ho lavorato alla SIV, prima alla direzione del personale per sette anni. Sono diven-tato giornalista e ho opera-to nell’ufficio stampa e nel giornale “Vetrosiv”, ed è lì che tutte le nozioni imparate all’ITIS mi sono tornate uti-li: avevo le basi tecniche per occuparmi di giornalismo in-dustriale.

Se tornasse indietro, sce-glierebbe ancora l’Istitu-to Tecnico Industriale? Certo! Studiare lì ti dona una certa praticità e nella vita c’è bisogno prima di tutto di concretezza.

S.L.

Preparazione esame di sta-to giugno 1967 , al centro Nicola D’Adamo, a sinistra Franco De Filippis, a destra Mario D'Amelia

Page 11: Qui Settimanale 25 maggio

11

Giorgio Iuso è un ragazzo di 18 anni che sta frequentando l’Istituto Tecnico Industriale “E.Mattei”. È attualmente uno studente della 4°B, indirizzo Elettrotecnica.

Perché hai scelto di iscri-verti all’Istituto Tecnico Industriale? Avevi già qual-che interesse particolare? Quando ero in terza media ho valutato bene quale scuola su-periore frequentare. Ho scelto l’Istituto Tecnico perché avevo dato un’occhiata alle materie di studio e molte di loro mi piacevano e rispecchiavano i miei interessi.

Studenti di ieri e ... di oggi

L’esperienza all’Istituto Tecni-co Industriale, per coloro che l’hanno frequentato, è difficile da dimenticare. Molti di quegli studenti, che oggi sono, si sen-tono ancora legati da quell’ami-cizia maturata tra i banchi di scuola e nelle interminabili ore di lezione nelle aule in via Buon-consiglio, a Vasto Marina, ma an-che nell’attuale sede in via San Rocco. Il Prof. Nicola D’Alessan-dro, vicepreside storico dell’ITIS ha ben compreso questo spirito di amicizia tra tutti gli ex alunni del “E.Mattei”. La sua carriera scolastica l’ha portato a cono-

Associazione Ex Allieviscere migliaia di ragazzi, profes-sori e dipendenti, che non han-no mai smesso di sentirsi parte dell’Istituto Tecnico Industriale. La sua idea è molto importante: realizzare un’Associazione che permetta a tutti gli “ex” dell’ITIS di mantenersi in contatto, crea-re eventi e convegni. Per aderi-re all’associazione, gli interessati avranno tutte le informazioni necessarie durante la cerimonia che si terrà sabato 25 e dome-nica 26 maggio. Ma le novità non finiscono qui: << Sappiamo che in tutta Italia esistono 25 Istituti intitolati a Enrico Mattei,

molti sono Tecnici Industria-li, ma anche Licei Scientifici e scuole elementari>> ha det-to D’Alessandro << vogliamo creare una rete tra tutti questi Istituti nel nome di Mattei>>. Massima attenzione quindi alla figura storica di Enrico Mattei, fondatore nel 1953 dell’ENI, il quale visse a Vasto al quale è intitolato l’ITIS di Vasto. <<La città deve tornare ad essere la seconda casa di Mattei>>, ha concluso Fernando Fiore <<inoltre quest’idea è già stata molto apprezzata dall’ENI>>.

Quale tra queste materie ti interessa di più? Mi piace seguire le lezioni di “Impianti”, la trovo una materia molto interessante perché riguarda strumenti che utilizziamo tutti i giorni.

Cosa farai dopo la maturità? Hai qualche idea? Intendo iscrivermi all’Università. Mi piacerebbe seguire le lezioni della facoltà di Scienze Motorie, mi piace molto lo sport e penso che quest’indirizzo faccia al caso mio.

Scienze Motorie? Non pensi che sia troppo distante da ciò che stai studiando ora? No, penso che comunque ciò che studio adesso comunque mi servirà. S.L.

In foto la IV B al completo, da sinistra: Mattia Sacchetti, Antonello Cimino, Francesco Di Giacomo, Alessia Ferrara, Mario Sassi, Angelo D’Aloisio, Lucci Settimio, Marco Barone, Paolo Caracciolo, Davide

Bozzelli, Paolo Memma, Giorgio Iuso

Page 12: Qui Settimanale 25 maggio

12

Non provate a chiamarli “bi-delli”, i membri del personale ATA dell’Istituto Tecnico In-dustriale “E. Mattei” non lavo-rano solo per la pulizia delle aule, corridoi e cortile; il loro è un mestiere che li porta a sta-re a contatto con gli studenti, durante e dopo le lezioni, ed è con loro che stringono rap-porti di amicizia, condividono talvolta anche confidenze e episodi che sarebbero difficili da raccontare ai “Prof”. Tanti hanno indossato quel camice prima nero, poi azzurro e blu in questi 50 anni di ITIS, tra cui gli storici Cassio Bassani e Ni-colino Malatesta detto “Nick”. Oggi li troviamo tutti indaffa-rati in segreteria con l’incon-fondibile camice blu; alcuni con scope e palette in mano, altri rispondono al telefono chia-mando a gran voce professori e studenti. Il Personale ATA è soprattutto questo: coordina-mento di tutto ciò che avviene negli spazi scolastici, un con-tinuo correre su e giù per le

scale, ricevere persone in se-greteria, genitori degli alunni e comunicare avvisi in classe. Gianni Muratore, sette anni di servizio all’ITIS, ci spiega come si è trasformato un la-voro che fino a poco tempo fa consisteva soltanto nel tenere puliti gli ambienti, <<il nostro compito è soprattutto quello di vigilare>> ci dice <<stiamo cioè attenti che tutti rispettino le regole e che non accadano episodi spiacevoli>>.Essendo ogni giorno con i ra-gazzi, chi più di loro li conosce a tal punto da instaurare veri e propri rapporti d’amicizia? <<Con gli studenti abbiamo un rapporto molto speciale, ci trattano spesso come amici, e in certe occasioni non si rispar-miano nemmeno di farci degli scherzi>> Qualche esempio? <<Un giorno entro in classe e trovo tutti i banchi accata-stati, formavano una specie di piramide>> oppure <<Sotto il banco trovo il tappo di un rubinetto dei bagni>>. Insom-

ma innocenti scherzi che fan-no parte del clima goliardico della scuola. Gianni Muratore parla anche di un tema che ha sempre preoccupato ci dice anche che di un calo della cir-colazione di droga tra i banchi, <<Fino a qualche anno fa tro-vavi di tutto, ma ultimamente il traffico è diminuito, segno che qualcosa sta cambiando>>. Si avvicina anche un veterano, un signore che fa questo me-stiere da 27 anni, praticamente da quando ha aperto i battenti la sede dell’ITIS in via San Roc-co.Si chiama Carmine Di Rienzo, rivela di aver conosciuto un numero incredibile di profes-sori e colleghi, molti dei quali in pensione. In teoria anche lui dovrebbe pensarci alla pensio-ne ma dice: <<In pensione?! Per ora non ci penso nemme-no, altrimenti tutto il giorno in casa finisco per litigare con mia moglie!>>.

Stefano Lanzano

Custodi dell’ ITIS