LA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA Informare Educare Normalizzare vs ridurre...

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LA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA •Informare •Educare •“Normalizzare” vs ridurre la PA •Stile di vita

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LA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA

•Informare•Educare•“Normalizzare” vs ridurre la PA•Stile di vita

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Informare ed Educare per curare meglio

Informare ed Educare per curare meglio

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Coronaropatie

Ictus

Altre malattie cardiovascolari

Tumore dello stomaco

Tumore colorettale

Tumore polmonare

Timire al seno

Altri Tumori

Malattie respiratorie

Incidenti e avvelenamenti

Altre cause

Cause di morte in EuropaCause di morte in Europa

OMS, 2004OMS, 2004

Coronaropatie

Ictus

Altre malattie cardiovascolari

Tumore dello

stomaco

Tumore colorettale

Tumore polmonare Timire

al seno

Altri Tumori

Malattie respiratorie

Altre cause

21%21%

11%11%

12%12%2%2% 2%2% 6%6%

11%11%

8%8%

12%12%

15%15%

23%23%

18%18%

15%15% 3%3%9%9%

6%6%4%4%

16%16%

2%2%

Donne

Uomini

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Dimissioni ospedaliere* per malattie cardiovascolari come diagnosi principale USA: 1970-2002

Dimissioni ospedaliere* per malattie cardiovascolari come diagnosi principale USA: 1970-2002

fonte: CDC/NCHS.fonte: CDC/NCHS.

0

1

2

3

4

5

6

7

70 72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02Anno

Dim

issio

ni (

mili

oni)

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Conoscenza dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione generaleConoscenza dei fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione generale

GFK EURISKO,2006GFK EURISKO,2006

5015

13111010

766

44432

3515

Totale (n=5044) %Ne ha sentito parlare e

cita almeno 1 fattore Fumo

Non sa citare fattori di rischio

Ictus

Alimentazione scorretta

Colesterolo

Ipertensione

Obesità/sovrappeso

Diabete

Alcol

Vita sedentaria

Infarto

Stress

Malattie cardiache

Malattie cardiocircolatorie

Mai sentito parlare50

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La conoscenza delle patologie conseguenti a ipertensione e colesterolo (citazioni spontanee)La conoscenza delle patologie conseguenti a ipertensione e colesterolo (citazioni spontanee)

GFK EURISKO,2006GFK EURISKO,2006

65

26

26

17

10

6

4

3

2

35

Infarto

Ictus

Malattie cardiache

Malattie cardiovascolari

Malattie cardiocircolatorie

Aterosclerosi

Diabete

Trombosi

Totale (n=5044) %

Almeno 1 citazione

Non sa

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Le fonti di informazione dei fattori di rischio cardiovascolareLe fonti di informazione dei fattori di rischio cardiovascolare

GFK EURISKO,2006GFK EURISKO,2006

50

59

41

48

20

3

24

18

2

35

Totale (n=5044) %

(=100%)

Medico generico

Medico specialista

Farmacista

Familiari/conoscenti

Materiale info./opuscoli

Internet

Tv/radio

Stampa

85Ne ha sentito parlare e

cita almeno 1 fattore

Ne ha sentito parlare,ma non sa citare fattori

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Conoscenza della prevenzione cardiovascolareConoscenza della prevenzione cardiovascolare

GFK EURISKO,2006GFK EURISKO,2006

Materiale info./opuscoli

31

62

33

42

18

2

18

14

2

69

Totale (n=5044) %

Ha sentito parlare diprevenzione CV

No

(=100%)

Medico generico

Medico specialista

Farmacista

Familiari/conoscenti

Internet

Tv/radio

Stampa

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Cosa si può fare per la prevenzione cardiovascolare (citazioni spontanee)

Cosa si può fare per la prevenzione cardiovascolare (citazioni spontanee)

GFK EURISKO,2006GFK EURISKO,2006

7

57

45

25

24

19

10

7

5

3

3

93

Totale soggetti che hanno sentito parlare di prevenzione cardiovascolare (n=3486) %

Si può fare qualcosaper la prevenzione CV

Nulla

(=100%)

Dieta/alimentazionecorretta

Fare movimento

Non fumare

Vita sana

Evitare lo stress

No alcool

Controlli periodici(analisi, esami del sangue)

Fare prevenzione

Andare dal medico

Prendere farmaci

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Percentuale di pazienti con adeguato controllo pressorio (<140/90 mmHg) in diverse nazioniPercentuale di pazienti con adeguato controllo pressorio (<140/90 mmHg) in diverse nazioni

Mancia G, Grassi G, Am J Hypertens 2003Mancia G, Grassi G, Am J Hypertens 2003

0 10 20 30 40

% pazienti

Corea

Cina

India

Zaire

Russia

Polonia

Ungheria

Finlandia

Scozia

Inghilterra

Belgio

Italia

Francia

Spagna

5

3

9

2,4

5,7

4

27,8

20,517,5

5,9

25

21

32

16,3

USA

Canada

Australia

Giappone

27,4

16

19

12

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Motivazioni dello scarso controllo pressorioMotivazioni dello scarso controllo pressorio

• Scarsa sensibilizzazione soggettiva

• Limitata efficacia della monoterapia

• Scarso impiego delle combinazioni di farmaci

• Insufficiente messaggio preventivo

• Scarsa compliance (aderenza/persistenza) al trattamento

• Scarsa sensibilizzazione soggettiva

• Limitata efficacia della monoterapia

• Scarso impiego delle combinazioni di farmaci

• Insufficiente messaggio preventivo

• Scarsa compliance (aderenza/persistenza) al trattamento

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Percentuale di non compliance in rapporto al tipo di malattiaPercentuale di non compliance in rapporto al tipo di malattia

Berg JS et al, Ann Pharmatherapy, 1993Rudd P, Am J Managed Care, 1998

Berg JS et al, Ann Pharmatherapy, 1993Rudd P, Am J Managed Care, 1998

Malattia Percentuale di non-compliance

Asma 20%Artrite 55-70%Contraccezione 8%Diabete 40-50%Epilessia 30-50%Ipertensione

“Non” aderanti 40%“Parzialmente” aderenti 30%“Perfettamente” aderenti 30%

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Fattori che influenzano l’aderenza alla terapiaFattori che influenzano l’aderenza alla terapia

• Scolarità

• Patologie cardiovascolari nell’anamnesi

• Disposizione del paziente nei confronti delle terapie

• Numero di farmaci concomitanti

• Differenze nelle posologie

• Effetti collaterali

• Scolarità

• Patologie cardiovascolari nell’anamnesi

• Disposizione del paziente nei confronti delle terapie

• Numero di farmaci concomitanti

• Differenze nelle posologie

• Effetti collaterali

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Terapia preventiva e aderenza al trattamentoTerapia preventiva e aderenza al trattamento

Jackevicius CA et al. JAMA. 2002;288:462-467.Jackevicius CA et al. JAMA. 2002;288:462-467.

Coorte di pazienti studiata usando dati dell’amministrazione dello stato dell’Ontario,, Canada (N=143,505).

0

20

40

60

80

100

3 6 9 12 15 18 21 24Mesi

% p

azi

enti c

he a

ssum

ono s

tatine

Dopo un evento

Evidenza della progressione della malattia

Prevenzione

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Motivazioni dei pazienti per la non aderenza alla terapia farmacologicaMotivazioni dei pazienti per la non aderenza alla terapia farmacologica

Cheng JWM et al. Pharmacotherapy. 2001;21:828-841.Cheng JWM et al. Pharmacotherapy. 2001;21:828-841.

4%

1%

1%

2%

3%

6%

7%

7%

14%

55%

Non pensa sia necessario prendereil farmaco in continuazione

Non gradisce prendere farmaci

Non ama sentirsi dipendente

Effetti collaterali

Non crede che il farmaco funzioni

Troppo costoso

Non gradisce farsi dire cosa deve prendere

Dimenticanza

Altro

La confezione dovrebbe contenere più compresse

Studio prospettico in aperto, basato su interviste nelle farmacie dell’area metropolitana di New-York (N=821).

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Aderenza alla terapia ipolipemizzante e antipertensiva e numero di farmaci per altre patologieAderenza alla terapia ipolipemizzante e antipertensiva e numero di farmaci per altre patologie

Chapman RH et al, Circulation 2003Chapman RH et al, Circulation 2003

1

0,720,68

0,55

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

1,2

Numero di farmaci aggiunti alla terapia ipolipemizante e antipertensiva

Pro

babili

tà d

i aderire

sia

alla

tera

pia

ipolip

em

izza

nte

sia

alla

tera

pia

antipertensiv

a

0-0 2-3 4-7 8+

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Uno schema posologico più semplice migliora la continuità della terapiaUno schema posologico più semplice migliora la continuità della terapia

Dezii CM. Manag Care. 2000;9 (suppl):S2-S6.Dezii CM. Manag Care. 2000;9 (suppl):S2-S6.

50

60

70

80

90

100

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Mesi dall'inizio del trattamento

% p

azi

en

ti a

de

ren

ti

Terapia di combinazione

Terapia con due farmaci separati

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Misure per migliorare la compliance nella popolazione ipertesaMisure per migliorare la compliance nella popolazione ipertesa

• Aumentare l’impatto educazionale

• Ridurre gli ostacoli al trattamento

• Migliorare l’atteggiamento soggettivo alla terapia

• Aumentare la motivazione al trattamento

• Limitare il numero di co-somministrazioni

• Attivare strategia di miglioramento persistenza

• Aumentare l’impatto educazionale

• Ridurre gli ostacoli al trattamento

• Migliorare l’atteggiamento soggettivo alla terapia

• Aumentare la motivazione al trattamento

• Limitare il numero di co-somministrazioni

• Attivare strategia di miglioramento persistenza

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Interventi che possono contribuire a migliorare la persistenza in trattamento.Interventi che possono contribuire a migliorare la persistenza in trattamento.

• Fornire informazioni semplici e comprensibili

• Utilizzare prescrizioni semplici

• Spiegare esaustivamente le finalità del trattamento

• Informare sulla efficacia attesa del trattamento

• Gratificare la persistenza in terapia (es.meno visite)

• Prescrivere farmaci efficaci e ben tollerati

• Fornire informazioni semplici e comprensibili

• Utilizzare prescrizioni semplici

• Spiegare esaustivamente le finalità del trattamento

• Informare sulla efficacia attesa del trattamento

• Gratificare la persistenza in terapia (es.meno visite)

• Prescrivere farmaci efficaci e ben tollerati

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Pazienti ancora in trattamento con la terapia antipertensiva iniziale dopo 12 e 48 mesiPazienti ancora in trattamento con la terapia antipertensiva iniziale dopo 12 e 48 mesi

PR Conlin et al, Clin Ther , 2001PR Conlin et al, Clin Ther , 2001

20,5

45,6

54,160,7

67,4

16,5

50,946,5

40,734,7

0

20

40

60

80

100

diuretici tiazidici beta-bloccanti calcioantagonisti ACE-Inibitori Sartani

% p

azi

en

ti

mesi 12

mesi 48

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Percentuale di continuazione della terapia antipertensiva in monoterapia con diversi principi attiviPercentuale di continuazione della terapia antipertensiva in monoterapia con diversi principi attivi

Borghi C et al, Am J Hypertens 2005 (abst)Borghi C et al, Am J Hypertens 2005 (abst)

0

20

40

60

80

100

Diuretici Beta-bloccanti Calcioantagonisti ACE-Inibitori Sartani

% p

azie

nti

mesi 6mesi 12mesi 24PA controllata

******

**

*

*,**,*** p<0.05, 0.01, 0.005 vs sartani

****

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Normalizzare vs. ridurre

la pressione arteriosa

Normalizzare vs. ridurre

la pressione arteriosa

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L’effetto della terapia antipertensiva rispecchia i dati osservazionaliL’effetto della terapia antipertensiva rispecchia i dati osservazionali

Borghi C et al, Am J Hypertens 2005 (abst)Borghi C et al, Am J Hypertens 2005 (abst)

0

2

4

6

8

10

12

120 140 160 180 200 220

Pressione sistolica (mmHg)

Dati osservazionali

Dati osservazionali

Effetto della terapia

Inci

den

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i p

ato

log

ie c

ard

iova

sco

lari

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Trattamento antipertensivo ed eventi CVTrattamento antipertensivo ed eventi CV

Collins R, Peto R, MacMahon S et al, Lancet 1990;335:827-838Collins R, Peto R, MacMahon S et al, Lancet 1990;335:827-838

0

500

600

200

400

Ictus

Nu

me

ro d

i ev

enti

300

100

Coronaropatia Decessi Vascolari Decessi Totali

Non letali

Letali

T

288

438

78120

346

438

208

279

383

494

362 344

C

T

C

T

C

T C

Riduzione probabilitàdi evento 42 (6) 19 (7) 23 (6) -7 (8)(%; DS) (2p<0,001) (2p<0,05) (2p<0,001) (2p>0,50)

T= Gruppo Trattato; C= Gruppo di Controllo

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Terapia dell’ipertensione: L’importante non è come si inizia

ma come si finisce

Terapia dell’ipertensione: L’importante non è come si inizia

ma come si finisce

Page 26: LA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA Informare Educare Normalizzare vs ridurre la PA Stile di vita.

Curve di sopravvivenza per mortalità cerebro- e cardio-vascolare

in rapporto ai livelli pressori in soggetti trattati e non trattati

Curve di sopravvivenza per mortalità cerebro- e cardio-vascolare

in rapporto ai livelli pressori in soggetti trattati e non trattati

Benetos A et Al., J Hypertens 2003Benetos A et Al., J Hypertens 2003

Controlli normotesi

Trattati, controllati

Trattati, non controllati

Non trattati, non controllati

Controllati PA ≤140/90 mmHgNon controllati PA > 140/90 mmHg

Mortalità cerebrovascolare

0,8

0,84

0,88

0,92

0,96

1

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25Anni di follow-up

So

pra

vviv

enza

(%

)

Mortalità cardiovascolare

0,8

0,84

0,88

0,92

0,96

1

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25Anni di follow-up

So

pra

vviv

enza

(%

)

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Uso di farmaci in combinazione, controllo pressorio e sopravvivenza libera da eventi nel Brisighella Heart StudyUso di farmaci in combinazione, controllo pressorio e sopravvivenza libera da eventi nel Brisighella Heart Study

Borghi C et al, J Hypertension 2004Borghi C et al, J Hypertension 2004

0,4

0,6

0,8

1

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

anni di follow-up

sopr

avvi

venz

a lib

era

da e

vent

i

( PA controllata) 2-3farmaci

( PA non controllata) 1farmaco

RR=2.395%CI 1.6-2.9

P<0.001

Page 28: LA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA Informare Educare Normalizzare vs ridurre la PA Stile di vita.

Stima del costo annuale, in Italia, per eventi cardiovascolari acuti in relazione al controllo pressorioStima del costo annuale, in Italia, per eventi cardiovascolari acuti in relazione al controllo pressorio

Hansson L et al, Blood Pressure ;11:35-45 ,2002Hansson L et al, Blood Pressure ;11:35-45 ,2002

1891 154

263

415

598

1032

0

500

1000

1500

2000

infarto miocardico scompenso cardiaco ictus tutti

Mili

on

i di e

uro

controllo pressorio attuale

se valori pressori a target

Page 29: LA GESTIONE DEL PAZIENTE AFFETTO DA IPERTENSIONE ARTERIOSA Informare Educare Normalizzare vs ridurre la PA Stile di vita.

Stima della spesa annuale, in Italia, per infarto miocardico, scompenso cardiaco e ictus con una prevalenza di ipertensione del 38% (miliardi €, 2003)

Stima della spesa annuale, in Italia, per infarto miocardico, scompenso cardiaco e ictus con una prevalenza di ipertensione del 38% (miliardi €, 2003)

Situazione attuale Se trattati tutti i pazienti

Farmaci 2,84 Farmaci 6,08

Costo per SSN degli eventi CV

16.30Costo per SSN degli eventi CV

10,24

Costo totale 19.14 Costo totale 16.32

Un risparmio di 2.82 miliardi di euro/anno!

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Cosa fare alla luce delle attuali Linee Guida ESC-ESM 2007?

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Linee guida 2007 per il trattamento dell’ipertensione arteriosa

(ESH-ESC)

Ottimale <120 e <80Normale 120-129 e/o 80-84Normale-alta 130-139 e/o 85-89Ipertensione di grado 1 140-159 e/o 90-99Ipertensione di grado 2 160-179 e/o 100-109Ipertensione di grado 3 180 e/o 110Ipertensione sistolica isolata 140 e/o < 90

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Valutare il paziente nella globalitàmessaggio implicito delle Linee Guida

Non basta ridurre la pressione arteriosa ma è fondamentale ridurre la probabilità del paziente

di avere un incidente cardio vascolare

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Nei pazienti ipertesi è frequente il riscontro di fattori di rischio metabolici e di danno d’organo subclinico.

Tutti i pazienti ipertesi dovrebbero essere classificati non solo sulla base del grado di ipertensione arteriosa ma anche sulla base del profilo di rischio cardiovascolare globale, valutando la presenza dei fattori di rischio, di danno d’organo o di malattie concomitanti.

Le scelte terapeutiche (quando iniziare il trattamento farmacologico, quali livelli pressori raggiungere e quale obiettivo pressorio perseguire, impiego di terapie di associazione, necessità di ricorrere all’uso di statine o di altri farmaci non antiipertensivi) dipendono dal profilo di rischio cardiovascolare iniziale.

Sono disponibili diverse classificazioni del rischio cardiovascolare globale, ciascuna caratterizzata da limiti e vantaggi. La categorizzazione del rischio aggiuntivo in basso, moderato, elevato e molto elevato ha il vantaggio di essere di semplice utilizzo e deve essere quindi raccomandata. Il termine “rischio aggiunto” si riferisce al rischio additivo rispetto alla media.

Per rischio globale ci si riferisce al rischio assoluto di complicanze cardio vascolari a 10 anni. Poiché il rischio è influenzato dall’età del paziente, nei giovani può non risultare aumentato anche in presenza di valori pressori elevati associati ad altri fattori di rischio. Tuttavia, la mancata impostazione di un intervento terapeutico può condizionare negativamente le aspettative di vita. E’ quindi consigliabile, nei pazienti giovani, basare le decisioni terapeutiche sulla quantificazione del rischio relativo, cioè sull’incremento del rischio in relazione alla classe di età di appartenenza.

RISCHI CARDIOVASCOLARE GLOBALE

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Che cosa fare nella gestione clinica ideale del paziente ipertesoChe cosa fare nella gestione clinica ideale del paziente iperteso

• Aumentare l’impatto educazionale- Identificazione dei pazienti a rischio CV

• Trattare in maniera efficace i fattori di rischio

• Considerare la interazione tra i fattori di rischio

• Considerare il ruolo preventivo di ASA

• Promuovere e migliorare la compliance alla terapia

• Considerare i tempi fisiologici della prevenzione

• Aumentare l’impatto educazionale- Identificazione dei pazienti a rischio CV

• Trattare in maniera efficace i fattori di rischio

• Considerare la interazione tra i fattori di rischio

• Considerare il ruolo preventivo di ASA

• Promuovere e migliorare la compliance alla terapia

• Considerare i tempi fisiologici della prevenzione

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STRATIFICATION OF CV RISK

Other riskfactors, or

disease

NormalSBP 120-129

orDBP 80-84

High NormalSBP 130-139

OrDBP 85-89

Grade 1 HTSBP 140-159

OrDBP 90-99

Grade 2 HTSBP 160-169

orDBP 80-84

Grade 3 HTSBP 180

orDBP 110

No other riskfactors

Average risk Average risk LowAdded risk

ModerateAdded risk

HighAdded risk

1-2 riskfactors

LowAdded risk

LowAdded risk

ModerateAdded risk

ModerateAdded risk

Very HighAdded risk

3 or more riskfactors, MS

OD orDiabetes

ModerateAdded risk

HighAdded risk

HighAdded risk

HighAdded risk

Very HighAdded risk

EstablishedCV or renal

disease

Very HighAdded risk

Very HighAdded risk

Very HighAdded risk

Very HighAdded risk

Very HighAdded risk

Blood pressure (mmHg)

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Classe di rischio: LG vs sperimentatoreClasse di rischio: LG vs sperimentatore

Studio EASY, 2005Studio EASY, 2005

Linee Guida e Valutazione dello sperimentatore

N Pazienti (%)

1.699(11.0)

10.772(69,4)

897(5,8)

2.139(13,8)

42(0,3)

5.951(38,5)

6.159(39,8)

3.305(21,4)

0

2000

4000

6000

8000

10000

12000

14000

16000

Basso Medio Alto ND

Linee Guida Valutazione sperimentatore

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% di pazienti Usa che raggiungono gli obiettivi pressori raccomandati dalle linee guida JNC-VII nell’analisi NHANES (1999-2000)

% di pazienti Usa che raggiungono gli obiettivi pressori raccomandati dalle linee guida JNC-VII nell’analisi NHANES (1999-2000)

Obiettivo di PAObiettivo di PA % pazienti % pazienti (mm Hg)(mm Hg) che raggiungono che raggiungono

Tipologia di paziente Tipologia di paziente l’obiettivo*l’obiettivo*

Tutti gli ipertesi USA <140/90 27% 27%

Tutti gli ipertesi italiani <140/90 21%** 21%**

Pazienti anziani (>60 anni) <140/90 29% 29%

Coronaropatia sintomatica

<140/90 53% 53%

Pazienti diabetici† <130/85 11%11%* età * età ≥ 1≥ 17 anni con ipertensione diagnosticata o non diagnosticata. 7 anni con ipertensione diagnosticata o non diagnosticata. National Center for Health Statistics. National Center for Health Statistics.

Da NHANES 1999-2000 (CD-ROM); †NHANES III (mod). Da NHANES 1999-2000 (CD-ROM); †NHANES III (mod).

** Mancia G, Grassi G, Am J Hypertens 2003** Mancia G, Grassi G, Am J Hypertens 2003

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Percentuale di pazienti trattati con una statina nella popolazione generalePercentuale di pazienti trattati con una statina nella popolazione generale

EUROASPIRE II Study Group. Eur Heart J 2001, 22: 554-572: Schrott et al. JAMA 1997; 277:1281Harnick et al. Am J Cardiol 1998; 81: 1416-20; Pearson et al. Arch Intern Med 2000; 160: 459-67

Hoerger et al. Am J Cardiol 1998; 82: 61-5.

EUROASPIRE II Study Group. Eur Heart J 2001, 22: 554-572: Schrott et al. JAMA 1997; 277:1281Harnick et al. Am J Cardiol 1998; 81: 1416-20; Pearson et al. Arch Intern Med 2000; 160: 459-67

Hoerger et al. Am J Cardiol 1998; 82: 61-5.

Circa la metà e trattata con una terapia ipolipemizzante

Popolazione che dovrebbe essere trattata con una terapia ipolipemizzante

Meno della metà raggiunge gli obiettivi fissati dalle linee guida

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% di pazienti in trattamento ipolipemizzante che raggiunge il goal terapeutico% di pazienti in trattamento ipolipemizzante che raggiunge il goal terapeutico

Pearson TA et al, Arch Intern Med 2000Pearson TA et al, Arch Intern Med 2000

The Lipid Treatment Assessment Project (L-TAP)

• 4888 pazienti adulti dislipidemici

in 5 regioni degli Stati Uniti.

– 23% basso rischio

– 47% alto rischio

– 30% con CAD

• Risultati: solo il 38% dei pazienti

in terapia con statine raggiungeva

l’obiettivo terapeutico stabilito.0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Tutti Basso Alto CAD

Categoria di rischio

% p

azi

en

ti a

ta

rge

t

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Percentuale di pazienti che raggiungono gli obiettivi terapeutici per la pressione e per il C-LDL negli studi osservazionali

Percentuale di pazienti che raggiungono gli obiettivi terapeutici per la pressione e per il C-LDL negli studi osservazionali

Pettitt D et al, Meeting of the Soc Gen. Internal Medicine 2003Pettitt D et al, Meeting of the Soc Gen. Internal Medicine 2003

10%90%

raggiungono gliobiettivi

non raggiungonogli obiettivi

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TERAPIA IPOLIPEMIZZANTE• Tutti i pazienti con malattia cardiovascolare e diabete di tipo 2 dovrebbero ricevere un trattamento con statine. I goal terapeutici sono: colesterolo totale <175 mg/dl e LDL<100 mg/dl.• Anche i pazienti senza storia di malattia cardiovascolare ma con un rischio cardiovascolare elevato (rischio di eventi a 10 anni >20%) dovrebbero essere trattati con statine anche se i livelli di colesterolemia totale e LDL non sono elevati.TERAPIA ANTIAGGERGANTE• Una terapia antiaggregante, in particolare l’impegno dell’aspirina a basso dosaggio, dovrebbe esser istituita in tutti i pazienti ipertesi, non a rischio emorragico, con storia di pregressi eventi cardiovascolari.• L’impiego di aspirina a basso dosaggio induce effetti cardiovacsolari favorevoli negli ipertesi di età superiore ai 50 anni senza precedenti patologie cardiovacsolari. Sono inclusi i pazienti che presentano un incremento modesto dei valori di creatininemia o un rischio cardiovascolare elevato. In questi casi i benefici della terapia con aspirina a basso dosaggio superano il rischio di complicanze emorragiche.• Al fine di ridurre le complicanze emorragiche, è opportuno raccomandare l’impiego dell’aspirina a basse dosi solo dopo aver raggiunto un buon controllo pressorio.CONTROLLO GLICEMICO•E’ importante ottenere un buon controllo glicemico nei pazienti diabetici ipertesi.•Gli biettivi degli interventi terapeutici (farmacologici e non farmacologici) sono valori di glicemia post prandiale 108 mg/dl e di emoglobina glicata 6,5%.

TRATTAMENTO DEI FATTORI DI RISCHIO ASSOCIATI

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Lo stile di vitaLo stile di vita

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• Le modifiche dello stile di vita dovrebbero esser istituite in tutti i pazienti, compresi i soggetti che richiedono un trattamento farmacologico. La finalità è quella di ridurre la pressione arteriosa e di modulare gli altri fattori di rischio riducendo il numero e la posologia dei farmaci antiipertensivi da utilizzare.• Le modifiche dello stile di vita dovrebbero essere consigliate anche ai soggetti con pressione arteriosa normale-alta e con fattori di rischio associati per ritardare la comparsa di uno stato ipertensivo.• Le modifiche dello stile di vita che sono in grado di ridurre i valori pressori o il rischio cardio vascolare e che dovrebbero essere adottate in tutti i pazienti includono:

Abolizione del fumo Calo ponderale e stabilizzazione del peso Riduzione di consumo alcool eccessivo Esercizio fisico Riduzione introito di sodio con la dieta Aumento dell’apporto di frutta e verdura e la riduzione della quantità di

grassi alimentari in particolare saturi• Le modifiche dello stile di vita non dovrebbero essere presentate frettolosamente al paziente. Esse dovrebbero essere dettagliate e accompagnate da un adeguato supporto comportamentale. E’ utile rinforzare saltuariamente l’importanza dell’intervento non farmacologico.• Spesso risulta difficile al paziente seguire nel tempo le misure non farmacologiche. I pazienti dovranno essere monitorati per non ritardare l’eventuale trattamento farmacologico.

MODIFICHE DELLO STILE DI VITA

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Modificazione dello stile di vitaModificazione dello stile di vita

Chobanian A et al, JAMA 2003Chobanian A et al, JAMA 2003

Modificazione Stima riduzione PAS (range)

Calo ponderale 5-20 mmHg/10 kg persi

Dieta DASH* 8-14 mmHg

Meno sodio nella dieta 2–8 mmHg

Attività fisica 4–9 mmHg

Riduzione

del consumo di alcool 2–4 mmHg

* Dietary Approach to Stop Hypertension

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Effetto delle modificazioni dello stile di vita sulla PAS in 810 soggetti con pre-ipertensione o ipertensione lieveEffetto delle modificazioni dello stile di vita sulla PAS in 810 soggetti con pre-ipertensione o ipertensione lieve

Elmer PJ et Al, Ann Intern Med 2006;144:485-495Elmer PJ et Al, Ann Intern Med 2006;144:485-495

-6,6-7,8 -7,8

-9,9-10,5

-8,6

-11,4-11,1

-9,5

-14,2

-11

-12,5

-20

-15

-10

-5

0

6 mesi 18 mesi - 6 mesi 18 mesi

mm

Hg

solo consigli

modifica comportamentale

modifica comportamentale + dietaDASH

Soggetti ipertesiSoggetti ipertesiTutti i soggettiTutti i soggetti

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38

26

32

100

52

63

36

17

24

100

34

4038

12

22

100

23

38

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

basale 6 mesi 18 mesi - basale 6 mesi 18 mesi

Pe

rce

ntu

ale

(%

)

solo consigli

modifiche comportamentali

modifiche comportamentali + dieta DASH

Effetto delle modificazioni delllo stile di vita sulla prevalenza di

ipertensione in 810 soggetti con pre-ipertensione o ipertensione lieve

Effetto delle modificazioni delllo stile di vita sulla prevalenza di

ipertensione in 810 soggetti con pre-ipertensione o ipertensione lieve

Elmer PJ et Al, Ann Intern Med 2006;144:485-495Elmer PJ et Al, Ann Intern Med 2006;144:485-495

Soggetti ipertesiSoggetti ipertesiTutti i soggettiTutti i soggetti

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• Informare il paziente sui rischi legati all’ipertensione e sui benefici di una terapia efficace• Fornire chiare informazioni e prescrizioni leggibili• Adattare il piano terapeutico alle necessità e al regime di vita del paziente• Semplificare il trattamento, riducendo, per quanto possibile, il numero di assunzioni di farmaci• Coinvolgere il partner o la famiglia informandoli sulla malattia e sulle strategie terapeutiche che si vogliono attuare• Promuovere l’automisurazione pressoria domiciliare e favorire strategie di corretta condotta• Riservare grande attenzione ai possibili effetti collaterali (anche quelli poco appariscenti) modificando di conseguenza lo schema terapeutico• Informare il paziente sull’importanza del controllo pressorio, di un’adeguata compliance terapeutica e sulla possibilità di comparsa di effetti collaterali• Prevedere una rete di supporto realizzabile ed economica .

COME MIGLIORARE LA COMPLIANCE DELLA TERAPIA

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Alleanza terapeutica

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CHEESEBURGERCHEESEBURGER

Differenza:

257 calorie

590 calorie

20 anni fa oggi

333 calorie