Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Jules Verne

    LE FANTASIE DI

    JEAN-MARIE CABIBOULIN

    TITOLO ORIGINALE DELLOPERALES HISTOIRES DE JEAN-MARIE CABIDOULIN

    (1901)

    Traduzioni integrali dal francese di VINCENZO BRINZI

    Propriet letteraria e artistica riservata Printed in Italy Copyright 1982 U. Mursia editore S.p.A.

    2494/AC U. Mursia editore Milano Via Tadino, 29

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    INDICE

    PRESENTAZIONE ________________________________________4

    LE FANTASIE DI JEAN-MARIE CABIBOULIN ____________ 7

    Capitolo I ________________________________________________8Si parte in ritardo ______________________________________________ 8

    Capitolo II_______________________________________________20Il saint-enoch ______________________________________________ 20

    Capitolo III ______________________________________________31Sulla costa orientale della nuova zelanda___________________________ 31

    Capitolo IV ______________________________________________43Attraverso il pacifico __________________________________________ 43

    Capitolo V_______________________________________________56LA BAIA MARGHERITA _____________________________________ 56

    Capitolo VI ______________________________________________69Vancouver __________________________________________________ 69

    Capitolo VII _____________________________________________81Seconda campagna ____________________________________________ 81

    Capitolo VIII ____________________________________________92Il mare di okhotsk_____________________________________________ 92

    Capitolo IX _____________________________________________105Al kamciatka _______________________________________________ 105

    Capitolo X ______________________________________________117Colpo doppio _______________________________________________ 117

    Capitolo XI _____________________________________________131Tra inglesi e francesi _________________________________________ 131

    Capitolo XII ____________________________________________143La nave s'incaglia ____________________________________________ 143

    Capitolo XIII ___________________________________________154Uno scoglio che si muove______________________________________ 154

    Capitolo XIV____________________________________________166Verso settentrione____________________________________________ 166

    Capitolo XV ____________________________________________176Conclusione ________________________________________________ 176

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    PRESENTAZIONE

    Il volume raccoglie due interessanti romanzi pubblicati da Vernenel 1901: Il villaggio aereo e Le fantasie di Jean-Marie Cabidoulin;due romanzi diversissimi sotto tanti punti di vista e che tuttaviahanno anche notevoli punti in comune.

    Sono diversissimi anzi tutto per l'ambientazione geografica: inquanto il primo ha come teatro le inesplorate foreste dell'Africaequatoriale, mentre l'altro (uno strano romanzo di caratteremarinaresco) si svolge prevalentemente nelle acque del Pacifico,sulle tradizionali rotte delle balene, su su fino nelle regioni pisettentrionali, oltre le Kurili, la penisola del Kamciatka, la barrieradelle Aleutine, sino allo stretto di Bering, oltre il quale l'avventura sispinge e s'infrange nel Mar Glaciale Artico.

    Un romanzo per terra, dunque, e un romanzo per mare.Eppure c' qualcosa che stranamente li accomuna.In entrambi, infatti, predomina il tema della caccia. Nel primo,

    la caccia all'elefante nella foresta equatoriale; nel secondo, lacaccia alla balena lungo le piste oceaniche. Ma c' un motivoancora pi profondo che li rende simili, pur nella loro enormediversit: in entrambi gioca una geniale trovata che trasforma ilromanzo d'avventura nella garbata satira di certe idee correnti altempo dello scrittore, di certi luoghi comuni, scientifici o popolariche siano.

    S veda ad esempio Il villaggio aereo; una spedizione di caccia

    nella foresta equatoriale africana si muta strada facendo in unpretesto per satireggiare il darwinismo alla moda, l'originedell'uomo dalla scimmia e l'evoluzione del linguaggio. L'antropologoamericano John Cort si lascia suggestionare dalla necessitscientifica di trovare l'anello mancante tra l'uomo e la scimmia efinisce intrappolato nel villaggio aereo, un villaggio pensile,sospeso come un nido tra i rami d'alberi giganteschi (ed questa

    una delle pi belle fantasie verniane) E chi trova John Cort inquesto incredibile villaggio appollaiato sui rami? Lasciamo allettore la sorpresa della scoperta, un altro geniale contropiede

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    giocato dallo scrittore al suo affezionato lettore.E ora si veda anche l'altro romanzo. Il tre alberi Saint-Enoch,

    partito da Le Havre per la caccia alla balena, ingaggia il bottaioJean-Marie Cabidoulin, un veterano del mare ma anche un

    menagramo ostinato, in quanto crede che negli oceani esistanomostri marini d'incredibile potenza, come serpenti di mare o polpigiganteschi capaci d'afferrare una nave con i loro tentacoli e dischiacciarla come una noce o di trascinarla fin negli abissi marini.Sono le fantasie di Jean-Marie Cabidoulin, che con le sue storiebizzarre terrorizza mozzi e marinai, e che ha il suo momento digloria quando in pieno Pacifico il Saint-Enoch corre la piincredibile avventura

    Verne fa qui dell'ironia su certe credenze popolari cos come nelprimo romanzo ha fatto dell'ironia su certe ipotesi scientifiche. unfilo conduttore sotterraneo. Ma la diversit degli ambienti,dell'impianto narrativo e degli intrecci, dei personaggi e delleavventure di cui sono protagonisti d a ciascun romanzo una suaautonomia e gli conferisce una straordinaria presa sulla fantasia dellettore.

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    JULES VERNE nacque a Nantes, l'8 febbraio 1828. A undici anni,tentato dallo spirito d'avventura, cerc di imbarcarsiclandestinamente sulla naveLa Coralie, ma fu scoperto per tempo ericondotto dal padre. A vent'anni si trasfer a Parigi per studiare

    legge, e nella capitale entr in contatto con il miglior mondointellettuale dell'epoca. Frequent soprattutto la casa di Dumas padre,dal quale venne incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari.Intraprese dapprima la carriera teatrale, scrivendo commedie elibretti d'opera; ma lo scarso successo lo costrinse nel 1856 a cercareun'occupazione pi redditizia presso un agente di cambio a Parigi.Un anno dopo sposava Honorine Morel. Nel frattempo entrava incontatto con l'editore Hetzel di Parigi e, nel 1863, pubblicava ilromanzo Cinque settimane in pallone.La fama e il successo giunsero fulminei. Lasciato l'impiego, si dedicesclusivamente alla letteratura e un anno dopo l'altro in base a uncontratto stipulato con l'editore Hetzel venne via via pubblicando iromanzi che compongono l'imponente collana dei Viaggistraordinari I mondi conosciuti e sconosciuti e che costituiscono ilfilone pi avventuroso della sua narrativa. Viaggio al centro della

    Terra, Dalla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i mari, Lisolamisteriosa, Il giro del mondo in 80 giorni, Michele Strogoff sono ititoli di alcuni fra i suoi libri pi famosi. La sua opera completacomprende un'ottantina di romanzi o racconti lunghi, e numerosealtre opere di divulgazione storica e scientifica.Con il successo era giunta anche l'agiatezza economica, e Verne, nel1872, si stabil definitivamente ad Amiens, dove continu il suolavoro di scrittore, conducendo, nonostante la celebrit acquistata,

    una vita semplice e metodica. La sua produzione letteraria ebbetermine solo poco prima della morte, sopravvenuta a settantasetteanni, il 24 marzo 1905.

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    LE FANTASIE DI JEAN-MARIE

    CABIBOULIN

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    CAPITOLOI

    SI PARTE IN RITARDO

    ALLORA,capitano Bourcart, non si parte oggi? No, signor Brunel, temo anzi, che non potremo partire n

    domani n tra otto giorni.

    spiacevole E soprattutto preoccupante! disse il signor Bourcart,scotendo il capo. Il Saint-Enoch avrebbe dovuto prendere il maregi alla fine del mese scorso, per poter giungere nella stagione adattasui luoghi di pesca. Vedrete che inglesi e americani finiranno con ilprecederlo

    E sono sempre quei due uomini che vi mancano a bordo? Sempre, signor Brunel. Di uno non posso proprio fare a meno,

    ma dell'altro farei a meno volentieri, se non me lo imponessero iregolamenti.

    Quest'ultimo non sar certo il bottaio, immagino disse ilsignor Brunel.

    No, abbiate la cortesia di credermi. Sulla mia nave, il bottaionon meno indispensabile dell'alberatura, del timone o della bussola:ho duemila barili, in fondo alla stiva.

    Di quanti uomini composto l'equipaggio del Saint-Enoch? Saremmo trentaquattro, se fossimo al completo. Credetemi, per

    me pi utile avere un bottaio che curi i barili, che non un medicoper curare gli uomini. I barili hanno sempre bisogno di riparazioni;gli uomini, invece, si riparano da s. Eppoi, si forse mai ammalatiin mare?

    L'aria marina cos salubre che non ci si dovrebbe ammalaremai; ma qualche volta capita

    Signor Brunel, non ho mai avuto un ammalato sul Saint-Enoch!

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    Complimenti, capitano. Ma, che volete, una nave una nave, ecome tale soggetta ai regolamenti marittimi. Quando il suoequipaggio raggiunge un certo numero di ufficiali e di marinai,occorre che essa imbarchi anche un medico: prescritto! E voi non

    lo avete Ed per questo motivo che il Saint-Enoch non oggi di fronte

    al capo San Vincenzo, dove avrebbe dovuto essere!Questa conversazione tra il capitano Bourcart e il signor Brunel

    aveva luogo sul molo di Le Havre, verso le undici del mattino, nellaparte un po' rialzata che va dal semaforo alla punta.

    Quei due uomini si conoscevano da molto tempo: l'uno era unvecchio capitano di cabotaggio, diventato ufficiale di porto; l'altrocomandava il tre alberi Saint-Enoch. E con quale impazienzaquest'ultimo aspettava di completare il suo equipaggio per poterprendere il largo!

    variste-Simon Bourcart, di una cinquantina d'anni, erafavorevolmente noto sulla piazza di Le Havre, suo posto di attracco.Celibe, senza famiglia e senza parenti prossimi, aveva navigato sindall'infanzia ed era stato mozzo, marinaio e nostromo al servizio

    dello stato.Dopo molti viaggi come ufficiale in seconda nella marinamercantile, da dieci anni comandava il Saint-Enoch, una baleniera dicui condivideva la propriet con la ditta Fratelli Morice.

    Ottimo marinaio, prudente, ardito e risoluto, a seconda dei casi,usava sempre, al contrario di tanti suoi colleghi, una grande cortesianell'espletamento delle sue funzioni: non bestemmiava mai e dava gliordini con urbana correttezza. Certo non giungeva fino a dire al

    gabbiere: Abbiate la cortesia di mollare il terzarolo del velaccio!oppure, al timoniere: Volete farmi il favore di mettere la barra tuttaa dritta? ma era considerato il pi cortese dei capitani di lungocorso.

    da rilevare inoltre che il signor Bourcart era stato semprefavorito nel suo lavoro; aveva avuto sempre delle campagne di pescafortunate, delle traversate eccellenti. Mai lagnanze da parte dei suoi

    ufficiali, n recriminazioni da parte dei suoi marinai. Se questa voltal'equipaggio del Saint-Enoch non era al completo e se il suo capitano

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    non riusciva a completarlo, non bisognava vedere in ci un indizio didiffidenza o di antipatia da parte della gente di mare.

    Il signor Bourcart e il signor Brunel si erano fermati accanto alsostegno metallico della campana, sullo spiazzo semicircolare che

    chiude il molo. Il mareografo segnava allora il momento pi bassodel riflusso e l'albero dei segnali non aveva n bandiera n fiamma.Nessuna nave si preparava ad entrare o a uscire e i battelli da pescanon avrebbero trovato abbastanza acqua nel canale, in quella mareadi luna nuova. Era quello il motivo per cui mancavano in quelmomento i curiosi, che di solito affluivano nelle ore dell'alta marea. Ibattelli di Honfleur, di Trouville, di Caen e di Southamptonrimanevano ormeggiati ai loro pontoni: fino alle tre del pomeriggio,non ci sarebbe stato nessun movimento nell'avamporto.

    Per alcuni istanti, gli occhi del capitano Bourcart, rivolti al largo,percorsero il vasto settore compreso tra le lontane alture diOuistreham e le ripe dei fari della Hve. Il tempo era incerto e il cielocoperto di nuvole grigie nelle zone alte. II vento che soffiava danord-ovest era una brezzolina capricciosa, che sarebbe aumentata conl'inizio dell'alta marea.

    Varie navi attraversavano la baia; qualcuna gonfiava al vento lapropria velatura sull'orizzonte a est, altre lasciavano nell'aria traccedei loro vapori fuligginosi. Era senza dubbio uno sguardo d'invidia,quello che il signor Bourcart lanciava ai colleghi pi fortunati cheavevano gi lasciato il porto; ed superfluo dire che, anche dalontano, egli si esprimeva con parole garbate e che non si sarebbemai permesso di trattarli come invece avrebbe fatto al suo posto unlupo di mare.

    Quella brava gente disse al signor Brunel se ne va con ilvento in poppa, mentre io sono ancora all'ancora e non posso salpare!Ecco ci che io chiamo precisamente sfortuna; ed la prima voltache essa colpisce il Saint-Enoch!

    Abbiate pazienza, signor Bourcart, dal momento che non avetela possibilit di partire! rispose il signor Brunel, ridendo.

    Gi, e non forse ci che cerco di fare da ben quindici giorni?

    esclam il capitano, non senza amarezza. La vostra nave regge bene le vele; farete presto a riguadagnare

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    il tempo perduto Se ne fa del cammino, a undici nodi, con un buonvento in poppa! Ma, signor Bourcart, non sta dunque meglio il dottorSinoquet?

    Purtroppo, no! Non ha nulla di grave, per fortuna, il nostro

    bravo dottore Sono i reumatismi che lo inchiodano al letto. Neavr ancora per alcune settimane. Chi avrebbe mai immaginato unacosa del genere, da parte di un uomo abituato al mare e che per unadecina d'anni ha percorso con me tutto il Pacifico!

    Forse i suoi reumatismi sono una conseguenza di quei viaggi insinu l'ufficiale di porto.

    Niente affatto! ribatt il capitano Bourcart. Reumatismibuscati a bordo del Saint-Enoch! Perch allora non il colera o lafebbre gialla? Come vi viene in mente un'idea del genere!

    Il signor Bourcart lasci ricadere le braccia per lo stupore che glicausava una tal sciocchezza. Il Saint-Enoch una nave attrezzatamagnificamente, comoda e impenetrabile all'umidit! I reumatismi!Sarebbe stato pi facile buscarseli nella sala del Consiglio delmunicipio, o nei saloni della sotto prefettura, ma non nelle cabine onel quadrato del Saint-Enoch! I reumatismi! Ne aveva mai sofferto

    lui, forse? Eppure, non lasciava mai la nave, n quando era in sostan quando era ormeggiata nel porto di Le Havre! Un appartamento incitt! A che potrebbe mai servire, quando si ha l'alloggio a bordo? Aun tale alloggio non avrebbe preferito neppure le pi belle cameredellHotel de Bordeaux o del Terminus. I reumatismi! Mai, neancheun raffreddore! Lo avevano mai sentito sternutire, a bordo del Saint-Enoch?

    Il brav'uomo, accalorandosi, avrebbe continuato ancora a lungo,

    se il signor Brunel non lo avesse interrotto. D'accordo, signor Bourcart, i reumatismi del dottor Sinoquet

    derivano dal tempo trascorso a terra! Ad ogni modo, quel che conta che ora li ha e che non pu imbarcarsi.

    Il guaio dichiar il signor Bourcart che, nonostante lemie ricerche, non trovo nessuno che lo possa sostituire.

    Un po' di pazienza, capitano; finirete, un giorno o l'altro, col

    trovare qualche giovane medico desideroso di viaggi, smanioso digirare il mondo! C' forse qualcosa di pi allettante che l'esordire con

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    una magnifica campagna di caccia alla balena nei mari del Pacifico? Avete ragione, signor Brunel, non dovrei avere che l'imbarazzo

    della scelta E tuttavia, non c' ressa, come vedete, e non ho trovatoancora nessuno che sappia adoperare allo stesso modo il bisturi e la

    lancetta o la grua. A proposito, non sono per i reumatismi disse l'ufficiale di

    porto che vi privano del bottaio No, per essere sinceri; il bravo pap Brulard non conserva pi I

    uso del braccio sinistro, che anchilosato, e ha dolori acuti ai piedi ealle gambe.

    Sono dunque state colpite le sue articolazioni? chiese ilsignor Brunel.

    Cos pare; Brulard non in condizioni di navigare. Ora, comesapete, signor Brunel, una nave attrezzata per la caccia alla balenanon pu fare a meno del bottaio, cos come non pu fare a meno difiocinieri; bisogna perci che me ne procuri uno, a qualunque costo!

    Il signor Brunel ammise volentieri che pap Brulard non eraafflitto dai reumatismi, dal momento che il Saint-Enoch era meglio diun sanatorio e che l'equipaggio vi navigava, se si vuol credere al

    capitano, in ottime condizioni di igiene; ma, ci nonostante, non erameno certo che il dottor Sinoquet e il bottaio Brulard eranonell'impossibilit di partecipare alla campagna.

    In quell'istante, il signor Bourcart si sent chiamare e si volse. Siete voi, Heurtaux? disse stringendo amichevolmente la

    mano del suo comandante in seconda. Sono felice di vedervi; ilbuon vento che questa volta vi porta qui?

    Forse, capitano rispose il signor Heurtaux. Sono venuto

    per dirvi che una persona si presentata a bordo, un'ora fa. Un bottaio? Un medico? chiese vivamente il capitano. Non so, capitano. Comunque, questa persona parsa

    contrariata per non avervi trovato. un uomo maturo? No, un giovanotto. Ha detto che torner presto e perci sono

    venuto a cercarvi. Ero sicuro di incontrarvi sul molo.

    Dove mi si incontra sempre, Heurtaux, quando non sono abordo.

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    Lo so; e cos, ho puntato sull'albero dei segnali Avete fatto bene, Heurtaux disse il signor Bourcart. Non

    mancher all'appuntamento. Signor Brunel, vi prego di scusarmi Andate, caro capitano rispose l'ufficiale di porto. Ho il

    presentimento che presto sarete tratto d'imbarazzo. Solo in parte, signor Brunel, ammettendo che questo visitatore

    sia un dottore o un bottaio.L'ufficiale di porto e il capitano Bourcart si scambiarono una

    cordiale stretta di mano; poi quest'ultimo, accompagnato dal suosecondo, risal la banchina, attravers il ponte, raggiunse il bacinocommerciale e si ferm dinanzi alla passerella che dava accesso alSaint-Enoch.

    Non appena posto piede sul ponte, il signor Bourcart raggiunse lapropria cabina, la cui porta dava sul quadrato e la finestra sulcasseretto. Dopo aver dato ordine di avvisarlo all'arrivo delvisitatore, egli attese, non senza qualche impazienza, leggendo ungiornale locale.

    L'attesa non fu lunga. Dieci minuti dopo, l'annunciato giovanottosi presentava a bordo e veniva introdotto nel salottino di poppa, dove

    il capitano subito lo raggiunse.Tutto considerato, se il visitatore non era un bottaio, non eraimpossibile che fosse un medico: un giovane medico di circa ventiseio ventisette anni.

    Dopo un primo scambio di cortesie (e si pu essere certi che ilsignor Bourcart non rimase in debito verso la persona che l'onoravadella sua visita) il giovanotto si espresse in questi termini:

    Ho sentito dire, in Borsa, che il Saint-Enoch ha ritardato la sua

    partenza a causa del cattivo stato di salute del suo medico abituale. vero, purtroppo, signor Filhiol Sono il dottor Filhiol, e vengo a offrirvi di sostituire

    il dottor Sinoquet, a bordo della vostra nave.Il capitano Bourcart apprese allora che quel giovane, originario di

    Rouen, apparteneva a una famiglia di industriali di quella citt. Erasuo desiderio esercitare la propria professione nella marina

    mercantile, ma prima di entrare al servizio della Compagniatransatlantica, sarebbe stato lieto di prendere parte alla campagna di

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    pesca di una baleniera e di iniziare con la faticosa navigazione deimari del Pacifico. Poteva fornire ottime referenze: il capitano nondoveva far altro che chiedere informazioni sul suo conto ainegozianti o agli armatori di Le Havre da lui indicati.

    Il signor Bourcart aveva osservato con attenzione il giovane: ildottor Filhiol aveva un aspetto franco e simpatico. Non c'erano dubbisul fatto che era robusto e che aveva un temperamento risoluto. Ilcapitano se ne intendeva; non sarebbe stato di certo quel giovane,cos ben piantato e di sana costituzione, che si sarebbe buscato ireumatismi a bordo della sua nave. Perci rispose:

    Capitate nel momento giusto, non ve lo nascondo, e se leinformazioni sul vostro conto risulteranno favorevoli, come nondubito, la cosa fatta. Potrete, sin da domani, prendere posto a bordodel Saint-Enoch e non avrete motivo di pentirvene.

    Ne sono sicuro, capitano rispose il dottor Filhiol. Vogliodirvi che prima ancora di farvi prendere informazioni sul mio conto,io ho gi preso le mie sul vostro.

    E avete fatto bene disse il signor Bourcart. Se nonbisogna mai imbarcarsi senza biscotti, non si deve neppure mettere il

    proprio nome tra quelli dell'equipaggio di una nave senza primasapere con chi si ha a che fare. Cos ho pensato anch'io, capitano. E avete avuto ragione, signor Filhiol; e se ho ben capito, le

    informazioni da voi raccolte sono risultate favorevoli. Tutte favorevoli. Voglio ora sperare che lo siano anche quelle

    che voi prenderete sul mio conto.Non c'era dubbio, il capitano e il giovane medico gareggiavano

    non soltanto in sincerit, ma anche in cortesia. Tuttavia, permettetemi una domanda riprese allora il

    capitano. Avete mai viaggiato per mare? Ho fatto qualche breve viaggio attraverso la Manica. Avete sofferto? No, e ho motivo di credere che non soffrir mai il mare. Converrete che, per un medico, cosa da prendere in seria

    considerazione. Proprio cos, signor Bourcart.

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    E ora non posso nascondervi che le nostre campagne di pescasono faticose e pericolose. Non ci sono risparmiati n guai nprivazioni: la vita del marinaio un duro tirocinio.

    Lo so, capitano, e questo tirocinio non lo temo affatto.

    Non soltanto le nostre campagne sono pericolose, signorFilhiol, ma a volte anche lunghe. Ci dipende da circostanze pi omeno favorevoli. Il Saint-Enochpotrebbe star fuori anche per due otre anni

    Torner quando dovr fare ritorno, capitano; ci che piimporta che tornino in porto tutti quelli che la nave trasporta.

    Il signor Bourcart non poteva che essere soddisfatto dei sentimentimanifestati dal dottor Filhiol con quelle espressioni, e sarebbe andatocertamente d'accordo con lui se le referenze gli avessero consentitodi firmare il contratto.

    Credo che non potr che rallegrarmi di essere entrato inrapporti con voi gli disse. Spero che gi da domani, dopo averassunto le informazioni, il vostro nome possa essere scritto sul librodi bordo.

    E allora arrivederci, capitano rispose il dottore. Riguardo

    alla partenza La partenza potrebbe avvenire gi domani, con la marea dellasera, se riuscissi a sostituire il bottaio cos come ho potuto fare con ilmedico.

    Il vostro equipaggio non dunque ancora completo? Non ancora, purtroppo; non mi possibile fare assegnamento

    sul povero Brulard. ammalato?

    S, se ci si pu dire ammalati quando i reumatismi ciparalizzano braccia e gambe. Tuttavia, credetemi, non se li buscatinavigando sul Saint-Enoch.

    Ma, ora che ci penso, capitano, potrei indicarvi un bottaio Voi?Il capitano stava per prodigarsi, come al solito, in prematuri

    ringraziamenti verso quel giovane benefattore, e gi credeva di

    sentire risonare i colpi di maglio sulle doghe dei barili della stiva,quando il signor Filhiol aggiunse, rendendo la sua gioia, ohim, di

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    breve durata: Non avete pensato a mastro Cabidoulin? Il capitano scosse il

    capo penosamente. Jean-Marie Cabidoulin? Quello della via delle Tourettes?

    esclam il signor Bourcart. Proprio lui! Ci pu essere forse un altro Cabidoulin a Le Havre

    o da qualche altra parte? Jean-Marie Cabidoulin! ripet il capitano. Proprio lui! Come fate a conoscere Cabidoulin? Perch l'ho curato. malato anche lui, allora? forse scoppiata un'epidemia tra i

    bottai? No, capitano, tranquillizzatevi: una ferita al pollice, ormai gi

    guarita, e che non gli impedisce certo di adoperare l'ascia. in buonasalute, di costituzione sana, ancora forte, per la sua et: sullacinquantina e farebbe proprio al caso vostro.

    Certamente rispose il signor Bourcart. Purtroppo,conosco anch'io il signor Cabidoulin e credo che nessun capitano

    acconsentirebbe mai ad imbarcarlo. Perch mai? Oh, non c' dubbio, conosce il mestiere e ha fatto molte

    campagne; l'ultima risale a cinque o sei anni fa E allora, volete dirmi per quale motivo nessun capitano vuol

    saperne di lui? Perch un profeta di sciagure, signor Filhiol; perch non fa

    che predire disgrazie e catastrofi! perch, a sentir lui, quando si

    intraprende un viaggio per mare, quello certamente l'ultimo e nonse ne ritorner pi! E poi, tutte quelle storie di mostri marini cheasserisce di aver incontrato e che tornerebbe ad incontrare!Credetemi, signor Filhiol, quell'uomo capace di scoraggiare unintero equipaggio!

    Dite sul serio? Proprio sul serio!

    Ma, vediamo in mancanza d'altri, se avete proprio bisogno diun bottaio

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    S, lo so, in mancanza d'altri Tuttavia, a lui non avrei maipensato. In fin dei conti, quando non si pu mettere capo al nord, losi mette al sud. E se mastro Cabidoulin volesse Ma non vorr!

    S pu sempre tentare.

    inutile. E poi, Cabidoulin Cabidoulin! ripeteva ilsignor Bourcart.

    Se andassimo a trovarlo? propose il signor Filhiol.Il capitano Bourcart, esitante e perplesso, incroci le braccia, le

    rilasci, consult se stesso, soppes il pro e il contro e scosse il capo,come se fosse sul punto di impegnarsi in un pessimo affare. Allafine, il desiderio di prendere il mare al pi presto ebbe la meglio suogni altra considerazione.

    Andiamo! rispose.Un attimo dopo, tutti e due, abbandonato il bacino commerciale,

    andavano verso la casa del bottaio.Jean-Marie Cabidoulin era in casa, nella sua stanza a pianterreno,

    in fondo a un cortile. Era un uomo vigoroso, di cinquantadue anni;indossava pantaloni di velluto a coste e panciotto con maniche.Aveva in capo un piccolo casco di lontra e il corpo cinto da un

    grande grembiule brunastro. Il lavoro non abbondava e, se nonavesse avuto qualche soldo da parte, egli non avrebbe potuto fare,ogni sera, la solita partitina, nel caffeuccio dirimpetto, con unvecchio pensionato della marina, gi guardiano dei fari della Hve.

    Jean-Marie Cabidoulin era sempre informato, del resto, di quelloche accadeva a Le Havre, delle navi a vela o a vapore che entravanoe uscivano dal porto, degli arrivi e delle partenze dei transatlantici,dei turni di pilotaggio, delle novit riguardanti il mare e, infine, di

    tutte le ciarle e i pettegolezzi che si facevano sul molo durante lemaree diurne.

    Mastro Cabidoulin conosceva dunque da molto tempo il capitanoBourcart. Perci, non appena lo scorse sulla soglia della sua bottega,gli grid:

    Sempre agli ormeggi il Saint-Enoch, capitano? Semprebloccato nel bacino commerciale, come stretto dai ghiacci?

    Sempre, mastro Cabidoulin! rispose il capitano, un po'seccamente.

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Niente medico, ancora? Il medico? Eccolo! Siete voi, signor Filhiol? Io in persona; e se ho accompagnato il signor Bourcart per

    chiedervi di imbarcarvi con noi. Imbarcarmi? ripet il bottaio, brandendo il mazzuolo. S, Jean-Marie Cabidoulin disse il capitano. Non vi tenta

    di fare un ultimo viaggio, su una buona nave, in compagnia di bravagente?

    Signor Bourcart, non mi aspettavo una proposta del genere!Sapete perfettamente che sono in pensione. Navigo soltanto lungo levie di Le Havre, dove non ci sono da temere n abbordaggi n colpidi mare. E vorreste

    Pensateci, mastro Cadiboulin. Non siete ancora in et dimarcire sulla vostra boa, o di restare ormeggiato, come un vecchiopontone, in fondo a un porto!

    Levate l'ancora, Jean-Marie, levate l'ancora! aggiunseridendo il signor Filhiol, per essere in armonia con il signor Bourcart.

    Mastro Cabidoulin aveva assunto un'aria grave: probabilmente

    l'aria di profeta di sciagure. Con voce sorda rispose: State a sentire, capitano, e anche voi, dottor Filhiol. Ho sempreavuto l'idea e questa idea non mi uscir mai dal capo

    Quale idea? chiese il signor Bourcart. L'idea che, a furia di navigare, si finisca per forza con il

    naufragare, prima o poi! Il Saint-Enoch ha un buon comandante,certo ha un buon equipaggio vedo anche che avr un buonmedico Ma sono persuaso che, se mi imbarcassi, mi capiterebbe

    quello che non mi ancora capitato. E cio? chiese il signor Bourcart. come vi dico asser mastro Cabidoulin. Cose

    spaventevoli! Ecco perch mi sono ripromesso di terminareserenamente la mia vita in terraferma!

    Pure fantasie! dichiar il dottor Filhiol. Non tutte le navisono destinate a colare a picco.

    No, senza dubbio rispose il bottaio. Ma, che volete, houna specie di presentimento. Se prendessi il mare, non tornerei pi.

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Su, Jean-Marie Cabidoulin, questo non serio! rispose ilcapitano Bourcart.

    molto serio, invece. E poi, sia detto tra noi, non ho nessunacuriosit da soddisfare. Non ho forse visto tutto, quando navigavo? I

    paesi caldi e i paesi freddi, le isole del Pacifico e quelledell'Atlantico, gli icebergs e la banchisa, le foche, i trichechi e lebalene?

    Vi faccio i miei complimenti, non siete da compiangere disse il signor Filhiol.

    Sapete che cosa finirei per vedere? Che cosa, mastro Cabidoulin? Ci che non ho mai visto qualche terribile mostro il gran

    serpente di mare! Quello non lo vedrete mai disse il signor Filhiol. E perch? Perch non esiste! Ho letto tutto quello che si scritto intorno

    a questi pretesi mostri marini e, vi ripeto, il vostro serpente di marenon esiste!

    Esiste, invece! esclam il bottaio, con accento cos convinto

    da rendere inutile ogni discussione sull'argomento.In breve, dopo vivissime sollecitazioni, sedotto anche dall'altapaga offertagli dal capitano Bourcart, Jean-Marie Cabidoulin ader afare un'ultima campagna di pesca e quella stessa sera portava la suavaligia a bordo del Saint-Enoch.

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    CAPITOLOII

    IL SAINT-ENOCH

    IL GIORNO seguente, 7 novembre 1863, con l'alta marea, il Saint-Enoch lasciava Le Havre, rimorchiato dall'Ercole. Il tempo erapessimo. Brandelli di nuvole correvano bassi attraverso lo spazio,

    spinti da un forte vento di sud-ovest.La nave del capitano Bourcart, che stazzava circacinquecentocinquanta tonnellate, era fornita di tutta l'attrezzaturacomunemente usata per la difficile caccia alla balena, nelle lontaneacque del Pacifico. Sebbene la sua costruzione fosse vecchia di unadecina d'anni, reggeva bene il mare con qualsiasi andatura.L'equipaggio aveva sempre cercato di mantenerla in ottimecondizioni, scafo e velatura compresi, e da poco tempo la carena era

    stata rimessa tutta a nuovo.Il Saint-Enoch, un tre alberi a vele quadre, portava trinchetto,

    maestra, randa, vela di gabbia e controgabbia, velacci, gabbia dimezzana fissa e volante, velaccio e controvelaccio, belvedere,trinchettina, fiocco di fuori e fiocco di dentro, controfiocco,coltellacci e vele di straglio. In attesa della partenza, il signorBourcart aveva fatto mettere a posto gli attrezzi per sollevare lebalene. Quattro baleniere erano al loro posto: a sinistra, quelle delcomandante in seconda, del primo e del secondo ufficiale; a dritta,quella del capitano. Altre quattro, di ricambio, erano disposte sulponte. Tra l'albero di trinchetto e l'albero di maestra, dinanzi alboccaporto, era stata installata la marmitta che serve per fondere ilgrasso. Essa era composta da due recipienti di ferro fissati l'unocontro l'altro, e rivestiti da mattoni refrattari. Dietro i recipienti, duefori, preparati appositamente, servivano allo scarico del fumo, mentre

    sul davanti, un po' pi sotto la bocca dei recipienti stessi, due fornipermettevano di alimentare il fuoco.

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Ecco lo stato degli ufficiali e degli uomini che costituivanol'equipaggio imbarcato sul Saint-Enoch:

    il capitano Bourcart (variste-Simon) cinquantanni;

    il comandante in seconda Heurtaux (Jean-Franois) quarant'anni;

    il primo ufficiale Coquebert (Yves) trentadue anni;il secondo ufficiale Aliotte (Romain) ventisette anni;il nostromo Ollive (Mathurin) quarantacinque anni;il fiociniere Thibaut (Louis) trentasette anni;il fiociniere Kardek (Pierre) trentadue anni;il fiociniere Durut (Jean) trentadue anni;il fiociniere Ducrest (Alain) trentun anni;il dottor Filhiol ventisette anni;il bottaio Cabidoulin (Jean-Marie) cinquantadue anni;il fabbro Thomas (Gille) quarantacinque anni;il falegname Frut (Marcel) trentasei anni;otto marinai;undici mozzi;

    un cameriere;un cuoco.

    In totale, trentaquattro uomini, quanti di solito ne occorrono a unabaleniera del tonnellaggio del Saint-Enoch.

    Circa la met dell'equipaggio era composta da marinai normanni ebretoni. Solo il falegname Frut era originario di Parigi (sobborgoBelleville) dove aveva esercitato il mestiere di macchinista in vari

    teatri della capitale. Gli ufficiali avevano gi navigato a bordo delSaint-Enoch e non meritavano che elogi. Essi possedevano tutti irequisiti richiesti dal mestiere. Nella campagna precedente avevanopercorso le acque settentrionali e quelle meridionali del Pacifico:viaggio fortunato, se mai ve ne furono altri, perch per iquarantaquattro mesi della sua durata non era accaduto nulla digrave, e viaggio per di pi lucroso, perch la nave aveva riportato

    duemila barili di olio, venduti poi ad alto prezzo.Il comandante in seconda Heurtaux era assai esperto in tutto ci

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    che riguardava la vita di bordo. Dopo aver servito comeguardiamarina ausiliario nella marina dello stato, imbarcato in quellamercantile, navigava ora in attesa di poter comandare una nave. Eraritenuto a ragione un buon marinaio, assai severo in fatto di

    disciplina.Sul conto del primo ufficiale Coquebert e del secondo Aliotte,

    ottimi ufficiali anch'essi, non c'era nulla da dire, tranne chemostravano un accanimento particolare, persino imprudente,nell'inseguire le balene; nonostante le raccomandazioni e gli ordinitassativi del capitano, gareggiavano in audacia e velocit, cercando disuperarsi a vicenda e mettendo a volte in pericolo le loro baleniere.L'accanimento del pescatore non inferiore a quello del cacciatore: una foga irresistibile, una passione istintiva. I due ufficiali lacomunicavano fin troppo ai loro uomini, soprattutto Romain Aliotte.

    Poche parole, ora, sul nostromo Mathurin Ollive. Quest'omettoasciutto e nervoso, resistente alla fatica, abilissimo, con buoni occhi ebuone orecchie, possedeva le doti particolari che distinguono ilcapitano d'armi della marina da guerra. Tra tutti gli uomini che eranoa bordo, era certamente quello che si interessava meno alla cattura

    delle balene. Che una nave fosse armata per questo genere di pescaoppure per il trasporto di un carico qualsiasi, da un porto all'altro, erapur sempre e prima di tutto una nave, e il nostromo Ollive non avevainteresse che per le cose della navigazione. Il capitano Bourcartriponeva in lui molta fiducia, che egli, peraltro, mostrava di meritare.

    La maggior parte degli otto marinai aveva partecipato all'ultimacampagna del Saint-Enoch ed essi costituivano pertanto unequipaggio fidato e capace. Degli undici mozzi, solo due erano

    esordienti in quel rude apprendistato. Quei ragazzi, dai quattordici aidiciott'anni, avendo gi una buona pratica della marina mercantile,sarebbero stati impiegati, insieme con i marinai, nell'armamento dellebaleniere.

    Rimanevano il fabbro Thomas, il bottaio Cabidoulin, il falegnameFrut, il cuoco e il cameriere, i quali, fatta eccezione per il bottaio,facevano parte dell'equipaggio gi da tre anni e quindi conoscevano

    il servizio. Bisogna aggiungere che mastro Ollive e mastroCabidoulin si conoscevano da molto tempo, avendo gi navigato

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    insieme. Il primo, che sapeva delle manie del secondo, lo avevaperci accolto con queste parole:

    Vecchio mio, eccoti qui, finalmente! Eccomi qua disse l'altro.

    Vuoi assaggiarlo ancora? Come vedi Sei sempre della diabolica idea che la cosa finir male? Finir malissimo rispose il bottaio, con molta seriet. Spero rispose Mathurin Ollive che ci risparmierai le tue

    storie Non ci contare. Fa' come vuoi, allora, ma se ci capita una disgrazia Vorr dire che non mi sono sbagliato! rispose Jean-Marie

    Cabidoulin.Il bottaio provava gi qualche rammarico per aver accettato le

    offerte del capitano Bourcart.Non appena il Saint-Enoch ebbe doppiato il molo, con il vento che

    tendeva a rinforzare, fu dato l'ordine di allentare le vele di gabbia,alle quali il nostromo fece prendere due mani di terzarolo. Poi,

    appena l'Ercole ebbe portato al largo la nave che rimorchiava, le veledi gabbia furono issate, cos come la trinchettina e la randa di poppa,mentre il capitano Bourcart faceva murare la vela di trinchetto. Inquelle condizioni, il tre alberi avrebbe potuto bordeggiare versonord-est, in modo di fare il giro dell'estrema punta di Barfieur.

    Il vento costrinse il Saint-Enoch a mantenere quell'andatura. Delresto, la nave si teneva bene al mare e anche a cinque quarte rispettoal vento filava dieci nodi.

    Per tre giorni si continu a bordeggiare, prima di sbarcare il pilotaa La Hougue. Da quel momento in poi, nel discendere la Manica, lanavigazione divenne regolare e i venti favorevoli ebbero la meglio suquelli contrari. Il capitano, dopo aver orientato velacci, controvelaccie vele di straglio, costat che il Saint-Enoch non aveva perduto nulladelle sue qualit nautiche. Del resto, la sua attrezzatura era statarifatta quasi per intero, in previsione di quelle lontane campagne, nel

    corso delle quali la nave avrebbe affrontato eccessive fatiche. Tempo bello, mare facile, vento buono disse il signor

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Bourcart al dottor Filhiol, che passeggiava con lui sul casseretto. Ecco una traversata che comincia felicemente; cosa assai rara,quando si esce dalla Manica, in questo periodo dell'anno!

    Complimenti, capitano! rispose il dottore. Ma non siamo

    che all'inizio del viaggio. Lo so, signor Filhiol. Non basta incominciare bene; quello che

    conta finire bene! Ma, non abbiate timore: abbiamo sotto i piediuna buona nave; e anche se non stata costruita ieri, non per questo meno solida di scafo e attrezzatura. Sono sicuro, inoltre, che essaoffre maggiori garanzie di un bastimento nuovo. Credetemi, sonosoddisfatto di quel che vale!

    Dir ancora, capitano, che non si tratta soltanto di fare unabuona navigazione; bisogna che la navigazione sia anche redditizia, equesto non dipende n dalla nave, n dai suoi ufficiali, ndall'equipaggio!

    Proprio cos rispose il signor Bourcart. La balena viene onon viene. Dipende dalla fortuna, come in ogni cosa, e alla fortuna,purtroppo, non si comanda. O si ritorna con i barili pieni, oppure coni barili vuoti! Ma il Saint-Enoch gi alla sua quinta campagna, da

    quando uscito dai cantieri di Honfleur, e tutte le sue campagne sisono chiuse con profitto. Questo fatto gi di per s un buon auspicio, capitano. Contate

    di dare inizio alla pesca quando avrete raggiunto il Pacifico? Conto, signor Filhiol, di non farmi sfuggire tutte le occasioni

    che mi si presenteranno. Se incontreremo qualche balenanell'Atlantico, prima di doppiare il Capo, le nostre lance siaffretteranno a darle la caccia. Purch sia a breve distanza e si riesca

    a catturarla senza perdere troppo tempo.Vari giorni dopo la partenza da Le Havre, il signor Bourcart

    organizz il servizio delle vedette: due uomini in continuaosservazione sull'alberatura, uno sull'albero di trinchetto, l'altrosull'albero di maestra. Il compito spettava ai fiocinieri e ai marinai; imozzi, invece, erano al timone.

    Inoltre, affinch fossero sempre pronte, le baleniere furono dotate

    dell'armamento necessario alla pesca. Se qualche balena fosse statasegnalata in prossimit della nave, non ci sarebbe stato da far altro

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    che calare in mare le imbarcazioni: tutto sommato, una faccenda dipochi istanti. Tuttavia, eventualit del genere non si sarebberopresentate prima che il Saint-Enoch fosse in pieno Atlantico.

    Non appena rilevate le estreme terre della Manica, il signor

    Bourcart fece rotta a ovest, in modo da doppiare Ouessant al largo.Quando la terra di Francia stava per scomparire, egli la indic aldottor Filhiol.

    Arrivederci dissero entrambi.Nel rivolgere al loro paese quell'ultimo saluto, tutti e due si

    chiesero, senza dubbio, quanti mesi e forse quanti anni sarebberotrascorsi prima di rivederlo.

    Poich il vento soffiava ora stabilmente da nord-est, il Saint-Enoch non ebbe pi che da allentare le scotte per puntare sul capoOrtegal, punta nordoccidentale della Spagna. Non sarebbe statonecessario cacciarsi nel golfo di Guascogna, dove i velieri corronogravi pericoli, quando il vento soffia dal largo e li spinge verso lacosta. Quante volte, nell'impossibilit di vincere la forza del vento, lenavi sono infatti costrette a cercare rifugio nei porti francesi ospagnoli!

    All'ora dei pasti, quando erano insieme, il capitano e gli ufficialiparlavano, come al solito, dei rischi della nuova campagna, cheaveva inizio in condizioni favorevoli. La nave, infatti, si sarebbetrovata sui luoghi di pesca nel pieno della stagione, e il signorBourcart mostrava tanta fiducia da contagiarne i pi prudenti.

    Se non avessimo dovuto rimandare la nostra partenza di unaquindicina di giorni disse un giorno oggi ci troveremmoall'altezza di Ascensione o di Sant'Elena; comunque, non giusto

    lagnarci Se il vento soffier sempre dal lato buono per un mese

    rispose l'ufficiale Coquebert guadagneremo facilmente il tempoperduto.

    Nondimeno, spiacevole aggiunse il signor Heurtaux che il nostro giovane dottore non abbia avuto prima la buona idea diimbarcarsi sul Saint-Enoch.

    Me ne dispiace rispose allegramente il signor Filhiol. Danessun'altra parte avrei trovato migliore accoglienza e migliore

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    compagnia. inutile rammaricarsi, amici miei! disse il capitano. Le

    buone idee non vengono affatto quando vogliamo noi. Proprio come le balene esclam Romain Aliotte. Ecco

    perch bisogna essere pronti a catturarle, quando ci vengonosegnalate.

    Del resto, non mancava soltanto il medico, al personale delSaint-Enoch fece rilevare il dottore. Mancava anche ilbottaio

    vero rispose il capitano. E non dimentichiamo chesiete stato voi, caro Filhiol, che mi avete parlato di Jean-MarieCabidoulin. Sono sicuro che, senza il vostro intervento, non misarebbe venuto in mente di rivolgermi a lui.

    Ora, per, lo abbiamo con noi concluse il signor Heurtaux e questo ci che conta. Ma, per quel che so, non avrei maicreduto che si sarebbe deciso ad abbandonare la sua bottega e le suebotti. Gi varie volte aveva rifiutato di riprendere il mare, nonostantele vantaggiose condizioni che gli erano state offerte. Vuol dire chevoi siete stato molto persuasivo.

    In verit, non ho incontrato molta resistenza disse il signorBourcart. A sentir lui, era stanco di navigare. Aveva avuto lafortuna di cavarsela, fin allora: perch tentare la sorte? S finiscesempre con il rimanerci Bisogna sapervi rinunciare in tempo Inbreve, voi tutti conoscete le litanie di quel brav'uomo! E poi, quellasua pretesa di aver visto tutto quello che c' da vedere nel corso diuna campagna di pesca

    Non si mai visto tutto disse l'ufficiale Aliotte. Per

    conto mio, mi aspetto sempre qualcosa di nuovo, di straordinario Quello che sarebbe veramente straordinario, anzi direi

    assolutamente inverosimile, amici miei disse il capitano sarebbe che la fortuna abbandonasse il Saint-Enoch! E cio, chequesta campagna non valesse le precedenti, dalle quali abbiamotratto ottimi guadagni! Oppure che ci venisse giocato un tiromancino! Oppure che la nave non facesse ritorno con il suo carico di

    fanoni e d'olio al completo. Ma su questo punto sono tranquillo; ilpassato garante dell'avvenire. Quando il Saint-Enoch rientrer nel

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    bacino commerciale, avr i suoi duemila barili colmi fino all'orlo!Parola mia, a sentirli parlare con tanta serena fiducia, anche Jean-

    Marie Cabidoulin avrebbe forse detto a se stesso che non si sarebbecorso nessun rischio, almeno per quella campagna, tanto era

    fortunata la nave del capitano Bourcart!Dopo avere avvistato a sud-est le alture del capo Ortegal, il Saint-

    Enoch, favorito dalle condizioni atmosferiche, si diresse versoMadera, cos da passare tra le Azzorre e le Canarie. A quellalatitudine, l'equipaggio avrebbe ritrovato un clima eccellente, contemperatura mite, non appena attraversato il Tropico, prima delleisole del Capo Verde.

    Ci che non mancava di stupire un po' il capitano, gli ufficiali e imarinai era il fatto che fino ad allora non era stato possibile inseguirequalche balena. Quelle due o tre che erano state avvistate sitrovavano a tale distanza da non fare ritenere utile mettere in mare lebaleniere. Sarebbe stato tempo, fatica e spese buttati via; tuttoconsiderato, sarebbe stato meglio raggiungere al pi presto la zona dipesca, sia sui mari della Nuova Zelanda, a quell'epoca molto battuti,sia su quelli del Pacifico settentrionale. Conveniva dunque non

    indugiare per via.Quando le navi debbono recarsi dai porti europei nell'oceanoPacifico, esse possono farlo, impiegando lo stesso tempo, siadoppiando il capo di Buona Speranza, all'estremit dell'Africa, siadoppiando il capo Horn, all'estremit dell'America. Sar cos fino aquando non verr aperto il canale di Panama. Ma, per seguire la viadel capo Horn, bisogner discendere fino al cinquanta-cinquesimoparallelo dell'emisfero meridionale, dove regna il cattivo tempo.

    Certo, lecito a uno steamer cacciarsi nelle acque sinuose dellostretto di Magellano ed evitare, in questo modo, le formidabiliburrasche del capo. Quanto ai velieri, essi non vi si potrebberoavventurare senza il rischio di interminabili ritardi, soprattuttoquando si tratta di valicare lo stretto da est a ovest.

    A conti fatti, dunque meglio far rotta verso la punta estremadell'Africa, seguire la via dell'oceano Indiano e dei Mari del Sud,

    dove i numerosi porti della costa australiana offrono facili rifugi finoalla Nuova Zelanda.

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Il capitano Bourcart aveva sempre fatto cos, nei suoi precedentiviaggi, ed ci che fece anche questa volta. Non dovette neppurescostarsi di molto verso ovest, favorito com'era da un vento costante.Dopo avere superato le isole del Capo Verde, avvist presto

    l'Ascensione e poi, alcuni giorni dopo, Sant'Elena.In quel periodo dell'anno, le acque dell'Atlantico al di l

    dell'equatore sono molto frequentate. Non passarono quarantotto oresenza che il Saint-Enoch incrociasse qualche steamer che filava atutto vapore o alcuni di quei veloci e sottili clippers che possonogareggiare di velocit con loro. Ma il signor Bourcart non avevatempo di fare delle chiacchiere con gli uni o con gli altri. Il pi dellevolte, quelle navi, non avendo notizie marittime da dare o daricevere, si limitavano a issare la bandiera che indicava la loronazionalit.

    Dell'isola dell'Ascensione, passando tra essa e il continente, il t-Enoch non aveva potuto scorgere le cime vulcaniche che ladominano. Giunto in vista di Sant'Elena, la nave la lasci a dritta, auna distanza di circa tre o quattro miglia. Di tutto l'equipaggio, ildottor Filhiol era il solo a non averla mai vista; per un'ora, perci, i

    suoi sguardi non riuscirono a staccarsi dal Picco di Diana, sopra lostrapiombo occupato dalla prigione di Longwood.Il tempo, molto variabile, bench la direzione del vento fosse

    costante, favoriva il cammino della nave, la quale, senza cambiare lemure, non doveva che diminuire o aumentare la velatura.

    Le vedette, poste sulle barre, facevano sempre buona guardia, male balene non apparivano: forse erano pi a sud, ad alcune centinaiadi miglia dal Capo.

    Diavolo di un diavolo, capitano diceva a volte il bottaio non valeva la pena d'imbarcarmi, se a bordo non c' nulla da fare perme!

    Il lavoro non mancher, non mancher gli rispondeva ilsignor Bourcart.

    O mancher del tutto ribatteva il bottaio, scotendo il capo e giungeremo nella Nuova Zelanda senza neppure un barile pieno.

    Pu darsi, mastro Cabidoulin, ma li riempiremo l. Il lavoronon vi mancher, siatene certo!

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Una volta, capitano, le balene abbondavano in questa partedell'Atlantico!

    vero, ma un fatto che si fanno sempre pi rare E questo spiacevole!

    Era proprio cos; a mala pena le vedette segnalarono due o trebalene franche, una delle quali molto grossa. Purtroppo, avvistatetroppo vicine alla nave, si immersero subito e non fu pi possibilerivederle. Dotati di grande velocit, questi cetacei possono superaregrandi distanze prima di fare ritorno in superficie. Calare in mare lebaleniere per dar loro la caccia sarebbe stato esporsi a grandi fatiche,con poche speranze di riuscita.

    Il capo di Buona Speranza fu raggiunto verso la met del mese didicembre. In quell'epoca, le acque della costa africana erano moltobattute dalle navi dirette verso quella importante colonia inglese. Erararo che l'orizzonte non fosse solcato dal fumo di qualche steamer.

    Gi varie volte, durante i viaggi precedenti, il signor Bourcartaveva fatto sosta nel porto di Capetown, quando il Saint-Enoch,durante il viaggio di ritorno, cercava di collocare una parte delcarico.

    Non fu necessario, perci, prendere contatto con la terra e il trealberi doppi la punta estrema dell'Africa, lasciandosi le ultime alturea cinque miglia, a sinistra.

    Non senza motivo che il capo di Buona Speranza fu chiamatoinizialmente capo delle Tempeste. Questa volta, esso giustific il suoantico nome, sebbene nell'emisfero meridionale si fosse in pienaestate.

    Il Saint-Enoch dovette affrontare formidabili burrasche, che lo

    costrinsero a tenere la cappa; ma se la cav con un lieve ritardo ealcune avarie di poco conto, dalle quali Jean-Marie Cabidoulin nonavrebbe potuto trarre cattivi auspici. Poi, dopo aver approfittato dellacorrente antartica, che si dirige verso l'est prima di piegare nellevicinanze delle isole Kerguelen, prosegu la sua navigazione incondizioni favorevoli.

    Il 30 gennaio, poco dopo il levar del sole, una delle due vedette,

    Pierre Kardek, grid dalle barre di trinchetto: Terra sottovento!Il punto poneva il capitano Bourcart sul settantaseiesimo grado di

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    longitudine, a est del meridiano di Parigi, e sul trentasettesimo gradodi latitudine sud, e cio nelle vicinanze delle isole Amsterdam eSaint-Paul.

    A due miglia da quest'ultima isola, il Saint-Enoch mise in panna.

    Le baleniere del secondo Heurtaux e dell'ufficiale Aliotte furonomandate vicino alla costa con lenze e reti, perch la pesca vi era disolito abbondante. Nel pomeriggio, infatti, fecero ritorno con uncarico di pesce di buona qualit e di saporite aragoste, che fornironoil pasto per vari giorni.

    Da Saint-Paul, dopo aver piegato verso il quarantesimo parallelo,spinto da un vento che gli faceva percorrere da settanta a ottantaleghe ogni ventiquattro ore, la mattina del 15 febbraio il Saint-Enochavvist le isole Snares, all'estremit meridionale della NuovaZelanda.

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    CAPITOLOIII

    SULLA COSTA ORIENTALE DELLA NUOVA ZELANDA

    DA CIRCA una trentina d'anni, le baleniere sfruttano le acque dellaNuova Zelanda, dove la pesca particolarmente redditizia. A queltempo, era forse la zona del Pacifico quella in cui le balene franche si

    mostravano in maggior numero, anche se disperse un po' qua e un po'l, raramente capitava di incontrarle in prossimit della nave.Tuttavia, il rendimento di questa specie di cetacei cos notevole chei capitani non si preoccupano delle fatiche e dei pericoli checomporta la loro cattura.

    Queste cose spiegava il signor Bourcart al signor Filhiol, quandoil Saint-Enoch giunse in vista di Tawai-Punamu, la grande isolameridionale del gruppo neo-zelandese.

    Certo, un bastimento come il nostro aggiunse egli potrebbe fare qui, se la fortuna lo assiste, l'intero suo carico in pochesettimane. Bisognerebbe per che il tempo fosse sempre bello. Suqueste coste, invece, si in balia, ogni giorno, di burrasche d'estremaviolenza.

    Non vi sono porti nei quali sia facile trovare rifugio? chieseil signor Filhiol.

    Ce ne sono, caro dottore; per citare soltanto i principali dellitorale orientale, abbiamo: Dunedin, Oamaru, Akaroa, Christchurch,Blenheim. Ma non nei porti che le balene vengono a spassarsela;bisogna perci andare a cercarle ad alcune miglia al largo.

    Non pensate, capitano, di fare sosta in qualcuno di questi porti,prima di dar lavoro all'equipaggio?

    nelle mie intenzioni, ma solo per tre o quattro giorni, alloscopo di rinnovare parte delle provviste, soprattutto con carne fresca,

    per variare la solita razione di carne salata. Su quale punto della costa il Saint-Enoch getter l'ancora?

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Nel porto di Akaroa. E quando vi giunger? Nella mattinata di domani. Ci avete mai fatto sosta?

    Varie volte; ne conosco i passi e, in caso di brutto tempo, sonosicuro di trovarvi un ottimo rifugio.

    Nonostante fosse pratico dei dintorni di Akaroa, il signor Bourcartpot raggiungere quel porto soltanto con grande difficolt. Quando fuin vista della terra, il Saint-Enoch, che prendeva il vento di prora,dovette bordeggiare a causa del vento teso. Poi, quando non dovevafar altro che tirare due bordate per entrare nel canale, la mura delgran fiocco si spezz nel virare e fu necessario tornare al largo.

    Il vento, del resto, rinforzava e il mare si faceva burrascoso:neppure nel pomeriggio fu possibile raggiungere Akaroa. Nonvolendo passare la notte troppo vicino alla costa, il capitano prese ilvento da poppa fino alle sei di sera, poi torn indietro andando dibolina, con poca vela, in attesa del giorno.

    Il giorno dopo, 17 febbraio, il Saint-Enoch pot alla finepercorrere quella specie di canale sinuoso, chiuso tra alte colline, che

    conduce ad Akaroa. Sulla riva si vedevano alcune fattorie e sulfianco delle colline pascolavano vacche e buoi.Dopo aver navigato per circa otto miglia e mezzo, sempre

    bordeggiando, il Saint-Enoch gett l'ancora un po' prima dimezzogiorno.

    Akaroa si trova nella penisola di Banks, che si stacca dalla costadi Tawai-Punamu, al disotto del quarantaquattresimo parallelo. Essacostituisce un annesso della provincia di Canterbury, una delle due

    parti in cui l'isola suddivisa. La citt non era ancora che un piccolovillaggio, costruito a destra dello stretto, di fronte alle montagnescaglionate a perdita d'occhio sull'altra riva. Da questa parteabitavano gli indigeni, i Maori, tra magnifici boschi di abeti cheforniscono ottime alberature per le costruzioni navali.

    Il villaggio comprendeva allora tre piccole colonie di inglesi,tedeschi e francesi, che vi furono condotti nel 1840 dalla nave

    Robert-de-Paris. Il governo concesse a quei coloni una certa quantitdi terre, lasciando ad essi quel profitto che avrebbero saputo trarne.

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    Intorno a numerose case di legno, campi di grano e giardinioccupano il suolo rivierasco, il quale produce varie specie di legumie di frutta, soprattutto pesche, non meno abbondanti che saporite.

    Dove si ancor il Saint-Enoch c'era una specie di stagno, in mezzo

    al quale emergeva un isolotto deserto. Alcune navi vi si trovavano insosta, tra le quali una nave americana, lo Zireh-Swif, che aveva gicatturato alcune balene. Il signor Bourcart sal a bordo di quella naveper acquistare una cassa di tabacco, dal momento che la suaprovvista cominciava a scemare. Il tempo della sosta fu perciimpiegato nel rinnovo delle riserve d'acqua e di legna e nel ripulire Ioscafo della nave. L'acqua dolce veniva attinta in prossimit dellacolonia inglese, da una limpida sorgente; la legna veniva tagliatasulla riva dello stretto frequentata dai Maori. Gli indigeni perfinirono con l'op-porvisi, pretendendo il pagamento di un'indennit.Parve, quindi, preferibile rifornirsi sull'altra riva, dove la legnacostava solo la fatica di farla a pezzi. Riguardo alla carne fresca, alcuoco non fu difficile procurarsene: parecchi buoi, vivi o squartati,sarebbero quindi stati imbarcati al momento della partenza.

    Due giorni dopo l'arrivo del Saint-Enoch, una baleniera francese,

    il Caulaincourt, entr nel porto di Akaroa con la bandiera sul picco.Una cortesia ne richiede un'altra; ma quando il signor Bourcart volleissare la sua, ci si accorse che era stata annerita da quella polvere dicarbone di legna di cui le casse erano state ricoperte, nell'intento didistruggere i topi che si erano moltiplicati spaventosamente dallapartenza da Le Havre e che infestavano la nave.

    vero, Marcel Frut aveva sostenuto che non bisognavadistruggere, per nessun motivo, quelle bestiole intelligenti.

    E perch? gli aveva chiesto un giorno un mozzo. Perch se il Saint-Enoch corresse il pericolo di affondare, essi

    ci avvertirebbero in anticipo. I topi? S, i topi, salvandosi Come? A nuoto, perbacco, a nuoto! rispose quel burlone del

    falegname. Nel pomeriggio, il signor Bourcart sempre cortesissimo mand il signor Heurtaux a bordo del Caulaincourt,per scusarsi di

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    non aver potuto restituire il saluto con una bandiera che, da tricolore,era diventata monocolore: e di quale colore, poi! Nera!

    La sosta del Saint-Enoch dur quattro giorni. II capitano avevaritenuto opportuno di lasciare scendere a terra i marinai, durante le

    ore di riposo, a rischio che qualcuno di essi disertasse. In quel paese,infatti, si pu esercitare un mestiere assai lucroso: quello del segatoredi legname.

    Le foreste sono inesauribili e questo fatto spinge i marinai adabbandonare la propria nave. Ma questa volta, all'ora regolamentare,l'equipaggio era al completo e il giorno della partenza nessunomanc all'appello.

    Anche se non avevano soldi in tasca, gli uomini avevano potutoprocurarsi gratuitamente quelle pesche che i coloni francesipermisero loro di cogliere e un buon vinello prodotto con quei frutti.

    Il 22 febbraio, il signor Bourcart fece disporre tutto per lapartenza. Non aveva intenzione di tornare all'ancoraggio di Akaroa, ameno di non esservi costretto dal cattivo tempo e solo nel caso che lasua nave non potesse tenere il mare.

    Quella mattina, infatti, chiacchierando con il secondo, i due

    ufficiali, il dottor Filhiol e il nostromo, egli disse: Se le circostanze ce lo consentiranno, la nostra campagna sardivisa in due parti: prima pescheremo nei mari della Nuova Zelanda,per cinque o sei settimane; poi il Saint-Enoch far vela verso le costedella Bassa California, dove, come spero, ci sar facile completare ilcarico.

    Non potrebbe capitarci di completare il carico d'olio nei maridella Nuova Zelanda? disse il signor Heurtaux.

    Non lo credo rispose il signor Bourcart. Ho parlato con ilcapitano della nave americana: secondo lui, le balene cercano gi diraggiungere le zone pi a nord.

    E noi, dovunque vadano, le cattureremo! disse il primoufficiale Coquebert. Mi impegno a dar loro tanta sagola quanta nevorranno!

    Siate certo, capitano, che non sar da meno del mio compagno

    aggiunse Romain Aliotte. Io spero soprattutto, amici miei riprese il signor Bourcart

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    che il desiderio di far meglio degli altri non vi faccia commettereimprudenze! dunque stabilito: dopo i paraggi della Nuova Zelanda,quelli della Bassa California, dove pi volte ho fatto buona pesca. Inseguito vedremo, a seconda delle circostanze. Che te ne pare,

    Ollive? Capitano rispose quest'ultimo penso che il Saint-Enoch

    andr dove vi piacer condurlo, fosse pure fino al mare di Bering.Quanto a balene, poi, ve ne auguro a dozzine. Ma ci riguarda chiguida le baleniere e i fiocinieri, non il nostromo.

    D'accordo, vecchio mio rispose il signor Bourcartsorridendo. E poich questa la tua idea, resta del tuo parere,come Jean-Marie Cabidoulin rimane del suo! Le cose non andrannopeggio per questo!

    anche la mia opinione dichiar Ollive. A proposito, litighi sempre con il bottaio? Sempre, capitano. Con la sua mania di predire disgrazie,

    Cabidoulin finirebbe per mettervi la morte nell'anima! Lo conosco damolto tempo e dovrei esserci abituato stupido, da parte sua, tantopi che se l' sempre cavata benissimo, nel corso delle sue

    campagne. Certo, avrebbe fatto meglio a restarsene ancorato nellasua bottega, in mezzo alle sue botti Lascia che dimeni la lingua, Ollive rispose il capitano.

    Sono solo parole; e nonostante tutto un brav'uomo!Nel pomeriggio, il Saint-Enoch bordeggiava con il vento teso a

    quattro miglia da Akaroa, quando una balena fu segnalata dalfiociniere Thibaut.

    Erano le due; il cetaceo, molto grosso, soffiava a breve distanza.

    Il signor Bourcart fece subito mettere in panna. Poi furono calatein mare due baleniere: quella del primo ufficiale Coquebert e quelladel secondo ufficiale Aliotte. I due ufficiali vi presero posto, e siposero a poppa. I fiocinieri Durut e Ducrest si misero a prua, sulponte. Un marinaio prese il timone e quattro uomini si misero airemi.

    Animati dalla stessa passione, i due ufficiali giunsero quasi nello

    stesso tempo a colpire la balena, e cio a lanciarle la fiocina.Alla fiocina attaccata una sagola di circa trecento braccia,

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    accuratamente adugliata in un mastello posto quasi al centrodell'imbarcazione, in modo che nulla possa essere di ostacolo al suosvolgersi.

    I due fiocinieri lanciarono le fiocine. Colpita al fianco sinistro, la

    balena fugg, rapidissima. In quell'istante, a dispetto delleprecauzioni prese, la sagola dell'ufficiale Coquebert s'imbrogli e funecessario tagliarla. Romain Aliotte rimase solo dietro l'animale: ilcompagno, non senza rammarico, aveva dovuto abbandonarel'inseguimento.

    Intanto la baleniera, trascinata irresistibilmente, volava sulle onde,mentre il bratto la reggeva contro le sbandate. Quando la balena siimmerse, o per dir meglio si tuff per la prima volta, si fil la sagola,in attesa che il cetaceo riapparisse in superficie.

    Attenzione! attenzione! grid l'ufficiale Aliotte. Appenariappare, una lancia a voi, Ducrest, e l'altra a me!

    Siamo pronti rispose il fiociniere, chino sul ponte.A bordo delle baleniere si usa da sempre avere a dritta, insieme

    con due fiocine di ricambio, tre lance affilate come rasoi. A sinistrasono deposti la gaffa e il coltellaccio che serve per tagliare le arterie

    della balena, quando corre con tale rapidit che sarebbe impossibilestarle a rimorchio senza compromettere la sicurezzadell'imbarcazione. Allora, dice la gente del mestiere, la si lavoracon la lancia.

    Nel momento in cui la balena risaliva, a breve distanza, labaleniera le si accost e l'ufficiale e il fiociniere la colpironoripetutamente con la lancia. Quei colpi non raggiunsero organi vitalie la balena, invece di soffiare sangue, soffi bianco, come di solito,

    filando verso nord-est. Era dunque chiaro che non era stata feritamortalmente.

    A bordo del Saint-Enoch, capitano ed equipaggio seguivano convivissimo interesse le peripezie della caccia, che avrebbe potutodurare a lungo. Non era impossibile, infatti, che l'animalecontinuasse a fuggire per molte ore. Il signor Bourcart si preparquindi a raggiungere la baleniera dalla quale lo separavano in quel

    momento due buone miglia.L'imbarcazione correva con prodigiosa rapidit. Chi conosceva il

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    secondo ufficiale sapeva che egli non si sarebbe rassegnato mai adabbandonare la preda, nonostante i consigli di prudenza datigli dalcapitano.

    Yves Coquebert, da parte sua, dopo avere sbrogliato la propria

    sagola, si preparava a raggiungere il compagno.Dopo un'altra mezz'ora, fu possibile constatare che la balena

    cominciava a dar segni di stanchezza. I suoi tuffi duravano solopochi minuti, rivelando cos che le veniva meno il respiro.

    Approfittando del fatto che la sua fuga era pi lenta, RomainAliotte fece alare la sagola e quando fu raggiunto dalla balenieradell'ufficiale Coquebert, il fiociniere Ducrest riusc a recidere con ilcoltellaccio una pinna della balena, mentre altri colpi le venivanoinferti sul fianco. Dopo un'ultima immersione, il cetaceo riapparve,battendo l'acqua con tale violenza che quasi faceva rovesciare labaleniera. Infine, sollev il muso sull'acqua e soffi uno zampillorosso: era il segnale della sua prossima fine.

    Bisognava per diffidare delle ultime convulsioni di un animalecos possente. quello il momento in cui le baleniere sonomaggiormente in pericolo: basta un colpo di coda per fracassarle.

    Quella volta, i due ufficiali furono abbastanza abili da evitarlo e labalena, dopo essersi girata sul fianco, rimase immobile alla superficiedel mare.

    Le due imbarcazioni erano allora a pi di un miglio e mezzo dalSaint-Enoch, il quale manovr in modo da far loro risparmiare un po'di cammino.

    Le onde intanto si facevano pi forti sotto il vento di nord-ovest.Del resto, la balena catturata una balena franca era di tale

    dimensione che gli uomini avrebbero faticato molto per tonneggiarla.Capita, a volte, che le baleniere vengano trascinate varie leghe

    lontano dalla nave. In questo caso, se la corrente contraria, essesono costrette ad ancorarsi alla balena, lanciandovi una piccolaancora, per poi rimorchiare il cetaceo, quando la corrente cambiadirezione.

    In questa occasione non fu necessario attendere. Verso le quattro,

    il Saint-Enoch era gi riuscito ad accostarsi fino a poche gomene didistanza. Le due baleniere lo raggiunsero e, prima delle cinque, la

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    balena fu ormeggiata lungo il fianco.L'ufficiale Aliotte e i suoi uomini ricevettero i complimenti di

    tutto l'equipaggio. L'animale era molto grosso. Lungo circa ventiduemetri, aveva una circonferenza di dodici metri, dietro le pinne

    pettorali, il che faceva ritenere che il suo peso fosse almeno disettantamila chilogrammi.

    Complimenti, Aliotte, complimenti! ripeteva il signorBourcart. Ecco un felicissimo inizio; con poche balene comequesta potremmo riempire la stiva. Che ve ne pare, mastroCabidoulin?

    Secondo me disse il bottaio questa bestia ci dar almenocento barili di olio; se mi sbaglio di una decina vorr dire che ci hoperso l'occhio.

    Jean-Marie Cabidoulin se ne intendeva abbastanza per noncommettere un errore di stima.

    Oggi ormai troppo tardi disse allora il capitano Bourcart. Il mare si placa, il vento cade; attenderemo con poca velatura.Ormeggiate saldamente la balena, domani provvederemo a farla apezzi.

    La notte fu tranquilla e il Saint-Enoch non ebbe necessit dibordeggiare. Non appena il sole apparve all'orizzonte, l'equipaggio sidivise il lavoro e per prima cosa gli uomini predisposero i tiranti perissare la balena con l'argano.

    Una catena fu allora passata sotto la pinna esterna e poi fissatasopra, in modo che non potesse staccarsi. Non appena i fiocinieriebbero mozzato l'altra pinna, i marinai si misero alle barredell'argano per alare l'animale. In quelle condizioni, bastava che esso

    girasse su se stesso: l'operazione si sarebbe allora compiuta senzadifficolt.

    Fatto questo, la testa fu divisa in quattro pezzi: i labbroni, chefurono recisi e appesi a un enorme gancio; la gola e la lingua, checaddero insieme sul ponte, al disopra dell'impavesata; e poil'estremit del muso, alla quale sono attaccati i fanoni, il cui numeronon mai inferiore a cinquecento.

    Il lavoro richiese molto tempo; per ottenere, infatti, quest'ultimopezzo della testa necessario segare l'osso, grosso e durissimo, che

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    l'attacca al corpo.Mastro Cabidoulin sorvegliava il lavoro, al quale l'equipaggio non

    era affatto nuovo.Dopo che i quattro pezzi della testa furono posti sul ponte, ci si

    occup di tirar su il grasso della balena, dopo averlo tagliato instrisce larghe un braccio e lunghe circa otto o nove piedi.

    Quando la maggior parte fu tratta sulla nave, i marinai netagliarono la coda e si sbarazzarono di ci che restava della carcassa.S presero poi i diversi monconi, dai quali, quando furono sul ponte,staccare il grasso fu pi facile che non se il corpo fosse statoormeggiato al fianco della nave.

    Tutta la mattina, durante la quale non si perdette un solo istante,fu dedicata a questo faticoso lavoro, che il signor Bourcart feceriprendere verso l'una, dopo il pasto di mezzogiorno.

    I marinai attaccarono allora la testa mostruosa. Quando i fiocinierine ebbero rovesciato i quattro pezzi, ne staccarono con l'ascia ifanoni, che sono pi o meno lunghi, a seconda della grossezzadell'animale. Di queste lamine fibrose e cornee, le prime, corte estrette, si allargano man mano che si avvicinano al centro della

    mascella, per poi restringersi verso il fondo della bocca.Disposti con perfetta regolarit, incastrati gli uni sugli altri, ifanoni, formano una specie di traliccio, o di nassa, che trattiene glianimaletti, le miriadi di molluschi e crostacei di cui le balene sinutrono.

    Quando i fanoni furono strappati, Jean-Marie Cabidoulin li feceportare ai piedi del casseretto. Non c'era da far altro, ora, cheraschiarli per staccarne il bianco, il quale, provenendo dalle gengive,

    di migliore qualit. Il grasso contenuto nel cervello fu staccato emesso da parte. Infine, svuotata completamente la testa della parteutilizzabile, i tronconi furono gettati in mare.

    Il resto della giornata e il giorno seguente, l'equipaggio procedettealla fusione del grasso. Le vedette non ebbero occasione di segnalarela presenza di altre balene e non vi fu motivo, quindi, di mettere inmare le baleniere. Tutti perci poterono dedicarsi al lavoro.

    Mastro Cabidoulin fece mettere in fila un certo numero di mastellisul ponte, tra l'albero di maestra e il castello di prua. Dopo essere

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    stato introdotto a pezzi nei mastelli, il grasso, sottoposto allapressione di un mezzo meccanico, form dei pezzetti tanto piccoli dapoter essere introdotti nei recipienti della marmitta, dove l'azione delcalore li avrebbe fusi.

    Fatto ci, quel che restava, l'escrabe, come chiamato, sarebbeservito ad alimentare il fuoco per tutto il tempo in cui la marmittasarebbe rimasta in funzione, e cio fino al momento in cui il grasso sifosse trasformato in olio. Terminata tale operazione non restava altroda fare che convogliare quell'olio nei barili della stiva.

    La cosa non presenta grosse difficolt. L'operazione consiste nelfar colare l'olio in un mastello posto gi nell'interno della naveattraverso un piccolo boccaporto, per mezzo di una manica di tela,provvista di un rubinetto alla sua estremit.

    Il lavoro, allora, pu dirsi davvero terminato, per ricominciare poinello stesso modo quando le baleniere avranno catturato altre balene.

    Venuta la sera, dopo che l'olio era stato immagazzinato, il signorBourcart chiese a mastro Cabidoulin se per caso non si fossesbagliato sul rendimento di quell'animale.

    No, capitano disse il bottaio. Il bestione ci ha dato

    centoquin-dici barili. Tanto! esclam il dottor Filhiol. Non lo avrei creduto, senon l'avessi visto con i miei occhi!

    Vi credo rispose il signor Heurtaux. Se non mi sbaglio,la balena era una delle pi grosse fra quelle che abbiamo catturato.

    Un colpo di fortuna dell'ufficiale Aliotte! aggiunse ilcapitano. Se lo ripete una decina di volte, avremo quasicompletato il carico.

    Come si vede, i buoni auspici del signor Bourcart sembrava chedovessero aver la meglio su quelli cattivi di Jean-Marie Cabidoulin.

    Le acque della Nuova Zelanda sono molto battute, e non senzamotivo. Prima dell'arrivo del Saint-Enoch, varie navi inglesi eamericane avevano gi fatto un'ottima campagna. Le balene franchesi lasciano catturare con pi facilit delle altre. Poich hanno l'uditomeno sensibile, possibile accostarle senza svegliare la loro

    attenzione. Disgraziatamente, le tempeste sono cos frequenti e costerribili in quei mari che, ogni notte, bisogna tenersi al largo, con

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    poca velatura, per evitare di andare in costa.Durante le quattro settimane che il signor Bourcart trascorse in

    prossimit della Nuova Zelanda, l'equipaggio cattur ben undicibalene. Due di esse furono prese dal secondo Heurtaux, tre

    dall'ufficiale Coquebert, quattro dall'ufficiale Aliotte, due dalcapitano; nessuna, per, eguagli la prima riguardo al volume, e laresa fu naturalmente inferiore. Del resto, le balene cominciavano araggiungere le latitudini settentrionali e anche il Saint-Enoch, cheaveva un totale di novecento barili d'olio, doveva pertanto cercarealtre zone di pesca.

    Il signor Bourcart ebbe allora l'idea di recarsi alla baia delle Isole,colonia inglese del litorale orientale di Ika-Na-Maui, isolasettentrionale del gruppo. Forse avrebbe potuto raddoppiare il caricoprima di raggiungere le coste occidentali dell'America.

    In questa baia, il Saint-Enoch avrebbe fatto provvista di patate,con pi facilit che non nei dintorni di Akaroa, dove questi tuberisono poco coltivati.

    La nave spieg le vele la sera del 29 marzo e due giorni dopoavvist la baia delle Isole.

    L'ancora fu calata su un fondo di dieci braccia, assai vicino allacosta.Nel porto sostavano alcune baleniere che si preparavano a lasciare

    la Nuova Zelanda.Ammainate le vele, il capitano cerc di sapere dove avrebbe

    potuto rifornirsi di patate. Gli fu indicata una fattoria dell'interno,distante una dozzina di miglia. I due ufficiali partirono subito, sottola direzione di un inglese scelto per fare loro da guida.

    Le lance risalirono un fiume sinuoso, tra alte colline.Lungo le rive sorgevano abitazioni di mahori, costruite in legno e

    circondate da giardini ricchi di legumi, che gli indigeni scambianovolentieri con abiti di produzione europea.

    La fattoria era posta all'estremit del fiume; vi abbondavano lepatate, di cui furono riempiti molti sacchi di iuta. Tornati a bordo lastessa sera, le imbarcazioni riportavano anche una provvista di

    ostriche di ottima qualit, raccolte sulle rocce degli argini. Unaghiottoneria sia per gli ufficiali e sia per l'equipaggio.

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    Il giorno seguente, l'inserviente del Saint-Enoch riusc aprocurarsi molte cipolle, provenienti dai giardini mahori. Secondo laconsuetudine, le cipolle furono pagate con la stessa moneta con cuierano state pagate le patate: pantaloni, camicie, stoffe, roba scadente

    di cui la nave aveva una buona provvista.Del resto, gli indigeni si mostrarono cortesissimi, almeno sui

    territori della baia delle Isole. A quel tempo, vero, le aggressionierano sin troppo frequenti in altri punti dell'arcipelago. I colonidovevano combattere contro i neo-zelandesi: quello stesso giorno,infatti, un avviso1 inglese aveva lasciato il porto per andare areprimere la rivolta di alcune trib ostili.

    Gli ufficiali e i marinai del Saint-Enoch non ebbero da lagnarsidurante quella sosta. Ricevuti ovunque con cortesia, entravano nellecapanne, dove venivano loro offerti rinfreschi; non gi birra olimonata, di cui gli indigeni non fanno uso, ma eccellenti cocomeri,di cui i giardini rigurgitavano, e anche fichi, non meno saporiti, chependevano dai rami con tale abbondanza da spezzarli.

    Il signor Bourcart rimase per tre giorni nella baia delle Isole.Sapendo che le balene abbandonavano quella zona, prese ogni

    disposizione per affrontare una traversata di non meno di quattromilamiglia.Infatti, era nella baia di Santa Margherita, sulla costa della Bassa

    California, che il Saint-Enoch sarebbe andato a finire quellacampagna, cos felicemente iniziata.

    Quando ci veniva detto al bottaio, Jean-Marie Cabidoulinmormorava tra i denti:

    L'inizio solo l'inizio: aspettiamo la fine

    Aspettiamo la fine! rispondeva mastro Ollive, alzando lespalle.

    1Nave da guerra di piccolo dislocamento impiegata per servizi di collegamento o

    altro. (N.d.T.)

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    CAPITOLOIV

    ATTRAVERSO IL PACIFICO

    ALL'ALBA del 3 aprile, il Saint-Enoch lasci l'ancoraggio dellabaia delle Isole. Al suo rifornimento non mancavano ormai che nocidi cocco, pollame e maiali; non avendo potuto procurarsene durante

    le due ultime soste, nella Nuova Zelanda, il capitano Bourcart siproponeva di toccare qualche isola dell'arcipelago dei Navigatori,dove sarebbe stato possibile trovarne.

    Il vento soffiava nella buona direzione e le novecento miglia cheseparano Ika-Na-Maui dal tropico del Capricorno furono percipercorse in otto giorni, a vele spiegate, mure a sinistra.

    Quel giorno, 12 aprile, rispondendo alla domanda rivoltagli daldottor Filhiol, il signor Bourcart disse:

    S, forse qui, al ventitreesimo parallelo e alcentosettantacinquesimo meridiano che l'oceano Pacifico raggiungele maggiori profondit. Nel corso degli scandagli fatti a bordo delPenguin si sono dipanate quattromilanovecento braccia di lenzasenza raggiungere il fondo.

    Credevo fece notare il signor Filhiol che le profonditmaggiori fossero nei mari del Giappone.

    inesatto afferm il capitano. Qui la profondit maggiore di duecentoquarantacinque braccia, ci che d un totale dinovemila metri

    che corrisponde all'altezza delle montagne dell'Himalaya rispose il dottor Filhiol. Ottomilaseicento metri il Dhwalagiri delNepal, novemila il Chamalari del Butan

    Ecco, caro dottore, un raffronto di cifre che non manca d'essereistruttivo.

    Esso dimostra, capitano, che i pi alti rilievi della terra noneguagliano gli abissi sottomarini. Nell'epoca della formazione,

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    quando il nostro globo tendeva ad assumere il suo assetto definitivo,le depressioni hanno acquistato pi importanza dei rilievi e forse nonsaranno mai determinate con esattezza.

    Tre giorni dopo 15 aprile avvistate le Samoa (arcipelago dei

    Navigatori) il Saint-Enoch and a gettare l'ancora ad alcune gomenedall'isola Savai, una delle maggiori del gruppo.

    Una dozzina di indigeni, al seguito del re, salirono a bordo, con uninglese che faceva loro da interprete. Questi nativi, non inciviliti,erano quasi nudi. Anche sua maest era vestita come i suoi sudditi;ma una camicia di tela indiana, di cui il capitano gli fece omaggio enelle cui maniche il sovrano si ostin, in un primo momento, a volerinfilare le gambe, non tard a nascondere le reali nudit.

    Le baleniere, inviate a terra per consiglio dell'inglese, neriportarono un carico di noci fresche.

    Alla sera, al cadere delle prime ombre, il Saint-Enoch vir dibordo, temendo di restare troppo vicino alla costa, e bordeggi pertutta la notte.

    All'alba, il capitano riprese l'ancoraggio del giorno prima. Gliindigeni fornirono al cuoco una ventina di tartarughe di bella specie,

    un egual numero di porcellini e molti volatili. Quelle provvistefurono pagate con oggetti di poco pregio ma di cui i samoani fannogran conto, soprattutto con cattivi coltelli da cinque soldi l'uno.

    Tre giorni dopo la partenza, le vedette segnalarono un branco dicapodogli che se la spassava a quattro o cinque miglia a sinistra, aprua. Il vento soffiava debolmente e il Saint-Enoch avanzava conlentezza verso il largo. Era gi tardi: quasi le cinque. Tuttavia, ilcapitano non volle lasciarsi sfuggire l'occasione di dare la caccia a

    qualcuno di quegli animali.Due baleniere furono subito messe in mare: quella del secondo

    Heurtaux e quella dell'ufficiale Coquebert. Ufficiali, fiocinieri emarinai vi presero posto e a forza di remi, con il mare appena mossodall'onda lunga, si diressero verso il branco.

    Dall'alto del casseretto, il signor Bourcart e il dottor Filhiolavrebbero seguito con interesse le peripezie della pesca.

    La cattura del capodoglio pi difficile di quella della balena fece rilevare il signor Bourcart e anche meno redditizia.

  • 7/22/2019 Jules Verne - Le Fantasie Di Jean-Marie Cabiboulin

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    Appena il capidoglio fiocinato, si spesso costretti ad allentare lasagola perch esso si immerge a grandi profondit, moltorapidamente. Per contro, se la baleniera ha potuto mantenersi sullasagola per tutta la durata del primo tuffo, si ha la quasi certezza di

    catturare l'animale. Risalito in superficie, il coltellaccio e la lancia Iofiniranno presto.

    Fu proprio ci che accadde in quell'occasione. Le due baleniereriuscirono a catturare un solo cetaceo di media grandezza, anche seve ne sono altri la cui lunghezza supera quella della balena franca. Sannunciava gi la notte e poich le nuvole si levavano all'est, sarebbestato imprudente indugiare. Durante la sera, l'equipaggio si occupquindi di issare a bordo l'animale.

    Due giorni dopo, venne meno l'occasione di mettersi alla pesca. Icapodogli erano scomparsi e il Saint-Enoch, favorito da buonabrezza, riprese il suo cammino verso nord-est.

    Quel giorno fece la sua apparizione una nave che andava nellastessa direzione, a tre o quattro miglia sottovento. Eraun'imbarcazione a tre alberi, di cui non sarebbe stato possibile, aquella distanza, riconoscere la nazionalit. La forma dello scafo e

    alcuni particolari della velatura fecero supporre, nondimeno, chefosse inglese.A met del giorno, ci fu uno di quei bruschi salti di vento, da

    ovest a est, pericolosissimi per la loro violenza, se non per la lorodurata, che mettono in pericolo la nave se essa non preparata ariceverli.

    In un istante, il mare divenne agitato e grosse ondate piombaronoa bordo. Il capitano fu costretto a mettersi alla cappa, per

    fronteggiare la raffica, con la gabbia fissa di maestra, vela ditrinchetto, gabbia di mezzana e trinchettina.

    Nel corso della manovra, al marinaio Gastinet, che si era spintofino all'estremit esterna del fiocco di fuori per sbrogliare una scotta,venne meno l'appiglio.

    Un uomo in mare! grid un suo compagno, che dal castellodi prua Io aveva visto precipitare in acqua.

    Tutti furono sul ponte e il capitano raggiunse in fretta il casserettoper dirigere il salvataggio.

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    Se Gastinet non fosse stato un buon nuotatore, sarebbe statoperduto. Il mare si frangeva con troppa violenza contro la nave perpensare di calare un'imbarcazione. Non rimaneva dunque altrapossibilit di soccorso che quella di lanciare dei gavitelli: cosa che fu

    subito fatta.Gastinet era caduto, disgraziatamente, quando pi forte soffiava il

    vento; e poich la nave andava in deriva, le boe di salvataggio nonpotevano giungere fino a lui. Gastinet cerc quindi di raggiungerlenuotando vigorosamente.

    Mollate la vela di trinchetto e la gabbia di mezzana! ordinil signor Bourcart.

    Nel virare, il Saint-Enoch si sarebbe avvicinato all'uomo che sidibatteva tra le onde. Ma Gastinet non tard ad afferrare un gavitello:a patto di non farselo sfuggire, era ormai sicuro di venire raccolto daicompagni, non appena la nave avesse virato di bordo.

    Ma ecco che la situazione si complica spaventosamente. Un pescecane! gridarono alcuni marinai dal casseretto.

    Un pescecane!Uno squalo formidabile appariva e scompariva, infatti, sottovento

    della nave, dopo essere passato a poppa.S sa quanto siano voraci e quale forza prodigiosa possegganoquesti mostri che, com' stato detto giustamente, non sono altro chemascelle e stomaco. Se quel pover uomo fosse stato ghermito dalpescecane se non fosse stato issato a bordo in tempo

    Sebbene lo squalo fosse ad appena un centinaio di piedi da lui,Gastinet non lo aveva ancora visto e non aveva udito neppure il gridolanciato dall'alto del casseretto: egli non sapeva nulla, perci, del

    pericolo che lo minacciava.In quel momento si udirono alcuni spari; il secondo Heurtaux e

    Romain Aliotte, tolte le loro carabine dalla rastrelliera del quadrato,avevano sparato sull'animale.

    Il pescecane era stato colpito? Nessuno lo sapeva. Tuttavia,l'animale si immerse e la sua testa non emerse pi dal cavo delleonde.

    La nave, intanto, con la barra sottovento, cominciava a orzare.Ma, con un mare cos forte, sarebbe mai riuscita a fare la sua

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    accostata? Se non avesse potuto virare, il che era da temersi a causadelle cattive condizioni del mare, la manovra sarebbe stata inutile.

    Segu un istante di terribile ansiet. Mentre le sue veleralingavano e sbattevano con violenza, il Saint-Enoch ebbe qualche

    attimo di esitazione. Alla fine, i suoi fiocchi presero e la nave superla linea del vento, con una tale sbandata da far sfiorare l'acqua ai suoiombrinali.

    Allora, con le scotte saldamente tese, la nave si mantenne vicino esi accost un poco al gavitello cui il marinaio s'era aggrappato. Cosgli si pot far giungere il capo del gherlino, che egli afferrsaldamente, sinch venne issato all'altezza dell'impavesata, proprionel momento in cui lo squalo, girandosi con le mascelle aperte, stavaper mozzargli le gambe.

    Quando Gastinet fu deposto sul ponte, perdette i sensi, ma ildottore non fece molta fatica a rianimarlo.

    Nel frattempo, il fiociniere Ducrest aveva lanciato al mostro ungancio con un pezzo di carne di bue per esca.

    Ma forse il pescecane era gi fuggito, perch non lo si vide pi.All'improvviso, una violenta scossa poco manc che non

    trascinasse via la sagola che per fortuna dava volta saldamen