La rete, gennaio 2013

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n.01 - 19 gennaio 2013 p.2-7 cristiani in cammino p.8-11 Epifania e presepi p.12-13 professione di fede ragazzi p.20-21 riflessioni: femminicidio e schiavitù p.23 pellegrinaggio a Roma p.27-29 la mamma del parroco IL RETINO per tutti i bambini e nipotini! Vai a pag. 15! in questo numero tweet d’Autore Se esiste un uomo non violento, perchè non può esistere una famiglia non violenta? E perchè non un villaggio, una città, un paese, un mondo non violento? Gandhi (1869-1948) [email protected] Il prossimo numero uscirà il 16 febbraio. Inviate i vostri articoli o le vostre foto entro il 11 febbraio. Grazie. “Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe»” (Lc 17,5-6) Quale lo stato di salute della nostra fede? La risposta di Gesù ha senz’altro come primo effetto quello di farci dire: «di strada dobbiamo farne ancora molta». E d’altra parte se gli apostoli hanno fatto quella domanda, significa che in qualche modo anch’essi erano consapevoli della fragilità della loro fede. A guardare bene la risposta di Gesù è anche un po’ pericolosa perchè può generare in noi la tentazione di misurare il “livello” della nostra fede dalle grazie che riusciamo a ottenere o dagli obiettivi prefissati che riusciamo a raggiungere. Non è proprio così. La richiesta di aumento della fede da parte degli apostoli viene subito dopo che Gesù ha parlato loro della misericordia e del perdono. Allora quella domanda è da intendere: “Aiutaci a credere nella forza del tuo perdono e nella tua misericordia, perchè a questo ci crediamo poco. Così che anche noi pos- siamo essere uomini e donne portatori pace”. Solo così si muovono le mon- tagne e si sradicano i gelsi (ovviamente non quelli fisici). Questo duemilatredici vuol trasformarsi per noi in “duemilacredici”. Per essere uomini e donne di pace. “Beati gli operatori di pace” ci ha detto Gesù, e il Papa ce l’ha ricordato nel messaggio di inizio anno (a proposito: nei vari programmi politici e proget- ti anti-crisi, chi si ricorda di dire cosa ne pensa delle spese militari?). “Quel che il Signore esige da noi” (Mic 6,6-8) ci ricordano tutte le chiese nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che celebriamo del 18 al 25 gennaio. E secondo il profeta Michea ciò che il Signore esige è prima di tutto la giustizia nei confronti del povero, uno dei pilastri della pace don Romeo Informatore Unità Pastorale SS. Trinità - Cesano Maderno Buon duemilaCredici scriveteci! la Rete

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Bollettino parrocchiale La Rete, Cesano Maderno: Binzago, Sacra Famiglia, S.Eurosia - La rete, gennaio 2013

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n.01 - 19 gennaio 2013

p.2-7cristiani in camminop.8-11Epifania e presepip.12-13professione di fede ragazzip.20-21riflessioni: femminicidio eschiavitùp.23pellegrinaggio a Romap.27-29la mamma del parroco

IL RETINO per tuttii bambini e nipotini!Vai a pag. 15!

in questo numero

tweet d’AutoreSe esiste un uomo non violento,perchè non può esistereuna famiglia non violenta?E perchè non un villaggio,una città, un paese,un mondo non violento?

Gandhi (1869-1948)

[email protected]

Il prossimo numero usciràil 16 febbraio.Inviate i vostri articoli o le vostrefoto entro il 11 febbraio. Grazie.

“Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signorerispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questogelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe»” (Lc17,5-6)

Quale lo stato di salute della nostra fede? La risposta di Gesù ha senz’altrocome primo effetto quello di farci dire: «di strada dobbiamo farne ancora molta».E d’altra parte se gli apostoli hanno fatto quella domanda, significa che inqualche modo anch’essi erano consapevoli della fragilità della loro fede.

A guardare bene la risposta di Gesù è anche un po’ pericolosa perchèpuò generare in noi la tentazione di misurare il “livello” della nostra fede dallegrazie che riusciamo a ottenere o dagli obiettivi prefissati che riusciamo araggiungere. Non è proprio così.

La richiesta di aumento della fede da parte degli apostoli viene subitodopo che Gesù ha parlato loro della misericordia e del perdono. Allora quelladomanda è da intendere: “Aiutaci a credere nella forza del tuo perdono e nellatua misericordia, perchè a questo ci crediamo poco. Così che anche noi pos-siamo essere uomini e donne portatori pace”. Solo così si muovono le mon-tagne e si sradicano i gelsi (ovviamente non quelli fisici).

Questo duemilatredici vuol trasformarsi per noi in “duemilacredici”. Peressere uomini e donne di pace.

“Beati gli operatori di pace” ci ha detto Gesù, e il Papa ce l’ha ricordatonel messaggio di inizio anno (a proposito: nei vari programmi politici e proget-ti anti-crisi, chi si ricorda di dire cosa ne pensa delle spese militari?).

“Quel che il Signore esige da noi” (Mic 6,6-8) ci ricordano tutte le chiesenella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che celebriamo del 18 al25 gennaio. E secondo il profeta Michea ciò che il Signore esige è prima ditutto la giustizia nei confronti del povero, uno dei pilastri della pace

don Romeo

Informatore Unità Pastorale SS. Trinità - Cesano Maderno

Buon duemilaCredici

scriveteci!

la Rete

la Rete n.01|20132 -

Periodico di informazionedelle Parrocchie di Cesano Maderno

B.V. ImmacolataSant’EurosiaSacra Famiglia

registrato presso il Tribunale di Monzaal N. 22/2012 del 10/12/2012.

EditoreParrocchia B.V. ImmacolataP.zza don Antonio Borghi 520811 Cesano Maderno (MB)Parroco don Romeo Cazzaniga

Direttrice ResponsabileSilvia Zardoni

StampaTipografia Camisasca Sncdi Camisasca Alberto e MariaLuisaVia del Lavoro, 1620813 Bovisio Masciago (MB)

Redazionedon Romeo Cazzaniga,Gabriele Vergani, Gianluca Regondi,Lara Borgonovo, Laura Tagliabue,Liliana Moro, Loretta Borgonovo,Maria Grazia Marella, RossellaFranzolin,Stefano De Iaco, Valentina Autorino

Giornate Eucaristiche -

“Con la forza di quel cibo camminò” (1 Re 19,8)L’Eucaristia forza del nostro cammino nella fede

Per tuttiMercoledì 6 h 20.30 Binzago - S. Messa

«Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi…»L’universale chiamata alla santità -don Tommaso Castiglioni

Giovedì 7 h 20.30 S. Eurosia - S. Messa«Collaboratori della vostra gioia»Presbiteri a servizio del popolo di Diodon Ivano Tagliabue

Venerdì 8 h 20.30 Sacra Famiglia - Adorazione«Ha fatto di noi un regno, sacerdoti»Battesimo, fonte della santità del popolo di Diodon Tommaso Castiglioni

Sabato 9 dalle ore 19.00 - BinzagoAdorazione notturnacon la lettura completa del vangelo di Marco

per le singole parrocchie

Binzago

Giovedì 7h 8.30 S. Messa - adorazioneh 10.00 riposizione

h 15.30 ora media - esposiz.h 17.00 preghiera ragazzih 18.30 vesperi - riposizione

Venerdì 8h 8.30 S. Messa - adorazioneh 10.00 riposizione

h 15.30 ora media - esposiz.h 17.00 preghiera ragazzih 18.30 2a - 3a media

riposizione(la S. Messa delle h 20.30a S. Maria è sospesa)

sabato 9h 8.30 S. Messa in parr.

adorazionepreghiera ragazzi

h 11.45 riposizione

h 15.30 ora media - esposiz.h 17.30 vesperi - riposizione

Domenica 10h 15.00 Esposizioneh 17.00 canto Vesperi

Benedizione solenne

Sacra Famiglia

Venerdì 8h 15.30 ora media - esposiz.h 18.30 vesperi - riposizione

sabato 9h 16.30 ora media - esposiz.h 20.15 riposizione

Domenica 10h 9.30 - 10.45 Esposizioneh 12.00 esposizione

h 16.30 canto VesperiBenedizione solenne

S. Eurosia

Venerdì 8h 15.30 ora media - esposiz.h 18.30 vesperi - riposizione

sabato 9h 15.30 ora media - esposiz.h 17.30 vesperi - riposizione

Domenica 10h 9.30 - 10.45 Esposizioneh 12.00 esposizione

h 16.30 canto VesperiBenedizione solenne

la Rete n.01|2013 - 3

LE QUATTRO GIORNATE SOCIALI DIOCESANECRISTIANI IN CAMMINO

PREGHIERA PER LA FESTA DELLA FAMIGLIAGrazie per il dono della famiglia:da te Signore voluta fin dagli inizi del mondo,fondata sull’amore tra un uomo e una donnaper la gioia degli affetti, dei corpi e dei cuori.Tu l’hai scelta come tua dimora tra noi,Tu l’hai voluta come culla della vita.Grazie per la famiglia, o Signore:anche quando nella nostra casaentra l’ombra della croce,quando l’intesa sembra perdere la forza degli inizi,quando tutto appare più arduo e pesante.Grazie per la famiglia, o Signore:segno luminoso di speranzanelle crisi del nostro tempo;sorgente di amore e di vita,saldezza di affetti fra noi oltre l’aridità dei cuori.Grazie per la famiglia, o Signore:in essa gli sposi vivono la chiamata alla santità,per tuo dono i figli ricevono la vitae il mondo si rigenera a nuova speranza,così il tuo Regno si avvicina.Dona Signore alle nostre famiglie la tua amorevole vicinanzaAmen.

domenica 27 gennaioFESTA DELLA FAMIGLIA

In ogni parrocchia verrannofesteggiati in modo particolaregli sposi che ricordano una datasignificativa del loro cammino.

“Bisogna festeggiare la famigliacon la sua storia, fatta dimomenti belli da ricordare, maanche di ferite o di fatiche, didolori da elaborare. Occorre chetutti vengano aiutati. “Di dono indono” vuol dire anche trafamiglie: quelle che vivonomomenti felici e che hannoanche tante energie possanosostenere le altre che stannovivendo momenti di malattia, diseparazione o di frattura. Daquel punto di vista, lo sguardomigliore è mettersi di fianco aifigli, ai bambini che sono il fruttodel dono, che sono il futuro per ilquale lavoriamo”

(don Luca Bressan, Vicarioepiscopale per la Cultura, lacarità, la missione e l’azionesociale)

lunedì 28 gennaioSacra Famiglia

h 20.30 S. MessaAnniversarioconsacrazionedella chiesa

lunedì 11 febbraioGIORNATADELL’AMMALATOin ogni parrocchiaalle ore 15.30 verrà celebratala S. Messa con e per gliammalati

la Rete n.01|20134 -

Camminare con Dio èandare oltre lebarriere che dividonoe danneggiano gliuomini.

SETTIMANA DI PREGHIERA UNITA’ CRISTIANICRISTIANI IN CAMMINO

“Quel che il Signore esige danoi” (Michea 6,6-8) è il testo biblicoche accompagnerà quest’anno la pre-ghiera per l’unità dei cristiani.

Il brano del profeta Michea pro-segue dicendo cosa il Signore esigeda noi “praticare la giustizia, ricerca-re la bontà e vivere con umiltà davan-ti al nostro Dio”. Si tratta di mettersiin cammino guardando la realtà e se-guendo gli insegnamenti che, passo dopo pas-so, possiamo accogliere e mettere in pratica.

Importante è rendersi conto che non sia-mo soli nel cammino. Camminare con Dio conumiltà significa camminare nella radicalità dellaFede, in solidarietà con chi lotta per la giustiziae la pace, condividendo la sofferenza attraver-so l’attenzione, la cura ed il sostegno ai biso-gnosi, ai poveri.

Camminare con Dio è andare oltre le bar-riere che dividono e danneggiano gli uomini.

Pregare per l’unità di tutti i credenti in Cri-sto significa essere consapevoli che tutti abbia-mo la missione di testimoniare l’Amore di Cristoper ogni uomo. I cristiani non possono esseredivisi devono ricercare, pregare perché uniti pos-sano esprimere al mondo il vero volto di GesùCristo che è venuto a portare la pace e la giusti-zia di Dio.

“Quel che il Signore esige da noi” è la do-manda che si pongono i discepoli di Emmausche dopo essersi smarriti davanti a Cristo Croci-fisso lo incontrano nello spezzare il Pane e non

Domenica 20 gennaio 2013INCONTRO ECUMENICO A MONZA

“Quel che il Signore esige da noi” (cfr. Mic 6,6-8).

SINODO ED ECUMENISMOcon la partecipazione del Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano

ore 16,30CINE TEATRO VILLORESI - Piazza Carrobiolo, 8

Camminata verso il Duomo di Monzaore 18.00

BASILICA S. GIOVANNI BATTISTAVespri ambrosiani - e preghiera ecumenica

possono rimanere fermi, devono andare a rac-contare a tutti di quell’incontro. Si tratta di met-tersi in cammino guardando la realtà e seguen-do gli insegnamenti che possiamo accogliere emettere in pratica.

Nella Settimana 2013, diversi eventi digrande interesse sono proposti sul territorioambrosiano dalle Zone pastorali e dal ServizioEcumenismo e Dialogo. Tra le iniziative sul terri-torio, da segnalare la partecipazione del cardi-nale Scola a un incontro su “Sinodo edecumenismo”, alle 15.30 di domenica 20 genna-io al Teatro Villoresi di Monza (piazza Carrobiolo8).

Il 17 gennaio, ad anticipare la Settimanaecumenica sarà, come sempre, la Giornata del-l’Ebraismo, sul tema “Dio allora pronunciò tuttequeste parole: ‘Non commettere adulterio’” (Eso-do 20,1.14). All’Ambrosianeum di Milano (viadelle Ore 3), alle 17.30, incontro col Rabbinocapo Alfonso Arbib e il pastore valdese GianniGenre.

Maria Grazia Marella

DAL 18 AL 25 GENNAIO LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI,ACCOMPAGNATI DAGLI SCRITTI DEL PROFETA MICHEA.

Cristiani in cammino con Michea

la Rete n.01|2013 - 5

La vita vince,anche la crisi.(tratto dal messaggiodella CEI per la 35aGiornata Nazionale perla Vita, 3 febbraio)

Se ragionassimo sulla giornata per la Vitain modo tradizionale, dovremmo parlare di abor-to e di eutanasia. Potrei scrivere di aborto, rac-contando il rifiuto di mia mamma ad abortire quan-do mi portava in grembo. Oppure potrei scriveredi eutanasia visto che recentemente ho toccatocon mano il dolore di un accanimento terapeuticoche non si può interrompere perché, per legge,la riduzione dei farmaci diventa eutanasia.

Invece, quest’anno i nostri vescovi sono statiun po’ più lungimiranti del solitoed hanno prodotto un testo perla Giornata per la Vita che dà unrespiro più ampio. Quasi a far pro-prie le parole di Mons. Bettazzi aCesano quando spiegò che se siparla di Vita come principio nonnegoziabile, bisogna intendere lavita dal principio alla fine, quindianche, e soprattutto, durante: cioè la vita che“cresce”. Troppo riduttivo fare battaglie antiabor-tiste o contro l’eutanasia, se poi ci si dimenticadi assistere le famiglie durante il naturale per-corso della vita.

A illuminare i vescovi è stata infatti la crisioccupazionale che sta imperversando in Italia ein gran parte d’Europa. L’assenza di prospettivesicure di lavoro e il persistere di un forte sensodi incertezza portano a rimandare le scelte defi-nitive e quindi, anche la trasmissione della vitaall’interno della coppia coniugale e della fami-

glia. Servono politiche di sostegno, in direzionedi un deciso alleggerimento fiscale.

I nostri cugini francesi, nonostante la no-mea di essere dei laici anticlericali, ci stanno dan-do una grande lezione di politica illuminata, per-chè hanno via via costituito una Repubblica for-temente attenta alle politiche familiari. Un'atten-zione cominciata da leggi promulgate già 80 annifa e via via migliorate, soprattutto durante la pre-sidenza di Mitterrand (e portate avanti da ogni

successivo governo). Politi-che mirate ad aiutare i geni-tori economicamente, maanche con strutture adegua-te e sufficienti per tutti (asilinido statali o assistenza do-miciliare per la cura degliinfanti). Politiche a sostegnodella famiglia che i francesi

stessi danno per scontate, perchè acquisite datempo (e si stupiscono quando gli spieghiamoche in Italia non è così), ma che per una famigliaitaliana, che si trasferisce in Francia, balzano su-bito all'occhio: in Italia il figlio diventa un pesoeconomico, in Francia una risorsa!

In conclusione, in attesa che i nostri politicitornino a fare una politica costruttiva per il benedel nostro Paese, possiamo cominciare noi a farequalcosa, facendo proprie le parole del Papa aBresso il 2 giugno scorso: «che realmente unafamiglia assuma la responsabilità di aiutareun’altra famiglia». Infatti, aiutare la Vita e pro-muoverla può anche tramutarsi in un impegnoad aiutare le famiglie con figli che hanno difficol-tà economiche od organizzative per la cura deglistessi. Possiamo donare loro quello che abbia-mo: il tempo o un sostegno economico.

Senza solidarietà tra di noi, senza aiuti allefamiglie, è difficile prospettare un’inversione ditendenza del forte tasso di denatalità che colpi-sce l’Italia da decenni (era già un tema all’esamedi maturità nel lontano 1995! Se siamo ancoraqui a parlarne vuol dire che poco o nulla è statofatto per le famiglie in tutti questi anni).

«La vita vince, anche la crisi». E’ l’augurioche la CEI fa al termine del suo messaggio.

Auguriamoci che sia così.Silvia Zardoni

Vita che nasce, cresce, muoreIL MESSAGGIO DELLA CEI PER LA 35a GIORNATA PER LA VITA (3 febbraio) PONE LOSGUARDO SULLA CRISI OCCUPAZIONALE E L’INCERTEZZA LEGATA AL FUTURO:CAUSE CHE POSSONO IN PARTE SPIEGARE LA FORTE DENATALITA’ IN ITALIA.

Vita, principio non negoziabile? Sì, ma dall’inizio allafine, quindi anche durante. Bisogna salvaguardare la vitache cresce con politiche familiari atte ad aiutare e sostenerele famiglie con figli.

35a GIORNATA PER LA VITACRISTIANI IN CAMMINO

la Rete n.01|20136 -

MESSAGGIO PER LA PACECRISTIANI IN CAMMINO

Alzi la mano chi, dopo le tavolate delle fe-ste, non ha iniziato il nuovo anno con il buonproposito (più o meno convinto) di una dieta…Eppure gennaio non è “il mese della dieta”, ma“il mese della pace”. Ma sotto sotto una cosa incomune ce l’hanno, le due cose: occorrono de-terminazione e convinzione per portare avantientrambe.

Perché proprio ora si parla di pace? Per-ché è ancora fresca la memoria di una nascitache ha sconvolto il mondo.

Quando il bambino Gesù è nato, si senti-vano gli angeli cantare “Gloria a Dio nell’altodei cieli e PACE in terra agli uomini di buonavolontà”, perché è proprio questo uno dei donipiù grandi che il Signore ha voluto portarci, lapace.

Una riflessione di don Enzo Bianchi, prioredi Bose, nel volume “Le vie della felicità – Gesùe le beatitudini” sottolinea che - paradossalmente- la nascita di Gesù ha portato tra gli uomini divi-sione, e non pace, una divisione tra chi ha scel-to di seguirlo e chi ha scelto di rinnegarlo o ad-dirittura combatterlo; in tal senso è molto signifi-cativa la frase “Chi non è con me è contro dime”, riportata sia da Matteo che da Luca neirispettivi Vangeli. Ad un certo punto della sua

Gennaio, il mese della dieta

vita, però, Gesù ci ha dato delle dritte, ci ha spie-gato in che modo possiamo schierarci dalla suaparte, e ha proclamato le beatitudini… proviamoa ripensarle.

Lui ci dice che è beato chi ha in sé il germedi una certa attitudine (la povertà di spirito, lapurezza di cuore, la mitezza..), o che - volente onolente - si ritrova a piangere, ad avere fame esete di giustizia, ad essere perseguitato a cau-sa della giustizia stessa…. ma poi ad un certopunto dice che è beato anche chi è OPERATO-RE di pace, cioè chi non si limita ad essere osubire, ma – come dice la parola stessa – ope-ra, agisce, FA LA PACE. Una beatitudine a cuiognuno di noi quindi può ambire, purché ci simetta di impegno: ecco forse perché la pace ècosa per “uomini di buona volontà”!

Il premio in palio, cioè il poter essere chia-mati a pieno titolo figli di Dio, vale lo sforzo. Agen-do da operatori di pace (non solo intervenendoper appianare conflitti, ma anche sentendosi inpace con se stessi, perdonando e perdonando-si) si tende ad assomigliare il più possibile alPadre, emulandolo, e ci si sente figli a pieno di-ritto. La perseveranza che ci viene richiesta inquesto ruolo è addirittura maggiore di quella checi richiede una dieta post-abbuffate, ma sicura-mente ripaga molto di più.

Loretta Borgonovo

A DISPETTO DEL TITOLO, UNA RIFLESSIONE MOLTO SERIA SULL’ESSERE OPERATORIDI PACE AL GIORNO D’OGGI, COSI’ COME SIAMO STATI CHIAMATI AD ESSERLO ANCHEDAL RECENTE MESSAGGIO DI INIZIO ANNO DEL NOSTRO PAPA BENEDETTO.

la Rete n.01|2013 - 7

Verità, giustizia, amore e libertà:i 4 pilastri della PACE

La pace non èsemplice assenzadella guerra,ma è operadella giustizia.

La Gaudium et spes allarga la visuale alrapporto tra i popoli e le nazioni, quindi alla pace,e fin dall’inizio contrappone le due modalità, quel-la «chiusa» e quella «aperta».

La pace non è la semplice assenza dellaguerra, né può ridursi al solo rendere stabilel’equilibrio delle forze contrastanti, né è effettodi una dispotica dominazione, ma essa viene contutta esattezza definita opera della giustizia [...]Tale pace non si può ottenere sulla terra se nonè tutelato il bene delle persone e se gli uomininon possono scambiarsi con fiducia e liberamen-te le ricchezze del loro animo e del loro ingegno.La ferma volontà di rispettare glialtri uomini e gli altri popoli e laloro dignità, e l’assidua praticadella fratellanza umana sonoassolutamente necessarie perla creazione della pace (n. 78:EV 1/1587).

Come si vede, laGaudium et spes fin dall’ini-zio fa elevare lo sguardo dauna pace, ritenuta nella sto-ria come pausa tra le guer-re inevitabilmente costituti-ve della nascita e della vitadei popoli, alla pace comeespressione di giustizia e diamore, quindi idealmente creatrice della storia.E questa prospettiva era stata suggerita propriodall’Enciclica Pacem in terris di Papa GiovanniXXIII. L’Enciclica, uscita tra il primo e il secondoperiodo del Concilio, non solo aveva bollato laguerra come assolutamente irrazionale, ma ave-va indicato come la pace poggi su quattro pila-stri, che sono la verità (innanzitutto la «verità»di ogni persona umana), la giustizia (il dare aciascuno ciò a cui ha diritto), l’amore (oggi di-remmo la solidarietà di chi ha troppo verso chiha troppo poco) e la libertà (non solo la nostra,ma la libertà di tutti).

Il Concilio, anche se non giunse a condan-nare la guerra in quanto tale, ha condannato la«guerra totale», dopo aver invitato a considera-re l’argomento della guerra con mentalità com-pletamente nuova: «Questo sacrosanto Sinodo

[...] dichiara: ogni atto di guerra che indiscrimi-natamente mira alla distruzione di intere città odi vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto con-tro Dio e contro la stessa umanità e con fermez-za e senza esitazione deve essere condannato»(n. 80). Sono parole molto forti, e, se pensiamoche la «guerra totale» era allora segnalata comeABC (atomica, biologica, chimica), viene da chie-dersi se sia cresciuta, anche nell’opinione pub-blica cristiana, questa netta riprovazione dellaguerra, che tende sempre a rendersi «totale».

Non si giunse allora — come molti avreb-bero voluto - a condannare la guerra come anti-

umana (gli animali non uccidonoquelli della loro specie!) prima an-cora che anticristiana, ma si avviòun approfondimento che portò Pa-olo VI, nel 1967, nell’EnciclicaPopulorum progressio, ad affer-mare, fin dalle stesse prime paro-

le, che il nuovo nome dellapace è «lo sviluppo dei popo-li», anche se denunciava chealcuni popoli, col loro svilup-po indiscriminato, impedivanoalla maggioranza dell’umani-tà di progredire. Nel 1987 Gio-vanni Paolo II, rifacendosi alDocumento di Paolo VI, nel-

l’Enciclica Sollicitudo rei socialis veniva a di-chiarare che il nuovo nome della pace è «la soli-darietà», che è la denominazione attuale dellacarità. E tutto si sta muovendo (negli ultimi annidi Giovanni Paolo II e in alcune asserzioni di Be-nedetto XVI) per giungere ad asserire il primatoe l’inevitabilità della «nonviolenza attiva», chegià Gandhi propugnava come «verità e libertà».

Queste sono le grandi prospettive dell’uma-nità, contro i calcoli meschini delle avidità e del-le violenze. E se le consideriamo «utopie», cioècose che non esistono, non dobbiamo conside-rarle tali perché impossibili, ma perché difficilida raggiungere e quindi da perseguire con co-raggio e perseveranza.

Mons. Luigi BettazziIl Concilio, i giovani e il popolo di Dio

(pg 40-42)

LA PACE NEL DOPO CONCILIOCRISTIANI IN CAMMINO

IN UNA TRA LE PAGINE PIU’ BELLE DEL SUO LIBRO SUL CONCILIOCONCILIOCONCILIOCONCILIOCONCILIO, MONS. BETTAZZIDESCRIVE COME SI E’ EVOLUTA NELLA CHIESA LA DEFINIZIONE DI PACE.

la Rete n.01|20138 -

EPIFANIA

Da 3 anni a qs parte don Romeo ha portato una bella iniziativaa Binzago: celebrare la S. Messa dell’Epifania insieme ai cristiani diprovenienza diversa rispetto all’Italia e che abitano nella nostra par-rocchia: cattolici, ortodossi, copti… Quasi la metà delle persone in-vitate ha partecipato, con una presenza massiccia di donne ucraine,ma anche di amici albanesi, copti dall’Egitto e tanti altri con prove-nienze più diverse (Russia, Bulgaria, Romania, Burkina Faso, In-dia...). Al termine della Messa un saluto speciale è stato riservato aMaria Regla, di origini cubane, che nella prossima veglia pasqualericeverà il battesimo al termine di un lungo cammino che, come iMagi, l’ha portata a incontrare Gesù.

Aldilà della presenza più o meno numerosa, fa piacere vederecome chi abbia partecipato fosse motivato da vero spirito di festa;già a partire dal momento in cui, ricevendo l’invito a mano, risponde-vano con un grazie sincero e riconoscente.

Dialogando con loro in piazza si è avuta l’impressione che nonci siano “differenze” tra noi, perché il Gesù che andiamo cercando èlo stesso per tutti i cristiani, nonostante i diversi modi di pregarlo eadorarlo. Viene da pensare che, pur guardando con favore agli sforziecumenici cominciati da Giovanni Paolo II e che proseguono tuttora,dobbiamo metterci in testa che ogni cambiamento, ogni rivoluzione,piccola o grande che sia, parte sempre dalla base. E la base siamonoi. La nostra sfida è accogliere come AMICI i cristiani stranieri checi abitano vicino, che frequentano la nostra scuola e i nostri ambien-ti. Per non cadere nello stesso errore che fecero le generazioni precedenti emarginando gli stranie-ri di allora (gli emigranti del sud Italia), salvo scoprire decenni dopo che erano “italiani come noi”...Ecco, sarebbe proprio da cristiani cominciare a riconoscere già oggi che questi amici stranieri sono“cristiani come noi”.

Epifania: da diversi paesi incontroal SignoreFRA QUESTI MARIA REGLA CHE NELLA PROSSIMA VEGLIA PASQUALE RICEVERA’ ILBATTESIMO

il nostro donoLa festa dell’Epifania era stata indicata come giorno nel quale concretizzare

il nostro gesto di solidarietà a favore dei ragazzi di Haiti

Binzagosalvadanai portati in chiesa € 1.218,23salvadanaio POB € 122,20

S. Eurosiasalvadanai portati in chiesa € 386,92mercatino natalizio € 475,00

Sacra Famigliasalvadanai portati in chiesa € 500,00

offerte varie € 170,00partecipanti funerale mammadon Romeo € 145,00

la Rete n.01|2013 - 9

Ci sono reliquie dei ReMagi anche a due passida casa nostra,a Brugherio.Dono di S. Ambrogio allasorella Marcellina,fondatrice dell’omonimoordine religioso.

Forse non tutti sanno che...

A Brugherio le reliquie dei Re Magi. Si tratterebbero di tre ossiciniregalati nel 374 da S. Ambrogio alla sorella Marcellina che viveva aBrugherio. Ora si trovano nella Chiesa Parrocchiale della città. I restidei corpi invece si trovano in Germania, a Colonia, dono di FedericoBarbarossa che li saccheggiò a Milano e li regalò all’arcivescovotedesco nel lontano 1164.

PER SAPERNE DI PIÙ.Dalle incertezze dei tempi apostolici…

L’Epifania, termine greco che significa “ma-nifestazione”, dal III secolo si celebra dodici giornidopo il Natale. E’ una delle feste religiose piùamate dai cristiani.

Si narra di persone non appartenenti al po-polo ebreo, che da terre imprecisate, raggiun-sero la Palestina, con uno scopo ben preciso:rendere omaggio a Colui che viene a salvare ea confortare e che, secondo loro calcoli astrali edottrinali, era nato in quel periodo. I nomi, tra-mandati dalla tradizione, di questi sapienti e so-vrani, sono Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.Di uno di questi tre personaggi, Gaspare, si han-no riferimenti storici di quell’epoca che neattestano l’esistenza e lo qualificano come re.

….alle certezze dei nostri tempi.

La storia narra che i corpi dei Santi Magi,che secondo la tradizione furono martiri della fedein Persia, per interessamento di Sant’Elena,madre di Costantino Magno, vennero trasportatia Costantinopoli.

All’inizio del IV secolo, il Vescovo di MilanoSant’Eustorgio, che in qualità di legato della suaChiesa si trovava per l’appunto a Costantinopoli,ebbe in dono dall’imperatore Costantino quellesante reliquie.

Portatele con sé a Milano, le pose nel tem-pio da lui fatto edificare che chiamò “Basilicadei Santi Magi”, e che dopo la sua morte furinominata “Basilica di Sant’Eustorgio”.

Tempo dopo Ambrogio, vescovo di Milano,regalò tre dei preziosi ossicini (per l’esattezza,falangi delle dita) alla sorella Marcellina, che nel374 si era stabilita in una villa di Brugherio, neipressi dell’attuale via Dei Mille.

Nel 1163 Federico Barbarossa rase al suo-lo Milano e, tolti i corpi dall’enorme sepolcromarmoreo in cui erano conservati, li regalò aRainoldo arcivescovo di Colonia, città nella qualefurono trasferiti il 23 luglio 1164, e dove tuttorasono conservati in una bellissima urna al centrodel presbiterio. Per fortuna, i rimanenti treossicini rimasero intatti a Brugherio nel mona-stero di Sant’Ambrogio, anche se pressoché di-menticati fino al 1613.

In quell’anno il cardinale Federico Borromeodispose che i resti venissero solennemente tra-sportati dal monastero di Sant’ Ambrogio in unasede più consona, la parrocchiale, dove si tro-vano tuttora custodite.

a cura di Gianluca Regondi(liberamente tratto dal sito web di Brugherio)

...vicino a dove abitiamo sono conservate le reliquiedei Re Magi. Più precisamente a Brugherio e quest’annosi celebrano i 400 anni di presenza delle preziose reliquie.La comunità di Brugherio ha deciso di festeggiare in gran-de stile l’anniversario, con una ricca rassegna di eventi sucui spiccano senz’altro la Santa Messa con il cardinaleAngelo Scola celebrata il 5 gennaio. L’occasione è statapropizia per l’inaugurazione di un altare che permetterà lavenerazione continua delle reliquie.

EPIFANIA

la Rete n.01|201310 -

PRESEPI

Il presepe è un’opera d’arte, è un trasmet-tere nella raffigurazione della natività di Gesù leproprie emozioni. E le emozioni non si disgiun-gono dalla realtà in cui si vive. E’ per questo cheOreste Romanò, mente e braccio storico dei pre-sepi di S. Maria, ci spiega come la situazioneeconomica attuale - dove non si arriva alla finedel mese, non si trova lavoro, i giovani non rie-scono a rendersi autonomi per metter su fami-glia - questa situazione in cui si fa “fatica a vive-re”, li abbia ispirati a rappresentare un presepeche ci riportasse alle ORIGINI. Le origini poveredi duemila anni fa: con case di sassi, largo utiliz-zo di materiale povero come il legno, pastorizia,pane, vino, latte e nient’altro, perché bastavaquello. Chiaramente, non vuole essere un moni-to surreale a tornare a vivere come allora (e comevivono tuttora tanti poveri nel resto del mondo),ma un invito ad essere più responsabili oggi, nellaquotidianità. Tornare alle origini significa riap-propriarci dei prodotti genuini e sani, dell’arti-gianato, di una vita indirizzata ad uno sviluppoecosostenibile. Un vivere dell’essenziale.

Ad accompagnare Oreste c’è anche Ansel-mo Copreni, che racconta le lunghe serate dilavoro già da ottobre a fare (e disfare!) parti delpresepe, perché alla fine tutto risulti perfetto neiminimi particolari. Un lavoro intenso, ma portatoavanti con passione. Una passione che va oltrele gratifiche pubbliche e private.

Se non siete ancora passati a visitare il pre-sepe di S. Maria avete tempo sino al 31 genna-io. Entrate, accendete la sua luce, osservatelo.Con calma. E lasciate che siano gli scorci di pa-ese, le scene quotidiane, le statuine stesse aparlarvi e a raccontarvi qual è la strada giustache conduce a Gesù. Il presepe parlerà a cia-scuno in maniera di diversa, basta saperlo ascol-tare.

Silvia Zardoni

E’ presepe, ancora fino al 31NEL SANTUARIO DI S. MARIA E’ ESPOSTO FINO AL 31 GENNAIO IL PRESEPEARTIGIANALE REALIZZATO DA 5 BINZAGHESI. L’OPERA HA COME TITOLO «LE ORIGINIDELLA NATIVITA’. DOVE L’UOMO DI OGGI SAPPIA RICONOSCERE LA PROPRIA META».QUEST’ANNO DEDICATO A MARIO DIOTTI, SCOMPARSO L’ESTATE SCORSA.

L’équipe del presepe di S. Maria è composta da:Oreste Romanò: progettista, esecutore, dota-to di grande tecnica (studi al Beato Angelico);Anselmo Copreni: si occupa di realizzare tuttii particolari in legno;Enzo Borgonovo: realizza l’impianto elettrico etutte le minuterie in rame e i più piccoli particola-ri in legno;coadiuvati dalla collaborazione di MassimoBiassoni e di Enrico (Ricky) Borgonovo, sto-rico aiutante ormai esperto nel gesso.

Presepe di S. Maria. Uno scorcio di vita quotidiana a duepassi dalla grotta della Natività. Gesù è vicino a noi e ciaccompagna più di quanto possiamo immaginare.

Quest’anno il presepe di S. Maria è stato dedicato a Mario Diotti, scomparso quest’estate.Da quando era andato in pensione, aveva messo a disposizione i locali e le attrezzature della suabottega per la preparazione del presepe. E dava pure lui una mano, dove necessario.Il figlio ha acconsentito che i nostri binzaghesi continuassero anche quest’anno ad allestirlo nellabottega del padre.

OFFERTE NATALIZIE(buste e altre offerte)

Binzago euro 20.302,00S. Eurosia euro 6.780,00Sacra Famiglia euro 13.600,00

la Rete n.01|2013 - 11

Natale in Piazza con gli AMICI di BINZAGOE’ stata una bella Domenica quella dello scorso 23 Di-

cembre, quando il centro di Binzago si è colmato di atmosferee suoni natalizi: in Piazza dell’Amicizia il mercatino dihobbistica & artigianato mentre sul sagrato della Chiesa ilgrande concerto (applauditissimo!) del Coro GOSPEL, conalle spalle il Monumento alla Musica della nostra Banda afare da sfondo! A completare la cornice il grande albero de-corato di luci e soprattutto la casetta di legno con all’internol’incantevole “Presepe Dolomiti”, una delle più belle realiz-zazioni di sempre del gruppo “Amici di Santa Maria”: un’ec-cellenza di artigianato binzaghese ad opera di AnselmoCopreni & Co. che è rimasto installato per un mese permet-tendo a tutti i passanti di ritagliarsi un minuto di raccoglimen-to dalla frenesia e dal logorio della vita moderna.. L’auspicioda parte nostra è quello di poter rinnovare la collaborazioneanche per il prossimo Natale con un nuovo Presepe!

Last but not least, la presenza in Piazza dell’Amiciziadella P.O.B. Binzago a testimoniare l’iniziativa di solidarietàper i bambini di Haiti: come AMICI di BINZAGO rinnoviamo sind’ora la nostra piena disponibilità al Presidente ChiccoMornata a ridare nuovo spazio all’interno di altre manifesta-zioni che organizzeremo “Sulle Strade della Nostra Storia”.

AD MAIORA! gli AMICI di BINZAGO

Da qualche anno per la Chiesa della Sacra Famiglia viene letteralmente “sfornato” un presepedi... pane. L’autore è il Sig. Giulio Galimberti di 75 anni, panettiere dal 1950. Insieme al fratello e allerispettive mogli (sorelle pure loro!) hanno un ne-gozio in via Roma a Bovisio Masciago.

Per comodità, la domenica frequentano lamessa alla Sacra e quindi sono ben felici di par-tecipare al Natale insieme alla nostra comunitàdonando il frutto del loro lavoro e della loro pas-sione.

Ci ha promesso che ogni anno il presepedi pane in dono alla Sacra sarà sempre più bel-lo, perchè supportati dalle capacità dei figli chepare abbiano fantasia e tecnica da vendere!

Alla Sacra il presepe di pane

Sacra Famiglia, il presepe di pane. Sopra, uno scattoravvicinato del presepe che ha fatto bella mostra di sèdinanzi all’altare durante le festività natalizie.A sinistra, Giulio Galimberti, panettiere di Bovisio Masciago,autore del presepe che da qualche anno viene creato edonato alla chiesa della Sacra Famiglia. Ogni volta diversoe sempre più bello.

PRESEPI

la Rete n.01|201312 -

PROFESSIONE DI FEDE

Questi ragazzi hanno fegato!DOMENICA 13 GENNAIO PIU’ DI VENTI RAGAZZI DELLA NOSTRA COMUNITA’ HANNOFATTO LA LORO PROFESSIONE DI FEDE. LA CELEBRAZIONE ALLA SACRA CONDON SERGIO E DON SAMUELE MARELLI (DIRETTORE DELLA FED. ORATORI MILANESI).

Miriam di Caro e Giulia Siciliano (Gruppo Ado Cascina),Arianna Vilbi (Gruppo Ado Binzago).

Giacomo Dettoni (Gruppo Ado Sacra) e quattro ragazzi delGruppo Ado Binzago: Luca Pelucchi, Paolo Valaderio,Matteo Molteni, Edoardo Monti.

Ci vuole fegato nel 2013 a professare pubblicamente la propria fede e questi ragazzi, che ciauguriamo diventeranno i futuri animatori degli oratori estivi dei prossimi anni (e non solo), lo hannofatto alla Sacra, domenica 13 gennaio, durante una Messa partecipata con attenzione.

Ci vuole fegato perchè, come diceva don Samuele, tantissimi loro coetanei non credono per-chè non hanno voglia di pensare. Mentre loro hanno avuto il coraggio di metterci la faccia, dirinnovare da ragazzi ormai delle superiori il loro “sì” a Gesù. E questo comincia ad avere un certopeso, perchè non è più il “sì” (comunque bello!!) della Prima Comunione o della S. Cresima, madiventa un “sì” più maturo. E’ un nuovo inizio verso una maggior consapevolezza della propria fede.

L’invito rivolto da don Samuele ai ragazzi e a tutti i presenti è stato proprio di voler riconoscerenella propria vita tutti quei segni in cui Dio si è manifestato a noi, nel vissuto delle esperienze felici odolorose. E a voler proseguire nel cammino che non è certo concluso con la professione di fede,anzi! Poichè la fede non è mai “raggiunta”, è da conquistare giorno per giorno ed è soprattutto undono. Come i raggi di una ruota convergono verso il centro, così i cristiani convergano verso ilcentro, che è la Chiesa: lì troveremo l’aiuto per il nostro cammino.

Forza ragazzi!

Professione di fede gruppi Adolescenti di Binzago, Cascina e Sacra. Don Samuele Marelli (direttore della FOM) edon Sergio circondati dai ragazzi della professione di fede con i loro educatori al termine della celebrazione.

la Rete n.01|2013 - 13

Sara Marabotti e Marta Piganzoli (Gruppo Ado Binzago).Giulia De Amici (Gruppo Ado Cascina).

Susanna Tasinato, Benedetta Lanzani, Lisa Milano (GruppoAdo Binzago).

Paolo Valaderio e Pietro Benini (Gruppo Ado Binzago). Le gemelle Alessandra e Rossella Destro (Gruppo AdoCascina). In mezzo, Valentina Finotto (Ado Binzago).

…… QUANTO A NOI, QUANTO A NOI, SERVIREMO IL SIGNORE !

E’ passato un quarto di secolo da quando con parecchie persone più o meno della mia etàfrequentavo il gruppo giovani di Binzago e le famose Scuole della Parola del card. Martini (noil’abbiamo sempre chiamato: “il Carlo Maria”) e ci siamo trovati senza volerlo catapultati in unpercorso chiamato Assemblea di Sichem.

Penso che chi partecipava non potrà non riconoscere in questo titolo il finale della lungacanzone che accompagnava ogni incontro, un canto che ripercorreva il testo biblico di Giosuè 24,1-28 nel quale il patriarca, a Sichem, parla al suo popolo esortandolo a non lasciarsi tentare daglialtri idoli ma a prendere coscienza del fatto che la Salvezza è possibile solo aderendo al Signore.

La domanda fondamentale era: “Scegliete oggi chi volete servire!”, e il percorso dell’Assem-blea di Sichem terminò con una veglia allo stadio di San Siro nel quale noi giovani della diocesirispondemmo alla domanda con la stessa frase che il popolo di Dio pronunciò a Giosuè: “Sceglia-mo di servire il Signore”.

La professione di Fede che i nostri figli hanno scelto di proclamare è un impegno un po’difficile da mantenere nel mondo d’oggi, ma lo era anche 25 anni fa e lo era ai tempi di Giosuè (vistol’ammonimento che egli si sente di fare al suo popolo); eppure l’antica Fede che loro proclamavanoè arrivata anche ai nostri ragazzi e sarà solo tramite loro che potrà essere ancora trasmessa allefuture generazioni.

A tutti voi, giovani, che avete scelto di servire il Signore, buon cammino.Tiziana Zardoni

PROFESSIONE DI FEDE

la Rete n.01|201314 -

PRESEPE VIVENTE A S. EUROSIASCUOLE PARROCCHIALI

Il 16 dicembre scorso si è svolto il presepevivente organizzato da noi genitori e dalle mae-stre della scuola dell’infanzia Sant’Eurosia. È sta-ta un’esperienza di eccezionale semplicità e ve-rità… come è semplice e vero un bambino: cosìDio è entrato nel mondo!

Avevamo tanto lavorato e preparato perchéil gesto si potesse svolgere “in grande”, all’ester-no, sui campi di calcio dell’oratorio. Per oltre unmese ci siamo trovati tutte le settimane e abbia-mo mobilitato amici, parenti e chiunque potessedarci una mano. Naturale, perciò, un po’ di ama-rezza nel constatare che le condizioni metereo-logiche ci costringevano ad una versione “ridot-ta” e un po’ improvvisata, in Chiesa. Nessuno dicoloro che si era implicato, però, è mancato al-l’appello o si è lasciato vincere dalla difficoltà:avevamo invitato tutta la comunità a fare con noimemoria della nascita di Gesù e non c’è stataneve o fango che abbia potuto estirpare questodesiderio di condivisione e, alla fine, il 16 dicem-bre alle 14.30 la Chiesa era piena di personeconvenute per il presepe.

Il silenzio che ha accompagnato tutto il ge-sto, la compostezza con cui i figuranti si sonomossi, il coinvolgimento dei bambini che più ditutti sono stati seri e perciò sicuri di essere den-tro un fatto vero, l’attenzione ai particolari deglioggetti e dei costumi, la gioia dei canti dei picco-li e poi della corale parrocchiale, la partecipazio-ne attenta e disponibile di tutte le persone pre-senti, hanno fatto di un’iniziativa semplice ungesto di potente richiamo al senso del Natale.La famiglia di Nazareth era una famiglia dellaparrocchia, da poco benedetta dall’arrivo delsecondo bimbo, la sorellina maggiore era unangioletto accanto alla mangiatoia… una fami-glia come tante delle nostre che in quel momen-to, in quel gesto, suggestivamente assicurava:nella semplicità della nostra quotidianità il Signoreviene!

Mentre rassettavamo un po’ la sacrestia eriponevamo i costumi, al termine del gesto, ci fe-licitavamo l’un l’altro, stupiti, del fatto che tuttofosse andato bene e che il presepe vivente fos-se stato davvero bello e significativo. In uno scam-bio di impressioni con il papà che aveva imper-sonato Erode, ci si è detti: “È commovente ve-dere come, dalla piccola disponibilità che ognu-

no di noi ha dato, il Signore abbia fatto germo-gliare un frutto così al di sopra e al di là di capa-cità e intenzioni! Del resto non è quello che spes-so capita con i figli?”.

Nei giorni successivi la direttrice dell’asiloha raccontato che un nonno, commosso fino allelacrime, le ha detto: “Era da tempo che non vi-vevo un gesto di Natale di tale cristianità!”.

Avevamo titolato l’evento: “Presto, venite,andiamo a Betlemme!” ed è stato stupefacenterendersi conto che ogni persona che ha presoparte al presepe vivente, in modi e con sensibili-tà differenti, ha risposto per sé a questa angeli-ca convocazione. C’è stato un vero movimentodi popolo a portare avanti l’iniziativa, un popolocommosso e grato innanzitutto per i figli che Dioci ha affidato e poi della compagnia reciprocatra genitori e con le maestre dell’asilo, tanto com-mosso e tanto grato da voler vivere insieme ilNatale: la gioia del Figlio che ci è dato in dono.

Elena Garzillo

S. Eurosia, il presepe della scuola dell’infanzia. In altoS. Eurosia gremita per il presepe vivente. Sopra, Valentina Autorinoe Daniele Tirelli ad impersonare Maria e Giuseppe, con un GesùBambino (Pietro) di neanche quattro settimane e l’angioletto Nicole.

«Presto, venite, andiamoa Betlemme»

la Rete n.01|2013 - 15

il Retinoil Retinoil Retinoil Retinoil RetinoCiao Bambini, questo mese il Retino vi regala una bellissima poesiascritta da una ragazzina israeliana quando aveva più o meno lavostra età. ..o solo qualche anno più di voi!

E’ un modo semplice e bello per augurare a tutti un BUON ANNOe ricordarvi che la pace la costruite anche voi, ogni giorno!

Ho dipinto la pace

Avevo una scatola di colori,brillanti decisi e viviavevo una scatola di colori,alcuni caldi, alcuni molto freddi.Non avevo il rossoper il sangue dei feriti,non avevo il neroper il pianto degli orfani,non avevo il biancoper i volti dei mortinon avevo il gialloper le sabbie ardenti.Ma avevo l’arancioper la gioia della vita,e il verde per i germogli e per i nidi,e il celeste per i chiaricieli splendentie il rosa per il sogno e il riposo.Mi son seduta e ho dipinto la pace.

(Tali Sorek, 12 anni)

Leggetela con attenzione, fatene tesoro...e poi usate i colori che amate di più

per realizzare un disegno che rappresenti un’immagine di PACE.

Imbucatelo con il vostro nome e cognomenella cassetta postale del Retino

della vostra Chiesa

entro il 31 gennaio

e durante la S. Messa di domenica 3 febbraiopremieremo i vostri lavori!

la Rete n.01|201316 -

Il Consiglio dell’Oratorioscopre la brace sotto la cenere!Proprio così! Il CdO del 9.01 convocato dopo quasi un anno dal precedente, è stato aperto da donSergio con due letture dal cap. 3 dell’Apocalisse che poco lasciavano intravvedere che non fosserichiesto un momento di profonda riflessione ai partecipanti.E momento di analisi, verifica e messa in discussione è stato! Vero, vibrante, profondo: unosguardo d’insieme per riscoprire l’aspettomissionario da rilanciare nella presenza di ognunoin oratorio. “L’essere tiepidi senza una fede reale è ilvero problema della Chiesa nel nostro tempo”,afferma il don.Tra le altre cose, dopo il momento di preghieraabbiamo accennato ai vari problemi operativi alquale il CdO non riesce a far fronte e chiarito che ilcompito di questo consiglio è di tenere altal’attenzione per i responsabili.Per esempio è doveroso sottolineare come i lavoriin oratorio a Binzago siano fermi ormai da troppotempo, e questo è sotto gli occhi di tutti.Ma non siamo stati solo a evidenziare solo i lavori ele attività che non funzionano, ma anche quelle nuove che piene di entusiasmo vengono lanciate,o che sono da sempre portate avanti.Si è parlato per esempio dell’attività sportiva che in tutti e tre gli oratori viene praticata, tra le qualispiccano il ritorno all’iscrizione ad alcuni campionati, per le squadre di calcio della Sacra, e ilnumero di bambini iscritti alle squadre di basket e di pallavolo di Binzago.L’attività catechistica di quest’anno è stata invece profondamente caratterizzata dal lavoro e dallamaggior conoscenza tra le catechiste, e questo è stato vissuto in maniera più che positiva.Si è infine riflettuto inoltre a possibili nuove modalità per la formazione in Oratorio, e alle modalitàper festeggiare il carnevale ed erogare il servizio dell’oratorio estivo in tutti e tre gli oratori.

Stefano De Iaco

C’è un cantiere apertoall’oratorio di Binzago:

vorremmo presto vedere i lavori terminati

ORATORIO

UNITA' PASTORALE - FESTA DI SAN GIOVANNI BOSCO 2013L'oratorio è cosa del cuorefamiglie e comunità strette attorno a un progetto educativo

La famiglie e i bambini, i gruppi di preadolescenti, adolescenti e giovani, tutte le squadreP.O.B e O.S.E., allenatori, catechisti ed educatori, insegnanti e studenti delle scuole parroc-chiali si trovano a pregare:

GIOVEDI' 31 GENNAIO, alle ore 21.00S. MESSA in onore di SAN GIOVANNI BOSCOpresso il palazzetto dell'ORATORIO DI BINZAGO

presiede don Federico Galiussi

Siamo invitati a raggiungere l'oratorio entro le 20.45, per preparare al meglio la celebrazione.E' richiesta l'accortezza di indossare scarpe pulite e senza tacchi appuntiti.

la Rete n.01|2013 - 17

FESTA DI S. ANTONIO ABATE - 20 gennaioore 11,00 S. Messaore 16,30 Vespri e processione accompagnati dalla banda di BinzagoA seguire falò in oratorio e frittelle per tutti

FESTA DELLA FAMIGLIA - 27 gennaioore 11,00 S, MessaAperitivo in piazza

FESTA DI S. AGATA - 2 febbraioore 18,00 S. Messaore 19,30 cena insieme - iscrizione al Centro entro il 31 gennaioSeguirà spettacolo teatrale in dialetto milanese ed il favoloso gioco della "stecca" connumerosissimi premi!

Finito il Natale è già ora di pensare al...

CARNEVALE!Quest’anno il tema scelto dalla FOM è

BARRA A DRITTA!VERSO L’ISOLA DEL TESORO

E allora, che aspettate? Pronti a salpare!Aguzzate l’ingegno, lavorate di fantasia,

per sfilare nelle nostre viecol vestito più originale che ci sia!

Occhi aperti e orecchie ben tese,pronti a captare

negli oratori e dagli animatoriogni piccolo segnale riguardante

le sfilate e le festeche verranno organizzate

nella nostra comunità!IL 16 FEBBRAIO E’ CARNEVALE,

VIENI ANCHE TUALLA SCOPERTA DEL TESORO!

Prossime feste a S. Eurosia

VITA DELLE PARROCCHIE

la Rete n.01|201318 -

VITA DELLE PARROCCHIE

Con il consueto momento di preghiera loscorso 14 gennaio ha avuto inizio l’incontro del-le commissioni missionarie del decanato diSeveso. Padre Massimiliano ha commentato laprima scheda del sussidio proposto dalla dioce-si: “Andate…sono con voi tutti i giorni”; diceva:«Al centro della Missione c’è Gesù con la SuaPresenza, con la Sua Parola, si è chiamati peressere mandati. Il Regno di Dio che siamo chia-mati a costruire ci rivela che è bontà,misericordia…Nella Missione il Protagonista èDio, noi siamo soltanto collaboratori…è lo Spiri-to Santo e la Parola che guidano la Missione».Padre Massimiliano si aspettava dai sussidi qual-che indicazione più pratica e auspica una “spin-ta progettuale, operativa di proposte concrete”per vivere la missionarietà nelle nostre comuni-tà pastorali, parrocchie e territorio. E sottolinea-va l’importanza di andare incontro più che invi-tare, convocare. Gesù andava incontro alla gen-te, pertanto occorre vivere la Missione come unandare più che un invito, o meglio un equilibriofra i due aspetti. Si pone perciò la domanda:«Come andare incontro alla gente, alle fami-glie?» Il cammino missionario è la Chiesa cheva incontro, va verso. Tuttavia la fede è sempreun invito, è un dono, mai un’imposizione. In tale

prospettiva emerge il valore importante che han-no gli operatori pastorali, in particolare i cate-chisti, il cui ruolo è fondamentale nella formazio-ne della fede delle nuove generazioni, pertantosarebbe bello, diceva padre Massimiliano, checi fosse per i catechisti a livello decanale un cam-mino di formazione come operatori missionari.Infatti, l’annuncio ha dentro di sé la Missione,che è invito, mandato da parte di Dio ad uscireda noi stessi per andare incontro agli altri. Nelleparrocchie i catechisti dovrebbero spiegare airagazzi cos’è la missionarietà nella chiesa e illegame che esiste tra parrocchie e missioni. Giàin alcune parrocchie i catechisti visitano le fami-glie dei ragazzi che seguono, e ciò è di grandeimportanza. Come evento interessante ci sonostate suggerite le mostre fotografiche propostedai padri Bianchi (missionari d’Africa) e dalla ri-vista “Africa” per conoscere con più attenzionee nel profondo il continente africano(www.missionaridafrica.org). Queste mostre pos-sono essere allestite in scuole, biblioteche, par-rocchie e centri culturali. Il prossimo incontro saràsulla seconda scheda del sussidio “andate…sono con voi tutti i giorni” e, come di consueto,si terrà nella cripta di santo Stefano, lunedì 25febbraio alle 20.30.

Il Gruppo Missionario

Catechesi degli adultiA febbraio e marzo riprendono le catechesi tenute da don Antonio Niada.Chi vi ha partecipato in autunno ne è rimasto veramente soddisfatto.Si cresce nella fede, se si cammina insieme.

A Sant’Eurosia

LUNEDI’ 18 FEBBRAIO ore 21,00Il servizio di Gesù: I segni del Regno

LUNEDI’ 25 FEBBRAIO ore 21,00Il servizio di Gesù: Per noi obbedientefino alla morte di croce

LUNEDI’ 4 MARZO ore 21,00Il servizio di Gesù: Per noi obbedientefino alla morte di croce

LUNEDI’ 12 MARZO ore 21,00Il servizio di Gesù: Risorto per la nostrasalvezza

Alla Sacra Famiglia

DOMENICA 24 FEBBRAIO ore 17,30Il servizio di Gesù: I segni del Regno

DOMENICA 3 MARZO ore 17,30Il servizio di Gesù: Per noi obbedientefino alla morte di croce

DOMENICA 10 MARZO ore 17,30Il servizio di Gesù: Per noi obbedientefino alla morte di croce

Servono catechisti “missionari”

la Rete n.01|2013 - 19

… pietre vive della Chiesa del Concilio Vaticano IIAspettiamo gli animatori della pastorale, i membri dei diversi consigli (pastorale, affarieconomici, oratorio), gli educatori e le catechiste, gli animatori sportivi e delle saledella comunità, i credenti e i curiosi a ri-vivere un ascolto e un confronto sulle quattroCostituzioni conciliari. Ciascuno può partecipare al massimo a due laboratori.CHI ANCORA NON HA DATO LA SUA ADESIONE DEVE iscriversi presso ogni referente

Me 23 gennaio Costituzione su fede e rivelazione Dei VerbumKatia [email protected]

Me 23 gennaio Costituzione sulla Chiesa Lumen gentiumPaola AD; [email protected]

Me 13 febbraio Costituzione sulla divina liturgia Sacrosantum conciliumdon Antonio Niada; [email protected]

Me 13 febbraio Costituzione sul rapporto chiesa e mondo Gaudium et spesdon Flavio; [email protected]

Tutti gli incontri saranno presso l’Oratorio don Bosco ore 21

"Famiglia e fede" alla luce delle parole dell'omelia del Papa a Bresso in occasione del Family2012, sono stati i temi vivacemente affrontati domenica pomeriggio nella sala Paolo VI dell'oratoriodella Sacra Famiglia tra famiglie giovani, con ipropri piccoli felicemente a seguito, e nonni te-naci che non si lasciano certo frenare dalle tem-perature invernali. Don Antonio ha guidato ad unapprofondimento biblico dei temi e poi si è la-sciato spazio all'esperienza vissuta in famigliadalla viva voce di mamme, papà e preziosi non-ni. E' stato qualcosa di veramente speciale, chericorda le prime comunità che, avendo incontra-to Gesù, si ritrovavano per riconoscerlo vivo eoperante dentro il calore di casa e richiamarsi econfortarsi a vicenda dentro le fatiche e le gioiedi tutti i giorni. Casa, marito, moglie, figli, realtàche così possono trasformare anche la società,rendendola più bella, buona e giusta, cercandoogni giorno il Suo Volto dentro la semplicità quo-tidiana e l'amore coniugale che è fatto di fortez-za e perdono.

Si ringraziano tutti coloro che hanno parte-cipato e contribuito, portando la propria espe-rienza e condividendola. La difficoltà di trovareuna data, che fosse un futuro nuovo incontro pertutti di fare un'esperienza del genere, non ci faperdere la certezza che ci sia desiderio di viverloancora e la speranza di potersi ritrovare in altreoccasioni analoghe.

Giselle Colombo

Famiglia e Fede: condivisiin una domenica di Gennaio

I passi avanti del Family 2012 a Bresso. A distanza di oltre settemesi dalla visita del Papa a Milano, nella nostra comunità c’èdesiderio che cresce tra le famiglie di trovarsi e confrontarsi guidatidalla Parola (e da don Antonio!). Nella foto Stefano De Iaco con ifigli Samuele e Sofia, insieme alla famiglia Basilico, tra cui Giselle,autrice dell’articolo.

VITA DELLE PARROCCHIE

la Rete n.01|201320 -

LA PAROLA AI PARROCCHIANI

Chi nell’ultimo scorcio del 2012 non ha sen-tito parlare del “femminicidio”, di don Corsi, del-la presa di posizione, o dell’as-senza della stessa, di eminentiesponenti della Chiesa e di quan-ti sono su posizioni opposte?

Mi sono posto una doman-da che trovate anche nel titolodell’articolo. Come spesso capi-ta, tutti portano a suffragio dellaloro teoria motivazioni valide e re-ali facendo diventare quello chedovrebbe e potrebbe essere undibattito interessante il solitoguazzabuglio.

Personalmente ritengo che si sta parlandodi persone, vittima o carnefice che sia, le cui vitegiungono a diventare dramma perché, spesso,problematiche complesse e profonde non sonostate affrontate nel passato o i soggetti interes-sati non hanno trovato ascolto. Altrettanto spessoquesti problemi non si vogliono far emergere pernon rovinare la facciata di rispettabilità di un com-ponente della coppia piuttosto che di entrambi,piuttosto che lo scandalo che ne conseguirebbenel quartiere, in paese, in parrocchia….

Indubbiamente quanto sopra poggia anco-ra su un concetto di donna che non si è ancoradefinitivamente evoluto ed impiantato nella no-stra cultura occidentale ed anche cristiana, no-nostante le evidentissime indicazioni e altrettan-to evidentissimi richiami dati anche dalle massi-me cariche Ecclesiastiche nel corso degli ultimidecenni, piuttosto che da eminenti figure laiche.

D’altro canto, questi casi sicuramente go-dono di minor presenza sui media, vi sono casidi violenza famigliare i cui soggetti più debolisono gli uomini. Così come nei casi di separa-zione, purtroppo ancora in aumento, la statisticaindica che è l’uomo ad avere la peggio sia intermini economici che in termini psicologici chesociali soprattutto nei confronti dei figli. Il tuttobasato sul concetto che gli stessi stiano megliocon la madre e non che abbiano il riferimento dientrambe le figure dei genitori, come ben sap-piamo.

Come vedete si vanno a toccare moltissi-me problematiche: filosofiche, religiose, sociali,legali, ecc.

Personalmente, penso che:1) La violenza sulla persona, uomo o don-

na che sia, deve sempre essere condannata;sempre.

2) Discutere portando sempre e solo casiche rafforzano le proprie posizioni senza volerquanto meno discutere anche di quelli su posi-zioni opposte porta al solito polverone mediaticosenza affrontare realmente il problema.

3) La discussione verte sulla pietra ango-lare della società, la famiglia e sui rapporti inter-ni alla stessa.

4) Ancora una volta si sta perdendo l’occa-sione per discutere seriamente delle problema-tiche relative alla famiglia all’interno della nostrasocietà.

5) Vi sono i problemi di moralità della no-stra società, che sempre più spesso ci vengonopresentati sotto sfaccettature diverse ma che nonsi affrontano mai seriamente e la cui risoluzioneprevede comunque tempi lunghi.

Poche e semplici riflessioni che spero pos-sano sollecitare un minimo di discussione tra ilettori, sia come cittadini cristiani, piuttosto cheatei o di altre confessioni. Invito chi vorrà co-gliere l’occasione, a inviare i propri commen-ti tramite i diversi canali di comunicazione di-sponibili.

Gianluca Regondi

Femminicidio:polverone mediatico o problema reale?UNA RIFLESSIONE PER PROVOCARE UNA DISCUSSIONE TRA I LETTORI SU UNAGRAVISSIMA QUESTIONE COME IL FEMMINICIDIO ED UN PROBLEMA SEMPRE PIU’ CRE-SCENTE CHE RIGUARDA I PADRI SEPARATI. DITECI LA VOSTRA OPINIONE!

Violenza sulle donne e papà separati.Due fenomeni gravi. L’era moderna nonè riuscita ad arginare il primo e, addirittu-ra, ha portato alla nascita del secondo.

la Rete n.01|2013 - 21

Il 24 gennaio prossimo uscirà nelle sale ci-nematografiche di tutta Italia la biografia diAbramo Lincoln secondo il regista StevenSpielberg, che dirige un film sul sedicesimo pre-sidente degli Stati Uniti d’America, incentratosullo scontro politico tra Lincoln e i potenti uomi-ni del suo gabinetto per l’abolizione dalla schia-vitù degli afroamericani alla fine della Guerra ci-vile. In un paese diviso dal conflitto e dai grandiventi di cambiamento, Lincoln persegue una li-nea d’azione volta a far finire la guerra, unire lanazione e abolire la schiavitù.

Grazie alla sua moralità e alla feroce deter-minazione che scaturisce dal desiderio di otte-nere il successo, le scelte del presidente mute-ranno il destino delle generazioni a venire. E’Daniel Day-Lewis –attorniato da un cast distelle – a interpretare laparte del presidente cheha cambiato per sempreil corso della storia, in unfilm in odore di Oscar condodici Nomination e favo-rito d’obbligo alla seratadei premi.

Abraham Lincoln na-sce il 12 febbraio 1809 presso Hodgenville(Kentucky) e viene assassinato il 14 aprile 1865a Washington.

Nel 1831 entra nella vita politica e nel 1837si stabilisce a Springfield esercitando la profes-sione di avvocato, ottenendo fama di buongiurista. Nel 1842 sposa Mary Todd, figlia di unastimata famiglia, che gli dà quattro figli. Verràeletto Presidente degli Stati Uniti con una mag-gioranza relativa e quando, nel marzo 1861, as-sume il suo incarico, già sette degli Stati del Sudsi staccano dall’Unione e formano una confede-razione autonoma. I tentativi di Lincoln di evita-re, con una politica prudente, la scissione di altriStati dall’Unione e contemporaneamente di con-trollare le forze radicali del nord, suggerisconoin che modo la sua politica doveva muoversi ne-gli anni seguenti.

NON VOGLIAMO FAR PUBBLICITA’ A SPIELBERG... MA E’ GIUSTO DAR VOCE AD UNAPAGINA DELLA STORIA COSI’ IMPORTANTE, SENZA DIMENTICARE CHE FORME DISCHIAVITU’ ESISTONO TUTTORA E ASPETTANO UN “NUOVO LINCOLN” .

Il Presidente che abolì la schiavitùe cambiò il corso della storia

All’inizio del 1862 è stato vicino all’idea diuna colonia d’insediamento per neri, ma contem-poraneamente è giunto alla firma della dichiara-zione di emancipazione che, su consiglio diSeward proclama, ma solamente quando la si-tuazione militare degli Stati del nord migliora (23settembre 1862).

La sua abilità e la sua tenacia fanno dellaliberazione degli schiavi un importantissimo stru-mento politico nelle sue mani e Lincoln verràrieletto presidente e presenterà il suo program-ma di ricostruzione del Sud: le più favorevoli con-dizioni che mai siano state fatte da un vincitore.Egli non si comporterà mai da conquistatore, ri-manendo il “Presidente degli Stati Uniti” fino ache i colpi di un fanatico, l’attore John Booth,

che lo feriscono mortal-mente, gli impediscono disanare le piaghe che laguerra civile aveva la-sciato al Paese.

Esattamente centoanni dopo, per celebrareil proclama di emancipa-zione di Lincoln, il 28agosto 1963, circa250.000 persone si sa-

rebbero radunate nella celeberrima “marcia peril lavoro e la libertà”, guidata da Martin LutherKing, appoggiata anche dall’allora PresidenteJohn F. Kennedy. La folla potè assistere allastretta di mano tra Kennedy e i leader delle prin-cipali organizzazioni per la lotta per i diritti civilidei neri ed al celebre discorso “I have a dream”di King che divenne il discorso-simbolo dellamarcia ed uno dei più famosi della storia orato-ria americana.

Questi tre grandi uomini della storia ameri-cana, uniti da un destino comune e tragicamen-te condiviso nella ricerca dell’indipendenza edella pace, furono assassinati per soffocarne ilpensiero e la capacità innata di guidare con gran-de carisma il popolo americano verso la luce dellalibertà.

Liliana Moro

LA PAROLA AI PARROCCHIANI

la Rete n.01|201322 -

LE STATUE DI BINZAGO VERSO IL MADAGASCARSOLIDARIETA’ E MISSIONE

E’ una storia di periferia milanese dove due sorelle, una vedova e l’altra zitella incinta, non perdonola passione per gli uomini e vogliono a tutti i costi continuare a mettersi in mostra, cercare marito esoprattutto fare da sorelle maggiori, quelle esperte e per bene, rompendo continuamente le uovanel paniere alla terza sorella più giovane. Non perdono occasione per ficcare il naso ovunquetirando in ballo anche il fratello senza carattere ma con una moglie che ne ha per due, ma alla fine...Beh, questo lo scoprirete voi!

Regia di Giulio Piuri

Sala Teatro “PAOLO VI” - oratotio di Binzago - via Manzoni 13SABATO 26 Gennaio 2013 - ore 21.00 - ingresso libero

Carissimo Don Romeo,Le due statue: quella del Sacro Cuore equella di San Giuseppe sono molto belle,sono state restaurate molto bene, le abbiamomesse nel container che è stato chiuso ieri epartirà oggi da Motta di Livenza. Ivolontari in pensione di Mezzago hannopreparato molto bene le casse di legno perqueste statue e per tutte le attrezzaturemediche per la chirurgia.Spero tanto che la statua del Sacro Cuore diGesù e la statua di San Giuseppe con GesùBambino, proteggano questa spedizione etutto il materiale possa arrivare adestinazione senza problemi.Un caro saluto!Maurizio

mail ricevuta il 17.01.2013

In viaggio verso Marovoay (Madagascar)

la Rete n.01|2013 - 23

Tutti a Roma!I FEDELI DELLE SETTE PARROCCHIE DI CESANOSONO INVITATI AL PELLEGRINAGGIO A ROMA,

SULLE ORME DEL CONCILIO VATICANO II,DAL 25 AL 28 APRILE

1° giorno - Giovedì 25 Aprile CESANO/CORTONA/ROMAPELLEGRINI VERSO LA ROMA DEL CONCILIOOre 5.30 partenza da Cesano per Cortona. Visita della cittadina ai margini orientali della Valdichiana,dal glorioso passato sin dal tempo degli etruschi fino al medioevo. Visita al Museo Diocesano perammirare le opere del Signorelli e del Beato Angelico. Pranzo. Nel pomeriggio trasferimento all’EremoLe Celle, luogo privilegiato per la preghiera da San Francesco. Messa. Proseguimento per Roma.Cena e pernottamento a Fiano Romano.In serata, incontro con don Luigi Mistò, Segretario dell’Amministrazione della Santa Sede«Il Concilio e la povertà della Chiesa. Un sogno tradito?»

2° giorno - Venerdì 26 Aprile ROMALA ROCCIA DELLA FEDE: Pietro - una fede apostolicaTrasferimento in S. Pietro per la Messa nelle Grotte vaticane. Visita alla Necropoli Vaticana (per-messi in richiesta). Proseguimento con la visita alla Basilica di San Pietro. Pranzo. Nel pomeriggiovisita alla Roma “laica”: i Fori Imperiali, il Colosseo, San Pietro in Vincoli. Rientro a Fiano per cena.In serata, incontro con don Samuele Sangalli della Congregazione per i Vescovi«Il papa e i vescovi: a cinquant’anni dal Concilio»

3° giorno - Sabato 27 Aprile ROMALA FEDE OGNI GIORNO: Paolo - una fede missionariaMattinata dedicata alla visita del complesso Abbaziale delle Tre Fontane: luogo del martirio e dellamemoria dell’Apostolo Paolo e di 10.203 martiri per Cristo. Messa. Visita alla basilica di San PaoloFuori le Mura. Pranzo. Nel pomeriggio Trastevere e visita delle Chiese di S. Maria S. Cecilia e S.Egidio. Incontro con la comunità di Sant’Egidio nella Basilica di Santa Maria in Trastevere.In serata, dialogo tra noi

4° giorno - Domenica 28 Aprile ROMA/CESANOLA FEDE DI UNA COMUNITA’: Chiesa diocesana e parrocchieMessa nella chiesa Ambrosiana di Roma dedicata ai Santi Ambrogio e Carlo. Visita a via del Corsoe a Trinità dei Monti. Trasferimento in San Pietro per assistere alla preghiera dell’Angelus con ilSanto Padre. Pranzo. Nel pomeriggio partenza per Cesano Maderno e arrivo in serata.

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE(min. 40 persone paganti)

Euro 480,00(sistemazione in hotel Best Western Park Hotel di Fiano Romano)

Supplemento camera singola Euro 60,00 - Sconti per i minori

Comprende: pullman, pensione completa dal pranzo del 1° giorno al pranzo del 4° giorno (con 1/2minerale ai pasti, 1/4 di vino), hotel 4 stelle, guida per tutto il soggiorno a Roma, accompagnatore,abbonamento sanitario e annullamento viaggio, sussidio religioso.Non comprende: mance, ingressi e Necropoli Vaticana (Euro 13,00)

ISCRIZIONI entro e non oltre il 30 GENNAIO 2013presso le rispettive parrocchie

Acconto all’iscrizione: Euro 200,00.

la Rete n.01|201324 -

Dopo le abbuffate di Messe e tavolate natalizie, nientedi meglio di una giornata sulla neve con la Parrocchiaper smaltire gli eccessi!

Foppolo!28 dicembreUNA GITA PERFETTA PER BAMBINI E RAGAZZI.Si sa che i bambinisono sempre felici inmezzo alla neve, mavolete mettere chebello godersi unagiornata in monta-gna senza il pensie-ro che il giorno doposi debba andare ascuola?La gita di un giorno,durante le vacanzedi Natale, è pensataanche per questo.

Le sorelle Borgonovo, Sofia ed Elisa. Silvia Giussani ed Elisa Borgonovo. Maddy Bizzozzero e Chiara Valaderio.

UNA GITA PERFETTA ANCHE PER I GRANDI.Diciamo la verità: una giornata così, coi propri figli, i proprinipoti, i ragazzi dell’oratorio, fa bene anche ai grandi!Scendere col bob e divertirsi in compagnia (con Bruno chesceglieva di volta in volta la partner per la successiva discesa),cantare sul pullman allegramente: è un “mare” di emozioni.

A destra, il gruppo Terza Età... le catechiste Cia e Rita, l’organizzatrice della gitaIvana, mamma Tiziana, nonna Laura e l’immancabile Maddalena.Sotto, Rita con Cia, Rita con Maddalena, Cia con Bruno e, infine, Maria Grazia.

Sopra, Andrea Romagnolo e Matteo Grotto.A destra, Sofia Borgonovo, Arianna Grotto e appena dietro,Silvia Giussani.

la Rete n.01|2013 - 25

DON SERGIO E LA SALITA AL MONTE.Per meglio vegliare sullenostre discese coi bob,don Sergio si appostalassù sulla collinetta.Sicuramente oltre allosguardo vigile, ci avrà pureaccompagnato con qual-che preghiera per proteg-gere la nostra incolumitàdurante le discese folli.L’anno prossimo gli regale-remo un paio di pantalonida sci, così potrà scendereanche lui insieme a noi !!! Don Sergio veglia dall’alto sulle nostre discese. Don Sergio e Andrea Romagnolo, detto il Rumagnoeu

RITA, LA CATECHISTA IMBATTIBILE NELLE GARE DI BOB.I due cugini Benini, Andrea e Pietro, ascoltano con attenzione Rita. Forse li starà sgridando perchè scendonotroppo velocemente? Macchè! Rita sta facendo loro un vero e proprio corso: come riuscire a curvare col bob,senza perdere velocità... Con il bob Rita non ha proprio rivali!!

Andrea e Pietro Benini intenti ad ascoltare le sagge parole di... ... Rita, che si prodiga in accurati consigli per la guida dei bob.

PROVE DA FUTURO ANIMATORE.Il quasi 15enne Paolo Valaderio assapora per una discesa il piacere di rendersi “animatore” per i più piccoli.E a vedere il volto radiosodella piccola ElisaBorgonovo, sembra che siastato promosso a pieni voti.

la Rete n.01|201326 -

LUCCIOLA

Buio.Fitta oscurità che appesantisce.E il male in agguatoPronto ad incupire anche ciò che splende per noi soli.MaleSi attacca appiccicoso come colla sulla pelle.Àncora lo spirito e soffoca i respiri dei pensieri.È una malattia.Inaspettata. Mai desiderata.Lì, in quella notte spessaLa verità si fa raccogliere.Una piccola lucciola tra le nostre mani.La sua luce rischiara il volto e danza nei nostri occhi.Desiderosa, pretenziosa di libertà.Chiarore lieve che s’impone sul buio.Perché l’oscurità non si vince con imprese potenti.Si combatte con le piccole azioni quotidiane della gente comuneChe instilla amore e purezza nei gesti di tutti i giorni.

Rossella

scatti di poesia

Foto di Stefano De Iaco

Niente

Mi piaci notte,così silentee fredda.Un auto che passae la mente che creacrea il niente,crea la pace.E la pace e il nientefanno esploderepensieri profondie l’anima s’imbevedi pace, di niente.

Rosalba Parravicini

L’angolo della poesia

A Rosalba e a tutti noi giungono gli auguri di Sr. Rina dalla missione venezuelana.Nella foto i lavori in corso per la costruzione del Centro che tante energie e tanto tempostanno portando via alla suora salesiana che visse per diversi anni a Binzago.

la Rete n.01|2013 - 27

Capita spesso di fronte alla scomparsa diuna persona di sforzarsi per ricordarla, di pen-sare a qualche sua caratteristica, a qualche epi-sodio della nostra vita, a qualcosa di fuori dalcomune.

Per la zia Tina, la mia madrina, la mammadi don Romeo non c’è bisogno di tutto questo.La sua vita, l’esperienza che ne abbiamo avutofortuna di sperimentare, è di quella semplicitàdisarmante che è propria dei forti.

Da piccoli lei era la meta dei nostri pome-riggi domenicali, dopo la visita al cimitero: la suacasa era sempre aperta. Lei, lo zio, i cugini sem-pre disponibili, da lei abituati alla cordialità, allafraternità, alla condivisione anche nel poco. Sem-pre attenta alla nostra crescita fisica e spiritua-le, sapeva trovare all’occasione una calda paro-la di sprone o di conforto, salvo schermirsi piùtardi: «Sono stata la tua madrina, ma non haiavuto bisogno di me!».

Ecco la grande e umile laboriosità, il pienoabbandono alla Provvidenza, la tenacia nel por-tare avanti la famiglia, soprattutto dopo essererimasta vedova 40 anni fa con 5 figli, di cui l’ulti-ma di soli 10 anni: la missione della sua vita.

Quello che cristianamente aveva ricevutoa partire dalla sua famiglia all’amata CascinaVignazza di Carugo, quotidianamente condivisocon lo zio, veniva trasmesso ai figli e germinavaanche nella vocazione di don Romeo. Quantatenera trepidazione nel corso dei suoi studi,quanta devozione al suo DON Romeo (guai alasciarsi andare a chiamarlo ancora soloRomeo!), ai suoi educatori, ai suoi collaboratorie poi quanta totale dedizione!

Ancora, la caratteristica più evidente dellazia è stata ed è il suo sorriso, che non ha ab-bandonato neppure nei mesi della sofferenza.E’ perché è ancora vivo, genuino, soave, sere-no, affettuoso, rasserenante, incoraggiante, pie-no della tranquillità di chi prega, crede, spera eama, non solo per te, ma soprattutto per Lui.

A Lui, per Lui ha dedicato tutta la sua vitaed ora Gli sorrida in grembo.

Alberto PozzoliVerano Brianza

La mamma del nostro parrocoIL 29 DICEMBRE E’ SCOMPARSA LA MAMMA 86ENNE DEL NOSTRO PARROCO, DON ROMEO.LA TESTIMONIANZA DI ALBERTO, CUGINO DI DON ROMEO, IN RICORDO DI ZIA TINA,MADRINA AL SUO BATTESIMO E MADRINA PER TUTTA LA VITA.

Caro don Romeo,grazie della bella testimonianza di fede che

tu e la tua famiglia ci avete trasmesso in questomese di dicembre, mentre mamma Tina si spe-gneva piano piano.

Noi non abbiamo mai incontrato la tua mam-ma, perchè quando sei arrivato a Cesano eragià tanto malata. Eppure, in un certo senso cre-diamo di conoscerla. C’è un po’ di mamma Tinaogni volta che hai la pazienza di ascoltarci, ognivolta che sei disponibile ad accoglierci così comesiamo, ogni volta che ci sorridi in modo sincero,ogni volta che ci fai trovare Gesù nelle piccolecose quotidiane e ogni volta che, come tutte lebuone mamme, ci fai notare che stiamo sbaglian-do e ci aiuti a correggerci.

i tuoi parrocchiani di oggi

IN MEMORIA DI...

Venegono, Festa dei fiori 2004. Mamma Tina condon Romeo e, di spalle, il Card. Tettamanzi.

“Ti rendo lode Padre, Signore del cieloe della terra, perchè hai tenuto nascoste

queste cose ai sapienti e ai dottie le hai rivelate ai piccoli.

Si o Padre perchè così è piaciuto a te”(Mt 11, 25-26)

la Rete n.01|201328 -

IN RICORDO DI...

Un grazie sentito per la grande vicinanza che ci avetemostrato in occasione della morte della nostra mamma.

Accompagnarla in paradiso è stata per noi un’esperien-za molto intensa. Lo è stata indubbiamente nel momento incui tenendola per mano e pregando per lei e con lei l’abbia-mo affidata al Padre, ma lo è stata anche per quanto vissutonei giorni precedenti e seguenti, in particolare nella celebra-zione del funerale.

Però tutto il percorso vissuto accanto a lei nella malattiaè stato un’ opportunità per condividere l’arte del prendersicura di ciò che è piccolo, fragile, indifeso.

La malattia dell’Alzheimer comporta un progressivo de-terioramento fisico e psichico e una graduale perdita dell’au-tonomia. Nella prima fase della malattia l’ammalato questolo percepisce e diventa per lui motivo di disorientamento. An-che per i familiari non è facile accettare questi cambiamenti che hanno un forte impatto emotivo,la persona cara “non è più quella di prima”.

E’ una malattia che destabilizza gli equilibri familiari, cambia notevolmente le relazioni, chie-de di modificare e elaborare nuove modalità di approccio con la persona ammalata.

In tutto questo possiamo dire, e lo diciamo davvero con gratitudine, che alla fine anche lamalattia della mamma è stata per noi occasione di crescita, o meglio che la mamma si è servitaanche di questa sua malattia per farci crescere. Anche attraverso questa malattia è stata mammae nonna fino alla fine.

Ci ha fatto crescere per quella voglia di vivere e non arrendersi che continuava a comunicare.Ci ha fatto crescere perchè anche nella malattia faceva trasparire quei valori che l’hanno accom-pagnata per tutta la vita. Ci ha fatto crescere perchè ci ha dato una grande opportunità di ritrovarciattorno a lei, ascoltarci e ascoltarla. Ci ha fatto crescere perchè ci ha “costretti” (nipoti compresi)a crescere in una sensibilità e in una attenzione che senza la sua malattia probabilmente nonsarebbe stata così. Ci ha fatto crescere perchè ci ha dato l’opportunità di approfondire relazioni ocreare relazioni nuove con tante persone che si sono mosse attorno a lei, in primo luogo conTamara che negli ultimi anni si è presa cura di lei.

Ci rendiamo conto che nel corso della sua malattia no-stra mamma ha potuto godere di un contesto e di condizioniparticolarmente favorevoli e forse difficilmente riproponibili peraltri ammalati di Alzheimer:

- una famiglia numerosa (sia di figli che di nipoti)- una situazione abitativa favorevole- un supporto di aiuti veramente straordinario e qualifi-

cato- una situazione economica che, grazie a quanto ac-

cantonato con la pensione propria e del marito e grazie allesovvenzioni date (e purtroppo successivamente tolte) a chiassume regolarmente una badante, ha permesso di gestirela malattia senza gravare economicamente sui figli.

Condizioni che fra l’altro hanno fatto sì che nei lunghi anni della sua malattia la nostra mam-ma non facesse un solo giorno di ospedale o di ricovero. Vorremmo comunque, nell’auspicio chepossa essere utile per altre famiglie, consegnare tre “regole” o “tesori” che per noi sono statipreziosi per poter accompagnare bene la nostra mamma negli anni della malattia.

1. La ricerca di un accordo fra i familiari che porta la persona ammalata a fidarsi molto più

Un grazie a tutti voiE CON IL GRAZIE VORREMMO CONDIVIDERE CON VOI ALCUNE RIFLESSIONI A PARTIREDALLA MALATTIA CHE HA ACCOMPAGNATO GLI ULTIMI ANNI DELLA MAMMA

27.10.12 - celebrazione Unzione degli infermi

Con Francesca il giorno dellaPrima Comunione

la Rete n.01|2013 - 29

facilmente di loro. Sappiamo che l’avanzare deglianni con le fragilità e le insicurezze che con sètrascina (e l’Alzheimer su questo non fa certa-mente eccezione) può portare la persona a unatteggiamento di difesa e sospetto nei confrontisoprattutto di chi è più vicino. Su questo dob-biamo dire che nostra mamma ha sempre avu-to fiducia nei figli (oltre che nella nuora, generi enipoti) anche quando questi hanno dovuto in-ventare le” bugie” più fantasiose per farle ac-cettare scelte che diversamente per la sua sen-sibilità o per la fase della malattia che stava at-traversando mai avrebbe accettato. Per com-pletezza dobbiamo dire anche che un altro fat-tore ha giocato molto a favore in lei: quel riferi-mento che le è rimasto dentro al suo Dio e al“mondo della fede” e del-la chiesa. E’ stato fonda-mentale per ritrovare al-cuni punti fermi e motiva-zioni nel suo agire (le pre-ghiere, la Messa alla te-levisione fin quando hapotuto, il riferimento apersone legate al “mon-do della fede” risvegliava-no in lei una coscienza disè incredibile), per accet-tare alcune limitazioniche si accorgeva di ave-re, per “riconciliarla” con alcune scelte che levenivano chieste.

2. La cura di una relazione triangolare am-malato - badante - familiari. La badante non so-stituisce i familiari ma agisce a loro fianco parti-colarmente in quegli spazi in cui i familiari dasoli non possono esserci. E’ importante che labadante senta su di sè la fiducia dei familiari,che si senta supportata da loro (sia nella rela-zione con l’ammalato che nella tutela dei suoispazi di riposo e dei suoi diritti), che ci sia unacomunicazione molto stretta fra badante e fa-miliari. E anche su questo dobbiamo dire ungrande grazie per la dedizione che Tamara haavuto nei confronti della nostra mamma.

3. La capacità di chiedere aiuto e farsi aiu-tare. Rapportarsi con un ammalato di Alzheimernon è una cosa semplice. Bisogna imparare ebisogna farsi aiutare. Per noi è stato fondamen-tale avere come punto di riferimento L’AIMA (As-sociazione Italiana Malati di Alzheimer) che ci

IN RICORDO DI...

ha orientato nell’attivare strategie (a volte com-plesse ) nelle varie fasi della malattia.

Questa associazione è un supporto chetutti possono richiedere. Ma oltre a questo è statafondamentale la rete di relazioni e di aiuti di cuila mamma ha beneficiato e che vorremmo cia-scuno potesse sentire attorno a sè. Magari nontutti avranno un’amica medico-geriatra o un’ami-ca fisioterapista disponibili in modo disinteres-sato in ogni circostanza, ma tutti hanno un pa-rente, un amico, un vicino, una conoscenza allaquale chiedere un aiuto o che può farsi da tra-mite per un aiuto.

Se ci è concesso, vorremmo spezzareuna lancia, piena di gratitudine, anche nei con-fronti delle cure omeopatiche che, applicate cor-

rettamente, con la mam-ma hanno fatto veramen-te “miracoli”. E ovviamen-te grazie a chi l’ha segui-ta in modo estremamen-te competente con que-sta cure.

Tutta questa serie difattori ha permesso a no-stra mamma una qualitàdi vita che possiamo defi-nire eccezionale se rap-portata alla tipologia dimalattia che aveva. Basti

pensare che dopo quasi 10 anni di Alzheimerancora camminava e mangiava da sola. Bastipensare che la foto-ricordo che è stata scelta leè stata scattata l’ultima volta che è venuta a tro-varmi a Mezzago; ed erano già quattro anni cheera ammalata.

Con questo desideriamo dire un graziegrande alla nostra mamma, ma ridirlo anche atutti voi. A chi ha mostrato la sua vicinanza par-tecipando alla liturgia del funerale e a chi, nonpotendo essere presente quel giorno, l’ha mo-strata in tanti modi diversi.

Il giorno successivo tutti abbiamo iniziatoun anno nuovo che però per tanti aspetti asso-miglia ancora a quello vecchio. Nostra mam-ma, e tutti coloro che sono in paradiso, hannoiniziato un anno (o qualcosa di più) veramenteNUOVO. E senz’altro in paradiso le mamme han-no già trovato un’altra missione da compiere.

don Romeo, M. Rosa,Silvana, Gabriele, Pinuccia

La naturalezza di un gesto.

Chi ha partecipato al funerale, con i soldi raccolti per il pullman, ha lasciato una offerta di euro 145.Facendo una cosa che senz’altro avrebbe approvato la mamma sono stati destinati ai ragazzi di Haiti.

la Rete n.01|201330 -

B.V. Immacolata6 gennaio Alessandrini Andrea di Davide e Cermenati Solei

Anastasio Chiara di Giuseppe e Apicella CinziaBello Sofia di Filippo e Testa ValentinaCattaneo Riccardo Egidio di Diego e Astorino SofiaPlozner Helena di Massimiliano e Caristia GiuseppinaSecchi Simone di Davide e Copreni Valeria

S. Eurosia13 gennaio Nitto Luca di Pasquale e Bolis Erika

Valente Lorenzo di Vincenzo e Beltrame Marzia

B A T T E S I M I

cento candeline!

Lo scorso 22 dicembre

la signora

Puozzo Emmaved. Bergo,che abita a Binzagocon la figlia Onoria invia Pola 8 ha raggiuntoil bel traguardo dei100 anni.A lei un grosso augurioda parte di tutti noi.Glielo facciamo con leparole di questa bellapreghiera che il Card.Martini aveva scrittoper sè.

Signore Dio,mi hai condotto per anni con pazienza e bontàtra molte sorprese e non poche fatiche;ho vissuto giorni di festa e giorni di pianto;Gli anni che passanomi rendono un poco più saggio e pensoso:aiutami ad amare la vita e a renderti sempre grazieper i giorni che mi regali.Dammi un po’ di salute,perché possa essere ancora utile;ma dammi anche la fortezza e la pazienza,se la salute viene meno.Dammi una fede forte per essere fedele alla preghiera,sereno nella prova,vigile nell’attesa del grande incontro con te,che vivi nei secoli dei secoli. (C.M. Martini)

la Rete n.01|2013 - 31

D E F U N T IB.V. Immacolata

Armanious FotenihAmin ved. Noser

di anni 83

S. Eurosia

SacraFamiglia

Fava Carmenin Giussanidi anni 71

Vigani Venanziaved. Verrecchia

di anni 79

Nardelli Annunziatain Colzanidi anni 66

Deliziati Giovannidi anni 77

Cimarosti Eziodi anni 82

Monti Felicitain Trainitodi anni 60

Tecchio Elvirain Melottodi anni 79

Elli Linocon. Sanfilippo

di anni 76

Bardini Arduinaved. Trivelloni

di anni 92

Monticelli Rosangelain Romanòdi anni 79

Cerliani Angelain De Pontidi anni 81

Oltolini Amaliaved. Borgonovo

di anni 84

Miccoli Pasquain Amati

di anni 79

Calvarese Angelodi anni 68

SacraFamiglia

la Rete n.01|201332 -

Caro lettore,

sia che tu sia un affezionato abbonato di questo informatore parrocchiale,sia che tu lo prenda gratuitamente in Chiesa, magari anche solo ogni tanto,ad entrambi noi diciamo:

GRAZIEper averlo sfogliato, averlo letto, magari anche commentato in famiglia o coi parrocchiani.

A Luglio, un paio di componenti della Redazione sono stati ricevuti in Curia da don DavideMilani, responsabile della comunicazione per la Diocesi di Milano, che ci ha dato parecchiconsigli su come cercare di migliorare questo strumento e ci ha spronati a perseverarenell’impegno, perché l’informatore è uno degli strumenti principi per la comunicazione nelleparrocchie. Ci piacerebbe ricevere i vostri commenti sul lavoro che stiamo facendo, per capire dovee come possiamo migliorare ([email protected] oppure parlate direttamente col parroco).

Ora, come ogni anno, chiediamo il tuo aiuto.La Rete ha dei costi fissi legati unicamente alla tipografia per la stampa su carta.In un’ottica di risparmio ci avvaliamo per l’impaginazione della collaborazione gratuita di alcuniparrocchiani e dello stesso don Romeo.

Per sostenere il progetto de La Rete, ti chiediamo di rinnovare il tuo abbonamento o disottoscriverlo, se non lo hai mai fatto. Se invece sei solito prendere liberamente in Chiesa unacopia, ti chiediamo di fare un’offerta libera una tantum in busta chiusa con scritto “La Rete” econsegnarla in parrocchia.

Nel 2012 le offerte per sostenere La Rete sono state: da Binzago Euro 9.475, da S. EurosiaEuro 475, dalla Sacra Famiglia Euro 965 e non hanno coperto completamente i costi di stampa.Nel 2013 vorremmo raggiungere questo obiettivo.

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