La Finestra settembre 2010

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Settembre 2010 1

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Periodico gratuitamente distribuito in Valsugana e dintorni

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Non sempre i tesori più preziosi sono nascosti e inaccessibili, alla portata solo di pochi privilegia-ti. Talvolta sono sotto gli occhi di tutti, da toccare con mano e farli propri,

senza spendere una fortuna e senza dover andare in capo al mondo.Eppure, spesso, non li sappiamo cogliere o, peggio ancora, nemmeno li riconoscia-mo. Possibile?Certo, perché – come osserva lo scrittore Paulo Coelho – «spesso rendiamo inac-cessibile ciò che è alla nostra portata», rendendo vera, così, un’antica massima: «Sebbene il tesoro possa essere sepolto nella tua casa, lo troverai solo se parti alla ricerca di esso».Fra questi tesori “nascosti” di sicuro si può annoverare anche la magnifica e inconta-minata conca del Tesino, splendida gem-ma incastonata in un angolo di Trentino purtroppo ancora poco conosciuto non solo a livello nazionale e internazionale, ma addirittura da parte dei Trentini e forse finanche dagli stessi Valsuganotti, nonostante sia a pochi minuti di macchina dai maggiori centri del fondovalle.I paesi di Bieno, Pieve, Cinte e Castello Tesino, con i loro territori, offrono dei pae-saggi pressoché unici perché hanno sapu-to preservare la propria identità, fondata su cose semplici e genuine. Anche sotto il profilo etno-antropologico quest’area evidenzia delle comunità assai vivaci, che nel corso dei secoli hanno codificato usi e costumi del tutto peculiari, che si contrad-distinguono da quelli valsuganotti.Che dire poi dell’intraprendenza e della tenacia di queste genti, che dalla metà del '600 fino agli inizi del ‘900 svolsero un’intensa attività di commercio giro-vago. I primi furono i Gallo di Castello

che vendevano pietre focaie da fucile in Germania, Polonia, Ungheria e in tutta la Mitteleuropa; poi vi fu Antonio Morandi da Pieve che iniziò a commercializzare in tutto il mondo stampe e immagini sacre prodotte dalla nota casa Remondini di Bassano.Alcide De Gasperi, uno dei padri fonda-tori dell’Unione europea, nonché proba-bilmente il più grande statista che l’Italia abbia mai avuto, era nativo di Pieve Tesi-no, dove oggi il suo spirito aleggia nella Casa-Museo che lo ricorda, nonché nel giardino d’Europa che si sta realizzando presso l’Arboreto del Tesino.E dove fu costituita la prima Pro Loco d’Italia, nel lontano 1881? Forse a Roma, Venezia, Rimini o Cortina d’Ampezzo? Macché, proprio a Pieve Tesino come Società di abbellimento del Colle di S. Sebastiano per migliorare il paese e pro-muovere il turismo.Queste – e molte altre ancora – sono le ragioni che ci hanno indotto a compiere un breve ma intenso viaggio nel vicino Tesino. Forse non saremo riusciti a foca-lizzare l’attenzione su tutte le ricchezze di cui questo territorio gode, ma spe-riamo che leggendo queste pagine tanti, Valsuganotti e non, partano come noi alla riscoperta del Tesino, un tesoro di inestimabile valore che è lì da toccare con mano. Non approfittarne sarebbe davvero un peccato.Buona lettura e buon viaggio!

Editoriale

Johnny Gadler,direttoreresponsabilede La Finestra

Il Tesino, un tesoro tutto da riscoprire

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Editoriale ................................................................3I primi abitanti di Dosso S. Ippolito ........................6Il calice del Diacono Orso ......................................7Storie di vescovi, signorotti e tiranni ......................8Gli scontri con i Feltrini e la soluzione “politica” ...10Le richieste dei Tesini a Venezia ...........................10Tesino: dalla pace alle due guerre mondiali .........12Il Tesino e il cimitero del Trentino .........................12Intervista al sindaco di Castello Tesino ................14Castello: nota dell'Anonimo Tesino ......................15La Cassa Rurale di Castello Tesino ......................17Intervista al sindaco di Pieve Tesino ....................18Pieve: nota dell'Anonimo Tesino ..........................19Intervista al sindaco di Cinte Tesino .....................20Boschi e greggi ....................................................21Le patate del Tesino .............................................21Cinte: nota dell'Anonimo Tesino ...........................21Mirco Mezzanotte: il campione assessore...........22Il Museo Casa De Gasperi di Pieve Tesino ...........23Intervista al sindaco di Bieno ...............................24Intervista all'assessore Luca Guerri .....................25Il Tesino in cifre ....................................................26Il Tesino in cifre ....................................................27Progetti per il Tesino del futuro .............................28Il Tesino immortalato in 7 scatti ...........................30La Valsugana del futuro, formato famiglia ...........32Pergine: pensionati, tante iniziative.......................38Tenna: studio sui metalli nei terreni ......................38Le Genealogie Perginesi rivisitate .........................38

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Parma: il grande calcio in Valsugana

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La Valsugana del futuro

STORIA DI COPERTINA

IL TESINO VISTO DA VICINO

SETTEMBRE 2010 - ANNO 22 - n. 9

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DirettoreCristina Ferretti

Direttore ResponsabileJohnny Gadler

PubblicitàCristina Dellamaria 347.6475297

Grafica ed impaginazioneEva Fontana

CorrispondentiP. Chiesa, G. Facchini, A. Munaò, M. Pacher

StampaCSQ Centro Stampa Quotidiani spa - Erbusco (BS)

EditoreAthesia Druck srl - Via del Vigneto 7 - 39100 Bolzano

Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989

Questo numero de LA FINESTRAè stato chiuso il 2/9/2010

La Finestra declina ogni responsabilità per eventuali cambiamenti e/o errori nelle date e negli orari degli ap-puntamenti segnalati.

Comunità di valle verso il voto .............................42La lettera: perchè una nuova sede per la Comunità? ...44Vanda Cestele fa rivivere la tradizione della seta ..46Il mistero della croce di Monterovere ...................46La Giunta e i tesori di Grigno ................................48Pergine: la differenziata è al 76 per cento ............50Ecco come produrre meno rifiuti .........................50Cerimonia per i caduti alla Zoparina .....................52Levico: impresa sui pattini ...................................52Due mostre in ricordo di Wolf ..............................52Danza e poesia in centro .....................................53Mondo Giovani ora è anche “Ficus” ....................53Festa a malga Broi ...............................................53FairyRing, la magia della danza irlandese ............54I diplomati in mocheno e cimbro .........................56I percorsi per guadagnare salute..........................58Il mulino di Cauria e la famiglia Zanol ...................60A scuola di Qwan Ki Do .......................................62Memorial Flavio Berton e Riccardo Visintainer ....64Il grande calcio in Valsugana ...............................66Coppa S. Margherita e Memorial Montibeller ......68Andrea Braido: un eterno allievo della musica .....70Scopriamo i segreti delle fonderie preistoriche ....72Il Musae ritorna in Valsugana ...............................74Concorso: racconta il tuo viaggio ........................75Il trionfo del cibo locale ........................................76Il telefonino ti dirà cosa vedi .................................77La Finestra annunci ..............................................78

REDAZIONEVia IV Novembre, 1238051 BORGO VALSUGANA (TN)Tel. 0461.752622Fax 0461.756833email: [email protected]

Intervista ad Andrea Braido

LA FINESTRA ONLINEQuesto numero de LA FINESTRA è consultabile e scaricabile in formato PDF all'indirizzo: http://issuu.com/lafinestra/docs/lafinestra_settembre_2010

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Le prime tracce umaneCon l'innalzarsi delle temperatu-re medie annue anche di 15° C, alla fine del Paleolitico superiore i ghiacciai che avvolgevano tutto il Trentino cominciarono a riti-rarsi, offrendo all’uomo nuovi territori da esplorare e da sfrut-tare per il proprio sostentamen-to. Fra questi vi furono pure le praterie d’alta quota del Tesino, come testimoniano le tracce di bivacchi preistorici scoperte nel 1950 in località Celado (Castello Tesino).Nel Bronzo Recente, fra la metà del XIV e il XIII secolo a.C., i giacimenti di rame presenti sui monti della Valsugana furono sfruttati in maniera intensa, pro-babilmente ricorrendo all’ausilio di manodopera specializzata. Tale fenomeno raggiunse l’apice verso il XII-XI secolo a.C.Attestazioni di fonderia e aree fusorie sono state individuate anche in varie località del Te-sino, fra cui a Fradea e a Dosso Sant’Ippolito, nel comune di Castello.

Il Dosso di Sant'IppolitoA Ovest dell'abitato di Castello Tesino s'incontra il Dosso di Sant'Ippolito, sito archeologico di straordinaria importanza per ricostruire la storia di questo

territorio. Qui erano emersi re-perti vari già nel corso dell’800, ma soltanto lo scavo sistematico condotto negli anni ‘70 del secolo scorso confermò ciò che da tempo si supponeva: l’esistenza in quel luogo di resti di abitazioni molto antiche, risalenti alla seconda età del Ferro, cioè fra la metà del VI

e il I secolo a.C.Le due aree di fondamenta portate alla luce – la prima di 60 mq e la seconda di 37 mq – testimoniano la presenza, forse già dal V secolo a.C., di abitazioni incassate nella roccia, la quale doveva fungere da isolante per ridurre gli effetti delle escursioni termiche.

IL TESINO VISTO DA VICINO. Dalla preistoria alla fine dell'età barbarica

I primi abitanti di Dosso Sant'IppolitoCome la Valsugana, anche la conca del Tesino fu frequentata dall'uomo già alla fine del Paleolitico. Il primo insediamento stabile fu a Dosso Sant’Ippolito, dove ancora oggi si possono osservare le tracce di un nucleo di abitazioni della seconda età del Ferro.

di Johnny Gadler Gli ambienti interni, cui si acce-de attraverso un lungo corridoio a gradini, conservano i resti di antichi focolari accesi su pavi-menti in terra battuta. All’esterno, invece, si possono osservare le buche dove si infiggevano i pali per sorreggere il tetto o un secon-do piano.

Reti e RomaniAlcuni secoli prima di Cristo queste zone erano abitate dai Reti, popolazione che – secondo lo storico latino Plinio il Vec-chio – sarebbe stata di origini etrusche e costretta a rifugiarsi

Resti di abitazione retica V sec. a.C. - I sec. d.C. (foto J.G.)

STORIA DI COPERTINA

Veduta di Castello Tesino con la chiesa e il Dosso di S. Ippolito (foto J.G.)

Reperti locali, ma..I reperti provenienti da Dosso Sant'Ippolito sono in gran parte rappresentati da fibule e cerami-che grezze da fuoco, ascrivibili a una cultura locale. Non mancano, tuttavia, alcuni manufatti d'impor-tazione, testimoniati perlopiù da frammenti di ceramiche fini da mensa. Qui sono state trovate anche alcune monete greche in argento, una tetradracma di Filippo III Arrideo della zecca di Babilonia e una tetradracma di Lisimaco, nonché monete roma-ne d’età tardo-repubblicana e imperiale.

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sulle Alpi con l’arrivo nell’area padana dei Galli.Tra il 16 e il 15 a.C. l’imperato-re Augusto avviò la conquista della Rezia e dell’arco alpino, preludio all’invasione romana della Germania. Fu proprio in quest’ambito che nel 15 a.C. il generale Druso Maggiore trac-ciò quella strada romana che, ampliata e completata dal figlio Claudio nel 47 d.C., sarebbe poi passata alla storia come la Via Claudia Augusta Altinate.I Romani costruirono questa impor tante ar ter ia militare seguendo un’antica pista prei-storica, il cui tracciato in Tesino passava dai Coronini, a sud/est del Maso Croato, fino ai Coalat-ti, per giungere quindi ai piedi del colle sovrastante l’abitato di Castello Tesino.

I misteri del castellumSecondo un'antica tradizione sul colle che sovrasta Castello Tesino vi sarebbe stato addirittura un castrum, cioè un vero e proprio accampamento romano perma-nente. Di più. I Tesini sarebbero stati “coloni” romani, inviati in questa conca per difendere la Via Claudia Augusta. Tali tesi, per quanto suggestive, appartengono tuttavia più alla leggenda che alla

storia, in quanto manca la benché minima prova che i fatti si siano svolti in codesto modo. È comun-que lecito supporre l’esistenza in loco di un castellum, cioè di un forte militare – più piccolo del castrum – da cui avrebbe anche tratto origine il nome del paese, Castello. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe di uno dei due ca-stelli distrutti in Valsugana («in Ausuca») dai Franchi nel 590, di cui riferì nell’VIII secolo lo storico Paolo Diacono. Anche in questo caso, però, non vi sono prove documentali e quindi non è da scartare l’ipotesi di chi

ritiene che tale castello – del quale peraltro non vi sono tracce materiali – sia in realtà d’epoca medievale.È dimostrato, invece, che verso la metà del I secolo d.C. l’inse-diamento di Dosso Sant’Ippolito entrò in crisi e nella prima età flavia dovette risultare già ab-bandonato.Dopo la caduta dell’Impero ro-mano il Trentino Orientale fu interessato dal passaggio di Goti, Longobardi e Franchi, periodo storico di cui però conosciamo assai poco in riferimento a que-st’area.

Castello Tesino, dietro al cimitero si apre l'area archeologica (foto J.G.)

Il calice del diacono OrsoTra il IV e il VI secolo il Trentino Orientale conobbe una forte dif-fusione del Cristianesimo con la venerazione di santi molto diffusi nella vicina area veneta. È in tale contesto che si deve inserire il calice del diacono Orso, ritrovato nel 1836 nel comune di Castello Tesino, in località Roa. Il prezioso reperto, forse proveniente da Aquileia e oggi esposto nel Museo Diocesano di Feltre, rappresenterebbe il più antico calice eucaristico occidentale pervenutoci.

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Il Vescovo e i signorottiAll'inizio dell'XI secolo il Tesino era sicuramente governato, per conto dei Vescovi di Feltre, da un signore locale chiamato villicus. Sarebbe stato proprio uno di questi signorotti, tale Angiol Goffredo, a guidare 300 Tesini nella Crociata del 1096.Nel 1150 il Tesino divenne domi-nio dei Signori di Grigno, anche se la giurisdizione civile fu esercitata da capitani e fattori designati dai Vescovi di Feltre.All'inizio del '200 ogni villa go-deva di propri rappresentanti: nel 1208, ad esempio, sindaco e procuratore di Pieve Tesino era un certo Lustigello, mentre a Cinte si trovava Zanetto.Fra il XIII e il XV secolo la Val-sugana fu caratterizzata da una certa instabilità politica, dovuta ai continui conflitti, talvolta molto aspri, che scoppiarono tra i vari si-gnorotti locali. Dinasti che in linea puramente teorica erano subordi-nati alla volontà del Vescovo di Feltre, ma che di fatto risultavano liberi di appagare la propria brama di potere, di cui i tanti castelli sorti nella Valle costituivano il miglior emblema.La prima metà del ‘200 fu for-temente segnata dalla figura di Ezzelino III da Romano, un ti-

ranno che per le sue innumerevoli efferatezze si guadagnò l’epiteto di “feroce”. Fin da giovane Ez-zelino possedeva numerosi beni in Valsugana, specialmente nel territorio di Grigno, e tramite suoi capitani amministrava anche il Tesino. Tuttavia non risulta che i Tesini abbiano sperimentato sulla

propria pelle la triste fama di cui godeva.

Tesini insofferentiAlla morte di Ezzelino, il Vescovo di Feltre – grazie anche all’aiuto di Gherardo da Camino, signore di Treviso – riuscì a sconfiggere una forte fazione ghibellina, che nel

1264 si era impadronita pure della Valsugana, e quindi ricominciò a nominare i propri capitani sia a Borgo, sia in Tesino. Infatti vi è un documento del 1267, vergato a Pieve Tesino, in cui si nomina «Federico Villicus in Taxino». Non era raro, però, che tali figure fos-sero sgradite alle comunità locali, tanto che da un altro manoscritto datato 1270 emerge lo sfogo del Vescovo di Feltre, il quale annota con disappunto come il suo villicus Steffanotto non riesca a sottomet-tere al proprio giudizio gli abitanti di Castello.Prendendo atto che in Valsugana e in Tesino non volevano più capitani feltrini, nel 1314 il vescovo Ales-sandro Novello si vide costretto a riconoscere il cosiddetto Ius Gladii, ovvero la concessione ai signori valsuganotti di riscuotere dazi e pedaggi che prima erano di perti-nenza del Vescovo di Feltre.

Tanti nuovi “padroni”Nel 1321 la Valsugana ebbe un nuo-vo “padrone”: Can Grande della Scala, a cui i signori di Castelnovo erano molto legati. A lui seguirono i nipoti Alberto e Mastino, contro i quali Siccone di Caldonazzo tentò una sollevazione.Nel 1337 il Vescovo di Feltre im-pose di nuovo la propria autorità su quei territori, ma ben presto fu sostituito dai figli del re di Boemia,

IL TESINO VISTO DA VICINO. Fra il XIII e il XIV secolo vi fu una grande instabilità politica

Storie di vescovi, signorotti e tirannidi Johnny Gadler Se Ezzelino da Romano, noto con l'epiteto di

“feroce” per via delle sue innumerevoli efferatezze, non arrecò danni agli abitanti del Tesino, ben diverso è il caso di Biagio, tiranno di Grigno, le cui empie gesta sono ancor oggi ricordate – e punite – sulla pubblica piazza di Castello.

Castel Ivano visto dalla strada di fronte valle, 1600ca

Mappa delle giurisdizioni della Valsugana (arch. Parrocchiale Borgo 1600ca)

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Carlo di Lussemburgo e Giovanni di Carinzia. Quest’ultimo nel 1330 si era unito in matrimonio con Margherita del Tirolo e proprio in qualità di conte del Tirolo era l’avvocato dei Vescovi di Trento. Trento e Feltre, quindi, si ritrovaro-no assoggettate ai conti del Tirolo, avvenimento che portò un periodo di pace anche per la Valsugana e il Tesino.Ma quella tranquillità fu fuga-ce, come l’amore tra Giovanni e Margherita. Nel novembre del 1341, infatti, la contessa ripudiò il marito e convolò a nuove nozze con Ludovico di Brandeburgo, figlio dell’imperatore Ludovico il Bavaro, che s’impossessò subito della Valsugana. Nel 1347 in Valsugana si affacciò Carlo di Boemia, poi imperatore col nome di Carlo IV, il quale iniziò a recuperare i territori usurpati dai Brandeburgo al fratello Giovanni di Carinzia. Si prospettava così un periodo difficile, costellato di lotte e saccheggi, che per il Tesino culminò nelle vicende connesse alla figura di Biagio delle Castel-lare, di cui ancora oggi si conserva memoria in questa conca.

Biagio, il tiranno di GrignoNel 1356 Siccone di Caldonazzo assaltò il castello di Pergine, pos-sesso di Francesco da Carrara. Per

fronteggiare l’emergenza, il signore di Padova incaricò Biagio, signore di Grigno, di radunare degli uomi-ni. Costui chiese aiuto agli abitanti del Tesino, i quali però non vollero schierarsi.Nell’estate del 1356, nonostante i rinforzi giunti da Padova, l’esercito del da Carrara fu sconfitto nella battaglia di Selva di Levico. Biagio incolpò di quella disfatta i Tesini, contro i quali scatenò una dura re-pressione, saccheggiando la valle e incendiando Pieve, Cinte e Castel-lo. Poi, ricevuto quel territorio in dono dal Carrarese, per nove lunghi anni sottopose la popolazione a una feroce tirannide.Gli equilibri mutarono nel 1365,

quando scoppiò la guerra tra i da Carrara e il Duca Rodolfo d’Austria che, erede di Margherita del Tirolo, aspirava a riappropriarsi dei vecchi possedimenti dei conti del Tirolo.Biagio, intenzionato a schierarsi con il più forte, abbracciò la causa degli Austriaci, suscitando le ire dei Carraresi. Al risentimento di costoro s’aggiunse il desiderio di vendetta dei Tesini. Fiutato il pericolo, Biagio riuscì a fuggire dal castello di Grigno posto sotto assedio, trovando rifugio nel ca-stello d’Ivano. Ma il fuggiasco fu ben presto catturato e rinchiuso nelle segrete del castello. I Tesini l’avrebbero giustiziato più che vo-lentieri, ma Francesco da Carrara preferì tenerlo in ostaggio. Allora

gli abitanti del Tesino, per sfogare tutta la loro rabbia contro il tiranno, impiccarono un fantoccio che ne rappresentava l’effigie.

Aspettando il giudiceNel 1372 Francesco da Carrara ri-sultava «Signor d’Ivano, di Tesino, e di Grigno», ma l’anno seguente, impegnato su altri fronti, decise di soddisfare in via amichevole le pretese avanzate dai Duchi d’Au-stria Alberto e Leopoldo, donando loro Feltre, Belluno e la Valsugana orientale. Nel 1384, tuttavia, il duca Leopoldo cedette nuovamente ai da Carrara, in cambio di una somma in denaro, Feltre, Belluno, la Valsu-gana, il Tesino e il Primiero.Nel 1388 il Tesino passò sotto il diretto dominio di Gian Galeazzo Visconti, il quale però dal 1391 – fino alla sua morte, avvenuta nel 1402 – assegnò questo territorio, nonostante le proteste degli abitanti della Valle, ai signori d’Ivano. Così ogni anno, da S. Giorgio a S. Mi-chele, veniva inviato in Tesino un vicario preposto ad amministrare la giustizia, il quale prestava servizio, a settimane alterne, tra Pieve e Castello. Per ottenere un giudice stabile i Tesini avrebbero dovuto attendere ancora quattro secoli. Fu solo il 24 luglio 1804, infatti, che un giudice s’installò in casa Gallo a Castello Tesino.

Ezzelino III da Romano

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IL TESINO VISTO DA VICINO. Fra il XIII e il XIV secolo vi fu una grande instabilità politica

Castel Pergine, sotto assedio nel 1356

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Sotto la Casa d'AustriaAll’inizio del ‘400 il Tesino co-nobbe una breve dominazione della Repubblica di Venezia, av-venuta presumibilmente – visto che su questo punto le fonti sono lacunose – tra il 1410 e il 1412. Dopodiché questa zona passò sotto Federico d’Austria conte del Tirolo, cui seguì Sigismondo. Fra i vari titoli, i Duchi d’Austria ave-vano anche quello di signori «di tutta la Valsugana e di Tesino», territorio che seppero governare con una certa equità, tanto che la pressione fiscale appariva piuttosto contenuta, con soddi-sfazione delle popolazioni locali che – come scrisse il Montebello – «stimavano una loro fortuna es-sere divenuti sudditi dell’Augusta Casa d’Austria».Nel 1487 tra l’arciduca Sigismon-do e Venezia scoppiò una guerra che ebbe pesanti ripercussioni anche sul Tesino. Truppe venete, infatti, occuparono anche questo territorio, depredando le famiglie e incendiando le case. Per risar-cire i Tesini dei danni subiti, il Doge di Venezia concesse loro alcune esenzioni e privilegi (vedi

box a fianco).Ma nel novembre dell'anno se-guente fu stipulata la pace e il Tesino ritornò ad essere di pertinenza del conte di Tirolo. All’orizzonte, tuttavia, con la nascita della Lega di Cambrai già si prefigurava una nuova guerra contro la Repubblica di Venezia.

I dissidi con i feltriniNel 1510 una truppa di Feltrini giunse in Tesino, dove devastò i paesi di Pieve e Castello, appic-cando il fuoco alle abitazioni. Sembra che all’origine di tale spedizione vi fosse la volontà di vendicare l’incendio della città di Feltre, gesto di cui si era reso protagonista – perlopiù vantan-dosene – tale Ippolito Peloso di Castello Tesino.La risposta dei Tesini non si fece attendere. Nel 1511, capeggiati da Paolo Tamburlo di Castello, Pietro Buffa di Pieve e Matteo Zanetti di Cinte, entrarono nel paese di Lamon con il proposito di metterlo a soqquadro. La po-polazione, atterrita per quanto stava avvenendo, intavolò coi

Tesini una trattativa per giungere a una soluzione “politica”. Alla fine i Tesini risparmiarono il paese di Lamon, accontentandosi di ricevere in cambio il valore di 1.200 ducati d’oro, di cui 509 ducati in denaro e il restante in beni materiali: bestiame, certo, ma anche due montagne, l’Agaro e il Deport.Finita la guerra le popolazioni del Tesino e del Feltrino si ri-promisero di vivere in pace, da buoni vicini, e nel 1514 proprio a Lamon si stipulò una conven-zione in tal senso. L’atto originale è conservato nell’archivio della Comunità di Castello Tesino.Nel 1525 in Trentino scoppiò la cosiddetta “guerra rustica”, una rivolta dei contadini contro la tirannia dei signorotti locali che fece molti proseliti nelle campagne della Valsugana, ma che non coinvolse minimamente il Tesino, tanto che l’Imperatore Ferdinando se ne ricordò nel 1546, emettendo proprio per tale ragione una sentenza favorevole ai Tesini, in una causa che li vedeva contrapposti al Vicario Minerale di Primiero. (J.G.)

IL TESINO VISTO DA VICINO. Un patto d’amicizia pose fine ai dissapori con i vicini

Gli scontri con i Feltrini e la soluzione “politica”Buona parte del '400 fu caratterizzata dalla “fortunata” sudditanza alla Casa d’Austria anche se, tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, si registrarono gravi episodi soprattutto con i Feltrini. Ma alla fine prevalse il buonsenso...

Le richieste dei Tesini a Venezia«L’anno 1487 nella guerra del-l’Arciduca Sigismondo contro i Veneziani Tesino dopo aver sofferto incendi e saccheggi restò soggiogata dall’armata Veneta. Allora quelle Comunità umiliarono al Doge di Venezia una supplica di sedici capitoli, nei quali in sostanza chiede-vano l’assoluzione da alcune gravezze: che loro fosse li-bero il passo al Covolo, e per Bassano senza pagar dazio né per le persone né per i bestiami più che i Bassanesi: di poter isvernare nel territo-rio Veronese: la libertà delle cacce, delle pesche, e dei loro boschi come per l’addietro; la tratta libera delle biade da qualunque luogo dello Stato

veneto; di usar sale tedesco, commerciare, e tener osteria senza dazio o impedimento; di non mantener soldati nella Valle; di poersi eleggere il Parroco secondo il solito; e di essere mantenuti nelle usanze e immunità, che godevano sotto il Duca d’Austria. A’ 6 di novembre venne segnata e spedita in nome del Doge la ri-sposta a ciascun capitolo colla dovuta moderazione. Furono esentati a tempo da alcune gravezze per potersi riparare dagli eccidi sostenuti nella guerra, e promessi in avvenire i riguardi alla lor povertà. Ne’ punti convenienti furono ugua-gliati agli altri sudditi Veneti; e furono confermate le lor libertà e vecchie usanze senza però derogare ai diritti del Dominio Veneto...». Giuseppe Andrea Montebello, “Notizie stori-che, topografiche e religiose della Valsugana e di Primie-ro”. Rovereto 1793.

Il passo di Covolo (con il Castello) che conduceva a Bassano

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L'Arciduca Sigismondo d'Austria

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Il periodo napoleonicoDopo la Guerra Rustica del 1525, la Valsugana e il Tesino andarono incontro a un lungo periodo di relativa tranquillità, ben testimoniato da ciò che scrisse nel 1793 Andrea Mon-tebello: «Da tale epoca questo paese non si vide più inquietato da militari azioni, e s’incammi-nava già a tre secoli di continua pace, che la Divina Provvidenza perpetuamente conservi».Manco a farlo apposta, t re

anni dopo – e fino al 1815 – la Valsugana fu interessata dal passaggio di milizie stranie-re, nonché da una vorticosa alternanza di dominazioni. Dal 1796, infatti, di qui passarono, a più riprese, le truppe francesi di Napoleone impegnate nella campagna d’Italia contro gli Austriaci. Poi, dal 1805, questi territori entrarono a far parte del Regno di Baviera. Il 9 giugno 1809 le cronache registrarono un’offensiva dei Tesini che

IL TESINO VISTO DA VICINO. I danni dei due conflitti mondiali furono ingentissimi

Dalla pace alle due guerre

Sulle distruzioni prodotte dalla Grande Guerra in Tesino paiono illuminanti le parole del giornalista valsuganotto Ottone Brentari, il quale per il giornale “La Perseveranza di Milano” il 21 settembre 1919 scrisse: «A Bieno [...] della popolazione, ritornata tutta sino dai primi mesi dell’anno, forse un sesto (circa 200 persone) trova posto nelle baracche fatte per la misericordia di Dio; e gli altri dormono nelle cantine dell’edificio scolastico e negli avvolti. Man-ca il latte, scarseggia l’acqua, ed il fieno imputridi-sce sui prati, perché non si sa dove riporlo. Poiché le baracche costruite dalle autorità non bastano, si vedono uomini e donne e ragazzi scendere dalla montagna strascinando assi tolte dai rifugi e dalle trincee sui Monti Rava e Ravetta, sia per riparare le baracche pericolanti, sia per erigerne di nuove: e Dio non voglia che a questa povera gente non tocchi quanto è accaduto in simili casi in Vallarsa, ove fu fatta la stima di tali assi per metterle in conto

d’indennizzo! [...]Castello […] fu bombardato il 28 Maggio 1916 ed incendiato il successivo 9 Giugno. Delle 537 case ne andarono distrutte, assieme colle due chiese, ben 367: la parte centrale e meglio fabbricata del paese che è capoluogo del Comune, (il più popolato dei tre della valle) che contava 2.800

abitanti, dei quali 2.484 sono già ritornati. È inutile aggiungere che le 170 case non distrutte furono radicalmente danneggiate e completamente sac-cheggiate. Si costruirono 25 baracche (alcune col focolare scoperto interno, ed in continuo pericolo d’incendio); ed i molti che non possono trovarvi posto dormono negli avvolti, nelle cantine, nel-l’ospedale, il quale non può perciò venir adibito agli ammalati. Le condizioni del grosso comune (già uno dei più agiati del Trentino, per ricchezza di boschi e pascoli e laboriosità) sono quelle troppe volte ripetute parlando degli altri paesi, e possono venir riassunte in poche parole: è un assurdo il pensare che la popolazione possa venir riportata via, ed è un assurdo ancor più crudele il preten-dere che essa possa passare il lungo e rigido inverno nello stato attuale. È doveroso, è urgente provvedere, se si vogliono evitare maggiori danni materiali e morali».

OTTONE BRENTARI, TESTIMONE CRONISTA

Il cimitero del Trentino

cacciarono 300 soldati francesi stanziatisi nella valle. Ma la nuova campagna napoleonica ebbe successo e nel 1810 que-st’area fu annessa al Regno Italico che durò fino al 1814. Il 7 aprile 1815, con il Congresso di Vienna, il Trentino venne restituito all’Austria e inserito nella Provincia del Tirolo.

Le due guerre mondialiDurante la prima guerra mon-diale quest'area si ritrovò in

primissima linea, subendo dan-ni materiali ingentissimi, tanto che molti paesi dovettero essere prima evacuati (1916) e poi rico-struiti ex novo, operazione che si protrasse per molti anni (vedi box in basso).Dopo la Grande Guerra il Te-sino, assieme al Trentino, fu annesso al Regno d’Italia.Nelle fasi più drammatiche della seconda guerra mondiale, tra il settembre 1943 e il maggio 1945, la Valsugana subì numero-si bombardamenti aerei, mentre sui monti del Tesino i partigiani del battaglione Gherlenda pa-garono con 14 morti il proprio anelito di libertà, scrivendo così forse una delle pagine più intense e drammatiche della resistenza in Trentino. (J.G.)

Nelle due foto: 1916, ambulanza n.75 della C.R.I. a Pieve Tesino

Castello Tesino durante l'incendio del 1916

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Sindaco, lei è stato eletto da poco...«Esatto. Dopo aver lavorato 35 anni per la Provincia di Bol-zano nel settore turi-stico sono andato in

pensione e ho deciso di mettermi a disposizione della comunità con una lista di giovani per poter dare una svolta».

Quali sono le maggiori proble-matiche di Castello Tesino?«Innanzitutto l’estensione. In-fatti, con un territorio di 11.270 ettari, Castello Tesino è uno tra i comuni più grandi del Trentino. Pensi che la frazione di Cainari dista ben 40 km da Castello; in pratica è come andare a Trento. La zona è vastissima e caratteriz-zata da tanti fabbricati sparsi che stiamo cercando di recuperare. Ciò inevitabilmente comporta un notevole impegno da parte

dell’ufficio tecnico comunale».

Come va l’economia?«Purtroppo negli ultimi 20-30 anni abbiamo perso molte po-sizioni, specialmente in ambito turistico. Fino agli anni ‘70, infatti, il nostro era un centro di soggiorno abbastanza rinomato, ma poi i turisti sono calati anche del 30-40 per cento e così molte aziende, bar e negozi hanno do-vuto chiudere. Molti giovani, non trovando lavoro qui, si sono tra-sferiti nel fondovalle, innescando un processo di spopolamento che solo ora si sta provando ad ar-ginare. Ma intanto, negli ultimi cinquant’anni, Castello Tesino ha perso oltre mille abitanti».

Di chi sono le responsabilità?«Della Provincia ma anche degli stessi Comuni, che per decenni hanno assistito al fenomeno dello spopolamento e del declino economico senza fare interventi strutturali, confidando solo che

l’emorragia si arrestasse da sé. Sicuramente ha inciso pure il venir meno di quell’imprendi-toria privata, specie nel settore tessile, che sapeva operare con profitto su piazze lontane dal Te-sino, portandone però i benefici anche in paese. Oggi per fortuna

i comuni della Conca si sono svegliati e intendono recuperare il tempo perduto, mentre la Pro-vincia sembra davvero consape-vole delle nostre problematiche e pronta a un rilancio della zona, come è stato fatto per la Valle di Fiemme o la Valle di Fassa. Finalmente vedo parecchie ini-ziative per portare nuovi posti di lavoro; ad esempio c’è un piano di sviluppo sul passo del Brocon con interessanti prospettive oc-cupazionali».

Come è andata la stagione in-vernale sul Brocon?«Ottima per numero di presenze. Posso dire che il Gruppo Paterno ha ottenuto dei buoni risultati».

La stagione estiva come va?«È andata abbastanza bene a luglio, mentre nel mese di agosto ha segnato un po’ il passo. Dob-biamo riconoscere, però, che la nostra offerta attualmente non è tra le migliori. Siamo ancora in

IL TESINO VISTO DA VICINO. Intervista al sindaco di Castello Tesino, Sisto Fattore

«Credo nel rilancio del Tesino»

Dalla mancanza di strategie del passato, ai nuovi progetti per portare lavoro e sviluppo. Nostra intervista a Sisto Fattore, sindaco di Castello.

di Johnny Gadler

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Il Municipio di Castello Tesino

Il Sindaco Sisto Fattore

La chiesa di S. Ippolito che sovrasta Castello Tesino (foto J.G.)

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Castello Tesino«Villaggio assai grosso popolato di 2900 e più abitanti. […] I rami d’industria degli abitanti da Castello sono pure la mercatura e la pastoreccia; ma quanto alla mercatura riporta generalmente ad essi pochi vantaggi, imperciocché sono appena quarant’anni che introdussero di recarsi nei mesi d’inverno nello Stato Lom-bardo-Veneto mercatando con pannina e stoffe. Alcuni però ne approffittarono assai bene. Contribuisce di più alla loro prosperità la vasta estensione di campagna, ed il buon numero di animali, specialmente pecorini, assolutamente necessarj per la buona col-tivazione di quella. Possede Castello 5 mila pecore, quanto agli animali bovini ne possede circa quattro cento». (Anonimo tesino, nota manoscritta del 22 agosto 1845, Bibl. Com. Tn, ms. n. 2870, fasc. 1).

Castello Tesino, la chiesa di San Giorgio (Foto APT Valsugana)

IL TESINO VISTO DA VICINO. Intervista al sindaco di Castello Tesino, Sisto Fattore

grado di attrarre una clientela senior che vuole rilassarsi e cer-ca la tranquillità, ma risultiamo poco appetibili per un target più giovane, che oltre all’amenità del paesaggio si aspetta anche determinati servizi. Oggi ci mancano ristoranti, alberghi e gli appartamenti dobbiamo portarli a un maggior standard qualitati-vo. È sempre altissima, invece, la richiesta delle baite: Castello Tesino ne ha un patrimonio incredibile, dovremmo quindi recuperarle e far comprendere alla gente che questo potrebbe essere il turismo di domani».

Le opere pubbliche?«Fra le priorità vi è senz’altro la variante, perché d’inverno, con le macchine in transito verso il Pas-so Brocon, il traffico sulla piazza principale è davvero insosteni-bile. Si tratta quindi di un’opera di fondamentale importanza per il paese. La stiamo progettando e speriamo di realizzarla nel più breve tempo possibile. È a buon punto, invece, il Centro della flora e della fauna, tanto che pensiamo di poter aprire la struttura per luglio del 2011, mentre per il completamento del parco occorrerà attendere qual- che mese in più. Nella primavera

del 2011 partiranno i lavori per il completamento del parco sul Dosso di Sant’Ippolito e per il restauro della tomba Tomaselli, con sotto l’ossario, e della cap-pella in fondo al cimitero. Poi abbiamo in programma un museo sulla seconda guerra mondiale e il centro del legno a palazzo Gallo, nonché il recupero del centro sportivo e della vecchia Casa di Riposo Suor Agnese, ora in cerca di un’altra destinazione d’uso dopo che è stata aperta la nuova struttura. Con l’assessore provinciale alla salute, Ugo Ros-si, stiamo vedendo di trovare una soluzione idonea che possa creare nuovi posti di lavoro in loco».

Che posto occupa la cultura?«Di primissimo piano, perché Castello Tesino può vantare ben 27 associazioni. Tutte concorrono a tenere viva la comunità ed è per questo che nel bilancio del pros-simo anno stanzieremo più fondi. Purtroppo ci manca una struttura per le manifestazioni invernali, e anche quelle estive fanno i conti con problemi logistici che speriamo di risolvere con un nuovo progetto da realizzarsi nel parco di San Rocco».

Come sono i rapporti con gli altri comuni della Conca?«Ottimi. Non vedo più le divisioni di un tempo, perché abbiamo capito che più stiamo uniti più siamo forti».

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La Cassa Rurale di Castello Tesino opera attualmen-te nel territorio di competenza com-prendente 5 Comu-ni nelle province di

Trento e Belluno, con una rete di vendita che ad oggi può contare su 5 filiali. Ecco i principali dati che caratterizzano l’organizza-zione al 31 dicembre 2009.La Cassa Rurale pensa al pro-prio futuro strettamente colle-gato a quello del territorio dove è nata e cresciuta e dove opera incessantemente dal 1896 per portare servizi e risposte ai bi-sogni della gente ad iniziare da quelli dei soci. L’attività della Cassa Rurale Castello Tesino è orientata allo sviluppo e alla crescita morale ed economica delle comunità del Tesino e del Bellunese con la presenza delle sue 5 filiali.Un esempio molto concreto di vicinanza al territorio e alle per-sone che lo vivono è rappresen-tato dall’iniziativa di sostegno alla realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica da fonti rinno-vabili. La Cassa Rurale che ope-ra su un territorio del Tesino che vede i tre Comuni accreditati della certificazione ambientale Emas, ha deciso di sostenere l’ambiente e l’economia delle fa-miglie organizzando, per i pro-pri soci e clienti, l’offerta di un pacchetto composto da aspetti di consulenza tecnica specifica e da un finanziamento ideato appositamente per consentire la realizzazione degli impianti. Il costo dell’investimento sarà pa-gato dall’introito degli incentivi statali e provinciali previsti da specifica normativa.I numeri dell’iniziativa sono i seguenti: le richieste comples-sive pervenute dai soci e clienti della Cassa da gennaio 2010, superano di poco 250 impian-ti. Circa la metà dei quali ha già visto l’inizio lavori e molti stanno già producendo energia

e incassando l’incentivo pre-visto dal Gestore per i Servizi Elet tr ici. Questo numero di impianti fotovoltaici permetterà di evitare l’immissione in atmo-sfera di circa 600 tonnellate di anidride carbonica, attraverso il risparmio di 280 mila litri di petrolio ogni anno. Il totale degli incentivi che saranno erogati annualmente dal G.s.e. sul territorio per la produzione elettrica di questi impianti sarà di 460 mila euro attraverso il meccanismo del conto energia.Tale cifra proiettata sui 20 anni di durata dell’incentivo porta ad un montante di oltre 9 milioni di euro prodotti da questa inizia-tiva lanciata e sostenuta dalla Cassa Rurale. Questo progetto è stato di sti-molo nuovo per rinsaldare il legame della Cassa con la pro-pria base sociale, vera proprie-taria della Banca. L’autonomia decisionale e gestionale della Cassa ha consentito, in questo caso, di costruire una soluzione finanziaria particolare ritagliata su misura per i soci che la hanno apprezzata.In futuro saranno messe a dispo-sizione dei soci altre opportuni-tà per partecipare attivamente alla vita della loro Cassa Rurale come ad esempio la possibilità

di sottoscrivere nuove azioni in emissione per un aumento di capitale con l’obiettivo di ottenere un miglior rafforza-mento patrimoniale. Le azioni consentiranno di partecipare all’utile della Cassa attraverso la distribuzione dei dividendi ai soci.Saranno proposti ai soci anche dei momenti formativi per la conoscenza del mondo della cooperazione e in maniera ancor più specifica per preparare gio-vani amministratori della Cassa Rurale al fine di consentire un graduale ricambio nelle fila di chi amministra la banca per proseguire in maniera adeguata la sua storia ultracentenaria.

La Cassa Rurale di Castello TesinoSoci: 823Dipendenti: 24Raccolta complessiva:132.987.000 €, di cuiraccolta diretta 105.651.000 € ed indiretta 27.336.000 €Impieghi: 90.264.000 €Patrimonio di vigilanza:10.155.000 €

IN CIFRE

PILLOLE DI STORIA

Cassa Rurale di Castello Tesino6 luglio 1896: 35 Soci fondano la Cassa Rurale di Castello Tesino, con prima sede presso Palazzo Gallo. Alla fine dell’anno i Soci sono già 55, devono dimorare nel territorio di Castello Tesino e contribuiscono alle spese d’amministrazione con una quota sociale di 4 corone.1900: i Soci sono 89.20 settembre 1914: Si chiude il bilancio del 1913 con un utile net-to di 409,13 corone, e un fondo di riserva di 5.973,47 corone.1920: i Soci sono 129, vi è un uti-le netto di lire 37 e 87 centesimi e un fondo di riserva di lire 8.800 e 29 centesimi.1924-33: si sposta la sede, prima presso la Famiglia Cooperativa, poi in Piazza Trento e infine in Piazza Crosara.1936: Il bilancio presenta un utile pressoché raddoppiato rispetto al 1935.1945: Dopo la guerra l’utile è di sole lire 174.82. Già nell’eser-cizio successivo vi è un forte incremento: 21.963,20 lire.1955: si sposta la Sede in Via Dante, attuale ubicazione.24 giugno 1956: si modifica lo Statuto, permettendo alle persone giuridiche, che offrono garanzie di moralità ed onestà, di diventare Socie della Cassa Rurale di Castello Tesino.1984: apertura della Filiale di Cinte Tesino.1 luglio 1992: apertura della Filiale di Lamon (Bl).1996: centenario della fondazio-ne. Cambio la ragione sociale da Scaril (Società Cooperativa a Responsabilità Illimitata) a Scarl (Società Cooperativa per Azioni a Responsabilità Limita-ta), aggiungendo alla denomina-zione sociale la dizione “Banca di Credito Cooperativo”. I Soci sono 258. Agosto 1997: apertura della Filiale di Pieve Tesino.2003: apertura della Filiale di Arten di Fonzaso (Bl).2009: lasciano la direzione per raggiungimento dell’età pen-sionabile i l direttore Fausto Brandstetter, direttore dal 1987, e il vicedirettore Maurizio Re-gensburger. Subentra il nuovo direttore Damiano Fontanari.

La Cassa Rurale di Castello Tesino

Un istituto vicino al territorio e alle persone

La sede della Cassa Rurale di Castello Tesino

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Sindaco Gecele, che difficoltà s’incon-trano ad ammini-strare un piccolo comune?«Potrà sembrare stra-no, ma l’amministra-

zione di un piccolo comune è sempre più difficoltosa rispetto a quella di un grande centro, perché qui le problematiche vengono gestite direttamente dal sindaco e dagli assessori. Difatti, a parte la presenza del segretario comu-nale che sovrintende alle nostre deliberazioni, noi non possiamo avvalerci di funzionari o di chissà quali altri supporti tecnici».

Progetti in cantiere?«Nella passata legislatura ero vicesindaco, quindi opereremo nel segno della continuità. Abbia-

mo diversi progetti da ultimare; altri già eseguiti da appaltare e realizzare, come la rete idrica, le fognature e il costituendo museo delle stampe che avrà sede in Casa Marchetto. In primavera affronte-remo il problema dell’allargamen-to e della messa in sicurezza della strada di accesso alla Val Malene. Queste sono le priorità, ma per i prossimi cinque anni lavoreremo anche su altri progetti per riqua-lificare il centro del paese, con interventi sull’arredo urbano, sulla viabilità e sulle passeggiate ester-ne. Stiamo ultimando i lavori alla caserma della protezione civile, vigili del fuoco, soccorso alpino; il PRG prevede una rotatoria che andrà ad eliminare l’incrocio pe-ricoloso verso Cinte. Inoltre lungo la strada che da Pieve porta a Cinte si pensa di realizzare un marcia-

piede affinché i pedoni possano andare a piedi da un paese all’altro in assoluta sicurezza».

Come sono i rapporti con gli altri paesi della Conca?«Ottimi. All’interno del Consor-zio forestale abbiamo raggiunto un accordo di massima, anche se ancora da affinare, circa la viabilità sulle strade forestali – per la quale pensiamo a un’au-torizzazione unica per i censiti di Pieve, Castello e Cinte, nonché a dei permessi temporanei per i non residenti – e la raccolta funghi, la cui autorizzazione potrebbe es-sere rilasciata non solo all'ufficio postale, ma anche presso vari lo-cali dislocati sul territorio. Inoltre stiamo lavorando a un progetto per la vendita del legname, così come tra gli obiettivi vi è anche quello

di creare una viabilità pedonale e ciclabile comune. Tutto ciò dà il senso della nostra unione e della nostra volontà di riuscire a lavorare assieme, principio che vo-gliamo infondere anche alle nuove generazioni. Con la fondazione De Gasperi stiamo promuovendo un progetto per incentivare i gio-vani a partecipare e creare una mentalità diversa per un futuro migliore».

Però negli ultimi cinquant’anni Pieve ha perso quasi il 40% dei suoi abitanti...«Il fenomeno dello spopolamento coinvolge tutti i paesi di montagna e il Tesino non fa eccezione. I giovani qui trovano pochi posti di lavoro e quindi si trasferiscono a Trento o nella vicina Valsugana inseguendo il mito dell’impiego

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IL TESINO VISTO DA VICINO. Intervista a Livio Gecele, sindaco di Pieve Tesino

«Puntiamo sul turismo culturale e non solo...»

Pieve Tesino è un paese che può vantare numerose istituzioni culturali di prestigio, nonché la prima Pro Loco d’Italia, fondata nel lontano 1881. Nostra intervista al sindaco Livio Gecele.

Livio Gecele sindaco di Pieve Tesino

Pieve Tesino visto da Cinte (foto J.G.)

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I suoi abitanti sono circa 1700 parte dei quali s'impiegano nella pastoreccia, parte nel traffico; attesa la scarsezza di campagna pochi si danno all'agricoltura, lasciando invece la cura di quella alle donne che restano permanentemente in patria. Fino dall'anno 1600 quelli di Pieve si sparsero pel mondo a vendere pietre-focaie, di cui tenevano la miniera nella valle, quindi credettero meglio di surrogare a quelle delle Immagini con carta del Negozio Remondini di Bassano. Sul principio ne ritrassero ben tenui vantaggi, ma in progresso dilatandosi per l'Europa ebbero campo di conoscere le grandi città, ove trovarono Stampe assai più fini, ed a prezzi più miti, con cui percorrendo diversi stati si procacciavano alcun che per fabbricarsi delle comode abitazioni, e per comperare dei pezzi di Terreno nella Valsugana, specialmente ad Ospedaletto, Villa, Agnedo, Ivano, Fracena, Strigno, Scurelle, a Spera ed a Carzano, in questo modo supplirono al difetto di Campagna a Tesino. Dicesi, ed è cosa certa, che i buoni e laboriosi vecchi di Pieve si portavano dalla patria carichi della lor merce, e si recavano a piedi al luogo della loro destinazio0ne, e poi tuttalpiù dopo un anno ritornavano non senza danari a rivedere i loro cari, ed a riposare alcuni mesi. Prendevano a compagni dei loro viaggi i proprj figli, istillavano ad essi l’amore al commer-cio, alla fatica, al guadagno, di modo che al pre-

sente Pieve può contare permanentemente 300 individui assenti dalla patria occupati al com-mercio nelle diverse province Europee. I Paesi più da loro frequentati, e più propizj a’ loro traffici sono la Germania, la Russia e Polonia, la Francia, l’Olanda; ed il Brabante, ed attualmente anche la Turchia ed America, e pel passato l’Ungheria; per conseguenza a Pieve si ode comunemente parlare l’idioma Tedesco, Francese, Danese, Polacco, Russo, oltre a tant’altri dialetti sulle contrade, nelle Bettole e nei passeggi. Gran parte dei mercanti di Pieve hanno nelle maggiori città dei paesi sopraccennati dei Negozj permanenti continuamente aperti, diretti da due, o più socii, uno de’ quali passa dei mesi nella patria intanto che gli altri tengono le redini del Negozio, e così alternativamente. Tant’altri girovaghi rimangono assenti per dieci, venti, trenta, quaranta, per fino cinquant’anni, e ritornano finalmente a vedere i luoghi natii; non ostante questaa loro lunga assenza spediscono di quando in quando del denaro pei bisogni delle famiglie. Il maggior numero di essi avezzano i proprj figli per tempo al traffico, e nell’età avanzata abbandonarono ad essi i propri interessi, e si fermano in Tesino, ove coi frutti delle loro fatiche passano in pace gli ultimi giorni della loro vita.Anonimo tesino, nota manoscritta del 22 agostoibl. Com. Tn, ms. n. 2870, fasc. 1).

Pieve Tesinopubblico fisso o la speranza di un lavoro in fabbrica. Tuttavia noto dei segnali incoraggianti, con gio-vani che decidono di investire sul loro futuro con attività in loco».

Il turismo?«Il modo di fare turismo sta cambiando e quindi noi dovremo creare un’offerta diversa, magari basata sulle peculiarità culturali di questo territorio. Difatti il mu-seo Casa De Gasperi, il Giardino d’Europa che si sta realizzando, l’Arboreto, l’Università della Tuscia possono creare un indotto davvero importante non solo per Pieve, ma per tutto il Tesino. Ma dobbiamo puntare anche sullo sport: per il nostro palazzetto, molto funzionale e con una bella palestra, stiamo ricevendo nume-rose richieste».

Pieve vanta la prima Pro Loco d'Italia...«È vero. Fu fondata nel lontano 1881 come Società di abbellimen-to del colle di S. Sebastiano per migliorare il paese e promuovere il turismo. Il prossimo anno, per festeggiare il 130esimo anniver-sario, organizzeremo un incontro con le Pro Loco di tutta Italia. Spe-riamo che sia di buon auspicio per il rilancio della nostra splendida conca». (J.G.)

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Sindaco Buffa, lei è all’esordio come amministratore...«A dire il vero dal 1995 al 2000 ricoprii l’incarico di consi-gliere nella giunta

di Leonardo Ceccato. Allora il mio ruolo era marginale, ma fu un’esperienza molto utile. Così alle elezioni del maggio scorso ho deciso di mettermi in gioco».

Perché?«Dopo trent’anni passati nel-l’esercito, al servizio della patria, avrei potuto effettivamente go-dermi la pensione. È stata la gen-te a chiedermi di partecipare in prima persona alla vita del paese e l’amore che nutro per Cinte mi ha spinto a compiere questa scel-ta che mi auguro positiva».

Che cosa le chiede la gente?«Fatti concreti e non sterili chiac-chiere. La gente vuole che il pae-se sia ben curato e che il Comune ponga attenzione alle piccole cose. Difatti il nostro programma di governo non contempla opere faraoniche, bensì tanti piccoli interventi che nascono da esi-genze reali. Penso, ad esempio, ai nuovi loculi al cimitero, oppure alla segnaletica orizzontale che

sulle nostre vie prima mancava. Ma abbiamo anche stanziato 70 mila euro per il restauro della chiesa parrocchiale e poi puntia-mo su alcuni progetti in ambito turistico».

Ad esempio?«Il ripristino della palestra di roccia alla Lasta, sul Monte Mez-za, valorizzare la forra di Gri-gno perché vengono a visitarla addirittura dall’estero e sarebbe l’ideale per chi ama gli sport un po’ estremi. Un altro progetto, rivolto soprattutto ai bambini, è il cosiddetto “Bosco magico”. Infatti assieme al Servizio pro-vinciale di ripristino ambientale stiamo realizzando un percorso nel bosco – lungo il sentiero delle fate, dove da piccoli ci portavano a piantare gli alberi – che avrà delle piazzole di sosta attrezza-te. Ma soprattutto ci aspettiamo molto in termini di ricaduta eco-nomica sul territorio dal nuovo Lagorai Baite Resort che sorgerà a breve, il quale potrebbe davvero rappresentare l’inizio di quello sviluppo turistico tanto agognato negli anni, ma di fatto mai rea-lizzato fino in fondo».

Di che cosa si tratta?«Sarà un villaggio di casette pre-

fabbricate in stile alpino, con un nucleo centrale in cui sorgerà un vero e proprio centro wellness, con piscine, saune, massaggi e tutti quei servizi che i clienti ormai si aspettano di trovare nel-l’offerta di una località turistica. Il villaggio dovrebbe ospitare circa 200 turisti – sia d’estate che d’inverno, perché ci sarà il collegamento con le piste da sci di Passo Brocon – e dare lavoro a una sessantina di persone, il che ci aiuterebbe non poco a trattenere in paese le nuove ge-nerazioni».

Anche voi alle prese con lo spo-polamento della montagna?«Purtroppo sì, abbiamo una buo-na percentuale di ultra 80enni, se non addirittura di centenari come i coniugi Sesto e Delia Buffa che hanno rispettivamente 103 e 101 anni. Per fortuna sono tutti ancora arzilli e per loro il centro diurno per anziani del paese rappresenta un grande punto di riferimento. Molti giovani, in-vece, si trasferiscono nei centri del fondovalle, dove trovano più opportunità di lavoro e maggiori servizi. Ma in questo paghiamo anche lo scotto di essere una zona difficile da raggiungere. Spero proprio che, come ipo-

tizzato in passato, si faccia un collegamento più comodo con la Valsugana, sia per i residenti ma anche per le esigenze dei turisti. Tali interventi, però, si potranno realizzare solo con l’aiuto della Provincia».

In Provincia hanno ben chiare le problematiche dei comuni periferici come il vostro?«Sì, penso proprio che loro siano consapevoli del fatto che se la montagna viene abbandonata sono guai per tutti. Per fortuna sul nostro territorio nel corso degli anni sono state fatte molte opere di consolidamento e di ripristino degli argini, pertanto al momento non vi sono pericoli di dissesti idrogeologici».

Come sono i rapporti con gli altri comuni della Conca?«Ottimi. Talvolta vi è un po’ di sano campanilismo, ma sulle questioni importanti troviamo sempre l’accordo. Con il comu-ne di Pieve, ad esempio, stiamo valutando interventi di sistema-zione della strada che collega i due paesi, perché manca il mar-ciapiede e i pedoni sono costretti a camminare sul ciglio della carreggiata con tutti i rischi che ne conseguono». (J.G.)

IL TESINO VISTO DA VICINO. Intervista al sindaco di Cinte Tesino, Celestino Buffa

Buffa: «Il turismo ci offre una grande opportunità»

Nostra intervista al sindaco di Cinte Tesino, Celestino Buffa, che ci illustra il suo programma di "piccoli" interventi, con all’orizzonte le nuove opportunità derivanti dal turismo...

Cinte visto da Castello Tesino (foto J.G.)

Il Sindaco di Cinte Celestino Buffa

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Le patate del Tesino«Prima d’ora (1811) la coltura delle patate era ristretta alla sola qui vicina montuosa vallata di Tesino, dove questo prodotto forma una porzione del di lei sostentamento; e queste patate furono portate dagli stessi Tesini, cinquant’anni circa, dai paesi bassi: da pochi anni a questa parte però si ha incominciato a coltivarne anche in queste pianure bensì in piccola quantità, ma con favorevole successo».

(C. Hippoliti, Memoria sull’agricoltura della Valle Sugana)

Boschi e greggiFin dall'antichità il Tesino fu ricco di conifere, tanto che alla fine dell’800 si riteneva che il nome di questa conca derivasse proprio dalla grande presenza in loco di piante di tasso, il cui nome latino era taxus, dal quale sarebbe poi derivato Taxinum e quindi Tesino o Tasino. Tale ipotesi, data quasi per certa alla fine del XIX secolo da Ottone Brentari che la suffragava con le annota-zioni fatte dal Montebello nel 1793, oggi in realtà appare assai lacunosa e lascia aperta la strada ad altre spiegazioni.Oltre ai boschi, i Tesini furono sempre molto legati all’allevamento e forse non è un caso se in alcune zone del Friuli il custode delle greggi venivano chiamato Tasin.

STORIA DI COPERTINA

Cinte Tesino«Villaggio assai minore d Castello, e di Pieve contenente 850 abitanti circa. […] I Cintesi s’occupano anch’essi nella pastoreccia e nell’agricol-tura, anziché a confronto di popolazione sono più ricchi di campagna di quelli di Pieve; possedono altresì gran numero d’animali pecorini e bovini, i primi ascendono a 3000 ed i secondi a 100.Non da gran tempo intrapresero il costume di spandersi anch’essi nella Romagna, nel Napolitano, nella Toscana, e nel Genovesato, e quasi in tutta Italia preferendo l’arte del rotino, comunemente moletta onde ricavano nell’inverno qualche centinajo di fiorini per far fronte alle minute spese delle loro famiglie; ed essendo testé stato rizzato in Pieve da’ fratelli Avanzo un Negozio di Stampe provenienti da Parigi, i Cintesi se ne approffittano più d’ogni altro girando con quelle per l’Italia: tutto ciò contribuisce al buon essere del villaggio».

(Anonimo tesino, nota manoscritta del 22 agosto 1845, Bibl. Com. Tn, ms. n. 2870, fasc. 1).

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Che ci fa un campione del mondo a Cinte?«Ci vivo da sempre. E molto bene, per-ché al Tesino devo gran parte della mia carriera».

Ripercorriamola...«Mi è sempre piaciuto confrontar-mi con gli altri, così fin dall’età di 6 anni gareggiavo nelle corse su strada e in pista sui cento metri. Anche se dentro di me sentivo una grande agitazione, forse la respon-sabilità...».

Poi?«A 16 anni iniziai ad andare in montagna da solo. Una sorta di esplorazione del territorio che mi offrì gli stimoli per mettermi alla prova sui sentieri del gruppo di Cima d’Asta e Lagorai. Il paesaggio invernale, con lo spesso manto ne-voso che con gli sci mi consentiva di spostarmi in qualsiasi direzione senza l’obbligo di seguire i sentieri, mi dava modo di esprimere la mia fantasia. Ero entusiasta di quella libertà».

Quando le prime gare?«Nel 1994, con un’attrezzatura per nulla light, partecipai per la prima volta alla Lagorai Cima d’Asta, la gara di casa mia. Da allora ho

preso parte a tutti gli appuntamenti della Coppa delle Dolomiti e Coppa Italia, i circuiti prestigiosi di quel-l’epoca».

L'ingresso in Nazionale?«Avvenne nel 2001 a Cervinia. Per entrare a far parte della neonata Nazionale di Scialpinismo erano presenti alla selezione gli atleti più forti di questa disciplina. Con la sesta posizione mi guadagnai un posto in squadra per i primi mon-diali della storia dello scialpinismo disputatisi nel gennaio 2002 in Francia».

Anni di duri allenamenti...«Sì, ma avevo tanta passione e grandi motivazioni, così sacrifi-carsi per migliorare era persino un divertimento e il sabato sera andare a dormire presto non mi pesava affatto. Ben presto vennero anche i risultati, dalla Coppa delle Dolomiti, Coppa Italia, 4 Campio-nati Italiani assoluti, una Coppa del Mondo a coppie con Guido Giacomelli, podi nella Vertical Race in Andorra, in Coppa Europa nel 2002 con Franco Nicolini, agli Europei in Slovacchia nel 2003 con Camillo Vescovo, e le vittorie nelle “classiche” più prestigiose».

Grazie anche al Tesino. Eppure molti giovani se ne vanno...

IL TESINO VISTO DA VICINO. Intervista a Mirco Mezzanotte

Il campione assessore, innamorato del Tesino

Mirco Mezzanotte, campione del mondo di scialpinismo, da sempre vive a Cinte Tesino dove da qualche mese è anche assessore allo sport, alla cultura e al turismo, con tante idee per lo sviluppo del Tesino...

Mirco MezzanotteMirco Mezzanotte è membro uf-ficiale della squadra Nazionale di sci alpinismo dal 2002 e dal 2008 è giudice di gara di scialpinismo. Dal 1997 ad oggi ha preso parte a varie spedizioni nel mondo fino a oltre 8 mila metri d’altitudine. Tra i principali titoli conquistati ricordiamo: Campione Italiano a coppie (2002); Argento Coppa Europa a coppie (2001/02); Bron-zo Campionato Europeo (SLK, 2003); Bronzo Campionato Ita-liano individuale (2003); Vincitore Coppa delle Dolomiti (2002/03); Argento Coppa Europa a coppie (2003/04); Argento Coppa Europa individuale (2003/04); Argento Combinata finale Coppa Europa (2003/04); Campionato Italiano a coppie (2004); Campionato italiano individuale (2004); Vinci-tore Coppa del Mondo a coppie (2003/04); Bronzo campionati Europei (Andorra) Vertical Race (2005); Argento Coppa del Mon-do a coppie (2004/05); Vincitore Coppa Italia individuale (2004/05); Campione Italiano (2006); Vincito-re Coppa Dolomiti (2007); Meda-glia di bronzo al valore sportivo conferita dal C.O.N.I. (2008).

CHI È

Mirco Mezzanotte (foto J.G.)

STORIA DI COPERTINA

«Io non lo farei, ma posso com-prendere le loro motivazioni. Il Tesino è un territorio unico, che ti dà tanto sotto il profilo ambientale, ma se non sai cogliere questi aspet-ti, la vita può risultare davvero dura qui, priva di quelle opportunità sia lavorative sia di divertimento che invece si trovano nei grandi centri del fondovalle. Tuttavia noto con soddisfazione una certa inversio-ne di tendenza e di mentalità. Ad esempio c’è un gruppo di giovani che ha iniziato a coltivare piccoli frutti, mentre dai progetti che partiranno a breve, ci si attende uno sviluppo turistico foriero di occupazione e benessere per le nuove generazioni».

Lei a Cinte ora è assessore allo sport, turismo e cultura...«Sì, un incarico che non ho cercato, ma che svolgo con grande passione, convinto del fatto che molto si pos-sa fare semplicemente valorizzan-do il territorio, con offerte magari di nicchia, ma in grado, se messe in rete, di rappresentare un ottimo volano per l’economia».

Ad esempio?«Puntare sui percorsi a piedi e in mountain bike, organizzare mani-festazioni sportive agonistiche sia d’estate che d’inverno, promuovere le peculiarità del territorio – come

la forra di Grigno – che paradossal-mente sono conosciute all’estero, ma ignorate a livello provinciale. Qualche settimana fa, con un per-messo giornaliero ad hoc, ho reso nuovamente transitabile la strada di Monte Mezza che porta alla parete di roccia naturale, da tempo inutilizzata perché non vi si poteva accedere con l’automobile. Nel giro di un paio d’ore sul sito internet sono arrivati i ringraziamenti di quattro persone. La prova che vi è un certo interesse per il nostro territorio e che, se si vuole, le cose si possono fare davvero».

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Pieve Tesino è un piccolo paese della conca tesina che vanta una lunga storia di venditori ambulanti, com-mercianti ed edito-

ri con negozi in tutta Europa, da Parigi a Mosca, da Strasburgo a Varsavia, ma anche oltre ocea-no, da New York a Baltimora. L’epopea dei mercanti di stampe è durata tre secoli: dagli inizi del Seicento alla prima guerra mondiale.Proprio a Pieve Tesino, nella casa in cui il 3 aprile 1881 è nato Alcide De Gasperi, è stato

aperto un museo, inaugurato nel 2006 alla presenza delle più alte autorità dello Stato e della Provincia. Così, grazie all’impe-gno assunto dall’Istituto Sturzo di Roma e all’aiuto finanziario della Provincia, anche il grande statista trentino De Gasperi ha potuto avere un luogo che lo ricorda come gli altri tre padri d’Europa: Adenauer, Schuman e Monnet.Si tratta di un piccolo museo, ma offre al visitatore un mo-dello espositivo di nuovissima concezione. È nato con l’intento non solo di conservare la memo-ria dell’opera degasperiana, ma anche di trasmetterne l’espe-rienza, i valori e il messaggio da

Lo stato ideale«Lo scopo futuro degli stati sarà di aumentare e rafforzare gli strumenti di congiunzione tra una generazione e l’altra: musei d’arte, musei tecnici, biblioteche...Uno stato ideale sarà raggiunto quando sarà possibile mantenere appositi organi di trasmissione delle esperienze e dei risultati ottenuti da una generazione all’altra». Alcide De Gasperi

STORIA DI COPERTINA

IL TESINO VISTO DA VICINO. Il Museo Casa De Gasperi

Un "piccolo" museo per un grande insegnamento

ORARIO ESTIVO (1° giugno-30 settembre)Martedì-Venerdì: 15-18Sabato-Domenica: 10-12/15-18Lunedì chiuso

ORARIO INVERNALE (1° ottobre – 31 maggio)Venerdì: 15-18Sabato: 10-12/15-18Domenica: 15-18Lunedì chiuso

Info: 0461/594382 oppure 0461/210247

una generazione all’altra. Rap-presenta inoltre un documento e una testimonianza delle radici e del legame, mai cessato, dello statista con questa bellissima zona del Trentino.Di sera la casa prende vita, ha le finestre illuminate come se fosse abitata: il museo che si tro-

Il percorso Alcide De Gasperi nacque in questa casa il 3 aprile 1881. Concluderà il suo viaggio terreno 73 anni dopo a pochi chilometri da qui, nella valle di Sella, dopo aver attraversato da protagoni-sta alcune tra le più importanti vicende della storia europea del XX secolo.Il Museo Casa De Gasperi rac-conta un De Gasperi cittadino dell’Impero asburgico prima, ita-liano ed europeo poi, ma tuttavia sempre trentino, in un continuo rapporto dialogico tra la sua storia personale e la storia della politica e delle istituzioni che egli stesso contribuì a determinare. Ai due piani superiori troviamo il Labora-torio, dove chi vuole approfondire tematiche riguardanti il personag-gio o i momenti storici legati alla sua figura, può farlo consultando libri, visionando filmati su uno schermo al plasma o collegandosi via internet al sito: www.degasperi.tn Per collegarsi alla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi basta scrivere una e-mail a [email protected]

FOCUS

va in centro al paese non vuole essere una parte a sé stante, ma vivere con il paese stesso.A visitare il museo sono in tanti: dal singolo cittadino alla famiglia in cui il nome di De Gasperi ha rappresentato sem-pre un modello di politico, dai circoli degli anziani di varie città ai gruppi di persone che frequentano l’Università della terza età. Ma in futuro ci sarà un crescente sforzo per rag-giungere i giovani, ai quali oggi l’insegnamento di De Gasperi può ancora dare e dire molto.Per il nuovo direttore, prof. Beppe Zorzi, tutto questo dovrà avvenire rendendo protagonisti i tanti soggetti che a vario livello lavorano per alimentare nel Tesino e nella Bassa Valsugana creatività, memoria storica, spirito imprenditoriale e senso della solidarietà.

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Sindaco Tognol l i , quali sono le esigenze di Bieno?«A Bieno di per sé non manca niente. Abbiamo due negozi di alimentari, un al-

bergo con bar annesso, due bar, l’ufficio postale, la banca, l’ufficio turistico, l’ambulatorio, il dispensa-rio farmaceutico. Credo che per un paese di 450 persone ci siano tutti i servizi indispensabili. Disponendo di un budget irrisorio, per le opere pubbliche ci affidiamo ovviamen-te all’intervento della Provincia. Forse il nostro unico cruccio è di carattere sociale: ovvero trovare posti di lavoro per i giovani e, nel contempo, cercare di essere vicini alle esigenze degli anziani».

Nel 1961 Bieno contava 577 abitanti, oggi ne ha 130 in meno. Anche voi vittime dello spopolamento?«Sì, negli ultimi cinquant’anni molti sono emigrati all’estero, altri si sono trasferiti nei comuni del fondovalle dove hanno trovato lavoro più facilmente. Ma per for-tuna nell’ultimo decennio questo trend si è arrestato».

Bieno ha sempre avuto una vocazione turistica, soprattutto grazie alle case in affitto. E ancora così?«Il turismo è una nota dolente. Se negli anni ‘70-80 riuscivamo ad avere quasi 3 mila persone nei mesi di luglio e agosto, oggi a malapena arriviamo a mille persone quando c’è il clou. Purtroppo è cambiato il modo di fare turismo. Una volta venivano i nonni con i bambini e rimanevano due mesi; oggi si fermano per una settimana, quan-do va bene. Stiamo cercando di riportare i turisti a Bieno, sia con una serie di iniziative culturali, sia abbellendo il paese con alcuni interventi – faremo una nuova piazza con un nuovo parcheggio,

sistemeremo il marciapiede che dal centro porta al campo sportivo, stiamo finendo la scalinata all’in-gresso dell'abitato – ma soprattutto con il nuovo parco fluviale, per il quale abbiamo acquistato quasi 3 ettari dai privati; parco che, nono-stante sia ancora da finire, è già meta molto apprezzata di numerosi turisti e non solo».

Altre opere in cantiere?«Un grosso intervento è previ-sto per l’edificio comunale che sarà interamente ristrutturato, ampliato e dotato di ascensore. Sempre in quest’area abbiamo

acquistato due case che demoli-remo per costruire un parcheg-gio sotto al quale sarà collocato l’archivio comunale. Inoltre ab-biamo ristrutturato due malghe, realizzato un nuovo impianto di illuminazione a basso impatto ambientale e presto ultimeremo la strada che collega Bieno, Strigno e Samone. Recentemente la Provincia ha stanziato 213 mila dei 266 mila euro necessari per la ristrutturazione della scuola dell’infanzia. Ciò ci permetterà di avere una seconda sezione, in modo tale da poter ospitare senza problemi anche i bambini di Samo-ne i quali per alcuni anni – avendo noi raggiunto il tetto massimo delle 26 unità – non potevano più venire qui. Rimane irrisolta, invece, la destinazione della nostra vecchia scuola elementare, un edificio per il quale da tempo siamo in tratta-tiva con la Provincia. Ci avevano prospettato la soluzione di ricavar-ne nuovi appartamenti Itea, ma noi siamo contrari. Vorremmo qualco-sa che dia un contributo concreto all’economia del paese, come ad esempio un centro di riabilitazione o la scuola del legno».

Come sono i rapporti con gli altri comuni della Conca?«Talvolta abbiamo avuto idee diver-se – come nel caso della variante – ma complessivamente i rapporti sono buoni, anche perché dal punto di vista turistico ci sentiamo molto legati al Tesino. Assieme al comune di Pieve stiamo tentando di ottenere la concessione per fare una nuova centralina sul rio Fierollo. Con gli altri tre comuni del Tesino partecipiamo, per il 3 per cento, al Consorzio forestale, ma facciamo parte pure del consorzio delle Centrali di Rava, con i comuni di Strigno, Samone, Scurelle e Castelnuovo». (J.G.)

STORIA DI COPERTINA

IL TESINO VISTO DA VICINO. Intervista a Giorgio Tognolli, sindaco di Bieno

«A Bieno abbiamo tutti i servizi essenziali»Dalle iniziative per un rilancio turistico del paese, alle opere pubbliche per la comunità. Nostra intervista a Giorgio Mario Tognolli, sindaco di Bieno dal 2001.

Giorgio Tognolli, Sindaco di Bieno

La sede del Municipio di Bieno (foto J.G.)

Bieno, una via del centro storico

Bieno, la piazzetta con la fontana

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Assessore Guerri, a livello culturale come si presenta Bieno?« Neg l i u l t i m i d i e c i a n n i abbiamo cercato

di migliorare la nostra offerta culturale e credo di poter dire che siamo riusciti egregiamente nel nostro intento. Ciò grazie anche al Sistema bibliotecario intercomunale Lagorai, finan-ziato dalla PAT, che tende a collegare le attività culturali di più comuni, facendo capo alle biblioteche».

Quali sono state le iniziative più importanti?«Abbiamo realizzato numerose iniziative per i bambini e per i giovani. Ricordo la sala prove con annessa sala di incisione, una strut-tura – unica in Valsugana – dove i ragazzi possono andare a suonare. Vicino c’è lo Spazio Giovani e sotto una piccola biblioteca con l’inter-net point dotato di 5 postazioni, dove i giovani residenti in paese possono collegarsi gratuitamente alla rete. Un altro risultato di cui siamo particolarmente orgogliosi è quello di essere riusciti a ripor-tare il teatro a Bieno dopo ben

STORIA DI COPERTINA

IL TESINO VISTO DA VICINO. Intervista a Luca Guerri, assessore alla cultura

Tante iniziative culturali, soprattutto per i giovani

Nostra intervista a Luca Guerri, assessore alla cultura del comune di Bieno sulle tante iniziative che il comune propone e su due eventi ormai clou...

L'assessore Luca Guerri

Bieno, una veduta del paese

trent’anni. Purtroppo però ci man-ca una struttura adeguata e quindi questa bella esperienza per ora si è interrotta. Speriamo di riprenderla il più presto possibile, magari tro-vando i finanziamenti necessari per costruire una struttura dove realizzare le nostre iniziative, specialmente d’inverno. D’estate, infatti, disponiamo di un piccolo teatro tenda che può ospitare fino a 250 persone. É sufficiente per alcuni eventi, ma per altri, come “Un Bieno di Rock” o “la Festa del Radicchio”, dobbiamo utilizzare il campo sportivo».

A proposito di “Un Bieno di Rock”, si è appena conclusa l’ot-tava edizione...«Sì, ed è stato un successone. Con questa nostra rassegna per gruppi emergenti ormai siamo entrati nel top dei festival musicali del Trentino. Basti pensare che quest’anno avevamo come ospi-te d’onore nientemeno che Kee Marcello, forse più noto al grande pubblico come chitarrista della superband svedese Europe, che alla fine degli anni ‘80 spopolava nelle classifiche di tutto il mondo».

E la Festa del radicchio?«È un’idea partita un po’ in sordi-na, ma ben presto si è trasformata in un appuntamento di grande richiamo, tanto che l’anno scorso abbiamo servito circa mille pasti. Non male per un paese di 450 anime». (J.G.)

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Altitudine: 905 m s.l.m. Superficie: 112 km² Abitanti: 1.371 (2010) Densità: 12,2 ab./km² Frazioni: Cainari, Coronini, Lissa, Roa Comuni contigui: Arsiè (BL), Canal San Bovo, Cinte Tesino, Grigno, Lamon (BL), Pieve Tesino, Scurelle CAP: 38053 Nome abitanti: castelazzi Santo patrono: San Giorgio Festa patronale: 23 aprile

Altitudine: 843 m. m s.l.m. Superficie: 74 km² Abitanti: 686 (2010) Densità: 9,2 ab./km² Frazioni: Pradellano,Malene Comuni contigui: Bieno, Canal San Bovo, Castello-Molina di Fiemme, Castello Tesino, Cavalese, Cinte Tesino, Ivano-Fracena, Ospedaletto, Panchià, Scurelle, Strigno, Telve, Tesero, Ziano di Fiemme CAP: 38050 Nome abitanti: pievesi o tesiniSanto patrono: Maria SS. Assunta Festa patronale: 15 agosto

EVOLUZIONE DEMOGRAFICA EVOLUZIONE DEMOGRAFICA

Pieve TesinoCastello Tesino

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Altitudine: 851 Superficie: 25 km² Abitanti: 393 (2010) Densità: 15,7 ab./km² Comuni contigui: Canal San Bovo, Castello Tesino, Grigno, Lamon (BL), Ospedaletto, Pieve Tesino, ScurelleCAP: 38050 Nome abitanti: cintesiSanto patrono: San LorenzoFesta patronale: 10 agosto

Altitudine: 815 m s.l.m. Superficie: 11 km² Abitanti: 447 (2010) Densità: 40,6 ab./km² Comuni contigui: Pieve Tesino, Scurelle, Strigno CAP: 38050 Nome abitanti: bienati Santo patrono: San Biagio Festa patronale: 3 febbraio

EVOLUZIONE DEMOGRAFICA EVOLUZIONE DEMOGRAFICA

BienoCinte Tesino

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PIEVE TESINO

Il Giardino d’Europa«È la prima volta in Italia che si realizza un giardino dedicato all’Europa. L’abbiamo pensato di forma semicircolare a ricordare il parlamento: fiorirà per tutta l’estate e sarà il simbolo dell’Europa unita. De Gasperi è stato l’unico statista europeo che ha vissuto tre parlamenti, quello austriaco, quello del Regno e quello della Repubblica. Sarebbe stato fiero di poter sedere nel parlamento di un’Europa di pace che aveva sempre sognato».Sono state queste le parole con cui, il 29 apri-le scorso, Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, ha presentato il progetto del “Giardino d’Europa – Museo Casa De Gasperi”, un’opera di 830 metri quadri che si sta realizzando nel comu-ne di Pieve Tesino, all’interno dell’Arboreto del Tesino, un’area di quattro ettari attiva dal 2002 che comprende, fra l’altro, una parte paludosa, un laghetto e collezioni di piante europee, asiatiche e nord-americane. L’ope-ra si affiancherà ai già esistenti giardini della tedesca Adenauer Haus e delle francesi Maison Monnet e Maison Schuman, che, insieme al Museo Casa De Gasperi di Pieve Tesino, formano la rete delle Case dei padri fondatori d’Europa.

Progetti per il Tesino del futuro

CINTE TESINO

Lagorai Baite ResortSeguendo le linee guida contenute nel progetto della Provincia autonoma di Trento per lo sviluppo del Trentino come territorio per la famiglia, fra qualche set-timana nel territorio del comune di Cinte Tesino inizieranno i lavori per la realizza-zione del “Lagorai Baite Resort”. Tale iniziativa si caratterizza per la gran-de armonia con la quale si inserisce nel territorio, favorendo un volano virtuoso anche per l’agricoltura, la conservazione del suolo, l’alpeggio e il commercio, nel pieno rispetto dell’ambiente dal quale trae le risorse per crescere; quindi gran-de uso di legno, pietre e altri prodotti naturali, impiegati secondo i dettami della bioedilizia.Al centro del villaggio sorgerà un’area wellness, con piscine e saune, mentre all’ingresso vi sarà un ristorante.Il complesso, realizzato dal Gruppo Paterno, sarà aperto ai primi ospiti nel novembre del 2011, disporrà di circa 200 posti letto e darà occupazione – in maniera diretta e indiretta – a una ses-santina di persone.

Negli ultimi tempi il Tesino si sta rivelando una fucina d’idee e di progetti volti a un significativo sviluppo turistico della Conca, pur nel pieno rispetto del territorio e delle sue antiche tradizioni. Fra i tanti, ecco tre progetti da cui ci si attende un notevole ritorno sia d’immagine, sia, soprattutto, a livello di indotto...

STORIA DI COPERTINA

CINTE TESINO

Il Museo dei BambiniLa Finanziaria Valsugana S.p.A. – società di progettazione, promozione e partecipa-zione, costituita alcuni anni fa da dodici imprenditori della Valsugana – ha appron-tato vari progetti anche per lo sviluppo turistico del Tesino, puntando soprattutto sulle famiglie.Fra questi progetti spicca sicuramente l’allestimento, nell’edificio ex Bailo di Cinte Tesino, di uno spazio museale denominato “Abitare la Montagna: Museo dei Bambini” in cui approfondire i temi legati allo sviluppo delle tecnologie abitative e delle fonti rinno-vabili di energia e, più in generale, l’evolu-zione del rapporto tra uomo e ambiente.Un luogo nel quale il bambino – ma anche l’adulto! – possa imparare giocando, come del resto già avviene in molte sedi museali del mondo, dove le esperienze della ma-nualità unite agli aspetti ludici si sono dimo-strate un ottimo connubio per stimolare la conoscenza e l’apprendimento.Un’iniziativa culturale dedicata alle famiglie, quindi, che potrebbe creare delle positive ricadute a 360 gradi sull’intero territorio. L’obiettivo, difatti, è quello di generare, nel lungo periodo, un ritorno in questi luoghi da parte di bambini ormai diventati adulti e che vogliono ripercorrere, magari assieme ai propri figli, quelle esperienze divertenti e formative che hanno piacevolmente contrassegnato la loro infanzia. Il modello “famiglia”, infatti, è quello che più di tutti regge nel tempo e quello che meno si lascia influenzare dalle mode passeggere.Pertanto l’area museale dovrebbe accoglie-re un’esposizione permanente, suddivisa in aree tematiche specifiche, nonché delle installazione temporanee. Una superficie altrettanto grande potrebbe essere adibita ad ospitare laboratori didattici, una sala conferenze, oltre a degli spazi da dedicare ai servizi (hall d’ingresso, bookshop, uffici, magazzini, bar e ristorante...).Tutto ciò che può offrire, insomma, la mu-seografia dell’ultima generazione.

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«Quello che siamo oggi... è frutto delle scelte di ieri. Quello che sa-remo domani... è frutto delle scelte di oggi».È con questo slogan che il 23 ago-sto scorso, presso Palazzo Ceschi a Borgo Valsugana, la Finanziaria Valsugana S.p.A. – società di progettazione, promozione e parte-cipazione, costituita alcuni anni fa da dodici imprenditori della Valsu-gana – ha presentato ai sindaci della Valle, nonché agli organi d’infor-mazione, il documento "Valsugana Duemilaventi", redatto in collabo-razione con l’Associazione per lo Sviluppo della Valsugana e di un gruppo di lavoro di cui hanno fatto parte – oltre a Claudio Ropelato, Franco Paterno, Ivo Rossi e Marco Sbetta – Albino Pasquazzo, Carlo Staudacher, Federico Busarello, l’architetto Enrico Ferrari, nonché Borgo Commercio Iniziative, la Cassa Rurale Cross, la Coldiretti e varie associazioni di categoria.

Il documentoIl documento presenta un'approfon-dita analisi dell'attuale situazione socio-economica della Valsugana

orientale e del Tesino, a cui segue un ampio ventaglio di progetti nei campi più disparati: dal turismo all’agricoltura, dalle reti stradali a quelle in fibra ottica, dalla filiera del legno al polo per le energie rinnovabili e le bonifiche territo-riali. Proposte apparentemente di-stanti fra loro, ma profondamente intrecciate nel perseguire un vero unico obiettivo finale: offrire alla Valsugana del futuro una propria identità specifica – di cui oggi pare mancante – affinché le nuove generazioni che nasceranno su questo territorio possano operare delle scelte libere e al passo con i tempi, anziché vedersi costrette a ripiegare su modelli economici obsoleti, già bocciati dal merca-to ma ancora operanti per colpa della mancanza di una strategia di sviluppo ben precisa, e di una altrettanto colpevole mancanza di coraggio da parte degli ammini-stratori del passato.La domanda è: i nostri figli o nipoti che tra 30, 40, 50 anni vivranno in Valsugana, quale territorio trove-ranno, quali opportunità lavorative avranno, di quali servizi potranno disporre, quali giudizi formule-ranno circa la lungimiranza della

classe politica e imprenditoriale dei loro genitori o nonni?A chi gli chiedeva che cosa fosse il futuro, lo scrittore tedesco Otto Weininger rispondeva: «È ciò che è fatto dal volere; solo colui che vuole ha un futuro!».Parafrasando tale pensiero, è ora – insomma – che la Valsugana esca dal torpore dell’indecisione e pren-da in mano il proprio futuro per po-ter lasciare ai propri figli un’eredità più dinamica, propositiva e fiorente rispetto allo stato attuale delle cose

che appare piuttosto grigio.Un quadro alla cui comprensione molto aiuta l’analisi elaborata dall’Associazione per lo Sviluppo della Valsugana, del quale qui rias-sumiamo i passaggi fondamentali, al fine di offrire al lettore un’idea del punto in cui ci troviamo e da dove dovremo ripartire per sogna-re, immaginare e realizzare una Valsugana diversa. Non dimenti-chiamoci, infatti, che alla base di ogni svolta epocale vi è sempre un grande sogno perché, come sostie-ne la famosa scrittrice americana Catherine Ponder, «ciò che ema-nate con i pensieri, le emozioni, le immagini mentali e le parole, lo attraete nella vostra vita».

L’analisi socio-economica«La Valsugana orientale e il Tesi-no – si legge nella premessa dello studio redatto dall’Associazione per lo Sviluppo della Valsugana – si presentano nel tessuto trentino con una caratterizzazione parti-colare che pone questi territori e i suoi abitanti in una situazione spesso di marginalità e di inferio-rità nei confronti dei comprensori attigui e delle zone più floride della provincia».

ATTUALITÀ

IL DOCUMENTO. Le proposte di Finanziaria Valsugana per il futuro della Valsugana

Ecco la Valsuganadel futuro, "formato famiglia"

di Johnny Gadler

Presentato a Borgo, presso Palazzo Ceschi, lo studio “Valsugana DuemilaVenti”, il documento elaborato dalla Finanziaria Valsugana S.p.A. per un nuovo modello di sviluppo della Valsugana a dimensione familiare, partendo dalle risorse dell’ambiente, del territorio e delle tradizioni...

A cavallo sul Lagorai

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lo Sviluppo della Valsugana – che ci mostrano come i livelli reddituali risentano della situazione economi-ca locale e che possono essere ten-denzialmente collegati con quanto rilevato dall’analisi della situazione demografica, dove si riscontra un maggiore tasso di abitanti in età non lavorativa».Il che significa più povertà, come

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BORGO ZONA VALLI: a soli € 160.000,00 luminoso appartamento di 115 mq con 2 balconi, 3 camere, ampia cantina e garage chiuso Rif. 087

BORGO ZONA VALLI: a soli € 175.000,00 in casa quadrifamiliare appartamento bistanze a 2. e ultimo piano con cantina e posto auto Rif. 039

BORGO CENTRO: in pregevole nuova costruzione certificata casa clima uffici, negozio e appartamenti di varie metrature con cantina e garage ottime finiture Rif. 192

Una Valle che invecchiaLa popolazione della Bassa Valsu-gana e del Tesino evidenzia un alto tasso di anzianità; difatti gli ultra sessantacinquenni qui sono l’1,3 per cento in più rispetto alla media del Trentino e ben il 3 per cento in più rispetto all’Alta Valsugana. Pertanto l’immagine che appare – osserva l’Associazione per lo Sviluppo della Valsugana – è «quella di un territorio con una popolazione che sta costantemente invecchiando, con evidenti segni di abbandono delle località disa-giate che – fatta eccezione per i centri più popolosi di fondovalle, come Borgo Valsugana con una popolazione in costante aumento – denota un forte calo demografico nella seconda parte del XX secolo, in modo più accentuato per i co-muni tesini».

Un basso reddito Bassa Valsugana e Tesino appaiono fortemente penalizzati anche per quanto riguarda il reddito medio della popolazione che se nel 2008 a livello provinciale si attestava a 18.785 euro, in Bassa Valsugana arrivava appena a 16.622 euro, cioè oltre 2 mila euro in meno.«Sono sicuramente valori significa-tivi – commenta l’Associazione per

testimoniano i dati dell’Osservato-rio Permanente per l’Economia, il Lavoro e per la Valutazione della domanda sociale, secondo cui, sempre nell’anno 2008, in Bassa Valsugana i poveri sono l’1 per cen-to in più rispetto a quelli dell’Alta Valsugana.Nella Valsugana orientale anche il tasso di attività appare inferio-

re rispetto a quello del C4 e del Trentino, e se si va a guardare la suddivisione per genere, ci si ac-corge che le più penalizzate sono proprio le donne, le quali presen-tano un tasso di attività inferiore di quasi il 5 per cento rispetto all’Alta Valsugana.

Scarsa scolarizzazione«Anche il livello di scolarizzazio-ne – prosegue l’Associazione per lo Sviluppo della Valsugana – è ovviamente un indice del benes-sere economico e sociale di una popolazione». Pure qui, purtroppo, il C3 denota un deficit abbastanza consistente.La Bassa Valsugana e il Tesino, infatti, hanno quasi il 30 per cento in meno di laureati rispetto alla media trentina; non va meglio per il numero dei diplomati, mentre se si considerano i soggetti in possesso della sola licenza elementare, la classifica si capovolge. In questa, purtroppo, il C3 primeggia, sfio-rando il 30 per cento della popola-zione, contro una media provinciale attestata al 21 per cento.L’unica magra consolazione ri-guarda le qualifiche professionali, dove la Bassa Valsugana supera l’Alta Valsugana di 4,2 punti per-centuali.

Un momento dell'incontro a Palazzo Ceschi

ATTUALITÀ

IL DOCUMENTO. Le proposte di Finanziaria Valsugana per il futuro della Valsugana

«Tutti dovremmo preoccuparci del futuro, perché è là che dovremo passare il resto della nostra vita»

Charles Franklin Kettering, inventore del XX secolo

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preoccuparci del futuro, perché è là che dovremo passare il resto della nostra vita».

Il dopo acciaierieIn un mercato globalizzato, dove fare industria oggi appare poco conveniente non solo in Trentino, ma addirittura in Europa, occorre pensare a un futuro della Valsu-gana diverso dal suo presente, ancora caratterizzato dall'industria anche pesante, com'è il caso delle acciaierie di Borgo.A tale proposito la Finanziaria Valsugana afferma che «il fu-turo dell’acciaieria deve essere affrontato con urgenza (forse si è già perso troppo tempo) ma sul

piano dell’obiettività, della lealtà e trasparenza fra gli interlocutori pubblici e privati, che necessaria-mente vanno coinvolti» e propone di «costituire un focus group che metta in ordine tutte le questioni che il dopo acciaieria pone sul tappeto e coordini le fasi successive del programma».

Guardare avantiSe l'industria tradizionalmente intesa non appare più appetibile, su quali progetti dovrà investire la Valsugana del 2020? Franco Paterno, vicepresidente di Finan-ziaria Valsugana, non sembra avere dubbi: «Dobbiamo valorizzare le nostre specificità, cioè il territorio, puntando sul turismo, le tradizioni, la tracciabilità, la messa in rete del-le risorse che pur ci sono – come ad

esempio l’osservatorio astronomico del Celado – ma che rimangono sottoutilizzate. Finora siamo stati bravi a farci del male, perdendo grandi opportunità come il polo espositivo di Borgo o la strada del Tesino. Adesso è giunta l’ora di guardare avanti per non rimanere ulteriormente indietro».Ed ecco allora, in estrema sintesi, alcuni possibili progetti per lo svi-luppo della Valsugana del 2020.

Filiera del legnoLa Valsugana e il Tesino e in par-ticolare il grande complesso mon-tano del Lagorai, mettono a dispo-sizione del territorio una risorsa, il bosco, che in buona parte è ancora

non adeguatamente utilizzata. La proposta consiste nel promuovere e realizzare un programma di ini-ziative per la creazione di un Polo Tecnologico del legno mettendo in rete sia i soggetti pubblici (la PAT con la cabina di regia del legno e il Centro di ricerca IVALSA, la Comunità di Valle, i singoli Comu-ni) e i privati: boscaioli, segherie locali, produttori di semilavorati, progettisti e produttori di case prefabbricate in legno, mobilieri e designer, produttori di energia da biomasse.Nel Polo Tecnologico del legno, localizzato nell’area dell’ex Val-verde di Castelnuovo, troveranno spazio: la costruzione di pannelli prefabbricati con tecnologia X Lam (X Lam Dolomiti), un sistema costruttivo di tetti pre-assemblati

Industria e artigianatoEstendendo l'analisi all'economia reale, i settori su cui si regge il sistema Valsugana orientale sono l'industria – con 49 aziende e 2.457 occupati nel 2008 – e l’artigianato, con 695 aziende che danno lavoro a 1.900 persone. Nell’ultimo ven-tennio il settore agricolo ha cono-sciuto invece un notevole ridimen-sionamento, passando dalle quasi 1.200 aziende del 1992 alle appena 400 attuali, mentre il turismo di tipo alberghiero – fatta eccezione per il comune di Roncegno, con 535 dei 1.045 posti disponibili in tutto il territorio comprensoriale – è quasi inesistente.Dall’analisi di questi dati l’As-sociazione per lo Sviluppo della Valsugana giunge alla conclusio-ne che «la Bassa Valsugana e il Tesino continuano a rimanere in ambito provinciale zone relativa-mente marginali, dove non si sono formate né delle filiere produttive, né si è ancora sviluppato un forte tessuto economico locale. L’econo-mia della Bassa Valsugana appare pertanto a macchia di leopardo, ma questo sembra non aver ancora portato a un livello di benessere pari o superiore alla media provin-ciale. La situazione risulta ancora più drammatica per la conca del Tesino, dove il turismo avrebbe dovuto costituire la principale risorsa economica della zona, date le caratteristiche fisiche e ambien-tali. Ciò non è avvenuto e anzi il fenomeno è diventato ancora più critico, nonostante si possano enumerare lodevoli iniziative di turismo complementare e la nasci-ta di infrastrutture ludiche come il campo da golf e gli impianti di risalita del Passo Brocon».Ma il documento elaborato dalla Finanziaria Valsugana non si li-mita a mettere il dito nella piaga e propone un ampio ventaglio di progetti a medio-lungo termine che potrebbero davvero trasfor-mare il volto di questa vallata. Per farlo, però, occorre il concorso di tutte le forze in campo – ammi-nistratori, imprenditori, cittadini – mettendo da parte localismi e individualismi, lavorando as-sieme, in maniera costruttiva e partecipativa, per concretizzare l’obiettivo di un futuro migliore e ricco di prospettive. Una buona ragione per farlo ce la offre Char-les Franklin Kettering, uno dei più prolifici inventori del XX secolo, secondo il quale «tutti dovremmo

(Berenice Due); design e gioco, con gli scarti di lavorazione trasformati in mobili di design e giochi in le-gno; formazione tecnica e pratica nel progettare e costruire con il legno; ricerca di nuovi utilizzi del legno; selezione e vendita di lotti di legname da parte di una società consortile fatta tra i proprietari dei boschi; sfruttamento dei residui del legno per biomasse, energia termica ed elettrica.A regime questa iniziativa può creare un centinaio di posti di la-voro, più gli indotti.

Energie rinnovabili e bonifiche territorialiIl progetto prevede: la nascita in Valsugana di un Polo Tecnologi-co per le energie rinnovabili, in abbinamento ad un comparto di ricerca per le bonifiche di terreni contaminati; la costituzione di una società (Esco) pubblica e privata, per sviluppare le fonti rinnovabili fotovoltaico, geotermico, trige-nerazione, biomasse, realizzare e vendere efficienza energetica per le abitazioni; lo sviluppo della Green Economy. La società Enervals, uno spin off di Finanziaria Valsugana, ha già depositato un brevetto per la bonifica di terreni contaminati.

Agricoltura e prodottiL'agricoltura e l'allevamento, con la trasformazione dei loro prodotti, sono le attività di antica origine che hanno contribuito, nel corso dei secoli, a creare e consolidare l’identità e la cultura del territorio. Si propone pertanto di compiere uno sforzo coordinato fra impren-ditori di tutti i settori per riscoprire e rivalutare i migliori prodotti del territorio, introducendo anche nuovi modelli di agricoltura (bio, km zero), con agriturismi, bed and breakfast e fattorie aperte per vendere direttamente i prodotti in azienda.Parallelamente si potrebbero promuovere nuove iniziative di trasformazione e commercializza-zione di prodotti agricoli di pregio, come ad esempio l’uva. La Finvals S.p.A. sta elaborando un progetto di fattibilità per realizzare una cantina di vini presso Castel Ivano, per produrre vino di alta qualità, in un numero ristretto di etichette e rivolto ad un mercato di nicchia. Analoghe trattative sono in corso per potenziare un’iniziativa da poco avviata per produrre birra artigianale (con luppolo e orzo

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locali), anch’essa di grande qualità e con origine Trentino, marchio di qualità e riconoscibilità.Altri prodotti agricoli da valoriz-zare potrebbero essere la farina di mais, gli insaccati, i formaggi tipi-ci e così via, realizzando un’offerta eno-gastronomica locale di ottima qualità ed immagine.Per adeguare e poter garantire il sostentamento dell’imprendito-ria agricola è inoltre strategico pensare ad una riorganizzazione fondiaria che promuova l’utilizzo del territorio con le nuove tecniche del coltivare, presentando anche un territorio più ordinato e curato, garanzia di attrazione e attenzione degli ospiti, come già avviene in Alto Adige.

Ambiente e culturaLa Valsugana rappresenta con i suoi laghi e i suoi monti un ter-ritorio di elevato pregio paesag-gistico e ambientale. Paesaggio, qualità dell’ambiente, identità del territorio e qualità della vita co-stituiscono la vera risorsa di una nuova proposta turistica, culturale e ambientale, identificando come target il bambino e la famiglia, con una offerta legata alle aspettative di tali ospiti. Questo intendimento si sposa perfettamente con le linee

guida contenute nel progetto della Provincia autonoma di Trento per lo sviluppo del Trentino come territorio per la famiglia.La costituzione di una società mi-sta pubblico-privati è funzionale per mettere in rete le opportunità oggi presenti sul territorio (Arte

Sella, Osservatorio Stellare di Celado, Museo De Gasperi, Mu-seo della Guerra ecc.) e il futuro Museo per Bambini “Progetto Montagna Lagorai”.In merito alla Valle di Sella, la gestione di adeguati punti di risto-razione e accoglienza, il futuro del

Una veduta di Borgo con alle spalle il Lagorai

Valparadiso e del suo passato ter-male sono temi che devono essere affrontati concretamente coinvol-gendo gli imprenditori locali.

Salute, terme e benessereIl complesso delle Terme di Ronce-gno, con il suo meraviglioso parco, rappresenta una risorsa del turismo della salute con poche ricadute sul territorio. Si ritiene opportuno rilanciare questa struttura pro-ponendo una gestione unitaria e professionale con le Terme di Levico. Possibilità di sviluppo: nascita di strutture dedicate alla salute con l’utilizzo delle acque termali; nascita di hotel dove tro-vare offerte dedicate al benessere e al relax; nascita di prodotti con valenze particolari grazie alle ca-ratteristiche delle acque termali; vantaggi in termini di ospitalità e nuove occupazioni. Inoltre l’esistenza di sorgenti di acque minerali a Roncegno, come a Bie-no, rappresentano un patrimonio oggi non considerato. Occorre quindi promuovere lo studio e la produzione di prodotti particolari innovativi con l’acqua.

Laghi: grande risorsaCome le Terme, anche i laghi di Caldonazzo e Levico rappre-

ATTUALITÀ

IL DOCUMENTO. Le proposte di Finanziaria Valsugana per il futuro della Valsugana

Progetti ambiziosi che qualcuno potrebbe anche liquidare come sogni o utopie. Il che sarebbe un grave errore perché

– come ebbe a considerare il sociologo ungherese Kark Mannheim - «è possibile che le utopie di oggi divengano

la realtà di domani».

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Infine, visto che comunque la popolazione sta inesorabilmen-te invecchiando, non sono da dimenticare gli aspetti sociali, come ad esempio la realizzazio-ne di case protette per persone autosufficienti ma sole, che si potrebbero collocare nell’area dell’ex caserma Degol di Strigno, oggi in stato di abbandono.

FormazioneProgetti ambiziosi, quindi, che qualcuno potrebbe anche liqui-dare come sogni o utopie. Il che sarebbe un grave errore perché – come ebbe a considerare il sociologo ungherese Kark Man-nheim - «è possibile che le utopie di oggi divengano la realtà di domani».Al fine di ottenere questo tanto agognato sviluppo della Val-sugana e del Tesino, rendendo concreto ciò che oggi è solo sulla carta, la Finanziaria Valsugana individua la necessità di realizza-re due condizioni senza le quali ogni ipotesi di sviluppo appare destinata a morire sul nascere.La prima riguarda la formazione delle nuove generazioni. Preso atto che allo stato attuale sul territorio vi è un tasso di scola-rizzazione piuttosto modesto, la sfida è di giungere a una forma-zione aperta al mondo. Da tempo, per iniziativa di un gruppo di promotori e con il sostegno del Comune di Borgo, si ipotizza la realizzazione in Valsugana di una sezione staccata del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico. Si tratta di una scuola internazio-nale che rilascia il diploma di Baccalaureato Internazionale con il quale si accede a tutte le più im-portanti Università del mondo. La

sentano una componente nell'of-ferta turistica importante e già affermata, ma che deve essere ulteriormente valorizzata nella promozione dell’intero territorio della Valsugana, contribuendo a crearne un’immagine unitaria.Si ritiene che la dimensione opportuna per affrontare con successo la concorrenza di altri territori sia la Valsugana, senza distinzioni fra Alta e Bassa valle. Solo mettendo a sistema tutte le risorse locali e operando per una ricaduta su tutto il territorio della Valsugana questo può affermar-si, esso stesso come marchio su mercati sempre più selettivi ed ampi. Occorre pensare a uno sviluppo delle attrazioni e delle offerte, sistemando le rive dei due la-ghi per renderli più accoglienti, realizzando strutture come ad esempio Acqua Arena.Ecco alcuni esempi di valorizza-zione: percorsi salute; surf con skilift (una prima potenziale real-tà in Italia); creazione di eventi e svolgimento di attività sportive.

Le Baite, un patrimonioNel territorio della Valsugana e del Tesino sono disseminate numerose costruzioni, di origine più o meno antica, come baite, malghe, fienili, masi. Il proget-to, che si dovrà coordinare con quello promosso dalla Provincia autonoma di Trento (Progetto Baite Tecnologiche), prevede il recupero di queste strutture per essere opportunamente commer-cializzate sul mercato turistico, recuperando eventualmente an-che l’esperienza positiva della Cooperativa “Vacanze in baita” che già opera da tempo e con successo.

Altri progettiFra i tanti progetti proposti dalla Finanziaria Valsugana nel docu-mento Valsugana DuemilaVenti figura anche lo sfruttamento della ferrovia Trento-Venezia, della pista ciclabile nonché dell’ippovia del Lagorai, una delle più sugge-stive delle Alpi. Inoltre è oggetto di studio il potenziamento dei campi da golf, la trasformazione di Castel Telvana in un centro espositivo e congressuale, ma-gari collegandolo su rotaia con il centro storico di Borgo, il quale andrebbe riqualificato attraverso una nuova veste commerciale moderna.

realizzazione in Valsugana di una sezione del Collegio del Mondo Unito è uno stimolo all’apertura della valle su orizzonti ampi e offre la possibilità di realizzare concretamente quell’internazio-nalizzazione del capitale umano che deve essere uno degli obiet-tivi di ogni politica di sviluppo. Ma molte altre possono essere le scuole analoghe a cui ispirarsi per operare le scelte più opportune.

Le infrastruttureLa seconda condizione di cui la Valsugana necessita per compiere fino in fondo il proprio percorso di sviluppo è rappresentata dalle infrastrutture, sia telematiche – con le reti in fibra ottica per soddisfare il crescente fabbisogno di banda larga – sia stradali, con la realizzazione del tunnel sotto il colle di Tenna, la sistemazione a quattro corsie della SS47 da Trento a Bassano, collegamenti diretti con il Primiero (da Stri-gno) e con la Val di Fiemme (da Borgo), ma, soprattutto, il com-

pletamento della Valdastico con un'uscita in Valsugana.Un'opera, quest'ultima, della quale si discute da decenni e sulla cui necessità vi è un’ampia con-vergenza di sindaci della vallata, di imprenditori, di albergatori e di comuni cittadini. Ciononostante il progetto si è arenato da tempo in una palude di sterili polemiche e di veti ambientalistici un po’ pretestuosi, dimenticando – for-se – che tra qualche decennio le autovetture potranno viaggiare utilizzando fonti d’energia rinno-vabili o combustibili alternativi, quindi riducendo notevolmente – se non addirittura azzerando – l’emissione di sostanze inqui-nanti.Di certo il completamento della Valdastico rappresenterebbe da subito una grande opportunità per la Valsugana e il Tesino, perché significherebbe avere a mezz’ora di macchina 500 mila potenziali utenti veneti, e nel contempo, visto che a Vicenza Est ci sarà la fermata dell’alta velocità, fare uscire la Valsugana dal suo storico isolamento. Così la Valsugana potrà essere proiettata verso le grandi capitali europee, sfruttando le opportunità e i vantaggi tipici di una metropoli, pur preservando e valorizzando il proprio bene primario – l’ambien-te e il territorio – che attualmente rimane in gran parte sottoutiliz-zato, in balia dell’indecisionismo e di quella mancanza di coordi-namento senza il quale è impossi-bile costruire una precisa identità di Valle di cui, ora più che mai, si avverte l’estrema necessità per il bene delle generazioni future e di un sistema che, senza interventi strutturali, è inesorabilmente indirizzato al collasso.Oltretutto la Valdastico, qualora il suo completamento venisse finanziato dalla Serenissima in occasione del rinnovo della concessione, potrebbe essere rea-lizzata a costo zero per le casse trentine. Il che per la Valsugana e il Trentino rappresenterebbe un doppio vantaggio. Quindi un’opportunità assolutamente da cogliere, perché di occasioni que-sto territorio ne ha perse già abba-stanza. E ai nostri occhi, ormai, la massima del poeta latino Publilio Siro dovrebbe rappresentare un chiaro monito: «Deliberando saepe perit occasio», ovvero: «mentre si pensa [troppo], spesso l’occasione sfuma».

Il lago di Caldonazzo

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I bambini imparano giocando

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Dopo il soggiorno al mare e le attività estive, numerosi sono gli appunta-menti che attendo-no il Circolo Comu-nale Pensionati e

Anziani di Pergine. Il 12 settembre, per la festa patronale di Pergine, la banda cittadina terrà un concerto nel giardino della sede. Seguiran-no poi la festa d’autunno, la festa dei nonni, un soggiorno a Ischia dal 26 settembre al 9 ottobre. Tutti i martedì pomeriggio i volontari della CRI saranno in sede per un controllo della pressione. Altra interessante iniziativa è la “sciarpa lunga” per la quale tanti sono già al lavoro al fine di creare a uncinetto o in altro modo, dei pezzi di sciarpa che daranno vita alla “lunga sciarpa” che potrebbe rag-giungere, secondo le attese del direttivo, la lunghezza di oltre un chilometro. La presidente del Gruppo, Carmen Osler, ricorda che la sede è aperta tutti i giorni dalle 14.30 alle 18.00.

CRONACHE

PERGINE

Pensionati: tante iniziative

I soci festeggiati per i compleanni del secondo trimestre 2010

TENNA

Studio sui metalli nei terreniIl 30 luglio scorso la Giunta pro-vinciale ha approvato lo studio sui livelli naturali di metalli nel territorio di Tenna. L'indagine era stata condotta dal geologo Maurice Vuillermin e dall'inge-gner Augusto Sbetti, su incarico dell'amministrazione comunale e poi trasmessa alle strutture provinciale per la valutazione. Nell’ambito di questa ricerca sono stati condotti 6 carotaggi con una profondità massima di 5 metri dal piano di campagna, e sono stati raccolti 35 campioni di terreno sottoposti ad analisi, per un totale di 420 riscontri analitici.I risultati hanno permesso di determinare che i valori di fon-do naturale per l’arsenico sono superiori ai valori di riferimento previsti dalla legge per i terreni, ma si tratta di una presenza del tutto peculiare di quel suolo. Lo studio consentirà quindi di istruire con maggiore snellezza e semplicità i procedimenti am-ministrativi per la messa in sicu-rezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti contaminati o presunti tali nel territorio del Comune di Tenna, oltre che di gestire con maggior facilità i pro-cedimenti connessi alle “terre e rocce da scavo” movimentate sul territorio comunale.

Quest'anno la festa patronale di Pergine sarà davvero “Granda”. Infatti tra le varie iniziative in programma per celebrare la Natività di Maria Vergine, spicca la presentazione del libro “Genealogie Perginesi rivisitate” a cura di Lino Beber e Marzio Zampedri, un ponderoso volume di 1072 pagine che raccoglie, oltre ai circa 200 alberi genealogici manoscritti da don Tommaso Vigilio Bottea delle famiglie presenti nel decanato di Pergine dal 1860 al 1879, altri antichi documenti

e circa 1400 fotografie delle famiglie storiche del Perginese, valle dei Mocheni, Vignola-Falesina e Tenna. Insomma, una sorta di album di famiglia allargato all’intera comunità perginese, nel quale tutti (o quasi) potranno rico-noscere un proprio antenato, nonno, bisnonno, trisavolo o addirittura quadri-savolo. La presentazione del libro avverrà sabato 11 settembre, alle ore 17.30 presso il Tea-tro “Don Bosco” di Pergine Valsugana.

PERGINE

Le Genealogie Perginesi rivisitate

di Mario Pacher

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L’acronimo ArT riunisce tre giovani archi-tetti, Andrea Tomaselli, Katiuscia Broccato e Alberto Tomaselli, che hanno fatto della sfida nella realizzazione di progetti impor-tanti la loro cifra. Lo studio è nato nel 1996 e da subito si è distinto per la qualità delle opere progettate e con la vittoria di concor-si sia in ambito locale che nazionale.Nel corso degli anni l’esperienza matura-ta ha portato alla progettazione di opere complesse e di qualità sia sotto il profilo del linguaggio architettonico che nella definizione dei dettagli costruttivi e delle dotazioni impiantistiche. Alcuni esempi locali sono il risanamento della Sede Deca-nale di Strigno, passerella pedonale per le scuole elementari di Agnedo, sistemazione Parco della Bigonda a Ospedaletto, arredo urbano di Campestrini a Torcegno, vari interventi di adeguamento ed ampliamento di alcune scuole e asili: Ospedaletto, Stri-gno, Villa Agnedo, illuminazione pubblica e arredo urbano a Bieno, sistemazioni esterne e arredo degli interni al Centro Polifunzionale di Pieve Tesino, tettoie per

l’accesso al reparto dialisi e ai parcheggi interrati presso l’Ospe-dale San Lorenzo di Borgo Valsugana, ol-tre a una lunga serie di altre opere sia per committenti pubblici che privati e attività economiche.Una amministrazione “straordinaria” del-l’architettura che ha consentito allo studio di ricevere importanti riconoscimenti dagli addetti ai lavori e ampia visibilità sulla stampa locale e nazionale.Ambasciatori della proverbiale solidarietà trentina, gli architetti di Studio ArT hanno realizzato il progetto della scuola materna e dell’asilo nido a Onna in Abruzzo, nato dall’idea di Giulia Carnevale, la studen-tessa di ingegneria morta nel sisma del 6 aprile 2009. Il lavoro è stato proposto gratuitamente alla Protezione Civile Nazio-nale e recepito dalla Provincia Autonoma di Trento che ha affidato allo studio l’incarico della progettazione esecutiva, l’appalto e la direzione lavori. La struttura, realizzata

in soli trentanove giorni e inaugurata il 15 settembre dello scorso anno alla presen-za delle principali cariche dello Stato, ha ricevuto il riconoscimento del “XXX Premio Internazionale Guido Dorso” ed è stata presentata nel corso del G8 dell’Aquila. Gli interventi di ArT nel terremoto che colpì la terra abruzzese sono anche nel progetto e assistenza della direzione lavori forniti gra-tuitamente ai Nu.Vo.La. del Trentino per la costruzione della chiesetta di Barisciano, nello studio presentato gratuitamente alla Croce Rossa Italiana per gli ambulatori di Poggio Picenze e nella scuola media provvisoria di Paganica. Recentissimo lo studio per una scuola modulare da realizzare ad Haiti: progetto pubblicato su “Open Architecture Network”.

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Domenica 24 ottobre quattordici Comu-nità di Valle del Trentino sceglie-ranno il Presidente e i tre quinti dei componenti del-

l’assemblea. Lo stabilisce il decreto firmato il 24 agosto scorso dal presidente della Provincia autonoma di Trento,

solo di gestire, ma anche di de-cidere. E i primi decreti di tra-sferimento adottati indicano con chiarezza quali sono i settori nei quali le Comunità sono chiamate ad esercitare le competenze: di-ritto allo studio, edilizia abitati-va pubblica e agevolata, attività socio-assistenziali. Non solo: le comunità assumono le rilevanti competenze in materia di piani-ficazione urbanistica e di tutela del paesaggio riconosciute dalla nuova legge Urbanistica.In questo senso va ricordato come nelle settimane scorse i presidenti degli enti intermedi abbiano dato via libera all’ipo-tesi di riparto dei 165 milioni di euro destinati al piano straordi-nario di edilizia agevolata, una delle principali competenze che la Provincia passa ai nuovi soggetti. Nell’intesa tra enti e Provincia il criterio scelto è sta-to quello di libertà di riparto ai territori con il vincolo dell’aiuto ai giovani.Così come va ricordato che nello scorso mese di luglio è stato disposto il trasferimento di 23 milioni di euro alle Comunità e ai Comprensori non ancora soppressi per la gestione delle politiche socio-assistenziali.

Le “magnifiche” cinqueAd oggi 5 Comunità hanno già avuto il primo trasferimento di funzioni: Primiero e Giudicarie con decorrenza 1°gennaio 2010, Alta Valsugana e Bersntol con

ATTUALITÀ

IL FATTO. I comizi elettorali convocati per domenica 24 ottobre

Comunità di Valle verso il voto

La legge del 2006 nota come riforma istituzionale trasferisce responsabilità e competenze di programmazione alle Comunità di Valle, i nuovi enti territoriali che sostituiranno i Comprensori. Il 24 ottobre prossimo si eleggeranno i Presidenti e i tre quinti dei componenti delle assemblee.

Lorenzo Dellai, con il quale si fissa anche l’eventuale turno di ballottaggio, per l’elezione del Presidente di comunità, a do-menica 7 novembre 2010.

I 16 territoriCom'è noto la legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell’autono-mia) suddivide il Trentino in 16

territori. A 15 di questi corri-sponde una Comunità, mentre il territorio Val d’Adige (Trento, Aldeno, Cimone e Garniga) non prevede la costituzione di una Comunità, ma la gestione delle funzioni in modo associato sulla base di apposita convenzione tra i comuni interessati. Invece il Comun General de Fascia è stato eletto direttamente il 16 maggio scorso ed è stato ema-nato il decreto di sostituzione degli organi.

Lavori già in corso«Già questo fa capire – sottoli-nea l’assessore agli enti locali, Mauro Gilmozzi – come il cam-mino delle Comunità sia già ini-ziato da tempo. Sarebbe miope e riduttivo guardare all’appun-tamento del voto come ad una sorta di data d’inizio dell’espe-rienza delle Comunità. I lavori sono già in corso, senza contare che sul territorio, attraverso decine e decine di incontri con amministratori, associazioni ed enti, l’architettura della riforma istituzionale è stata affrontata e spiegata. Non solo: una nuova generazione di tecnici e funzio-nari sta acquisendo conoscenze e competenze specifiche; anche a loro tocca dare sostanza ad un progetto di riforma istituzionale che intende più che mai trasfe-rire competenze e risorse ai territori del nostro Trentino».Perché questa è la grande novità delle Comunità: non si tratta più

Castello Tesino, gruppo del Lagorai - Passo Brocon

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decorrenza 1°maggio 2010, Val di Non con decorrenza 1°giu-gno 2010 e Valle di Fiemme, con decorrenza 1°luglio 2010. I Comprensori corrispondenti a

tali Comunità sono stati conte-stualmente soppressi, secondo quanto previsto dalla legge di riforma istituzionale.Le altre Comunità (Cembra, Valle dei Laghi, Paganella, Ro-taliana- Königsberg, Magnifica Comunità degli Altipiani cim-bri, Valsugana e Tesino, Valle di Sole) stanno adottando gli atti fondamentali preliminari al trasferimento di funzioni.Nel territorio della Comunità Alto Garda e Ledro e della Comunità della Vallagarina lo statuto, licenziato dal collegio dei sindaci, è stato approvato dai consigli comunali. La fase suc-cessiva è quindi l’elezione degli organi, che verrà effettuata il 24 ottobre secondo il sistema di elezione diretta.Ricordiamo inf ine che nei territori dove ad oggi anco-ra coesistono le comunità e i corrispondenti comprensori, le preesistenti competenze di questi ultimi resteranno im-mutate f ino all’adozione del decreto di trasferimento delle funzioni alla Comunità. Per il Comprensorio Valle dell’Adige (C5) la legge prevede che con la costituzione della prima comu-nità che si “stacca” gli organi del Comprensorio decadono e l’ente viene commissariato. Sarà

soppresso solo con il trasferi-mento delle funzioni a tutte le Comunità da esso nascenti e al territorio Val d’Adige.

Oltre i ComprensoriIl Trentino non è nuovo all’isti-tuzione di enti territoriali. Prima infatti c’erano i Comprensori, ma la differenza con le Comu-nità di Valle è sostanziale.«C’è una grandissima differenza tra i Comprensori e le Comunità di Valle – sottolinea l’assessore Mauro Gilmozzi – e sta innanzi-tutto nel fatto che i Comprensori

IL FATTO. I comizi elettorali convocati per domenica 24 ottobre

Le 14 comunità al votoComunità Territoriale Val di Fiemme: presidente e 17 com-ponenti. Comunità di Primiero: presidente e 12 componenti. Comunità Valsugana e Tesino: presidente e 32 componenti. Co-munità Alta Valsugana e Bersntol: presidente e 27 componenti. Comunità della Valle di Cembra: presidente e 17 componenti. Comunità della Val di Non: presi-dente e 57 componenti. Comunità della Valle di Sole: presidente e 21 componenti. Comunità delle Giudicarie: presidente e 59 com-ponenti. Comunità Alto Garda e Ledro: presidente e 11 compo-nenti. Comunità della Vallagarina: presidente e 26 componenti. Ma-gnifica Comunità altipiani cimbri: presidente e 5 componenti. Co-munità Rotaliana - Königsberg: presidente e 12 componenti. Comunità della Paganella: presi-dente e 8 componenti. Comunità della Valle dei Laghi: presidente e 9 componenti.

agivano su delega della Pro-vincia, quindi i Comprensori erano al 95 per cento gli esecu-tori di decisioni che venivano assunte completamente dalla Giunta provinciale. Adesso, con la riforma, le Comunità di Valle sono invece titolari della competenza e quindi a loro non vengono date le competenze per delega, ma per trasferimento. E con il trasferimento ci sono evi-dentemente risorse economiche, c’è il personale, cioè tutto ciò che serve perché le comunità possano agire autonomamente in un rapporto diretto con i loro cittadini».

Meno costi, più efficienzaA chi paventa il fatto che gestire il Trentino attraverso le Comu-nità di Valle possa risultare più costoso rispetto ad ora, l’asses-sore Gilmozzi risponde cate-gorico: «L’obiettivo di questa riforma è il costo zero, inteso che tutto questo trasferimento di competenze e di ruoli dovrà avvenire senza che ciò ci costi di più. Anzi, nelle nostre aspet-tative c’è che alla fine di questo processo si possano addirittura ridurre i costi della pubblica amministrazione, migliorando-ne l’efficienza. Questa è la vera sfida».

Il centro di Pergine

ATTUALITÀ

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Roberto Paccher

TESTATINALETTERE AL DIRETTORE

La Giunta del la Comunità della Valsugana e Tesi-no ha approvato, nella seduta del 30 luglio scorso, il progetto preli-

minare per la costruzione di una nuova sede dell’ex comprenso-rio, con una previsione di costo complessivo pari a 19 milioni di euro.La delibera ha creato una spac-catura all’interno dell’esecutivo in quanto solo 3 assessori su 6 (Carlo Ganarin, Armando Flo-riani e Fabio Dalledonne) hanno votato a favore, mentre gli altri si sono espressi contro o astenuti. Le motivazioni contenute nella delibera, a supporto dell’opera, sono la necessità di ampliare gli uffici in previsione di un aumen-to di personale e la mancanza di parcheggi nelle vicinanze di Piazza Ceschi.La decisione ha suscitato un vespaio di polemiche tra la po-polazione, che considera questa iniziativa una nuova cattedrale nel deserto. Da più parti si è levata la richiesta di rinunciare a tale opera, ritenuta inutile e uno spreco di denaro pubblico, mentre ben 12 sindaci su 21 hanno chiesto di abbandonare il progetto. L’assemblea, l’or-gano che dovrebbe ratificare il progetto, non è stata nemmeno informata, e i consiglieri ne sono venuti a conoscenza dagli organi di informazione.Nonostante ciò l’esecutivo, in-sensibile alle forti critiche rice-

COMUNITÀ DI VALLE: A CHE SERVE UNA NUOVA SEDE?

Le lettere possono essere inviate a: Redazione "La Finestra"Viale IV Novembre 1238051 Borgo Valsugana (TN)Tel. 0461.752622Fax 0461.756833

[email protected]

vute, ha ritenuto di andare avanti per la propria strada. L’iniziati-va, infatti, è stata bloccata dalla Provincia Autonoma di Trento che ha rilevato la mancanza di un Piano Urbanistico di Comu-nità, senza il quale il progetto non può essere realizzato. Se non ci fosse stato lo stop della Provincia, quindi, la Giunta di comunità sarebbe andata avanti senza alcun ripensamento.La questione ha però messo in evidenza alcuni aspetti preoccu-panti. Anzitutto quello dei costi delle nuove comunità di Valle che sostituiscono i vecchi com-prensori. Fino ad oggi, è sempre stato detto che il passaggio sarebbe stato a costo zero. Ora invece si scopre che i dipendenti della Bassa Valsugana nell’arco di qualche anno passeranno dagli attuali 140 a 220. Come si fa, di fronte a questi numeri, a parlare di costo zero? I nuovi dipendenti lavoreranno forse gratis? Oppure sarà fatta una perequazione con quelli già in servizio ai quali verrà ridotto lo stipendio? Sarebbe interessante se qualcuno ci spiegasse come si fa ad assumere 80 persone senza spendere un centesimo. È evidente, invece, che i costi sono destinati a lievitare, e anche molto, in barba alle garanzie di facciata.Inoltre questa faccenda ha fatto prendere coscienza agli ammini-stratori del C3 dei nuovi “balzelli burocratici” che le comunità di valle hanno istituito. Con il vecchio e vituperato

comprensorio, infatti, lo “scel-lerato” progetto sarebbe stato realizzabile senza particolari problemi. Con la Comunità di Valle, invece, serve la confor-mità al Piano Urbanistico che la Bassa Valsugana non ha an-cora provveduto ad adottare. In questa circostanza, considerata l’inutilità del progetto, la cosa è andata bene e si è riusciti a fer-mare un’opera di cui ben pochi sentono la necessità. Se però un imprenditore privato avesse voluto costruire in quel sito una nuova azienda e creare posti di lavoro, l’iniziativa sarebbe stata bloccata per la mancanza del relativo piano urbanistico di co-munità. E quali saranno i limiti imposti da questo nuovo piano? Da sempre i piani regolatori pongono limiti, fissano norme, a volte anche di non facile lettura, e portano maggiori oneri per i cittadini. Non bastavano il piano regolatore comunale e quello urbanistico provinciale? C’era bisogno di averne un altro?Questi argomenti sono stati ampiamente illustrati da quanti

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di Roberto Paccher, consigliere della Comunità Valsugana e Tesino, a proposito del progetto preliminare per la costruzione di una nuova sede dell’ex comprensorio.

La sede di Piazzetta Ceschi

si opponevano alla nascita del nuovo ente, proprio perché era fin troppo evidente che le co-munità di valle, oltre a limitare sensibilmente l’operatività dei comuni, avrebbero generato queste situazioni.Nel C3, però, ad eccezione di Novaledo che l’ha bocciato, tutti i comuni hanno approvato lo statuto, anche se i mugugni e le lamentele degli amministratori dilagavano. La mancata appro-vazione sarebbe stato un segnale forte nei confronti della Provin-cia, che ha imposto una riforma con la complicità di amministra-zioni compiacenti o subalterne per disciplina di partito.Infine questa vicenda ha messo in evidenza l’atteggiamento di alcuni amministratori che, una volta giunti ai “posti di coman-do”, hanno perso il contatto con la realtà. Se i tre assessori favo-revoli al progetto, avessero fatto un semplice sondaggio, anche solo fra amici e conoscenti, sulle necessità della Valsugana si sa-rebbero sentiti chiedere risposte sull’inquinamento ambientale, la realizzazione della Valdastico per togliere il traffico alla Valsu-gana, il rilancio dell’occupazio-ne, la chiusura dell’acciaieria, o la difesa dell’ospedale di Borgo Valsugana tanto per citarne alcu-ne. Nessuno avrebbe parlato loro della necessità di una nuova sede da quasi 20 milioni di euro.

Roberto Paccher Consigliere della Comunità Valsugana e Tesino

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Non è certo faci-le ai giorni no-stri trovare chi ancora si dedica alla coltivazione dei bachi da seta, attività tanto co-

mune fino agli inizi degli anni ‘50, poiché occupava un posto di particolare importanza nell’eco-nomia delle famiglie. Da diversi decenni ormai nessuno parla più di bachi da seta, chiamati all’epoca “cavaléri” o di bozzoli chiamati “gallette”. Chi oggi usa queste parole è sicuramente avan-ti con gli anni, e ricorda anche il tanto tempo trascorso, assieme ai famigliari, sugli alberi di gelso, (i moràri ) a raccogliere le foglie per nutrire i bachi che stavano crescendo e che erano distribuiti sui tavoloni all’interno di grandi sale. E quando il nonno ama raccontare questo spezzone di storia vissuto in gioventù ai pro-pri nipoti che ascoltano incurio-siti, questi finiscono sempre col chiedere: «Ma come erano fatti questi cavaléri?». E allora il vec-

CRONACHE

NOVALEDO. Un tempo la seta ebbe un ruolo importante nell’economia locale

Vanda Cestele fa rivivere “cavaléri” e “gallette”

di Mario Pacher

La coltivazione dei bachi da seta è ormai un vecchio ricordo della Valsugana. Ma a Novaledo Vanda Cestele ha fatto rivivere questa tradizione del passato, suscitando l’interesse dei bambini e la nostalgia degli anziani.

LA CURIOSITÀ

La coltivazione del baco da seta in Valsugana ha lasciato anche un segno straordinario di cui an-cora oggi si parla e che ha dell’incredibile. Il fatto sarebbe accaduto a Caldonazzo nell’anno 1923 in casa di Gilio Martinelli.Era l'epoca in cui i bachi da seta, usualmente chia-mati “cavaléri”, passavano alla fase finale, quella della costruzione del bozzolo. Mentre tutti i bruchi di casa Martinelli si ponevano fra i sarmenti posti sui grandi tavoli per agevolarli in questo conclusi-vo loro momento, otto bachi si appartavano su di un ripiano posto in un angolo dello stanzone, per costruire in una sola notte, anziché il “personale” bozzolo, una grande croce perfettamente regolare di circa 150 centimetri di altezza per una settantina di larghezza. Un fatto straordinario di cui ancora

si parla, e molti usano anche la parola “miracolo”. La figlia di Gilio, signora Tullia Martinelli coniugata Begher, ancora oggi al solo pensiero si lascia tra-sportare dalla commozione. Lei all’epoca non era ancora nata perché venne al mondo l’anno successivo, nel 1924. Ricorda, però, che quando era bambina la sua casa per questo straordi-nario avvenimento fu per lunghi anni luogo di preghiera e di de-vozione non solo fra la gente del posto, ma anche per tanti devoti che venivano da tutti i paesi del-

la Valsugana. Alcuni decenni più tardi quella croce, incorniciata e protetta dal vetro, fu donata dalla famiglia alla Chiesetta dedicata a San Rocco che si trova a Monte-rovere sull’altopiano di Lavarone, costruita nell’anno 1884 dalla comunità di Caldonazzo quale voto per lo scampato pericolo del colera dell’anno 1855. La croce si trova ora sulla parete sinistra della chiesa, vicino all’ingresso, e sulla cornice di protezione solo una scritta: “Caldonazzo 26 giugno 1923”. (M.P.)

Vanda Cestele davanti ai bachi da seta (foto M.P.)

Il “mistero” della croce di Monterovere

chietto cerca di descrivere questa specie di larva di colore bianco, mista a qualcuna di colore grigio, spiegando anche la varie fasi di crescita. Ma con il passare degli anni le famiglie hanno trovato nuove fonti di sostentamento, più redditizie e meno impegna-tive. E così la coltivazione dei

bachi da seta fu completamente abbandonata. Ma si dà il caso che una signora di Novaledo, Vanda Cestele, qualche tempo fa aveva avuto da un parente una trentina di piccoli bachi che lei, un po’ per curiosità e un po’ per ricordare questo spezzone di vita legato alla sua gioventù, ha

fatto crescere cibandoli sempre con le foglie di gelso, piante però non più facilmente reperibili nei nostri campi. Ora quei bruchi, cresciuti fino a raggiungere la loro lunghezza completa di circa 8 centimetri, hanno già fatto il bozzolo (gallette) richiudendosi all’interno tessendo un sottile filo color giallo e poi sono usciti sotto forma di farfalle e hanno poi deposto le piccolissime uova dalle quali usciranno, nella pros-sima primavera, le larvette per un nuovo ciclo di vita. Molti sono stati i curiosi che nei mesi scorsi hanno raggiunto la casa di Vanda, soprattutto bambini. Hanno vo-luto vederli brucare le foglie con tanta voracità e conoscere anche qualcosa in più del loro percorso vitale, che Vanda ha raccontato ben volentieri. Pure le persone anziane non hanno disdegnato rivederli per ricordare il loro lontano passato e rammentare ancora una volta il tempo in cui intere famiglie salivano sui grandi gelsi per raccogliere le foglie e nel contempo cantavano allegramente tante belle canzoni di gruppo.

Tullia Martinelli a Monterovere

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La carta di regola (foto arch. PAT)

Per un giorno gli as-sessori provinciali hanno lasciato l’aula di Piazza Dante e si sono riuniti in una seduta di Giunta al Rifugio Barricata

sull’Altopiano della Marcesina, dove – tra l’altro – hanno potuto apprezzare i “tesori di famiglia” di Grigno.Negli ultimi tempi non si può certo dire che il rapporto tra la Valsugana e la Provincia sia idilliaco. Forse è anche per questo, per riannodare i fili con un territorio storicamente “difficile” del Trentino, che la Giunta provinciale si è concessa una “gita fuori porta”, riunendosi per un giorno proprio in Valsugana. È accaduto l’8 agosto scorso, al rifugio Barricata, sull’altopiano della Marcesina. A fare gli onori di casa il sindaco di Grigno Leopoldo Fogarotto, sul cui territorio il rifu-gio insiste, il quale ha brevemente presentato al presidente Dellai e agli assessori provinciali i “tesori di famiglia” della sua comunità.Il primo cittadino del comune valsuganotto ha mostrato il sigillo donato a Grigno come probabile pegno di gratitudine e di fedeltà

all’imperatore, quando il Trentino era ancora una delle province dell’impero austro-ungarico, e gli antichi Statuti che in epoche diver-se dettavano le regole alla piccola comunità. Grigno possiede strumenti di auto-governo che risalgono addirittura al XIII secolo, a dimostrazione dello spirito di intraprendenza e di auto-nomia che animava e anima questa piccola comunità che, tra l’altro, ospitava un’importante “dogana” sul confine con il territorio del Veneto. I primi documenti scritti

ATTUALITÀ

GRIGNO. La Giunta provinciale si è riunita al Rifugio Barricata

La Giunta e i tesori di Grigno

Il sindaco di Grigno mostra il sigillo (foto arch. PAT)

risalgono al 1391.Queste antichissime “norme”, nate dalle secolari consuetudini di gestione dei boschi, dei campi col-tivati, della pesca e dei pascoli sulla Marcesina contesi aspramente ai Veneti e agli abitanti dell’altopiano di Asiago, vennero poi codificate verso la fine del Cinquecento - la prima versione dello statuto di Grigno risale al 1592 - in una vera e propria “Carta di Regola” che ricalca le autonomie proprie di molte altre comunità trentine di quell’epoca.

«Qui possiamo toccare con mano quell’idea in embrione di autono-mia – ha aggiunto il presidente Dellai – che ha contribuito a creare quel substrato, quell’humus sul quale poi i nostri padri hanno piantato e fatto crescere l’Autono-mia speciale di cui oggi il Trentino gode. È comunque importante registrare e apprezzare l’orgoglio con cui queste comunità tuttora conservano e valorizzano i segni concreti della loro storia. Possiamo ben dire che oggi, grazie anche alla riforma istituzionale, restituiamo alle comunità periferiche della no-stra terra quel bastone dell’autogo-verno equilibrato e condiviso che è la vera forza su cui si basa lo spirito dell’Autonomia e che rende coesa e unita l’intera collettività trentina». La “Carta di regola” di Grigno, scritta in volgare, latino e tedesco, è già stata restaurata dalla Soprinten-denza ai beni librari e archivistici. L’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza, che era presente all’incontro, si è impegnato a dar seguito ad una sua traduzione e alla successiva pubblicazione, in modo che diventi patrimonio della comunità.

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Siamo stati nella sede di AMNU, che ge-stisce la raccolta dei rifiuti in Alta Valsu-gana, per commen-tare con il direttore Roberto Bortolotti e

con il presidente Francesco Per-gher i primi dati del 2010 della raccolta differenziata. Dati che riportano il raggiungi-mento del 76 per cento del totale del rifiuto conferito. «Di questo bisogna ringraziare i cittadini – tiene a precisare Bortolotti – e lo sforzo che stanno facendo va loro riconosciuto, oltre che a ricordare loro il motivo di questo impegno. Infatti nel 2013 le discariche sa-ranno esaurite e grazie allo sforzo

dei nostri utenti riusciranno a durare qualche mese in più in attesa di altre soluzioni». «Ma c’è un’altra criticità da tenere presente: attualmente in Trentino non abbiamo un impianto di trat-

ATTUALITÀ

ALTA VALSUGANA. L’Amnu commenta i primi dati del 2010

«La raccolta differenziata è arrivata al 76 per cento»di Paolo Chiesa

La sede di AMNU a Pergine

di per tutta la collettività. Quindi consiglio, per quanto possibile, di gestire in autonomia il com-postaggio domestico e l’erba del giardino. In attesa che ci si possa attrezzare con una stazione di tra-sferimento idonea per contenere ulteriormente i costi di trasporto. Ricordo, inoltre, di evitare l’ince-nerimento domestico dei rifiuti. Bruciare plastica, compreso il tetrapak, produce diossina e di conseguenza provoca tumori».Francesco Pergher, da poco eletto presidente di AMNU, aggiunge: «Questo è un settore impegnati-vo, con molte norme da rispettare, e ogni presidente che passa di qui dovrebbe portare un valore aggiunto».

A volte cambiare alcune abitudini e adottare un comportamento attento e consapevole porta a dei migliora-menti inaspettati sia per l’ambiente che per il risparmio domestico. Ecco a questo scopo alcuni sug-gerimenti dell’AMNU per ridurre la produzione dei rifiuti. Usare l’acqua pubblica del rubi-netto sia in famiglia che presso gli esercizi di ristorazione, ridu-cendo così la quantità di bottiglie di acqua minerale che costituiscono un costo economico e ambientale. L’acqua pubblica è sottoposta a controlli superiori a quelli cui de-vono sottostare le acque minerali.

Quindi dal punto di vista sanitario essa offre la massima garanzia. Ridurre gli imballaggi per ali-menti. Comperare più qualità (biologico, stagionale, locale, equo e solidale) e meno apparenza (non facendosi ingannare dal superfluo) per prevenire gli acquisti con im-ballaggi inutili. Per quanto riguarda il latte e le bevande comperare confezioni in contenitori riutilizza-bili e bevande erogate alla spina. Ridurre gli scarti di consumo. Prevenire la formazione del rifiu-to umido e dei rifiuti derivanti da alimenti ancora consumabili. Ri-durre gli imballaggi domestici. Per i prodotti per l’igiene e la pulizia della casa: abituarsi alla distribuzio-ne alla spina e al riutilizzo dei con-tenitori oltre che scegliere soluzioni concentrate e utilizzare prodotti na-

turali. Per l’igiene e la pulizia della persona: scegliere prodotti senza inutili imballaggi. Per l’infanzia: sostituire il pannolino usa e getta con pannolini riutilizzabili in cotone oltre che ridurre al minimo il periodo

di uso del pannolino stesso. Riusare il vestiario, gli utensili e le attrezzature. È la pratica mi-gliore, sia dal punto di vista etico che ambientale. Può avvenire

attraverso la consegna alle orga-nizzazioni di volontariato oppure con la cessione e lo scambio tra parenti e amici in base al bisogno. Esiste un altro facile sistema se-condo AMNU per ridurre la produ-

zione di rifiuti: farsi spedire la fattura in formato elettronico direttamente sul computer. In questo modo si evita lo spreco di carta oltre che risparmiare spazio per l’archiviazione delle fatture. Inoltre si evitano il costo postale e quello per la stampa della fattura. Questo servizio si può richiedere via internet all’indirizzo [email protected] È

ovvio che i vantaggi aumentano adottando questo sistema anche per le altre bollette di casa: energia, gas, telefono, banca etc. (P.C.)

Ecco come produrre meno rifiuti

tamento di umido e ramaglie, così bisogna portare questo tipo di materiale nei pressi di Mantova. Tutto quello che il cittadino riesce a fare per contenere questo tipo di rifiuto porta a un risparmio di sol-

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SELLA VALSUGANA

Cerimonia per i caduti Con una corona deposta alla Zoparina di Sella Valsugana, gli alpini di Olle, guidati da Danilo Ferronato, hanno commemorato i Caduti che là furono sepolti prima di essere portati nell’ossario di Redipuglia. Un piccolo camposanto, questo, benedetto lo scorso anno, dopo che gli stessi alpini avevano collocato tre croci in ferro battuto realizzate dall’ex capogruppo Carmelo Armellini e, poco distante, un cannone di artiglieria per ricordare il luogo dei maggiori combatti-menti. (M.P.)

LEVICO TERME

Impresa sui pattiniDue amiche di Levico, Novella Pallaoro di 40 anni e Antonella Libardoni di 41 hanno deciso di raggiungere Bassano del Grappa a “bordo” dei loro pattini. Così hanno im-boccato la ciclabile che costeggia il Brenta fino a raggiungere il ponte di Bassano, percorrendo 80 chilometri in 7 ore, com-prese le brevi pause. Dopo aver brindato al successo di questa impresa, sono salite sul treno che le ha riportate a Levico. Dopo questo successo, le due amiche hanno già programmato altre simili imprese in Alto Adige. (M.P.)

CALDONAZZO

Mostre in ricordo di WolfRemo Wolf, artista trentino scomparso poco più di un anno fa, ha lasciato una ricca raccol-ta di xilografie, molte ispirate a Villon, poeta francese del XV secolo. Gli artisti trentini de “La Cerchia” hanno reso omaggio alla me-moria di Wolf con due mostre a Caldonazzo, presentate da Renzo Francescotti, con letture delle ballate di Villon di Nadia Martinelli, e Tommaso Pedrinolli al vibrafono. «Vorremmo – ha detto il presidente del Centro La Fonte, Waimer Perinelli – che questa piazzetta dietro il Municipio d’estate diventasse un piccolo bistrot, dove ascoltare musica e commentare i nostri poeti, scrittori, artisti». L’idea è piaciuta al sindaco di Caldonazzo, Giorgio Schmidt, e all’immancabile amico di Caldonazzo Franco Panizza. La presentazione delle mostre a Caldonazzo. (M.P.)

Novella (a destra) e Antonella, felici sul ponte di Bassano del Grappa

Un momento della celebrazione

CRONACHE

Un momento dell'incontro

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Ha avuto il meritato successo a Levico Terme, in via Dante, l’appuntamento in notturna con la danza organizzato da “L’Amaca d’Oro”. Da-vanti a tanto pubblico, quattro ballerine hanno danzato sulle musiche di Erika Gabrielli facendo da cornice alla lettura delle poesie della stessa Erika, interpretate anche da Laura Mazzon, ballerina e coreografa di danze irlandesi del Gruppo FairyRing. Queste le ballerine: Valeria Corradini, maestra di danze scozzesi, Alice Casagranda ballerina di danza classica, Rossana D’Andria maestra di Hip Pop, Giada Or-tolani ballerina di Hip Pop. Alla signora Erika abbiamo chiesto

come sono riuscite a farsi conoscere e apprez-zare in così breve tempo in tutta la Valsugana: «La nostra popolarità – ci ha detto – è iniziata un paio d’anni fa quando l’assessore alla cultura

del comune di Novaledo Ro-berto Paccher fece stampare un libretto contenente le mie poesie e un CD con le recite accompagnate dalla musica sempre di mia composizione. Grazie poi anche ai giornali che hanno parlato di noi, in breve tempo ci siamo fatte conoscere e così sono iniziate le richieste di partecipazione ad eventi anche importanti nella zona». (M.P.)

Mondo Giovani ora è anche “Ficus”Si chiama Ficus, ed è il nuovo house organ del-l’Associazione Mondo Giovani di Levico Terme scaricabile in formato PDF dal sito http://www.assmondogiovani.it/ficus.htm.«Ficus – ci spiega Massimiliano Osler, pre-sidente di Mondo Giovani – è un giornalino interamente redatto da alcuni componenti del direttivo e soci dell’Associazione Mondo Gio-vani, avrà cadenza semestrale e racconterà in maniera ironica fatti di attualità del mondo giovanile, senza tralasciare – ovviamente – le numerose attività che l’Associazione organizza nel corso dell’anno». Iniziative ludiche, certo, ma anche incontri, dibattiti e cicli di conferenze che, con l’aiuto di esperti, affrontano tematiche tipiche dell’età giovanile in maniera coinvolgente e istruttiva. Per mettersi in contatto con Mondo Giovani si può scrivere all’indirizzo e-mail: [email protected]

CRONACHE

LEVICO TERME

Danza e poesia in centro

Erika Gabrielli e Laura Mazzon nello spettacolo di Levico

NOVALEDO

Festa a Malga BroiNumerosi iscritti hanno partecipato alla festa organizzata dal locale Gruppo Pensionati e Anziani, presieduto da Romano Agostini, a Malga Broi sul monte di Novaledo. Dopo la S. Messa celebrata dal parroco don Luigi Roat nella chiesetta costruita dagli alpini nel 1968, è seguito un pranzo preparato dagli stessi dirigenti del Gruppo. La giornata si è conclusa con canti e musiche del giovane fisarmonicista Daniel Anesini.

I partecipanti alla festa, davanti alla chiesetta

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Da tre anni ormai il gruppo FairyRing, costituitosi in “As-sociazione Cultu-rale FairyRing”, con sede a Borgo Valsugana e pre-

sieduto da Erika Gabrielli, propone spettacoli di danza irlandese sul territorio locale, ma non solo. E fra le novità di questo piccolo so-dalizio, va ricordata la creazione del sito internet www.fairyring.it. Ottima e apprezzata si sta rive-lando pure la collaborazione con altri gruppi. Per quanto riguarda la partecipazione a manifestazioni, vogliamo ricordare le più impor-tanti: le Feste Vigiliane di Trento con il gruppo “La Gualdana del

ASSOCIAZIONI

BORGO VALSUGANA. Spettacoli di danza e non solo

FairyRing, la magia della bella danza irlandese

di Mario Pacher

Nata soltanto tre anni fa, l'associazione culturale “FairyRing” sta inanellando partecipazioni ad eventi importanti anche fuori regione, nonché apprezzate collaborazioni con altri gruppi...

arrangiamenti originali. Molto coinvolgente è stata anche la par-tecipazione al “Festival delle Fate” svoltosi a Cervarese S. Croce (PD) dove sono state proposte danze e animazioni a un pubblico allegro e entusiasta. Poi la partecipazione, per il secondo anno consecuti-vo, a “Il Palio dela Brenta”, una trasferta a Bondeno (FE) per la partecipazione al festival “Eire”, la festa dei suoni d’Irlanda con proprio spettacolo, uno workshop di danza irlandese di gruppo (ceili dance) e animazioni sulle session degli ospiti della manifestazione. Dal prossimo 6 ottobre il gruppo organizzerà a Trento un corso base per adulti di 10 lezioni, dove ver-ranno proposte semplici danze di gruppo con insegnamento dei passi base della danza irlandese. Vista la buona armonia che caratterizza questo gruppo è in programma per il mese di dicembre un viaggio in Irlanda per festeggiare, tutti assieme, il fine anno. I FairyRing sono sempre disponibili per la partecipare a manifestazioni, feste o altri spettacoli di animazioni o stage di danza irlandese. Info: [email protected].

Malconsiglio”, la manifestazione “Giochi Medievali dell’Alto Adi-ge” a Sluderno; la collaborazione con il “Circolo Fotografico Gigi Cerbaro” che prossimamente allestirà a Borgo Valsugana una mostra fotografica nella quale ver-ranno esposti anche alcuni scatti

fatti durante gli spettacoli di danza irlandese. Ottimo risultato anche per gli appuntamenti proposti con “Scotia Shores” (danza scozzese) e “McNando Celtic Band”, grup-po che presenta un repertorio di canzoni e temi tradizionali celtici (irlandesi, scozzesi e bretoni) con

Il gruppo FairyRing

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Il 30 luglio scorso, duran-te una breve cerimonia in Provincia presieduta da Lorenzo Dellai – pre-senti anche il presidente della Comunità di Valle, sindaci dirigenti scola-

stici della zona – sono stati con-segnati i diplomi di conoscenza delle lingue mochena e cimbra. Una quarantina gli attestati di conoscenza rilasciati dal Servi-zio provinciale per le minoranze linguistiche, che permetteranno ai candidati di accedere al pub-blico impiego, come previsto dalla legge provinciale n. 6 del giugno 2008. «È un segnale concreto – sono state le parole del presidente – nella direzione di non disperdere questo patri-monio importante rappresentato dall’uso delle lingue».«È la prima volta – ha affermato Marco Viola, responsabile del Servizio emigrazione e solida-rietà internazionale – che viene consegnato un diploma per la co-noscenza delle lingue mochena e cimbra e che, in sostanza, viene riconosciuto il diritto all’uso e alla conoscenza delle lingue mi-

noritarie. Credo che la Provincia di Trento sia un caso esemplare a livello nazionale per la sua sensibilità verso le minoranze presenti sul territorio».Ecco i nomi dei diplomati. Ac-certamento lingua cimbra, I livello: Nicolussi Neff Ubaldo, Castelletti Giacomo, Gasperi Antonella. II Livello: Nicolussi Moro Maria, Fedrizzi Sara, Gasperi Alex, Nicolussi Castel-lan Valentina, Nicolussi Golo

Andrea, Nicolussi Golo Maria Luisa, Nicolussi Golo Viola, Nicolussi Paolaz Daniel, Pedraz-za Rita, Trenti Kaufman Anna Maria, Zotti Luca, Nicolussi Castellan Fiorenzo, Nicolussi Paolaz Nadia, Nicolussi Zaiga Gianni, Nicolussi Zom Mario. Accertamento lingua mochena, I Livello: Petri Anderle Denise, Toller Agnese, Battisti Renato, Moltrer Claudia, Moltrer Patri-zia, Petri Anderle Paola, Pinta-

TRENTO. Una quarantina di attestati consegnati con una cerimonia in Provincia

CRONACHE

Ecco i diplomati in mocheno e cimbro

relli Katia, Marchel Graziella, Iobstraibizer Irene, Iobstraibizer Rosanna, Boller Graziella, Mar-chel Pietro, Gozzer Giuseppe, Corn Adolfo.II livello: Marchel Rosanna, Mol-trer Antonella, Moltrer Cristina, Moltrer Luca, Moltrer Nadia, Nischler Diego, Oss Maurizio, Petri Anderle Ingrid, Capra Ilaria, Petri Anderle Luciano, Battisti Laura, Battisti Teresa, Groff Lorenza.

Il gruppo dei diplomati durante la cerimonia in Provincia (foto arch. PAT)

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Borgo Valsugana – Parco della PaceQuesto Percorso della Salute inizia presso l’ingresso “est” – se così si può chiamare – del Parco della Pace, a Borgo Valsugana. Attraversato il Parco e il ponte sul fiume, il nostro tracciato segue per un tratto il fiume Brenta nel senso del suo scorrere; poi se ne distacca compiendo un piccolo anello e arrivando a lambire l’ul-timo tratto del Torrente Moggio, poco prima della sua confluenza nel Brenta. Chiuso l’anello, si ripercorre a ritroso il primo tratto e si ritorna al punto di partenza. È una passeggiata molto piacevole in ogni periodo dell’anno e priva di difficoltà: non presenta dislivelli e si cammina sempre su fondo pavimen-tato. Il Parco della Pace è facilmente raggiungibile dal centro di Borgo: in particolare, l’inizio del Percorso che qui si propone si trova all’ingresso del Parco posto nelle vicinanze dell’Ospedale. Tutto il percorso è ben segnalato: un piccolo allestimento segna il punto di partenza e offre le informazioni essenziali, e tabelle segnavia con frecce direzionali sono collocate lungo il cammino.

Caratteristiche del percorsoLunghezza: 2600 mPercorso: ad anelloDislivello: nessuno, il percorso è pianeggianteDifficoltà: nessuna (fondo asfaltato)Periodo: tutto l’anno

Persona sedentaria: 35 minutiPeso Calorie consumateKg 60 Kcal 120Kg 70 Kcal 140Kg 80 Kcal 160Kg 90 Kcal 180kg. 100 Kcal 200

Lago della SerraiaQuesto percorso della Salute inizia a pochi metri dal par-cheggio lungo lago situato all'altezza dell'abitato di Sternigo al Lago, e consente di percorrere l'intero perimetro dello specchio d'acqua. Dal parcheggio, il percorso si snoda in direzione nord-est (si cammina cioè tenendo il lago sulla destra). Attraversato il piccolo abitato presso la località Ca-gnotti, il cammino prosegue oltre, portandoci all’estremtià settentrionale del lago e in vista della Riserva naturale provinciae “Paludi di Sternigo”: dalla stradina che percorreremo potremo vedere i bellissimi e fitti canneti che fanno da cornice protettiva ai cariceti e ai boschi igrofili. Seguendo le indicazioni direzionali, svolteremo una prima volta alla nostra destra e poi, percorso un breve tratto, ancora a destra, por-tandoci così lungo la riva orientale. Qui siamo proprio a ridosso della riva, e questa posizione è davvero favorevole per godere della bellezza dell’acqua e per scorgere molti dei suoi piccoli abitanti alati. Proseguendo sempre sulla stradina lungo lago arriveremo in località Lido e da qui in breve a Baselga e di nuovo a Sternigo, punto di partenza e di arrivo del nostro percorso.

Caratteristiche del percorsoLunghezza: 3700 mPercorso: ad anello, giro del lagoDislivello: nessuno, lievissimi saliscendiDifficoltà: nessuna (fondo asfaltato e sterrato)Periodo: tutto l’anno

Persona sedentaria: 51 minutiPeso Calorie consumateKg 60 Kcal 135Kg 70 Kcal 158Kg 80 Kcal 181Kg 90 Kcal 203Kg 100 Kcal 226

I “Percorsi della salute” sono stati realizzati nel-l’ambito degli interventi volti a promuovere stili di vita e comportamenti salutari, in linea con il “Piano provinciale

della prevenzione attiva” e il “Piano guadagnare salute”, che indicano nella lotta al tabagismo e all’alcolismo, nella sana ali-mentazione e nella promozione dell’attività motoria, i capisaldi della prevenzione.I vantaggi dell’attività moto-ria sono riconosciuti sia per il benessere complessivo delle persone che per la prevenzione di molte malattie, che ancora per il controllo e la cura delle stesse quando sono ancora in fase iniziale.Malattie cardiovascolari, so-vrappeso e obesità, diabete, ipertensione arteriosa, patologie

muscolo scheletriche possono giovarsi dei benefici derivanti dal camminare all’aria aperta, senza la necessità di sottoporsi ad esercizio fisico particolare in palestra o in luoghi specifica-mente attrezzati.I Percorsi della Salute sono stati ideati e coordinati dall’assesso-rato provinciale alla Salute e Po-litiche sociali attraverso il servi-zio Economia e programmazione sanitaria, con la collaborazione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. Sono stati in-dividuati e allestiti dal servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale.I Percorsi della Salute sono sette, due dei quali si trovano in Valsugana. Il primo è il Parco della Pace, a Borgo Valsugana e l’altro al Lago della Serraia, in alta Valsugana, sull’altopiano di Piné.

VALSUGANA. Itinerari a piedi per uno stile di vita più salutare

I Percorsi per guadagnare saluteFare esercizio fisico all'aria aperta fa bene: partendo da questa premessa sono stati realizzati sette "Percorsi della Salute" in varie località del Trentino, indicati da un’apposita segnaletica e pubblicizzati negli esercizi alberghieri. Due di questi percorsi si trovano in Valsugana.

Persona attiva: 43 minutiPeso Calorie consumateKg 60 Kcal 173Kg 70 Kcal 202Kg 80 Kcal 231Kg 90 Kcal 260Kg 100 Kcal 289

ATTUALITÀ

Persona attiva: 30 minutiPeso Calorie consumateKg 60 Kcal 93Kg 70 Kcal 109Kg 80 Kcal 125Kg 90 Kcal 140Kg 100 Kcal 156

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Ha se r v i to pe r ben due seco-li centinaia di agricoltori di di-versi paesi del Trentino e pure della Valsugana,

ma in particolare di Cauria, Egna, Salorno, Pochi di Salorno e Laghetti di Egna, il mulino della famiglia Zanol, ubicato nel fondo valle a circa un chilometro dal centro abitato di Cauria e che aveva iniziato la sua attività, così come appare dalla scritta riportata su una parete dell’im-mobile, nel lontano 1766. E per tutti i quasi duecento anni, la gestione fu sempre in mano ai proprietari Zanol, passando, at-traverso le varie generazioni, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. Era stato costruito in fondo alla valle Anguilla di Cauria, una zona impervia costeggiata da pini ed abeti e da ripidi costoni di roccia che si intravedono fra le bosca-glie frequentate solo da selvatici, camosci e caprioli. Cauria è una zona montana che si trova a 1228 metri di altitudine, mentre l’area del mulino è situata a 1011 metri sul livello del mare. Durante la stagione estiva Cauria è animata da tanti turisti italiani e tedeschi che su quell’altopiano amano tra-scorre le loro ferie. Per far fun-zionare il mulino dei Zanol si è sempre utilizzata l’acqua di quei torrenti e ruscelli che ancora oggi scorrono nelle vicinanze e che sempre hanno avuto sufficiente portata per poter lavorare in ogni stagione. Il conferimento dei ce-reali, granoturco, frumento, orzo e segala da parte degli agricolto-

ri, avveniva per mezzo di carri o slitte trainati da asini, cavalli o buoi, così come gli stessi mezzi venivano usati ad operazione compiuta, per riportare a casa la farina. L’ultimo conduttore del mulino fu Giorgio Zanol, classe 1888, che portò avanti l’attività fino alla definitiva chiusura av-venuta nel 1957. Giorgio si era sposato nel 1922 con Giuseppina

Todeschi di So-ver e dalla loro u n ione n a c -quero 10 figli, t re maschi e sette femmine. Giorgio morì nel 1969 all’età di 81 anni. A r a c c o n t a r c i questa storia è una delle figlie di Giorgio, la signora Giusi, che ci ricorda anche la sua vita di sacrifici iniziata quando aveva soli 18 anni, e che già doveva aiuta-re la famiglia sia nei lavori domestici che nel l’az ienda. Tr a t t a n d o s i

dell’unico mulino in zona, il la-voro non mancava e la famiglia Zanol trovò sempre in quella sua attività un valido sostentamento di vita. Mulino e casa formavano un unico corpo e intorno si col-tivava pure un piccolo orto dove si produceva la verdura per tutta la numerosa famiglia. Da diversi anni ormai l’intero edificio è di proprietà di uno dei

figli di Giorgio, Carlo Zanol, che con grandi sacrifici e con il costante aiuto della moglie signo-ra Ottilia, lo ha trasformato in abitazione. Sono loro oggi che lo abitano anche per lunghi periodi nell’arco dell’anno. Durante i mesi estivi sono molti i turisti sia italiani che tedeschi che trascorrono le loro ferie sul-l’altopiano di Cauria e che amano raggiungere, a piedi in poco più di mezz’ora, quel luogo solitario in fondo alla valle Anguilla. Tro-vando i proprietari, vogliono co-noscere anche un po’ di storia di quel vecchio mulino artigianale che per tanti anni servì centinaia di agricoltori della zona. Carlo e Ottilia, due persone partico-larmente ospitali, la raccontano volentieri e spiegano pure come avvenivano le varie fasi della macinazione. Oggi del vecchio mulino è rimasta soltanto la grande ruota esterna, in legno, che Carlo ha voluto ricostruire identica a quella che per tanti anni macinò i cereali. Da una sor-gente vicina arriva ancora il soli-to rivolo d’acqua che la fa girare giorno e notte e che per i passanti costituisce una vera attrazione. Nessuno infatti passa di lì senza fermarsi ad osservare. Spinto dal ricordo e dalle emozioni di un lontano passato, Carlo ha voluto scrivere alcuni propri pensieri sul mulino, che sono pure un monito e una considerazione di vita. «Da molti anni vivo in questo posto dove gioia e dolore varcarono la soglia. Per molto tempo fui solo, poi arrivò qualcuno. Sii felice in questa casa, perché là fuori è tormento. Il tempo non si ferma e all’improvviso ti dichiara: devi andare».

IL RITRATTO

Carlo Zanol. Vi racconto la mia storia

Il mulino di Cauria e la famiglia ZanolIl Mulino di Cauria, che iniziò la propria attività nel lontano 1766, per più di due secoli servì centinaia di agricoltori di Egna e Salorno, ma anche del Trentino e della Valsugana. La struttura, che da varie generazioni appartiene alla famiglia Zanol, è stata trasformata in abitazione privata.

di Mario Pacher

Il mulino Zanol a metà degli anni ‘50, con l’allora proprietario e conduttore Giorgio Zanol

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Chi si avvicina alla pratica del Qwan Ki Do ha la possi-bilità di conoscere un’arte marziale che affonda le ra-dici nella storia del

Vietnam e dall’antica Cina che viene divulgata in modo tradizionale dal Maestro Pham Xuan Tong. I principi fonda-mentali del Qwan Ki Do sono l’umiltà, la perseveranza, la co-stanza, l’altruismo, il rispetto reciproco e l’amicizia, non solo all’interno della palestra, ma anche nella vita quotidiana.Ce ne parla l’istruttore Gio-vanni Rampelotto di Torcegno, che insegna in questo settore. «Mi sono avvicinato a questa disciplina – afferma Ram-pelotto – nel 1992 a Pergine Valsugana e da più di cinque anni tengo corsi per bambini e adulti a Grigno e da due anni anche a Borgo Valsugana,

della muscolatura e ad un gra-duale potenziamento generale, cosicché il praticante prenda coscienza dei propri limiti e delle proprie capacità. Non vi è competizione tra i partecipanti, ma ognuno deve affrontare e superare i propri limiti di volta in volta. Vengono insegnate le basi, le posizioni, le parate, le schivate, i calci, i pugni, i primi qyen (o forme codificate) e la difesa personale». Oltre alle attività di palestra, il centro ha organizzato, presso il palazzetto dello sport di Borgo Valsugana, i campionati regio-nali nel febbraio 2009, dei corsi di difesa personale gratuiti di 10 lezioni per donne, alcune dimostrazioni e collabora con la scuola elementare e media di Borgo Valsugana e di Grigno nelle attività opzionali.Le lezioni inizieranno il 21 set-tembre e si terranno nei giorni di martedì e giovedì con questi orari: bambini/bambine dalle ore 18 alle ore 19; ginnastica dolce tam the dalle 19 alle ore 20; adulti dalle ore 20 alle ore 22. Inoltre verrà riproposto il corso di difesa personale femminile della durata di 10 lezioni gratuito a partire dal 5 ottobre, dalle ore 20 alle 21.Info: qwankido.it. - E-mail :[email protected] Tel. 0461.767135.

SPORT

GRIGNO. Un’arte marziale molto praticata anche in Valsugana

A scuola di Qwan Ki Do

di Mario Pacher

presso le scuole ENAIP. I corsi si dividono per fascia di età: la prima fascia è per bambini/e dai 5/6 anni ai 13 anni, e la seconda fascia dai 14 anni in su, dato che l’arte marziale non pone limiti di età. Le lezioni proposte ai piccoli praticanti hanno un programma mirato allo sviluppo psicomotorio e differenziato dall’allenamento

degli adulti; la forma del gioco fa sì che i bambini apprendano più facilmente divertendosi, con una propedeutica ben svi-luppata per poter raggiungere serenamente gli obiettivi. Per gli allievi dai 14 anni in su, sia maschi che femmine, le lezioni sono strutturate in ma-niera diversa. Gli esercizi sono mirati allo sviluppo armonico

L’arte marziale cino-vietnamita del Qwan Ki Do suscita grande interesse, soprattutto fra i giovani e viene insegnata pure in alcune palestre della Valsugana.

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Il ruggito dei motori in memoria di due cari amici scomparsi, il cui ri-cordo rimane sempre vivo in tanti valsuganotti. Si può sintetizzare così il memorial “Flavio Berton e Riccar-do Visintainer”, raduno di 500, auto americane, auto storiche, moto e le mitiche Vespe svoltosi a Levico Terme.La manifestazione, che si tiene nella città termale già da qualche anno, è stata organizzata e autofinanziata da Paolo Barber, ottenendo uno stre-pitoso successo vista la massiccia partecipazione, ben superiore alle attese: difatti, tra macchine e moto, erano più di 200 i mezzi che si sono presentati al Raduno, per un totale di oltre 300 iscritti.Ma erano molti di più coloro i quali hanno visitato il parco dell’Hotel Paoli alle Lochere dove erano stati esposti tutti i mezzi. In bella mo-stra, il visitatore poteva trovare le magiche 500, auto americane delle marche Chevrolet, Buic, Oz Mobile Cadillac e tante altre auto storiche di fabbricazione europea. Numerosa

anche la presenza di vespe, chopper e altre moto. Con i motori rombanti e i clacson pronti a salutare il nu-

meroso pubblico accorso lungo le più belle vie storiche e i viali alberati della cittadina termale, i veicoli sono giunti nel centro storico di Levico dove sono stati accolti dagli amici Nicola Galler del Bar Lino e Andrea Wrabretz del Caffè Impero che han-no dato il benvenuto a piloti e ospiti offrendo un aperitivo.Sponsor ufficiale del Raduno è stata la concessionaria multimarche Biau-to di Levico Terme, che ora, oltre a vetture e fuoristrada nuove ed usate europee, offre anche veicoli ameri-cani nuovi e usati. La concessionaria è stata fondamentale per la realizza-zione di questo raduno.Alla manifestazione la coreografia floreale è stata offerta dalla Fioreria Morena, mentre la cartolibreria e tipografia Impronta Digitale di Levico ha realizzato il materiale informativo del raduno.Sono intervenuti all’iniziativa e hanno collaborato alla realizzazione della stessa anche il sindaco di Levico Gianpiero Passamani, nonché l’as-sessore al turismo Tommaso Acler.

EVENTI D'ESTATE

LEVICO. Oltre 200 mezzi al raduno organizzato da Paolo Barber

Grande successo per il “Memorial Flavio Berton e Riccardo Visintainer”

PUBBLIREDAZIONALE

Due momenti del raduno

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Q uest’estate il gran-de calcio è sbarca-to in Valsugana e in particolare a Levico Terme. La squadra del Parma Calcio ha infatti scelto la citta-

dina termale per il ritiro estivo di precampionato dal 12 al 30 luglio. Ad accogliere il Presidente del Parma FC, Tommaso Ghirardi, e l’Amministratore Delegato, Pie-tro Leopardi, vi erano il sindaco di Levico Gianpiero Passamani, il Presidente dell’APT Valsugana, Massimo Oss, e l’Assessore provinciale al Turismo, Tiziano Mellarini. La squadra si è allenata sui campi del Levico calcio con

sedute mattutine e pomeridiane, con qualche passaggio anche sulla pista di atletica del Centro Sportivo di Borgo Valsugana. Durante il ritiro la squadra ha

La rosa Ecco la rosa della squadra che ha partecipato al ritiro di Levico Terme: Luca Antonelli, Pietro Bac-colo, Valeri Bojinov, Paolo Castellini, Manuel Coppola, Hernan Crespo, Marcus Diniz, Brelim Dzemaili, Rolf Fleischer, Daniele Galoppa, Fabio Lebran, Alessandro Lucarelli, Cristiano Lucarelli, Francesco Lu-nardini, Matteo Mandorlini, Antonio Mirante, Stefano Morrone, Filipe Olivera, Massimo Paci, Gabriel Paletta, Alberto Paloschi, Gabriele Paonessa, Riccardo Pasi, Nicola Patarini, Andrea Rispoli, Marco Rossi, Stefano Russo, Antonio Santurro, Luca Tedeschi, Francesco Valiani, Cristin Zaccardo, Edoardo Ze, ai quali si poi aggiunto il nuovo acquisto Josè Fernando Martin Marques proveniente dall’Espanyol di Barcellona.

SPORT

LEVICO TERME. Il Parma Calcio ha svolto il proprio ritiro precampionato nella città termale

Fischio d’inizio, il 29 agosto scorso, per il nuovo campionato di calcio di Serie A. Tra le squadre protagoniste vi è anche il Parma che durante l’estate ha svolto il ritiro a Levico Terme.

di Giuseppe Facchini

Capitano Morrone, come affronta-te il nuovo campionato?«L’ossatura della squadra è quella dello scorso anno sulla quale si stan-no innestando bene i nuovi arrivi».

Come va col nuovo allenatore?«Il primo periodo col mister è molto positivo. Marino è un allenatore di esperienza, un gran lavoratore, che c’insegna prima di tutto il rispetto del compagno, per il bene del gruppo e non del singolo. Noi, altrettanto, cerchiamo di mettere l’allenatore a

proprio agio».

C'è tanta attesa per Crespo...«Hernan Crespo sarà molto utile non solo in campo, ma anche nella gestione dello spoglia-toio; per la squadra e la città è un orgoglio averlo con noi».

Come vedi la limitazione dei cal-ciatori extracomunitari?«È una buona cosa perché aiuta i

vivai, in particolare dopo l’esperienza ai mondiali della nostra nazionale. Si è invece sbagliato il mo-mento: ormai le società avevano già ingaggiato alcuni giocatori e questo ha creato difficoltà».

Una promessa ai tifosi...«Di impegnarci al massimo per fare un buon campionato. Comunque il nostro obiettivo primario è la salvez-za». (G.F.)

LA PAROLA AL CAPITANO STEFANO MORRONE

«Prima la salvezza, poi si vedrà»

Stefano Morrone, capitano del Parma (foto G.F.)

Hernan Crespo (foto G.F.)

sostenuto una serie di partite ami-chevoli con il Levico, il Borgo, il Feralpi Salò, la Spal e la squadra del Qatar dell’Al Sadd.Il Parma calcio si è presentato al via con tante conferme e con al-

L'allenatore Pasquale Marino (foto G.F.)

Il grande calcio in Valsugana

cuni nuovi arrivi particolarmente interessanti che fanno ben sperare in una ottima stagione. Alla guida della squadra il nuovo allenatore Pasquale Marino, che dopo alcune belle stagioni all’Udinese spera di ripetersi con i parmensi.A Levico grande attenzione an-che per la Parma Football School che ha permesso a numerosi gio-vani di praticare il calcio in un ambiente sicuro, accompagnati da guide e allenatori appositamente formati con un serio apprendi-mento motorio.

La squadra del Parma in allenamento a Levico (foto G.F.)

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Buon successo per la manifestazione organizzata come ogni anno dal-l'Unione Sportiva Marter.Oltre 200 atleti

in rappresentanza di 24 socie-tà sportive venute da tutto il Trentino hanno preso parte a Marter di Roncegno alla 24esima Coppa S. Margherita - 16esimo Memorial Dino Montibeller, con partenza e arrivo alla chiesa di Marter. Atleti di ogni età, dal giovanissimo bambino di 2 anni in gara nella categoria Minicuc-cioli ai maturi ed esperti atleti della categoria Veterani, si sono sfidati sul non facile tracciato su strada. La manifestazione è stata organizzata dall’U.S. Marter presieduta da Emidio Boccher, e vi hanno partecipato pure alcuni dirigenti provinciali del Centro Sportivo Italiano, tra cui l'ex presidente Marco Pasqualini, che hanno elogiato l’impegno spor-

tivo dell’US Marter verso tanti giovani di tutta la Valsugana.La premiazione è stata fatta dal sindaco di Roncegno Mirko Montibeller assieme al presi-dente Emidio Boccher. Questi i primi classificati. Categoria Cucciole: Elena Geri, Oltrefer-sina. Cuccioli: Simone Gramola,

Atletica Rotaliana. Esordien-ti femminile: Alice Zenari, Atletica Rotaliana. Esordienti maschile: Elia Campestrin, Poli-sportiva Borgo. Ragazze: Linda Saidi, Oltrefersina, Ragazzi: Stefano Anesi, US Cermis. Cadette: Desiré Bortolotti, GS Trilacum. Cadetti: Marco Do-

SPORT

MARTER. Alla gara presenti atleti di ogni età

Coppa S. Margherita e Memorial Dino Montibellerdi Mario Pacher rigato, US Villagnedo. Allieve:

Ilary Bortolotti, GS Trilacum. Allievi: Mark Miller, Atletica Rotaliana. Juniores Femminile: Jessica Scarpelli, US 5 Stelle Seregnano. Juniores maschile: Denis Decarli, Oltrefersina. Se-niores femminile: Anna Rosso, US Spera. Seniores maschile: Giorno Peverato, Stella Alpina di Carano. Amatori cat. A Fem-minile: Mirella Bergamo, USAM Baitona. Amatori cat. Maschile: Norbert Corradi, Oltrefersina. Amatori cat. B femminile: Carla Damin, GS Trilacum. Amatori cat. B maschile: Maurizio Dalla Porta, Alta valle di Cembra. Veterane: Maria Grazia Conzati, Villazzano. Veterani: Luciano Moser, US Quercia Rovereto.La classifica per società: 1) US Cinque Stelle Seregnano. 2) Ol-trefersina Pergine, 3) US Spera, 4) Polisportiva Borgo, 5) GS Tri-lacum Trento, 6) US Villagnedo, 7) Stella Alpina di Carano, 8) Atletica rotaliana, 9) US la Roc-chetta, 10) US Marter.

Una partenza dal piazzale della chiesa di Marter

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Andrea, che anno è stato finora il 2010 per la tua attività?«Un anno impe-gnativo ma ricco di grandi soddi-

sfazioni. Valsugana Jazz Festival fa parte di una serie di nove fe-stival jazz ai quali ho partecipato come Treviso, Marsala, Trapani, Milano; la maggior parte del pub-blico mi considera un musicista di area rock, ma queste sono etichette obsolete, preistoriche. Io sono un musicista, il mio obiettivo è suo-nare bene con la stessa intensità; il contenitore è uno solo, cambiano i linguaggi. Sono gli uomini che hanno voluto etichettare, dividere tra i vari stili ma questo è tipico della razza umana. Oltre a questo ho riallacciato i rapporti con il mio vecchio produttore e ho suonato come special guest nei concerti di Marcus Mendoza, uno spettacolo hard-rock-blues molto apprez-zato. Ma sono riuscito a portare a termine anche altri progetti, come i concerti in omaggio a Jimi Hendrix».

Il tuo ultimo Cd “Latin Brai-dus” è stato un successo, hai in mente qualche progetto disco-grafico a breve?«In questo periodo mi concentro su una dimensione live, ho tanti progetti in testa, soprattutto voglia di collaborare con altri musicisti. Mi piace l’idea di non essere solo il protagonista ma di lavorare con gli altri. Le idee sono sempre a mille, ma prima voglio aspettare, un di-

sco ti impone barriere specifiche anche sulle scelte dei brani, io vo-glio essere libero, voglio farlo nei tempi e modi che desidero io».

Ti senti arrivato?«Assolutamente no, arrivato è una parola che non mi appartiene. Ho capito molte cose, anche del mio carattere e come vivere meglio. Quando prendo in mano la chitar-ra ho sempre una bella sensazione,

sono quasi trent’anni di una vita in musica, ma ogni giorno sono felice di imparare delle cose nuove. Ci tengo molto a sottolineare che al di là dell’aspetto musicale che è importantissimo, faccio questo mestiere perché amo la musica. Ho smesso di fare tournée pop perché amo suonare non in modo ripetiti-vo proprio per essere un musicista

che si esprime diversamente. Anche nei tour con i grandi artisti non facevo mai un assolo uguale all’altro; adesso invece si tende a riproporre dal vivo le stesse cose

di un disco e questo non mi inte-ressa, io voglio sentire qualcosa di diverso dalla fotocopia di un disco. Sono contento di essere considerato per molte persone un esempio diverso, uno che ha scelto di andare con le proprie gambe in un mondo dominato dagli interessi e questo l’ho imparato da Frank Zappa».

Aver suonato con i cantanti al top delle classifiche cosa ti ha dato?«Chi semina raccoglie. La mia soddisfazione maggiore è che dove ho suonato, si tratti di Mina, di Vasco, di Fiorello o altri artisti verso i quali ho messo a disposi-zione il mio modo di suonare, ho lasciato un segno talmente forte che spesso mi viene ricordato. E questa è una grande soddisfa-zione. Ho sempre cercato di dare l’amore per la musica ed è quello che deve trasparire. D’altra parte, ho avuto molte soddisfazioni, suonare con delle icone musicali ti offre l’opportunità di avere un bacino di pubblico molto vasto».

Come ti definiresti?«Un eterno allievo della musica e un ricercatore, ogni giorno cerco di capire cose nuove. Amo andare all’origine della musica, come nel jazz, scoprire e imparare da chi ha segnato l’origine di questa musica».

Sei partito da Pergine. Cosa rappresenta per te?«Rappresenta un legame molto forte, tantissimi ricordi, la mia famiglia. È sempre un ritorno gradito; amo l’integrità che il Trentino ha, mi son trovato in situazioni dove avrei potuto es-sere travolto, il carattere trentino mi ha aiutato. Il Trentino è an-

MUSICA

PERGINE. Il noto musicista perginese ospite del Valsugana Jazz Festival

Andrea Braido: «Mi sento un eterno allievo della musica»Abbiamo incontrato Andrea Braido sul palco dell’amata Pergine, nel Valsugana Jazz Festival dove si è esibito davanti ad una piazza gremita di pubblico insieme ai musicisti Luca Scansani e Francesco Corvino.

Andrea Braido suona la batteria dall'età di 4 anni (foto G.F.)

di Giuseppe Facchini

(foto

G.F

.)

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che duro, ma questa durezza è tipica degli ambienti nei quali ho poi lavorato sia in Italia che all’estero e questo mi ha aiutato e sono diventato molto tenace. Aver trascorso tanti anni a Per-gine è significativo, molto più di Trento anche per una sorta di snobismo inutile che c’è stato a Trento anche nei miei confronti. Con Pergine e la Valsugana ho un rapporto rilassato, quando torno vado al lago, al castello, in Panarotta; tutti posti molto significativi come la biblioteca di Pergine dove ho ascoltato e conosciuto la musica da bambino, di dischi degli Emerson Lake e Palmer, e poi ho avuto l’onore di suonare con Carl Palmer, i Chicago; pensa a proposito che ho trovato a Berlino il loro pri-mo disco che naturalmente ho comprato».

Hai attraversato il mondo dello spettacolo ma allo stesso tempo lo guardi con occhi disincan-tati. In questa fase come lo valuti?«Ci sono aspetti positivi, come le infinite potenzialità di Internet, di poter dialogare e vedere di tutto; ci sono aspetti negativi, come certi format televisivi, il fatto che tutti si sentano delle star e non lo sono, vai su un palco e

dimostra chi sei. Non basta anda-re ad Amici o X-factor per essere grandi artisti. Occorre rispetto e amore per la musica, Mozart diceva “rispetta la musica e la musica si prenderà cura di te”. È normale che questi programmi attraggano i giovani, ma prima di tutto occorre essere autocritici, altrimenti non puoi raggiungere nessun risultato. Facile fare un pezzo di un altro, una cover. Il vero feedback è quando tu canti e suoni le cose tue, oppure le rein-terpreti, le riarrangi e allora devi sentire il termine di paragone e capire la differenza con i grandi. Occorre avere molto rispetto dei grandi».

Cosa di ti emoziona maggior-mente?«Ho fatto tantissimi concerti ma la cosa che rimane invariata e anzi cresce, è il momento prima di salire sul placo, sono agitato, suono, mi alzo, cammino, man-gio, sono irrequieto, sento che è il momento di dare il meglio. Allo stesso tempo mi emoziona-no le cose semplici, un bambino che nasce, la montagna, il suo silenzio, un anziano che racconta la sue cose; è importante saper ascoltare chi è vissuto prima di noi. A volte anch’io ho la tenta-zione di ritirarmi in montagna, mi attira un tipo di vita dove non ci siano luoghi comuni».

MUSICA

PERGINE. Il noto musicista perginese ospite del Valsugana Jazz Festival

Andrea Braido, la chitarra delle starAndrea Braido è uno straordinario chitarrista dal talento innato e originale. Cresciuto a Pergine, a 4 anni comincia già a suonare la batteria da autodidatta. Impara a suonare la chitarra sempre da autodidatta sviluppando una pro-pria originale tecnica diploman-dosi successivamente in teoria e solfeggio.Le sue esperienze musicali in quasi trent’anni di attività sono molteplici, basti citare le importanti jam-session con Marcus Miller e Frank Gambale e le esperien-ze come chitarrista in tournée, dischi e spettacoli televisivi con artisti del calibro di Vasco Rossi, Zucchero, Laura Pausini, Patty Pravo, Fiorello, Mina, Francesco Baccini, Adriano Celentano, Eros Ramazzotti, Angelo Branduardi.Si può dire che tutti i più affermati cantanti nazionali si siano avvalsi della preziosa arte di Andrea Braido che in tutti questi anni, comunque, si è sempre dedicato al proprio progetto artistico con proprie composizioni, con tournée jazz, rock.In ogni caso un artista a 360 gradi e che ogni volta accarezza le corde della chitarra regala a chi lo ascolta delle grandi emozioni.

CHI È

Un momento del concerto di Pergine (foto G.F.)

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Al Passo del Re-debus (1440 m. slm), nel comu-ne d i Bedol lo fra l’altopiano di Piné e la Valle dei Mocheni, si trova

il sito archeologico di Acqua Fredda, una delle più importanti fonderie preistoriche della tarda età del Bronzo (XIII-XI sec.a.C.) dell’intero arco alpino. Si tratta di una delle aree archeologiche mu-sealizzate più alte d’Europa dove è stata riportata alla luce una batte-ria di nove forni fusori. Sono stati anche rinvenuti alcuni strumenti per la lavorazione del minerale di rame come le macine che serviva-no a ridurre il minerale in sabbia

o “farina” e le parti terminali dei mantici usati per mantenere la temperatura attorno a 1200 gradi. Di particolare interesse è uno spil-lone in bronzo decorato, databile all’età del Bronzo finale (XI sec. a.C.), probabilmente appartenuto ad un metallurgo. Trenta metri a valle è stata scoper-ta un’enorme discarica di scorie. Il sito testimonia l’intensa ed estesa attività di lavorazione dei minerali di rame, metallo non presente allo stato puro in Trentino e che quindi andava ricavato attraverso un articolato procedimento. Qui, proprio nel luogo dove i minerali di rame erano lavorati fin dai tem-pi più remoti, potrete conoscerne i segreti della sua lavorazione,

vedere gli archeotecnici realizzare dal vivo uno strumento in metallo, cimentarvi in prima persona nei laboratori didattici a cura delle educatrici museali dei Servizi Educativi della Soprintendenza e infine assistere ad un divertente spettacolo teatrale interattivo de-dicato al mito di Vulcano.Il sito è aperto al pubblico e visi-tabile liberamente tutto l’anno. È

CULTURA

APPUNTAMENTI. Al sito archeologico di Acqua Fredda per imparare

Scopriamo i segreti delle fonderie preistoricheIl sito al Passo del Redebus testimonia l’intensa ed estesa attività di lavorazione dei minerali di rame nella tarda età del Bronzo. Qui si potranno conoscere i segreti della lavorazione, vedere gli archeotecnici realizzare dal vivo uno strumento in metallo, cimentarsi in prima persona nei laboratori didattici.

BASELGA DI PINÉ

Visita alla pieve dell’AssuntaL'8 settembre, alle ore 10.00, è in programma una visita all’Antica Pieve dell’Assunta di Baselga di Piné, in compagnia della pro-fessoressa Aldina Martinelli che ci condurrà alla scoperta delle perle dell’arte sacra. La parteci-pazione è gratuita, previa iscri-zione presso l’ufficio informazioni di Baselga di Piné. Info: A.p.T. PinéCembra tel. 0461 557028 www.aptpinecembra.it E-mail: [email protected]

corredato da pannelli esplicativi che illustrano il funzionamento dei forni e la vita delle popolazio-ni dell’epoca. L’appuntamento presso il sito archeometallurgico Passo del Redebus è per il 26 settembre alle ore 14.30.La visita guidata al sito e le atti-vità di archeologia sperimentale per bambini e adulti per scoprire i segreti della fusione dei metalli saranno con Enrico Belgrado, esperto di archeometallurgia. La visita alla riserva naturale circostante sarà guidata da Paola Barducci, accompagnatore di territorio. Iscrizioni entro le ore 17 del giorno precedente presso l’A.p.T. di Piné Cembra tel. 0461.557028 fino ad esaurimento dei posti disponibili. Si consiglia un ab-bigliamento sportivo per attività all’aria aperta.

Il sito archelogico di Acqua Fredda

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Il MUSAE torna nuo-vamente in Trentino e di nuovo in Valsugana, confermando come loca-tion i Comuni di Borgo Valsugana e di Levico Terme (già alla terza

edizione del MUSAE). MUSAE Trentino 2010 si svol-gerà dal 10 al 12 settembre in contemporanea a Borgo Valsu-gana e a Levico Terme. A Borgo, presso la sala Guido Polo sarà allestita l’esposizione di opere selezionate dal bando Musae 2010, dai diversi linguaggi ed espressività: dalla pittura, alle installazioni, alla fotografia. A Levico Terme, presso Villa Sissi , MUSAE propone un gradito ritorno, ovvero “Arti Corte” rassegna di contributi artistici video (cortometraggi e video art) ideata da MUSAE sulla base della selezione delle opere originali a concorso. La tappa inoltre vedrà la presenza in veste di ospite di Christian Rainer, artista italo-austriaco, conosciuto in ambito italiano ed europeo come performer, scrit-tore e musicista; per la tappa di

MUSAE Trentino proporrà due performance site specific.Lo scopo del MUSAE è quel-lo di facilitare l’emergere di nuovi talenti sulla scena cul-turale europea, permettendo a giovani artisti meritevoli di ottenere visibilità internazio-nale, aiutandoli di conseguenza nella costruzione della loro carriera.La fusione di linguaggi è tra-dizione per MUSAE, che negli scorsi anni ha invaso gli spazi urbani portando land art, video art, installazioni, sculture, pit-ture, fotografie e performance

EVENTI

ARTE. Giovani talenti a Borgo e a Levico

Il MUSAE ritorna in Valsugana

AVVISOOrari biblioteca Borgoda lunedì 13 settembre presso la Biblioteca comunale di Borgo Valsugana entrerà in vigore l’orario invernale.

Lunedì: ore 10 -12 / 14.30 - 18.30 / 20 – 22Martedì: ore 10 - 12 / 14.30 – 18.30Mercoledì: ore 9 - 12 / 14.30 – 18.30Giovedì: ore 10 – 12 / 14.30 - 18.30 / 20 – 22Venerdì: ore 10 - 12 / 14.30 – 18.30Sabato: ore 9 - 12

di f ronte ad olt re 200 mila visitatori assieme a circa cento enti territoriali. Durante gli ultimi mesi del-l’anno il circuito prevede di far tappa nelle Marche, in Liguria e nel Lazio e anche quest’anno è prevista una tappa all’estero: il MUSAE arriverà infatti ad ot-tobre a Barcellona, consolidan-do nuovamente la possibilità per i giovani artisti partecipanti di avere visibilità anche fuori dai conf ini nazionali (dopo le interessanti esperienze del 2009 nella Repubblica del Mon-tenegro e nel Regno Unito). Un museo itinerante dietro il quale si nasconde un’instanca-bile realtà in continua crescita, che insiste nel suo intento di portare l’arte emergente dove altrimenti faticherebbe ad ar-rivare.L’evento MUSAE Trent ino 2010 è realizzato anche grazie al contributo della Provincia autonoma di Trento (Servizio Cultura). Per gli orari della mo-stra e degli eventi si può anche consultare il programma sul sito www.eventomusae.com

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TRENTO. Un concorso a premi riservato agli studenti universitari

La S.U.S.A.T., Sezione Universitaria della S.A.T., fu fondata nel 1909 ed ha sede a Trento in Via Manci n. 57. La sua attività in questi ultimi anni

si sta facendo più incisiva grazie anche ad accordi presi con altre realtà vicine al mondo dei giovani e degli universitari in particolare. Una di queste realtà è il T.A.U.T., Tavolo delle associazioni Universi-tarie Trentine, che opera da alcuni anni come luogo di concertazione e promozione di progetti comuni da parte delle associazioni univer-sitarie che lo compongono e si pone come istituzione intermediatrice tra associazioni, università, studenti, studentesse e cittadinanza. Col pro-posito di favorire la coesione fra le associazioni componenti il Tavolo, di costruire e consolidare relazioni con il territorio e di valorizzare e in-centivare la partecipazione attiva dei giovani al consesso sociale trentino il T.A.U.T. promuove attività di

produzione culturale; fruizione di prodotti culturali realizzati dai giovani per i giovani; avvicina-mento a tematiche di responsabilità sociale, quali la cittadinanza attiva e l’utilizzo di risorse energetiche so-stenibili; coesione inter-associativa. L’adesione al T.A.U.T e l’accordo di collaborazione tra UNITN, S.A.T. e O.U stipulato durante il congresso del 2009 della S.A.T. hanno per-messo alla S.U.S.A.T. di avvicinarsi maggiormente al mondo universi-tario. Da questo avvicinamento e

dalla volontà di dare la possibilità di raccontare le proprie esperienze di viaggio, la S.U.S.A.T. ha indetto un concorso a premi dal titolo “racconta il tuo viaggio” riservato a tutti gli studenti e le studentesse dell’Università degli studi di Trento o di un’altra Università italiana o estera, purché residenti in provincia di Trento. Il concorso, promosso dal dott. Vittorio Napoli, si ispira a due concorsi a premi già presenti sul territorio:a. LA SECONDA LUNA (Denis Isaia), premio alle passioni;b. PROTAGONISTA PER UNA SERA (Alberto Trenti, SAT), rac-conto di viaggio e di esperienza.Le peculiarità del concorso “rac-conta il tuo viaggio” sono l’essere riservato esclusivamente agli stu-denti/esse universitari e l’attenzione posta al significato di viaggio: a. viaggio realmente effettuato, in grado di attivare progetti e/o percor-si culturali, artistici, storici, tecnici o scientifici innovativi;b. significatività umana del viaggio,

Racconta il tuo viaggioLa S.U.S.A.T., Sezione Universitaria della S.A.T., ha indetto un concorso a premi dal titolo “racconta il tuo viaggio”. Viaggio inteso come esplorazione del territorio, conoscenza e crescita culturale...

I premi e le scadenze Primo premio: € 900. Secondo premio: € 600. Terzo premio: € 300. Premio speciale “Racconta la tua montagna”: € 300.I premi consistono in buoni ac-quisto.La presentazione al pubblico delle opere avverrà i mercoledì di novembre 2010 presso la Sala Pedrotti della SAT, in Via Manci 57 a Trento.La pubblicazione dei premiati sarà fatta entro il 1° dicembre 2010, mentre la cerimonia di proclama-zione dei vincitori si svolgerà entro il 10 dicembre 2010. Il bando è scaricabile dal sito: www.susat.it

FOCUS

ovvero la capacità di vivere e far rivivere il viaggio come esperienza e non solo come spostamento.L’iscrizione al concorso è gratuita e aperta fino all’8 ottobre 2010. Il bando completo è scaricabile dal sito della S.U.S.A.T. (www.susat.it) che con questo progetto vorrebbe stimolare gli universitari trentini a produrre autonomamente delle opere ad argomento il viaggio inteso come esplorazione del territorio, co-noscenza e crescita culturale. Ulte-riore obiettivo del concorso è quello di avvicinare maggiormente i giova-ni universitari trentini alla Sezione Universitaria della Società degli Alpinisti Tridentini (S.U.S.A.T.) e quindi alla conoscenza del territorio in cui vivono.

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Il cibo locale batte quello prodotto dalla globa-lizzazione. A rilevarlo è una recente indagine della Coldiretti/Swg se-condo cui il 54 per cento degli italiani preferisce

acquistare prodotti alimentari locali e artigianali che battono nettamente le grandi marche, le quali si fermano al 12 per cento, un dato che giustifica il succes-so di esperienze di vendita di prodotti locali rispetto a quello delle multinazionali. Secondo l’indagine per il 29 per cento degli italiani la scelta tra le due tipologie di prodotto dipende dalla qualità, mentre per il 5 per cento dal prezzo. La vittoria del prodotto legato al territorio è confermata dal fatto che quasi due terzi degli italiani (65 per cento) si sentirebbero più garantiti da un marchio de-gli agricoltori italiani rispetto al marchio industriale (13 per

cento) e a quello della distri-buzione commerciale (8 per cento). Si tratta di una opinione confermata da un vero boom de-gli acquisti diretti dai produttori dove compra regolarmente l’11 per cento degli italiani e ben il 47 per cento ha dichiarato di farlo almeno qualche volta durante l’anno. La spesa in cantine, malghe o frantoi per acquistare diret-tamente dai produttori vini, ortofrutta, olio, formaggi, e altre specialità supererà nel 2010 i 3 miliardi di euro se-condo la Coldiretti e coinvolge

63mila imprese agricole attra-verso spac-ci az ienda-li, chioschi, ba nca re l le , sagre e oltre 500 mercat i degli agricol-tori di Cam-pagna Amica. L’acquisto di un alimento di-rettamente dal produttore è una opportunità per conoscere non solo il prodotto ma anche la storia, la cultura e le tradizione che racchiude dalle parole di

LE PREFERENZE DI ACQUISTO DEI PRODOTTI ALIMENTARI

locali, artigianali 54,00%

di una grande marca nazionale 12,00%

è indifferente importante è la qualità 29,00%

è indifferente importante è il prezzo 5,00%Fonte: indagine Coldiretti-Swg

ALIMENTAZIONE

TENDENZE. I consumatori preferiscono sempre più prodotti artigianali

Il trionfo del cibo localeQuasi due terzi degli italiani si sentirebbero più garantiti da un marchio degli agricoltori italiani rispetto al marchio industriale.

chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bel-lezze artistiche e naturali del territorio nazionale. Si tratta di un fenomeno in controtenden-za rispetto alla crisi generale perché concilia la necessità di risparmiare con quella di ga-rantirsi la sicurezza del cibo. Tra le motivazioni di acquisto dell’indagine Swg/Coldiretti spicca infatti la genuinità (71 per cento), seguita dal risparmio (40 per cento) e dal gusto (26 per cento).

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Basta puntare il pro-prio telefonino ver-so il paesaggio che si sta osservando e, pochi istanti dopo, si vedono apparire sul display tutte le

informazioni desiderate, come ad esempio i profili delle montagne, i nomi delle cime e dei rifugi, e le diverse altitudini. Un sogno per chi si trova in un posto più o meno sconosciuto e vuole sapere tutto sul panorama che sta ammirando.Il prototipo “Marmota mobile AR” sviluppato da Claudio Andreatta, Michele Zanin e Paul Chippendale, ricercatori presso l’Unità “Tec-nologie della Visione” (TeV) del Centro Information Technology alla Fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento, è già funzionante e attualmente in fase di sperimen-tazione presso il centro di ricerca trentino per ottenere ulteriori mi-glioramenti.

«Il sistema – spiega Michele Zanin – integra tecnologie e risultati pro-venienti da diverse discipline, dalla cartografia, alla computer grafica, a sofisticati algoritmi di visione artificiale. A ogni pixel dell’im-magine sul display possono essere associate delle informazioni come

altitudine, latitudine, longitudine e distanza dall’osservatore». Tutto questo funziona utilizzando una quantità minima di memoria perché la posizione dell’utente viene rilevata dal GPS all’interno del telefonino e inviata via Internet al server centrale di “Marmota”

SCIENZA

RICERCA. Inquadrare un panorama e vedere sul display le informazioni

Il telefonino ti dirà cosa vediIl prototipo sviluppato dai ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento permette di inquadrare con il telefonino un panorama e di vedere apparire sul display le informazioni desiderate, come i nomi delle montagne e le altitudini.

– attualmente presso la FBK – dove avviene l’elaborazione dei dati. Quando il pacchetto di informa-zioni è pronto viene compresso (solitamente si tratta solo di 50-120 Kb) e mandato all’utente che riceve un’immagine sovrapponibile al panorama, ad alta risoluzione e a 360 gradi. Secondo un ordine di priorità stabilito dall’utente stesso, sull’immagine saranno specificate le informazioni desiderate, come ad esempio i nomi dei paesi e le altitudini.«Uno degli aspetti innovativi del sistema – prosegue Zanin – con-siste nel fatto che il rendering for-nito all’utente mostra gli aspetti realmente visibili dal punto di osservazione, escludendo quelli nascosti che, con il classico effetto di una nuvola di punti illeggibili, creerebbero confusione. Il sistema permette di avere informazioni anche su punti molto lontani dal-l’occhio, fino a 500 km di distanza, e funziona potenzialmente in tutto il mondo, da 60° di latitudine nord e 60° di latitudine sud. Sull’imma-gine possiamo inoltre disegnare dati vettoriali di qualsiasi tipo come strade, sentieri, fiumi o laghi, sempre considerando la visibilità reale dal punto di osservazione dell’utente».

Un esempio dell'utilizzo di "Marmota" (foto archivio PAT)

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Page 80: La Finestra settembre 2010

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