Il Segno novembre 2011

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PICCOLO Anno X, n. 11 - Novembre 2011 il Segno di Giorgio Grassi* Egregio direttore Sebastianelli, le sarei molto grato se potesse accettare e pubblicare questa lettera sul Piccolo Segno. Il 22 ottobre 2011, in occa- sione della XXXII Sagra delle Castagne di Rocca di Papa, è stato distribuito un depliant che testualmente scriveva: Ore 17.00 Conve- gno “il Castagno: una grande risorsa per la nostra Città” a cura dell’Ass.ne l’Alveare. Già il titolo era una grossa falsità. Altre grosse falsità sono state dette durante il Convegno, senza però dare a me (che gli altoparlanti ave- vano vantato -e poi il Sindaco ufficialmente presentato- come “l’esperto del casta- gno”), lo spazio per correg- gerle. Il Comune ha iniziato una svendita totale accompagnavano mentre dove- vamo prendere atto dello stato poco edificante che l’ambiente circostante ci riservava. Pur- troppo le cose sono peggiorate. Una selva di antenne radiotele- visive emettono onde invisibili che i nostri corpi assimilano senza soluzione di continuità. Depuratori che non funzio- nano; inquinano il suolo e co- stringono l’Autorità Giudiziaria a sequestri che costano milioni. Caro parente americano, qui a Rocca le cose sono peggiorate SEGUE A PAGINA 11 Caro Johnny, sono trascorsi al- cuni anni dalla tua gradita visita a Rocca di Papa. Ricordo le pas- seggiate e le con- versazioni che ci Pronti i ricorsi contro Acque Potabili Recapitate le bollette e i cittadini si ribellano Approfondimento alle pagine 8 e 9 Segue a pagina 22 Organo dell’Ass.ne Terre Sommerse Castelli VINI bianchi/rossi Castelli Romani Falanghina Chardonnay di Sicilia Montepulciano Olevano Bianco e Rosso Greco di Tufo Rosso Toscano Chianti Via Duomo, 19 - 00040 Rocca di Papa (Roma) Tel. 06-94749409 - Cell.re 348-5684942 La domenica pane casareccio a € 1,20 al kg! VASTO ASSORTIMENTO DI PRODOTTI RUMENI LE NOSTRE OFFERTE Wafer vari gusti 2 pacchi € 1,19 Olio extra-vergine d’oliva € 2,99 Gordon Bleu di pollo x 2 € 2,00 Cotolette di pollo x 2 € 1,49 Gnocchi FIORAVANTI gr. 500 € 0,99 Rool Balconi cacao-nocc-frutta € 0,99 Insalata in busta € 0,99 Provolone Fiorucci € 0,79 l’etto SERVIZIO A DOMICILIO Un convegno poco veritiero Il futuro del castagno e la politica bugiarda il Segno PICCOLO aderisce a www.serviziopubblico.it Ogni giovedì alle 21.00 anche su Teleroma 56 e T9 A pagina 7 VENDESI Rivolgersi a: Telefono: 2 farmacie comunali, immobili e (forse) degli appezzamenti di bosco pubblico Comune Rocca di Papa 06/942861 il Segno- suppl. al n. 11 - novembre 2011 Speciale Sagra Castagne di Andrea Sebastianelli Vogliamo dedicare questo inserto del Segnoa quelli che sono stati i “veri” protagoni- sti della Sagra delle Castagne 2011, i tanti Le immagini dei “veri” protagonisti cittadini e associazioni di Rocca di Papa che con impegno e pas- sione sono riusciti a costruire una festa davvero particolare e caratte- ristica. Le foto dei protagonisti da d e lle 2011 noi pubblicate sono soltanto una parte delle decine di persone coin- volte nella Sagra. Fin d’ora ci scu- siamo con tutti coloro che non siamo riusciti ad inserire su que- sto numero speciale. Un ultimo ringraziamento va alla Pro-Loco, al Comune di Rocca di Papa, alla Polizia Locale e ai vo- lontari della Protezione Civile che, come ogni anno, hanno for- nito il loro prezioso aiuto affinchè tutto andasse per il meglio. ALL’INTERNO L’INSERTO A COLORI SULLA SAGRA 2011

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Mensile dei Castelli Romani

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Page 1: Il Segno novembre 2011

PICCOLO

Anno X, n. 11 - Novembre 2011

il Segnodi GiorgioGrassi*EgregiodirettoreSebastianelli,le sarei moltograto se potesse

accettare e pubblicare questalettera sul Piccolo Segno. Il22 ottobre 2011, in occa-sione della XXXII Sagradelle Castagne di Rocca diPapa, è stato distribuito undepliant che testualmentescriveva: Ore 17.00 Conve-gno “il Castagno: una granderisorsa per la nostra Città” acura dell’Ass.ne l’Alveare.Già il titolo era una grossafalsità. Altre grosse falsitàsono state dette durante ilConvegno, senza però dare ame (che gli altoparlanti ave-vano vantato -e poi il Sindacoufficialmente presentato-come “l’esperto del casta-gno”), lo spazio per correg-gerle.

Il Comune ha iniziato una svendita totale

accompagnavano mentre dove-vamo prendere atto dello statopoco edificante che l’ambientecircostante ci riservava. Pur-troppo le cose sono peggiorate.Una selva di antenne radiotele-visive emettono onde invisibiliche i nostri corpi assimilanosenza soluzione di continuità.Depuratori che non funzio-nano; inquinano il suolo e co-stringono l’Autorità Giudiziariaa sequestri che costano milioni.

Caroparenteamericano, quiaRocca le cosesonopeggiorate

SEGUE A PAGINA 11

Caro Johnny,sono trascorsi al-cuni anni dallatua gradita visitaa Rocca di Papa.Ricordo le pas-seggiate e le con-versazioni che ci

Pronti i ricorsi controAcque PotabiliRecapitate le bollettee i cittadini si ribellano

Approfondimento alle pagine 8 e 9 Segue a pagina 22

Organo dell’Ass.neTerre Sommerse Castelli

VINI bianchi/rossiCastelli RomaniFalanghinaChardonnay di SiciliaMontepulcianoOlevano Bianco e RossoGreco di TufoRosso Toscano Chianti

Via Duomo, 19 - 00040 Rocca di Papa (Roma)Tel. 06-94749409 - Cell.re 348-5684942

La domenica pane casareccio a € 1,20 al kg!VASTO ASSORTIMENTO DI PRODOTTI RUMENI

LE NOSTRE OFFERTEWafer vari gusti 2 pacchi € 1,19Olio extra-vergine d’oliva € 2,99Gordon Bleu di pollo x 2 € 2,00Cotolette di pollo x 2 € 1,49

Gnocchi FIORAVANTI gr. 500 € 0,99Rool Balconi cacao-nocc-frutta € 0,99

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SERVIZIO A DOMICILIO

Unconvegnopoco veritieroIl futurodel castagnoe la politicabugiarda

il SegnoPICCOLO

aderisce a

www.serviziopubblico.it

Ogni giovedìalle 21.00anche suTeleroma 56 e T9

A pagina 7

VVEENNDDEESSIIRRiivvoollggeerrssii aa:: TTeelleeffoonnoo::

22 ffaarrmmaacciiee ccoommuunnaallii,, iimmmmoobbiilliiee ((ffoorrssee)) ddeeggllii aappppeezzzzaammeennttiiddii bboossccoo ppuubbbblliiccoo

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il Segno - suppl. al n. 11 - novembre 2011

SSppeecciiaallee SSaaggrraa CCaassttaaggnnee

di AndreaSebastianelliVogliamo dedicarequesto inserto delSegno a quelli che sonostati i “veri” protagoni-sti della Sagra delleCastagne 2011, i tanti

Le immagini dei“veri” protagonisti

cittadini e associazioni di Roccadi Papa che con impegno e pas-sione sono riusciti a costruire unafesta davvero particolare e caratte-ristica. Le foto dei protagonisti da

delle

2011

noi pubblicate sono soltanto unaparte delle decine di persone coin-volte nella Sagra. Fin d’ora ci scu-siamo con tutti coloro che nonsiamo riusciti ad inserire su que-sto numero speciale.Un ultimo ringraziamento va allaPro-Loco, al Comune di Rocca diPapa, alla Polizia Locale e ai vo-lontari della Protezione Civileche, come ogni anno, hanno for-nito il loro prezioso aiuto affinchètutto andasse per il meglio.

ALL’INTERNO L’INSERTO A COLORISULLA SAGRA 2011

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ATTUALITA’2 il Segno - Novembre 2011

“Ve lo siete scelto voi il miracolo italiano diventato incubo”

Che cosa resterà dell’Italiadopo il diluvio? La nausea...

quotidiana di un Paese che nonsembra più avere un futuro. Cosìlo specchio mi domanda “ma chefine ha fatto l’Italia che hai cono-sciuto negli anni Sessanta? IlPaese del più ingente patrimo-nio artistico e culturale delmondo e dalla biodiversità piùricca in Europa, dalla creativitàsenza pari nel mondo? E al-lora”, insiste lo specchio, “comepuò una nazione naufragaresenza che un sussulto di amorproprio ne scuota le energie, ela tiri fuori dal clima comatosoin cui è precipitata, e fare risor-gere il Bel Paese d’una volta?”. Un uomo al timone della barcache mentre s’inabissa continua araccontare barzellette sconce e anon mollare gli ormeggi, è lostesso che pensa: aprés moi le dé-luge. Che cosa resterà dell’Italiadopo il diluvio? Lo specchio, bef-fardo, mi dice: “ve lo siete sceltovoi il nuovo miracolo italiano, oratramutatosi in incubo italiano, esono quasi venti anni che ne sop-portate gli esiti disastrosi. Io sonouno specchio, posso solo mo-strarvi come sei, come siete”. Già, tocca a noi fare sì che lospecchio ci rimandi immagini di-verse, meno scioccanti e depri-menti che ci riconsegnino lasperanza. E questa speranza ce ladevono dare i giovani, quelli chesi ribellano al potere cannibaledelle banche, della finanza, dellaspeculazione, della corruzione edei rating. Ma sì, indigniamoci.Pur che sia senza violenza, per-ché la violenza è pane per i lorodenti affilati.

di BrunoFontanaChe imbecilli.Mi ripugna ilpensare chesto per rive-dere le loro

plastica, ormai logo-rato e ormai privo diappeal anche per lesue vecchie fan. Pa-tetici e pericolosi,quei due fantocciche sopravvivonoancora grazie alpoco ossigeno di unamaggioranza risicatae traballante, sottoricatto dei Respon-sabili. Dicevo allospecchio, ma guardaquesti due, hanno lamia età, ma mentreio devo badare soloalla mia casa, lorohanno il destino delnostro Paese tra lemani. Ebbene, se peril primo il Paese è la Padania el’altro ha il cervello fuso dallesue ossessioni compulsive per la“gnocca” e governava “a tempoperso”, come poteva l’Italiauscire dalla crisi che l’attana-gliava? Mentre tutti i Paesi de-vono affrontare una devastantecrisi economica, il nostro deve

anche fare fronte allo sputtana-mento internazionale, alla ca-duta verticale dell’etica,dell’orgoglio nazionale e dellacredibilità, per figurare ancoradignitosamente nel concertodelle nazioni civili. Lo spetta-colo è avvilente, misero e ci tra-scina nella depressione

facce ottuse e piene di sicurezza(Jean Paul Sartre La nausea).Già, la nausea, non quella esi-stenziale del grande filosofo escrittore francese ma quella chemi prende la mattina. La mat-tina quando mi guardo allospecchio, e cioè quando leggole notizie del giorno e mi dico,ma com’è possibile che mi siaridotto così? Che ci siamo ri-dotti così? Un’immagine rim-balza sul mio specchio, quelladei due vecchi seduti uno ac-canto all’altro in Parlamento eche gioiscono dopo che i lorocortigiani e servi sciocchihanno salvato con il voto se-greto un altro dei loro accolitiaccusato di gravi reati. Ebbene quei due vecchi face-vano rabbia e mettevano anchetristezza. Erano il ritratto delladecrepitudine, uno visibilmenteacciaccato che si esprime gru-gnendo e puntando il ditomedio e l’altro, dal sorriso di

Nella relazione di bilancio 2010di Mondadori, Marina Berlusconia pag. 44 scrive “… il ritmo dellacrescita è andato rallentando nelcorso dell’anno, attestandosi a+0,1% al di sotto del risultatomedio registrato nell’area euro.Nel complesso la produzione in-dustriale è tornata a salire in con-fronto all’anno precedente, anchese con minor vigore rispetto allealtre economie dell’area … … ein termini prospettici è atteso ilmantenimento di un ritmo di cre-scita contenuto attorno all’1% peril 2011 e il 2012, al di sotto deivalori medi Ue”. Leggere certe prese d’atto daparte della figlia del premier cheper mesi ha continuato a ripetereche la situazione italiana non erapeggiore di quella degli altrigrandi d’Europa, è eclatante.

La Pulce

Marinaha preso atto

il Segnoorgano mensile

dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”Registrazione Tribunale

di Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONEVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORE RESPONSABILE

Andrea Sebastianelli

PICCOLO REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, Valentina Bucci, Gaetano Casilli, Stefania Colasanti,

Daniela Di Rosa, Paola Gatta,Rita Gatta, Daniele Iannotti,

Toshi Kameda, Luisa Laurelli, Marzia Mancini,

Loredana Massaro, Don Franco Monterubbianesi,Marcello Morrone, Noga

(Gabriele Novelli), MassimoOnesti, Andrea Rasetti, Sergio Rasetti, Annarita

Rossi, Maria Pia Santangeli,Luigi Serafini, Ilaria

Signoriello, Roberto Sinibaldi,Gennaro Spigola, Sandro Tabellione,

il-sognatore.blogspot.com

ILLUSTRAZIONIFranco Carfagna, Ermanno Gatta

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IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO nè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Ringraziamo i nostri sostenitori:Andrea, Rita, Rossana, Paola, Catia, Bruna, Italia, Gianluca, Nicola, Roberto, Valeria, Enzo, Toshi, Giulia, Mary, Sergio, Gianfranco, Nadia, Paola, Loredana, Elio, Bruna, Ermanno, Maria Pia, Gennaro, Valentina, Omero, Luana, Franco, Emanuela, Massimo, Gianfranco, Antonello, Giorgio&Mario, Vincenzo, Franco, Luisa, Catia&Angela, Fabrizio, Emanuele, Alessandro, Patrizio, Orlando e Pino.

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Stampato in proprio

Emilio Fede: “Se Silvio lascia la politica io lascio il TG4”.Una notizia terrificante, molto peggiore di uno SpreadBtp – Bund a 700-800 punti. (il-sognatore.blogspot.com)

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ATTUALITA’ 3il Segno - Novembre 2011

di Roberto SinibaldiSe ne parlava da anni e final-mente sono arrivati: sono inuovi indicatori della qualitàdella vita. Quindi il ProdottoInterno Lordo, il famigeratoPil, che misura la ricchezza,la quantità di soldi prodottidallo Stato, andrà in pen-sione. Era considerato damolti uno strumento appros-simativo o addirittura fallace:stare in coda in macchina,consumando benzina, infattiinnalza il Pil perché si spen-dono soldi, ma deprime laqualità della vita dei poveriautomobilisti. In un celebrediscorso tenuto all’universitàdel Kansas, Robert Kennedy,già più di quaranta anni fadisse che il Pil “misura tutto,eccetto ciò che rende la vitadegna di essere vissuta”.

quello che gli capitava a tiro e attaccavano leforze dell’ordine in una guerriglia urbana per-fettamente organizzata; violenze che sonocontinuate per ore.Le conseguenze sono note e gli accadimenti,in diretta sulle reti televisive, sono stati seguitiin tutto il mondo. I violenti hanno tolto la voceagli indignati pacifici, compreso il sottoscritto,che sono dovuti addirittura fuggire; hannofatto danni di milioni; hanno gravemente feritolibertà e democrazia.In questi giorni ci siamo chiesti se era statofatto tutto il possibile per evitare, almeno inparte, quegli avvenimenti che i più informatidavano per molto probabili. Il nostro pensieroha ripercorso le polemiche sui finanziamentialle forze dell’ordine insufficienti, sui gravi di-sagi manifestati dagli stessi poliziotti e cara-

binieri e abbiamo capito che così non può con-tinuare. In un Paese normale è la prevenzioneche deve funzionare e quando è necessario sulcampo servono uomini addestrati per un con-trasto rapido ed efficiente, cosa che non si puòcerto ottenere se a fronteggiare giovani chesfrecciano come razzi si mandano poliziotti di40-50 anni adatti soprattutto a lavori di inve-stigazione o di ufficio. Le manifestazioni delfuturo dovranno essere organizzate e tutelatetenendo conto della brutta esperienza di piazzaSan Giovanni. Per quanto mi riguarda non ri-nuncerò mai a partecipare alle manifestazionipolitiche o sindacali che riterrò condivisibili,anche per tutelare il diritto alla libertà di riu-nirsi ed esprimersi pacificamente conquistatadai nostri padri e che noi abbiamo il dovere ditramandare ai nostri figli e nipoti.

15 ottobre, raccontodi un indignato pacifico

di Sergio RasettiIl 15 ottobre a San Giovannic’ero anch’io a manifestare condecine di migliaia di altri indi-gnati pacifici. Non mi era ser-vito un grande sforzo per essereindignato anche se i motivi più

concreti: disagio economico e sociale per for-tuna, per ora, mi sfiorano appena. Ritenevo lamanifestazione molto importante perché po-teva dar voce principalmente ai giovani e aquanti il disagio già toglie il respiro. Parteci-pavo convinto che la solidarietà verso tutti co-loro che vivono l’estrema incertezza delpresente e la prospettiva di un profondo baratroper il futuro era doverosa, soprattutto per quelliche ancora possono resistono in modo deco-roso a questa terribile crisi.Mi guardavo intorno e vedevo volti di giovanie anziani determinati ma sereni. Consapevolidell’importanza di esserci. Genitori e figli. Per-sone che si salutavano abbracciandosi caloro-samente. Studenti, operai, precari, pensionati,disoccupati, professionisti, insegnanti. Unamoltitudine di colori, di canti e di slogan. Tan-tissimi che hanno capito che per affrontarequesta crisi bisogna riscoprire ideali e valori. All’improvviso è cominciato il tam-tam dellenotizie sulle prime violenze da parte di indivi-dui con il volto coperto e vestiti di nero, i “black-bloc”. Naturalmente tutti esprimevanoriprovazione e preoccupazione ma la piazzaera ancora tranquilla e nessuno avrebbe potutoimmaginare cosa sarebbe accaduto in seguito.In un attimo si è scatenato il finimondo: sirene,fumo, scoppi assordanti, gente che correva datutte le parti, vetrine infrante, auto di Polizia eCarabinieri che tentavano impossibili carosellie usavano idranti per disperdere la folla tra laquale si erano improvvisamente inseriti gruppidi individui violenti che spaccavano tutto

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I soldi fanno la felicità? politica.È un processo in atto in tuttoil mondo e molto avanti spe-cialmente nei paesi anglosas-soni, come testimoniato dal“questionario sulla felicità”recentemente inviato agli in-glesi, o in Paesi come l'Au-stralia e la Nuova Zelanda,dove le nuove leggi sono pre-ventivamente valutate in baseall’impatto prodotto sugli in-dicatori del benessere.In Italia dalle prime analisicondotte su un campioneconsistente, i cittadini hannomesso al primo posto la sa-lute e il lavoro: un messaggiochiaro per una politica troppospesso impegnata a rincorrerela finanza speculativa a li-vello europeo, o, a livello lo-cale, dedita solo a deterioriaspetti elettoralistici. Ora losa anche l’amministrazionecomunale!

Dalla fine del prossimo anno ilPil sarà sostituito da 12 nuoviindicatori che valuteranno ilbenessere sociale: ambiente,salute, benessere economico,istruzione e formazione, lavoroe tempi della vita, relazioni so-ciali e sicurezza, benesseresoggettivo, paesaggio e patri-monio culturale, ricerca e inno-vazione, qualità dei servizi,politica e istituzioni.Dopo un periodo di rodaggio everifica, la messa a punto degliindicatori potrà rendere un qua-dro più nitido della complessitàche anima la nostra società; sulfunzionamento del Paese, lenecessità, le aspettative e lesperanze degli italiani, maanche i traguardi, il benessere eil grado di soddisfazione gene-rato dalla nostra organizza-zione sociale, istituzionale,

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PAGINA APERTA4 il Segno - Novembre 2011

La Croce, un simbolouniversale... oppure no?

dottrina ed il suo sodalizio col po-tere pubblico, che presto, tra le altrecose, andrà a sostituire, almenonella parte occidentale dell’anticoimpero romano. In senso teologico, invece, tutti isimboli citati sono coerenti inquanto rappresentano delle veritàcristiane indispensabili e assiomati-che, vere per fede. Tuttavia, anchela dottrina non è rimasta uniforme,e si può notare tutt’oggi come le di-verse confessioni cristiane abbianosulla croce idee ed “immagini” di-verse. I cattolici, per esempio, insi-stono nella storicità dellacrocifissione (il martirio stesso delCristo, la scritta “I.N.R.I.”) per ri-badire un fatto realmente accaduto(storico appunto) nel quale sia pa-lese, e spesso accentuata, la soffe-renza fisica e umana di Gesù. Gliortodossi, invece, pur conservandola storicità della crocifissione guar-dano più al Cristo che a Gesù, cioèpiù al figlio di Dio che al personag-gio realmente vissuto in Palestina.È per questo che nell’iconografiabizantina (cioè delle chiese orien-tali) rappresentano un uomo che èsì crocifisso, ma ha una espressioneindolore (ieratica, cioè severa) e losfondo del cielo è l’oro, il metallo

prezioso della divinità e dell’im-mortalità, visto che non si ossidamai. I protestanti, a loro volta, spe-cie in America, venerano unacroce di legno spoglia, senza ilcorpo di Gesù e questo non perchéneghino il fatto storico della cro-cefissione, ma perché voglionosottolineare l’aspetto salvifico diquell’atto, cioè che morendo incroce e poi risorgendo, Cristoabbia affrancato l’uomo dai suoipeccati e vinto la morte in mododefinitivo. Verrebbe allora da dire… E al-lora? Chi dei tre ha ragione? Per-ché un unico fatto, quello che allafine ci dovrebbe accumunare tutti,finisce ancora per dividerci? Que-sto ci porta alla parte etica. Se ilmessaggio cristiano, al di là dellesfumature, è lo stesso, ciò che cidivide è appunto la parte umana diquesto racconto. Abbiamo adot-tato dei simboli per riconoscercima dietro alla loro scelta si sotto-lineano alcune parti di questomessaggio e se ne trascurano dellealtre. Quindi, quando ci arrab-biamo perché altri ci vorrebberofar togliere il crocifisso dai luoghipubblici (tra l’altro obbligo intro-dotto dal fascismo, che di cristianoaveva ben poco, al di là del guscioesteriore) dobbiamo pensare chequello che riteniamo un simbolouniversale, in realtà è “un po’meno di tutti”, mentre, e lo dico achi vorrebbe toglierlo, è quello cherappresenta, il suo messaggioetico, che ci narra tutti, anche se dialtre fedi o se atei.

di Daniele IannottiNel mondo occiden-tale, largamente accu-munato da profondeed innegabili radicigiudaico-cristiane, si

assiste al dibattito, specie in Italia,sulla opportunità dell’uso di questosimbolo, specie in presenza di altrereligioni, etnie o di sensibilità atee.Etimologicamente la parola“segno” deriva dal greco “syn” (chesi legge siun) e “ballo” cioè, lette-ralmente, tenere assieme; ebbene,cosa tiene assieme questo segno,cosa dovrebbe rappresentare, inluogo di cosa sta (altra sua acce-zione di significato)? Vorrei ragio-nare da tre punti di vista: storico,teologico (religioso) ed etico.Nel primo senso, la croce apparesolo tardi nell’iconografia, nell’artee come segno di riconoscimento tracristiani; essa era stata preceduta daaltri simboli quali il pesce, che in-dicava il Cristo come “pescatore dianime” e dall’alfa e l’omega, lequali sono le due lettere che ini-ziano e terminano l’alfabeto greco.Infatti, il primo cristianesimo, an-cora non totalmente scisso dalla co-munità giudaica, manteneva inqualche modo la difficoltà di rap-

presentare la divinità, ed in più siesprimeva prevalentemente ingreco (oltre l’aramaico, cioè la lin-gua di Cristo). È solo nel IV secolo,sotto la spinta dell’imperatore Co-stantino e della leggenda della suavittoria a ponte Milvio sotto “questosegno”, che la croce smise di esserel’emblema della sofferenza e del-l’umiliazione del Cristo uomo perindicare tutti i peccati dell’umanitàche Gesù rimise proprio con talesofferenza. Questo passaggio, però,più che una vera e propria giustifi-cazione dottrinale, nascondeva al-l’epoca due esigenze: 1) riuniresotto un’unica fede, con un segnosemplice e riconoscibile, un imperoormai morente, diversificato e nonpiù affezionato alla pubblica auto-rità dell’imperatore (“a Cesarequello che è di Cesare, a Dio quelloche è di Dio”, disse il Cristo); 2)unire il cristianesimo stesso, scossoda eresie (cioè delle “versioni” nonconformi all’ortodossia), moltedelle quali non potevano adottare lacroce perché negavano alcuniaspetti ritenuti fondamentali, comead esempio la doppia natura umanae divina del Cristo. Storicamente,dunque, la croce giunge tardi, ac-compagnando l’elaborazione della

di AnnaritaRossiCavalieri alla cortedi Re Artù, cow-boys ed indiani nelselvaggio Far

Quando il cavalloè davvero vincente

sone con handicap fisici o psi-chici. Per instaurare un rapportocon questo splendido animalenon è necessario assoggettarlo edegli esperti sostengono che èpossibile chiedergli di fare tantecose per l’uomo, adottando unmetodo gentile e non più usandola coercizione, ottenendo cosìfiducia, stima e rispetto reci-proci. Vi sono delle associazionidi equitazione naturale(www.equitazionenaturale.org –

www.asvanara.com) che preve-dono l’avvicinamento all’equi-tazione senza mettere le redinial cavallo di cui il morso causadolore alla bocca. Quando ungiorno l’uomo capirà che nondovrà soggiogarlo per averlo vi-cino e vorrà addestrarlo gentil-mente per avere la suacompagnia e non per farlo og-getto, soltanto allora si potràdire che il cavallo sarà final-mente vincente.

che cavallo perde la vita o si fe-risce gravemente ed in seguitoviene ucciso. Nel dressage, di-sciplina sportiva di grandeclasse ed eleganza, il cavallo èaddestrato per saltare muri altioltre due metri, ostacoli che essoin natura mai salterebbe, cosìquando lo si vede fare prodezzenei circhi. Nei concorsi ippici, ilcavallo molto giovane è adde-strato rigorosamente a correre edopo una breve carriera vieneportato in un maneggio, altri-menti a sfilare nelle manifesta-zioni di qualche paese oppure almacello in quanto ferito nel fi-sico o nella psiche. Il cavallo èforse più di ogni altro animalesinonimo di libertà, virtù di cuigli Indiani d’America eranoconsapevoli, perciò gli porta-vano rispetto. La sua natura è li-

West ma anche principi e princi-pesse raccontati nelle fiabe, tuttia cavallo, ad evocare e traman-dare fascino sin dalla notte deitempi. Il cavallo non è soltantomolto intelligente, ma altret-tanto sensibile, al punto tale diaccorgersi del tocco di una solamosca. Questo animale però non lo sirispetta abbastanza e lo si è sem-pre voluto dominare, obbligan-dolo ad imprese che luinaturalmente non compirebbemai, come correre nei vari paliiche si svolgono in tante città incui ad ogni competizione qual-

bera ma non perquesto non ama ilcontatto con l’uomoanzi, quando si in-staura, la relazioneche si crea diventaqualcosa di specialecome nella praticadell’ippoterapia asostegno delle per-

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DIRETTA da TOKYOil Segno - Novembre 2011 5

CCoonnttrroo iill nnuucclleeaarree, dentro il nucleare Il cibo ai tempidella contaminazione

da TokyoToshi KamedaTagliate la carne a pezzi, pre-parate l’acqua con un po’ diaceto e il 2 % di sale. Poi la-sciate i pezzi di carne nell’ac-

qua preparata per 10-12 ore. Oppure bollitela carne (o il pesce) per 8-10 minuti e but-tate l’acqua ma senza utilizzarla. Per la ver-dura: lavatela bene, sbucciatela e di nuovolavatela bene ma stavolta con acqua calda.Non è una ricetta qualsiasi per un piattogiapponese ma una ricetta speciale per di-minuire le sostanze radioattive contenutenei cibi. La soia, la vitamina C o la pectinadella mela riducono gli effetti della radioat-tività. Sembra di essere sottoposti ad unesperimento come fossimo delle cavie. Le radiazioni stanno contaminando i cibi ela paura di mangiare si diffonde sempre dipiù. Ogni giorno ci domandiamo: che cosae come possiamo mangiare? Quando èesplosa la centrale nucleare Fukushima 1 ilgoverno ha approvato la normativa sui li-velli consentiti di radiazione negli alimenti,al di sopra dei quali i prodotti non possonoessere venduti nei mercati. Per l’acqua e ilatticini il limite è di 200 becquerel [Bq] dicesio (C) al litro corrispondenti a 0,0026millisievert (10 Bq la dose tollerabile se-condo l’Organizzazione mondiale della sa-nità), e 300 Bq di iodio (I) = 0,0066 mSV(100 Bq per neonati = 0,0180 mSV); per laverdura e il pesce 500 Bq (C) = 0,0065mSV al kg. e 2000 Bq (I) = 0,0440 mSV;per il riso, il tè in foglie e la carne 500 Bq(C) al kg. Possiamo stare tranquilli? Direi dino per diversi motivi.Prima di tutto non possono essere control-lati tutti i prodotti ma solo a campioneperché mancano le strutture e soprattuttola volontà politica dei governanti. Spessocapita un’omissione come è successo perla carne e per il tè. Ai primi di luglio sonostati trovati in 16 Prefetture (l’equivalentedelle nostre Province) bovini contaminati(nutriti con paglia di riso contaminata) eforniti in 37 Prefetture su un totale di 47,da nord al sud. La carne contaminata è fi-nita addirittura nello stomaco di moltibambini alla mensa scolastica. Non si po-teva evitare? Il Ministero dell’Agricolturasi è giustificato dicendo che non immagi-nava che i bovini mangiassero paglia diriso contaminata. Ignoranza oppure omis-sione? È pericoloso mangiare la carnecontaminata di cesio? Secondo uno scien-ziato non c’è molto da preoccuparsi es-sendo molto meno di una dose di potassioalla quale le persone si espongono nor-malmente durante il pasto giornaliero.Stessa storia per il tè verde che non puòmancare sulla nostra tavola a ogni pasto.Risale ai primi di settembre e il Ministerodella Sanità ha rilevato dosi superiori delcesio rispetto alla norma (500 Bq al kg.) neltè lavorato con le foglie giovani e raccoltein anticipo. La mia Prefettura, Saitama, sa-peva già tre mesi fa che queste foglie pre-coci erano più sensibili alle radiazioni mail controllo veniva effettuato solo sul tè co-mune. Nel frattempo un produttore diun’altra zona vicina lo ha trovato ugual-mente. Una settimana dopo la Prefettura ha

finalmente deciso di controllare tutte le2.500 marche di tè comune disponendoil divieto di vendita. Ma una parte eragià stata venduta. Sembra che la politicasi preoccupi più dell’aspetto della pro-duzione che della salute dei cittadini.Certo, anche i produttori devono viverema in qualche modo possono essere ri-sarciti, invece non è possibile recupe-rare il DNA dei consumatori una voltadanneggiato. A mio avviso il motivo èpolitico: i produttori sono ben organiz-zati e garantiscono voti ai politici. Nonci dicono tutta la verità per non farcipreoccuparci e per farci stare sereni. È difficile fidarsi del governo e i citta-dini cercano di difendersi da soli soprat-tutto quando si tratta della salute deipropri figli. Quando facciamo la spesaverifichiamo sui cartellini la prove-nienza di ogni prodotto. Sono in au-mento le richieste tese a conoscere ilivelli di radiazione nei cibi da parte deicittadini ma viene a mancare il mezzoper effettuare tali verifiche. I cittadinidel Comune di Kashiwa ora riescono afarlo. Qui è stato rilevato un alto livello dicontaminazione nei cibi anche se il Co-mune dista da Fukushima circa 200 km. Iltitolare di una società di informatica,padre di due bambini, ha aperto un centrodi servizio “Becq-miru” (guarda becque-rel) per verificare tali livelli. Le tariffe dirilevazione sono più convenienti, circa 9euro per la potenza sino a 20 Bq e 37 eurosino a 10 Bq rispetto a quelle sul mercato(tra 65 e 140 euro). A usufruire di questoservizio sono anche gli agricoltori che vo-gliono sapere se sono contaminati equanto i propri prodotti. Questo di Ka-shiwa è comunque un caso molto limitato. Non va meglio nelle mense scolastiche chedovrebbero essere controllate nei minimidettagli. Non tutti i pasti (e non tutti i giorni)vengono sottoposti a verifiche. Qualchemamma si limita a far portare un cestino di-rettamente da casa. Ma i problemi non fini-scono qui perché anche se tutti i prodottifossero messi sotto rigoroso controllo, conlivelli inferiori ai 500 Bq, non potremmostare lo stesso tranquilli. Uladzimir Ba-benka, vice direttore dell’Istituto bielorussoper la sicurezza sulla radioattività, “Belrad”,visitando il Giappone ha denunciato come ilivelli consentiti siano molto elevati rite-nendo ad esempio 500 Bq un limite troppoelevato. In Bielorussia per i bambini il li-mite è di 37 Bq.Il discorso è valido anche per l’esposizioneesterna (vedere l’articolo sul numero di lu-

glio/agosto del Segno) visto che non esisteuna soglia di rischio. Perciò non so fino ache punto potrebbe avere senso una nuovanormativa sui livelli di radiazione per cia-scun alimento che il governo ha iniziato astudiare alla fine di ottobre rivedendo quella“provvisoria”. Perché la precedente norma-tiva era “provvisoria”? Perché il Paese nonera preparato a un simile disastro e preve-derle quando sembrava andasse tutto li-scio voleva dire allarmare la gente etoglierle fiducia rispetto alla politica a fa-vore del nucleare. Passati più di sette mesi dall’inizio dellacontaminazione, la nuova normativa saràin vigore dal prossimo aprile, perciò peroltre un anno dovremo attenerci ai livelliprovvisori. L’esperimento su di noi, dun-que, continua. Non è facile per noi sce-gliere che cosa mangiare. Purtroppo inqualche misura è inevitabile l’esposizioneinterna. Il problema non è se questo è peri-coloso o no ma quanto sia pericoloso. Forsenoi adulti dovremmo seguire i consigli cheuno scienziato nucleare diede dopo l’inci-dente di Chernobyl: “Già prima dell’inci-dente preferivo mangiare gli spaghettiitaliani e i formaggi europei e ora continuoa mangiarli ugualmente pur sapendo chesono contaminati. Continuo a fare questascelta per incidere sul mio corpo il sensodella scelta nucleare e per abolire il primapossibile le centrali senza dimenticandone ildolore” (Hiroaki Koide, «La felicità» ser-vendosi dei deboli, 1989).

La copertina del libro: “L’alimentazioneper eliminare le radiazioni”

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PAGINA APERTA6 il Segno - Novembre 2011

Una riflessione sul mondo dell’animalismo

Associazioni ‘perseguitate’mentre i canili scoppiano

rinaria decideva il sequestro deicuccioli per condurli presso ilcanile sanitario... faccio presenteche prima di fare ciò avrebberodovuto passare sul mio cada-vere. Mentre l’altra volontariariportava i cuccioli a casa, iosono stata trattenuta insieme amio marito per quattro ore emultata di 150 euro (multa con-testata perché illegittima). Secondo episodio. Paola Zam-petti (presidente di Arcipelago2000), ospita sul suo terrenocani salvati, abbandonati, in at-tesa di adozione, una piccolaoasi di pace per questi poverianimali… eppure da quattroanni è “perseguitata” dall’ammi-nistrazione di Aprilia e trattatacome fosse una delinquente co-mune. Perché? A chi giova tuttociò? Forse ai canili convenzio-nati che vedono ridotte le loroentrate? Più cani acchiappanopiù soldi entrano. Chissà perchépoi, al sud, i canili sono spessoin mano alla Camorra e lì i con-trolli e le “persecuzioni” daparte dei Comuni e delle Asl av-vengono raramente (come sivede spesso su Striscia la Noti-zia). Noi volontari animalisti siamoevidentemente d’impiccio, sal-viamo cani dalle strade e dallegabbie per donarli alle famiglie,persino all’estero... io sono unadi quelle che accompagna ilcane fino alla porta della suanuova casa e non sarò mai laguardia che lo rinchiude in unagabbia, non avrò mai la petto-rina, il cappellino o la tesserinadi guardia zoofila perché primadi tutelare una legge sbagliatatutelo la vita del cane.

di Daniela Di RosaChe cosa succedenel mondo deglianimalisti? Anziche succede tra ivolontari? C’è un

proliferare di guardie zoofile,tutti armati e fieri delle loro pet-torine e dei loro cappellini. Ca-pita spesso di incontrarnealcuni veramente arroganti,mostrano il tesserino e da quelmomento non sono più amicidegli animali intenti a proteg-gerli ma una sorta di poliziottiprivati pronti a difendere per-sino leggi ingiuste, come quelladi portare tutti i cani vacanti,anche se innocui e ben accetti,nei vari canili, quasi semprestrapieni e alcune volte veri epropri lager (dove la metà deicuccioli muore per gastroente-rite o cimurro, malattie infettivepresenti soprattutto dove c’èun’alta concentrazione di ani-mali). Ci sono voluti anni e anni perfar capire alla gente e ai politiciche se l’animale non crea pro-blemi ha diritto alla sua libertà edignità... ogni paese, ogni cittàha i suoi cani “liberi accuditi”(così vengono definiti i cani diquartiere) con i volontari che siprendono cura di loro. Fino apochi mesi fa era normale che iComuni chiamassero le asso-ciazioni per far fronte a cuccio-late improvvise trovate neiboschi o nei cassonetti, cagneincinte, cani aggressivi o nondesiderati. Si promuovevanocampagne di sterilizzazzioni, avolte gratuite, altre con fortisconti, come fece il Comune diRoma ed altri in tutta Italia(compreso il nostro). In ogni mercatino o fiera, diqualunque paese, trovavi asso-ciazioni che regalavano cuc-cioli (con fogli di adozionefirmati e l’obbligo di sterilizza-zione )… tutto questo ha com-portato un notevoleabbassamento del randagismo edi conseguenza dell’abban-dono, soprattutto grazie alle as-sociazioni e alle volontarie…meriteremmo una medaglia no?Purtroppo non è così, anzi èvero il contrario (almeno qui ai

Castelli Romani). Siamo tar-tassate, se non perseguitate,dalle istituzioni preposte allatutela e al controllo del randa-gismo: prima ci hanno impostoil vaccino per ogni cuccioloche riusciamo a far adottare(già veniva fatto e a spese no-stre). Premetto che l’associa-zione con cui collaboro(Arcipelago 2000) tra cani fe-riti, cagne incinte o cucciolateabbandonate, ogni mese nesoccorre almeno una ventina, enon riceviamo alcun aiuto eco-nomico; poi hanno aggiuntol’obbligo della sterilizzazione,

ultimo il microchip a tutti icani che facciamo adottare,compresi i cuccioli di duemesi, altra spesa per noi e un’altra piccola tassa per il futuronuovo proprietario. Voglio raccontare gli ultimidue episodi: primavera scorsa,Frascati. Insieme a un’altra vo-lontaria chiediamo ad un vigileil permesso per allestire unbanchetto con dei cuccioli dafar adottare. Il vigile invece diassegnarci un piccolo spaziooppure di dirci che ciò non erapossibile, ha subito chiamanola Asl competente, la cui vete-

Trova casala cucciolonaabbandonata

E’ stato approvato il 21 ottobre dalla Comunità Montana loschema di convenzione per la “Lotta al Randagismo”, come ser-vizio associato della Comunità Montana in partecipazione con iComuni dell’area. Il testo della Convenzione, elaborato dall’Entein collaborazione con il Servizio Veterinario dell’Asl Rm H è statoillustrato durante l’ultimo Consiglio comunitario. Ora spetta aiComuni fare altrettanto, ponendo il documento ai voti dei propriConsigli Comunali, per procedere così alla sottoscrizione dellaconvenzione. In questa prima fase i Comuni interessati sonoquelli dell’area Tuscolana di competenza dell’Asl Rm H, ovveroFrascati, Grottaferrata, Monte Porzio, Monte Compatri, Colonna,Rocca di Papa e Rocca Priora. Intanto fialmente sono stati con-clusi dalla Comunità Montana anche i lavori di ristrutturazionedell’ambulatorio veterinario di Rocca Priora che ora sarà conse-gnato alla Asl che provvederà a dotarli della strumentazione tec-nica necessaria ad effettuare le sterilizzazioni canine e feline deirandagi. “Una volta allestito l’ambulatorio -ha spiegato il Presi-dente De Righi-, il servizio potrà avere inizio non appena perfe-zionata la Convenzione con i Comuni”. (D.D.R.)

Pronta la convenzione della Comunità Montanaper la lotta al randagismo

Ricordate la cagnolina incrociobull-terrier abbandonata legatain località Barbarossa a Roccadi Papa insieme ad altri 6 cuc-cioli? Grazie a Paola Zampettidi Arcipelago 2000, la cagnettaè riuscita a trovare una casa ac-cogliente. Nella foto vedete lacucciolona con la sua nuova pa-droncina di Varese. Ora è una cagnetta felice!

Paola Zampetti, Presidente dell’Ass.ne Arcipelago 2000

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7il Segno - Novembre 2011

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 30 settembre 2011 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.351 (maschi 8.130; femmine 8.221). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.277.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

Taxi Mario: 06-9497827 - 339-1669282

INDOVINA QUANTI SIAMO?

di Andrea SebastianelliLa crisi econo-mica mondiale siabbatte su Roccadi Papa. Questoè emerso nelConsiglio Comu-

L’amministrazione ha deciso di fare cassa vendendo le farmacie comunali

Se l’operazione andrà in portoa rischio anche i boschi pubblici

investimenti e opere pubbli-che senza ricorso a forme diindebitamento”. Come a dire:per comprarti l’automobilevenditi la casa! Bella genia-lata non c’è che dire. Maquello che più preoccupa èche, guardandosi intorno,non è che il Comune diRocca di Papa abbia tuttiquesti immobili da venderecosì da finanziare il comple-tamento delle opere pubbli-che (che poi tanto pubblichenon sembrano visto che do-vevano essere pagate dai pri-vati... almeno questo ciavevano detto). Sul tappetofiniranno le due farmacie co-munali (tre mesi fa il Co-mune di Colleferro ha apertol’ennesima farmacia comu-nale da cui ricava bei sol-doni), unico caso al mondo incui un’amministrazione ci ri-mette soldi da attività che in-vece fruttano a sufficienza(ma questo accade anche peri boschi: alcuni si sono arric-chiti, il nostro Comune no). Quindi, in definitiva, laGiunta Boccia ha fatto unConsiglio Comunale per direai cittadini che a causa dellacrisi economica italiana e in-ternazionale il Comune devevendere le due farmacie co-munali. Sembrava di stare su“scherzi a parte” e invece era

tutto vero. Un anno fa scrissiche Boccia sembrava un ReMida al contrario, capace ditrasformare in fallimentotutto ciò che toccava. La tri-ste conclusione delle farma-cie comunali confermaquesta dote. E ora il timore èche un identico destino possatoccare ai boschi di proprietàpubblica. Da tempo, infatti, l’ammini-strazione vorrebbe cederne lagestione per venti-trent’anni(di fatto una vera e propriavendita) e con l’aria che tiral’obiettivo nascosto è proprioquesto: si comincia con lefarmacie comunali (che frut-teranno ben poco) e si arri-verà alla svendita delpatrimonio boschivo comu-nale. L’aspetto peggiore ditutta la vicenda stà nel fattoche i soldi incassati servi-ranno probabilmente solo apagare gli stipendi a consu-lenti, capi area, avvocati, in-gegneri, architetti, ufficistampa (veri o presunti), in-somma, tutta quella fetta dipersone e professionisti checampano aggrappati allacasta e che senza la casta nonsaprebbero dove andare abattere cassa. E noi, per questo, svendiamoi nostri beni. Grazie Boccia.

un disastro economico-finan-ziario, segno che le politichedi bilancio adottate per circa5 anni sono state del tutto fal-limentari. Ora però la soluzione adottataper uscirne sembra addiritturapeggiore del problema. Checosa hanno pensato di farequei geni che ci ammini-strano? Di dismettere il “pa-trimonio disponibile delComune di Rocca di Papa” acominciare da quello immobi-liare, visto che nel ConsiglioComunale è stato detto espli-citamente che “la cessione delpatrimonio immobiliare oltrea creare liquidità, ridurrà con-siderevolmente anche le spesecorrenti” dovute alla manu-tenzione di tali proprietà. E ilricavato potrà essere utiliz-zato per il “finanziamento di

nale del 28 luglio scorso e, acausa di ciò, “la situazione dicassa del Comune è divenutaestremamente rigida inquanto si è spesso costretti aricorrere all’anticipazione ditesoreria per il pagamento dispese non rinviabili ai fini delnormale funzionamentodell’ente”. Una frase che po-tremmo sintetizzare così: incassa non abbiamo più uneuro e per pagare gli stipendi

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dobbiamo pren-dere i soldi daaltri capitoli dispesa. Quindi,dopo il disastroa m b i e n t a l edella GiuntaBoccia (certifi-cato dal seque-stro didepuratore eisola ecolo-gica), dob-biamo fare iconti anche con

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ROCCA DI PAPA il Segno - Novembre 20118

Quando gli avvisi pubblici fanno tutto tranne che informare

Forse mancherà l’acqua...ma può anche darsi di no!

Dopo l’esito del referendum con-tro la privatizzazione del servizioidrico del giugno scorso, sembraessere calato il silenzio sulle pro-blematiche relative alla gestionedell’acqua. Ci si dimentica checon il prevalere del SI a grandemaggioranza, anche sul secondoquesito referendario, dovrebberoessere eliminati gli utili privatidal calcolo della tariffa pagata daicittadini. Ma tutto tace… ItaliaNostra Castelli Romani, da sem-pre impegnata sulle problemati-che inerenti alle risorse idrichenell’area dei Castelli Romani, ri-volge pubblicamente dieci do-mande ad ACEA Ato2riguardanti alcuni aspetti fonda-mentali della gestione delle ri-sorse idriche troppo spessotrascurati. Le domande sono ri-volte ai sensi dell’art. 162 comma1 del D.L. 152/2006 (Codice del-l’Ambiente). Vogliamo sperare dipoter ricevere delle risposte perun dibattito pubblico aperto echiarificatore. Dieci domande algestore del servizio idrico inte-grato Acea Ato 2:1. E’ stato risolto ed è, quindi,noto il bilancio idrico per ilcomprensorio dei Castelli Ro-mani (Idrostruttura Albana)?2. E’ stato risolto ed è, quindi,noto il bilancio idrico per i sin-goli Comuni dei Castelli?3. E’ stata quantificata la perditain rete nei Comuni dei Castelli?4. E’ nota, nel comprensorio deiCastelli, la planimetria delle retidi distribuzione dell’acqua po-tabile?5. Quali sono le diverse fontid’acqua (sorgenti interne, pozziartesiani ed apporti esterni) chevengono utilizzate per l’approv-vigionamento idrico nei Ca-stelli? 6. Quali sono le caratteristichechimico-fisico-biologichedell’acqua distribuita nelle no-stre abitazioni?7. Le analisi, secondo quali me-todiche sono state effettuate?8.Quali sono gli strumenti ana-litici utilizzati per le misure?9. E’ stata valutata la riduzionedella capacità di infiltrazionenei suoli?10. Perché il livello idrometricodi riferimento del lago Albanocontinua a scendere dall’iniziodegli anni novanta?Italia Nostra Castelli Romani

Sul sito del Comune di Rocca di Papa qualchegiorno fa è comparso un avviso di interruzionedel servizio idrico che definire poco chiaro, è uncomplimento. Ecco che cosa diceva l’avvisopubblico: “Il Prefetto Pecoraro informa il nostro Comuneche il Presidente di ACEA (Ambito TerritorialeOttimale 2) ha rappresentato la necessità dichiudere le condutture dell’acquedotto del Sem-brivio, che serve tutta la nostra Città, per almeno24 ore nei 42 Comuni serviti - direttamente o in-direttamente - da tale struttura, per consentire larealizzazione di indilazionabili opere di messain sicurezza. Al fine di evitare, per quanto pos-sibile, disagi alla cittadinanza, la data delle ope-razioni è stata individuata nella giornata didomenica 6 novembre 2011, e a tal fine, ACEAATO2 provvederà a informare adeguatamentel’utenza, sia a mezzo stampa, che con altri ido-nei strumenti di comunicazione, avvisando, nelcontempo, che il ripristino delle normali condi-zioni di servizio potrà avere luogo solo nel corsodella giornata di lunedì 7 novembre 2011”. Non ci sono orari, si fa capire che la chiusura è“possibile” ma non certa, si dice che ce lo dirà

l’ACEA ATO 2. Per di più l’avviso l’ho vistoper caso. Ho pensato che prima di organizzarmi con qual-che secchio sarebbe stato meglio avere con-ferma di quello che c’era scritto sul sito ufficialedel Comune (non stiamo mica a Berlino!). Hotelefonato al Comune ma il sabato è chiuso, hochiamato tutti i numeri dei vigili urbani, ma nes-suno mi ha risposto, ho chiamato il servizioacque del Comune, ma anche in qiesto casoniente di niente, quindi ho chiamato il servizioguasti di Acque Potabili di Torino. Ho trovatoun operatore gentilissimo che si è informato epoi mi ha addirittura richiamato dopo due mi-nuti, dicendomi che per condizioni atmosfericheavverse l’intervento era stato rimandato alla do-menica successiva (13 novembre) per l’interagiornata.Fine della storia. Le conclusioni le lascio a voi.Ma una cosa appare lampante. Se il 6 novembrenon ci fosse stato brutto tempo e avessero ese-guito veramente l’intervento vorrei sapere chi loavrebbe saputo. Può bastare un lacunoso avviso inserito sul sitodel Comune di Rocca di Papa?

Parola d’ordine: buon go-verno! Come si fa a realiz-zarlo? Ovvio, dicendo di sì atutti, blandendo e amman-sendo i più facinorosi, an-nuendo in posa cogitante allerichieste più elementari, maanche alle più astruse. Perquesto ci vuole un politico dilungo corso, rodato da sfi-branti, anche se non sempredurissime, esperienze; micaun quaquaraquà qualsiasi.Deve saper resistere agli as-salti della logica e smontare isillogismi più semplici. In-somma ci vuole qualcuno for-giato da anni e anni dimilitanza nella politica no-strana. Qualcuno che abbiacapito la gerarchia delle coseche contano: soldi, potere, sestessi, la propria famiglia, ilproprio entourage... Se curiqueste cose vuol dire che saidove mettere le mani, la tua

gente si fida e ti rielegge. È laformula del buon governo, ca-nonizzata su azioni basilari,talmente connaturate che de-vono diventare istintive: serveservire per poi servirsi dei ser-vigi degli altri. Un piccolocortocircuito che trasforma idiritti in favori, le necessitàin suppliche e i risultati inconcessioni. A Rocca di Papa come stiamomessi? Naturalmente anchequi c’è il buon governo. Ilbuon governo che previene e

anticipa i problemi, che ana-lizza e risolve le richieste deicittadini, che progetta e piani-fica, che propone una visionea lungo raggio sugli obiettividel nostro comune. Così, men-tre aspettiamo fiduciosi che siponga mano al piano di sosti-tuzione delle lampadine ful-minate dell’illuminazionepubblica, siamo certi che ilprogresso socio economicodel nostro territorio è in co-stante fase di approfondi-mento.

tempimoderni

di Roberto Sinibaldi

L’enigma del buon governo

Servizio idrico,dieci domande di Italia Nostraad ACEA Ato2

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ROCCA DI PAPA 9il Segno - Novembre 2011

Bollette salate per l’acqua potabile, cittadini e comitati sul piede di guerra

di Marcello MorroneDopo un anno diattesa sono staterecapitate in que-sti giorni daAcque Potabili, la

società di Torino che gestisceil servizio idrico di Rocca diPapa, le bollette relative al-l’anno 2010. E subito le pole-miche e le proteste non hannotardato a farsi sentire. Molticittadini contestano gli importidelle bollette salate, preannun-ciando ricorsi. Il Comunesull’argomento ha preferito re-stare distante, dicendo sempli-cemente che i conteggivengono fatti dalla società digestione e su questi l’ammini-strazione non può fare nulla.Però il fronte della politicasembra movimentarsi grazie alConsigliere Comunale del Pdl,Danilo Romei, che ha già con-tattato uno studio legale damettere a disposizione dei cit-tadini decisi a presentare ri-corso e, per l’occasione, hatenuto il 16 novembre un in-contro molto seguito presso lasede del Comitato di Quartieredei Campi. A breve quindi icittadini potranno contare suun ufficio legale che per primacosa metterà sotto la lented’ingrandimento i parametriusati da Acque Potabili perelaborare le bollette.Lo stesso Comitato di Quar-tiere dei Campi d’Annibalenon è rimasto a guardare. Da

venne da noi a dirci che lebollette sarebbero diminuitedel 50% con l’ingresso diAcea. Che cosa è successodopo? Perchè il servizio con-

tinua a restare nelle mani diuna società di Torino?”. L’altro problema, forse il piùsentito, riguarda il modo di pa-gare le cifre richieste. In alcunicasi si arriva a 300-400 eanche 800 euro e molti nonsono in grado di far fronte alpagamento unico. “Perchè nonci hanno inviato le bollette acadenza trimestrale?” sichiede una signora che si èvista recapitare un bollettinopostale di 387 euro. E in effettiè la domanda che si fanno tuttii roccheggiani. Acque Potabili avrebbe co-munque fatto sapere che le ra-teizzazioni saranno possibilima solo di fronte a cifre ragio-nevolmente alte. Chi dovràstabilire questa “ragionevo-lezza della cifra” non è datosaperlo, visto che l’informa-zione ufficiale è stata, ed è, deltutto carente.

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anni il Presidente GianfrancoSilvestrini si batte contro ilcaro-acqua a fronte di un ser-vizio che non può certo defi-nirsi efficiente. “Come mai-si chiede il Presidente Silve-strini- con Enel, Telecom egas non si verificano mai di-sguidi mentre con Acque Po-tabili è sempre la stessastoria?”. Al Comitato diQuartiere dei Campi si sonorivolti e si stanno rivolgendomolti cittadini che, con bol-lette alla mano, chiedonoaiuto anche solo per poter ca-pire come si arriva agli im-porti richiesti. “Il Comunedeve farla finita di disinteres-sarsi della questione dell’ac-qua -continua Silvestrini-,pochi mesi fa il Sindaco

Costruire un ponte tra il mondo universitario e il mondo del lavoro:è l’obiettivo di una convenzione tra la Comunità Montana dei CastelliRomani e Prenestini e l’Università La Sapienza di Roma, per attivaretirocini formativi e di orientamento, presso gli uffici dell’Ente mon-tano a Rocca Priora. La Convenzione, già approvata dalla giuntadell’Ente, intende offrire a giovani laureandi e a neolaureati l’oppor-tunità di acquisire la conoscenza pratica di realtà economiche e pro-duttive, che possano integrare il percorso accademico dello studente,in modo da poterne agevolare le scelte professionali future. In virtùdi tale convezione, la Comunità Montana si appresta ad attivare ilprimo tirocinio, per una studentessa universitaria che frequenta unmaster di specializzazione orientato alla valorizzazione dei centri sto-rici minori. L’indirizzo combacia con le politiche dell’Ente, trovandospecifica applicazione nell’azione del Piano di Sviluppo Locale“Terre di Qualità”, attivato dal Gruppo di Azione Locale a favore deiCastelli Romani e Prenestini, in cui verrà inserita questa prima tiro-cinante. Altri studenti dei Castelli potranno trovare collocazioni di-verse in Comunità Montana, in base alla propria specializzazione.

Tirocini formativi per i giovani

GianfrancoSilvestrini

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ROCCA DI PAPAil Segno - Novembre 201110

di Andrea RasettiLa Sagra delle Castagne targataPro-Loco ha superato la provaanche se problemi, lacune e ine-sperienze hanno giocato la loroparte. Intanto, cominciamo conuna nota positiva che denota vo-glia di trasparenza e partecipa-zione. Il Presidente dellaPro-Loco, Emiliano D’Andrea(foto a lato), ci ha inviato unprimo resoconto economicodella Sagra in attesa di inviarciquello definitivo. E’ la primavolta che accade e già questo èun fatto molto positivo. “Mipiace sottolineare -ha detto Emi-liano D’Andrea- che il tutto èstato realizzato in meno di duemesi e non ti nascondo che ciònon ci ha consentito di faremolto, al contrario ci ha portatoa fare degli errori che sicura-mente con maggior tempo a di-sposizione in futuro sapremoevitare arrivando sia ad ottimiz-zare le spese che ad aumentaregli incassi”. Eccoli dunque i dati sullaXXXII Sagra delle Castagne:- la spesa totale della Sagra nondovrebbe superare i 58 milaeuro al netto delle spese di com-petenza del Comune (straordi-nari di Vigili, dipendenti e altro),lo scorso anno si spesero 105mila euro sempre al lordo dellespese di competenza del Co-mune;- l’incasso totale dovrebbe atte-starsi sui 70 mila euro al nettodell’incasso di competenza del

58 mila euro il costo totale, nel 2010 se ne spesero oltre 100 mila

La Pro-Loco supera la provama la Sagra deve migliorare

Comune (per esempio gli am-bulanti);- 38 cittadini roccheggiani, trastudenti e disoccupati, hannoavuto la possibilità di guada-gnarsi 150 euro netti per cuo-cere castagne e presidiare idiversi varchi d’ingresso allaSagra;- 85 quintali è il quantitativo dicastagne distribuito, lo scorsoanno vennero superati i 100quintali;- 29 mila euro è l’incasso deri-vante dalla vendita delle caldar-roste, lo scorso anno ne furonoincassati circa 23 mila.Questi dati ci dicono che laSagra è viva e che può diventaredavvero uno degli appuntamentipiù importanti nel panorama re-gionale e nazionale delle sagre,al livello dell’Infiorata di Gen-zano, della porchetta di Aricciae dell’uva a Marino. C’è ancheda dire che il boom di visitatori,

favorito da due giornate quasiprimaverili, ha creato qualcheproblema in più. Ora veniamoalle cose che, secondo noi, nonhanno funzionato. Intanto èstato un errore non utilizzare illegno di castagno per l’allesti-mento degli stand. L’economialocale è rappresentata dal legnopiù che dal frutto della castagnae quindi una sagra dovrebbeanche mettere in evidenza l’arti-gianato locale e le imprese cheproducono arredi, staccionate,travature, ecc. Gli stessi carrettiesibiti agli ingressi apparivanofinti, artificiosi, realizzati contruciolati e compensati di scarsaqualità. Ecco, coinvolgere qual-che artigiano per dare vita a pro-dotti veri potrebbe essere unacosa buona. Altrimenti si correil rischio di trasformare la Sagra(e con essa Rocca di Papa) in unpaese finto quasi fosse una sce-nografia prodotta a Cinecittà.

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Invece, basterebbe semplice-mente valorizzare già quelloche il paese ha. Un altro aspetto negativo èstato quello di relegare alcuneattività espositive artistico-ar-tigianali in luoghi fuori manomentre le strade principalierano affollate di venditori am-bulanti di ogni tipo. Privile-giare l’artigianato rispetto aiprodotti di magazzino do-vrebbe essere d’obbligo.Infine, un po’ tascurato è statol’aspetto igienico-sanitario.Abbiamo visto, per esempio,cuocere la pannocchie di maisutilizzando la diavolina. E que-sto è stato fatto per i due giorniconsecutivi. Anche su questiaspetti servirebbe una vigi-lanza maggiore. Così comeservirebbe un maggiore con-trollo sulla qualità delle casta-gne vendute al pubblico. Inmolti casi di scarsa qualità espesso guaste. Noi stessi ab-biamo ricevuto delle mail dipersone che arrivate a casadopo la sagra hanno pratica-mente dovuto gettare quasi perintero le castagne acquistate. Inconclusione, bisogna entrarenell’ottica che la sagra non èsolo cucinare e vendere fettuc-cine ai porcini ma dovrebbe es-sere la festa più importante perfar conoscere ai numerosi visi-tatori i lati migliori del paese,sapendo che qui troveranno ca-stagne buone, accoglienza ot-tima e prodotti di qualità.La neo Pro-Loco comunquesembra aver superato la diffi-cile prova. “A grandi linee -conclude il PresidenteD’Andrea- siamo veramentesoddisfatti del risultato ma so-prattutto abbiamo accumulatoun bagaglio di esperienza im-portante che speriamo di met-tere a disposizione della cittànelle prossime occasioni”.

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ROCCA DI PAPA 11il Segno - Novembre 2011

Isola Ecologica Comunalesottoposta a sequestro perchépriva degli indispensabili re-quisiti e autorizzazioni comel’ultima delle case abusive. Di-scariche piccole e grandiovunque. Stato di abbandonodi siti archeologici importanticome la Via Sacra, MonteCavo, gli Arcioni, Palazzolo.Scorribande di biciclette, ca-valli, autoveicoli e motoveicolinei boschi su percorsi che nes-suno controlla. Case regolari, semi regolari,abusive piccole e grandi dis-seminate ovunque. Stradestrette, mai progettate, nate percaso o per “bontà” di chi ha la-sciato un metro del suo ter-reno. Centro storicoimpresentabile al turista: ne-gozi chiusi o ridotti ad abita-zioni, angoli fatiscenti, opereprivate su spazi pubblici che sifa finta di non vedere, soprae-levazioni improvvise che tol-gono vista e respiro ai vicini,cantine abitate senza serviziigienici. Parchi comunali cheritornano “privati” come laPompa, o abbandonati e pe-ricolosi come quello intito-lato a Landsberg, comunegemello. Orti alienati a prezzi stracciati,come per liberarsi del patrimo-nio pubblico che non si è ca-paci di amministrare, eletti damolti a propria dimora edifi-cando alla svelta case senzacontrolli o collaudi che inqui-neranno in eterno. Interventi a cose fatte deglienti preposti che non servonoa impedire opere illegittime oad ottenere il ripristino deiluoghi allo stato precedente.Percorsi naturali per leacque meteoriche senza con-trolli e cure, ostruiti da vege-tali, inerti e rifiutiingombranti; deviati o costrettiin condotte per costruircisopra palazzi; occupazionedelle superfici predispostedalla natura per il deflussosenza danni delle acque incaso di nubifragi. Patrimonio boschivo pub-

Lo stato generale del paese sembra in piccolo la fotocopia di quello dell’Italia

Caro parente americano qui a Rocca le cose sono peggiorate

bito dagli stessi “beneficiati”quando ulteriori concessionisbagliate saranno elargite amille altri.La situazione è ormai inso-stenibile. Centinaia di casesenza infrastrutture. Centi-naia di case invendute. Via-bilità al collasso. Statodell’ambiente che ha supe-rato ogni limite di tollerabi-lità. Amministrazione pococredibile anche se eletta connotevole consenso. Sembrala fotocopia di quella nazio-nale: ampia ma “incapace” difare le cose giuste. Si profila inoltre una sorta diconnubio maggioranza-oppo-sizione che sulle tematichedescritte sembrano sposareuna sintesi comune: “Non vipreoccupate continueremo suquesta strada: ad ognuno ilsuo permesso o provvedi-mento ad hoc. Siamo qui perquesto”. Penserai che esagero conquesta descrizione catastro-fica, ma sono convinto chesoltanto prendendo coscienzadella realtà si potrà ricomin-ciare a lavorare per “il benecomune” di questo paese enon soltanto per il “benedell’anima” come sembranocredere di dover fare gli at-tuali Amministratori. Inviterò alla riflessione i con-cittadini pubblicando questamia sul giornale locale moltoletto ogni mese. Se lo vor-ranno potranno replicare per-ché sarà messo a disposizionetutto lo spazio necessario. Po-trai leggere gli eventuali svi-luppi sul relativo sito internetwww.issuu.com/ilpiccolose-gno.Caro Johnny mi dispiacedover pensare che alla pros-sima visita non troverai unasituazione migliore di quelladescritta perché per cam-biarla in positivo avremo bi-sogno di persone diverse allequali affidare il paese; capacidi somministrargli le giustemedicine per una guarigioneche, comunque, difficilmentepotrà avvenire entro untempo adatto alla nostra età. Ti abbraccio.

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blico che rende molto pocoal Comune ma fa ricchi o be-nestanti i boscaioli-commer-cianti; 1.500 ettari chequalcuno vorrebbe suddivi-dere in lotti da “affittare peranni” a chi farà diradi e taglidi fine turno mentre, a terzomillennio inoltrato, nessunopensa a tecniche e attrezzaturemoderne per queste attività.Cani, anche con una casa epadrone, che scorazzanoovunque senza controllo. Eper finire, ma non ne sonocerto, cacciatori che non sirassegnano alle regole dei par-chi regionali.L’unica nota positiva è costi-tuita da una rinata attenzionealla sfera della cultura in sensoampio, unita alla voglia di par-tecipare di tante persone, gio-

vani e anziane, agli eventi cul-turali, artistici, sportivi e deltempo libero; mentre la re-cente rinascita di una ProLoco cittadina costituisceun’opportunità che, se nonsarà “usata” dalla politica,potrà produrre effetti bene-fici per il paese. Al tempo della tua visita ve-demmo i già gravi sintomi diuna malattia che avanzava ine-sorabile, mentre il potere la“curava” con medicine pla-cebo. Una finzione che è co-stata già molto a tutti noi. Al governo di questi luoghiabbiamo delegato chi ha con-cesso l’inimmaginabile ai sin-goli a danno di tutti gli altri.Tante volte è accaduto. Sitratta di vantaggi effimeri chenon compensano il danno su-

Segue dalla prima pagina

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7 8 91- L’ecocentro di via delle Barozze posto sotto sequestro. 2 - Unadiscarica abusiva. 3 - I ripetitori radio-tv di Monte Cavo. 4 - L’abban-dono della Via Sacra. 5 - L’abbandono dell’acquedotto romano degliArcioni. 6 - L’abbandono dei boschi pubblici. 7 - Il monumento rupe-stre di Palazzola com’era. 8 - L’ex cava di lapillo. 9 - Il municipio

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ROCCA DI PAPA il Segno - Novembre 201112

Primo sbancamento sulla stradadelVivaro.Inizialacementificazione?

C’è un aspetto della vita politica/amministrativarocchigiana che mi ha sempre incuriosito: prevalgono sempre le parole, i bei discorsi. Pa-role, parole e ancora parole.Capita spesso invece che i fatti siano messi insecondo piano.La cosa più strana ancora è che i fatti, che do-vrebbero essere chiari e oggettivi, spesso nonlo sono, perché ogni parte li vede a modo suo.Mi sono sempre chiesto se c’è un modo per su-perare questa situazione.Ai rocchigiani interessa ovviamente la nostracittà, affinché le cose che riguardano Rocca diPapa siano concrete. Riguarda tutti i cittadiniche le strade siano asfaltate, che le scuole fun-zionino, che la raccolta e lo smaltimento dei ri-fiuti siano ben gestiti, che le tasse comunalisiano eque, ecc. cose concrete, insomma. Misu-rabili.

Il lavoro di un amministratore comunale èquello di amministrare bene il suo Comune erispondere alle esigenze della cittadinanza, equindi chiedo a voi, questa maggioranza am-ministra bene?Tutti i partiti/gruppi civici che si sono candidatialle elezioni comunali hanno presentato un pro-gramma che li ha impegnati con i cittadini unavolta eletti sia di maggioranza sia di minoranza.A volte si è sparato piuttosto in alto, come nelcaso che riporto: “una volta eletto il mio impe-gno e la Vostra collaborazione……….. cam-bieremo le cose a Rocca”.E proprio nel rapporto tra parole e fatti sta ilpunto dolente.Quanti concittadini ricordano tutte le promessefatte in campagna elettorale dalla lista che havotato? Pochi, ne sono certo. E ancora menosono coloro in grado di dire quante promesse

di Luigi SerafiniPrimi sbancamenti al Vivaro. Sullastrada cosiddetta Olimpica, pocoprima del centro residenziale dei“Colli del Vivaro” un cittadino ci hasegnalato la nascita di un grandecancello con relativo sbancamento(foto a lato) che ha dato vita a unabreve salitella che sfonda propriosulla strada principale. Non sap-piamo che cosa ci sia al di là del can-cello, nè di chi sia questa proprietà,nè tantomeno se il Comune di Roccadi Papa sia a conoscenza o menodell’accaduto. Resta il fatto che lafrazione del Vivaro continua a subireazioni di cementificazione selvaggiache pian piano ne stanno compro-mettendo l’ambiente e la natura in-comtaminata. Già lo scorso anno il

Comune roccheggiano aveva dato ilsuo via libera a due iniziative edilizieche poi non hanno superato i pareridel Parco dei Castelli Romani ma aquanto pare sulla frazione verdel’amministrazione non sembra volermettere in campo le iniziative di sal-vaguardia necessarie. Se oggi avvengono questi sbanca-menti che cosa accadrebbe dal puntodi vista della cementificazione semalauguratamente le Olimpiadi del2020 dovessero davvero svolgersi aRoma? Sì, perchè l’amministrazioneBoccia punta molto su questoevento mettendo a disposizione ilVivaro per lo svolgimento delle di-scipline ippiche. E allora vi pare chenon diventerebbero “necessarie”strutture ricettive, strade larghe, par-

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Dal Presidente di FLI riceviamo e pubblichiamo“Attenti alla politica delle facili promesse”

sono state mantenute. E così si dimentica, e cisi presenta al successivo appuntamento eletto-rale senza avere dati concreti sui quali basare leproprie scelte, e ci si affida come sempre al gal-letto di turno con promesse di posti di lavoro, alParlamento, al Comune, alle Ferrovie, allePoste e cosi via, così è successo nell’ultima tor-nata elettorale, da parte di alcuni candidati Con-siglieri di vecchio e primo pelo.Cari cittadini di Rocca, è ora che passiate a “ri-scuotere” quanto vi hanno promesso, da quellepersone che con il vostro voto siedono in Con-siglio Comunale, sicuramente non le avrete di-menticate ma neanche loro vi hannodimenticato dopo mesi di silenzio si sono ripre-sentati e vi hanno invitato a fare la tessera per ilpartito che rappresentano, per fare in modo diottenere quello che già vi hanno promesso incampagna elettorale, e ancora una volta sietecaduti nella rete tesa per la pesca.Vi consiglio di andare a cercarli e pretenderequanto dovuto. Oppure hanno già dato? Certa-mente sì, ai loro familiari. A Voi la solita bufala.

Bruno Romano Presidente FLI Rocca di Papa

cheggi ampi, ecc.? L’im-pressione, infatti, è che al Vi-

varo siamo solo all’inizio... ilmeglio deve ancora arrivare.

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ROCCA DI PAPA 13il Segno - Novembre 2011

di Paola GattaDa anni si dibatte su come do-vrebbe essere salvaguardato emigliorato il centro storico diRocca di Papa al fine di un suorilancio turistico. L’ultima tro-vata in tal senso è stata la na-scita del “Laboratorio CentroStorico” fortemente volutodall’Ass.re Marika Sciampli-cotti qualche mese prima delleelezioni amministrative. Il suocompito? Redigere, in accordocon il Comune, progetti di qua-lità e soprattutto avrebbe do-vuto dire ai cittadini che quirisiedono le cose da fare per fer-mare il degrado generale, lachiusura delle attività commer-ciali, ecc. ecc. I negozi conti-nuano a restare chiusi, alcuniresistono, altri cercano di impe-gnarsi con grande entusiasmo(è il caso di Elio, l’alimentariaperto di recente in ViaDuomo). Ora è la volta della “libera ini-ziativa cittadina”, la versionetutta roccheggiana del “fai date”. Vuoi aprire una finestra?Fallo! Vuoi installare una para-bola di un metro quadrato inuno dei vicoli storici? Fallo!Vuoi chiudere una porzione distrada pubblica? Ma allora seiproprio di coccio: fallo e basta!E così hanno pensato di fare al-cuni cittadini. La madre di tuttii “fai da te” si può ammirareproprio affacciandosi da piazzaGaribaldi (piazza dell’Erba per

Ogni cittadino fa quello che vuole in barba agli uffici comunali

Centro Storico, successoper la politica del “fai da te”Le inferriate abusive su aree pubbliche spuntano come funghi

Tra le interrogazioni consi-liari presentate lo scorso 23settembre una in particolareci sembra molto interessantee riguarda la gestione delservizio dei rifiuti. A presen-tarla è stato i Consigliered’opposizione Romei, se-condo cui “l’introduzionedella raccolta differenziatanon ha prodotto i risultatisperati. I carrellati sono quo-tidianamente stracolmi d’im-mondizia” e i cassonetti deiCampi sono presi d’assaltodai “residenti pigri del cen-tro storico” che di differen-ziare i rifiuti non nevogliono sapere. Il Consi-gliere poi segnala “l’estremodegrado di Via Vicinale delleFaete, dove la strada è com-pletamente coperta di rifiutiedili”.Un altro problema evi-denziato riguarda gli sfalcidelle potature che, per ilConsigliere Pdl, vengonoraccolti dalla ditta “dopo 40-50 giorni in media”.

Andrea Rasetti

Il Consigliere Romei“La gestionedei rifiuti èfallimentare”

Il “fai da te” in Via dei Caprari

i roccheggianidoc). Di fronteal lavatoiopubblico, da-vanti a uno deinuovi murales,è stata posizio-nata un’infer-riata lunga unadecina di metriche ha pratica-mente chiusouna fetta consi-stente delloslargo, co-prendo poi dirotoli di guainal’intera superficie. In questocaso non sappiamo se gli ufficicomunali abbiano autorizzatola chiusura dell’area (visto cheal di sotto si trova un’abita-zione) ma resta il fatto cheanche nel caso in cui si possanoriscontrare motivi seri per con-sentire modifiche di luoghipubblici, queste dovrebbero es-sere realizzate seguendo delledirettive precise. E’ possibilemettere la guaina sui sanpietrinicome se niente fosse? Un altrobell’esempio di “fai da te” sitrova in Via dei Caprari (un vi-colo largo sì e no un metro emezzo!), dove un residente hapensato bene di mettere un’in-ferriata con tanto di cancelletto

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partecipate anche voi alla fieradel “fai da te”, magari alla finesi vince anche un bel premio.

Il “fai da te” in Via del Macello Vecchio,sotto piazza Garibaldi

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ROCCA DI PAPA il Segno - Novembre 201114

di Daniela Di RosaIl 26 ottobre ilSindaco di Roccadi Papa insieme alPresidente dellaProvincia, Zinga-

retti, ha inaugurato la mega ro-tonda all’incrocio delle quattrostrade (Via dei Laghi). A parteil fatto che a me tutte queste ro-tonde, piccole o grandi chesiano, non piacciono, il loro in-tento era quello di dare unmaggior decoro all’entrata delpaese… E tutto il resto? E ildegrado che vediamo tra le viedel centro? Che facciamo, lonascondiamo sotto il tappeto?Mettiamo, per esempio, il turi-sta che arriva nel nostro paese,pensa: “se l’ingresso è cosìpromettente figuriamoci il

Il Presidente della Provincia ha inaugurato la mega-rotonda

Si abbellisce l’ingresso...e si dimentica l’intero paeseLa nuova opera di Via dei Laghi è costata circa 500 mila euro

La mega-rotonda di Via dei Laghi

resto!”. E qui comincia ilsuo cammino ingiro per Rocca diPapa. Troverà ilcentro storico(da sempre cuoredi una città)sporco e morto,file di negozichiusi da anni...passeggerà trasacchetti di ri-fiuti lasciati fuoridalle porte (datoche la domenicagli spazzini nonpassano). Nonsarebbe il caso dimigliorare il ser-vizio? Non è bello camminareper vicoli antichi e inciamparein buste di plastica che per-

dono spazzatura! A questo punto il turista decidedi visitare il famoso Monte

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ROCCA DI PAPA 15il Segno - Novembre 2011

di Luigi SerafiniIl “Movimento per Rocca diPapa”, l’associaizone civicanata qualche mese fa attraversola rete di internet, è tornato afarsi sentire. Nei giorni scorsi,infatti, ha presentato all’ammi-nistrazione comunale una let-tera in cui pone al Sindacoalcune domande sulle vicendeche hanno interessato il territo-rio, spesso finendo sulle pa-gine della cronaca giudiziaria.A cominciare dal sequestro deldepuratore comunale di BorgoValle Vergine, in merito alquale il Movimento ha chiesto“a quanto ammontano i costipreventivati per le suddetteopere provvisionali;quale sia l’attuale stato dei la-vori; a quanto ammontano icosti ad oggi sostenuti; se equando lo stesso depuratoreverrà riattivato”. Risposte cheil Comune avrebbe già dovutofornire ai cittadini e che inveceancora non sono arrivate. Da un sequestro all’altro.Anche per quello più recentedell’isola ecologica, non sonomancate le domande recapitateal Sindaco, dopo aver chiestole motivazioni che hanno in-dotto l’Autorità Giudiziaria aconvalidare il sequestro: “seper la messa in funzione del-l’isola ecologica erano stateacquisite tutte le autorizzazionipreviste dalla vigente norma-tiva ed eseguite tutte le opere

E’ tornata l’azione civica del “Movimento per Rocca di Papa”

“Chiediamolo al Sindaco”...l’iniziativa del MovimentoDomande su depuratore, isola ecologica e opere pubbliche

Gentile Direttore,mi conceda poche righe per rin-graziare il sig. Marco Rapo perl’impegno profuso per i malati diS.L.A. (Sclerosi Laterale Amio-trofica), n. di ottobre de “IlSegno”. Marco Rapo mi ha datoil coraggio di gridare il mio sde-gno contro l’ignoranza di pochiautoctoni imbecilli. Spiego: daquattro anni sono affetta da Scle-rosi multipla a placche, una ma-lattia invalidante per cui non vi ècura, lontana mille miglia dallaS.L.A., ma che rende la mia vitauna mortificazione continua fi-sica e sociale. Non mi lamento,c’è di peggio. Ma trovo che inogni ambito si dia poco spazio evoce alle difficoltà dei disabili.In questo paese, dove sono do-vuta venire mio malgrado, è im-possibile muoversi tra buche,sampietrini rotti, presenza di bar-riere architettoniche addiritturaper accedere in Comune equant’altro. Non mi vergognocerto della mia malattia che nonè una colpa ma una disgrazia.Provo profonda pena e compas-sione invece per taluni roccheg-giani che spesso, al miopassaggio, mi deridono, com-mentano vigliaccamente e senzapudore la fatica di un passo lentoappoggiata ad una stampella. Aigentili signori e signore, ragaz-zetti seduti in un bar dall’alba altramonto, ricordo che la vita puòcambiare in dieci secondi a tutti.Nessuno escluso. Grazie.

Viviana Bisi

La lettera“Anche a Rocca gliimbecilli nonmancano”

necessarie; seesiste un pro-getto perl ’ a d e g u a -mento e lamessa anorma del-l’impianto;quali sono itempi per larealizzazionedegli even-tuali lavori diadeguamentoe per la suc-cessiva ria-p e r t u r ad e l l ’ i m -pianto; qualicosti do-vranno sostenere i cittadinioltre agli inevitabili disagi”.Il “Movimento per Rocca diPapa”, come si può vedere, hamesso molta carne al fuoco,non tralasciando altre questioniimportanti, a cominciare dalleopere pubbliche che da moltimesi sembrano proseguire a ri-lento o non proseguire affatto.In merito alla nuova sede co-munale, al parcheggio dipiazza Valeriano Gatta, allascuola materna dei Campid’Annibale, all’illuminazionepubblica, al rifacimento di viaGramsci e ai lavori effettuatinel periodo pre-elettorale, sonostate poste altrettante domandetese a capire “se sono state ap-portate varianti sostanziali agli

originari progetti; se le even-tuali varianti sono state appro-vate ed autorizzate; a quantoammontano le spese preventi-vate, i costi sostenuti e i costiresidui; lo stato attuale dei la-vori e le eventuali sospen-sioni; quali erano i tempi direalizzazione preventivati equali sono quelli attualmenteprevisti”.Non sappiamo se le rispostearriveranno e quando arrive-ranno ma crediamo che alcunerisposte, oltre che dal Sindaco,potrebbero arrivare anche daAssessori presenti e passatiche, su molti temi, hannouguali responsabilità. Mal’esperienza ci fa dire che lerisposte non arriveranno.

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precedenti esperienze ammi-nistrative) viene da doman-darsi che cosa abbia fatto intutti questi anni se non è riu-scito nemmeno a garantire lamanutenzione di un parcopubblico. Eppure nel Parco Landsberg,negli ultini anni, sono finite ri-sorse economiche molto rile-vanti per un Comune comeRocca di Papa, oggi in crisi fi-nanziaria e di liquidità. Calco-lando i costi per gli arredi, peri lavori straordinari, per quellidi messa in sicurezza, per ilchiosco in legno di castagno,per la sistemazione generale,ecc. ecc., arriviamo a una cifra

APPROFONDIMENTO

ilSegno-Novembre2011

avvisare gli ignari cittadinisulla pericolosità del Parco. Il paradosso si è raggiuntoperò tre giorni dopo l’Ordi-nanza emessa dal Sindaco. Il16 ottobre, una domenica, si èsvolta “Castagnolandia”, unabella iniziativa tutta dedicata aibambini e allo sport, in attesadella Sagra delle Castagne.Decine e decine di bambinihanno partecipato ai giochi al-lestiti dal Belvedere fino a ri-dosso del Parco Landsberg enon è escluso che qualche

bambino possa essere entratoanche nel Parco rischiandodavvero grosso. Stessa scena la settimana dopoin occasione della Sagra delleCastagne. Molti visitatori sisono avventurati all’internodel Parco trovando cancelli evarchi completamenti aperti.Anche in quel caso sarebbepotuto accadere l’irreparabilema fortunatamente non è suc-cesso nulla perchè altrimentistaremmo a raccontare un’altrastoria. La solita storia italiana

Il Parco Landsbergè pericoloso

e andrebbe chiusoma nessuno lo sa

(a parte il Sindaco)

di AndreaSebastianelliLe Ordinanze dovreb-bero in primis tutelarel’incolumità pubblicae quella dei cittadinima spesso servonosolo ai Sindaci per tu-telare il proprio sederedal punto di vista le-gale nel caso doves-sero accadereincidenti. La nostra storia inizialo scorso 4 ottobre,quando viene presen-tata al Sindaco diRocca di Papa, Pa-squale Boccia, unadettagliata “relazionedi servizio redatta dapersonale dell’U.T.C.(Ufficio Tecnico Co-munale, n.d.r.) e per-sonale della PoliziaLocale” sulle condi-zioni in cui si trova ilParco del centro sto-rico dedicato a Lan-dsberg am Lech, lacittadina bavarese ge-mellata con Rocca diPapa. La relazionemette in evidenza ildegrado, lo stato diabbandono e l’estremapericolosità di questoparco pubblico che,malgrado sia di unabellezza unica es-sendo collocato apoche decine di metridal centro abitato, nonriesce ad essere tenutonelle condizioni chemeriterebbe. La rela-zione dei tecnici co-munali si sofferma sulfatto che la situazionedi pericolo è determi-nata dalla “mancatamanutenzione dellestrutture ivi presenti”.Considerato che Boc-cia governa Rocca diPapa da quasi ven-t’anni (tralasciando le

che raggiunge e forse supera i500 mila euro (un miliardodelle vecchie lire). A vederecome è ridotto oggi viene dadomandarsi come sia stato pos-sibile spendere tanto per arri-vare a un degrado così diffuso eoggi certificato dagli stessi uf-fici comunali. Dopo aver letto la relazionetecnica, il Sindaco il 13 ottobreha infatti emesso un’Ordinanza(la n. 176) che “ordina la chiu-sura immediata del Parco Lan-dsber am Lech, fino al terminedei lavori di manutenzione or-dinaria e straordinaria” di cui,per la cronaca, non si vede trac-cia. Fin qui tutto sarebbe an-dato nel verso giusto, a parte leconsiderazioni che facevoprima sulla capacità di spen-dere i soldi pubblici e per operepubbliche che poi non si è ingrado di salvaguardare. E invece a rendere ancora piùgrave la situazione è che di taleOrdinanza nessuno ne è venutoa conoscenza a parte gli organie le autorità di rito (Carabinieri,Polizia Locale e Ufficio Am-biente). Sul posto (almeno finoad ora) nessuno ha provvedutonè a chiudere gli ingressi prin-cipali (due su Viale Madonnadel Tufo e uno direttamente suldistributore di benzina) nè adaffiggere comunicazioni tese ad

Il Sindaco il 13 ottobre, dopo una relazione del suo ufficio tecnico e dei Vigili, ha emesso un’Ordinanza sulla pericolosità del parcopubblico del centro storico... ma adulti e bambini, tenuti all’oscurodei rischi, continuano a frequentare abitualmente il Parco

Uno dei camminamenti fatiscenti con tanto di staccionata pericolante. Al di sotto della staccionata vi è una scarpata

di spini che si affaccia su Viale Madonna del Tufo

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APPROFONDIMENTO

ilSegno-Novem

bre2011

che dopo le tragedie tutti,almeno sulla carta (Ordi-nanze, ecc.), hanno fatto ilproprio dovere.Altre scene si ripetono ognivenerdì durante il mercatosettimanale. Molti cittadiniparcheggiano l’automobilelungo Via Alberobello e, daqui, per andare al mercato,entrano nel parco e lo attra-versano per intero correndoi rischi certificati dall’Ordi-nanza Boccia. I cittadinihanno tutto il diritto di sa-pere se, percorrendo unastrada, una piazza o fre-quentando un parco pub-blico, stanno correndo deirischi, quindi sarebbe ba-stato chiudere i tre cancelliprincipali e affiggere degliavvisi negli altri ingressi ein vari punti del Parco. Macomprendiamo anche che,facendo questo, il Sindacoavrebbe ammesso pubbli-camente di non essere riu-scito nemmeno a pulire unsemplice spazio verde. Meglio allora firmareun’Ordinanza “silenziosa”e sperare nella buona sorteper i cittadini ignari. Ancheperchè, fosse accadutoqualcosa, lui l’Ordinanzal’aveva emessa e la colpasarebbe ricaduta solo suquei cittadini disgraziati,responsabili (questo sì) dinon leggere la bachecaposta all’ingresso dellasede comunale. Quale geni-tore manderebbe i suoi figlia giocare in un parco sa-pendo che correrebbero deiseri rischi di incolumità? Elei, Sindaco, manderebbe isuoi figli a giocare in quelparco pubblico? E perchèinvece i figli dei semplicicittadini dovrebbero an-darci del tutto ignari del-l’esistenza diun’Ordinanza?La situazione è davverograve perchè bisogna te-nere conto che nel Parco sitrovano dei giochi per bam-bini, dei camminamenti di-velti e pericolosi, dellestaccionate fradice che nonreggerebbero nemmenol’urto di una piuma. Cisono addirittura le maceriedel chiosco di castagno col-

Ecco le condisioni della staccionata fatiscente e precariache dà su uno strapiombo di circa 9 metri. Una parte

di questa staccionata è del tutto assente rendendo perico-losissima la permanenza all’interno del Parco

Indiecianniper il Parcosono stati spesi circa 500 mila €

locato solo pochi anni fa. Neipunti più pericolosi, le staccio-nate sono addirittura assenti,come quella che dovrebbe pro-teggere dallo strapiombo dicirca 8 metri che dà sul piazzaled’ingresso. Ora speriamo chegli opportuni avvisi venganoaffissi e che l’amministrazionequanto prima provveda a siste-mare questo parco che, nel-l’arco della sua cinquantennalestoria, ha conosciuto raramenteun degrado tanto diffuso.

Andrea Sebastianelli

Bisogna evidenziare anche la pericolosità di alcuni giochiper bambini, collocati una decina di anni fa. Nella foto vi è una parete-gioco da scalare che finisce direttamente su una scarpata senza alcuna protezione

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Così sono ridotti oggi i camminamenti realizzati pochi anni fa sempre dall’amministrazione Boccia

Ecco ciò che resta del chioscoin leglo di castagno realizzatodurante gli ultimi lavori straordinari eseguiti dal Comune

L’Ordinanza n. 176 emessa dalSindaco il 13 ottobre scorso

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ROCCA DI PAPA il Segno - Novembre 201118

Festeggiati i 90 anni della cronoscalata automobilistica Vermicino-Rocca di Papa

Sono arrivati in 300 da tutta Italiaperrendereomaggioallastoricacorsa

le quali era un appuntamento fisso. Ilgrande Clemente Biondetti qui era di casa. Sospesa nel 1964, se ne perse la memoria,come spesso in Italia succede per tutto ciòche è socialità e cultura, grazie all’insi-pienza dei pubblici amministratori. Sono

passati solo tre anni daquando un gruppo di appas-sionati, guidati da PioFondi, riunitosi nel ClubAuto Storiche Rocca diPapa, ne ha riscoperto il va-lore dando vita alla I rievo-cazione storica. L’annosuccessivo il salto di qualitàcon il gemellaggio con laScuderia Jaguar Storiche e

la partecipazione in massa delle Jaguar.Quest’anno la III rievocazione ha vistoanche la nascita di un nuovo evento auto-mobilistico: una vera e propria gara di re-golarità, la “Cronoscalata di MonteCavo”. La gara si è svolta secondo le re-gole del campionato nazionale, lunga 3,5km, con cinque pressostati, ha portato le70 auto partecipanti ad un’altitudine di1000 m e si è svolta in notturna, riscuo-tendo un enorme successo. Una nota sim-patica: era divertente vedere i due foltigruppi di Jaguaristi e Ferraristi che siguardavano in cagnesco o si ignoravano,sembrava di essere ritornati alle sfidedegli anni ‘50 su queste strade, quandospesso la lotta era tra Jaguar e Ferrari. Mastavolta a metterli d’accordo c’era unsocio della Scuderia Jaguar sulla cui Fer-rari California spiccava lo stemma dellaScuderia Jaguar Storiche!Il successo dell’evento, al quale gli orga-nizzatori hanno lavorato per quasi unanno, è la base su cui si sta costruendo laCittà della Cronoscalata, progetto chevedrà coinvolti in un prossimo futuro di-verse realtà locali e nazionali. Si sono già

messe in cantiere altre iniziative per ilprossimo anno, ancora più impegnative, eil Club ha intenzione di integrare e svilup-pare tutte quelle realtà che si muovono sulterritorio in modo completamente siner-gico con il fine ultimo di creare aggrega-zione sociale e sviluppo in modotrasversale coinvolgendo tutti i cittadini aldi là dell’età, del sesso e delle convinzionipersonali.Ma il successo non è stato solo merito delClub. Occorre in primo luogo ringraziarela Protezione Civile di Rocca di Papa chesi è messa completamente a disposizione.Solo grazie a questi ragazzi, che hannomesso in sicurezza la strada, si è potutasvolgere la cronoscalata notturna diMonte Cavo e sempre loro hanno scortatola colonna di 100 auto, insieme agli amicidel Club Lampeggiante blu, con auto diPolizia e Carabinieri, attraverso il territo-rio del Comune di Rocca di Papa, in totaleassenza della Polizia Locale. Un particolare ringraziamento all’ammi-nistrazione comunale di Frascati ed alSindaco Stefano Di Tommaso per il va-lido supporto dato nel suo territorio e peraver premiato a Rocca di Papa (!) i vinci-tori della Cronoscalata. Ringraziamoanche il gruppo di cittadini autorganizzatiche, viste le promesse disattese dal Co-mune, si sono armati di pale e cemento,due giorni prima dell’evento, e sono an-dati a tappare le buche sulla strada diMonte Cavo!Peccato per il Comune di Rocca di Papa:un’altra occasione persa per essere prota-gonista dello sviluppo della Città e per ri-tornare sulla ribalta nazionale. Questavolta non ci saranno più prove d’appello.* Direttore Sportivo Club Auto StoricheRocca di Papa, della Scuderia JaguarStoriche – Registro Storico Italiano

e della Ferrari Club Italia

di Angelo CavalliCominciamo dai numeri: oltre 300 parteci-panti provenienti da tutta Italia, il più lon-tano da Ragusa, oltre 100 auto, 18 Jaguar,9 E type, 18 Ferrari, 11 auto ex Polizia eCarabinieri, importante presenza di autoanteguerra, due giornate intense, oltre 10milioni di euro il valore dei mezzi sullastrada. Basta questo per comprendere chel’evento che si è svolto a Rocca di Papa il17 e 18 settembre per festeggiare i 90 annidella “Cronoscalata Vermicino – Rocca diPapa” e i 50 anni della Jaguar E Type nonha precedenti.Si è trattato di un evento d’importanza na-zionale organizzato dal Club Auto Stori-che Rocca di Papa e dalla Scuderia JaguarStoriche e ha visto la partecipazione uffi-ciale di Club importanti come il CircoloRomano La Manovella, il Club Lampeg-giante Blu, il Club Bianchina, il FerrariClub Frascati, il Club Rosso Roma, laScuderia 3A e il Club Tusculum. Sonostati inaugurati due murales, uno dedicatoai 50 anni della E Type, rea-lizzato dalla giovane artistaClementina Vittucci, e l’al-tro dedicato ai 90 anni dellaCronoscalata, realizzato dalMaestro Franco Carfagna edall’artista Vittorio Mac-cari, Le opere, eseguite aspese dei due Club, sonoun riconoscimento allaCittà per le sue antiche tra-dizioni sportive automobilistiche.Hanno partecipato nomi importanti del-l’automobilismo italiano: Cosimo Turizio,grande pilota del passato, ma anche dioggi, Gherardo Spicciani, campione delpassato e attuale Presidente del VeteranCar Club Viterbo, Massimo Natili, rin-tracciato per l’occasione dal Sindaco diFrascati Stefano Di Tommaso e, infine, ilferrarista Gino Verghini con la Ferrari 512TR del 1992, che quest’anno ha vinto tuttoquello che c’era da vincere: 1000 Miglia,Milano-Sanremo, Coppa dei Laghi, TargaFlorio e Campionato Ferrari Club Italia.Lo squadrone della Jaguar era, anche que-st’anno, guidato naturalmente dalla Presi-dente Rita De Gaetano, che è anchePresidente Onorario del Club Auto Stori-che Rocca di Papa, ormai un punto di rife-rimento nazionale per l’automobilismostorico.La Vermicino-Rocca di Papa era sicura-mente la più importante corsa in salita delLazio ed una delle più importanti in Italia,ha rappresentato per più di 40 anni, dal1921 al 1964, un prezioso strumento di in-contro, aggregazione sociale e sviluppo

Il Sindaco di Frascati, Di Tommaso, mentre premia a Rocca di Papa il ferrarista Gino Verghini, vincitore

della Mille Miglia, della Milano-Sanremo, della Coppa deiLaghi e del campionato Ferrari Club Italia

per il territorio.Sui 14,400 km del percorso,superando un dislivello dioltre 400 m, si affrontaronopiloti celebri come Mar-zotto, vincitore della corsadel 1949 con la Ferrari,Bracco con la Maserati,Biondetti, Borzacchini, Fa-gioli e Taruffi. GianninoMarzotto affermava che chiera in grado di vincere la“Vermicino – Rocca diPapa” poteva anche vincerela 1000 Miglia! Su questestrade correvano Ferrari,Maserati, Alfa Romeo, Bu-gatti e soprattutto Jaguar per

Pio Fondi

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ROCCA DI PAPA 19il Segno - Novembre 2011

di Sergio RasettiCon un articolo di MichelaEmili pubblicato sul numero299, 3-16 novembre, de “ilCaffè dei Castelli” siamo statiinformati che i lavori, costati 1milione e ottocentomila euro,effettuati dall’XI ComunitàMontana per il risanamentoidrogeologico del fosso diPentima Stalla “hanno brillan-temente superato la provadelle prime piogge”.Ora spetta al Comune diRocca di Papa la manuten-zione di tutta l’opera per assi-curare che il percorso delleacque piovane non sia maiostruito da detriti vari traspor-tati dalle acque o gettati abusi-vamente dall’uomo. Unimpegno pesante per il nostrocomune che ha già grandi dif-ficoltà finanziarie. Una re-sponsabilità ancora piùpesante alla luce di quanto èevidenziato nell’articolo “lapresenza a monte di due disca-riche abusive, su proprietà pri-vate già poste sotto sequestro,agli Arcioni e a Pentima Stalla,che insistono sull’alveo delfosso, deviandolo in alcunipunti ... C’è il rischio chel’enorme quantità di rifiutipresente, ingombranti e mate-riali di risulta, possa sommarsiai detriti trasportati dalla forzadell’acqua e neutralizzare lacapacità di convogliamentodel fosso…”.Una descrizione che, proprioin coincidenza con le precipi-

Finalmente conclusa anche l’ultima fase della messa in sicurezza dell’intero tracciato

Pentima stalla, l’invaso funzionama ora serve un controllo costante

tazioni atmosferiche straordi-narie e le relative inondazionidi Liguria e Toscana, destapreoccupazione nella nostracomunità.Ora, anche a casse comunalivuote, bisogna correre imme-diatamente ai ripari e spiegareperché non si è intervenutiprima a ripristinare tutti i per-corsi naturali delle acque me-teoriche e per pagare il contosarebbe meglio attivarsi per in-dividuare i responsabili delleostruzioni, altrimenti finirà an-cora una volta tutto a spese deicittadini noti (perché pagano letasse), ignari (perché le auto-

rità non li infor-mano corretta-mente) e corretti(perché rispettanonorme e leggi). A proposito: gli altrifossi sono tutti sottocontrollo? Anchequello intubato re-centemente chepassa sotto un pa-lazzo? E sono statirealizzati percorsialternativi per le acque meteo-riche nei casi in cui cittadinisprovveduti abbiano costruitoimmobili proprio sui percorsinaturali delle stesse? Un’infor-

mazione precisa e puntuale daparte degli organi istituzionalirenderebbe la vita nella nostracittadina più tranquilla pertutti.

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Grande manifestazione del Partito Democraticoil 5 novembre a San Giovanni. 15 treni speciali,2 navi, oltre 700 pullman. Il Centro Sinistra ri-conquista la piazza stuprata dalle violenze deiblack bloc il 15 ottobre. Una mobilitazione na-zionale per “convincere” il Paese che è indi-spensabile cambiare il governo nazionale.Da Rocca di Papa dove il centro-sinistra vincealla grande e Sindaco, Giunta, Consiglieri dimaggioranza mostrano grande popolarità e sono“molto ascoltati politicamente”, ci si sarebbeaspettati una grande mobilitazione: manifesti,volantini, mail, messaggini, telefonate. La par-tenza dai Campi e da Piazza della Repubblica dialmeno due autobus stracolmi per rendere visi-bile e concreta la partecipazione.Non abbiamo visto nulla di tutto questo e a SanGiovanni nessuna faccia nota. Il nostro pensiero

è andato a quella sede storica del partito diCorso Costituente (vedi foto), ora lasciata pol-trire senza alcuna attività che evidenzia una re-altà incontestabile: sotto il vestito di quelconsenso elettorale l’agonia politica locale mar-cia inesorabilmente. Se Bersani dovesse contaresui militanti di Rocca di Papa per “andare lon-tano” temiamo che non farebbe molta strada.

Sergio Rasetti

Il Pd nazionale chiama...il Pd locale non risponde

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ROCCA DI PAPAil Segno - Novembre 201120

ALLA SCOPERTA DEGLI ANTICHI MESTIERI - il vinaio

“Il buon vino nasce ancora dall’antica tradizione roccheggiana”

nonno a farlo. Io mi limito a mettere inpratica quello che ho imparato nel corso

della mia vita nel ten-tativo di conservare laconoscenza di espe-rienze che hanno ca-ratterizzato il passatodi Rocca di Papa. Ioutilizzo ancora oggigli stessi strumentiusati cent’anni fa”:Lorenzo però ha unagrande paura, che conil passare del tempoanche queste tradi-

zioni spariranno a favore di una produ-zione esclusivamente industriale. “Letradizioni di una volta vanno riscoperte einsegnate anche ai giovani affinchè pos-sano continuare a resistere nel corso deglianni. Tutti dobbiamo impegnarci affinchèquesto accada”.

Andrea Sebastianelli

Lorenzo Gabrielli da tanti anni si batte af-finchè le tradizioni locali vengano risco-perte, conservate e valorizzate. Loavevamo visto qualche anno fa riproporrecon successo la “gara del cacio” che videi nostri nonni dare vita a sfide incredibilie memorabili. Più recentemente è riuscitoa riportare alla luce il vecchio gioco po-polare delle mitule (piastrine) riuscendoad organizzare un vero e proprio torneosulla piazza dei Campi d’Annibale e coin-volgendo decine di appassionati e curiosi.Questa volta Lorenzo ci ha invitato nelsuo laboratorio dove ancora oggi segueper filo e per segno la lavorazione delvino come i vecchi artigiani di Rocca diPapa gli hanno insegnato. E, chiedendo unpo’ in giro, sembra che sempre meno per-sone conservino questa tradizione locale. Lorenzo, dopo aver raccolto l’uva, in-sieme alla moglie e a poche altre persone,nella zona di Lanuvio,la mette nei bigonziper poi trasportarla di-rettamente nel suo la-boratorio. Poco dopocomincia la lavora-zione dell’uva cheviene pigiata all’an-tica per poi essere de-positata nelle botti.Dopodichè procedeper varie volte al tra-vaso del liquido finqui prodotto affinchè cominci a “purifi-carsi” fino a diventare il vino da portare atavola. Una lavorazione che richiede impegno efatica ma soprattutto tanta passione che,abbinata alle conoscenze delle tecniche diuna volta, permette ancora oggi di riviverele atmosfere dei nostri antenati.

Il travaso del vino dalla botte

Il vino delle sue botti-glie è un vino pregiatoperchè contiene sol-tanto il succo di quel-l’uva raccolta e nientealtro. “Mio padre mi hainsegnato a fare il vinoe prima di lui era mio

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Il laboratorio di Lorenzo ai Campi

La spremitura dell’uva

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ROCCA DI PAPA 21il Segno - Novembre 2011

L’iniziativa si è svolta al Parco dei Castelli Romani

Al festival degli alberile bellezze del castagno

di Rita GattaInsolita e piacevolepasseggiata quelladi sabato 29 ottobrenell’incantevolesentiero del Parco

dei Castelli Romani a Villa Ba-rattolo, Rocca di Papa. Organiz-zata dalle AssociazioniTemperamenti e Terre Vivaci, siè trattato del piacevole epilogodi un progetto iniziato i primi diottobre e che ha visto coinvolti,nei giorni precedenti, anche ibambini delle scuole primarie diRocca di Papa – Campi d’Anni-bale in un laboratorio naturali-stico sul castagno e in unlaboratorio di didattica musicale.Il progetto Festival degli Alberi– RamificAzioni nel territorioitaliano, già nel nome (notare lamaiuscola al centro della parolaRamificAzioni), porta ad im-maginare una serie di iniziativeaccattivanti e piacevolmente mi-rate ad avvicinare quanto più almondo della Natura. L’obiettivomira a valorizzare proprio “l’al-bero” come elemento di prospe-rità del territorio, che dà“ricchezza” al paesaggio e che èsimbolo intorno al quale ruotanocultura, religione e arte. “La vitee il castagno in festa nei CastelliRomani” è stato proprio il pro-getto artistico ideato da MarcoSolari, per far parlare gli alberipiù rappresentativi del nostropaesaggio, della storia econo-mica e culturale del territorio; leperformance teatrali di Solari e

di Alessandra Vanzi, lungo i sen-tieri del giardino di Villa Barat-tolo, sede del Parco, tra piante dicastagno, aceri, tigli, carpini,querce, sono state accompagnatedalle percussioni di MauroD’Alessandro. Di cosa possonoargomentare piante di castagno? Delle problematichevia via incontrate con il trascor-rere del tempo e con l’evolu-zione dell’economia, delrapporto che cambia conl’uomo, del pericoloso nemico,quella vespa cinese che minac-cia i frutti… Diversi i momentiche i presenti hanno potuto vi-vere: in aperturae chiusura del-l’evento, la mu-sica e il cantod e l l ’ A l c h i -mia’Sband, di-retta dal dott.Paolo Cori; nelgruppo vienerappresentatal’intera comu-nità: non solo“Pazienti” e operatori del Servi-zio di Salute Mentale, ma anchetutti coloro, familiari e non, chevogliono offrire un loro fattivocontributo.Interessante l’intervento dellascrittrice Maria Pia Santangeliche dal suo libro “Boscaioli eCarbonai” (Edilazio), ha trattospunti per parlare soprattutto coni bambini intervenuti, della pas-sata economia boschiva del ter-ritorio, del duro lavoro dei

vecchi boscaioli,dei loro attrezzi delpassato e del pre-sente… Stimolanti anche icontributi di FrancoPaolinelli agro-nomo forestale,presidente dell’As-sociazione S.A.P(SilvicUltura, Agri-coltura, Paesaggio)che promuove attività culturalimirate alla riflessione sul rap-porto uomo-ambiente; di CarloInfante fondatore di Urban Ex-perience; di Alfonso Pascale,

Presidente ReteFattorie Sociali: iloro interventihanno offerto ilquadro comples-sivo di una reteorganizzata da di-versi soggetti,impegnati a fa-vore di uno svi-luppo sostenibile.L’obiettivo è

quello di costruire in modo ar-monico una nuova identità dellegame tra paesaggio, comunitàlocale ed economia: il tutto fon-dato sulla cooperazione reci-proca, con un fattivocoinvolgimento delle diverse si-nergie. Tutti molto interessatiall’evento che ha registratoanche la presenza del SindacoPasquale Boccia e il diretto coin-volgimento degli operatori delParco stesso: tra questi Enrico

Pizzicannella, esperto di educa-zione ambientale e diretto inter-locutore con le scuole e i centridi formazione. Il bel pomeriggio, dall’aria mitedi fine autunno si è concluso da-vanti ai bracieri con profumatecaldarroste e l’allegria di unbuon bicchiere di vino. Il tuttosottolineato, naturalmente dallamusica e dal canto dei bravi pro-tagonisti dell’Alchimia’ Sband.Che dire? Vivamente ci si augurache Marco Solari con la sua As-sociazione Temperamenti eAdriana Migliucci con la suaAssociazione Terre Vivaci por-tino avanti queste belle iniziativein collaborazione con il nostroParco dei Castelli Romani, coin-volgendo in futuro un sempremaggior numero di bambini e ra-gazzi del nostro territorio, affin-ché da subito possano aprire iloro cuori e la loro mente ad unacoscienza ambientale, basata so-prattutto sulla conoscenza e sullapercezione profonda, fondate sulrispetto e sulla cooperazione perl’ambiente.

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ROCCA DI PAPAil Segno - Novembre 201122

Il dott. Giorgio Grassi certifica il fallimento della politica castanicola di Rocca di Papa

Il futuro del castagno e la politica bugiardaSEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Sono stato strumentalizzato, facendo im-plicitamente apparire che concordassi, daesperto, su quanto falsamente dicevanogli organizzatori del Convegno (i veri or-ganizzatori del convegno). Per questo nonvoglio più dare il mio aiuto ai politici locali(di qualsiasi bandiera siano).Forse devo chiarire: falsità è la notizia chenon risponde al vero; bugia è la falsità usataintenzionalmente, in modo ingannevole. Ese qualcuno vuol sostenere che anche i cit-tadini privati come me “fanno politica”, al-lora preciso che mi allontanerò sia daibugiardi che hanno incarichi formali politici,sia da quelli che come me non ne hanno.Chiedo a Il Piccolo Segno di pubblicarequesta mia lettera, per due motivi: 1, correg-gere le notizie errate che sono state dette; 2,chiarire (anche a futura memoria) la mia po-sizione e motivazione, per evitare che qual-cuno, in questa comunità (o altrove) mimetta una “etichetta politica” che non ho.Altre due volte mi trovai (in Lazio e Campa-nia) ad essere etichettato politicamente e mene andai da quelle aree: fu quel mio com-portamento, e il rispettoso aiuto che ho sem-pre dato (ricambiato) agli operatoriterritoriali, che mi hanno aperto le portecome consigliere castanicolo al MiPAAFper stilare il Piano Nazionale del Settore Ca-stanicolo.Ecco la storia del Convegno di Rocca di Papa e delle falsità.1. “Il Convegno è stato organizzato da l’Al-veare”. E’ falso. Infatti:Il 14 settembre sera Emiliano D’Andrea,neo Presidente della Pro-Loco, venne alla“sede” dell’Alveare, parlò a lungo e chieseche l’Associazione gli desse l’esperienza ac-quisita in Sagre precedenti (in Rocca e al-trove) e organizzasse un Convegno. Gli sirispose che gli avremmo dato le idee e le no-tizie utili, ma l’organizzazione del Conve-gno spettava alla Pro-Loco, lui facessesapere e lo avremmo aiutato. Il giorno se-guente io stilai un lungo e chiarissimo do-cumento che propose tra l’altro i nomi deiRelatori e le tematiche che ognuno di loropoteva trattare in un Convegno da organiz-zare localmente, D’Andrea ritirò il docu-mento dall’Alveare, poi ci scrisse “ildirettivo ha confermato il convegno da voiorganizzato”. In Alveare capimmo che c’eraun equivoco e Botti disse che avrebbe toltoa D’Andrea ogni illusione.Chiesi poi alla Pro-Loco se dovevo rite-nermi impegnato o no, per un intervento alConvegno (sempre che si facesse). Nessunomi ha risposto. Solo il 19 ottobre Botti miha informato che il Sindaco intendeva fareun Convegno, sì, ma politico, in cui io avreiparlato della castanicoltura territoriale.2. Il 19 ottobre concordo con Botti che nelConvegno distribuiremo un foglio che ripor-terà su una pagina le vedute dell’Alveare, sulretro un mio aggiornamento tecnico sul cini-

alla Signora Consigliere comunale chemoderava il Convegno, che dovevo asso-lutamente ribadire. Lei, all’ultima mia in-sistenza, si è riconsultata col SindacoBoccia, e subito dopo ha chiuso il Conve-gno. Così, nel Convegno sul Castagno,all’unico “esperto del castagno” presentenon è stato concesso di replicare!Né il dr.Madonia della Regione ha potuto ribatterecirca gli aspetti inerenti i lanci nelle “areeprotette”. Tutto ciò sarebbe ridicolo, se non fosse in-vece allarmante e ben indicativo della realeassenza di attenzione dei politici al pro-blema. Avendo in vita mia organizzato con-vegni tecnici a tutti i livelli mi vergogno diaver partecipato a una farsa del genere: chiè venuto al Convegno per cercare notizie sulcastagno, se ne è andato con un cartoccio diinformazioni errate. Voglio assolutamentefar sapere che non condivido questi “modi”di fare, perché capisco ora che, qui, al“modo” corrisponde una “realtà”, di bugie.Infatti qui il titolo dei Convegni serve perproporre altro.Non hanno offeso me, ma il principale va-lore che ho perseguito lavorando come fun-zionario pubblico, con stipendio pubblico:sostenere il mondo produttivo, e anche i po-litici, dando l’informazione più vera e utilepossibile. Ho fatto della lotta all’ignoranzauno dei fondamentali del mio lavoro e delmio comportamento. Perciò non collaboreròpiù con chi ha organizzato.Per quel che conosco i Roccheggiani, certoalcuni insinueranno che “evidentemente ipolitici non hanno dato a Grassi quel che luideve avergli chiesto”. Costoro sappiano chenon ho mai, mai chiesto nulla, neppure aBotti. Costoro non sanno che invece io hodato, a ogni richiesta ricevuta dai locali, ilmio sapere gratis, sempre, tutto, al meglio,rapidamente. Verifichino e stiano lontani dame. In proposito ripenso a quanto tempo homesso a disposizione, agli aggiornatissimimiei articoli inviati a chi poteva servirsene;a fronte di ciò, in Comune, Parco, ComunitàMontana mi hanno offerto un caffè? Forseuno, certo non più di uno. Al Convegno del22 scorso l’”esperto del castagno” non èstato omaggiato delle 6 ciambelle tradizio-nali offerte dal Sindaco. D’altronde altroSindaco (anni fa, tempi di GAL) mi chiamòcome relatore unico a una mattinata nellasede del Parco, poi si dimenticò di invitarmial pranzo che aveva organizzato per le Au-torità. E ancora… Ma che rapporto ho io avuto e avrò con iRoccheggiani? Chi sono i Roccheggiani perme? Questi miei concittadini sono gli stessiche videro nascere (nel 1980 circa, a Costa-relle, sotto Monte Cavo) la “Collezione na-zionale di cultivar di castagno da frutto”dell’Istituto Sperimentale per la Frutticol-tura. L’Istituto aveva concordato con il Co-

pide e sul rilancio del territorio castanicolo:Botti penserà alle fotocopie. Ma il 22 otto-bre, al Convegno, Botti non porta queste fo-tocopie; né io ero stato informato che nonsarebbero state distribuite, perciò io devocambiare il mio intervento lì per lì; pur-troppo, ai presenti non sono consegnati idati scritti da portare a casa o in ufficio o dafar circolare. Al Piccolo Segno pertantochiedo di pubblicare quel mio testo, talquale l’avevo preparato.3. L’unico mio intervento al Convegno èstato quello iniziale, in cui ho detto: chesarei stato breve per lasciar spazio al dibat-tito, che la lotta al cinipide è attuata moltobene in stretta collaborazione tra tecnici delMiPAAF e del Lazio, che per tale lotta ilLazio ha ottenuto dal MiPAAF molto, cheper uno sviluppo territoriale locale occor-rono: visione aperta dei problemi, ammi-nistrazione pubblica dotata di personaledi supporto tecnico veramente capace,partecipazione degli operatori locali, in-tegrazione per non sprecare le scarse ri-sorse attuali, ci sono fondi UE per i PORe i PSR regionali.4.Nel Convegno è stato detto, tra l’altro:De Righi (Presidente XI Comunità Mon-tana): a proposito di castanicoltura “si hal’impressione che il legislatore nazionalenon tenga conto dei problemi dei territori lo-cali”. E’ falso. Basta leggere (nel testo tec-nico dato al Piccolo Segno) quante cose hafatto il ministero MiPAAF dal 2010 ad oggi.Personalmente ne avevo parlato diretta-mente a De Righi poche settimane prima.Umbertini (Sindaco di Cave): dice che il ci-nipide ha annullato la produzione di Cave,lui stesso ha visto abbattere piante di 300anni, nessuno disse anni fa di stare attenti aquesto grave flagello. E’ tutto falso. Forse ilSindaco di Cave ha importato dai Viterbesila tattica di aggravare enormemente i danniper ottenere subito una dichiarazione di “ca-lamità naturale” e rimborsi per mancato red-dito. Mentre invece vari ricercatoripubblici stanno dal 2009 quantificando lereali perdite causate dal cinipide, in piùregioni italiane. E le piante sopravvivonobenone. Le suddette falsità sono state inse-rite in esposizioni di tono critico verso gliOrgani regionali.Sono seguiti interventi di appassionati di ca-stagno, tra i quali Ferruccio Schiavella hachiamato in causa me (il solito “profes-sore”) per sostenere che la muffa Gnomo-niopsis è molto utile (ma quando mai iodirei una cosa del genere!). Udendo tuttequeste falsità, ho segnalato ripetutamente

“Così, nel Convegno sul Castagno, all’unico ‘espertodel castagno’ presente non

è stato concesso di replicare”

continua

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ROCCA DI PAPA 23il Segno - Novembre 2011

mune una convenzione pluriennale, cheperò fu rispettata dal Comune per un soloanno. L’Istituto dopo 5 anni di spese (marze,innesti, personale, spostamenti) abbandonòl’impresa (di valore unico in Italia). La Cit-tadinanza non ne capì l’importanza, non ladifese, solo ne approfittò (rubando recin-zioni, marze per innesti, frutti) e non ricordaneppure chi, assessore di Rocca, volle quiquella collezione. Ripenso tristemente aquanto lavoro ci dedicai (dall’iniziale pro-gettazione sino alle finali insistenze in Isti-tuto perché non la abbandonasse). E a comedifesi i Roccheggiani da chi li definì “inci-vili” (oltre che “ingrati” e peggio).Sono gli stessi concittadini che non sonomai venuti alle conferenze sul castagno or-ganizzate e pubblicizzate dall’Alveare. LaCittadinanza non ha capito che chi veniva aparlare aveva alto livello di competenza e dirisultati già acquisiti sul territorio da cui ar-rivava. Probabilmente, difendere il casta-gno, rilanciare il territorio castanicolo diRocca interessa pochi, troppo pochi per riu-scire a smuovere l’indifferenza, la diffi-denza, ignorando il nepotismo, lemicroinvidie e i pettegolezzi locali. Restasolo da dire “faremo di più quando saremoin molti a volerlo”.Mi chiedo: ma quanti, quali, e dove sonoi Roccheggiani interessati al castagno di-rettamente, con piante da coltivare e di-fendere e commercializzare in proprio?In questi mesi non ne ho conosciuti più di10: 3 frequentano l’Alveare, gli altri nehanno negli orti e nel giardino. Gli altri, evi-dentemente, silenziosi come sempre, o sonoassenti o stanno a guardare.Eppure, tra i Roccheggiani c’è anche unaMaria Pia Santangeli che appena mi cono-sce mi regala il suo “Boscaioli e carbonai”per aiutarmi a conoscere la storia della no-stra castanicoltura e la sua gente, ci sonoaltre persone che con modestia (alcuni quasisilenziosamente) apportano cultura, c’è unClaudio Botti che sempre brontolandosprona, da sempre e con tenacia, per unpaese migliore, ci sono gli altri dell’Alveare

IL CINIPIDE DEL CASTAGNO di Report) ha un vecchio proverbio: “a Pia-cenza, di quel che non c’è, si sa star senza!”.Pertanto farò serenamente a meno delle miesperanze di cambiare questo fazzoletto dimondo, mi consolerò con le persone di quicon le quali ho lavorato e studiato il casta-gno, farò tesoro delle tante esperienze finqui acquisite su questo territorio. Non trovo motivo per continuare a spendertempo dietro false illusioni. Ho 70 anni suo-nati, bisogna che diventi adulto, no!? E poiho il fegato in disordine, bisogna che il me-dico mi curi una forma di impazienza senilepericolosa: quando vedo il sorriso di vittoriadi un politico italiano che, trattando un pro-blema serio per il Paese, vince la contropartepolitica riuscendo ad affossargli una solu-zione, senza fare controproposte valide, miarrabbio troppo, interpreto il sorriso comeun menefreghismo, un insulto fatto a chi(spesso ignorante o incapace) necessita disoluzioni reali e rapide, arrivo persino ad au-gurare al politico la povertà! Dunque decido come segue: non parteci-però più alle iniziative castanicole orga-nizzate dal Comune di Rocca di Papa(riservandomi di partecipare alle esterne,qualora siano presenti almeno 25 operatorieconomici di castagno). Con gli amicidell’Alveare lavorerò per provare nuovipiatti a base di castagne e nuovi accosta-menti di vino, ma non nuove vie per di rilan-cio castanicolo di Rocca di Papa. Scriveròforse qualche articolo sul castagno (ma tra“Il Giornalino di Acuto” e “Il PiccoloSegno” ne ho già messi in web fin troppi,dal 2010). E se mai dovesse servire qualcheaiuto futuro alla castanicoltura di que-st’area? Ho già lasciato tanti recapiti di altriesperti utili. E poi, perbacco, la RegioneLazio avrà pure nel suo ricco organigrammaufficiale un servizio di assistenza tecnica! (ono?!) e numerosi sono gli organi istituzio-nalizzati (opportunamente politicizzati) e dicategoria cui i Roccheggiani possono rivol-gersi! (o no?!). Parlando seriamente, auguroai castanicoltori di Rocca serenità, salute eproficuo lavoro. Ricordino che, localmente,un Sindaco è il principale organo pubblicodi riferimento (non solo amministrativo, madi autorizzazioni tecniche). Ringrazio sen-titamente Sebastianelli per l’ospitalità finqui accordatami.Oggi 28 ottobre ho una bella sorpresa.Vengo a sapere che domani a Rocca di Papail castagno sarà motivo di un’altra manife-stazione, perché si terrà il “Festival degli al-beri” con “Il Castagno in Festa” conSantangeli ed esperti del Parco, delle Fatto-rie Sociali, del SAP: si parlerà della suacultura e del suo paesaggio, e di questoterritorio. Io sarò in viaggio verso il NordItalia ma il pensiero di questa ottima ini-ziativa mi accompagnerà, spero già che nesia pubblicato un ricco resoconto.

Giorgio Grassi*già CRA-FR di Roma e Caserta

La discussione intorno a questi importantitemi proseguirà sul prossimo numero conl’intervento fatto da Claudio Botti durante ilconvegno del 22 ottobre e con quello dellostesso Giorgio Grassi sulla “castanicolturain Italia e nei territori regionali”.

che discutono, raccontano, ragionano, fannoe collaborano. E c’è anche chi cerca di am-ministrare al meglio che può, chi con spiritoimprenditoriale sa rapidamente organizzareuna Pro-Loco e una Sagra, chi ha compor-tamento etico non utilitaristico, professio-nalmente corretto, tanti altri che non sannoscrivere o dire perché han paura di non sa-perlo fare, ma vogliono un meglio. E c’è unSebastianelli che nel Piccolo Segno ospitatutte le voci, da notizie e conoscenze, apre alpartecipare. Cioè non ci sono solo quelli chestanno a guardare, gli individualisti, gli ap-profittatori. Ma gli operatori legati al castagno, dovesono? Molto probabilmente non parteci-pano perché non danno credibilità al set-tore pubblico. Infatti in passato la RegioneLazio portò vari agricoltori all’indebita-mento; oggi i politici cercano il consenso abreve invece di studiare realistici percorsieconomici a medio e lungo termine. Forsequesti operatori vivono una realtà diversa daquella che conosco io, e allora tocca me adefilarmi, con rispetto. Mi sono “impic-ciato” della loro castanicoltura e dei loroproblemi fin troppo e a modo mio. Come fintroppo mi sono lasciato sfruttare da chi ca-stanicoltore vero non è. D’altronde non puòavvenire altro che i Roccheggiani seguano illoro cammino, io il mio. Io sono cittadino di Rocca, ma sono nato aPiacenza, dove la gente (per lo più seria emolto determinata, persino orgogliosamentespartana se necessario. Come la Gabanelli

“Difendere il castagno, rilanciare il territorio

castanicolo di Rocca di Papainteressa pochi, troppo pochi

per riuscire a smuovere l’indifferenza, la diffidenza,ignorando il nepotismo,

le microinvidie e i pettegolezzi locali”

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ROCCA DI PAPA 25il Segno - Novembre 2011

Direttore artistico di “Terre Sommerse Castelli” è LucaPagliarini, già componente di “Paradisi Artificiali” (ilgruppo pop-rock emergente italiano che nel 2010 si èclassificato al quinto posto a San Remo Out con il brano“Lucciole” e che nel mese di dicembre vedrà l’uscita diun nuovo cd di brani inediti). Volto già noto dei localinotturni romani e di alcuni importanti eventi in Italia,Luca Pagliarini ci spiega la sua “strategia” culturale.“La linea della conduzione artistica di “Terre SommerseCastelli” sarà quella di pro-porre nuovi spazi da dedi-care a tutti gli artisti locali,della musica, della scultura,della pittura, della letteraturae di tutte le altre arti figura-tive o rappresentative inqualsiasi forma. La possibi-lità di consentire a qualsiasiartista di progettare, pro-muovere e realizzare qua-lunque forma di nuovo o vecchio progetto, individuale odi gruppo. L’obbiettivo sarà quello di concedere a tuttigli artisti locali, la possibilità di essere partecipi in un’as-sociazione culturale strutturata esclusivamente per le loroesigenze, in contrapposizione a tutte quelle associazioniche non riescono a dare ai propri componenti gli spaziche di diritto ad essi dovrebbero essere concessi. “Terre Sommerse Castelli” si farà promotrice di un gra-duale ma concreto realizzarsi di eventi che potranno es-sere prodotti nei vari Comuni, con l’unico intento dirilanciare l’arte e l’economia locali”. Il 9 e 10 dicembre prossimi è previsto, per esempio,l’evento dal titolo “L’arte della Genesi” presso PalazzoChigi di Ariccia. In quell’occasione sarà presentato uf-ficialmente l’intero organico di Terre Sommerse.L’evento proporrà una mostra d’arte, musica live e unacoreografia innovativa e unica nel suo genere. (A.R.)

Anche ai Castelli Romani le iniziative dell’Associazione Terre Sommerse

Musica, letteratura e poesiaper scoprire gli artisti del futuroMolti conoscono l’associazione “Terre Som-merse Castelli” non solo perchè da diversianni edita il nostro mensile ma anche per leiniziative culturali di qualità realizzate aRocca di Papa e dintorni grazie all’impegnodel musicista Sandro Tabellione, che dell’as-sociazione ne è il Presidente. Terre Som-merse Castelli nasce come costola locale diun’altra associazione, “Terre Sommerse”,che nel panorama della cultura di Roma èormai un punto di riferimento indiscutibileper musicisti, scrittori, poeti e artisti. “Sonostato tra i fondatori di Terre Sommerse, tantianni fa, insieme a Fabio Furnari che ne è ilPresidente -ci dice Sandro- e credo che quel-l’esperienza possa ora essere portata consuccesso anche qui ai Castelli Romani, dovel’arte in genere è in continuo fermento”.Che obiettivi avete in particolare?“La prima cosa è riuscire a diventare il puntodi riferimento per i musicisti del territorio,avendo investito in una sala di registrazionea Genzano di Roma ed essendo in grado diseguire passo-passo il percorso professionaledi singoli e gruppi musicali desiderosi diuscire allo scoperto. Terre Sommerse ha unasua etichetta, produce in proprio cd e, soprat-tutto, cura direttamente la distribuzione intutta Italia. Per noi scoprire talenti è innanzi-tutto una missione culturale”.Il vostro impegno ai Castelli che cosaporterà di nuovo?“Innanzitutto vogliamo contribuire, vi-vendo qui, alla crescita culturale dell’interoterritorio. Terre Sommerse è anche una casaeditrice che stampa libri, romanzi, poesie eracconti, e infatti i più attenti l’avranno si-curamente vista all’ultima Fiera del Librodi Grottaferrata. L’esperienza nei diversisettori dell’arte, accumulata in questi anni,ci permette di metterla a disposizione anchedei cittadini dei Castelli Romani”.

Direttore Artisticoè Luca Pagliarini

“Oltre a consolidare quanto fattoa Rocca di Papa, stiamo cer-cando di allargare il giornale adaltri centri dei Castelli. A Grot-taferrata abbiamo già un’edi-zione locale e prossimamentesbarcheremo ad Ariccia e Ma-rino. Sono sfide importanti e dif-ficili perchè il Segno è ungiornale di inchieste e cultura,quindi richiede l’impegno dipersone in grado di garantirequesta linea”.

Andrea Rasetti

Sandro Tabellione, presidente di Terre Sommerse Castelli

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Fabio Furnari, presidente di

Terre Sommerse

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DIRITTO di REPLICA il Segno - Novembre 201126

di Gianfranco BottiCaro direttore, rammaricatiper le castagne non venute,impensieriti per le bolletteinvernali del gas, confortatidalla prossimità del Natalesempre santo, registrato

l’esordio della pro-loco, eccoci a ribattereal presidente dell’ACS. Che, se la ver-tenza fosse solo personale, riguardassesolo me, liquiderei con una coppiola di la-tino facile. Musca non tangit aquilam. Deminimis non curat quaestor. Dove tangitsignifica tocca e minimis nullità. Aggiun-gendo che con il passeggio di cani semprecrescente ognuno ha imparato come piùsiano ciuchi più abbaino. Per illudersi, perilludere, di contare qualcosa. Ma la scam-panacciata del presidenticchio ce l’ha conme solo in apparenza, nella sostanza miraad altro, di più largo, di più maligno. Chirampazza – e rampazzare resta un’attivitàagricola sana, se la vigna è tua – non sop-porta controlli, non vuole intromissioninel suo darsi da fare. Così scoperchiato, sicapisce il motivo degli insulti da GentiliniPiero rivoltimi. Io non avevo detto cotica,non avevo toccato culi. Avevo solo chie-sto di quanto fossero i finanziamenti, chil’avesse incassati e a che titolo. Trattan-dosi di denaro comune, a chi invita a nonpreoccuparsi perché nell’occasione trat-terebbesi di soldi scarsi, subito replico chestabilire se 100 sia poco, medio o tanto,non sta a chi prende stabilirlo, sta a Pan-talone. Così, come di solito non s’indignachi prende, ma chi vede prendere.Pantalone richiama dritto per dritto E IOPAGO del grande Totò, di cui Gentilini ame riferendosi cita: signori si nasce. E citabene, io signore “lo nacqui”. Sta nei fatti.Adesso, però, un po’ di Totò se lo riperte-chessero loro. Dei quali, a chi va dicendo“non esserci da ridire perché a incassaresono professionisti” il commento è: mivien da ridere, guarda come rido, miscompiscio. Al Gentilini, quando si di-chiara “impegnato in una missione di di-vulgazione e promozione culturale eartistica”: apri l’occhio, aprilo di più persputarci. Quando sempre Gentilini si sente“tirato nella melma per pochi finanzia-menti”, sempre Totò ribatte: è la sommache fa il totale. Ad insegnargli che anchedall’insieme degli sprechi degli enti localideriva la massa del debito nazionale. Esprechi si hanno quando una spesa nonprocura utilità pubblica.Poi, però, non posso non contemplare ilfiele riversatomi da lui. Con cui concordosu due accuse. La mia mancanza di stile èvera, a nuoto non so fare il delfino. Comeè vera la mia completa ignoranza nel chie-

dere soldi, non mi viene, mai fatto. Ho unlivello morale così basso che a 23 anni,nel 1960, sono entrato in consiglio comu-nale, e ne sono uscito volontario quando,finita la Democrazia Cristiana, non avevopiù motivazioni per restarci. Mai ho rico-perto cariche. Per schivare il malaffareambientale d’allora. Per il quale si dimi-sero due sindaci, Peppe Martelli e UgoTamburrini. Con tutta la sopportazione diun anziano, se tu fossi più consistente,quando mi dici “subdolo, indiretto, insi-nuante, ti gonfierei il muccu. Non po-tendo, almeno va a affanculo. Ho sempremesso faccia e firma io. In 74 anni vissutiin piazza, all’aperto.Perché tanto veleno, fino alla calunnia? E’il metodo giornalisticamente chiamatoBoffo. Consistente nel dire frocio a chi ticritica. Io manco critico. Chiedo cifre.Non è criminale. E’ obbligatorio dichia-rarle. Ma, se pure io fossi quello che dàfuoco alle fontane, quello che tira sassialla caserma e magari quello dell’estintorea San Giovanni, l’obbligo di rendicontodei soldi presi c’è tutto. Per una rendicon-tazione non passata alla Camera stava persaltare il governo. Il rendiconto è unadelle gambe su cui cammina la democra-zia brava. Chi l’obbligo vuole evitare, nondando chiarimenti contabili, sbraita, of-fende, vuol mettere il bavaglio a chi s’in-tromette. Applicando un consiglio d’unpassato non lontano: colpiscine uno pereducarne cento. Metti sotto schiaffo ilprimo che azzarda intromettersi nelle tuefaccende e nessun altro oserà rifarlo.Caro direttore, non trovare lungo questo

Gianfranco Botti ribatte al Presidente dell’ACS

“La trasparenza, sai, è come il vento”

intervento. Esso va oltre la mia persona.E’ rapportato alla gravità dell’argomento.La trasparenza. Tu, impedendomi di repli-care in contemporanea hai dato una manoa mantenerla sfettucciata. Aver tenutosbandierata per un mese l’accusa di per-fido ha diffuso –oltre alla contentezza del-l’inevitabile qualcuno– la paurad’ogn’altro di esporsi. In un paese che giànon brilla per coraggio civico, ognuno re-sterà a occhi e bocca chiusi. Chi ha maniin pasta resterà coperto e la trasparenzaandrà più che mai a farsi fottere.Perché uno si mette a ficcare il naso in af-fari che apparentemente non lo riguar-dano? Perché lo riguardano. Comecittadino, come contribuente. Così predi-cano tanti altri presidenti. Einaudi: i soldidei contribuenti siano sacri. Napolitano:si smettano dispersioni di denaro pubblicoin solchi nobili a parole, mere occasionidi clientelismo nei fatti. Bagnasco: le di-sponibilità collettive vengano rivolte albene comune, non ad interessi privati.Draghi e Trichet: vanno messi sotto strettocontrollo l’assunzione di indebitamento ele spese delle autorità regionali e locali.Quello della Corte dei Conti: merita destaattenzione e vivace sorveglianza da tutti ilivelli di intervento la miriade di fondi cheda ogni quadrante gestionale si dissipanoin distribuzioni di per sé non significativema che sommate determinano sofferenzedebitorie e riduzioni serie di servizi.Quello della Corte Costituzionale: laquantità dei controlli e lo scrupolo con cuivengono svolti resta il fondamento d’ogniordinata convivenza. Su questi pareri me-ditino i sodali di Gentilini Piero. Il quale,dopo una paginata d’ariaccia, alle do-mande da me poste –che per lui sono lamia colpa, mia grandissima colpa, so-stanza della mia dissolutezza- di rispostenon ne fornisce manco una forchettata. Iole ripropongo, e poiché ti sei catamenatotroppo –nicciu nicciu sento puzza de cri-stianicciu– ne aggiungo un’altra: tu haipreso?

Anche i segnali stradali sono lasciati al loro destinoIn Via Ariccia, poco dopo l’ingressodella strada privata per Monte Cavo enelle vicinanze dell’incrocio con ViaRoma, vi è un cartello stradale (foto alato) che da diversi mesi è scivolato aterra poggiandosi sulla scarpatina late-rale senza che nessuno abbia provve-duto a rimetterlo a posto. Via Ariccia è una delle due strade prin-cipali che portano a Rocca di Papa (l’al-tra è Via Frascati) e la segnaleticameriterebbe una particolare attenzione,tanto per dare agli ipotetici visitatori e/oturisti la visione di un ingresso al paesecurato. Ma forse anche la segnaletica èun po’ lo specchio del paese e di comevenga gestita la cosa pubblica. (P.G.)

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il Segno - Novembre 2011 27

di Federico De AngelisSappiamo che Luigi Pirandello, nato a Gir-genti, ora Agrigento, nel 1867 (morto nel1936) era solito da giovane salire a MonteCavo per trascorrervi giorni di riposo attivo;abitudine che riprese in età più matura, forsenon sapendo resistere al fascino dei luoghi: dalverde dei boschi di castagni, alla vertiginosaveduta dei laghi. E qualche frutto letterarioquei soggiorni hanno maturato: mi riferisco inparticolare al racconto “Pallottoline”, inseritopoi nella raccolta “Novelle per un anno”. Acolpire è subito il protagonista, l’astronomoJacopo Maraventano, che sprezzando ilmondo abita sul Monte Cavo come un eremitascontroso e insofferente anche se con lui vi-vono la moglie e i figli, di cui colpevolmentenon si prende cura.Abituato a considerare gli eventi della vitadalle distanze astrali che i calcoli e le osserva-zioni gli fanno constatare, ogni cosa che ac-cade intorno non può che apparire piccola,minuta, insignificante: anche le persone, i fa-migliari, i visitatori non sono altro che “pal-lottoline”, commisurati all’enormità deglispazi siderali. E’ un mondo di pure astrazioni,di sogni, estraneo ad ogni relazione con la re-altà comune quella in cui si ostina a vivere: sidirebbe un mondo di assolutezza poetica, seegli non disprezzasse poeti e poesia. E alloraal lettore che conosce la produzione futura diPirandello s’affaccia la sorprendente analogiacon un’opera che il grande drammaturgoscrisse, senza completarla, molti anni dopocon diversi rifacimenti e pubblicazioni su rivi-ste tra il 1931 e il 1936: I Giganti della Mon-tagna; l’opera che genialmente ne compendiail pensiero e la riflessione sul rapporto tral’arte e il mondo a lui contemporaneo.Non si tratta in realtà di un vero e proprio“dramma”, quanto piuttosto di un “mito” inquattro parti, di cui l’Autore portò a terminesoltanto le prime tre. Ma cosa ha a che farel’Astronomo Maraventano con l’invenzionedei Giganti e la sua messa in opera faticosa,pensata e ripensata, a tratti d’ardue meditazioni, altre volte accesa d’un pietoso lirismo? Aprima vista ben poco; ma se consideriamo ilvivere in aspro, volontario isolamento del-l’astronomo, è possibile vederlo come un nontroppo remoto antenato degli abitanti dellavilla della “scalogna”, gli “scalognati” personeche vivono di sogni e astrazioni nel rifiutodella realtà, in qualche modo in una condi-zione affine a quella di Maraventano.Gli “scalognati”, diretti e orchestrati da Co-trone, “il mago”, come lui stesso ama defi-nirsi, sono uomini e donne che hanno lasciatoi traffici e le occupazioni della vita quotidiana,per ridursi a vivere in quella villa abbando-nata, una specie di isola incantata in cui so-gnare, immaginare, dar corpo ai fantasmi delle

loro menti, che si liberano a volte dalle per-sone dei sognatori per assumere una loro au-tonomia, in cui compiono azioni e gesti chegli autori non avevano in alcun modo previsto.E’ la situazione che Pirandello aveva già spe-rimentato nei “Sei personaggi in cerca d’au-tore”, ma qui è portata all’estremo, non piùcome problema bensì come evento general-mente accettato, in cui l’arte e la poesia pren-dono il sopravvento su ogni realtà, anzi sonoesse l’unica realtà: la condizione esistenzialeed etica si risolve, non del tutto come ve-dremo, nella soluzione estetica.A inizio della seconda parte irrompe nella villauna compagnia di attori che recano nei voltiemaciati i segni del fallimento; afflitti e af-franti trascinano a fatica un carro con costumie scene e chiedono ospitalità a Cotrone. Conloro è la contessa Ilse, l’attrice che s’è votataa rappresentare l’opera d’un poeta morto sui-cida per lei: “La favola del figlio cambiato”:dramma di sublime e assoluta poesia secondol’attrice. Cotrone e gli scalognati accolgonobenevolmente la compagnia: anzi il mago Co-trone propone di apprestare la villa per la re-cita promettendo che metterà in atto le sue“magie”. Ed in effetti i numerosi personaggidell’opera del poeta morto appaiono comesprigionati dai sogni degli attori e degli abita-tori della villa. La stessa Ilse recitando si me-raviglia delle scene luminose e colorate,mentre i fantocci si mettono in azione, hannomovenze umane, rispondono alla sua voce checon assorta passione declama.Alla fine, Cotrone consiglia di soddisfarsi diquesto: ma Ilse insiste con convinta pervicaciache l’opera va portata fuori tra gli uomini,anche lassù, tra i Giganti della Montagna e iloro subalterni che di tanto in tanto fannoudire lo strepito delle loro attività. Ma chi sonoquesti Giganti, così temuti dagli scalognati edagli attori? Sono gli uomini che si dedicanoall’agire concreto, che applicano le cognizioniscientifiche alle varie tecniche del costruire,che hanno sviluppato muscoli e mente nel la-voro incessante di dominio della terra. Perquesto del tutto insensibili alle parole dellapoesia e alle visioni dell’arte. I fanatici dellavita, nel senso di affermazione e potere me-diante l’inesausta attività vengono contrappo-sti ai fanatici della poesia che rifiutano quelmondo e lo temono, come continua incom-bente minaccia al loro modo di esistere. Ma èproprio tra questi individui che Ilse vuole edi-ficare il palcoscenico, recitare il dramma a leidedicato; invano Cotrone insiste nel dscriverei pericoli che si potrebbero incontrare nel re-carsi in mezzo a quegli energumeni, i duemondi sono tragicamente opposti e inconci-

liabili e non è possibile farli incontrare. A que-sto punto l’opera di Pirandello ha termine:l’autore è malato e gli vien meno la forza didar seguito al dramma - mito, ch’era venutoassumendo sempre più la forma d’un gran-dioso testamento spirituale. Ma la notte delgiorno che precede la sua morte, l’Autore de-scrive al figlio Stefano le linee di sviluppo del-l’opera.Così sappiamo che Ilse non si lascia persua-dere da Cotrone e dall’argomento che solo inun luogo in cui spirano arte e poesia nel co-stante sogno che invera la vita, è possibile rap-presentare l’opera del poeta morto. Ilse condecisione eroica vuole comunque uscire dallavilla, seguita dai suoi attori a dal tremebondomarito.E’ sua intenzione recitare il dramma nel pienodi una festa di nozze, cui partecipano i piùrozzi, incolti e rissosi dipendenti dei Giganti,che in realtà non si fanno vedere, troppo occu-pati dal lavoro e dagli esperimenti delle lorotecniche di dominio.Dapprima sembra che l’opera venga accoltacon benevolenza, fidando i più in un prossimodivertimento; ma quando la recitazione pro-segue e s’alza il tono del dramma verso le“aure” dalla pura poesia gli astanti si sentonocome ingannati, inveiscono contro gli attori esoprattutto contro Ilse; rovesciano il palco; in-furiati assaltano, malmenano gli attori.Ilse è trovata morta, spezzata come un fantoc-cio rotto. Sembra che alla fine Pirandello ce-lebri la caduta del teatro e delle possibilitàdell’arte, che la realtà della poesia sia destinataa soccombere in un mondo dominato dai Gi-ganti, cioè dalla scienza e dalla tecnica ches’esplicano nel diuturno lavoro di dominio e disfruttamento di ogni risorsa umana e terrestre.Ma attraverso il personaggio a tratti eroico diIlse, l’Autore fa balenare l’idea che anche ipoeti e gli attori non sono innocenti: consi-stendo la colpa nel volersi rifugiare in un loromondo isolato di sognante evasione, vivendodelle loro creazioni fantastiche che conside-rano unica realtà, in una continua autoreferen-zialità che imprigiona ed esclude.E allora al termine della laboriosa riflessionedell’Autore non è dato soltanto l’annuncio delfallimento di ogni intento artistico e poetico,del decadere del teatro in una palude d’insi-gnificanza: bensì anche la speranza, pur se lar-vatamente esposta, d’una composizione diforze difficilmente armonizzabili, in cui poetie artisti trovino il coraggio disperato di Ilse,nell’andare incontro ai Giganti della Monta-gna, a loro rischio far risuonare la parola poe-tica, affidando al destino l’accadere d’unascolto autentico ancora forse possibile.

Cultura e

ddii PPiirraannddeelllloo

... dintorni

II GGiiggaannttii

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CULTURA28 il Segno - Novembre 2011

di Loredana Massaro“Ricordati che il mio pensiero tisegue sempre, il mio cuore ti ap-partiene, e la mia anima è ovun-que tu sia”.Siamo alla fine della secondaguerra mondiale, mentre la Curiaed i partigiani di Alba si dividono ilbottino di guerra della Quarta Ar-mata, il capo dei partigiani, Dome-nico Moresco, decide di farediversamente. Non spartirà la pro-pria parte nemmeno con l’amicofraterno Alberto. In questo modoverrà meno ai patti stabiliti e in-frangerà la memoria di Virginia,una giovane donna brutalmenteammazzata dai fascisti, che aveva

ritrovato ucciso nel Bosco di Co-stamagna. Da questo episodio lanarrazione si dipana su più livelli eci conduce al 1963, quando un an-ziano scrittore, prossimo allamorte, decide di narrare una storiache torna da lontano e parla diamore, amicizia e tradimento masoprattutto di un misterioso te-soro… E le domande si fanno piùfitte intorno all’inaspettato delitto.Chi può aver avuto motivo di as-sassinare uno degli uomini più ric-chi della zona, produttore di viniraffinati? Forse Antonio Tibaldi, ilmultimiliardario re dell’enologia?Forse Alberto Rinaldi, compagnodi gioventù e di lotta partigiana,che ha diviso con Moresco un an-tico e perduto amore, mai dimenti-cato? O forse AlessandroVergnano, fascista e repubblichino,nemico giurato di Moresco, ancorain cerca di vendetta? Le indagini di polizia conducono auna storia che risale agli ultimigiorni della Seconda Guerra Mon-diale, a un patto segreto conclusoall’ombra del leggendario tesorodella Quarta Armata e al fantasmadi Virginia, bellissima e intrepidaragazza. L’autore, Aldo Cazzullo, costrui-sce un romanzo che può essereletto come un noir, come una sto-ria d’amore e un racconto simbo-lico che getta una luce inconsuetasulla nascita della nostra nazione.Una storia che tiene insieme laguerra mondiale e con essa lepiccole guerre di famiglia, le pas-sioni collettive nelle urgenzedelle storie private.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di Vincenzo RufiniLa natura umana èdi per sé diversifi-cata in tutte le suemolteplici espres-sioni; i caratteri so-

matici variano allo stesso modo incui variano i postulati psicologici.Un affresco di analisi costante evariopinta viene offerto, ai giorninostri, da quella particolarescienza dell’inconscio che va sottoil nome di psicoanalisi, codificatasul finire del secolo decimo nonodal dottor Sigmond Freud. Indubbiamente lo strumento psi-coanalitico ha costituito una pietraangolare sul monitoraggio dei rap-porti umani e sociali. Uno stru-mento imprescindibile perchiunque voglia leggere dentro séstesso e comparare la propria co-scienza e le proprie aspettative conl’ordine sociale costituito.Ben prima, però, dell’avvento delsistema di lettura interiore freu-diano l’analisi sugli archetipiumani è stata effettuata dagli scrit-tori di ogni tempo, veri scanda-gliatori della psiche umana. I lororomanzi, con la creazione di per-sonaggi letterari, destinati ad en-trare nell’immaginario collettivo ea portare i lettori ad identificarsicon le loro varie espressioni,hanno fornito un florilegio dellevarie propaggini della naturaumana. Un personaggio degno di essereanalizzato in tutte le sue perfor-mance ha le sue radici nella lette-ratura francese dell’Ottocento: laMilady dell’immortale romanzo

quando trascorsa negli stenti e neldolore e nella paura nei casi peg-giori. Raramente il carattere forgiava lacoscienza femminile, conse-gnando alle cronache donne chesapevano elevarsi al di sopra delleloro condizioni determinate, perpoter lasciare un solco nella loroesistenza.Prototipo di costoro è Carlotta deWinter, già ambiziosa in sé, vienespinta ad intraprendere un ruoloda protagonista anche e soprat-tutto dalla visione dell’essere disuo marito Athos.Milady può racchiudere in séquelle aspettative che ne fannouna femminista ante litteram, laquale pur con tutto il suo carico dicinismo e di avventurismo pone inessere quelle ragioni per cui ladonna non debba più essere consi-derata, come lo era ai tempi in cuiDumas ambientava il suo ro-manzo, nel diciassettesimo secolo,un mero strumento di possesso edi piacere, senza diritti e senza di-gnità. Ma una componente del ge-nere umano con tutto ciò chequesta appartenenza comporta pervivere con dignità.

di Alessandro Dumas “I tre Mo-schettieri”, più volte rivisitatodall’arte cinematografica. Ad unaprima e superficiale lettura deltesto ci appare Milady Carlotta deWinter, moglie del moschettieredel re, Athos, come un’eroina ne-gativa, intrinsecamente perversatanto da costituire l’archetipo delladoppiezza, dell’arrampicatrice so-ciale, dell’arrivista provvista diuna media intelligenza, di unabuona dose di astuzia e di unosfrenato cinismo. La protagonistadel romanzo sposa in giovane etàil moschettiere Athos, individuoinfarcito di idealismo e di unasmodata passione per il re e l’isti-tuzione monarchica, epigono diuno dei pilastri su cui fondava lapropria legittimità l’Antico re-gime: la fedeltà assoluta e indiscu-tibile.Questa sua prorompente passioneprimaria, accompagnata da robu-ste iniezioni di voluttà alcoliche eguerresche, probabilmente sta allabase del rapporto interrotto conMilady, conseguenza di una tra-scuratezza che emana bagliori diun maschilismo puntello della so-cietà dell’epoca. Considerare lapropria donna come proprietà as-soluta, strumento per i propri pia-ceri, contenitore umano senzaquei diritti di cui, invece, gode-vano gli uomini, era uno dei fon-damenti delle certezze (!) insite inogni aristocratico appartenente aquella lontana società. La donnache era priva di carattere si rasse-gnava a passare la propria vita nel-l’oblio dell’esistenza; una vitaincolore nel migliore dei casi,

Carlotta de Winterprima di Freud

Invito alla letturaL’animaovunquetu sia

combattuto dapartigiana nellaresistenza e cheera stata amatada entrambi.Siamo ora nel2011, DomenicoMoresco viene

La poesia del mesedi Anna Giovanetti

Sta tornando l’inverno, lo sento, lo sento al mattino nel brivido freddo chepassa vicino, lo sento nel tiepido sole, che ormai il suo colore più non ci regalalo sento la sera quando l’odore dei camini sispande nell’aria.

Sta tornando l’inverno, lo vedo,lo vedo nei campi coperti di brina, nella nebbia su quella collina,lo vedo negli alberi spogli, che tendono i rami tremanti,lo vedo nei pochi viandanti che passano piùfrettolosi.Sta tornando l’inverno, lasciandosi dietro le calde giornate d’agosto,settembre, l’odore del mosto.Stan tornando le nubi nel cielo e la neve a cadere s’appresta,ma verrà ancora marzo, verrà primaverae la terra sarà ancora in festa.....

Sta tornandol’inverno

Sigmond Freud

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29il Segno - Novembre 2011 STORIE

i era acquat-tato tra glia n f r a t t i

sulta così essere sempre Mozzafiato equasi mai qualificato con altri aggettivi,come da Lei raccomandatoci. Forse sa-rebbe necessario essere dei grandi scrit-tori o altro per cambiare le carte intavola. Forse Massimo d’Azeglio non hamai adoperato Mozzafiato per qualifi-care i panorami che dalla sua stanza inRocca di Papa poteva scorgere in lonta-nanza.E sì che lui se ne intendeva di panorami!(la lapide posta in bella mostra al centrodella Piazza lo dimostra). Siamo spia-centi, ma abbiamo autorizzato Mozza-fiato a ricomparire senza indugi e a farsiavanti a grandi passi e così affrancarsidai Tizi che prendendo carta e penna citempestano con lettere e proclami. Percerti casi è necessario provvedere inloco. Crediamo che con un poco dibuona volontà si possa fare. Tanti saluti”.

S

ci sono rimasto malissimo: ero convintoche, discretamente, si fosse rintanato, al-meno per un poco, lontano dai più beiscorci panoramici del paese.Ma no! E’ ricomparso più sfacciato diprima. La cura che era stata consigliata asuo tempo non è stata per nulla presa inconsiderazione. Sarà comunque un beneinsistere? Essere un poco più chiari?Dunque, dall’ultimo capoverso del prece-dente Racconto del Mese (vedi nota a pièdi pagina), riportiamo: “...per i più sensibili come risultava chia-ramente, Mozzafiato non era stato ucciso(non era certo questo l’intento di quelloscritto), ma semplicemente pregato difarsi un poco più in là. Per il bene di tutti”. Ma le alternative proposte (meraviglioso,incantevole, struggente, assolato, spa-zioso, solatìo, aprìco, ecc. ecc.) Mozza-fiato non le aveva prese in alcunaconsiderazione. A lui andava bene così:Mozzafiato! E basta. Ma infine le novità non sono mancate. In-fatti il Presidente della “Enciclopedia TreGatti” si è fatto di nuovo vivo e il Tizio,con sua grande sorpresa, ha ricevuto la se-guente lettera:“Caro Signore; riferendomi alla mia precedente comuni-cazione mi sento obbligato a comunicarLeche, dopo accurata analisi e studi appro-fonditi, Mozzafiato è stato giudicato inat-taccabile. Infatti molti degli scrittistampati e circolanti in zona non fannoaltro che adoperarlo in tutti i casi ove sipresenti uno scorcio panoramico che ri-

opo di ciò il Tizio credette cheforse non valeva la pena di insi-stere: la malattia era ormai irrever-

sibile e Mozzafiato sarebbe stato semprepresente e sempre più pervasivo! Rima-neva soltanto la speranza.

[A scanso di equivoci, Vi prego, non pen-sate che Mozzafiato sia il nome di unapersona che, è ovvio, non potrete maitrovare. Tanto per chiarire...]

ottobre 2011 NOTA:per rileggere il racconto“Ammazzate Mozzafiato” vedere “il Segno” di Aprile 2011

I L R A C C O N T O D E L M E S E

E’ tornatoMozzafiato!

di Noga

delle ripide sca-lette che condu-cono da Piazzadell’Erba verso ilCentro-Basso delPaese. E non ap-pena si è mostrato,

D

E’ stata inaugurata lo scorso 4 novembre,alla presenza del Sindaco Boccia e del-l’Ass.re Sciamplicotti, l’esposizioned’arte di Gabriele Novelli (noto ai lettoridel Segno con il nomignolo di “Noga”) al-lestita nella biblioteca comunale di Roccadi Papa. La mostra, intitolata “Un sognodi città”, è stata organizzata nell’ambitodelle attività del “Laboratorio Centro Sto-rico”. L’artista umbro-roccheggiano haanche esposto alcuni lavori ispirati alle at-mosfere e alle suggestioni suggerite daivicoli e dalle piazze di Rocca di Papa. Alui vanno i nostri complimenti!

Mostra di Gabriele Novelli

Un sognoper la città

Per cause indipendenti dall’Associa-zione Teatro Civico, ma per lavori dicompletamento strutturale, già previsti,le attività del teatro sono temporanea-mente sospese, fino al termine deglistessi. L’ATC informa della sospensionenel momento in cui è stato possibilefarlo e di riprendere tali attività quandosarà possibile.

ATC, Associazione Teatro Civico

L’Ass.ne Teatro Civico comunica

Il Sindaco Boccia alla mostra di Novelli

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MUSICA e dintorni... il Segno - Novembre 201130

Daniele Acciari si conferma campione mondiale di flipperChi non ricorda nei film degli anni anni ’50 –’60 il mitico flipper? Forse i ragazzi oggi loconoscono più come una variante di giochi of-ferta dal pc che come quel gioco dal piano in-clinato, coperto da un vetro trasparente edotato di pulsanti che consentono di muoverele pinne per respingere la biglia d’acciaio dallabuca. Eppure a Rocca di Papa abbiamol’onore di condividere l’ancora una volta lanostra cittadinanza con il Campione mondialedi flipper! Schivo e dal sorriso accattivante,Daniele Celestino Acciari (nella foto a latomentre ritira il premio) vanta questo primato,avendo conquistato per il secondo anno con-secutivo la Coppa World Champion del Cam-pionato Mondiale di flipper a Gouda, a trentachilometri da Amsterdam il 5 e il 6 novembrescorsi. Ben 157 concorrenti, due primatisti perogni Nazione si sono affrontati e il nostro Da-niele, via via ha sbaragliato gli avversari, su-perando i gironi per le qualificazioni, gli ottavidi finale proseguendo fino alla semifinale ealla finale dove per la seconda volta si è con-sacrato Numero Uno nel mondo del miticopinball.

Ma come è iniziata questa passione in questoragazzo ventisettenne, dipendente Telecom estudente universitario di Economia e Manage-ment? Racconta che ad appena sette, otto anni,capitò di accompagnare un suo amico in unodei tanti bar di Rocca di Papa e di scoprire lapassione per il flipper quasi per caso: il suoamico era impegnato in interminabili sfide aivideogame e lui per vincere la noia iniziò unapartita; il flipper era guasto e regalava biglieper una nuova gara; così la sua fu una delleprime interminabili sfide con quello che ve-

Retrospettive musicalidi Massimo Onesti

di Manchester dall’incontro dipersonalità geniali come ChrisJudge Smith, che diede anche ilnome al gruppo in riferimento aRobert Van Der Graff inventoredel Generatore (strumento ingrado di accumulare carica elet-trostatica), con quella più com-plessa, come si rivelerà inseguito, di Peter Hammill, can-tante dalla voce multiforme e af-fascinante, e autore di testiintrospettivi e analitici.Dopo il primo disco, approssi-mativo e vicino alla psichedeliae che può considerarsi quasi unalbum solista di Hammill, sivide soprattutto, durante le regi-strazioni dell’album, la fuoriu-

scita di Judge Smith che avevain mente altri progetti e che co-munque rimase quasi sempre vi-cino alla band e, proprio dopo lapubblicazione di questo primodisco (Aerosol Grey machine),ci fu l’entrata appunto nell’en-semble del sassofonista DavidJaxon, il Van Gogh del Saxcome veniva chiamato al-l’epoca, con il quale il gruppo siconsolidò e definì il suo soundunico, oscuro e cupo, non acco-stabile a nessuno stile, come unasorta di progjazz psichedelico emessianico. Ciò che rendevacosì particolare la loro atmosferaera la presenza costante dell’or-gano hammond con cui Hugh

C’è una band, di quei mitici anni‘70, che si differenzia dagli altrigruppi in voga nel momento. Inun’epoca in cui per la maggiorparte di quelle formazioni chestavano segnando pagine impor-tanti per la musica rock vedevasoprattutto nella chitarra lo stru-mento più in evidenza e che det-tava legge a prescindere daglistili e dai modi di suonare chepotevano andare dal blues mor-bido di Eric Clapton ai riffrytm&blues e prettamente rock-n’roll, più allegri e veloci diKeith Richard a quelli più heavydi Ritchy Blackmore e Hard diJimmy Page fino agli sperimen-talismi psichedelici e architetto-nici di David Gilmour, BobFripp, Steve Hackett. Ma c’è ungruppo che sembra dare un cal-cio netto a questa usanza po-

La spiraledell’energias’intrecciacon il rock

Banton disegnava i suoi scenarigotici e sacrali che si scontravacon l’animosità energica e ru-vida di David Jaxon al sax e aiflauti a cui si univa la batteria ef-fervescente e jazzata di GuyEvans e a suggellare e darglispessore e profondità al tutto erapoi la voce di Peter Hammill,usata quasi come una sorta distrumento a sé stante, capace dicambiamenti improvvisi fra iltono grave e drammatico fino alibrarsi soave come angelo incontinui cambiamenti di ritmi edi melodie atte a descrivere itesti che lui stesso creava e cheproiettano verso dimensioni tor-mentate e intricate, struggenti edestatiche.E così dal loro secondo album(The Least We Can Do Is Waveto Each Other) in poi (H to he,Pawn hearts) fino al loro primoscioglimento avvenuto alla finedel 1972, in quei primi anni set-tanta sforneranno degli autenticicapolavori che andranno ad ar-ricchire la bacheca dei tesori delprog e come successe con i Ge-nesis anche per la band di Man-chester furono importanti letournee in Italia che fu fra leprime ad apprezzare i voli apo-calittici di questo gruppo tantoche un album difficile e inusualeper le classifiche come PawnHearts rimase fra i dischi piùvenduti per ben 12 settimane!

1/Continua

nendo al centro del com-plesso uno strumento piùche altro in auge nel jazzo per sottolineare frasimelodiche in canzoni dimusica leggera con appa-rizioni sporadiche nelrock. Lo strumento è ilsax e il gruppo si chia-merà Van der Graaf Ge-nerator.Formatisi nell’ambito del-l’ambiente universitario

niva chiamato anche il bigliardino elettrico. Daquel giorno fu come stregato da questo gioco:incurante delle proteste degli altri giocatori chesi lamentavano delle lunghe attese e dei gestoriche malvolentieri accettavano i mancati gua-dagni, Daniele trascorreva lunghi pomeriggicon le dita sui pulsanti intento a respingere lebiglie e a lanciarle in lunghi tragitti nei percorsidel gioco. Il suo record personale è di due oree, con una sola biglia, cinquanta minuti. Ri-corda Daniele le lunghe partite al Bar Bellina,da “Righetto’”, alle Mimose… Finché ungiorno i flipper, soppiantati da altri giochi elet-tronici persero interesse e diventò sempre piùraro trovarne in giro per una bella partita. Da-niele si rassegnò, poi nel 2006 lesse su Internetche si stavano cercando giocatori per parteci-pare con la Nazionale agli Europei di Stoc-colma. Servivano almeno quattro giocatori performare una squadra: si presentarono in due ecosì Daniele iniziò la sua entusiasmante avven-tura partecipando come singolo.Già lo scorsoanno mostrava orgoglioso il suo trofeo: unasplendida coppa alla quale erano stati aggiuntiun premio in denaro, un flipper di ultima gene-razione e una maglia ricordo. Anche quest’annoavrà la soddisfazione di sollevare di nuovo lamitica Coppa del primo classificato e tutti noiche partecipiamo alla sua gioia, ancora unavolta condivideremo il suo orgoglio di giovanesportivo con i piedi per terra e con tanta con-creta voglia di essere uno di noi: bravo Daniele!

Rita Gatta

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RIFLETTORI 31il Segno - Novembre 2011

Un’altra tv è possibile se

siamo noi a farlaFinalmente una buona notizia,Il Grande Fratello fa flop, isuoi spettatori sono al minimostorico nonostante la “scon-volgente” notizia di farlo du-rare ben nove mesi... ripeto,nove mesi, giusto il tempo disperare in un parto in diretta!Che cosa non si fa per un po’di gloria televisiva, questo po-polo di giovani è disposto atutto pur di avere fama e de-naro senza avere le qualità perottenerli in altro modo, eppurelo sanno che passato l’annosabatico per il 90% di loro cisarà solo l’anonimato. Non c’èpiù neanche la speranza per lepiù carine di diventare “arco-rine”, cioè invitate alle feste

“eleganti” dell’ormai ex pre-mier Berlusconi… eppurecentinaia di loro fanno la filaper entrare nella casa delGrande Fratello e dare il peg-gio di sè. Come ogni anno alzano il tiro,c’è l’assatanata sessuale, il po-vero diavolo, il palestrato, ilgay o la lesbica, lo sfigato e ilprincipe, la brava ragazza e illaureato... tutti sono accomu-nati da un ignoranza stratosfe-rica, un’arroganza ancora piùgrande, e da genitori da pren-dere a schiaffi perché se questiragazzi sono così squallidi si-curamente in gran parte ècolpa loro! Per fortuna i giovani “veri”

di Daniela Di Rosa

evitano di guardarlo... forza!siete la maggioranza, non ac-cendete Il Grande Fratello evedrete che presto verrà toltodai palinsesti Mediaset, al-meno molte di quelle bracciatorneranno all’agricoltura! Invece c’è una buona notiziaper Santoro, il suo esperi-mento, Servizio Pubblico (ilgiovedì alle 21.00 anche su Te-leroma 56 e T9) è stato unboom, 100 mila cittadini hannoversato dieci euro e permessoal giornalista di reinventare latv, senza i lacci dei politici edell’inutile par-condicio. Chepiacere godermi una seratasenza sorbirmi la Santanchè(che oltretutto mi impressionacon la sua faccia sempre piùplastificata, fa paura quella suasmorfia tirata e lo sguardofolle)... e rivedere la Costama-gna dopo l’epurazione da partedi La7.Tre milioni di persone sparsetra tv private, arrivate a cin-que tramite web e contatti in-ternet… sì un’altratelevisione è possibile, per unaltro mondo bisogna aspet-tare.

La giornalista Costamagna

ilTocco

Elettrosmog...l’Italia ci riprova

Carlo scrive raccontandomi diessere mal retribuito e di doversopportare le angherie del suocapo e i commenti acidi di al-cuni colleghi, si sente stressatoe dorme male la notte, e da al-cuni giorni accusa fastidi ga-strici. Purtroppo, la situazioneeconomica attuale che il nostroPaese sta attraversando, nonpermette in questi casi di optareper la scelta di un nuovo lavoro.Consiglio quindi a lui e a tutticoloro i quali debbano soppor-tare una situazione lavorativa dipesante disagio, di leggere illibro recente di Antonella Con-soletti e Cristiano Zamprioli,“Mobbing e discriminazioni sulluogo di lavoro, analisi e stru-menti di tutela” (GiappichelliEditore), dove vengono analiz-zate le dinamiche del “mob-bing”, la normativa, la tutela, evengono riportate alcune sen-tenze. Si può leggere a pag. 29:“Le patologie più frequente-mente registrate nei casi didanno biologico da mobbing ri-mandano prevalentemente aquadri nosograficamente inqua-drabili secondo i criteri delDSM-IV-TR, nell’ambito delDisturbo d’Ansia Generaliz-zato, del Disturbo dell’Adatta-mento, del Disturbo Distimicoe del Disturbo Post Traumaticoda Stress, ed inoltre studi re-centi dimostrano un aumentodelle patologie coronariche insoggetti mobbizzati… Nell’am-bito delle controversie aventicome oggetto le patologie damobbing… Il fatto che vi siaancora attesa di una sistematiz-zazione da parte del legislatore,rende pienamente ragione delledifficoltà che si presentano aimedici e agli esperti di volta involta chiamati ad esprimere unparere diagnostico e medico le-gale, ma non esime dal poter af-fermare che il mobbingrappresenta una realtà oggettivada prendere in seria considera-zione sul piano dell’allarme so-ciale”.Per scrivere alla dott.ssa Benelli: [email protected]

Risponde la dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

“Nella bozza del decreto Sviluppo predisposta dal governo ita-liano è previsto un aumento dei limiti di legge per l’inquinamentoelettromagnetico prodotto da cellulari e ripetitori per telefoniamobile, una decisione in assoluta controtendenza rispetto alle ri-soluzioni del Parlamento Europeo”'.La dichiarazione è dell’Europarlamentare Niccolò Rinaldi del-l’Italia dei Valori, che ha preannunciato un’interrogazione par-lamentare considerato che si tratta di “una decisione contrariaalla priorità non negoziabile del principio di precauzione in temadi salute umana”. Poi Rinaldi ha aggiunto che “la nuova ondata di antenne in vistadella diffusione della tecnologia 4G, deve essere regolamentatacon attenzione e rigore, non conun compromesso al ribasso”'.“Le forti perplessità espresse sulquotidiano Terra dall’associa-zione internazionale dei mediciper l’ambiente, che segnalanoun rischio elevato in particolareper i bambini -ha spiegato an-cora l’Europarlamentare- im-pongono al Governo italiano unripensamento. Elevare i limitida 6 volt/metro a 20 nei luoghiaperti come terrazze condomi-niali e balconi rischia di provo-care una pericolosaconcentrazione di tralicci e an-tenne. Gli interessi economicisono elevatissimi ma la tuteladella salute dei cittadini dovràrimanere l’assoluta prioritàdella politica”'.

Andrea Rasetti

Mobbing

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il Segno - Novembre 2011 Ultima pagina

I giochidi una voltaIl maestro Carfagna stavolta, con la suamacchina del tempo, farà tornare indietrodi sessant’anni gli ottantenni di oggi.Siamo negli anni ’30 e a Rocca i ragazzisi radunavano nei vicoli e piazzette del centro storico per orga-nizzare i loro giochi della giornata. Erano tempi, quelli, in cuianche le donne avevano l’abitudine di incontrarsi fuori casa agruppetti per scambiarsi un po’ di informazioni e per spettego-lare del più e del meno, così il chiasso dei bambini non arrecavadisturbo ma anzi copriva meglio il chiacchiericcio. Fin dallaprima elementare i bambini andavano a scuola da soli. “Io fa-cevo circa 2 chilometri a piedi –ci racconta Carfagna-, attraver-savo i sentieri dei boschi di Ariccia fino a Monte Gentilesfidando i serpenti con una mazzafionna, che era anche uno deigiochi preferiti di allora”. I giochi scelti, di solito, erano: a’nguattarella (nascondino), a’bottoni oppure a’ sòrdi, a’ sciurarella (scivolo), a’ dadi, a tappetti,a’ ccorda, a’ campana soffiettu, a palla, a pallone, a’ pallinacci,a’ pistole di tavolette, a’ pistole coi lastrichetti (gli elastici), allebambole di pezza, a’ unu mponta a’ luna, a’ ccariole, co’ u’ cer-chiu, a’ cacaselle, au dottore, au cuccuruzzaru, a piso pisello, a’chiapparella, a pappari, a midule (piastrine), a filu filettu, a’ ebelle statuine, a girotonnu, au schiaffu du sordatu. Se confron-tiamo questi giochi con quelli tecnologici dei bambini di oggisembra davvero di stare su mondi diversi. Eppure sarebbe utile che anche ai bambini di oggi venissero in-segnati i vecchi giochi così come sarebbe opportuno che anchegli anziani di oggi cercassero di capire i giochi tecnologici chetanto appassionano i loro nipotini così come i nuovi termini usatiper decifrarli: playstation, wii, xbok, videogame, nintendo, d.s.(che vuoldire doppio schermo), monitor, gamboy, facebook,youtube, skype e tanti altri. “Quando mio nipote –racconta an-cora Carfagna- mi dettava questi nomi ho pensato a come sonoandati veloci i tempi mentre quei vecchi giochi spensierati esemplici sono stati del tutto dimenticati”.

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

LLeetttteerree,, PPrrooppoossttee,, PPrrootteessttee ee [email protected]

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

LETTERA APERTAAI SOCI DEL CENTROANZIANI DALPRESIDENTE USCENTEENEA TRINCACari soci, con questa lettera voglio espi-mere tutta la mia gratitudineper il vostro affetto e stima di-mostrata nei miei confronti, soche moltissimi di voi sono ri-masti dispiaciuti ed incredulidella decisione di non ricandi-darmi alle prossime elezionidel Centro Anziani, questo mionora e nel contempo mi fastar male. Per questo vi chiedoumilmente scusa. Non cre-diate che la mia decisione siastata presa per mancanza dicoraggio. Voi sapete meglio di me chequando ci si trova davantiall’arroganza e al sopruso, alnon rispetto delle regole, si è

costretti a farsi da parte. No-nostante ciò mi conforta diaver lasciato un Centro An-ziani vivo come non lo è maistato, e se ciò è avvenutocredo non sia solo merito dialtri, quelli che preferisconovincere facile non avendo difronte avversari. Nove anni fami sono messo in gioco sa-pendo a che cosa andavo in-contro, per me farevolontariato significava met-tersi a disposizione della co-munità senza secondi fini.

Dico questo perchè alla fine lagente ti giudica e sapere cheper nove anni molte personehanno avuto stima di te, tiriempie di gioia. Questo è ilpiù bel dono per il lavorosvolto e per questo non smet-terò mai di ringraziarvi. Lascio a malincuore questamia esperienza convinto diaver fatto sempre il possibile.Ringrazio, e con me la vice-presidente Marisa Troisi, tutticoloro che in questi annihanno collaborato dentro i vari

direttivi del Centro Anziani.Ringrazio l’amministrazionecomunale per l’apporto dato inquesti anni, con essa l’On.Carlo Ponzo, l’Ass.re alle Po-litiche Sociali, dott.ssa Valen-tina Trinca, la referentedott.ssa Maria Teresa Ranieri,tutti i volontari della CroceRossa operanti nel Centro eMauro e Rita gestori del bar.Ringrazio inoltre i soci che purnon avendomi dato la loro fi-ducia hanno collaborato per ilbene del Centro. Non per ul-timo ringrazio tutti i soci di-cendo loro che nella vita tuttele cose hanno una fine ma lacosa più importante è che leamicizie rimangano. Un abbraccio e un in bocca allupo a tutti.

Enea Trinca Presidente uscentedel Centro Anziani

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