La Garzetta - agosto 2010

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Perchè una Festa Green? Il 27 agosto prossimo il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, aprirà la Grande Festa del PD della provincia di Ravenna. Nelle serate immediatamente seguenti, si svolgeranno tre incontri su temi relativi all ʼ ambiente: i rifiuti (28 agosto), l ʼ acqua (29 agosto) e l ʼ energia (30 agosto). La festa provinciale del PD terminerà il 13 settembre con un intervento del senatore Ignazio Marino sulla relazione tra ambiente e salute. Anche quest ʼ anno vi sarà uno spazio EcoDem. In più verrà utilizzata ovunque, anche nei ristoranti, la nostra acqua potabile, del “rubinetto”, coerentemente con la campagna di sensibilizzazione “Peccato non berla” promossa dai sindaci di Ravenna e Lugo, in collaborazione con il Gruppo Hera e Romagna Acque. Si sta inoltre lavorando per poter organizzare almeno un ristorante a “km 0”. Saranno organizzati, in alcune serate, laboratori per bambini sul riuso e sul riciclo. In poche parole, il Partito Democratico della provincia di Ravenna ha deciso di connotare fortemente di “verde” la sua Grande Festa 2010. Esistono chiare motivazioni di carattere globale per questa scelta. La nostra astronave, come potrebbe dire uno degli invitati alla nostra Festa, il Prof. Vincenzo Balzani, è stanca di vederci marciare con quei combustibili fossili che ha impiegato milioni di anni per immagazzinare nelle proprie viscere. Agosto 2010 - Numero 26 - Anno III www.ecodemravenna.it Perchè una "Festa Green"? pag 1-2 Termovalorizzatore e teleriscaldamento: come trasformare i rifuti in una risorsa pag 8 Dall'OK alla manovra un KO all'ambiente pag 9 Le iniziative Ecodem alla Grande Festa PD di Ravenna pag 3 Riqualificazione energetica dei condomini pag 6-7 Il mondo in dieci..righe pag 14 Le brevi pag 10, 12, 15 L'ecologia in pratica! pag 11 Nuove idee per la Conferenza Economica Provinciale pag 4-5 Le donne e lo sviluppo sostenibile pag 5 Il proverbio del mese pag 16 segue a pag.2 © Roberto Sauli www.ilsalesullacoda.it Speciale Festa PD

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La Garzetta, il giornale online degli Ecologisti Democratici della provincia di Ravenna

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Perchè una “Festa Green”?Il 27 agosto prossimo il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, aprirà la Grande Festa del PD della provincia di Ravenna. Nelle

serate immediatamente seguenti, si svolgeranno tre incontri su temi relativi all̓ ambiente: i rifiuti (28 agosto), l̓ acqua (29 agosto) e l̓ energia (30 agosto). La festa provinciale del PD terminerà il 13 settembre con un intervento del senatore Ignazio Marino sulla relazione tra ambiente e salute. Anche questʼanno vi sarà uno spazio EcoDem. In più verrà utilizzata ovunque, anche nei ristoranti, la nostra acqua potabile, del “rubinetto”, coerentemente con la campagna di sensibilizzazione “Peccato non berla” promossa dai sindaci di Ravenna e Lugo, in collaborazione con il Gruppo Hera e Romagna Acque. Si sta inoltre lavorando per poter organizzare almeno un ristorante a “km 0”. Saranno organizzati, in alcune serate, laboratori per bambini sul riuso e sul riciclo. In poche parole, il Partito Democratico della provincia di Ravenna ha deciso di connotare fortemente di “verde” la sua Grande Festa 2010. Esistono chiare motivazioni di carattere globale per questa scelta. La nostra astronave, come potrebbe dire uno degli invitati alla nostra Festa, il Prof. Vincenzo Balzani, è stanca di vederci marciare con quei combustibili fossili che ha impiegato milioni di anni per immagazzinare nelle proprie viscere.

Agosto 2010 - Numero 26 - Anno III www.ecodemravenna.itPerchè una

"Festa Green"?pag 1-2

Termovalorizzatore e teleriscaldamento:

come trasformare i rifuti in una risorsa

pag 8

Dall'OK alla manovra un KO all'ambiente

pag 9

Le iniziative Ecodem alla Grande Festa PD

di Ravennapag 3

Riqualificazioneenergetica dei condomini

pag 6-7

Il mondo in dieci..righepag 14

Le brevi pag 10, 12, 15

L'ecologia in pratica!pag 11

Nuove idee per la Conferenza Economica

Provinciale pag 4-5

Le donne e lo sviluppo sostenibile

pag 5

Il proverbio del mesepag 16

segue a pag.2

© Roberto Sauliwww.ilsalesullacoda.it

Speciale Festa PD

La GarzettaEcodemocratici Ravenna

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L’uso di quelle risorse per sostenere praticamente ogni azione della società industrializzata (compreso la stesura a computer di questo pezzo, la navigazione in rete e quant’altro), sta mettendo seriamente in discussione l’avvenire della biosfera nella sua forma attuale. Con ciò, l’uomo sta mettendo a rischio le prospettive della sua stessa specie ma, con fare insopportabilmente ipocrita, trasferisce (sapendo bene di farlo…) i problemi sulle spalle dei propri figli.La provincia di Ravenna ha un territorio vasto e molto diversificato. In esso le zone naturalistiche delicate sono numerose e numerosi sono i lasciti dell’irruento sviluppo industriale degli anni ’50 e ’60. La difficile convivenza delle due realtà è plasticamente tangibile dove le pinete millenarie si incrociano con gli habitat paludosi delle valli di Comacchio e con uno dei più grandi plessi petrolchimici italiani. Ma esempi analoghi si possono intravedere nello sviluppo delle attività turistiche sulle spiagge, nella perpetua congestione delle vie di comunicazione che seguono l’antica via Emilia, nella grandissima richiesta d’acqua delle colture del kiwi e nell’espianto di frutteti produttivi per i capricci di una distribuzione e di un mercato che preferisce frutti coltivati a migliaia di km da noi. In questa compenetrazione tra dimensione transnazionale e quotidiano, in questo continuo antagonismo tra l’abbrivio di una recente tradizione del confort totale e la necessità di una nuova e diversa consapevolezza, si gioca la sfida culturale e politica di un agire ecocompatibile attuale. Oggi, poi, la politica della sostenibilità deve raccogliere la sfida di una crisi economica che non lascia intravedere all’orizzonte chiari segnali di esaurimento delle emergenze sociali. Ancor più preoccupante, in questo scenario, appare il ritardo culturale e ideale delle forze di Governo attuali che non colgono quanto l’emergenza sociale sia strettamente connessa con l’emergenza ambientale e climatica. Sembrano allora pessime alcune scelte italiane, prima fra tutte quella del ritorno al nucleare, che appaiono diametralmente opposte all’attuale cultura ambientale europea. Al contrario, il nostro Paese avrebbe bisogno di una rapida svolta verso quel percorso tutto europeo di “nuove” politiche dello sviluppo basate sulla conoscenza, sull’innovazione e sulla sostenibilità sociale e ambientale.Compito fondamentale della Politica, specialmente se e quando vuole dirsi progressista e riformista, è la declinazione delle grandi sfide culturali in azioni sociali, amministrative ed educative ampiamente condivise. Il passato è pieno di idee stupende irrealizzabili e\o irrealizzate. Questo non può essere il destino del pensiero “verde”. Molto semplicemente, nessuno se lo può permettere. Per questo il PD della provincia di Ravenna insieme al PD nazionale, ha deciso di incrementare gli sforzi per individuare le modalità migliori di trasposizione dell’enorme bagaglio di pensiero positivo ecologista in azioni di politica pubblica e amministrativa. In termini concreti, l’Italia e il nostro territorio si trovano immersi nella sfida del rinnovamento delle logiche di sviluppo, di produzione, di distribuzione e di consumo. In ambiti globali c’è già chi ha definito questo passaggio storico una vera e propria rivoluzione (o ri-evoluzione) industriale. Solo per fare

l’esempio più eclatante del processo in atto, è bene ricordare come esso non può partire che dalle ridefinizione delle forme e metodologie di approvvigionamento e di gestione delle fonti energetiche. Questo passaggio, ma non solo questo, rende inevitabilmente necessario un’importante investimento in ricerca, cioè un importante intervento politico. Oggi, in Italia, si confrontano due linee: quella del Governo, fatta di tagli e dismissioni nel mondo dei Saperi e quella della Regione Emilia-Romagna, con il progetto dei Tecnopoli. Le due strade non sono affatto simili. In questo territorio, il lavoro e lo studio del PD si dovrà tradurre nel rinnovamento di una Politica che ha un passato glorioso ma che non sempre è stata in grado di porre piena attenzione alle esigenze della sostenibilità ambientale. E’ una critica, quest’ultima, che deve saper accettare chi ha l’orgoglio di aver scelto di agire nel sociale e nella Politica ben sapendo che l’unica possibilità certa di non fare errori è quella di non fare affatto. Dalla storia politica di questa Regione, al contempo, il PD deve trarre quella forza che ha sempre portato le amministrazioni locali ad ascoltare e dialogare a viso aperto con le criticità del territorio. Non dobbiamo mai dimenticarci che il dispiegarsi delle politiche progressiste della nostra Provincia è stato ostacolato, quando è successo, solo ed esclusivamente dalla paura che induce atteggiamenti di chiusura. Nel Luglio del 2001 le tensioni create dall’incontro tra ”il mondo” e “i campanili” di un’Italia eternamente strapaese, irruppero nelle case e nelle giornate assolate degli italiani. “Mondi” e “campanili”, in realtà, sfilavano fianco a fianco per le strade di Genova. Davanti a loro e attorno a loro, però, un’idea di gestione monetarista, oligarchica e brutale del processo di globalizzazione si organizzò mil i tarmente per sopprimere, dividere, isolare e tacitare. Per diradare il grigio di quei fumogeni che aleggiano ancora pesanti nell’aria d’Italia, il PD deve fare ogni sforzo per coltivare, aggregare, includere ed ascoltare. Lo dobbiamo alle persone, alle voci, ai pensieri e alle idee. Quelle di oggi e quelle che verranno. E’ la prima volta che scrivo un pezzo per la Garzetta. Me lo hanno chiesto i compagni e gli amici EcoDem. Mi è stato chiesto di spiegare quali sono state le ragioni per cui il PD della provincia di Ravenna ha deciso di dare un’impronta così marcatamente ecologica alla sua festa provinciale del 2010. Perdonatemi allora se, per sintetizzare tutto quello che ho farfugliato fino a d’ora, torno ad un mio ricordo personale e, ormai, quasi antico. Agli inizi degli anni ’80 vidi uno spettacolo a teatro. Ad un certo punto, colto dal panico e da un senso straniante di impotenza, il protagonista urlava:”non ci capisco più niente! Mangio, qui, una caramella e dò un calcio in faccia ad un bambino sudafricano!” . A me sembra un prologo tutto ravennate del “Think global, act local!”. Non trovate?

Mauro Dadina, Resp. prov. PD Ambiente ed Energia

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La Garzetta Ecodemocratici Ravenna

Associazione degli Ecologisti Democratici

della Provincia di Ravenna

Lo Stand degli Ecologisti Democratici, di fronte all'Eco Expò, propone mostre, iniziative culturali e politiche tra cui dibattiti e

proiezioni. Passando allo stand potrete ricevere un simpatico gadget.

www.ecodemravenna.it

28/08 Quale politica per i rifiuti?Partecipano: Bartolini, Bratti, Viale

01/09 "Serata Natura": serata dedicata alle fotografie della Natura riprese dall'obiettivo del fotografo Roberto Sauli (autore foto di copertina)

29/09 Quale energia per l'Italia del futuro?Partecipano: V. Balzani, Mazzotti

03/09 Assemblea degli Ecologisti Democratici della Provincia di Ravenna

13/09 Ambiente e salutePartecipa: sen. Ignazio Marino

05/09 "Tutti i movimenti ecologisti che io conosco sono stati avviati da donne. Ed è per questo che pongo in loro la mia speranza (Vandana Shiva)".Discutiamo insieme di donne e sviluppo sostenibile.

Palco Centrale Stand Ecodem nel Pala de Andrè

29/08 Acqua di tuttiPartecipano: Bordone, Oddi, Tampieri

07/09 "La strada della poesia" di Tino Tini; filmato naturalistico/paesaggistico su Oriolo dei Fichi di Faenza, promosso da Coldiretti

[email protected]

Il programma potrebbe subire alcune variazioni nelle date e nella partecipazione degli ospiti. Per aggiornamenti:

per informazioni:

Speciale Festa

PD

Dibatt

itiL’in

izio dei dibattiti

è previsto fra

le 21 e le 21.

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La GarzettaDirettore: A. MazzottiCaporedattore: M. RoncuzziRedazione: A. Borsotti, M. Cavallari, A. Mazzotti, P.Montanari, S. Patrizi, A. Rebucci, M.Turchetti, P. TurchettiGrafica: M. RoncuzziContributi: M.Dadina, A.Santini, S.Savorelli, F.Vigni, D.ZanottiFoto: D. Paviani, R. Sauli, AA.VV.

Continuano dal numero precedente i contributi per la prossima Conferenza Economica Provinciale , finalizzati a far sì che il tema della Green Economy abbia in essa un rilievo centrale. Lʼobiettivo è elaborare progetti concreti e ampiamente condivisi che aiutino a superare la crisi e a delineare uno sviluppo di alta qualità e pienamente sostenibile sul piano ambientale e sociale. Invitiamo tutti i lettori de "La Garzetta", ad inviare le proprie proposte e integrazioni, a quanto di seguito presentato , a l nostro ind i r izzo e -mai l : [email protected]. Tutte le proposte verranno analizzate ed elaborate e saranno oggetto di discussione nell'Assemlea degli Ecologisti Democratici che si terrà a settembrre presso la Festa provinciale del PD al Pala de Andrè.

1) TETTI FOTOVOLTAICI AL POSTO DELL ̓ETERNITEstendere anche in provincia di Ravenna il progetto Eternit Free promosso da L e g a m b i e n t e , Confindustria e dalla società Azzero CO2. Si tratta in pratica di una iniziativa grazie alla quale la società Azzero CO2 si impegna a sostituire gratis le coperture in amianto (Eternit) con altre su cui installa pannelli fotovoltaici. In cambio della rimozione il titolare dell’Azienda o del capannone cede per 20 anni l’uso dei pannelli (e il loro rendimento connesso al conto energia) ad Azzero CO2 che grazie agli incentivi recupera gradualmente l’investimento. Fino ad ora all’iniziativa hanno aderito la Provincia di Lecce, Torino e Alessandria. Anche in provincia di Ravenna la sensazione è che vi siano molti edifici ad uso produttivo, agricolo e commerciale che potrebbero essere seriamente interessati a questa iniziativa che produce un doppio vantaggio per la saluto e per la produzione di energia rinnovabile.

2) MICROCOGENERAZIONE CON OLI VEGETALI A FILIERA CORTATra le iniziative volte a favorire l’introduzione di Green economy nel settore agricolo l’Ing. Fabio Alberani ha proposto di esaminare con attenzione le potenzialità di diffusione di impianti a cogenerazione ad olio vegetale. Si tratta di piccoli impianti (tra gli 80 e i 400 Kw di potenza) che producono contemporaneamente energia elettrica ed energia termica (ed è possibile anche la trigenerazione con anche la produzione di energia frigorifera), dunque con alta efficienza energetica e che utilizzano combustibili naturali (es. colza e altre

coltivazioni per oli vegetali) a bassissimo impatto ambientale, derivanti da filiere corte o addirittura cortissime (quando questi impianti sono utilizzati dalla stessa azienda coltivatrice). Tali impianti di cogenerazione possono usufruire dei certificati verdi e dunque costituiscono anche un vantaggio economico per chi li utilizza.

3) SPERIMENTARE L ̓AUTO ELETTRICA IN CITTAʼCon l’obiettivo di sostenere la mobilità elettrica e tagliare le emissioni inquinanti in atmosfera Enel e Poste Italiane hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con cui le due società si sono impegnate a sperimentare servizi innovativi e a proporre al pubblico offerte mirate ad incentivare la mobilità alternativa. Enel e Poste Italiane, infatti, svilupperanno in accordo una serie di iniziative e, grazie alla collaborazione con il Comune di Pisa, testeranno un pilot test per il recapito della corrispondenza con veicoli elettrici. Sarà il comune toscano la “città pilota”, insieme a Roma e Milano, in cui verrà sperimentato il progetto E-mobility Italy di Enel e Smart, relativo all’utilizzo di veicoli elettrici per lo svolgimento del servizio di recapito della corrispondenza nel centro storico cittadino. Poste Ital iane quindi rinnoverà parte del suo parco ve ico l i per la consegna, adottando un totale di nove veicoli elettrici. I nuovi mezzi potranno essere ricaricati nelle stazioni di ricarica “intelligente” che Enel predisporrà presso il Centro di Distribuzione di Pisa, dove saranno ospitati i veicoli. Anche la sede centrale delle Poste della città si trasformerà, grazie alla creazione di un’ulteriore infrastruttura di ricarica a disposizione di tutti i cittadini. Allo studio attualmente c’è anche la possibilità che i veicoli siano riforniti con elettricità certificata RECS (Renewable Energy Certificate System), che attesta l’impiego delle fonti rinnovabili per la produzione di energia. Pisa, insieme a Enel, ha fatto della mobilità a zero emissioni uno dei suoi cavalli di battaglia per migliorare la qualità dell’aria. E’ in corso l’installazione dei primi 56 punti pubblici di ricarica Enel. A breve, inoltre, verranno installate le prime infrastrutture di ricarica domestiche (Home station), nei garage dei cittadini pisani che fanno parte del progetto-pilota E-mobility Italy. Perché non pensare di estendere una iniziativa di questo tipo anche nella città di Ravenna considerato il ruolo di grande produttore di energia che ha l’ ENEL nel nostro Comune capoluogo?

Nuove idee sulla Green Economy per la Conferenza Economica Provinciale

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4 ) B I C I A P E D A L A T A A S S I S T I T A , INCENTIVI PER I DIPENDENTIUn'altra idea concreta che potrebbe essere facilmente applicata d a i m p r e s e ravennati, viene dalla società Fater SpA di Pescara che ha proposto ai propri dipendenti di accedere al piano di agevolazioni per l’acquisto di biciclette a pedalata assistita da utilizzare sia per il tragitto casa-lavoro sia per il tempo libero. L’azienda copre il 60%-70% del valore della bicicletta e offre una rateizzazione a 14 mesi e interessi zero per la parte residua. Dopo solo poche settimane, sono già 130 i dipendenti Fater che hanno chiesto di accedere al piano di agevolazioni per l’acquisto della bicicletta a pedalata assistita. Compiere il percorso casa-lavoro per i dipendenti con questa modalità infatti significa un risparmio fino a 46 euro al mese. Inoltre solo calcolando uno spostamento di 10 km al giorno, utilizzando una bicicletta a pedalata assistita, in un mese e solo nei giorni lavorativi, 130 biciclette, rispetto a una autovettura di piccola cilindrata, risparmiano al territorio già 5.148 chilogrammi di CO2. Il progetto si inserisce nella più ampia strategia di sostenibilità che l’azienda sta sviluppando. Entro dicembre 2010, infatti, una nuova rete di piste ciclabili, costruite dalla Provincia di Pescara con il contributo di Fater spa, offrirà ai cittadini un modo diverso di muoversi in città.Oltre al contributo finanziario, Fater fornirà l’arredo urbano delle piste ciclabili. Panchine, cestini, pavimentazione, opere di protezione saranno realizzati con materiali certificati ottenuti da plastiche riciclate e pannolini, scarti di produzione Fater.

Un esempio interessante dunque per le nostre imprese, anche perchè, date le caratteristiche del nostro territorio, le biciclette elettriche a pedalata assistita hanno un potenziale enorme oltre che per il casa-lavoro, per gli spostamenti in città e per i tragitti estivi tra la città e il mare con vantaggi significativi per la qualità dell'aria, i parcheggi ecc. Inoltre in alcuni parcheggi della città piccoli tetti fotovoltaici potrebbero garantire facilmente e a basso costo una ricarica delle biciclette da fonti rinnovabili e totalmente pulite.

5) Promuovere e incentivare il sistema JUNGO.Jungo è il sistema che incoraggia e incentiva gli automobilisti in movimento ad accostare per imbarcare persone che vanno nella stessa direzione, sfruttando le naturali "correnti di traffico" sulle direttrici principali del pendolarismo, ma non solo.

Ciò viene fatto garantendo:1) la sicurezza;2) la convenienza economica bilaterale;3) una regolamentazione certa e uniforme.

Per la descrizione del sistema vedere alla rubrica "L'ecologia in pratica" di questo numero.

La Provincia, stipulando accordi con l'associazione Jungo, che esiste e lavora già in altre parti di Italia con altre province, potrebbe con piccoli investimenti semplicemente pubblicizzare e promuovere una sistema alternativo di mobilità, già studiato e collaudato, che non richiede alcun investimento in termini di attrezzature, spazi, ecc, ma soltanto un po' di investimenti in pubblicità e la collaborazione con uffici già esistenti.

Il traffico e l'inquinamento da polveri sottili sono uno dei principali punti critici dal punto di vista ambientale della nostra provincia: incentivare forme di mobilità alternativa è necessario, ed è più facile "copiare" qualcosa che già esiste e funziona, rispetto ad inventare qualcosa di nuovo...sperimentiamolo!

II sistema potrebbe già essere abbracciato da chiunque di noi poichè ogni individuo può già aderire, ma perchè il sistema funzioni è fondamentale che sia conosciuto dal maggior numero di persone possibile e in questo gli enti pubblici possono dare una mano consistente senza troppo sforzo.

Associazione Ecologisti DemocraticiProvincia di Ravenna

La Garzetta Ecodemocratici Ravenna

Le donne e lo sviluppo sostenibile

A partire dagli anni ‘60 molte sono le donne (singole e organizzate) protagoniste del movimento internazionale ambientalista nelle sue varie forme.

Pensiamo al coraggio antesignano di Laura Conti, all’elaborazione tutta di genere della “coscienza del limite” dopo la tragedia di Chernobyl, alla passione di Vandana Shiva e il Movimento per una democrazia vivente.

Oggi, sempre più voci di donne nel mondo si levano contro un modello folle di sviluppo fondato sulle discriminazioni di genere, etiche e culturali, le ingiustizie sociali, la prevaricazione economica, l’uso indiscriminato delle risorse naturali. Basta cliccare su Internet per rendersi conto di quanto le donne siano impegnate a vari livelli e partendo dalle proprie diverse condizioni di vita, per l’affermazione di uno nuovo sviluppo sostenibile diverso dal modello attuale. Uno sviluppo cioè fondato su quattro pilastri in sinergia: società, cultura, economia e ambiente, che assuma come misura del benessere non il semplice Pil ma gli stili di vita, l’allargamento dei diritti e delle opportunità.

Vorremmo “approfittare” dello Spazio Ecologisti Democratici per confrontarci su questi temi, per scambiarci esperienze e idee, per ascoltare e confrontarci e, magari, dare continuità a questo primo incontro e costruire qualche progetto concreto di iniziativa.

Per finire, una citazione: “La voce delle donne è di critica importanza per il futuro del mondo- non solo per il futuro delle donne stesse” Amartya Sen.

Donatella Zanotti

Speciale Festa

PD

Riqualificazione Energetica dei CondominiSuperare i limiti e i pregiudizi che condizionano le riqualificazioni per ottenere un

vero risparmio e anche e soprattutto un notevole abbattimento delle emissioni di CO2

La GarzettaEcodemocratici Ravenna

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Il condominio nelle città è nato per condividere tra più famiglie spazi e

servizi (e spese) che, nelle abitazioni signorili, erano a disposizione dell’unico proprietario e della sua servitù. Il codominio di tanti affittuari o proprietari di appartamenti è l’invenzione della città borghese, dei nuovi ceti sociali che hanno abitato le città industriali, gli operai, il ceto medio impiegatizio, i professionisti. Oggi, nelle città italiane, dai condomini sono troppo spesso scomparsi gli spazi comuni e le portinerie, i cortili dove giocavano i bambini sono stati invasi dalle automobili e dai box, nuovi appartamenti sono stati costruiti più o meno legalmente nei sottotetti comuni. I condomini in affitto sono quasi scomparsi dal mercato della casa in Italia, eppure il condominio permette ancora oggi di ridurre i costi della vita in città e di vincere la solitudine.

In questi anni insieme alla popolazione, sono cambiate le abitazioni: nuovi servizi, numerosi apparecchi, ambienti interni più salubri e belli. Ma se le abitazioni sono migliorate, seguendo l’incremento del benessere degli abitanti, lo stesso non si può dire degli spazi comuni e della qualità della vita relazionale tra gli abitanti. Insomma la vita in condominio deve ritrovare nuova forza, conciliando realizzazione dei desideri dei singoli con la forza delle relazioni di vicinato, libertà con nuova socialità.

Le nuove sfide del vivere sostenibile nella città del futuro favoriscono il condominio rispetto all’abitazione isolata. Facciamo degli esempi. Il riscaldamento in questi ultimi decenni ha abbandonato la caldaia centralizzata per consentire a ciascuno di regolare l’impianto secondo i propri ritmi di vita. Oggi ci si è invece resi conto che il riscaldamento centralizzato è molto più conveniente per le seguenti ragioni:

- Il costo d’acquisto delle singole caldaie è superiore a un moderno impianto centralizzato;

- Il costo dei singoli contratti di gestione e fornitura di combustibile è superiore a un unico contratto;

- Il costo dell’elettronica di controllo e distribuzione della spesa tra i condomini è diminuito e rende un impianto centralizzato più flessibile rispetto a quelli d’appartamento.

COMFA

COME FARE AFFINCHE ̓ LʼEFFICIENZA ENTRI NELLE NOSTRE CASE Che cosa impedisce agli italiani di scegliere efficienza energetica e tecnologie in grado di utilizzare fonti rinnovabili per le loro case?

Disinformazione, inerzia, pigrizia, troppe regole poco rispettate e una burocrazia faticosa.

La maggior parte delle case italiane ha più di 50 anni, ma a partire dagli anni ’80 il recupero edilizio attrae il 60% degli investimenti nell’intero comparto e di efficienza energetica non vi è quasi traccia. Tutto ciò è assai strano se si pensa che il potenziale di risparmio energetico nei condomini italiani è attivabile a costo zero, anzi spesso a costo negativo:

- 1 euro investito nella sostituzione dei vetri ne restituisce oltre 4 - 1 euro speso per isolare i tetti o sostituire caldaie ne rende più di due - 1 euro investito per l’isolamento delle pareti, per sostituire finestre o nell’istallazione di impianti solari termici ne rende 1 e mezzo.

QUALI E COME SONO LE DIFFICOLTA' CHE INCONTRIAMOGli utenti spesso, considerano l’investimento in campo energetico soprattutto come una potenziale perdita economica, l ’ investimento in eff icienza è inconsciamente sentito più oneroso rispetto ad altre forme di investimento (titoli di stato per esempio).

I tecnici del settore non sono sempre in grado di proporre interventi realmente adeguati e tendono a considerare ogni innovazione come una possibile fonte di complicazioni.

Ci sono poi le gravi difficoltà di accesso al credito, e l’irrisolto connubio proprietari-affittuari, in cui gli uni non investono perché non beneficerebbero in bollette, gli altri perché l’immobile non è loro.

Senza contare le difficoltà insite negli stessi strumenti previsti dalla normativa italiana per favorire gli interventi di messa in efficienza, perché usati impropriamente o affaticati da tempi troppo lunghi di applicazione (per esempio la Certificazione energetica, il Contratto servizio energia, i Certificati bianchi, il Conto energia per il fotovoltaico, le Esco).

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COME E ̓POSSIBILE CONCRETAMENTE AGIRE1) Snellire la burocrazia. Normativa, certificazione, standard minimi: serve una normativa semplice ed efficace; una Certificazione energetica obbligatoria, lo abbiamo visto non è sufficiente; un piano nazionale per l’efficienza energetica nell’amministrazione pubblica che co invo lga le ammin i s t raz ion i l oca l i nell’abbattimento delle barriere all’efficienza (di cui, in parte, si scoprirebbero ahimè responsabili).2) Una questione di soldi. Finanza e incentivi: occorre definire un sistema di regole e incentivi definiti nel lungo periodo (almeno 10 anni) perché sia chiaro che gli aiuti pubblici sono transitori e aiutano i cittadini a mettersi in regola con disposizioni normative vincolanti che verranno introdotte al termine del periodo di incentivazione.3) Formazione e sensibilizzazione. A questi macro-interventi si deve affiancare un efficace lavoro di informazione dei cittadini e formazione dei tecnici, la presenza di energy manager nei condomini più grandi. Va spezzato il nesso tra la convenienza dei fornitori a vendere p iù combust ib i le , l ’ ind i f ferenza dell’amministrazione, la difficoltà di intervento dei condomini che pagano la bolletta.4) Amministrazioni condominiali. Sarebbe opportuno prevedere una remunerazione certa all’amministratore, nel caso di interventi strutturali che riducano i consumi di energia. Tale remunerazione dovrebbe peraltro essere proporzionale ai risparmi conseguiti e non all’investimento necessario, in modo tale da favorire gli interventi più remunerativi in termini energetici.

DA DOVE PARTIREGli edifici pubblici devono essere esempio di efficienza energetica.

La Direttiva 32 del 2006 assegna al settore pubblico un ruolo esemplare “Il settore pubblico può, ad esempio, avviare progetti pilota in materia di efficienza energetica e favorire un comportamento d e i l a v o r a t o r i efficiente sotto il profilo energetico.”

Per soddisfare questi principi generali, si dovrebbe partire da fondamentali presupposti:

- l’obbligo di esporre visibilmente la certificazione energetica per edifici pubblici aperti al pubblico.

- l’adozione per tutti gli edifici pubblici di nuova realizzazione, di livelli minimi di efficienza superiori del 20% rispetto alla normativa in vigore

- il settore pubblico potrebbe richiedere che per i propri edifici possano intervenire solo tecnici qualificati sull'efficienza energetica, in modo da stimolare la realizzazione di corsi di formazione.

In questo quadro risulterebbero facilitati:

- la predisposizione di piano efficienza amministrazione pubblica quale strumento per l’amministrazione stessa di scoprire difficoltà ed opportunità dell’efficienza

- il trasferimento di obiettivi di riduzione di CO2 a livello regionale rafforzando il quadro amministrativo in tema di efficienza.

Da quanto sopra esposto, il quadro che emerge è assai complesso e per nulla entusiasmante. Nonostante il nostro paese abbia anticipato il tema dell’efficienza energetica già nei primi anni ’90 l’antipatico vizio di non portare a termine e non fare rispettare la normativa ha di fatto munito il paese di regole numerose e poco rispettate, di incentivazioni generose ma contraddittorie.

Questo ha portato con sé una generazione di tecnici confusi e spesso preoccupati a rientrare nella norma più che concentrati a pensare e realizzare soluzioni efficienti ed innovative, di cittadini informati ma immobilizzati.

Ciò a cui noi oggi dovremmo aspirare è proprio a questo.

Attivare il maggior numero di cittadini per promuovere l’efficienza energetica nel proprio condominio. La tecnologia esiste, l’azione è sicuramente conveniente dal punto di vista economico. Si tratta di venire a capo della diffidenza dei propri vicini di casa, del proprio amministratore, di selezionare tecnici competenti che non disincentivino gli interventi più efficienti per installare tecnologia tradizionale, di farsi largo nelle pratiche burocratiche per la realizzazione degli interventi, per l’accesso alle incentivazioni, ai finanziamenti.

Non è evidentemente semplice. Le grandi sfide non sono riservate ai grandi ma sono destinate a tutti. Spesso l’azione locale di chi è riuscito a venire a capo a tutto questo serve da apripista nella soluzione delle barriere più di qualsiasi provvedimento legislativo.

Essere riusciti con la propria azione e convinzione ad integrare un impianto solare termico o fotovoltaico nel proprio condominio costituisce un esempio, identifica e stimola i tecnici del luogo, rende l’amministrazione pubblica disposta ad approvare nuovi impianti.

Arch. Marco [email protected]

Termovalorizzazione e teleriscaldamento: come trasformare i rifiuti in una risorsa

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Con quasi 500kg pro-capite di spazzatura generati ogni anno in Italia, la corretta gestione dei rifiuti diventa un tema molto importante da affrontare quando si parla di sostenibilità. La sostenibilità è un principio che si sviluppa su tre livelli: economico, ecologico e sociale. E' neces-sario che i carichi delle decisioni politiche che prendiamo oggi siano distribuiti egualmente nelle tre direzioni sopra indicate, evitando che la crescita economica significhi distruzione dell’ambiente e che i suoi effetti ricadano sempre sulle popolazioni (o sulle sue fasce) più deboli.

L’Europa, con la più recente Direttiva sui rifiuti ha creato una gerarchia di gestione che vede ai primi posti il riuso ed il riciclo dei prodotti, seguiti dal recupero energetico ed infine lo smalti-m e n t o d e i residui non re-cuperabili. L’ef-

ficacia e la fattibilità del riciclo e del riuso dei prodotti sono fattori legati direttamente al loro design. Ovvero, se vogliamo riciclare o riutilizzare alcune parti di un prodotto è necessario che questo (pensate a un pc, un’auto o ad una televisione) sia stato progettato per essere smontato, senza sostanze tossiche e con materiali potenzialmente riciclabili. A ogni modo,anche applicando questi principi di eco-design, rimarranno sempre alcune parti non riciclabili e quindi da trattare come rifiuti. Sotto-lineando che la raccolta differenziata seguita dal riciclo dei materiali è la prima soluzione su cui puntare, cosa fare dei residui che inevitabilmente rimangono? La discarica non è una soluzione sostenibile nè nel lungo periodo, perché crea aree inquinate di stoccaggio rifiuti, nè nel breve periodo, perché sottrae materiali dal ciclo produttivo. Rimane il recupero energetico dei rifiuti che, se effettuato correttamente e con tecnologie moderne, permette di recuperare energia elettrica e termica con emissioni minori a quelle delle centrali elettriche e ter-miche alimentate con combustibili tradizionali quali car-bone o simili.L'impiego di rifiuti urbani come combustibile alternativo contribuisce anche alla riduzione dell'impatto ambientale causato dal ciclo di approvvigionamento dei combustibili fossili tradizionali, comprendente le fasi di estrazione, raffinazione e trasporto (spesso causa di dis-astrosi episodi di inquinamento). Ulteriori vantaggi di economia e sicurezza vengono poi dalle caratteristiche stesse del "combustibile" utilizzato: i rifiuti costituiscono infatti una fonte di energia "indigena" rinnovabile, prodotta localmente e soprattutto non soggetta a ten-sioni di mercato che ne possano condizionare la disponi-bilità ed il prezzo. Oltre alla riduzione del volume dei rifiu-ti trattati, la termovalorizzazione (o incenerimento) per-mettere la distruzione di molti inquinanti organici ed il re-cupero di energia e calore.

La tecnologia del teleriscaldamento è molto diffusa nel Nord Europa, ma da alcuni anni si sta diffondendo anche in Italia. Consiste nella distribuzione, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, di acqua calda, acqua sur-

riscaldata o vapore, prove-niente dal termovalorizzatore, alle abitazioni con successivo ritorno dei suddetti alla stessa centrale. La prima città ita-liana a dotarsi di un sistema di teleriscaldamento, all'inizio degli anni'70, è stata Brescia. Il suo termovalorizzatore ha ricevuto diversi riconoscimenti per la sua efficienza e qualità delle emissioni ed è stato con-cepito all'interno di una strate-gia di gestione integrata ed ecologica di rifiuti, energia e territorio. Dopo aver ot-tenuto la certificazione ISO 14001 nel 2004, nel maggio del 2005 ha ottenuto anche la registrazione EMAS. È interessante notare inoltre come in aggiunta ai 400 milioni di kWh di elettricità, fornisca alla città più di 300 milioni di kWh di calore, sotto forma di acqua calda, me-diante una fitta rete di teleriscaldamento, con un risparmio annuale di 150 mila tep (tonnellate equivalenti di petrolio): quantità che corrispondono a circa un terzo dell'energia immessa in rete a Brescia in un anno ed evi-tano così la produzione di 400.000 ton di CO2. Bisogna dire che, se la posa delle reti di teleriscaldamento è onerosa e crea disagi alla mobilità degli abitanti, ha però diversi vantaggi per tutta la popolazione in generale. Con l'installazione degli scambiatori di calore, si riducono i costi di manutenzione delle sottocentrali (centrale ter-miche degli edifici), non ci sono più pericoli per eventuali fughe di gas, scoppi, problemi di canne fumarie ecc. An-che per chi non ne usufruisce direttamente ci sono van-taggi: infatti i dati di rilevazione delle polveri sottili nelle zone servite danno risultati incoraggianti.

Pensando alla nostra città, l’ubicazione del termovaloriz-zatore permetterebbe,volendo, di indirizzare il teleriscal-

damento an-che alla grande zona industri-ale, per evitare i problemi di traffico legati alla posa dei tubi, in un’otti-ca di ecologia industriale.

In Europa vi sono esempi di termovaloriz-zatori all’avan-guardia, sicuri

ed esteticamente apprezzati, come quello di Vienna, nonché Paesi che inviano ad incenerimento più del 70% dei loro rifiuti, come la Danimarca. L’incenerimento non è la soluzione definitiva per la gestione dei rifiuti ma, dati alla mano, è necessario per evitare il riempimento pre-coce delle discariche e, grazie al recupero di elettricità e calore, può fornire energia e contribuire al raggiungi-mento degli obiettivi di Kyoto.

Alessandro Santini

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Il 29 Luglio scorso la manovra correttiva da 25 miliardi è stata convertita nella legge n. 122/2010, sbagliata e ingiusta si è detto, e pericolosa per l’ambiente;

“iniqua, anche dal punto di vista ambientale” la definisce il WWF affermando che essa “tenta di rendere impotenti le amministrazioni preposte alla tutela dell̓ ambiente e del paesaggio e fornisce una serie di strumenti alle cricche e ai furbetti che vogliono depredare il territorio e contribuire ad imbruttire ancora di più il nostro Bel Paese”.Tagli ai parchiLa manovra correttiva del governo stabilisce la riduzione del 50% dei fondi a disposizione del Ministero dell'ambiente per i parchi nazionali. Oltre ad un problema occupazionale, saranno di fatto impossibili nuove assunzioni e sono a repentaglio anche i posti dei precari che collaborano alle attività dei parchi, diversi centri visita delle aree protette rischiano la chiusura e sarà problematico finanziare progetti di turismo sostenibile, ricerca scientifica e la stessa didattica ambientale.Il dimezzamento dei finanziamenti per i 23 parchi nazionali e le 13 riserve naturali dello Stato, prima della manovra erano 54 milioni di euro, riduce drasticamente la capacità degli enti parco di presidiare e tutelare il territorio per garantirne l’integrità.

Sanatoria catastale sulle “case fantasma”Sul fronte immobiliare ci sono le norme sulle cosiddette case fantasma, cioè non registrate al catasto. Il termine concesso ai proprietari per regolarizzare al catasto immobili modificati o che hanno subito cambi di destinazione d'uso è il 31 dicembre prossimo. Dopo scatteranno le classificazioni d'ufficio dell'Agenzia del Territorio in base alle rilevazioni della nuova mappatura che integra i dati catastali con quelli comunali. Si calcola che le unità immobiliari non accatastate siano quasi 3 milioni, e meno del 10% sarebbero in regola dal punto di vista urbanistico. Il meccanismo innescato dal Governo rischia di costringere l’autorità pubblica a concedere l’ennesimo condono edilizio mascherato a quanti, a fine anno, avendo compiuto un abuso sostanziale in violazione delle norme urbanistiche, accederanno, autodenunciandosi, alla sanatoria fiscale.

Tutele imbavagliateIl tema è quello della Conferenza dei Servizi, l’art. 48 quater recita “Nei casi in cui la legge richieda l’acquisizione di pareri di organi o enti appositi, ovvero l’esecuzione di verifiche preventive, essi sono comunque sostituiti dalle autocertificazioni, attestazioni o certificazioni di cui al presente comma, salve le verifiche successive degli organi e delle amministrazioni competenti”. Con ciò si consente di aggirare gli enti preposti al controllo nonché alla tutela dell’ambiente, della pubblica incolumità e della salute che non rendono il proprio parere esplicito nei tempi ristretti delle conferenze dei servizi. La norma apre la porta anche agli appalti esterni per incarichi di valutazione sulle autorizzazioni paesaggistiche esautorando i

Soprintendenti, già impotenti da anni per i tagli del personale. La tutela dei diritti alla salute e all’ambiente garantiti dalla Costituzione escono dal controllo e dalla vigilanza pubblica del territorio.

Deregolamentazione ediliziaLa DIA - Dichiarazione di Inizio Attività - non esiste più, sostituita dalla SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Nessun periodo cuscinetto; neanche un giorno per studiare la novità e stimare l'impatto: dal primo agosto è in vigore. Di conseguenza per le attività d’impresa e gli immobili ad esse connessi (uffici, capannoni, centri distributivi e commerciali, ecc.) è possibile un via libera, senza attendere il silenzio assenso, con semplice Segnalazione certificata di inizio attività e autocertificazioni sul possesso dei requisiti e rispetto delle norme. Così si elimina anche il filtro della validazione di un professionista e si procede in totale autonomia eludendo qualsiasi autorizzazione pubblica e, quindi, ogni controllo preventivo. La Scia è destinata a sostituire la Dia in qualsiasi norma. Ma questo crea un problema nel caso di interventi edilizi in zone vincolate: formalmente infatti se ci sono vincoli ambientali e paesaggistici la Scia è vietata, ma l'aver sostituito anche lessicalmente la Dia in ogni testo di legge, impedisce ora di utilizzare la Dia nei casi in cui era ammessa anche in presenza di vincoli.

Burocrazia zeroL’istituzione di zone a burocrazia zero per promuovere la nascita di imprese, sembrerebbe una buona notizia. Tuttavia esse sono situate nel Mezzogiorno assediato dalle mafie che, azzerando la vigilanza, rischiano di amplificare i meccanismi, già esistenti, di anarchia territoriale e moltiplicare gli abusi. Appare quindi arduo, stante la difficoltà dei controlli in Italia, verificare dopo cosa sia realmente avvenuto. Tanto più in un’area a rischio come il Sud. L’abolizione delle regole ha il suo simbolo in Alessandro che invece di usare la pazienza di sciogliere il nodo, lo tagliò con la spada.

La burocrazia è un presidio di regole senza il quale c’è solo l’arbitrio; lavoriamo per un’amministrazione più moderna, più efficiente, per una semplificazione delle regole, per un’attribuzione dei poteri e delle funzioni meno confusa e sovrapposta, in una parola per una burocrazia migliore, che favorisca, incentivi e difenda l’impresa senza offendere il territorio che la ospita.

Antonio Borsotti

La Garzetta Ecodemocratici Ravenna

Dall’OK alla manovra un KO all’ambiente

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Ecodemocratici Ravenna La Garzetta

Le Brevi dalla

Provincia

Una bella novità si preannuncia in tempi brevi nel nostro quartiere Darsena.

Il Comune sta avviando una procedura di gara per concedere l’uso di una parte del parcheggio del Pala De Andrè ad un soggetto privato che vi realizzi un parco fotovoltaico con pannelli integrati in un sistema di pensiline copri auto per 480 spazi di sosta.

Si tratta – affermano il sindaco Fabrizio Matteucci e l’assessore ai lavori pubblici Andrea Corsini – della prima iniziativa che andiamo a promuovere con questa modalità. Gli obiettivi sono chiari: migliorare l’offerta di parcheggi (coperti), e incentivare l’utilizzo di energie pulite tutto vantaggio dell’ambiente. Il Comune non sosterrà alcun costo per la costruzione e incasserà un canone dal soggetto che si aggiudicherà la realizzazione e la gestione. Il nostro auspicio è che questa nuova esperienza vada in porto felicemente così da poterla riproporre anche in futuro in altri parcheggi”

La delibera per l’avvio della gara, che è stata già approvata dalla giunta dovrà essere discussa e votata dal consiglio comunale a Settembre .La zona ritenuta più idonea, è quella fra le biglietterie di ingresso al Pala De Andrè e via Trieste.Si è pensato a una concessione ventennale (la durata del Conto energia), con la possibilità di una proroga di dieci anni.Il progetto, oltre a produrre energia pulita, è in grado di offrire al territorio circa 480 posti auto coperti.In base al bando, tutti i costi inerenti la progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria del parco saranno a cura della ditta concessionaria, che dovrà avvalersi degli incentivi previsti dal cosiddetto Conto energia.

L’aggiudicazione è prevista secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con l’attribuzione di un massimo di 70 punti agli aspetti tecnici di progetto, un massimo di 10 a quelli gestionali e un massimo di 20 a quelli economici (canone di concessione annuo offerto).

Un parco fotovoltaico nel parcheggio del

Pala De Andrè, 480 posteggi coperti

produrranno energia pulita

Grazie alla collaborazione della Cooperativa Bagnini Ravenna, della Cooperativa Villaggio Globale e del Comune di Ravenna e al contributo della Provincia di Ravenna per tutti i sabati e domenica di Luglio e Agosto nel parcheggio scambiatore di Via Trieste nei pressi di Marina di Ravenna e Punta Marina oltre al mezzo pubblico (Navetto) che collega regolarmente il parcheggio alle spiagge e al centro di Marina di Ravenna sarà possibile noleggiare, a prezzi contenuti, una bicicletta per mezza giornata o per tutto il giorno.

Gli orari del noleggio sono il Sabato dalle 9 all' 1 di notte e la Domenica dalle ore 9 alle ore 20.

Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi al numero 340.6116929.    

A Marina di Ravenna è nato il primo parcheggio scambiatore per un turismo sostenibile

Ravenna 2010; Rifiuti, acqua, energia. Buone Pratiche.

Economia ambientale.

Lab e Lab, il laboratorio per la gestione dei rifiuti, dell'acqua e dell'energia con sede legale a Bologna, con il patrocinio di tutte le istituzioni locali, di diverse Università italiane ed europee e della Regione Emilia-Romagna, organizzerà anche quest'anno a Ravenna dal 29 settembre al 1° ottobre la Manifestazione

Ravenna 2010; Rifiuti, acqua, energia. Buone Pratiche. Economia ambientale.

E' un festival sui rifiuti, acqua ed energia.

Tre giorni di incontri di tipo informativo-formativo dedicati alle tematiche ambientali e di tipo tecnico-economiche.

Sono previsti corsi di formazione (a pagamento) workshop pubblici e gratuiti e un ricco programma di eventi culturali

Per informazioni: www.ravenna2010.it

Ecodemocratici Ravenna

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Il surf sulle “Correnti di

traffico”

Cos'è e come funziona JungoIl traffico è un flusso continuo di sedili vuoti che viaggiano in ogni direzione. Jungo non fa altro che creare le condizioni perché queste “correnti naturali” diventino un valore per tutti. Jungo è il sistema che incoraggia e incentiva gli automobilisti in movimento ad accostare per imbarcare persone che vanno nella stessa direzione.  

Ciò viene fatto garantendo:1) la sicurezza;2) la convenienza economica bilaterale;3) una regolamentazione certa e uniforme.

Con più coincidenze, l’utente passeggero può viaggiare ovunque, lasciando a casa la propria auto e spendendo meno che con la propria auto, mentre l’utente automobilista può incassare contributi di viaggio, senza modificare ne’ i suoi tempi ne’ i suoi tragitti. Le caratteristiche del sistema sono tali da richiedere una massa critica di utenti molto elevata: questo è il motivo per cui è necessario che Jungo sia conosciuto da tutti come la risposta ‘agile’ (cioè flessibile, aperta, conveniente, giovane) alla mobilità.Ogni aderente è munito di una “card” personale Jungo, di durata annuale, che garantisce l’assenza di precedenti penali e stradali significativi (sarà lo stesso utente che al momento dell’adesione firmerà il consenso alle visure necessarie).  Questa garanzia è essenziale per Jungo.Ogni aderente può usare la tessera - sia come ‘passeggero’ sia come ‘guidatore’ -  con assoluta flessibilità: per brevi tragitti cittadini, per tragitti extraurbani e per viaggi di lunga percorrenza.Lo ̒ stand-byʼL’incontro avviene normalmente a richiesta, direttamente sulla direttrice viaria interessata. Si privilegeranno le strade di scorrimento, ovvero con un livello di traffico sufficiente (sopra le 500 auto private all’ora), per garantire un tempo di attesa medio ridotto (target iniziale: 6 minuti).L’aspirante passeggero si ferma accanto alla carreggiata (in un punto adatto) mostrando la tessera per intercettare un automobilista Jungo. La tessera esibita e tenuta alta significa per tutti la stessa cosa:

“cerco un passaggio secondo questa direttrice di marcia, sono di Jungo (quindi sono sicuro), voglio pagare”. Si tratta di un fisso più un tot al km, importo comunque competitivo, per il passeggero, rispetto ad ogni altro mezzo di trasporto pubblico o privato (l’ipotesi accreditata è 0.10 € di fisso + 0.1 € a km).Un automobilista, interessato a risparmiare i costi del proprio tragitto o magari per desiderio di viaggiare in compagnia, vedendo il gesto accosta.La sicurezza in 4 mosseEntrambi gli utenti (che normalmente non si conoscono), verificano reciprocamente la tessera personale ‘JUNGO’, nominativa (ologrammatica), che garantisce: 1) “non ho precedenti penali” (controllo a cura di jungo); 2) “non ho subito l’esclusione a seguito di segnalazioni di malcomportamento”: l’esclusivo software jungo consente un vaglio ponderato e contestuale delle segnalazioni. Per agevolare l’avvio del sistema, tutti gli automobilisti, anche non iscritti, sono invitati a imbarcare jungonauti. Lo jungonauta infatti dispone, al pari del guidatore, di un ulteriore dispositivo: con un “sms” contenente la targa o il nome, può “registrare” l’imbarco mediante sms: la centrale terrà in memoria “chi-è-con-chi-a-che-ora”(3). Per loro maggior tranquillità le jungonaute possono limitare la proposta di imbarco solo alle congeneri: basta un nastrino rosa alla mano (4).Il retro della tessera facilita i conteggi per il costo chilometrico. E’ importante notare che il costo del tragitto è predeterminato e non suscettibile di trattativa, e dunque è conoscibile preventivamente in maniera certa e definitiva. Il pagamento avviene al termine della tratta, direttamente fra i due interessati.Il tempo medio di attesaRimane un elemento di ‘avventurosità’ tipico dell’autostop: chi viaggia con Jungo non è certamente garantito di poter arrivare a destinazione con un solo passaggio, e dovrà avere un’idea abbastanza precisa delle direttrici sfruttabili per la sua destinazione.  D'altra parte anche chi si trova in coda in un nodo stradale importante non ha la garanzia dei tempi di percorrenza. Sui grandi numeri, tuttavia, il viaggiatore Jungo sa che la media delle sue attese di passaggio è di 5-6 minuti.  Aumentando il numero di aderenti oltre la soglia minima, il tempo medio di attesa si riduce correlativamente.Il numero di junghisti è in aumento, e maggiore il numero dei partecipanti al gioco, minore il tempo di attesa. In Trentino, con soli 257 iscritti, il tempo medio di attesa per i maschi è 10 min, per le femmine 6.0. Aumentando i “partecipanti al gioco”, è razionalmente prevedibile il rapido raggiungimento del tempo obiettivo (5 min). Dopo, il sistema tende a zero minuti di attesa. Il Codice Jungo La centrale servizi, la regolamentazione uniforme, il “codice di comportamento” e il pool di giuristi Jungo, concorrono a garantire un elevato grado di affidabilità complessiva. Per maggiori informazioni ed esempi pratici di funzionamento: www.jungo.it

L’ecologia in pratica!Ecco a voi una piccola

rubrica con consigli pratici o suggerimenti

per vivere concretamente in

maniera ecologista!

La Garzetta

Le Associazioni del settore Assolterm e Assotermica hanno scritto nei giorni scorsi al governo nazionale per difendere un incentivo che ha fatto e può fare ancora molto per il Paese, la detrazione del 55% su solare termico e caldaie a condensazione, finalizzato all’efficienza e al risparmio energetico. Può dare altri 150mila posti di lavoro, contribuire sostanziosamente agli obiettivi 2020 e far bene alle casse dello Stato.

Ambientalisti e opposizione in Parlamento hanno espresso la piena adesione agli obiettivi delle due associazioni.“Come già abbondantemente documentato - si legge nella missiva - questo meccanismo sta portando benefici sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica in atto, sia al sistema-paese, con un rapporto positivo costi/benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese.” Ecco i potenziali benefici di una proroga dell’incentivo: più di 150.000 posti di lavoro a tempo pieno; un risparmio di 3,6 Mtep, pari al 25% dell'obiettivo complessivo al 2020 sulle rinnovabili; aumento del gettito fiscale; riduzione delle bollette energetiche; riduzione della dipendenza da combustibili fossili d’importazione. Sul bilancio positivo del 55% per il sistema-paese, d’altra parte, si era già espressa anche l’Enea citando uno studio commissionato al Cresme.A sostegno delle richieste hanno  fatto sentire la loro voce anche gli Amici della Terra, associazione molto attenta ai benefici delle rinnovabili termiche e altre organizzazioni ambientaliste. Infine, un'amara considerazione sul destino incerto di questo incentivo dall’innegabile successo ci arriva dal senatoreFrancesco Ferrante (PD) componente della commissione Ambiente al Senato: “La perdurante assenza di un ministro dello Sviluppo economico e un Ministero dell’Ambiente che agisce contro la sua stessa ragione sociale rischiano di fare l’ennesima vittima. Il Governo sembra infatti sordo alle richieste che arrivano da tutto il sistema industriale e artigianale che sulla green economy sta puntando per resistere alla crisi e anche per rilanciare lo sviluppo. In gioco c’è il futuro di un settore che nel 2009, nonostante la crisi economica, ha occupato 11.000 persone con oltre 2 miliardi di euro di fatturato, portando beneficio sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica, sia al sistema-paese, con un rapporto positivo costi-benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese"."Il Governo e la maggioranza - conclude il senatore Pd - hanno sempre respinto gli emendamenti proposti dal Partito Democratico in vari provvedimenti miranti a prorogare la detrazione del 55%, meccanismo di incentivazione che non solo ha già consentito a 600mila cittadini italiani di migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni, ma ha anche permesso di risparmiare tanta energia quanta ne produrrebbe una grande centrale termoelettrica.”

La Repubblica con un bell' articolo di Elisabeth Rosenthal ci ha informato che uno dei pochi Paesi ad aver raggiunto ampiamente l'obiettivo europeo riguardo le rinnovabili (20% del consumo energetico complessivo) è, abbastanza sorprendentemente, il Portogallo.

I risultati della " cura del Presidente Socrates " finalizzata a ridurre la dipendenza del Paese dal petrolio e dalle fonti fossili sono sorprendenti: la percentuale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e in particolare da idroelettrico, eolico, fotovoltaico e biomasse è passato dal 17% del 2005 al 45% del 2010 con l' obiettivo di giungere addirittura al 60% nel 2020 ( è previsto persino che nel 2011 il Portogallo sarà il primo Paese europeo a inaugurare una rete nazionale per la ricarica dei veicoli elettrici).

Questo è stato certamente  favorito da condizioni meteoclimatiche per certi aspetti uniche in Europa ma anche da scelte politiche precise e da ingenti investimenti pubblici e privati.

I risultati? Sul piano strettamente economico-finanziario i dati più evidenti sono due: un contenuto aumento del costo dell' energia (di circa il 15%) e per contro un miglioramento della bilancia commerciale del Paese sul cui deficit l'importazione di energia nel 2005 pesava al 50%. Le previsioni a tal proposito prevedono al termine del progetto nel 2020 un risparmio annuo di 1,7 miliardi di euro con notevoli vantaggi per le possibilità di sviluppo (sostenibile) del paese e dell'occupazione.

Senza contare che un risultato di questo genere ha già determinato effetti molto consistenti in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e dei livelli di inquinamento atmosferico, con probabili effetti positivi

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Le Brevi A  difesa delle detrazioni del 55%  per il risparmio energetico

Il Portogallo ha già raggiunto l'obiettivo UE sulle rinnovabili

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“Il numero altissimo di firme (circa 1.400.000) raccolto dai referendum sull’acqua è una buona notizia, perché esprime una forte sensibilità verso il più fondamentale dei beni comuni, e Dio solo sa quanto ci sia bisogno di tornare a dare importanza ai beni comuni, dopo anni di ubriacatura neoliberista e privatista.

Questo non cancella né i dubbi sull’uso dello strumento referendario, che ormai da quindici anni si rivela un boomerang per il mancato raggiungimento del quorum, né il fatto che solo un quesito su tre appare nel merito condivisibile, quello sull’abrogazione delle norme del decreto Ronchi che impongono una privatizzazione forzata.

Penso che questa forte sensibilità popolare debba ora dare ancora più forza all’azione per arrivare ad una riforma che rafforzi le funzioni pubbliche di programmazione, regolazione e controllo del servizio idrico integrato.

Va in questo senso la proposta di legge del PD.

Al tempo stesso bisogna riportare al centro dell’attenzione, insieme al tema della gestione del servizio idrico, l’obiettivo costruire fognature e depuratori dove ancora mancano, ammodernare gli acquedotti per ridurre le perdite d’acqua, contrastare gli sprechi di una risorsa ambientale preziosa e scarsa; e l’obiettivo di colpire la principale forma di mercificazione dell’acqua, il consumo smisurato di acqua minerale in bottiglia, diffondendo l’uso dell’acqua del rubinetto.

Un obiettivo, quest’ultimo, attorno al quale abbiamo costruito la campagna “Ti voglio bere”, che continueremo a sviluppare nelle prossime settimane.”

Fabrizio Vigni Presidente nazionale Ecologisti

Acqua: fortissima sensibilità popolare, spinta per una riforma

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Si svolgerà a Roma, dal 10 al 12 dicembre, il congresso nazionale degli Ecologisti Democratici. Lo ha deciso il direttivo nazionale, che nella sua ultima riunione ha di fatto avviato il percorso congressuale.

A settembre vi sarà una nuova riunione del direttivo per varare il documento politico che sarà poi discusso ad ottobre nelle assemblee dei circoli territoriali e, entro la fine di novembre, nei congressi regionali.

Il direttivo, approvando il regolamento congressuale, ha indicato l’obiettivo di fare del congresso nazionale e di quelli territoriali appuntamenti aperti di confronto sull’ambientalismo, sulle prospettive del PD e del centrosinistra, sui programmi per la green economy e per l’Italia. “Sarà non solo l’occasione per fare un bilancio dei primi tre anni di vita degli ecodem e ridefinire il ruolo dell’associazione come soggetto ancor più punto di riferimento dell’ambientalismo politico nel centrosinistra – ha detto Fabrizio Vigni – ma anche per dare una scossa in positivo al PD su tre temi fondamentali: l’identità del riformismo nel 21° secolo, un programma per l’Italia che metta al centro la green economy, la battaglia per la legalità e la buona politica.”

Verso il congresso degli ecodem

Il territorio della Circoscrizione Terza è molto vasto e comprende vari ambiti territoriali: non è solo un quartiere densamente popolato, ma è anche area produttiva e portuale, centro del forese e cintura verde, con altrettanti ambienti, microclimi e realtà sociali.

Attualmente i riflettori sono puntati sulla Darsena di città, ma in questo vasto territorio le proposte non mancano.

E’ quasi in punta di piedi che lo scorso 26 gennaio la Giunta Comunale ha approvato uno studio di fattibilità presentato dalla Cooperativa Impronte per un Centro di Educazione Ambientale in via Don Carlo Sala. La proposta è da attuare in una porzione di terreno di proprietà del Comune di Ravenna di circa 15000 mq, nella zona di integrazione alla rete ecologica, dietro all’Ecoarea di Hera Ravenna, a ridosso dello scolo consorziale Lama. Si tratta di un progetto di riqualificazione di uno spazio verde, con attrezzature per lo svago, il cicloturismo, ma soprattutto per la costruzione di un Centro di Educazione Ambientale. In questi spazi sono state proposte ampie aule didattiche, spazi per convegni e altri usi locali e servizi vari dove si potrà parlare, imparare ma soprattutto sperimentare le tecnologie per l’utilizzo delle energie rinnovabili, la biodiversità, e la sostenibilità ambientale, con momenti dedicati alla cultura del territorio e alla storia della nostra agricoltura.

Grande importanza è stata rivolta alla popolazione residente e alle sue abitudini con la proposta di un orto, un giardino delle erbe officinali e un antico pomario, la cui gestione sarebbe compito degli anziani del quartiere. Potenzialmente questo centro si connota come grande occasione di aggregazione sociale, in nome della sostenibilità e di un modo semplice di vivere i nostri luoghi.

In data 26 maggio è stato pubblicato il b a n d o p e r l a realizzazione e gestione di tale proposta in project financing, che prevede cioè la spesa totale sia di progetto che di gestione per un periodo da definirsi, a carico dell’aggiudicatario del bando, con notevole vantaggio per l’Amministrazione. Alla scadenza del bando, lo scorso 26 luglio le proposte pervenute erano una sola, quella della Cooperativa Impronte che nel frattempo ha ampliato e specificato meglio la proposta presentando un progetto preliminare. Ora la commissione tecnica nominata dall’Amministrazione valuterà la validità e la convenienza del progetto presentato.

Silvia Savorelli

Un Centro di educazione ambientale nella Terza Circoscrizione

Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn nel suo articolo Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover, pubblicato sul sito dell’atene o. «Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh) . Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è più che triplicato. Ed è abbastanza facile prevedere che questo trand continuerà anche nei prossimi anni.

La SDE, una società israeliana specializzata nella progettazione di tecnologie marine, ha portato a termine e messo in servizio sul molo del porto di Jaffa una centralina da 60 kW che ricava energia elettrica dal moto ondoso. SDE ha beneficiato del sostegno del ministero dell'Industria israeliano, che ha supportato la realizzazione di 8 modellini sperimentali dell'impianto, l'ultimo dei quali, da 40 kW, ha operato con successo per 2 anni. Quello appena completato a Jaffa è il nono ed è costituito da una singola barriera mobile che utilizza l'energia cinetica delle onde per creare pressione idraulica che viene poi trasformata in energia elettrica. La società ha annunciato che l'impianto appena completato è il primo di una serie da installare sul molo frangiflutti del porto di Jaffa, fino a realizzare una centrale della potenza complessiva di 50 MW.

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L'Empire State Building fu inaugurato a New York il 1 maggio 1931. Ora i suoi proprietari provano a riadattarlo ai nostri tempi, trasformandolo in un edificio verde. Entro fine anno sarà completata la gran parte dei lavori, che prevedono un investimento di 13 milioni di dollari. “Stiamo facendo la ristrutturazione verde – ha detto il nuovo proprietario - non perchè sia la cosa giusta da fare, ma perchè è sensato dal punto di vista economico”. I consumi energetici dell’edificio saranno ridotti di quasi il 40%, tagliando le bollette di quattro milioni di euro e ripagando i costi della ristrutturazione in tre anni. Le misure vanno dal rifacimento delle 6.514 finestre dell’edificio per migliorarne la capacità di isolamento, alla creazione di una grande rete senza fili che consente il controllo centralizzato dell’aerazione.

Quando economia ed ecologia vanno a braccetto

Sono ben 6.993 i comuni italiani dove é installato almeno un impianto di produzione energetica da fonti rinnovabili (5.580 nel 2009 e 3.190 nel 2008). Le fonti pulite oggi sono presenti nell'86% dei comuni: 6.801 sono i comuni del solare (83,9% del totale), 297 quelli dell'eolico, 799 quelli del mini idroelettrico e 181 quelli della geotermia, 788 quelli delle biomasse. E' questa, in sintesi, la mappatura delle fonti rinnovabili nel territorio italiano che emerge dal rapporto 'Comuni rinnovabili 2010' di Legambiente.

A quota 7000

E’ in Austria la prima cantina raffreddata con energia solare termica. Per la precisione si tratta dell’azienda vinicola Peitler in Stiria. In questo campo l’Austria occupa una posizione rilevante: il 25% di tutti gli impianti solari all’interno dell’Unione Europea vengono prodotti in Austria. Nel caso specifico dell’Azienda vinicola Peitler, che coltiva circa 5,5 ettari di vigneti, si tratta di un progetto altamente all’avanguardia.

In Austria la prima cantina raffreddata con energia solare

Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare

Un milione di euro per i boschi dell’Emilia-Romagna

Il mondo in dieci …. Righe

E’ la cifra stanziata con delibera della giunta, che ha approvato il programma di manutenzione del patrimonio boschivo di proprietà regionale per l’anno 2010. Nel complesso si tratta di circa 38 mila ettari di

territorio, per la maggior parte nella fascia più alta dell’Appennino, quasi interamente coperti da foreste di grande valore ambientale, paesaggistico ed economico. Le risorse serviranno per interventi finalizzati prevalentemente alla difesa dagli incendi, alla manutenzione della piste forestali, ai diradamenti dei boschi di conifere, alla pulizia e alla sistemazione delle scarpate e delle aree di sosta solitamente utilizzate a fini ricreativi.

Energia elettrica dal moto ondoso

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Le Brevi

La Cina ha annunciato in queste settimane  di aver effettuato con successo un esperimento su un reattore nucleare di quarta generazione. Lo scrive il China Daily.

Questi reattori sarebbero, salvo approfondite e opportune verifiche, piuttosto diversi dai precedenti perché utilizzano il carburante in maniera più efficiente, riducendo il costo energetico in maniera significativa (e probabilmente anche la produzione di scorie radiottive sarebbe inferiore). Con questa nuova tecnologia, secondo il giornale, l'uso di uranio passerebbe dal 70% all'1%.

Anche questo annuncio, certamente tutto da verificare sul piano economico, dell’efficienza energetica e soprattutto della sostenibilità ambientale, rende comunque evidente l’assurdità del progetto del Governo Berlusconi di riprendere in Italia la costruzione di centrali nucleari di terza generazione, una tecnologia costosa, ormai obsoleta (di fatto abbandonata da quasi tutti i Paesi più avanzati), che utilizza grandi quantitativi di uranio (materia prima relativamente scarsa, non rinnovabile, e per l’Italia integralmente importazione) e che produce una consistente quantità di scorie radiottive per migliaia di anni.

Cina, sperimentate centrali nucleari di quarta generazione

Si discute molto se per contrastare i cambiamenti climatici sia opportuna in generale passare ad  una dieta vegetariana o meno.

Alcune però sono le certezze largamente accettate:

1) Per una migliore sostenibilità ambientale oltre che per la salute è opportuno seguire una dieta di tipo mediterraneo con molta frutta e verdura e poca carne

2) In particolare  è comunque giusto che il mondo ricco riduca di molto l'uso della carne per il proprio sostentamento visto che tra il 1980 e il 2002 il consumo di carne pro capite nei paesi in via di sviluppo è raddoppiato, toccando i 28 kg all'anno e si prevede che salirà a 37 chilogrammi l'anno entro il 2030.

3) Un bovino, comunque lo si allevi, è un produttore di carne molto meno efficiente di un maiale o di un pollo. Questi iultimi nfatti, possono fare a meno dei cereali (che possono essere lasciati all'uomo) e la produzione di un chilogrammo di loro carne produce meno anidride carbonica di una mucca. Per un chilogrammo di carne di pollo si producono 3,6 kg di anidride carbonica, 11,2 kg per un chilo di carne da maiale, contro i 28,1 kg per un chilogrammo di carne bovina. 

Alimentazione e sostenibilità ambientale

Risparmiati quasi due milioni di barili. Ma il 30 % dei Comuni non prevede ancora la raccolta differenziata.Da un bel rapporto apparso su Repubblica Ambiente, che riporta dati del CoReVe, il consorzio per il recupero del vetro emergono indicazioni positive sulla crescita della sensibilità dei cittadini al tema della sostenibilità. Nel 2009 sette bottiglie su dieci sono state riciclate, con un risparmio di quasi due milioni di barili di petrolio. Purtroppo solo il 70% dei Comuni italiani prevede questa forma di risparmio ambientale. Nel 2009 sono infatti state ritirate in totale 1,6 milioni di tonnellate di vetro da riciclare, con un aumento rispetto al 2008, del 3,6%.  Tra i cittadini tra dunque si consolida sempre di più l'abitudine a fare la raccolta differenziata del vetro, nei Comuni dove questa è prevista (ad oggi il 70% del totale). Il CoReVe li ha contati, basandosi sul numero di amministrazioni che collaborano con il consorzio ed è emerso che 45 milioni di italiani, pari al 77% del totale, differenzia il vetro dagli altri rifiuti.Il primato di raccolta va al Nord con 942mila tonnellate e 35,3 kg per abitante, segue il Sud in notevole rimonta. Nel 2009 si è registrato un aumento del 25,6%, con 353mila tonnellate raccolte, superando così le regioni del Centro, che si sono attestate su 300mila tonnellate (+1% sul 2008 e 26,4 kg/ab).Sono numeri che hanno consentito di risparmiare, in un solo anno, quasi 2 milioni di barili di petrolio, una quantità assai rilevante. Quanto alla riduzione delle emissioni, secondo CoReVe è stato possibile evitare l'immissione in atmosfera di 1,8 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti all'inquinamento prodotto da un milione di utilitarie Euro 4, praticamente tutte le auto circolanti nella città di Milano.

Ricicliamo sempre di piu': sette bottiglie di vetro su dieci 

Agost è fa e’ most(Agosto fa il mosto)

E, anche

Par San Bartlazz,u s’ bagna e tinàzz.(Per San Bartolomeo (il nostro S. Bartolo – 24 Agosto)Si bagna (lavandolo) il tino

In Agosto si comincia la preparazione alla vendemmia.

Verso la fine del mese si comincia appunto a lavare il tino ove poi verrà messo “a bollire” il mosto che poi diventerà vino.

Importante il lavaggio dell’attrezzatura e, soprattutto, importante il lavaggio dei tini: non era infrequente, purtroppo, notare nel vino sapori dovuti appunto a cattive pulizie dell’attrezzatura usata.

Oggi sono sempre meno i contadini che producono, in casa, il vino. Tutta l’uva raccolta infatti la si porta – sempre più frequentemente – alle cantine dove viene lavorata con tecniche sempre più raffinate in modo tale da produrre vini di qualità.

Non è da tanto che i nostri contadini hanno, anche loro, cominciato a capire che è meglio produrre uve di alta qualità piuttosto che elevati quantitativi.

Ricordo che quando ero ragazzino sentivo i contadini vantarsi del fatto che quell’anno erano riusciti a produrre “quasi” 300 quintali di uva per ettaro. Quantità assurde che penalizzavano moltissimo il prodotto e, conseguentemente, il vino.

Pensate che oggi il disciplinare del nostro Trebbiano d.o.c. prevede, massimo, una produzione di 140 q.li per ettaro mentre per il nostro caro e amato Sangiovese d.o.c. una produzione che non può eccedere i 110 q.li per ettaro.

E, oggi, il nostro Trebbiano e, soprattutto, il nostro Sangiovese sono fra i vini più apprezzati del mondo vinicolo nazionale avendo, a loro vantaggio, un rapporto qualità / prezzo veramente eccezionale.

Però, c’è sempre un però, questo mese comincia di domenica e allora c’è un altro detto:

Se e mes e cmenza d’ dmengaÈ’ cuntaden e fa poca fazenda) (Quando il mese comincia di domenica,il contadino non produce molto)

ma, abbiamo visto che la tradizione ci offre sempre una scappatoia e allora c’è un consiglio al nostro contadino:

A tuché al tlaragnU s’ chéva e’ guadagn) (A toccare le ragnateleSi cava il guadagno)

Il contadino si esima quindi dal cavare, soprattutto nella stalla, le ragnatele e il suo guadagno sarà così salvo.

Buon ferragosto a tutti e buon bagno, in mare, il giorno di S. Lorenzo (10 Agosto).

Av salut

Paolo Turchetti

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Il proverbio del mese

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