Koiné - Ottobre 2012

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Ottobre 2012 Anno XXVII, Numero 1 Periodico degli studenti del Liceo Classico “Maurolico” di Messina L’Editoriale di Giulia De Luca Bentornati mauroliciani! Nuovo giro, nuova corsa. Tra gli ultimi primi giorni di scuola ci sono stati anche i nuovi inizi, come ogni ciclo che si rispetti. Mentre qual- cuno aspetta di tirare le somme, qualcun altro ha appena iniziato a contare e quest’anno più di ogni altro offre spunti sui quali riflette- re. Questi primi mesi di scuola non saranno stati facili per i gin- nasiali come non mai, dato che il “Maurolico” si è trovato ad af- frontare non poche novità. Inutile parlare anche qui dell’accesissimo dibattito sulla fine del coro che vedeva gemellato il nostro istituto al “Seguenza” , dato che questa decisione ha scatenato tante po- lemiche (ben vengano!) e gli arti- coli a riguardo non mancano. L’arrivo della nuova Preside, Gaetana Crieleison, che dal buon Ninuzzo finora ha ereditato solo un po’ di rogne. La propaganda elettorale poi ha visto schierati agguerritissimi futuri leader che non si sono risparmiati mal celate frecciatine tra loro e riguardo al- l’operato degli ex rappresentanti. Anche questa è politica, d’altron- de, e non sono mancati belle pa- role e bei programmi… continua a pag. 3 Intervista a Paul Connett - pag. 14 Speciale sulla chiusura del Coro pagg. 24-27 Manifestazioni: i commenti del ginnasio pagg. 10-13 Saluti del Preside Grasso pag. 6 Maurobet pag. 16 Risultati elezioni e bilancio pag. 30 Gianluigi Nuzzi, autore di “Vaticano S.p.a.” pag. 8

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Giornale libero e democratico degli studenti del Liceo Classico “Maurolico” di Messina.

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Ottobre 2012! Anno XXVII, Numero 1

Periodico degli studenti del Liceo Classico “Maurolico” di Messina

L’Editorialedi Giulia De Luca

Bentornati mauroliciani! Nuovo giro, nuova corsa. Tra gli ultimi primi giorni di scuola ci sono stati anche i nuovi inizi, come ogni ciclo che si rispetti. Mentre qual-cuno aspetta di tirare le somme, qualcun altro ha appena iniziato a contare e quest’anno più di ogni altro offre spunti sui quali riflette-re. Questi primi mesi di scuola non saranno stati facili per i gin-nasiali come non mai, dato che il “Maurolico” si è trovato ad af-frontare non poche novità. Inutile parlare anche qui dell’accesissimo dibattito sulla fine del coro che vedeva gemellato il nostro istituto al “Seguenza” , dato che questa decisione ha scatenato tante po-lemiche (ben vengano!) e gli arti-coli a riguardo non mancano. L’arrivo della nuova Preside, Gaetana Crieleison, che dal buon Ninuzzo finora ha ereditato solo un po’ di rogne. La propaganda elettorale poi ha visto schierati agguerritissimi futuri leader che non si sono risparmiati mal celate frecciatine tra loro e riguardo al-l’operato degli ex rappresentanti. Anche questa è politica, d’altron-de, e non sono mancati belle pa-role e bei programmi…

continua a pag. 3

Intervista a Paul Connett - pag. 14

Speciale sulla chiusura del Coropagg. 24-27

Manifestazioni:i commenti del ginnasiopagg. 10-13

Saluti del Preside Grassopag. 6

Maurobetpag. 16

Risultati elezioni e bilanciopag. 30

Gianluigi Nuzzi, autore di “Vaticano S.p.a.”pag. 8

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SommarioIl Koiné che Innova pag. 4Ipse Dixit pag. 5Discipulus Dixit pag. 5

Saluti del preside Grasso pag. 6Grazie, Preside! pag. 7

Politically (s)correctIn nome di nostro Signore… pag. 8I pro e i contro della manifestazione pag. 10Quando manifestare? pag. 12Il corteo della sera pag. 13

Agri-cultura4 “R” to save the world pag. 14Maurobet pag. 16Che cos’è la fortuna in realtà? pag. 17

Angolo della PoesiaTe. Tè. pag. 18Occhi azzurri come il mare pag. 18

Sogno indiano pag. 19Halloween pag. 19Elezioni pag. 20Una stella per me pag. 20Haiku pag. 20

ΚοινήIl giornale libero e democratico degli studenti del Liceo Classico “F. Maurolico”, dal 1986

La signora in giallo e rossoME4Africa si evolve in ME4Africa2 pag. 21

La “Notte” della Cultura a Messina pag. 22XIV edizione di “extramoenia” pag. 23

Speciale Coro Maurolico-SeguenzaIl Coro non si tocca! pag. 24La vicenda del coro vistada un’alunna qualunque pag. 25Non è un addio, ma un arrivederci pag. 27

Voci di CorridoioIntervista immaginaria al “Maurolico” pag. 28Il primo giorno di scuola (che vorrei) pag. 29“Bambola: lettera ad una persona” pag. 29

Risultati Elezioni pag. 30Fondo cassa studentesco pag. 30

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Con la speranza, sempre, che le belle parole di lotta e di progresso non re-stino sui programmi colorati o urlate in un megafono. Un plauso va proprio al fatto di aver parlato della difficilis-sima situazione che l’Italia si ritrova ad affrontare. Non importa se è la solita lagna, fin-ché se ne parla vuol dire che non tutto è perduto. È vero che, finché siamo qui dentro, possiamo illuderci che le nostre preoccupazioni più gravi siano la temporanea inagibilità del cortile, il fastidio di non poter più svolgere le assemblee nel cortile esterno della Mazzini, il lucchetto dei bagni e la perdita di una parte fondamentale della cultura scolastica che è il coro. Ma questa specie di “gabbia dorata” ci fa dimenticare o non ci fa accorgere di quello che sta accadendo attorno, dell’aria di rivolta che si respira e che dovrebbe riguardare tutti, gli studenti per primi. Non è possibile permettere che chi sta sui banchi di scuola pensi di studiare per inerzia, che quando uscirà di qui si ritroverà con nulla in mano e gli sarà preclusa ogni possibili-tà di riuscita, di riscatto. La scuola non forma i suoi allievi solo sulla base di nozioni che presto o tardi verranno dimenticate, non è inutile, anche se la situazione attuale vorrebbe farci cre-dere il contrario. Chiedere agli inse-gnanti del tempo per spiegare, per far aprire gli occhi e preparare i ragazzi ad affrontare con la forza della nostra età e con la mente aperta alle questio-ni della vita è impossibile. Tempo non ce n’è, bisogna seguire il programma, ormai l’abbiamo imparato anche noi. Allora lancio un piccolo appello per darci la possibilità di organizzare delle riunioni, dei convegni, delle assem-blee, tutto pur di non farci cogliere impreparati dalla protesta, dalla rivo-luzione. Nessun riferimento al nome della lista candidata, ma è l’unica pa-rola esatta per descrivere quello che sta accadendo. Chiamatelo crisi, rab-bia, disoccupazione, omicidio della cultura e quindi della civiltà, perdita di dignità. Dategli tutte le definizioni che volete, ma fate qualcosa. Ci serve soltanto la possibilità di capire, par-

tendo dalla scuola, non da internet e dai giornali, ma dal luogo che nel bene e nel male per adesso ci riguarda. E dare la possibi-lità di parlare non soltanto ai rappresentanti, ma ai professori, al personale ATA, agli studenti, a chiunque abbia qualcosa da dire. Perché la rivolta non riguarda i privilegiati, non esiste più la dif-ferenza tra chi ha le possibilità di informarsi e chi resta all’oscuro e subisce le conseguenze delle decisioni altrui. La manifestazioni non devono essere svalutate dalla disinformazione, così come andare a votare non significa “fare il favore” e decidere di non farlo non è un atto di protesta valido. La protesta reale è non la-sciarsi scoraggiare, è impegnarsi di più. Einstein diceva che la crisi è una benedizione, perché “ci smuove dal letargo, ci obbliga a pensare più a fondo, a guardare la realtà per quello che è”. Par-lava della creatività che solo le situazioni più difficoltose possono innescare nelle coscienze. E della vera crisi, che è la “tragedia di non voler lottare per superarla”. Condannava la pigrizia, la mancanza di stimoli, l’incompetenza. Ed era solo il 1955. Oggi nel 2012 queste parole possono provocare sdegno o ammi-razione, sicuramente non lasciano indifferenti. Perché parlano di noi, di ora. Anche degli studenti del Maurolico. Del Koiné nel suo piccolissimo ma indispensabile spazio riservato alla libertà di parola che, speriamo, non venga mai sottovalutato o incompreso ma difeso ed esaltato. Noi ce la metteremo tutta, e voi?

I vincitori di Koinéccellenza per l’a.s. 2011/2012:

Luigi Genovese Politically (s)correct

Valeria CascioCarlo CilibertoGiuseppe D’Andrea

Intervista

Arianna De Arcangelis Agri-cultura (ex-aequo)

Sophia Sorrenti Agri-cultura (ex-aequo)

Valerio Calabrò Poesie (ex-aequo)

Andrea Santoro Poesie (ex-aequo)

Veronica CostantinoAndrea Prestamburgo

Voci di corridoio

Domenico Pino Vignetta

Alfea Trimarchi Foto

Marco Riccardo Miglior Ginnasiale

Prof. Marina Mazza Ipse Dixit

II F 2011/2012 Discipulus Dixit

Κοινή

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Simone Salvo III F

Crisi economica, crisi politica in Europa e in Medio Oriente, crisi generalizzata dei costumi e della società. Padrona assoluta dei noti-ziari e dei rotocalchi, “crisi” sembra essere la parola-chiave di questi anni 2000. Se ne parla per le stra-de, negli uffici e nelle scuole. Viola persino l’intimità domestica, se-dendosi a tavola con gli Italiani e rendendoci amaro ogni boccone. Ma se è vero che nessun male viene per nuocere, allora forse anche alla crisi sarà possibile dare una rilettu-ra positiva. La soluzione, in tal sen-so, ci viene fornita dal significato etimologico della stessa parola. Crisi –e in questo ci viene in soc-corso il Rocci- deriva dal greco “κρίνω”, che nella sua prima acce-zione, assume il significato di “sepa-rare”, “discernere”, ma al concetto di “discernimento” si accompagna anche il suo secondo significato, quello di “riflessione” e “valutazione” e, come sappiamo, solo da un approfondito momento di riflessione può scaturi-re il germoglio di una rinascita. A questo punto ci rendiamo conto come dei momenti di “crisi” siano indispensabili per il progresso del-l’umanità. E la Storia ce ne da ra-gione! Non esiste rifioritura del-l’economia o della cultura che non sia la diretta conseguenza di un periodo di grandi e pesanti scon-volgimenti. Introduciamo, allora, un altro concetto, quello di “cata-strofe”, che non ha nulla a che vede-re con il significato attribuitogli dai moderni. Catastrofe (dal greco καταστροφή – rovesciare) è “cam-biamento radicale”, cambio di di-rezione che affonda le sue radici proprio nella crisi e in una presa di consapevolezza. Ma allora le parole “Crisi” e “Catastrofe” non devono più spaventarci. In tempi di reces-sione e generalizzato regresso come quelli che stiamo vivendo, una cata-strofe diventa anzi auspicabile! E questa deve partire proprio dal “di-scernimento”, di ciò che è bene e ciò che è male, di ciò che è essen-ziale o di ciò che è vano, di ciò che

vorremmo o non vorremmo affida-re in eredità al mondo del futuro. Nel malessere collettivo va trovata la forza propulsiva per un nuovo inizio; vanno gettate le basi di una nuova società, che muova dagli errori del passato per tornare a pla-smare un mondo “a misura d’uo-mo”. Ecco che la crisi si traduce in Innovazione. Innovazione con la I maiuscola, che non ha niente a che vedere con il progresso scienti-fico e tecnologico degli ultimi de-cenni: questa è una finta innova-zione, che spesso e volentieri non tiene conto dei reali bisogni del-l’uomo, ma mortifica la sua dignità e opprime e vanifica le sue facoltà intellettuali. L’uomo deve riprende-re consapevolezza di sé e del pro-prio ruolo nel mondo, riconoscere i propri limiti e riappropriarsi di ciò che è suo di diritto, ristabilire un rapporto autentico con le cose e con la Natura, facendo del Vero il suo primario oggetto di interesse e di ricerca. È un processo questo che non guarda al futuro come necessa-rio superamento del presente, ma come selezione e integrazione di tutto ciò che, nella Storia dell’Uo-mo, viene riconosciuto positivo e costruttivo. Lungi dall’essere sem-plice speculazione, dovrà farsi ope-ra concreta, un meccanismo dina-mico di crescita, di cui noi giovani siamo chiamati a essere il carburan-te.

Anche noi del Koiné, nel nostro piccolo, vogliamo farci promotori dell’Innovazione. Fin troppo como-do sarebbe, in tempi come questi, “chiudersi a guscio” in un mondo illusorio e “colorato”, restando inerti nella speranza che la tempe-sta finisca al più presto. Ma il Koi-né tutto vuole essere eccetto che una Torre d’Avorio o un Giardino Fiorito incantato ed imperturbabile. Volenti o nolenti, siamo parte di un mondo che va allo scatafascio e non possiamo semplicemente lasciar chiuse le finestre, per sfuggire alle intemperie. L’indifferenza è per chi non crede di poter fare la differen-

za. Noi, invece, nel cambiamento crediamo davvero e per avviare una Rivoluzione culturale riteniamo fondamentale il ruolo dell’Informa-zione, soprattutto a livello studente-sco. Per questo non chiuderemo le porte al mondo della Politica, del-l’Economia, della Società, ma anzi ne faremo il nostro primario ogget-to di interesse, sollecitando articoli, interviste e inchieste che risveglino le coscienze fin troppo assopite de-gli studenti. Ma anche nel fare que-sto ci premureremo di non annoia-re nessuno, bandendo barocchismi o discorsi artificiosi. Parleremo for-te e chiaro e in modo semplice e diretto, per puntare sempre al “nocciolo” e all’essenziale del di-scorso. Semplicità sarà la parola d’ordine, nei contenuti e nella nuova veste grafica, snellita e ripulita da inutili “fregi” che la ren-devano estremamente pesante alla lettura. Sempre nell’ottica di una lettura piacevole e riposante, valorizzere-mo l’originalità e la creatività degli studenti, accettando molto volentieri, oltre ad articoli “social-mente impegnati”, anche qualsiasi forma di contributo fresco e diver-tente ci vogliate inviare. A tal pro-posito abbiamo già avviato, con la collaborazione di alcuni redattori, alcune simpatiche sotto-rubriche interne come MauroBet, dove potrete attingere informazioni utili prima di giocarvi la schedina Do-menicale! Daremo inoltre molto spazio alla fotografia, istituendo una apposita rubrica di foto da inserire in quarta di copertina (ul-timissima pagina), per meglio sfrut-tare le pagine a colori. Tanti altri progetti, come mega-sondaggi, so-no in fase di progettazione e tanti altri ancora potremo avviare sotto vostro suggerimento. Come potete vedere, le idee e l’impegno non ci mancano affatto! Adesso, contiamo solo sul vostro supporto e sulla vo-stra collaborazione, per rendere l’esperienza del Koiné ancora più piacevole, originale, ma soprattutto CATASTROFICA!!

Il Koiné che Innova: che abbia inizio una "catastrofe"!

Κοινή

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Prof.ssa Vetrò: Ragazzi, qualcuno di voi ha i messaggi gratis?G: Io prof ! Perché?

Prof:.ssa Vetrò: Puoi inviare un messaggio a mio figlio? Chiedi gli se ha spento i piselli, se no mi va a fuoco la casa!!

(...)Ah.. A volte invidio i maschi, loro non hanno problemi di piselli la

mattina!

Ipse Dixit

Prof. Macris:Caligola voleva far diventare senatore il suo cavallo...non siamo così lontano da oggi, se pensiamo che il figlio di Bossi è diventato senatore...con tutto il rispetto

per i cavalli!

Prof. Macris:in America C. Ha trovato il suo cow-

boy, P ha trovato solo una cow!

Prof. Macris:in verità quest'aula ha ben poco

di un liceo, e questa classe ha ben poco di umano.

III AAlunno (in ritardo): prof., per farmi perdo-nare le ho portato la colazione! E se non

accetta mi offendo!Prof.: è certo che tu non sei proprio un'aqui-

la…Alunno: perché non ho le corna?

Prof. : “È vissuto d’arte ed è morto d’arte”

Alunna S. : “Eh sì, perché ha avuto un ART-attack!”

Prof. : “Provocò dissensi in seno alla Triplice Alleanza..”

Alunno S. : “Che non poté più allattare!”

Alunna S. (dopo aver scambiato qualche parola con il suo ragazzo,

si rivolge al professore per un chiarimento): “AMOREEE. Ehm

scusi, -professore-.”

III F

Alunno: “Sarà un successo!”Prof.ssa Cacopardo: “Come, scusa?”

Alunno: “Un successo!”Prof.ssa Cacopardo: “Ah, avevo sentito

solo la parte finale..”

II EBembo vorrebbe che si scrivesse in

trecentino fiorentesco

II EProf.: quale è la paura di Sacripante? Che Angelica abbia dato la sua vergi-

nità…Alunna: a tutti!

Prof. : “Il grottesco suscita il riso.”Alunno G. : “DOTTOR SCOTTI!”

Discipulus Dixit

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Saluti del Preside Nino Grasso ai giornalisti in erba del Koiné

Carissimi lettori di Κοινή, anche per Nino Grasso - per voi sempre il professor Silente - è giunto il momento dei saluti: dal primo settembre una nuova D.S. prenderà il mio posto e, se vi piacerà, potrete affettuosamente battezzarla per continuità prof. Mcgranitt (era già stato scritto…).Il momento dei saluti da un luogo e da persone con cui si è condivisa un’esperienza di lavoro proficua e carat-terizzata da stima, impegno e affetto, non è facile.Mi piace ricordare ciascuno dei collaboratori, piccoli-grandi giornalisti, che negli anni si sono susseguiti e hanno contribuito alla realizzazione di un giornale sempre vivace, frizzante, intelligentemente sagace; io ho fermamente e fortemente creduto in questa testata giornalistica mauroliciana, divenuta via via una presenza attesa e importante, l’ho sostenuta con entusiasmo e ho cercato di garantire che fosse la libera espressione degli allievi nel pieno e consapevole rispetto dei diritti altrui, senza mai ledere e tanto meno offendere nessu-no.Auguro al giornale una vita lunga, caratterizzata dal successo, che ha sempre riscosso in questi anni, e, so-prattutto, dall’entusiasmo, dalla speranza e dall’impegno che hanno in ogni epoca caratterizzato il mondo dei giovani e che hanno sempre rinvigorito e sostenuto lo spesso disilluso mondo degli adulti.Voglio ribadire come attraverso Κοινή io abbia visto manifestarsi, crescere e consolidarsi in modo maturo e responsabile i più vari interessi letterari, politici, sociali, abbia visto affacciarsi ad essi e poi consapevolmente elaborarli e farli propri tanti giornalisti d’assalto, ma, ahimè, con ciclica e inarrestabile successione ho visto anche allontanarsi tantissimi giovani, giustamente protesi ad altre tappe dei loro studi: per ciascuno di essi ho un pensiero grato ed affettuoso.Mi accomiato, non senza un malcelato dispiacere per il mio tempo scaduto, consapevole, tuttavia, di aver cercato di svolgere il mio ruolo con umanità e onestà, nell’attento rispetto di tutti e pertanto pienamente sod-disfatto del lavoro svolto.Con stima e affetto il prof. Silente, pardon, Nino Grasso

D.S. prof. Antonino Grasso

Caro prof. Silente, a.k.a. Ninuzzo,non abbiamo paura di esagerare nel dire che il “Maurolico” La ricorderà, prima ancora che come preside, come una persona magnanima, limpida e sempre disponibile nei confronti degli studenti e dell'istituzione scolastica tutta. In particolar modo noi della redazione di Κοινή La ringraziamo per il sostegno al giornale e la fiducia riposta nel nostro lavoro.La ringraziamo inoltre per esserci stato amico e per aver accolto con ironia gli epiteti (Ninuzzo Scrooge, il Magnifico, Ninuzzo Regnante, la banda Ninuzzo e co., Re Nino I) che Le sono stati riferiti negli anni. Pro-prio come il prof. Silente, la Sua figura ha rappresentato l'ideale di leader saggio e umile, non lasciando che gli impegni e le responsabilità derivanti dalla sua carica si frapponessero fra Lei e gli studenti, in un rapporto di reciproca complicità. Nella sua lettera ha fatto riferimento al successo riscosso dal giornalino al di fuori del contesto scolastico, con numerosi premi e riconoscimenti conseguiti a livello nazionale. Ma questo lo dob-biamo sopratutto a Lei, che sempre si è dimostrato disponibile a finanziare le nostre trasferte in tutta Italia, dandoci occasione di promuovere il giornale presso le più importanti testate cittadine e regionali. Se adesso il Κοινή rappresenta uno dei principali punti di forza del Maurolico, è d'obbligo condividere il merito con chi in quest'iniziativa ci ha creduto sin dall'inizio. Dal nostro canto, speriamo di poter trovare sempre la passione e l'impegno necessari per tenere alto il nome del giornale, confidando nell'aiuto indispensabile delle nuove leve.Certi che lei abbia trovato nella nuova D.S. un valido successore, la salutiamo affettuosamente.

Cordiali saluti,Il Direttivo di Κοινή

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Prof. Raffaele Talotta

Ricordo quel lontano settembre del ’93, quando io incontrai, per la prima volta, al Liceo Scientifico di Spadafora, il nostro Preside, Antonino Grasso. Mi colpirono subito due sue doti: l’accoglienza e l’affa-bilità, che permisero subito l’apertura al dialogo. Fu quella, per me, un’esperienza breve, di appena un anno, in quanto successivamente fui trasferito al Liceo Scientifico “Seguenza” di ME. Dopo 11 anni, trasferito definitivamente al Liceo Classico “Mauro-lico”, ci rincontrammo ed ebbi modo, durante gli anni di insegnamento, di conoscere ed apprezzare meglio il suo operato. Mi è rimasta impressa la di-sponibilità all’ascolto, quando si esponevano pro-blematiche concernenti casi particolari di alunni, che richiedevano grande competenza e sensibilità per affrontarli, coinvolgendo anche i genitori. In particolare, il nostro Preside ci sollecitava a conside-rare gli obiettivi formativi, volti alla maturazione della personalità degli alunni. Si dava soprattutto grande rilevanza alla formazione della coscienza storica, attraverso il collegamento, nei vari contesti, del presente con la ricchissima eredità del nostro glorioso passato, dato l’indirizzo umanistico del no-stro Istituto. Ricordo i continui corsi di aggiorna-mento per adeguare la didattica alle esigenze inno-vative richieste dal nostro tempo in continua tra-sformazione. La scuola è come una grande fami-glia, ci viene insegnato dai classici. La famosa mas-sima di Giovenale “Maxima debetur puero reveren-tia” (Sat. XIV,47), che esprime il rispetto massimo verso i fanciulli e gli allievi, nella fase formativa più delicata, che segnerà, in maniera profonda, il resto della loro vita, potrebbe aprire benissimo un tratta-to di didattica. Mi sovviene, poi, quel detto di Quin-tiliano, efficacissimo in campo pedagogico, come il precedente,“di non caricare le deboli menti degli allievi, ma di valutare le loro forze e, in modo parti-colare, ad intellectum audientis descendere, ade-guarsi alla capacità di comprensione dei propri al-lievi” (Inst. O. I, 2 -27-28). E che dire del monito dello stesso rivolto agli alunni di amare “praecepto-res suos non minus quam ipsa studia“ e di ritenerli “parentes (genitori) non quidem corporum, sed mentium” (I.O., II, 9, I). Queste citazioni non han-no uno scopo erudito, ma si vuole solo presentare l’oggetto di discussione ed approfondimento nelle riunioni con i colleghi, presiedute dal nostro Presi-de, tutti convinti dell’attualità di questi princìpi.Ed allora emerge dello stesso non solo la grande professionalità di dirigente, ma anche l’elevata

competenza e sensibilità pedagogica, unite alla pro-fonda conoscenza dei classici, base fondamentale della nostra cultura.Purtroppo, “labuntur anni” (Or., od. II, 14), poiché è giunto, anche per lui, il momento di passare il suo compito ad un altro e di dedicarsi all’otium degli studi. È con grande nostalgia, velata di tristezza, che si lascia il luogo che ha dato significato alla no-stra vita e dove abbiamo profuso con entusiasmo ed impegno le nostre energie, dove è stato dato il vigo-re della nostra giovinezza e maturità.Ma cosa è importante? Avere formato la mente e l’animo di numerose generazioni di alunni, che sa-ranno la società di domani, nella famiglia e nella professione. Dunque, noi tutti, componenti della scuola, dureremo nel futuro. La nostra opera for-mativa ed intellettuale, proiettata in una prospettiva ampia, darà continui frutti, poiché le “innumerabi-lis annorum series et fuga temporum” (Or., od. III, 30) non renderanno vani i nostri studi e fatiche. Noi saremo sempre presenti. Non è questa la gratifica-zione più grande della nostra professione? In noi tutti, operatori della scuola, rimarranno il ricordo profondo della figura del nostro preside e l’affetto e la stima, come per un grande amico. Egli fa parte della nostra vita. Lo ringraziamo per averci dimo-strato comprensione dei nostri limiti e fiducia nel-l’affidarci compiti vari, in spirito di collaborazione, che non ci ha fatto sentire il peso della sua autorità, poiché egli si è sempre considerato uno di noi.Grazie, Preside! Un abbraccio affettuoso.

MESSINA 18–VI–2012 R. TALOTTA

La sera di tale giorno, nell’aula magna del nostro Liceo, si è svolta la cerimonia in onore del Preside, Antonino Grasso, andato in pensione nel precedente anno scolastico.

G r a z i e, P re s i d e !S a l u t i d a u n e x d o c e n t e

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Valerio Calabrò III D 2011-12Sara Musciumarra I F

Premesso che potrà risultare anche provocatorio il titolo di questa intervista, riteniamo che sia la provocazione a dare una spinta al cambiamen-to,non il silenzio o la critica inutile. Dopo un inseguimen-to alquanto spericolato per i corridoi del Palacultura, Gianluigi Nuzzi si arrende alla nostra tenacia e accetta di fare quattro chiacchiere con noi. Nato nel 1969, già a 14 anni inizia a scrivere per Topolino, e, dopo essere diventato gior-nalista professionista nel 1996, comincia a collaborare con giornali come “Il Corrie-re della Sera” e “Libero”. Nel 2009 debutta con il libro-in-chiesta "Vaticano S.P.A", che ottiene un grande successo (gli introiti sono stati tra l'altro devoluti per il 50% in benefi-cenza). Nel 2010 esce anche "Metastasi" e nello stesso an-no comincia a lavorare a La7 come coautore del program-ma "L'Infedele" di Gad Ler-ner e conduttore del pro-gramma "Gli Intoccabili". Recentemente è uscito un suo nuovo libro intitolato "Sua Santità" sulle carte segrete di Papa Benedetto XVI.Parliamo del suo best-sel-ler "Vaticano S.p.a". In esso non ha fatto mistero dei problemi tra Stato Ita-liano e Città del Vaticano, in merito al modo di con-

cepire la finanza. Tra oggi e ieri come è cambiata l'istituzione-Chiesa nel modo di concepire il de-naro?Innanzitutto noi abbiamo un Papa che si può definire " ri-voluzionario " rispetto a quelli che hanno percorso tutta la storia del Novecento, perché ha cercato di controllare me-glio le finanze della Santa Se-de, gravate da troppi sprechi e faccende poco chiare, indiriz-zate in una strada sicuramen-te aspra ma inevitabile. Del resto la stessa storia del nostro paese racconta in modo mol-to obiettivo il ruolo della ban-ca offshore per eccellenza dentro Roma, lo IOR, che però gode di innumerevoli privilegi: i clienti della banca non possono essere indagati perché il Vaticano non è tenu-to a evadere le rogatorie, non avendo firmato alcun accordo internazionale sulla corruzio-ne e sulle collaborazioni giu-diziarie, cosa alquanto scan-dalosa. Proprio su questo io credo che Benedetto XVI si stia impegnando, anche per-ché la trasparenza di uno sta-to non si può "dedurre" da una sua presunta sacralità e incorruttibilità, ma si deve "constatare" con controlli se-veri e rigorosi.Nel passaggio dal giorna-lismo cartaceo a quello televisivo quali differenze ha riscontrato?Il giornalismo è un mestiere affascinante, e proprio per

questo cambiare modalità di espressione può essere utile e stimolante. Sicuramente nel condurre un programma di approfondimento (Gli Intoc-cabili su La7 ndr) si ha più visibilità e di conseguenza si incide di più, lanciando un messaggio che permane nelle menti delle persone. Non è la stessa cosa, ad esempio, scri-vere un libro, come faccio io, che risulta importante nel momento in cui io riesca a lasciare un segno che condu-ca al cambiamento e non semplicemente qualcosa a cui attingere in maniera occasio-nale. Detto questo, la televi-sione avrà sempre dalla sua parte l'immagine, che coin-volge molto più di un libro, anche se in Italia leggiamo veramente poco rispetto ad altri paesi.

L'On. Maurizio Lupi, che abbiamo intervistato a Dicembre scorso, alla domanda riguardante “la compravendita di deputa-

In nome di nostro Signore…Parla Gianluigi Nuzzi, autore del best-seller “Vaticano S.p.a”

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ti” ha detto che al di là dello scandalo l'informa-zione di oggi è troppo orientata verso i lati oscuri del prossimo e la preoccupazione principa-le non è più “la verità”, ma abbattere il proprio avversario. Secondo lei c'è questo problema nel giornalismo?Io credo che l'informazione partigiana ci sia stata effetti-vamente, e io ne ho anche fatto parte. Sicuramente è stato un errore: mio innanzi-tutto per quello che ho potuto fare, ma credo anche che il mio lavoro sia comunque sot-to gli occhi di tutti. L'on. Lupi dice delle cose che riguardano parte dell'informazione, in particolare la parte modesta. Anche qui al Sud ci sono tan-tissimi cronisti che, anziché

cercare faccende private di questa o quella persona, per dieci euro fanno articoli per-ché ci credono e lavorano so-do per raccogliere fonti. Que-sta è la vera anima del gior-nalismo.

Se dovesse dare delle li-nee guida a chi un giorno intraprenderà la carriera giornalistica, quali sa-rebbero?Il potere del giornalista è il coraggio di cercare le notizie, di evitare le trappole come, ad esempio, pensare che una notizia possa far comodo a qualcuno o essere scomoda per qualcun altro, sentire il brivido lungo la schiena nel momento in cui si ha una no-tizia in mano. La regola ma-dre è quella di andare oltre il campo visivo dei tuoi colleghi,

perché, fintanto che vedi quello che vedono loro, an-drai a solcare sentieri già per-corsi e quindi a imprimere il tuo passo su impronte già la-sciate da altri. Invece in Italia purtroppo l'informazione è come il mare: ci sono livelli di mare dove ancora oggi igno-riamo i pesci che vi abitano, e ci accontentiamo dei pesci piccoli che vivono a pelo d'acqua. Abbiamo tanto da scoprire.

Monsignor Paul Mar-cinkus, detto anche “il banchiere di Dio”, diceva: “Non si può governare la Chiesa con le Avemaria”. Qual è la sua opinione su questa frase?È l'unica cosa giusta che ha detto. Lui era un lituano che ha trovato una sintesi perfetta con il papato di Giovanni Paolo II perché poi arrivava da Cicero, un sobborgo di Chicago abbastanza violento. Suo padre era l'autista di Al Capone, e il denaro e la vio-lenza si sono coniugati perfet-tamente nel nuovo pontifica-to, poiché Wojtyla è stato co-lui che ha smosso la prima pietra del muro di Berlino, e quindi emblematico di una politica aggressiva nei con-fronti di quell'ideologia che aveva segnato la sua Polonia. Ma è anche vero che ipotiz-zaee una Chiesa debole, sen-za una sua forza geo-politica, è inimmaginabile, la realtà è diversa. La Santa Sede ha centosettanta nove sedi di-plomatiche ed è seconda solo agli Stati Uniti, e quindi ha una sua capillarità nel mon-do.

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Cristina Trinchera IV D

Nei giorni scorsi, allo sciopero proclamato dalla FLC – CGL che vedeva i docenti protagonisti delle proteste contro le “demagogiche politiche scolastiche” del ministro Profumo, hanno partecipato an-che gli studenti che, da Nord a Sud dell’Italia, hanno manifestato il proprio dissenso nei confronti di un sistema che da sempre distrug-ge i loro diritti a favore dei profitti di pochi e contro i tagli di questo Governo che, in continuità con il Governo Berlusconi, sta comple-tando lo scempio. La scuola italia-na oggi naviga in acque tempesto-se, come una nave che affonda giorno dopo giorno tra leggi e de-creti negli abissi della piattezza, dell’ignoranza e della semplifica-zione. La “spending review” del governo Monti per la scuola altro non è che la prosecuzione dei tagli iniziati dall’ex ministro Gelmini. La mobilitazione dell’Unione Stu-dentesca, scesa in piazza nelle principali città d’Italia da Milano a Palermo con azioni dimostrative e cortei, ha interessato tanto le Scuole quanto le Università, lega-te da un denominatore comune, il “diritto allo studio”, uno dei diritti fondamentali e inalienabili della persona che trova il suo fonda-mento nel comma 3 e 4 dell’art. 34 della Costituzione. Gli studenti non hanno mandato giù la frase del ministro Profumo su bastone e carota ed hanno dimostrato sfi-lando con il colorato ortaggio in pugno nella Capitale. La protesta ha interessato anche gli studenti del Liceo-ginnasio “F. Maurolico” che, invece, hanno preferito mobi-litarsi nelle ore pomeridiane unendosi al corteo dei ragazzi del Liceo Scientifico “Seguenza” e dell’Istituto Tecnico Commerciale “Jaci”, per non perdere le ore di lezione e sottolineare il loro diritto

all’istruzione. Fra i punti dello sciopero proclamato dal sindacato e supportato dalle Associazioni Studentesche, il precariato, i licen-ziamenti, i privilegi di classe, l’in-nalzamento dell’età pensionabile, il blocco del CCNL, il reclutamen-to dei docenti mediante un con-corso truffa, l’edilizia scolastica, la mancanza di sicurezza degli stabili che hanno fatto incrociare le brac-cia a Docenti, personale ATA e Dirigenti Scolastici. È vero ciò che si va dicendo da diversi anni che lo sciopero non funziona più come strumento di lotta, ma è altrettan-to vero che è l’unica possibilità che abbiamo in questo momento per rivendicare il diritto di pretendere una scuola di qualità. In questo particolare momento lo sciopero è un tentativo concreto, al di là dei falsi proclami, per fare un’analisi della situazione e individuare i punti critici su cui intervenire per rivitalizzare il nostro sistema edu-cativo nell’ambito della comunità nazionale. Le azioni dimostrative che alcuni gruppi hanno messo in atto, alcune delle quali a dir poco sconcertanti e deprecabili per la violenza inaudita e gli scontri con le forze dell’ordine, dimostrano come la scuola italiana sia in grave difficoltà, incapace di far fronte alla crisi educativa che stiamo vi-vendo. Per questo motivo il Go-verno deve fare chiarezza su quan-to sta accadendo e punire severa-mente coloro che hanno approfit-tato del malcontento generale per fare della scuola un avamposto delle ideologie che nulla hanno a che vedere con l’educazione delle nuove generazioni. La scarsa at-tenzione che il governo dei tecnici sta riservando alla Scuola italiana, colpisce principalmente gli studen-ti. I privilegi riservati alle Scuole non Statali gestite principalmente da religiosi, da Confindustria e da privati (holding, associazioni, fon-

dazioni), non garantisce ai giovani un futuro poiché alle Scuole priva-te possono accedere solamente i ricchi, mentre la stragrande mag-gioranza ha possibilità di accesso solo alla Scuola pubblica. Aumen-tare le risorse delle scuole private e diminuire quelle delle scuole pub-bliche significa destinare soprattut-to il Sud alla povertà, all’ignoran-za e consegnarlo nelle mani dello strapotere politico/mafioso. Meno scuola, meno libertà, meno libertà = schiavitù. L’Italia è un paese ricco di risorse umane e intellet-tuali e merita una Scuola pubblica di qualità, affinché l’Istruzione torni ad essere al centro della vita delle persone. Ritorni ad essere un “ascensore sociale”  e permetta a tutti di realizzare i propri sogni. La Scuola pubblica deve garantire a tutti le pari opportunità e conti-nuare a svolgere il proprio ruolo, quello che le viene assegnato dalla Costituzione, cioè di dare dignità alla persona umana guardando sempre di più i giovani come fine e non come mezzo. Se la globaliz-zazione e la mondializzazione da un lato hanno portato ad un pro-gressivo abbattimento delle barrie-re geografiche, economiche e poli-tiche, dall’altro hanno determina-to squilibri e conflittualità sociali, etniche e religiose. In questo con-testo la Scuola, intesa come luogo di maturazione di un patrimonio di valori comune e condiviso, è chiamata a promuovere una rin-novata coscienza civica e una più consapevole cultura della solida-rietà e della responsabilità. L’ap-prendimento scolastico rappresen-ta una delle tante esperienze di formazione che lo studente per-correrà nel corso della propria vita. Ecco perché la scuola deve dare senso ad una varietà di espe-rienze per ricondurre la frammen-tazione e il carattere episodico delle conoscenze ad un continuum

I pro e i contro della manifestazione

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significativo nella prospettiva del-l’apprendimento per tutta la vita. Nell’incertezza e mutevolezza de-gli scenari sociali e professionali la scuola deve svolgere un ruolo im-portante attraverso la realizzazio-ne di percorsi formativi risponden-ti alle inclinazioni degli studenti, ponendo particolare attenzione al sostegno delle varie forme di di-versità e disabilità o svantaggio e alla valorizzazione dell’unicità e della singolarità dell’identità per-sonale e culturale di ogni singolo studente. La scuola perciò deve essere in linea con i bisogni di una società pluralistica, che chiede di integrare gli aspetti affettivi con quelli del pensiero e di fare cono-scere il valore della cittadinanza e della democrazia ed esercitarne consapevolmente i diritti. La di-mensione intellettuale, quindi, è indispensabile per comprendere, giudicare, argomentare e chiarire i motivi delle proprie scelte e con-vinzioni che altrimenti sarebbero il risultato di un puro sentire irra-zionale. Il sistema educativo deve formare cittadini in grado di par-tecipare consapevolmente alla co-struzione di collettività più ampie (nazionale, europea, mondiale), svolgendo il compito di educare alla convivenza attraverso la valo-

rizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni studente. Lo studente è un individuo collo-cato in una molteplicità di contesti naturali, storici, sociali, culturali, antropologici per cui il principale compito dello Stato deve essere quello di investire sull’Istruzione, piuttosto che effettuare “tagli aziendali” rischiando di essere semplice “testimone del nostro tempo”, ma storicamente respon-sabile sia nei confronti dei giovani, sia dei meno giovani. La spending review ha tagliato 200 milioni di euro alla Scuola pubblica causan-do la perdita di molti posti di lavo-ro e la formazione delle così dette “classi pollaio” fino a 40 alunni in aule che non possono accoglierne più di 25, mettendo a rischio l’in-columità e la sicurezza di docenti e studenti e compromettendo la qualità dell’insegnamento – ap-prendimento. Una situazione, questa, di illegittimità nata dopo la razionalizzazione dell’ex ministro Gelmini, che ha depotenziato il sistema formativo mediante una riduzione dei finanziamenti sia alla Scuola sia all’Università che non ha precedenti nella storia ita-liana, soprattutto al Sud dove è tutto più difficile. Mentre al Nord, paradossalmente data la situazio-

ne di profonda crisi che stiamo vivendo, ci sono ancora grandi patrimoni e ricchezze per un cambiamento, al Sud l’unica cosa che ci rimane è la scuola, che se tornasse a funzionare potrebbe essere il volano per la nostra eco-nomia. Tagliare i fondi all’istru-zione e garantire, invece, lo scudo fiscale non è certo una mossa az-zeccata per una Nazione che in-tende puntare sui giovani. Questa regressione culturale mette in ri-salto la scarsa attenzione da parte del governo nel garantire alle futu-re generazioni quelle risorse che rappresentano la base su cui co-struire il futuro del Paese. Adesso più che ma, la scuola, più che una risorsa è un settore da potenziare per un recupero della “qualità” del sistema formativo per rico-struire dalle fondamenta il nostro Paese, mentre per il Governo Monti rappresenta un fardello su cui intervenire per sanare il debito pubblico mediante una manovra finanziaria, la così detta Legge di Stabilità che tutela gli interessi delle banche, delle multinazionali e degli speculatori, ma certamente non i diritti dei cittadini.

Foto di Alessia Giuffrida II B

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Giorgio Cardile IV C

Recentemente in Italia c’è stata una serie di manifestazioni, ri-guardanti il problema della mancanza di fondi per la scuola che sarebbero necessari per comprare materiale nuovo come le lavagne interattive (LIM), banchi nuovi, sedie nuove e altre suppellettili utili alla scuola e soprattutto a noi ragazzi.Ma non si ferma soltanto qui il problema, si è manifestato anche per il motivo che l’orario di lavo-ro di un docente passa dalle 18 alle 24 ore, quindi 5 ore al gior-no. Questo comporterebbe il licenziamento di un professore su tre, e inoltre gli insegnanti, lavorando di più, sarebbero mol-to più stressati e lavorerebbero in maniera peggiore.Per tutti questi motivi ci sono state in tutte le città di’Italia sva-riate manifestazioni che hanno coinvolto studenti e insegnanti.Giovedì 12 Ottobre, infatti, si è svolta una manifestazione alla quale hanno aderito tutti i licei

italiani. Questa protesta si è svol-ta di mattina e di conseguenza i ragazzi che hanno manifestato non sono entrati a scuola.Il 19 Ottobre, invece, si è tenuta un’altra manifestazione, ma que-sta volta è stata di pomeriggio, in modo da non saltare un giorno di scuola.Al corteo che si è svolto nel po-meriggio, però, hanno parteci-pato molti meno ragazzi rispetto a quella precedente.In molti penseranno sicuramen-te che i ragazzi preferirebbero che le manifestazioni si svolgano di mattina per non entrare a scuola, ma non è del tutto esatto.Logicamente ci saranno ragazzi che vanno alle manifestazioni solo per perdere un giorno di scuola, ma in molti non hanno partecipato alla manifestazione pomeridiana per svariati motivi: il pomeriggio è spesso impegna-to in attività extracurriculari, quali corsi di lingua o sport, ma soprattutto vi è il problema dei compiti che devono essere svolti per il giorno dopo.

Infatti, il giorno seguente alla protesta che si è svolta nel po-meriggio, i professori hanno do-vuto giustificare per i compiti i ragazzi che hanno partecipato alla manifestazione, visto che la scuola in sé vi aveva aderito.Quando manifestare?Il problema che si pone è che si dovrebbe cercare di non orga-nizzare solo manifestazioni po-meridiane, perché per i parteci-panti significherebbe rinunciare ad attività extrascolastiche e non venire preparati il giorno dopo a scuola, salvo che non si passi la notte a studiare.Ma non è fattibile nemmeno avere solo proteste che si svolgo-no durante l’orario scolastico perché comporterebbe la perdita di troppe lezioni che si dovranno successivamente recuperare a casa.La soluzione migliore sarebbe farne alcune in orario scolastico ed altre nel pomeriggio, ancora poco interessato da manifesta-zioni.

Quando manifestare?

Amo la mia scuola perché…

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Salvatore Varrica IV C

Un’altra estate è passata. Salu-tiamo il sole, il mare e i caldi pomeriggi estivi e prepariamoci ad affrontare al meglio un nuovo anno scolastico.Al meglio si fa per dire, siamo infatti a conoscenza dei continui tagli che rendono la scuola me-no competitiva e le strutture di-dattiche sempre meno fruibili da parte di noi alunni. Insomma, nuovo anno vecchi problemi.Problemi che sfavoriscono il re-golare corso didattico, e, se da una parte ci sono precari e pro-fessori senza un posto di lavoro fisso, dall’altro ci siamo noi stu-denti. Sì, perché in fondo i più penalizzati siamo noi ovvero il futuro dell’Italia. Noi, alunni non solo della Sicilia ma di tutta l’Italia, abbiamo sulle nostre spalle il futuro del paese. Ma come possiamo essere protagoni-sti se non abbiamo la certezza di trovare un lavoro e, soprattutto, un’adeguata istruzione che ci permetta di sviluppare un pen-siero, di arricchirci culturalmen-te?Un popolo senza cultura non è un popolo, e per questo noi dobbiamo lottare per salvaguar-dare la nostra scuola.Sin da subito però ci siamo fatti sentire. Cortei e manifestazioni per le strade delle città, prote-stando per mantenere intatti i nostri diritti.Come sempre, però, c’è chi ci critica, forse perché non sa cosa sono il sacrificio e il significato di lottare per qualcosa. Se da un lato qualcuno giudica noi giova-ni come “troppo choosy e svo-gliati” (ogni riferimento a mini-stri è puramente casuale), noi rispondiamo facendo sentire il

nostro interesse per il lavoro e l’amore verso la cultura.Così abbiamo organizzato una manifestazione pomeridiana, un segnale forte che fa capire che noi studenti non manifestiamo solo per saltare qualche ora di lezione o qualche interrogazio-ne, ma per lottare con tutta la nostra forza per difendere i no-stri diritti. Lottare contro questa riforma che da un lato promette immediato ingresso nel mondo del lavoro, ma che dall’altro ne-ga il pensiero libero e quindi la cultura generale, perché solo essa ci da consapevolezza dei nostri diritti.Allora siamo scesi in piazza, giorno 19 Ottobre, noi che ci crediamo veramente, a farci sen-tire e a gridare sino a perdere la voce.Abbiamo dato un po’ del nostro free time per cercare di far cam-biare questa mentalità che giu-dica noi giovani come incapaci di intendere e di volere. E invece noi lo vogliamo, vogliamo la nostra cultura che è ciò che di più prezioso possiamo ottenere.Purtroppo la partecipazione alla protesta non è stata alta come nelle manifestazioni durante l’orario scolastico, ma proprio questa scelta, di manifestare in orario pomeridiano, deve far capire che siamo dei ragazzi ma-turi, che badano al sodo, stanchi ormai di farsi prendere in giro.C’è chi non ci crede veramente, perché non si cura o non sa quello che succede ormai da tempo nel nostro paese.Dobbiamo sensibilizzare tutti i ragazzi al fine di essere consape-voli, e quindi responsabili, del futuro che ci aspetta.Un dato molto significativo che ho notato è che alla manifesta-

zione del 19 Ottobre non erano presenti solo alunni  delle ultime classi, che si affacciano alla ma-turità e alla scelta di un lavoro o di una università, ma pure chi, come me, è al primo anno.Eravamo presenti anche noi a farci sentire. Volevamo dare il nostro contributo, anche perché di solito noi del primo o secondo anno non partecipiamo spesso alle manifestazioni, dato che non siamo direttamente interessati come invece lo può essere un alunno dell’ultimo anno.Invece eravamo tutti insieme, riuniti nelle strade o tra le piazze a manifestare.Se ognuno di noi dà anche il minimo contributo, sicuramente qualcuno ascolterà.Pensateci un attimo, siamo mi-gliaia e migliaia di studenti spar-si per tutto il Paese, se anche solo la metà di noi scendesse in piazza a ribadire che noi siamo il futuro e che la scuola non si tocca, sicuramente qualcuno ci ascolterebbe.Magari qualche benpensante si fermerà a riflettere e guardando-si intorno capirà che il futuro siamo noi.Perché tutti questi politici do-vrebbero capire finalmente che l’Italia è nelle nostre mani, che tagliare sulla scuola significa nuocere al futuro e che tra qual-che anno chi dovrà portare avanti il Paese non saranno più loro, bensì noi.Un particolare saluto alla dire-zione che permette anche a noi studenti del ginnasio di esprime-re liberamente le nostre opinio-ni.

Il Corteo della seraPer chi davvero crede nel futuro

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Alessandro Buono III GMario Restuccia II FSimone Salvo III F

“La natura non produce rifiuti, sono solo un 'invenzione umana”.Questo il motto del Dott. Paul Connett, scienziato e Professore Emerito di Chimica e Tossicolo-gia della St. Lawrence University di New York, ma prima di tutto impegnato attivista ambientale.Connett è l'ideatore e realizzatore della strategia “Zero Waste” attiva già in numerosi Paesi d'Europa e d'America e finalizzata al riutiliz-zo dei materiali riciclabili e all'az-zeramento pressoché totale (99,9 %) di quelli non riutilizzabili en-tro il 2020.

“Zero Waste” si basa su 4 sempli-ci punti, il tetralogo delle 4 R:1. REDUCE / riduci2. RECYCLE / ricicla3. REUSE / riutilizza4. RECOVER / recupera

Cui se ne aggiunge un quinto, non meno importante, Re-design, che fa leva sulla disponibilità delle aziende a progettare e realizzare prodotti eco-sostenibili.

Per raggiungere tali obiettivi oc-corre seguire 10 semplici passi (in foto), ma non facciamoci illusioni: non sarà certo una passeggiata! È necessario un impegno collettivo, che nasca dalla consapevolezza e si traduca in azione.

Il 27 settembre scorso Connett ha presentato il progetto qui a Mes-sina, a Palazzo Zanca, in un di-battito molto partecipato presie-duto dal prof. Antonio Catalioto. L'incontro è stato preceduto, al mattino, da una conferenza stam-pa di cui noi del Koiné abbiamo approfittato per porre qualche domanda al fondatore. Il video integrale lo potete trovare sulla nostra pagina Facebook o sul ca-nale Youtube di Koiné. Qui ci limitiamo a riportare sintetica-mente le due domande e le relati-ve risposte.

“Lei ha dedicato tutto il suo impegno verso l'ecologia e la sua scelta universitaria (lau-rea in Chimica Ambientale presso l'Università di Cam-bridge) era già finalizzata a questo scopo oppure la sua

passione per questa tematica è dovuta a qualche esperienza particolare?”

“In realtà è un interesse che ho sempre avuto, ma che si è risve-gliato negli anni '70 grazie alla lettura di due libri: uno è “Il pic-colo e il bello” di Schumacher Ernst e l’altro “I limiti alla cresci-ta” edito dal Club Rome. In real-tà, dopo i miei studi di chimica, sono diventato un professore e, quando nel 1985 fu progettato un inceneritore, da allora iniziai a lottare duramente contro questa proposta, perché come chimico e come cittadino ritengo che sia assolutamente stupido bruciare della materia; allora e ancora adesso lamento la mancanza di sicurezza degli inceneritori e cre-do invece che i soldi destinati alla costruzione degli inceneritori debbano essere utilizzati per la realizzazione di un futuro sosteni-bile. È soltanto un cambio di im-postazione, dal concetto di tossici-tà a quello di sostenibilità. Riten-go che per la realizzazione di Ze-ro Waste sia necessario il coinvol-gimento di tutti, quindi la colla-

4 “R” to save the worldL’esperienza di Rifiuti Zero

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borazione sia dei cittadini che delle aziende.Una data importante per me fu il 1996, anno in cui per la prima volta venni in Italia e fui vera-mente contento di incontrare molte comunità locali che si bat-tevano contro l'incenerimento; questa battaglia locale si è man mano trasformata in una battaglia nazionale ed è diventato il movi-mento Rifiuti Zero Italia. Devo ammettere che l'Italia è uno dei paesi che porta avanti questa idea con più passione: questo impegno è testimoniato dal fatto che ben 92 comuni hanno aderito alla strategia Zero Waste, tra cui il comune di Napoli”.

“A differenza della nostra città abbiamo avviato a scuola un progetto di raccolta differen-ziata chiamato “La Scuola che riduce”, facendo una rac-colta non porta a porta, ma classe a classe; le volevamo chiedere se ha qualche consi-glio per migliorare ulterior-mente la nostra raccolta?”

“Sì, ho qualche consiglio da dar-vi: cercare di coinvolgere il più possibile tutti i componenti della scuola e sensibilizzarli a questa tematica; inoltre vorrei sottolinea-re che Rifiuti Zero non è un mo-

vimento ambientale, ma un modo diverso di fare politica. Voglio citare l'esempio di Beppe Grillo che da anni si fa portavoce di questo progetto. Questa iniziativa non solo può essere una soluzione al problema rifiuti, ma una fonte di risorse e di posti di lavoro.La stessa vostra presenza in que-sta sala è la metafora del cam-biamento che deve avvenire nella politica italiana: non solo parole ma anche fatti.”

Il progetto del Prof. Paul Connett non è affatto utopia, anzi potreb-be essere una valida via d'uscita: come potete infatti constatare af-facciandovi alla finestra e guar-dando in strada, vedrete cassonet-ti traboccanti di spazzatura. Guardate un po' meglio quanto cartone e quanta plastica sono presenti fra quei rifiuti. Adesso considerate un'altra cosa: perché succede che le strade siano invase da rifiuti? Semplice! Il comune di Messina non ha i mezzi economi-ci per sostenere la ditta (comuna-le) che si occupa del ritiro dei ri-fiuti e i dipendenti, non essendo pagati, giustamente scioperano.Dopo queste brevi considerazioni, vi poniamo questa domanda: per-ché, invece di ritenere la spazza-tura un problema non lo conside-riamo una risorsa?

Sottolineiamo la parola conside-riamo, non per apparire moralisti, ma perché se questo cambio di visione deve avvenire, deve partire anche dal “semplice cittadino”.Purtroppo, però, il “semplice cit-tadino” è abbattuto, sconfortato, afflitto dalle precedenti esperienze governative, che non hanno por-tato ad alcun miglioramento, per-ciò di fronte ad una nuova propo-sta o ad una nuova esperienza (il progetto di Connett è già avviato in numerosi comuni e in generale la raccolta differenziata ha dei risvolti positivi in altre città) ha un atteggiamento disfattista.Secondo me, questa è solo una blocco mentale, un antico prover-bio recita: “L'uomo fa più atten-zione ad un albero che cade piut-tosto che ad una foresta che cre-sce”.Il mio consiglio è questo: credia-mo in qualcosa, ricordiamoci di avere un briciolo di speranza, perché le cose possono cambiare.Concludo cinematograficamente citando una frase tratta dal film “Le ali della libertà”.“La speranza è una cosa buona, forse la migliore delle cose, e le cose buone non muoiono mai”.

L’intervista completa è disponibile sul nostro canale YouTube youtube.com/Koine5

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Beppe Signori, Cristiano Doni, Pippo Carobbio. (Alessio Micalizzi III G, Giovanni Iònata e Roberto Sindoni VC)

Un caloroso buongiorno a tutti dalla redazione di Maurobet, nuova rubrica nata dalla folle idea di tre ragazzi accomunati dalla medesima passione : le scommesse sportive. Questa ru-brica si ripropone di dare dritte e consigli per le vostre giocate; non ci riteniamo profeti o indo-vini, pertanto giocate con mode-razione.La colonna portante dei nostri pronostici è il calcio, ma, sotto richiesta di voi lettori siamo di-sposti a trattare altri sport ag-giuntivi. Passiamo allora in ras-segna il primo evento: i capo-cannonieri stagionali.Per quanto riguarda la Serie A troviamo in vantaggio “El Ma-

tador” Cavani a ‹2.75›, abbiamo trovato i degni rivali dell’uru-guayano in Stevan Jovetic ‹8› e Miro Klose ‹12›, senza escludere “El Principe” di Milano, Diego Milito la cui quota oscilla intor-no all’‹11›, e il capocannoniere uscente,Totò Di Natale ‹21›; po-chi dubbi sulla Ligue 1 il cui ca-pocannoniere sembra destinato a diventare lo svedese Zlatan Ibrahimovic ‹1.19›; trasferiamoci in Spagna in cui troviamo un’avvincente lotta fra titani : difatti saranno C.Ronaldo, Mes-si e Falcao a contendersi il titolo di Pichichi con le rispettive quo-te ‹2›, ‹1.90›,‹9› ; in Bundesliga le cose sono differenti :il croato Mandzukic si trova in testa alla classifica e favorito a ‹2.75›, se-guito da Huntelaar ‹3.75› e Lewandowsky ‹12›, occhio al-l’imminente rientro di Mario Gomez, stella del Bayern quota-to a ‹12›; in Premier troviamo il

favorito in Robin Van Persie ‹4› e i suoi principali avversari in Torres ‹7.50› e Suarez ‹11› senza dimenticarci dell’attuale capo-cannoniere, Demba Ba ‹15›. Pertanto la redazione consiglia Cavani-Ibra-V.Persie quota complessiva 13 per andare più sul sicuro, per gli audaci Jovetic-Mandzukic quota 22, la sorpresa Klose-C.Ronaldo-Ibra quota 28.50.Passiamo ai pronostici scudetto, una quadrupla di cui fidarsi è vittoria campionato Juve- Psg-Bayern-Porto la cui quota com-plessiva oscilla intorno al 3.50, d a p r o v a r e R e a l

Madrid-Galatasaray-B.Dortmund quota 53, e PSV-Sassuolo-Chelsea a 21.50.Andiamo nell’Europa che conta, in Champions League, nel gruppo A consigliamo la qualifi-cazione di Porto e Psg rispetti-vamente ‹1.08› e ‹1.15›; nel gruppo B Arsenal e Shalke sem-brano dover passare senza pro-blemi ‹1.02› e ‹1.19› ; più com-plicato il gruppo C che vede fa-voriti Malaga e Milan ‹1.12› e ‹1.14› ma occhio allo Zenit di Spalletti ‹3.50›; spettacolo nel gruppo D in cui al Real di Josè Mourinho ‹1.01› si possono ab-binare B.Dortmund ‹1.72› e M.City ‹1.93›; non dovrebbe essere un problema per Juve e Chelsea passare agli ottavi di finale ‹1.31› ‹1.23› ma guai a

non dare il giusto peso allo Shaktar‹1.88›; nel gruppo F il Bayern Monaco favorito a ‹1.07› è abbinabile alla sorpresa di questa edizione ovvero il BATE Borisov ‹2.50› sempre con un occhio di riguardo verso gli spa-gnoli del Valencia ‹1.40›; nel gruppo G la sicurezza è chiara-mente il Barcellona, quota irri-soria ‹1.01› per gli uomini di Vilanova e la squadra abbinabile è rappresentata dai portoghesi del Benfica ‹1.55› , favoriti sugli scozzesi del Celtic; un'altra sicu-rezza la troviamo negli uomini di Sir Alex Ferguson, il suo Man. Utd è infatti quotato ad appena ‹1.04›, in corsa i portoghesi del Braga ‹1.95› avvantaggiati ri-spetto ai rumeni del Cluij ‹3.10› e ai turchi del Galatasaray ‹3.75›, moltiplicando tutti i pas-saggi consigliati la quota oscille-rà intorno ai ‹45›.Restando in clima Champions va in scena l’ormai classico duel-lo tra Cr7 e la Pulga, il fenome-no di Madeira è attualmente favorito ‹2.50› mentre il leader del Barcellona lo segue a ‹2.75›, occhio a V.Persie che segue a ‹9›.Non solo calcio : per gli appas-sionati di politica, o per chi pro-prio non riesce a prendere una schedina in nessun modo il 6 Novembre 2012 andrà in scena la sfida Democratici- Repubbli-cani, rispettivamente capeggiati dal Presidente uscente Barack Obama ‹1.36› e Mitt Romney ‹2.90›.Per questo numero è tutto, spe-riamo di essere stati d’aiuto alle vostre schedine, giocate con cri-terio e siate responsabili, al pros-simo numero.

Maurobet!Κοινή

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Eugenia Di Giorgi III E

Noi siamo fortunati, e non lo sappiamo. Passiamo la maggior parte del nostro tempo a lamen-tarci e a desiderare qualcosa che non abbiamo. Desideriamo che non ci sia scuola, che il nostro voto sia più alto, che le persone ci diano importanza, che quella cosa così bella e scintillante sia nostra. Desideriamo sempre più di quanto abbiamo, molto di più, troppo di più. Io lo so per-ché sono così: quello che ho non mi basta mai. In questa società di caos il riflettere è come un optional, il pensare a cosa è dav-vero importante e cosa può dav-vero farci bene è quasi impossi-bile. La consapevolezza che ci sono nel mondo persone che stanno peggio di noi, che devono lottare ogni giorno per andare avanti e sopravvivere è difficile da acquisire.Quest’estate il mondo sportivo ha celebrato uno degli avveni-menti più importanti dello sport: le Olimpiadi. Un evento impor-tantissimo, che ha riunito popoli e nazioni in un unico grande evento che ha abbattuto barrie-re, confini e limiti linguistici. E poco dopo le Paralimpiadi, che hanno avuto relativamente me-no risonanza ma che costitui-scono per me un importante motivo di riflessione. Ho assistito in due settimane di gare a prove di coraggio, uomini e donne con gravissimi limiti fisici che hanno, attraverso lo sport, superato se stessi. Hanno vinto o perso, ma tutti, in entrambi i casi, hanno dimostrato quali realmente siano i limiti dell’uomo. Non sono la mancanza di un arto, la cecità o le difficoltà di movimento; il principale limite umano è il cer-vello, il non riuscire a concepire

l’idea di non avere limiti, la pau-ra nell’affrontare i propri scogli.Quest’estate ho imparato che l’uomo non ha limiti fisici o se li ha il numero di essi è di gran lunga inferiore rispetto a quello che si aspetta. Gli atleti parao-limpici sono persone coraggiose, che hanno deciso di sfidare se stessi e la loro disabilità per mi-gliorarsi. Sono stati forse soggetti a scherni e risate più volte du-rante il loro percorso ma hanno saputo prendere la loro vita tra le mani e andare avanti. Fermar-si per loro significa perdersi. Condivido quello che dice Ro-berto Saviano: se noi “normodo-tati” abbiamo dei momenti no, essi si traducono in giorni, setti-mane, mesi neri, periodi di de-pressione e oscurità che prima o poi supereremo; per i diversa-mente abili mollare significa non riprendersi più, non sopravvive-re. La forza di volontà che li tie-ne legati alla vita deve essere sempre viva, sempre pronta e io non credo sia facile. Non credo sia facile alzarsi dal letto la mat-tina sapendo di non avere scam-po, di non poter fuggire. Se io mi alzo la mattina dal letto con un brutto pensiero, una brutta

sensazione, so che prima o poi passerà, che domani potrò sve-gliarmi meglio, potrò scrollarmi di dosso i miei guai, ma se non posso fuggire, non posso fare nulla per liberarmi di un qualco-sa di sgradevole allora con che forza di volontà riesco ad andare avanti?Queste Paralimpiadi mi hanno dato modo di riflettere su quanto io sia fortunata, su quanto io possa sperare per il futuro. Quel futuro che sembra solo un pozzo nero di crisi e perdita ma che è anche il mondo in cui si dovrà ricostruire tutto ciò che si è per-so, partendo da quello che c’è in ogni persona prima ancora di quello che c’è nelle sue mani. Quest’estate ho conosciuto per-sone speciali e meravigliose che mi hanno insegnato a riflettere di più su quello che davvero mi serve e a spostare i miei limiti più in là.Sono convinta che il coraggio per andare avanti e migliorare noi stessi sia in esempi come quelli degli atleti paraolimpici, uomini e donne che sperano in un futuro tutto ancora da co-struire.

Che cos’è la fortuna in realtà?Scopriamolo guardando oltre il nostro naso

Alex Zanardi, oro paralimpico nella disciplina dell’handbike

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Angolo della Poesia

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L’Angolo della Poesia

Te. Tè.

Vorrei prendertiper poi portartinella mia casaper bere un tè.Poi quel calorecasalingo, più che altro,crea tra noiconfidenze dolci.Parliamodei tuoi benie delle disgraziecon la polvereda sparoche riempie la stanza.Ancora non soperché lo faccioma vogliorubarei tuoi averie i tuoi esseri.L'odore del tèmimetizzai tuoi scopisimili ai miei.Ormai caldie pienidi scopiusciamo fuorie ci dividiamocome senon ci conoscessimo.

Echi Ciechi

Occhi azzurri come il mare

A stento riuscivo a guardare il suo viso,il quale cuor mio faceva infuocare.Nient'altro che labbra d'un bianco narcisoe occhi azzurri e profondi come il mare.

Specchiarsi in essi era magistrale,l'unico dilemma che restava ad intaccareera che le onde spinte dal maestralein tutto l'oceano mi facean naufragare.

Adesso la bellezza improvvisamente svaniscee niente ormai si può più fare:

la giovinezza non rinsavisce!Ma se ci ripenso non potrò mai scordarequegli occhi azzurri come il mare..

Giuseppe Genovese II E

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Angolo della Poesia

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Halloween Bestia di morte,anima di sangue,brucia di fuoco di notte in ogni istante.È la sera buiadi spiriti e fantasmi,canta insieme tra i fetidi miasmi.Questa è Halloweennera di terrore,festeggia la paurasenza timore.

Giuseppe Denaro III F

Sogno Indiano

Immagina!La notteavvolta di nerosfavilladi occhi lucenti,sorridea un sogno leggeroche volae galleggia sui venti. Si posa,fragile fogliasull’acqua,Smeraldo cristallinonella notte d’India. Vedi?Piatto.Lucenteè lo specchiodel fiumeincrespato. Senti?Nell’oscuritàtranquillaun suonodi legni leggeri

e di sitar d’argentoinvade l’ariadi misteroe magia… Scivola lentala barca, e veloce,gocciando nel silenzio.E sei solasotto il ponte. L’aria sfavilladi piccoli sognierranti,smarritinella magicanebbia indiana. E ci si perde,nello scintilliocristallinodei suonidella notte d’Oriente.Sei lontana dal resto:chiudii tuoi occhie ora…immagina! 

Gregorio Scrima IV C

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Angolo della Poesia

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Una stella per me Chiudo gli occhi e abbozzo un sorriso,Provo a sognarti, poi mi addormentoMi compare davanti il tuo viso,Ne riconosco ogni lineamento.Dicon che ‘mamma’ sia la parolaIn cui si concentran le cose più belle,e che la notte sia così scuraper far brillare di più le stelle.Sto piangendo, ma non mi vergogno Ora una stella è dentro al mio sogno.“Fatti vedere, ci sei veramente?O è solo un’immagine della mia mente?”Qualcosa mi tocca con delicatezzaSembra una mano che mi accarezza.Sei qui vicina, mi vibra il cuoreAdesso quel tocco non lo sento piùMa apro gli occhi e con grande stuporeUna luce mi abbraccia.. e quella sei tu. 

Giulia Larinà III G

Haiku

Il mondo amachi ha pace dentro séanche nel buio.

Echi Ciechi

Elezioni

C'è cu t'immitaai festic'è cu t'oigganizzau toinneo i ruttic'è puru cu tipromettica n' immernu tipoitta i cupettic'è cu ricir'aggiuistarii puaitti ru bagnuc'è cu ti salutae dopo le elezioni ti pigghia pi fangu.C'è, mi rissi me ziu,puru unu ca t'accatta un appaittamentochi avi però,u saprai chiù taiddu,i fognaturi d'Agrigento.Ma c'è puru, si nivulemu parrari, cu si fingi vittima:assicutatur'a queistura,

ca si i pigghiai sbaitti mura mura.Pi' non parrarir'a siccatura ca sui magistrati!Ca pari chi ca a giustiziasu maritatie cu chiddi ca su verigalantuominisu sciarriati!Ma mi pari ca c'è quaiccosachi non quatrapicchì quannu suacchiamati sti cristiani alla fineci vulissimu sempre isari i mani?“Non li abbiamo messi noi su quelle poltrone?”Certo, addivintaru divanise no i cucini e i fratistannu troppu strittima l'insegnamento mi pari chistu:a prossima vota all'elezionesi mi trovu na listaca non è inquisitami candido ioe fazzu piazza pulita.

Andrea Santoro II F

haikutipo di componimento poetico giapponese che consiste di 17 sillabe, divise in gruppi di 5, 7 e 5, e che è destinato a espressioni essenzialmente liriche.

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La signora in giallo e rosso

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Valeria Stefanizzi III AGiulia De Luca III A

Messina sa correre. E anche veloce. Quando si tratta di ini-ziative umanitarie non si pensa mai alla nostra città, così abi-tuati a vederla arrancare nei suoi disagi interni, incapace di badare a se stessa, figuriamoci agli altri! È proprio questo at-teggiamento a rendere Messina un luogo monotono e inaridito, ricordarsi sempre e solo dei fallimenti, senza pensare alle iniziative belle. Eppure ci sono persone che spesso fanno ri-credere, proprio perché per prime non hanno dimenticato che tutti gli uomini sono citta-dini del mondo e, a dispetto della realtà circostante, non temono le nuove sfide. Queste persone sono proprio i giovani, ed è da loro che il più delle vol-te nascono nuovi stimoli per smuovere le coscienze, per an-dare oltre la visione egoistica che dimentica di analizzare la realtà al di là del proprio naso. Questa visione è arrivata fino in Africa, dove due ragazzi messinesi hanno deciso di aiu-tare la popolazione più disagia-ta. A bordo della loro Renault R4 partiranno per un lungo viaggio fino al continente nero, accompagnati da altri 1250 equipaggi. L’anno scorso han-no preso a cuore l’iniziativa gli ex studenti del nostro Liceo Mario Spinella e Carlo Restuc-cia (anni scolastici 2003-04/ 2007-08). Il rally umanitario internazionale “4LTrophy” esiste da sedici anni e nel 2011 per la prima volta Messina è

stata coinvolta nell’iniziativa proprio grazie a un’idea di Mario e Carlo che hanno dato il via all’associazione “ME4A-frica”. Quest’anno hanno pas-sato il testimone a due validi ragazzi che certamente la maggior parte di voi conosce-rà: Giuseppe Lanfranchi e Al-fredo Finanze, (a. s. 2005-06 / 2009-10) ex rappresentanti, rispettivamente, del “Mauroli-co” e del “Seguenza” . “Squa-dra nuova ma stesso spirito” ha detto Mario durante la confe-renza stampa di presentazione tenutasi il 22 ottobre al Palazzo dei Leoni. Qui i due studenti della Facoltà di Economia di Messina, alla presenza di un folto numero di ascoltatori e dell’assessore provinciale Mi-chele Bisignano, hanno presen-tato il loro programma, dicen-dosi emozionati ma pronti a questa nuova avventura. “Due anni fa non avrei mai pensato di poter riuscire a partecipare a questo progetto”- ha detto Al-fredo - “quando Mario mi rac-contava dell’esperienza vissuta

era quasi surreale, credevo fos-se una bella possibilità ma ri-servata a un numero ristretto di persone”. Invece ha scoper-to che la forza di volontà e la propensione ad aiutare il pros-simo sono “bastate” a farlo convincere che anche loro avrebbero potuto rendere al meglio come i predecessori. Infatti si è informato meglio sui reali aiuti umanitari che avrebbero portato, scoprendo che “Enfants du Desert” , l’as-sociazione no-profit alla quale sono stati donati sei notebook e numerosi accessori scolastici, quest’anno ha avanzato la ri-chiesta di materiale sanitario. I proventi racimolati anche gra-zie alla presenza degli sponsor, ( quest’anno particolarmente cospicua; assieme alla fedele presenza Di Grandi Navi Velo-ci anche la Provincia Regiona-le, l’ Università degli Studi di Messina, Marina di Nettuno Yachting Club, IDS SRL, Ar-nold&Arnold, PuntoCasa, El.Si, LE.MM., la Cattolica Lanese Assicurazioni e Com-

ME4Africa si evolve in ME4Africa2il volontariato messinese ha due nuovi protagonisti

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La signora in giallo e rosso

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Gregorio Scrima IV C

“Il Commissario designato dalla Regione....CHI L’HA VISTO??”-“Teatro presidiato perché diri-genza inadeguata”: sono le scritte appese dai di-pendenti del teatro della nostra città, il Vittorio Emanuele II, in occasione dell’occupazione del 24 ottobre. “C'è stata una fatiscente gestione da parte della dirigenza dell'Ente e del suo Cda”, hanno det-to i principali sindacati.Effettivamente, è ormai noto che gli stipendi degli orchestrali non vengono corrisposti da maggio e, secondo le ultime notizie, i circa 200.000 euro di fondi di cui il teatro disporrebbe al momento ver-rebbero utilizzati per due soli balletti e per un con-certo sinfonico che, oltre tutto, non coinvolgerebbe-ro lavoratori messinesi. Con questa somma, secon-do molti musicisti, si sarebbe potuto completare il cartellone musicale.Adesso l’unica speranza è che il Commissario no-minato dalla Regione, l’avvocato Fulvio Cintioli, possa disporre dei mezzi necessari a condurre un dialogo tra i lavoratori e l’Ente affinché Messina torni ad avere il suo teatro operativo.Oltre ai dipendenti, l’intera città paga questa situa-zione, restando privata di uno dei propri più impor-tanti centri culturali.Un altro segno, questo, di una Messina che muore, una Messina in cui la vera “Notte” della Cultura è quella che si fa strada giorno dopo giorno, toglien-do ai cittadini ogni opportunità artistica.Basti pensare a noi, studenti del “Maurolico,” e agli studenti del “Seguenza” , che ci siamo visti privati di una realtà prestigiosa ormai da tempo radicata nella vita e nella tradizione dei nostri istituti, cioè quella del famoso coro.

Si sente parlare tanto e spesso di sviluppo, di propo-ste e di progetti riguardo alla nostra città, primo tra tutti il Ponte sullo Stretto, ma non si può parlare di sviluppo se non si parte dalla Cultura, dalle forme di espressione dell’animo, perché è questo ciò che rende veramente unico l’uomo: senza l’animo e la sensibilità, sarebbe come tanti altri esseri viventi che nascono, vivono, si radunano in colonie anche di milioni di individui, costruendo “abitazioni” gran-diose, si riproducono e poi muoiono, senza lasciare traccia di sé.L’uomo, invece, è dotato di creatività, di passione, di vena artistica, e chi ha la responsabilità dell’am-ministrazione ha il dovere di garantire il valore Cul-tura tra i beni primari della società. Non è giusto che l’arte debba essere cancellata da una città solo per problemi amministrati-vi.Messina sta già soffrendo di un degrado avanzato, e la crisi del Teatro si aggiunge alla lista dei problemi che, lentamente, la stanno trascinando in un sonno profondo.

La “Notte” della Cultura a MessinaIl Teatro Vittorio Emanuele chiuso: altro segno di una città che muore.

pro Oro - Carpe Diem hanno confermato il loro contributo ) sono circa 9.000 euro. Di que-sti 4.000 verranno devoluti all’associazione e i restanti saranno utilizzati per partecipare al rally. La partenza è prevista per il 10 febbraio 2013, Alfredo e Giuseppe toccheranno le tappe di Parigi e dello Stretto di Gibilterra per inizia-re il tour che li vedrà attraversare il deserto, raggiungendo ben cinque villaggi africani. Con la stessa Renault gialla che l’anno scorso ha macinato chilometri su chilometri, porteranno alto il nome della nostra città.

Uno dei risultati migliori del progetto è sapere che Messina si è mobilitata per non far manca-re il suo aiuto, la sua partecipazione. Allo stesso modo non deve mancare la possibilità di far crescere e migliorare quest’iniziativa, contando soprattutto sulla presenza di futuri volontari pronti ad accogliere questa nuova sfida. Non lasciamo che la mancanza di operosità che schiaccia questa splendida città metta fine an-che a quanto di più bello e lodevole c’è ancora: i giovani e la loro voglia di agire.

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La signora in giallo e rosso

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Prof. Daniele Macris

A Giardini-Naxos, nei giorni 22-29/9 si è svolta la XIV ras-segna di cultura classica “Ex-tramoenia”, ideata e realizzata dalla prof.ssa Fulvia Toscano, docente di lettere presso il liceo scientifico “C. Caminiti” di Giardini-Naxos, presidente del-la delegazione AICC della ri-dente cittadina ionica ed infa-ticabile animatrice di tutto il comprensorio.Ormai è un appuntamento atteso e desiderato per l’impor-tanza, la profondità e l’origina-lità delle intuizioni della prof.ssa Toscano, che riesce a far entrare in contatto ed in-teragire energie e filoni cultu-rali di raro valore. Il tema di quest’anno è stato “Vedere greco: la Grecia ne-cessaria”, di grande e rovente attualità.Nel corso di due pomeriggi i proff. Daniele Macris, Bruno Traclò e Giuliana Gregorio hanno affrontato la visuale greca da diverse angolazioni,

in incontri molto partecipati ed interessanti. Il giorno 27 è stato dedicato tutto al teatro comico, con gli importanti contributi di Dario Tomasello (Un. Di Messina) e Filippo Amoroso (Un. Di Pa-lermo), mentre giorno 28 è sta-to presentato dai proff. Torelli e De Salvo l’ interessante vo-lume degli “Atti” di Extramoe-nia 2011.Giorno 29 c’è stata, in mattina-ta, una stimolante e vivace ta-vola rotonda su “La Grecia necessaria”, cui hanno preso parte i proff. Amoroso (Un. di Palermo), Cipriani (Un. di Foggia), Macris (Liceo Mauro-lico), Torelli (Un. di Perugia), Tusa (sovrintendente del Mare per la Sicilia), sapientemente coordinati dalla prof.ssa Maria Cannatà (Un. di Messina). Le classi II e III A del “Mauroli-co” hanno seguito con interes-se il dibattito, che ha fatto loro comprendere l’attualità del mondo classico e la sua rile-vanza nel cogliere gli aspetti della complessità del reale.

Il pomeriggio del 29 ha visto un commosso ricordo del pen-satore e saggista Zolla, in pre-senza della vedova, prof.ssa Marchianò.La sera del 29 una folta platea ha seguito la consegna dei premi Teocle ai proff. Amoro-so, Cipriani, Torelli, Tusa, al dott. Carmelo Micalizzi, presi-dente della Comunità Ellenica dello Stretto, alla memoria di Zolla. In sala, a consegnare i premi, il prof. Cupaiuolo, il dott. Sergio Todesco.Una folta rappresentanza della Comunità ellenica dello Stretto ha partecipato alla cerimonia e al buffet offerto, dove è stato possibile gustare le dolci spe-cialità greche, galaktobureko, halvàs e ravanì.Una settimana di notevole in-teresse culturale che si propo-ne, ancora una volta, come appuntamento fondamentale per ricordare e promuovere il ruolo della Sicilia nella civiltà greca e mediterranea.

XIV edizione di “extramoenia”Giardini Naxos 22-29/9/2012

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Speciale Coro Maurolico-Seguenza

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Federica Bucolo III A

Sono tante, anzi forse troppe, le parole dette in questi ultimi giorni riguardo alla chiusura del famoso e pluripremiato Coro Maurolico-Seguenza, ma è giun-to il momento di fare chiarezza sulla questione, senza censure, solo la mera verità!L’attuale preside del Liceo “Se-guenza”, la prof. Maria Rosaria Mangano, e la maggior parte del collegio docenti hanno deciso, un bel giorno, di interrompere, senza poi curarsi di dare troppe spiegazioni, la convenzione che sanciva da ben 13 anni il rap-porto con il nostro Regio Liceo per il coro interscolastico.Ebbene, la fatidica domanda che io e penso anche tutti gli interes-sati alla vicenda ci stiamo po-nendo da giorni è: PERCHÉ?Le motivazioni sono tante, alcu-ne attendibili, altre meno, ma l’unica certezza è che il coro, come istituzione, come progetto extrascolastico non c’entra un bel niente!Ci ritroviamo di fronte ad un ennesimo tentativo, che mi au-guro non andrà a buon fine, di ostruzionismo nei confronti di ciò che di bello la scuola ha da offrire a noi studenti!Soffocare l’arte e la musica sem-brano proprio le cose che rie-scono meglio all’istituzione sco-lastica, anche se, come in questo caso, il coro non creava alcun problema, e non arrecava alcun danno alla suddetta sig.ra presi-de del Liceo “Seguenza”.

Qual è il problema allora?Ciò che sappiamo è che alla ba-se vi è il nuovo piano di dimen-sionamento scolastico che po-trebbe portare ad un futuro inse-rimento dell’indirizzo scientifico nel nostro Regio Liceo.Questo evidentemente è stato visto dalla carissima preside del “Seguenza” e dai docenti come un chiaro segnale di minaccia e competizione, considerata la vicinanza dei due istituti.Girano anche voci, anzi più che altro calunnie vergognose, diffu-se da qualcuno (tirate un po’ voi ad indovinare), riguardo certi fondi destinati al coro, che il no-stro Regio Liceo, da bravo la-druncolo, ha tenuto per sé, sen-za farne usufruire al Liceo “Se-guenza” o che addirittura, con suddetti fondi, il “Maurolico” ha acquistato gli strumenti senza informare il Liceo “Seguenza”.A questo punto non so voi, ma io e gli altri coristi, siamo vera-mente indignati, anzi oserei dire schifati, dalla piega che ha preso la situazione.Non bastava aver distrutto un progetto così bello che univa le due scuole, no!C’è stato bisogno di costruire castelli in aria, e diffondere voci false e cattive sul nostro Liceo, per giustificare, in un certo sen-so, la decisione.Che ci crediate o no, l’unica ve-rità assoluta è che, come succede spesso, sono gli studenti a pagare il prezzo di faccende burocrati-che scolastiche, proprio perché la scuola preferisce anteporre i PROPRI INTERESSI agli inte-ressi degli studenti!Un progetto così bello, così forte, così apprezzato, UN VANTO per entrambi i licei, sta per esse-re rovinato da decisioni dalla dubbia ragionevolezza!

Parlo io, da corista, che da tre anni fa parte di questa meravi-gliosa realtà, che non ha unica-mente come scopo quello di fare musica, ma di riunire studenti con le stesse passioni, gli stessi sogni e la stessa voglia di fare e di divertirsi.Il coro “Maurolico-Seguenza”è una FAMIGLIA e come tale è e deve essere INTOCCABILE!Molti di noi, io in primis, ab-biamo trovato amici sinceri e leali, abbiamo trovato nuovi amori, duraturi o passeggeri, abbiamo riscoperto la passione e la grinta per dominare il palco-scenico e con esse un modo ge-nuino per divertirci.Amiamo la musica e grazie ad essa abbiamo avuto modo di fare questa esperienza che inevi-tabilmente, nel bene o nel male, ci ha segnati.E proprio per questo non ci ar-rendiamo! Non la diamo per vinta alla prima preside di tur-no!Tutti noi coristi, ex coristi, stu-denti e docenti di entrambi i licei, e coloro che ci hanno sem-pre seguito e appoggiato, ci stiamo mobilitando per cambia-re la situazione!Noi tutti, contando sul vostro appoggio, su quello delle vostre famiglie e dei docenti tutti, spe-riamo di riottenere ciò che CI SPETTA DI DIRITTO!Abbiamo bisogno della nostra famiglia, abbiamo bisogno della nostra musica, e la scuola ha bisogno DI NOI!

Il Coro “Maurolico-Seguenza”non si tocca!

“Un vanto per en-trambi i licei, sta per essere rovinato da decisioni dalla dubbia ragionevolezza”

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Silvia Cavalli III F

Sapete, mi è stato chiesto di fare ironia sulla questione dello scio-glimento del coro “Maurolico-Seguenza”, ma francamente non mi è possibile. Non riesco pro-prio a scherzare dopo aver visto un gruppo di ragazzi cantare senza essere diretti da nessuno in un cortile, dove gli insegnanti passavano, giravano la testa per leggere gli striscioni e, con gli occhi bassi, tiravano dritto. E soprattutto non riesco a ridere delle lacrime di alcuni di questi ragazzi che, durante l’esecuzione di alcuni brani, ho distintamente visto piangere. Un pianto di consapevolezza e amarezza, per-ché nessuno li ascoltava davvero: il pianto di chi crede in quello che fa ed è succube di un’ingiu-stizia, una trappola senza via di fuga. Soprattutto mi riesce diffi-cile ridere se un insegnante so-stiene che, quando ha alzato la mano per votare di rompere per sempre la collaborazione con il “Maurolico”, distruggendo il coro, non ha capito per cosa stesse votando. Aveva però udito qualcosa come: “sarebbe schizo-frenico continuare una collabo-razione con questo istituto, visto i dissidi che si sono creati.”È più o meno questo il resoconto dell’ultima protesta tenutasi il 23 ottobre dalle 15:00 nel cortile antistante l’entrata del liceo “Seguenza”, al cui interno si svolgeva contemporaneamente il consiglio d’istituto. Devo proprio dirlo: non è che mi aspettassi chissà quale affluenza in questo ultimo tentativo di far sentire le nostre ragioni, ma vedere che eravamo poco più di 25 persone mi ha deluso, e lo dico come studentessa di questo liceo che ha sempre apprezzato il nostro

coro. Credo che questa questio-ne riguardi non soltanto tutti i coristi, di cui comunque c’era una vasta rappresentanza, ma tutti gli studenti delle due scuole, e che il disinteresse verso quello che sta accadendo sia segno di scarsa intelligenza oltre che di totale insensibilità.Personalmente non riesco pro-prio a capacitarmi di quello che sta accadendo. So che di questo si è già parlato e tanto se ne par-lerà anche tra le pagine del Koi-né, ma sento di dovermi espri-mere a riguardo. Il nostro amato coro, cari studenti, sta soccom-bendo sotto il peso dell’ingiusti-zia, schiacciato da gretti campa-nilismi senza senso portati avan-ti, ed è questo che mi lascia dav-vero interdetta, dalle autorità delle scuole. A causa di questi particolarismi, sono scaturite molte voci di accusa verso il no-stro liceo che, essendo assoluta-mente insensate, dimostrano soltanto una sorta di campagna denigratoria nei confronti del-l’istituto, volta a farlo odiare dal maggior numero di persone, così da archiviare per sempre anche la questione del coro. Non voglio alimentare polemiche, tuttavia mi sembra doveroso avvertire la rispettabile sig.na Diletta di Bar-tolo, autrice di un intervento su Blog 34, che per scagliare accuse di ingente portata servono le fonti. Quindi gradirei che lei potesse gentilmente venire al nostro liceo, così magari potre-mo prendere un tè nella nostra enorme sala ping-pong (per chi non lo sapesse, secondo la sig.na è stato deciso di cacciare alcune classi del “Seguenza” che usava-no il “Maurolico” come succur-sale per adibire un’aula a questo scopo) e, adagiandoci su una poltrona di questa sala (INESI-

STENTE) potrà ben spiegarmi le sicuramente autorevolissime fonti da cui ha attinto per scrive-re che i finanziamenti del coro “rimasero nelle esclusive mani del Maurolico” (lo sa, la sig.na, che il coro ha acquistato degli strumenti musicali con i premi vinti agli ultimi concorsi?), che il “Seguenza” subisce “soprusi” dal nostro liceo e, soprattutto che il “Maurolico”, lo scorso anno, pretese di trasferire “come pacchi postali” alcuni alunni del “Seguenza” nel proprio istituto. Il documento a cui mi sto rife-rendo, secondo le ultime notizie, è giunto alle mani della prof. Crieleison dopo essere stato pro-tocollato. E comunque, al di là di questo, io invito fermamente gli alunni di entrambi i licei a non scagliare più accuse che, nella maggior parte dei casi, so-no infondate e fanno solo male all’immagine di chi le pronun-cia. La via da perseguire è sicu-ramente quella della distensione e della pace.Ciò che invece è davvero scan-daloso è che un altro documen-to, sicuramente di maggiore rile-vanza e spessore, è stato total-mente ignorato. Parlo di un do-cumento stilato da Sonia Man-graviti, ex allieva del “Seguen-za” ed ex membro del coro, nonché direttore del celebre coro a cappella “I Mirabili”, che riporta delle interessanti osser-vazioni tecniche. In esso sta

La vicenda del coro vista da un’alunna qualunqueNon facciamoci intrappolare in una rete di gretti campanilismi.

“Non si deve sottostare alle ingiustizie e all’in-differenza che uccide qualunque cosa ed è uno dei mali maggiori della società”

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scritto ad esempio che, se si creassero due cori distinti, questi non soltanto sarebbero numeri-camente molto inferiori del coro “Maurolico-Seguenza”, ma an-che impiegherebbero, nella mi-gliore delle ipotesi, anni per tor-nare agli alti livelli del preceden-te. Per non parlare del fatto che non sempre progetti corali han-no avuto fortuna in altri istituti (è il caso dell’ “Archimede”). Vi invito a leggere questo docu-mento reperibile nel gruppo Fa-cebook “Let me live”. Nonostan-te il documento sia stato sotto-scritto da personaggi del calibro di G. Mirabile, ex direttore del coro, G. Mignemi, docente al conservatorio di musica “V. Bel-lini” di Palermo, P. Veleno, do-cente al conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara, L. Amati, didattica della musica e direttore artistico dell’associa-zione culturale Steps, esso è sta-to totalmente ignorato e la sua autrice definita da un insegnate una immensa delusione, spe-cialmente perché ha diretto il

coro “Maurolico-Seguenza” durante la protesta del 19 in so-stituzione del direttore ufficiale. Per non parlare delle voci male-vole del giorno seguente, che riportavano l’episodio narrando di “insulti” di questa giovane verso le autorità del “Seguenza” , cosa ovviamente falsa.Scusate veramente se mi sono permessa di scrivere questo, spe-ro solo che nessuno se ne senta offeso. Tuttavia, avendo appreso dagli studi che sto facendo che è giusto lottare per le buone cause, che non si deve sottostare alle ingiustizie e che l’indifferenza uccide qualunque cosa ed è uno dei mali maggiori della società, ho dovuto esprimere la mia vi-sione delle cose. Spero solo che noi alunni, spesso più saggi e meno manipolabili di quanto possiamo apparire, non ci fac-ciamo influenzare dalle maldi-cenze, non ricadiamo in un tur-bine inutile di accuse reciproche, come qualcuno vorrebbe. Tutti i motivi che dividono i licei “Maurolico” e “Seguenza” , che

a mio avviso restano comunque opinabili e molto più simili ai litigi di due bambini che alle dispute tra istituti di spessore, non possono influire su un’attivi-tà bella e formativa quale quella del coro è. Dunque quello che dico io è : non fermatevi, perché potranno impedirvi di cantare assieme a scuola forse, ma non fuori. Potranno non riconoscere quest’attività come scolastica, ma questo è secondario. Non smettete di cantare insieme: siete molto bravi e mi (e ci) fate emo-zionare. Siate la dimostrazione che i campanilismi e le accuse possono tenersele le autorità, che voi siete superiori a questo. Siate esempio di collaborazione costruttiva tra istituti, che alla fine non sono così diversi. Infine, come recitava uno striscione, che purtroppo solo in pochi (quelli accorsi all’evento) abbiamo po-tuto ammirare, durante la prote-sta: “la nostra voce non si spezza come una noce”.

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Francesco Abbadessa I C

Avete presente quei film, nei quali la tipica scena da flash-back è un ambiente illumina-to da una luce diafana, per-sonaggi che si comportano in modo apparentemente natu-rale pur compiendo ogni azione ad una velocità assur-damente lenta e suoni ovattati e distorti. Sono queste le im-magini che scorrono nella mia mente mentre cerco di riempire questa pagina bian-ca; forse, una delle pagine più dolorose e difficili da scrivere e da raccontare. Vedo i so-prani che provano insistente-mente la loro parte, sento i bassi la cui poderosa voce su-pera qualsiasi insonorizzazio-ne, i contralti la cui popola-zione nel giro di 10 minuti va da due a venti componenti, e i tenori che si arrampicano sulle cime più alte e inesplora-te del pentagramma. Vedo tutto ciò e nel frattempo le lacrime rigano il mio volto; Lo so, chi mi conosce sa che mi piace dare adito ai senti-mentalismi. Ma se penso che i protagonisti della nostra sto-ria oggi erano riuniti per combattere l’ingiustizia più grande, la privazione di una famiglia, con la solo arma del canto non per fare la guerra, non per addossare le colpe, non per individuare un capro espiatorio, ma semplicemente per affermare la propria fra-ternità, la propria amicizia, la propria passione per la musi-ca ed il canto, mi commuovo fino alle lacrime. La festa del-la musica del trenta Ottobre non è stata una semplice ma-

nifestazione musicale: è stata molto di più; Su quel piccolo palco si sono avvicendate le emozioni di generazioni di coristi, dai meno ai più recen-ti; hanno riecheggiato nume-rosi brani che hanno diverti-to,commosso e perché no an-che annoiato; si sono susse-guite le voci di maestri e per-sonalità legate ormai in modo inscindibile al coro. Recitava un titolo “Mille voci, una sola anima”, ed effettivamente anche stavolta non siamo stati smentiti; E poi un’altra volta insieme, sul palco sotto i ri-flettori, tenendoci per mano come se fossimo un tutt’uno per cantare Fix you: la stan-chezza è tanta, ma la voglia di cantare e più forte, e tremia-mo… in un attimo quel mo-mento unico e irripetibile che nessuno si sarebbe augurato finisse termina come era ini-ziato e tra gli applausi i nostri sguardi si incontrano, felici ma allo stesso tempo smarriti. Non è possibile che quello sia stato l’ultimo momento di magia del coro “Maurolico- Seguenza” , l’ultima esibizio-ne, l’ultimo momento insie-me… La fine di qualcosa è sempre l’inizio di qualcos’al-tro più bello, divertente, av-venturoso. Il Coro si chiude sulla carta, ma le nostre idee non possono essere cancellate, non devono essere cancellate, noi saremo autori del nostro futuro. Ora osserviamo l’aula musica, nella quale almeno un quarto dei mauroliciani non è mai entrato, cadente, polverosa; essa è semplice-mente il simbolo dello scem-

pio di cui il coro è stato vitti-ma come anche la nostra stes-sa città che fin troppo è stata martoriata in tale ambito. Il perché di tutto ciò è di poco conto: diceva Tolstoj: “Se-condo noi posteri, che non siamo né storici né affascinati dal processo delle indagini, e che quindi possiamo conside-rare gli avvenimenti con il semplice buon senso non of-fuscato in alcun modo, i mo-tivi di questa guerra ci ap-paiono in numero incalcolabi-le. A mano a mano che ci ad-dentriamo nella ricerca delle cause, tanto più numerose esse ci appaiono; ogni causa presa isolatamente od ogni serie di cause ci si presentano tutte ugualmente giuste se considerate in sé e per sé op-pure tutte ugualmente false, perché insignificanti, se para-gonate all'enormità dell'avve-nimento; ugualmente false perché insufficienti a produr-re, senza la partecipazione di tutte le altre cause concomi-tanti, quanto è accaduto.” In conclusione, la lotta non è finita, la salita non è termina-ta anzi è appena iniziata, ser-biamo nel nostro cuore le la-crime di oggi e trasformiamo-le nella nuova forza per ri-creare questo coro, per ri-comporre questa famiglia, per rivederci ancora, perché que-sto non sia un addio. Nel frat-tempo rimanga impressa nel-la nostra mente e nei nostri cuori quella sinergia e armo-nia di voci che a voce unani-me gridava/cantava: “LET ME LIVE”.

Non è un addio, ma un arrivederci

Κοινή

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Voci di corridoio

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Federica Fusco II E

Innanzitutto Egregio Regio Liceo Maurolico, come sta andando quest’inizio d’an-no?Potrebbe sicuramente andare meglio, un tempo l’inizio del-l’anno era un momento molto bello per me, vedevo i nuovi stu-denti camminare per i miei cor-ridoi felici e spensierati. Que-st’anno invece sono così pochi che mi sento molto abbattuto per questo.Ma non crede alla fin fine di essere superato, alla fine lei, con tutto il rispetto, ha 151 anni!Ma che corbellerie son queste! Io sono giovanissimo, se pensa che all’interno delle mie mura vengono insegnate lingue che venivano parlate migliaia di anni fa. Se io sono “superato” come dici tu, il latino,il greco dovreb-bero essere inutili! E questo non glielo faccio dire, perché se an-cora oggi leggendo, Seneca o Archiloco, uno studente si im-medesima e si commuove, vuol dire che quello che scrivevano questi autori alla fine è valido anche oggi nell’epoca dei “social network”. Allora come spiega il calo delle iscrizioni e il disinte-ressa della società nei con-fronti degli studi classici?È semplice, mia cara, ragionare non è più “di moda”, o meglio ormai il ragionamento deve es-sere veloce,istantaneo. Perché perdere tempo per provare a capire, quando si può avere tutto subito. Inoltre gli studiosi, di qualsiasi tipo, sono silenziosi o comunque sanno che c’è un momento della giornata in cui la “conversazione”principalmente deve avvenire con il libro. Que-sto non può essere concepito in una società dove tutto deve esse-re spiegato, in una società in cui

il silenzio è un male, in cui la “comunicazione” è alla base della vita. Le persone silenziose divengono asociali, e spesso quindi gli stessi studiosi diven-gono asociali.Quindi lo studio è inutile per questa società?Al contrario, cara, lo studio sa-rebbe utilissimo per questa so-cietà. Il problema è che pochi lo capiscono, e che quelli che lo capiscono, vedi il governo, spes-so per paura di quello che le “menti pensanti” possano fare lo osteggiano.Grazie mille per le sue paro-le,sono state d’insegnamen-to! Cambiamo argomento completamente e parliamo delle elezioni studentesche. Cosa ne pensa, Egregio Re-gio Liceo?Prego, come vedi noi giovinetti di 150 anni qualcosa ancora ca-piamo. Per quanto riguarda le elezioni studentesche, ho ascol-tato con molta attenzione i punti dei candidati, devo dire che sono numerosi e impegnativi. Spero per tutti i miei studenti che ven-gano mantenuti o almeno che vi sia impegno da parte degli eletti nel provare a mantenerli. Certo una cosa te la devo proprio dire, non ho molto apprezzato come sono stato trattato. Il cortile, le porte dei bagni pieni di manife-

sti elettorali. Che cosa fastidiosa e che mancanza di rispetto nei miei confronti!Mi dispiace che lei abbia dovuto subire questo trat-tamento, cosa ne pensa in-vece del Koiné?Io credo che il Koiné sia una delle più belle attività che ven-gono fatte qui, ma ormai con il passare del tempo sta diventan-do quasi scontato che vi sia un giornale scolastico stampato ogni mese. Questo porta a un disinteresse, a mio avviso, da parte di molti nei confronti di un’attività così importante, trop-po spesso criticata. Questo non sa quanto mi fa male, avere un cosa così bella e vedere che que-sto non è capito da quasi nessu-no.Comprendo la sua frustra-zione. Le voglio fare un’ul-tima domanda cosa si sente di dire ai suoi alunni di quarto ginnasio?Sono felice che tu mi dia l’op-portunità di fare ciò. Ai “quarti-ni” voglio dire questo, ricordate che voi siete gli ultimi coraggiosi “classicisti”, che siete e sarete sempre più “merce rara”, il cammino non sarà semplice, né a scuola né tantomeno quando uscirete da qui. Infatti qui non imparerete nulla se non a pensa-re, e pensare in questa società, a quanto pare, non è “redditizio”. Ma non scoraggiatevi, non di-sperate perché voi dovete dimo-strare che invece la cultura, la vostra cultura non solo è utile, ma ha anche creato il mondo come noi lo conosciamo. Noi non ameremmo come amiamo, non mangeremmo come man-giamo se non lo avessero fatto prima di noi tanti e tanti altri. E con questo concludo sennò ri-schio di dilungarmi, grazie mille per la possibilità che mi avete offerto.

Intervista immaginaria al “Maurolico”

Κοινή

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Voci di corridoio

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Marco Riccardo I F

La scuola è iniziata già da un po’: le giornate sono sempre più scure e cupe, il girone infernale di interroga-zioni-spiegazioni-compiti sembra abbia messo piede nelle classi, l’ansia degli esami di Maturità inizia, forse, a farsi sentire, l’emozione del liceo comincia un lento decadimento.

La scuola è iniziata già da un po’ ed io speravo in un cambiamento: volevo credere che non ricominciasse tutto allo stesso modo, con il solito primo giorno di scuola.

Ne desideravo uno diverso: in fondo, cosa c’è di sbagliato?

Aspettavo che qualcuno mi desse un motivo per studiare ogni giorno.

Aspettavo che qualcuno ignorasse, almeno un po’, il programma e, anziché parlare di quello, mi facesse capi-re perché ha deciso di spendere la sua vita qui, tra queste pareti corrose dal passare del tempo.

Aspettavo che non nominassero solamente il mio nome all’appello e non mi domandasse-ro sull’estate, ma speravo vivamente che mi venissero vicino e, con un po’ d’affetto, mi chiedessero se, dopo due anni, avessi capito chi fossi.

Aspettavo che mi dicessero che tutto ciò che imparo da loro ha un senso e che non sia solo tempo perso.

Primo giorno di scuola: sembra il momento esatto per ripartire, per rinascere.

Primo giorno di scuola: ne mancano solo altri 199. 

Il primo giorno di scuola (che vorrei)

Eleonora Samarelli V E

“Sei una bambola. Sei come una bella proporzionata e zuccherosa bambola. Occhi azzurri, capelli biondi, sorriso smagliante dipinto in faccia. Sei una bambola, con quei tuoi modi di fare, quella mania di apparire bene, quei tacchi a spillo, quelle occhiate eloquenti che rivolgi ai ragazzi. Ma rimani bambola. Rimani bambola quando sei tu stessa a parlare e a far crollare tutti i castelli di carta che la gente si è costruita su di te solo con un tocco, uno solo, della tua arroganza, sicurezza, ignoranza. Sei ignorante. Parli di cose che non sai, dai giudizi che non capisci, spieghi lezioni che non hai vissuto. Bambola. Bambola nella tua vita fatta di quotidianità, bambola nel tuo equilibrio, bambola nella tua omertà. E non c’è bambola che asso-migli a te. Sei unica e sola. Non provi veri sentimenti, non vivi divertendoti, non rompi mai la tua catena di equilibrio. Non eccedi mai. Resti lì, immobile, dove ti hanno lasciato i tuoi padroni, dove proclami la tua indipendenza. Non sei libera. Né quando parli, né quando consigli, né quando spieghi. Bambola. Pri-vata della propria libertà, della propria cultura personale. Bambola. E bambola resterai, finché non ti co-glierà qualcuno che esplicitamente ti dirà che non sai niente di niente del mondo, della vita. E a quel pun-to non potrai replicare e ti renderai conto di quante cose né tu né io né Dio stesso sa.…Ma non accadrà mai. Perciò resti bambola. Resti burattino nelle mani dei tuoi padroni. E resti così per sempre.”

“Bambola: lettera ad una persona”

Κοινή

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Voci di corridoio

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Risultati Elezioni per i Rappresentanti d’Istituto

Lista n° 3A.L.T.: Revolut

tion

Genovese

Chimenz

Calogero

Palmeri

Conti Nibali

Nicosia

Musolino

Panta

134

89

21

44

51

25

16

30

Lista n° 2School in Acti

ion

Capobianco

Natoli

Calderone

Liossis

Ravesi

Giliberto

Morgante

Salamone

96

26

37

11

24

9

10

9

Lista n° 1We care

Currò

Denaro

Zavettieri

Maisano

Anselmo

Sindona

Sciliberto

Maceli

193

105

55

23

23

25

12

70

Risultano eletti come componenti dell’organo di garanzia:• Emanuele Paleologo II C• Bianca Maria Milazzo V C

Il direttivo si scusa per eventuali errori nel conteggio dei voti

Rendiconto semestrale fondo cassa studentesco15/06/2012 Festa d’istituto MeridienData la scarsa affluenza alla festa, abbiamo dovuto attingere al Fondo Cassa per pagare i seguenti servi-zi:• 360€ Autobus (Giuntabus), da aggiungere a quelli

pagati dagli studenti, per un totale di 3058€• 450€ Consolle, di cui 100€ per il vocalist e 350€

per i Dj (Gabry B, Arcovito e Maniaci)• 175€ Panini di cenaTotale spese aggiuntive da Fondocassa: 360€ + 450€ + 175 € = 985€

Totale Fondo Cassa prima della festa: 1052€Al totale aggiungiamo le rimanenze della Festa (soldi ricavati dalle prevendite): 1052€ + 300€ = 1352€Al totale sottraiamo le spese aggiuntive di cui sopra: 1352€ - 985€ = 367€Totale Fondo Cassa dopo della festa: 367€

18/10/12Acquisto attrezzature manifestazione 19/10Spese affrontate:• 15€ Striscioni• 6€ Bombolette• 49€ Megafono e batterieTotale spese: 70€Al totale del Fondo cassa sottraiamo le spese: 367€ - 70€ = 297€

TOTALE ATTUALE FONDO CASSA: 297€

Lista n° 4To be right

t

Vetrano

D’Amico

Mancuso

Calapso

Turano

D’Urso

Calderonio

Pollicino

19

8

34

40

12

21

15

8

I Rappresentanti a.s. 2011/12 e i Rappresentanti ad interim a.s. 2012/13Massimiliano Arrigo (ex III C)

Luigi Genovese (II C)Pierbasilio Currò (III H)

Arianna De Arcangelis (ex III H)Ferdinando Chimenz (III A) – Ad interim

Alessio Capone (I F) – Ad interim

Κοινή

Page 31: Koiné - Ottobre 2012

La RedazioneIl DirettivoFederica Bucolo III AGiulia De Luca III AFrancesco Ravesi II EMario Restuccia II FSimone Salvo III F

I Redattori

Valeria Stefanizzi III AGiorgio Cardile IV CGregorio Scrima IV CSalvatore Varrica IV CGiovanni Ionata V CRoberto Sindoni V CFrancesco Abbadessa I CCristina Trinchera IV DEleonora Samarelli V EFederica Fusco II EGiuseppe Genovese II EEugenia Di Giorgi III ESara Musciumarra I F

Marco Riccardo I FAndrea Santoro II FSilvia Cavalli III FGiuseppe Denaro III FAdele Ferrara III FAlessandro Buono III GGiulia Larinà III GAlessio Micalizzi III G

Hanno collaborato:il Prof. Daniele Macrisil Prof. Raffaele Talottail gruppo letterario EchiCiechil’ex alunno Valerio Calabrò

Vignettisti e fotografiMarta Amato II ACristina Collufio II AAlessia Giuffrida II BEmanuela Ferrara I DAdele Campo I EVirginia Gregorio II ECaterina Marabello II EDomenico Pino II F

La testata dell’a.s. 2012/2013 è stata realizzata da Francesco Sorrenti II F

Stampato presso Società Cooperativa Spignolo a.r.l. - Via Maffei 8, Messina ME - Tel. 090 717340 - Fax 090 6415659

Le altre testate che hanno partecipato al concorso sono disponibili sulla pagina facebook.com/koinemaurolico

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I candidati di quest’anno - foto di Virginia Gregorio II E

Invia articoli, poesie, recensioni, foto, ipse dixit e disci-pulus dixit al nostro indirizzo email:

[email protected] mi piace sulla pagina facebook.com/koinemaurolico

I video delle interviste sono disponibili sul canale youtube.com/koine5

KoinografiaDa quest’anno Koiné ha una nuova rubrica! Inviateci le vostre foto e i vostri disegni, saranno

pubblicati su questa pagina e alla fine dell’anno concorreranno ad una sezione di Koinéccellenza.

Un momento della cerimonia di Koinéccellenza - foto di Francesco Ravesi II E