Lazialita Ottobre 2012

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INTERVISTA A CONNIE CHINAGLIA SEGUITEMI EUROPA LEAGUE INCHIESTA SPONSOR DOSSIER Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma OTTOBRE 2012 • ANNO XXVII • N° 360 • € 4,90 IN REGALO IL POSTER DI MICHA Ë L CIANI ESCLUSIVA IL NUOVO INSERTO LAZIALITÀ PEOPLE ALL’INTERNO

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Page 1: Lazialita Ottobre 2012

INTERVISTA ACONNIE CHINAGLIA

SEGUITEMIEUROPA LEAGUEINCHIESTA SPONSOR

DOSSIER

Tariffa R.O.C. - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma

OTTOBRE 2012 • ANNO XXVII • N° 360 • € 4,90IN REGALO IL POSTER DI MICHAËL CIANI

ESCLUSIVA

IL NUOVO INSERTOLAZIALITà PEOPLE

ALL’INTERNO

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Connie, ripartiamo dall’inizio. Quan-do e come hai conosciuto Giorgio?Lo conobbi a Napoli nel 1967, quando giocava nell’Internapoli. Ero in strada, al Vomero, con una mia amica che ora abita a Chicago. Giorgio passava di lì con alcuni ragazzi, e siccome con la mia amica parlavamo in inglese e lui lo capiva, lo hanno mandato avanti. In realtà non era affatto interessato. Giorgio mi sembrò molto timido. Ci frequentammo a lungo come amici, ci vedevamo e parlavamo. Gli piaceva ascoltare la musica. Sono stata io a fare il primo passo. Ci siamo sposati nel 1970.

Perché la tua famiglia viveva in Ita-lia?Mio padre era un militare statunitense della Nato di stanza a Napoli. Mia ma-dre aveva origini napoletane.

Che caratteri distintivi attribuisci alla personalità di Giorgio?Era timido, come ho detto. Un uomo semplice, diceva quello che pensava, istintivamente. Buono, dolce, malin-conico. Un ragazzo completamente solo, figlio di emigranti. I suoi genitori vivevano in Inghilterra e gli mancava-no. Lo capivo, perché anche io avevo nostalgia degli Stati Uniti. Ci ha uniti soprattutto la lontananza dagli affetti.

Perché era considerato un trascina-tore? Perché dava più degli altri, in campo e fuori del campo. Voleva essere ama-to proprio perché era cresciuto solo e si sentiva solo. I tifosi della Lazio lo esaltavano, lo avevano eletto a simbo-lo della squadra. Voleva farli felici. Era legatissimo a quei colori e in Italia non avrebbe mai giocato da un’altra parte.

Il calcio era tutto per lui?Sì, era tutto. Lo aiutava ad esprimere se stesso, il suo valore di atleta e le sue qualità di uomo leale, coraggioso, combattivo.

Tu andavi a vedere le partite?Certo. Quando le cose andavano bene

era una festa. Ma quando si metteva male uscivo dallo stadio, facevo una passeggiata, mi estraniavo.In pochi sanno che sei la cugina di Mike Eruzione, il grande campione olimpionico di hockey su ghiaccio.

Perché Mike è stato così famoso?Era il capitano della squadra olimpica nel 1980 e segnò il gol decisivo nella partita contro l’Unione Sovietica pas-sata alla storia con il nome di “Mira-colo sul ghiaccio”.

Hai nostalgia di Roma e dei bei tem-pi?Roma mi manca moltissimo, come mi manca la vita da favola che ho vissuto

con Giorgio, a Napoli, a Roma e a New York...

Ricordi quando Giorgio dormiva a casa di Tommaso Maestrelli perché i tifosi della Roma lo aspettavano sot-to casa per vendicarsi?Altroché. Dopo un goal nel derby andò ad esultare sotto la curva dei tifosi ro-manisti. Da quel momento lo cercava-no dappertutto e si appostavano sotto casa. Lo avvertivano e mi telefonava per dire che sarebbe rimasto a dormi-re da Maestrelli. Erano momenti diffi-cili, pericolosi per la nostra incolumi-tà. Si trattava di reazioni rabbiose che capivo poco. La gente laziale, invece, ci amava incondizionatamente.

Connie, la prima moglie di Chinaglia:

“giorgio tornerà a Roma... e peR sempRe”

Chi non ricorda, tra i laziali, Connie Eruzione, la prima, bellissima moglie di Giorgio Chinaglia, la ragazza americana dagli occhi azzurri? Risponde ad alcune domande che riguardano il mito Long John,

a qualche mese dalla sua scomparsa. La rintraccio dove vive, a Winthrop, nel Massachusetts, cittadina situata all’ingresso nord di Boston. Mi apre il figlio George junior, che ha da poco aperto

un sito in onore del padre (www.iamchinaglia.com). Connie è ancora al lavoro. Svolge l’attività di manager di una compagnia italiana, la famosa Pratesi, con negozi in tutto il mondo che offrono articoli casalinghi,

per il giardinaggio, prodotti in cristalleria, porcellana, ecc. Quando torna, mi ringrazia per il libro che ho scritto (Il talento della malattia, Avagliano Editore), nel quale ripercorro le tappe della carriera

del campione Giorgio Chinaglia accanto alla mia vicenda strettamente personale. È lei, insieme ai tre figli, la testimonianza diretta del più grande calciatore nella storia centenaria della Lazio.

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di Alessandro Moscè - Foto: iamchinaglia.com

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intervista

Giorgio e Connie il giorno delle nozze

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il personaggio

Prendete dei mattoni, create una buona base, disponeteli uno sopra l’altro aiutan-dovi con della malta ed avrete il vostro bel muretto. Oppure: prendete una squadra, create una buona intelaiatura, disponete in campo i calciatori facendovi aiutare da un buon allenatore, prendete un volo per la Francia e tornate a casa con il vostro nuo-vo muro biancoceleste. Non un semplice difensore, ma un colosso. Non un marca-tore, ma una minaccia per l’attaccante av-versario. Storia di Michaël Ciani, secondo rinforzo del calciomercato estivo della La-zio dopo il brasiliano Ederson. Petkovic lo attendeva impaziente, Lotito lo ha accon-tentato per blindare col cemento armato la porta difesa da Federico Marchetti. Sfu-mato Breno, carcerato in Germania per aver appiccato il fuoco all’interno della propria abitazione, la società si è gettata alla ricerca di un acquisto importante per il reparto arretrato. Granqvist sembrava ad un passo, ma la trattativa con il grifone è tramontata quando sembrava imminen-te l’ufficialità. Le suggestive candidature di Rolando e Kolo Touré non durano nean-che il tempo di far sognare i tifosi, allora ecco che diventano calde le piste francesi: la Lazio sta pensando a Yanga Mbiwa del Montpellier titolavano i quotidiani, atten-zione a Rami del Valencia ribattevano i vari siti d’informazione. Poi un blitz nel-la notte, Tare su un volo per Bordeaux, in poche ore Ciani viene convinto: lascerà i girondini francesi per i girotondi capitolini. Un’operazione lampo per una cifra di poco inferiore ai 4 milioni di euro ed un contrat-to scadenza 2016 con un ingaggio di circa 1 milione di euro. La maglia biancoceleste numero 2 ha trovato il suo nuovo padrone, due come i gol subiti dal Bordeaux nelle quattro gare ufficiali d’inizio stagione con Ciani al centro della retroguardia. Le re-centi modifiche del regolamento Uefa gli consentiranno di giocare l’Europa League con la Lazio nonostante il suo impiego con l’ex club nei Playoff contro la Stella Rossa. Storia di Michaël Ciani, storia di oneri e onori: nonostante l’accordo già raggiunto con la Lazio, il centrale prima di lascia-re definitivamente la Francia è sceso in campo per l’ultima volta con la divisa del Bordeaux per fronteggiare il temibilissi-mo Psg di Ancelotti, Thiago Silva, Verratti,

Lavezzi ed Ibrahimovic. Una partita ecce-zionale nella quale lo svedese ex Milan si è trovato di fronte ad uno scoglio insor-montabile. 0 a 0 il risultato finale, missio-ne compiuta e partenza verso Roma. Poco dopo una lettera di ringraziamento da parte dei girondini sul proprio sito ufficia-le ha voluto sottolineare la professionalità del ragazzo ventottenne. “È triste vederti andare via, ma sappiamo che ora sei in un grande club. Ti auguriamo un grande successo in Italia e ti rassicuriamo scri-vendoti che non ti dimenticheremo mai!” le parole riconoscenti, firmate Football Club des Girondins de Bordeaux. Adesso è tempo di Lazio: dal blu si è passati al celeste, dalla “V” sul petto all’aquila im-periale. Quell’aquila che vuole partire dal suo muro per raggiungere i cieli più alti. Bonne chance Ciani, bienvenue dans la Ville Éternelle!

potenza allo stato puro189 cm per 88 kg le sue dimensioni (poi-ché trattasi di muro), anche se le superfici andrebbero misurate in metri quadrati. Abile con ambedue i piedi sebbene destro naturale, è un ottimo colpitore di testa, uno (anzi quasi due) che sui calci d’angolo a favore riceve “speciali attenzioni difensi-ve” nell’area di rigore. La sua arma prin-cipale è la potenza, ma allo stesso tempo sa sfruttare il gioco d’anticipo per ferma-re l’attaccante di turno. Se per fisionomia alcuni calciatori mettono quasi tenerezza

a chi li osserva, il malcapitato avversario di turno non dormirà sogni tranquilli im-maginando la roccia francese e lo scontro fisico in partita.

la roCCIa Della GuaDalupa sBarCa a roMa Michaël Ciani (scritto anche Mickaël), na-sce il 6 aprile 1984 a Clichy-sous-Bois, nei pressi di Parigi. Originario della Guadalu-pa, isola delle Antille, come il suo mito Lilian Thuram, inizia la sua carriera cal-cistica nel 1996 con la squadra dilettan-tistica dell’ES Colombienne. Dopo quattro anni, torna nella sua città natale tra le fila delle giovanili del Racing Club di Pa-rigi, compagine con la quale collezionerà una sola apparizione nel Championnat National, terza divisione francese, duran-te la stagione 2001-2002. Nell’estate del 2003 viene ceduto al Charleroi, squadra della massima serie belga, dove disputa 18 partite di campionato siglando anche un gol. Passa solo un anno e Ciani torna in Francia per militare nell’Auxerre, tra-scorrendo la sua prima stagione tra le riserve. La stagione successiva passa in prestito al Sedan, dove disputa 37 partite di campionato impreziosite da 3 reti ed ot-tiene la promozione in Ligue1. La squadra rossoverde però non lo riscatta, così l’Au-xerre decide di cederlo in prestito anco-ra una volta: Ciani va al Lorient, club che ne riscatterà l’intero cartellino nel 2007 e dove il difensore rimarrà per ben tre anni.

Et voilà MICHAËLCIANI il nuovo muro

bIANCoCELEstE

Finalmente è arrivato a roma un grande centrale, quel giocatore da tempo invocato da mister petkovic e anche dalla nostra rivista: il suo nome è Michaël Ciani. lazialità ne ripercorre la storia e vi fa conoscere tutto ciò che c’è da sapere sul nuovo muro della difesa biancoceleste.

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di Carlo Roscito - Foto Inside Foto

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Ecco i primi scatti di Ciani con la maglia della Lazio,realizzati dalla redazione di Lazialità

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19 settembre 1973: è questa la data dell’esordio ufficiale della Lazio in Coppa Uefa. In una calda serata di fine estate, i biancocelesti si sbaraz-zano dei malcapitati svizzeri del Sion. È un 3-0 senza storia, firma e sotto-scrive Giorgio Chinaglia. I ragazzi di Maestrelli non lo sanno ancora, ma di lì a poco meno di otto mesi si sareb-bero laureati Campioni d’Italia per la prima volta nella loro storia. Nel corso degli anni le aquile ci hanno provato ripetutamente, esattamente per tre-dici volte, ma quel trofeo tanto impor-tante quanto, attualmente, sempre più ‘snobbato’ dai club italiani, non è mai entrato a far parte della bache-ca di Formello. Eppure nel 1998, in occasione della finale di Parigi contro l’Inter, Mancini e compagni ci anda-rono veramente vicini: il sogno svanì dinnanzi all’estro di Zamorano, alla grinta di capitan Zanetti e alla clas-se del fenomeno Ronaldo. Nel 2003, proprio la ‘banda’ allenata dall’attua-le tecnico del Manchester City ritentò

la sorte, senza trovare fortuna: lungo il cammino verso la finale di Siviglia, la Lazio si fece sbarrare la strada dal Porto di un certo José Mourinho, che ipotecò la qualificazione già nella gara di andata con un perentorio 4-1. Dal 2009 la vecchia Coppa Uefa ha lascia-to spazio al nuovo format, fortemente voluto dal Presidente Michel Platini: l’Europa League. Lo scorso anno i ragazzi di Reja han-no faticato non poco ad accedere ai sedicesimi di finale, superati poi da un Atletico Madrid onestamente trop-po superiore. Questa volta la musica potrebbe essere diversa; Petkovic conosce bene l’importanza della ma-nifestazione e non ha mai nascosto la volontà di onorare l’impegno pa-rallelamente a quello del campiona-to, cercando di conquistare la finale dell’“Amsterdam Arena”. Il cammino, tuttavia, inizia in salita, poiché l’urna di Montecarlo ha riservato alla Lazio un girone più che insidioso. Andiamo a scoprire nei dettagli i nostri prossimi avversari.

EUROPA LEAGUE: alla scoperta

del Gruppo J

L’avventura europea riparte e con essa i grandi dossier targati Lazialità. Ecco a voi lo speciale sull’impegno europeo dei biancocelesti, arricchito da curiosità, statistiche e schede dettagliate. Conosciamo da vicino i nostri prossimi avversari nel girone di fuoco: dagli inglesi del Tottenham agli sloveni del Maribor, passando per i greci del Panathinaikos.

“Vola Lazio Vola non ti lasceremo mai...!”.

di Stefano Morelli

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dOssiER

L’Amsterdam Arena, lo stadio che ospiterà la finale dell’Europa League 2012/2013

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terzo tempo laziali bella gente

terzo tempo

Ci siamo, è iniziata. Sogno o son desto verrebbe da chiedersi mentre ci si avvicina al luogo dell’appuntamento, un’oasi biancoceleste sotto la Nord, che troneggia in lontananza con la sua maestosità. L’area allestita è il parcheggio in via dei Colli della Farnesina, interamente dedicato ai tifosi che hanno il cuore dipinto dei colori del cielo. Eccoli i tifosi della Lazio che arrivano in massa, grandi e piccoli mano nella mano. Hanno risposto in tanti all’appello della Curva Nord, il tam-tam lanciato su internet, nei siti e nelle radio ha raggiunto tutti, nessuno voleva perdersi lo spettacolo. Spettacolo si, è la parola giusta per descrivere ciò che è andato in scena Domenica 23 Settembre, prima di Lazio-Genoa. Una parola però non basta. Non basta a far capire a tutti la magica atmosfera che si è vissuta in città poco dopo le 17.

di Roberta Geourge - Foto di Gianni Barberi e Mirta Lispi

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trasferta a londra

È il 31 agosto 2012 quando, in conco-mitanza con la chiusura del calciomer-cato, dall’urna di Montecarlo, presso il Grimaldi Forum, la Lazio viene sor-teggiata nel Gruppo J dell’Europa Le-ague con Tottenham, Panathinaikos e Maribor. Un girone proibitivo, conside-rando la caratura delle altre concor-renti, ma sicuramente affascinante e intrigante, soprattutto guardando alle possibili trasferte di Londra ed Atene. Il pubblico biancoceleste, infatti, non sembra preoccupato dall’esito del sorteggio, ma al contrario stuzzicato dall’idea di potersi confrontare con i grandi palcoscenici del calcio eu-ropeo, quasi da Champions League. Così, terminata l’estrazione dei bus-solotti, inizia un vero e proprio tam-tam tra i tifosi biancocelesti. “Quando escono i calendari?”, “Quando si gioca a Londra? E i biglietti? Quando saran-no in vendita?”. Queste le domande più ricorrenti dei supporter biancocelesti che si interrogano tra loro, desidero-si di organizzare le trasferte il prima possibile. Poi nel primo pomeriggio arriva la notizia: la Uefa comunica le date della partite. Il primo match è Tottenham-Lazio, in programma il 20 settembre alle 21.05 (ore italiane). Il fascino di una grande serata a White Hart Lane pervade i cuori laziali così

come il dovere e il piacere di seguire la Lazio sempre e comunque. Comin-cia la corsa al biglietto della gara e all’aereo, destinazione Londra. C’è addirittura chi, pur di stare al segui-to delle propria squadra, è disposto a fare importanti sacrifici economici. Questo ed altro solo per la Lazio.

OVUNQUE ANDRAI SAREM Il tifoso biancoceleste ha voglia di vi-vere grandi notti europee, quelle notti già assaggiate nell’era Cragnotti e la partita col Tottenham costituisce l’oc-casione per scrivere una nuova pagina di storia. L’Inghilterra evoca bei ricor-di ai sostenitori laziali: dalla Coppe delle Coppe giocata a Birmingham, passando per il successo sugli “in-vincibili” dello United in Supercoppa Europea, fino ad arrivare alla vittoria a Stamford Bridge in casa del Chel-sea nel 2000. C’è più di un motivo per

London’scalling

“Questo è il tempo di vincere con te, gireremo tutto il mondo insieme a te e più forte grideremo Lazio alè, Lazio alè...” canta la Curva Nord parafrasando “I giardini di marzo” di Lucio Battisti. Londra, Atene, Maribor: trasferte affascinanti e intriganti. Lazialità vi racconta con un esclusivo dossier

la trasferta dei tifosi laziali in Inghilterra, in occasione della sfida col Tottenham. Dal sorteggio di Montecarlo alla partenza per White Hart Lane, passando per il ritrovo alla Stazione

di Liverpool Street fino ad arrivare all’elogio di Petkovic all’incessante tifo biancoceleste.

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di Valerio Alessandro Cassetta

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Petkovic e la squadra testano il campo poco prima dell’inizio della partita