Il Nuovo Grano, 1/2015

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SOMMARIO 5 - Stop alla potatura selvaggia 8 - Nuovo rapporto sulle Agromafie 12 - Villoresi, via alle sottoscrizioni 13 - Terranostra, i corsi per il 2015 15 - Vigneti, cambiano le regole 16 - Condizionalità, tutte le novità 18 - Un piano per l’apicoltura 19 - Come salvare il suino italiano Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI GENNAIO 2015 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871 Latte, allarme rosso 1 ANNO XXIII

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In questo numero si parla di: allarme rosso per il latte, potatura selvaggia, agromafie, corsi Terranostra, SOS suino italiano

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SOMMARIO 5 - Stop alla potatura selvaggia 8 - Nuovo rapporto sulle Agromafi e 12 - Villoresi, via alle sottoscrizioni 13 - Terranostra, i corsi per il 2015

15 - Vigneti, cambiano le regole16 - Condizionalità, tutte le novità18 - Un piano per l’apicoltura19 - Come salvare il suino italiano

Poste Italiane SpA Spedizione in abb. postale 70x100 LO/MI GENNAIO 2015 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE VIA FILZI, 27/A 20124 MILANO TELEFONO 02/5829871

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COLDIRETTI INTERPROVINCIALE DI MILANO, LODI, MONZA E BRIANZAIndirizzo: via Fabio Filzi, 27 – Milano - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Presidente: Alessandro Ubiali - Direttore: Giovanni Benedetti

UFFICIO ZONA DI ABBIATEGRASSOIndirizzo: Viale G. Sforza, 62 - Tel: 02.58.29.85.00 - Fax: 02.58.29.85.19Segretario di zona: Enzo LocatelliOrari di apertura uffici. lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

UFFICIO ZONA DI CODOGNO Indirizzo: Via G. Carducci, 9 - Tel: 02.58.29.85.20 - Fax: 02.58.29.85.39Segretario di zona: Paolo ButeraOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI CUGGIONOIndirizzo: Viale Roma, 2 – Piazzale Kuster - Tel: 02.58.29.85.40 - Fax: 02.58.29.85.59Segretario di zona: Enzo LocatelliOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI LODIIndirizzo: Via Haussmann, 11/i - Tel: 02.58.29.85.60 - Fax: 02.58.29.85.79Segretario di zona: Stefano BressaniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

RECAPITO DI MAGENTAUfficio EpacaIndirizzo: via Cattaneo, 28 - Tel: 02.58.29.581Referente: Anna BardelliOrari di apertura uffici: martedì, mercoledì, giovedì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MELEGNANOIndirizzo: Via J. Lennon, 4 - Tel: 02.58.29.88.00 - Fax: 02.58.29.88.19Segretario di zona: Sergio MeroniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; martedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00; giovedì 9.00/12.30 – 13.30/15.00; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/15.00

UFFICIO ZONA DI MELZOIndirizzo: Via C. Colombo, 37/a - Tel: 02.58.29.88.20 - Fax: 02.58.29.88.39Segretario di zona: Sergio MeroniOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30; giovedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI MILANOIndirizzo: Via F. Filzi, 27 - Tel: 02.58.29.871 - Fax: 02.58.30.35.49Segretario di zona: Mauro De PaoliOrari di apertura uffici fiscale e CAA: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30; venerdì: 13.30/17.00 Uffici Epaca: via Ripamonti, 66 - Tel: 02.58.29.87.63orari di apertura: lunedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì: 9.00/12.30 . 13.30/17.00; venerdì: 9.00/12.30

UFFICIO ZONA DI VILLASANTAIndirizzo: Via E. Mattei, 2 – Tel: 02.58.29.88.40 - Fax: 02.58.29.88.59Segretario di zona: Tiziano TencaOrari di apertura uffici: lunedì: 9.00/12.30; martedì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; mercoledì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00; giovedì*: 9.00/12.30; venerdì: 9.00/12.30 – 13.30/17.00

* L’Ufficio Epaca rimane chiuso il giovedì per tutta la giornata

DIRETTORE RESPONSABILEGiovanni Benedetti

DIREZIONEe AMMINISTRAZIONE

Via F. Filzi, 27/A - MILANO02 5829871 (r.a.)

REDAZIONEDaniela Maggi

REGISTRAZIONE TRIBUNALEdi MILANO

n. 82 dell’8/02/1992

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:

Fabio BonaccorsoValeria SonvicoValeria Chiesa

PROGETTO GRAFICOe IMPAGINAZIONE

PMP - Lodi

FOTOGRAFIEArchivio “il Cittadino”

STAMPALitostampa Istituto Grafico srl

Bergamo

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scrivere una mail all'indirizzo:

[email protected]

La Coldiretti Interprovincialetra Milano, Lodi, Monza e Brianza

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Votato il compromesso finale, libertà di scelta agli Stati membri

L’Europa conferma: stop agli OgmIl Presidente Moncalvo: “Ottima chiusura del semestre europeo”

La sede del Parlamento Ue a Bruxelles

Sulle coltivazioni Ogm l’ultima parola spetta al singolo Stato membro. È quanto stabilito dal

Parlamento Europeo il 13 gennaio scorso, con l’approvazione dell’ac-cordo raggiunto a dicembre da Con-siglio, Commissione e Parlamento europeo sulla riforma della Diretti-va in materia di OGM. In sostanza ogni Stato Membro potrà decidere di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modifi-cati (Ogm) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo, per motivi di natura economica ed agricola. Dopo quattro anni di difficili negoziati – osserva la Coldiretti – il compromesso finale è stato raggiunto durante il semestre di presidenza italiana dell’Ue. “La libertà di non coltivare Ogm, come ha fatto fino ad ora l’Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono al bio-tech nei campi, è una ottima chiu-sura del semestre di presidenza ita-liano dell’Unione – ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati contro il

pressing e le ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech”. “Per l’Italia gli organismi geneticamen-te modificati (Ogm) in agricoltura - continua Moncalvo - non pongono solo seri problemi di sicurezza am-bientale, ma soprattutto perseguo-no un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy”. L’accordo raggiunto con il Parlamen-to Europeo ha modificato il testo ap-provato in prima lettura dal Consiglio europeo sotto tre aspetti rilevanti: 1- le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precau-zione; 2- gli Stati Membri possono chiedere, tramite la Commissione europea, alle imprese produttrici di OGM, di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendo-no chiedere l’autorizzazione europea alla coltivazione; ma questa fase di “negoziato” con le imprese non è più obbligatoria, e gli Stati Membri potranno decidere di passare diret-tamente al divieto di coltivazione

per le motivazioni indicate nella Di-rettiva; 3- gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazio-ne, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potran-no comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall’ipotesi di divieto. Secondo il ministro dell’Agri-coltura Maurizio Martina in Italia ver-rà rinnovato il divieto di coltivazione del mais Mon810. In base a un’ana-lisi della Coldiretti nell’Unione Euro-pea nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, su ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Por-togallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari). Si trat-ta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810). Il testo approvato dal Parlamento, dopo un ultimo passaggio in Consiglio dei mi-nistri, diventerà operativo nella pros-sima primavera.

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Nuovo sito dell’Expo

Lombardia Expo Tour:il 22 febbraio a Lodi

Alessandro Ubiali

Dal social food all’orto online:ecco le nuove start up del cibo

Il progetto di cucina che recupe-ra le merci in scadenza, il social food come pasto condiviso a casa

propria (con rimborso), il progetto milanese che mira a convertire aree urbane inutilizzate in complessi agricoli, le visite alle realtà agroa-limentari lombarde guidate da don-ne, il ristorante mobile che girerà a tappe tra le strade milanesi propo-nendo cucina argentina e che par-tirà da piazza Argentina, le proposte di scoperta della strada del riso a Milano nel parco Sud. Sono alcuni dei 26 pro-getti presentati al Tavo-lo Expo Agroalimentare, un’iniziativa della Came-ra di commercio di Mi-lano per accompagnare le start-up che stanno nascendo in vista dell’E-sposizione Universale che prenderà il via il prossimo maggio. Tra le idee presentate anche il marketplace on line per condividere i prodotti del proprio orto con nuovi amici e viaggiatori, gli study tours per turisti sui temi dell’Expo, la community sui migliori prodotti agroalimentari d’I-talia, il laboratorio di cromatografia per conoscere la fertilità della pro-pria terra, i luxury box online di pro-dotti eno-gastronomici di nicchia, lo spettacolo teatrale e il film sul pane, l’iniziativa di tracciabilità dei prodotti alimentari, l’incubatore che vuol di-ventare impresa di vellutate e omo-geneizzati bio per la famiglia, il fe-stival del pastoralismo tra Bergamo, Milano, Brescia e le valli orobiche. “I giovani hanno una grande forza

propulsiva anche queste nuove atti-vità multifunzionali e con un’azione che coinvolge più settori: economi-co, sociale, culturale, alimentare e ambientale. Il fatto che un nuovo agricoltore ogni quattro aziende iscritte sia giovane è sintomatico di una riscoperta dell’agroalimentare come opportunità di costruzione del proprio futuro - ha dichiarato Gio-vanni Benedetti, membro di giunta

della Camera di com-mercio di Milano e di-rettore Coldiretti Milano Lodi e Monza Brianza –. In tale contesto Expo può essere non solo una vetrina, ma anche un incubatore di idee, proposte e progetti in grado di far crescere tutto il nostro Paese”. In Lombardia sono 3.300

le imprese agricole gestite da giova-ni sulle 48mila aziende del settore, che sono concentrate prevalente-mente a Brescia (10mila), Manto-va (8mila), Pavia (7mila), Cremona (4mila). Il settore in un anno scende in Lombardia da 48.909 a 47.945. I giovani pesano sulle nuove iscrizio-ni, uno su quattro. Sono 238 i nuovi imprenditori giovani su 907 nuove iscrizioni dei primi nove mesi 2014 nel settore agricolo (26%, un dato superiore a quello italiano di 22%). Picco a Como e Varese, dove quasi una nuova impresa su due è di un giovane. I giovani imprenditori agri-coli danno oltre 3mila posti di lavo-ro, su un totale di 60mila posti di lavoro creati dalle imprese agricole lombarde.

Giovanni Benedetti

Ci sarà anche Lodi nel rush fina-le del Lombardia Expo Tour, l’ini-ziativa organizzata dalla Regione Lombardia con Coldiretti Lom-bardia che mira a presentare i temi dell’Esposizione Universale 2015 alla popolazione lombarda, attraverso l’identità e la cultura specifica di ciascuna provincia. Partita nel febbraio 2014, l’ini-ziativa si avvicina alla sua con-clusione: tra le ultime tappe an-che quella della città di Lodi, che precede l’evento finale a Varese. L’appuntamento per i cittadini lodigiani è fissato per domeni-ca 22 febbraio. Sarà rispettato il tradizionale schema che ha ac-compagnato tutte le altre tappe: accanto al farmers’ market con i tesori enogastronomici del ter-ritorio che occuperanno il cuore della città per l’intera giornata, al mattino si svolgerà una ta-vola rotonda a cui prenderanno parte esponenti delle istituzioni lombarde, esperti conoscitori del territorio, oltre al Presiden-te di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini. In serata, previsto il concerto del cantautore lom-bardo Davide Van De Sfroos. “L’Expo – spiega Alessandro Ubiali, Presidente Coldiretti In-terprovinciale – sarà l’occasione più importante che la Lombardia e il Paese avranno per i prossimi vent’anni, per mettere al centro il ruolo del comparto agroali-mentare. Dovremo essere bravi a valorizzare le nostre eccellen-ze a cominciare da eventi quali il Lombardia Expo Tour”. La tappa più recente del Lombardia Expo Tour si è svolta a Sondrio dome-nica 11 gennaio: al centro del convegno, organizzato presso la Banca Popolare di Sondrio, il ruolo della food valley alpina.

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Una “green list” contro le potature selvagge di alberi

Milano, cresce la rete Campagna Amica: da febbraio altri nove mercati agricoli

Il 2015 di Campagna Amica della Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza si apre all’insegna di nuo-

vi farmers’ market nella città di Mi-lano. Saranno infatti ben nove quelli che prenderanno il via a partire dal prossimo febbraio sul territorio del capoluogo regionale. Un risultato frutto della partecipazione di Coldi-retti Lombardia ad un bando pub-blico indetto dallo stesso Comune di Milano a fine 2014, per assegna-re 47 aree pubbliche dove ospitare nuovi mercati delle eccellenze agri-cole e agroalimentari del territorio. Al lancio dell’iniziativa, lo scorso ot-tobre, Alessandro Ubiali (Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi, Mon-za Brianza) lo aveva annunciato: “È un’opportunità importante che non ci lasceremo scappare”. I nuovi far-mers’ market si vanno ad aggiunge-re ai quattro già esistenti, creando così una rete di vendita capillare che si rivolge ai cittadini alla ricerca di prodotti di qualità e di stagione. I farmers’ market – spiega la Coldiret-ti Interprovinciale – costituiscono un ponte che unisce campagna e città,

creano nuove economie e nuova oc-cupazione e rappresentano al con-tempo uno strumento di coesione sociale ed educazione alimentare. Secondo un’analisi della Coldiretti, nel 2013 hanno fatto la spesa nei mercati degli agricoltori ben 15 mi-lioni di italiani con un aumento del

25 per cento in un solo anno. A li-vello nazionale la rete di Campagna Amica conta più di mille mercati, di cui oltre cento in Lombardia e trenta in provincia di Milano. Nella tabella qui a fianco, l’elenco completo dei farmers’ market con l’indirizzo, il giorno e l’ora in cui si svolgono.

Nuovi Farmers’ market a Milano INDIRIZZO GIORNO E ORA

Via Imbonati (piazzale Virgin) Ogni lunedì, ore 8:00 - 13:00 Parco Nicolò Savarino (da via Livigno) Ogni giovedì, ore 15.00 – 19.00 P.zza Santa Maria del Suffragio Ogni Martedì, ore 8.00 – 13.00 Via Traversi (da via Trilussa) Ogni martedì, ore 8.00 – 13.00 Via Argelati 42/44 Ogni martedì, ore 8.00 - 13.00 Via Lomellina (da viale Corisca) Ogni mercoledì, ore 8.00 – 13.00 Via Santa Croce Ogni giovedì, ore 8.00 – 13.00 Viale Lazio (da via Montenero) Ogni venerdì, ore 8.00 – 13.00 P.zza Santa Francesca Romana Ogni primo sabato del mese, ore 8.00 – 19.00

Farmers’ market già presenti a Milano INDIRIZZO GIORNO E ORA

Via Ripamonti 35 Ogni mercoledì e sabato, ore 8.00 -13.00 Ogni venerdì, ore 14.30 – 18.30

Via Dolci, 5 (c/o Istituto Cadorna) Ogni venerdì, ore 8.00 – 13.00 Via Magreglio (c/o Istituto Pareto) Ogni venerdì, ore 8.00 – 13.00 Piazza Axum (c/o Istituto S. Giuseppe Calasanzio) Ogni martedì, ore 8.00 – 13.00

Una “green list” contro le po-tature selvagge. Mentre il comune di Milano si prepara

a varare le nuove regole per la manutenzione del verde pubbli-co, secondo la Coldiretti di Milano Lodi e Monza Brianza ci vorrebbe un registro per tutti gli specialisti del settore come quello che già esiste, a livello regionale, per i tecnici della certificazione ener-getica degli immobili. “Si tratta un elenco dove iscrivere tutti quelli che svolgono in maniera professionale l’attività di vivaio e manutenzione del verde in modo da evitare che, per esempio nei comuni più piccoli, ci si affidi o a imprese che impiegano per-sonale non preparato o a grup-pi di volontari che, oltre a non avere un addestramento speci-fico, si trovano anche a utilizza-re seghe elettriche o macchinari

senza nemmeno un’assicurazione sugli infortuni” spiega Alessandro Ubiali, Presidente di Milano Lodi e Monza Brianza. In tutta la regione operano oltre cinquemila aziende

florovivaistiche, di cui quasi mil-le concentrate nel Milanese dove lavorano più di tremila addetti. I “giardini” del capoluogo lombar-do – spiega la Coldiretti provin-ciale - si estendono per oltre 21 milioni di metri quadrati, con una densità dell’11,9 per cento sul totale della superficie comunale complessiva. “Il verde pubblico – spiega Marcello Doniselli, pre-sidente di Assofloro Milano Lodi e Monza Brianza – è uno degli elementi della qualità della vita in una città. La manutenzione va affidata a esperti che evitino potature selvagge proponendo al tempo stesso le migliori soluzioni per la gestione di parchi, aiuole e viali alberati. A Milano sarebbe utile anche un tavolo di consulta-zione con il Comune dove portare il nostro contributo di idee per il verde pubblico”.

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Abilitazione all’uso del trattore:in arrivo i corsi di formazione

Il 13 marzo 2013 è entrato in vigore l’accordo Stato Regioni del 2012 che recepisce la di-

rettiva Comunitaria n. 59 del 2003 sull’abilitazione all’uso delle attrez-zature professionali, tra cui anche i trattori agricoli o forestali. Viste le numerose richieste arrivate dal territorio, la Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza organizzerà a partire da febbraio dei corsi di ag-giornamento così come previsto dalla normativa. Per maggiore chia-rezza, ricapitoliamo l’iter legislativo che ha portato alle nuove regole. Quale formazione? La norma-tiva obbliga le aziende agrico-le ad abilitarsi e ad “abilitare” i propri dipendenti che utilizzino un trattore, a ruote o a cingoli. L’abilitazione avviene attraverso un corso di formazione strutturato in moduli teorici e pratici i cui con-tenuti e durata sono specifici per ogni tipologia di attrezzatura. Si va da una durata minima di 8 ore , ad una massima di 13 ore per avere l’abilitazione all’utilizzo di entrambi i tipi di trattore (ruote e cingoli). Non è una patente di guida ma è un corso di abilitazione professionale. Esperienza pregressa La nor-mativa prevede un’agevolazione per coloro i quali, alla data del 22 marzo 2015 siano in grado di au-

tocertificare un’esperienza alme-no biennale nell’utilizzo di trattore. Inizialmente, l’esperienza dove-va essere posseduta entro marzo 2013, ma poi un’apposita circolare del Ministero del lavoro ha differi-to tale termine al 22 marzo 2015 precisando che vale per tutte le attrezzature di lavoro individuate al punto 1 dell’Allegato A dell’Ac-cordo comprese quelle maggior-mente utilizzate dai lavoratori del settore agricolo o forestale (ovvero trattori agricoli e forestali, carrel-li semoventi a braccio telescopico, carrelli industriali, ecc.). Sempre il Ministero del Lavoro, in data 12 marzo 2013, ha decretato con una circolare che sia lavoratori auto-

nomi che i lavoratori dipendenti possono auto dichiarare la propria capacità all’ utilizzo delle macchine acquisita tramite esperienza pre-gressa biennale salvo l’obbligo del datore di lavoro di verificarne la ef-fettiva abilità. Coloro i quali siano in grado di autocertificare la propria esperienza nei tempi previsti, non sono tenuti a seguire il corso di for-mazione completo (sia che esso sia di 8 o di 13 ore). Per loro sarà suf-ficiente solo quello di aggiornamen-to della durata totale di 4 ore, da frequentare entro il marzo 2017. Per i soggetti, invece, che non pos-sono comprovare un’esperienza di almeno 2 anni, ma che sono già incaricati all’uso delle attrezzatu-re, e che non sono in possesso di crediti formativi, scatta l’obbligo di seguire il corso formativo completo (8 ore + 5 eventuali per i cingola-ti) entro la data del 22 marzo 2015. I corsi Coldiretti La Coldiretti di Milano, Lodi, Monza Brianza si sta organizzando per realizzare sul ter-ritorio di competenza una serie di corsi di aggiornamento (della dura-ta ciascuno di 4 ore) e alcuni corsi completi. Le date e gli orari delle lezioni sono ancora in via di defini-zione. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi agli uffici zona, oppure scrivere una mail all’indiriz-zo [email protected]

Coldiretti, ecco i nuovi responsabili di settoreAll’interno della Coldiret-

ti Milano, Lodi, Monza Brianza sono cambiati i

responsabili di alcune aree e di diversi servizi. Dopo più di trent’anni trascorsi all’interno della Federazione di Milano, lo scorso dicembre è andato in pensione Pierluigi Castiglioni. “La sua è stata una figura im-portante – ha commentato il Presidente Alessandro Ubia-li – A nome di tutta la struttu-ra ringrazio Castiglioni per il suo lavoro, per l’esperienza e la competenza che ha messo a di-sposizione dei nostri associati”.

L’attività finora svolta da Pierlui-gi Castiglioni da gennaio sarà di competenza di Luigi Simonaz-zi, che mantiene anche il ruolo di Responsabile economico del-la Federazione Interprovinciale. Giro di segretari invece per gli uf-fici zona dislocati sul territorio: a Milano arriva Mauro De Pa-oli, mentre a Melegnano il nuo-vo referente è Sergio Meroni (già segretario di zona di Melzo). Enzo Locatelli oltre all’Abbiaten-se si occuperà anche della zona di Cuggiono e Magenta, mentre a Codogno Paolo Butera succede a Francesca Toscani, che si sposta

a Milano in qualità di Responsabile Campagna Amica con competen-ze anche per la valorizzazione del territorio e delle eccellenze agroa-limentari. Un ruolo prima rivestito da Andrea Gaetano Repossini, che è ora alla guida della Coldiret-ti Sondrio in qualità di direttore. Valeria Simona Chiesa è la neo referente di Terranostra, l’asso-ciazione che raggruppa gli agri-turismi, mentre donne e giovani possono ora contare sul coordina-mento e sulla segreteria di Pao-la Pozzi. In ambito tecnologico, Roberto Taffurelli è il nuovo referente per Agritel.

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Latte, allarme rosso per le stal-le. In Lombardia – stima la Coldiretti regionale – è di cir-

ca 150 milioni di euro il danno agli allevamenti provocato dal taglio di oltre il 19% sul prezzo al litro, sceso dai 44,5 centesimi dell’ultimo accordo scaduto a giugno 2014 ai circa 36 attuali. “E non mi pare – spiega Ettore Prandini, Presiden-te di Coldiretti Lombardia – che il prezzo al dettaglio del latte fresco sia sceso sotto l’euro, seguendo il taglio del 19% che invece gli al-levatori si sono visti imporre dalle industrie. Anzi al netto di qualche offerta promozionale, le famiglie stanno pagando almeno un euro e 20 centesimi al litro. Stesso discor-so per quasi tutti i prodotti lattiero caseari. Mentre non so per quanto ancora le stalle riusciranno a resi-stere”. Fra il 2003 e il 2013 - spiega un’analisi di Coldiretti Lombardia - il numero degli allevamenti lombardi è diminuito di oltre il 30 per cento, passando da 8.761 a 6.042. Il set-tore conta 18 mila addetti e munge oltre 4 milioni e mezzo di tonnel-late all’anno, pari al 40 per cento dell’intera produzione italiana, che serve sia per il latte fresco (dove è prevista l’indicazione di origine) sia per i formaggi Dop come il Grana, il Parmigiano o il Gorgonzola. Diver-so è il discorso – afferma Coldiretti Lombardia – per i formaggi freschi che non sono Dop o per il latte a lunga conservazione dove è mag-giore la percentuale della materia prima straniera. Il tutto in un Paese come l’Italia dove – afferma Coldi-retti Lombardia – il 65% della po-polazione, circa 31 milioni e mezzo di individui, consuma abitualmente latticini e formaggi (dati GFK Euri-sko): il 25% va a Grana mentre il 58% punta su latte e formaggi fre-schi che sono proprio quelli più a rischio per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti e semilavorati che arri-vano dall’estero. “Il comparto lat-tiero-caseario - afferma Alessandro Ubiali Presidente Coldiretti interpro-vinciale - è uno dei fiori all’occhiello della nostra agricoltura. È necessa-rio, quindi, tutelarlo anche in vista della fine del regime delle quote”.

In dieci anni in Regione gli allevamenti sono diminuiti di oltre il 30%

Latte, stalle lombarde a rischio crack Danno da 150 milioni di euro per gli allevatori con il crollo dei prezzi

Vademecum gas fluoruratiper impianti refrigeranti

Il DPR del gennaio 2012 ha definito le modalità applicati-ve del regolamento europeo

CE/842/2006, che disciplina il con-trollo delle emissioni in atmosfera di gas fluorurati ad effetto serra. Anche le aziende agricole che sono dotate di apparecchiature di re-frigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore mobili e sistemi di protezione antincendio, con contenuto di gas fluorurati su-periore a 3 kg (si tenga presente che l’informazione sul contenuto di gas è recuperabile poiché con-tenuta nel libretto dell’impianto) sono tenute agli adempimenti previsti dal regolamento europeo. L’azienda è tenuta ad adempiere a due obblighi: effettuare almeno una

manutenzione dell’apparecchiatura all’anno (da parte di un manutento-re abilitato) con la tenuta del regi-stro d’impianto e provvedere alla presentazione della dichiarazione annuale dei Gas Fluorurati (dichia-razione FGas) nel portale dell’ISPRA entro il 31/05/2015. http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/fgas Si ricorda che tra gli impianti principali che possiamo trovare in un’azienda agricola abbiamo: fri-goriferi per il latte, impianti di cli-matizzazione, scambiatori di calore dei biogas, pompe di calore, celle di refrigerazione, banchi frigoriferi per la vendita diretta. Sono previste sanzioni anche molto pesanti per il mancato adempimento delle proce-dure sopra descritte.

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Un cesto di prodotti contraffatti

Il tesoro delle mafie sulle nostre tavole:un business da oltre 15 miliardi di euroPresenti anche nel tessuto economico delle aree tra Centro e Nord Italia

Roberto Moncalvo

In controtendenza alla fase di recessione dell’economia ita-liana vola il business dell’a-

gromafia che con un aumento del 10 per cento in un anno rag-giunge i 15,4 miliardi di euro nel 2014. E’ quanto emerge dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservato-rio sulla criminalità nell’agricoltu-ra e sul sistema agroalimentare. Produzione, distribuzione, vendi-ta sono sempre più penetrate e condizionate dal potere crimina-le, esercitato ormai in forme raf-finate attraverso la finanza, gli incroci e gli intrecci societari, la conquista di marchi prestigiosi, il condizionamento del mercato, l’imposizione degli stessi modelli di consumo e l’orientamento del-le attività di ricerca scientifica. Non vi sono zone “fran-che” rispetto a tali fenomeni. Mentre è certo che le Mafie con-tinuano ad agire sui territori d’o-rigine, perché è attraverso il controllo del territorio che si pro-ducono ricchezza, alleanze, con-senso: specialmente nel Mezzo-giorno, costretto ad aggiungere alla tradizionale povertà gli effetti di una crisi economica pesante e

profonda, aggravata dalla “vampi-rizzazione” delle risorse sistemati-camente operata dai poteri illegali. I capitali accumulati sul territorio dagli agromafiosi attraverso le mille forme di sfruttamento e di illegalità hanno bisogno di sbocchi, devono essere messi a frutto e perciò rag-giungono le città – in Italia e all’e-stero – dove è più facile renderne anonima la presenza e dove pos-sono confondersi infettando pezzi interi di buona economia. Vengono rilevati, attraverso prestanome e intermediari compiacenti, impre-se, alberghi, pubblici esercizi, at-tività commerciali soprattutto nel settore della distribuzione della filiera agroalimentare, creando, di fatto, un “circuito vizioso”: pro-duco, trasporto, distribuisco e ven-do, realizzando appieno lo slogan “dal produttore al consumatore”. L’incremento - sottolineano Coldi-retti, Eurispes ed Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare - è stato determinato da diversi fatto-ri tra i quali alcuni non prevedibi-li come quelli climatici, che hanno colpito pesantemente la produzio-ne, non più in grado di soddisfare

la domanda. Ciò apre le porte a fenomeni di ulteriore falsificazione e sfruttamento illegale dei nostri brand. Altri fattori sono dovuti alle restrizioni nell’erogazione del credi-to alle imprese che hanno portato o alla chiusura di numerosissime aziende o alla necessità per molti imprenditori di approvvigionarsi fi-nanziariamente mediante il ricor-so ad operatori non istituzionali. Il fenomeno delle “agromafie” in-veste ambiti complessi e articolati, dove il sistema mafioso originato nelle radici antiche delle mafie del latifondo, dei gabellieri e dell’abi-geato si è da tempo rigenerato in forme di vera e propria crimina-lità economica, ad opera di ben strutturati ed invasivi gruppi di in-teresse con ramificazioni diffuse anche sul piano transnazionale. È attraverso queste forme di im-prenditorialità criminale che viene assicurato innanzitutto il riciclaggio degli illeciti patrimoni che proven-gono dal traffico di stupefacenti, dal racket e dall’usura, ma vengo-no anche consolidate le nuove for-me di controllo del territorio in cui i soggetti criminali sono veri e pro-

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Ristorazione “criminale”:cinquemila locali censiti

I relatori durante il convegno di presentazione del 3° rapporto agromafie

pri soggetti economici che operano con i metodi del condizionamento dei mercati e degli appalti, della corruzione dei pubblici funzionari, dello sfruttamento della manodo-pera clandestina e dell’accesso ille-cito ai finanziamenti europei e alle altre pubbliche sovvenzioni. Gli in-teressi criminali sono rivolti anche alle forme di investimento nelle catene commerciali della grande distribuzione, nella ristorazione e nelle aree agro-turistiche, nella ge-stione dei circuiti illegali delle im-portazioni/esportazioni di prodotti agroalimentari sottratti alle indica-zioni sull’origine e sulla tracciabilità, della macellazione e della panifica-zione clandestine, dello sfruttamen-to animale e del doping nelle corse dei cavalli, e lucrano anche sul ciclo dei rifiuti, non curandosi delle gravi conseguenze per la catena agroali-mentare, per l’ambiente e la salute di tutti noi e delle future generazioni. Singolare in questi contesti è an-che il livello delle intese trasver-sali raggiunte, vere e proprie joint venture realizzate da famiglie ma-fiose, ’ndranghetiste e camorriste per definire i loro ambiti di influen-za su prodotti alimentari specifi-ci, sulla manodopera, sui trasporti e sulle forniture del packaging. Il rafforzamento del profilo econo-mico e finanziario dei gruppi “cri-minali storici” vede un continuo inserimento di elementi contigui ai sodalizi nella gestione e/o nella struttura societaria di imprese che riguardano sempre più frequen-temente il comparto agroalimen-tare, specie con riferimento ai cir-cuiti della commercializzazione e della logistica dei trasporti. Il ciclo illegale dei rifiuti, della cementifica-zione e delle “energie alternative”. Il settore ambientale vede anche altre iniziative che hanno sottratto vaste aree agricole con la cementi-ficazione selvaggia e con manovre speculative sulle cosiddette “ener-gie rinnovabili” legate all’agricoltura. Con riferimento alla estensione ter-ritoriale del fenomeno delle agro-mafie è altrettanto noto come i so-dalizi criminali “storici”, che si sono evoluti nei termini indicati di crimi-nalità economica anche nel settore agroalimentare, ormai non interes-sano solo i territori meridionali, ma riguardano anche le aree del Centro e del Nord Italia dove le consorterie mafiose si sono da tempo insinuate nel tessuto economico attraverso un fitto intreccio di interessi tra co-mitati d’affari locali e famiglie ma-fiose siciliane, clan camorristici e ’Ndrangheta calabrese.

Le organizzazioni criminali stanno in questi anni approfittando del-la crisi economica per penetrare

in modo sempre più massiccio e ca-pillare nell’economia legale. Quello della ristorazione è uno dei settori maggiormente appetibili. In alcu-ni casi la mafia possiede addirittura franchising. E’ quanto emerge dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare dal quale si evidenzia che sono almeno 5.000 i lo-cali della ristorazione nelle mani della criminalità organizzata nel nostro Pa-ese. Attività “pulite” che si affiancano a quelle “sporche”, avvalendosi degli introiti delle seconde, assicurando-si così la possibilità di sopravvivere anche agli incerti del mercato ed alle congiunture economiche sfavorevoli, ma anche di contare su una disponi-bilità liquida che rappresenta un van-taggio rispetto alla concorrenza e di espandere gli affari. La frequenza con cui si verificano questi fatti si accom-pagna ad un cambiamento culturale: fare affari con esponenti delle orga-nizzazioni mafiose viene spesso con-siderato “normale”, inevitabile se si vuole sopravvivere. Acquisendo e ge-stendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi, le organizzazio-ni criminali hanno anche la possibilità di rispondere facilmente ad una delle necessità più pressanti: riciclare il de-naro frutto delle attività illecite. Cosa Nostra manifesta un particolare inte-resse nei confronti dell’acquisizione e

della costituzione di aziende agricole, ma anche della grande distribuzione alimentare (centri commerciali e su-permercati). La Camorra mira a tutto il settore agroalimentare ed alla risto-razione in modo specifico. La ’Ndran-gheta, per infiltrarsi nel comparto agroalimentare, sfrutta in particolar modo le connivenze all’interno della Pubblica amministrazione. Le attività ristorative sono dunque molto spesso tra gli schermi “legali” dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre più aggressiva e sempre più integra-ta nell’economia regolare. La politica imprenditoriale della mafia moderna si caratterizza per una vocazione co-lonizzatrice ed una struttura tentaco-lare, di crescente complessità. Grazie ad una collaudata politica della mi-metizzazione, le organizzazioni rie-scono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attività illecite. Si muovono ormai come articolate hol-ding finanziarie, all’interno delle quali gli esercizi ristorativi rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalità dietro la quale è difficile risalire ai veri proprietari ed all’ori-gine dei capitali. Le operazioni delle Forze dell’ordine - concludono Col-diretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità agroalimentare - indicano con chiarezza gli interessi di tutte le organizzazioni criminali nel settore agroalimentare, ma anche in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai risto-ranti di lusso e aperibar alla moda.

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Il pericolo viene dal web,porto franco del malaffare

E’ allarme “money dirtying”L’ultima frontiera della crimina-lità si chiama “money dirtying”: capitali puliti vengono indirizza-ti verso l’economia sporca per trarre ulteriori profitti. È l’al-larme lanciato dalla Coldiretti, da Eurispes e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare in occasione della presentazione del terzo rapporto sulle Agro-mafie. Attraverso il “money dirtying” almeno un miliardo e mezzo di euro transitano sotto forma di investimento dall’eco-nomia sana a quella illegale. Si tratta di 120 milioni di euro al mese, 4 milioni di euro al giorno. Un fenomeno che trae nutrimento dalla crisi economi-ca e dalle regole che limitano l’erogazione del credito: molti tra coloro che dispongono di liquidità prodotta all’interno dei settori attivi trovano con-venienti forme di investimento non ortodosse con l’obiettivo del massimo vantaggio pos-sibile, e pertanto decidono di investire affidandosi a soggetti borderline. Il settore agroali-mentare, che ha dimostrato in questi anni non solo di re-sistere alla crisi ma di poter crescere, è diventato ancor più appetibile sul piano dell’in-vestimento. Ora, dal punto di vista strettamente logico, le or-ganizzazioni criminali, che già dispongono di ingenti risorse proprie da ripulire sul mercato legale, non dovrebbero essere interessate a prendere in cari-co altro denaro, questa volta pulito, da investire nelle loro attività apparentemente lecite o illecite. E, invece, esse con-siderano particolarmente inte-ressante e vantaggioso questo tipo di operazioni per alcuni fondamentali motivi. Il primo è quello “relazionale”, che consi-ste nella possibilità di entrare in contatto e frequentare i sa-lotti buoni della società; il se-condo è da ricercarsi nel fatto che l’afflusso di moneta buona migliora l’aspetto e copre l’o-dore di quella cattiva. Il ter-zo è di “natura strumentale”: stabilire un patto di complicità con operatori rispettabili e con aziende e società rinomate può risultare molto proficuo e van-taggioso.

Dalla Daniele mortadella, pro-dotta negli Usa dove si vende addirittura il kit per preparare

il Parmigiano, al Chianti bianco sve-dese fino al vino in polvere per ot-tenere in poche settimane il Barolo confezionato in Canada: sono alcuni degli orrori che si possono in rete e acquistati con il commercio on line. Secondo il terzo Rapporto Agromafie nel 2014 l’incremento dell’e-commer-ce nel nostro Paese è stato del 17% rispetto all’anno precedente, per un volume economico pari a 13,2 miliar-di di euro, con il settore agroalimen-tare che si colloca al secondo posto tra quelli che pesano maggiormente sulle vendite online, con una quota del 12%. Accanto ad esperienze po-sitive di successo, la Rete viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell’Italian sounding.

La trappola dei “Cheese kit”

Ecco allora in vendita su Internet il kit per il falso Parmigiano Reggiano, il falso Pecorino Romano ed altri celebri formaggi nostrani come la mozzarel-la, la ricotta e l’asiago. Le confezioni di questi “Cheese kit” contengono polveri, recipienti, termometri, colini ed altri oggetti, con le istruzioni per la preparazione. Agli acquirenti vie-ne garantito di ottenere i diversi for-maggi tipici italiani in tempi brevi che variano dai 30 minuti ai due mesi. Diffusi in Nuova Zelanda, Australia e Canada, questi kit presentano eti-

chette che richiamano il tricolore ed utilizzano la denominazione “Italian Cheese”. Si tratta solo dei casi più cla-morosi ed evidenti di condotta com-merciale fraudolenta nell’ambito della vendita online di prodotti alimentari. In altri casi, le irregolarità riguardano le scadenze, le informazioni sui pro-dotti, l’etichettatura.

Gli alimenti più taroccati

Tra gli alimenti per i quali si riscon-trano frodi più frequenti ci sono i prodotti tipici della tradizione locale e regionale (32%), i prodotti Dop e Igp (16%) ed i semilavorati (insaccati, su-ghi, conserve, ecc.,12%). Tra le cate-gorie contraffatte il primato negativo spetta ai formaggi Dop; seguono le creme spalmabili e i salumi. I Nuclei Antifrodi dei Carabinieri hanno indivi-duato 70 diverse tipologie di prodotti alimentari contraffatti in vendita sulla Rete dove non mancano scandalo-se operazioni di business che fanno leva sugli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata piu’ dolorose ed odiose che danneggiano l’immagine dell’Italia nel mondo, dal-la vendita del caffe’ “Mafiozzo” stile italiano prodotto in Bulgaria al sugo piccante rosso sangue “Wicked Cosa Nostra” prodotto in Usa e addirittura le spezie “Palermo Mafia shooting” e il Fernet Mafiosi dalla Germania senza dimenticare i consigli culinari di ma-mamafiosa sul sito www.mamama-fiosa.com, con sottofondo musicale a tema.

In rete oltre 70 prodotti agroalimentari contraffatti

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Una galleria di finti prodotti Made in Italy alla presentazione del Rapporto Agromafie 2015 a Roma

Fino ad ora delle infiltrazioni cri-minali di Expo 2015 dedicato a “nutrire il pianeta, energia per

la vita” si è parlato in buona par-te solo in termini di “appalti truc-cati”, “tangenti” ed “intollerabili ritardi” ma il nostro Paese è sotto tiro da parte di organizzazioni cri-minali nazionali e transnazionali in grado di movimentare nel giro di pochi secondi ingentissime risorse finanziarie derivanti da traffici ille-citi planetari di ogni tipo e natura, e tra questi anche traffici illegali di alimenti. E’ quanto emerge dal ter-zo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osserva-torio sulla criminalità nell’agricoltu-ra e sul sistema agroalimentare dal quale viene l’allarme che da questa straordinaria occasione di visibilità per il Made in Italy derivi il rischio di una invasione di migliaia di tonnel-late di prodotti e generi alimentari che, attraverso sofisticati meccani-smi di alterazione, sofisticazione e contraffazione, sono commercia-lizzati senza esserlo come prodot-ti tipici italiani o come eccellenze italiane per un valore che potrebbe superare i 60 miliardi. Un pericolo che va affrontato con stringenti mi-sure di rafforzamento dell’attività di controllo sui flussi commerciali e da una maggiore trasparenza sulle

Si teme un’invasione di migliaia di tonnellate di prodotti taroccati

L’ombra del falso Made in Italy su ExpoUn giro d’affari che potrebbe superare i 60 miliardi di euro

informazioni in etichetta sulla reale origine degli alimenti. Una confer-ma viene dalle decine di inchieste giudiziarie. Ad esempio i limoni su-damericani che sono commercializ-zati come limoni della penisola sor-rentina; gli agrumi nordafricani si trasformano in agrumi siciliani e ca-labresi; con cagliate del Nord Euro-pa si produce la mozzarella italiana spacciata per originale mozzarella di bufala; con il grano proveniente dal Canada che entra attraverso i porti pugliesi facendolo diventare puro grano della Murgia, si produce il pane di Altamura. Per non parlare poi di quello che succede con l’o-lio e con il pomodoro. Tonnellate e tonnellate di olio provenienti da Tunisia, Marocco, Grecia e Spagna entrano nel nostro Paese per pro-durre un olio comunitario che viene miscelato con lo straordinario olio extravergine d’oliva italiano al fine di poter raddoppiare illegalmente i profitti e collocare sul mercato mi-lioni di bottiglie di apparente olio italiano (perché così riportato frau-dolentemente sulle etichette) con illeciti profitti a vantaggio di specu-latori e contraffattori. Ma incredibili sono state le cronache giudiziarie dell’ultimissimo periodo in tema di olio: su richiesta delle autorità ita-liane, le autorità inglesi hanno se-

questrato ed eliminato dalla catena di supermercati inglesi Harrod’s mi-gliaia di bottiglie di un olio deno-minato “Tuscan Extravirgin Olive oil”, un prodotto che di italiano e toscano non aveva assolutamente nulla. Ancora più incredibile ed in-quietante è quanto accade in tema di mercato illegale del pomodoro. Si legge negli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla con-traffazione (scorsa legislatura) che arrivano nel nostro Paese dalla Cina milioni di tonnellate di pomodori che diventano strumento di un’im-ponente opera di contraffazione ai danni del consumatore, il quale si trova sugli scaffali dei supermerca-ti conserve e barattoli di pomodo-ri riportanti il tricolore italiano, ma contenenti in realtà pomodori pro-venienti dalla Cina. Ed è bene che si sappia – concludono Coldiretti, Eurispes e Osservatorio Criminalità nell’agroalimentare - che questi po-modori cinesi sono coltivati e pro-dotti nei “laogai” che sono veri e propri campi di concentramento nei quali sono ammassati decine di mi-gliaia di detenuti politici, dissidenti, piccoli criminali, soggetti ostili al regime, i quali (come nei campi di concentramento nazisti) sono co-stretti a lavorare fino a diciotto ore al giorno.

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Approvato a fine dicembre il bilancio di previsione per l’anno 2015

Villoresi, nessun rincaro per i consorziatiNuove opportunità e competenze per il Consorzio in vista di Expo

Nessun rincaro per i contributi a carico dei consorziati del Vil-loresi per l’anno 2015. Lo an-

nuncia il Presidente Alessandro Folli a seguito dell’approvazione, in sedu-ta di Consiglio di Amministrazione, del Bilancio di Previsione 2015. “Il nostro è un ente in salute – ha af-fermato Folli -. Lo dimostrano anche le nuove opportunità che si stanno delineando e il progressivo allarga-mento delle nostre competenze”. Tanti gli impegni per il Consorzio Vil-loresi in programma quest’anno: dal-la continuazione dei lavori alle Dighe del Panperduto alla poderosa opera-zione di rilancio del ‘Sistema Navigli’ e poi ancora, la gestione per conto della Società EXPO 2015 del com-pletamento del cosiddetto ‘Anello Verde-Azzurro’ - grazie al quale ver-ranno risanati 50 tratti spondali lun-go il naviglio Grande - e la messa in sicurezza delle alzaie lungo il canale Villoresi da Lonate Pozzale a Garba-gnate. Ancora a proposito del capi-tolo EXPO, è in corso di realizzazio-ne il lotto delle Vie d’Acqua Nord. In particolare mi preme qui ricordare il recente finanziamento di quasi 5 mi-lioni di euro (4 milioni 738 mila euro) per il consolidamento delle sponde lungo i navigli Grande e Bereguar-do, cui vanno aggiunti i 412 mila euro per il naviglio Pavese (tratto tra

Casarile e Binasco). Quanto, invece, all’area della Martesana, dal Pirellone sono già stati stanziati oltre un milio-ne e mezzo di euro (1milione e 548 mila euro) per gli interventi compre-si tra Inzago, Bellinzago e Gessate. Accanto a questi interventi sono poi previste azioni per quanto riguarda la salvaguardia del territorio, come la progettazione di significativi in-terventi di risanamento, al fine di mantenere la piena efficienza della Chiavica del Reale, nel Basso Pavese. Per il Consorzio Villoresi, il 2015 sarà anche un anno centrato sulla valoriz-zazione culturale, turistica e ambien-tale con diversi progetti in program-ma: dai lavori al Museo Emeroteca

delle Acque Villoresi di Castano Primo al Centro per la stabulazione della fauna ittica di Abbiategrasso, ormai completato, fino alla collaborazione con URBIM e Regione Lombardia per il progetto ‘La Civiltà dell’Ac-qua in Lombardia’, teso ad inserire i maggiori e più significativi manufatti idraulici e irrigui lombardi nella lista del Patrimonio Culturale e Naturale dell’Umanità Unesco”. Infine, grazie ai finanziamenti comunitari del PIA POR, saranno resi praticabili oltre 130 km di alzaie, mentre proseguirà la realizzazione delle quattro centrali idroelettriche di Monza, così da sfrut-tare al meglio l’energia prodotta dai salti d’acqua.

Si ricorda a tutti gli associa-ti del Consorzio Est Ticino Villoresi che le sottoscrizio-

ni compilate e complete dei dati catastali dovranno essere inviate o consegnate a mano entro il 10 febbraio 2015 presso i seguenti uffici di zona, dove il personale è a disposizione per fornire spie-gazioni e aiuti alla compilazione: • Via Buonarroti, 2 - 20015 Pa-rabiago (MI) - tel. 0331/551401 • Via Casello Villoresi - 20040 Ca-ponago (MB) - tel. 02/95749089 • Località Bosco di Albero-ne c/o Edificio della Chiavi-ca del Reale - 27013 Chigno-lo Po (PV) - tel. 0382/76023 • Via Alzaia, 3 - 27100 Pavia - Alessandro Folli

Quinquennio 2015-2019: aperte le sottoscrizionitel. 0382/466032 • Abbiategrasso - Via Alzaia Naviglio Bereguardo 55 – tel. 02 94969731 – 340 4721271 Dopo tale data saranno applicate le penali previste dalla Delibera CdA n. 119 del 12 dicembre 2014, nonché dal Regolamento approvato con De-libera del CDA n. 441 del 18 maggio 2011. Le nuove sottoscrizioni, quelle in aumento e le richieste pervenu-te oltre la data del 10 febbraio ver-ranno accolte con riserva di verifica della disponibilità irrigua. È possibile esaminare e stampare dal sito www.etvilloresi.it le regole per la compila-zione e la consegna delle sottoscri-zioni, e tutta la modulistica relativa, cercando nel menu per i consorzia-ti alla voce sottoscrizioni irrigue.

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Terranostra Lombardia ricorda a tutti i soci e a tutti coloro che vogliono far parte dell’Associa-

zione che è aperto il tesseramento 2015. Le segreterie provinciali del territorio sono disponibili per fornire tutte le informazioni nel dettaglio e verificare i requisiti per poter ave-re il riconoscimento di Agriturismo di Campagna Amica. Gli agriturismi di Terranostra, infatti, fanno parte della rete Campagna Amica per la valorizzazione del 100% prodot-to agricolo e italiano. In tutta la Lombardia si contano attualmen-te 1.520 agriturismi. La provincia con la maggior presenza di queste strutture è Brescia con 325 azien-de, mentre tra Milano, Lodi e Mon-za Brianza sono attive 155 strutture. Secondo un’indagine di Coldiretti, gli agriturismi Terranostra sono sempre più a misura di bambini: 2 su 5 infatti mettono a disposizione servizi pen-sati esclusivamente per i piccoli, dal-le attività didattiche ai parchi giochi. Gli agriturismi – spiega la Coldiretti Interprovinciale – se da una parte rappresentano per i cittadini garanzia di buon cibo e di natura, per le azien-de agricole rappresentano un’oppor-tunità per integrare il reddito della propria attività. È bene ricordare che l’agriturismo è un’attività connessa a quella agricola e quindi possono es-sere gestiti solo da imprenditori agri-coli. Terranostra garantisce suppor-to tecnico e professionale a tutti gli operatori di settore, garantendo loro visibilità e opportunità per farsi cono-scere al pubblico e per migliorare la propria attività. Sono diversi i motivi

Terranostra, via al tesseramento:ecco 10 buoni motivi per aderire

per aderire all’associazione collegata a Coldiretti, vediamo insieme i primi dieci:

Visibilità sul sito nazionale www.ter-ranostra.it

Visibilità su sito regionale www.lom-bardia.terranostra.it e www.campa-gnamica.it

Visibilità su APP TERRANOSTRA sca-ricabile su tutti gli smartphone

Visibilità su materiali nazionali, regio-nali e provinciali

Newsletter terranostra, pagina face-book nazionale e regionale

Convenzione con SIAE – diritto di sconto del 15%

Convenzione con agriturismo.it 30% primo ingresso, 5% rinnovi

Verifica e accompagnamento del ri-spetto percentuali di legge per som-ministrazione materie prime (ne-cessità contabilità Impresa verde coldiretti)

Opportunità a partecipare a progetti locali

Rappresentanza sindacale dell’asso-ciazione ai tavoli tecnici in materia agrituristica

Per i soci di Milano, Lodi e Monza e Brianza potete chiedere informazioni alla segreteria dott.ssa Valeria Simo-na Chiesa 02-5829871

Corsi in Lombardia:il programma 2015Terranostra Lombardia per l’an-no 2015 prevede l’attivazione dei seguenti corsi: Attività di aggiornamento e visite gui-date (alcune riconosciute come aggiornamento Fattorie Didat-tiche) Calendario disponibile su www.lombardia.coldiretti.it Corso operatore agrituristi-co indicativamente alla metà di ottobre. Durata 40 ore (6 gior-ni – 2 volte a settimana) costo 120 € soci, 150 € non soci Col-diretti. Il corso si terrà presso la sede regionale via Filzi 27 Mila-no. Calendario disponibile mese settembre su www.lombardia.coldiretti.it. Corso fattorie di-dattiche: inizio a novembre se viene raggiunto il numero mi-nimo di 15 partecipanti 90 ore (11 giorni – 2 volte a settimana) costo 600 € soci 750 € non soci Coldiretti. Il corso si terrà pres-so la sede regionale via Filzi 27 Milano. Calendario disponibile mese settembre su www.lom-bardia.coldiretti.it. Costi forma-zione agriturismo e fattoria di-dattica invariati da 4 anni.

Un nuovo statutoin LombardiaApprovate modifiche dello Sta-tuto Terranostra Lombardia il 26 gennaio 2015. All’unanimità i soci hanno votato favorevolmente in Assemblea alla presenza della Presidente in carica Alessandra Morandi e del notaio dott. Avv. Pericle Paciello. In sintesi le mo-difiche statutarie hanno rivisto la modifica della durata delle cari-che del consiglio direttivo e del presidente che da 4 anni passa-no a 5. Tutte le cariche in atto di Terranostra Lombardia verranno rinnovate al 2018. Il Presidente e tutti gli organi direttivi potranno fare un solo mandato.

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Lodi, vertice sull’agricoltura giovane:una impresa su quattro è “under 40”

Un vertice per discutere del ruo-lo dell’agricoltura sul territorio e delle possibilità di futuro per

le nuove generazioni. È quello che si è svolto lunedì 19 gennaio a Ca-selle Lurani (LO), in occasione della seconda tappa del tour di Coldiretti Giovani Impresa Lombardia, pro-mosso per presentare il progetto formativo “Rappresentarsi e saper rappresentare il cambiamento”. Hanno partecipato una cinquanti-na di giovani agricoltori Coldiretti, provenienti dalle province di Mila-no, Lodi, Monza Brianza. Insieme a loro Claudio Piva, Stefano Ravizza e Alessandro Rota, rispettivamente Segretario Regionale, Delegato Re-gionale e Delegato Interprovinciale di Coldiretti Giovani Impresa. “Quel-lo che presentiamo – spiega Claudio Piva – è un progetto di incontro e di relazioni, in una fase di transizione verso un nuovo modello di sviluppo in cui il ruolo dei giovani è desti-nato crescere”. Secondo i dati della Camera di Commercio di Milano – spiega la Coldiretti Interprovinciale – nei primi nove mesi del 2014, nel settore agricolo tra Milano, Lodi, Monza Brianza i giovani hanno pe-sato per il 25% sulle nuove iscrizio-ni. In pratica, nei campi una nuova impresa su quattro è “under 40”. Tra le province spicca il record di Lodi con il 27,3% seguita da Monza Brianza con il 26,9% e da Milano con il 23,3%. “Fare impresa oggi in agricoltura è diverso rispetto al passato – afferma Alessandro Rota, Delegato Giovani Impresa Coldiretti Milano, Lodi, Monza Brianza – Non basta più solo proseguire nell’attivi-tà tradizionale, ma è necessario in-terpretare e soddisfare i bisogni del

territorio e della gente, attraverso l’innovazione e la multifunzionalità. In questo scenario, i giovani sono una risorsa importante”. Tra 2011 e 2013 – spiega la Coldiretti Inter-provinciale – gli alunni degli istituti di agraria tra Milano, Lodi, Monza Brianza sono passati da 2.411 a 2.704 con un aumento del 12%. Un trend positivo che si riscontra an-che a un livello di istruzione più ele-vata. Negli anni peggiori della crisi,

fra il 2009 e il 2014, gli studenti che hanno deciso di iscriversi al primo anno di un corso di laurea in Scien-ze Agrarie e Alimentari dell’Univer-sità Statale di Milano e dell’Univer-sità Cattolica con i poli di Cremona e Piacenza (tradizionale approdo di molti lombardi della fascia sud del-la regione) sono raddoppiati, pas-sando da 739 a 1.473 registrando un +99,32%. “Coldiretti guarda ai giovani come a una risorsa fonda-mentale, da valorizzare sia sul ter-ritorio sia all’interno della stessa Organizzazione – spiega Giovanni Benedetti, direttore della Coldiretti Interprovinciale presente all’incon-tro a Lodi – Il dinamismo e le espe-rienze vincenti dei nuovi imprendi-tori agricoli testimoniano la vitalità della nostra agricoltura che anche in un periodo di crisi come quello attuale continua a rappresentare un settore su cui investire, che fa del-la qualità e dell’innovazione le sue armi vincenti”. Le imprese agricole gestite da giovani tra Milano Lodi Monza Brianza – spiega la Coldiretti Interprovinciale su dati Camera di Commercio Milano – sono più di 300.

I giovani presenti al comitato di Lodi

ProvinciaTotale iscrizioni in

agricoltura

Totale iscrizioni in

agricoltura di giovani

Peso giovani su iscrizioni

in agricoltura

LODI 22 6 27,3%

MILANO 73 17 23,3%

MONZA E BRIANZA 26 7 26,9%

Lombardia 907 238 26,2%

Italia 17.769 3.932 22,1%

I relatori all’incontro dei giovani a Caselle Lurani

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15gennaio 2015

CO

MPA

RTI

Impianti vigneti, ecco cosa cambia: tra diritti, riserve e autorizzazioni

Vigneti di San Colombano

Il sistema dei diritti di reimpianto dei vigneti terminerà il 31 dicem-bre 2015. Dal 1° gennaio 2016,

data di entrata in vigore del nuovo sistema comunitario di gestione del potenziale produttivo basato sulle autorizzazioni agli impianti e ai reim-pianti, i diritti detenuti dai produttori potranno solamente essere conver-titi in autorizzazioni e non potranno più essere ceduti a terzi a titolo one-roso. Sebbene il quadro normativo comunitario sull’argomento non sia ancora del tutto completo (siamo in attesa di un regolamento com-prendente gli atti delegati e quelli di esecuzione per la fine di marzo) alcuni aspetti sembrano ormai as-sodati. La Commissione ha chiara-mente detto che non sarà possibi-le continuare a trasferire i diritti di reimpianto a partire dal 2016 e che, venendo meno il sistema, non ci saranno più né riserve regionali né eventuali diritti in esse giacenti. Sul fronte delle riserve regionali quasi tutte le Regioni hanno provveduto o stanno provvedendo con uno o più bandi ad assegnare i diritti da riserva entro quest’anno. In Italia ci sarebbero però circa 40.000 ettari di diritti di reimpianto “dormienti”, ovvero detenuti da produttori da più di 4 anni che presumibilmente non avrebbero intenzione di impian-tare e che se non ceduti potrebbero andare persi. Attualmente i diritti di reimpianto acquistati sono utilizzati anche ai fini dell’aiuto per riconver-sione vigneti ma un aspetto che sta destando qualche preoccupazione è legato alla effettiva durata degli stessi. Infatti molte Regioni a pre-scindere dalla data in cui è avvenu-to l’espianto del vigneto che lo ha

generato attribuiscono come data di scadenza il 31 dicembre 2015. Que-sto aspetto sta creando incertezze e fenomeni speculativi sulla cessione degli stessi oltre che disincentivan-do ulteriormente i possibili trasfe-rimenti. Su questo punto Coldiretti ha sostenuto e continua a chiedere al Mipaaf la necessità di fissare con decreto nazionale la durata dei diritti in almeno otto campagne dalla data di avvenuto espianto a prescindere dalla data oggi riportata sul diritto stesso. Infine occorre soffermarsi sulla sostanziale differenza tra le fu-ture autorizzazione e gli attuali diritti di reimpianto rispetto alla possibilità di accedere al contributo per ristrut-turazione e riconversione dei vigne-ti. I servizi della Commissione infatti hanno fatto notare che le nuove autorizzazioni agli impianti, che sa-ranno rilasciate dagli stati membri a partire dal 2016 fino all’1% della superfice vitata nazionale, si con-figurano come incremento del po-tenziale produttivo e non potranno essere oggetto di aiuto mancando il presupposto della ristrutturazione o della riconversione di un vigneto esistente. Nella provincia di Milano si produce un solo vino: il San Co-lombano Doc, coltivato sulla collina di San Colombano, un lieve rialzo morfologico che si estende per circa 1400 ettari nei territori dei comuni di San Colombano al Lambro (Mi), Graffignana (Lo), Miradolo Terme (Pv) e Inverno e Monteleone (Pv). La superficie rivendicata nel 2013 per la produzione Doc e IGT è stata di 160 ettari. Le cantine associate al Consorzio di tutela Vino San Colom-bano Doc sono 13, di cui 11 imbot-tigliatrici.

A Codogno tornail mercato a Km 0

Etichette Dop e Igp, chiarezza è fattaFinalmente è stata fatta chiarez-za sull’uso dei nomi geografici dei vini semplificando in tal modo il lavoro delle aziende vitivinico-le e tutelando i consumatori che adesso potranno avere informa-zioni più chiare e complete nella scelta del vino. E’ quanto afferma Coldiretti nel rilevare che, grazie ad una circolare esplicativa del Ministero delle Politiche agricole, fortemente sollecitata dall’Orga-nizzazione, la regione o la pro-vincia di produzione di un vino Dop o Igp ora potranno apparire ‘’in chiaro’’ sull’etichetta. La cir-colare del 31-12-2014 prevede che i disciplinari di produzione dei vini a Dop e Igp possano sta-bilire a priori con lista positiva le condizioni per l’impiego di nomi geografici più ampi, ma stabili-sce da subito che in assenza di queste indicazioni puntuali, mi-nimizzando i caratteri di stampa, ed evitando forme ingannevoli o descrittive enfatiche o evocative, si possa comunque aggiungere il territorio la provincia o la regio-ne di appartenenza. La circolare va così a colmare un vuoto nor-mativo che in taluni casi aveva già portato gli organismi di con-trollo a elevare non conformità a carico dei produttori per etichet-te ritenute irregolari per il sem-plice fatto di specificare meglio la zona di produzione senza tut-tavia pregiudicare la necessaria tutela delle denominazioni di ori-gine e indicazioni geografiche.

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NIC

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Condizionalità, le regole per il 2015:tutte le novità nella nomenclatura

Sono stati definiti per l’anno 2015 le nuove regole della condiziona-lità, che è la dimostrazione delle

finalità positive della PAC che giusti-fica la spesa pubblica, rappresenta l’elemento essenziale nella strategia di integrazione ambientale della PAC, nonché costituisce il requisito per ac-cedere agli aiuti comunitari. L’impren-ditore agricolo, quando richiede aiuti attraverso la domanda unica, sotto-scrive gli impegni di condizionalità e deve rispettare i vincoli che scaturisco-no dall’attività legata all’allevamento e ai terreni. La condizionalità prevede 13 Criteri di Gestione Obbligatori (i cosiddetti CGO) e 7 Buone Condizio-ni Agricole e Ambientali (dette BCAA). I CGO e BCAA sono suddivisi in tre set-tori, con altrettanti temi di riferimento. Ogni anno viene estratto un campio-ne di aziende che viene controllato, al fine di accertare il rispetto degli impe-gni assunti. Il controllo viene effettua-to dai funzionari provinciali, da Agea e dai veterinari. Tutti i controlli seguono una check list contenente tutti gli im-pegni che un’azienda deve rispettare. Ogni CGO / BCAA viene “pesato” at-traverso gli indici di verifica e a questi viene assegnato a seconda dell’infra-zione un valore basso, medio alto. L’esito di ogni CGO / BCAA viene sommato per campo di condizionali-tà (ambiente, sanità, benessere) per ottenere un punteggio totale per quel determinato campo. Il punteggio ser-ve per definire l’eventuale riduzione o mancato pagamento all’impresa. Rispetto al passato non sono contem-plati più nella condizionalità 2015: CGO Atto A3 (fanghi) B13 B14 B15 (lotta all’afta vescicolare e febbre ca-tarrale); BCAA: avvicendamento col-ture, mantenimento degli oliveti e dei vigneti in buone condizioni vegetative, divieto estirpazione ulivi, densità mini-ma bestiame. Anche se alcuni impegni sono spariti, permangono come ba-seline per l’accesso alle misure future del PSR come condizione di ammissi-bilità. Attenzione al Requisito Minimo Fitosanitari (RM fit) – ex B9 RM e al Requisito Minimo Fertilizzanti (RM fer) – ex 4RM che costituiscono la baseline per le misure agroambientali e bio.

RM fit:

- Possedere patentino così come pre-visto dal PAN (Piano Nazionale Fito-

sanitari)

- Stoccaggio prodotti fitosanitari (al-legato VI.1 del PAN)

- Rispetto dei principi generali della difesa integrata obbligatoria (A 7.2 e A 7.3 del PAN)

- Verifica stato funzionale attrezzatu-re e dal 26/11/2016 controllo funzio-nale presso centri autorizzati (PAN)

- Osservanza delle prescrizioni in eti-chetta e delle misure di mitigazione

dell’applicazione del PAN in regione lombardia

RM fer:

- Rispetto obblighi amministrativi/ge-stionali e di divieto distribuzione e.a. in zone non vulnerabili

- Rispetto prescrizioni fosforo. P2O5 limite massimo 250 kg/ha anno Gli uffici del Centro Assistenza Agri-cola sono disponibili per dare infor-mazioni e informare le aziende degli impegni a cui è soggetta.

Le nuove indicazioni per la condizionalità 2015Settore Tema principale Vecchia nomenclatura Nomenclatura 2015

Ambiente, cambiamenti

climatici e buone condizioni

agronomiche del terreno

Acque

A4 Direttiva nitrati CGO1

Standard 5.2. Introduzione fasce tampone BCAA1

Standard 5.1. Autorizzazione uso irriguo delle acque

BCAA2

Standard 5.3. ex atto A2 protezione acque sotterranee per certe sostanze pericolose

BCAA3

Suolo e stock di carbonio

Standard 1.2. copertura minima del suolo BCAA4

Standard 1.1. gestione minima delle terre che rispetti le condizioni locali per limitare erosione

BCAA5

Standard 2.1. mantenimento livello s.o. nel suolo

BCAA6

Biodiversità A1 Zps - natura 2000 CGO2

A5 Sic Zsc – natura 2000 CGO3

Livello minimo di mantenimento del paesaggio

Standard 4.4. mantenimento elementi caratteristici del paesaggio

BCAA7

Sanità pubblica, salute degli animali

e delle piante

Sicurezza alimentare B11 sicurezza alimentare CGO4

B10 divieto di sostanze ormoniche vietate.. CGO5

Identificazione e registrazione degli

animali

A6 identificazione/registrazione suini CGO6

A7 identificazione/registrazione bovini CGO7

A8 identificazione/registrazione ovi-caprini CGO8

Malattie degli animali

B12 prevenzione/controllo/eradicazione encelofapatie spongiforme)

CGO9

Prodotti fitosanitari B9 immissioni sul mercato e uso rodotti fitosanitari

CGO10

Benessere degli animali

Benessere degli animali

C16 protezione vitelli CGO11

C17 protezione suini CGO12

C18 protezione animali in allevamento CGO13

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LITÀ

Coldiretti è intervenuta all’incon-tro organizzato dal viceministro delle Politiche Agricole Andrea

Olivero in merito al coordinamento degli interventi previsti a sostegno dell’apicoltura italiana. Il vicemini-stro ha annunciato l’elaborazione di un piano nazionale di settore colle-gato alle misure previste dai Piani di Sviluppo Rurale per il periodo 2014-2020. A breve sarà recepita la diret-tiva miele e nell’ambito del provvedi-mento nazionale di attuazione sarà previsto un intervento a rilancio del miele italiano. Il Viceministro ha sot-tolineato l’avvio dell’anagrafe apistica che consentirà di avere finalmente un’esatta conoscenza della presen-za delle imprese dedite all’apicoltura sul territorio nazionale. Sarà inol-tre sostenuto il settore della ricerca in apicoltura, a fronte del problema della moria delle api e dell’emergen-za Aethina tumida che richiede, su-perata la fase di emergenza che ha portato alla distruzione degli alveari colpiti dal coleottero, l’elaborazione di un piano di contenimento dopo la fase di riposo invernale dell’insetto. Previsto anche un rafforzamento del-la rete Beenet che dovrebbe essere lo strumento in grado di monitorare tempestivamente lo stato di salu-te delle api. Olivero ha sottolineato, inoltre, l’importanza di promuovere la qualità del miele italiano tramite l’in-

Coldiretti al tavolo del Mipaafper salvare l’apicoltura italiana

dicazione dell’origine, al fine di evi-tare la commercializzazione di mieli pubblicizzati come italiani che inve-ce contengono miscele di mieli pro-venienti da altri paesi. Coldiretti ha espresso apprezzamento per il piano di interventi previsti dal Ministero ed ha sollecitato l’esigenza di concentra-re l’attenzione sull’emergenza Aethi-na tumida, chiedendo che sia dato un fermo alla distruzione degli alveari e che si proceda in tempi brevi a elabo-rare un piano di contenimento della presenza dell’insetto, tramite il sup-porto del Cra Api e degli esperti del mondo scientifico. Allo stesso tempo Coldiretti ha sottolineato l’importanza di negoziare con Bruxelles la propo-sta di autorizzare l’Italia a concedere aiuti di stato al settore apistico, per risarcire gli apicoltori che si sono visti distruggere i propri alveari a causa della presenza del coleottero. È sta-ta poi posta l’esigenza di completare al più presto l’anagrafe apistica e di sbloccare il provvedimento da tempo giacente presso il Ministero della Sa-lute che prevede interventi specifici per la lotta alla varroa, al momento la causa principale di moria delle api. Coldiretti ha, inoltre, sottolineato l’im-portanza di garantire agli apicoltori adeguati servizi di assistenza tecnica e la necessità di concordare con lo stesso Ministero un rafforzamento dei servizi veterinari, nell’ambito dei qua-

li occorre avere delle figure profes-sionali specificatamente formate sui sistemi di allevamento delle api. In merito all’emergenza Aethina tumida, a seguito del tavolo con il vicemini-stro Olivero, Coldiretti ha organizzato un incontro tra gli apicoltori associati ed il direttore generale della Direzio-ne generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, Silvio Borrello, il quale ha dichiarato che le misu-re finora previste per l’eradicazione dell’Aethina tumida (che comprendo-no anche il ricorso al rogo degli alve-ari) resteranno in vigore fin quando gli esperti del mondo scientifico non saranno in grado di presentare mi-sure di contenimento della presenza dell’insetto. Borrello ha comunque rassicurato gli apicoltori in merito al fatto che, prima del mese di marzo nel quale dovrebbe aversi il risveglio dell’Aethina tumida, il Ministero del-la Salute prenderà in considerazione tutte le possibili misure alternative al rogo degli alveari. E’ stato, infine, sottolineato da parte del Ministe-ro della Salute, l’importanza che gli apicoltori denuncino la presenza del coleottero e che non omettano tale adempimento nel timore di vedere distrutti i propri alveari in quanto un comportamento omissivo rischia di far perdurare le restrizioni del cordo-ne sanitario e di favorire il perdurare dello stato di emergenza.

I tutor del miele a “Cibi d’Italia a Milano” al Castello Sforzesco

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19gennaio 2015

ATTUA

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Summit a Montichiariper il vero suino italiano

A Codogno tornail mercato a Km 0

Truffa cinesecon la carnecontaminataE’ di oltre 110 arresti il bilancio di un’operazione di polizia in Cina che ha colpito undici gruppi ri-tenuti responsabili della vendita di carne di maiale contamina-ta proveniente da animali morti per malattia. Nell’operazione, le forze dell’ordine hanno anche confiscato otre mille tonnellate di carne e 48 tonnellate di olio da cucina di origine animale. Lo ri-ferisce un rapporto del Ministero della Pubblica Sicurezza cinese. I gruppi all’origine dello scan-dalo alimentare sono accusati di avere acquistato a basso prezzo i maiali malati da allevatori com-piacenti a partire dal 2008, e di avere pagato tangenti alle au-torita’ sanitarie per ottenere in cambio certificati di qualita’ del prodotto, poi rivenduto in undi-ci province dell’area centro-me-ridionale del Paese. Le indagini sullo scandalo alimentare erano cominciate nel 2013. Da un’ana-lisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’ultimo anno, sembra che l’Italia non abbia im-portato carni di maiale fresche, refrigerate, congelate e neanche salami o frattaglie dalla Cina che si conferma essere il Paese con maggiori rischi per la sicurezza alimentare. La spinta verso la crescita dell’economia cinese ha determinato conseguenze sul piano della sicurezza alimentare ed ambientale i cui effetti si fan-no sentire. Lo scandalo della car-ne di maiale che segue di qual-che anno quello della presenza di melamina nel latte che ha portato morti per avvelenamen-to e paura nei diversi continenti, è la conseguenza di una politica di contenimento esasperato dei costi, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole. Le importazioni di prodotti agricoli ed alimentari cinesi in Italia sono stimate in oltre mezzo miliardo di euro nel 2014 e riguardano tra l’altro concentrato di pomodoro, miele, riso ed aglio. Secondo i dati del sistema di allerta comu-nitario, il gigante asiatico si clas-sifica al primo posto nella com-mercializzazione di cibi a rischio per la salute con ben 446 allerte pari al 14 per cento del totale.

La lunga fase di crisi della suini-coltura italiana sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa

degli allevamenti, tanto che in Lom-bardia chiudono alla velocità di tre al mese. Questa grave situazione è stata oggetto di confronto durante l’incontro organizzato da Coldiret-ti lunedì 22 dicembre a Montichia-ri presso il centro Fiera del Garda - con la partecipazione di oltre 300 suinicoltori provenienti dal nord Italia - per discutere un progetto di valorizzazione della carne suina insieme a Mario Emilio Cichetti Di-rettore del Consorzio del prosciutto San Daniele, Gianni Fava assessore regionale lombardo all’agricoltura, Giorgio Apostoli responsabile del settore zootecnico di Coldiretti na-zionale e Ettore Prandini Vice Pre-sidente nazionale di Coldiretti. Da un’analisi di Coldiretti su dati Anas (l’associazione di settore), dal 2008 ad oggi nelle stalle italiane la con-sistenza dei capi allevati è passata da 9.300.000 agli attuali 8.600.000, con una diminuzione del 8,4%. Il dato è ancora più eclatante se si considera il numero di scrofe: nello stesso periodo è passato da 750.000 a 578.000, con un calo del 23%. A preoccupare sono anche i prez-zi di mercato. Secondo Coldiretti bisogna puntare sulla tutela e sul rafforzamento degli elementi di di-stintività della produzione suinicola italiana. “Siamo convinti – spiega Ettore Prandini - che senza un chia-ra distinzione qualitativa delle carni dei suini nati ed allevati in Italia la

nostra suinicoltura corra il rischio di soccombere sotto la pressione “dei prezzi bassi” e della concorrenza sleale. Inoltre è vero che abbiamo un patrimonio costituito dai prodotti con riconoscimento DOP, ma alcuni di questi hanno bisogno di una più coerente politica qualitativa per ri-affermarsi sul mercato domestico e su quello internazionale. Percorrere la strada di una semplice riduzione dei costi porta a una crisi di perdita di valore del prodotto e del lavoro dell’allevatore. A questo sistema noi ci opponiamo”. Nel 2014 il mercato suinicolo italiano è stato caratteriz-zato dalla diminuzione della doman-da di cosce nel distretto di Parma (–10%), dalla riduzione dei consumi di carni suine fresche da parte delle famiglie (–5%) e da una sostanziale stabilità dell’offerta di suini per il cir-cuito DOP nonostante un parco scro-fe ridotto di oltre il 20% negli ultimi cinque anni. “E’ ovvio che sulle cri-si politiche internazionali – dichiara Prandini nell’intervento conclusivo a Montichiari - non è possibile interve-nire ma ci sono altri fronti sui quali ci siamo spesi e ci stiamo spenden-do, con l’obiettivo di riavviare la ge-nerazione di reddito per le imprese suinicole.” I punti qualificanti sui quali è concentrata l’azione Coldiret-ti sono: una migliore valorizzazione economica del suino nato, allevato e macellato in Italia; il rispetto di pra-tiche commerciali più trasparenti e il contrasto alle pratiche che evocano l’italianità del prodotto con materia prima di importazione.

Folla al summit bresciano per la suinicoltura italiana

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