Nuoto gennaio 2013

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nuoto Anno 3| numero 3 AZZURRO SCOZZOLI

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La prima e unica rivista italiana gratuita sul web che racconta le storie e i personaggi del nuoto internazionale

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nuotoAnno 3| numero 3

AZZURROSCOZZOLI

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Direttore responsabileWalter perosino

Direttore amministrativomonica Gini

reDazioneCorso mediterraneo 67 torino Fax 011 [email protected]

proGetto GraFiCosimone Caltabiano / Claudia rubiu

realizzazione GraFiCaClaudia rubiu / talia verlato

solomagazine nuotoè una produzione

autorizzazione del tribunale di torino n.ro 8/11 del 25 gennaio 2011

anno iii, numero 1 Gennaio 2013

Sommariosommario sommario sommario sommario sommarioSommario

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38 mattia zuin a caccia del bis diAndreaMasini

giovanile

Concessionaria di pubblicitàt21 s.r.l. | target to onevia Francesco reina 3520133 milanot +39 02 97373747 +39 02 97373864F +39 02 70 051582@ [email protected] ufficio: t21_milanowww.t21.eu

06 l'ora del riscatto per Fabio scozzolidiAlbertoDolfin

in primo piano

14 Daniel Guyrta, una rana imperiale diAlbertoDolfin

18 il fattore K in vasca corta diAlbertoDolfin

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2614

26 lo slancio di stefania pirozzi diSoniaArpaia

32 azzurra da favola diLucaDeMatteis

spazio azzurro

i nostri Collaboratori:sonia arpaia, Cristina Chiuso, alessandro Ciccone, andrea Ciccone, luca De matteis, alberto Dolfin, andrea Fioresino, Francesca Galluzzo, andrea masini

Contributo FotoGraFiCoFrancesco alessandro armillotta, Giorgiana emili, G.scala/Deepbluemedia, Getty images, andrea masini, photostudiodedonato

42 una stagione senza sosta diAlbertoDolfin

46 il ritorno di Francesco bonanni diAlbertoDolfin

salvamento

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60 il veterano elios rissone diAlessandroCiccone

64 un 2013 da vivere diAlessandroCiccone

master

52 lo squalo Federico vanelli diAndreaMasini

56 Guida ai cimenti invernali diFrancescaGalluzzo

acque libere

76 al cuore del nuoto diAndreaCiccone

le nostre società70 Centro nuoto nichelino72 nautilus roma74 nettuno palmi

Sommario

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le rubriche

25 Fast lane diCristinaChiuso

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72

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Fabio Scozzoli, fresco del titolo mondiale in vasca corta, vuole cancellare la delusione olimpica:«Quella di Londra è una cicatrice che non si è rimarginata, ma per Rio non cambierò nulla»

di ALbeRto DoLFin / foto FRAnceSco ALeSSAnDRo ARmiLLottA e AnDReA mASini

L'ORA deL RISCAttO

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di ALbeRto DoLFin / foto Getty imAGeS

UnA RAnA ImpeRIALeDaniel Gyurta ha vinto tutti i titoli possibili diventando il massimo interprete dei 200 con uno stile regale:

«non è facile essere il favorito perché tutti vogliono battermi, fa parte dello sport ma io penso di potermi difendere alla grande»

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In questo millennio, Domenico Fio-ravanti e Kosuke Kitajima sono stati i grandi dominatori della rana

internazionale. Alle loro spalle però, cresceva un fenomeno capace di conquistare ogni titolo possibile e di trasformarsi da terzo incomodo a nu-mero uno assoluto. Con i due succes-si del 2012, all’Olimpiade di Londra e ai Mondiali in corta di Istanbul, Da-niel Gyurta ha vinto tutto quello che c’era da vincere nei 200 rana. Una gara, quella più lunga di questo stile artistico, che il ventitreenne magiaro interpreta con un classe ed eleganza ineguagliabili. «La vittoria della scorsa estate ai Giochi ha rappresentato sen-za dubbio il momento più bello della mia carriera, in questo modo sono riuscito a tenere alto l’onore del mio paese, che ha sempre avuto una gran-de tradizione nel nuoto», comincia a raccontare Gyurta. Per l’occasione, oltre a negare il tris olimpico a Kita-jima, l’ungherese era riuscito anche a realizzare il nuovo record del mondo (2’07”28), un tempo che però è sta-to battuto un mese dopo da un altro giapponese, il giovane Akihiro Yama-guchi (2’07”01).

Un piccolo intoppo, ma non man-cheranno le occasioni per riprendersi anche questo primato. Intanto, dopo il sigillo a cinque cerchi, Gyurta si è tolto la soddisfazione di vincere anche l’ultima medaglia mancante nel suo carniere, l’oro iridato in vasca corta. A Istanbul, nessuno è riuscito nem-meno lontanamente ad impensierire la splendida cavalcata del ranista di Bu-dapest: «Due anni fa, a Dubai, avevo terminato secondo alle spalle del giap-ponese Tomita, per cui sono contento di essere riuscito a completare l’opera il mese scorso. Non è facile essere il favorito, ora che sono campione olim-pico e mondiale in carica, tutti voglio-no battermi e non ci stanno a perde-re. Però questo fa parte dello sport e penso di potermi difendere alla gran-de». Il segreto è tutto nella straordina-ria tecnica di scivolamento, che l’un-

gherese è riuscito a mantenere anche nel bacino più stretto. «Quando ero piccolo, ero seguito da Jozsef Nagy, un tecnico che ora allena i ranisti ca-nadesi. Lui mi ha insegnato moltissimi trucchi per migliorare la mia tecnica nello scivolamento tra una bracciata e l’altra e nel movimento subacqueo su-bito dopo le virate - racconta Gyurta -. Tra i quattro stili, la rana è il più tec-nico e difficile da esprimere alla perfe-zione. Non esiste una nuotata ideale, ognuno deve capire qual è il tipo di rana che gli si addice di più ed ade-guarla alle proprie caratteristiche. Per

ottenere un risultato ottimale, cerco sempre di visualizzare in allenamento i movimenti da fare in gara. In più, ho imparato moltissimo facendo molto lavoro subacqueo sin dall’inizio, per tenere il corpo nella migliore posizio-ne al di sotto della superficie, in modo da guadagnare la massima velocità e la spinta più efficace. Devo ammettere anche di aver imparato molto osser-vando uno dei miei più grandi avver-

sari, ovvero il giapponese Kitajima». L’ungherese ha conosciuto l’impera-tore nipponico molto presto, ad Atene 2004, quando pur essendo ragazzino sbucato quasi dal nulla riuscì a salire sul podio olimpico, presentandosi a tutti con una strepitosa rimonta nella seconda parte di gara che lo condus-se fino all’argento. Cinque anni dopo, sarebbe arrivato il titolo che l’avrebbe lanciato definitivamente nel gotha del-la rana internazionale: l’oro mondiale di Roma 2009. Da lì è cominciata la cavalcata che l’ha portato ad essere, senza possibilità d’appello, il sovrano dei 200 rana.E dire che anche i 100 non gli ven-gono poi così male. A Londra, infatti,

Gyurta ha terminato al quarto posto a soli quattro centesimi dal bronzo dello statunitense Brendan Hansen. Consa-pevole dei suoi mezzi, il ranista che va pazzo per la Formula 1 e ammira il fer-rarista Fernando Alonso, non si siede sugli allori e guarda avanti. «Ora sono un po’ più famoso in Ungheria, mi fer-mano per strada, concedo qualche in-tervista in televisione e sono davvero felice che il duro lavoro di questi anni abbia pagato con i risultati. La rana si è evoluta molto in questi anni in cui gareggio ad alto livello, ma sono sem-pre riuscito a restare un passo avanti rispetto ai miei avversari. Ora devo mi-gliorare l’apporto della mia bracciata perché ho intenzione di vincere anche

la prossima Olimpiade, a Rio. Magari, cercherò di raccogliere qualcosa in più nei 100, cercando di acquistare una maggiore rapidità». Il gesto più bello della sua carriera però, Daniel Gyurta l’ha compiuto soltanto pochi giorni fa. In occasione della premiazione degli atleti dell’anno ad Hamar, in Norvegia, il campione di Londra 2012 ha regala-to una copia della medaglia olimpica a Robin Dale Oen, fratello di Alexander, ranista scomparso improvvisamente il 30 aprile dello scorso anno a nemme-no ventisette anni. Lo stile del cam-pione non si riconosce soltanto tra le corsie ed un ragazzo come il fuoriclas-se magiaro lo ha dimostrato una volta di più.

«Mi sono affinato facendo Molto lavoro subacqueo sin dall’inizio in Modo da guadagnare la MassiMa velocità e la spinta più efficace.devo aMMettere anche di aver iMparato Molto osservando uno dei Miei più grandi avversari, il giapponese KitajiMa»

in primo piano

Daniel Gyurta consegna una copia della sua medaglia d'oro olimpica al fratello di Alexander Dale Oen, Robin

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Stefania Pirozzi traccia il bilancio di una stagione che le ha regalato tanto e mette nel mirino i prossimi obiettivi: «Vado avanti convinta di quello che voglio e che so fare»

di SoniA ARPAiA / foto AnDReA mASini

«Un AnnO dA URLO»

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IL RItORnO dI BOnAnnI

il ventiduenne delle Fiamme oro, ex primatista mondiale dei 100 pinne, si candida per l’azzurro dopo aver recuperato

dall’infortunio alla spalla

di ALbeRto DoLFin / foto FRAnceSco ALeSSAnDRo ARmiLLottA

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il tatuaggio maori sul pettorale sinistro fotografa la voglia di successo del lombardo trapiantato a Roma: «Farò di tutto pur di salire sull’aereo per barcellona e vivere il battesimo in campo iridato» testo e foto di AnDReA mASini

LO SqUALO VAneLLI

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IL VeteRAnO eLIOSil torinese Rissone si allena tutti i giorni ed è uno tra i più assidui frequentatori delle gare m75: «e' la mia medicina, se non nuoto comincio ad avvertire vari malanni fisici» di ALeSSAnDRo ciccone / foto FRAnceSco ALeSSAnDRo ARmiLLottA